Notiziario del Portale Numismatico dello Stato n. 6-2015 ... · Maria Teresa Vitale ....

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NOTIZIARIO del Portale Numismatico dello Stato SERIE “MEDAGLIERI ITALIANI” MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA IL MEDAGLIERE VOL. I. Storia, consistenza, tesoretti e rinvenimenti da Reggio e territorio Contributi/Vetrine 6.1

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NOTIZIARIO del Portale Numismatico dello Stato

SERIE MEDAGLIERI ITALIANI

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA

IL MEDAGLIERE

Vol. I. Storia, consistenza, tesoretti e rinvenimenti da Reggio e territorio Contributi/Vetrine

6.1

NOTIZIARIO DEL PORTALE NUMISMATICO DELLO STATO

SERIE MEDAGLIERI ITALIANI

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVIT CULTURALI E DEL TURISMO

DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHIT

N. 6.1 2015

Museo Archeologico NAzioNAle di reggio cAlAbriA.

IL MEDAGLIERE

Vol. I. StorIa, conSIStenza, teSorettI e rInVenImentI da reggIo e terrItorIo

a cura di gIorgIa gargano e SerafIna PenneStr

NOTIZIARIO DEL PORTALE NUMISMATICO DELLO STATO - SERIE MEDAGLIERI ITALIANI

MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVIT CULTURALI E DEL TURISMO

DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA CALABRIA

Direttore Generale per le Antichit Gino Famiglietti Dirigente del Servizio III Jeannette Papadopoulos Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria Simonetta Bonomi Responsabile del Monetiere Antonina Beatrice Nucera A cura di Giorgia Gargano e Serafina Pennestr Testi Silvana Cilione, Giorgia Gargano, Antonina Beatrice Nucera, Serafina Pennestr, Maria Teresa Vitale Documentazione fotografica Demetrio Messineo e Claudio Miggiano Con la collaborazione di Silvana Cilione, Maria Luisa Munari, Maria Teresa Vitale Grafica e stampa Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. Realizzazione tecnica progetto multimediale Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., ICT & Business Solutions

Il Notiziario del Portale Numismatico dello Stato fa parte di una collana editoriale inserita nella Biblioteca Virtuale e promossa dal Ministero dei beni e delle attivit culturali e del turismo, Direzione Generale per le Antichit.

Direttore Generale per le Antichit Gino Famiglietti Dirigente del Servizio III Jeannette Papadopoulos Progetto scientifico e coordinamento Serafina Pennestr Redazione Serafina Pennestr, Stefano Pracchia Segreteria di Redazione Maria Teresa Moroni

Portale Numismatico dello Stato - www.numismaticadellostato.it Direzione Generale per le Antichit - Servizio III Via di San Michele, 22 00153 ROMA [email protected]

Realizzazione tecnica Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. - ICT & Business Solutions

In copertina:

muSeo archeologIco nazIonale dI reggIo calabrIa, medaglIere. Tetradramma di Rhegion (R/), c. 415-410-387 a.C. (inv.3), dal tesoretto di Vito Superiore. Sbac.

http://www.numismaticadellostato.itmailto:[email protected]

3 NOTIZIARIO DEL PORTALE NUMISMATICO DELLO STATO N. 6

S O M M A R I O

VOLUME PRIMO

PRESENTAZIONE

s. boNoMi, Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria . . . . . . . . . . . 5

INTRODUZIONE

s. PeNNestr, La serie Medaglieri italiani del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

CONTRIBUTI

I. IL MEDAGLIERE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA. STORIA, FORMAZIONE, CONSISTENZA

s. cilioNe, g. gArgANo, b. NucerA, M. VitAle, Per una storia del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 g. gArgANo, Il riordino del Medagliere negli anni del dopoguerra: omaggio a Giuseppe Procopio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 s. cilioNe, g. gArgANo, b. NucerA, M. VitAle, Consistenza e ordinamento del Medagliere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 b. NucerA, Inventariazione e catalogazione del Medagliere . . . . . . . . . . . . . . . 64

II. TESORETTI MONETALI DA REGGIO CALABRIA

g. gArgANo, Il ripostiglio di Chiesa Pepe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66 eAd., Il ripostiglio di Vito Superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89 eAd., Il ripostiglio Credito Italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

III. MONETE DA REGGIO CALABRIA E DAL SUO TERRITORIO

g. gArgANo, Monete da Reggio Calabria e dal suo territorio . . . . . . . . . . . . . . . . 112

VETRINE VIRTUALI (a cura di g.gArgANo)

soPriNteNdeNzA Per i beNi Archeologici dellA cAlAbriA

Museo Archeologico NAzioNAle di reggio cAlAbriA, MedAgliere (di g.gArgANo)

sAlA I. Il Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: tesoretti Vetrina 1. Il ripostiglio di Vito Superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178 Vetrina 2. Il ripostiglio di Chiesa Pepe. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214 Vetrina 3. Il ripostiglio Credito Italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232

sAlA II. Ritrovamenti di monete da Reggio Calabria Vetrina 1. I ritrovamenti monetali dagli scavi di Reggio Calabria . . . . . . . . . . . 235 Vetrina 2. I ritrovamenti monetali dal territorio di Reggio Calabria . . . . . . . . . 298

SommarIo

PRESENTAZIONE

Il progetto di edizione del Medagliere del Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, promosso dalla Direzione Generale per le Antichit, realizzato dallIstituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., con lausilio del Ministero dellEconomia e delle Finanze, si avvalso della collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Tutela e valorizzazione costituiscono un binomio inscindibile di intervento nel campo dei beni culturali e in questa direzione non potevano restare assenti i beni numismatici, ai quali fin dal 2011 la Direzione Generale delle Antichit del Mibact ha dedicato un Osservatorio per i Beni Numismatici di interesse archeologico, assegnandogli proprio le finalit di tutela - con lacquisizione di elementi di conoscenza dei reperti dei medaglieri italiani e la loro rielaborazione e documentazione - e di valorizzazione dello sterminato patrimonio nazionale.

In attuazione di questi principi la Calabria stata prescelta dallOsservatorio e dalla dottoressa Serafina Pennestr, coordinatore scientifico del progetto, per realizzare il primo volume della serie Medaglieri Italiani nellambito del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato.

Limpegnativa apertura di credito si concretizza oggi con la conclusione di questo significativo progetto di schedatura, che vede la luce grazie, anche, al lavoro della squadra coordinata da Antonina Beatrice Nucera, responsabile dell Ufficio Catalogo e referente interno del progetto, e costituita da Silvana Cilione, Maria Teresa Vitale e Giorgia Gargano. Questa stata unoccasione utile per ricercare e riscoprire tante testimonianze e documenti antichi, in qualche caso anche sommersi dalloblio del tempo.

La pubblicazione dei due volumi sul nostro Medagliere vuole essere al contempo documento della lunga e costante attivit di tutela esercitata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria sin dal momento in cui, nel 1907, Paolo Orsi la volle fondare, e segno di una nuova apertura allesterno del Museo Nazionale Archeologico. Si tratta, difatti, come nello stile del Notiziario, di una pubblicazione destinata, anche, ad essere interamente fruibile online a quanti accederanno al Portale Numismatico dello Stato.

E questo il primo passo di un lungo lavoro da me fortemente sostenuto e incentivato e che mette la Calabria allavanguardia internazionale in un settore, quello numismatico, da sempre allattenzione degli specialisti, dei collezionisti e degli appassionati.

Mi auguro che questa collaborazione possa proseguire con la pubblicazione dei Medaglieri degli altri Musei della Calabria.

siMoNettA boNoMi Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria

LA SERIE MEDAGLIERI ITALIANI DEL NOTIZIARIO DEL PORTALE

NUMISMATICO DELLO STATO

Con la pubblicazione di questa prima monografia in due volumi dedicata interamente al Medagliere di Reggio Calabria, il Notiziario accoglie la proposta della Soprintendenza archeologica della Calabria e la traduce in un progetto editoriale utile per altri cataloghi di medaglieri destinati a questa collana. Il progetto, che sviluppa un possibile modello di fruizione del patrimonio numismatico pubblico, gi annunciato il 30 gennaio 2013, in occasione dellIncontro di studio Medaglieri italiani, un tesoro di storia promosso dalla Direzione Generale per le Antichit e tenutosi a Roma, si prefigge principalmente due specifiche finalit. La prima quella di rendere nota la storia del Medagliere e quindi quella del suo patrimonio, visto nella sua consistenza patrimoniale e nel suo ordinamento, frutto di unincessante attivit di tutela nella Citt e nel suo territorio rievocata e documentata puntualmente nei Contributi di tutti e due i volumi. La seconda quella di offrire alla fruizione pubblica una selezione rappresentativa di materiali del Medagliere, in considerazione delle rispettive tipologie e delle provenienze.

La disponibilit di questi primi nuclei, che rappresentano ovviamente solo una minima parte rispetto al totale dei materiali conservati, si ricollega al concetto di fruibilit integrata che mette in stretto rapporto documentazione numismatica, vista nel suo contesto archeologico o collezionistico di appartenenza, e documentazione di archivio che richiama lo sfondo storico e sociale in cui va inquadrato lo sviluppo e lincremento delle collezioni numismatiche.

La selezione rende giustizia della variet di acquisizione dei singoli complessi monetali (i tesoretti), delle collezioni e dei singoli esemplari. Tutti gli esemplari selezionati sono consultabili nei due volumi attraverso le immagini e le schede, attraverso i Report interattivi delle Vetrine virtuali collegate alle tematiche e ai materiali presentati ed esaminati nei Contributi: tre tesoretti monetali, le monete rinvenute a Reggio e provincia, due collezioni cosiddette minori e altre immissioni, oltre alla collezione dellex Museo Civico. Conclude la rassegna espositiva un Dossier che rappresenta una selezione di documenti scelti dallarchivio storico della Soprintendenza.

Come di consueto, i materiali elencati nei volumi si collegano alle Vetrine Virtuali del Portale Numismatico dello Stato, che oltre a consentire una visione dinsieme dei materiali in esposizione virtuale, ne consentono la ricerca per Stato, Autorit, Zecca o in banca dati delle collezioni del singolo Medagliere o nella banca dati di tutti i Medaglieri presenti nella sezione on line Vetrine Virtuali.

