Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali ... · to da una scala sormontata da...

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Domenica 2 giugno, Festa della Repubblica, si cele- bra la nascita della nazione. Sullo schermo scorrono le immagini della parata militare in via dei Fori Imperia- li: una parata in sedicesimo complice la crisi econo- mica (…via anche le Frecce Tricolori!...) ma forte- mente voluta dal Presidente Napolitano. “Le Forze Armate al servizio del Paese”: è il tema della rasse- gna. Il ruolo di garanzia svolto dalle Forze Armate, sottolinea il ministro della Difesa Mauro, "è assicura- to da uomini, donne, militari, civili che tutti insieme contribuiscono ogni giorno al fatto che la verità dell' esperienza del nostro Stato e del nostro popolo sia non solo difesa ma sostenuta e promossa". Per questo "non possiamo considerarLe solo un onere per la collettivi- tà ma anche la più grande opportunità di difendere con la pace anche la nostra identità, la nostra cultura, il valore della nazione fuori della retorica e dal signifi- cato della parola patria". Certo, così è sempre stato e, anche se in forma appie- data e dimezzata, il passo cadenzato dei Reparti che sfilano strappa, pur tra le polemiche di sempre, ap- plausi di consenso e suscita emozioni di appartenenza. Tuttavia vien fatto di pen- sare se non sia giunto il momento, nel contesto attuale dei rapporti internazionali e con l’insorgere di conflitti violenti provocati da reazioni identitarie, per dar vita, finalmente, in ambito comunitario ad una seria politica di difesa e sicurezza europea. Tentativi in tal senso ne sono stati fatti in passato, è vero, e la fallimentare “Comunità europea di difesa” del 1952 ne è un esempio negativo, ma l’inconcludenza delle proposte succedutesi nel tempo fanno ritenere irrealiz- zabile il progetto. E’, sicuramente, un compito enor- me, soprattutto se si pensa alla forza di inerzia delle posizioni consolidate. Ma senza voler scomodare l’e- sempio degli Stati Uniti d’America e partendo dagli “ammaestramenti” dell’ attuale situazione di crisi economica finanziaria, la formazione di Forze Arma- te sovrannazionali, diverrebbe “opportunità” per un razionale impiego delle risorse (si veda, ad esempio, per le procedure di approvvigionamento o per la ge- stione degli istituti di formazione professionale, tanto per citare) e, quello che più rileva, perché potrebbero diventare strumento incentivante una reale integrazio- ne politica della comunità. Ormai sta crescendo, dav- vero, sempre più, nell’opinione pubblica, la sensazio- ne che l’Unione Europea, così come strutturata, stia facendo acqua da tutte le parti. E’ significativo, a que- sto proposito, che tra i temi trattati nell’appena con- cluso “Festival dell’economia”, celebrato a Trento dal 30 maggio al 02 giugno, non pochi sono dedicati al futuro dell’Europa e dell’Euro ( “L’Europa tra 20 anni” – “Occidente estremo: vi racconto il nostro fu- turo” – “Quo vadis Euro(pa)?...” “Può l’euro soprav- vivere?” – “L’unione bancaria per salvare l’euro”, e via discorrendo. Costruita nella prospettiva dell’inte- grazione politica si sta risolvendo nel rafforzamento del ruolo “direttivo” della Germania. E anche l’euro che doveva essere innova- zione dinamica in senso integrativo sembra aver fallito l’obbiettivo, tanto che sempre più insistente- mente si sente porre la do- manda se non sia il caso di ritornare alle valute nazio- nali. Caduta la fiducia nella possibilità di realizzare una “nuova” Europa in grado di affrontare i gravi problemi che, con l’affermarsi della globalizzazione, minaccia- no l’Occidente, é necessa- rio, allora, pensare ad altre forme per superare i proces- si alla base di una unione essenzialmente monetaria. I singoli Stati membri, forse irresponsabilmente e inopinatamente proliferati, lungi dal realizzare quella che gli antichi definivano “qunitessentia rerum”, ossia ”idem velle et idem nol- le” continuano a muoversi in coacervo molecolare pur soggiacendo all’unico imperativo categorico delle politiche del rigore imposte dalla teutonica volontà . E allora perché non pigiare l’acceleratore, istituendo Forze Armate Europee (con tutto quello che ne conse- gue) per indurre (pacificamente, questa volta) a supe- rare i tradizionali “confini” della “sovranità”, per altro già intaccati, e in maniera improvvida, dalla sciagura- ta adozione del Patto di stabilità, e riprendere il cam- mino verso un nuovo progetto istituzionale di ampio respiro. Ma allora, il 2 giugno chi sfilerà lungo i Fori Imperiali?... Le note squillanti della fanfara dei Bersaglieri sem- brano dare la risposta! La discussione è aperta. Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti - Anno IX n. 52 Anno IX n. 52 - MAGGIO/GIUGNO 2013 MAGGIO/GIUGNO 2013 - Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di Verona Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di Verona Spedizione in A.P. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona Contiene I.R. Contiene I.R. di Elio SGALAMBRO

Transcript of Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali ... · to da una scala sormontata da...

