Notiziario Bibliografico - poligrafo.it · al Dipartimento di biologia (Valentina Trentin)6...

63
12 periodico della Giunta regionale del Veneto Notiziario Bibliografico n. 12 - dicembre 1992 - sped. in abb. postale IV/70 - taxe perçue - tassa riscossa - Padova CMP

Transcript of Notiziario Bibliografico - poligrafo.it · al Dipartimento di biologia (Valentina Trentin)6...

12

periodico della Giunta regionale del Veneto

Notiziario Bibliografico

n. 12 -

dic

em

bre 1

992 -

sp

ed

. in

ab

b. p

osta

le IV

/70 -

taxe p

erçu

e -

tassa r

isco

ssa -

Pad

ova

CM

P

Notiziario biliograficon. 12, dicembre 1992periodico quadrimestraled’informazione bibliograficaa cura della Giunta regionale del Veneto

Comitato promotoreFloriano Pra (assessore all’informazione e al-l’editoria e alle attività culturali), Anelio Pellizzon(coordinatore del dipartimento per l’informazio-ne), Bianca Lanfranchi Strina (sovrintendente aiBeni archivistici del Veneto), Silvio Tramontin(docente di storia della chiesa)

Direttore responsabileAnelio PellizzonResponsabile di redazioneChiara FinessoSegreteria di redazioneGiovanna Battiston, Susanna Falchero

Collaboratori alla redazione di questo numeroDonata Banzato, Giovanna Battiston, MarcoBevilacqua, Giorgio Bido, Giuseppe De Meo,Susanna Falchero, Chiara Finesso, Elio Franzin,Guido Galesso Nadir, Marta Giacometti, CinzioGibin, Bruno Maculan, Giovanni Mari, GiorgioNonveiller, Lorenza Pamato, Luca Parisato, Fran-cesco Passadore, Ferdinando Perissinotto, AnnaPietropolli, Donatella Possamai, Giovanni Punzo,Mario Quaranta, Lino Scalco, Roberto Tosato,Silvio Tramontin, Valentina Trentin, LivioVanzetto, Luigi Zusi

Collaboratori alla rassegna bibliograficadi questo numeroSilvia Battisti, Giovanna Battiston, FrancescoBeni, Eddy Carli, Susanna Falchero, GiorgioNonveiller, Matteo Parolin, Giovanni Plebani,Claudio Rossi

Direzione, redazione e amministrazioneGiunta regionale del VenetoDipartimento per l’Informazione30121 Venezia - Palazzo ScerimanCannaregio Lista di Spagna, 168tel. 041/792616

Periodicità: quadrimestraleTiratura : 15.000 copieDistribuzione gratuita

Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1291 del21-6-1991Spedizione in abbonamento postale gruppo IV/70 -taxe perçue - tassa riscossa - Padova CMPStampa: Arti Grafiche Padovane

In copertina:Tomaso da Modena, San Gerolamo, affresco,sec. XIV (Treviso, San Nicolò)

Le illustrazioni all’interno della rassegna si riferi-scono a miniature da codici e manoscritti veneti

2

Sommario

L’Archivio dell’Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici in Italia (Silvio Tramontinn) 4

RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Opere generaliS. Caroti, I codici di Bernardo Campagna. Filosofia e medicinaalla fine del sec. XIV (Lorenza Pamato) 5Bibliografia veronese, a cura di G.F. Viviani e G. Volpato (Valentina Trentin) 5Guida agli archivi della Comunità e del podestà di Castelfranco Veneto(sec. XV-XVIII ), a cura di E. Marchionni e V. Mancini (Valentina Trentin) 5L’editoria del ’700 e i Remondini, a cura di M. Infelise e P. Marini (Lorenza Pamato) 5G. Vedovelli, Il Museo del castello scaligero di Torri del Benaco (Valentina Trentin) 6S. Casellato, Dall’insegnamento della “storia naturale” a Padovaal Dipartimento di biologia (Valentina Trentin) 6

FilosofiaA. Emo, Le voci delle muse. Scritti sulla religione e sull’arte (Mario Quaranta) 6

Storia della ChiesaS. Caponetto, La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento(Ferdinando Perissinotto) 7G. Padovan, La cattedra di teologia pastorale all’Università di Padova.Giovanni Prosdocimo Zabeo primo titolare (Lorenza Pamato) 7Diocesi di Chioggia, a cura di D. De Antoni (Bruno Maculan) 7G. Sarto (Pio X), Le pastorali del periodo veneziano (1894-1903),a cura di A. Niero (Silvio Tramontin) 8Chiese e monasteri distrutti a Castello dopo il 1807 (Lorenza Pamato) 8AA.VV. , Le scelte pastorali della Chiesa padovana. 1883-1982 da Giuseppe Callegaria Girolamo Bortignon (Lorenza Pamato) 8Comunità cristiane e futuro delle Venezie, a cura di G. Dal Ferro e P. Doni(Lorenza Pamato) 8

Scienze socialiI giovani nella società veneta, a cura di S. Burgalassi (Donata Banzato) 9Giovani e tempo libero, a cura di M. Niero (Donata Banzato) 9F. Berto - P. Scalari, Parola di bambino. Imparare a diventare grandi (Susanna Falchero) 9A. Capani - F. Fasolo, Famiglie smagliate. Metodologie clinicheper la collaborazione con le famiglie dei malati mentali (Susanna Falchero) 10AA.VV ., Sofferenza psichica: quale atteggiamento? (Susanna Falchero) 10La dirigenza nel nuovo sistema dei servizi socio-sanitari, a cura di T. Vecchiato(Susanna Falchero) 10V. Quagliato, L’aborto nel Veneto. Tredici anni di problematica gestionedella legge n. 194 (Susanna Falchero) 10