E linizio di una trama che potr infittirsi e rivelare tutte le sue potenzialit solo attraverso limpegno dei responsabili dei Medaglieri coinvolti nel progetto e con la collaborazione interna ed esterna al Mibact, tesa ad un unico obiettivo: la conoscenza e la protezione del nostro patrimonio numismatico pubblico.

serAfiNA PeNNestr Direzione Generale per le Antichit

Contributi

Per una storia del Medagliere G. Gargano e altri

11 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

PER UNA STORIA DEL MEDAGLIERE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO

NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA

La complessa storia del Museo Nazionale di Reggio Calabria inestricabilmente intrecciata alla storia della citt nella quale il Museo sorto. Una gestazione lunga e delicata, segnata da conflitti che Zygmunt Baumann oggi definirebbe g-local, per di pi in un territorio il cui ciclo vitale inesorabilmente interrotto e contrappuntato, ormai da secoli, da terremoti devastanti e successive discutibili ricostruzioni.

accertato come tale perpetuo stato di ineluttabile precariet incida profondamente sulla psicologia delle popolazioni cos come sulla selezione delle priorit e quindi sulluso dei patrimoni e dei beni mobili: linvestimento in cultura non pu che soccombere di fronte alle necessit primarie che, di secolo in secolo, la citt e il territorio reggino si sono trovate a dover fronteggiare1. Tale condizione si aggiunta al gi degenerato rapporto tra nobilt neofeudale e massa della popolazione, che una cifra della storia moderna e in qualche misura anche contemporanea della Calabria e tra le cause di quel diffuso analfabetismo, di quel sistema povero e impoverito di vita che si manifesta alla fine nellinconsapevolezza - se non, persino, nel disprezzo pi o meno manifesto - del patrimonio di storia e monumenti che il territorio ha nei secoli accumulato.

In una generale condizione di disagio e deprivazione, spiccano poi rare eminenti personalit, ristrette cerchie di intellettuali, che sono in grado di cogliere il senso pi ampio dei tempi nei quali vivono, di mettersi in contatto con mondi lontani in condizioni di parit, di progettare un riscatto della vocazione geografica e culturale di perifericit dei territori che abitano, di rendersi interpreti e fautori nella propria citt di tendenze maturate in contesti illuminati2: pensiamo, ad esempio, per restare nellambito di questa ricerca, a figure come Domenico Marincola Pistoja e Alfonso Frangipane di Catanzaro, Vito Capialbi di Vibo Valentia e Antonio Maria de Lorenzo di Reggio Calabria.

per necessit, dunque, una storia di periferia quella della Reggio Calabria dei secoli appena trascorsi. E la storia del suo Museo esemplare di un modo di rappresentare la cultura dei luoghi natii, sulla scorta di un ormai sedimentato (e mai sopito, fino a oggi) bisogno di nobilitare le proprie origini attingendo al passato, perch il solo modo di sopportare il presente prenderne sconsolatamente le distanze disegnandone una nuova immagine.

Nel 1778 labate di Saint-Non visita Reggio Calabria (figg. 1-2) e, nel suo lungo viaggio alla ricerca di una grecit ormai assurta a mito, annota lassenza di collezioni di antichit nelle case nobili della citt, che invece presentano spesso frammenti di iscrizioni murate allesterno3. La struttura urbanistica di Reggio allepoca non rispecchia minimamente i fasti della Rhegion che Saint-Non spera di rintracciare: il terremoto del 1745 ha gi causato il crollo dei numerosi ruderi che costellavano il centro cittadino e danneggiato anche le dimore pi ricche4.

possibile che il Saint-Non ricercasse anche, tra i beni delle famiglie reggine, proprio quelle collezioni tematiche di monete (figg. 3-4) che tanto in voga iniziavano a essere nelle wunderkammern europee, tanto che, nella carta geografica delle due Calabrie (fig. 1) pubblicata nel suo Voyage Pittoresque, user i tondelli e le descrizioni dei principali tipi monetali per localizzare correttamente le antiche citt della Magna Grecia5. Cogliendo la connotazione identitaria alla base di tanti studi eruditi locali sulle monetazioni antiche, si trattava anche di un tentativo di edificare una popolazione e un territorio che andavano ormai perdendo, anche agli occhi dei viaggiatori europei, il carattere di meraviglioso che il passato aveva loro consegnato. Cominciava anzi - a maggior ragione a seguito del terremoto del 1783 - la costruzione della nuova mitologia della Calabria: quella dello stereotipo del popolo minuto, rozzo, violento, ozioso6.

Per una storia del Medagliere G. Gargano e altri

12 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Fig. 1 R. de Saint-non, Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicile, Carte gographique et numismatique... de Naples, 1783, Tav. 32. Archivio SBAC. SBAC.

Per una storia del Medagliere G. Gargano e altri

13 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Fig. 2 R. de Saint-non, Voyage pittoresque de Naples et de Sicile, Vue de la Ville et du Port de Reggio (), vol. III, 1783, tav. 71. Biblioteca Marciana, Venezia. BMV.

Il flagello del 1783 disvela tragicamente le condizioni di enorme arretratezza sul piano dei servizi e delle condizioni medie di vita della popolazione locale e insieme tradisce la difficolt nelloperare sul territorio calabrese da parte del governo centrale napoletano: la ricostruzione, quasi totale, di Reggio avviene in totale spregio alle sue radici greche, romane, medievali.

In un impeto di efficientismo e pragmatismo motivati dalla necessit dei cittadini di avere abitazioni sicure, si pens di poter approfittare delloccasione per conferire maggiore modernit e funzionalit a una citt cresciuta senza alcuna seria pianificazione urbanistica7. Nessun miglior commento in proposito di quello del primo direttore del museo civico reggino, Domenico Span Bolani: De guasti arrecati a Reggio da tremuoti si sarebbe potuto trarre qualche pro, se il governo locale o supremo avesse voluto attendervi. Era quella (del 1783, n.d.r.) di certo una congiuntura opportuna a tentare scavamenti che avrebbero potuto dissotterrare i desiderabili avanzi della antica Reggio, la quale sotterra giace8. Stupisce a maggior ragione che tale miopia debba essere imputata ai tecnici napoletani inviati a progettare la ricostruzione proprio negli anni del fervore dei grandi lavori archeologici messi in atto dal governo borbonico dopo la scoperta di Pompei ed Ercolano del 1738.

Sono, insomma, anni durissimi a Reggio, sia per i maggiorenti sia per la massa della popolazione locale, ma facile che i lavori di ricostruzione, che si protrarranno a lungo e continueranno ad essere intercalati da nuovi terremoti, siano stati loccasione per la costituzione

Per una storia del Medagliere G. Gargano e altri

14 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

di piccole collezioni private. Mancava, per, un vero e proprio organo di coordinamento, unistituzione che sovrintendesse alla vigilanza e a una seppur minima registrazione dei rinvenimenti che man mano venivano fuori, sia a livello locale sia a livello regionale, nonostante la legislazione emanata da Carlo III di Borbone a tutela dei rinvenimenti archeologici e della loro relazione con i territori di pertinenza (e nonostante la positiva esperienza napoletana dellAccademia Ercolanese di Archeologia, a cui il re aveva affidato la gestione delle attivit archeologiche su Pompei, Ercolano e Stabiae)9.

Fig. 3 R. de Saint-non, Voyage pittoresque de Naples et de Sicile, 1781. Biblioteca di studi meridionali Giustino Fortunato, Roma. Su gentile concessione dellANIMI.

Cos, ad esempio, si spiega che un tesoretto rinvenuto nel 1788 a Tiriolo sia stato direttamente immesso nel Real Museo Borbonico di Napoli; che un altro, rinvenuto nel 1807 nei dintorni di Reggio, sia stato acquistato dal direttore del Museo di Napoli, Michele Arditi, per la propria collezione privata e poi in parte ceduto al Museo napoletano, come un terzo tesoretto rinvenuto a Reggio Calabria in via Palamolla nel 185310. La Calabria, in sintesi, resta terra di conquista, isolata e priva di una reale autonomia, ultima propaggine

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15 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

di una penisola e di un Regno che aveva in Napoli il solo riferimento anche per i nobili calabresi stessi. Sono tuttavia gli anni, questi, in cui viene affermandosi anche in Calabria un nuovo ceto di professionisti acculturati e ambiziosi, di intellettuali formatisi in scuole prestigiose e a loro volta produttori di nuove idee e prospettive. A riprova della nuova temperie in questa fase preunitaria - e certo queste nuove esperienze non possono non essere state seminate anche dalla ventata di novit, di anticlericalismo, di promessa di partecipazione allargata alla politica, portate in Italia dal cosiddetto Decennio francese - ricordiamo come questi primi decenni dellOttocento siano quelli dellilluminata progettualit di Vito Capialbi di Vibo Valentia, che codifica la relazione tra i reperti e i relativi territori di provenienza - scardinando la concezione del collezionismo come mera raccolta di bei pezzi.

Fig. 4 R. de Saint-non, Voyage pittoresque de Naples et de Sicile, 1781. Biblioteca di studi meridionali Giustino Fortunato, Roma. Su gentile concessione dellANIMI.

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16 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Si concretizza cos lentamente lesigenza di creare un presidio di raccolta e tutela nella citt di Reggio, che colmi le nuove esigenze culturali cittadine: tra il 1850 e il 1855 matura nel sindaco di Reggio, Antonio Maria Laboccetta, la decisione di allestire un museo cittadino, in vista del quale aveva cominciato a raccogliere un primo nucleo di esso nella sua galleria, richiedendo agli amici monete, ed altri oggetti di antichit, e comperandone egli stesso 11. Non sappiamo se unapertura ufficiale sia stata celebrata, ma gi nel 1874 una piccola esposizione pubblica doveva esistere, dato che ne menzione nel settimanale La Zagara, che ci informa anche che tra gli amministratori cera quellAntonio de Lorenzo che sarebbe stato anche il primo vicedirettore del Museo Civico12.

Dopo la fatidica data spartiacque del 1861, ogni realt cittadina dellItalia unita esige la propria affermazione politica e culturale nellambito del nuovo Regno: istituire un museo

Fig. 5 Panorama parziale di Reggio Calabria prima del terremoto del 1908. Tratto da Reggio e Messina 1908.

nelle citt serve a riaffermarne il peso storico e politico, che dal passato deve irradiarsi in un presente che al Sud si sostanzia principalmente di memoria. Si rivela pi che mai necessario liberare dalloblo e rendere pubbliche e fruibili le raccolte di reperti che attestino lantica gloria delle citt e, come a Catanzaro, anche a Reggio Calabria parte un progetto di apertura di un museo civico, sotto lamministrazione del sindaco Fabrizio Plutino.

Tali iniziative venivano caldeggiate a livello nazionale: in questa direzione sono da interpretare il Regio Decreto del 1866, con il quale si istituivano le figure degli ispettori onorari, e, nel 1875, lapertura della Direzione Centrale degli Scavi e dei Musei del Regno voluta dal ministro Ruggero Bonghi: si tenta cos di sottrarre i rinvenimenti archeologici alla dimensione privatistica a cui erano stati in parte condotti dalle figure degli ispettori onorari, che, seppure garantissero contro la estraregnazione dei reperti, finivano comunque per il favorire la formazione di raccolte private13.