”Domenica 2 giugno, Festa della Repubblica, si cele-

bra la nascita della nazione. Sullo schermo scorrono le

immagini della parata militare in via dei Fori Imperia-

li: una parata in sedicesimo complice la crisi econo-

mica (…via anche le Frecce Tricolori!...) ma forte-

mente voluta dal Presidente Napolitano. “Le Forze

Armate al servizio del Paese”: è il tema della rasse-

gna. Il ruolo di garanzia svolto dalle Forze Armate,

sottolinea il ministro della Difesa Mauro, "è assicura-

to da uomini, donne, militari, civili che tutti insieme

contribuiscono ogni giorno al fatto che la verità dell'

esperienza del nostro Stato e del nostro popolo sia non

solo difesa ma sostenuta e promossa". Per questo "non

possiamo considerarLe solo un onere per la collettivi-

tà ma anche la più grande

opportunità di difendere

con la pace anche la nostra

identità, la nostra cultura, il

valore della nazione fuori

della retorica e dal signifi-

cato della parola patria".

Certo, così è sempre stato

e, anche se in forma appie-

data e dimezzata, il passo

cadenzato dei Reparti che

sfilano strappa, pur tra le

polemiche di sempre, ap-

plausi di consenso e suscita

emozioni di appartenenza.

Tuttavia vien fatto di pen-

sare se non sia giunto il

momento, nel contesto

attuale dei rapporti internazionali e con l’insorgere di

conflitti violenti provocati da reazioni identitarie, per

dar vita, finalmente, in ambito comunitario ad una

seria politica di difesa e sicurezza europea. Tentativi

in tal senso ne sono stati fatti in passato, è vero, e la

fallimentare “Comunità europea di difesa” del 1952

ne è un esempio negativo, ma l’inconcludenza delle

proposte succedutesi nel tempo fanno ritenere irrealiz-

zabile il progetto. E’, sicuramente, un compito enor-

me, soprattutto se si pensa alla forza di inerzia delle

posizioni consolidate. Ma senza voler scomodare l’e-

sempio degli Stati Uniti d’America e partendo dagli

“ammaestramenti” dell’ attuale situazione di crisi

economica finanziaria, la formazione di Forze Arma-

te sovrannazionali, diverrebbe “opportunità” per un

razionale impiego delle risorse (si veda, ad esempio,

per le procedure di approvvigionamento o per la ge-

stione degli istituti di formazione professionale, tanto

per citare) e, quello che più rileva, perché potrebbero

diventare strumento incentivante una reale integrazio-

ne politica della comunità. Ormai sta crescendo, dav-

vero, sempre più, nell’opinione pubblica, la sensazio-

ne che l’Unione Europea, così come strutturata, stia

facendo acqua da tutte le parti. E’ significativo, a que-

sto proposito, che tra i temi trattati nell’appena con-

cluso “Festival dell’economia”, celebrato a Trento dal

30 maggio al 02 giugno, non pochi sono dedicati al

futuro dell’Europa e dell’Euro ( “L’Europa tra 20

anni” – “Occidente estremo: vi racconto il nostro fu-

turo” – “Quo vadis Euro(pa)?...” “Può l’euro soprav-

vivere?” – “L’unione bancaria per salvare l’euro”, e

via discorrendo. Costruita nella prospettiva dell’inte-

grazione politica si sta risolvendo nel rafforzamento

del ruolo “direttivo” della Germania. E anche l’euro

che doveva essere innova-

zione dinamica in senso

integrativo sembra aver

fallito l’obbiettivo, tanto

che sempre più insistente-

mente si sente porre la do-

manda se non sia il caso di

ritornare alle valute nazio-

nali. Caduta la fiducia nella

possibilità di realizzare una

“nuova” Europa in grado di

affrontare i gravi problemi

che, con l’affermarsi della

globalizzazione, minaccia-

no l’Occidente, é necessa-

rio, allora, pensare ad altre

forme per superare i proces-

si alla base di una unione

essenzialmente monetaria. I singoli Stati membri,

forse irresponsabilmente e inopinatamente proliferati,

lungi dal realizzare quella che gli antichi definivano

“qunitessentia rerum”, ossia ”idem velle et idem nol-

le” continuano a muoversi in coacervo molecolare

pur soggiacendo all’unico imperativo categorico delle

politiche del rigore imposte dalla teutonica volontà . E

allora perché non pigiare l’acceleratore, istituendo

Forze Armate Europee (con tutto quello che ne conse-

gue) per indurre (pacificamente, questa volta) a supe-

rare i tradizionali “confini” della “sovranità”, per altro

già intaccati, e in maniera improvvida, dalla sciagura-

ta adozione del Patto di stabilità, e riprendere il cam-

mino verso un nuovo progetto istituzionale di ampio

respiro.