EconomiaC.U.O.A., Anni Novanta: cosa cambia dell’industria veneta (Lino Scalco) 10Il nodo e la rete. Centralità dell’economia padovana e sistema delle relazionieconomiche europee, a cura di G. Marcato e M. Mistri (Marco Bevilacqua) 11C. Poli, La città media. Sviluppo e qualità della vita a Padova (Giovanni Punzo) 11AA.VV ., Il Veneto: diversità e omogeneità di una regione. Emergenze territorialie socio-economiche (Lino Scalco) 11AA.VV ., L’economia del sistema turistico-termale euganeo (Giovanni Punzo) 12M. Gambuzza, L’ambiente del turismo (Giovanni Punzo) 12AA.VV ., Il ruolo dell’agricoltura nello sviluppo dell’economia veneta (Giovanni Punzo) 12A. Roncaccioli, Aspetti caratteristici e lineamenti evolutivi dell’artigianato urbano:il caso di Verona (Giorgio Bido) 12G. Gasparotti, Il futuro nelle nostre mani. Ricerca sul conflitto socio-industrialenell’area di Verona (Giorgio Bido) 13AA.VV ., Un modello per l’analisi dei profili professionali nel commercio (Giorgio Bido) 13Relazione sulla situazione economica del Veneto nel 1991 (Giorgio Bido) 13Banca d’Italia, Note sull’andamento dell’economia del Veneto nel 1991 (Giorgio Bido) 13

Lingua - TradizioniG.B. Pellegrini, Dal venetico al veneto. Studi linguistici preromani e romanzi (Luigi Zusi) 13A. Vecchi, Religiosità, culto, folklore (Ferdinando Perissinotto) 14M. Alberini, Breve storia di Michele Savonarola... (Donatella Possamai) 14U. Bernardi, El filò o la veglia di stalla. Un istituto di socialità contadina (Bruno Maculan) 14

ArteRubens dall’Italia all’Europa, a cura di C. Limentani Virdise F. Bottacin (Anna Pietropolli) 15Il dolore morale. Omaggio a Dürer, a cura di F. Garonnae P. Marini (Susanna Falchero) 15AA.VV. , Tessuti antichi. La collezione Cini dei Musei Civiciveneziani, a cura di D. Davanzo Poli (Guido Galesso Nadir) 16Il Canal Grande nelle vedute del ‘Prospectum Magni Canalis’disegnate e incise da Antonio Visentini (Giovanna Battiston) 16Le città venete di Terraferma nelle vedute del Settecento,a cura di D. Calabi (Giovanna Battiston) 16Ceramiche antiche a Treviso. Le raccolte dei musei civici,a cura di A. Bellieni (Anna Pietropolli) 16La collezione Casarini a Sacile (Luca Parisato) 16Attilio Polato 1896-1978, a cura di K. Brugnolo Meloncelli(Luca Parisato) 17AA.VV. , Le arti visive e l’educazione, a cura di G. Nonveiller(Chiara Finesso) 17Problematiche legislative e fiscali delle Fondazioniartistiche italiane (Luca Parisato) 18

Architettura - Urbanistica - PaesaggioAA.VV ., Francesco Maria Preti architetto e teorico,a cura di L. Puppi (Roberto Tosato) 18L. Bosio, Le strade romane della Venetia e dell’Histria(Guido Galesso Nadir) 18Città venete a confronto, a cura di U. Curi e L. Romano(Ferdinando Perissinotto) 18G. Bettin, Dove volano i leoni. Fine secolo a Venezia(Ferdinando Perissinotto) 19

Musica - Teatro - CinemaBenedetto Marcello: un musicista tra Venezia e Brescia,a cura di M. Bizzarini e G. Fornari (Francesco Passadore) 19G.A. Giancarli, Commedie. La Capraria - La Zingana,a cura di L. Lazzerini (Giuseppe De Meo) 19A. Momo, La carriera delle maschere nel teatro di Goldoni,Chiari, Gozzi (Giuseppe De Meo) 20A. Stefani, Cronache degli spettacoli nel Teatro Olimpicodi Vicenza dal 1971 al 1991 (Marco Bevilacqua) 20L’Italia al cinema. Manifesti della Raccolta Salce 1911-1961(Marco Bevilacqua) 20

LetteraturaG. Gradenigo, Rime e lettere, a cura di M.T. Acquaro Graziosi(Marta Giacometti) 21Poesie di Giorgio Baffo patrizio veneziano, a cura diP. Del Negro (Cinzio Gibin) 21A.M. Lamberti, Le quattro stagioni campestri e cittadine,a cura di F. Martignago (Marta Giacometti) 21AA.VV. , Browning a Venezia, a cura di S. Perosa(Donata Banzato) 22AA.VV. , Una precisa forma. Studi e testimonianzeper Diego Valeri (Giorgio Bido) 22