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17 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Sono gli anni in cui inizia anche il lavorio che porter, allindomani dellUnit dItalia, alla fondazione nel 1863 di un Museo Provinciale a Catanzaro, inaugurato nel 187914. Questa istituzione interessante ai nostri fini anche per la rilevanza che vi acquisisce la sezione numismatica, iniziata dal primo direttore, Oreste Dito, costruita con lasciti e donazioni ma anche incrementata dal controllo sui rinvenimenti archeologici, che alla base dellistituzione, nel 1876, di una Commissione Conservatrice dei Monumenti e Oggetti dArte e di Antichit a Catanzaro. La collezione di monete sar costantemente oggetto di attenzione e di promozione, grazie anche allautorevolezza del secondo direttore del Museo, Domenico Marincola Pistoja15.

LAmministrazione comunale di Reggio Calabria non da meno e nel 1874 approva il regolamento per la Commissione di Archeologia e Storia Patria, presupposto per lapertura del Museo Civico reggino. Viene scelto per linaugurazione il giorno dellanniversario dello Statuto Albertino, il 4 giugno 1882, a ribadire simbolicamente la posizione di rilievo che Reggio intende coprire nel nuovo Regno dItalia (dal 4, poi, la cerimonia verr procrastinata al 18 giugno, a causa della concomitanza con la morte di Giuseppe Garibaldi)16.

Il primo direttore onorario del Museo Domenico Span Bolani, affiancato dal vicedirettore Antonio de Lorenzo, al quale si dovr una costante dedizione nella tutela e nella rapida edizione dei rinvenimenti che si registravano a Reggio e nel suo territorio (figg. 5-6); la sua attivit sar intensa e sistematica fino al 1889, quando, nominato vescovo di Mileto, ceder il proprio incarico a Giuseppe Caminiti17. Dalla corrispondenza tra il prefetto e il Ministero della Pubblica Istruzione apprendiamo che in museo erano presenti varie collezioni di

Fig. 6 La Biblioteca Comunale gi sede provvisoria del Museo Civico, prima del 1908. Tratto da Reggio e Messina 1908.

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18 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Fig. 7 napoli, MuSeo aRcheologico nazionale, MedaglieRe. G. Fiorelli, Catalogo del Museo Nazionale di Napoli. Medagliere, Vol. II, Monete Romane, Napoli 1870. SBAN.

monete18. In effetti, per impostare questo primo allestimento, si era attinto alle collezioni di privati cittadini che avevano donato temporaneamente i reperti in loro possesso al museo19. Linteresse per il patrimonio di reperti numismatici che il Museo Civico gi doveva vantare emerge da una disposizione del Ministero del 1883 che determina che vengano spediti a Reggio i cinque volumi del Catalogo del Medagliere del Museo Nazionale di Napoli (fig. 7).

Si rivela tuttavia da subito uno dei punti deboli del neonato Museo Civico: sebbene, difatti, il Ministero richieda allindomani dellapertura che venga spedito lelenco degli oggetti antichi custoditivi, di fatto la catalogazione dellintero patrimonio del Museo (cio anche reperti archeologici, opere darte e libri) stenta a decollare. Si tratt forse, da un lato, di un limite nella preparazione scientifica di quanti se ne occupavano e quindi della difficolt di affrontare una mole ingente di lavoro con sistematicit e metodo; dallaltro, di un sistema poco organizzato, inquadrabile pi che altro nel volontariato: non dimentichiamo che ancora nel 1897 il personale del Museo consta di un custode stipendiato dal Comune, che abita nel locale adibito a museo (quindi sempre a disposizione dei visitatori) e lo apre anche nei giorni festivi; il direttore e il vicedirettore invece prestano la loro opera gratuitamente20.

Intorno a queste tre figure fondamentali ruotava poi una cerchia di aderenti e di appassionati cultori dellarcheologia, tra i quali, ad esempio, va ricordato il prof. Pasquale Cuzzocrea, il quale intendeva dividere le monete per regioni e per datazione, ma non port a compimento il lavoro poich si ammal e poi mor. Tuttavia redasse dei quaderni di appunti relativi a ciascuna vetrina21.

Lattivit di controllo del territorio, pur con questi limiti, produce i suoi frutti e numerosi rinvenimenti vengono ora registrati: oltre alle monete sporadiche o isolate di cui d notizia il De Lorenzo nei suoi resoconti, nel 1883 viene messo in luce il tesoretto di cinquanta monete doro del tardo impero romano (alcune delle quali erano state salvate pel museo di Reggio) da Cannitello, una frazione di Villa San Giovanni, trovato nel corso dei lavori per la ferrovia vicino a una torre diruta, detta di Pirgo22.

Del 1885 invece la notizia, ancora comunicata dal De Lorenzo, del rinvenimento di un tesoretto nelle terre di scarico del cantiere per la costruzione della Banca Nazionale a Reggio, nei pressi della piazza Vittorio Emanuele: si tratta di un deposito non di sole monete, ma anche di sigilli, piccole croci e lingotti di piombo. Tali materiali vengono immessi nei depositi del museo senza un razionale criterio ordinatore, tanto che, se i sigilli sono stati riassegnati dal Guzzetta al contesto, non altrettanto stato possibile fare per le monete, che non sono pi estrapolabili dal complesso delle collezioni numismatiche del Museo Civico, nonostante che fossero state rinvenute insieme conglutinate dallossido per guida da conservare la forma sferoidale, che dava al gruppo il marsupio che un d contenevano23.

Per una storia del Medagliere G. Gargano e altri

19 Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria CONTRIBUTI

Tra il 1889 e il 1891 vengono nominati un nuovo direttore (Pasquale Cuzzocrea, in sostituzione dello Span Bolani) e un vicedirettore: Giuseppe Caminiti24, che prosegue limpegno del De Lorenzo e d prontamente notizia di un nuovo tesoretto, rinvenuto nel 1889 nellatrio del palazzo della Prefettura: migliaia di monete saracene con leggenda in caratteri cufici tutte di oro, ognuna del diametro di un centimetro ed a sottilissima foglietta, ventuno delle quali lAmministrazione comunale dona al museo civico25.

Sempre il Caminiti d notizia del rinvenimento, nel 1892, di un consistente gruzzolo di monete reggine di bronzo presso la Casina Cimino di Reggio26: questo e molti altri gruppi di monete non sono pi enucleabili dal complesso del monetiere dellex Museo Civico, dato che il metodo di raccolta e conservazione dei reperti rispondeva al criterio cronologico e non a quello topografico. I successivi restauri hanno poi rimosso le patine delle monete, rendendo dunque una volta per tutte impossibile la ricostruzione di raggruppamenti in base alle condizioni di giacitura.

Nel 1895 il Morabito Calabr pubblica la notizia di un importante tesoretto di pegasi rinvenuto in contrada Bocale di Reggio Calabria: sempre piuttosto ben informato dei rinvenimenti monetari reggini, lispettore stesso era un collezionista. Anche se a noi oggi questa sovrapposizione di ruoli pu sembrare una contraddizione in termini, non era cos alla fine dellOttocento e fino al 1909, quando gli ispettori onorari si configuravano come utili mediatori tra lo Stato e le realt locali.

Nel 1901 la direzione del Museo Civico viene coinvolta in una brutta storia, originata da una denuncia del commendatore Armando Palumbo al Regio Commissario del Comune per la scomparsa di quattordici monete doro da lui donate al Museo. Mentre parte il licenziamento precauzionale del custode Vazzana, il solo a possedere le chiavi del Museo (nel frattempo, rassegna le proprie dimissioni anche il Caminiti), della questione viene informato Paolo Orsi, che nel 1901 ricopriva lincarico di Soprintendente della Regia Soprintendenza alle Antichit di Siracusa. LOrsi verifica immediatamente la disorganizzazione del Museo Civico e scopre che gli aurei erano stati sostituiti con dei falsi di stagno rivestiti di una patina doro27. Da qui, la proposta di sigillare tutte le vetrine e di fare in modo che un funzionario finalmente si dedichi alla compilazione dellinventario dei materiali, in applicazione del regolamento comunale del 1874, proponendo infine che il Museo da civico diventi regionale e direttamente dipendente dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Si avvia cos lannosa vicenda della regificazione del Museo Civico, che vedr Paolo Orsi in prima linea per anni, sostenuto da parte dellintellighentia calabrese o legata alla Calabria e contemporaneamente osteggiato, quando non vilipeso, da un gruppo di lites reggine, timorose che loperazione avrebbe provocato un illegittimo depauperamento di beni appartenenti al Comune per diritto.

Mentre nel 1902 il custode Vazzana verr assolto e reintegrato28, il Museo resta chiuso, perch il Ministero incarica il prof. Vittorio Spinazzola, Ispettore Capo per i Musei e Scavi del Regno in Basilicata e Calabria, di redigere linventario del Museo Civico - affiancato dal prof. Angelico Tosti, docente di latino e greco nel Liceo di Reggio, e dal prof. Francesco Morabito Calabr.

Nel frattempo, il comune di Reggio delibera affinch il Ministero voglia trasformare il Museo Civico in regionale, come sta accadendo in altre parti dItalia, assegnandogli un fabbricato degno dellimportanza che il Museo dovr rivestire. Nel 1903 per il Civico ancora chiuso e le chiavi sono detenute dallo Spinazzola, che solo nel 1906 ultima il lavoro di catalogazione che consente la formale restituzione del Museo alla citt29.

Il 15 agosto 1906 viene inaugurato il nuovo Museo, ospitato nel centro della citt, tra lestremit sud della via Marina, via Verginelle e Piazza SantAgostino (fig. 8). Dellallestimento abbiamo notizia grazie alla relazione stilata il 5 marzo 1909 - allindomani del catastrofico terremoto del 28 dicembre 1908 - dalling. Leonardo Paterna Baldizzi di Napoli, dal titolo I monumenti darte della citt di Reggio Calabria colpita dal terremoto del 28 dicembre 1908, da cui apprendiamo che il monetiere era organizzato in base allordine stabilito dallo Spinazzola, collocato nellottava sala del Museo, la quale fortunatamente non aveva subto danni con il terremoto nonostante che si trovasse ai piani superiori delledificio. Lingegnere consigliava, nella relazione, di prendere dei provvedimenti urgentissimi perch i danni non aumentassero e di spostare al pi presto gli oggetti dal piano superiore del

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Fig. 8 Reggio calabRia, Via MaRina Sud. Il Museo Civico inaugurato nel 1906. Archivio SBAC.

Museo in baracche allesterno o almeno al piano terra. Infine chiosava: altri provvedimenti di urgenza il Ministero dovrebbe prendere per far risorgere questo museo che dovrebbe essere il Museo della Magna Grecia30.

Il nuovo flagello del 1908 (fig. 9) mette per la citt in ginocchio e, ancora una volta e come perfettamente giustificabile dalla situazione di emergenza assoluta, solo nel 1911, su ordine di Paolo Orsi, viene costruita una baracca in piazzetta SantAgostino per accogliere tutto il materiale spicciolo di codesto museo civico31.

Nel 1907, con la legge 386 del 26 luglio, era stata istituita la Regia Soprintendenza Archeologica delle Calabrie e Basilicata, con sede provvisoria a Siracusa e diretta da Paolo Orsi, che conservava anche la carica di Soprintendente della Sicilia32.

