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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana Sicula Anno XXXV n. 136 Giugno 2008

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Notiziario giugno 2008

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Notiziario dell’Ispettoria Salesiana SiculaAnno XXXV n. 136 Giugno 2008

Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneGiuseppe FalzoneGaetano Urso

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 7195125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii oo

Messaggio del Rettor Maggiore » 1Lettera dell’Ispettore » 3Formazione » 5Comunicazione sociale » 12MGS » 21PGS » 23Pastorale Giovanile » 25Frammenti di memoria... » 27Famiglia salesiana » 29ADMA » 33Momenti di famiglia... » 34Dalle case salesiane... » 37Guardando altrove... » 50Brevemente... » 52Da ricordare » 53

In copertinaIn alto: Il Rettor Maggiore e i Capitolari.In basso: La presenza “qualificata” dei confratellisiculi al CG26.

EditorialeIl 28 giugno 2008 il Santo Padre, Benedetto XVI, nel bi-millenario della nascita di San Paolo, pietra miliare del-l’Apostolato Cristiano, dedica un anno al “nostro maestroapostolo e banditore di Gesù Cristo”.L’Istituto Teologico “S. Tommaso” di Messina, tra i tantieventi liturgici, culturali ed ecumenici, ha indetto un Ma-ster in Teologia e spiritualità paolina.L’iniziativa, inserita nell’itinerario Diocesano dell’Arcidio-cesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela “In cammino conl’Apostolo Paolo”, è rivolta ai Presbiteri, Operatori pasto-rali e Docenti di Religione Cattolica.Afferma Mons. Calogero La Piana: “In San Paolo colpiscela profondità, la sicurezza e l’ampiezza della sua fede, cheha saputo trasmettere con grande forza, unite ad un este-so senso di apertura al mondo. Non per nulla è chiamatol’apostolo delle genti”.Un caloroso ringraziamento è rivolto dalla redazione di“Insieme” a Don Luigi Perrelli. Nel suo mandato ha la-sciato l’impronta della massima dedizione coniugando at-tenzione, affetto e generosità con l’esercizio integerrimodelle proprie funzioni.Al nuovo Ispettore, Don Gianni Mazzali, porgiamo il no-stro benvenuto augurandogli una prosperosa attività cheapporti benefici alla nostra realtà salesiana.

FFeelliiccee BBoonnggiioorrnnoo

Carissimi Confratelli e amici della FS,invio la comunicazione della nomina di Don GianniMazzali come Ispettore della Sicilia.Eravamo in Consiglio, quando è pervenuta la notiziache ho partecipato sia ai consiglieri che ai confratelliriuniti per gli esercizi spirituali a Zafferana. L’applausodi accoglienza è stato un modo bello e profondamen-te ispirato alla nostra dimensione spirituale e carisma-tica di sentire come il dono che Dio ci ha fatto nel no-stro oggi questa scelta da parte del Rettor Maggioree del suo Consiglio.Benvenuto a colui che viene nel nome del Signore edi Don Bosco. Del resto lo conosciamo e sappiamodella sua grande esperienza come Ispettore, visitato-re, economo generale e uomo di grande ricchezzaumana e spirituale.L’ho chiamato e ringraziato e Don Gianni ha espres-so con umiltà e invocazione di preghiera sia la suagioia di servire, sia il senso di responsabilità con cuiha accettato questo ulteriore impegno. Gli ho promes-so la nostra solidale preghiera ed una accoglienzapropria del cuore “siculo” e soprattutto della nostraobbedienza ai progetti del Signore.Pregate anche per me perchè sia ancora un si prontolà dove il Signore mi chiama.

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

insieme 1

Carissimi Confratelli,sono lieto di presentar-vi gli Atti del CapitoloGenerale 26°, che è fe-licemente terminato ilsabato 12 aprile 2008.Questa data di conclu-sione assume per noiun significato simboli-co: essa ci ricorda l’en-trata di Don Bosco a

Valdocco nel giorno di Pasqua del 1846. Se perlui quel giorno significò l’inizio di una nuovatappa della sua missione, per noi questo 12 apri-le 2008 rappresenta l’avvio di un sessennio che cicondurrà alla celebrazione del bicentenario del-la nascita del nostro amato Fondatore e Padre.[...]

Il CG26 intende ravvivare nel cuore di ogniconfratello la passione apostolica e gli proponeun profilo caratterizzato dall’identità carismati-ca; in questo modo egli può essere Don Boscoper i giovani di oggi. Egli è chiamato ad avereun’intensa e profonda vita spirituale, a vivere infamiliarità e gioia la vita fraterna, a stare con igiovani, ad essere audace nell’azione evangeliz-zatrice, ad andare nei luoghi di frontiera dellanostra missione, a vivere poveramente, a coin-volgere laici, famiglie e giovani stessi nell’ardorepastorale, a proporre ai giovani la vita consacra-ta salesiana, ad amare e far conoscere Don Bo-sco.

Il CG26 poi interpella direttamente ogni co-munità. Infatti nelle linee di azione ci sono qua-si sempre degli interventi che sono proposti allacomunità, perché questa li assuma nel suo cam-mino. In particolare, la comunità prende l’inizia-tiva dell’azione evangelizzatrice, si prende curadelle vocazioni alla vita consacrata salesiana edona la sua testimonianza di povertà evangelica.La comunità evangelizzata è chiamata ad essere

Messaggio del Rettor Maggiore

evangelizzatrice; la sua testimonianza è la primaproposta vocazionale; la sua vita vissuta in sem-plicità ed austerità manifesta il suo amore allapovertà; essa si spinge con audacia tra i giovanipoveri; là dove vive, essa ripropone con i giova-ni l’esperienza di Valdocco.

In questo modo il CG26 chiede alla comuni-tà salesiana di continuare quei processi che ilCG25 aveva attivati, sollecitandone ancora laconsistenza quantitativa e qualitativa. Nella co-munità il confratello cresce nella sequela di Cri-sto e realizza il dono di sé a Dio per i giovani.Egli è chiamato ad assumere in prima persona lenuove esigenze della sua vocazione; nello stessotempo la comunità che vive la pienezza delle suedinamiche favorisce la sua formazione continua.

Il CG26 indica anche altri soggetti: l’ispetto-ria, la regione, il Rettor Maggiore con il Consi-glio generale. Valorizzando la sussidiarietà,ognuno svolge i suoi compiti e tutti cooperanoalla realizzazione della stessa chiamata e dellestesse linee di azione. È fuori dubbio che l’azio-ne non può essere limitata a questi soggetti. Su-bito entra in gioco il coinvolgimento ed il prota-gonismo di giovani, di laici e famiglie e quindidella comunità educativa pastorale. Come purenon è pensabile vivere e agire senza la Famigliasalesiana e senza il collegamento con il territorioe la Chiesa locale.

SSppiirriittoo ddeell CCGG2266Il Capitolo Generale è stato un avvenimento

indimenticabile, che diventerà ben presto unacronaca da raccontare soprattutto da parte di co-loro che lo hanno vissuto. Esso si è pure tradot-to in un bel documento, che però rischierebbe direstare “lettera morta” senza uno spirito che loanimi. Il CG26 è quindi anche uno spirito; dob-biamo riconoscere allora qual è lo spirito delCG26.

Come è vivo e operante lo “spirito del Con-cilio Vaticano II”, così possiamo dire che c’è uno

Presentazione degli atti del Capitolo Generale 26°

di maggior collaborazione ed unitarietà nell’im-postazione e nella realizzazione della missionesalesiana. Incoraggio le ispettorie a tener presen-te questa sensibilità ed a trarne ispirazione nel-l’animazione ispettoriale.

Mi sembra importante far presente anchel’orientamento a riguardo delle tre regioni del-l’Europa. Prendendo in considerazione i proces-si culturali di unificazione dell’Europa, le espe-rienze di collaborazione in atto e le ristruttura-zioni delle ispettorie, occorre intensificare le for-me di coordinamento, favorire le sinergie, supe-rare una visione di singola regione ed avere quin-di uno sguardo europeo.

Ritengo anche interessante l’indicazioneespressa circa il rapporto tra comunità salesianae opera. L’orientamento offerto aiuterà ad ap-profondire anche dal punto di vista istituzionalee giuridico ciò che era stata l’azione del CG25che richiedeva di considerare come due autenti-ci soggetti la comunità salesiana e la comunitàeducativa pastorale.

Il Capitolo Generale ora è consegnato a tut-ta la Congregazione. Le ispettorie e le visitatorie,attraverso i Capitoli ispettoriali, avevano già pro-dotto le loro linee di azione, individuando obiet-tivi, processi ed interventi. Ora con le indicazio-ni del CG26 esse sono chiamate ad integrare illavoro già compiuto, con riferimento al singolosalesiano, alle comunità locali e alla comunitàispettoriale.

Ci affidiamo a Maria Ausiliatrice. Con il suointervento materno, per contribuire alla salvezzadella gioventù, lo Spirito Santo ha suscitato DonBosco (cfr. Cost. 1). Ella lo ha guidato nella rea-lizzazione della missione giovanile. «È Lei che hafatto tutto». Ella è la nostra Madre e Maestra. DaLei impariamo la docilità allo Spirito Santo e laprofondità della vita spirituale, che è la radicedella fecondità della nostra missione. A Lei rac-comandiamo le sfide dell’evangelizzazione, levocazioni alla vita consacrata salesiana, i giovanipoveri. Maria, nostro Aiuto, interceda per noi.

Roma, 11 maggio 2008Solennità di Pentecoste

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“spirito del CG26” che va accolto. Esso è costi-tuito dalla stessa passione che ardeva nel cuoredi Don Bosco e lo spingeva a cercare la gloria diDio e la salvezza delle anime. Esso ha guidatol’Assemblea nel discernimento e nella stesura deldocumento e fa sì che il testo capitolare si tra-sformi in vita, vitalità e vivacità per ogni confra-tello, per le comunità, le ispettorie, le regioni e laCongregazione tutta.

È lo Spirito di Cristo che anima e vivifica. Lospirito del CG26 è un dono dello Spirito del Ri-sorto per la nostra Congregazione. Egli ha effu-so l’abbondanza dei suoi doni su tutti noi conuna rinnovata Pentecoste. Egli apre la mente diogni confratello e riscalda il suo cuore; lo infiam-ma così di una rinnovata passione che darà frut-ti abbondanti. In questo modo il CG26 non è so-lo cronaca o solo un documento, ma diventa sto-ria per ognuno di noi e per la Congregazione.

DDeelliibbeerraazziioonnii rriigguuaarrddaannttii CCoossttiittuuzziioonnii ee RReeggoo--llaammeennttii

Il Capitolo generale ha prodotto anche alcu-ne deliberazioni riguardanti le Costituzioni ed iRegolamenti generali e il governo della Congre-gazione. Alcune di esse si riferiscono al governocentrale e alle regioni, altre al rapporto tra la co-munità salesiana e l’opera e all’economo locale,altra ancora alle nostre istituzioni di educazionesuperiore.

Evidenzio in particolare l’orientamentoespresso circa i cosiddetti “dicasteri della missio-ne salesiana”. Il Capitolo ha espresso l’esigenza

insieme 3

Carissimi Confratelli,salute e gioia a voi nel nomedel Signore nostro Gesù Cri-sto.Questa lettera è insieme unrendimento di grazie e uncommiato.È cosa buona e giusta rende-re grazie al Padre buono da-

tore di ogni bene; a Maria SS. nostra tenera Madree Ausiliatrice; al grande Padre e Maestro don Bo-sco e in lui a tutta la Congregazione, che dall’even-to pentecostale del CG26 esce riassetata del “Damihi animas, caetera tolle”; alle Comunità e adogni singolo Confratello, dono di Grazia per ilmio povero servizio; al Consiglio e organismi diconsultazione e animazione per la ricchezza del di-scernimento e della condivisione; alla Famiglia Sa-lesiana di Sicilia, espressione feconda ed esempla-re di comunione carismatica; a tutti i collaborato-ri preziosi e ai destinatari privilegiati della nostraconsacrazione e missione.

In ogni commiato c’è un bilancio e siccome sitratta di un tratto condiviso della comune Storia diSalvezza, sento di poterlo riassumere nelle due pa-role di incoraggiamento consegnatemi dal tantoamabile Rettor Maggiore don Chàvez, quando michiese la disponibilità con un’unica risposta possi-bile: Opportunità e Grazia. Era inimmaginabile alprincipio quante opportunità e grazie di esperien-ze, incontri, doni e fatiche, gioie e sofferenze, sor-give e deserti mi sarebbe stato concesso di viverenei pochi anni di un ministero che scava profondisolchi nel cuore, nella mente, nella vita: solchi do-ve il chicco di grano invera la misteriosa legge delVangelo.

Incalcolabile tuttavia è la misura della Graziaperché, al tirar delle somme, tutto è Grazia.

Come in ogni Eucarestia, il grazie è precedutoe accompagnato dal “confesso”, perché alle inten-zioni e desideri anche più retti non riesce a corri-spondere adeguatamente il dire e l’operare.

Se qualcosa posso citare come motivo di gran-de e personale gioia è l’impegno nel sessennio di

Lettera dell’Ispettore

non sottrarre don Bosco ai giovani e i giovani adon Bosco, pur essendo stato profondamente ridi-segnato, secondo il mandato della Congregazionee della stessa Ispettoria, il quadro delle presenze edelle opere: questo è possibile perché toccante è larealtà di confratelli capaci di superare con lo slan-cio del cuore e il sacrificio generoso i limiti dellafatica, età, stanchezza e testimoniano una sceltaradicale di Cristo e della vocazione salesiana.

La dinamica chiaroscurale di tutto il resto nonpuò in alcun modo pesare più di questo dono invo-cato e ottenuto, perché i giovani possano essereaiutati a vivere, sognare e sperare con la mediazio-ne di chi, come don Bosco, è chiamato ad essere se-gno e testimone dell’amore preveniente e pazientedi Dio.

Al mio amato successore, come han fatto pri-ma di me altri 20 Ispettori, consegno questo mera-viglioso tesoro in vasi d’argilla che è la Sicilia Sa-lesiana. A lui e a ciascuno l’augurio che insieme sipossa camminare sulle linee che il Rettor Maggio-re traccia indicendo l’Anno di Grazia 2009, 150°della fondazione della Congregazione. Un annoche:

– sia vissuto come cammino di crescita spiri-tuale e pastorale;

– ci irrobustisca nella identità di persone con-sacrate;

– ci santifichi secondo la via di fedeltà al cari-sma tracciato nelle Costituzioni;

– ci riconsegni ai giovani con la capacità di af-fiancarli e coinvolgerli fino a possibili scelte di to-tale donazione;

– ci faccia sentire quanto grande e potenzial-mente ricco è il “mare nostrum” salesiano, ossiaquel “vasto movimento di persone che in vari mo-di opera per la salvezza della gioventù” (C. 5).

Con la certezza di una reciproca preghiera, nel-la comunione e nell’affetto, saluto e abbraccio tut-ti e ciascuno invocando ogni grazia e benedizione.

DDoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii

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Il Rettor maggioredei Salesiani, donPascual ChavezVillanueva, con ilconsenso del Con-siglio generale, hanominato nuovoispettore dei Sale-siani di Sicilia -Ispettoria Sicula"San Paolo" con

sede a Catania-Cibali di via Cifali (una delle 11ispettorie salesiane d’Italia) - per il sessennio2008-2014, don Giovanni Mazzali, finora econo-mo generale della Congregazione salesiana dal1996 per due mandati, che in spirito di obbe-dienza ha accettato questo nuovo servizio. A no-me del Rettor maggiore, il consigliere regionaleper l’Italia e il Medio Oriente, don PierfaustoFrisoli, ha ringraziato don Mazzali per la dispo-nibilità apostolica ad accettare la nomina a 22°superiore regionale in Sicilia e don Luigi VitoPerrelli, ispettore uscente – che era subentrato adon Calogero La Piana nominato vescovo di Ma-zara e attuale arcivescovo di Messina – per la ge-nerosità e l’impegno apostolico profuso duranteil suo ministero nel guidare per un sessennio laCongregazione Salesiana in Sicilia che, come ri-sulta dall’annuario 2007-2008, conta 262 salesia-ni, tra sacerdoti, laici, chierici e diaconi (compre-si studenti e confratelli fuori ispettoria e fuori co-munità), distribuiti in 30 case.

Don Gianni Mazzali, nato a Torino il 1° feb-braio 1947, fin da ragazzo è stato strettamentelegato all’Oratorio Salesiano "Edoardo Agnelli".Dal 1958 al 1963 ha frequentato la scuola mediae il ginnasio dell’Istituto missionario "CardinalCagliero" di Ivrea. È entrato in Congregazione il15 agosto 1963; novizio a Villa Moglia, ha emes-so i primi voti il 16 agosto 1964. Dopo il tiroci-nio ha frequentato il "Saint Patrik’s College" diMaynoot in Irlanda dove ha completato gli studiteologici. Ordinato sacerdote il 7 dicembre 1974a Bivio di Cumiana, ha conseguito la licenza inTeologia alla Pontificia Università Lateranense;

si è, inoltre, laureato in Lingue a Torino. Dopo leprime esperienze pastorali a Ivrea e CastelnuovoDon Bosco, ha insegnato lingue al Liceo dell’isti-tuto salesiano "Madonna degli Angeli" di Alas-sio, di cui è stato direttore dal 1987 al 1990, an-no in cui è stato nominato ispettore dell’Ispetto-ria ligure-toscana, con sede ispettoriale a Geno-va-Sampierdarena. Il 24° Capitolo Generale gliha affidato nel 1996 l’incarico di economo gene-rale. Conosce l’inglese, il francese e lo spagnolo.

Dal 1890 al 1902, le case salesiane di Siciliafacevano parte di una "Ispettoria sicula" con Ca-se annesse, non avendo ispettore proprio. Il 1°ispettore fu don Celestino Durando, membrodel Capitolo Superiore (mandato in Sicilia daDon Bosco, nel febbraio 1879, assieme a donGiovanni Cagliero per preparare la fondazione aRandazzo della prima casa salesiana di Sicilia);seguirono don Giuseppe Bertello, don GiuseppeMonateri e dal 1901 don Francesco Piccollo(una delle nove persone che vissero accanto aDon Bosco, assieme alla venerabile MammaMargherita, a san Domenico Savio, al beato Mi-chele Rua, a santa Maria Domenica Mazzarello,al beato Filippo Rinaldi, a Michele Magone, aFrancesco Dalmazzo e a san Luigi Orione, egiunto da giovanissimo chierico a Randazzo conil primo drappello di salesiani la sera del 20 otto-bre 1879), don Bartolomeo Fascie, don Giovan-ni Minguzzi, don Giovanni Segala, don AntonioOrto, don Renato Ziggiotti (divenuto Rettormaggiore), don Arnaldo Persiani, don SecondoManione, don Plinio Gugiatti, don BartolomeoTomè, don Calogero Conti, don Amedeo Ver-decchia, don Arturo Morlupi, don CalogeroMontanti, don Vittorio Costanzo, don GiuseppeTroina, don Lillo La Piana.

Don Piccollo, prima di diventare ispettore,era stato direttore della Casa San Filippo Neri invia Teatro Greco, del Noviziato con sede a Nun-ziata di Mascali, il primo noviziato salesianod’Italia dopo quello del Piemonte, e della Casadi San Gregorio.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Don Mazzali nominato nuovo ispettore di Sicilia

formazione insieme 5

Capitolo Generale 26°

11.. LL’’oobbiieettttiivvoo – rafforzare ll’’iiddeennttiittàà ccaarriissmmaattiiccaa dei confratelli– e riaccendere in essi llaa ppaassssiioonnee aappoossttoolliiccaa. Si tratta di rinnovare in ciascun confratello e inogni comunità l’urgenza di vivere e lavorare per“la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. In al-tre parole, si tratta di rriittoorrnnaarree aa DDoonn BBoossccoo per– ffaarree mmeemmoorriiaa dell’esperienza di Valdocco– rriippaarrttiirree ddaa lluuii e dalle Costituzioni, suo testa-mento e nostro progetto di santità, – per eesssseerree DDoonn BBoossccoo ooggggii tra i giovani.

22.. RRiippaarrttiirree ddaa DDoonn BBoossccoo significa – lasciarsi condurre dallo Spirito e rriippaarrttiirree ddaaGGeessùù CCrriissttoo “nostra regola vivente” (Cost. 196),modello e sorgente dello spirito salesiano, che hacome centro e sintesi la carità pastorale, quelloslancio e quella passione apostolica che ci fa cer-care le anime e servire solo. – rriippaarrttiirree ddaaii ggiioovvaannii e riaffermare la nostrapreferenza ppeerr ii ppiiùù ppoovveerrii (cfr. Cost. 26), il no-stro impegno di dedizione totale per contribuirealla loro salvezza (cfr. Cost. 1), la nostra fedeltàal Sistema preventivo e alla profezia dell’educa-zione.

Oggi come ieri Dio ci interpella attraverso igiovani, specialmente i più poveri. Il “grido dei

giovani” è stato per Don Bosco la “chiamata diDio” decisiva per la sua vita. L’incontro con essiper le strade di Torino lo ha portato a definire lasua identità di prete, il suo metodo di educatoree pastore, il suo stile di vita, la sua collocazionenella Chiesa e nella società. Ciò ha alimentatocostantemente in lui la passione apostolica e ildinamismo di uomo di frontiera; ciò ha contribu-to a formare in lui “un cuore di padre e di mae-stro capace di una dedizione totale” (Cost. 1).

La frontiera giovanile è oggi più che mai pie-na di sfide e di risorse; essa si presenta attraentee difficile. È nostra responsabilità vocazionaleaccettare la sfida di questa emergenza pastoraleed educativa. Educazione ed evangelizzazione so-no il contributo più grande che possiamo offrirealla società di oggi nello spirito, con i metodi e icontenuti del sistema preventivo.– rriippaarrttiirree ccoonn llaa CChhiieessaa ee ccoonn llaa FFaammiigglliiaa ssaallee--ssiiaannaa, operando nei diversi contesti con creativi-tà e coraggio, coinvolgendo i giovani e i laici in unvasto movimento.

Di fronte alle tendenze di un cambio epoca-le che sfidano il cristianesimo, l’annuncio di Ge-sù Cristo e il Vangelo, la Chiesa sente l’urgenzadi proporre la nuova evangelizzazione come mis-sione prioritaria e compito ineludibile, la santità

Città del Vaticano: Benedetto XVI e Don PascualChávez Villanueva.

Città del Vaticano: Benedetto XVI e i capitolari.

Ritornare a Don Bosco per ripartire da lui

insieme6 insieme formazione

come programma pastorale rivolto a tutti, il ri-torno ai giovani e la nuova educazione come unanecessità.– rriippaarrttiirree ddaa MMaarriiaa con il cui materno interven-to lo Spirito ha suscitato Don Bosco, cioè affi-darsi a lei Immacolata Ausiliatrice che “ci educaalla pienezza della donazione al Signore e ci in-fonde coraggio nel servizio ai fratelli” (Cost. 92).

33.. QQuuaallee vviiaa ppuuòò ppoorrttaarree llaa CCoonnggrreeggaazziioonnee aallrriinnnnoovvaammeennttoo rriicchhiieessttoo ddaa qquueessttaa ““cchhiiaammaattaa ddiiDDiioo””?– L’attuale momento storico della Congregazio-ne costituisce una sfida e un tempo di grazia; cisprona a ripartire con entusiasmo spirituale e vo-lontà di vera novità dall’esperienza carismaticadelle origini per viverla e riproporla oggi in mo-do significativo, credibile e profetico. Non è ingioco la sopravvivenza, ma la profezia della nostraCongregazione. Non si tratta di prolungare adogni costo progetti, opere e strutture; dobbiamopiuttosto cercare con umiltà, con costanza e conaudacia la via della significatività carismatica edella fecondità pastorale e vocazionale.– IIll CCaappiittoolloo, che ha come ccoommppiittoo ccoossttiittuuzziioo--nnaallee quello di indicare percorsi di fedeltà al cari-sma, ha sviluppato a questo scopo, non un temaparticolare, ma il cuore dell’esperienza vocazio-nale salesiana, espresso nella massima ““DDaa mmiihhiiaanniimmaass cceetteerraa ttoollllee””. Tale motto è stato inter-pretato e compreso nella sua dimensione simbo-lica e carismatica, secondo il contenuto e il signi-ficato vocazionale che Don Bosco, la tradizionesalesiana e le nostre Costituzioni hanno ad essaattribuito.