Ma allora, il 2 giugno chi sfilerà lungo i Fori

Imperiali?...

Le note squillanti della fanfara dei Bersaglieri sem-

brano dare la risposta!

La discussione è aperta.

Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti -- Anno IX n. 52 Anno IX n. 52 -- MAGGIO/GIUGNO 2013 MAGGIO/GIUGNO 2013 --

Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di VeronaNotiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di Verona Spedizione in A.P. Spedizione in A.P. -- D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona

Contiene I.R.Contiene I.R.

di Elio SGALAMBRO

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DANTE A VERONA di Francesco GUELI e Giuseppe CIANI

Il passaggio da piazza dei Signori (meglio co-

nosciuta come piazza Dante), il 14 maggio

u.s., al cui centro, come noto, troneggia il mo-

numento a Dante Alighieri, ha sollecitato il

nostro interesse per la coincidenza temporale.

Infatti esattamente 148 anni addietro (14 mag-

gio 1865) venne collocato l’omaggio al grande

Poeta, voluto dai due massimi enti culturali di

Verona, (ancora oggi esistenti): l’Accademia

di Agricoltura, Scienze e Lettere e l’Accade-

mia Cignaroli, presiedute entrambi da Giulio

Camuzzoni. Quest’ultimo avvocato e intellet-

tuale è stato, tra l’altro,

l’ideatore del canale che

attraversa tutta la città e

che prese il suo nome, fu

promotore di indu-

strializzazione e scola-

rizzazione. Ma nell’argo-

mento che stiamo trattan-

do dimostrò la sua grande

italianità. Infatti il voler far

collocare un monumento a

Dante, per commemorarne

i 600 anni dalla nascita era

un atto patriottico perché

collegato alle celebrazioni

dantesche che avvenivano

a Firenze, città appena di-

venuta capitale d’Italia. La

cosa fu stigmatizzata dagli

Austriaci tant’è che sembra esista un carteggio

della polizia segreta imperiale. Dopo vari ten-

tativi di affondamento del progetto, i gover-

nanti si rifugiarono nel fatto che Verona non

aveva dato i natali al Poeta. La risposta di Ca-

muzzoni: Dante a ben diritto poteva ritenersi

cittadino di Verona essendo stato per un lungo

periodo ospite degli Scaligeri. Sembra abbia

totalizzato circa nove anni di permanenza (dal

1303 al 1304 e dal 1312 al 1320). Fu il primo

rifugio dopo essere stato cacciato da Firenze.

Ce lo ricordano i suoi versi ( Paradiso XVII,

V. 70): “lo primo suo rifugio e il primo ostello, sarà

la cortesia del gran Lombardo che in su la scala

porta il santo uccello”. Chiara è l’allusione ai si-

gnori di Verona il cui stemma è contrassegna-

to da una scala sormontata da un’aquila, defi-

nita “santa” in quanto è l’insegna voluta da

Dio.

E’ bello ricordare che qui, in questa Verona,

che è nostra, chi per nascita chi per lunga per-

manenza, Dante abbia scritto il “De Monar-

chia” in latino e parte del “Paradiso” . Nella

prima opera si individua la grande capacità di

Dante nella sua riflessione politica( verosimil-

mente anche a seguito dei contatti avuti con la

corte degli Scaligeri) in cui già individuò

( siamo agli inizi del 1300) che i due poteri

assoluti ( quello imperiale e quello spiritua-

le ) devono essere autonomi l’uno dall’altro .

E’ la teoria dei” due soli “ che si contrappone

a quella del “ sole e della luna”. E’ nota la lot-

ta condotta dal Poeta, con-

tro le pretese del Papa Bo-

nifacio VIII, a difesa dell’

autonomia del Comune

Fiorentino. Nella seconda,

il” Paradiso” è molto pro-

babile che abbia lavorato

proprio presso la Bibliote-

ca Capitolare o nella

chiesa romanica di Santa

Maria Antica entrambi

luoghi di meditazione do-

ve immaginò la possibilità

di vedere realizzato il so-

gno di una città ideale

( Firenze ), di un cittadino

ideale ( Cacciaguida) e di

un sovrano ideale

(Cangrande ). Inoltre Dan-

te, nel suo soggiorno veronese , ebbe modo di

assistere al famoso “Palio” che si svolgeva

proprio lungo la strada dove si trova la nostra

sede associativa. Si trattava di una gara podi-

stica che partiva da “Porta Stupa” che divenne

poi “Porta Palio”. Il premio consisteva in 12

braccia di panno verde. La competizione nac-

que nel 1208 e fu condotta, con regolarità an-

nuale, sino al 1795. Questo avvenimento

venne ricordato nei versi 121-125 dell’Inferno

(incontro di Dante con il maestro Brunetto

Latini): “Poi si rivolse e parve di coloro che corrono

a Verona il drappo verde…..”