StoriaPaolo Paruta, Soliloquio, a cura di M. Allegri(Ferdinando Perissinotto) 22Montebelluna: storia di un territorio. Cartografia ed estimitra Sei e Settecento (Giovanni Punzo) 23A. Forti Messina, Il soldato in ospedale. I servizi di sanitàdell’esercito Italico (1796-1814) (Cinzio Gibin) 23B. Buosi, Maledetta Giavera (Livio Vanzetto) 23P. Galletto, Galantuomini padovani dell’Ottocento.Cenni biografici ed istantanee (Bruno Maculan) 23I. Tolomio, Girolamo Cantele e le sue “Memorie”su Borgoricco (Valentina Trentin) 24I. Dalla Costa, La vicenda Collalto e le popolazioni di Suseganae di S. Lucia di Piave (Elio Franzin) 24L. Vanzetto, I ricchi e i pellagrosi (Bruno Maculan) 24Fascisti e collaborazionisti nel Polesine durante l’occupazionetedesca, a cura di G. Sparapan (Ferdinando Perissinotto) 25L. Urettini, Storia di Castelfranco (Lino Scalco) 25

AA.VV. , Il Pozzetto. Un orizzonte aperto (Mario Quaranta) 26I. Diamanti - G. Riccamboni, La parabola del voto bianco(Marco Bevilacqua) 26

ArcheologiaR. Polacco, Sculture e tessellati paleocristiani e altomedievalidel Museo Civico di Treviso (Luigi Zusi) 26M.E. Gerhardinger, Reperti paleoveneti del Museo Civicodi Treviso (Luigi Zusi) 26AA.VV. , Padova Nord-Ovest. Archeologia e territorio(Giovanni Mari) 27Corpus Vasorum Antiquorum. Italia. Adria: MuseoArcheologico Nazionale, a cura di S. Bonomi (Luigi Zusi) 27“C’era una volta Lazise”, a cura del Museo Civico di StoriaNaturale di Verona (Valentina Trentin) 27

L’E DITORIA NEL VENETO

San Marco e i suoi tesori (Guido Galesso Nadir) 28La pittura veneta del Trecento (Anna Pietropolli) 29Nuove puntualizzazioni sul Canova (Giorgio Nonveiller) 31I vescovi veneti e la Santa Sede (Silvio Tramontin) 33

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

Opere generaliBibliografia - Biblioteconomia - Archivistica - Manoscritti -Enciclopedie - Annuari - Cataloghi 34

FilosofiaStoria e critica della fiflosofia - Filosofia della scienza 34Psicologia 34Parapsicologia - Occultismo 35

ReligioneStoria della Chiesa e delle religioni - Morale e Teologia -Culto, e pratiche devozionali 35Scienze socialiSociologia - Antropologia - Ecologia generale - Statistica 38Politica 38Economia - Commercio, Comunicazioni, Trasporti -Affari, Tecnica commerciale e industriale 39Diritto, Legislazione e Giurisprudenza - Amministrazione pubblica 40Educazione - Pedagogia - Assistenza sociale - Sicurezza sociale 43Usi e costumi - Tradizioni - Folklore 45LinguaggioLinguistica - Etimologia - Dialettologia Grammatica - Fonologia -Filologia - Paleografia - Traduzione - Prosodia e Metrica -Storia della lingua - Stilistica 46Scienze pureAstronomia - Matematica - Fisica 46Biologia - Chimica 47Botanica - Geologia - Paleontologia - Zoologia 47Storia della scienza e della tecnica 47Scienze applicateMedicina - Igiene - Sanità pubblica e Medicina preventiva -Farmacologia e terapeutica 47Ingegneria civile, elettrotecnica, elettronica, navale 50Informatica 50Agricoltura - Zootecnia 50Economia domestica - Guide pratiche 51ArteCritica, storia e teoria dell’arte - Scultura, Grafica e Pittura -Artigianato artistico - Cataloghi di collezioni, mostre e musei 52Architettura - Urbanistica - Paesaggio 53Musica 54Cinema - Teatro - Fotografia 55Sport - Turismo - Giochi 55LetteraturaCritica, storia e teoria letteraria 56Letteratura - Narrativa - Memorialistica 57Poesia 58Letteratura e lingua greca e latina 59Storia e Geografia 59Libri riguardanti il Veneto editi in ItaliaArte 61Letteratura - Storia - Società 61Libri illustrati - Turismo 63

Criteri di citazione della rassegna bibliografica 63

3

attività svolte dal precedente congresso; f) i verbali delle sedute dellapresidenza del congresso, delle adunanze generali e di quelle delle singolesezioni, corrispondenti queste ultime alle cinque dell’Opera (ma non ditutte cinque si trattava in ogni congresso); g) il testo dei discorsi fatti sia insede di sezione che in sede di assemblea generale; h) le deliberazioni inmanoscritti e in bozze con le correzioni fatte. Non sempre, però, tuttoquesto materiale è presente; di maggior interesse sono le proposte, leadunanze di sezione, le relazioni, anche perché queste non sono pubblicatenegli atti dei singoli congressi. Ad esempio, la busta 39, rispondente alcongresso di Bologna, presenta solo pochi documenti, non contenendo,come per i precedenti congressi, il materiale ufficiale.

La seconda sezione riguarda la corrispondenza dell’Opera e comprende38 buste, dal 1875 al 1902. La prima parte, riguardante il periodo 1875-1891, è piuttosto disordinata: contiene la corrispondenza divisa per anno eper mesi, ma senza nessun indice inventario e quindi risulta difficilereperire le lettere di un personaggio a meno che non se ne conosca bene lascrittura, mentre, a partire dal 1892, c’è per ogni mese un indice (le letteresono numerate) con l’indicazione del mittente, del destinatario, del luogodi provenienza e spesso pure la minuta di risposta del Paganuzzi o delTironi, segretario generale. Alla fine di ogni anno c’è poi un fascicoloriservato di corrispondenza con la Santa Sede, generalmente con il Segre-tario di Stato. Si tratta in tutto di più di 15.000 pezzi, assai interessantiperché da essi prendono vita i personaggi maggiori e minori del movimentocattolico italiano: dal Cerutti al Bellio, da Medolago Albani al Rezzara,dall’Acquaderni al Radini Tedeschi, da Tovini al Toniolo (la corrisponden-za di questi ultimi due è contenuta in una busta a sé).