44.. IIll ppeerrccoorrssoo ddeell CCaappiittoolloo Si è svolto attraverso un itinerario di espe-

rienza, discernimento, riflessione e progettazione.Esso è stato introdotto da alcuni momenti diparticolare significato per entrare nel tema e nelclima spirituale richiesto: – Momenti propedeutici:

- da subito il richiamo e il confronto conl’esperienza carismatica degli inizi attraversoil pellegrinaggio ai luoghi di Don Bosco edelle origini salesiane; - l’attenzione e la disponibilità allo Spirito ela conversione personale mediante gli Eserci-zi spirituali.

– Momenti significativi per entrare nel tema:- la conoscenza della situazione della Con-gregazione, - la presentazione e l’approfondimento dellaRelazione del Rettor Maggiore,- il contributo informativo delle ispettorie edelle regioni,- la condivisione interpersonale e di gruppo.

– La comunione con la Chiesa è stata significata:- dalla lettera del Papa Benedetto XVI alRettor Maggiore e dal suo messaggio ai Capi-tolari, come pure dalla visita a San Pietro;- dalle celebrazioni con il Card. Bertone e ilCard Dias.

– Ci siamo sentiti in modo più vivo nella Fami-glia salesiana

- con la presenza degli invitati nella giornatadi apertura del capitolo, - con la partecipazione di due Figlie di MariaAusiliatrice ai lavori capitolari ed in altri mo-menti.

– La convivenza quotidiana, programmata e ani-mata con cura, è stata segnata dalla fraternità edal lavoro, dalla gioia e dalla preghiera, segno diuna comunione arricchita dal rispetto e dalla va-lorizzazione delle diversità.

55.. IIll ddooccuummeennttoo ddeell CCaappiittoolloo Raccoglie il contributo che i confratelli han-

no espresso attraverso i Capitoli ispettoriali, ap-profondendo il tema indicato dal Rettor Maggio-re. Siamo così giunti alla stesura del testo che orapresentiamo, quale memoria della nostra espe-rienza e condivisione dello sforzo compiuto perdecifrare ed interpretare i segni dei tempi. In es-so si trovano i nuclei articolati in:– chiamata di Dio: con lo sguardo rivolto, con-temporaneamente, a Don Bosco e ai giovani, ab-biamo fatto opera di discernimento per cogliereche cosa Dio vuole da noi oggi;– situazione: abbiamo raccolto quanto i confra-telli ci hanno offerto come frutto della loro ricer-ca e narrazione della loro esperienza, e abbiamoindividuato sia gli aspetti positivi che quelli pro-blematici, consapevoli che Dio ci parla attraver-so la storia;– linee di azione: introdotte da alcuni spunti chepossono favorire il cambio di mentalità e di strut-ture, individuano sinteticamente le principali

insieme 7formazione insieme

priorità che la Congregazione intende affrontarenel prossimo sessennio; esse si articolano in in-terventi che toccano il singolo salesiano, la co-munità, l’ispettoria, la regione e il governo cen-trale, proponendo indicazioni che devono essereassunte e concretizzate nei diversi contesti. Le li-nee di azione proposte indicano passi concretiper questo percorso e devono essere assunte conlo spirito e nella prospettiva dell’obiettivo fonda-mentale del Capitolo e opportunamente conte-stualizzate.

Il frutto del nostro lavoro giunge ora nellemani dei confratelli e diventa un invito al rinno-vamento e alla fedeltà a Don Bosco e, attraverso dilui, a Dio e ai giovani. Ci sono di stimolo e di in-coraggiamento i confratelli, i giovani, i laici e glialtri membri della Famiglia salesiana, che hannotestimoniato con la santità la bellezza del nostroprogetto di vita, la fecondità dello spirito salesia-no e la forza spirituale del Da mihi animas ceteratolle.

66.. II pprroossssiimmii aannnnii Appaiono per noi salesiani come un tempo digrazia:– Il 150° anniversario della fondazione della Con-gregazione nel 2009; – il centenario della morte del beato Michele Ruanel 2010;– il bicentenario della nascita di Don Bosco nel2015.

Queste ricorrenze fanno del prossimo perio-do una stagione straordinaria. Avremo modo difare memoria e approfondire la storia della no-

Roma: Don Pascual Chàvez Villanueva riconfermatoRettor Maggiore dei Salesiani.

stra esperienza carismatica, per identificarci conessa e viverla con la passione e la radicalità delDa mihi animas cetera tolle, per proporla e con-dividerla con gioia e capacità profetica. Abbia-mo davanti a noi un tempo favorevole per ritor-nare a Don Bosco e ripartire con lui e come lui,appassionati di Dio e dei giovani, attenti e dociliallo Spirito, fiduciosi nella presenza della Ausi-liatrice. È un cammino e una grazia che vogliamocondividere con tutti i membri della Famiglia sa-lesiana.

Riferendosi all’impegno di fedeltà a Don Bo-sco, il Rettor Maggiore ha ricordato che «Lenuove frontiere della missione rappresentano, dauna parte, i nuovi luoghi geografici, sociali, cul-turali, religiosi, dove siamo chiamati a rendercipresenti con strutture più agili e più risponden-ti: sono l’espressione di ciò che chiamiamo nuo-ve presenze, come sono state nel passato le ope-re per i ragazzi della strada, e come sono oggi lecase di recupero per i ragazzi sfruttati dal turi-smo sessuale e di prevenzione control’AIDS/HIV, le opere per i tossicodipendenti eper i rom, le strutture al servizio del risveglio delsenso religioso, i progetti nei campi di rifugiati esfollati di guerra, i programmi a favore degli im-migranti emarginati, le pagine web, il telefono 24ore su 24 per ragazzi depressi. Nuove frontiere,d’altra parte, sono anche quelle strutture classi-che dove già ci troviamo, ma con un tipo nuovodi presenza che fa onore alla nuova educazioneed evangelizzazione. Sono le “presenze nuove”».

Roma: Lavoro di gruppo.

insieme formazione8

“L’attenzione per gli ultimi – ha precisatoDon Chávez – deve essere sempre presente al-l’orizzonte dei nostri progetti e delle nostre azio-ni in tutti gli ambienti, intendendo per ultimi igiovani in situazione di rischio psicosociale, cau-sato dalla povertà economica, culturale e religio-sa; poveri sul piano affettivo, morale e spirituale;disagiati a causa delle difficili situazioni familia-ri; giovani che vivono al margine della società edella Chiesa”. “L’educazione deve dire la sua pa-rola critica come strumento di analisi della real-tà e di proposta per rimuovere tutto ciò che nonsembra giusto e che desideriamo cambiare”.

Riferendosi dimensione mondiale della So-cietà Salesiana, presente in 129 nazioni, il RettorMaggiore ha precisato che “Il carisma è qualco-sa di dinamico, una realtà viva, non un mero do-cumento di storia o un oggetto prezioso da con-servare in un museo o da esibire in una vetrina,bensì uno spirito che dà vitalità, unità e identitàa persone e istituzioni; come un diamante, essofa scoprire poco per volta le sue molteplici sfac-cettature. Dunque la diversità della Congrega-zione raggiunge la sua più perfetta unità attra-verso l’identità carismatica, il progetto di vita deiSalesiani di Don Bosco, la sua storia e le grandiscelte che va operando nei Capitoli Generali”.

Tra le linee indicate da Don Chávez ai sale-siani per il futuro ci sono l’impegno per una nuo-va evangelizzazione, una più convinta scelta di

santità, la comunità religiosa soggetto e contenu-to della missione salesiana e l’educazione realiz-zata a partire dal Sistema Preventivo. Questi im-pegni avranno un “tempo di grazia” ritmato daalcune celebrazioni: il 150° anniversario dellafondazione della Congregazione nel 2009, il cen-tenario della morte di Don Rua nel 2010 e il bi-centenario della nascita di Don Bosco nel 2015.

Successivamente don Donato Lacedonio, di-rettore responsabile di ANS, ha presentato unvideo – “Con il cuore di Don Bosco” – prodottoda Missioni Don Bosco – Media Centre di Tori-no in collaborazione con il Dicastero per la Co-municazione Sociale. Il video, in fase di doppiag-gio, sarà presto disponibile in DVD.

La giornata di apertura del Capitolo Genera-le si è conclusa con un concerto eseguito dal Co-ro Interuniversitario di Roma diretto dal mae-stro Massimo Palombella. I salesiani capitolarihanno ascoltato brani del repertorio musicaledelle Celebrazioni Pontificie con musiche diGiovanni Pierluigi Palestrina, Tommaso Ludovi-co da Vittoria, Gregorio Allegri e DomenicoBartolucci. Il maestro Palombella ha coinvolto ipresenti nella esecuzione del “Veni, creator Spi-ritus” di Bartolucci e, a conclusione del concer-to, nel tradizionale inno salesiano “Sapientiamdedit illi” di don Luigi Lasagna.

DDoonn LLiilllloo MMoonnttaannttii

Roma: Don C. Montanti, Mons. R. Vella, Mons. C.La Piana, Don L. Perrelli e Don P. Fichera.

Roma: Capitolari in assemblea.

formazione insieme 9

Convegno nazionale di studi e spiritualità

Don Bosco visto dai suoi primi successori:Don Rua, Don Albera e Don Rinaldi

Zafferana Etnea (CT) 25-27 aprile 2008

In continuità al progetto di conoscenza e va-lorizzazione delle fonti della spiritualità salesiana“Ritorno a Don Bosco”, Casa Tabor ha organiz-zato nei giorni 25- 27 aprile il II° convegno distudi e spiritualità dal titolo “Don Bosco vistodai suoi primi successori: don Rua, Don Alberae don Rinaldi”. Come ha ricordato l’Ispettoredon Perrelli nell’introduzione ai lavori, la Fami-glia Salesiana di Sicilia ha incrociato l’esigenzaespressa nella I linea d’azione del Capitolo Ge-nerale XXVI: “impegnarsi a studiare, amare,imitare, invocare e far conoscere don Bosco perripartire da Lui”. Infatti il progetto di conoscen-za e valorizzazione delle fonti della spiritualitàsalesiana è stato avviato lo scorso anno con il Iconvegno nazionale sul Cafasso, direttore spiri-tuale di don Bosco ed è continuato quest’annocon l’obiettivo di imparare a conoscere ed ama-re don Bosco attraverso l’esperienza di coloroche lo hanno conosciuto direttamente ed amatoteneramente.

Il convegno ha visto la partecipazione attivae numerosa delle diverse componenti della Fa-miglia Salesiana. I relatori, don G. Buccellato,don A. Giraudo e don Z. Trenti hanno avutol’attenzione di “attingere alle fonti sorgive del

carisma per scoprire le nuove sfaccettature diuno steso diamante, il nostro carisma” come sug-gerisce il Rettor Maggiore nel Capitolo appenaconcluso.

L’ambientazione teologica del convegno èstata illustrata da don G. Buccellato che ha pro-posto “l’ermeneutica del carisma di un fondato-re”, metodo della teologia spirituale che permet-te di tornare alle fonti non per fare semplice ar-cheologia, ma per riscoprire il passato ed illumi-nare il presente.

Zafferana Etnea (CT): Don A. Giraudo,M. Monaco e Don C. Montanti.

Zafferana Etnea (CT): Due momenti del convegno.

insieme10

In questa prospettiva, don A. Giraudo, pre-sentando don Bosco visto da don M. Rua, ha sot-tolineato lo zelo apostolico, la santità, l’operosi-tà, la responsabilità diffusa, l’importanza di se-guire i metodi ed imitare il modello per confer-mare Don Bosco Padre da amare, Maestro dacui farsi plasmare e guida da seguire: “la santitàdei figli sia prova della santità del Padre”. DonBosco è l’apostolo zelante, virtuoso, operativoche persegue e propone la santità come tensionealla perfezione.

Don G. Buccellato nella sua relazione suDon Albera si è soffermato sugli aspetti spiritua-li del carisma di Don Bosco: lo spirito di pietà, inLui è profonda unione con Dio, vita mistica.Nella Sua spiritualità non c’è alternativa fra vitaattiva e contemplazione: la Sua è un’orazione af-fettiva, ordinaria, pregare è per Lui pensare Dioamandolo.

Infine don Z. Trenti, approfondendo la figu-ra di don Rinaldi, ha posto l’attenzione sul donBosco educatore, che avverte le esigenze deitempi, interpreta il sistema preventivo sottoline-ando la centralità del ragazzo nella relazioneeducativa ed elabora un innovativo metodo cate-chetico.

Il riscontro positivo della rilettura di don Bo-sco aperta all’attualizzazione dell’oggi, spinge ilvasto movimento della Famiglia Salesiana a ri-tornare costantemente a don Bosco per procede-re nella fedeltà dinamica al carisma originario.

MMiimmmmii MMoonnaaccoo

insieme formazione

Zafferana Etnea (CT): Don V. Schilirò e Sr. Anna.

DDoonn BBoossccoo vviissttoo ddaaii ssuuooii ssuucccceessssoorriiConvegno salesiano a Zafferana

25-27 aprile 2008

La “CasaTabor” di S. Alfio, Centro Studi diSpiritualità Salesiana e Casa d’accoglienza e dipreghiera, da venerdì 25 a domenica 27 aprile,ha organizzato presso l’Albergo “Emmaus” diZafferana Etnea il II Convegno di studi e spiri-tualità dal tema: “Don Bosco visto dai suoi suc-cessori Don Rua, Don Albera e Don Rinaldi. Ri-partire da Don Bosco per risvegliare il cuore...Un progetto di conoscenza e valorizzazione del-le fonti della spiritualità salesiana”.

Il Convegno si svolge nell’àmbito del proget-to “Ritorno a Don Bosco” che intende valorizza-re un tema della spiritualità salesiana, con unaparticolare attenzione alle diverse componentidella famiglia salesiana e attraverso la conoscen-za delle ricchissime fonti delle origini. I lavoriinizieranno alle 16.30 del 25 aprile, dopo la festaispettoriale dei salesiani, con l’introduzione del-l’ispettore don Luigi Perrelli; alle 17.30, donGiuseppe Buccellato, direttore di Casa Tabor edocente stabile di Teologia spirituale presso loStudio Teologico San Paolo, parlerà di “Erme-neutica del carisma di un fondatore. Ambienta-zione teologica”. Sabato 26, in mattinata, donAldo Giraudo, docente di Spiritualità Salesiananella Facoltà di Teologia dell’Università Pontifi-

Zafferana Etnea (CT): Un momento di fraternità.

insieme 11formazione insieme

cia Salesiana di Roma, illustrerà la figura del pri-mo Rettor Maggiore della congregazione, il bea-to Michele Rua; nel pomeriggio, sarà don Buc-cellato a parlare di don Paolo Albera, 2° R. M., edon Zelindo Trenti, docente nella Facoltà diScienze dell’Educazione all’UPS e assistentecentrale delle Volontarie di Don Bosco, a prsen-tare il beato Filippo Rinaldi, 3° R. M.; quest’ulti-ma trattazione sarà completata la mattina delladomenica VI di Pasqua, cui seguiranno le con-clusioni, l’Eucaristia e il pranzo. Il Convegno co-

stituisce un evento fondamentale per imparare aconoscere Don Bosco “visto da vicino” da tredei suoi primi discepoli, che gli succedettero al-la direzione della Società di S. Francesco di Sa-les e si colloca dopo la conclusione del 26° Capi-tolo Generale, che ha sottolineato l’imprescindi-bile necessità di conoscere, approfondire e vive-re la spiritualità di Don Bosco. “La conoscenzadegli aspetti esteriori della vita di Don Bosco”,ha sottolineato il Rettor Maggiore Don PascualChavez, “delle sue attività e del suo metodo edu-cativo, infatti, non basta. Alla base di tutto, qua-le sorgente della fecondità della sua azione e del-la sua attualità, c’è qualcosa che spesso ci sfugge:la sua profonda esperienza spirituale”. La com-prensione del carisma di un fondatore passa ne-cessariamente dalla conoscenza dei suoi primi,fedeli interpreti. Don Rua, Don Albera e DonRinaldi, poi, oltre che appartenere al gruppo deiprimi collaboratori, ebbero la responsabilità del-la guida della famiglia spirituale che da Don Bo-sco ha avuto origine; la loro esperienza e i loroinsegnamenti sono un prezioso strumento perconoscere più in profondità il fondatore.

I destinatati del Convegno sono la famigliasalesiana, i consacrati e i laici, e tutti quanti desi-derano conoscere più approfonditamente DonBosco e la storia spirituale delle origini.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte [Prospettive, Zafferana Etnea (CT) 13 aprile 2008]

Zafferana Etnea (CT): Don Z. Trenti,Don G. Buccellato, Don A. Giraudo e Don A. Cutuli.

insieme comunicazione sociale12

Viviamo un’esperienza unica nella storia ita-liana ed europea. Assistiamo al passaggio dal-l’utopia al sogno, dal sogno alla realizzazione, “apiccoli passi”, dell’Unione Europea, con la pro-spettiva di dover camminare con le prossime ge-nerazioni verso una Pace condivisa universal-mente

Quali processi educativi potranno realizzareuna profonda integrazione dei popoli e delle na-zioni che compongono l’Europa? Quali valori,provenienti dai diversi gruppi etnici sono condi-visibili? Quali elementi culturali dovranno esse-re potenziati per mantenere la peculiarità delgruppo nazionale? Quale legame giuridico ga-rantirà nel futuro la nuova entità che oggi chia-miamo «Unione Europea»?

Per il fatto che l’avvento dell’Europa Unitamodifica alla radice la nostra società, urge l’in-tervento che agevoli l’assimilazione progressiva ecostruttiva del rinnovamento culturale profondooriginato da questa forma di europeismo. Inconcreto, ai vari livelli della società responsabilidi tale multiforme intervento, si tratta di identi-ficare e di porre in atto l’educazione più idoneanell’attuale passaggio epocale: dalla Europa diieri che giunge fino all’oggi con le sue ricchezze,le sue lacune e i suoi problemi, intraprendere ilcammino verso l’Europa di domani...

All’interno dell’impegno promozionale-edu-cativo che abbraccia tutti gli aspetti di una Unio-ne Europea, l’obiettivo della «pace», riveste unafunzione centrale. Infatti, la pace fra i popoli e lenazioni chiamate a formare l’Europa Unita, co-stituisce la piattaforma di partenza e la condizio-ne previa per la nascita, il consolidamento, la so-

pravvivenza e l’espansione delle potenzialità im-mense che l’Europa è chiamata a sviluppare infuturo in una prospettiva che supera i suoi con-fini e si allarga verso una mondialità, anch’essaancorata sul valore prioritario della pace.

Di fronte al rapido profondo cambiamentoche apporterebbe la piena realizzazione del-l’Unione Europea, tutte le persone sono imme-diatamente coinvolte perché si rinnova radical-mente l’orizzonte esistenziale al quale si riferi-scono i bisogni e le possibilità della cultura cir-costante. Una modifica profonda dei punti fermidella propria cultura, se in un primo momentocrea smarrimento, non appena la persona neprende coscienza, ricerca le modifiche necessa-rie per la propria sopravvivenza e, possibilmen-te, per la propria crescita nelle dimensioni fon-damentali della sua vita.

L’educazione degli adulti, già esigita dal velo-ce progresso tecnologico odierno, diventa piùurgente e complicata quando l’individuo si trovadinanzi alla modificazione del quadro esistenzia-le definito dalla novità «Europa Unita», che por-terà nuove forme di vita sociale, organizzazionepolitica e strutture economiche.

Per l’adulto diventa urgente riprendere ilcammino passato della sua esistenza (sua perso-nale vita nell’età infantile, giovanile, scolastica,culturale, lavorativa) per contestualizzarla nellanuova fase, cercando di potenziare processi diauto-conoscenza culturale e formativa, in dire-zione, quindi, di progetti di autoformazione e diautoeducazione generale e specifica.

Diversamente, ma in dialettica di profondodialogo interculturale, anche le nuove generazio-ni, devono affrontare il progetto futuro del-l’unione europea, non solo per le novità che ver-ranno, ma anche per non perdere i valori dellacultura ereditata e per non tagliare alla base leradici che possono continuare ad arricchire ilpresente e il futuro.

DDoonn RRaaiimmoonnddoo FFrraattttaalllloonnee

Unione Europea e sfida dell’educazione alla pace

Messina-Salone degli Specchi, 4 marzo 2008

comunicazione sociale insieme 13

Il 23 aprile, alle ore 17:15, nel Salone dei Ve-scovi in Arcivescovado, avrà luogo la presenta-zione del volume “Eclissidell’educazione? La sfidaeducativa nel pensiero di Ro-smini” di don Piero Sapien-za accompagnatore spiritua-le delle Acli-Sicilia.

Nel corso dell’incontro,interverranno il presidentenazionale delle Acli AndreaOlivero, il docente di Dot-trina sociale della Chiesa (edirettore del settimanale“Prospettive”) mons. Giu-seppe Bruno, ed il docentepresso l’Università Salesianadi Roma e direttore della Li-breria Editrice Vaticana donGiuseppe Costa. Gli inter-venti saranno moderati daSebastiano Arcidiacono,presidente regionale ACLISicilia.

Le conclusioni saranno tratte dal nostro Ar-civescovo S. E. mons. Salvatore Gristina.

L’Autore sostiene che la nostra società si tro-va di fronte ad una “eclissi dell’educazione”. In-fatti la cultura dominante, con il suo relativismoetico e con la sua crisi antropologica, cancella lepremesse necessarie per portare avanti un di-scorso educativo. La Famiglia, la scuola, la co-munità ecclesiale e le altre tradizionali agenzieeducative fanno fatica ad educare e, tante volte,prese dallo sconforto o dominate dal pessimismorinunciano alla loro missione. La problematica ècosì grave che tante e autorevoli voci parlano di“emergenza educativa”. Lo stesso BenedettoXVI, nei suoi interventi sull’educazione, fino al-la Lettera alla città e alla Diocesi di Roma del 21gennaio 2008, non esita ad adoperare la stessa

Presentazione del libro di Don Piero Sapienza

espressione. Nel presente volume, l’Autore esa-mina i modi principali della sfida educativa po-

nendo sullo sfondo il pen-siero di Rosmini, il quale nelsuo tempo dovette fare iconti con una “emergenza”simile a quella attuale. Il ro-veretano, con il suo “pen-sare in grande”, offre le co-ordinate necessarie per su-perare la crisi educativa. Es-sa, infatti, viene collegata al-la questione antropologica ea quella della verità e del-l’etica. Per uscire dall’eclissieducativa, secondo la lezio-ne rosminiana, non bisognaavere paura di ricollocarenel l’orizzonte giovanile va-lori morali, alti e nobili, chepermettono di riscoprire ilsenso e la bellezza della vita.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte [Prospettive, Catania 20 aprile 2008]

“Eclissi dell’educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini”Catania-Arcivescovado, 23 aprile 2008

[...] La cultura dominante, il relativismo eti-co e la crisi antropologica sollecita una rispostaed una guida pedagogica che viene riproposta at-traverso le considerazioni del Beato abate Ro-smini, filosofo e pedagogo.

Il volume, che è ricco di riferimenti di attua-lità per i recenti documenti sull’educazione (Let-tera del Papa alla diocesi di Roma, Messaggio al-la Comunità catanese, Convegno di Verona) an-che a livello locale, ripercorre nei sei capitoli laquestione antropologica che sta alla base del-l’azione educativa e quindi gli interventi specifi-

insieme comunicazione sociale14

ci dell’educazione morale, religiosa e socio-poli-tica.

Restituire ai giovani ideali alti di verità, dibene e di felicità, proiettarli verso nuove respon-sabilità di impegno e di servizio, è la risposta al-l’urgenza per un efficace recupero di quei valorieducativi, oggi in eclisse. Il filosofo e psichiatraUmberto Galimberti ha affermato che “la laicitàè diventata la parola magica per ritirarsi dal com-pito di educare”. Ecco, quindi, l’origine di unaprolungata eclissi, dovuta innanzitutto allamancanza di maestri. La perdita dell’educazionecoincide con il declino della scuola, la quale,quando si definisce “laica” rinunzia alla sua mis-sione educativa.