Lintenzione del governo centrale italiano veniva dunque manifestata: non poteva esistere Regia Soprintendenza senza un Regio Museo, luna cosa era la premessa dellaltra e il regista delloperazione non poteva che essere il mattatore assoluto, Paolo Orsi33. Il terremoto interrompe temporaneamente le operazioni, pur rivelandosi, sul piano urbanistico reggino, come un terminus post quem - che vale anche per lattivit archeologica: fino a quel momento, i rinvenimenti sono legati alla casualit di scavi e di lavori edili. La grande, ennesima attivit di ricostruzione della citt questa volta viene sfruttata anche per documentare quello che resta delle antiche Reggio34.

Ma presto in citt si diffonde un movimento di opinione contrario allistituzione di un museo nazionale, al punto che, per un certo lasso di tempo, si pensa di spostare il progetto a Catanzaro, dove non solo gi esisteva una prestigiosa sede, ma dove non sembrava sussistere alcun ostacolo. Decisiva a favore della citt sullo Stretto sar la sollecitazione di Orsi presso il Ministero, con una comunicazione nella quale scrive che il Museo di Reggio potr dirsi pi importante di quello di Siracusa. Bisognava studiare le modalit della con

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vivenza con il museo civico, mentre per lAntiquarium veniva progettata una nuova sede in piazza Castello, seguita da un ampliamento dei locali del Museo in piazza Acacie.

La presenza di Orsi accelera le lungaggini burocratiche: in una lettera del 1909 al sindaco di Reggio Calabria, scrive: Abbia la compiacenza di raccogliere i dati seguenti relativi a codesto museo comunale: 1. vi un Direttore e chi ? Gode esso di stipendio? 2. Vi un Consiglio

Fig. 9 Reggio calabRia, la Via Marina sud dopo il terremoto del 1908. Tratto da Reggio e Messina 1908.

di Presidenza e di Amministrazione? 3. Esiste un inventario e viene regolarmente tenuto al corrente? 4. Esiste uno Statuto e Regolamento, e se si voglia favorirmene copia? 5. Ha il museo fondi propri e assegno annuo e di quanto?35.

La stringatezza di tale comunicazione rivela il clima poco sereno nel quale le trattative tra Comune e Ministero si svolgono. Ma Orsi gi lavora allarricchimento delle collezioni nazionali e in particolare di quelle numismatiche: nel 1912 fa acquistare la collezione Taverriti di Stilo e la collezione Lombardo di Reggio Calabria (cfr. infra)36, mentre vanno in custodia al civico le monete di un tesoretto rinvenuto quello stesso anno a Reggio, tra via Giulia e via Giudecca, costituito da una moneta di Basilio I e 34 monete di Leone VI37. Nel 1913 viene scoperto il tesoretto di monete greche dargento cosiddetto di Chiesa Pepe, oggi al Museo Nazionale38, (cfr. infra) e nel 1915 quello di Cataforio, segnalato al Morabito Calabr dalla locale stazione dei Carabinieri: si tratta di un tesoretto di monete greche dargento, una delle quali viene donata al Museo Civico (fig. 10). La fitta corrispondenza tra lOrsi, il Morabito Calabr, Nicola Putort - lultimo direttore del Museo Civico - e un tale Melari, che segnalava ulteriori rinvenimenti nel territorio di Cataforio, un manifesto del metodo archeologico-investigativo di Orsi il quale, trovandosi a Siracusa, non poteva intervenire tempestivamente con ricognizioni

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sul territorio, come la situazione prospettata certo avrebbe meritato, e affidava tale incarico al Morabito Calabr, nella sua qualit di ispettore onorario, senza rendersi conto delle difficolt di raggiungere il luogo per un uomo non dotato della sua stessa abnegazione. Difatti, nonostante solleciti, notizie di rinvenimenti di monete sporadiche e di necropoli, del tesoretto non si riuscir a recuperare altro.

Il carisma di Paolo Orsi condizion loperato di molti, negli anni della ricostruzione: oltre al Morabito Calabr, che gli fu sempre accanto onestamente, va ricordata anche una delle figure chiave del rinnovamento edilizio di quegli anni: lingegner Gino Zani, funzionario del Genio Civile e responsabile di una sezione dellUfficio Terremoto, esperto di ingegneria antisismica. Lingegnere segu con ammirazione loperato di Orsi, al punto da licenziare, nel 1911, alcuni operai che avevano sottratto monete antiche dal terreno senza consegnarle ai dirigenti del cantiere, durante gli scavi in piazza della Prefettura: Le monete erano di guida per distinguere i vari strati, monete di tutti i secoli, bizantine, romane, greche. Specialmente le monete bizantine erano assai numerose: sembrava quasi che qualcuno le avesse seminate39.

Fig.10 Particolare della lettera di Paolo Orsi in risposta al cav. Melari per la denuncia dei rinvenimenti di monete e tombe a Cataforio (1927). Archivio SBAC. SBAC.

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Il Museo Civico, per essere organizzato su base volontaria, non pu pi rispondere alle esigenze di tutela di una realt in continuo divenire qual la Reggio post 1908, a maggior ragione perch le collezioni, in primis quella numismatica, continuano ad essere implementate da continui rinvenimenti ma non vi approntato un sistema di lavoro che ne garantisca la schedatura e la corretta conservazione. La convivenza tra i due depositi diventa sempre pi difficile: quello del Civico, a cui afferiscono tutti i rinvenimenti monetali dalla citt, e quello, meglio organizzato e gi molto ricco, della Soprintendenza. Paolo Orsi non disponibile a tergiversare e la situazione cos sintetizzata da Umberto Zanotti Bianco: La citt di Reggio non possedeva allora che un piccolo museo civico adattato alla meglio, dopo il grave terremoto, in una baracchetta di legno. Orsi, dal 1908 Sovrintendente per gli scavi della Calabria,

Fig. 11 Attestato di benemerenza attribuito a Paolo Orsi nel 1926 dalla Societ Mattia Preti di Reggio Calabria. Archivio SBAC. SBAC.

ritenendo - daccordo con il Direttore Generale delle Belle Arti Corrado Ricci - che ogni regione dItalia dovesse possedere il suo museo nazionale, lavorava per crearne uno a Reggio, con i materiali dagli scavi di Locri e di altre localit calabresi, temporaneamente collocati nei magazzini del Museo di Siracusa. Ma la creazione del museo statale significava il tramonto, anzi lassorbimento del museo civico e quindi il licenziamento del suo direttore. Di qui una lotta senza quartiere per impedire il sorgere del nuovo edificio. Il primo obiettivo da conseguire era il ritiro di tutto il materiale calabrese da Siracusa per trasportarlo nel museo civico di Reggio; il secondo, la concessione da parte dello stato delle sue collezioni alla citt di Reggio che le avrebbe conservate nel suo museo, rendendo inutile quello nazionale. Per raggiungere

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tale scopo venne iniziata una indegna campagna di diffamazione contro il grande archeologo, reo di voler spogliare la povera Calabria del suoi tesori.

Il Ministero e la Soprintendenza, inoltre, dopo lapprovazione della legge n. 364 del 20 giugno 1909, potevano intervenire sulla tutela diretta dei territori con maggiore efficacia che in passato, dato che gli oggetti darte, anche se di propriet privata, vengono considerati patrimonio intellettuale comune (principio innovatore poi confermato nella legge 1089 del 1939)40. Il campo dazione del museo civico, dunque, fatalmente si restringeva.

Il 9 giugno 1914 Paolo Orsi scrive a Zanotti Bianco: A Reggio tira un vento di follia: si vuole avere subito e a qualunque costo un grande Museo, distribuito in una baracchetta di legno, facile preda di incendi, in cantine pi o meno decenti, magari in rimesse dartiglieria dellantico castello. Ma ad una grande e decorosa costruzione non si vuol pensare; sono tre anni che mi mandano da Erode a Pilato, ed i miei sforzi migliori per trovare unarea, e provvedere alla grande costruzione, si spuntano contro le beghe e le camarille locali....

Per placare gli animi, Orsi viene convinto a inviare a Reggio alcuni materiali non deteriorabili custoditi a Siracusa. Lacredine contro di lui e contro lo Stato tale che Ricci decide ancora di spostare la sede del Museo Nazionale a Catanzaro; nuovamente Orsi a convincerlo a ritornare sulla decisione, offrendosi lui stesso come latore delle istanze del Ministero presso il comune di Reggio.

In risposta alle illazioni e alle ipocrisie di cui Orsi fu vittima, meglio di ogni altra cosa valgono le parole con le quali apre larticolo apparso nel 1922 sui dieci anni di ricerche archeologiche della Regia Soprintendenza a Reggio Calabria: Questa relazione (...) vuol anche essere una risposta serena ed obiettiva a voci soventi volte diffuse in giornali politici locali, che il Ministero P. I., e la Soprintendenza degli scavi calabresi si fossero completamente disinteressati delle cose archeologiche della citt, abbandonando alla merc di appaltatori poco

Fig.12 Paolo Orsi (1859-1935) ritratto malato a letto. Archivio SBAC. SBAC.

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scrupolosi e di operai avidi le scoperte che avvenivano nei lavori edilizi. Tale ingiustificato rimprovero viene luminosamente smentito dalla realt ed entit dei reperti che qui si espongono. Certo la lotta sostenuta dalla Soprintendenza in un periodo di radicale rinnovamento edilizio della citt, che risorge dalle fondamenta dopo un tremendo disastro, di cui luguale non ricorda la storia, non fu n piccola n facile...41.

Dopo la prima guerra mondiale iniziano gli anni pi intensi e amari per Paolo Orsi (fig. 12) riguardo alla costruzione di un grande museo della Magna Grecia: nel 1920 gli ingegneri De Simone e Laviny realizzano il progetto per il nuovo Museo Civico, ma si tratta di un edificio che non pu corrispondere alle esigenze del nuovo Museo Nazionale42. Riprende cos la pesante campagna diffamatoria contro Paolo Orsi, della quale notizia non solo negli atti di archivio ma ancora una volta nella corrispondenza con Zanotti Bianco: nelle polemiche viene coinvolto il Ministero, al punto che si progetta, per placare gli animi, di mandare al Museo Civico i reperti provenienti dagli scavi calabresi, abbandonando lidea di un museo nazionale.

Orsi tuttavia irremovibile: Io batto la tesi che si debba avere una Soprintendenza autonoma ed un Museo Nazionale calabro, non civico; ma per avere la Soprintendenza autonoma occorre il fabbricato del museo43. A sostenere Paolo Orsi ci sono, tra gli altri, Alfonso Frangipane, che nel 1919 si trasferisce da Catanzaro a Reggio, dove fonder il Liceo Artistico, e la redazione dellArchivio Storico Calabrese - diretto da Francesco Pititto e Hettore Capialbi44.

Gli animi sono esacerbati. forse anche in considerazione di questo che, nel 1924, Orsi viene sostituito da Edoardo Galli alla guida della Soprintendenza calabrese (fig. 11).