La terza sezione comprende l’attività del Comitato permanente e delConsiglio direttivo (istituito quest’ultimo nel 1891) in 9 buste. Il materialecontenuto comprende: a) le brutte copie dei verbali della riunione delComitato permanente e del Consiglio direttivo (sono incomplete, ma la bellacopia è contenuta in due buste); b) bozze di stampa corrette di circolari; c)proposte di riforme circa gli statuti e i regolamenti; d) relazioni e statisticheannuali dei comitati regionali e diocesani (incomplete); e) relazioni di visitecompiute per incarico del Comitato permanente a varie regioni: questeultime, con i verbali, costituiscono la parte di maggior interesse.

La quarta sezione consta di 30 buste e riguarda i Comitati regionali ediocesani. Contiene: a) i verbali di riunioni del comitato regionale; b)riunioni regionali o diocesane; c) attività regionali; d) corrispondenza deicomitati diocesani con quello regionale; e) attività, corrispondenza estatistiche dei singoli comitati diocesani. Esse ci danno già un’idea delladiffusione dell’Opera nelle singole regioni. Mentre infatti per la Lombardiaci sono tre buste e per il Veneto dieci, in una sola sono contenuti i datiriguardanti l’Abruzzo, la Campania, le Puglie e la Calabria. Soffermandociin modo particolare sul Veneto, abbiamo cinque buste che riguardanol’attività del Comitato regionale (riunioni, assemblee regionali, relazioniecc.), tre concernenti il Comitato diocesano di Venezia, di cui una è quelladella Sezione giovani, una che contiene documenti relativi alla diocesi diPadova e Vicenza, un’altra quella di Verona, Treviso, Udine, una terzaCeneda, Concordia e Chioggia, una quarta Adria, Belluno e Feltre. Perquanto riguarda la maggior parte delle buste del Comitato regionale venetodobbiamo notare come esse siano bene ordinate dal 1879 al 1891, finché ilPaganuzzi fu il presidente, mentre c’è poco materiale e disordinato per ilperiodo 1892-1895, in cui fu presidente Jacopo Scotton. Dal 1895 al 1903presidente del Comitato regionale fu Gaetano Roncato; le carte riguardantiquest’ultimo periodo si trovano nel Fondo Roncato dell’Archivio per lastoria del movimento sociale cattolico (Università Cattolica di Milano).

La quinta sezione, Miscellanee varie, consiste di 23 buste e comprendemateriale in gran parte edito (circolari, opuscoli, articoli di giornali), manon per questo meno importante per gli studiosi del movimento cattolico,considerata la difficoltà a reperirlo altrove. Segnaliamo, tra le altre, la busta10 Azione dei cattolici contro il divorzio, la 11 Proteste contro le circolaridi Rudinì del 1898 che provocarono persecuzioni e chiusura di molticomitati, la 13 sulle prime attività della F.U.C.I. (Federazione UniversitariaCattolica Italiana), formalmente costituita al congresso di Fiesole nel 1896,la 17 Operai, la 22 riguardante materiale usato dal Paganuzzi nella difesadi don Davide Albertario, la 23 contenente numerosi opuscoli sulla questio-ne romana a difesa del potere temporale del papa.

C’è poi una busta non numerata e posta all’inizio della serie intitolataOrigine dell’Opera dei Congressi con materiale abbondante e di diverseorigini, ma in genere polemica e bisognosa di verifica.

Terminiamo questo nostro breve excursus, che ha inteso soprattutto presen-tare questo materiale interessante per tutti gli studiosi del movimento cattolico,ma in modo speciale per i veneti, considerata l’abbondanza di documentiriguardanti la nostra regione, con una indicazione pratica: l’archivista delseminario, don Gianni Bernardi, è a disposizione il mercoledì mattina.

Il Seminario patriarcale di Venezia possiede dagli inizi (1875) al 1902,– anno in cui cessò la presidenza generale dell’avvocato venezianoGiambattista Paganuzzi – l’archivio dell’Opera dei Congressi e dei Comi-tati cattolici in Italia, la massima organizzazione dell’intransigenza catto-lica nel nostro paese, fonte indispensabile per ogni studioso del movimentocattolico, o dell’azione cattolica come si preferisce dire. Esso è pervenutoal Seminario dopo la morte del Paganuzzi (1923). Fino al 1892 l’archivioera stato conservato a Bologna a Palazzo Bargellini, sede del Comitatopermanente dell’Opera dei Congressi (così è chiamata dagli storici, essen-do il resto un’aggiunta agli statuti del 1883). Gli stessi statuti rinnovatistabilivano che la sede dell’archivio fosse nella città del presidente nazio-nale, anche perché egli potesse eventualmente vedere i precedenti di unapratica. Eletto presidente nel 1889, il Paganuzzi aveva richiesto il trasferi-mento dell’archivio da Bologna a Venezia, dove arriva soltanto alla fine del1892. Nel 1902 viene eletto presidente generale il Grosoli, il quale avrebbedovuto spostare l’archivio a Ferrara, città di sua residenza, ma, con ogniscusa, cercò di trattenerlo a Venezia; nel luglio del 1904 l’Opera deiCongressi fu sciolta dalla Santa Sede e, alla sua morte, Grosoli lasciòl’archivio con tutte le sue carte e i suoi libri al Seminario di Venezia.