Per superare questa fase di ombre e di buioil filosofo di Rovereto, fa brillare come scintille leparole: verità, virtù, sacrificio e slancio per l’infi-nito, prepara così una nuova scia luminosa chenecessita di nuovi grandi maestri e veri testi-moni, capaci di trasmettere la tradizione educa-tiva ricevuta in eredità, capaci di riempire il vuo-to del nichilismo, ospite inquietante dei giovanid’oggi.

Oggi si lancia una “sfida” che è anche un co-stante “rischio” se non si ricostruiscono le fon-damenta valoriali di riferimento per una positivarelazione educativa. [...]

GGiiuusseeppppee AAddeerrnnòò

Fonte [Prospettive, Catania 18 maggio 2008]

Catania-Arcivescovado: Don G. Costa e Don P. Sapienza.

RRoossmmiinnii ee DDoonn BBoossccoo::dduuee ggrraannddii aammiiccii

Il Rosmini non fu soltanto un grandestudioso e autore di ponderosi volumi di fi-losofia, ma anche un fondatore di ordini re-ligiosi quali: l’Istituto della Carità (nel1828), una nuova famiglia religiosa da luivoluta grandemente, e in seguito nel 1832delle Suore della Provvidenza.

Due famiglie religiose, impegnate spe-cialmente nel campo scolastico, cioè della“carità intellettuale”, che ebbero un gran-de sviluppo.

Ma non solo trovava il tempo di studia-re e di scrivere, ma anche di coltivare leamicizie. Molto importanti, tra le tante, so-no state quelle col Manzoni e con Don Bo-sco. Il Rosmini e Don Bosco non solo siconobbero, ma si apprezzarono vi-cendevolmente. Ci fu insomma una sinceraamicizia tra i due. Venne a Torino-Valdoc-co a fare visita a Don Bosco, e quest’ultimoricambiò la cortesia recandosi a Stresa(1847 e 1850), dove l’abate risiedevapreferibilmente. Ambedue lavoravano per-la “gloria di Dio”. l’uno principalmentecon lo studio approfondito di tematiche fi-losofiche e politiche, l’altro dando un me-stiere ed un po’ di speranza a tanti giovanisbandati della Torino dell’800 con la sua in-cipiente industrializzazione. Strade diverse,metodologie differenti, unico obiettivo.Ambedue “facevano” l’Italia aiutando lasocietà italiana a rigenerarsi, sia intellettual-mente sia professionalmente e socialmente.

Il Rosmini e i rosminiani furono gene-rosi con Don Bosco: senza il loro aiutol’opera salesiana a Valdocco avrebbe avutouno sviluppo molto diverso e probabilmen-te molto più lento. Un esempio: la prima ti-pografia che Don Bosco volle, fu messa sucon l’aiuto del Rosmini.

comunicazione sociale insieme 15

Enciclopedia della preghiera

Incontro all’auditorium del seminario vescovileCaltanissetta, 5 maggio 2008

Il 5 maggio, alle 18.30, nell’auditorium del se-minario vescovile di Caltanissetta, il vescovo diSan Marino, Luigi Negri, introdurrà alla letturadella “Enciclopedia della preghiera”. All’incontro,che è particolarmente atteso, parteciperanno an-che don Giuseppe Costa, direttore della LibreriaEditrice Vaticana e il vescovo di Caltanissetta Ma-rio Russotto. Il volume di 1300 pagine – con lapresentazione del cardinale Georges Cottier e cu-rato dall’ex direttore della Lev, Claudio Rossini, eda padre Patrizio Sciadini – è un ampio repertoriodella dimensione della preghiera, a partire dallaBibbia per finire alle tradizioni delle maggiori re-ligioni mondiali.

Don Giuseppe Costa, direttore della Libre-ria Editrice Vaticana, spiega i motivi di questaoperazione editoriale, al microfono di padre Vi-to Magno:

La copertina del libro “Enciclopedia della preghiera”.

R. - Si è voluto fare una Enciclopedia, chiamataappunto, “della Preghiera” che raccogliesse nei li-miti del possibile i vari percorsi spirituali e le va-rie storie, relative alla preghiera stessa.

D. - Dov’è la novità dell’opera? L’editoria catto-lica abbonda di pubblicazioni sulla preghiera...R. - La novità è data una esperienza che io stessoho vissuto alla Buchmesse di Francoforte. La Dus-serf ha chiesto la pubblicazione di questa opera,chiedendoci di pubblicarla in cinque volumi. In re-altà, l’opera è stata scritta per moduli: una partebiblica, una parte teologica, una parte storiografi-ca, una parte riguarda poi le singole esperienze e isingoli movimenti della preghiera stessa. Questadivisione per moduli consente, dunque, la letturao la consultazione di volta in volta e specifica. Daun punto di vista metodologico dà quindi l’ideacomplessiva di cosa rappresenta la preghiera per lastoria del rapporto tra l’uomo e Dio, del rapportofra l’uomo e la Chiesa. Il capitolo sulla Liturgia,ad esempio, è veramente molto interessante.

D. - Eppure la cultura odierna sembrerebbe re-frattaria a questi argomenti. Si vive in una socie-tà rumorosa, vorticosa, affannata, tale da pregiu-dicare il rapporto con Dio…R. - Senz’altro, c’è una certa refrattarietà del mon-do secolarizzato. Ma per quanto riguarda questospecifico lavoro, abbiamo notato una certa atten-zione e un certo interesse. C’è una certa curiositànel conoscere la via e la preghiera di San Giovan-ni della Croce, ad esempio, o la via e la preghieradi Sant’Ignazio di Lojola. Come se quasi i nostrifedeli – perché è stato richiesto il volume anche daparecchi parroci – volessero riprovare il piacere diun percorso storiografico su ciò che noi diamo tan-te volte per scontato.

D. - È ben evidenziato il rapporto tra preghieracristiana e preghiera di altre religioni. Quali so-no sotto questo aspetto le differenze e le affinità?

insieme16 insieme comunicazione sociale

R. - Si privilegiano, a dire la verità, le affinità equindi l’unione di fede in Dio. Le differenze an-drebbero accentuate e verificate in studi successi-vi. Sono interessanti le chiavi di lettura che vengo-no date ai vari secoli e che realizzano una sorta dicontesto, di cornice, all’interno della quale vengo-no poi sviluppate particolari esperienze e partico-lari voci.

D. - Un altro tema che mi ha incuriosito è quel-lo posto al termine dell’opera: si tratta di siti sul-la preghiera. Ma si può oggi pregare anche dav-vero con Internet?

Caltanissetta: Don G. Costa e Mons. M. Russotto.

Caltanissetta: Mons. L. Negri, Dott. G. Fazio e Don G. Costa.

R. - La preghiera si può ispirare dappertutto e co-me diceva lo spiritualità inglese Tomsin “sollevauna pietra, sentirai lo svolazzare delle ali di un an-gelo”. Il problema non è tanto questo, quanto ilfatto che la preghiera è un’esperienza personale edi incontro con Dio, comunitaria e di incontro franoi, la comunità e Dio stesso. Il limite, quindi, diquesti siti e del web è quello isolare, a volte, lapersona che prega, ma può essere anche un stru-mento per avvicinare l’uomo a Dio. Il sito non rea-lizza però, certamente, l’esperienza viva e palpi-tante di una comunità che prega.

insieme 17comunicazione sociale insieme

Nata nell’ottobre 1908 con il nome di Socie-tà Anonima Internazionale per la Diffusione del-la Buona Stampa, la Sei raccoglieva l’eredità del-la Libreria Editrice Salesiana, che nei decenniprecedenti aveva assunto il compito di «immet-tere sul mercato del libro, buone letture, opusco-li, foglietti, libri morali e religiosi».

«L’iniziativa giungeva da lontano e costituival’esito di un prolungato desiderio che si era ma-nifestato negli ambienti dei cooperatori salesianifin dal loro primo congresso svoltosi a Bolognanel 1895 – spiega Giorgio Chiosso, ordinario diPedagogia generale e Storia dell’educazione al-l’Università di Torino, nella lectio magistralis chesvolgerà domani in apertura delle celebrazioni –quando, tra gli altri temi presi in esame, era sta-ta particolarmente intensa la preoccupazione peril potenziamento della presenza cattolica nelmondo della stampa».

Ci vorrà ancora un decennio prima che quelsogno diventi realtà con la costituzione dellaSaid-Buona Stampa, a cui «tra il 1909 e il 1910 laSocietà salesiana cedette terreni e fabbricati nel-la zona di Valdocco e passò la proprietà editoria-le e dei diritti d’autore in precedenza detenutidalla Libreria Editrice Salesiana». A poco a po-co, sottolinea Chiosso, «la nuova impresa si co-struì una sua fisionomia e cominciò la sua co-stante espansione, da una parte rilevando il pree-sistente catalogo della Libreria Salesiana e, dal-l’altro, potenziando la produzione, aprendosianche ad autori non salesiani». Nel 1919 la casaeditrice assunse l’attuale nome: Sei. È un perio-do fecondo per l’editoria cattolica, che in queglianni vede nascere anche la Società editrice Vita ePensiero (1918), la Compagnia di San Paolo(1920), la Pia Società di San Paolo di don Albe-rione (1921) e la Morcelliana (1925), per citarnealcune. «Le preoccupazioni del mondo cattolico

Da un secolo al servizio dell’educazione edella diffusione della buona stampa. Ma anchecento anni di attività che pongono le proprie ra-dici in un passato che si colloca nella secondametà dell’Ottocento ed ha nell’opera di san Gio-vanni Bosco la propria fonte d’ispirazione. Unlegame che non è mai venuto meno nel lavorodella Società Editrice Internazionale (Sei), chedomani a Palazzo Barolo a Torino apre ufficial-mente le manifestazioni per i suoi primi centoanni di vita, alla presenza, tra gli altri, del segre-tario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Berto-ne, dell’arcivescovo di Torino cardinale SeverinoPoletto e del rettore maggiore dei Salesiani, donPascual Chàvez Villanueva.

SEI – Un secolo da Don Bosco

Festeggia i suoi primi cento anni la casa editrice torinese,nata nel 1908 ereditando la forte impronta educativa della

Libreria Editrice Salesiana

Giuseppe Caccia e don Renato Ziggiotti.

insieme18 insieme comunicazione sociale

cina al proposito di don Bosco e dei salesiani difare della casa editrice una esperienza a forte vo-cazione educativa non solo per la ricca e qualifi-cata produzione scolastica, ma anche per l’impe-gno rivolto verso i ragazzi, le famiglie, le buoneletture, la vita religiosa, l’apologetica cristiana».Una scelta che ha portato la Sei a produrre mol-ti testi, tra cui, ricorda Chiosso, «due autenticibest sellers, che, senza esagerare, hanno fatto unvero e proprio giro del mondo: Ipotesi su Ges eScommessa sulla morte, di Vittorio Messori».Una storia ricca e prestigiosa, quella che la So-cietà Editrice Internazionale si appresta a festeg-giare, ma con lo sguardo rivolto anche al futuroper continuare «a pubblicare libri che “Serenantet Illuminant” (“Rasserenano e illuminano”)»,come recita il motto della casa editrice torinese.

EEnnrriiccoo LLeennzzii

Fonte [Avvenire, Torino 6 giugno 2008]

– spiega GiorgioChiosso – restava-no le medesime didon Bosco: com-battere irreligiositàe immoralità, con-servare le massepopolari nella fedee rivendicare ai cattolici una loro specifica iden-tità culturale». E se nell’Ottocento il nemico era-no «il materialismo, l’evoluzionismo e la demo-crazia liberale», all’indomani della Prima guerramondiale «la sfida giungeva con le sembianze delsocialismo, del comunismo e del laicismo con ve-nature massoniche». La Sei sarà in prima linea suquesto fronte con un catalogo che tra il 1908 e il1923 contava circa 2400 titoli tra novità e ristam-pe. Di questi un migliaio erano testi scolastici,«387 di edificazione, 331 di narrativa, 190 didrammaturgia, 126 biografie, 150 di teologia, ca-techesi e liturgia». E così negli anni Venti la Sei«riuscì a conquistare un rispettabile spazio nelpanorama editoriale italiano, capace di concor-rere con le case editrici del tempo sia sul pianoquantitativo e qualitativo e sia su quello distribu-tivo con filiali a Milano, Genova, Parma, Roma eCatania». Dunque una forte vocazione al servi-zio dell’educazione scolastica, che la Sei seppemettere in campo anche quando la scuola italia-na venne sottoposta a sostanziali riforme. Accad-de nel 1923 con quella del ministro Gentile el’incentivazione delle discipline umanistiche, chevide la Sei «avvalersi dell’esperienza maturatacon le collane dei classici greci, latini e degliscrittori cristiani».

Si ripetè nel1979 con la rifor-ma dei programmidella scuola media,quando la Sei di-mostrò la sua ca-pacità di rispostatempestiva ai cam-

biamenti. Non solo. Seppe anche guardare aicambiamenti tecnologici, introducendo già neglianni Ottanta la produzione e la vendita dei sus-sidi didattici elettronici.

«La linea editoriale della Sei – sottolineaChiosso nella sua lectio – è restata fedelmente vi-

110000 aannnnii ddii BBuuoonnaa SSttaammppaa

Saranno celebratinella mattinata di sa-bato 7 giugno, pres-so il Palazzo Barolodi Torino, i cento an-ni della SEI - Società

Editrice Internazionale. Dopo il saluto del Presidente della S.E.I.

prof. Gianni Zandano, faranno seguito gli inter-venti del card. Tarcisio Bertone, Segretario diStato di Sua Santità Benedetto XVI, il card. Se-verino Poletto, arcivescovo di Torino, Don Pa-scual Chávez, Rettor Maggiore dei Salesiani, ilprof. Gianni Oliva, Assessore alla Cultura dellaRegione Piemonte e il prof. Fiorenzo Alfieri, As-sessore alla Cultura della Città di Torino. All’av-venimento sarà presente anche don FilibertoGonzález, neo Consigliere per la ComunicazioneSociale della Congregazione salesiana.

Il prof. Giorgio Chiosso dell’Università diTorino terrà una relazione storica sul percorsocompiuto dalla SEI in questi cento anni. Il pro-gramma della giornata, coordinata dal giornali-sta RAI, Orlando Perera, si concluderà con le

insieme 19comunicazione sociale insieme

musiche di Vivaldi, Satie e Cabrera eseguite dal-lo “GnuQuartet”.

Il 31 luglio del 1908 nasceva la “Società Ano-nima Internazionale per la Diffusione della Buo-na Stampa (S.A.I.D. Buona Stampa) per “la pub-blicazione di periodici, dei Bollettini Salesiani,letture, opuscoli foglietti e libri morali e religio-si”. Gli azionisti che avevano concorso alla suafondazione erano in tutto venticinque persone:sette italiani, otto francesi, tre inglesi, spagnoli,belgi, un austriaco.

Ben presto l’attività editoriale della “S.A.I.D.Buona Stampa” si allargò, dalla produzione deiBollettini Salesiani alla produzione libraria sco-lastica e religiosa. Con il passare degli anni l’atti-vità editoriale scolastica diventerà prevalente.

Il 19 agosto 1920, dopo un periodo di crisidovuto alla guerra in Europa (1915-1918), l’As-semblea degli azionisti deliberò il cambio del no-me dell’Azienda in Società Editrice Internazio-nale e modificava anche l’oggetto sociale: “lapubblicazione e la vendita di libri, periodici e fo-gli istruttivi ed educativi”. Dalla sua nascita adoggi la SEI ha fronteggiato, a motivo delle vicen-de politiche, sociali e editoriali dell’Italia, diver-si momenti che l’hanno vista trasformarsi piùvolte per rispondere alle mutate esigenze. Inquesto non sono mancati dei grandi contributicreativi, come la creazione nel 1982 del premio“Grinzane Cavour”, unica manifestazione acoinvolgere giurie scolastiche, per merito di donFrancesco Meotto, allora Direttore Editorialedella SEI, e di alcuni intellettuali di varia estra-zione.

Oggi la SEI, dismessa la parte industriale, sipresenta come Editrice impegnata nella produ-zione di sussidi didattici per la Scuola Seconda-ria italiana. Una delle realtà editoriali che perprime in Italia si sono attivate nel settore multi-mediale educativo, la SEI si propone come pre-senza educativa e creatrice di cultura con parti-colare attenzione alla sua dimensione popolare eumanistica nella linea di Don Bosco e della tra-dizione educativa e pedagogica salesiana.

Fonte [ANS, Torino 4 giugno 2008]

BBeerrttoonnee:: ««AAii ggiioovvaannii iill VVaannggeellooddeeii vvaalloorrii»»

Oltre l’«emergenza educativa» d’oggi: il segreta-rio di Stato al centenario della Sei assieme a

Poletto e Chavez

Un secolo di storia per stimolare la creativitàdell’editoria cattolica davanti alla preoccupanteemergenza educativa italiana, estesa non solo aigiovani, ma anche a genitori ed educatori. In oc-casione del centenario della Società editrice in-ternazionale (Sei), di ispirazione salesiana, cele-brato ieri a Palazzo Barolo, nel cuore della vec-chia Torino dei santi sociali, il cardinale TarcisioBertone, segretario di Stato vaticano, ha incorag-giato a utilizzare tale patrimonio e «guardareavanti con entusia-smo». Oggi comeall’alba del 1900, laformazione dibambini e adole-scenti rimane fon-damentale nellaChiesa e nella so-cietà. E, di frontealle sfide pedago-giche, la Sei, acro-nimo anche delmotto latino «Sere-nant et illumi-nant», ha saputoprogredire fedele agli orientamenti di don Bo-sco, diventando riferimento nella produzioneculturale e nell’innovazione didattica.

«Questo successo – ha detto il segretario diStato – dimostra che la Chiesa è capace di tra-smettere contenuti valoriali ai giovani». Un invi-to a ripartire da san Giovanni Bosco e dalla «cul-tura popolare» per vincere le sfide pedagogicheattuali e la questione antropologica, come ha ri-cordato Bertone nel discorso tenuto nel palazzodove il 31 luglio 1908 nacque l’allora Società in-ternazionale per la diffusione della buona stam-pa. Il cardinale ha riportato l’auspicio di Bene-detto XVI, che la casa editrice continui ad esse-re «presenza educatrice e creatrice di cultura». IlPapa chiede quindi alla Sei di prestare attenzio-ne particolare «alla dimensione popolare e uma-nistica». Bertone ha inoltre citato l’esortazione

insieme20 insieme comunicazione sociale

del Pontefice all’ultimo capitolo generale della Congregazione salesiana, «mettere i giovani in contat-to con proposte ricche di umanità e valori evangelici». L’obiettivo generale è il loro inserimento nellasocietà «come parte attiva» poggiando su tre cardini: lavoro, partecipazione e impegno per il bene co-mune.

Un apprezzamento alla vasta produzione della casa torinese, maestra di «creatività educatrice» eleader commerciale (vende il 40% dei testi di religione nelle superiori), è venuto dal cardinale Seve-rino Poletto, arcivescovo di Torino. Il quale ha ricordato anche i libri sulla Sacra Sindone. «Vi chiedo– ha dichiarato rivolto ai vertici dell’editrice salesiana – di aggiornare le edizioni in occasione del-l’ostensione sindonica del 2010, che il Papa ha annunciato lunedì scorso. Confido che nell’occasioneBenedetto visiti la nostra città».

In concreto, ha concluso il superiore generale salesiano Pascual Chàvez, l’emergenza è costituitada due mondi incapaci di comunicare. «Quello dei padri senza memoria dei valori, incapaci di darel’esempio, degli educatori e degli insegnanti alla ricerca di senso – ha affermato il messicano, nono suc-cessore di don Bosco –. L’altro è quello degli adolescenti che si trovano soli nel tempo delle grandi sfi-de. I fatti di cronaca estremi di cui si rendono a volte protagonisti esprimono bisogno di attenzione erisposte. La sfida educativa è far incontrare questi due mondi con il Vangelo».

Nella serata di ieri Bertone è tornato nel Canavese, terra di cui è originario. A Strambino ha tenu-to una lectio magistralis, o meglio – ha spiegato – la sua personale «esperienza di buon canavesanosull’arte e la religiosità, il lavoro e la cultura nel piccolo anfiteatro morenico». Ad accoglierlo, in mez-zo alla sua gente, il presidente della provincia di Torino Antonio Saitta, il vescovo di Ivrea Arrigo Mi-glio e l’emerito Luigi Bettazzi. Oggi alle 11 nella parrocchia natia di Romano Canavese, Bertone cele-brerà la Messa per il 40° anniversario della morte del padre Pietro.

PPaaoolloo LLaammbbrruusscchhii

Fonte [Avvenire, Torino 8 giugno 2008]

insieme 21MGS insieme

In occasione della quaresima spesso è diffici-le prepararsi spiritualmente per la Santa Pa-squa…

Gli impegni, la scuola e la frenesia delle gior-nate impediscono di ritagliarsi uno spazio per sestessi e per Dio, ed è proprio per questo che 58giovani, dai 15 ai 18 anni, provenienti da diversecase salesiane della Sicilia orientale, si sono ritro-vati alla Casa Tabor di Sant’Alfio (CT) dal 29febbraio al 2 marzo per gli esercizi spirituali or-ganizzati dal Movimento Giovanile Salesiano.

Nella semplicità di quell’ambiente familiaree accogliente, attraverso riflessioni, adorazionisilenziose, momenti di deserto personale, cele-brazioni eucaristiche e soprattutto tanta gioia sa-lesiana, il Signore ha suscitato una parola perognuno dei ragazzi che, anche grazie all’aiuto ealla disponibilità di animatori, sacerdoti, aspi-ranti e suore, hanno vissuto a pieno quest’espe-rienza e si sono messi veramente in discussione,confrontando la propria fede con quella di alcu-ni dei personaggi presenti nella passione di Cri-sto, e prendendo consapevolezza che ognuno diloro ha la sua piccola o grande croce personale

che deve portare con se nel corso della vita ed es-sa, se non viene realmente accettata, diventaostacolo verso l’incontro con il Signore. Ma Ge-sù ha fatto molto di più! Ha ABBRACCIATO lasua croce, un croce che noi stessi gli abbiamoprocurato con i nostri peccati o con i nostri “nonlo conosco”, una croce pesante, carica di soffe-renza, che è riuscito a portare grazie al suo im-menso amore per noi.

Oltre all’esperienza strettamente spirituale,non mancavano poi risate, complicità, nuoveamicizie, serate di fraternità, musica e giochi, cheavranno certamente fatto sorridere Don Bosco,la cui presenza era sempre viva in mezzo a loro.

Cos’altro dire? Sono stati tre giorni davverointensi, durante i quali ognuno dei partecipantisi è portato nel cuore non solo le lacrime, i sorri-si e le forti emozioni del momento ma soprattut-to l’impegno concreto di far si che quest’espe-rienza non sia fine a se stessa ma che sia semprepresente nelle loro vite.

MMaarrcceellllaa SScchhiinniinnàà (Ragusa)GGiioovvaannnnii SSttrraannoo (Cibali-Catania)

Esercizi Spirituali? Una ginnastica per l’anima

Casa Tabor, 29 febbraio - 2 marzo 2008

insieme22

bella festa ben organizzata, il tema arrivasse atutti e secondo varie modalità.

Dopo l’arrivo, un momento di accoglienzaed animazione del gruppo “Margarita” dell’ora-torio salesiano di Ragusa, il lancio del tema attra-verso un breve musical proposto dai ragazzi delSan Filippo Neri, la celebrazione eucaristica e ilpranzo.

Il pomeriggio è proseguito poi, sotto un ma-gnifico sole, con i tornei di calcio organizzati dal-la PGS regionale e i giochi a stand pomeridianiorganizzati dalla zona del MGS del centro Sici-lia.

Particolarmente significativo il gioco a temapomeridiano proposto dal VIS, per mezzo delquale i ragazzi hanno conosciuto le ingiuste dif-ferenze che vivono i loro coetanei per potere uti-lizzare l’acqua. Ogni ragazzo ha portato a casaun foglio contenente poche regole per un corret-to uso dell’acqua e combattere lo spreco chemolte volte inconsapevolmente facciamo.