Galli incarna la nuova figura di Soprintendente Unico per i monumenti, gli scavi archeologici e larte (polemicamente definito da Paolo Orsi luomo miracolo), nel quadro del potenziamento della cultura come fattore identitario nazionale promosso durante lera fascista45. Gli anni del lavoro di Galli sono in realt determinanti per limpulso dato sia allattivit archeologica in citt e sul territorio calabrese sia per il prosieguo dellidea di al-

Fig. 13 Reggio calabRia, Regio antiquaRiuM. Sala espositiva con esposizione numismatica (?). Archivio SBAC. SBAC.

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Fig. 14 Reggio calabRia, Regio antiquaRiuM. Una vetrina. Archivio SBAC. SBAC.

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lestimento del nuovo Museo: mentre nel 1926 lunico presidio museale nazionale in citt ancora il Regio Antiquarium in piazza Castello (figg. 13-14 e 16-17), inizia con sistematicit lopera di trasferimento di tutti i materiali calabresi da Siracusa a Reggio Calabria, curato dagli assistenti Giuseppe dAmico e Claudio Ricca.

Il trasporto dei materiali numismatici da Siracusa non previsto in questa fase: Orsi e Galli (fig. 15) sono daccordo che le monete, insieme a una testina di Locri e ai materiali pi nobili, non vengano spediti ma portati a Reggio da un funzionario46.

Il grosso del trasporto ha inizio nel mese di giugno 1926, come trionfalmente comunica il Soprintendente Galli al Ministro della Pubblica Istruzione Pietro Fedele in una lettera del 30 giugno 1926: Col felice ritorno sul suolo calabrese di tante insigni e numerose suppellettili (n. 60 casse del peso complessivo di 50 quintali) sono forse finalmente messe a tacere le polemiche annose che avevano angustiato lOrsi e messo in crisi i buoni rapporti tra istituzioni. A questo punto, il complesso delle raccolte dellAntiquarium governativo scientificamente organizzato - i materiali da Siracusa si aggiungono a quelli gi presenti nel magazzino di Reggio (fig. 20) e provenienti dalle indagini a Rosarno, Locri, Crotone e in altri luoghi della

Fig. 15 Appunto di E. Galli (1926) per la messa a punto dei materiali calabresi delicati ancora a Siracusa e da trasportare a mano a Reggio Calabria. Archivio SBAC, Doc RC 37 c. SBAC.

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Calabria - supera per variet e importanza la collezione del Museo Civico. evidente qui leco della polemica ancora in corso tra Stato e Comune - dato anche che la struttura del Civico era stata messa in crisi dal fatto che fosse ormai di dominio pubblico la poco efficiente organizzazione del materiale custoditovi. Galli comunica tali notizie al Ministero affinch si possa respingere ogni sottile manovra intesa ad intralciare gli sforzi della Soprintendenza per la pi sollecita edificazione del palazzo che dovr essere sede del Museo Nazionale di Reggio (Museo Civico compreso). Il problema resta il luogo da destinare a museo e la somma di denaro che allopera si pu destinare; a tale scopo, il Galli conclude consigliando il Ministero di sospendere le erogazioni di denaro, stanziate come addizionali del terremoto e finalizzate alledificazione del Museo Civico: Su tale pratica, che io ritengo urgente per ragioni che ora non posso esporre, pregherei di essere tenuto al corrente47.

LAntiquarium governativo in questo periodo visitabile su prenotazione (figg. 13-14), come dimostra, ad esempio, lorganizzazione di una visita guidata richiesta da un gruppo di duecento insegnanti elementari nel 193148. In effetti, conservata in archivio una relazione (senza data) sulla consistenza e la descrizione dei materiali esposti, forse scritta a seguito della richiesta formale da parte del Touring Club Italiano del 10 aprile 1928 di una sobria descrizione del Regio Antiquarium in vista delledizione della guida turistica di Campania, Basilicata e Calabria. Sulla lettera inviata dal Touring Club c un appunto datato 4.5.1928, in cui il Galli segnala di aver risposto privatamente al presidente del Touring, consigliandogli

Fig. 16 Reggio calabRia, Regio antiquaRiuM. Collezione numismatica. Archivio SBAC. SBAC.

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Fig. 17 Reggio calabRia, Regio antiquaRiuM. Prove di allestimento del medagliere. Archivio SBAC. SBAC.

Fig. 18 - Biglietto che accompagna il dono di un demos reggino (dramma del V sec.) fatto da Pietro Larizza al Regio Antiquarium (1927). Archivio SBAC, doc RC 41 b. SBAC.

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Fig. 19 Particolare della lettera per la donazione di un gruppo di monete bizantine di bronzo al Regio Antiquarium (1928). Archivio SBAC. SBAC

Fig. 20 particolare del registro contabile della ragioneria del Museo: pagamento per lacquisto del tesoretto di monete bronzee rinvenute a Reggio, fraz. di Ravagnese, nel 1937. Archivio SBAC.

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di rivolgersi personalmente anche al direttore del Museo Civico, mentre la Soprintendenza penser per lAntiquarium. La relazione non accenna ad alcuna esposizione di monete, che ancora evidentemente non sono state predisposte per lesposizione; siamo per certi che il Galli dia impulso e segua costantemente la catalogazione dei reperti numismatici calabresi (figg. 16-17), come si evince dal costante scambio epistolare con Lorenzina Cesano, la quale si reca per due volte (una nel 1926 e una tra il 1934 e il 1936) a Reggio Calabria, impostando il lavoro di riordino e catalogazione delle monete che via via entrano a fare parte delle collezioni statali49.

Limplementazione del nuovo medagliere parte dalla catalogazione sistematica delle singole monete e non dei nuclei - a differenza della consuetudine invalsa al Museo Civico - che man man mano vengono immessi; contemporaneamente, gi dallepoca di Paolo Orsi, alcune monete venivano acquistate dalle case dasta per completare le serie monetali delle zecche, comera ancora uso allepoca, quando ogni moneta non era considerata come reperto da collegare necessariamente a un contesto50; altre acquistate o trattenute come quote parte dei rinvenimenti (figg. 20-21); in alcuni casi, si procedeva allacquisto di intere collezioni, come il caso della collezione Lombardo, acquistata da Paolo Orsi nel 1912 o di

Fig. 21 Registro contabile della ragioneria del Museo: pagamento per lacquisto del tesoretto di monete bronzee rinvenute a Reggio, fraz. di Ravagnese, nel 1937. Archivio SBAC.

singoli esemplari, ritenuti particolarmente interessanti: il caso, ad esempio, di un solido di Leone I, acquistato nel 192851; di una moneta doro da Oppido Mamertina acquistata il 24 novembre 194152; di un solido di Costante II e Costantino, forse da Gerace53. Il limite di tali notizie , ai nostri occhi, lassenza di indicazioni circa il luogo di rinvenimento di queste monete, che rende quindi una parte del materiale in Museo inutilizzabile ai fini della ricostruzione storica (figg. 18-19).

Di pari passo con la riorganizzazione delle monete va lallestimento del monetiere (nellarchivio storico della Soprintendenza Archeologica della Calabria sono conservati, tra gli altri, i documenti dellUfficio Ragioneria che attestano lacquisto di un mobile per il medagliere e il pagamento per il trasporto di un armadio di noce destinato alla custodia della raccolta numismatica54) e di una buona biblioteca numismatica55.

Il governo fascista nel frattempo spinge e promuove con ogni mezzo la creazione del nuovo grande Museo Nazionale reggino, tanto che viene rapidamente approvato il progetto di edificazione del palazzo, di cui incaricato larchitetto Marcello Piacentini; a ribadire la funzione comunicativa, di sintesi di storia, che loggetto monetale riveste e che dal Saint-Non ad oggi non ancora mutata, il progetto prevede che sulla facciata del Museo vengano realizzati sei bassorilievi raffiguranti i tipi monetali delle principali colonie della Magna Grecia (fig. 24 A-F). Lautore ne sar lo scultore messinese Antonio Bonfiglio56.

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Fig. 22 Ingrandimento delle riproduzioni di monete realizzate per il prof. Morabito Calabr. Archivio SBAC. SBAC.

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Fig. 23 Ingrandimento delle riproduzioni di monete realizzate per il prof. Morabito Calabr. aRchiVio Sbac. Sbac

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Nel 1932, alla presenza dei Principi di Piemonte, si celebra la posa della prima pietra del museo57, mentre sul quotidiano nazionale Gazzetta Azzurra del 12 novembre 1933, un articolo riporta che la Calabria e la Lucania, per merito del Duce, sono oggi tutte protese verso una rinascita integrale che stupisce, attraverso i risultati fino a oggi ottenuti, il visitatore; tra le priorit della Soprintendenza di Reggio Calabria (il cui stile di lavorare in silenzio, di non perder tempo nella propaganda e nellesaltazione della propria opera spicciola, quotidiana) listituzione del Museo Nazionale Centrale della Magna Grecia unitamente alla riorganizza-

Fig. 24 a-c Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale, bassorilievi della facciata realizzati dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio e raffiguranti monete delle zecche di Poseidonia, Locri, Petelia, Sybaris e Hipponium. SBAC.

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Fig. 24 d-F - Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale, bassorilievi della facciata realizzati dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio e raffiguranti monete dell zecca di Heraclea, Tarentum, Caulonia, Velia e Thurium. SBAC.

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zione graduale e scientifica di tutti i musei locali, a un programma di restauri e scavi limitati ad alcune zone, alla divulgazione sistematica delle cose pi insigni.

La costruzione delledificio avr termine nel 1944 - ma siamo in guerra: ledificio bombardato, riadattato a ricovero per gli sfollati, a scuola, poi di nuovo restaurato e allestito58. Soprintendente negli anni della seconda guerra mondiale Paolo Enrico Arias, che utilizzer ledificio piacentiniano per una mostra permanente delle collezioni civiche e statali, mentre la maggior parte dei materiali viene spostata per sicurezza a Cosenza59.

Negli anni della guerra, tuttavia, lattivit della Soprintendenza non si ferma; bastano anzi le immissioni del monetiere a documentare come lazione degli ispettori locali e una reale incisivit dellazione dello Stato abbiano permesso di incrementare le raccolte: il medagliere si arricchisce di reperti provenienti da tutta la Calabria, talvolta acquistati, talaltra donati; ma una definitiva sistemazione e catalogazione non ancora raggiunta.