Ora, prima di addentrarci nella descrizione e in alcune indicazioni per laconsultazione, ci pare necessario, per chi non conoscesse l’Opera dei Congres-si, fare qualche cenno sulle sue caratteristiche e sulla sua organizzazione.

“L’Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici – recita l’articolo 1° degliStatuti del 1883 – è costituita allo scopo di riunire i cattolici e le associazionicattoliche d’Italia in una concorde e comune azione per la difesa degliinteressi della Santa Sede e di quelli religiosi e sociali degli italiani,conforme ai desideri e agli eccitamenti del sommo pontefice e sotto la scortadell’episcopato e del clero”. Per quanto riguarda le attività da svolgere esseerano indicate negli scopi delle cinque sezioni che costituivano l’Operastessa. La prima sezione comprendeva l’organizzazione, le opere religiosee in primis la devozione al Santo Padre e la rivendicazione del poteretemporale, la difesa delle opere pie, soprattutto dopo la legge Crispi (1890),e le battaglie contro l’introduzione del divorzio (causa appoggiata anche damolti liberali). La seconda sezione – che all’inizio si denominava di caritàe poi di economia sociale cristiana – si sviluppò dalle semplici opere di caritàorganizzata, quali le Conferenze di S.Vincenzo de’ Paoli o l’assistenza alledomestiche o agli ammalati, per comprendere poi anche le forme dicooperazione quali le casse rurali e le cooperative di consumo fino a quelledi lavoro e alle prime organizzazioni professionali (sindacati, più o menoconfessionali), comprendendo anche le Banche che con parte degli utiliaiutavano opere diocesane e parrocchiali. La terza sezione, dedicata al-l’istruzione, si occupava di fondare scuole e collegi dove non fosse bandital’istruzione religiosa, come in quelli statali, e di battersi per la libertà dellascuola e per l’insegnamento della religione. La quarta sezione, che sioccupava dell’attività editoriale, cercava di sostenere e diffondere (unsuggerimento era quello di abbonare caffè e parrucchieri) i numerosiquotidiani e settimanali cattolici che allora erano stampati in Italia. La quintasezione, dedicata all’arte, era la meno operosa: cercava di incoraggiareun’arte sacra seria e comprensibile, non rifuggendo dal moderno.

La struttura dell’Opera era articolta in Comitati parrocchiali (4.036 nel 1897al Congresso di Milano su 20.191 parrocchie, di cui 2.092 in Italia settentrionalee 824 in Veneto ma 1 solo negli Abruzzi e 49 in Calabria: una diffusione quindimolto ineguale), diocesani, regionali (secondo le regioni ecclesiastiche e nonquelle civili) e nel Comitato permanente nazionale. E veniamo alla descri-zione dell’Archivio. Esso comprende 5 sezioni: in tutto 182 buste.

La prima, dedicata ai Congressi, è composta da 39 buste che contengonomateriale riguardante i 19 congressi celebrati dall’Opera: dal primo, quellodi Venezia del 1874, all’ultimo, quello di Bologna del 1903. In realtà i primidue congressi (Venezia e Firenze) furono gestiti dal Consiglio superioredella Società della Gioventù cattolica, non essendo ancora stata costituital’Opera; ma siccome dopo la fondazione lo stesso Consiglio superiore feceanche le funzioni di Comitato permanente e siccome la deliberazione ditenere il primo congresso era stata presa su proposta di Paganuzzi nel 1871dalla Società della Gioventù cattolica, anche essi vengono consideraticome congressi dell’Opera. La consistenza e la qualità del materiale diquesta sezione è piuttosto varia. Il modulo tipo comporterebbe: a) lacorrispondenza del comitato locale di ciascun congresso; b) il programmae le circolari d’invito; c) le proposte inviate; d) le lettere di adesione disingoli e di società; e) le relazioni dei comitati regionali e diocesani sulle

L’ Archivio dell’Opera dei Congressie dei Comitati cattolici in Italia(Silvio Tramontin)

4

Biblioteche e archivi del Veneto

Opere generali

STEFANO CAROTI, I codici di Bernardo Campagna.Filosofia e medicina alla fine del sec. XIV, Roma,Vecchiarello, 1991, 8°, pp. 275, ill., L. 40.000.

In questo volume Stefano Caroti tenta di ricostrui-re la biblioteca di Bernardo Campagna da Verona,studente e poi magister in arti e medicina vissuto acavallo tra il XIV e il XV secolo. Per meglio conosce-re Bernardo, la sua vita e il suo pensiero, nonvalgono le fonti documentarie relative al Nord Italiané ci si può rivolgere a sue opere originali, poichénon ce ne sono pervenute; c’è solo l’accenno, manon si sa quanto attendibile, a dei commentari me-dici che sarebbero stati composti da Bernardo. Nonrimane che “interrogare i margini dei suoi codici[...] alla ricerca di quei passi sui quali egli ha ritenutoopportuno fissare la propria attenzione”, per coglie-re l’uso da lui fatto di quei testi, che raccolse nelperiodo della formazione universitaria compiutapresso lo Studio pavese negli ultimi anni del ’300.