Infine ricordiamo che Verona, nella chiesa di

S.Fermo ospita la tomba dei discendenti Ali-

ghieri. Con queste brevi note, preso lo spunto

dall’anniversario della sistemazione del mo-

numento, abbiamo voluto evidenziare quanto

Dante abbia amato Verona e quanto Verona

abbia amato Dante.

GLI ANZIANI… abbandonati

Si avvicina l’estate con tutta la sua atmosfera di sole, mare, monti, paesaggi esotici e diverti-

menti vari. Tutti hanno il desiderio di vivere per un po’ un periodo di vacanza, di staccare la spi-

na dalla solita routine, dal lavoro che anche quando c’è appare insostenibile. Così per le giovani

generazioni, il periodo di evasione e vacanza ha acquistato un valore fondamentale; l’impossibi-

lità di usufruirne comporta frustrazione, abbattimento morale e fisico. Nel vivere quotidiano e

nella nostra società tuttavia, esistono situazioni critiche ben più profonde e insanabili.

In questo periodo molti si preoccupano di dare una sistemazione agli animali, il servizio pub-

blico televisivosensibilizza i cittadini sul fatto che abbandonare le povere bestiole è reato.

Tutto ciò e giusto ecomprensibile. Ma cosa dire e fare degli anziani scaricati in ospedale o

nelle case di riposo, lontano dai congiunti e dall’ambiente familiare, a volte privi di mez-

zi ,soli, colpiti da gravi disabilità? Perché se ne parla così poco? Perché alla televisione pub-

blica non si vede mai uno spot “E’ reato abbandonare gli anziani”?Forse perché è un argo-

mento troppo scomodo per una società ipocrita ed egoista, per i figli ed i parenti a cui la

legge affida la responsabilità del mantenimento e della cura. Quei parenti che si contendono

le briciole del “de cuius” quando questi è ancora in vita, dal cuore inaridito dalla presunzione

e dall’avidità, non sentono il dovere di compiere un gesto minimo di umanità verso il proprio

familiare,abbisognevole di affetto e di cure, specie quando gli altri sono in vacanza.

L’ANUPSA di Verona, sensibile a questa problematica, ha cercato di dare un minimo contri-

buto per aiutare le persone vicine al sodalizio. A tale scopo segnala il nome di un Socio che

per nove anni ha lavorato, da volontario, nell’ambito di una ONLUS veronese che affronta

quotidianamente i problemi degli anziani. Di seguito sinteticamente viene descritto il servizio.

Renzo PEGORARO

ORGANIZZAZIONE:FEVOSS (Federazione dei Servizi di Volontariato Socio Sanitario)

COMPITI:

• Fevoss dal 1987 è impegnata a realizzare, con l'azione gratuita dei suoi volontari, un

processo di integrazione di servizi sociali e sanitari finalizzato all'aiuto delle persone in

difficoltà, nel rispetto della loro dignità e a tutela dei loro diritti.

• L’organizzazione offre un'opportunità di altruismo a ogni persona che sappia rendersi pro-

tagonista del miglioramento della qualità della vita, anche nella auspicata longevità Si confi-

gura come una organizzazione di volontariato, senza fini di lucro, di grandi e piccoli organi-

smi di volontariato, allo scopo di accrescerne il ruolo sociale e la qualità del servizio donato.

AREA DI INTERVENTO

Fevoss realizza una rete sociale di interventi nel territorio provinciale veronese in stretta

collaborazione e sussidiarietà con l'Azienda Ospedaliera di Verona, le A.S.L.s. 20, 21, 22, l'U-

niversità degli Studi di Verona, il Comune di Verona e altri Comuni della Provincia di Verona,

gli Enti pubblici e privati che ne apprezzano i valori e le virtù formative ed organizzative.

Questi i principali servizi offerti dalla Fevoss:

• accompagnamento per visite o acquisti;

• distribuzione e somministrazione dei pasti;

• piccole manutenzioni e riparazioni presso le abitazioni di persone

anziane, disabili e comunque in temporaneo stato di necessità;

• traslochi, tinteggiature, riordino della casa e preparazione pasti

a persone in stato di difficoltà economica, fisica e psicologica;

• trasporto di minori, disabili, ammalati, anziani, persone comun-

que prive di mezzi e/o opportunità.

SERVIZIO TRASPORTO

Telefonare allo 045. 8002511, opzione 3

dal lunedì al venerdì (8.00-13.00) per un servizio riferito alla settimana successiva; Continua a pag. 6

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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Durante il XVIII secolo, l'Inghilterra, da

paese prevalentemente agricolo di me-

dia proprietà, si trasformò prima in pae-

se latifondista con un'agricoltura con-

dotta con criteri moderni, poi in paese

industriale, dando il via a quel fenome-

no che prese il nome di rivoluzione in-

dustriale e che caratterizzò la seconda

metà del secolo.