A questo scopo, finita la guerra, il Ministero individua in Laura Breglia la figura che pu occuparsi del riordino del monetiere: ma tra i primi contatti con la professoressa, che nel corso dellanno impegnata nellattivit di docenza alluniversit di Napoli, e la definizione dellincarico trascorrono circa due anni. Due anni durante i quali le attivit intorno al monetiere non cessano: nel 1947 il Soprintendente succeduto a Paolo Enrico Arias, Giulio Jacopi, comunica di aver iniziato a pensare alle modalit di esposizione delle monete, affrontando una delle questioni museologiche pi complesse per chi allestisca un Museo (fig. 26). Questa

Fig. 25 Vecchi scavi a Reggio Calabria. Archivio SBAC. SBAC.

la descrizione della soluzione da adottare comunicata in una lettera al Ministero60: Circa larredamento del medagliere, previsto con grandi quadri girevoli a libro su di un asse laterale e contenenti le monete entro loculi ricavati da un diaframma di legno intermedio, fissato fra due cristalli (dispositivo che ne consente la doppia visuale), gli esperimenti effettuati e le

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ricerche fatte sul posto mi hanno persuaso che il sistema vantaggiosamente pratico, almeno per le monete di maggior pregio; e che la confezione dei quadri e dei meccanismi possibile localmente, ci che consentirebbe di sorvegliare da vicino lesecuzione e di adattarla alloccorrente. Si dovrebbe per sostituire il sistema a cerniera del progettista (che era il disegnatore Lucio Fontana, n.d.A.) poich esso risulta poco pratico e resistente, con un altro dispositivo su ferri girevoli molto pi robusto e sicuro. La lettera chiude come segue: Faccio notare che la collezione numismatica di questo museo sar fra le pi notevoli dellIstituto e che conviene, in un museo che dovr certo offrire un esempio di modernit di impianti, provvedere al medagliere in modo conveniente e decoroso, per non costringere i cimeli, come in quasi tutti i musei dItalia, a una penosa inaccessibilit in fondo a mobili chiusi di magazzino e deposito che ne precluderebbero il pubblico godimento. Ottenuto il benestare del Ministero, Jacopi procede immediatamente allacquisto di otto medaglieri in legno noce nostrano lucidato a spirito, con diaframma intermedio per lesposizione delle medaglie e di mezzi cristalli, come documentato dai registri contabili del 30 giugno 1947 (figg. 27 a-b).

Poco tempo dopo, a gran voce reclama lintervento di uno specialista di numismatica, che si preoccupi di definire lautenticit degli esemplari conservati al fine di assicurarci contro eventuali sostituzioni (...) ignorando le manipolazioni cui stato assoggettato il monetiere61. Nella stessa lettera, poi, segnala uno dei nuclei pi interessanti ma anche pi complessi del medagliere, il ripostiglio di Metaponto - Bernalda, che entrato a far parte delle collezioni della Soprintendenza calabrese nel 1935: il monetiere si trova in uno stato caotico che non consente operazioni di riordinamento se prima non sia effettuato un riscontro della consistenza, in cui furono arbitrariamente immessi pezzi appartenenti a tesoretti ancora non ripartiti (Bernalda il pi cospicuo, con oltre 900 esemplari).

Dopo ulteriori solleciti, dato che il mobile monetiere gi allestito e le consegne dellimportante collezione numismatica del Museo Civico al Nazionale sono ormai in atto (e rifletteranno a giorni la parte numismatica interessantissima di quelle collezioni62), finalmente nellestate del 1949 Laura Breglia pu recarsi a Reggio Calabria, dove viene affiancata dal giovane Giuseppe Procopio e dal restauratore Francesco Porcino. Il cinque settembre 1949 consegna la relazione relativa alla prima fase del riordino: Tutto il complesso delle condizioni in cui il materiale mi si presentato, mi fa ritenere che, in base agli elementi conosci-

Fig. 26 Espositore di monete inserito nellallestimento del Museo Nazionale. Archivio SBAC. SBAC.

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a) b)

Fig. 27 a-b Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale, armadi-medaglieri in legno (1947). Archivio SBAC. SBAC.

tivi di cui ci stato possibile disporre, nessuna lacuna importante sia da deplorare, tuttavia indispensabile e urgente una schedatura inventariale e una catalogazione analitica del materiale. Tale schedatura deve prevenire la possibilit che la collezione ricada nel caotico disordine in cui, a causa degli eventi bellici, stata rinvenuta e che appare precipua caratteristica della maggior parte dei Medaglieri nazionali; essa inoltre deve preludere alla esposizione e al definitivo riordinamento del materiale63. la Breglia, poi, a segnalare Giuseppe Procopio, del quale ha apprezzato la seriet del lavoro e lonest della preparazione, come la persona adatta a dare continuit e visibilit al lavoro.

Gi nel mese di ottobre del 1949, dunque, il Procopio viene incaricato di dare il via alla catalogazione delle monete di et classica, ma in orario extralavorativo, dato che nelle ore dufficio sta curando la redazione dellinventario generale del materiale archeologico. Per il nucleo delle medievali si cercher un altro specialista64.

Il Procopio relaziona periodicamente alla prof. Breglia sullavanzamento dei lavori66, specialmente perch, dopo attente indagini, riesce a ricostituire molte relazioni tra monete apparentemente senza provenienza e dati di archivio: la Breglia nella menzionata relazione aveva gi sottolineato che il materiale era sia conservato nei cassetti quadrigliati dellarmadio monetiere sia in sacchetti, scatole e buste varie, il pi delle volte privi di qualsiasi indicazione o con scarsissime note indicative.

Del lavoro di riordino del monetiere oggetto larticolo pubblicato a quattro mani, da Pro-copio e Breglia, sul primo numero degli Annali dellIstituto Italiano di Numismatica (1954), il periodico fondato e diretto dalla studiosa. Larticolo riflette in parte i contenuti della relazione: fa menzione del disordine nel quale versavano le monete prima che ne iniziasse la schedatura a causa del fatto che, quando il medagliere era stato chiuso, era in corso una riorganizzazione del materiale per fasce cronologiche e non per nuclei di rinvenimento. Viene inoltre pubbli

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cato lelenco dei tesoretti custoditi nel museo. Oltre alle prime osservazioni sulle dinamiche della circolazione delle monete a Reggio, alcune delle quali rimangono completamente valide (presenza di monete siceliote nel territorio reggino e frequenza di monete puniche che persiste in et annibalica, linfittirsi dei rinvenimenti monetali per il periodo del basso impero e per let bizantina67), vengono analizzati i pi interessanti esemplari di monete bizantine, anche quando privi di contesto. Il lavoro di edizione dei tesoretti, dei nuclei e delle singole monete viene proseguito da Procopio fino al 1959, anno della prematura morte di un funzionario che ha lasciato una profonda impronta di passione ed efficienza nel proprio lavoro68.

La diatriba tra Stato e Comune si chiuder nel 1954: il momento della materiale cessione delle monete dal Civico al Nazionale rivela una volta per tutte il disordine nel quale le monete erano state tenute, spesso senza numero di inventario, ancora in attesa di catalogazione nei cassetti della scrivania del direttore69.

Il nuovo Museo Nazionale verr aperto al pubblico il primo febbraio del 1958 (figg. 2931), mentre il soprintendente Alfonso De Franciscis, il quale, nel suo discorso inaugurale, dichiara orgogliosamente la peculiarit strutturale di un edificio nato per essere museo70. Per lesposizione del medagliere si dovr attendere il 1973, in occasione del congresso Bretti, Greci e Romani organizzato dalla Deputazione di Storia Patria della Calabria, quando la Soprintendenza calabrese guidata da Giuseppe Foti: la selezione delle monete e il loro allestimento (figg. 32-34) sono curate da Enrica Pozzi Paolini, alla quale si devono inoltre due imprescindibili studi sulla monetazione di e a Locri Epizephirii71. Linaugurazione del medagliere di Reggio si pone come una svolta sul piano scientifico: non vi sono, infatti, esposti solo bei pezzi, ma nuclei di materiali e rinvenimenti isolati selezionati in base alla significativit rispetto alle dinamiche storiche ed archeologiche dei territori di pertinenza72.

a) b)

c)

Fig. 28 Documentazione inviata a Reggio Calabria dallispettore onorario Laviola dopo il rinvenimento del ripostiglio di Amendolara, loc. Cropana (1961). SBAC.

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Fig. 29 Reggio calabRia, MuSeo nazionale. Archivio SBAC. SBAC.

Fig. 30 Reggio calabRia, MuSeo nazionale. Archivio SBAC. SBAC.

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Fig. 31 Reggio calabRia, MuSeo nazionale. Sala espositiva. Archivio SBAC. SBAC.

Lesposizione, con qualche piccola modifica, rester tale fino al 2009, quando il Museo Nazionale stato chiuso in vista di un progetto di totale riallestimento.

In questi trentanni lattenzione sul Medagliere, curato fino al 1998 da Ilde Novaco Lo-faro, non mai scemata: negli anni in cui la Soprintendenza calabrese stata retta da Elena Lattanzi sono via via documentati in archivio incarichi di ricerche e studio sui materiali ancora inediti73 e sistematici aggiornamenti sulle immissioni di monete che, nel corso degli scavi calabresi, vengono man mano inseriti nel Medagliere, il cui patrimonio numismatico stato variamente pubblicato, anche se non organicamente, nellambito di diversi studi sulle monetazioni antiche o nel seguito del lavoro di edizione dei tesoretti portato avanti da I. Novaco Lofaro74, al punto da poter affermare che quasi nulla del Monetiere di Reggio Calabria sia del tutto inedito.

Molti nuclei di reperti sono stati negli anni trasferiti nei musei nazionali territoriali, che si sono attrezzati con singoli monetieri per la custodia e la catalogazione dei reperti provenienti dagli scavi: il caso del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide75, del Museo Nazionale Archeologico di Crotone76, del Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia77, del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri78. Al Museo reggino, invece, continuano ad afferire tutti i reperti dalle indagini archeologiche di Reggio, del suo territorio e della costa tirrenica provinciale fino a Gioia Tauro.

Nellipotesi progettuale del nuovo allestimento del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria non prevista una sala precipuamente dedicata al monetiere, in una visione che concepisce le monete quali reperti tra reperti, abbandonando dunque una logica di matrice antiquaria, che le vede come fondamenti di una disciplina a s stante, pi prossima

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Fig. 32 Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale. Esposizione del Medagliere nellallestimento del 2005. Archivio SBAC. SBAC.

Fig. 33 Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale. Esposizione del Medagliere. Archivio SBAC. SBAC.

Fig. 34 Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale. Esposizione del Medagliere. Archivio SBAC. SBAC.

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Fig. 35 Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale, MedaglieRe. Leone I, solido, zecca di Costantinopoli, 462/466, dalla collezione Angilletta (cat. 79). SBAC.

Fig. 36 Reggio calabRia, MuSeo aRcheologico nazionale, MedaglieRe. coStante II, solido, zecca di Costantinopoli, 4641-668, dalla collezione Angilletta (cat. 81). SBAC.

al collezionismo che a una visione storica e archeologica delle dinamiche dei territori. Utilizzando poi la storia monetaria come filo conduttore della vita delle poleis, saranno esposte le monete che segnano i principali passaggi della vita delle zecche.