Caroti, che si era già imbattuto in alcune noteapposte da Bernardo in quei “margini”, si è dedica-to allo studio di quei rimandi per ricostruire laconsistenza della biblioteca. Questa, infatti, risulta-va dispersa già alla morte dello stesso Bernardo, chenel primo testamento del 1424 non cita i suoi libri frai lasciti disposti. È però rimasto sui codici cheavevano fatto parte della raccolta, come segno tan-gibile di riconoscimento, il sistema di collegamentointerno di note e rimandi. Questi rimandi, che docu-mento dei “problemi filosofici che Bernardo haritenuto utile mettere in evidenza”, sono “una sortadi repertorio a soggetto, redatto per facilitare l’ac-cesso ai testi della propria biblioteca”. Attraversoquesto percorso è stato possibile identificare lamaggior parte delle opere appartenenti a Bernardo.Si tratta di una notevole collezione di scritti dicarattere prevalentemente logico-filosofico, checonfermano l’importanza del ruolo di tali disciplinenel curriculum studiorum di un “physicus”, a frontedella scarsa presenza di opere prettamente mediche.Predominante appare l’interesse per la filosofiainglese e parigina.

Il volume si apre con un’analisi della letteraturacritica esistente sulla biblioteca di Bernardo, a par-tire dagli studi della tedesca A. Meier, che ha pub-blicato il primo elenco completo dei manoscrittiannotati e una lista di quelli conosciuti, ai quali sidevono aggiungere i due codici che costituiscono la“piccola integrazione” di Caroti. L’Autore procedequindi all’analisi critica delle note di Bernardo suisuoi codici. Infine, in appendice l’elenco dei mano-scritti con i vari tipi di nota riscontrati, quelli giàidentificati e quelli individuati ma ancora non mate-rialmente ritrovati.

Lorenza Pamato

ACCADEMIA DI AGRICOLTURA SCIENZE E LETTERE DI

VERONA, Bibliografia veronese (1974-1987), a curadi Giuseppe Franco Viviani e Giancarlo Volpato,tomo I: classi 000-999, s.l., Fiorini, 1991, 8°, pp.718, L. 150.000.

Questo volume è il terzo dell’impresa promossadall’Accademia di agricoltura scienze e lettere diVerona, volta a raccogliere la produzione editorialerelativa alla città scaligera e al suo territorio in tuttii suoi aspetti; nei primi due volumi sono stati consi-derati gli anni 1966-1973. Questo terzo volumepresenta alcune novità rispetto ai due precedenti,nella grafica ma soprattutto nell’impianto “filosofi-co”. Lo schema di classificazione (Dewey) infatti èstato aggiornato secondo le ultime direttive nel suoimpianto generale, e per la descrizione dei testi sonostati adottati gli standards delle Regole Italiane diCatalogazione per Autore e gli International StandardBibliographic Descriptions. Sia lo schema che leregole descrittive sono stati opportunamente adatta-ti alle specifiche esigenze della bibliografia di argo-mento locale.

La ricerca comprende sia pubblicazionimonografiche che imprese bibliografiche in conti-nuazione, che periodici. In particolare, per la com-pilazione delle oltre 4400 schede sono stati spogliatipiù di 230 periodici sia italiani che stranieri, conparticolare riguardo naturalmente a quelli pubblica-ti in ambito veronese. Le schede descrittive sonoinoltre quasi sempre accompagnate da un breveabstract; ove questo manchi, il lettore è avvertitoche la pubblicazione in questione non è stata esami-nata “de visu”. Oltre alle pubblicazioni relative aglianni presi in considerazione, il volume recuperaanche informazioni pertinenti agli anni antecedentima sfuggite alle precedenti ricerche. Conclude iltesto un imponente indice degli autori e uno persoggetti, che comprende sia il numero della schedache il numero di classificazione dove richiesto.

Valentina Trentin

Guida agli archivi della Comunità e del podestà diCastelfranco Veneto (sec. XV-XVIII), a cura di ElenaMarchionni e Vincenzo Mancini, CastelfrancoVeneto (TV), Comune, 1990, 8°, pp. 32, s.i.p.

Dopo la compilazione, ormai conclusa, dellaGuida per gli Archivi statali, il Ministero dei BeniCulturali ha promosso nelle varie regioni un’analo-ga iniziativa riferita agli archivi non statali. NelVeneto è partito il progetto “Archivi podestarili”,che si attuerà in 11 sedi. Si tratta in sostanza diordinare e inventariare, con la corretta procedurascientifica, gli archivi dei funzionari residenti vene-ziani e quelli degli organi dell’autonomia localeconservati in sedi comunali. Alla fine del lavorosarà così disponibile una massa omogenea di docu-menti per precisare la storia della vita politica,amministrativa, giudiziaria ed economica che sisvolgeva nei vari centri dello stato veneto.

Nell’ambito di questa iniziativa sono stati ordi-nati e inventariati i fondi Comunità e Podestà con-servati nella Biblioteca comunale di CastelfrancoVeneto. I due curatori hanno redatto l’inventariofacendo uso del software CDS-ISIS prodotto dal-l’ UNESCO e concesso in regime di concessionedalla Regione Toscana. Nella Guida essi presenta-no la struttura degli archivi, le caratteristiche delleserie che li compongono e i criteri usati per lacompilazione dell’inventario. Il lavoro ha compor-tato essenzialmente una fase di riordino e una fasedescrittiva, con la rilevazione sistematica degli ele-menti utili per distinguere le varie serie. In questovolumetto viene pubblicato il prospetto delle serie,

con la denominazione delle stesse, il numero deivolumi, gli estremi cronologici e le lacune. Segueuna descrizione molto sintetica (volutamente, datoche deve servire da traccia per usare il diffusoinventario) delle serie, e per l’archivio del Podestàla successione degli incaricati con le date del “reg-gimento” e l’indicazione del volume.