L'agricoltura fu la prima a dare frutti mi-gliori con il perfezionamento delle colti-

vazioni e con la bonifica delle terre in-colte. Anche l'allevamento del bestiame subì un notevole progresso per sopperi-re alla crescente richiesta di lana e di

carne da macello. Purtroppo non tutti trassero beneficio da questa, sia pur positiva, trasformazione perché le terre

comunali ed i piccoli appezzamenti di terreno furono fagocitati dai grandi poderi,

creando, così, una massa di braccianti di-

soccupati che si riversarono nei centri mi-nerari e indu-

striali in cerca di lavoro. La lavo raz ione

tessile aveva sempre avuto, in Inghilterra, una grande importanza nel-l'economia del paese. Da tempo imme-

morabile le donne, anche benestanti, erano abituate a filare per uso persona-le, ma durante il Seicento, molte fami-

glie sfruttarono piccoli laboratori dome-stici per arrotondare quel poco che pro-duceva la terra Era un tipo di lavorazio-ne artigianale che si protrasse fino alla

metà del Settecento quando, per sop-perire ad una sempre maggiore richie-sta di tessuti, furono inventati macchi-

nari tessili che permisero di aumentare la produzione manifatturiera; fra questi la cosiddetta spola volante che consen-

tiva ad un tessitore di raddoppiare la produzione giornaliera, anche se la convenienza era relativa visto che il suo uso richiedeva più filo e quindi più fila-

tori che dovevano essere pagati. Si cer-cò, allora, di perfezionare la macchina

per filare con esito favorevole, tanto che un filatore riusciva a produrre una quantità di filo duecento volte maggiore e di ottima qualità. Il problema non era

ancora risolto, anzi si ripresentava con i fattori invertiti: il tessitore, con la spola volante, non riusciva a smaltire tutto il

filo prodotto. Un miglioramento c'era stato ma non era sufficiente a soddisfa-re la continua richiesta, fino a che un prete, di nome E.Cartwriht, inventò il

telaio meccanico (1785) con il quale un solo tessitore riusciva a produrre quan-to quaranta tessitori che lavoravano a

mano, e meglio. La macchina a vapore perfezionata da Watt trovò largo impie-go, oltre che nel campo tessile, anche

in quello side-

rurgico ed e-strattivo (ferro e carbone).

Nacque, così, la grande in-dustria, ali-

mentata dal cotone prove-niente dalle colonie, dalla

lana locale e dal carbone fossile di cui

l'Inghilterra ab-bondava. Piccoli borghi si trasformaro-no in dinamiche città: Manchester, Sheffield, Leeds, Birmingam, attraverso

i porti di Liverpool, Southampton e Lon-dra, invasero il mondo di ottime stoffe e di manufatti di ogni genere a prezzi

concorrenziali. Di pari passo, il com-mercio marittimo, in particolare con le colonie, ebbe un incremento sensibile e di conseguenza la flotta mercantile fu

potenziata e modernizzata diventando, con quella militare, la più potente del mondo. Gli storici, anche se non tutti

sono d'accordo, si sono chiesti perché la rivoluzione industriale sia avvenuta in Inghilterra e non altrove. Qualcuno dice perché essa non subi invasioni né

devastazioni e perché aveva un vasto impero coloniale da cui attingere le

SPOLA VOLANTE

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materie prime e su cui riversare i prodot-ti rifiniti. Certamente gli argomenti sono

validi, ma anche la Spagna si era trova-ta, più o meno, nelle medesime condi-zioni senza che qui ci sia stato uno svi-luppo industriale degno di nota. Altri so-

stengono che l'incremento industriale si manifestò per il passaggio dall'agricoltu-ra alla pastorizia che liberò molta mano

d'opera che divenne operaia, ma questo non fu la causa, semmai la conseguen-za di una maggiore richiesta di carne e di lana da lavorare. Il problema è com-

plesso perché ci sono altri motivi, tutti validi solo se presi nel loro insieme: innanzi tutto la classe politica era costi-

tuita da uomini d'affari che, ricercando il proprio interesse, facevano anche il bene della nazione; secondariamente, e non certo per importanza, gli studi e le

idee erano indirizzati verso la ricerca di realizzazioni pratiche, cioè verso quelle invenzioni, magari meno appariscenti

ma più vantaggiose in campo pratico; infine la politica estera, tesa al manteni-mento dell'equilibrio politico europeo. Limitare gli interventi solo nei casi in cui

quest'equilibrio rischiava di rompersi, permise all'Inghilterra di risparmiare le enormi perdite di uomini e denaro che

costituirono il prezzo pagato dalle poten-ze continentali. Gli Inglesi non conqui-stavano per arricchire i loro sovrani, come accadeva per la Spagna, Francia

ed Austria; le loro conquiste rispondeva-no all'esigenza di fornire cotone e ferro alle industrie e di aprire nuovi mercati.