Alla fine della giornata sono stati consegnati7 ponti a 7 ragazzi delle zone salesiane della Sici-lia, per rappresentare l’impegno verso gli altri, lavoglia di vivere in un mondo fatto non di barrie-re ma di incontri, una società in cui ognuno dinoi sappia amare come Lui ci ha amato!!!

Dopo un ultimo momento di festa e anima-zione c’è stata la premiazione delle squadre vin-citrici nei vari giochi e la premiazione del migliormanifesto che è stato realizzato dalla casa salesia-na di Messina Giostra.

Una intensa, calorosa e bella giornata che hapermesso a tutti coloro che hanno partecipato,ragazzi, animatori ed adulti, di divertirsi e di ri-flettere insieme secondo quello stile caratteristi-co della Spiritualità Giovanile Salesiana che uni-sce formazione e festa.

GGiiaannddoommeenniiccoo CCaallààSan Cataldo

“Amatevi come Io vi ho amato” questo è loslogan che circa 1600 ragazzi il 20 aprile hannoportato a casa dal San Filippo Neri di Catania,dove si è svolta la festa preadolescenti 2008. Il“comandamento nuovo” che Gesù ha rivolto aisuoi discepoli prima di lasciarli, è stato ripropo-sto a tutti noi da don Luigi Perrelli durantel’omelia.

Invito rivolto ad amare nell’ordinario sia ilnostro prossimo vicino sia chi è lontano, perchél’amore è una forza che non si trattiene e deve es-sere diffusa senza limiti, come i grandi palloniche i ragazzi si sono passati all’inizio della festa,simbolo della gioia, della condivisione, dell’amo-re che si dona e che si riceve!

I ragazzi alla festa si sono dati un obiettivocomune: una raccolta fondi pro Africa attraver-so cui daremo una mano alle missioni salesiane lìpresenti e che si concluderà il 24 maggio per Ma-ria Ausiliatrice.

La giornata è stata gestita interamente daigiovani delle varie case salesiane che, secondo lalogica del protagonismo giovanile, hanno impe-gnato le loro risorse perché, oltre ad essere una

Amatevi come io vi ho amato

Festa preadolescenti 2008Catania-S. Filippo Neri, 20 aprile 2008

insieme MGS

insieme 23PGS insieme

Pigiessiadi 2008

Kastalia (RG), 16 maggio - 2 giugno 2008

Una festa, non solo un evento sportivo, masoprattutto una festa!

È stata questa l’atmosfera delle Pigiessiadi2008 svoltesi anche quest’anno al villaggio turi-stico Kastalia in provincia di Ragusa, dove circa2 mila atleti, suddivisi in due turni, hanno dispu-tato le finali di calcio, calcio a 5, pallavolo e pal-lacanestro.

Al primo turno, dal 16 al 18 maggio, hannopartecipato gli atleti delle categorie Mini, Propa-ganda e di alcune scuole salesiane invitate dalPresidente regionale delle PGS Avv. Maurizio Si-ragusa e dal Direttore tecnico, prof. CarmeloPergolizzi.

Due giorni di intenso lavoro e fatiche per gliorganizzatori, che tuttavia sono stati compensatida due giorni di assoluto divertimento per tuttigli atleti delle PGS siciliane e di relax per i geni-tori che, come ogni anno, hanno confermato illoro status di Ultrà fedelissimi, ma in assolutacompostezza e correttezza, sempre pronti, consportività, a consolare i genitori di coloro che,ahimè, venivano sconfitti sul campo.

Le note costanti di questa due giorni sonostate l’agonismo e la voglia di divertirsi, nel ri-spetto delle regole del gioco.

È vero che in ogni incontro c’è un vincitoreed un perdente, ma la professionalità degli orga-nizzatori e soprattutto l’umiltà e lo spirito concui gli alleducatori PGS hanno affrontato questamanifestazione, hanno alleviato ai piccoli atleti ladelusione per la sconfitta subita, regalando lorosorrisi e forti emozioni.

La Santa Messa, celebrata da Don EdoardoCutuli, è stato il momento più toccante, il mo-mento in cui genitori, atleti, allenatori, responsa-bili ed organizzatori erano seduti uno accanto al-l’altro, senza distinzione di colori, di categoria,di sport, a pregare in nome di un unico Dio.

Ed al calar del sole, dimenticando la stan-chezza accumulata, tutti i ragazzini si divertivanocon spettacoli di animazione e balli nella minidi-scoteca allestita dal Villaggio per l’occasione.

Sotto il profilo sportivo da segnalare nellacategoria propaganda la vittoria della PGS EtnaCT nel basket, del C.S.I. Motta nel volley, dellaPGS Nissa CL, PGS Aquila Cesarò e PGS DonBosco Riesi nel calcio a 5, mentre nella categoriamini registriamo i successi della PGS Vigor Salesnel basket, PGS Aurora Trecastagni nel volley, ePGS Don Orione, PGS Orsa Barcellona B ePGS Ardor Sales CT A nel calcio a 5.Kastalia (RG): Premiazione Pigiessiadi 2008.

Kastalia (RG): Una partita di pallavolo.

insieme24 insieme PGS

Al secondo turno dal 30 maggio al 2 giugnoanche gli atleti più grandi, dalla cat. U14 alla Li-bera, hanno trascorso 3 giorni intensi di sport esano divertimento.

La differenza tra i due turni infatti non stanello spirito con cui si affronta la manifestazio-ne, ma nella qualità delle gare, dato che da atletidi una certa età ci si aspetta un tipo di gioco piùavvincente e tecnico.

Ed infatti, tutte le discipline sportive, sonostate caratterizzate da partite di alto livello, ago-nisticamente combattute, e tatticamente avvin-centi.

Ed anche qui, come nel primo turno, la San-ta Messa, celebrata da Don Cutuli e Don AlfioBruno, è stato il momento più toccante, il mo-mento in cui quasi per miracolo tutti gli atleti sisono dimenticati per un momento di essere statiacerrimi rivali in campo, di essersele date di san-ta ragione, di aver protestato con gli arbitri.

Indistintamente atleti, arbitri, dirigenti, alle-natori ed organizzatori, tutti davanti al SS. Sacra-mento ad ascoltare la parola di Dio.

Sarebbe impossibile elencare tutte le squa-dre vincitrici, pertanto ci limitiamo a riportare ilmedagliere dei Comitati che, rispetto allo scorsoanno, ha subito un significante cambiamento,poiché in testa alla classifica è passato il Comita-to di Messina che, seppur di misura, ha battuto

il comitato di Catania, con 5 medaglie d’oro con-tro 4 degli etnei; seguono Palermo con 3 ori, Tra-pani e Caltanissetta con 1 oro e infine Ragusacon 1 argento.

Dopo decenni di attività ci si chiede quale siail segreto delle PGS, qual è il “trucco” usato perriunire sotto un’unica bandiera migliaia di atleti,collaboratori, dirigenti, alleducatori, organizza-tori.

Non c’è nessun trucco, nessun segreto, nes-sun inganno!

Chi fa attività PGS lo fa con spirito di sacri-ficio, lo fa senza percepire alcun centesimo, lo faperché ama i ragazzi, ama vederli sorridere, ve-derli sudare, vederli correre, vederli protestareper qualcosa cui tengono particolarmente.

Tutti questi ragazzi provengono dagli Orato-ri Salesiani e dagli Istituti delle Figlie di MariaAusiliatrice, tutti hanno ricevuto da persone diindubbio prestigio ed indubbia cultura degli in-segnamenti che ricalcano in toto quelli che DonBosco dava ai suoi ragazzi.

Ogni persona che opera nelle PGS fa di que-sti insegnamenti il proprio tesoro, lo custodiscegelosamente e lo mette in pratica giorno dopogiorno.

Dietro ogni partita, ogni manifestazione, lo-cale, provinciale, regionale ci stanno persone chefino a notte fonda sacrificano gran parte dellapropria vita per questi ragazzi, e che ricevonocome compenso il vederli felici.

Da Catania a Palermo, da Trapani a Messina,da Caltanissetta a Ragusa un unico filo condut-tore guida i rispettivi Comitati provinciali e chi ligestice: San Giovanni Bosco.

Le PGS hanno attraversato e stanno tuttoraattraversando un periodo difficile, una spaccatu-ra che potrebbe segnare il loro futuro e creareuna ferita insanabile.

Ad ogni modo i dirigenti PGS faranno il pos-sibile perché questi atleti piccoli e grandi possa-no ancora correre sui campi, possano ancora sor-ridere, possano ancora sudare e protestare, per-ché così li vogliamo vedere noi, così li voleva ve-dere Don Bosco.

AAvvvv.. DDaarriioo CCoonnttiiPresidente arbitri PGS SiciliaKastalia (RG): Una partita di pallavolo.

insieme 25pastorale giovanile insieme

Il servizio civile: un’esperienza da vivere

Incontro all’“Albergo Del Bosco” a Zafferana Etnea (CT)

I volontari che svolgono Servizio civile na-zionale in Sicilia con i salesiani si sono dati ap-puntamento alle pendici dell’Etna, ospiti dell’ac-cogliente “Albergo Del Bosco” a Zafferana. Qui,nel silenzio dei boschi, si sono svolte le giornatedi formazione, coordinate dai responsabili regio-nali del Servizio Civile Salesiano don EnzoGiammello e Letizia Scandurra. L’esperienza èstata quanto mai ricca e gradita, anche per lapresenza di esperti e testimoni. Tra gli altri, sonointervenuti Mons. Saro Vella, vescovo salesianoin Madagascar, don Enrico Peretti, responsabilenazionale Servizio Civile per l’SCS/CNOS, donMarcello Mazzeo, responsabile della PastoraleGiovanile, Padre Valerio di Trapani, direttorenella Caritas nella Diocesi di Catania, la dott.ssaElvira Iovino, volontaria al Centro Astalli di Ca-tania e le formatrici Carmelinda Nasca e LetiziaScandurra. I giovani volontari hanno conferma-

to la validità dell’esperienza, che ha accresciutoin loro la consapevolezza sul significato del Ser-vizio civile e li ha motivati in vista di una parte-cipazione attiva alla vita sociale. “Per un giova-ne, prestare servizio in un ambiente salesiano –ha chiarito Don Giammello – significa farsi com-pagno di viaggio con chi ha bisogno di noi in unitinerario, educativo per entrambi, continuandol’opera di Don Bosco. Tutto ciò, inserendosi nel-la mission dei salesiani, che è proprio quella diaccogliere e inserire i giovani in un contesto di ti-po familiare che ne favorisca la crescita. Grazieall’opera prestata nei vari centri sparsi nella no-stra regione, lavorando insieme aiutiamo tantiragazzi a vivere una vita più dignitosa”. E pro-prio il modello educativo di Don Bosco è stato ilfulcro principale delle quattro giornate, attornoal quale hanno ruotato le altre tematiche. Si è an-che parlato, grazie al contributo di Don Marcel-lo Mazzeo, della comunicazione interpersonale

efficace. Indimenticabili lediverse, significative testi-monianze, come quella diMons. Saro Vella, che hadedicato più di vent’annidella propria vita agli altrinella poverissima isola delMadagascar. “Il nostroruolo – ha affermato ilMons. Vella - deve esserequello di “episcopi”, cioèstare accanto al prossimocon una visuale, che essen-do dall’alto, permette divedere più nitidamente lameta da raggiungere”. Perpoter venire incontro ai bi-sogni della società, occorrecurare anche l’aspetto me-todologico. In questa dire-zione, assai interessanti va-rie relazioni, come quellaZafferana-Emmaus: Foto di gruppo dei volontari del servizio civile.

insieme26

sulla progettazione sociale che ha descritto me-todi e interventi concreti. Un’esperienza, dun-que, altamente formativa per i tanti giovani pre-senti che hanno anche avuto modo di entrarenello specifico dei quattro progetti che si stannorealizzando quest’anno: “Reinserimento, “Co-municazione e cultura”, “Volontariando” e “In-sieme per crescere”. Durante i vari giorni sonostate date informazioni, indicazioni e consigliper migliorare lo svolgimento delle attività diservizio nelle diverse sedi e si è voluto dare vo-ce ai volontari, attraverso lavori di gruppo, tesi amigliorare i singoli progetti. I lavori, dando spa-zio ai giovani, hanno fatto sì che le giornate diformazione, oltre all’aspetto seminariale, hannoconsentito la socializzazione. Non solo formazio-ne, dunque, ma anche arricchimento personale.Il volontariato, fattore di civiltà e progresso, og-gi è in una fase di passaggio e in una crisi di cre-scita. La scomparsa del suo valore educativo, inuna società come quella attuale, basata sull’eco-nomia di mercato, comporterebbe una disuma-nizzazione della stessa. Non è possibile immagi-nare un mondo più vivibile e a misura d’uomo,senza promuovere tra i giovani un’azione volon-taria di qualità.

AAlleessssiioo LLoonnggoo

MMuussssoommeellii –– IInniizziiaattiivvee ppeerr eesssseerreevviicciinnii aaii ggiioovvaannii

Del disagio giovanile in buona parte fruttodel benessere e diffuso un po’ ovunque nelle no-stre zone, si torna a parlare ogni qual volta le for-ze dell’ordine squarciano il velo sul consumo didroghe e alcool specie tra i giovanissimi o quandosuccedono tragedie come quella di Niscemi checoinvolgono il cosiddetto «branco».

Lo scorso ottobre era intervenuto il presiden-te del Consiglio comunale, Salvuccio Bellanca cheaveva chiamato a raccolta gli altri enti del ter-ritorio, chiedendosi: «Perché una ragazzina o unragazzino appena adolescenti devono uscire dicasa solo dopo le dieci di sera e rientrare a tardanotte? Perché per potersi divertire ci si deve ob-bligatoriamente sballare o fare uso disinvolto dialcool? La verità oggi purtroppo è che essere nor-mali è diventata una vergogna».

All’impegno iniziale della politica che avreb-be voluto fare da collante per meglio fronteggiareil disagio dei giovani, non sono finora seguitirisultati degni di nota, come conferma lo stessoBellanca. «Abbiamo avuto a suo tempo un incon-tro con l’assessore ai Servizi sociali Nino Lanzala-co, ed avevamo iniziato una sorta di screening.Purtroppo la questione relativa al bilancio del-l’Ente e quella dell’Ato rifiuti, ci hanno distoltoda quest’altro problema per cui dopo quella faseiniziale ci siamo un pò arenati su questi problemidi impatto più immediato per la gestione del Co-mune. Abbiamo comunque in itinere una richie-sta per organizzare una sagra del gelato per co-minciare a mettere in moto delle iniziative a sup-porto dei giovani».

Dare la colpa sempre e comunque alle fami-glie o agli Enti preposti tuttavia è limitativo. Lascuola, come le parrocchie, così come i servizi so-ciali ma anche le tante associazioni di volontaria-to, sportive e culturali presenti nel territorio, of-frono varie opportunità di sentirsi utili e di impie-gare al meglio il proprio tempo. Certo esistonodei limiti come la mancanza di strutture adegua-te come un palazzetto dello sport, una piscina,una pista per motocross e così via.

RRoobbeerrttoo MMiissttrreettttaa

Fonte [La Sicilia, Caltanissetta 17 maggio 2008]

insieme pastorale giovanile

insieme 27frammenti di memoria insieme

A Caltanissetta, 23 maggio 2008, presso ilteatro “Margherita”, è stato presentato il volumecontenente la ristampa delle tavole cromolito-grafiche dei mosaici del duomo normanno diMonreale, create, a metà del 1800, dall’abateDomenico Gravina. Il significato: festeggiare il75° anniversario della fondazione dell’editricenissena “Lussografica” e ricordare Mons. Catal-do Naro, Arcivescovo di Monreale.

L’iniziativa della ristampa delle tavole delGravina, nacque allorquando Mons. Naro, dive-nuto arcivescovo di Monreale, scoprì l’esistenzadei due volumi dell’abate benedettino ritraentigli splendidi mosaici del duomo di Monreale econcordò, con l’editore Granata, la ristampa de-gli stessi. In corso d’opera avvenne l’improvvisadipartita di Mons. Naro. L’editore non abbando-nò il progetto di ristampa della sublime operadel Gravina che è stata portata a termine per ri-spettare un grande desiderio dell’amico Mons.

In memoria di S.E. Mons. Cataldo Naro

Naro e per questo motivo a Lui dedicata e stam-pata presso il Centro Studi “Cammarata”. A pre-sentare la preziosa ristampa sono intervenuti ilProf. Paolucci,direttore dei Musei Vaticani e ilCardinale Camillo Ruini. A moderare l’incontroil direttore della LEV don Costa.

Il Prof. Paolucci, già ministro dei beni cultu-rali nel governo Dini, ha presentato, con la suagrande competenza, la grandezza teologica, arti-stica e catechetica dei mosaici di Monreale.“Diecimila metri quadri di mosaici che attestanola straordinaria grandezza del messaggio cristia-no e che fanno del duomo normanno una realtàinternazionale, un esempio di fede di GuglielmoII e una mediazione del messaggio cristiano i cuivalori, da 2000 anni,danno vita ad una infinità diopere d’arte, finalizzate alla testimonianza del-l’evento salvifico e alla trasmissione dello stesso,lungo i secoli, da una generazione all’altra. Oggi,in cui queste grandi realtà, sono primariamente

Mons. C. Naro,litografia ad olio del Prof. G. Porcasi.

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oggetto di mete turistiche, come scriveva lo stes-so Mons. Naro, urge il fatto di riportarle al cen-tro dell’attenzione soprattutto per il loro grandevalore teologico-catechetico e mistagogico. Cioèla contemplazione della Bellezza (mosaicale perMonreale), unitamente alla grande celebrazioneliturgico-sacramentale della vita della Chiesa,consente ai fedeli di porre in essere una vera eautentica relazione con il mistero salvifico di Diofattosi uomo. Tutto ciò fu colto dal grande teolo-go Romano Guardini, maestro di Papa Benedet-to XVI,che visitò il duomo normanno nei giornidel triduo pasquale del 1929 e ne racconto nelsuo “Viaggio in Sicilia”. Lo visitò nei giorni del-la Settimana Santa: il giovedì durante la messacrismale e il sabato, durante la veglia che all’epo-ca si celebrava di mattina.

L’arcivescovo di Monreale, Cataldo Naro, haripreso quel racconto di Guardini dall’originaletedesco, l’ha tradotto e l’ha riproposto ai fedeliall’interno di una lettera pastorale dal titolo“Amiamo la nostra Chiesa”, come a far da guidaalle celebrazioni liturgiche d’oggi.

In quella pagina, il grande teologo tedescoscrisse tutto il suo stupore per la bellezza dellabasilica di Monreale e lo splendore dei suoi mo-saici.

Ma, soprattutto, scrisse d’essere stato colpitodai fedeli che assistevano al rito, dal loro “vive-re-nello-sguardo”, dalla “compenetrazione” traquesto popolo e le figure dei mosaici, che da es-so prendevano vita e movimento.

“Gli sembrò – nota l’arcivescovo Naro nellalettera pastorale – che quel popolo sperimentas-se un modo esemplare di celebrare la liturgia:con la visione”. La basilica di Monreale, capola-voro dell’arte normanna del XII secolo, ha le pa-reti interamente rivestite da mosaici a fondo

d’oro con le storie dell’Antico e del Nuovo Te-stamento, gli angeli e i santi, i profeti e gli apo-stoli, i vescovi e i re, e il Cristo “Pantocrator”,reggitore di tutto, che dall’abside avvolge con lasua luce, il suo sguardo, la sua potenza il popolocristiano”.

Il Cardinale Ruini ha sottolineato la straordi-naria personalità di Mons. Naro, fine storico,studioso del cattolicesimo popolare e di tuttoquel movimento innovatore che scaturì dalla“Rerum Novarum”, di Leone XIII, che determi-nò, anche in Sicilia, una miriade di iniziative dicarattere spirituale, culturale e caritativo-assi-stenziale. Anticipatore del Progetto culturaledella Chiesa in Italia, grazie proprio alla fonda-zione del Centro Studi “Cammarata” nel 1983.Inoltre, il Card. Ruini ha sottolineato la grandeamicizia che nacque con Mons. Naro: un sicilia-no vero conoscitore della sua terra che gli ha da-to la possibilità di conoscere tante cose della Si-cilia e di superare tanti luoghi comuni e stereoti-pi che non rispecchiano la vera identità dei sici-liani. Infine, l’alto prelato, ha tracciato un profi-lo spirituale di Mons. Naro, sacerdote e Vescovosecondo il cuore di Dio e ubbidiente alla Chiesache ha amato e servito profondamente, nella dio-cesi nissena, nel grande lavoro svolto alla facoltàteologica di Sicilia, nel grande, autentico e inno-vativo contributo dato alla Chiesa italiana attra-verso il progetto culturale ed altro e, soprattutto,nella realtà sponsale della diocesi monrealese af-fidata alla sua guida pastorale, dal 18 ottobre del2002 sino al giorno della sua morte avvenuta il29 Settembre del 2006.Ruini ha invitato ad ac-cettare la morte-prematura ed inaspettata- delpresule, come segno del progetto di Dio e lavo-rare per raccogliere i frutti copiosi del grande la-voro svolto da Mons. Naro.

Caltanissetta: Foto di gruppo.

insieme frammenti di memoria

Caltanissetta: Don G. Costa, Card. C. Ruini eil Prof. A. Paolucci

insieme 29famiglia salesiana insieme

Commemorazione Beata Maddalena Morano

Il 26 e il 30 marzo si è conclusa la celebrazio-ne dell’anno centenario della morte (1908-2008)della Beata Suor Maddalena Morano, prima su-periora delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Sici-lia.

“Non basta istruire i fanciulli e le ragazze, bi-sogna formare il loro cuore, amandoli e tratte-nendoli con benevolenza”. Così rifletteva la Bea-ta Maddalena Morano sulla sua esperienza edu-cativa realizzata nel corso di quasi tutta la suaesistenza.

Il 26 marzo 1908, all’età di 61 anni, nell’isti-tuto Maria Ausiliatrice moriva la beata Maddale-na Caterina Morano, la prima ispettrice delle Fi-glie di Maria Ausiliatrice in Sicilia.

Cinquant’anni dopo la Congregazione per leCause dei Santi emise il decreto per l’approva-zione degli scritti e, nel 1988, ne riconobbel’eroicità delle virtù; in seguito all’approvazione,nel 1994, di un miracolo attribuito alla sua inter-cessione con la guarigione di una consorella,Suor Giovanna Platania, il 5 novembre 1994 èstata beatificata da Giovanni Paolo II in occasio-ne della visita apostolica a Catania.

Nata a Chieri il 15 novembre 1847, da fami-glia modesta trasferitasi a Buttigliera d’Asti, adappena 14 anni ebbe la cura dell’asilo parroc-chiale e successivamente conseguì il diplomamagistrale.

Avvertita la vocazione religiosa, andò a con-sigliarsi con Don Bosco che la dissuase dal farsimonaca e, tramite don Giovanni Cagliero, l’invi-tò ad entrare tra le Figlie di Maria Ausiliatrice. A32 anni, ricca di esperienza e di abilità educativa,emise la professione religiosa chiedendo a Dio dimorire solo quando fosse già santa.

Nel settembre 1881 venne in Sicilia, dove nelfebbraio dell’anno prima le “suore continentali”Fma erano state chiamate “con urgenza som-ma”, unitamente ai Salesiani, nell’arcidiocesi diCatania dall’arcivescovo Giuseppe BenedettoDusmet che affidò loro la direzione dell’orfano-

trofio “Duchessa di Carcaci”; nell’ottobre del1880 le suore avrebbero fondato a Bronte il Col-legio di Maria. In qualità di “patentata”, suorMorano fu nominata direttrice del Conservato-rio delle Vergini di Trecastagni, sede di scuoleelementari e giardino d’infanzie e poi di Novizia-to; ben presto fondò un piccolo collegio a Nun-ziata di Mascali. Non curante dell’iniziale diffi-denza del popolo e dell’avversione massonica, leFma si diffusero soprattutto nella Sicilia orienta-le dove furono presenti, ma non solo, nelle scuo-le di vario ordine e grado.