Dal punto di vista storico gli archivi del Podestàe della Comunità, insieme agli altri archivi pubblicie ai legati più pregiati conservati nella biblioteca diCastelfranco Veneto, sono descritti in Storia di unabiblioteca. Storia di una comunità. Opere mano-scritte e a stampa della Biblioteca Comunale diCastelfranco Veneto (Venezia, Regione del Veneto- Castelfranco Veneto, Comune, 1986), pubblicatoin occasione della mostra omonima, con testi diGiacinto Cecchetto, Agostino Contò, LodovicaMutterle, Adriano Mazzetti.

Valentina Trentin

L’editoria del ’700 e i Remondini, a cura di MarioInfelise e Paola Marini, Atti del convegno (Bassano,28-29 settembre 1990), Bassano del Grappa (VI), Ghe-dina & Tassotti, 1992, 8°, pp. 375, ill., L. 55.000.

La lettura delle relazioni presentate al Convegnosu “L’Editoria del ’700 e i Remondini”, raccolte inquesto volume, ci introduce in un ambito di studitanto ricco quanto ancora poco esplorato in Italia.Le ricerche sul mondo del libro hanno avuto inEuropa, ormai da circa un trentennio, un notevoleimpulso; l’intento principale delle nuove metodo-logie di ricerca è quello di ricostruire l’ambienteeconomico, culturale e politico nel quale eranoscritti, venduti e utilizzati i libri. In questo ambito,si collocano le ricerche che Mario Infelise conduceda diversi anni. I Remondini, attivi a Bassano con laloro stamperia per varie generazioni, dalla metà delXVII secolo sino al 1860, sono “il primo e il piùrilevante esempio di grande editore cresciuto inlocalità periferica” e costituiscono un osservatorioprivilegiato per cogliere il punto di partenza di quel-l’itinerario che dall’editore, dal tipografo, dal libra-io, conduce sino al lettore e al suo ambiente sociale.La loro non fu mai attività azzardata; presentanoinfatti un repertorio di titoli sicuri che va dai libripopolari, i cosiddetti libri da risma, ai testi scolasticie religioso-devozionali, con un leggero incrementoqualitativo dalla metà del secolo XVIII . Particolar-mente difficile risulta l’opera di recupero di tuttoquesto materiale, tanto che “sino a questo momentoè stato possibile rintracciare solo una minima per-centuale dei titoli ricavabili dai cataloghi remon-diniani”. Cataloghi che comunque si modellanosulle richieste del mercato e che permettono dirisalire agli interessi del grande pubblico del Sette-cento, sino ai caratteri e alla cultura del lettoremedio italiano dell’epoca.

Considerata la varietà degli interventi, senz’altroutile per il lettore può essere l’indice del volume chequi di seguito segnaliamo: B. Dooley, Lettori e let-ture nel Settecento italiano; L. Braida, La circolazio-

5

Recensioni e segnalazioni

incisioni rupestri dell’Alto Garda: scoperte nel 1964dal prof. Mario Pasotti si trovano sparse nella fasciacollinare da Garda a Malcesine, ma sono particolar-mente fitte nell’entroterra di Torri. Risalgono per lopiù all’età del Bronzo e del Ferro e sono probabil-mente opera di pastori, cacciatori e cercatori dimetalli di passaggio. Interessanti quindi i due sug-gestivi itinerari proposti alla fine del volume perscoprire le rocce con le incisioni più interessanti.Completa il Museo un piccolo giardino botanicoche ospita le specie del peculiare microclima dellacostiera del Garda, e molti endemismi sorti nell’am-biente montano del Baldo.

Valentina Trentin

SANDRA CASELLATO, Dall’insegnamento della “sto-ria naturale” a Padova al Dipartimento di biologia.Storia dei nuclei afferiti al Dipartimento di Biolo-gia, Padova, Libreria Progetto, 1991, 8°, pp. 57, ill., s.i.p.

Alla fine del 1983 si è costituito all’interno del-l’Università di Padova il Dipartimento di Biologia,raggruppando docenti e ricercatori di disciplineaffini ma fino ad allora separate, con una storialunga ed illustre alle spalle; e lungo fu il percorso,anche concettuale, che porta le scienze naturali adaffrancarsi e a svilupparsi parallelamente ma inmodo autonomo dalla medicina, dalla filosofia,dalla chimica, dalla matematica. Numerosi sonoinfatti i nomi celebri della botanica e della zoologiache insegnarono a Padova: da Francesco Bonafede(incaricato nel 1533 dalla Serenissima della “lecturaSimplicium” e fondatore nel 1545 dell’Orto Botani-co, il primo del genere in Europa), a GiovanniRodio, ad Antonio Vallisneri figlio, a Roberto DeVisiani, a Paolo Enriques e molti altri.

In questa ricerca sono state sobriamente raccoltele notizie sparse sui vari docenti, precisandonel’opera avuta riguardo all’insegnamento e alla for-mazione e sviluppo delle varie raccolte museali elibrarie. Fonti privilegiate per questa ricostruzionesono stati soprattutto tre manoscritti originali con-servati uno all’ex Istituto di Biologia Animale e duenella sezione storica della biblioteca dipartimentale“Antonio Vallisneri”. Il primo viene iniziato daTomaso Antonio Catullo nel 1830 (ma egli narra glieventi che vanno dall’incarico conferito ad AntonioVallisneri nel 1734), e si conclude nel 1968 con ladirezione di Bruno Battaglia. Gli altri due mano-scritti riguardano la storia dell’Orto botanico e dellacattedra di Botanica annessa, in due tomi: il primocompilato da Andrea Saccardo e Augusto Béguinot(che riportano notizie dal 1545 al 1921), mentre ilsecondo tomo, cominciato da Giuseppe Gola nel1921, prosegue fino al 1972 sotto la direzione diMario Orsenigo.