A parte ogni considerazione, fu soprat-

tutto l'assetto sociale del paese ad esse-re sconvolto. La richiesta di manodope-

ra da parte delle industrie spopolò le campagne e spazzò via le vecchie cor-porazioni. I braccianti agricoli abbando-narono la terra per diventare operai,

dando, così, vita a grossi centri urbani. I latifondi che si vennero a formare erano adibiti al pascolo di manzi e di pecore.

Aumentò la produzione, nacquero nuovi mercati, mentre una parte della mano-dopera divenne sempre più qualificata ed istruita grazie alla proliferazione di

scuole, biblioteche ed attrezzature scientifiche. L'impiego massiccio di mac-chinari sofisticati in grado di assicurare

un più alto profitto, richiese maggiori in-vestimenti di capitali. A fronte di queste spese bisognava mantenere i prezzi a livello concorrenziale e per fare questo

l'imprenditore risparmiava sugli operai sfruttandoli fino all'osso, con salari mise-rabili, con orari di lavoro insopportabili e

con l'impiego di donne e bambini che costituivano una forza lavorativa a buon mercato. L'aumento della ricchezza na-zionale, purtroppo, non si diffuse equa-

mente fra la popolazione, anzi accrebbe le distanze fra la classe capitalista depo-sitaria di enormi fortune (latifondisti,

mercanti, banchieri, industriali, armatori) e la classe operaia, oberata di lavoro mal retribuito, priva di un supporto sin-dacale, alla quale veniva riconosciuto

solo il diritto, peraltro molto aleatorio, di ricorrere alla petizione, diritto sancito

dalla dichiarazione dei diritti del 1689. Giuseppe CIANI

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LETTERE AL DIRETTORELETTERE AL DIRETTORE

indicare il proprio domicilio, l'orario e luogo ove essere prelevati, e dove essere trasportati;

chiedere conferma telefonando il venerdì (8.00-12.00) se il trasporto richiesto sarà

effettuato la settimana successiva;

versare all'autista, in busta chiusa, da 5 a 10 euro a seconda della distanza del servizio

(città, 1^ fascia o 2^ fascia provincia). L'importo, se riferito a più trasporti continuativi,

può essere versato inizialmente in unica soluzione. Se richiesto può essere rilasciata rice-

vuta ai fini fiscali.

PUNTO DI CONTATTO ANUPSA: ci si potrà rivolgere al socio Bruno DI PRIMIO (tel. 3408184102, oppure 045.8940130) per eventuali chiarimenti e difficoltà nel servizio.

SEDE E CONTATTI

Sede centrale Via Santa Toscana, 9 – 37129, - VERONA Tel: 045 800 2511 - Fax: 045 593 412 - C.F. 93024890233 Segreteria Centrale: +39 045 8002511 [email protected] Sito: www.fevoss.org Orari di apertura 09:00-12,00 dal Lunedì al Venerdì.