Madre Maddalena divenne presto popolareper la capacità apostolica e professionale trai-

Cent’anni fa moriva la prima ispettrice delle FMA

nante, per la santità di vita, per l’inventiva incisi-va ed intelligente; si fece siciliana contribuendodecisamente al miglioramento della condizionedella donna, in una società fortemente maschili-sta. Sotto la sua direzione le salesiane ebbero af-fidati a Catania: nel 1888, il Conservatorio delleVerginelle di S. Agata dal cav. Giuseppe Asmun-do dei Principi di Gisira; nell’ottobre dello stes-

insieme30

so anno l’oratorio festivo, un piccolo laborato-rio, il servizio di cucina e il guardaroba al S. Fi-lippo Neri; nel 1892, la cura della cucina, del la-boratorio e della lavanderia presso i Salesiani diCibali.

Madre Morano, nel 1896, fondò il Convittoper 18 Normaliste in due stanze e una cucinettadi via S. Barbara. Nel marzo 1901, suor Moranotrovò al Borgo un vasto terreno con l’immaginedella S. Famiglia dentro una nicchia: lì fondòl’istituto Maria Ausiliatrice di via Caronda che fuinaugurato il 18 marzo 1903 e intitolato a SanGiuseppe. Dal cardinale Giuseppe Francica Na-va fu nominata direttrice della sezione femmini-le dell’Opera dei catechismi parrocchiali da leifondata e che aprì, con agilità e coraggio, in unclima gioioso di stile salesiano, alla dimensionesociale della fede.

Tutte le scuole parrocchiali di catechismo di-pendevano da lei, anche se ancora in diocesi nonerano state erette canonicamente le parrocchie.Il primo parroco che invocò la presenza dellesuore catechiste preparate dalla Madre fu quellodei SS. Filippo e Giacomo in via Auteri, seguìquello dei SS. Cosimo e Damiano.

L’apostolato di suor Maddalena era di carat-tere eminentemente educativo con la cura discuole, collegi, laboratori, educandati, oratori fe-stivi. Il cardinale non esitò ad invitarla e a parla-re ai sacerdoti nelle loro riunioni, suscitando uncerto scandalo.

Già ammalata e un pò triste nel cuore, si pre-parò a compiere la volontà dei superiori avendola gioia di partecipare alla cerimonia tenutasi aCatania il 9 febbraio per la venerabilità di DonBosco.

Il 15 marzo tenne l’ultima conferenza ricor-dando i doveri di carità e di servizio verso le ra-gazze.

Il 22 s’aggravò soffrendo molto e spirò san-tamente il 26. Il 28 marzo furono celebrate so-lenni esequie, dopo le quali una folla enorme ac-compagnò il feretro al cimitero.

Durante l’intenso apostolato in Sicilia, labeata fondò 19 case, 6 scuole, 12 oratori, 5 asili,4 convitti, 11 laboratori, 3 scuole di religione.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte: [La Sicilia, Catania 26 marzo 2008].

insieme famiglia salesiana

Il libro-intervista “Parole che parlano tra ierie oggi” aggiunge al panorama editoriale della vita

religiosa in Sicilia un testo di interviste apersonaggi del mondo della cultura,

della politica, del sociale,della chiesa e dell’educazione.

Da vari punti di vista, viene così esaminato,nel centenario della Beata Maria Maddalena

Morano, colei che inculturò nel lontano 1881il carisma salesiano, il servizio apostolico delleFiglie di Maria Ausiliatrice presenti in tutta laregione siciliana con 42 comunità religiose, per

un totale di oltre 800 suore. Si tratta, quindi, diun volume che attraverso una serie di intervistericostruisce il percorso storico, socio-culturale ededucativo delle suore salesiane. E, sempre dalle

interviste sono emerse quasi un corollario diindicazioni per riproporre, a partire sempre

dalla domanda giovanile, la loro azioneapostolica nel territorio.

PPaarroollee cchhee ppaarrllaannoo ttrraa iieerrii ee ooggggii

insieme 31famiglia salesiana insieme

Consulta della Famiglia Salesiana

Nota informativa - 8 giugno 2008

Sabato 8 giugno 2008, nei locali della CasaSalesiana SDB “S.Cuore” di Via del Bosco,71 –Barriera Catania, si è tenuto il secondo incontroannuale della Consulta Regionale di Famiglia Sa-lesiana.

La riflessione e il dialogo fra i vari compo-nenti riguardo i diversi punti all’ordine del gior-no, ha fatto emergere le seguenti ddeecciissiioonnii::

11.. OOrriieennttaammeennttii OOppeerraattiivvii ppeerr llaa EEqquuiippee ddeellllaaPPaassttoorraallee ddii FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa..

a. Si invita L’Equipe della Pastorale di Fami-glia Salesiana ad elaborare una programmazionepastorale per l’anno 2008-2009 e presentarla allaprossima seduta della Consulta Regionale di FSche si terrà in data 14 settembre 2008 (L’equipe èinvitata a tener presente le indicazioni del RettorMaggiore nel testo sulla strenna 2009 in allegato1 in particolare (cfr. punto 4) Suggerimenti per laconcretizzazione della strenna).

22.. CCoonnvveeggnnoo ddii FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa..a. Viene unificato con il Convegno annuale

tenuto in questi anni da Casa Tabor.b. Verrà celebrato in data 13-14-15 febbraio

2009

c. La sede verrà stabilita in funzione del nu-mero dei partecipanti.

d. I contenuti indicati: Don Bosco e il Movi-mento Salesiano – Carta della Comunione e del-la Missione – Profezia in Sicilia (da svilupparetramite laboratori).

e. Si da incarico a Marco Pappalardo e DonEdoardo di concordare il programma con DonGiuseppe Buccellato e di relazionare il 14 set-tembre 2008.

33.. RRiigguuaarrddoo iill ppeerrccoorrssoo ““FFoorrmmaa……ggiiòò”” ppeerr ggiioo--vvaannii oollttrree ii 1188 aannnnii ssuuii lliinngguuaaggggii ccoommuunniiccaattiivvii..

a. Si rimanda per i dettagli sulle decisioniprese, all’allegato 2.

b. Il 14 settembre verrà presentato il proget-to completo e pronto per l’attuazione.

44.. RRiigguuaarrddoo llaa ppaassttoorraallee vvooccaazziioonnaallee ddii FFaammiigglliiaaSSaalleessiiaannaa (Iniziativa ““UUnn aannnnoo ppeerr iill ttuuoo ffuuttuurroo0088//0099””).

a. Si rimanda per i dettagli sulle decisioniprese, all’allegato 3.

b. I responsabili dei Gruppi di Famiglia Sa-lesiana comunicheranno entro luglio a Don Edo-ardo, i nominativi dei componenti dell’Equipedell’iniziativa vocazionale di FS, sia per la zonaOccidentale che per la zona Orientale della Sici-lia.

c. La presentazione dell’iniziativa, nel suo in-sieme, verrà illustrata in Consulta Regionale daparte di un componente dell’Equipe vocazionaleil 14 settembre 2008.

d. Gli incontri avranno inizio nelle due zonecontemporaneamente a novembre, secondo ilcalendario di FS concordato.

55.. CCoorrssoo ddii aavvvviiaammeennttoo aallllaa LLeeccttiioo ddiivviinnaa..a. Si conferma, in linea di massima, il pro-

gramma già elaborato da Don Giuseppe Buccel-lato lo scorso anno.

b. Per l’attuazione dell’iniziativa si stabilisco-no le seguenti date: 8/9 novembre 2008; 10/11Catania-Barriera: Don L. Perrelli e Sr. G. Barbanti.

insieme32 insieme famiglia salesiana

gennaio 2009; 7/8 marzo 2009; 9/10 maggio2009.

c. Sede: Zafferana Etnea.d. Per favorire la partecipazione dalla Sicilia

Occidentale, si decide di predisporre di un pul-mino da Palermo per viaggiare insieme; e inoltredi un pulmino dalla stazione di Catania per il tra-sferimento per e da Zafferana.

e. Si prevede per i partecipanti un corso diesercizi spirituali in Terra Santa tra il 15 luglio eil 15 agosto.

f. Si da mandato alla segreteria organizzativaper la stesura definitiva del programma del Cor-so della Lectio entro il 14 settembre 2008.

66.. EEsseerrcciizzii SSppiirriittuuaallii ddii FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa..a. Si decide di unificarli con gli Esercizi Spi-

rituali dei partecipanti al corso di avviamento al-la lectio divina 2008/2009

b. Qualora il numero dei partecipanti lo ri-chiedesse, si prevederanno due pullman, conmomenti in comune fra loro e momenti diversi-ficati.

77.. CCaalleennddaarriioo ddii FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa 22000088//22000099..a. I responsabili dei vari rami di FS comuni-

cheranno a don Edoardo entro luglio, le date delproprio calendario che possono interessare tuttala FS.

88.. RReevviissiioonnee ddeell RReeggoollaammeennttoo ddeellllaa CCoonnssuullttaa..a. Si procede all’attivazione, ad experimen-

tum, delle Consulte cittadine di FS, cui si damandato di elaborare ed attuare per il prossimoanno 2008/2009:

– Almeno un’iniziativa comune sul tema for-mativo della Strenna del RM 2008/2009;

Catania-Barriera: Un momento della consulta di FS.

– Almeno un’iniziativa apostolica comunesull’emergenza educativa nel territorio interessa-to.

b. Si da mandato alla segreteria organizzativadi stilare una prima bozza della composizionedelle varie consulte cittadine.

c. La Presidenza della Consulta Regionale in-dividuerà i responsabili delle singole consultecittadine e li inviterà a partecipare alla seduta del14 settembre 2008.

99.. AAttttuuaazziioonnee ddeell RReeggoollaammeennttoo..a. Si desidera che la Famiglia Salesiana resi-

dente in una determinata diocesi, sia coinvoltaoperativamente nella dinamica pastorale del Ve-scovo locale.

b. Pertanto le consulte cittadine che vivononella stessa diocesi, si incontreranno per una so-la riunione, al fine di designare rappresentanti diFS, all’interno delle varie commissioni ed ufficidelle singole diocesi in cui è richiesta la nostrapartecipazione.

c. La designazione dei rappresentanti di FSnegli organismi diocesani, sia effettuata per ga-rantire la presenza del carisma salesiano e nonsia legata all’iniziativa delle singole persone.

d. L’attuazione del punto (c) verrà affidata airesponsabili delle Consulte cittadine all’internodella Consulta del 14 settembre 2008.

Catania, 21/06/2008

DDoonn EEddooaarrddoo CCuuttuullii

Catania-Barriera: La consulta di FS.

insieme 33ADMA insieme

Celebrazione dell’Accoglienza dei soci nell’ADMA

Sabato 24 maggio 2008, festa di Maria Ausi-liatrice, nella Chiesa «San Giovanni Bosco», an-nessa all’Istituto Salesiano «San Francesco di Sa-les» in Catania, ha avuto luogo la Celebrazionedell’Accoglienza nell’Associazione di Maria Au-siliatrice di 50 Soci.

Con l’incoraggiamento e la benedizione del-l’emerito Animatore Spirituale della PrimariaDon Sebastiano Viotti e dei nostro Ispettore,Don Luigi Perrelli, si è ripresa così, nella Chiesa«San Giovanni Bosco» l’attività dell’ADMA ini-ziata con l’aggregazione all’Associazione Prima-ria di Torino-Valdocco il 27 aprile 1939.

Con grande gioia ed entusiasmo i nuovi 50Soci hanno fatto la loro promessa, dopo un annodi formazione e di preparazione e hanno ricevu-to Tessera e il Distintivo dell’ADMA.

Ha presieduto la celebrazione Don PaoloCaltabiano, Direttore dell’Istituto, che con vi-branti parole ha ricordato ai Soci che l’ADMAfu fondata da San Giovanni Bosco «per promuo-vere la venerazione al SS.mo Sacramento e la de-vozione a Maria Ausiliatrice», e che dal 5 luglio1989 fa parte della Famiglia Salesiana.

Ha inoltre esortato i Soci a vivere e diffonde-re la devozione a Maria Ausiliatrice e a volere es-sere fedeli agli impegni presi in questo faustogiorno.

Catania-Cibali: Il Consiglio ADMA.

Le attività, che con l’aiuto di Maria Ausilia-trice continueremo a svolgere sono:

1 ° - Due incontri mensili, il 1° venerdì delmese e il 24 con la recita meditata del Santo Ro-sario, la Celebrazione Eucaristica, una breveadorazione e la lettura di un messaggio della Re-gina della Pace di Medjugorje.

2° - Promuovere la devozione e il culto a Ma-ria Ausiliatrice e la venerazione a Gesù Sacra-mentato in famiglia, nell’ambiente di lavoro e diamicizia.

3° - Aiutare spiritualmente e materialmente inostri fratelli immigrati, le ragazze madri e ibambini poveri.

Il Consiglio ADMA è così composto: Presi-dente - Fichera Graziella; Vice Presidente - Cal-vino Angela Rita; Tesoriere - Briguglio France-sco; Segretario - Santangelo Angela; Consiglieri -Fisichella Domenico, De Felice Liliana, LeoneLucia; Animatore Spirituale - Sac. Don Concet-to Pennisi.

A conclusione della celebrazione è stato of-ferto un momento di fraternità durante il qualel’Animatore ha invitato i Soci a devolvere le of-ferte libere che si raccolgono nelle riunioni adAbbonamenti alla Rivista «Maria Ausiliatrice»del Santuario di Torino per i Soci dell’ADMA.Tale iniziativa è stata accolta con vero piacere datutti.

La vergine Ausiliatrice e San Giovanni Boscoci benedicano.

Catania, 6 giugno 2008

Catania-Cibali: Foto di gruppo.

insieme34

La comunità salesiana in Vaticano ha cele-brato questa mattina, martedì 27, l’annuale festadella patrona, santa Maria Ausiliatrice, la cui ri-correnza, come è noto, cade il 24 maggio. Presieduta dal cardinale Raffaele Farina, archivi-sta e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, la ce-lebrazione si è svolta nella chiesa del Governato-rato. Vi hanno partecipato, come di consueto,quanti collaborano con la famiglia salesiana alservizio della Santa Sede, in particolare i dipen-denti della Libreria Editrice Vaticana, della Ti-pografia Vaticana e de “L’Osservatore Romano”. Hanno concelebrato don Elio Torrigiani, diret-tore generale della Tipografia, don GiuseppeCosta, direttore della Libreria Editrice, don Giu-seppe Colombara, direttore del servizio fotogra-fico de “L’Osservatore Romano”, padre ArturoGutiérrez Gómez, incaricato dell’edizione in lin-gua spagnola del quotidiano della Santa Sede. Durante la sua omelia il cardinale Farina ha pre-so spunto dalla recente visita di Benedetto xvi aGenova e a Savona sulle orme di Pio vii, per ri-cordare che fu proprio quel Pontefice a istituire

la festa di Ma-ria aiuto deicristiani, in uncontesto quan-to mai delicatoper la storiadella Chiesa.Infatti, Pio viistabilì questafesta il 26 set-tembre 1814,“nel giorno delsuo ritorno so-lenne a Roma,dopo la prigio-nia impostaglida Napoleone Bonaparte, per ringraziare la Ma-donna per averlo protetto e fatto rientrare nellasede di Pietro”.

Già nel giorno della sua elezione al sogliopontificio - ha ricordato il porporato - Pio vii“pregò per la prima volta davanti all’immaginedi Maria aiuto dei cristiani, nella chiesa di SanGiorgio maggiore in Venezia, dove si svolse ilconclave”.

Il cardinale ha poi fatto notare come lo stes-so don Bosco si sia ispirato alla facciata dellachiesa di San Giorgio maggiore a Venezia peredificare quella della basilica dell’Ausiliatrice inTorino.

L’archivista e bibliotecario di Santa RomanaChiesa si è quindi soffermato su altri aspetti delruolo della Vergine Maria nella Chiesa, in parti-colare per ciò che riguarda la sua missione nelmondo e la sua esemplarità.

Alla celebrazione erano presenti il professorGiovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservato-re Romano”, Carlo Di Cicco, vice direttore, Giu-seppe Canesso, direttore tecnico della TipografiaVaticana, Antonio Maggiotto, direttore commer-ciale della stessa Tipografia, insieme con dipen-denti e collaboratori.

Duecento anni di storia di Maria Ausiliatrice

Il Card. Farina celebra la festa in Vaticano

Città del Vaticano: Card. R. Farina in un momentodella celebrazione eucaristica.

insieme momenti di famiglia

insieme 35momenti di famiglia insieme

Ordinazione diaconale

Basilica Cattedrale di Messina, 14 giugno 2008

A nome della Comunità del San Tommasodesidero dire grazie a quanti hanno preso partea questo evento di grazia che ha coronato que-st’anno formativo. In particolare Mons. Lillo LaPiana, il nostro Arcivescovo, sempre vicino e at-tento alla nostra Comunità, a Mons. Odon checon tutta la cordialità malgascia ha voluto viverecon noi questo momento di festa, a coloro checondividono con noi la gioia e la fatica della for-mazione: in primis, Don Luigi Perrelli, Ispettoredi Sicilia, Don Pasquale Martino, Ispettore dellaMeridionale, e Don Graziano De Lazzeri, Vica-rio ispettoriale del Madagascar, presenti tra noiquesta sera. Un sentito grazie va a genitori, fami-liari e benefattori presenti ed assenti, ai confra-telli e giovani che hanno animato e partecipatoalla celebrazione in Cattedrale. Diciamo grazie aquanti si sono resi presenti per telefono, per faxo per posta, inviando gli auguri tramite terzi ede-mail. Un saluto particolare va ai giovani con-fratelli che lasceranno la nostra comunità e unarrivederci a coloro che ritorneranno.

Al termine di questo anno, in modo breve,invito ciascuno a volgere lo sguardo al passato, almomento presente e al futuro. Guardando aquest’anno trascorso abbiamo toccato con manola presenza di Dio e i segni della sua benevolen-

za. Nonostante i nostri limiti e le nostre resisten-ze, Egli è stato buono con noi. Maria SS. non ciha lasciati soli un istante e non ci ha fatto man-care il suo aiuto. Don Bosco ci ha preceduti e ciha accompagnati passo passo a riscoprire la suapassione apostolica che chiede solo le anime finoa mettere in secondo piano tutto il resto. La me-moria di quanto è avvenuto resterà impressa nelnostro animo.

Guardando il presente, permettetemi questasera di esprimere gratitudine, oltre che a Dio, al-la Vergine Ausiliatrice e a Don Bosco, ai confra-telli di questa Comunità, nessuno escluso. Unparticolare grazie ai membri del Consiglio dellaComunità e ai confratelli presbiteri per la lorosapienza e la loro esperienza. Grazie anche aigiovani confratelli: ognuno con la sua originalitàha contribuito alla costruzione della Comunità.Grazie anche al personale per i molteplici servi-zi prestati.

Oltre a guardare il passato ed il presente, viinvito a guardare in avanti. Nessuno di noi è abi-le a predire il futuro. Siamo però capaci di so-gnare e di desiderare per noi e per gli altri un fu-turo ricco di speranza, nonostante inevitabili re-more, titubanze ed incertezze. Il Signore Gesù,che è lo stesso ieri, oggi e sempre guida la nostravita e porta avanti la nostra storia. Egli ci chiedeunicamente di fidarci di Lui. Con la forza del suoSpirito, possiamo, dimentichi del passato, corre-re verso il futuro che Egli ci dischiude. Egli è unDio affidabile: a noi è richiesto unicamente di af-fidarci e di consegnare la vita nelle sue mani. Noisalesiani, per scelta, abbiamo deciso di farlo IN-SIEME: insieme vogliamo sognare, insieme, vo-gliamo, vivere, insieme vogliamo lavorare…

A tutti e a ciascuno il nostro augurio, la no-stra riconoscenza e la nostra preghiera. Vi chie-diamo di avere anche per noi un ricordo pressoil Signore. Ancora grazie!

DDoonn PPiippppoo RRuuttaaMessina-Cattedrale: Foto di gruppo.

insieme36 insieme momenti di famiglia

È stato conferito al prof. Antonino Blandiniil Premio “Aquila d’Argento” per il giornalismoa cura dell’Accademia d’Arte Etrusca con il pa-trocinio dell’Assessorato regionale dei Beni cul-turali e ambientali e della P.I. e del Comune diMisterbianco.

Antonino Blandini ha 64 anni ed è nato il20.XII.1943 a Catania dove risiede con la fami-glia. Iscritto all’albo dei pubblicisti dell’Ordinedei giornalisti di Sicilia e consigliere dell’Asso-ciazione regionale dell’Unione Stampa CattolicaItaliana, è stato corrispondente de “L’Osservato-re Romano” per l’Arcidiocesi di Catania e per lealtre Diocesi della Sicilia orientale. Attualmentesvolge l’attività di giornalista come collaboratoredei settimanali diocesani “Prospettive” di Cata-nia, “Cammino” di Siracusa, “La Voce dell’Jo-nio” di Acireale, dei periodici dei PP. Domenica-ni e Passionisti, del periodico culturale “Agorà”e del quotidiano “La Sicilia”.

Membro nominato dall’arcivescovo dellaConsulta dell’Ufficio per i Beni Culturali ed Ar-te Sacra dell’Arcidiocesi di Catania e della Socie-tà di Storia Patria per la Sicilia orientale, è stu-dioso in modo particolare di storia patria, civileed ecclesiale, e di beni culturali siciliani.

Il suo «cursus studiorum» è caratterizzatodalla maturità classica conseguita al Liceo-ginna-sio “M. Cutelli” e dalla laurea in Giurispruden-za con tesi in Diritto canonico presso l’Universi-tà di Catania, con qualifiche di specializzazionein Storia e tecnica di Giornalismo presso l’Istitu-to Nazionale per la Storia del Giornalismo, inDiritto ed Economia regionale presso la facoltàdi Economia e Commercio.

Fornito di abilitazione all’insegnamento èstato docente di Materie Giuridiche ed economi-che presso gli Istituti tecnici di Siracusa e pressol’Istituto tecnico industriale “Sacro Cuore” del-l’Opera salesiana di Barriera ed avvocato iscrittoall’albo degli Avvocati di Catania.

Entrato per concorso pubblico per esaminella Direzione generale delle Accademie e Bi-blioteche del Ministero della P. I., è stato diri-gente tecnico superiore presso le BibliotecheUniversitarie Statali di Messina e Catania, vicesoprintendente ed ispettore della Soprintenden-za per i beni bibliografici della Sicilia orientale;in tale veste ha insegnato Bibliografia e Bibliote-conomia nei Corsi di qualificazione professiona-le dell’Assessorato regionale per i BB. CC. e del-la P.I.., ha diretto le Sezioni tecnico-scientificheper i Beni librari ed archivistici ecclesiastici del-la Soprintendenza per i BB. CC. e AA. di Cata-nia ed ha presieduto la Sezione Sicilia dell’Asso-ciazione Italiana Biblioteche, che ha rappresen-tato presso il Consiglio regionale per i BB.CC..

Ex allievo salesiano dell’Unione San FilippoNeri, ha fatto parte delle Comunità di Vita Cri-stiana (Congregazioni Mariane) presso la resi-denza della Compagnia di Gesù “SS. Crocifissodei Miracoli”.

Il 20 dicembre 2006 ha ricevuto il Premio Si-ciliano “Il Positivo” come cultore del libro e del-la storia, privilegiando il positivo e gli aspetti cul-turali, storici e religiosi della nostra terra di Sici-lia a cura dell’Associazione Artistica “Comunica-zione Globale” e dell’Istituto Scolastico “G. Pa-rini” di Catania.

Premio “Aquila d’argento” al prof. Blandini

L’assessore regionale per i Beni culturali e la P.I. consegnaad Antonino Blandini il premio “Aquila d’argento”.

insieme 37dalle case salesiane insieme

5500 aannnnii ddii SS.. DDoommeenniiccoo SSaavviioo

C’è grande fermento nella famiglia salesianadi Gela per il 50° anniversario della parrocchiaSan Domenico Savio e soprattutto tanta attesaper il vescovo della diocesi Armerina, mons. Mi-chele Pennisi, che parteciperà alla celebrazioneeucaristica del 6 maggio.

