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Notiziario trimestrale di pastorale e informazione sociale per la gente del Circo e del Luna Park MIGRANTES Roma (Ufficio pastorale Fieranti e Circensi) Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

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Notiziario trimestrale di pastorale e informazione sociale per la gente del Circo e del Luna Park

MIGRANTES Roma (Ufficio pastorale Fieranti e Circensi)Post

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I fratelli Errani e Ivan FredericPellegrini Knie (Foto Katja Stuppia/Circo Knie)

EDITORE:UFFICIO NAZIONALE PASTORALE

PER I FIERANTI E I CIRCENSIFondazione Migrantes

Conferenza Episcopale ItalianaVia Aurelia, 796 - 00165 ROMA

Tel. 0666179030 Fax. 0666179070Autorizzazione Tribunale Civile di RomaN. 645 del 09/12/1992 (Reg. Stampa)

DIRETTORE RESPONSABILESilvano Ridolfi

CAPO REDATTORELuciano Cantini

COORDINAMENTO REDAZIONALEDario Duranti

Hanno collaborato:R. Bech, S. Bracchi, C. Carminati, A. Chiariello,M. Colombo, C. Enzinger, A. Grasso, R. Grasso,

V. Marini, F. Marino, A. Orfei, J. E. Miquel, V. Pellino, C. Roullin, A. Serra, A. Tamburrini,

M. Tramonti, A. Vanoli

REDAZIONE AMMINISTRAZIONEE SEGRETERIA“Migrantes”

Via Aurelia, 796 - 00165 ROMATel. 06.66179025 Fax. 06.66179070

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Anno XVIII - nuova serie n. 1gennaio-marzo 2009

TrimestralePoste Italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)

art. 1, comma 2, DCB RomaAbbonamento annuo Euro 15,00

intestato a: In Cammino Circhi e Luna ParkC.C. 85439008 Via Aurelia 796 - 00165 ROMA

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REDAZIONE “IN CAMMINO”“Migrantes”

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Tutti i diritti riservati

GRAFICAMichele Bozzetti

STAMPA e FOTOCOMPOSIZIONEMediagraf s.p.a.

Stab. di Roma - SO.GRA.ROVia I. Pettinengo 39, 00159 Roma

Circhi e Luna Park IN CAMMINOpagina 1

Pag.2 Editoriale (Don Luciano Cantini)Pag.3 Tempo invertito: fieranti e circensiPag.6 Luna Park, nuova attrazione per la FieraPag.9 Convegno di AmsterdamPag.13 Carnevale al Circo MedranoPag.14 Un giorno particolare

Circhi italianiPag.16 Circo Embell Riva, la tecnologia fa spettacoloPag.18 Circo Rony Roller, sulle orme di Nonno EdoardoPag.20 Circo Cesare Togni, un’insegna amata dal pubblicoPag.22 Circo Wanet Togni, bentornato a CataniaPag.24 Circo Acquatico, la creatura di Marcello Dell’AcquaPag.26 Acquatico Bellucci, acquatico di qualitàPag.28 Circ Acquatic, in Spagna l’impero italiano dei fratelli ZoppisPag.31 Circo Americano, prestigiosa staffetta nella grande gabbiaPag.34 Circo di Praga, l’anno della svolta

RaccontiPag.37 Un capitano nella giungla, la guida che condusse Orlando Orfei

ProfiliPag.40 Ofelia e Buby, due cuori e un naso rossoPag.44 Guido Zorzan, detto il FarinellaPag.46 Il trio Sanremo, triplo salto... simpaticoPag.48 Tre grandi del cavallo, in ricordo di Alberto, Belmonte e Napoleone

NewsPag.54 Radio Circo informa

LibriPag.56 Storia del Circo, due libri arricchiscono l’editoria circense italiana

EsteroPag.58 Circo Stabile di Kiev, un tuffo nei vecchi circhi sovieticiPag.60 Cirque d’Hiver Bouglione, pioggia di Etoiles

Luna ParkPag.62 Tipi da Luna Park, analisi sociologica del pubblico delle giostrePag.64 I Giostrai? gente che fa sacrifici e vive onestamentePag.65 Massalombarda 2009, la festa del Patrono

ParchiPag.66 Scuola di Polizia, a Mirabilandia ruggiscono i motori

In ricordo diPag.71 Leda Togni

Giuseppe EspositoArturo Alegria

Pag.72 Emilio Balbarini Jarz

OMMARIO

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DITORIALEbastato, mi hanno dato l’impressio-ne di esserci conosciuti da sempre.Si potrebbe fare un’analisi psico-so-ciologia, uno studio sulla relaziona-lità in certe categorie di persone, sipotrebbero ricercare radici antro-pologiche e comportamentali, si po-trebbe fare più semplicemente del-la retorica sui valori, si potrebbe fa-re della poesia che si perda cometra le immagini di un film di Fellini.Niente di tutto questo forse è soloquestione di umanità o se vogliamodi verità.La verità non è un fatto assoluto,immutabile, asettico. La verità pas-sa sempre attraverso la soggettivitàdelle persone. E’ vero che un albe-ro rimane sempre un albero, ma sesi guarda con più attenzione potreb-be essere un arbusto un po’ cresciu-

to. Proviamo ad ascoltaretestimoni diversi di unostesso incidente stradaleper sentire versioni con-trastanti dello stesso fat-to. Sul piano sportivo, lalettura diversa della“verità” ha fatto la for-tuna di trasmissioni tele-visive e radiofoniche.La verità non è dunqueassoluta, ma relativa im-plica il mio coinvolgimen-to, la mia emotività, lamia relazione. Il bicchierepuò essere mezzo pieno o

mezzo vuoto secondo comelo si guardi.

In questi ultimi mesi ho girato unpo’: da Taranto a Udine ho attraver-sato l’Italia in tutta la sua lunghez-za, non tutto in una volta! A più ri-prese ho incontrato famiglie delParco e del Circo. Per alcuni è statoun primo incontro, per altri un ri-vedersi da non troppo tempo, peraltri è stato un rivedersi dopo moltianni, troppi. Ho trovato bimbi chenon erano più bambini e facce con isegni del tempo passato. Ma la gen-te del viaggio non si smentisce mai:dopo anni , passato l’attimo del “ri-conoscersi”, recuperate alla memo-ria le linee dei volti noti sembravache ci fossimo lasciati la settimanaprima. La stessa confidenza, lo stes-so piacere di stare insieme. Ma an-che con le persone incontrate per laprima volta, dopo quel tanto che è

Per gente che ha fatto dello spetta-colo la propria vita, che tutti giorni“gioca” con la finzione, che cosa èla verità? La faccia truccata, i lu-strini sul vestito, il sorriso accatti-vante o le scarpe infangate, le manisporche dell’impianto, la faccia ar-rabbiata per un motore che non par-te?La verità vera sta nella relazione inquello che sappiamo e vogliamo of-frire agli altri e quello che dagli al-tri ci aspettiamo, con tutti i limitiche conosciamo, le difficoltà cheogni relazione comporta. I fatti di-ventano relativi o marginali, i guainascono proprio quando facciamodei fatti un assoluto, uno ostacoloalla relazione. Faccio solo un esem-pio: l’amicizia, l’affetto, l’amore, isentimenti forti che caratterizzanorelazioni vere sono indipendenti daifatti, dalla vicinanza o dalla lonta-nanza, dalla vita o dalla morte. Sedei fatti si fa un assoluto la tragediadella perdita di una persona cara di-venta una disperazione senza fine.Credo che la gente del viaggio deb-ba andare orgogliosa della sua capa-cità di cogliere la verità nelle pro-prie relazioni, pur condizionate da-gli eventi che attraversano la vita,con la ricchezza di una umanità chela distingue capace di incontrare

con affetto un vecchio amico e dimanifestare gioia per un amiconuovo che da subito è diventato

uno vecchio.

Don Luciano

E

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empo invertito: fieranti e circensiT 

La dimensione del tempo che tuttiviviamo è legata al ritmo settimana-le: sei giorni di lavoro ed uno di ri-poso. Purtroppo questo ritmo è sta-to alterato in tantissime situazioni eper una molteplicità di persone. Lostesso l’alternarsi del giorno, cometempo dell’attività, e della notte,come tempo del recupero, è ormairiservato a pochi.Se il tempo ha la caratteristica discorrere sempre uguale, secondo icriteri della fisica così ben interpre-tati dal ritmo degli orologi, la com-prensione umana del tempo cambiasecondo le proprie situazioni e ritmi“altri”.Il filosofo francese Henri Bergson,attribuisce grande importanza aglistati di coscienza piuttosto che altempo spazializzato della fisica. PerBergson il tempo concretamentevissuto è una durata “reale” che di-pende dallo stato psichico presentedi ogni persona che porta con séquanto le proviene attraverso lamemoria e dalla novità del momen-to. Dunque c’è una continua evolu-zione della concezione del tempo,un movimento che fa parte del vis-suto.

Una specifica dimensione temporaleStando a stretto contatto con le fa-miglie dei fieranti e circensi ci èpossibile tentare una comprensioneed una analisi della dimensionetemporale di questo popolo in con-tinuo movimento. Dobbiamo peròtener conto che il movimento diquesta Gente è peculiarmente di-verso dal movimento e dal viaggiarecome ormai si è inesorabilmente ra-dicato nella società di oggi. Il conti-nuo muoversi degli uomini d’oggisembra renderli apparentementetutti simili anche se con mete diver-se, con scopi diversi, ma tutti mossidal bisogno frenetico di andare evenire, sempre più di corsa fino al-l’ingorgo e al blocco reciproco ma

sempre più convinti che la vita siaimpossibile senza muoversi.Ma soffermiamoci sul viaggiare deifieranti e circensi, un viaggiare di-verso, sconosciuto, difficilmente ri-conoscibile come tale dalla realtàche li circonda, ma che ha una suapropria dimensione. Tutta la fami-glia si sposta da un luogo all’altrosenza pensare a ritornarvi perchésemplicemente non avviene. Il luo-go di residenza è quello in cui ci sitrova, però senza radici, un luogo

provvisorio con le caratteristichedella stabilità, ma è tale solo per iltempo necessario perché tutto con-tinua nella sosta seguente. Questaimmagine ci aiuta a comprendere,almeno in parte, la sensazione che ifieranti ed i circensi hanno dellospazio e del tempo.Il loro tempo è modulato:- sulla dimensione del viaggio, dun-que in stretta relazione con lo spa-zio;- sulla dimensione del lavoro, dun-

foto di A.Tamburrini e Ufficio Stampa

Festival di Latina

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que in stretta relazione con il tem-po libero altrui;- sulla dimensione della stagionalitàed in stretta relazione con la me-teorologia ed il tempo atmosferico.

La dimensione del viaggioViaggiare non significa soltanto spo-starsi da un posto all’altro, ma benpiù: organizzare lo smontaggio, iltrasferimento e il montaggio di tut-ta l’attrezzatura necessaria, ma an-che alla famiglia con tutte le suenecessità, una volta arrivati nellanuova piazza, è richiesto un adatta-mento alla situazione nuova che si èvenuta a creare. Nel caso del LunaPark gli spostamenti sono legati adun ciclo annuale di fiere ed ogni an-no nel medesimo periodo si torna al-

lo stesso posto; ma ogni volta ilgruppo di famiglie che si forma ènuovo e la tipologia delle relazionicambia di piazza in piazza.Non sempre gli arrivi e le partenzesono sincronizzate e così si richiedeun certo adattamento nelle fasi dimontaggio e smontaggio delle attra-zioni e ritmi di tempo diverso. NelCirco è la stessa comunità che sisposta e alcuni ritmi sono ormai di-venuti abitudinari; cambia invece lalocalità di arrivo, la lunghezza delviaggio, l’adattamento alla nuovasituazione per le necessità della vi-ta familiare, dalla scuola dei figli ainegozi per fare la spesa.Il tempo del viaggio è un tempo vis-suto in modo del tutto particolarepresi da una certa frenesia del farpresto, nel contrasto dei lavori affi-dati alle donne e quelli degli uomi-ni, nell’attesa degli “imprevisti”che sono sempre dietro l’angolo. È iltempo del “non luogo” specie quan-do il viaggio è più lungo e parte delmateriale e delle persone sono an-cora nella piazza di partenza e par-te sono già arrivate.

La dimensione del lavoroFinito di viaggiare, inizia il tempodel lavoro. E come tutti i lavori cheriguardano il divertimento e lo spet-tacolo, il tempo è vissuto “rovescia-to”: si riposa quando gli altri lavora-no e si lavora nel tempo libero deglialtri. Ma c’è un’altra componenteche riguarda il tempo del lavoro deicircensi ed è quello degli animaliche vivono un proprio ritmo, così iltempo del lavoro è cadenzato dallenecessità della vita familiare, dellospettacolo e degli animali. Questacomplessità di rapporto tra diversitempi vissuti in contemporanea fa sìche si passi rapidamente da ritmicompletamente concitati a ritmi to-talmente rilassati.C’è una fase intermedia che riguar-da la preparazione dello spettacoloe l’attesa delle persone: truccarsi,cambiarsi d’abito, dare l’ultimaspolverata alle attrezzature assumele caratteristiche, nell’azione, digrande rilassatezza, ma nell’animoc’è una sorta di frenesia ed ansietàche traspare dalle piccole cose.Questo modo di vivere i diversi ritmi

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del tempo incide profondamentenon solo nell’organizzazione dellavita, questo è logico, ma anche nel-la considerazione e nella compren-sione del “valore tempo”.

La dimensione della stagionalitàC’è un altro aspetto che incide inmodo sostanziale sulla valutazione evalorizzazione del tempo ed è lastagionalità e la meteorologia. Èuna ovvietà immaginare che neltempo di pioggia ci siano maggioridifficoltà per chi vive in una roulot-te ed in spazi ristretti, rispetto a chivive in una casa di muratura, per chipassa dall’asfalto della strada allemattonelle del pavimento, piuttostoche essere costretti al fango che siforma tra una carovana e l’altra. La pioggia però, oltre a complicarela gestione della vita familiare, di-venta un ostacolo non indifferenteal lavoro: quando piove, i mestieridel luna park rimangono chiusi e glispettatori del circo calano in manie-ra vertiginosa. Se poi piove il sabato e la domenica,giorni in cui l’affluenza è maggioretanto da essere l’unico guadagnodella settimana, questo significache si è perso una settimana di la-voro.Il vento, con la sua forza, ha la ca-ratteristica di mettere in pericolo lestrutture. Quando c’è vento occorremettere in sicurezza tutti gli im-pianti e spesso per il circo significasmontare il tendone, gli animali so-no più inquieti del solito ed è ne-cessaria una maggiore presenza del-l’addestratore che rassicuri e li ten-ga tranquilli, le roulotte ballano ecigolano come non mai. Tutto que-sto mette un’inquietudine addossoper cui il significato e la valutazionedel tempo si altera completamente,il tempo scorre troppo lentamente el’ansia cresce finché tutto non siafinito.Sant’Agostino si chiedeva: “Che co-s’è dunque il tempo?”. E si rispon-deva: “Se nessuno me lo chiede, loso; se voglio spiegarlo a chi me lochiede, non lo so più”. Queste brevi note sono proprio untentativo di non risposta alla que-stione che è stata posta.

Luciano Cantini

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una Park, nuova attrazione per la Fiera

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L“Non lasciatevi attirare da altri mi-raggi, rimanete qui con noi”. L’invito rivolto dal Cardinale AngeloBagnasco ai giostrai è in realtà unaugurio di lunga vita al Luna Park diPiazzale Kennedy, che quest’annoha compiuto sessant’anni: affinchèrimanga in città, aggiunge l’arcive-scovo di Genova e Presidente dellaCEI, quello spazio in grado di ralle-grare “i piccoli e i grandi nel modobello, non volgare, familiare, puli-to”.In effetti, per questo mondo di alle-gria viaggiante, qualcosa in pentolabolle giù: non solo per mantenere latradizione natalizia del Luna Park“della Foce” (il più importante inItalia), ma anche per renderla piùallettante per chi viene da fuoriGenova. E mentre il Cardinale Bagnasco ce-lebra una Messa dedicata ai patrondelle attrazioni sulla pista degli au-toscontri, l’assessore al commerciodel Comune di Genova GianfrancoTiezzi si lascia sfuggire: “Per il pros-simo anno stiamo pensando di farcoincidere il Luna Park con un’ini-ziativa della Fiera – dice – potrebbeessere un evento di lunga durata etenere banco anche per un mese.Ne stiamo parlando sia con la Fiera,sia con gli imprenditori del LunaPark: vedremo, nel mese di feb-braio, di valutarne la fattibilità”. Per i 600 giostrai del Luna Park del-la Foce ieri è stata una giornata difesta. Erano in tanti, sulla pista de-gli autoscontri illuminata da un ir-reale neon rosa e piena di bandieri-ne, ad ascoltare la storia dei ReMagi venuti da lontano, guidati dauna stella. Una storia nella qualec’era forse un pezzo del cuore diognuno di loro giunti da ogni parted’Italia per offrire sotto Natalequalche ora di svago. Un diverti-mento “molto importante, soprat-tutto oggi, perchè fatto di allegria,pulizia interiore e semplicità”. Le parole del Cardinale Angelo

Bagnasco suonano come una carez-za. Arrivano dopo il saluto di Ferdi-nando Uga, amministratore delega-to del Luna Park, che aveva accoltoil Cardinale facendo cenno esplicitoalle “difficoltà logistiche”, ai pro-blemi “che speriamo l’anno prossi-mo possano essere superati”, anche

“con l’aiuto delle istituzioni”. Nelsuo saluto, Uga aveva inoltre defini-to Genova “la nostra città di ado-zione”. Nonostante le richieste chegiungono da altri importanti capo-luoghi – aveva aggiunto – ci piace-rebbe continuare nella tradizionenatalizia sotto la Lanterna.

Il Luna Park di Piazzale Kennedya Genova (Foto da Flickr)

Un momento della Celebrazionecon il Card. Bagnasco

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Ed è proprio il Natale a tornare nel-le parole del Cardinale Bagnasco: “È l’inizio di un grande mistero – hadetto l’arcivescovo – attorno alNatale ruotano la famiglia, gli affet-ti veri, i sentimenti del nostro cuo-re che nelle feste trovano il modo diesternarsi”. La famiglia, soprattut-to, è al centro della vita itinerantedei giostrai: “La vostra casa, il vo-stro lavoro, tutto cammina con voi –ha detto ancora il Cardinale-. Non èuna vita facile, ma credo che voil’amiate. Il mio augurio è quello dinon sentirvi mai soli, perché ilSignore è con voi, nelle vostre casecon le ruote. E perché avete unamissione: quella di rallegrare glianimi”.Sulla pista degli autoscontri, ad as-

sistere alla Messa del Cardinale c’e-ra anche il Presidente della Regio-ne, Claudio Burlando: “Ho conosciuto gli imprenditori delLuna Park quando ero Ministro deiTrasporti – dice –. Hanno una grandepassione per la loro vita itinerante.Mi ha sempre impressionato la capa-cità dei bambini di cambiare scuolae di inserirsi rapidamente in ognicittà visitata. Senza, però, dimenti-care gli incontri: “Delle città ci re-

sta impresso il calore della gente -conclude Ferdinando Uga - Il sorriso

di chi passeggia per il Luna Park da

un’attrazione all’altra. E Genova,

per questo è davvero speciale”.

Elena Nieddu (Martedì 6 gen. 2009)

Il Card. Bagnasco con i bambinidel Luna Park

Il Luna Park di Genova (Foto da Flickr)

Immagini del Luna Park diGenova

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Ferdinando Uga legge il saluto alCard. Bagnasco

Saluto al Cardinale Angelo BagnascoEminenza,innanzitutto desideriamo ringraziarla moltissimo peraver accettato il nostro invito ad essere intervenutopersonalmente a questo incontro in un anno per noi si-gnificativo.Ci auguriamo che la celebrazione del 60° anniversariodella presenza del nostro Luna Park a Genova sia oc-casione oltre che di festa, anche di riflessione e di me-ditazione rivolgendo un pensiero alle persone più sof-ferenti e bisognose.E proprio per questo, per quanto è nelle nostre possi-bilità, anche quest’anno abbiamo voluto con tantopiacere far vivere delle giornate di gioia e spensiera-tezza a coloro che sono meno fortunati.Mi riferisco soprattutto ai bambini, che sono i prota-gonisti del nostro Luna Park: ogni volta che ci giungo-no immagini di piccoli che soffrono, che hanno perdu-to gli affetti più cari, i sostegni fondamentali e deci-sivi per quella giovane età facendo svanire dai loro oc-chi ogni certezza per il loro futuro, ci prende unastretta al cuore. Ecco perché abbiamo provveduto a distribuire dieci-mila biglietti omaggio alle famiglie più bisognose diGenova attraverso i servizi sociali della CivicaAmministrazione ed alcune Associazioni ed IstitutiReligiosi.Abbiamo anche avuto il piacere di ospitare all’internodel parco giochi gruppi di bambini ospiti di Istituti re-ligiosi ed extracomunitari: siamo infatti convinti chela serenità sociale nasca appunto dal comprendere erispettare reciprocamente le diversità.E su questo tema proprio oggi pomeriggio contiamo difar vivere ad un bambino “speciale” una giornata spe-ciale. Accogliendo con piacere all’invito fattoci dalquotidiano il Secolo XIX, che per queste feste ha va-rato una iniziativa per i lettori invitandoli a scrivereletterine particolari a Babbo Natale, attendiamo l’ar-rivo di questo piccolo diversamente abile di Imperiache tramite la mamma avevaespresso il desiderio di provarel’emozione di giri in giostra.Non è mai molto e non è mai ab-bastanza quello che possiamo oforse quello che dovremmo fare.Vorremmo però che fosse un pic-colo segnale di generosità e di at-tenzione al prossimo che, attra-verso la Sua persona e la Sua gra-ditissima presenza, intendiamotestimoniare innanzitutto a noistessi per tutte le volte che l’e-goismo ci chiude nelle nostre caseviaggianti e ci rende indifferentialle angosce ed alle inquietudini

del mondo esterno. È la 60° volta che le giostre tornano a Genova a far di-vertire le famiglie ed i loro bambini all’interno di unLuna Park che è il più grande d’Italia e d’Europa.Nonostante le difficoltà logistiche che speriamo l’annoprossimo possano essere superate, gli spettacolisti nonhanno voluto far mancare la presenza anche quest’an-no.Consideriamo Genova ormai la nostra città di adozio-ne e nonostante le richieste che giungono da altri im-portanti capoluoghi, ci piacerebbe continuare nellatradizione natalizia sotto la Lanterna magari potendocontare anche sulla Sua amicizia e collaborazione, ol-tre su quella delle Istituzioni locali, qui prestigiosa-mente rappresentate dal Presidente della RegioneClaudio Burlando. La nostra speranza è di riuscire in-sieme a rinnovare anno dopo anno questo appunta-mento perché il Luna Park è un momento aggreganteper le famiglie, un momento di divertimento con i pro-pri figli, spesso nostro malgrado trascurati a causa diun lavoro sempre più totalizzante e delle inevitabilipreoccupazioni.Il parco giochi è nato e cresciuto per divertire, svaga-re, ma durante le festività legate al Natale oltre allaparte più ludica si riescono a percepire anche dei sen-timenti importanti come l’amicizia e l’amore familia-re: una bella sensazione anche per noi che siamo abi-tuati a vivere e agire in squadra e che per la maggiorparte dei casi formiamo famiglie all’interno di questinuclei. Un ultimo pensiero va rivolto alla signorina cheha favorito questo nostro incontro, che resterà comeuno dei momenti più significativi della nostra vita dispettacolisti e di persone e che avremmo tanto piace-re poter ripetere anche nei prossimi anni.Ancora grazie per l’emozione che ci ha fatto provareonorandoci con la Sua presenza.

Ferdinando Ugaamministratore delegato del Luna Park

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ONVEGNO DI AMSTERDAMCImportante questo congresso, l’ottavo dopo Berlino eStoccarda in Germania, Bilbao in Spagna, Chantilly inFrancia, che hanno preparato la formazione del Forumche si è formalmente costituito a Padova nel 1999, poiRust, organizzato dalla Svizzera, Barcellona in Spagnaed ora ad Amsterdam in Olanda.Un tema ambizioso quello della “Testimonianza”.Importante perché ancora una volta si vuole sottolinea-re l’importantissimo ruolo delle Chiese locali nella cre-scita della Chiesa costituita dai circensi e fieranti.Uomini e donne che vivono la fatica della continua se-parazione ad un contesto sociale e culturale stabile eche sono, per il breve periodo di permanenza in un luo-go, membri a pieno titolo di quella comunità cristiana.E proprio per questo è importante il tema dellaTestimonianza che implica la formazione delle nostrecomunità stabili ad assicurare nei confronti del mondodella mobilità quegli atteggiamenti e quei rapporti di vi-ta che sono chiesti da Gesù stesso nella Chiesa. È dunque necessario un rapporto di mutua conoscenza erispetto perché si passi ad una fraterna accoglienza e adun atteggiamento di vera carità. Ed è tutto questo mol-

Messa cattolica nella chiesa di San Nicola adAmsterdam

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to importante affinché non succedache allo sradicamento continuo chequesti nostri fratelli vivono, non siaggiunge anche uno sradicamentoreligioso.

Il Congresso olandese si è svolto abordo di un battello fluviale, laMotonave Serenity, perché l’orga-nizzatore, che è anche segretariogenerale del Forum, il padre sale-siano Bernard Van Welzenes, ha ini-ziato la sua attività nel mondo dellamobilità umana proprio come cap-pellano dei Battellieri da questi èapprezzato ed amato.Erano presenti quasi tutte le realtàeuropee che si occupano dei fieran-ti e circensi, cattolici ed evangelici:Francia, Spagna, Svizzera, Germa-nia, Belgio, naturalmente l’Olandaed il gruppo più numeroso dall’Italia.