Cara Signora Anupsa

Ogni due mesi mi faccio vivo con qualche storiella che spero faccia ridere qualcuno di casa Sua. Questa è l’ultima che mi è capitata. Ero andato al Circolo di Castelvecchio per farmi la tosatura periodica dal mio amico Vittorio. Mi affrettavo sulla via del ritorno per non per-dere l’ autobus che passa da Piazza Bra quando, passando vicino alla statua di Cavour, sento una voce metallica che mi chiama: “Cerea monsù”. Mi giro intorno credendo che qualcuno mi avesse salutato ma …. niente. La strada in quel momento era deserta e non capivo da dove venisse quella voce. Di nuovo: “cerea monsù”. Mi viene un sospetto e guardo verso l’alto dove c’è la statua di Cavour. Si. Proprio lui. Quella maestosa figura sul piedistallo ce l’aveva con me! Allora, senza perdermi d’animo gli rispondo. Buongiorno Signor Conte. E lui, “ma quale Signor Conte, non vedi dove mi hanno messo? Prima stavo in una bella piazza larga e frequentata, avevo una bella vista da quassù. Ora, vedi dove mi hanno messo! Ogni tre minuti mi passa un autobus davanti, macchine che sfrecciano, pedoni di tutte le razze che entrano ed escono dal Museo di Castelvecchio, Gente seduta al bar qui di fianco che schiamazza fino a notte tarda,. Ormai non mi considero più un Conte. Mi hanno fatto diventare un “civic ” (Guardia Municipale detto in torinese) e poco ci manca che mi mettano anche il fischietto in bocca per farmi fare le multe a quelli che sostano abusivamente, magari esponendo l’etichetta de-gli andicappati dei nonni morti “. Gli dico, per fargli coraggio: “ma no Signor Conte, chi lo ha fatto ha voluto metterla in bella mostra davanti alla strada intitolata a Lei. Non è da tutti avere una strada propria”. “Ma quale strada”, mi risponde. “La chiama strada questo acciottolato pieno di buche che fa sobbalzare tutte le macchine e che fa cadere a terra tutti i pedoni?” Ma lo sa Signor Conte che il Comune non ha i soldi per farla riparare? Gli dico. Sono passa-ti i bei tempi in cui si asfaltavano le strade. Oggi c’è solo poco catrame per rattopparle! “Hai ragione neh!”, mi dice. “Mi ricordo della mia bella Torino, con quei bei viali alberati e la gen-te in carrozza con le belle madame che indossavano bei vestiti con cappelli enormi e l’ombrellino!” Altri tempi, Signor Conte. Ora si deve abituare a questo disordine di costumi e a questa aria che fa intossicare tutti. Pensi che Lei è di metallo e bene o male una patina di smog ogni tanto gliela tolgono di dosso. Noi invece lo smog ce lo dobbiamo tenere nei polmoni. Così non va proprio bene. “Hai ancora ragione neh!”. Mi risponde con la tipica cadenza piemontese.” Forse è meglio guar-dare tutti da quassù piuttosto che vivere laggiù in questa confusione. Ciao monsù, buna giurnà “! E così con la mente un po’ turbata mi allontano in fretta prima che il bus mi passi davanti. Cara Signora Anupsa. Ha visto che cosa mi è capitato? Spero ora di non incontrare la statua di Garibaldi perché chissà che cosa mi viene a raccontare! Come sempre La saluto. Arrivederci tra due mesi se non succede niente prima. Suo Gedeone

Gli Anziani Continua da pag. 3

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VITA ASSOCIATIVA VITA ASSOCIATIVA a cura di Vincenzo Dorruccia cura di Vincenzo Dorrucci

1. ATTIVITA’ SOCIALE EFFETTUATA

─ ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL GRUPPO

Il 21 maggio 2013, nel salone d’onore del Circolo Ufficiale dell’Esercito, in Castelvecchio, si è svol-

ta, in “2^ convocazione, dell’Assemblea Straordinaria del Gruppo per l’approvazione del bilancio

preventivo 2013. Ha presieduto l’Assemblea il Gen. Lucio INNECCO.

Il relativo verbale è in visione nella bacheca della Sede.

─ SETTIMANA “AZZURRA” IN LIGURIA

Ventiquattro Soci hanno partecipato alla settimana

“AZZURRA” presso la Base Logistica – Addestrativa di

Sanremo dal 22 al 28 maggio u.s. Di seguito una breve rela-

zione del Capo Gruppo: “Finalmente un po' di sole, buon

viatico per un breve soggiorno che si preannunciava sotto

il segno della pioggia. La fortuna, invece, ci ha assistito e

ci ha permesso di visitare paesi da sogno come Apricale,

Eze, Triora ecc. Eravamo partiti per questo ed anche per

trascorrere qualche giorno di relax, il che si è avverato; personalmente, sono ritornato arricchito

da nuove esperienze e dal piacere provato per una compagnia decisamente piacevole. Tutto ha

funzionato bene, dalla gentilezza del personale del soggiorno, Comandante e Direttore in primis,

alla disponibilità di tutti i partecipanti. Grazie, grazie a tutti.”

2. ATTIVITA’ SOCIALE DA EFFETTUARE

ATTIVITA’ RICREATIVA 2013 - 2014 PROGRAMMA DI MASSIMA

─ E' intendimento di questa Associazione programmare le sotto specificate attività i cui dettagli

verranno indicati di volta in volta. Sono graditi altri suggerimenti sempre che siano realizzabili.

• 2013 Primi di ottobre: gita di un solo giorno al Lago di Tovel.

2 novembre: commemorazione defunti.

21 dicembre: pranzo (o cena) per scambio di auguri natalizi.

31 dicembre: ultimo dell'anno, in hotel a tre stelle, a Cervia.

• 2014

Febbraio: settimana bianca.

Marzo: gita di un giorno sul Mincio, da Mantova al Po.

Seconda metà di Aprile: cinque o sei giorni a Chianciano con visite in Umbria e Toscana.

Maggio: settimana azzurra.

Fine Settembre (o primi di Ottobre): gita di due giorni a San Marino e San Leo.

In particolare, su delibera del Consiglio Direttivo, sono state organizzate le seguenti attività:

• GITA AL LAGO DI TOVEL Gita di un solo giorno al Lago di Tovel. In allegato 1 le modalità di dettaglio.