Com’è noto la chiesa fu consegnata al cultonel 1958, appena tre anni dopo la canonizzazio-ne di Domenico Savio, il discepolo prediletto diSan Giovanni Bosco. E sicuramente fu la primagrande chiesa sorta in Italia dedicata al santo deigiovani, al santo che affermava “meglio la mortema non peccare”: E il 6 maggio, festa liturgicadel santo, si coglierà l’occasione per celebrare la“dedicazione” della chiesa.

La parrocchia ubicata a nord della via Vene-zia conta 8.000 anime. All’interno operano oltrealla grande famiglia salesiana (cooperatori, ex al-lievi, famiglie Don Bosco) parecchi gruppi eccle-siali come le comunità neo-catecumenali (diecicomunità con circa 400 aderenti, sorte da circa35 anni con don Lillo Di Gregorio), il Rinnova-mento nello Spirito, i Focolarini ed altri gruppiche tengono sempre aperto il Santuario MariaSS. d’Alemanna con l’adorazione perpetua ed al-tre iniziative.

Inoltre sono presenti i gruppi giovanili con leloro iniziative per il tempo libero. Oltre agliscouts, frequentano l’oratorio salesiano coi suoicampi di calcio e di atletica leggera circa 200 gio-vani senza contare i 500 ragazzi che frequentanoanche il catechismo.

Ma esiste anche il CNOSS coi suoi 400 alun-ni che ogni giorno vengono preparati per il mon-do del lavoro coi suoi corsi per saldatori, elettri-cisti, tubisti industriali, operatori informatici eaddetti alla ristorazione. Quanto prima partiran-no altri due corsi: quello per potatori che avràluogo nel Feudo Nobile e quello di analista del-

le acque. Una struttura molto grande e dinami-ca, vivace e variegata, con tante iniziative eso-prattutto tanti progetti da realizzare.

Abbiamo parlato con il parroco don AngeloGrasso sulle iniziative che sta mettendo in can-tiere per il 50° della parrocchia. “Vogliamo par-tire dal tempio – mi dice con affabilità – per ri-lanciare la liturgia e quindi la realizzazione deltempio vivo che siamo noi, con la pastorale per igiovani e le altre iniziative. La sfida è la comu-nione tra le varie comunità che sono una ricchez-za della chiesa.

Don Angelo Grasso è molto entusiasta dellasua missione: “Più delle opere interessano le per-sone a cui siamo inviati e a cui dobbiamo dare ri-sposte valide dal punto di vista educativo e pa-storale. Occorre formare non solo la mente el’intelligenza, ma anche il cuore. Lo stare con igiovani, infatti, è lo spazio spirituale e il centropastorale della vita dell’educatore secondo ilcuore di Don Bosco. La carità pastorale è il mo-tore della spiritualità educativa che è frutto disforzo, dedizione, riflessione e ricerca che affon-da le sue radici nell’unione con Dio”.

EE.. ZZ..

Fonte [Vita diocesana, Gela (CL) 4 maggio 2008]

GGEELLAA ((CCLL)) -- DDOOMMEENNIICCOO SSAAVVIIOO

Dalle case salesiane

UUnnaa ssffiiddaa ttrraa ssttuuddeennttii aassppiirraannttii cchheeff

Aspiranti chef a confronto ieri mattina a Vil-la Peretti. Un faccia a faccia tra gli studenti del-l’istituto alberghiero Luigi Sturzo e gli studentidel Cnos/Fap. I ragazzi si sono confrontati sui“Piaceri del territorio dall’antichità ai nostrigiorni”. L’incontro è stato realizzato dall’associa-zione professionale cuochi italiani presieduta dalmaestro Salvatore Pizzo. Gli studenti ieri matti-na hanno lavorato per la realizzazione di un pa-sto completo, dagli antipasti al dolce.

La giuria, composta da esperti chef prove-nienti da tutta l’isola, hanno votato la prepara-

insieme38

zione dei piatti, l’igiene nella lavorazione ed infi-ne la degustazione. Prove tecniche per gli stu-denti per la partecipazione a gare internazionaliper cuochi. Le ricette per la realizzazione deipiatti sono stati oggetto di un libro di FrancoCittà. Un’esperienza nuova per gli studenti chehanno richiesto all’associazione un nuovo con-fronto.

La giuria era composta da: Salvatore Scriva-no (presidente regionale Apc), Salvatore Pizzo,Marcello Proietto di Silvestro, Costantino Lauta-na, Anna Grazia Peretti, Virginio Cammarata,Franco Città, Liborio Truncali, Enzo Calabrere,lo chef Giuseppe Defraia e l’assessore provincia-le allo sport Salvatore Morana. Squadra delCnos/Fap: Rosario Ganci, Melissa Palmieri, An-tonio Trevigne, Simone Vella, Denise Cosca eGiacomo Castellano; guidati dai docenti Gio-vanni Pandolfo, Salvatore Laiola e GiuseppeAletta. Squadra dell’istituto alberghiero: Ales-sandro Pandolfo, Marco Pelligra, Desireè Fer-ranti, Mirko D’Aparo, Luigi Bentivegna e Salva-tore La Rosa; guidati dai docenti Giovanni But-ticè, Pietro Gueli e Vincenzo La Cognata. Tuttoil lavoro è stato coordinato dallo chef StefanoSanfilippo.

LL.. MM..

Fonte [La Sicilia, Gela (CL)]

mentarie dell’on. Aldisio, la tenuta ospita i corsidi ristorazione di primo, secondo e terzo anno.Una cinquantina di giovani in età di obbligo for-mativo ogni mattina con un autobus messo a di-sposizione dal Cnos raggiungono la tenuta diPasso di Piazza per imparare l’arte di addetto al-la sala ed aiuto cuoco. Durante l’anno sono im-pegnati in stage presso ristoratori locali e due diloro l’estate scorsa lo stage lo hanno frequentatoa Berlino. La festa del protettore dei giornalisti èstata dunque l’occasione del debutto degli stu-denti del primo anno che hanno curato il pranzoin tutti i dettagli. Studiano cucina regionale (alsecondo e terzo anno invece quella nazionale edinternazionale) e perciò hanno preparato un me-nù tipicamente siciliano dall’antipasto misto aiturcigghiuna con cavolfiore alla cannella, alla so-sizza a cardedda. Hanno servito tarocco zucche-ro e limoncello come frutta e per dessert pasta dipistacchio. Il vino rigorosamente di produzionepropria.

Molto emozionati gli allievi dei Salesiani chehanno esordito con notizie di San Francesco diSales, per poi presentare di volta in volta le pie-tanze preparate per l’occasione. Il successo fina-le è stato per loro gratificante. Nella tenuta diPasso di Piazza vengono ospitati gruppi e scuole(strategica la vicinanza con il Lago Biviere) e sisvolgono banchetti. Così i Salesiani reinvestono iguadagni nella formazione professionale ed inun corso iniziato in sordina sei anni fa, con le le-zioni la sera, ed ora parecchio potenziato graziealla ristrutturazione delle ex stalle della tenutacon la creazione di una grande cucina e la sala dapranzo. Per i giornalisti quella di ieri è stata unaproficua occasione per conoscere una bella real-tà di Gela ed un altro dei successi del metodoeducativo di Don Bosco basato sulla fiducia el’incoraggiamento ai giovani, sulle cose insegna-te con l’esempio che restano molto più impressenel cuore.

MM.. CC.. GG..

Fonte [La Sicilia, Gela (CL)]

UUnn ««GGiiooiieelllloo»» nneellll’’eexx ccaassaa AAllddiissiioo

Per la festa di San Francesco di Sales, protet-tore dei giornalisti, i Salesiani hanno aperto la lo-ro tenuta di Passo di Piazza invitando i giornali-sti gelesi a conoscere da vicino l’azienda ed i cor-si di ristorazione del Cnos/Fap. Quella che eraun tempo la casa di campagna dell’on. SalvatoreAldisio con una splendida vista sul mare, la cam-pagna ed il Lago Biviere, oggi è un fiore all’oc-chiello del sistema educativo e formativo dei Sa-lesiani. Negli 83 ettari di terra della tenuta dona-ta da Aldisio i Salesiani producono vino pregia-to tra cui il Syra, olio, carciofi ed altre specialitàdella terra.

Hanno anche trasformato i locali creando 40camere per ospiti. In linea con le volontà testa-

insieme dalle case salesiane

insieme 39dalle case salesiane insieme

UUnn ccaallcciioo aall rraazzzziissmmoo2-5 aprile 2008

"Un calcio al razzismo". È questo il temadella manifestazione, patrocinata dal Comune,che si terrà per tre giorni a Marsala e che saràpresentata il prossimo 2 aprile, alle ore 17.30,nella Casa Salesiana (in via San Giovanni Bosco).

Qui, farà gli onori di casa il direttore DonVincenzo Nicosiano, cui seguirà il saluto del sin-daco di Marsala Renzo Carini. Al termine dellaconferenza, la prima partita del triangolare dicalcio a 5 tra un rappresentativa del Nord Africae una dell'Italia; quindi una degustazione di pro-dotti tipici nordafricani e, alle ore 22, un concer-to musicale.

MMAARRSSAALLAA ((TTPP))

Il programma prevede per giovedì 3 aprile,alle ore 18.30, la seconda gara tra Est Europa eNord Africa (seguirà degustazione di prodotti si-ciliani e concerto); mentre venerdì 5, sempre al-le 18.30, si svolgerà l'ultimo incontro tra Est Eu-ropa e Italia. Poi le premiazioni, ancora degusta-zioni e, alle ore 22, il concerto di musica balcani-ca con Zafar Klemer Band.

AAlleessssaannddrroo TTaarraannttiinnoo

MMEESSSSIINNAA -- SS.. DDOOMM.. SSAAVVIIOO

IIll vvoolloonnttaarriiaattoo ccoonn ««TTeelleeffoonnoo PPrroonnttoo»»

Con l’avvento dell’estate e considerato cheper molte persone, specieanziani e malati, si pro-pone adesso con maggiore gravità il problemadella solitudine e della depressione, i Salesianihanno potenziato il servizio sociale di ascolto te-lefonico.

E così «Telefono pronto» che si trova nellacasa salesiana «Domenico Savio» di Messina,che dipende dall’ispettoria sicula con sede a Ca-tania, può essere contattato giornalmente, com-presi i festivi dalle 17 alle 20, formando il nume-ro 090/717271. C’è pure a disposizione un faxallo 090/713364.

Questo circuito di assistenza spirituale, il cuiresponsabile è il noto psicoterapeuta don Um-berto Romeo, riceve in media giornalmente cin-que o sei telefonate, alcune delle quali prove-nienti da tutta Italia, altre girate dai centralinidelle forze dell’ordine e di soccorso.

Circa 70 gli operatori, di ambo i sessi, che se-guono continui corsi di formazione e aggiorna-mento. Si opera in pieno anonimato, superandospesso, in caso di necessità, i normali orari di ser-vizio. Una iniziativa che nei mesi estivi assumeun rilievo particolare, considerato che proprio inquesta stagione anziani e ammalati possono ave-re bisogno di una parola di conforto.

AAggaattiinnoo ZZiizzzzoo

Fonte [La Sicilia, Catania 23 giugno 2008]

La casa salesiana “S. Domenico Savio” di Messina.

insieme40 insieme dalle case salesiane

MMEESSSSIINNAA -- GGIIOOSSTTRRAA

DDuuee ooppeerree rreeggaallaattee aa GGiioossttrraassiimmbboolloo ddii rriissccaattttoo ssoocciiaallee

La donazione al San Matteodell’artista Pietro Genovese

Anche da Giostra, quartiere a rischio, puòvenire qualcosa di buono. Questo il messaggio disperanza e di fiducia che la storia di Pietro Ge-novese porta alle tante brave persone che nel rio-ne vivono. Lui a Giostra è nato nel 1936, finan-ziere di professione, artista per passione e voca-zione è diventato pittore, scultore, ceramista. Halasciato la città dello Stretto per lavoro spostan-dosi dal Veneto alla Calabria. Oggi vive con lamoglie e due figlie nella città di Macerata doveporta avanti con successo la carriera artistica. MaPietro Genovese conserva nel cuore il quartieredove è nato e dove vive ancora la sorella Mariaed in particolare la parrocchia di San Matteo el’oratorio salesiano, che, togliendolo dalla stradain piena seconda guerra mondiale l’ha salvatodalla fame e da cattive compagnie aiutandolo ascoprire l’amore per la vita e per l’arte. Per rin-graziare “Educatori ed insostituibili maestri divita” l’artista ha deciso così di donare due dellesue opere alla chiesa. «Un gesto – come raccon-ta padre Paolo Terrana, parroco di San Matteo –che ci riempie di gioia e di orgoglio e che testi-monia come il nostro oratorio aiuti concreta-mente tutti coloro che visi avvicinano. Allonta-nare i ragazzi dalla strada, aiutarli negli studi ecercare di tirarli fuori da situazioni difficili è ilcompito che i Salesiani portano avanti con co-raggio ogni giorno tra mille difficoltà – spiegaancora padre Terrana – ma i ragazzi che cresco-no da noi portano nel mondo ideali forti comePietro Genovese e queste sono le vere soddisfa-zioni». Nei due dipinti che l’artista ha voluto do-nare alla sua parrocchia emerge chiara la sensibi-lità dell’artista. Un’atte la sua che racchiudecreatività, inventiva, abilità tecnica e grandeemozione. I suoi paesaggi sono insieme sereni emisteriosi ed i volti, incede sono forti, intensi emalinconici come sanno essere quelli della gentedel Sud. E anche se da Messina Genovese è an-

dato via da giovane, nel suo cuore e nelle sueopere e rimasto intatto l’amore per quei luoghi eper le persone che li abitano. E per arricchire divitalità e magnetismo i suoi lavori, Genovese aicolori ed all’olio aggiunge un impasto di caffè,particolare tecnica. I due dipinti, uno ineditorealizzato proprio per l’occasione, l’altro giàesposto nella mostra personale fatta da Genove-se al palazzo comunale di Recanati, sono già visi-bili nella chiesa di San Matteo. Uno è stato siste-mato in sagrestia e rappresenta proprio la chiesadi San Matteo distrutta dopo i bombardamentidel 1943, devastazione resa con le tonalità delmarrone, care a Genovese, e tratta da un ritagliodi giornale che raccontava l’avvenimento. Il se-condo invece fa bella mostra in chiesa, e raffigu-ra il volto di Gesù che porta la croce. La dona-zione ufficiale però avverrà domenica 8 giugno,alla presenza proprio dell’artista Pietro Genove-se, durante la Messa delle 17.

EElliissaabbeettttaa RReeaallee

Fonte [Gazzetta del Sud, Messina 5 giugno 2008]

Messina-Giostra: Il quadro dell’artista P. Genovesedonato alla parrocchia “S. Matteo”.

insieme 41dalle case salesiane insieme

SS.. GGRREEGGOORRIIOO ((CCTT))

......VVii èè uunn rriiddeennttee ppaaeesseelllloo......

“…Vi è un ridente paesello in Sicilia, che siestende alle falde dell’Etna fumante, che s’abelladi gaie ville e di verdi vigneti; vi è un ridente pae-sello che echeggia ogni anno di grida festive, dilieti osanna ad onor di S. Gregorio. La festiccio-la, la devozione, l’entusiasmo per il santo bene-fattore della Sicilia intera, salva l’onor della Sici-lia beneficata…”(cfr Omelia su S. Gregorio diD. Piscitello).

Come la secolare tradizione vuole, ogni annoper la Santa Pasqua, i “cittadini San Gregoresi”danno lode a Dio per la gloriosa resurrezione delsuo unigenito figlio Gesù, e lo ringraziano peravergli donato S. Gregorio Magno quale celestePatrono.

Molti si domandano il perché di questa festain concomitanza con la santa Pasqua. Anni ad-dietro la memoria liturgica di S. Gregorio venivacelebrata il 12 di Marzo, giorno in cui si ricorda-va il “dies natalis”. Erano molti i San Gregoresiche a quel tempo lavorano nei pressi della pianadi Catania, essi facevano ritorno nelle famigliesolo per il Natale, la Pasqua e la festa del SantoPatrono. Tale festa avvolte ricorreva nei giornidella Quaresima o nelle vicinanze della Pasqua,allora gli “avi San Gregoresi” pensarono di inse-rire la festa del Santo Patrono il Lunedì dell’An-gelo facendo in modo che, i cittadini residentifuori per lavorare, ritornassero per festeggiareinsieme la Pasqua e il Santo Patrono.

S. Gregorio (CT): La banda suona per le vie del paese.

Premurosamente ogni anno un comitatocomposto da circa 20 elementi, coordinati dalparroco pro tempore, preparano le funzioni del-la settimana santa e la festa del Santo Patrono.Essi tengono ha sottolineare che la festa del San-to Patrono non deve e non dovrà mai superare lagrande solennità della Pasqua di Cristo.

Da alcuni anni i giovani del gruppo missio-nario, presente in oratorio, “D. Vincenzo Scude-ri” organizzano, nel periodo della festa, la vendi-ta di panini con wustel e patatine; il ricavato ditale iniziativa viene devoluto in beneficenza.

Il giorno di Pasqua, a tarda sera, fra lo sven-tolio di fazzoletti, il canto della tradizionale“cantata” e gli evviva commossi dei fedeli, vieneaperta la cappella, recentemente restaurata a cu-ra del comitato festa, che custodisce durantel’anno il settecentesco simulacro di S. GregorioMagno. Segue la tanto attesa uscita del Santo Pa-trono dalla Chiesa Madre dove un suggestivospettacolo pirotecnico da il via alla processioneche si snoda lungo il Corso Umberto per giunge-re presso la Chiesa dell’Immacolata, anticamen-te dedicata a S. Gregorio Magno.

S. Gregorio (CT): Il settecentesco fercolo con ilsimulacro del Santo Patrono tirato dai fedeli.

insieme42

Cine-circolo giovanile socioculturale "GiuseppeMacrì". «Un musical di fortissimo impatto sceni-co ed emotivo - ha spiegato Enzo Seminara (pre-sidente Cgs) dove la storia di Pinocchio è inseri-ta in un contesto moderno. Geppetto è il pro-prietario di una falegnameria, padre involontariocon tutte le preoccupazioni, le apprensioni e glisbagli che accompagnano l’essere genitori. La"Gatta & Volpe spa" è una rinomata ditta di fur-ti e di "vu cumprà televisivi. Angela è una figuramoderna ed emblematica che vive con Geppettoun rapporto conflittuale che sfocerà in amore.Pinocchio è spavaldo, incosciente, insicuro e fra-gile come ogni figlio».

Uno spettacolo complesso che ha richiestopiù di un anno di preparazione e che si avvale

del cast arti-stico compo-sto da IvanVasta, An-drea Strano,Vanessa Ga-rofalo, Fede-rico Lanza,Andrea Mu-sumeci, An-nalisa Tudi-sco, AdrianaPatella, Da-rio Conti,Chiara Ga-gliardi, Aga-ta Raciti,

Giulia Galeano, Veronica Pappalardo, NoemiGaleano, Nadia Gullotta, Veronica Lo Re, Dani-lo Narcisi, Raffaele Zappalà, Andrea Vadalà, Au-relio Conti.

Il corpo di ballo è formato da Viviana Ca-ponnetto, Federica Barbagallo, Fozpaniak Alic-ja, Sabrina Tudisco, Desirèe Biondo, Giusy Tro-pea, Elisa Urzì. La regia musicale è stata curatada Stefania Galeano, Romina Campione; le mu-siche sono dei Pooh. Le scenografie sono di An-drea Strano e Andrea Pellegrino. I costumi sonodi Annalisa Tudisco e del Cgs Macrì. le coreogra-fie di Venessa Garofalo e Veronica Pappalardo.

EEnnzzaa BBaarrbbaaggaalllloo

Fonte [La Sicilia, Catania 23 giugno 2008]

Sin dalle prime luci del lunedì, presso il “pia-no Immacolata”, ha luogo la tre centenaria “ferao luni i Pasqua” dove vengono venduti animali eutensili per l’agricoltura. Nel pomeriggio ha luo-go il rinomato corteo storico; rievocazione stori-ca del XVI sec, consistente nel rappresentare leavvenute nozze del vicario del re Spagnolo in Si-cilia Don Alvaro Paternò, che al tempo avevaricchi possedimenti nel territorio di S. Gregorio.Lungo il corso principale si snoda un caratteri-stico corteo con sbandieratori, musici, danzatri-ci, giocolieri e comparse in abbiti e fregi di epo-ca rinascimentale, progettati e realizzati da mae-stranze locali.

Il culmine della festa è la sera quando, dopola Santa Messa di ringraziamento, il settecente-sco fercolo con il simulacro del Santo Patrono,tirato dai numerosi bambini e dai cittadini devo-ti attraversa il cuore della città. Quest’anno laprocessione è stata molto partecipata nonostan-te il freddo, in tutte le strade non si è avvertito ilrigido tempo per la calorosa accoglienza che iquartieri hanno fatto al passaggio della proces-sione: “calata dell’angelo”, festoni, luci, musi-che, bandiere, fuochi d’artificio e intensi mo-menti di preghiera con i quali si rendeva lode alCristo Risorto con S. Gregorio Magno a cui ilpopolo ricorre con invocazioni per impetraregrazie da Dio mediante il suo figlio Gesù.

Quindi i cittadini San Gregoresi, mantenen-do la tradizione ricevuta dagli “avi”, manifestanola gioia di essere cristiani, insieme al Santo Patro-no, nel Giorno in cui il Cristo ha vinto la morte.

NN.. FF..

CCAATTAANNIIAA -- BBAARRRRIIEERRAA

LLaa ffaavvoollaa ddii PPiinnoocccchhiioo rriivviissiittaattaaiinn cchhiiaavvee mmooddeerrnnaa

Spettacolo all’oratorio salesiano di Barriera

Ieri nell’oratorio salesiano Sacro Cuore diBarriera è andato in scena "Pinocchio... la storiain musical" per la regia di Paolo Galeano, pre-sentato dall’Oratorio giovanile salesiano e dal

insieme dalle case salesiane

insieme 43dalle case salesiane insieme

PPiinnoocccchhiiooIl personaggio di Pinocchio – burattino

umanizzato nella tendenza a nascondersi

dietro facili menzogne e a cui cresce il naso

in rapporto ad ogni bugia che dice – è stato

fatto proprio con il tempo anche dal mondo

del cinema e da quello dei fumetti. Sulla sua

figura sono stati inoltre realizzati album mu-

sicali e allestimenti teatrali in forma di mu-

sical.

Nelle intenzioni di Collodi pare non vi

fosse quella di creare un racconto per l’infan-

zia: nella prima versione, infatti, il burattino

moriva, impiccato a causa dei suoi innumere-

voli errori. Solo nelle versioni successive,

pubblicate a puntate su un quotidiano (il

Giornale per bambini), la storia venne modi-

ficata con il classico finale che oggi si cono-

sce, con il burattino che assume le fattezze di

un ragazzo in carne ed ossa.

Curiosità: in realtà, per tipologia Pinoc-

chio non è un burattino bensi una marionet-

ta (è ipoteticamente mosso da fili). Viene

chiamato burattino da Collodi non perché

Collodi ignori il fatto che sia una marionet-

ta, bensi perché egli si rifà a Burattino, una

delle identità che lo Zanni della Commedia

dell’Arte assunse attorno al XVII secolo. Bu-

rattino era colui che abburattava (setacciava)

la farina e, per eseguire il suo lavoro, si muo-

veva con gesti scomposti e spezzati. Allo stes-

so modo si muoveva un burattino (lo Zanni).

È proprio a questa figura che Collodi si rifà

nel chiamare la sua marionetta burattino.

Pinocchio è in assoluto il primo testo di

fantasia nel quale siano stati menzionati i

Carabinieri.

PPrrooggeettttoo RRaaddiioo DDoonn BBoossccoo

Il progetto si prefig-ge di collocare la Radioin nuovi locali, con unaprogettazione di più am-pio respiro, secondo lenuove esigenze della co-municazione e le norma-tive oggi vigenti.

Interventi previsti:

– Rimodulazione degli spazi esistenti per ot-tenere una funzionale ripartizione degli stessi se-condo scopi specifici: direzione; sala regia; duesale di registrazione; locale macchine.