ECAEuropeanCircusAssociation

Il circo classico è riconosciutoin ogni parte del mondo comeun varietà di numeri mostratial centro di un ring coinvol-gendo esibizioni artistiche,acrobatiche, clowns, musica, animali e autocontrollo attraversoforza, bellezza e audacia. Oggi più di 1000 circhi si esibiscono in gi-ro per l’Europa. Molti sono conosciuti e diretti da e con talentuosidiscendenti di grandi e originali famiglie circensi. L’AssociazioneEuropea del Circo (ECA) è stata fondata per promuovere l’arte e lacultura del circo, tutelando così questa importante parte del nostropatrimonio condiviso. L’ECA si prefigge di ottenere un maggior ri-conoscimento del circo come vera e propria cultura, fissare altistandard per la cura degli animali e la loro presentazione, garanti-re la qualità dell’educazione per i bambini del circo e gli aspirantiartisti.In questi primi anni di attività l’ECA è arrivata ad avere 85 membriin tutto il mondo, tra circhi, festival e addestratori di animali conbase in oltre 20 paesi. L’ECA vanta eccellenti rapporti di lavoro contutti i Dipartimenti rilevanti della Commissione Europea e il ricono-scimento da parte del Parlamento Europeo come l’organizzazioneufficiale dei lavoratori nel settore circense. Dunque l’ECA, oltre asvolgere una importante funzione promozionale a sostegno dellacultura del circo, svolge attività di pressione presso il ParlamentoEuropeo, favorendo la proposta e l’adozione di leggi a livello euro-peo a tutela del circo tradizionale. Dal 2008 l’ECA indice nel mesedi aprile la Giornata Europea del Circo.

Da sinistra: la pastora Katharina Hoby-Peter,Mons. Saviola, la pastora Cristine Beytker Lotzpg

Il gruppo sul tetto della nave durante gli incontri alla Kermis

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Vari sono stati i relatori che si sonoalternati a parlare, a raccontare laloro esperienza, a portare notiziesulla loro attività. Particolarmenteutili sono stati gli interventi dei rap-presentanti dell’ECA, Arie Oudenes,e dell’ESU, Nicole Vermolen, chehanno fatto una panoramica delleattività dell’Associazione Europeadel Circo e dell’Associazione cheraccoglie i Fieranti d’Europa. Il di-rettore delle scuole itinerantid’Olanda, Wouter Tuyn, ha presen-tato la sua attività che può contaresu di una struttura consolidata conaddirittura 15 mezzi tra carovane efurgoni attrezzati, forniti di attrez-zatura didattica e computer.

Forum delle organizzazionicristiane per l'animazione pastorale deiCircensi e deiLunaparchisti

Il Forum delle organizzazioni cri-stiane per l'animazione pastoraledei Circensi e dei Lunaparchisti èl'organismo stabile costituitosi perpromuovere in senso ecumenicol'animazione pastorale, culturale esociale dei Circensi e dei Lunaparchisti d'Europa e per stimolare nel-la comunità civile la comprensione e la valorizzazione della loroidentità in un clima di pacifica convivenza, rispettosa dei diritti del-la persona umana. Il Forum si prefigge di operare secondo gli indi-rizzi delle rispettive Confessioni cristiane. (dall’Art. 1 dello statuto)Il Forum si prefigge di:- Favorire, nello spirito ecumenico i rapporti, gli scambi, la rifles-sione e la formazione di tutti coloro che hanno la preoccupazionedell'annuncio del Vangelo tra i Circensi e i Lunaparchisti; - Promuovere lo sviluppo integrale di ogni persona operante nel-l'ambito dei Circhi e Luna Park in tutte le sue dimensioni umane,professionali e spirituali, grazie a un'opera di sensibilizzazione del-l'opinione pubblica, di collaborazione delle Chiese con le altre or-ganizzazioni del settore, con le Chiese e con gli organismi decisio-nali nella società; - Stimolare il confronto di esperienze e l'elaborazione di indirizzicomuni per una più efficace azione pastorale nel settore;- Promuovere l'attenzione al mondo del Circo e del Luna Park nelleChiese di quei Paesi in cui ancora non è attivo questo servizio pa-storale. (dall’Art. 2)Fanno parte del Forum tutti i Direttori nazionali, nominati dalle lo-ro rispettive Chiese e che hanno aderito al Forum; gli operatori pa-storali delle varie Confessioni cri-stiane, riconosciuti tali dai loroDirettori nazionali, i rappresentan-ti di categoria (Circhi e Luna Park),i rappresentanti del PontificioConsiglio della Pastorale per iMigranti e gli Itineranti e delConsiglio Mondiale delle Chiese.(dall’Art.3)Il Forum si riunisce ogni tre anni inassemblea. Ogni anno si incontra ilConsiglio del Forum formato da iDirettori nazionali e qualche invi-tato per l’occasione. Ogni tre annisi nomina un Segretario Generaleed un Vice (rispettivamente traCattolici ed Evangelici).

Intervento di mons. Saviola

Celebrazione nella ChiesaEvangelica di Volendam

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Circhi e Luna Park IN CAMMINOpagina 12

KERMIS in Amsterdam

Kermesse o kermis, nella lin-gua Olandese (di origine fiam-minga), deriva dalla congiunzio-ne di due parole 'kerk' (Chiesa)e 'mis' o ‘messe” (messa), origi-nariamente indicava la “Messadella Chiesa”: quella celebra-zione in occasione della fonda-zione di quella Chiesa; la festadel santo patrono che era ac-compagnata dal balli, giochi,ecc. Questa parola che in Olanda og-gi indica il Lunapark mostrachiaramente l’origine religiosa della Fiera.La parola Kermesse, è transitata anche in Francia per raggiungeretutti i linguaggi europei per indicare una sorta di festival, di gara,di solito di tipo sportivo, ma non solo.La Kermis in Amsterdam risale al 1949 dopo un periodo di quasi cen-t’anni in cui fu proibita per evitare disordini ed abusi. La Fiera grande è a settembre quando il centro della città si riem-pie di bancherelle e le persone vi partecipano dando fondo alle ri-sorse che tradizionalmente sono state messe da parte durante tut-to l’anno. Gli appuntamenti con la Fiera in Amsterdam sono otto in diversepiazze, la fiera di marzo si sviluppa lungo uno dei canali su cui è co-

struita la città e presenta delleattrazioni veramente imponentiad iniziare dalla gigantesca ruo-ta panoramica, l’Eclipse,Chaos, Wild Mouse, Polip, poigiostre, skotter,tiri al bersaglio,pesche e gli immancabili banchigastronomici. L’interessante erai prezzi mediamente di un europer arrivare al massimo a dueeuro per le attrazioni più gran-di; un giorno ala settimana“tutto a 50 centesimi”.

ESUUnioneEuropea degliSpettacolistiViaggianti

La ESU fu fondata nel 1954 adAmsterdam, ben tre anni pri-ma della firma dei “Trattati diRoma” che stanno alla base della odierna Unione Europea, con unavisione di grande lungimiranza prospettica. Oggi appartengono allaESU diciannove Associazioni nazionali e 4 associazioni europee. Lo scopo è quello di proteggere gli interessi di categoria comeAssociazione-tetto presso la Commissione Europea, il Parlamento eil Consiglio d’Europa. L’Unione Europea degli Spettacolisti Viaggianti (ESU/UFE) appartie-ne all’avanguardia del “Pensiero Europeo” e trova ascolto in tuttele istituzioni europee.La ESU ha potuto registrare al suo attivo tanti risultati positivi gra-zie all’attiva collaborazione di tutte le associazioni-membro, nazio-nali ed europee e del Segretario Generale. Proprio questo sostegno“vissuto” è la spina dorsale del successo e della buona fama diOrganizzazione Europea che rappresenta in Europa gli interessi deiFieranti e dei Gestori dei parchi stabili.

Molto apprezzati sono stati gli inter-venti di mons. Adrianus Herman vanLuyn, Vescovo di Rotterdam e presi-dente del COMECE la Commissioneche riunisce le Conferenze episco-pali d’Europa e che tiene i rapporticon le organizzazioni della Comuni-tà Europea, e della Signora Mariavan der Hoeven, Ministro dell’eco-nomia nel Governo olandese. La speranza è che questi due inter-

venti abbiano un ritorno nelle strut-ture europee per la valorizzazionedell’attivita dei fieranti e circensi.

La relazione biblica doveva avere loscopo di dare i fondamenti per unmaggior impegno ad aiutare i nostrifratelli circensi e fieranti a crescerecome Chiesa viva e nello stessotempo ad essere i promotori di unaChiesa, quella che ruota attorno aitendoni e carovane, recettiva deimolti valori che con la loro presen-za, il loro spettacolo e il loro sanodivertimento, irradiano attorno aloro.

Mons. Saviola con S.E. IlMinistro dell'EconomiaOlandese Maria van derHoeven

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1979. Carnevale al Circo MedranoPartendo da sinistra, in alto: Alan

Hones, Roni Bello, Elvio Anselmi,Denise Sforzi, Yvette De Rocchi,

Cinzia Anselmi, Ilenia Sforzi,Gipsy De Rocchi, Eleonora Peres,

Maik Hones, Brian Casartelli, Stiv Bello.

Circhi e Luna Park IN CAMMINOpagina 13

arnevale al Circo MedranoCA pagina 3 abbiamo letto un’interes-sante analisi sulla diversa scansionedel tempo tra la gente del viaggio ei cosiddetti “contrasti”. Nei giornifestivi, in cui solitamente i fermi sigodono il meritato riposo, i circensie gli esercenti dello spettacolo viag-giante lavorano, anche più degli al-tri giorni. Il pubblico affluisce conmaggior flusso al Luna Park nei gior-ni di festa e i circhi fanno anche treo quattro spettacoli al giorno.Tuttavia l’abilità della gente delviaggio sta anche nella capacità diritagliarsi momenti di intimità fami-gliare, attimi per gustarsi le Feste,seppur tra uno spettacolo e l’altro,senza rinunciare ai riti della tradi-zione e senza privare i bimbi dei mo-menti magici dell’infanzia quali lefeste in maschera di carnevale.Ecco quindi che sfogliando gli albumdi famiglia al Circo Medrano può ca-pitare di imbattersi in una foto scat-tata esattamente 30 anni fa e di ve-dere una folto gruppo di bimbi in co-stume da principesse o pagliaccio. Intrent’anni si cambia molto (speciese si tratta dei “primi” trent’anni!) ericonoscere un adulto in una foto diinfanzia è piuttosto difficile, soprat-tutto sotto la truccatura da clown.Tuttavia con l’aiuto di Andrea Giachi

e di qualche familiare siamo in gra-do di riconoscere (in alto da sinistra)Alan Hones, Roni Bello, ElvioAnselmi, (in seconda fila) DeniseSforzi, Yvette De Rocchi, CinziaAnselmi, Ilenia Sforzi, Gipsy DeRocchi, Eleonora Peres, (in primopiano) Maik Hones, Brian Casartelli eStiv Bello. Gli anni passano, ma alMedrano, come in tanti altri circhi,non viene meno la consuetudine dimascherare i bimbi in occasione delcarnevale. E così durante la perma-nenza romana Andrea Tamburrini haimmortalato la nuova generazionedella famiglia Casartelli insieme aibimbi della compagnia 2008/2009.Da sinistra troviamo Erika Campos(dei Flying Micheal) in costume daprincipessina, Lilien Casartelli (incandido tutù), Jonathan Kocka (fi-glio di Tommy Karah Kavak e diJolanda Mavilla, in costume da Spi-

derman), Isabel Casartelli (la grazio-sa ballerina spagnola), BiancaVaranne (figlia di Philippe e ConchiGravagna in costume da Trilly),Milena Campos in costume da princi-pessa e più in basso MichelleCasartelli (la principessa Aurora),Michael Kocka in costume da Zorro eil più piccolo, Gabriel Mendola nellevesti di leoncino. E un leoncino cosìtenero non poteva non attirare l’at-tenzione di Martin Lacey abituato afelini ben più feroci! Insomma, an-che al circo il carnevale è carnevale!

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Battesimo di Gabriel Mendola

un giorno particolare

Domenica 11 gennaio, sotto lo chapiteau del CircoMedrano a Roma si è celebrato il Battesimo di GabrielMendola, primogenito di Leslie Casartelli e FerdinandoMendola. Ha presieduto la Celebrazione don LucianoCantini, insieme a mons. Piergiorgio Saviola, DirettoreGenerale della Migrantes, e don Michele MorandoDirettore dell’Ufficio per gli italiani all’Estero.I genitori di Leslie, Elio Casartelli e Rosi Duran, erano pa-drino e madrina di battesimo. Erano presenti anche i non-ni Mendola venuti da Napoli, e tutta la compagnia delCirco.

Il 21 gennaio è nato Sean Niemen, primogenito diJennifer Medini e Jarold Niemen. Il 22 gennaio ènato Edoardo Vassallo junior, figlio di Rony Vassalloed Alessia Dell’Acqua. Il 14 febbraio in Francia a LaRochelle è venuto alla luce James Nicolodi, secondo-genito di Flavia Vernuccio Togni e Glen Nicolodi. Il9 marzo a Zaragoza in Spagna è venuta alla luceSofhy Bogino, figlia di Tanya e del clown Jonny. Il16 marzo è nato a Salonicco Russell Coda Prim, figliodi Brigitte Donner e Jones Coda Prim. Il 17 marzo ènato Brendon figlio di Susan Sterza e Dime Baeta.Il 25 marzo è nata Laetitia Weber, secondogenita diNatasha ed Enea Nené Weber. Il 29 marzo aPalermo è nato Brandon figlio di Katleen Larible eMassimo Gennaro.

Nuove leve del circo italiano

Edoardo Vassallo junior, figlio di Rony Vassallo ed Alessia Dell'Acqua.

In questa foto di Vincello Pellino, il piccolo Edoardo connonno Edoardo senior, la sorellina Megan di 2 anni ed

Aris 11 anni figlio di Daniela Vassallo.

Alcuni momenti del Battesimo di Gabriel Mendola

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Prima Comunione di Alan Adriano Bravi

un giorno particolare

Prima Comunione di Alan Adriano Bravi celebrata nella Chiesa dei Servi a Genova. Nella stessa parrocchia si trova unluna park nel quale i genitori di Alan Adriano gestiscono una ruota panoramica. Il Sacramento è stato officiato daPadre Mauro..

Il 06 agosto 2009 presso la Chiesa Santa Teresa diAnzio si sono uniti in matrimonio Willy Colombaioni eSharon Pellegrini. Il matrimonio è stato celebrato daDon Luciano Cantini

Matrimonio Colombaioni-Pellegrini

Alcuni momenti della Comunionedi Alan Adriano Bravi

Battesimo al Circo Oscar Orfei

Il 16 aprile 2009 nella Chiesa di S. Prospero a Sant'Ilariod'Enza (RE) è stato celebrato il Battesimo di Eros Buccifiglio di Daniele Bucci e Verusca Coda Prim. Padrini delpiccolo Eros, Massimiliano Vassallo e Karin Coda Prim.Nella foto la famiglia riunita intorno al piccolo Eros.

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Il nuovo chapiteau del CircoEmbell Riva (Foto Andrea De Palma)

2008/2009. La compagnia di Napoli

Circhi Italiani

Il primo ottobre 2008 il Circo EmbellRiva è rientrato in Italia dopo unatournée di circa due mesi in Bosnia.Il rientro ha visto la permanenza inPuglia fino alla piazza di Natale chei fratelli Mario e Roberto Belluccihanno trascorso a Napoli pressol’Ippodromo di Agnano. In occasionedella piazza di Napoli i Bellucci han-no preso in prestito dalla famigliaErrani la loro spettacolare pista lu-minosa che qualche anno fa ospitòanche gli spettacoli dello show tele-visivo “Circo Massimo”.In quest’ottica è apprezzabile ilrestyling dell’impianto illuminotec-nico operato da Cristian Bellucci cheha dotato il circo di 12 teste mobili,8 scanner e un impianto audio da10.000 watt.Per quanto concerne lo spettacoloproposto nel capoluogo partenopeo,segnaliamo la coreografia inizialeambientata nella giungla con pas-saggi aerei fatti con corde russe,cinghie e salti a terra. Nella scalettatroviamo il mano a mano dei france-si Mathieu e Julien, il cerchio aereodi Alona, l’antipodismo di RomyMeggiolaro, la break dance del grup-

po ungherese “Sick Seven”, i tessu-ti di Roberta Bellucci e i fratelliEder e Avner Torregrossa che si esi-biscono in due momenti diversi: unaperformance di giocoleria con tantodi streep tease ed un numero di bi-ciclette e monocicli che culmina conla colonna a due su di un modellinodi bicicletta in miniatura. Attrazionedi punta dello spettacolo, le grandiillusioni di Ottavio Belli che ha pro-posto con buona verve trucchi inedi-ti per la pista del circo.Una parte importante dello spetta-colo è svolta dai numeri di animali

che in casa Bellucci sono sempre sta-ti protagonisti. Ecco dunque che conpiacere ritroviamo l’esotico di MarioBellucci composto da 4 cammelli, 4zebre, 2 lama, 2 struzzi 4 cavallinifalabella. Il numero prosegue con lavolteggia sul cammello proposta daRoberta Bellucci e dalla presentazio-ne di uno degli ultimi rinoceronti an-cora in attività nella pista di un cir-co: si tratta dello splendido Kunta.In Europa ricordavamo ancora il gi-gantesco rinoceronte Tsavo, per an-ni mascotte del Circus Barum inGermania, recentemente acquistato

di Dario Duranti, foto di C. Enzinger

la tecnologia fa spettacoloCirco Embell Riva

Bruno e Romy Meggiolaro

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Circhi Italiani

dal colosso tedesco, il Circo Krone, aseguito del fallimento del complessodel domatore Gerd Siemoneit; il ri-noceronte dei Faggioni e Hulk, peranni presentato al Florilegio daDavio Togni ed attualmente di pro-prietà della famiglia Spindler inGermania (Circus Voyage).Mario torna in pista per presentare isuoi 5 elefanti con i quali partecipòal Festival di Monte Carlo e più re-centemente all’edizione 2008 diCirco Massimo. Con il matrimoniocon Roberta Bellucci, il Circo EmbellRiva ha fatto un ottimo acquisto,parliamo dei rettili di Bruno Meg-giolaro che ha rinnovato la sua per-formance arricchendola ulterior-mente.Sempre in tema di animali, il 1°marzo a Scafati (NA) la pistadell’Embell Riva ha visto il debutto

di un nuovo domatore di tigri: par-liamo di Jody Bellucci che è entratoin gabbia con il gruppo di quattro ti-gri siberiane di Gaetano Montico. Sitratta del numero di gabbia che nel-la stagione 2008 era presentato alcirco svizzero Nock da Stevo Stojcicin forza nelle stagioni precedenti alCirco Nando Orfei (Errani), al CircoBellucci e da Bimbo Martini. Jodyporta avanti una tradizione di fami-glia che sembrava essersi interrottauna quindicina di anni fa quando ilpapà Roberto aveva abbandonato lagabbia dopo la morte degli ultimiesemplari.Ma non si tratta dell’unico debuttoavvenuto in questi mesi al CircoEmbell Riva. Infatti in primavera an-che Emiliana, la più piccola delle fi-glie di Roberto ha debuttato in unnumero di alta scuola di equitazione

con un cavallo andaluso. Dopo il pe-riodo festivo hanno terminato lapermanenza dai Bellucci la troupeungherese di break-dance e i fratel-li Torregrossa, sostituiti da un grup-po di saltatori kenioti e dal giocolie-re Ronny Niemen. Lo spettacolo(presentato da Riccardo Gravina)termina con un vivace finale sullenote di Madonna, che vede l’ingres-so in pista degli artisti con le imma-gini proiettate su un maxischermosopra la barriera, all’insegna dellamultimedialità.A Cava dei Tirreni (NA) il 13 febbraioè stato inaugurato il nuovo chapi-teau realizzata da Beretta, di 34metri di diametro a quattro antennee senza contropali, innovativa siaper la forma che per i colori: non piùbianco-rosso-blu, colori storici diEmbell Riva negli ultimi vent’anni,bensì argento e blu.Al termine del tour campano, ilCirco Embell Riva si è trasferito inCalabria, mentre Mario Bellucci, conparte degli animali, si è trasferito al-lo Zoo d’Abruzzo di Rocca SanGiovanni che il 3 aprile ha riaperto ibattenti e dove nel mese di ottobreil leone maschio Sultan e la tigre delBengala Messalina hanno dato allaluce tre splendidi esemplari di leon-tigre vere attrazioni del parco nel2009. Tra le attrattive di quest’annodel parco gli spettacoli con cavallied elefanti, attrazioni circensi e ilMotor Show di Federico De Palma.

Renato e Mario Bellucci

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di Chiariello Aniello foto di Vincenzo Pellino

Circo Rony RollerCirchi Italiani

sulle orme di Nonno Edoardo

“Stimo e rispetto la gente del circoperché fa un mestiere tra i più dif-ficili, perché ogni giorno deve di-mostrare quello che sa fare e per-ché al circo non si può imbrogliare:é una scuola di vita, vita vera, dovel’arte va a braccetto con il lavoro,il sudore e il sacrificio”. E’ con que-ste sagge parole proferite dal Prin-cipe Ranieri di Monaco che ho volu-to introdurre il nuovo spettacolo delRony Roller Circus intitolato “Viva ilcirco con gli animali” prodotto edideato dalla famiglia Vassallo.Lo spettacolo del Circo Rony Rollersi svolge sotto ad uno chapiteau dicolore bianco-rosso, estremamenteaccogliente preceduto da una halld’ingresso che ospita il bar del cir-co. Lo spettacolo si apre con unbriosa fantasia gitana, animata daballerine, giocolieri, equilibristi almonociclo, lanciatori di coltelli eacrobati. Tra questi spicca il giova-ne acrobata Aris Vassallo (figlio diDaniela Vassallo) di soli 12 anni.La prima attrazione presentata inpista ci viene offerta da RonyVassallo, che porta in pista un grup-po di cavalli bianchi in libertà rile-vato dalla famiglia di Guido Errani.In pista la tradizione viene affianca-ta dall’innovazione grazie a NaikeErrani che propone un elegante nu-mero agli hula hoop su una piatta-forma circolare ornata da tela emerlettatura bianca. L’attrazione évalorizzata dall’impianto luci e dal-la proiezione sulla sommità dellochapiteau mentre l’artista continuaa roteare sui suoi fianchi un gran nu-mero di cerchi.Il circo é anche sinonimo di diverti-mento ed infatti a tener viva l’alle-gria ci pensa il clown AlbertoVassallo che tra un’attrazione el’altra ci propone le sue gag comi-che. L’allegria ritorna poi in pistaanche grazie ai colorati costumi delpromettente artista italiano del fu-turo Angelo Zavatta (figlio di NandoZavatta) che si esibirà in una serie

di esercizi di equilibrismo e giocole-ria al filo molle. Di forte impatto éil numero del Duo Ciriello che pro-pone in pista una performance diverticalismo e mano a mano; gliesercizi possono apparire semplici aprima vista, ma questo è dovuto so-lo alla disinvoltura e sicurezza diquesti artisti. E’ la volta di una elegante artista in

costume azzurro, alle prese con unadelicata performance tessuti aerei.Lo spettacolo prosegue con l’ingres-so di un elefante cavalcato da NaikeErrani che propone i rettili diAlessia Dell’Acqua; seguono i 3 cam-melli siberiani di Divier D’Amico.La seconda parte dello spettacoloha inizio con il trapezio volanteFlying Megan, troupe composta da-

Ingresso del Circo Rony Roller La cavalleria di Rony Vassallo

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Circhi Italiani

gli agili Graziano, Giada e Lilly edal porteur Rony Vassallo. E comeogni spettacolo che si rispetti, nonpuò mancare un omaggio alla tradi-zione circense, la giocoleria, propo-sta qui da Naike Errani. Ma a tener-ci per qualche minuto con il naso al-l’insù, oltre ai predetti FlyingMegan, c’é anche Lilly, trapezista alcerchio aereo.Le evoluzioni offerteci dal CircoRony Roller non sono solo aeree: altrampolone elastico ritroviamoGraziano Ciriello che si esibisce inuna serie di capriole, salti mortalied evoluzione particolarmente spet-tacolari.Spetta a Rony Vassallo presentarein pista la vasta Arca di Noé compo-sta da cammelli, dromedari, ungruppo di 6 lama peruviani, mucchescozzesi, 2 emù ed ancora watussi,zebre, bisonte americano e l’ippo-potamo. A riprova delle buone con-dizioni di vita degli animali nei cir-chi, nel mese di marzo i Vassallohanno festeggiato la nascita di uncucciolo di cammello avvenuta aCasagiove (CE).Ma in casa vassallo il 22 gennaio évenuta al mondo un’altra meravi-gliosa creatura: si tratta di EdoardoVassallo jr. secondogenito di AlessiaDell’Acqua e Rony Vassallo che ha ri-empito il cuore di tutta la famiglia,a partire da Nonno Edoardo.E per finire il gran finale che vedeprotagonista il clown AlbertoVassallo che cantando dal vivo ac-compagna tutti gli artisti che hannoanimato uno spettacolo allegro eben costruito.