• CONFERENZA CULTURALE Conferenza con tema “I Greci in Italia: la colonizzazione e l’origine della “Magna Gre-

cia”, programmata per il 9 ottobre c.a. nel Salone del Circolo Ufficiali in Castelvecchio.

In allegato 2, una breve presentazione del relatore Prof. Giorgio CASTAGNA.

• COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI Sabato 2 novembre p.v., alle ore 11.00, presso la Cappella dell’Istituto “Don Bosco” in via

Provolo 16, sarà celebrata la S. Messa in ricordo dei Soci defunti. I Soci possono partecipare

con familiari e amici. Al termine della funzione religiosa è possibile fermarsi per una breve

colazione al ristorante del Circolo Ufficiali. I partecipanti sono invitati a prenotarsi in Segre-

teria entro il 31 ottobre.

3. CONSIGLIO NAZIONALE 2013 Ha avuto luogo a Chianciano Terme nei giorni 29-30-31 maggio 2013. La relazione sui lavori svolti è riportata nel numero 6 di “Tradizione Militare”

4. CORSO DI INFORMATICA Il Consiglio Direttivo ha approvato lo svolgimento di un corso di computer, a partire dal prossimo mese di ottobre, per Soci e loro familiari. Il corso sarà suddiviso in due livelli: base e intermedio.

Requisiti per la prenotazione: essere soci e disporre di un personal computer. All’atto della prenotazione indicare il livello gradito e il sistema operativo del proprio

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Data di chiusura 08.06.2013

Presidente: Renzo Pegoraro

Direttore Responsabile : Francesco Gueli

Vice Direttore : Elio Sgalambro

Redazione : Giuseppe Ciani

Vincenzo Dorrucci

Segretario di Redazione : Gaetano Marguglio

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A.N.U.P.S.A. Gruppo di Verona Str. Porta Palio 47/D 37122 Verona tel. e fax 045.8035910 E-mail : [email protected]

computer ( WINDOS XP/VISTA/7/8 -MAC). Potrà essere programmata anche una introduzione all’uso del TABLET . I soci interessati sono invitati a prenotarsi in Segreteria (nei giorni di apertura previsti) entro il 10 settembre p.v..

5. RALLEGRAMENTI

• Al Col. Giacomo VILLA, per l’apprezzamento e l’ottima affermazione ri-scossa della moglie Sig.ra Elisabetta VANZELLI, pittrice veronese, in occa-sione dell’esposizione della sua produzione artistica (tele, grafiche, vasi) av-venuta dal 18 al 26 maggio u.s. nella sala polifunzionale “Adolfo WILDT” nel Comune di Appiano Gentile (CO).

• Il giorno 2 giugno 2013, alla Sig.ra BONETTI Graziabella, moglie del Col. Luciano DI GIOVANNI, in località Chieti, è stata consegnata, dal Prefetto di Chieti, la medaglia d’onore conferita al padre Lorenzo, Tenente del

Genio, in quanto internato in lager nazista. Da parte dell’ANUPSA congratulazioni vivissime.

6. NOTIZIE TRISTE Sono venuti a mancare i Soci:

• Gen. C.A. Orazio ICARDI;

• Gen. B. Dante ZAMPERETTI;

• Signora Carla CAFORIO Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Soci tutti rinnovano le più sentite condoglianze ai familiari.

7. SERVIZI AI SOCI ASSISTENZA MOD. 730/2013, UNICO

Il servizio di assistenza per la compilazione o controllo dei modelli sopra indicati per i Soci e familiari è terminato. Quanto prima i Soci interessati saranno convocati in Sede per la restituzione dei modelli. Un grazie di cuore va rivolto al Socio Gen. B. Sigfrido GENTILE per l’impegno profuso.

8. VARIE ─ SOGGIORNI PER CURE TERMALI

Il Gruppo è in possesso dell’elenco degli alberghi di Abano – Montegrotto, convenzionati, per effettuare le cure termali nel 2013 I Soci interessati possono rivolgersi , nei giorni di apertura, in Segreteria.

─ POSTA ELETTRONICA Desideriamo ribadire ai Soci che è necessario fornire all’Associazione la propria e-mail per ricevere tempestivamente le informazioni di qualsiasi natura.

─ CONVENZIONI ALBERGHIERE Si segnala che il Circolo Ufficiali ha concordato delle agevolazioni alberghiere. I Soci ANUPSA interessati, anche per familiari, possono rivolgersi al suddetto Circolo.

─ APERTURA SEDE

Si rammenta che la Sede resta aperta, per esigenze dei Soci, dalle ore 10,00 alle ore 12,00 dei giorni di Lunedì – Giovedì – Venerdì.

Nel periodo 1 luglio - 31 agosto 2013 la Sede rimarrà chiusa. Per eventuali urgenze è in funzione la segreteria telefonica

DOLCEACQUA Ambiente che ha ispirato Claude Monèt