– Lavori murari in modo da rispondere allenuove esigenze di funzionalità, di sicurezza e diimmagine;

– Utilizzo di pannelli fonoassorbenti per mi-gliorarne le caratteristiche acustiche;

– Sostituzione dell’attuale pavimentazionecon altra conforme alla normativa antincendio;

– Realizzazione di un nuovo impianto elettri-co e di illuminazione;

– Realizzazione di un impianto autonomo diclimatizzazione freddo/caldo.

RRAAGGUUSSAA

Non possiamo realizzare questo comuneprogetto senza il tuo sostegno economico, oltreche spirituale, con la rassicurazione di Don Bo-sco che “qualunque cosa farai per i giovani, è co-me se lo prestassi a Dio!”.

Possiamo aiutarci versando anche il nostro 5per mille per Radio Don Bosco.

C. F. 92006980889

insieme44 insieme dalle case salesiane

PPAALLEERRMMOO -- SSAANNTTAA CCHHIIAARRAA

MMaaggggiioo ee GGiiuuggnnoo aa SS.. CChhiiaarraa

Il mese di maggio è un mese denso di inizia-tive in tutte le case salesiane, tra queste anchequella di Santa Chiara a Palermo. Il mese si èaperto con un triduo in preparazione alla festa diS. Domenico Savio che si è celebrata martedì 6maggio, nella stessa data il cortile dell’oratorio èstato teatro della finale del Torneo di calcio a 5categoria 11-13 anni “Don Salvatore Napoleo-ne”, che ha coinvolto le parrocchie ed i centrigiovanili dei quartieri Albergheria e Capo, il tro-feo è stato vinto dalla rappresentativa dell’orato-rio, un modo come un altro per suggellare la fe-sta di S. Domenico Savio, alle 18,00 celebrazio-ne eucaristica presieduta dal direttore don Gian-ni Giummarra. La festa di Maria Ausiliatrice havisto la chiesa riempirsi di fedeli ed amici del-l’opera salesiana, al termine della celebrazione ilcortile dell’oratorio ha accolto la statua dell’Au-siliatrice che annualmente viene portata in pro-cessione per le strade del quartiere dai confrati

ultimi mesi ci sono stati parecchi pensionamenti– spiega Pasquale Spadola, direttore dell’officinae dei depositi – e nessun ricambio di personale.Fortunatamente questi ragazzi sono seri ed han-no una buona preparazione di base, e riesconoad inserirsi bene all’interno della nostra realtà la-vorativa». «I corsisti avevano già fatto un primotirocinio – chiarisce Giovanni Di Carlo, capo-squadra – e, quindi, sono già parzialmente for-mati. Lavoreranno sempre in affiancamento adun operaio esperto, e non saranno mai lasciati dasoli. Sono comunque di grande aiuto».

Novità anche sul anche sul fronte autisti. Damartedì sono stati assunti altri tre ex Lsu che,completato il corso all’interno dell’autoparco,andranno ad incrementare il numero dei condu-centi. «Con l’arrivo di questi altri tre autisti – di-chiara il direttore movimento Amat, FerdinandoCarollo – il numero di assunzioni di Lsu dallascorsa estate sale a 29».

AAttttiilliioo CCaarrddeellllaa

Fonte [Giornale di Sicilia, Palermo 3 aprile 2008]

PPAALLEERRMMOO -- GGEESSÙÙ AADDOOLLEESSCC..

AAMMAATT,, ppootteennzziiaattaa ll’’ooffffiicciinnaa..AAll llaavvoorroo ddiicciioottttoo ttiirroocciinnaannttii

Obiettivo: rimettere in strada i bus. Stru-mento: diciotto meccanici in servizio per sei me-si. I primi dodici sono già all’opera, e il presiden-te dell’Amat Sergio Rodi, che li ha assunti con laformula della borsa lavoro, può guardare al futu-ro con più sollievo: «In officina – dichiara –spesso manca il personale necessario a fare fron-te alle esigenze e questi giovani serviranno a ri-mettere in strada le vetture e quindi a renderepiù efficiente il servizio. Questa è una risposta al-l’impegno preso dall’azienda di incrementare ilparco di bus in circolazione. Oltre che uno sboc-co per giovani formati in modo efficace». …quanto emerso ieri alla trasmissione «Ditelo aRgs».

In dodici hanno cominciato a lavorare mar-tedì mattina: faranno un corso pratico all’internodell’officina dell’Amat. La paga sarà di 30 curolordi al giorno, solo in caso di presenza effettiva.Si tratta di giovani che hanno conseguito un di-ploma di meccanici autoriparatori, tramite corsoprofessionale preso il centro salesiano di viaEvangelista Di Blasi, e sono stati scelti dal loroistituto per fare un tirocinio di sei mesi all’inter-no dell’azienda di via Roccazzo. Un’esperienzaimportante per loro, che possono ampliare le co-noscenze e lavorare sul campo in una realtà lavo-rativa di grandi dimensioni, ma anche una manoimportante all’interno dell’officina Amat, doveogni giorno arrivano decine di mezzi in ripara-zione e il numero di meccanici specializzati nonè sufficiente. «Ho conseguito il diploma di mec-canico autoriparatore presso il Cnos/Fap – haraccontato Claudio Prestigiacomo, 23 anni, unodei nuovi meccanici tirocinanti – e l’istituto miha scelto per un tirocinio di specializzazione disei mesi presso l’azienda Amat. In questo perio-do sarò sempre affiancato dal personale esperto,per imparare il più possibile. Naturalmente sonoqui anche per dare il mio aiuto».

Il sogno resta quello di una possibile assun-zione, che per adesso non è in previsione. «Negli

insieme 45dalle case salesiane insieme

l’oratorio. Giugno è il mese del Grest, nella pri-ma settimana si è svolta la prima olimpiade deiquartieri Albergheria e Capo nello spazio anti-stante la chiesa di San Saverio. È stato un modocon il quale i ragazzi si sono riappropriati, pur seper poche ore, di alcuni spazi abbandonati a sestessi e che sono entrati nel dimenticatoio del-l’amministrazione locale. La vittoria finale è an-data ancora una volta alla folta rappresentanzadell’oratorio, circa 40 i partecipanti che si sonoimposti nelle diverse discipline in quasi tutte lecategorie. Si è gareggiato nella corsa veloce, nelsalto in lungo e nel lancio del peso. Il 21 giugnoè iniziato ufficialmente il Grest 2008 nel pome-riggio sfilata per le strade del quartiere, celebra-zione eucaristica ed al termine gelato per tutti.Alla sera con inizio alle ore 21,30 “la grande not-te”, giochi a luna park, discoteca sotto le stelleed a seguire tornei sportivi di volley 3 contro 3 ecalcio 3 contro 3. Il tutto si è concluso intornoalle 3 del mattino. La manifestazione ha avuto undiscreto successo ed era collegata ad altri eventisimilari che hanno animato il quartiere dell’Al-bergheria, tanto da richiamare l’attenzione dellaRAI regione che ha inviato sul posto una troupe.Ed ora spazio all’estate salesiana: Grest, GrestGiovani e campeggi.

DDoonn GGiioovvaannnnii DD’’AAnnddrreeaa

Palermo-S. Chiara: Torneo di calcio - premiazione.

della Confraternita del SS. Crocifisso alla Pinta,che ha sede nella limitrofa parrocchia di SanGiuseppe Cafasso, e come sottolinea il parroccoDon Silvio Sgrò “è un modo per abbattere lebarriere del proprio orticello per vivere meglio ilterritorio del quartiere”. Il 28 maggio si è con-cluso il torneo di calcio a 5 “Memorial don Roc-co Rindone”. 8 squadre partecipanti con gioca-tori dai 16 anni in su. È stato bello vedere parte-cipare alcuni dei ragazzi che ai tempi in cui donRocco operava a Santa Chiara erano oratorianied oggi sono genitori ed i loro figli frequentano

Palermo-S. Chiara: Inizio del Grest 2008, i grestinisfilano per le strade del quartiere.

Palermo-S. Chiara: “La grande notte”.

insieme46

Durante l’ultima parte dell’anno scolastico,presso l’Istituto “Don Bosco Ranchibile” abbia-mo allestito due spettacoli teatrali a cui hannopreso parte, rispettivamente, i ragazzi del labora-torio teatrale del Liceo e i ragazzi della scuolamedia: si tratta delle Eumenidi di Eschilo e di Pi-pino il Breve di Tony Cucchiara.

EEuummeenniiddiiGiorno 8 maggio, alle 21.00, presso il teatro

del “Don Bosco Ranchibile” di Palermo è anda-to in scena lo spettacolo del nostro laboratorio diteatro, Le Eumenidi di Eschilo.

Il nostro laboratorio, ispirato al pensiero diDon Bosco, vede nell’attività teatrale un momen-to di interazione e di aggregazione fondamenta-le per i giovani e, nel corso dell’anno, si è occu-pato di ogni aspetto dell’allestimento scenico: in-fatti sono stati i ragazzi stessi che, guidati dai re-sponsabili, hanno curato non solo la recitazione,ma anche la scelta dei costumi, il trucco e la sce-nografia, per buona parte realizzata dagli allievidel laboratorio grafico e scenotecnico, che costi-tuisce un altro aspetto del nostro laboratorio.

Le nostre Eumenidi sono state messe in sce-na da Gianpaolo Bellanca che con grande com-petenza e senso scenico ha diretto gli allievi chehanno partecipato al laboratorio teatrale: si trat-ta di una trentina di ragazzi appartenenti a classidal primo al quinto anno di liceo di tutti e tre gliindirizzi, classico, scientifico ed economico, chehanno dimostrato, nel corso dell’esperienza, unottimo grado di interazione reciproca.

La storia delle Eumenidi di Eschilo (unicatrilogia della classicità greca a noi pervenuta perintero) è quella del prode Oreste che, per vendi-care la morte del padre, ha ucciso a sua volta lamadre Clitemestra e, inseguito dalle Furie, ani-maleschi demoni della vendetta aizzati contro ilgiovane proprio dal fantasma della madre si recaad Atene alla ricerca del giudizio di Pallade Ate-na. La déa, protettrice della città, istituisce untribunale costituito da uomini, l’Areopago, cheassolve Oreste dall’accusa di matricidio mentrele Furie, ammansite da Atena, vengono tramuta-te in Eumenidi, divinità benevole e propizie.

insieme dalle case salesiane

AAppppuunnttaammeennttii mmuussiiccaallii,, tteeaattrraallii eecciinneemmaattooggrraaffiiccii aallll’’AArreennaa SSaavviioo

Cari amicivi segnalo l’apertura dell’AARREENNAA SSAAVVIIOO

22000088 con appuntamenti musicali, teatrali e, dametà luglio, anche cinematografici.

In basso, la locandina degli appuntamentiteatrali a partire da:

DDuu’’ ppaazzzzii iinn vvaaccaannzzaa, commedia di R. e C.Maurici, regia Antonio Stivala della compagnia“Il nuovo Carrozzone” di Catania in program-mazione sabato 5 luglio alle ore 21.00.

Seguirà domenica 6: Compagnia Teatrale“Dietro le quinte” (Milazzo): AAssssaassssiinnaattee llaa zzii--tteellllaa, commedia in 3 atti di Giancarlo Pardini,regia David Amalfa.

Un caro saluto.

DDoonn GGiiaannnnii LLoo GGrraannddee

MMEESSSSIINNAA -- SS.. DDOOMM.. SSAAVVIIOO PPAALLEERRMMOO -- RRAANNCCHHIIBBIILLEE

insieme 47dalle case salesiane insieme

Nel corso della nostra attività abbiamo cer-cato di curare anche gli aspetti ‘filologici’ del te-sto rappresentato, per cui, fra le battute degli at-tori, alcune sono state recitate in greco antico enella forma metrica originale, il trimetro giambi-co, così da far percepire agli spettatori l’effettoche esse sortivano in occasione delle rappresenta-zioni originarie, eseguite nella Grecia di Eschilo.

Anche le musiche, tutte originali, sono statecomposte per lo spettacolo dal maestro DanieleMosca, e alcune di esse sono state eseguite da unviolino e da un flauto traverso suonati in scenada due degli attori.

Il nostro allestimento, essenzialmente fedeleal testo originale di Eschilo, si è focalizzato so-prattutto sulla rappresentazione del carattereanimalesco delle Furie, così da evidenziare il le-game che esiste fra vendetta e ferinità. Abbiamoanche inserito un’attualizzazione al termine del-lo spettacolo, scritta da noi, che voleva costituireun momento di riflessione: la fondazione del-l’Areopago rappresenta la nascita della giustiziaumana. Non saranno più gli dèi a giudicare, magli uomini. Abbiamo così voluto rendere omag-gio a tutti quegli uomini – giudici e non solo –che hanno creduto nella giustizia a tal punto dadare la vita per essa.

Col nostro spettacolo siamo stati ammessi al-la XIV edizione del Festival del Teatro Classicoper giovani, organizzata dall’Istituto Nazionaledel Dramma Antico (Inda), che ha luogo ognianno dal 7 al 31 maggio a Palazzolo Acreide (Sr).

Così, la mattina del 14 maggio, abbiamo avutol’opportunità di esibirci coi nostri ragazzi pressoil teatro greco di Palazzolo: è stata un’esperienzaestremamente emozionante, che ci ha dato mododi recitare le Eumenidi proprio in quegli spaziscenici per cui era stato concepito, costituendouna sfida per i nostri allievi che hanno saputo vi-vere e far respirare al pubblico l’atmosfera e tut-te le suggestioni che il testo classico porta con sé.

PPiippiinnoo iill BBrreevveeIl 24 maggio, in occasione della festa di Ma-

ria Ausiliatrice, i ragazzi della scuola media delnostro Istituto hanno messo in scena il musicaldi Tony Cucchiara Pipino il Breve, diretti dalmaestro Daniele Mosca che ha lavorato con loroper tutto l’anno curando non solo le parti coralima anche la recitazione dei giovanissimi attori.

La storia, rigorosamente narrata e cantata indialetto siciliano, si svolge in epoca medievale al-la corte dei re di Francia e narra del matrimoniocombinato fra il vecchio re Pipino il Breve e laprincipessa d’Ungheria Berta la Piedona che,dopo una serie di equivoci e peripezie, condurràalla nascita del futuro imperatore Carlo Magno.

Oltre alle difficoltà logistiche della gestionedi una cinquantina di ragazzi della scuola mediasul palco, la sfida principale, a cui il maestro Mo-sca ha saputo rispondere con estrema bravura, èstata quella di far recitare i nostri allievi in sicilia-no, una ‘lingua’ che – come essi stessi non hannoavuto timore ad ammettere – riusciva loro piùcomplessa del francese e dell’inglese! Anche le

Palermo-Ranchibile: Regista e aiuto-regista,G. Bellanca e M. Leone, al termine delle “Eumenidi”.

Palazzolo Acreide (SR): Oreste (G. Montalbano) e leFurie in una scena delle “Eumenidi”.

insieme48 insieme dalle case salesiane

parti corali, eseguite tutte dal vivo dai ragazzisulle splendide note della musica di Tony Cuc-chiara, sono state cantate in siciliano. Il risultatoè stato un lavoro delizioso, divertente e moltoben curato in ogni particolare, dai costumi (tuttiabiti che riproducevano costumi medievali) allascenografia, dai movimenti scenici ai canti, ese-guiti a più voci dai bravissimi allievi della coraledel maestro. Molto in gamba anche tutti gli atto-ri, in particolar modo il re Pipino che, alla giova-nissima età di dieci anni, ha dovuto cimentarsicon la parte dell’anziano sovrano, riproducendo-ne con intuito e abilità le posture e i movimenti.

La forza di aggregazione del linguaggio tea-trale e l’impegno e l’entusiasmo dei ragazzi sonostati gli ingredienti e la ricompensa più bella diun lavoro estenuante ma senza dubbio arric-chente e fonte di grandi gratificazioni.

GGiioorrnnaattee ddeeggllii SSttuuddeennttiiIl 28, 29 e 30 aprile 2008, presso il nostro

Istituto hanno avuto luogo le Giornate degli stu-denti, un ciclo di attività suddivise in tre giorni acui hanno preso parte tutti gli allievi del triennio,organizzate e gestite dai rappresentanti di Istitu-to e da un’equipe di ragazzi. Il tema delle giorna-te è stato “A ciascuno il suo: il ruolo e la cittadi-nanza attiva”, tema che mirava ad individuarecosa significa per i nostri adolescenti ricoprireun ruolo da protagonista all’interno della societàe quali sono i diversi ruoli che quest’ultima cipropone.

Ciascuna delle tre giornate è stata suddivisanel modo seguente: dalle 8.30 alle 11.00 i ragaz-zi si radunavano in teatro e si incontravano conalcuni relatori avendo anche la possibilità di in-teragire con loro, rispettivamente i rappresen-tanti dell’associazione per disabili Movodi il pri-mo giorno, i responsabili del gruppo MalamMourna che lavora nel Niger il secondo giorno,padre Alfio Spampanato il terzo giorno. Nellaseconda parte della mattinata, invece, i ragazzi sirecavano nei cortili fino all’ora di pranzo dove sisvolgevano campionati di calcio e pallavolo, gio-chi senza frontiere, caccia al tesoro, fiera del dol-ce e vendite di prodotti del commercio equo esolidale.

L’associazione Movodi, ospite del primogiorno, si dedica ad attività che danno l’opportu-nità a giovani affetti da diverse forme di disabili-tà fisica di integrarsi all’interno della società cer-cando di ridurre le barriere e gli ostacoli: ascol-tando il racconto di alcuni di questi giovani, i no-stri allievi hanno avuto la possibilità di percepireil contrasto fra quella che è l’esperienza di vitache essi narravano e i modelli che vengono loroproposti dalla società e dai canali mediatici, tut-ti tesi ad individuare alti standard di perfezionee bellezza fisica cui conformarsi.

Il gruppo missionario Malam Mourna, inve-ce, (lett. “Il Dio della gioia”) ha costruito in Ni-ger scuole, lebbrosari e centri di accoglienza in

Palermo-Ranchibile: Pipino (E. Del Castillo) e alcunedame di corte in una scena di “Pipino il Breve”.

Palermo-Ranchibile: Il direttore Don P. Fichera ringra-zia al termine di “Pipino il Breve” della Scuola Media.

insieme 49dalle case salesiane insieme

CCAATTAANNIIAA -- CCIIBBAALLII

««SSeerraattaa ssoottttoo llee sstteellllee»» ppeerr cchhiiuuddeerreell’’aannnnoo iinn bbeelllleezzzzaa

Gran «Serata sotto le stelle» ai Salesiani diCibali, come ormai tradizione alla conclusionedell’anno scolastico del S. Francesco di Sales. Laconduzione è stata affidata a Ruggero Sardo, im-peccabile presentatore nonché exallievo dell’isti-tuto. La “Serata sotto le stelle” è un momentosempre molto atteso da tutte le componenti del-l’istituto: dai Salesiani che fanno rivivere quelclima di gioia e di festa fortemente voluto dal lo-ro fondatore don Bosco; dai ragazzi, piccoli egrandi, che si esibiscono con spettacolari nume-ri di danza, musica e cabaret; dai professori, checondividono con i lori allievi non solo l’insegna-mento, ma la gioia dello stare insieme; dai geni-tori che si sentono di stare in famiglia. La serata,dopo il saluto del direttore don Paolo Caltabia-no, ha vissuto momenti di grande partecipazionecon balletti dei ragazzi delle elementari, musichedei liceali, cantanti in erba, premiazioni sportivee di laboratorio artistico. Tra le esibizioni più ca-ratteristiche quella della “Cordata Italiana” cheha visto protagonisti il direttore don Caltabiano,l’economo don Alfio Bruno, don Enzo Volpecon la collaborazione del dott. Scuderi, che si so-no esibiti con una bella interpretazione dal vivodi una canzone dei Pooh, Pensiero”.

DDoonn AAllffiioo BBrruunnoo

Fonte [La Sicilia, Catania 16 giugno 2008]

cui lavorano non solo religiosi ma anche volon-tari laici che, con impegno e dedizione, cercanodi promuovere la dignità umana in un territoriodifficilissimo e spesso ostile.

Infine padre Alfio Spampanato, ex-cappella-no del carcere di massima sicurezza di Catania,ha raccontato ai nostri allievi la sua esperienzacoi giovani carcerati che ha incontrato durantegli anni del suo mandato, evidenziando come lo-ro, i ragazzi del nostro Istituto, hanno a disposi-zioni strumenti umani e culturali che li rendonopienamente in grado di assumere un ruolo daprotagonisti positivi all’interno della società: ilcristiano deve essere una persona forte e corag-giosa, aperta e pronta ad assumersi anche sco-mode responsabilità. Quest’ultimo incontro hacolpito maggiormente i nostri allievi che, congrande interesse hanno posto numerose doman-de a padre Alfio, il quale con straordinaria sim-patia e grande carisma, ha intavolatati una lungadiscussione con loro.

Anche quest’anno le Giornate degli studenti,concesse agli allievi dal direttore dell’Istitutodon Paolo Fichera, hanno rappresentato per i

Palermo-Ranchibile: I ragazzi del triennio inoccasione delle “Giornate degli studenti”.

nostri giovani non solo un modo per sospenderele lezioni per qualche giorno, ma soprattuttol’occasione per suscitare in essi una riflessionepiù ampia su temi scelti da loro, di alto interessesociale, che dovrebbe condurli ad essere non piùcomparse – come spesso accade- bensì protago-nisti delle loro esistenze, individuando il proprioruolo e i propri compiti all’interno di una socie-tà che spesso sembra emarginarli, proponendoseri modelli alternativi di comportamento.

MMyyrriiaamm LLeeoonnee

insieme50

Guardando altrove

CCrriissttoo ssoocciioo nneell ppaattttoo ccoonniiuuggaalleeIII Simposio – Troina, 25-27 aprile 2008

In collaborazione con l’Università di Roma“Sapienza”, l’Università Pontificia Salesiana diRoma, la Facoltà Teologica di Sicilia con sede aPalermo, il Centro Italiano di Psicoterapia Psi-coanalitica per l’infanzia e l’Adolescenza di Bo-logna, l’Associazione “Alma Salus” di Roma e ilCentro Regionale di Pastorale Familiare (CESI)con il patrocinio dell’Assessorato della Famiglia,delle Politiche Sociali e delle Autonomie, il IIISimposio (Troina, 25-27 aprile 2008) vuole offri-re una visione spirituale, educativa e psicologicasulle contraddizioni, sulle solitudini e sul disagioche deve affrontare la famiglia odierna.

Il tema rientra nelle prospettive che da oltre50 anni l’Oasi ha fatto proprie, cercando di veni-re incontro alla persona e alla famiglia, offrendoquelle soluzioni che le varie competenze oggimettono a disposizione. Se il II Simposio è statopensato per affrontare il tema della sofferenza vi-sta come limite e come valore, nella visione dellapersona costantemente aperta al trascendente, ilIII Simposio considera la famiglia in rapporto al-le diverse difficoltà e problematiche relazionali,educative, spirituali, nonché a quelle fisiche epsicologiche dei diversi membri.

In ogni intervento il Relatore evidenzierà ilmodo e le attenzioni con cui il medico, lo psico-logo, il genitore sono chiamati ad interagire a ser-vizio della centralità e della dignità della famigliaconsiderata in qualunque contesto, oggi più chemai segnato da una profonda solitudine parenta-le, amicale, sociale e istituzionale. Il clima di “la-boratorio” che il Simposio intende mantenereimpegna i Relatori ad offrire riflessioni che fac-ciano il punto sulla situazione e ad aprire un di-battito impegnativo. Anche per questo sarannopresentate testimonianze esperienziali di famigliee di operatori coinvolti nel lavoro di sostegno, ac-compagnamento e cura di coloro che affrontanodifficoltà legate alla disabilità, e non solo.

Le testimonianze saranno reperite tra le di-verse attività dell’Oasi, centro ormai di riferi-

mento per il lavoro medico, psicologico, riabili-tativo ed educativo svolto con le persone piùsvantaggiate e con le loro famiglie. Il dibattitodeve coinvolgere i presenti in modo che dalleconvergenze tra scienza (relazioni-comunicazio-ni) ed esperienza (testimonianze) possano essereindividuate soluzioni, proposte e iniziative chevalorizzino la centralità della famiglia in una so-cietà che oggi più che mai si trova in una situa-zione sempre più confusa.