Aris Vassallo Naike Errani

Angelo Zavatta

I cammelli di Divier D'Amico La fantasia gitana

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di Raffaele Grasso

Circo Cesare TogniCirchi Italiani

un’insegna amata dal pubblico

Dopo oltre un ventennio (l’ultimatournée in Sicilia del circo di CesareTogni ci risulta risalire al 1990), ri-torna a Catania l’insegna “CesareTogni”, presentata dalla famiglia diAlvaro Bizzarro.Ambiente davvero curato intera-mente ricoperto da moquette azzur-ra. A cominciare dall’ingresso, adibi-to ad angolo ristoro e pieno di pol-troncine per l’attesa del pubblico, iltutto in compagnia di uno schermoche proietta immagini. All’internodello chapiteau, dai palchi in vellu-to, all’impianto audio e luci, con ol-tre 50 “par 64”, 10 teste mobili e 5cambia colori grandi, il tutto contri-buisce a dare uno stile elegante eaccogliente.Rudy Bisbini, in frac rosso e cilin-dro, nei panni di Monsieur Loyal, fa-rà da filo conduttore col suo charmee la sua classe, per tutto lo spetta-colo. Un sapiente gioco di luci intro-duce il pubblico nella magia del cir-co grazie ad una dolcissima ouvertu-re. Come provenienti da un mondoincantato e d’altri tempi, gli artistidel Duo Pickard si esibiscono nelpasso a due, sul dorso di stupendiesemplari bianchi Percheron, produ-cendosi in evoluzioni aggraziate ed

eleganti. Omar Sailon arbitra in pi-sta una movimentata partita di caniboxer, mentre Gianni Bisbini nellesue vesti di clown, fa il primo in-gresso in pista, presentandosi alpubblico. E’ doveroso sottolineare lamimica di quest’artista, dotato digrande comunicabilità che gli per-mette d’interagire con gli spettatoriin modo sorprendente ed efficace.Veloce e dinamica agli hula hoopEleonora Bizzarro. Direttamentedalla Russia, segue Alan, che con sti-

le fluido manda 4 pony maculati fa-cendo eseguire loro ordinate piroet-te; a seguire, un gruppo di simpaticiasinelli. Una ripresa di Gianni Bisbi-ni, prima che nello chapiteau si dif-fonda una coinvolgente melodia diRondò Veneziano remixato; in pistanuovamente il Duo Pickard in un nu-mero di bascula. Gli artisti si produ-cono con un perfetto tempismo e

I Bisbini

2008. La compagnia di Catania del Circo Cesare Togni

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Circhi Italiani

tecnica, con arrivi in equilibrio sullemani e sulla testa. Da sottolinearecome in questo singolare numero co-incidano nella stessa persona por-teur e battitore.In una suggestiva atmosfera di mi-stero, proveniente dal “Flic Flac” inGermania, Iana Suiarko (moglie diSasha Guidi), presenta in abito dasposa un originale numero di cordaaerea, con una coreografia di luci,musiche new age e costumi a dir po-co inusuale.Ancora Gianni Bisbini,prima del quadro di alta scuola, pre-sentato in un’ambientazione daFiesta Andalusa, da Alan e MashaDzhioev, (Ucraina), con Masha alcentro che balla dei passi daFlamenco, prima di portare anchelei in pista due stupendi esemplari,uno stallone maculato e un frisonenero: un colpo d’occhio stupendo e

una magnifica dimostrazione didressage.La seconda parte vede protagonistidirettamente dal Brasile, i “FlyngMendez”, (2 ragazze e 2 ragazzi):mentre tutto lo chapiteau è illumi-nato a luci bianche, con grinta e so-larità tipicamente latine, gli artistisi producono in doppi e tripli saltimortali, con doppio avvitamento diritorno e scambio finale: davveroun’ottima troupe.Una ripresa al sassofono di Rudy trail pubblico, prima della suspense,momento creato ad arte da Stefanoed Eleonora Bizzarro, in un bel nu-mero di rettili, coccodrilli e alligato-ri. Inutile sottolineare quanto la bra-vura, sicurezza e ottima presenzascenica degli artisti, sia determinan-te nel rendere quest’attrazione dibuon livello e accattivante.

Concludono portando in pista unatartaruga gigante di ragguardevolidimensioni. Altra ripresa prima deltrionfale ingresso di due magnificielefanti indiani (di proprietà diCorrado Togni), presentati da MrStephan (Stevo Stojcic), il quale facompiere ai pachidermi, piroette,debout e piramidi con relative rota-torie. A seguire l’entrata musicale diRudy, Gianni e Julia che dimostranola loro bravura artistica suonandovari strumenti e coinvolgendo il pub-blico in un momento comico decisa-mente gradevole.Al finale Rudy, decantando l’Arte delCirco, richiama gli artisti che hannopreso parte allo spettacolo, che sbu-cano come per magia in mezzo alpubblico, convergendo tutti in pistaper un finale danzante e festoso.

Gli elefanti del Circo Darix Tognimandati da Stefan Stoicev

L'hoola hop di EleonoraBizzarro

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2005/2006. Il Circo WanetTogni a Palermo

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di Raffaele Grasso

Circo Wanet TogniCirchi Italiani

bentornato a Catania

Wanet Togni, insegna che ritorna aCatania dopo 2 anni, nasce come ènoto dal connubio tra la famigliaMavilla ed Elder Miletti Togni.Lo spettacolo inizia con la parata di6 majorette. La padrona di casa,Egle Mavilla, col suo tono carismati-co e la grinta di sempre, in veste dipresentatrice, introduce la giocole-ria di Jovan e Slavina, una coppia diartisti provenienti dalla RepubblicaCeca. Una prima ripresa di ElderMiletti precede il numero di barbon-cini ammaestrati di Devis Bizzarroche suscita puntualmente la simpa-tia di grandi e piccini. Dal “Circo diStato di Bucarest” segue la giovaneAlina alla fune girevole, in un nu-mero bello ed aggraziato. Alle scalelibere è la volta di Daniel Bizzarroche quale giongla abilmente le cla-ve mantenendosi in equilibrio sul-l’ultimo gradino. Altra ripresa diElder, prima del numero di magiadella Family Chris i cui protagonisti,dopo una serie di grandi illusioni,concludono con l’apparizione dalnulla di una giovane leonessa da una

gabbia al centro della pista. Ancora Elder e poi è il momento diuna delle perle di questo comples-so: la giovanissima Pamela Mavillaai tessuti aerei, un numero che si di-stingue davvero per la grazia e l’e-leganza questa brillante artista.Successivamente è il momento di“Sognando l’Africa”: una suggestivaparata di animali esotici presentatain pista da Joseph Mavilla, che si al-terna con la moglie Ilaria, anche leiin veste di addestratrice, con un ri-

sultato davvero di buon livello.La seconda parte, vede l’ingresso disei odalische, in una coreografiaorientale, che introducono Shami-ra, la quale porta in pista ogni sortadi rettile, rinchiudendosi perfino inuna teca, per concludere con unaperformance di fachirismo, di bel-l’effetto e insolito per una donna.

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Altra ripresa di Elder, prima che siscatenino in pista i cani boxer perun simpatico incontro di calcio arbi-trato da Daniel Bizzarro. Ancora Elder e poi un originale nu-mero di gatti ammaestrati, presen-tati dall’artista tedesca Eva.Stupendi esemplari, che si produco-no nelle più svariate e fantasioseacrobazie.Alle cinghie aeree, dall’Olanda, ilDuo Kellner: attrazione di un certoeffetto nella quale è la ragazza a fa-re da porteur.La bella e sempre valida entratamusicale di Elder, precede la paratafinale, che rivede simpaticamentetutti gli artisti in pista in un carosel-lo conclusivo in cui ognuno regalanuovamente al pubblico un ultimoframmento della propria perfor-mance.

Gli animali esotici di JosephMavilla

Jessica e Pamela Mavilla

I gatti di Miss Eva

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di Raffaele Grasso

Circo AcquaticoCirchi Italiani

la creatura di Marcello Dell’Acqua

La famiglia di Marcello Dell’Acqua,ha presentato quest’anno per le fe-ste a Catania il suo spettacolo dalnome “Circo Acquatico”, destandofin dall’inizio grande curiosità fra ilpubblico.Il colore sociale rosso dei mezzi edella struttura, si sposava benissimocon la distesa di moquette presentesia nel foyer (mt 16 x 24), che nella

struttura a 4 antenne (mt 22x26) do-tata di palco frontale rialzato e alcentro un prolungamento pentago-nale, adibita allo spettacolo. S’inizia con un ingresso festoso asuon di tamburi degli artisti, unita-mente a delle maschere dei cartonianimati. All’interno, sia il palco chei primi posti sono elegantemente ri-coperti di velluti e luci, con una cu-

ra dei particolari che lascia piace-volmente esterrefatti. Tutti i posti asedere sono a comode poltroncine.Preludio allo spettacolo, dei graziosigiochi d’acqua realizzati nella partepentagonale del palco. S’inizia con la giocoleria del duoBlue’s Brothers composto da Daniloe Arianna Dell’Acqua, con passingdi clave a due e torce infuocate fi-nali. Segue l’antipodismo di RobertoMarino e partner alle prese con ve-loci passaggi a 3 con palloni. In unsuggestivo quadro al cerchio aereoAnita Canestrelli, impersonando lamaschera di Pierrot, si produce inpassaggi incredibilmente morbidi etecnicamente singolari.La parte comica è affidata ad AlexDell’Acqua che presenta alcune ri-prese rivisitate con uno stile moltopersonale; inoltre la sua espressivitàcontribuisce a rendere gradevoleogni suo intervento.E’ la volta di Jimmy FornaciariCristiani in un numero di verticaliche sfiora la perfezione tecnica estilistica: oltre ad assumere dellepose plastiche in equilibrio su un

2008/2009. La compagnia di Catania Jimmy Fornaciari Cristiani

Manifesto del CircoAcquatico Dell'Acqua

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braccio solo, Jimmy inizia prima aroteare un cilindro col piede, per poiconcludere con l’effetto “caduta”,liberandosi contemporaneamenteall’improvviso di 8 mattoncini, dav-vero spettacolare.Altra ripresa prima della presenta-zione dei rettili, ambientato inun’atmosfera orientale con delle af-fascinanti odalische e un “marajà”,impersonato da Danilo. Doverosa nota positiva, l’attenzionecostante nella ricerca e scelta dellemusiche e dei costumi. Belle anchele casse di legno nelle quali vengonoriposti gli esemplari. Conclude ilMarajà, con una cattura ad effetto.La seconda parte, vede le bolas ar-gentine di Roberto Marino e part-ner. Segue la molla elastica e snoda-bile “Slinky”, a ritmo veramente so-stenuto, portata in scena da JimmyFornaciari Cristiani.“Capitan Danilo”, per la gioia di tut-ti porta in pista pellicani, pinguini efoche seguita dall’esibizione dei pe-sci piranha all’interno del grande ac-quario. Vi è poi, il numero di trasformismodi Arianna e Danilo, che si distingueper l’elevato numero di scene pre-sentate e per la velocità con cui ven-gono cambiati gli abiti.Lo spettacolo prosegue con un mo-mento davvero poetico: un sipario afondo stellato incornicia la perfor-mance alle fasce aeree di Anita conJimmy che nelle vesti di tenore,l’accompagna dal vivo, mentre lei silibra in passaggi aggraziati e leggeri.E’ la volta di Matlok: l’uomo di gom-ma, che lascia puntualmente sbigot-tito il pubblico. Un’altra ripresa diAlex, prima della parata finale alle-gra di tutti gli artisti sul palco che,capitanati da Alex e Danilo, salutanoe ringraziano gli intervenuti, in mez-zo ai giochi d’acqua alla base delpalco. Una festa nella festa.E mentre il pubblico lascia lo chapi-teau, nel foyer lo attende un piace-vole momento di suspense con la“Metamorfosi della Donna Gorilla”,una baracca che ha spopolato nellefiere e nei luna park che ancora og-gi risulta essere gradita dal pubbli-co. In fondo al circo realtà e illusio-ne si fondono e gli spettatori hannopiù che mai il desiderio di sognare.

Il dislocatore Matlok Danilo Dell'Acqua

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di Maurizio Colombo

Acquatico BellucciCirchi Italiani

acquatico di qualità

Nel nostro panorama circense ci so-no molte varietà di spettacoli picco-li e grandi ed alcune molto partico-lari e fantasiose come il CircoAcquatico Loredana Bellucci cheportando in scena lo spettacoloVoyager dimostra come anche senzala pista rotonda si possa fare circo inmodo diverso e gradevole.Lo spettacolo sotto la direzione diMario Medini, coadiuvato dalle figlieJennifer e Sandy, ha una prima par-te molto tradizionale ed una secon-da nella quale gli animali sono i veriprotagonisti di una storia di pirati.Lo spettacolo si apre con la coppia dicomici Flic &Flac che giocando conil pubblico danno luogo ad una sortadi countdown. Il primo numero è unnumero di antipodismo portato inscena da Polly , una sorta di “ma-schera” a cui lo spettacolo è dedica-to. Subito dopo la scena viene illu-minata da raggi laser e fa la sua ap-parizione un personaggio maschera-to, oscuro e proprio nell’oscuritàeseguirà il suo esercizio di giocoleriacon bastoni illuminati alla fine del-l’esercizio scoprirà il suo volto che èquello di Jarold Niemen. Una velo-ce esibizione dell’uomo molla inte-pretato da Flic precede il numero digiocoleria presentato dai fratelliNiemen Eliene e Jarold un bell’e-

sercizio di coppia eseguito con palli-ne, clavette e racchette da tennis, iltutto con il brio e la freschezza deidue giovanissimi artisti. Luci soffu-se, una grossa ragnatela sullo sfon-do, ecco fare il suo ingresso in scenaun ragno gigante che per magia sitrasforma in Cesar, il dislocatore!Un bel numero di contorsionismoche si conclude con l’artista rinchiu-so in una teca di cristallo di soli 40

Jennifer Medini

Cesar, l'uomo di gomma

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centimetri di lato. Ed è ora la voltadella comicità, un classico, portatain scena da un regista simpatico esconclusionato: l’entrata del cinemapresentata dalla versione “america-na” di Emilio Savio, un artista chevanta nel suo curriculum scrittureimportanti con il numero di testa atesta in coppia con il fratelloStefano, tra cui una stagione indi-menticabile al Ringling Barnum &Bailey durante la quale la scena coni fratelli Pellegrini. Un bel numero di hula hop vienepresentato in una bella coreografiada Eliene Niemen, che sostituisceJennifer Medini che il 21 gennaio hadato alla luce il primogenito SeanNiemen. Si chiude con il trionfod’acqua delle fontane danzanti, or-chestrate da Juri Guidi, una primaparte di circo classica. La secondaparte è, come già detto, una pre-sentazione di animali inusuali per ilcirco ed allo stesso modo è inusualela scelta che la direzione ha orche-strato per rendere il tutto intrigantee curioso. Sulla scena il capo dei pi-rati impersonato da Emilio esorta isuoi uomini a cercare nel mondo ani-male il segreto della felicità e sul fi-lo di questa appassionata ricercafanno la loro comparsa in scena,un’iguana, un istrice, una grossa tar-taruga di terra, serpenti, un’aquila,una bellissima coppia di pellicani,tre piccoli pinguini, una bella focache gioca con Emilio, poi appare lagrande vasca dello squalo e un’arti-sta vi si immerge e vi nuota insiemeed ancora un ippopotamo pigmeo eun coccodrillo: una sorta di arca diNoè di animali curiosi che difficil-mente si possono vedere dal vivo, unvero divertimento per i più piccoli enon solo per loro. Uno spettacoloben costruito che si chiude con lacompagnia che scende tra il pubbli-co a salutare e a ricevere un ultimoapplauso per i bei momenti che han-no saputo regalare. Uno spettacoloche ha attirato l’attenzione di diver-si giornali e della redazione del tele-giornale di Rai Uno che gli ha dedi-cato un bel servizio sottolineandol’originalità di questa compagnia.Voyager uno spettacolo di qualità!

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La compagnia rappresenta la pantomima ispirata ai Pirati dei Caraibi

La maschera misteriosa

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di Francesco Puglisi foto di Christophe Roullin e Payaso Enrico

Circ AquaticCirchi Italiani

in Spagna l’impero italiano dei Fratelli Zoppis

Sono approdati in Spagna tre anni fanel pieno del loro successo italianoed è stata subito una scalata di con-quiste e di traguardi preziosi rag-giunti anche nel paese iberico.Stiamo parlando del Circo Acquaticodei fratelli Zoppis. «Abbiamo lascia-to l’Italia a malincuore - ci raccon-ta Heidi Faggioni Zoppis, moglie diCorty - e questo non significa chequi non stiamo bene, ma volevamoprovare a lavorare nella mia terradi origine dove tra l’altro questo ti-po di spettacolo non era così tantoconosciuto e fino ad oggi dobbiamoritenerci più che soddisfatti».E a dire il vero possiamo ben direche i fratelli Corty, Vanni, Ivan eTony con le loro rispettive famigliehanno creato un vero e proprio im-pero con spettacoli, alcuni di essiinnovativi, che agiscono contempo-raneamente in tutta la Spagna, regi-strando il più delle volte il «soldout» divenendo così grandi impren-ditori del mondo dello spettacolo. E tutto questo è stato possibile gra-zie alla tenacia, al lavoro forsenna-to dei quattro fratelli che hannorealizzato lo splendido materiale ditutti gli spettacoli di loro produzione. Ma andiamo con ordine. Piatto fortedegli Zoppis è il Circo Acquatico de-cisamente cambiato da quello cheabbiamo visto l’ultima volta inItalia. Nella struttura è stata realiz-zata una vera e propria piscina dovepossono esibirsi per esempio le fo-che o numeri con la moto d’acqua.Impianti tecnologici di grande effetto.

IL “CIRC AQUATIC” DI BARCELLONAAltra grande chicca, è quella realiz-zata per la prima volta quest’anno:una seconda unità appositamenteconcepita per la Plaza de Toros diBarcellona e per quella di Gironache prende il nome di «CircAquatic». Uno chapiteau a quattropunte con 1.300 posti tutto in pol-trone di colore blu con un grande

palcoscenico ed una enorme piscinagemella a quella della prima unità.E per la prima volta è stato realiz-zato uno spettacolo senza animalivisto che la legge nella regione del-la Catalunya vieta gli spettacoli congli animali.Sempre dalla scorsa estate è partitauna nuova avventura questa voltalegata al mondo dei motori con loshow «Extreme Motor Show» affi-dato ad Ivan Zoppis che ha trionfa-to sia a Palma de Majorca che adIbiza tanto da realizzare una produ-zione invernale a Valencia, in occa-sione delle festività, sotto la tenda

dove ha avuto successo anche inconcorrenza con altri tre circhi delcalibro di Mundial, dell’Americano(Faggioni) e del Circo Wonderland(Macaggi). Insomma gli Zoppis in poco tempohanno costruito un vero e propriomondo dello show business. «Tuttoquello che stiamo facendo é sicura-mente il frutto del nostro lavoro -racconta Corti Zoppis - abbiamo in-vestito nelle cose in cui crediamo ecerchiamo di farle con dignità one-stà cercando di portare innovazioni.E devo essere sincero che per esem-pio lo spettacolo di Barcellona que-

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soggetti in movimento. Due ore dav-vero emozionanti con giochi d’ac-qua e numeri diversi dal solito qualiil cavallo marino, che sfreccia agran velocità mentre al vertice del-l’attrezzo sorretto dalla moto d’ac-qua due ragazze Magie Ivanov e lagiovane Sabine Zoppis, di soli 13anni, (figlia di Corty e Heidi) com-piono evoluzioni al trapezio mentredall’alto scende la pioggia che ba-gna le artiste rendendo il numeroancora più accattivante. Il pubblicoappena entrato però in realtà vedeuna straordinaria coreografia ispira-ta al mondo marino con un gigante-sco palcoscenico e non vede l’om-bra di acqua. La vedrà a volontà do-po la seconda esibizione quando ap-punto trapezista Linda Nicols ese-gue il suo numero e quindi si alza lapista per scoprire l’immensa pisci-na: da terra partono le fontane si-tuate sia nella pista centrale che ailati del perimetro della pista men-tre dall’alto scende la pioggia.L’acqua, dunque, diviene l’elemen-to fondamentale di tutto lo spetta-colo che accompagna il simpaticomarinaio Jhonny Bogino e del bra-vissimo clown bianco Edeck di origi-ne belga. Così ecco che arrivano gliartisti della scuola di Shangay cheeseguono un numero di giocoliericon i cappelli: sette artisti cinesiche gionglano con i cappelli forman-do piramidi umane e ancora la gio-coliera Shirley Lizzi, una splendidasirena, che abbiamo visto anche alFestival di Latina qualche anno fa,che tra giochi d’acqua e cascatepresenta il suo numero rivisitato inchiave acquatica con clave e palli-ne. Una troupe al femminile dellaScuola del Circo di Pekino, invece,propone uno straordinario numerocon i piatti oscillanti e successiva-mente una performance di contor-sioni a quattro che lascia il pubblicoammutolito. Le ragazze cinesi pre-sentano anche un’esibizione al rola-rola in sei. Uno dei «piatti» preliba-ti di questo show è anche l’esibizio-ne della verticalista cinese Xi MaMai, che per 5 minuti incanta con ilsuo sincronismo con la sua sponta-neità nei movimenti con contorsioniche a tratti rasentano l’impossibile.In una coreografia acquatica sembradi vedere la giovane artista nuotare

st’anno è stata una vera e proprianovità che è piaciuta con grande af-fluenza di pubblico nonostante lacrisi abbia colpito anche laSpagna». Dunque il «Circ Aquatic» è unoshow con tanto di regia curata dalregista spagnolo Martin Abele (conesperienze passate al Roncalli), ef-fetti speciali, musiche e costumi

realizzate appositamente per que-sta rappresentazione dove tutti gliartisti si intersecano e agiscono sot-to un attenta regia. E’ la storia di unsimpatico marinaio che incontra unclown e vuole fare insieme al lui unviaggio nell’immaginario mondomarino dove incontrerà squali, tar-tarughe stelle marine e meduse,tutto rigorosamente ricostruito con

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sorreggersi solo con un braccio sullapiccola asticella d’acciaio. In un susseguirsi di numeri semprepiù emozionanti e coinvolgenti tro-va spazio la troupe di Pekino con isalti nei cerchi che farà esplodere laplatea e ancora il numero nella retea grande altezza della bella e bion-dissima Mary (Germania). Tutte le performance degli artisticomunque sono inserite in quadrimarini con costumi adeguati cherendono il tutto ancora più magicoed attraente. Inutile dire che nel fi-nale il pubblico applaude con lastanding ovation (vista con i mieiocchi). Uno spettacolo davvero bel-lo sulle stile del Soleil che ci augu-riamo di vedere presto anche nelnostro paese.

IL CIRCO ACQUATICO CON GLI ANIMALINella seconda unità quella classicacon gli animali il Circo Acquaticoviaggia con mezzi perfetti sotto ognipunto di vista e che comprende duechapiteau con tanto di archi conscritte luminose visibili a parecchichilometri di distanza. Anche inquesta unità c’è la piscina centralee oltre all’esibizione di squali, fo-che, pinguini, piraña serpenti coc-codrilli, anaconda e iguana fanno

parte del cast anche un numero coni cani ammaestrati, il giocoliereNicolas, il numero acrobatico con lamoto d’acqua con Maicol Rossi e leevoluzioni aeree di Linda Rossi,(sullo stile dello show di Barcellona)le fasce e la corda aerea di DavidSanchez, e ancora il rola rola diLorenzo Oancea e i clown. Anche inquesto caso lo spettacolo piace econtinua a mietere successi in tuttala Spagna. «Abbiamo tanti progetti - ci tiene a

precisare Vanni Zoppis - i nostri cir-chi sono delle vere fabbriche cheproducono migliorie e mezzi nuovi,piste accorgimenti per perfezionareal meglio ciò che stiamo facendo enon è escluso che uno dei nostrispettacoli presto possa girare lepiazze del nostro paese». Fa semprepiacere quando la bandiera italianaviene portata con orgoglio e dignitàanche fuori dal nostro Paese e ci au-guriamo anche di vedere presto unodi questi spettacoli a casa nostra...