Naturalmente, non saranno pi in esposizione i grandi nuclei che qualificano il medagliere reggino - ma a questa mancanza sopperiranno le tecnologie: in digitale, infatti, sar possibile scorrere le immagini delle monete pi importanti custodite nel Museo, insieme a ricchi approfondimenti tematici. Il progetto del presente volume, che fa da pendant a una nuova sezione del Portale Numismatico dello Stato sul Museo Nazionale reggino, apre alla possibilit di rieditare interamente le pi rilevanti sezioni del monetiere. Lo scopo di renderle permanentemente fruibili, nella convinzione che una storia cittadina cos lunga e ricca possa oggi prendere senso solo se condivisa nella sua interezza e trasformata realmente in patrimonio collettivo.

Silvana Cilione, GiorGia GarGano, BeatriCe nuCera, Maria tereSa vitale

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NOTE

1 Sul susseguirsi di terremoti distruttivi successivi a quello del 1783 e precedenti a quello del 1908, FatiCa 1992, pp. 447 ss. Le conseguenze dei terremoti sulle societ sono state recentemente analizzate da loMBardi Satriani 2008 e teSta 2008. 2 Cfr. il commento di Augusto Placanica al resoconto di Giuseppe Maria Galanti, venuto in visita in Calabria nel 1792 in qualit di Visitatore Generale del Regno. PlaCaniCa 1992, pp. 14-17 e 104-107; sulla relazione tra i terremoti e il carattere calabrese, PlaCaniCa 1992, pp. 76-77; 100 ss. 3 CaMPenn 2012, pp. 451-452. Il complessivo degrado della citt colpisce il Saint-Non che, al suo arrivo, cerca di mettersi in contatto con Giuseppe Morisani, che aveva pubblicato a Napoli nel 1770 una silloge di iscrizioni dal titolo Marmora Regina, e commenta: Nostra prima cura arrivando a Reggio fu di domandare del canonico Morezzano ... era effettivamente luomo pi istruito, o per meglio dire, il solo che lo fosse in questa citt, di antichit e di storia di questo paese; ma sfortunatamente era morto da poco. lattanzi 1993, p. 67. Il Morisani segnala il rinvenimento di un tesoretto di argenti reggini dallarea dellArcivescovado nel 1770, il cui interramento sarebbe da collocare alla fine del V sec. a.C. (MaStelloni 1987 b, pp. 80-81). Il pi antico rinvenimento di un tesoretto da Reggio dalla localit detta Delle Gabelle, dove alla met circa del XVI sec. vennero trovate oltre trecento monete di Giuba in un vaso: cfr. MaStelloni 1987b, p. 98. 4 rao 1992, p. 331 e pp. 365 ss. 5 PlaCaniCa 1992 p. 29. 6 teti 2013. Cfr. anche Parra 2000, pp. 773-774, sul viaggio in Calabria di Johann Hermann von Riedsel. 7 Il programma di ricostruzione era stato firmato dallarch. Vincenzo Tirone ed attuato dalling. Giovan Battista Mori: ManFredi 2008; SCaMard 2008. 8 SPan Bolani 1871 (rist. 1959), p. 166. Sulla distruzione delle vestigia delle antiche citt sotto la Reggio post 1783, SCaMard 2008, p. 270 ss., dove, tra laltro, si documenta come il nuovo piano regolatore prevedesse persino labbattimento del Castello, sulla cui difficile storia cfr. la sintesi in daGoStino 1993, p. 293. lattanzi 1993, pp. 68 ss. menziona alcune registrazioni di antichit ritrovate in occasione della ricostruzione dopo il terremoto del 1783. 9 MilaneSe 2001. 10 IGCH 1899; MaStelloni 1987b, pp. 82 ss.; Cantilena 1996, pp. 69-71. Il ripostiglio di Tiriolo stato indagato recentemente da CrawFord 2012. Una non indifferente quantit di monete dovette essere anche raccolta dal napoletano Nicola Santangelo, che dal 1812 al 1832, in qualit di Intendente del Regno delle due Sicilie, diede sfogo alla propria passione per larcheologia - e in particolare per la numismatica - conducendo veri e propri scavi privati in tutto il meridione dItalia e anche nei dintorni di Reggio (cfr. in proposito MaStelloni 1987b, p. 90, n. 35). La collezione numismatica Santangelo, la pi corposa dellItalia meridionale, poi confluita nel Museo Nazionale Archeologico di Napoli: Giove 2001, p. 22. 11 CoPPola 1982, p. 64. 12 C. Guarna loGoteta, Il museo reggino in La zagara. Periodico letterario della giovent studiosa reggina, a. XI, 20 maggio 1879, n. 10, pp. 84-85. 13 La raccolta di monete custodite nelle collezioni private era incentivata da chiunque si occupasse di antichit e osservata con benevolenza, dal momento che il pericolo peggiore veniva considerato la vendita e il trasporto di materiali dellItalia meridionale allestero. Esemplare, in merito, lepisodio riportato dal Presidente della Societ Numismatica Italiana Gian Angelo Sozzi, secondo il quale Paolo Orsi avrebbe sollecitato il re Vittorio Emanuele III affinch, accanto alla raccolta delle monete italiane iniziata nel 1889, ne avviasse anche una di monete siceliote e italiote. In generale, poi, listituzione dei musei civici e provinciali in Calabria partir sempre da una base collezionistica privata. SPadea 1985, p. 659. Cantilena 2012. Nello stesso 1875 viene ritrovato, in via Belvedere, un tesoretto di frazioni argentee di Rhegium, di cui d notizia lo Span Bolani, mentre si datano al 1876 i rinvenimenti di altri due tesoretti: il primo, disperso, di frazioni di argento reggine (IGCH 1897) e un secondo di triantes reggini, una parte dei quali riconiati su monete brettie, dalla collina del Salvatore (IGCH 2017; MaStelloni 1987b, pp. 79-80 e pp. 92-93). 14 arSlan 1998, pp. 11-13; iannino 1998, p. 10. 15 Alla morte di Marincola Pistoja, avvenuta nel 1894, sulla Rivista Italiana di Numismatica di quellanno (pp. 249-250 e p. 265) gli viene dedicato un ricordo, che anche occasione per una descrizione della consistenza del monetiere. Il lavoro sulle monete verr proseguito da Salomone Ambrosoli, che ne cura una prima catalogazione e nel 1908 pubblica il Museo provinciale di Catanzaro. Catalogo della collezione numismatica. Monete greche, a cui segue il volume del 1977 di G. Bruni, Monete lucane e bruzie nel museo di Catanzaro, certo debitore della catalogazione degli oltre 8000 reperti monetali portata avanti da Antonio Pelaggi, direttore del Museo dal 1924. Negli anni recenti, in occasione del riallestimento del Museo, Erman

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no A. Arslan ha pubblicato la raccolta di monete del Bruttium nella Sylloge Nummorum Graecorum, mentre lAmministrazione Provinciale di Catanzaro ha promosso e finanziato ledizione del catalogo delle monete romane repubblicane, curato da Maila Chiaravalle (2001), e delle monete bizantine, curato da Ermanno A. Arslan (arSlan 2000). 16 CoPPola 1982, pp. 59-61. Il discorso inaugurale del Museo, pronunciato dal Sindaco, stato pubblicato dal Da Empoli, il quale ricorda come Fabrizio Plutino, oltre a essere stato il principale promotore dellistituzione del Museo Civico, quando ricopr nuovamente la carica di Sindaco allindomani del terremoto del 1908, impose ai cittadini la denunzia delle antichit rinvenute negli scavi. da eMPoli 1962, pp. 101-104. 17 SPadea 1985, pp. 660-661; CoPPola 2001, pp. 105-106; MiChelini 2001, pp. 20-21. 18 CoPPola 1982, pp. 62-63. Span Bolani aveva chiaro in mente che istituire un museo doveva significare anche raccogliere e razionalizzare reperti archeologici di ogni genere sparsamente conservati da privati cittadini e soggetti a continua dispersione (lettera di Span Bolani al Prefetto dell11 gennaio 1882, cit. in Sorrenti 2008, pp. 406-407 n. 8). 19 Una traccia di questa prassi in una singolare vicenda registrata negli atti di archivio del museo di Reggio Calabria (da qui in avanti, se non altrimenti specificata, quella che segue la collocazione degli atti di archivio relativi alla storia del museo di Reggio Calabria: Archivio storico della Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria, citt di Reggio Calabria, pos. 8, prat. 11), a partire da una comunicazione del 23 ottobre 1882, quindi di poco successiva allinaugurazione del Museo, firmata dal de Lorenzo, che attesta che il signor Rocco Rossi da Agata del Bianco ha depositato al Museo una moneta cufica doro, da venirgli restituita ad ogni sua richiesta, esibendo la seguente ricevuta. Ottantadue anni dopo, un discendente fa richiesta della moneta, quando il museo civico ormai confluito nelle collezioni statali; alla direzione della Soprintendenza Giuseppe Foti, che il 6 maggio 1964 (prot. 825) risponde a Francesco Rossi fu Rocco di non poter procedere alla restituzione perch il pezzo, consegnato ottantadue anni orsono al Direttore del Museo Civico Antonio Maria de Lorenzo, stato immesso in quelle collezioni, regolarmente inventariate, che sono passate in custodia dello stato con regolare con menzione, approvata con legge 16 aprile 1954, n. 136. Lerede dovr dunque presentare una copia fotostatica della ricevuta rilasciata dalla direzione del soppresso Museo Civico, autenticata da un notaio e che dimostri che la moneta finir in suo possesso e non di altri. Sar il Ministero poi a pronunciarsi a favore del Rossi, il quale consegna la ricevuta del De Lorenzo agli atti. 20 CoPPola 1982, p. 65. 21 de MarCo 2010, pp. 135-136. Dei preziosi quaderni non c pi traccia. 22 NSc 1885, pp. 49, 209; Guzzetta 1986, p. 259; Guzzetta 2005, p. 567; CoPPola 2001, p. 102. La Mastelloni ha pubblicato un solido di Marciano, oggi nelle collezioni del Museo Regionale di Messina, che potrebbe provenire dal ripostiglio di Cannitello. MaStelloni 1991, pp. 661-664. 23 de lorenzo 1885, pp. 327; 1886, pp. 138-139; BernaBei 1886, pp. 241-245; Guzzetta 1986 p. 264; Guzzetta 2005, p. 568; CaStrizio 2000 p. 215. E del 1920 la segnalazione del rinvenimento di un tesoretto di 16 folles anonimi da Motta San Giovanni (Guzzetta 2005, pp. 567-568). 24 MiChelini 2001, pp. 20 - 21; CoPPola 2001, pp. 105-106. 25 CaMiniti, NSc 1889, p. 198; travaini 1995, p. 364; MEC, p. 421. 26 Larea localizzabile tra via Reggio Campi, via del Salvatore e via Venezia. CaMiniti, NSc 1892, pp. 400 ss. 27 In realt, non erano questi i soli falsi inseriti nel medagliere del Civico, come a pi riprese Orsi ebbe a segnalare, considerandoli sostituzioni. M A. Mastelloni ha pubblicato nel 1987 due falsi incusi reggini, conservati in una cassettina di legno ora nel medagliere del Museo Nazionale di Reggio Calabria, che potrebbero provenire dalle collezioni del Museo Civico, dal momento che uno di questi stato edito nel 1895 dal Morabito Calabr come autentico. Pietro Larizza nel 1905 espresse qualche perplessit sul pezzo, che era stato considerato un secondo esemplare dellunicum conservato al Cabinet des Medailles di Parigi, probabilmente sollecitato alla prudenza dai consigli di Orsi. Il Larizza (1867-1954) stato uno studioso di storia antica, nonch collezionista di monete, come attesta una lettera del Soprintendente del 6 ottobre 1927, in cui Galli ringrazia il Larizza per il dono al museo di Reggio di una piccola moneta argentea reggina col demos da una parte e protome leonina dallaltra (...); considero lodierno dono come unavanguardia di tutto il grosso della Sua raccolta che Ella vorr certamente legare al Regio Museo Nazionale della regione, per gloria del suo nome e prestigio della sua famiglia. Le vicende della collezione di Larizza sono piuttosto travagliate, perch una prima grande collezione di monete gli venne rubata ai primi del 1900; ciononostante, prosegu con la raccolta di monete dal territorio, se vero che fu, ad esempio, tra gli acquirenti delle monete dargento del ripostiglio di Chiesa Pepe messe illegalmente in commercio. 28 CoPPola 1982, p. 66; CoPPola 1985 p. 40. 29 SPinazzola 1907; CoPPola 1982, pp. 65-67; CoPPola 1985, pp. 38; de MarCo 2010, p. 136, n. 19 con bibl. prec. 30 CoPPola 1985, p. 41; de MarCo 2010, p. 136.