Il Simposio – attuato in collaborazione con ilCentro Regionale di Pastorale Familiare dellaCESi – è aperto a tutti coloro che operano in am-bito formativo, educativo e riabilitativo a servi-zio della famiglia.

insieme guardando altrove

insieme 51guardando altrove insieme

FFiiaatt ccoonn ii SSaalleessiiaannii ppeerr ffoorrmmaarree tteeccnniiccii

Fiat Group mette una mano sul cuore e l'al-tra al portafoglio e, con un investimento di duemilioni di euro, si prepara a formare per poi as-sorbire nella propria rete ufficiale almeno 250giovani, che ogni anno usciranno dai centri diformazione professionale dei Salesiani.

L'accordo è stato siglato ieri a Roma dal vicepresidente Fiat delegato al Customer Relation-ship Mauro Veglia e da Don Mario Tonini, Pre-sidente dei Centri di Formazione professionaledei Salesiani Cnos Fap (Centro Nazionale Ope-re Salesiane - Formazione Aggiornamento Pro-fessionale). L'accordo prevede il potenziamentodelle 14 sedi salesiane già provviste di un labora-torio automotive e la creazione di un polo perl'assistenza alle auto in altre 9 sedi salesiane intutta Italia; la fornitura di 46 auto didattiche diultima generazione; divise macchinari softwareper la riparazioni e ricambi, tutto a marchio Fiat,Lancia o Alfa Romeo. In più la sicurezza di unimpiego futuro presso un concessionario ufficia-le. L'accordo dovrebbe estendersi a Paesi impor-tanti come India Cina e Paesi dell'America Lati-na dove Fiat ha stabilimenti e Don Bosco hacreato i suoi centri. Si tratta di un'opportunitàconcreta di lavoro per ragazzi spesso "salvati"dalla strada dai padri salesiani, e di risorse uma-ne preziose per il gruppo Fiat che ha bisogno cir-ca di 500 autoriparatori ogni anno per la sua re-te di concessionari, che allavendita affiancano l'assisten-za. «È l'assistenza è un servi-zio essenziale che fidelizzadel cliente» spiega Veglia checontinua: «l'elettronica deinuovi modelli ha bisogno ditecnici aggiornati e specializ-zati, che sappiano interventi-re su centraline e macchinari,capaci di lavorare coi compu-ter, e meno di incudine emartello». «Da qui l'interesseper l'opera dei Salesiani. InItalia – conclude Veglia – cisono tanti ingegneri elettro-nici, ma sono sempre di me-no gli autoriparatori».

Il mercato di questi tecnici è particolarmen-te concorrenziale: «Un nostro operaio o autori-paratore, che viene formato a Torino e entra nelcuore della catena autoriparativa – spiega a mar-gine dell'incontro Vito Matera, ingegnere tecni-co del gruppo - è pagato a peso d'oro dalle Casestraniere». Quindi oltre alla penuria di meccani-ci si aggiunge la diaspora dei migliori. L'accordoche partirà a settembre e prevede dei corsi trien-nali, potrebbe portare nel circuito Fiat ben 240autoriparatori (tanti ne possono offrire ogni an-no i Salesiani) già dal 2009 grazie a un "minima-ster", seguito da uno stage aziendale per i neodi-plomati dell'anno scorso.

FFrraanncceessccoo PPaarraavvaattii

Fonte [Il Sole 24 ore, Roma 30 maggio 2008]

BBeenneeddiizziioonnee ddeeii nnuuoovvii llooccaallii ddeellllaa sseeddee““LLiibbrreerriiaa EEddiittrriiccee VVaattiiccaannaa””

Giovedì 13 dicembre 2007 alle ore 13, pres-so la “Libreria Editrice Vaticana”, Sua Eminen-za il Cardinale Tarcisio Bertone (Segretario diStato di Sua Santità), ha benedetto i nuovi localidella sede. Lo hanno reso noto il Presidente delConsiglio di Amministrazione Mons. GiuseppeAntonio Scotti ed il Direttore della Libreria Edi-trice Vaticana Prof. don Giuseppe Costa.

Città del Vaticano: Don G. Costa e il Card. T. Bertone.

insieme52

GGiioorrnnaattaa ddiioocceessaannaa ddeeii rraaggaazzzziimmiissssiioonnaarrii ppeerr eedduuccaarree ii ggiioovvaannii

aallllaa ssoolliiddaarriieettàà

Avrà luogo domani al seminario arcivescovi-le, a cura dell’Ufficio diocesano per l’animazionemissionaria, diretto dal can. Deodato Mamma-na, e del Movimento giovanile missionario, laGiornata diocesana dei ragazzi missionari dal te-ma “Ragazzi missionari in tutto il mondo” lan-ciato per quest’anno dalla Pontificia Opera del-l’Infanzia missionaria (Poim).

Alle 9, dopo l’accoglienza, si svolgerannogiochi e canti che si concluderanno con la messanella III domenica di Pasqua celebrata nellachiesa “Regina Apostolorum” dall’arcivescovomons. Salvatore Gristina. Dopo il pranzo a sac-co e la fiera del dolce, inizieranno i laboratori“Giramondo”. Alle 17.30, è prevista la conclu-sione della giornata con i saluti. I ragazzi, testi-moniando la gioia dell’amicizia con Gesù, posso-no essere un segno in mezzo ai loro amici, cometante piccole luci. La Poim si propone, infatti, dieducare i bambini e i ragazzi dai 12 ai 14 anni acrescere con uno spirito di apertura al mondo edi attenzione alle difficoltà dei loro coetaneisvantaggiati.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte [La Sicilia, Catania 5 aprile 2008]

II 3355 aannnnii ddii vviittaa ddeell nnoottiizziiaarriioo ssaalleessiiaannoo««IInnssiieemmee»»

Ha compiuto i trentacinque anni di vita la ri-vista «Insieme», notiziario dell’Ispettoria salesia-na di Sicilia Come ha sottolineato nell’editorialeil direttore responsabile, don Felice Bongiorno«tutti possiamo essere compiaciuti di questa re-altà che continua con sempre più rinnovato inte-resse a testimoniare l’attività operativa e spiritua-le della vita salesiana». Del consiglio di redazio-ne di questa rivista fanno parte anche don Gae-tano Urso e don Giuseppe Falzone. Quest’ulti-mo spiega «che la scelta cadde sul titolo Insieme,perché suggeriva l’idea di pluralità di molti e diconvergenza di tutti verso un’obiettivo comuneda perseguire in unità di intenti». Nel numero,«135», che sta raggiungendo tutte le Case della

congregazione di Don Bosco, ci sono anche unmessaggio del rettor maggiore, don Pascual Cha-vez Villanueva, una «lettera» dell’ispettore, donLuigi Perrelli, una documentazione sul «capito-lo generale 26», nonché numerosi articoli di for-mazione, comunicazione sociale, pastorale gio-vanile, frammenti di memoria della famiglia sale-siana e tanta cronaca sulle attività.

AAggaattiinnoo ZZiizzzzoo

Fonte [La Sicilia, Catania 12 aprile 2008]

IInnaauugguurraazziioonnee ddeellll’’OOppeerraa ““IIll ssooggnnoo ddeeiinnoovvee aannnnii ddii DDoonn BBoossccoo”” aa RRaaggaallnnaa

Domenica 4 maggio alle ore 18, si è svolta aRagalna presso la Comunità della Chiesa “SanGiovanni Bosco”, l’inaugurazione dell’Opera “Ilsogno dei nove anni di Don Bosco”.

Quest’opera è stata realizzata in pietra lavicaceramicata dal Maestro Barbaro Messina.

insieme brevemente

Brevemente

insieme 53da ricordare insieme

LLaa ssccoommppaarrssaa ddii ddoonn BBiiaaggiioo VVeellllaaUUnn aappoossttoolloo ddeellll’’oorraattoorriioo

A qualche gior-no di distanza dallascomparsa di donGozzo, è morto do-po una lunga infer-mità, don BiagioVella, un altro esem-plare discepolo diDon Bosco che haoperato a Catania aservizio della gio-ventù disagiata do-nando speranza, co-raggio e gioia di vi-vere a tanti ragazzi “difficili” dei quartieri pove-ri e popolari. Chi ha avuto la fortuna di aver co-nosciuto questo sacerdote salesiano, intelligentee tenace, dalla volontà di ferro e dal caratteresimpatico ed affascinante, ne ha apprezzato lestraordinarie doti pastorali e pedagogiche di pre-te, di consacrato, di insegnante e di educatore,instancabile e coerente, del cuore e della mentedi centinaia e centinaia di giovani bisognevoli diamore e di aiuto spirituale e materiale.

Don Biagio era nato a Caltanissetta il 2 gen-naio 1922 e da adolescente aveva frequentato aPalermo l’oratorio del collegio salesiano di San-ta Chiara, alla scuola di don Livatino che lo pre-parò agli studi liceali e a seguire la vocazione cheera nata in quello “storico” cortile.

Dopo il noviziato, emise la prima professio-ne la vigilia dell’Immacolata del 1941 pressol’Istituto S. Cuore di S. Gregorio di Catania, do-ve si trovava per gli studi di formazione. Conse-guì la maturità classica nel 1948 nel Liceo DonBosco di Palermo e le licenze in Teologia e SacraScrittura nei pontifici atenei romani. Fu ordina-to presbitero nella festa di s. Euplio del 1951, aCatania, durante le celebrazioni centenarie agati-ne dall’arcivescovo coadiutore mons. GuidoLuigi Bentivoglio.

Da ricordare

SSaalleessiiaannii aa lluuttttoo:: LLaa mmoorrttee ddiiddoonn GGoozzzzoo eedduuccaattoorree ee ssaacceerrddoottee

Ha suscitato commo-zione tra i salesiani diSicilia, e in modo par-ticolare di Catania, lamorte di don SantoGozzo, figura esem-plare di consacrato, disacerdote e di educa-tore.Nato a Floridia nel‘21, frequentò dabambino l’oratorio

salesiano in cui nacque presto la vocazione al sa-cerdozio e all’apostolato salesiano. Nel 1932 en-trò nel Collegio “S. Giuseppe” di Pedara, conti-nuando gli studi di formazione all’Istituto “S.Cuore” di S. Gregorio di Catania e fu ordinatopresbitero nel ‘46 a Catania dall’arcivescovoCarmelo Patanè. Laureatosi in Matematica e fisi-ca nel 1951 nell’Università di Palermo e abilita-tosi dieci anni dopo, si dedicò con passione edintelligenza all’insegnamento rendendo amabileuna materia scolastica notoriamente ostica. Do-po aver lasciato l’insegnamento (per tanti anniinsegnò Matematica e Fisica al liceo Don Boscodell’istituto S. Francesco di Sales di Cibali), donGozzo si dedicò a tempo pieno alla cura pastora-le del popolo di Dio con le confessioni e la gui-da spirituale. Ritiratosi per motivi di salute nellacasa di Pedara, ha trascorso gli ultimi anni dellasua opera vita nella preghiera e nel dispensare ilperdono di Dio a tanti fratelli che ricorrevano alsuo cuore sacerdotale.

I funerali sono stati celebrati ieri nella chiesadell’istituto salesiano di Pedara dal vicario ispet-toriale don Antonino Schilirò Rubino, in assenzadell’ispettore impegnato a Roma nel capitolo ge-nerale, assieme a tanti sacerdoti salesiani prove-nienti da ogni parte della Sicilia.

AAnnttoonniinnoo BBllaannddiinnii

Fonte [La Sicilia, Catania 5 aprile 2008]

insieme54

L’obbedienza lo mandò ad esercitare il mini-stero nelle case di Modica e di Randazzo e, pertanto tempo, in quelle di Catania: Madonna del-la Salette in S. Cristoforo, S. Francesco di Salesin Cibali, S. Filippo Neri in via Teatro Greco,dove in tempi diversi ebbe l’incarico di assisten-te dei liceali convittori, di insegnante di matema-tica ed anche di direttore. Dal 1977 al 2001, susua pressante richiesta, fu incaricato di curare ilglorioso oratorio dei Filippini, affidato dal beatoDusmet ai primi salesiani mandati da Don Bosconel 1885 e che rischiava definitivamente di chiu-dere. Lì rifiorirono tante iniziative di rilevantevalore aggregante e sociale, come il GREST allacolonia Don Bosco alla Plaia., i tornei di pingpong, la biblioteca per ragazzi, la s. Messa dome-nicale, ecc… Don Vella applicava, con la quoti-diana testimonianza di amico e fratello dei giova-nissimi e con il sorriso e la gioia negli occhi, ilmetodo preventivo e lo spirito salesiano di acco-glienza.

Molti a Catania lo ricordano con affetto e ri-conoscenza per l’apostolato svolto tra i reclusi,giovani ed adulti, degli istituti penali cittadini.Fu lui che con coraggio e fiducia salì sul tetto delcarcere di piazza Lanza per riportare la pace trai detenuti in rivolta. Fu lui, l’apostolo dei ragaz-zi poveri ed abbandonati, ad accompagnare nel-la qualità di cappellano dell’istituto penale di Bi-cocca una delegazione di quattro ragazzi ristret-ti per incontrare il servo di Dio Giovanni PaoloII, nell’episcopio di Catania il sabato 5 novem-bre 1994: in quell’occasione il Papa, che nonaveva potuto più visitarli in carcere, consegnò ildiscorso che aveva scritto appositamente per lo-ro: “...anche voi siete chiamati a cantare la festadella vita e della libertà e a camminare sulle viedella fraternità e dell’amore...”.

Il venerato Pontefice ricevette una lettera deiragazzi di Bicocca che regalarono al Vicario diCristo un bassorilievo in ceramica raffigurante S.Agata al Carcere, opera degli stessi giovani reclu-si. Quell’incontro memorabile con il Santo Pa-dre fu opera della grande fede di don Vella, co-nosciuto come il “prete con la lambretta” grigiache usava quotidianamente per raccogliere i ra-gazzi dalla strada per portarli in oratorio e perspostarsi da un posto all’altro della città, girandoin modo particolare per i quartieri “a rischio”

dov’era sempre accolto con simpatia e familiari-tà dagli emarginati.

La liturgia esequiale è stata celebrata nellachiesa “S. Giovanni Bosco” dal vicario ispetto-riale don Antonino Schilirò Rubino e da 40 con-fratelli. Dopo il rito, don Paolo Caltabiano, di-rettore del “S. Francesco di Sales”, ha comunica-to la commossa partecipazione dell’Ispettore im-pegnato nel 26° C.G. e di don Vittorio Costanzodal Madagascar.

Il dottor Giambattista Scidà, ex presidentedel Tribunale dei Minori, ha espresso con ispira-te parole un luminoso ricordo di don Vella, cheal congedo è stato affidato all’Ausiliatrice e alPadre e Maestro della gioventù con il canto:“Salve, Don Bosco Santo”.

AA..BB..

Fonte [Prospettive, Catania 20 aprile 2008]

LLUUCCAA SSaacc.. CCaarrmmeelloon. a Maletto (CT) il1° dicembre 1923;prof. a S. Gregoriol’8 dicembre 1939;sac. ad Acireale il 25luglio 1948; † a Pe-dara il 26 maggio2008. Sepolto a Pe-dara.

Il 15 settembre del1934 era entrato nel-la casa di Pedara e vi

aveva frequentato il corso ginnasiale. Nel 1938passò a S. Gregorio per il noviziato. Dopo laprofessione rimase nella stessa casa a studiare fi-losofia e nel 1942 andò tirocinante a Palermo-S.Chiara, Trapani e Caltagirone. Studiò teologiatra Pedara e Catania. Ordinato, dopo un anno aModica, fu mandato al Savio di Messina: inse-gnante, assistente e infermiere. Passerà parec-chie case, quasi sempre, aiuto parroco, economoe cappellano delle FMA: Caltanissetta, Salette,Nesima, Riesi, Giostra, S. Agata di Militello, Ge-la, Zafferana, Barriera e infine a Cibali dove sta-rà, eccetto tre anni, dal 1974 fino alla fine. Negli

insieme da ricordare

insieme 55da ricordare insieme

MMoommeennttii ddii ggiiooiiaa......

Giorno 25 aprile abbiamo celebrato la Festadell’Ispettoria, altri faranno lunghi resoconti, ame preme solo ricordarvi una frase di Don Bo-sco. Ad un salesiano che diceva: “Se non mi fos-si fatto salesiano, mi sarei fatto gesuita”, DonBosco disse: “Se non ti fossi fatto salesiano, ti sa-resti fatto salesiano”.

Facciamo ancora memoria dei parenti defun-ti dei nostri confratelli: il fratello del Sig. MarioLenza; la mamma di Don Zappalà; la mamma diDon Buccellato la Signora Ernesta Apostolato; ilcognato di Don Giuseppe Caputo il Signor Sal-vatore Cavallaio; il fratello di Don Giorgio Sel-vaggio; la mamma di Don Angelo Grasso.

anni ‘80 ebbe un gravissimo incidente dal quale,salvato quasi miracolosamente, con grande faticasi riprese.

Don Carmelo era un fervente diffusore delladevozione alla Madonna; era orgoglioso d’essereun figlio di Don Bosco e santamente geloso diquanto attiene allo spirito salesiano. Lo ringra-ziamo per il suo entusiasmo salesiano e missiona-rio. Pensava ai “suoi” missionari con la preghie-ra e, per quanto poteva e i benefattori gli consen-tivano, con la sua generosità di offerte. Una ric-ca rete di corrispondenza gli permetteva di con-tinuare il suo apostolato.

Quattro ordinazioni sacerdotali (da un pezzonon se ne vedevano tante): comincia Don Dome-nico Saraniti il 10 maggio, continuano gli altriDon Giuseppe Favaccio, Don Pasquale Sanzo,Don Luigi Calapaj. Se aggiungiamo Don AurelioDi Quattro, anticipata di qualche mese, ma fa-cente parte di questo gruppo allora si che possia-mo suonare le trombe e i corni, gridare e canta-re l’Alleluia al Signore mentre facciamo loro gliauguri di ogni bene. E non Basta.

Giorno 14 giugno avremo le ordinazioni dia-conali: Luvarà Domenico, Sciacchitano Vincen-zo insieme ad Odon e Jean Venance del Madga-scar e Giampaolo Roma della Meridionale.

È un passo molto importante che li avvicinaancor più alla meta. Auguri.

Giorno 1 giugno quattro baldi giovanotti, at-torniati da parenti e amici, in un clima di festa edi santo entusiasmo, hanno presentato la do-manda per essere ammessi al noviziato per l’an-no 2008-09.

Essi sono: Aiello Marco da Palermo, Mu-scherà Domenico da Messina, Nicolosi France-sco da Pedara, Orlando Angelo da Trapani.(Nello scrivere questo elenco con la città di pro-venienza mi passava nella memoria altri elenchi:la disfida di Barletta: nome, cognome e città; lacorsa nel film Ben Hur: nome,cognome e città:insomma lottatori, eroi). Siano i nostri quattroaltrettanti lottatori nelle battaglie del Signorenelle file salesiane. Glielo auguriamo di cuore.

Zafferana Etnea (CT): Momenti della Festa dell’Ispettoria.

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Dobbiamo fare gli auguri e dare il benvenu-to nella nostra ispettoria a tre confratelli per iquali la nostra ispettoria diventa anche la loro:per uno per sempre e per gli altri speriamo permolti anni.

DDoonn SSaavvaarriimmuutthhuu AArroocc--kkiiaamm (nome e cognome)è nato a Vakkampatti il24 maggio 1980.Ha fatto il noviziato e laprima professione aMangalam il 24 maggio1999.

Ha fatto la professione perpetua il 24 maggio2007. Che la Sicilia, sua patria di adozione, gli siaospitale e generosa nel ricompensare il suo sacri-ficio. Auguri

DDoonn PPhhiilloommiinnrraajj PPeetteerr GGnnaannaasshheekkaarr,, nato il4 novembre 1965 a Gnangalpattu, India, del-l’Ispettoria di Triky, direttore della casa di Coim-batore, viene nella nostra ispettoria per lavorarea S. Chiara con i Tamil e con i gruppi anglofoniin sostituzione di Don Edward Xavier, rientratoin India. Per adesso resta indiano di nazionalitàe di ispettoria, ma speriamo che la Sicilia glipiaccia e possa almeno domani cambiare l’ispet-toria e magari in seguito acquisire la nazionalitàitaliana.

Dalla Polonia arriva DDoonn TToommaasszz BBllookk,, eco-nomo nella casa di Szczecin, perché si prendacura dei numerosi cittadini polacchi presentinella città di Catania e nella provincia.

insieme da ricordare

Don Tomasz è nato a Wejherowo il 19 aprile1969. Ha studiato teologia all’Istituto Interna-zionale di Torino e le Scienze dell’educazione alUPS di Roma. È stato ordinato sacerdote il 27gennaio 1998. Anche per lui un augurio di pro-ficuo lavoro.

Ecco la lista di quelli che il primo maggiohanno ricevuto Lettorato e Accolitato e i nuovidiaconi del 14 giugno, facendo loro tanti auguri.

LLiissttaa ddeeii mmiinniisstteerrii lleettttoorraattoo 11 mmaaggggiioo 22000088Bosco Donato (IME); Cimini Marco (IRO);

Eklou Didier Kpossi Koffi (AFO); Gebre Tades-se Annamo (AET); Mandrella Giovanni (IRO);Massimi Alessio (IRO) Ramahandrisoanjara Di-na Rodrigue (MDG); Ramaminirina Etienne Je-annot (MDG); Ratsimanohatra Bruno (MDG);Sinsin Venance Mahougnon (AFO); SolomonGebru Behre (AET); Thomas Banta Husen(AET); Yigzaw Hailu Mekonnen (AET).

LLiissttaa ddeeii mmiinniisstteerrii aaccccoolliittaattoo 11 mmaaggggiioo 22000088Anfossi Michele (IME); Belo Da Costa An-

dre (ITM); Bontà Francesco (ISI); FernandezCarlos (ITM); Raimondo Giuseppe (ISI); ZefiPavlin (IME).

LLiissttaa ddeeii nnuuoovvii ddiiaaccoonnii 1144 ggiiuuggnnoo 22000088Luvarà Domenico (ISI); Rafaliarison Odon

(MDG); Ramasindroavola Jean Venance(MDG); Roma Gianpaolo (IME); SciacchitanoVincenzo (ISI).

DDoonn SSaallvvaattoorree SSppiittaalleeSegretario ispettoriale

Zafferana Etnea (CT): Festa dell’Ispettoria Salesiana Sicula.

Benedetto XVI inquesta Enciclica ciinsegna che lagrande Speranza,nella quale siritrovano tutte lealtre speranze checostituiscono il nostroimpegno è unasperanza «incondizionata».È la Speranza che va«oltre», quella «assoluta»,che nessuno e niente puòtoglierci, che relativizza tutto ilresto e che ha caratterizzato lavita — fino al martirio — deicredenti in Cristo.Una Speranza che è attesa diun Eterno già donato eche è il tesoropiù prezioso della vita.

«Fare la verità».Ottima scelta per tracciare

il profilo biografico di un uomo,un sacerdote salesiano pedagogista,appassionato ricercatore della verità;

un “inquietum cor” che riscontravo tantonella sempre desiderata meditazione

dei testi agostiniani, quanto nell’arricchentefrequentazione per numerosi anni

di questo grande maestro e confratello.L’inquietudine è un dono di Dio quando

riflette l’ottica della beatitudine promessaa chi ha fame e sete di giustizia e verità,

a chi scopre che «l’amore è attendere»e congiuntamente accetta

«l’ansia di un cuor sempre in rovello»(dalle sue poesie).

Ragalna (CT): “Il sogno dei nove anni di Don Bosco”, opera in pietra lavica ceramicata del Maestro B. Messina.

Zafferana Etnea (CT): Convegno “Don Bosco visto daisuoi primi successori”. Da sin. Don G. Buccellato,M. Monaco e Don L. Perrelli.

Messina-Cattedrale: Ordinazione diaconale.

Catania-Barriera: Consulta Regionale di FS.

Palazzolo Acreide (SR): Spettacolo teatraledei ragazzi di Palermo-Ranchibile.