Scirli Lizzi

I salti nei cerchi

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di Dario Duranti, foto di C. Enzinger, A. Vanoli e F. Puglisi

Circo Americanoprestigliosa staffetta nella grande gabbia

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Il 23 novembre 1963 debuttava alPalazzetto dello Sport di Torino laprima coproduzione italo-spagnola-tedesca del Circo Americano (esitoappunto della società tra la famigliaTogni, Carola Williams e gli spagnoliFejoo-Castilla). Il 21 novembre 2008, il Circo Ameri-cano ha debuttato a Torino a 45 an-ni da quello storico giorno, propo-nendo uno spettacolo rinnovato ri-spetto alle precedenti produzioniche ha visto protagonista il domato-re inglese Alex Lacey con il numeromisto di leoni e tigri proposto per laprima volta nel nostro Paese. Alexnon ha bisogno di presentazioni: ilsuo numero, insieme a quello delfratello Martin Jr è uno dei miglioridel mondo e la spettacolare conclu-sione con l’esercizio della testa trale fauci del leone maschio Massai lorende davvero unico e non privo dirischi. L’altra novità per il pubblico torine-se è l’utilizzo di uno chapiteau di di-mensioni più contenute, ma all’in-terno dotato delle immancabili trepiste. Lo chapiteau era già in uso daalcuni anni, ma è la prima volta cheviene usato nel capoluogo piemonte-se. La scelta giova alla fruizione del-lo spettacolo in quanto riduce le di-stanze e consente anche agli spetta-tori più lontani una buona visuale,senza penalizzare le dimensioni del-l’arena.Lo spettacolo ha visto protagonistala Troupe Dejang che ha avuto mo-do di esibirsi anche all’ultimoFestival di Latina. Nel loro reperto-rio, cinque diverse specialità: palicinesi oscillanti, meteore cinesi, unacombinazione di altalena russa e sal-ti nei cerchi e la classica giocoleriacon i cappelli. Una troupe dunquemolto versatile che seppur non pre-senti un livello eccelso, ben si adat-ta agli ampi spazi dell’Americano emai come quest’anno, ha saputosfruttare l’intera area delle tre pi-ste, sia con la performance ai pali

cinesi, sia con la originale combina-zione di altalena russa e salti neicerchi. Un buon acquisto che ha so-stituito la tradizionale troupe del-l’est Europa alla bascula.Lo spettacolo 2008/2009 ha visto di-verse novità, come abbiamo visto,ma ha segnato anche un ritorno im-portante: quello di Yves Miletti chenella prima parte disturba lo spetta-colo nelle vesti di spettatore ubriaco

e molesto e successivamente tornain pista come clown Bubù in sella al-la sua macchinina dispettosa. La co-micità oltre agli interventi di Bubùvede protagonista Davis Vassallo alsuo quarto inverno nella compagniadi Enis Togni. Devis ripropone la suacollaudata performance al bal dicorda, oltre alle esilaranti ripreseche lo hanno reso popolare al gran-de pubblico nel corso delle numero-

Sarah Houcke e Cristina Togni(Foto C. Roullin)

Jones Togni (Foto Puglisi)

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Circhi Italiani

se edizioni di Circo Massimo a cuiprenderà parte anche quest’estate. La famiglia Togni ha riproposto i nu-meri di animali apprezzati in tuttaEuropa: Jones nella pista centralealle prese con 5 elefanti (i 3 della fa-miglia di Cesare e due di Enis); gliAlex al completo con le piramidiequestri e il jockey; Flavio, Cristinae Daniele maestri di cerimonia con icavalli in libertà sulle 3 piste e an-cora tutta la famiglia impegnata nelquadro di alta scuola che vede i mo-vimenti equestri alternati a passi diflamenco affidati al corpo di ballo.Corpo di ballo il cui contributo è fon-damentale in questo spettacolo gra-zie alle numerose coreografie e sce-ne di gruppo, tra cui il finale ispira-to al colore bianco che vede l’interacompagnia indossare candidi costu-mi su di un remix di musiche diAdriano Celentano. Uno spettacoloparticolarmente corale e generosoche ha proposto al pubblico torineseun nuovo stile e un nuovo volto delCirco Americano. In alcuni spettaco-li i più fortunati hanno potuto bene-ficiare della rara performance diFlavio Togni con i cavalli e i cam-

melli eccezionalmente creata per ilFestival di Latina: una routine anco-ra da limare, ma che conferma ilgrande talento di questo artista.La tournèe 2008/2009, dopo il de-butto di Brescia e una tappa inter-media ad Asti è arrivato a Torino pri-ma di approdare per le feste a

Napoli dove il Circo Americano man-cava da ben 15 anni. Per la primavolta il complesso di Enis Togni ha in-stallato le proprie strutture nel par-co Magic World di Licola (NA) doveha riscosso un ottimo successo dipubblico. Lo spettacolo ha subito al-cune variazioni rispetto alla perma-

Davis Vassallo Cristina Magli Togni (Foto C. Roullin)

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nenza nel capoluogo piemontese esoprattutto ha visto una bella staf-fetta nella grande gabbia. Infatti,per le feste Alex Lacey è tornato inGermania dove lo aspettava il Circodi Natale di Heilbronn, mentre nellapista dell’Americano è tornato unodei gruppi di tigri “colorate” diFlavio Togni, mandato dalla biondis-sima Sarah Houcke, di rientro dallatournée con Arlette Gruss inFrancia. Sono rientrati anche gli ele-fanti, scritturati da Gilbert Gruss euna cavalleria. Dopo Napoli l’Americano ha termi-nato la propria tournée a Genovaprima di sciogliere la compagnia l8marzo. In aprile la famiglia di CesareTogni è partita per il danese CirkusDannebrog, una gabbia di Flaviomandata da Hans Suppmeier è an-data in Olanda da Herman Renz in-sieme ad una cavalleria; un’altra ca-valleria e quattro elefanti sono rien-trati al Cirque Arlette Gruss; altrianimali si trovano all’HollywoodPark di Stuckenbrock in Germania.Per assistere alla produzione 2009-2010 dobbiamo aspettare fino al-l’autunno prossimo. A goderne parti-colarmente dovrebbero essere gliamici della Puglia e successivamenteil pubblico romano che onorerà iltradizionale appuntamento nataliziocon il circo sotto lo chapiteau delCirco Americano.

I giocolieri della TroupeDe Yang

Alex Lacey al Circo Americanoa Torino (Foto Vanoli)

La locandina di Genova conSarah Houcke

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di Dario Duranti, foto di Maurizio Colombo

Circo di PragaCirchi Italiani

l’anno della svolta

Gli ultimi 12 mesi sono stati moltoimportanti per il Circo di Praga deifratelli Cristiani. Quasi determinan-ti. Un anno ricco di soddisfazioni du-rante il quale questo complesso harinnovato il proprio materiale pro-ponendo nel corso di un tour in cit-tà prestigiose uno spettacolo moltocurato con scritture di peso. In questa svolta determinante è sta-to il ruolo di una piazza molto im-portante ed ambita dai complessi diprima categoria: la Fiera di Sant’A-lessandro a Bergamo alla fine diagosto. A giugno 2008 le prime indi-screzioni, successivamente confer-mate dalla stessa direzione del cir-co: il Circo di Praga sarà a Bergamoal Centro Commerciale Orio Centerper la tradizionale fiera! Una piazzacosì importante ha innescato una

spinta al rinnovamento che come sidiceva ha coinvolto tutti gli aspettidi questo complesso. In primis lochapiteu: a Bergamo è stato inaugu-rata una fiammante struttura 4 an-tenne, a castello, senza contropali,con cupola all’italiana, di colorebianco-rosso di grande effetto.All’interno tutto rosso, con stelle

gialle in corrispondenza delle an-tenne. La stessa colorazione checontraddistingue la tenda di ingres-so, l’ampio foyer e gli automezzi delcirco. Rinnovata anche la pubblicitàcon una grafica personalizzata basa-ta sulle foto dei protagonisti dellospettacolo.Per quanto riguarda lo spettacolo, i

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Christopher Cristiani

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Cristiani hanno affidato al fratelloRedi (il noto domatore di tigri ormaiscritturato generalmente in com-plessi stranieri e attualmente in for-za al Cirque Arlette Gruss) la regia ela cura dei dettagli nella mise en pi-ste: nuovo il finale, eliminate lepause, rinnovate le riprese comichee le coreografie; nuovo l’impiantoluci e curato ogni aspetto, dall’in-tervento degli uomini di pista aitendaggi. Sono state riviste le musi-che dei numeri di casa e cambiata lascaletta. Per quanto riguarda lacompagnia di Bergamo, il program-ma si è avvalso, oltre che del nume-ro di gabbia di Redi Cristiani, dellaTroupe Yanckovitch alla bascula edel duo ungherese Living Theatre inforza prima al tedesco Flic Flac esuccessivamente al Gay Circus di-retto da Genis Matabosch aBarcellona. Nonostante la concorrenza con ilCirco Lidia Togni (installato in un’a-rea nel Comune di Bergamo) il buonandamento della piazza ha indotto iCristiani a prorogare fino alla fine disettembre raccogliendo molte sod-disfazioni. La tournée successivamente è pro-seguita con Novara, Vercelli, Ales-sandria, Casale Monferrato e Setti-mo Torinese. In queste piazze lospettacolo ha visto la presenza del-la famiglia di Riccardo Errani con ilnumero di elefanti, la trinka diZeudi, il giocoliere Marco Moressae l’hula hop di Priscilla. Con la piazza di Settimo Torinese gliErrani sono partiti per la Germaniaper una serie di spettacoli natalizi eil Festival di Monte Carlo (dove haricevuto il Bronzo per il numero dielefanti) mentre Circo di Praga haraggiunto un’altra piazza di grandeimportanza: la Pellerina di Torinoper le Festività natalizie. Torino a Natale è una delle piazzeche rende di più, nonostante in ge-nere la concessione comunale è li-mitata al primo o al secondo finesettimana di gennaio per impegnisuccessivi dell’area. In questo casol’abbondante nevicata ha convintogli amministratori a far prorogare il

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Circhi Italiani

complesso dei fratelliCristiani di una settimana.Nevicata che inevitabil-mente ha creato qualchedisagio, anche se il pub-blico torinese non ha tra-dito il consueto appunta-mento natalizio con il cir-co. Il programma proposto,presentato da RenatoBrinati e introdotto dalleclassiche majorette, havisto i seguenti numeri:Eva Cristiani (cavalli in li-bertà), Les Adrianò (Da-iana Caroli e AdrianoZambelli, magia comica),Tara Cristiani (filo teso),Sara Cristiani (antipodismo),Troupe Yanckovitch (acrobatica ec-centrica), Eva Cristiani (alta scuolain quadro andaluso), Alba Ferrandi-no (verticali), Ilenia Zorzan (equili-brismo con le spade), Gli Zorzan(cagnolini ammaestrati), Tara Cris-tiani (cerchio aereo), DaniloCristiani (tigri), Anna Azzolini (ani-mali esotici), Cristopher (giocolierein bouncing), Duo Brina-ti (sostenu-to aereo), Troupe Yanckovitch(acrobatica alla bascula).Spettacolare il finale che vede gli

artisti apparire da un grande telobianco che avvolge tutta la pista. Tra le novità dello spettacolo, la pa-rodia comica della Troupe Yanco-vitch che ha riproposto una rivisita-zione degli uomini forti del-l’Ottocento, ispirandosi ai FumaBoys. Nuove anche alcune riprese diAdriano Zambelli che ha accorciatola durata dei propri interventi dan-do maggior scorrevolezza al pro-gramma.Dopo Torino i Cristiani si sono spo-stati in Lombardia (con una lungapermanenza a Busto Arsizio) eVeneto. Nello spettacolo è tornatala famiglia Errani, reduce dall’otti-mo successo monegasco.L’annata 2008/2009 è stata sicura-mente importante per i Cristianiche hanno rinnovato le loro struttu-re, ma soprattutto hanno saputo ap-portare allo spettacolo importantiaccorgimenti per renderlo più mo-derno e scorrevole ed adatto ad ungiro di piazze di livello superiore.

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Redi Cristiani al Circo di Pragaa Bergamo

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Un capitano nella giunglaRacconti

la guida che condusse Orlando Orfeidi Alberto Orfei

Nel mio racconto del “Grande Viag-gio”, vi accennai al Capitano Marcio(si legge Marzio), ma penso che sa-rebbe un’ingiustizia a non parlarvi diquell’uomo che rese possibile, operlomeno più facile, quell’impresa.Come vi dissi, Marcio venne al circoun po’ a forza, portato da suoi ami-ci e colleghi ufficiali dell’esercitobrasiliano, o meglio, del “Batalhãoda Selva”, un reparto speciale del-l’esercito, addestrato alla guerranella foresta e alla sopravivenza inquell’ambiente. Gli amici lo porta-rono da noi a Manaus per farlo dis-trarre un poco in quanto, dopo chela sua fidanzata lo lasciò per andar-sene con un famoso calciatore brasi-liano, lui cadde in uno stato di de-pressione che quasi gli fece abban-donare l’esercito.Quell’uomo avvilito e triste rimaseaffascinato dal nostro mondo. Il cir-co lo fece volare nel mondo dei ri-cordi e rivivere un’epoca lontanadella sua fanciullezza, così da di-menticare, almeno per un po’, i suoi

tristi trascorsi.Uno degli ufficiali che lo condusse alcirco era amico di José Campos, ilnostro addetto alla pubblicità, quel-la per trovare gli sponsor. José, fu al distretto militare con

Orlando Orfei con ArleyPacheco e il nostro aereo

L'attraversamentodel fiume

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I giganteschi pesci ''pirarucu''

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Racconti

Harley Pacheco (lo ricordate, il no-stro eroico pilota?), per ottenere glispeciali permessi, affinché il nostroaereo potesse sorvolare la zona difrontiera (un’area militare) e atter-rare nei campi di atterraggio sotto lagiurisdizione del comando militaredell’Amazzonia.Campos, in uno dei tanti uffici chevisitò, conobbe il Maggiore Antoniode Medeiros Prado, che venne al cir-co per ispezionare l’aereo.Stringemmo una bella amicizia colMaggiore Antonio, il quale cominciòa frequentarci quasi tutti i giorni.Una sera, Antonio, venne al circo ac-compagnato da vari ufficiali fra iquali c’era il Capitano Marcio.La prima volta che vidi Marcio, notaimolta tristezza nel suo sguardo. Allafine dello spettacolo però, sembravaun’altra persona. Le sue sembianzeerano mutate. Fu proprio lui a invi-tarci, quella sera, ad andare in una“Churrascaria” dopo lo spettacolo.Una churrascaria specializzata inprodotti dell’Amazzonia, dove servi-vano carni e pesci tipici di quella re-gione. Fu la prima volta che assapo-rai il famoso “Pirarucù” (gigantescopesce del Rio delle Amazzoni) e de-vo dire che è molto superiore comegusto e qualità di carne, al tonno eal salmone; lo mangiai anche come“Shassimi” in ristoranti giapponesi,e anche crudo, devo togliermi il cap-pello per la sua qualità.Da quella sera, la presenza di Marcioal circo era diventata una costante.Cominciò a venire anche di mattinapresto, quando al circo non c’è an-cora nessun alzato, solo gli addettiagli animali. Così il capitano passò iltempo che restava fino all’appari-zione di qualche artista o segretario,a intrattenersi con il personale dellescuderie.Fu proprio Marcio a identificare epoi curare, un’infezione alla zampa,o meglio al piede, di una nostra leo-nessa che da mesi non poteva più la-vorare, e che nessun veterinario chela visitò, seppe curare. Marcio iden-tificò il parassita che provocava l’in-

fezione, in quanto era simile a quel-lo incontrato da lui in vari “onçe”(giaguari), quando era nella foresta.Il capitano trovò molta similarità,fra l’organizzazione di un circo equella di un esercito. Anche se noidel circo ci sentiamo un po’ anarchi-ci e molto liberi, lui ci fece notareche invece, anche noi eravamo sot-tomessi a una gerarchia, e per quan-to ci sentissimo liberi, in realtà, loeravamo molto meno. Alcuni deisuoi esempi li ricordo ancora: quan-do nel fine settimana in Brasile si fa-cevano tre spettacoli al giorno al sa-bato e quattro alla domenica, si eraimpegnati col lavoro tutto il santogiorno, come se fossimo stati dentroad una caserma; e nei giorni di ripo-so, come al lunedì, sempre la inSudamerica, si facevano le prove,come se facessimo un’esercitazione

militare. E nei giorni di viaggio, neiquali ci si dovrebbe sentire più libe-ri, in quanto non c’è spettacolo, inrealtà si sgobba ancora di più. Quell’uomo si sentiva bene con noi,coinvolgendosi nei nostri problemi,si sentiva lontano dal suo.Cominciammo a considerare Marciouno della compagnia; la sua presen-za in circo era diventata una routi-ne, tutti i giorni qualcuno lo invitavain carovana a mangiare, o lui, la se-ra, invitava qualcuno in pizzeria.Non era un capitano medico comuneche s’interessava solo di medicina odi malattie, ma era uno cui piacevarisolvere problemi di organizzazionecon soluzioni semplici; probabilmen-te nel suo battaglione svolgeva man-sioni anche diverse dalla sola medi-cina, come, di solito fa un capitanomedico.

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I tavoloni utilizzati perattraversare la foresta

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Racconti

Quando venne il dilemma di comecontinuare il viaggio per andare inVenezuela, che, come già vi ho rac-contato, per nostra leggerezza (eignoranza forse) si sbagliarono i cal-coli dei costi di navigazione, fuMarcio a dirci che l’avremmo potutofare via terra e che, anche se i nostriveicoli non erano appropriati perquel percorso, avremmo potutougualmente raggiungere il Venezue-la attraversando la foresta. E si pro-pose di andare con Pacheco per unaricognizione aerea, mostrandogli ipunti difficili del cammino.Quei ponti di legno così precari, inmolte occasioni, il suo battaglionefu costretto a rinforzarli, e conOrfeo trovarono la soluzione deigrossi e lunghi tavoloni che avremmo

dovuto portarci dietro e i sacchettidi tela, per riempire di terra da usa-re per riempire qualche depressioneche avremmo trovato nel cammino,visto che noi non avevamo a disposi-zione i mezzi speciali che l’esercitopossedeva.Le liste dei materiali indispensabilida portarci dietro e i consigli su co-me comportarci nelle situazioni cheavremmo potuto incontrare nella fo-resta, fu proprio lui a suggerirle. ConOrfeo e Mario cominciò a definire levarie strategie per quella difficileimpresa. Non dico che fu lui a risol-vere tutti i problemi, ma fu senzadubbio una fondamentale pedina diquella scacchiera.All’inizio ci aiutò a risolvere i pro-blemi che avremmo incontrato, co-

me per esempio, portarci al seguitola cisterna d’acqua rivestita di ma-teriale isolante, il camion frigoriferoe il camion cisterna per i combusti-bili, ma giorno dopo giorno, manmano che si avvicinava l’inizio diquell’avventura, si entusiasmò alpunto di decidere che sarebbe venu-to con noi. Inoltre, se gli avessimomesso a disposizione un campino oun furgoncino, avrebbe allestito unapiccola infermeria per prestarci assi-stenza in caso di bisogno.Sapendo che la nostra avventura,avrebbe chiamato l’attenzione deimedia, e che fra noi, sicuramente,ci sarebbe stato della gente che l’a-vrebbe registrata in foto o in video,si raccomandò che lui non fosse néfotografato né menzionato in nessu-na intervista ai media. Non fu facilefar capire alla nostra gente quellasua esigenza, soprattutto perché or-mai lo consideravano un grande ami-co, e avrebbero voluto avere una suaimmagine di ricordo, però credo chetutti rispettarono questa sua deci-sione. In questi anni che passarono,non vidi mai una sua immagine, siain foto sia in video. Forse qualcunol’avrà anche fatta, ma non fu maimostrata. C’è da dire che a queitempi le videocamere non eranotanto accessibili quanto oggi e nontutti possedevano una macchina fo-tografica o una telecamera.Sicuramente per questo motivo nontrovai mai una sua foto.Da parte mia rispettai sempre la suaesigenza. L’ho menzionato nei mieiracconti, perché erano passati ormaipiù di vent’anni e sicuramente il ri-portarlo alla ribalta non l’avrebbepiù danneggiato; se Marcio proseguìla carriera militare, a questo puntol’avrà anche terminata, o forse saràgià arrivato al vertice e il fatto diaver fatto quel viaggio al seguito delcirco non potrà più nuocergli.Comunque, ovunque tu sia CapitanoMarcio, o chissà, Generale forse, ilnostro più grande ringraziamento eil calore della nostra amicizia. Boafortuna Marcio, “Aquele abraço!”

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di Maurizio Tramonti

Profili

Il 25 gennaio scorso in Germania èmancata Ofelia Maria Riva. Un no-me forse sconosciuto ai più giovani.Il nome di una donna italiana mortain Germania cosa può nasconderedietro di se? A volte ci fermiamo sudi un titolo, osserviamo fugacemen-te una foto poi voltiamo pagina, ep-pure quel nome e quella foto porta-no con sé una storia, una storia dicirco. Fino ad un certo punto la vitadi Ofelia ha percorso la strada deiRiva, poi con il matrimonio quelladei Konyot ed indirettamente deiKratejl. La prima apparizione delnome Kratejl in Italia è legata alPoliteama Rossetti di Trieste chescrittura questo circo di origineRumena. Nel 1902 nasce Maria Kratejl (alcu-ni testi la danno di origine Cecoslo-vacca altri Rumena).Maria Krateijl sposa Ernesto PilkKonjot e dal loro matrimonio nasco-no Karel Bubi, Fredi, Betti. Mariasarà ricordata per aver dato il via(naturalmente assieme al maritoErnesto Pilk) alla ‘dinastia’ deiclown “Ernestos” che tanto lustro aquesta nobile arte, ma leggendo lecronache dell’epoca bisogna ricor-dare che aveva un numero alle sca-le il equilibrio dove l’attrezzo (lascala) era alto otto metri. Da ricor-dare anche che il circo di famiglia(Circo Kratejl) è stato uno dei pochia presentare un numero di altascuola eseguito su un cammello. Per sommi capi abbiamo conosciutoi Konjot ma Ofelia Maria? Ofelia erafiglia di Domenico Umberto Riva eFosca Mascardini. In famiglia trafratelli e sorelle erano in sette:Giuseppe Loris, Aurelia Lea, ItaliaLibera (sposerà Emilio Bellucci efondano il circo Embel Riva), Agos-tino, Ofelia, Ermenegilda, Rober-to. Nel circo Ofelia ha ricoperto di-versi ruoli come artista, dal jockeyai volanti, all’acrobatica. Ofelia co-nosce il marito Karel (Karel BubiPilch Konjot) in occasione di una

partecipazione della famiglia Ernes-tos ad una tournèe nel Circo EmbellRiva. Dal matrimonio nascono cin-que figli: Ermenegilda, Er-nestina,Roberto, Jhonny e Paolo.Di questi Roberto morirà a soli 36anni nel 1987 e Paolo morirà giova-nissimo nel 1961.

OFELIA E BUBIIncontrando il figlio Jhonny (sposatocon Bernadette Salerno) si presen-ta l’occasione per parlare dei geni-tori. La prima domanda riguardauna fotografia in cui Ofelia apparetruccata da clown. Chiedo quindi aJhonny se con il matrimonio lamamma cominciò a far parte del-l’entrata musicale. “Mio padre leinsegnò a strimpellare la fisarmoni-ca. A quei tempi non c’era nulla,non c’erano le basi musicali: o tro-

vavi l’orchestrina oppure ti doveviarrangiare da solo. Allora nell’en-trata, oltre a mio padre c’erano an-cora i miei nonni, mio zio (Fredi) emia zia (Betti). Poi mio padre si di-vise e cominciò con mamma. In queitempi la vita era dura e nei mo-menti di magra mio papà andava asuonare nelle osterie e mia sorellacantava”. Quindi Karel Bubi aveva una certaconfidenza con la musica?“Mio padre parlava 12 lingue e suo-nava di tutto: il pianoforte, latromba, il clarino, però lo strumen-to in cui era più forte ero lo xilofo-no, ma era bravo anche con violinoe chitarra. Io ho quattro figli(Paolo, Ofelia, Desy, Jhonny Jr.), idue più grandi, Paolo ed Ofelia,suonano grazie a mio papà che inse-gnò lo xilofono a tutti e due.

Ofelia e Bubydue cuori e un naso rosso

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Profili

Quando è mancato mio padre, miafiglia Desy aveva sette anni e papànon fece in tempo ad insegnarle unostrumento. Io non ho pazienza perqueste cose, sono troppo impulsivo,per il figlio piccolo quando eravamoin tournèe in Svezia, assunsi unmaestro perché gli insegnasse lamusica. Anche le mie sorelle hannoimparato dal babbo. Mio padre ave-va la musica nel sangue ed un’altrasua dote era quella di apprenderevelocemente tutto, cominciandodalle lingue: ne parlava dodici!Oltre alle nostre europee parlavarusso, moldavo, cecoslovacco, un-gherese… Nel 1986 quando andam-mo in Giappone mio padre faceva laripresa dei campanelli, debuttam-mo subito dopo due giorni dall’arri-vo. Il problema era che devi parlareper spiegare i campanelli, lui lo fa-ceva in inglese, ma il pubblico nonrispondeva. Si applicò subito con lalingua del posto ed imparò a far laripresa parlando in giapponese,cambiò subito tutto e fu un succes-

so. Lui era un talento naturale perle lingue. Mia madre invece era ilcontrario, aveva il suo italiano mol-to toscano e non voleva spostarsi daquello. Per esempio mi ricordi diquando eravamo in Germania: ioavevo circa nove anni, ci segnalaro-no un’agenzia di Francoforte cheaveva scritture nelle basi militariAmericane in cui c’erano teatri, lo-cali, night club,… c’era lavoro pergli artisti e noi riuscimmo ad entra-re. Ci ambientammo talmente beneche quando si diceva ‘andiamo a ca-sa’ la nostra casa era Francoforte.Eppure ogni volta che accompagna-vo mia madre a fare la spesa al su-permercato lei si ostinava sempre aparlare in italiano: mi dia uno diquello, uno di quello...”. In una fotografia tuo padre è ripre-so con una fotocamera in manoqualcuno mi ha detto che era unamaniaco delle riprese filmate edelle fotografie. Se questo è vero,come è nata questa sua passione? “Verissimo. Mio nonno aveva uno

dei primi cinema ambulanti (ilCircus Cinema Ernesto negli anniVenti), la passione di mio padrepenso sia nata in quel periodo. Raccontava che fin da bambino ave-va la cinepresa in mano. In seguitopoi, per qualche tempo, anche luiebbe un cinema come il nonno. Hodei filmati realizzati da mio padreche sembrano film di Stanlio e Olio,tutti girano velocemente, si vedonola Ford T e dietro la roulotte fattaad uovo, cose di 87 anni fa”.Dunque mamma Ofelia lavorava inpista con il marito, ma fuori dallapista com’era?“Mi sembra di ricordare che abbialavorato fino al 1965-66, mio fra-tello sui 14 anni cominciò a lavora-re lui e mamma si dedicò esclusiva-mente alla famiglia. A propositodella famiglia, guai a toccargliela!Se c’era qualcosa in giro che riguar-dasse la famiglia, un bisticcio o unaqualsiasi questione, lei era semprein prima fila per la famiglia. A dif-ferenza di mio padre che era un uo-mo tranquillo (non l’ho mai sentitoinveire o dire parole sconvenienti)mamma invece era la tipica donna‘cazzottona’, guai a toccargli la fa-miglia perché non tardava ad andarper mani anche se davanti avevauomini più alti e grossi. Una suagrande passione era il poker, ricor-do nel 1967 quando andammo inJugoslavia. Il viaggio fu in treno,tre giorni senza scendere, a queitempi non c’erano le carrozze, sicaricavano i campini e si faceva ilviaggio così. Ebbene alla partenzacominciò a giocare a poker, pensosia stata la più lunga partita dellasua vita perché di volta in volta igiocatori arrivavano dagli altri cam-pini e si davano il cambio, penso ab-bia giocato per tutto il viaggio”. In questo incontro con Jhonny PilchKonjot Ernestos si dovrebbe parlareprincipalmente di Ofelia Maria Riva,ma nel rincorrersi dei ricordi si puòscivolare su curiosità che però ci ri-portano sempre ad Ofelia; ecco al-lora che un clown bianco o un parcodivertimenti possono incrociarsi co-munque nella vita di Ofelia. Oggi lafiglia di Jhonny e Bernadette in pi-sta ricopre il ruolo di clown bianco.Chiedo a Jhonny se ai tempi del pa-