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31 CoPPola 1985, p. 42. Fino a quel momento, i materiali del Regio Antiquarium erano custoditi nelle cantine della scuola elementare Principe di Piemonte e quelli del Museo Civico nelle cantine dellIstituto Magistrale. Sui baraccamenti con cui si fece fronte allemergenza - alcuni dei quali ancora resistono nella provincia di Reggio Calabria - cfr. GriSo 1908, pp. 124-126. 32 Gli avvenimenti ne ritardarono il pieno insediamento: la sede provvisoria da Siracusa sar spostata a Napoli, dove rester fino al 1913. cfr. Atti del I congresso Storico Calabrese, Cosenza 15-19 settembre 1954, Tivoli 1957, p. 7. 33 La definizione in SPadea 1985, che alle pp. 664-665 ricostruisce il clima nel quale Orsi portava avanti gli scavi archeologici nella fase della ricostruzione. Gi nel 1902 lOrsi si era proposto come tutore dei beni archeologici della Calabria, che vedeva flagellati dallopera degli scavatori clandestini: ... Fino a tanto che il Ministero non disponga di nervi per trasformare il Museo Civico di Reggio Calabria in Museo centrale per il Bruttium e la Lucania, od almeno per la prima regione, chiedo a V. E. che in via del tutto transitoria sia affidata a me la vigilanza archeologica sulle tre province di Reggio, Catanzaro e Cosenza. SPadea 2000, p. 809. 34 Per il quadro generale dellattivit archeologica seguita alla ricostruzione post 1908, Martorano 2008. 35 de MarCo 2010, p. 140. 36 CoPPola 1985, p. 42. forse superfluo ricordare la precipua competenza numismatica di Orsi, gi pi volte indagata (Gorini 1991; Gorini 2010; Gorini 2012). 37 CaStrizio 2000, con bibl. prec. Guzzetta 2005, p. 568. Un analogo tesoretto di 94 monete di bronzo (2 folles di Basilio I e 28 folles e 94 monete di bronzo di Leone VI) stato rinvenuto negli anni Trenta del Novecento a Calanna (RC). Guzzetta 1986, pp. 262-263; Guzzetta 2005, p. 568. 38 ASSAC, pos. 20 prat. 5. Nello stesso anno si rinviene un secondo tesoretto nella zona di Santa Caterina, forse immesso e confuso nella collezione del museo civico, composto solo da monete di bronzo reggine del III sec. a.C. IGCH 1990; MaStelloni 1987b, p. 91 con bibl. prec. 39 daGoStino 1993, p. 291; Martorano 2008, p. 494. Sugli scavi in piazza della Prefettura, orSi 1922, pp. 156161, dove non si fa cenno allabbondanza di reperti monetali annotata dal Putort. Si riferisce probabilmente a questi scavi la nota del Morabito Calabr, che riporta di aver lui stesso acquistato una monetina di bronzo logora da un operaio di un cantiere dove erano state rinvenute molte monete, che venivano vendute dagli operai, poi licenziati, a forestieri e a collezionisti locali. In genere, tutte le relazioni degli scavi condotti in quegli anni riferiscono dei rinvenimenti di numerose monete, prevalentemente bizantine. Sulla collezione del Morabito Calabr, cfr. ProCoPio 1955, p. 169. 40 La legge del 1909, come osserva correttamente Gorini 2012, non trov immediata applicazione per quanto attiene ai beni numismatici, ma ebbe il merito di iniziare a diffondere lidea delle cose antiche come patrimonio collettivo. Nella pratica, questo avvenne in Italia negli anni 60 del XX secolo, dando cos origine a una linea di demarcazione - tutta italiana - tra collezionisti di monete, studiosi di numismatica e tutori del patrimonio: lingresso dello Stato nel collezionismo di monete segna la fine del libero scambio incontrollato e della spensierata detenzione di reperti, legittimata dalla consuetudine, nelle collezioni private. 41 orSi 1922, p. 151; zanotti BianCo 1935, pp. 320-324. 42 Il progetto del 1920 non trover mai applicazione per limpossibilit di rimuovere le ottanta baracche situate in piazza del Popolo, dove appunto il Museo Civico avrebbe dovuto essere ricostruito. daGoStino 1993, p. 293. Fino a quel momento, il Museo era stato ospitato nel cosiddetto Conservatorio delle Verginelle, che era stato gi ricostruito dopo il terremoto del 1783 (cos descritto dal Galanti: picciolo, miserabile (...), il luogo angustissimo ed stato oggi inabilitato a dilatarsi a lati delle nuove case fabbricate; ManFredi 2008, p. 238, n. 80) e che venne poi talmente danneggiato dal terremoto del 1908 che non se ne previde il restauro (BanChini 2008, pp. 136-137). A riprova, comunque, che negli anni successivi al terremoto non cera alcuna intenzione di sostituire il Museo Civico con il Regio Museo , ad esempio, una delibera della Giunta Comunale del 1915 per lacquisto di due medaglieri di legno (CoPPola 1982, p. 75) e lennesima inaugurazione del Museo Civico celebrata nel 1923. 43 zanotti BianCo 1935, pp. 328-329. 44 luzzi 1985, pp. 83-87. Sullattivit di Frangipane a Reggio Calabria, daGoStino 1993, pp. 309-312. 45 lattanzi 2010, p. 101. Stessa sferzante opinione su Galli manifesta Giustino Fortunato (Cantilena 2010, p. 2), in quanto Galli nominato dal governo fascista. Cfr. in proposito anche SPadea 2000, pp. 811-812 e PaPPalardo, SChenal PileGGi 2012a, pp. 356-357. 46 Lettera di Galli a Orsi del 22.7.1927 (senza numero di protocollo). 47 Lettera di Edoardo Galli al Ministro PI del 30 giugno 1926, prot. 1973. Il rigore morale di Paolo Orsi si esplica, nellintroduzione alla relazione delle scoperte archeologiche gi citata del 1922, dove dichiara che uno dei fini della sua pubblicazione una sorta di rendiconto da fare allItalia: Siffatti ingenti sacrifici che la nazione intera ha sostenuto sulle addizionali per il terremoto bene sieno noti, e qui solennemente

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affermati (orSi 1922, p. 151). Cfr. anche in proposito lattanzi 1993, p. 80 e PaPPalardo, SChenal PileGGi 2012 a, p. 358. Per una disamina dei principali provvedimenti inerenti il settore della tutela dei beni artistici presi allindomani del terremoto del 1908, cfr. GriSo 2008. 48 Archivio SBAC, comunicazione firmata dal sostituto del soprintendente, Catanuto, al questore di Reggio Calabria, prot. 2132 del 7 luglio 1931. Da una guida turistica di Reggio Calabria apprendiamo che nel 1928 cera un Antiquarium della Regia Soprintendenza in piazza Castello, negli scantinati della scuola elementare, visitabile su prenotazione come la sezione medievale dellAntiquarium, collocata negli scantinati del Regio Istituto Magistrale in via Marina Alta; infine, il Museo Civico D. Span Bolani, aperto al pubblico, era collocato al pian terreno del Regio Istituto Tecnico R. Piria in via Marina Alta (CroCe, GeraCi 1928, pp. 110-119). 49 Lorenzina Cesano tra le figure pi eminenti della numismatica italiana nella prima met del XX secolo: segretaria dellIstituto Italiano di Numismatica dal 1926, dal 1929 direttrice del Museo Nazionale Romano e dal 1934 membro della Commissione internazionale di Numismatica e Direttore di prima classe del Ministero: PariSe 1980. In occasione del suo secondo sopralluogo, rileva la falsit di un tetradramma di Catane firmato da Herakleidas della collezione del Museo Civico: MaStelloni 1987, pp. 173-174, nn. 18 e 20. Sui rapporti di E. Galli con il Touring Club, cfr. PaPPalardo, SChenal PileGGi 2012, p. 359. 50 Galli per esempio nel 1934 acquista dalla casa numismatica Ratto un ae dei Lucani, una didramma di Laus, due bronzi di Petelia. Lettera di Galli alla casa daste Ratto, prot. 710 del 9 marzo 1934. Nonostante il maggiore controllo sul territorio, viene disperso il ripostiglio di distateri di Thurii rinvenuto nei dintorni di Reggio nel 1938 (IGCH 1919, forse parte dellIGCH 1930). 51 Molti dei documenti, quali i registri contabili della Soprintendenza, che verranno di seguito citati sono in corso di riordino e pertanto temporaneamente privi di una collocazione definitiva nellArchivio Storico della Soprintendenza Archeologica. I nostri ringraziamenti pi sentiti vanno alla dr. Marisa Munari, che ha in ogni modo agevolato laccesso ai documenti, e alle appassionate catalogatrici dellarchivio: Maria Guerrera, Rosa Anna Lico e Sonia Tripepi. A partire dai registri contabili che documentano gli acquisti di singoli esemplari, dunque, si tenter il riscontro delle monete presenti nel medagliere; tale riscontro non deve considerarsi definitivo, dal momento che, mentre questo volume va in stampa, non tutti i documenti sono visionabili. La moneta qui menzionata un solido di Leone I, di cui c la quietanza del 3 agosto 1928 firmata da Giuseppe Longo fu Giovanni, che dichiara di aver ricevuto dalla Soprintendenza lire quaranta quale met parte del valore d