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dre era previsto quel ruolo nell’en-trata di famiglia. “Forse questo è stato un handicap.Mio padre non ha mai capito o volu-to capire che in certe nazioni ilclown bianco è molto ricercato: inGermania per esempio se non hai ilbianco non lavori. Per un po’ lo hafatto mia sorella con il cappellinoda bianco ma non era un clownbianco vero, non c’era truccatura,il costume non era proprio da clownbianco. Una volta mio padre provò aprendere un ragazzo per quel ruolo,era un ballerino romano provenien-te dal Circo Embel Riva. Provaronoe fecero le fotografie, poi questoragazzo dopo poco tempo abbando-nò il circo e finì a fare lo stewardall’Alitalia, per lui senz’altro è sta-to meglio così. Il colore bianco miricorda un aneddoto su mia madre.Nei tanti lavori che abbiamo fattosiamo stati anche in alcuni parchidivertimento, a Fiabilandia nel1983-84 e nel 2000 a Mirabilandia. A Mirabilandia Vanes Rossanteaveva montato uno chapiteau: lospettacolo piaceva e finalmente sistava fermi per diversi mesi nellostesso posto. L’anno precedete eroin Norvegia e la possibilità di starefermi li a Ravenna per diverso tem-po mi portò a percorrere 500 kmper andare a prendere mia madre e

farle trascorrere l’estate con noi.Per non mostrare le carovane Vanesaveva dovuto montare una grandetenda bianca, questa tenda oltre anascondere le abitazioni, era ancheun’occasione per avere un po’ diombra. Insomma, c’era l’aria buo-na, il prato, una vita tranquilla peralcuni mesi, eppure mia madre do-po appena una settimana non nevolle sapere, chiamò mia sorella esi fece venire a prendere. Avevopensato a tutto, ma non al fattoche nel parco se sei giovane le oc-casioni per divertirti non mancano,ma se hai l’età di mia madre ti sen-ti in prigione. Il centro commercia-le era a 12 km, la spiaggia a 25, leiproprio non ne volle sapere di re-stare. Quell’esperienza al parco diMirabilandia durò solo una stagione(c’erano anche i Bizzarro con le au-to acrobatiche in “Scuola di Poli-zia”), sarebbe dovuta ripetersi al-meno due anni con un opzione dicinque, ma capì subito che le diffi-denze della direzione nei confrontidel mondo del circo avrebbero crea-to problemi per il ripetersi dellospettacolo l’anno successivo.Dispiace perché lo spettacolo piace-va, il circo era sempre pieno e lagente tornava a vederlo”. Con i matrimoni la famiglia inevita-bilmente si divide, un figlio da unaparte una figlia dall’altra, eppure lafamiglia in tutti questi anni è sem-pre restata unita anche a migliaia dichilometri di distanza e questaunione era dovuta anche a mamma

Ofelia che si divideva tra un figlio el’altro. Prosegue Jhonny: “Quelloche gli ha dato forza in questi ulti-mi due anni è stata la famiglia. Ilnostro lavoro ci porta ad esseresempre in giro per il mondo, io inSvezia mia sorella in Germania,l’altra mia sorella dalla parte oppo-sta della Germania. Mamma si spo-stava da una famiglia all’altra ap-pena c’era la scrittura che ci per-metteva di ospitarla senza farla fa-ticare con spostamenti e viaggi pe-santi. Nella stagione precedente èstata in Germania con mia sorellanel circo Carl Busch (i figli diErnestina Pilch sorella di Jhonny,hanno un numero di pattini, gioco-leria, hula hop e si dividono tra cir-co e teatri soprattutto in Germaniacon il nome del padre, Trio Nisto-rov) fino novembre, poi a dicembreè venuta qui in Italia con me. Peresempio nel 1996 era con me inSvezia, nel 1997 siamo andati inAustria e li è stata male veramente:io stavo facendo la prova generaledello spettacolo del Circo ElfiAlthoff-Jakobi, mi vennero a chia-mare, mamma stava male ed inquella occasione l’ho vista vera-mente male, era bianca come lacarta, gli era venuto un edema pol-monare e non respirava più. Poi mi-racolosamente si riprese e sono pas-sati anni prima che avesse un’altracrisi. Circa due anni dopo ebbeun’altra crisi, ci dissero che non sa-rebbe arrivata alla mattina, invecesi riprese ancora. Aveva un cuore

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Ofelia Riva nelle vesti di clown Ofelia Riva

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forte, un cuore che ha superato lamorte del marito e di due figli, ep-pure alla fine quel cuore si è fer-mato”.Negli ultimi anni Ofelia come moltianziani, spesso era tradita dalla me-moria, una cosa che a volte irritavai famigliari ed altre volte era occa-sione di reciproche risate.Ricordava perfettamente cose acca-dute 50 anni prima, ma dimenticavache il marito era morto da 15. Comescritto in principio, il 25 gennaio,circa alle 6 della mattina, OfeliaMaria è morta, era in Germania.Alle 18.00 dello stesso giorno la fa-miglia di Jhonny ha onorato il con-tratto con il Circo di Mosca di VanesRossante; una famiglia di clown: ilclown si dice che la lacrima la na-sconda sempre sotto la truccatura,così è stato anche in questa occa-sione, ma finito lo spettacolo latruccatura è rimasta su di un pezzodi stoffa lasciando il posto al doloreche ha accompagnato un lungo viag-gio verso la Germania ed i funeraliad Empoli il mercoledì successivo dicui Jhonny ha un ricordo particola-re: “Mi ha fatto molto piacere ve-dere che al funerale c’era gentemotivata e sincera, amici sinceri enon di facciata. Ha fatto piacere ve-dere tanta gente che si era fermatanegli anni, ma ricordava ancora miamamma, tanti parenti e soprattut-to molti giovani. Amici e Famiglieimportanti che non nomino per nondimenticar qualcuno”.Mamma è per sempre. Anche se co-nosciamo la sua salute, il giorno chemancherà sarà sempre un giornodifficile. Quel volto freddo che, gra-zie all’abilità di esperti preparatori,ci sorride dall’interno di una bara,ci rinfranca perché ora sappiamoche riposa serena, ma allo stessotempo siamo consapevoli che doma-ni la vita non sarà più la stessa.Jhonny, un ultimo ricordo di tua ma-dre? “Per lei tutto quello che eraItaliano era bello… mamma dimmicosa abbiamo di bello.. e lei dicevala pasta le lasagne, la pizza…se lechiedevo cosa avevamo di secondorispondeva la carne, io allora laprovocavo : ma la carne la sanno fa-re tutti… si, rispondeva, ma quellaItaliana è la più bella!”.

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detto il FarinellaGuido Zorzandi Maurizio Tramonti

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La scelta su come inquadrare “Fari-nella” in questo numero della rivistaè stata difficile, da possibile pro-messa del ciclismo a stuntman, natonel circo, ma non circense fino infondo, teatrante ma non attore, in-fine “giostraio”, ma a modo suo.Ecco, il suo modo di stare nel lunapark quasi furtivamente mi ha fattodecidere di inserirlo in questo spa-zio, in fondo in tanti si riconosceran-no in lui perché quando si vive sem-pre in movimento la casa di tutti di-venta il mondo e soprattutto imma-gino che ai tempi della giostrina inToscana, molti colleghi del luna parksi saranno domandati “…e questo dadove viene ?”.Guido Zorzan (detto Farinella) na-sce a Castel San Giovanni (Pc) il 6agosto 1930. I genitori sono MarcelloZorzan ed Evelina Pellegrini (Eveli-na cavallerizza e Marcello acrobatasaltatore, fondatore del Circo Zor-zan). La famiglia Zorzan era compo-sta anche dagli altri figli di Marcelloed Evelina: Felice, Bertino, Sibiglia-na e Norma. Marcello Zorzan muovei primi passi come acrobata di circoall’estero, poi nel 1948 apre un’are-na ginnica da solo, nel 1953 inveceapre il Circo Zorzan. Farinella de-butta in pista all’età di 8 anni con lebascule, è saltatore alla battuta, a20 anni matura come acrobata, masi sa, in quei tempi quando il circoera di famiglia, il lavoro in pistaspesso era il meno impegnativo, lefatiche più grandi erano nel manda-re avanti il circo, dallo spianto aiviaggi ecc. Farinella, però, avevauna grande passione per la biciclet-ta, e si iscrisse nella UISP come di-lettante. La cosa gli fu in un certosenso utile perché quando c’eranogare Farinella non doveva affaticarsie così evitava sempre lo spianto delcirco. Un altro vantaggio di questasituazione sportiva ce lo raccontalui: “Con la bicicletta la gamba fa ilmuscolo morbido, mentre a saltareil muscolo è più duro, alternare cir-co e bicicletta era un problema e in-

torno ai 23 anni ho smesso di corre-re. A quei tempi ci si dopava in altrimodi: ricordo Alfredo Colombaioniche era appassionato di ciclismo,ogni volta che avevo una gara im-portante mi portava a mangiare alristorante le bistecche, mi pagava

da mangiare per farmi prendere for-za”. In campo sportivo GuidoFarinella ottenne un 3° posto aicampionati Italiani UISP di 2a cate-goria inseguimento in pista. Nel 1963 il Circo Zorzan ha uno cha-piteau di 18 metri, sempre in quel-

Guido Zorzan tra la figliaMiriam (a destra) e la nipoteVanessa Niemen (a sinistra)

Due clown si incontrano:Amleto Cagna (a sinistra) eGuido Zorzan (a destra)

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l’anno Guido sposa Carmela Sblat-tero e dal matrimonio nascono Sil-vana (1964), Miriam (1966) e Ronny(1971). Silvana si sposerà con GuanitoRuffini, Miriam con Adamo Niemene Ronny sposerà una Baratucin (unaartista tedesca di origine russa).Come testimone di nozze Guido haFebo Conti, personaggio conosciutonei varietà e che, come vedremo inseguito sarà importante per la car-riera di Farinella. Tornando al Circo Zorzan di papàMarcello, parliamo di quegli anni incui un circo restava aperto alcunimesi, poi magari ci si appoggiava adaltri o si andava a lavorare in altricirchi per incassare un po’ di soldiper poi riaprire il circo di famiglia.Farinella in quali circhi hai lavora-to oltre a quello di famiglia? “Ho lavorato da Orlando Orfei eDarix Togni come acrobata, unastagione nel Circo Dola, una nelCirco Amedeo Orfei, in Spagna conil Circo Franchetti, con il CircoArena Corradi”. Nel Circo Zorzan ilruolo del clown era di papà Marcel-lo, con il tempo la voce diventò de-bole e vi fu il passaggio di consegnecon il figlio Guido che per 30 anni di-ventò per tutti il Clown “Farinella”.I genitori di Farinella lasciano la di-rezione del circo ai figli e qui la for-tuna di Farinella è dovuta anche alvecchio amico Febo Conti. Come hai conosciuto Febo Conti equesta amicizia cosa ti ha portato?“Ho lavorato in teatro, ho fatto unospettacolo con Dario Fo ai tempi di‘Mistero Buffo’, quando c’era daprendere qualche soldo noi andava-mo come acrobati nei varietà ed èstato li che ho conosciuto Febo

Conti ed è nata una grande amicizia.Nel 1966 facemmo un circo nuovo daCanobbio, 22x36 metri, nello spet-tacolo c’erano anche leoni e cavalli,sempre in quell’anno in un inciden-te stradale morirono i miei genitorie fu un brutto colpo per tutti.Eravamo nel milanese (in estate siandava in Toscana) e Febo Conti mipropose di mandare qualche artistaal circo come ospite d’onore. Io lamattina attaccavo i manifesti con ilnome dell’ospite e la sera la genteveniva al circo. Febo mi mandòArturo Testa, Tony Renis, TonyDallara, insomma mi insegnò unastrada. Lavorando in teatro di ami-cizie ne avevo, e se c’era qualcheartista nei paraggi non mi vergogna-vo ad invitarlo. Abbiamo avuto can-tanti e attori, gente come Albano eRomina: tutti venivano gratis, que-sta gente voleva bene al mondo delcirco e non chiedevano una lira. Unavolta a Vigevano e stavano girando ilfilm ‘Il maestro di Vigevano’ inter-pretato da Alberto Sordi. Andai aparlargli e lo invitai al circo, lui ac-cettò senza problemi per la serasuccessiva. Subito cominciai a far lapubblicità sonora con l’auto... do-mani sera Alberto Sordi al circo, ve-nite numerosi … il circo si riempì equando Sordi entrò fu un’apoteosi. Anche lui non chiese nessun com-penso o rimborso. Con questa storiadi cantanti ed attori ho fatto un po’di soldi e mi son messo a posto”.Dal circo alle giostre, come avven-ne questo passaggio? “Proprio quando gli affari comincia-vano ad andare bene, morì mio fra-tello Bertino. Io da solo non me lasentii di andare avanti; un parentein Toscana mi propose di acquistare

una giostra per bambini, ne parlaicon mia moglie e decisi di venderetutto, animali e circo. Acquistai lagiostra ed anche un piccolo terrenodalle parti della Toscana”.In quali luna park portavi la giostri-na?“Non ho mai lavorato nei luna park,in un certo senso sono stato fortu-nato anche con la giostra. Eravamoappena arrivati in questo terreno,non avevo le idee molto chiare sucome entrare nel giro delle giostre,un pomeriggio passò il parroco e michiese di montare la giostra per lafesta della parrocchia: non avrei pa-gato nulla di luce e mi dava lui lospazio. Da qualche parte dovevo purcominciare e quella fu la mia fortu-na perché durante i giorni della fe-sta fui contattato da altre personeper andare con la giostra in altre fe-ste. Con la giostra ho lavorato mol-to, sai quei paesi in Toscana, fannomagari la festa del pesce che dura15 giorni, mi chiamavano ed io an-davo lì con la mia giostra e non pa-gavo né luce né piazza, sai cosa vuoldire? Poi la festa della torta, delleciliegie, dell’Unità, ogni festa michiamava. Mi ero fatto un mio giroal di fuori dei luna park”. Nel 1999 muore Carmela, la moglie.Rimasto da solo ed in vista dellapensione Farinella si ritira dal lavo-ro. Raggiunge la figlia Miriam nelCirco Niuman e da qual giorno vivecon il circo dei fratelli Niemen svol-gendo anche piccole mansioni, manon lo spianto perché, si sa, un atle-ta deve riposare!David Busnelli lo definisce il piùgrande mangiatore italiano di luma-che, non so se è vero, posso testi-moniare però che non ho mai visto atavola un ottantenne come lui.Farinella, un uomo pacifico, se lo in-contrerete la sera vi dirà che deveandare a cena al ristorante e chemangerà poco perché dopo sta ma-le. Poi lo la mattina successiva vi di-rà …sto male, ieri sera sono andatoal ristorante ed ho mangiato troppo!

Milano, 1960. Da sinistra GuidoZorzan "Farinella", il presentato-re televisivo Febo Conti (trucca-to e con la bombetta) e Nicolodi.La foto è tratta da "Insieme" diRomolo Menini

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triplo salto... simpatico!Il trio San Remodi Maurizio Colombo

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Alcuni anni fa andando per circhicon l’indimenticato amico RobertoPandini ebbi occasione di conoscereun uomo curioso dal viso simpatico.Roberto me lo presentò e mi ricordoche lui prese il suo cappellino convisiera lo mise in equilibrio sullafronte e mi disse:“Piacere, Contardo Gerardi.

Conosci il Trio Sanremo?”. Io molto imbarazzato ammisi di nonconoscerlo e risposi che non avevomai visto quel trio all’opera.Il trio acrobatico composto daMarisa, Contardo e Paolino Gerardi,figli di Cecchino, cresce artistica-mente nel circo di famiglia dovesotto la guida del padre i tre ragaz-

zi apprendono le arti della sbarra edell’acrobatica a terra.Il loro debutto come trio avviene nel1961 allo stabile Circo Price diMadrid. In quell’occasione in conco-mitanza di una diretta televisivadello spettacolo, il regista, battezzòi tre fratelli Gerardi in Trio SanRemo per sfruttare la risonanza al-

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l’estero del nostro prestigioso festi-val canoro. Nacque cosìper una simpatica ca-sualità il nome diquesto trio che sotto gliocchi di Leonida Casar-telli, Gigino Gerardi e del-la zia Linda Gerardi fece alsuo debutto internaziona-le alzare in piedi il pub-blico presente divertitodalla loro forte performan-ce. Ma cosa aveva di par-ticolare questo trio? Innanzitutto la simpatia ditutti e tre gli elementi, lagrande capacità acrobati-ca di Paolino che comeagile si rivelò essere unodei più abili saltatori aterra del tempo, ben co-adiuvato dai fratelli e ladifficoltà di alcuni pas-saggi di acrobatica conporteur e agile. Ma la vera diffe-renza con le altre formazioni diacrobatica a terra era la capacità diintervallare momenti di pura tecni-ca acrobatica a momenti di comici-tà e clowneria come la ripresa delsacchetto di carta ed altri giochettisimili. A proposito del sacchetto di carta viè un aneddoto molto simpatico e di-vertente, in occasione di una loro

esibizione al Price, Paolino utilizzoun sacchetto di carta di una notacatena spagnola di supermercati, ElCorte Inglès, non sapendo che tra ilpubblico di spettatori sedesse il ti-tolare di questa impresa. Questi ap-prezzò molto la pubblicità che invo-lontariamente i nostri artisti feceroalla sua impresa e li invitò al propriotavolo, offrì loro da bere e gli feceun regalo in denaro molto apprezza-to a quel tempo. Il successo del Trio San Remo fugrande e li portò a girare i più gran-di palcoscenici d’Europa, dal Tivolidi Copenaghen ai grandi varietè diParigi, dal Blackpool Tower sino al-la Finlandia. Sotto la direzione diGigino Gerardi fecero anche tour-nee in Turchia, Grecia e Bulgariacon la prestigiosa insegna diMedrano. In Italia fecero parte di spettacoli

importanti quali ilCirco Cesare Togni,il Darix Togni, ilCirco Niuman di

Ciccio Niemen, ilCirco Coda Prin o il

Circo Medrano solo perfare alcuni nomi.

Fecero anche diverseapparizioni televisive, in

Germania al fianco di un gran-dissimo della canzone inter-nazionale come CharlesAznavour; in Italia invecein occasione della perma-nenza nella capitale delCirco Medrano del1978/79 furono mandatia rappresentare il circo

nella trasmissione pomeri-diana “Domenica In”condotta a quel tempodal mitico Corrado. A

distanza di poco tempo il trio siscioglie e ritroviamo i nostri perso-naggi impiegati con i mestieri en-trando a far parte definitivamentedel mondo dello spettacolo viag-giante. Una bella carriera e tanti ri-cordi per un trio che ha portato ingiro per tanti anni nel mondo la sim-patia e la gioia, tutta italiana, di in-terpretare questo difficile mestiere.

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in ricordo di Alberto, Belmonte e Napoleone3 grandi del cavallodi Dario Duranti

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Nel giro di un mese la storia del cir-co ha perso tra personaggi unici, traartisti di primo piano che con il lorotalento e la meravigliosa arte eque-stre hanno reso omaggio al CircoItaliano. Parliamo di Alberto Zoppé,Belmonte Cristiani e NapoleoneZamperla, tra artisti accumunati dastorie per certi simili e il cui talen-to li ha portati negli anni Trenta-Quaranta a trasferisci negli StatiUniti dove sarebbero rimasti per darvita in quel continente ad altrettan-te dinastie il cui nome ancora oggi èassociato all’arte circense ed in par-ticolare equestre. La loro scompar-sa a pochi giorni l’una dall’altra cirattrista particolarmente per l’im-poverimento del patrimonio artisti-co di questa disciplina che perde treinterpreti di primo piano. Si dice,fin troppo spesso, che il circo è na-to a cavallo, ma se ci guardiamo in-torno possiamo constatare comesiano ormai rari i grandi numeri diacrobatica equestre nel nostroPaese, ma più in generale in Europa.Esistono ancora alcuni luminosiesempi, ma spiace constatare comeuna disciplina così fondamentaleper la storia del circo e così affasci-nante stia scomparendo dalle nostrepiste. Anche per questo vogliamo ri-cordare questi talentuosi artisti ilcui prestigio continua a risplenderee a ricordarci il grande contributodel nostro Paese alla storia del cir-co.

Alberto ZoppéArrivederci cavallerizzo degli angeli

4/01/1922-5/03/2009Oggi ci ha lasciati un grandissimopersonaggio dello spettacolo che hadominato per oltre cinquant’anni ilfantastico e complesso mondo delcirco. È passato a miglior vita il fu-nambolico cavallerizzo e famosissi-mo artista Alberto Zoppè.Lo zio Bertino, come lo chiamavamo

noi tutti in casa, fu un incredibilecircense che spopolò con i suoi stre-pitosi ed ineguagliati spettacoli acavallo, sia nel vecchio continenteche nel nuovo mondo.Nato nel circo di famiglia nel 1922,ben presto si fece conoscere algrande pubblico per le sue indiscuti-bili doti atletiche che gli permette-vano di svolgere un numero impres-sionante per la sua pericolosità ecomplessità: il salto mortale all’in-dietro da cavallo a cavallo in corsa.Ma quello che ancor più impres-sionava gli spettatori, che osser-vavano allibiti una tale destrezza,era l’ineguagliabile eleganza e bel-lezza con cui riusciva immancabil-mente ad eseguire un esercizio cosìspettacolare.Stessa identica eleganza e bellezzache veniva ammirata anche al di

fuori della pista del circo da tutti isuoi famigliari, amici, colleghi am-miratori e ammiratrici: caratteristi-che che lo hanno distinto fino ai suoiultimi istanti e che lo hanno resounico ed impareggiabile. Lo zioBerto non poteva che essere amatoper la sua bontà verso il prossimo,per la sua voglia di vivere, per la fa-

cilità nell’avere la battutasempre pronta e per la

passione che ha dimo-strato instancabilmen-te e senza un attimodi sosta verso la pro-pria famiglia e verso ilmagnifico mondo del

circo.

Alberto Zoppé

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Oltre alle grandi capacità d’artista,sono queste, appena citate, le dotiche gli hanno permesso di avere unsuccesso planetario nell’ambito cir-cense. Infatti, partendo da un pic-colo circo italiano, la sua popolaritàcrebbe a tal punto che negli anniCinquanta, l’eco delle sue prodezzadi cavallerizzo giunse alle orecchiedei titolari del più grande e impor-tante circo del mondo, l’americanoRingling Bros and Barnum & BaileyCircus. L’impresario che giunse inItalia per verificare queste voci, ri-mase talmente sbalordito e affasci-nato dalle qualità dello zio Bertoche volle portarlo a tutti i costi ne-gli Stati Uniti garantendogli un in in-gaggio da favola e inviando in cam-bio al Circo Zoppè in Italia addirit-tura un elefante. Il Circo Zoppè, intal modo per molti anni fu l’unicocirco italiano a poter esibire uneelefante per la gioia e lo stupore delpubblico.Lo zio Berto, quindi, partì perl’America con al seguito la sorellaRuggera e il piccolo lillipuzianoCucciolo. Qui ottenne uno straordi-nario successo e fu per molti anni lastar incontrastata dello spettacolo,tanto da guadagnarsi la pista cen-trale del circo Ringling Bros andBarnum & Bailey e interessante se-quenza nel colossal “Il più grandespettacolo del mondo”, nel quale è

immortalato con una stupenda pira-mide umana a cavallo.Sarebbe bello dilungarsi sulla de-scrizione dell’incredibile ed affasci-nante vita dello zio Berto, ma forseora è sufficiente ricordare che egli,nato nel circo non ha mai voluto ab-bandonarlo continuando a lavorarcifino a quando le forze lo hanno sor-retto, essendo stato per lui il suogrande ed insostituibile amore.Amore che è riuscito a trasmettereai suoi figli e che rimarrà fisso neinostri cuori.Solo la morte é riuscita a separarlodalla pista di segatura, ma ora sonoconvinta che lassù con la sua grandearte circense e i suoi cavalli riusciràa stupire anche gli angeli…. E astrappar loro un applauso che tuttoil mondo del circo non potrà maicessare di tributargli!Da tutti noi, zio, un bacio ed un ar-rivederci.

Tua nipote Gabriella Zoppè

Durante questo periodo, èdiventato in Italia un ap-prezzato cavallerizzo, dopovarie dimostrazioni di unsalto mortale all’indietroda un cavallo al galoppo aun altro. Insieme con la suafamiglia, hanno intratte-nuti reali d’Europa, tutta-via, la loro più grande rea-lizzazione è stata l’udienzaprivata con Papa Pio XII.Nel 1948, è stato contatta-to da alcuni suoi amici,l’attore Orson Wells insie-me con John Ringling Nord,del Ringling Bros. andBarnum & Bailey Circus,Cecil B. DeMille, che stavaper iniziare le riprese il suonuovo film epico, “Il PiùGrande Spettacolo delMondo”. Ciascuno di loroha cercato di convincere

Alberto ad andare in America, nonsolo per essere presente nel film diDe Mille ma, soprattutto, per farlodiventare la stella del Ringling-Barnum. Non voleva lasciare la sua famigliasenza una stella per lo spettacolo,Alberto pensò che avrebbe avutobisogno di una grande attrazioneper prendere il suo posto. Poichénon vi erano elefanti rimasti dopola guerra, strinse un accordo conJohn Ringling North affinché ne in-viasse uno al suo Circo in Italia.Alberto giunto in America, ha go-duto molti anni di celebrità. È sta-to ingaggiato in molti altri film eproduzioni televisive tra cui“Thoroughly Modern Mille”,Disney’s Toby Tyler, ABC’s “SuperCircus”, il Bob Hope Show, il RedSkelton Show, ha presentato il pri-mo numero di animali all’ EdSullivan Show, il CBS’s Circus of theStars prodotto da Bob e BunnyStivers, oltre a molti altri. Nel corso del 2007, è stato ancheonorato di essere entrati tra i “Ringof Fame” a St. Armand Circle,Sarasota, FL. Questo riconoscimen-to è riservato solo alle più celebrifigure del circo. Ha inoltre ricevu-to molti altri premi per il suo ecce-zionale contributo artistico. E’morto il 5 marzo a Greenbrier, inArkansas, in una casa di riposo.

ALBERTO ZOPPéGiovanni Alberto Zoppé è nato il 4gennaio 1922, figlio di Luigi edEmma Zoppé. Sin da bambino, haviaggiato con la sua famiglia in unacarovana nelle strade d’Italia. E’stato uno dei cinque fratelli di se-dici sopravvissuti attraverso duegrandi guerre.

Circus Ring of Fame. AlbertoZoppé insieme ai figli Tino eGiovanni

La famiglia Zoppé davanti alproprio circo negli Stati Uniti

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Belmonte CristianiSalto mortale da un cavallo al secondo

12/04/1917-6/02/2009La vita di Belmonte Cristiani è statatutta dedicata alla famiglia, al circoe all’acrobazia. Aveva iniziato sin dabambino, come i suoi cinque fratel-li e quattro sorelle, per portareavanti la tradizione circense di fa-miglia. Fu Emilio (1815-1906), originario diModena, a far entrare la FamigliaCristiani nella aristocrazia del circo.Era un valente fabbro con una riccaofficina a Pisa tale da esser cono-sciuto come “scultore in ferro”. Ilsuo talento lo portò all’attenzionedel re Vittorio Emanuele II. Emilio fu anche un ginnasta e tra isuoi pupilli in palestra ebbe il prin-cipe Umberto. Fu questo favore del-la corona che fu concesso l’uso diuno stemma nobiliare alla “CasaCristiani” come ad una “antica enobile famiglia d’Italia”… “adErnesto Cristiani, figlio di Pilade,figlio di Emilio”. Pilade fu un atleta, specie nella lot-ta greco-romana, aveva delle grandispalle che gli permettevano di man-tenere per minuti la posizione “delcristo” agli anelli. Fu lui, dopo aversposato la trapezista Anna Bottariche aveva incontrato a Pisa, il fon-datore del Circo Cristiani nel 1874.Il figlio Ernesto, sposato a VittoriaTravaglia, espatriò in Francia, permotivi politici nel 1924, con la sua

famiglia. I figli (Daviso, Belmonte,Lucio, Oscar, Paraito, Mogador,Cosetta, Maciquita, Corcaita, Or-tans) erano ottimi cavallerizzi e di-vennero i beniamini del CircoMedrano.Intorno al 1936 la famiglia si trasfe-

rì negli Stati Uniti scritturati alRingling Bros. and Barnum & BaileyCircus per otto anni. Per qualchetempo furono alla direzione delCirco King Bros e nel 1956 aprironoil proprio “Cristiani Bros. Circus”,un complesso che si esibì anche in

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Alaska.I Cristiani erano artisti poliedrici,con una buona cultura musicale, at-letica ed una passione per i cavalli.I loro numeri comprendevano acro-bazie a terra ed alla bascula, entra-te comiche musicali e naturalmenteil Jockey equestre che li ha resi fa-mosi. I fratelli Cristiani erano parti-colarmente apprezzati per i loro sal-ti mortali all’indietro da un cavalloall’altro: da tre cavalli in corsa sul-la pista, in sincronia, Lucio saltavadal primo al secondo, Belmonte dal

secondo al terzo e Morador dal ter-zo a terra. Ed ancora con due caval-li Belmonte con un salto mortalepassava dal primo al secondo, Lucioall’inverso gli passava sopra la te-sta.Belmonte (nato in Italia il 12 aprile1917) durante la Seconda GuerraMondiale è stato chiamato dall’e-sercito americano proprio al culmi-ne della sua carriera. Venne statoscelto per esibirsi in uno spettacolodell’USO (United Service Organiza-tions, l’ente che si occupa di tenere

alto il morale delle truppe statuni-tensi organizzando spettacoli a lorodedicati) che doveva essere svolto aBroadway con il titolo “Questo è l’e-sercito”, con canzoni patriottichescritte da Irving Berlin. Belmonte ebbe anche una parte im-portante (impersonava un soldatoche cantava facendo acrobazie) inun film girato nel 1943 nel cui castc’erano personaggi come la cantan-te Kate Smith, il pugile Joe Louis eil futuro Presidente degli Stati Uniti,Ronald Reagan. Come cavallerizzo si esibì insieme aifratelli fino al 1962. Lasciare la pi-sta per un artista è sempre dolorosoe Belmonte affermò: “Quando unartista di circo abbandona il suo nu-mero invecchia rapidamente e lasua vita non significa più molto”. Tuttavia seppe andare avanti e chiu-sa la sua felice esperienza da artistasi dedicò alla costruzione di attrez-zature per lo spettacolo viaggiantee giostre con le quali viaggiò pertutti gli Stati Uniti dal 1971 al 1984.Dopo il pensionamento, nel 1985,Belmonte e sua moglie si sono presicura dei nipoti, 2 maschi e una fem-mina a Sarasota città in cui risiede-vano dal 1937. I Cristiani sono stati onorati con unatarga di bronzo sulla Circus Ring ofFame on St. Armands Circle diSarasota nel 1989, accanto ad altrigrandi nomi del circo, come i prota-gonisti della Troupe Flying Walle-nda, il clown Emmett Kelly, i fratel-li Ringling e P.T. Barnum. Nel 1994, iCristiani erano entrati a far partedella International Circus Hall ofFame in Indiana. Floyd Kruger, presidente dellaCircus Ring of Fame Foundation par-lando dei Cristiani afferma: “Sonostati i primi veri acrobati equestridella Storia del Circo”.Negli ultimi anni le condizioni di sa-lute di Belmonte erano peggiorate acausa di problemi polmonari. Si èspento a Sarasota il 6 febbraio scor-so all’età di 91 anni.

Le foto della famiglia Cristiani sonotratte dal volume di Richard Hubler“The Cristianis”, 1967

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Napoleone ZamperlaUna vita per il Jockey

20/08/1926-02/02/09Napoleone Zamperla, è arrivato inAmerica nel 1958, per aiutare nelnumero di jockey equestre il cuginoAlberto Zoppé infortunatosi nel cor-so del numero di alta scuola. Napoleone arrivò con la moglieFrancesca e i tre figli Ernestina (8anni), Mafalda (4), Atos (2) e la so-rella Gilda Zamperla. Dopo questa esperienza a fianco diAlberto le loro strade si sono divisee la famiglia di Napoleone ha inizia-to a lavorare, sempre negli USA, alCristiani Bros. Circus Circo dove siesibiva nell’acrobatica a cavallo econ un numero comico di corda ela-stica. Nel frattempo Gilda sposò ilgrande cavallerizzo Lucio Cristianoe Napoleone raggiunse il CircoRingling Bros. per presentare, nellapista centrale il suo numero di cor-da elastica in comico. Ritornato nella sua residenza di Sa-

Napoleone Zamperla

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rasota (Florida) si dedicò ad inse-gnare ai figli le tecniche circensi:prima il monociclio, poi il trampoli-no elastico ed infine nel 1970 mise apunto, insieme alla sua famiglia unproprio numero di jockey equestreal quale prendevano parte tutti ecinque i figli. Nel 1974 lo raggiunse negli StatiUniti il fratello Bianco Zamperla(padre di Maciquita, Lucio, Arman-do, Cinza e Gilda e noto in Italia ol-tre per la luminosa carriera da arti-sti, per la direzione del propriocomplesso sotto le insegne Circo Co-losseo, Circo de Madrid e CircoSandra Orfei dalla seconda metà de-gli anni Ottanta, fino al 1994) cheallora presentava il numero di gab-bia di Lucio e le piramidi equestricon i figli.Nel 1977 la primogenita di Napo-leone, Mafalda Zamperla, si sposòcol cavallerizzo James Zoppé (figliodi Enrico Zoppé e nipote di Secon-do Zoppé della troupe di jockeyZoppé-Zavatta). Napoleone e la sua famiglia hannolavorato in tutti I principali circhiamericani dal 1958 al 1991. Nel1984 figurano nel programma delcentenario del Clyde Beatty-ColeBrothers Circus. Il suo ultimo spet-tacolo risale all’estate del 1991 aYoungstown, nell’Ohio quando lui eMarengo il suo cavallo da alta scuo-la lipizzano (omonimo del celebrecavallo dell’Imperatore NapoleoneBonaparte) si ritirarono dalla pista.Napoleone Zamperla si è spento il 2febbraio nella sua casa di Sarasotaall’età di 83 anni. Il suo primo amore era l’acrobaticaequestre: è stato un grande cavalle-rizzo che ha dato lustro a questa no-bile arte, dando il via ad una dina-stia italo-americana di cavallerizzi.Di questo la sua famiglia è moltograta e con dedizione prosegue que-sto lavoro sulle orme profondamen-te incise nella segatura dal loro ca-ro Napoleone.

Il passo a due di NapoleoneZamperla con la sorella Gilda

Il bal di corda in comico

La troupe di NapoleoneZamperla

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Radio Circo informa...a cura di www.circusfans.net

News

Il Trio Caveagna

I NOSTRI CIRCHI ALL’ESTERO

Tra febbraio e marzo, come consue-tudine, diversi complessi italianihanno espatriato per svolgere leconsuete tournée all’estero. Traquesti ricordiamo il Circo Arbell cheil 30 marzo si è imbarcato con l’in-segna “Circo Europeo” per laGrecia dove troverà anche il CircoColiseum Roma di Eugenio Vassalloe il Circo Massimo dei fratelli CodaPrin; il Circo Acquatico LoredanaBellucci ha attraversato il confineitaliano per raggiungere la Bulgaria;il Circo Embell Riva a fine maggio èpartito per il Montenegro; il CircoApollo è partito alla volta dellaSlovenia e della Croazia; il CircoMedrano agisce in società con ilCirco Mundial della famiglia Ales-sandrini in Grecia e Romania; prose-gue la fortunata permanenza in ter-ra iberica della famiglia Zoppis conil loro Acquatico.

UN CALENDARIO SUL CIRCO

Un elegante calendario a colori(32x33 cm) intitolato “Il Circo frastoria arte e magia”, frutto dellericerche del Direttore del MuseoNazionale della Giostra e delloSpettacolo Popolare di Bergantino(RO), Tommaso Zaghini ha recen-temente visto la luce. Hanno colla-borato alla realizzazione del calen-dario anche Marco Zaghini, ElviaArcellaschi, Emily Malaspina eAngelica Vicentini.In 12 mesi è raccolta la storia delCirco, dal Colosseo ai giorni nostri,una storia accompagnata da dise-gni ed immagini. Il Museo dellaGiostra lo ha prodotto con finalitàesclusivamente culturali e lo distri-buisce chiedendo un parziale con-tributo minimo di € 1,00. Chi fosseinteressato ad averne una copia,potrà contattare il Museo tramitemail o al numero telefonico0425/805446 (dal lunedì al venerdìdalle 9.00 alle 12.00). Naturalmente verrà richiesto unrimborso spese di spedizione. Museo Nazionale della Giostra edello Spettacolo Popolare è inPiazza Matteotti, 85 – 45032Bergantino (RO). Mail: [email protected].

IL TRIO CAVEAGNA SCRITTURATO IN AMERICA DARINGLING!

Il trio di clown musicali capeggiatoda Artidoro Caveagna insieme ai fi-gli Jones e Steve (reduci dalFestival di Latina e dal Natale alCirco Oscar Togni a Livorno) è statoscelto dai talent scout del Ringlingand Barnum & Bailey Circus per farparte della prossima produzionedella Gold Unit a partire dal mese didicembre 2009. Il debutto è fissatoper il 25 dicembre, ma i nostriclown dovranno prendere parte adalcune settimane di prove con ilcast dello spettacolo. Si tratta sicu-ramente di una scrittura molto pre-stigiosa per i nostri connazionali chefino al 1° novembre sono impegnatinella città di Slagharen al ParcoSlagharenpark. Ancora una volta gliamericani hanno scelto dei clownitaliani!

La copertina del calendario2009 dedicato al mondo delcirco

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I NOSTRI ARTISTI ALL’ESTERO

Famiglia Mimmo di Lello (taxi comico, riprese ehula hop di Laisa) al Circo Alberto Althoff(Olanda); Enea Weber e Willy Biasini (ripresecomiche) al Circus Renz Manege (Germania eLussemburgo); Yan e Mauro Rossyann (ripreseed entrata musicale) e i fratelli Maicol, Guido eWioris Errani (jockey, icariani e filo basso) alCircus Knie (Svizzera); la famiglia di CesareTogni (con le piramidi equestri e gli elefanti) è alCirkus Dannebrog (Danimarca); Micheal Jarz(cavalleria del Circo Americano) e Adriana Folco(elefante) al Circus Herman Renz (Olanda); iClowns Dakotas sono scritturati presso il CirquePacific Zavatta della famiglia Prein (Francia);Jolanda Mavilla e Tommy Karah Kavak sono alCircus Richter (Ungheria) con il loro numero direttili; gli Huesca Brothers (icariani),Massimiliano Sblattero (filo basso), i Giurintano (pattiniacrobatici e tessuti) e i clown Darix e Gianni Fumagallisono al Gop Varieté in Germania; Kevin Huesca (ventrilo-quo) e la Saabel Family (alta scuola, cani, verticali incontorsione) sono al Fovarosy Nagycirkusz di Budapest(Ungheria); Redi Cristiani (tigri) è al Cirque ArletteGruss (Francia); i Fratelli Pellegrini (mano a mano) sonoal Tiger Palast di Francoforte (Germania) fino al 26 giu-gno; i Martis Brothers (mano a mano) sono al CirquePinder (Francia); David Larible è confermato l’artista dipunta del Circus Roncalli (Germania); Joe e Karel Saly(bolas), la famiglia di Buby Ernestos (clowns) e gliSkating Ernestos (pattini) sono al Circus Carl Busch(Germania); Alan Di Lello (clown) e Amedeo Folco (ele-fanti) sono al Cirkus Merano (Norvegia); i Fratelli Minetti(pattini, tessuti e rettili) sono al Circo Richard Bros(Portogallo); Jimmy Folco (clown) e Glen Nicolodi (verti-cali) al Cirkus Arnardo (Norvegia); la famiglia di HaraldVassallo (filo teso, trapezio Washington e scala sui piedi)si trova al Circus Fosset (Irlanda); Ethel e Dania Biasini(antipodismo e tessuti) si trovano al Cirque AlexandreBouglione (Belgio); la famiglia Tebas-Giribaldi (coltelli) sitrova al Circo Raluy (Isole Canarie, Spagna); Erik Niemen(filo teso) si trova al parco Efteling (Olanda); la fa-miglia di Ronny Folco (elefante, giocolieri, clowns) èal Cirque Maximum (Francia).

I LEONI BIANCHI DI MOIRA ORFEI IN SPAGNA

Il numero misto di gabbia preparato e presentato daIrina e David John comprendente i leoni bianchiGinevra ed Artù del Circo Moira Orfei ed alcune al-tre leonesse e tigri dello zoo di Moira Orfei si trova-no attualmente al Circo Mundial in Spagna. La per-manenza in terra straniera dovrebbe durare fino al-l’inverno prossimo. Da Moira continua ad esserepresente il numero di 10 tigri mandato da StefanoOrfei Nones.

Irina e David John con un Artù il leone biancodi Moira Orfei

Kevin Huesca al Fovarosy Nagycirkusz diBudapest

Il clown Alan Di Lello al Cirkus Merano

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2 opere arricchiscono l’editoria circense italiana

Storia del CircoLibri

Nel 1956 il grande storico italianoAlessandro Cervellati pubblicava“Storia del Circo” un imponente vo-lume illustrato con splendide tavoledello stesso autore. Cinque anni do-po Cervellati sfornava un altro ca-posaldo della storiografia circense:“Questa sera grande spettacolo.Storia del Circo Italiano”, un volu-metto spesso e che, benché non pri-vo di qualche refuso ed abbagliogrossolano, per quasi mezzo secoloha rappresentato il testo per eccel-lenza per quanto riguarda la rico-struzione delle famiglie e delle sto-rie del circo nel nostro Paese. Dal1961 in poi ben poco si è scritto inItalia, fatto salvo l’importante con-tributo delle riviste di settore chehanno prodotto comunque impor-tanti contributi. Nel 1985 l’editoreLaterza pubblicava in Italia una ri-edizione asciugata e ridotta del co-fanetto “Le Grande Livre duCirque”, ma anche quel volume og-gi è quasi introvabile e comunquefuori commercio. Nella primaverascorsa, la svolta. A distanza di po-che settimane l’uno dall’altro, dueopere omonime, scritte da due im-portanti storico italiani e pubblicateda case editrici altrettanto presti-giose: la Storia del Circo diAlessandro Serena edita da BrunoMondadori e la Storia del Circo diRaffaele De Ritis per i tipi di BulzoniEditore.Nonostante la singolare coinciden-za, si tratta di due lavori molto di-versi e quasi complementari che sirivolgono a pubblici e contesti diffe-renti e che contribuiscono a colma-re il grande vuoto che affligge gli

scaffali dedicati al circo nelle libre-rie italiane. Se, infatti, il ritmo del-l’editoria circense in Francia eGermania è particolarmente soste-nuto, in Italia siamo ancora al fana-lino di coda rispetto ad altri paesieuropei, anche se molto si sta muo-vendo e mai come questi ultimi due-tre anni l’interesse per il circo tra-dizionale e contemporaneo sta in-crementando.

LA STORIA DEL CIRCO SECONDO SERENA

Da alcuni anni Alessandro Serenatiene un corso di Storia delloSpettacolo circense e di stradaall’Università degli Studi di Milano. In questo ambito ha sentito l’esi-genza di offrire ai propri studenti unsupporto che andasse oltre la classi-

Storia del Circo. Di AlessandroSerena. Bruno Mondadori,

Milano, 2008, Campus, pag. 208,cop.fle., dim. 14,5x21x1,2 cm ,

Isbn 978-88-6159-087-8.19,00 €.

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Libri

ca dispensa e che raccogliesse unquadro il più possibile esaustivo del-la storia del circo, a partire dai gio-chi del Colosseo, l’Antica Roma, leprime forme di spettacolo popolarein Cina, Egitto, etc… In poco menodi 200 pagine Serena compie un im-portante excursus cronologico chepartendo dalle origini delle discipli-ne circensi giunge fino alla nascitadel circo contemporaneo. Un capitolo prende in considerazio-ne le principali discipline (disciplineequestri, clown, funamboli, trapezi-sti, ammaestratori di animali….),uno la nascita del nouveau cirque,uno i festival, con un’attenzioneparticolare all’Italia. Si tratta di unpratico tascabile che sintetizza lefasi salienti che hanno portato al-l’attuale fisionomia del circo. E che consente anche a giovani stu-denti, non necessariamente appas-sionati di circo, di farsi una buona“infarinatura” studiando su questovolume. A questo proposito segna-liamo che nel mese di ottobreAlessandro Serena ha curato un al-tro testo rivolto agli studenti uni-versitari intitolato “Arti e mestieridel circo italiano” (editore CuemLibrerie Universitarie, 2008) conte-nente una serie di saggi e studi (pre-

valentemente estratti da ricerche etesi di laurea sul circo) inerenti il si-stema dei media e della comunica-zione nei confronti del circo, il cir-co come impresa, la normativa spe-cifica, la partecipazione italiana alFestival di Montecarlo, la formazio-ne nell’ambito del circo contempo-raneo e alcuni ritratti di artisti.

LA STORIA DEL CIRCO SECONDO DE RITIS

Raffaele De Ritis oltre a nutrire unaprofonda passione per il circo, l’hapiù volte messa in pratica attraver-so regie importanti al fianco diSavary e Brachetti, da Ringling e alFlorilegio, con Larible e i Togni. Mala passione più profonda la dimostraper la Storia del Circo, sia nei suoinumerosi articoli che sui blog checura. Ma da qualche anno “covava” qual-cosa di più di un semplice articolo:niente meno che un tomo da 560 pa-gine riccamente illustrato (350 im-magini in bianco e nero - 36 tavolea colori), con il quale va in profon-dità sulla storia del circo, soffer-mandosi su particolari e personaggiimportanti e condendo il testo conosservazioni critiche e appunti per-

sonali. Un lavoro di ampio respiroche richiede una conoscenza di basedella storia del circo e che dà unalettura interessante della contem-poraneità. Pur senza peccare di faziosità, DeRitis non nasconde un certo scettici-smo sull’attuale condizione del cir-co con animali, tuttavia ogni affer-mazione è ponderata e appoggiatada esempi concreti. Inoltre è vastoil repertorio di note e rimandi chearricchiscono il testo. Interessanti i capitoli dedicati al-l’affermazione delle nuove forme dicirco, gli influssi provenienti daMosca, Las Vegas, Montreal e Broad-way (tanto per citare un capitolo)che tracciano un profilo molto com-pleto e sfaccettato dell’attuale pa-norama circense (in senso ampio)internazionale. Numerose le informazioni sulla na-scita del Cirque du Soleil con un boxdedicato alle oltre 20 produzioni delCirque dalla sua fondazione ad oggi.Da tutto ciò emerge un panoramamolto vario e ricco, che va oltrel’immagine classica del circo, peraprirsi agli stili e agli influssi piùampi e diversi: da Gruss a Knie, daSoleil a Ringling, da Zingaro a JamesThierrée (il geniale nipote di CharlieChaplin protagonista di spettacoli ametà strada tra danza, teatro e cir-co). Interessante la frase con cui siconclude il volume: “Chi dovrà scri-

vere la storia del circo del prossimo

secolo avrà forse davanti a sé uno

dei più fertili e multiformi soggetti

nella storia del modo di divertirsi e

creare arte di questa nostra umani-

tà”.

Completano il testo una serie di ta-belle comparative, una cronologia,sedici pagine di bibliografia e l’indi-ce dei nomi.

Storia del Circo. Dagli acrobatiegizi al Cirque du Soleil. DiRaffaele De Ritis. BulzoniEditore, Roma, 2008, pag. 580.350 immagini in bianco e nero -36 tavole a colori, cop.fle., dim.21x21x3,5 cm, Isbn : 978-88-7870-317-9.47,00 €.

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Circo Stabile di Kiev

di Dario Duranti

un tuffo nei vecchi circhi sovietici

Estero

Visitare una città straniera scopren-do che essa ospita un meravigliosocirco stabile ancora in attività pernoi appassionati è sempre una bellasorpresa. Così quando nell’ottobrescorso mi è capitato di pernottare aKiev in Ucraina è stato emozionantedi sera imbattermi nell’imponenteedificio a cupola circolare sul qualecampeggiavano in neon le 4 letterecirilliche CYRK. Il pubblico copiosodefluiva dallo stabile e nella confu-sione non fu difficile salire la scali-nata, attraversare la hall e giungerealla sala dove si era appena conclu-so lo spettacolo.All’interno del Cyrk Kobsov le nume-rose dipendenti dello stabile rigoro-samente in divisa vendevano piccoliprogrammi e indicavano al pubblicoi corridoi per uscire. Nella sala unodore indimenticabile nel quale lostantio odore del legno delle sediesi fondeva alle esalazioni provenien-ti dalle prospicienti scuderie. Ci sipuò far fotografare su di un impo-nente cammello oppure far il giro suun carretto trainato da un cavallino.L’appuntamento per lo spettacolo èfissato per il giorno dopo, alle ore13.00.Arrivando con un po’ di anticipo, siassiste al lento e ordinato afflusso dipubblico che affolla tutte le sedie.Mamme con bambini, ma anche tee-nager e adulti. In Ucraina il circosembra davvero essere ancora unospettacolo per tutti senza distinzio-ni di età. La struttura non è moltomoderna e testimonia un passato fa-stoso. Su un lato l’ingresso degli artisti, so-vrastato da un palco; sul lato oppo-sto il palco dell’orchestra.L’impianto luci è molto potente, matecnologicamente non modernissi-mo come potremmo immaginare. Ad arricchire lo spettacolo un pre-sentatore che si esibisce anche in unpaio di canzoni e un (vero!) corpo diballo che interviene in 2-3 momen-ti. Molte le musiche registrate che

accompagnano i numeri ed è buffovedere gli orchestrali che nel corsodei numeri che non richiedono l’ac-compagnamento musicale esconodal loro palco per rientrare solo almomento di suonare nuovamente.Non sono previste parate di inizio oil classico gran finale all’europeache vede tornare in pista tutti gli ar-tisti: qui un numero segue l’altro fi-no all’ultima attrazione. Sarà unavoce fuori campo a salutare il pub-blico dopo l’ultimo numero.Il programma è vario e tutta la pub-

blicità si basa sulla celebre coppiadi ammaestratori di tigri Ludmila eVladimir Chevchenko, quest’ultimodirettore del circo stabile di Kiev èpersonaggio piuttosto popolare inquesto paese. Chevchenko, noto in Italia per averpreso parte alla tournée del Circo diMosca del 1982 (importato daWalter Nones), ha basato il numerosul rapporto conflittuale con la mo-glie Ludmila: tra un esercizio e l’al-tro i due fingono di litigare, lui conil suo atteggiamento pigro, indolen-

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Circhi e Luna Park IN CAMMINOpagina 59

Estero

te e scorbutico, lei con il piglio bril-lante e il sorriso generoso.Attualmente il numero tecnicamen-te non è molto forte e le tigri sonopiccole e giovani, tuttavia fa ancora

effetto l’altalena con un leone ma-schio sulla quale sale Ludmila. Tra gli altri numeri di animali gli or-si bruni di Tatiana e Viktor Shaba-tiki nel più classico stile russo; un

numero misto con gatti, istrici, uncinghiale, caprette, un babbuino,un pony, topi e roditori vari e i mae-stosi cammelli di Eric Israphilov(Russia) che nel mese di marzo han-no preso parte al Festival di Izhevsk.I cammelli nei circhi del nostro pae-se sono piuttosto diffusi, ma rara-mente ho visto animali di questa ta-glia, camminare sul maneggio, a po-chi centimetri dal pubblico dellaprima fila (nei circhi stabili non esi-stono palchi e le sedie sono a ridos-so della banchetta!): davvero unabella impressione, peraltro mandaticon molta energia da un addestrato-re che ricalca in parte il personaggiodi Taras Bulba con forti schiocchi difrusta.Tra le attrazioni più interessanti, laTroupe Bikers di Oleg Rybchenko(Monte Carlo 2008) che proponeun’acrobatica con passaggi in ban-china, tutti eseguiti a cavallo digrandi ciambelle pneumatiche; leverticali di Venera Charisheva, laruota della morte di Eugeni Petrov,il trapezino di Marina Garassimen-ko, le cinghie di Sergei Nicletz, gliuomoni forti Denis e Igor Ilchenki,imponenti nel fisico e old style nel-la messa in scena decisamente so-vietica.All’intervallo niente pop corn o zuc-chero filato, bensì fettine di pancarré con prosciutto cotto o salmo-ne. Completano il ricco programmaun cerchio aereo, un giocoliere colfuoco e una simpatica coppia di gio-vani clown che rinfresca il reperto-rio russo della comicità attingendoad alcune storiche gag europee qua-li la ripresa del ragno che portò allapopolarità i francesi Footit e Choco-lat oppure la partita di Badminton.Abbiamo assistito ad un vero pro-gramma dell’Europa dell’Est con al-lestimenti ed attrazioni tipiche diquesti paesi. Numeri che probabilmente non ve-dremo mai dalle nostre parti (comel’improbabile Arca di Noé con ca-pre, topi, istrici impegnati in eserci-zi talora di dubbio gusto…), ma chegustati in un circo stabile d’altritempi restituiscono, anche solo perun paio d’ore, le atmosfere di un’e-poca passata e la cultura di un pae-se molto lontano da noi.

Esterno del Circo Stabiledi Kiev

La scalinata di ingresso pergli artisti

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Cirque d’Hiver Bouglione

di Maurizio Colombo

pioggia di Etoiles

Estero

In un magico e mitico edificio diParigi da 10 anni a questa parte lafamiglia Bouglione propone spetta-coli nel mitico stabile parigino, dan-do modo ad un pubblico sempre piùaffezionato di emozionarsi. Sotto lacupola del Cirque d’Hiver le stelleilluminano il cielo e cadendo a terracreano la pista delle stelle “La Pisteaux Etoiles”. Un nome che in passa-to è stato titolo di una famosa tra-smissione televisiva che ha portatodirettamente nelle case della gentela magia di questo circo e degli arti-sti che vi prendevano parte. Da quiil titolo dello spettacolo di questastagione, ETOILES appunto, che ri-accende i ricordi di un’epoca passa-ta. Gli antichi lampadari di cristallosi illuminano e la magia può comin-ciare. Le Salto Dancer aprono lospettacolo e subito dopo la loro per-formance ecco che fanno il loro in-gresso in pista le belve feroci diret-ta da Hans Ludwig Suppmeier: tresplendidi esemplari di tigri di tre co-lori differenti. Due sono i momentiche spiccano in questo numero mol-to elegante preparato da Flavio

Togni: la bella golden tabi che a bal-zi attraversa tutta la gabbia e la ti-gre snow white in debout sulla pal-la di specchi tra candidi fasci di lu-ce. Una stella sale in cielo, suppor-tata dal suo attrezzo, è la volta del-la bella Natalia Kuznetsova chebrandeggia sotto la cupola sul suotrapezino eseguendo ottimi esercizicon difficoltà sempre crescenti, di-mostrando di essere una delle mi-gliori interpreti in questa disciplina.La comicità quest’anno è affidataad un trio russo molto particolare eben assortito e le loro riprese pun-teggiano gradevolmente in diversipunti lo spettacolo, sono i DuetBlues, Natalia, Andrey e Konstan-tin. Il loro primo ingresso in scena livede protagonisti di una divertentegag con un’asta e un cappello concui Konstantin comincia a far cono-scere il suo personaggio molto scan-zonato e poco sottomesso.E dopo aver visto all’opera nellagrande gabbia degli splendidi feliniecco in scena altri felini, molto piùpiccoli ma non per questo meno abi-li! Sono i gatti rigorosamente bian-chi del russo Vladislav Olandar. Unnumero molto bello e veloce dal

quale emerge la bravura nell’adde-stramento di questi piccoli animalidomestici. Una bella coreografia delballetto fa da ouverture all’elegan-za ed alla grazia di Alesya Gulevichche presenta un ottimo numero dihula hop, tra un tripudio di effettidi luci indossando un elegante abitoda sera rosso fuoco. Ritornano in pista i due sconclusio-nati comici alle prese con un nume-ro di magia che prevede la compli-cità di uno spettatore, inutile direche il risultato sarà un bizzarro illu-sionismo! E’ la volta degli animaliche hanno dato inizio a quello cheverrà definito il circo equestre, i ca-valli portati in pista dalla famigliaBouglione: la prima a scendere inpista è la bella Regina che accom-pagnata da un esemplare di lusitanodal manto bianco si produce in unabreve performance di alta scuola al-la briglia corta; è la volta poi dellenuove generazioni che accanto adun bel pony fa il suo ingresso in pi-sta, Valentino Togni Bouglione eDimitri Bouglione che sotto l’abileguida di Alberto Caroli comincianoa prendere confidenza con la pistaed il pubblico. Conclude il quadro Joseph con unclassico numero di cavalleria in li-bertà, sei stupendi esemplari prove-nienti dalle scuderie di FlavioTogni, un numero molto ben prepa-

Sergio e Dimitri Bouglione

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Estero

rato che si conclude con ottimi de-bout di gruppo e una bella passeg-giata in debout che attraversa la pi-sta fino alla barriera. Una bella co-reografia ed il gonfiaggio di un enor-me elefante di plastica annuncianola fine della prima parte del pro-gramma.La seconda parte si apre con il nu-mero che proprio in questo stabileebbe il suo debutto 150 anni fa, itrapezisti volanti. A ricordare gli an-tichi fasti una troupe che riuniscediverse etnie i Bull Dancers che sul-le note del musical Hair eseguonoottimi salti utilizzando per gli arrivisia un porteur oscillante che uno fis-so, in modo da permettere diversecombinazioni. Un bel triplo saltomortale impreziosisce la loro per-formance. Brevi interventi comicisono anche appannaggio di Tito

Medina che viene spesso affiancatodall’elegante faccia bianca AlbertoCaroli. Vi sono molti modi per presentareun numero di verticali, quello sceltoda Boris Nikishkin (scoperto alFestival di Latina nel 2005) è sicura-mente inusuale. Una chitarra elet-trica, un grande pentagramma cir-colare, uno sgabello ed un trionfo dimusica e luci, si parte come se fos-se il principale interprete di un con-certo, ma presto si capisce cosa ècapace di far fare al suo corpo so-stenuto dalla forza delle sue bracciautilizzando come attrezzo per le sueesibizioni, il semplice sgabello. Dinuovo in pista i due comici russi peruna ripresa che cerca di coinvolgeretutto il pubblico in una esibizionecanora improbabile! Tito Medinanon vuole certo esser da meno a li-vello musicale ed eccolo alle presecon il suo trombone in compagnia diAlberto Caroli in una divertente gagdella sedia. Dopo questa parentesicomica ecco che la pista si riempiedi rampe per i roller blade presen-tati dalla troupe Bladders RollersAcrobatiques. Un team compostoda ragazzi provenienti dalla Russia epresentati per la prima volta inFrancia.La giocoleria fa il suo ingresso in pi-sta: i primi a cimentarsi sono i co-mici russi Konstantin e Natalia che

presentano una divertente perfor-mance gionglando “mastelli”! Unabuona prova con bei scambi tra idue giocolieri il tutto impreziositodalla verve comica di Konstantin. Daun numero che unisce giocoleria ecomicità ad un numero che fonde lagiocoleria con la danza e l’acroba-zia: a presentarlo è Sampion Bo-uglione Junior assistito da Victoria.Il loro numero è un trionfo di effet-ti di luci, in cui si alternano mo-menti di tip tap alla giocoleria conpalline a rimbalzo, una prestazioneveramente ad effetto che si conclu-de con il lancio a terra di 5 pallineun ottimo flic flac e la ripresa dellecinque palline.La chiusura dello spettacolo spettaad una coppia di grandi trasformisti,i Monastirsky. Velocità e bei costu-mi ne fanno una delle presentazionipiù accurate del panorama mondia-le. Con il classico finale marchiatoD’Hiver ecco che tutte le stelle chehanno preso parte a questo showtornano in pista per un ultimo salu-to ad un pubblico che risponde conun lungo e meritato applauso ilgrande impegno di questi grandi ar-tisti. Quando tutti rientrano in bar-riera l’ultimo saluto spetta al gran-de Sergio, forse il presentatore perantonomasia vista la sua grandeesperienza e il suo ineguagliabilecharme, che preso per mano dal piùpiccolo artista di questo spettacolo,Dimitri Bouglione, lascia alle suespalle la pista delle stelle…

Alberto Grisù Caroli

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Regina Bouglione

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Tipi da Luna Parkanalisi sociologica del pubblico delle giostre

Luna Park

di Maurizio Tramonti

Quante volte abbiamo sentito quel-l’espressione? “Sei proprio uno daluna park”, “…dove devi andare alluna park?”… espressioni spesso uti-lizzate per deridere o scherzare conqualcuno vestito magari in modo unpo’ vistoso o inconsueto. Il luna parkè divertimento, ma anche colore,chiasso e confusione. Ogni settoredel luna park ha il suo pubblico, na-turalmente tutti per prima cosa fac-ciamo un giro panoramico per vede-re cosa c’è, poi in base ai gusti, allacompagnia o al bambino che accom-pagniamo (o che ci accompagna), sidecide l’angolo che fa al caso no-stro. Luna park divertimento popola-re, luna park divertimento per tutti.Eppure se una sera vi fermerete inun qualsiasi punto ad osservare lagente, vi accorgerete che vi sono re-gole non scritte ma che tutti incon-sapevolmente rispettiamo, fermate-vi ad osservare tutta quella vita chevi passa davanti e potrete scopriregioie, dolori, allegria e miseria. I ti-pi da luna park sono tanti, i più tri-sti e spazientiti sono quei genitorinascosti da qualche parte, han por-tato i figli alle giostre e li osservanoda lontano, questo perché i figlistessi non vogliono far sapere agliamici che sono accompagnati dai ge-nitori. La prima cosa che salta al-l’occhio saranno le ragazze dei gio-chi di abilità, dei tiri a bersaglio, mi-nigonna ed a volte generose scolla-ture sono armi difficili da combatte-re, la tentazione di provare la fortu-na è tanta quanto la bellezza di que-ste ragazze con gli occhi dipinti dalvento e dal sole. Mentre osservo itentativi delle ‘vittime’ del tiro a se-gno, la mia attenzione è presa dauna ragazzina dannatamente grassache si ostina ad indossare jeansstretti a vita bassa. E’ triste, ma nonperché il suo fisico ricorda la vetrinadi un salumiere, è triste perché non-ostante sia vestita come l’ultimamoda che la “De Filippi” le ha inse-gnato, il ragazzo che le piace non siè accorto che lei esiste. Ragazzine

che girano in cop-pia fingendo dinon vedere il ra-gazzino da cui vor-rebbero esserefermate, imman-cabilmente attrat-te sempre dal piùbello o dal birro diturno, si lo stessoche dopo aver pas-sato la mano tra icapelli pieni digel, quando inseri-sce il gettone lu-brifica la gettonie-ra della giostra. Sarà il papà della ragazzina con ipantaloni a vita bassa quel signoreche sta andando in direzione dellagiostra per bambini tenendo per ma-no una bambina con la magliettadelle “Winx”? Calzoncini corti, ca-nottiera e marsupio in bella vistasotto la una pancia gonfia, vorrei ca-pire se si salutano, ma sono impedi-to perché tra il signore con marsupioe la ragazzina in jeans si è piazzatoun tipo, anche lui in canottiera, contanto di codino alla “Fiorello” espalle ricoperte da tatuaggi, uno diquesti fatico a distinguerlo, non ri-esco a capire se si tratta di una pal-ma, o una generosa peluria che escedalle ascelle. Eccone uno nuovo chesta entrando nel luna park, un signo-re distinto che se il luna park fosseuna spiaggia avrebbe il corpo coper-to da una crema “protezione 16”. Si,è il ricco che ha sempre snobbato legiostre, postaccio dove non sarebbeil caso di portare il figlio, ma questasera c’è tutta la scuola ed è costret-to ad entrare. Lotta di classe al lunapark? Nella vita di tutti i giorni anco-ra oggi ogni ceto sociale ha propriluoghi, ritrovi, bar, spiagge. Anche alluna park il benestante guarda conocchio diffidente il più umile, tener-lo a distanza a volte è un obbligo,come sembra quasi un obbligo (in-giustificato) da parte dell’umile, nu-trire una certa soggezione per il be-

nestante. Solitamente questi com-portamenti li riscontro in quellospaccato di “benestanti” che non losono di famiglia, ma che han trovatola ricchezza per strada, non è la cul-tura, lo studio o la tradizione che lidistingue, ma il denaro. E’ diverten-te vederli quando si affacciano al lu-na park, “..quel luogo così popolarericco di odori si salsiccia, piadina ecipolla” che nulla han da dividerecon il profumo degli stuzzichini del-l’aperitivo. Si affacciano e sembranoindossare un impermeabile, è si,aveva ragione Totò: signori si na-sce…ed io lo nacqui! Quel bigliettoomaggio ricevuto dal bambino ascuola li ha costretti al luna park, edil bambino che ancora non ha eredi-tato determinate mentalità, li co-stringe a fraternizzare con i genitoridei compagni di scuola, e tra loroquel signore in canottiera e marsu-pio sulla pancia. Ecco il luna park of-fre l’occasione per conoscersi, ti ob-bliga a scambiare qualche parola,non puoi fuggire, sei troppo grandeper salire nella giostrina assieme atuo figlio.. Allora magari si scopreche si ha la stessa squadra del cuo-re, lo stesso problema di parcheg-gio, e ci si ricorda di essersi visti infila alla posta. Così firmati dai piedi

3 noti giostrai: Ferri, Garbi e Berti

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Luna Park

alla testa, finiscono anche loro peressere tipi da luna park. Ed io li, fer-mo ad osservare, con i miei calzon-cini corti e la maglietta che, anchese nera, non nasconde uno stomacovittima di bevande gassate, pranzisbagliati e mancanza di sport. Giustoil tempo per compiangermi ed eccoapparire una ragazzo con i calzonirotti che costano 80 euro perché..rotti, quello che cerca la considera-zione dalle commesse del centro, leragazze con la cinta bassa che si sen-tono considerate perché lavorano incentro come commesse… con unapaga che a mala pena riesce a rica-ricare l’ultimo modello di telefoni-no. In giro ora c’è anche il depressocon in testa il berretto alla VascoRossi, a pochi metri vedo la ex bel-lissima che dopo la delusione d’amo-re è finita a cortisone e Valium, an-che lei questa sera è dei nostri e sor-ride dall’alto di un aeroplanino chetra pochi istanti sarà abbattuto dauno speudo razzo laser. Grassi, ma-gri, alti e bassi siamo tutti li e connoi anche i “nuovi clienti”, stranierivenuti in Italia in cerca di fortuna.Non è il colore della pelle che li di-stingue, spesso lo si intuisce dall’ab-bigliamento, come nel caso dellemamme coperte di veli che osserva-no i figlioletti sulla giostrina. I giova-ni sono sempre in gruppo e predili-gono giostre dove la competizione èpiù accesa, da forti impatti sull’au-toscontro a vere e proprie gare dipugilato a gettone. Contrariamentea quanto si possa pensare, quellevolte che nascono attriti che li vedo-no protagonisti, questo accade tragruppi di etnie diverse che difficil-mente coinvolgono gli indigeni delluogo. Voi direte che tutta questaconfusione colorata è la stessa scenavista al mercato o un sabato seraestivo al mare, possibile, ma in quel-le occasioni facciamo capolino unoalla volta, al luna park invece siamotutti assieme contemporaneamente,che vi piaccia o no, siamo tutti tipida luna park e ciascuno per qualcheora, a modo suo, ha lasciato i pen-sieri a casa e si diverte come può. Midomando se si starà divertendo an-che quel tipo davanti a me, una ma-glietta nera che a fatica nascondeuno stomaco vittima di alimentazio-ni sgarbate, cosa avrà da guardarmie prendere appunti?

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i giostrai?gente che fa sacrifici e vive onestamente

Luna Park

di Franco Rizzi (Il Resto del Carlino del 10/02/2009-Cronaca Rovigo)

È il Sindaco del paese delle giostre ene va fiero. Antonio Fabbri è il primocittadino di Bergantino, la patria po-lesana dei giostrai e dell’industriadel Luna park e si avvia a chiudere icinque anni del suo mandato.

Perché il 2009 è così importanteper i bergantinesi? Sono giunto ormai al quinto anno delmio mandato d’amministratore e sa-bato 31 gennaio, in cui il calendarioliturgico festeggia San GiovanniBosco, per tutti noi è stato un even-to commemorativo particolare. Abbiamo festeggiato il patrono deglispettacolisti viaggianti, il simbolodella vocazione della nostra terra dasempre. Nel tempo poi sono nateimportanti aziende che costruisconogiostre di sofisticata tecnologia,esportare in tutto il mondo, espres-sione di un indotto avanzato e fontedi grande sviluppo socio-economicoper l’Alto Polesine. Il 31 gennaio ab-biamo festeggiato il decimo anniver-sario dell’elezione a patrono delsanto: la cerimonia religiosa in chie-sa (gestita dal nostro don Giorgio eda don Luciano della FondazioneMigrantes), un buffet in municipiocon le autorità, insieme a tanti spet-tacolisti di Bergantino accorsi nume-rosi. In questo 2009 festeggeremol’ottantesimo anniversario della na-scita dello spettacolo popolare diBergantino ed il decimo della nasci-ta del museo della giostra e dellospettacolo popolare (i festeggia-menti l’ultima settima d’aprile e leprime due di maggio. Tale museo,diretto da Tommaso Zaghini (che siavvale di bravi collaboratori comeElvia Arcellaschi, Ennio Bazzi edElisa Beccari), accoglie annualmen-te migliaia di visitatori da ovunque.Un poloculturale originale che vivecon l’appoggio dell’amministrazionecomunale e di quella di palazzoCelio. Strategico il continuo interes-samento dell’assessore provincialealla cultura Laura Negri.

Chi sono i giostrai di Bergantino? I gestori del Luna Park sono a con-tatto quotidiano con giostre semprepiù complesse ed evolute e le lorofamiglie si spostano settimanalmen-te con tutti i disagi conseguenti; ba-sti pensare all’obbligo scolastico deiloro figli. A tal proposito un team diricercatori locali (Bergamini Monica,Fabbri Giovanna, Ravelli Flaviano,Ravelli Valeria) ha scritto il “Librodei saperi, una ricerca che segue iragazzi dello spettacolo viaggiantenelle varie scuole frequentate. Avolte si equivoca sulla parola gio-straio. Questo modo di vivere non èben compreso dai non addetti ai la-vori e ne derivano pregiudizi immo-tivati. In più i mass media non sipreoccupano di comprendere le sin-golare realtà, amplificando singoliepisodi negativi. Posso garantire chei giostrai sono professionisti seri,preparati, onesti, che svolgono unduro lavoro fatto di privazioni e fati-che. Se poi qualcuno usa questa pro-fessione come copertura per attivitàillecite, è tutt’altra cosa. Sono de-linquenti ma non si può infamareun’intera categoria di gente onesta.

Il Museo Nazionale dellaGiostra di Bergantino

Alcune immagini storicheconservate al Museo

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Massalombarda 2009la festa del Patrono

Luna Park

di Maurizio Tramonti

Come tutti gli anni nella cittadinaRomagnola di Massalombarda (Ra) il25 gennaio si è festeggiato il Patronoseguendo la Conversione di SanPaolo. Quest’anno il calendario ha volutoche il giorno 25 cadesse di domeni-ca, circostanza che ha portato per levie del centro un numero di visitato-ri al di sopra delle aspettative. Lacittà ha pensato in grande per que-sta ricorrenza: diverse mostre hannotenuto viva la manifestazione duran-te la settimana, ma nella giornata didomenica le attrattive più importan-ti sono state la “Fiera di San Paolo”ed il Luna Park. Dicevamo delle mostre, in particola-re ha riscosso un discreto successoquella fotografica allestita in CorsoVittorio Veneto, il tema era “Massadi gente-gente di Massa” e già dal ti-tolo si può intuire che solo l’occasio-ne di rivedere in una vecchia fotoqualcuno di famiglia, o rivedersi inetà più giovane, dava al visitatoreuno stimolo in più per visitarla.Altrettanto per la mostra di PalazzoBonvicini dove era allestita unaesposizione sul calcio massese.Dicevamo della fiera e del luna park.La fiera si sviluppa per le strette viedel centro ed è abbastanza articola-ta per settori, dall’alimentazione,all’abbigliamento agli accessori,dolciumi, giocattoli e tanta mercan-zia compresa l’ormai immancabilesettore multietnico. Il luna park è situato in un parcheg-gio del lato nord della città, si apresul corso principale ed è servito an-che da due piccole vie dove appuntocominciavano ad essere ubicate lebancarelle della fiera. Luna Park e Fiera così sistemate di-ventano un tutt’uno con il centro delpaese, luogo di passeggio la fiera eluogo di aggregazione il luna park. Trattandosi di un paese non esagera-tamente grande, il numero delle gio-stre presenti non era certo quello di

una grande città, ma sufficiente peraccontentare la richiesta. I mestieri presenti erano per laFamiglia Natali la sala giochi ed ilgonfiabile, la Famiglia di MarcoZanoni ha portato il castello incan-tato il bersaglio del gioco del calcio.La Famiglia Berti era presente con lapesca delle ochette e la giostrinaper bambini (Colombo). I Fratelli Bacchiega hanno installatouno dei tanti mestieri di famiglia: iltrenino del drago (Dragonlandia). Laparte del leone in questa occasioneè spettata alla famiglia Bisi con il gi-gantesco “tagadà” ricco di colori,luci e suoni. Parlando di un luna parkche tradizional-mente vive la gior-nata più importan-te il 25 gennaio,non si può parlaredi freddo perché ivisitatori sarannopreparati per que-sto appuntamento,ogni anno c’è peròda sperare chepioggia, vento eneve, non faccianocapolino in queigiorni. Quest’annola pioggia ha distur-

bato alcune sere durante la settima-na, ma almeno la domenica il tempoè stato clemente. Anche se la domenica gli operatoridel luna park hanno recuperatoqualcosa, nella settimana antece-dente il 25 gennaio, gli incassi nonsono certo stati dei migliori.Anche le bancarelle sono tornate acasa con il cassetto mezzo vuoto, siè salvato il invece settore dell’ali-mentare specializzato. Inutile girar-ci attorno: la crisi si fa sentire anchenel settore del divertimento, quelloche suona strano è che in una fami-glia si trovino i 30 euro per la disco-teca e non 2 euro per la giostra.

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a Mirabilandia ruggiscono i motoriScuola di Poliziadi Maurizio Tramonti

Parchi

Non si può dire di essere stati inRomagna se non si è visto almeno unavolta lo spettacolo “Scuola di Poli-zia”, nato con il Parco di Mirabilan-dia, fin dal giorno dell’inaugurazioneè un punto di riferimento preciso peri visitatori del parco. In una terra co-me quella Romagnola, il chiasso ed ilmotore (con tutte le varianti del ca-so) sono sempre state di casa, nonper nulla tutti i piloti del GP diMotociclismo nel corso degli anni hanvoluto almeno una volta assistere,senon partecipare, a “Scuola di Poli-zia”. Un pilota come Marco Melandrispesso organizza la festa del fansclub proprio a Mirabilandia in occa-sione del suo compleanno. Il giornodella nostra visita l’ospite è stato ilpilota del Team Gresini Alex DeAngelis che non si è negato al pub-blico ed in più occasioni è apparso afianco degli stuntman. La zona di“Scuola di Polizia” è una struttura fis-sa del parco, creata esclusivamenteper questo tipo di spettacolo, la tri-buna può ospitare oltre 4000 perso-ne, e nei periodi di alta stagione iquattro spettacoli giornalieri regi-strano sempre il tutto esaurito. Laprima edizione di scuola di polizianacque ispirandosi all’omonimo film,gli edifici che compongono la sceno-grafia dello spettacolo, sono quindiin stile Americano e, nel corso deglianni quando i personaggi da poliziot-ti americani sono diventati gli ama-tissimi Carabinieri nostrani, sono sta-te sostituite le scritte inglesi ambien-tando scritte e storia in Italia. In unazona d’Italia dove purtroppo si è abi-tuati a spingere molto sul pedale del-l’acceleratore, le forze dell’ordinesono viste come il nemico che ti mul-ta, all’interno di Mirabilandia, graziealla bravura degli animatori di scuoladi polizia, la figura del Carabiniere,presentata con intelligente ironia, sipuò dire sia più amata della mascot-te del Parco. L’utilizzo di mezzi a duee quattro ruote è imponente e quan-to mai assortito. Si va dalle classicheBMW alle gazzelle dei Carabinieri

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Parchi

(Alfa Romeo), alla Fiat 500, un’altraFiat è la Punto dei Carabinieri chedopo un determinato colpo dei “cat-tivi” si spezza in due parti. L’ingressodi una Fiammante Ferrari GTO in-fiamma il pubblico, ma finisce …infiamme.. e ritorna in pista tutta bru-ciata (la tempistica di questo passag-gio è gestita al secondo, un piccoloritardo non otterrebbe sul pubblicol’effetto desiderato). Il carosello di auto continua con una“mini auto” utilizzata prima dellospettacolo dal clown che ha il compi-to di intrattenere il pubblico. Su dueruote gira anche una sorta di Bobcat;Se c’è qualcosa che gira a motore,nello spettacolo c’è, trattore agrico-lo compreso, e cosa dire dell’appari-zione della hot Rod Ford? 250 cc di ci-lindrata con una potenza di 110 cv,potrebbe girare anche senza ruote

anteriori.Da qualche anno la sceneggiatura di“Scuola di Polizia” prevede la parte-cipazione delle moto del “free style”(cilindrata 250 cc) gli stuntman ese-guono salti di 25 metri che raggiun-gono un’altezza di 13 metri. Ilfreestyle è una disciplina sportivaspettacolare, fino ad oggi riservata agare specifiche all’interno dei pala-sport. Aver predisposto uno spazio al-l’interno di un parco tematico offre aquesta specialità nuove strade eduna maggiore visibilità. Anche que-st’anno fa la sua comparizione nelcorso dello spettacolo il Carro arma-to Leopard (35000 cc di cilindrata),ingresso, mira, colpo di cannone edelicottero abbattuto (già, c’è ancheun manichino di elicottero), una ap-parizione breve che oltre a far vibra-re la tribuna, offre allo spettacolo

una maggiore caratterizzazione.Breve ma intensa (con largo utilizzodi esplosioni e fiammate) l’apparizio-ne dell’uomo torcia che all’apice del-l’esibizione raggiunge 150° di tempe-ratura, presente anche in passato masempre utilizzato in maniera diffe-rente perciò comunque nuovo per lospettatore. Tra i mezzi impiegati tro-viamo “The Giant”, un camionRenault di 12000 cc di cilindrata conuna potenza di 500 cv., in uno spaziocome quello destinato a “scuola dipolizia” più il mezzo è grande più ilpubblico si entusiasma, ecco allora il“Moster Truk”, un gigantesco fuori-strada (5000 cc di cilindrata e 800 cvdi potenza) che dalla tribuna nonrende l’idea della sua imponenza. so-lo avvicinandosi ci si accorge che legomme sono larghe 120 cm ed alte150! L’edizione 2008 dello spettacoloha proposto un momento, si fa per di-re, “circense”, in un angolo del piaz-zale era montato un classico “globodella morte” animato dalla troupe“Ivo Brothers”. Contrariamente a quanto si possapensare auto e moto non hanno mo-difiche misteriose per eseguire lespericolate esibizioni dello spettaco-lo. Certo, i roll bar non mancano al-l’interno delle auto, le forcelle ante-riori delle moto hanno qualche modi-fica, ma la moto è sempre una comu-ne moto di serie. Le moto del ‘freestyle’ hanno principalmente modifi-che pratiche come aperture sotto lasella per permettere al pilota di af-ferrare la moto durante il volo. Alcune moto hanno la corona grandeposteriore modificata per permette-re migliori impennate. Per le auto piùche di modifiche è più corretto par-lare di accorgimenti, per esempio legomme a 6 atmosfere per permette-re al mezzo di scivolare meglio, op-pure in qualche caso la ventola di raf-freddamento piazzata diretta sul mo-tore per evitare pericolosi surriscal-damenti.

GLI STUNTMANNel corso degli anni si può dire che iteam acrobatici più importanti sianostati scritturati per ”Scuola diPolizia”: dall’equipe di Roby Rossi,ai Folco, da Bizzarro ai Bortolussi,solo per citarne alcuni. In alcune sta-gioni (come quella appena conclusa)la direzione artistica scrittura singoli

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Parchi

stuntman per realizzare il cast, e traquesti quest’anno abbiano trovatoGianfranco Bortolussi, nei panni del-l’unico Poliziotto in mezzo a tantiCarabinieri. Curiosando tra gli artistiabbiamo trovato una vecchia cono-scenza degli amici circensi: IvoBoianov, è uno dei due motociclistiche si esibiscono nel globo della mor-te ed a lui vorremmo dedicare alcunerighe. Nel 1990 con alcuni amici parte dallaBulgaria in cerca di un lavoro e forseanche di avventure, i ragazzi nonhanno le idee molto chiare su qualesia la meta del loro viaggio. Giunto inItalia conosce Elio Casartelli che liassume nel circo, Ivo ha 20 anni eben presto si trova ad impersonare lafigura dell’uomo porta del circoMedrano. Strappare i biglietti e dirigere glispettatori verso la tribuna giusta,non prima però di aver cortesementericordato che qualora volessero la-sciare una mancia alla signorina cheli accompagnerà, il gesto sarà gradi-to. Ivo si presenta bene, ha un sorri-so amichevole, e quel lavoro sembracucito proprio su di lui. Resterà al Medrano 5 anni ed avràmodo di apprezzarne l’ambiente alpunto che ancora oggi considera iCasartelli la sua seconda famiglia. Haoccasione di vedere all’opera dei mo-tociclisti all’interno di un enormeglobo e così lui ed il suo amico fra-terno Boby (che oggi vive in Inghil-terra) decidono di tornare il patriaper costruirsi un globo e preparare unnumero con le moto. Per Ivo e Boby le motociclette sonosempre state una passione, realizza-re qualcosa con cui lavorarci diventauno stimolo irripetibile, ed è così cheuna volta ultimato il loro primo globoe preparato il numero, sono scrittu-rati nel Circo di Stato di Bulgaria conil nome di “Troupe Mobile”. Chiedoad Ivo di raccontarci il seguito dellastoria. “Trovammo un agente inglese, BillyArata, e ci scritturò per il CircoAmericano in Inghilterra, però dove-vamo completare il numero e fu dif-ficilissimo. Con il mio vecchio pull-man portammo tutto il materiale inInghilterra, provammo per diversigiorni senza un momento di pausa edalla fine debuttammo al CircoAmericano (inglese). Finita la sta-

gione fummo scritturati in Irlandanel Circo Vegas. Terminata la stagio-ne in Irlanda tornammo in Italia, maquesta volta come artisti, e ci fa-cemmo conoscere come ‘Ivo e Boby’.In pratica per alcuni anni terminata

la stagione al Vegas venivamo inItalia per il Natale, un anno con ilCirco Embell Riva, un altro anno conil Circo Armando Bellucci, poi con lafamiglia Alessandrini. Capitò poi l’occasione di fare unastagione intera con Daviso Monte-magno, e fu in quel periodo che co-minciammo a lavorare per costruirequesto nuovo globo che utilizzo an-cora oggi. E’ un globo particolare: hauna apertura studiata per esseremontato su di un rimorchio: è realiz-zato come una giostra su rimorchio,qui a Scuola di Polizia lo abbiamomontato in terra per via delle esi-genze dello spettacolo”. Dunque Ivo abbiamo capito che la tuapassione sono le motociclette, ci sa-ranno ancora motociclette nel tuo fu-turo? “Si ho una grandissima passione perle moto, faccio anche il filo alto conla moto, poi ho creato questa motoche si vede in una passaggio nellospettacolo di Mirabilandia, quellache gira su se stessa come un girodella morte. Il sogno è quello dicreare un mio motor show. Negli ul-timi anni in estate ho sempre lavora-to in questi spettacoli acrobaticiviaggianti, ho capito molte cose, esto lavorando per creare uno spetta-colo mio, però un motor show con so-le moto. Sto lavorando in questa di-rezione, studiando le coreografie etutto il contorno e questo vedo nelmio futuro”.

DAVIDE PADOVANE’ il terzo anno consecutivo cheDavide presenta “Scuola di Polizia” equest’anno ne è stato anche uomoimmagine della pubblicità dello spet-tacolo. Nato il 7 marzo 1970 a Vicen-za, la prima esperienza artistica la vi-ve all’età di 6 anni partecipando alloZecchino D’Oro. Davide, nonostantela maturità classica conseguita alLiceo Maffei di Verona nel 1989, èuno che non ama restare in ombra edallo stesso tempo è attratto dal mon-do dello spettacolo. Parte come dj, vocalist in discoteca,poi accarezza tutte le esperienzeprofessionali dove una voce imposta-ta (Davide ha frequentato anche unascuola di dizione sempre a Verona)può trovare spazio: diventa presenta-tore, realizza spot pubblicitari radio-fonici e, dove c’è possibilità, lui pro-va senza paura, non c’è quindi dastupirsi se nel curriculum annoveradiverse partecipazioni in programmiRai e Mediaset. Ma nel nostro mondosempre “in Cammino” lo conosciamosoprattutto per essere stato il pre-sentatore del Circo Nando Orfei e ditante le avventure intraprese dallafamiglia di Nandino negli ultimi annidi attività del loro complesso, inLombardia. Sempre in campo circen-se si registrano sue collaborazionicon Moira Orfei, e soprattutto con laFamiglia Togni. Ad essere precisi de-butta nel Circo Acrobatico Triberti,quindi lavora nello Zoo Circo Maurodi Silvano Errani, Circo di Franciaquando i titolari (fam. Zucchetto-

Antonio D’Ursi, MarcoGiony, Alex De Angelis eDavide Padovan

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Parchi

Rossi) erano in società con OscarTogni. Prosegue la sua avventura cir-cense con l’American AcquariumShow (di Ciccio Niemen e Riva), daDarix Togni in alcune occasioni fa daspalla a Davio e Corrado, quindiNando Orfei, Miranda Orfei (soc.Alessandrini-Macrì-Orfei), CesareTogni, Romina Orfei (Niuman), Circodi Vienna, Moira Orfei ed infineCirco Americano. In alcuni casi halavorato in pista, in altri prestato lavoce, in altri ancora i suoi studi glihan permesso di svolgere mansioni disegreteria con una certa precisione.E’ nella veste di presentatore di“Scuola di Polizia” che lo andiamo asalutare. E’ più facile presentare uno spetta-colo circense o Scuola di Polizia? “Sono tutti e due spettacoli dal vivoin cui percepisci le emozioni del pub-blico quindi le vivi di volta in volta,sono due cose diverse però la soddi-sfazioni e fatiche sono le stesse”.Vi sono differenze sostanziali tra lavita in carovana e quella di un par-co divertimenti? Hai trovato diffi-coltà ad ambientarti? “Il circo è meraviglioso, molto piùcomodo il parco, ma con il circo nonc’è l’abitudine, la routine; qui ognigiorno è uguale, stessi orari, diventiabitudinario ed il contorno è semprelo stesso, invece il circo ogni giornoti riserva tante nuove sorprese”.Tornando all’inizio della tua carrie-ra la tua famiglia ti ha aiutato oostacolato?“E’ stata un ostacolo, per loro io do-vevo diventare un avvocato, ho ini-

ziato gli studi di giurisprudenza aPadova poi sono stato rapito da que-sto mondo che mi ha assorbito. Nonho trascurato i miei studi, ho abban-donato giurisprudenza, però ho com-pletato comunque un percorso scola-stico, ho la maturità classica, un di-ploma come organizzatore di con-gressi, un diploma parauniversitarioin economia aziendale e marketing.Ho frequentato una scuola di dizioneche mi è stata utile per lavorare inradio. La mia famiglia, però, aveva in men-te per me un altro percorso, anche sespesso apprezza i miei risultati arti-stici. Ho ormai 40 anni e faccio anco-ra in tempo a cambiare i miei obiet-tivi, la mia famiglia però mi ha datouna sicurezza economica che altri-menti non avrei avuto e per questo lidevo ringraziare”.Come sei entrato nel circo?“Mi sono innamorato di una ragazzache lavorava nel circo, frequentandol’ambiente è stato perciò più facileentrarci. La mia passione è semprestata quella del presentatore, il mioideale presentatore in assoluto èRicky Piller del Circo Americano(Togni), per presenza e per voce èstato veramente il più grande pre-sentatore di circo. Comunque la pas-sione per lo spettacolo circense chemi ha fatto entrare un po alla voltacome presentatore, sai meglio di meche un gaggio fatica molto ad entra-re in questo mondo. La prima voltaho organizzato uno spettacolo per lamia parrocchia a Verona, ho cono-sciuto la famiglia Triberti e gli ho

proposto di fare questo spettacolo dibeneficenza, sono diventato loroamico ed in seguito ho lavorato spes-so quando erano nei quartieri dellamia città. Dal Circo AcrobaticoTriberti ho conosciuto altre personeche erano con Zucchetto e la Fami-glia di Gianni Rossi quando eranoCirco di Francia, prima, e quandosuccessivamente portavano l’insegnaOscar Togni, ed in quel contesto so-no cresciuto molto artisticamente”.Hai ancora tanti anni di carriera da-vanti a te, ma se ti volti indietro chiti ha dato più soddisfazioni ed a chisei più affezionato?“Difficile non affezionarsi con il ca-rattere che mi ritrovo: artisticamen-te uno cerca di crescere ed evolver-si.. la magia di Nando Orfei è sem-pre stata all’avanguardia, ha saputosempre sperimentare e creare spet-tacoli molto particolari, quindi conloro ho avuto la possibilità di am-pliare il mio orizzonte artistico. Lafamiglia Togni mi ha dato una disci-plina e la possibilità di avere anchedelle responsabilità diverse oltre aquelle in campo artistico, però io de-vo ringraziare anche tutti quelli chesono arrivati prima delle famiglieOrfei e Togni”. Come sei arrivato a Mirabilandia? “Una volta abbandonato il mondodelle radio ho iniziato a lavorare inun parco divertimento dedicato al

Ivo Boianov

Marco Giony (in tuta nera) saluta il pubblico in piedi sull'auto

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Parchi

mondo del cinema, lì è arrivato il re-sponsabile di Mirabilandia e mi haproposto scuola di polizia, questa èla terza stagione intera che faccio aMirabilandia e devo ringraziare la di-rezione artistica di questo parco chemi ha dato la possibilità di fare unacosa nuova”. Progetti futuri?“Intanto ho avuto la possibilità di af-fiancare il grande Andrea Gianchinell’ultimo Festival 2008 di Latinadove ho presentato i numeri della fa-miglia Togni, quindi la stagione alCirco Americano con ruoli di respon-sabilità in ufficio e pubbliche rela-zioni. In vista della prossima stagio-ne estiva, se non salta fuori qualcosadi eclatante tipo ‘Grande Fratello’,se mi chiamano senza dubbio tornoqui a Mirabilandia ”. Dicevamo all’inizio che DavidePadovan è l’uomo immagine dell’edi-zione 2008 di “Scuola di Polizia”, maad un buon conduttore non può man-care una spalla importante, alloraecco entrare un carabiniere di origi-ne partenopee che per tutto lo spet-tacolo avrà modo di creare problemia Davide ed anche a qualche “volon-tario” del pubblico, si tratta diAntonio D’Ursi, e senz’altro qualcu-no di voi lo avrà conosciuto in vestedi presentatore al Circo Nando Orfeidurante la stagione Natalizia 2007 aNapoli.Un ruolo importantissimo della ge-stione pratica ed organizzativa di“Scuola di Polizia” è ricoperto daFranco e Marco Giony. Franco (cono-sciuto nel mondo del circo e delle au-to acrobatiche per i suoi trascorsi co-me segretario) è sposato con PietrinaMarino. Da oltre 10 anni Franco e Marco lavo-rano per il parco di Mirabilandia cu-randone l’aspetto artistico e l’anima-zione, ed è con Marco che rivolgiamoalcune domande. E’ da molto che curate questoaspetto del parco?“Abbiamo collaborato da semprenella realizzazione degli spettacoliin collaborazione con altre società,da cinque anni mio padre è DirettoreSpettacoli del Parco, pertanto curia-mo e realizziamo da soli tutti glispettacoli”. In generale come scegliete gli artistiper gli spettacoli? Come nasce lospettacolo anno per anno, dal tema

alla ricerca degli stuntman?“In generale organizziamo delle au-dizioni! Lo spettacolo di ‘Scuola diPolizia’ è nato da Stuntman america-ni, poi modificato negli anni; ognianno cerco di inserire nuovi effetti enuove acrobazie, cerco di cambiareogni anno il tema dello show in basealle novità acrobatiche che andiamoa presentare, cercando di arricchireil più possibile lo show con nuoveevoluzioni! La scelta degli Stuntman è da consi-derarsi abbastanza difficile in quan-to è difficile integrare i nuovi nelloshow, cerco annualmente di confer-mare il gruppo inserendo solo alcunefigure senza andare a stravolgere ilteam; le nuove figure che vengonoinserite nel gruppo le prepariamodurante il periodo invernale e le in-seriamo pian piano nello show du-rante le prove del nuovo spettacolo aseconda delle loro caratteristiche,senza così rischiare nulla e cercare diaver il massimo risultato nel loro in-serimento nello show”. Ti esibisci anche tu in auto. Hai avu-to precedenti esperienze con le au-to acrobatiche?“Si! Mi esibisco anche io nello showcome hai potuto vedere in vari ruoli,passando dalle auto in testa-coda al-le due ruote, camion, carro armato.Ho avuto varie esperienze con i teamitaliani e varie esperienze estere, lamia è stata fin da piccolo la passioneper le moto, auto e camion, ho ini-ziato all’età di otto anni con le motoda cross, poi all’età di dieci anni al-l’insaputa di mio padre, ho iniziato aprovare con le auto, all’età di 18 an-ni facevo parte di un team in tournèeall’estero, mi sono esibito anche inalcune trasmissioni televisive e inmolte controfigure di attori cinema-tografiche e così sono diventato uno

stuntman professionista, cercando diimparare tutto da solo ricevendoqualche consiglio di qualche amicocon tantissimi giorni di prove. No nonho ereditato da mio padre, in quan-to lui fa tutt’altro, si occupa di am-ministrazione ed in particolare nelperiodo prima di affermarci nelParco di Mirabilandia, aveva il ruolodi Segretario (piazzista) per i varicirchi o Auto-moto Acrobatiche, set-tore in cui abbiamo lavorato per ol-tre 30 anni; mia madre è un’acroba-ta circense”.Come funziona la gestione dei mez-zi? Posso immaginare che alcuni sa-ranno di proprietà del parco, altridegli stuntman.“Tutti i mezzi sono gestiti da me conla collaborazione di un mio meccani-co ed una officina mobile attrezzata,quasi tutti i mezzi sono di mia pro-prietà, solo alcuni sono di proprietàdel parco, ma gestiti direttamenteda me”. E’ prematuro chiederti qualche an-ticipazione sul programma del2009?“Anticipazioni per quanto riguarda ilnuovo show 2009 non ne ho ancoraperché sto programmando con miopadre la nuova storia, comunque tiposso anticipare che stiamo rinno-vando ancora il parco auto e ci sa-ranno sicuramente delle novità acro-batiche”. E’ difficile descrivere “scuola di poli-zia”, nulla di meglio che assistere dalvivo, facendo attenzione però all’an-nuncio che si ascolta prima dellospettacolo: le esibizioni a cui assiste-rete sono eseguite in sicurezza daprofessionisti, evitate di imitarliquando sarete a casa! E noi aggiun-giamo… anche perché i Carabinierifuori dal parco saranno anche simpa-tici, ma sono veri!

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1918-2009Leda Togni nasce il 30 giugno 1918 aSan Giovanni in Persiceto (BO), daErcole Togni e Caterina Barbera ed èla prima di 6 figli (Leda, Lidier, Doly,Darix, Wioris e Teresa Wanet).Come d’uso nel circo, specialmente aquei tempi, ed essendo la prima deifigli, lavora in pista e fuori; si specia-lizzerà nei numeri a cavallo, come ilpasso a due con lo zio Ugo. Appena ifratelli possono sostituirla in pista sidedica principalmente all’attivitàamministrativa ed organizzativa in-sieme al padre, attività che la vedràimpegnata per il resto della sua car-riera circense. Alla fine degli anniTrenta sposa Ilie Bonea, palestranterumeno che faceva un numero disbarre insieme a Georgie Mirons. Allaseconda divisione della famiglia, neiprimi anni Settanta, si ritira a vitaprivata nei pressi di Milano. Lascia lafiglia Pola e Pasquale Coppola, suoinseparabile compagno fin dal 1956.Solitamente i funerali sono, per lagente del viaggio, un’occasione di in-contro, di ricordare chi è lontano echi non c’è più. Ai suoi funerali po-chissimi intimi oltre alla famiglia.

Leda è mancata con la stessa discre-zione con cui è vissuta, se n’è anda-ta in punta di piedi, quasi per nondisturbare. Tutti i ‘vecchi di casa’ lachiamavano affettuosamente ‘ziaLeda’, come i suoi nipoti, a cui hafatto più spesso da seconda mammache da zia. Persona che sapeva istin-tivamente unire una forza d’animoincredibile ad una dolcezza materna,ispirava fin dal primo momento unsentimento empatico di sincero af-fetto; e io non sfuggivo certo a que-sta suggestione. Nonostante la suacordialità e semplicità, ho però sem-pre continuato a chiamarla ‘signoraLeda’ benché il mio affetto per leiandasse oltre il legame di conoscen-za ed amicizia. Oggi, per la primavolta, e purtroppo l’ultima, vo-glio chiamarla anche io ziaLeda e dirle che le rare visiteche riuscivamo a farle, in cuiparlando della sua famiglia lesi illuminava il volto, avrei vo-luto fossero più numerose.Voglio dirle che sentiamo mol-tissimo la sua mancanza, masiamo certi che finalmente si ècongiunta agli amatissimi fra-

telli e sorelle, con cui finalmente nonci saranno più occasioni o necessitàdi quella separazione che è semprestata il suo grande dolore. Buon viag-gio zia Leda, Dio dorma sul tuo cusci-no.

Mauro Guarda

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In ricordo di

6/03/1927-24/03/2009Il 6 marzo è mancato all’af-fetto dei suoi cari GiuseppeEsposito di Napoli, uno deipiù anziani appassionati dicirco d'Italia e sicuramente ilpiù anziano socio del Cadec.Lo abbiamo incontrato perl'ultima volta al X Festival diLatina, appuntamento al qua-le ultimamente cercava dinon mancare, nonostante l’e-tà avanzata e le critiche con-dizioni di salute. I numerosiamici della Campania lo ricor-dano con affetto. La redazio-ne di In Cammino si associa alcordoglio per la scomparsa diun vero appassionato di circodi lunga data.

Leda Togni

Leda Togni

Giuseppe Esposito

Giuseppe Esposito

ArturoAlegria21/11/1961-7/01/2009Il 7 gennaio a Città del Mexico all’età disoli 47 anni è improvvisamente scompar-so il grande giocoliere Arturo Alegria.Arturo era una celebrità non solo nelmondo del circo, ma anche per tutti gliappassionati di giocoleria. Ha calcato lepiste più importanti del circo europeo: daKrone a Roncalli, dal Festival di MonteCarlo (1985) al Circo Conelli, dal CirkusMerano al Circus Ahoy, al Tivoli diCopenhagen fino ai palcoscenici di tutti iprincipali varieté del mondo. Alla grandefamiglia Alegria che tanto lustro ha datoe continua a dare al mondo delle arti cir-censi giunga forte l’abbraccio del mondodel circo italiano.

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Da sinistra: Emilio, GerriCaveagna, Nadia Rossi, Kinoed Elvis Caveagna

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In ricordo di

9/04/1944-15/03/2009Figlio di Anita Jarz e MarioBalbarini, marito di NadiaRossi, Emilio intraprese pri-ma l’arte del cavallerizzo,poi a tredici anni iniziò laformazione da trapezista,debuttando a quindici inuna troupe composta daicugini Elio, Giuseppe, EnzoCardona ed Elvane, avendocome porteur lo zio Gino.Alla chiusura del Circo Jarzintorno al 1963, tutti imembri della famiglia pro-seguono l’attività artisticacreando diverse troupe chesi sarebbero fatte conosce-re nel mondo. Emilio segueGiuseppe ed Elio, al Circo Italiano(in Turchia), poi con Orlando Orfei,con i Castilla, Hagenbeck, Apollo (inGermania), Moira Orfei, CesareTogni (1972-73), Liana, Nando eRinaldo Orfei (1974) dove si esibivacon la moglie Nadia Rossi, il cuginoCarlo e la moglie di questi, NellyPeter. E ancora al Circo Americano,al Krone Bau di Monaco, da Althoff epresso numerose altre celebri inse-gne. Nel 1963 Emilio sposa Nadia Rossi, fi-glia di Pietrino e sorella di Gianni,Vladi, Clodo ed Eulalia. Fino ad allo-ra Nadia aveva preso parte all’entra-ta comica di famiglia; col matrimo-nio Nadia segue il marito ed entra afar parte della troupe di volanti.Intorno al 1971 lo zio Gino Jarz la-scia il trapezio ed il suo ruolo di por-teur viene affidato a Chino Cave-agna (figlio di Guido e Alba Corradi)anch’egli formato e seguito dallostesso Gino.Successivamente Emilio dà vita aduna propria troupe di volanti insie-me alla moglie Nadia, al cognatoChino Caveagna e ai nipoti Jerry edElvis. Tratteggiando un profilo di EmilioBalbarini, Serena Bassano affermavanel 1974: “Emilio ha un fisico fuoridel normale come agile di volanti: èalto un metro e ottantatre centime-tri ed il suo peso supera gli ottantachili: anche un inesperto si rende

Emilio Balbarini Jarz

conto delle difficoltà maggiori cheun atleta deve superare nel “girare”doppi o tripli salti avanti e indietro,piroette, con una corporatura cosìrobusta, e soprattutto, con una sta-tura assolutamente fuori della nor-ma”. E approfondendone la persona-lità proseguiva: “Emilio è un acroba-ta preciso, serio, un uomo di pocheparole, controllato, schivo, dall’ap-parenza estremamente calma: tutto

il contrario del focoso Carlo. Si di-rebbero due temperamenti oppostiche trovano un punto di accordo nel-la passione per il proprio mestiere”.Dal 1997 Emilio si ferma lavorandoper il cugino Divier Togni. Da moltimesi Emilio era ricoverato in ospe-dale a Milano dove è mancato nellanotte del 15 marzo. Alle FamiglieBalbarini, Jarz e Rossi giungano lesentite condoglianze della redazionedi In Cammino.

Emilio Balbarini con i nipotiGerri ed Elvis Caveagna

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Il Circ Acuatic nella Plaza de Toros diBarcellona (Foto Payaso Enrico)

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MigrantesUfficio Nazionale per la Pastorale del Circo e del Luna Park

Via Aurelia 796 - 00165 ROMA

Tel. 06.66179025 Fax 06.66179070 E-mail: [email protected]

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