Valentina Trentin

Filosofia

ANDREA EMO, Le voci delle muse. Scritti sulla reli-gione e sull’arte 1918-1981, a cura di M. Donà e R.Gasparotti, pref. di M. Cacciari, Venezia, Marsilio,1992, 8°, pp. VII-XXV-199, L. 35.000.

Dopo Il Dio negativo, esce questo secondo volu-me di scritti sulla religione e sull’arte di AndreaEmo (1901-1983), il filosofo padovano che ha la-sciato manoscritti 396 quaderni, da cui sono tratti itesti di quest’opera. La parte più interessante eoriginale è costituita dalle riflessioni sulla religione,ove Emo si oppone radicalmente a tutti i tentativi, da

ne del libro nel Piemonte del ’700. I rapporti com-merciali con Ginevra; R. Pasta, Venezia e la Svizze-ra: tracce di commercio librario; G. Pizza-miglio, Laletteratura d’intrattenimento veneziana del ’700; C.Salmini, Il libro scolastico tra Settecen-to e Ottocen-to: due autori; P. Lucchi, Nascita del li-bro di lettura;A. Barzasi, Libri e monasteri: note di una ricerca incorso; G. Signorotto, La devozione settecentesca.Transizione e mutamento; G. Sanga, La stampa e lapiazza. I Remondini e gli ambulanti tesini; T. Plebani,Gli almanacchi veneti del Settecento; D. Del Corno,I classici greci e latini nei cata-loghi remondiniani;D. Perocco, Presenza (ed assenza) umanistico-rinascimentale nei cataloghi dei Remondini; G.Barbarisi, I Remondini e la letteratu-ra contempora-nea; M.G. Tavoni, I cataloghi di Giu-seppe Remondini(1778-1785) e la circolazione del libro in linguafrancese nella seconda metà del Set-tecento; D. Ge-nerali, La nuova scienza nella produzione e nellacommercializzazione libraria dei Remondini; M.Pavan, I Remondini e la letteratura artistica: le operedi Francesco Milizia; R. Caira Lumetti, Il catalogoRemondini e la committenza svedese di fine Settecen-to; G. Berti, I Remondini e la cultura bassanese nellaprima metà dell’Ottocento.

Lorenza Pamato

GIORGIO VEDOVELLI, Il Museo del castello scaligerodi Torri del Benaco, disegni di Elisa Vedovelli,Torri del Benaco (VR), Centro Studi per il TerritorioBenacense, 1992, 8°, pp. 71. ill., L. 8.000.

Il paese di Torri del Benaco venne a situarsi sindall’epoca romana in posizione strategica per lecomunicazioni via lago. Vi sorgeva certamente un“castrum”, e fu quello che Berengario I fortificò nelX secolo per difendere la pianura padana dalleincursioni degli Ungari. Gran parte della strutturatuttora visibile risale però alle fortificazioni volutedall’ultimo degli Scaligeri, Antonio, che lo feceristrutturare nel 1383 per opporsi all’avanzata deiVisconti. In quell’occasione fu seriamente danneg-giato e poco dopo, con l’affermarsi del dominioveneziano, decadde lentamente. L’ultima modificaimportante avvenne nel 1760 con la demolizionedella cinta muraria esterna per costruire la serradegli agrumi. Nel 1980 il complesso, che versava inuno stato di grande abbandono, venne restaurato edal 1983 è sede del piccolo ma notevole Museodedicato agli aspetti della vita materiale del paese ein generale dell’Alto Garda. L’esposizione è allesti-ta sia all’aperto che all’interno delle sale, e testimo-nia delle condizioni di vita della popolazione fino alsecolo scorso. Vi sono testimonianze della lavora-zione dei marmi e dei granulati, dell’opera di costru-zione e riparazione delle navi lacustri ad opera diartigiani specializzati detti calafati, della colturadell’olivo e degli agrumi (in particolare dei limoni),e naturalmente della pesca.

Una sala è inoltre dedicata all’illustrazione delle

6

S. Tommaso a Spinoza, di fare di Dio un’entitàastratta, da dimostrare razionalmente. “Il punto de-bole delle religioni – afferma – è Dio. Esse voglio-no imporre ed affermare e far concepire l’incono-scibile, anzi addirittura dimostrarlo”. Egli vede unacontinuità tra cristianesimo e filosofia greca; se perla cultura ellenica la salvezza risiede nella sapienza,“S. Paolo ci dimostra come l’uomo non possa esseresalvato che per la fede”. Una fede che “non ha scopi,né fondamento, vive di se stessa”, coincidendo conl’esercizio del filosofare, cioè con la perenne inter-rogazione che non può mai raggiungere un ubiconsistam definitivo: “Questa fede occulta – affer-ma – come tutto ciò che è vivo, continuerà a trasfor-marsi. La fede si riduce sempre, nella sua piùtrasparente purezza, a fede nella fede”. In questaprospettiva c’è una valorizzazione nuova del prote-stantesimo come quel movimento che ha liberato lafede dalla disciplina canonizzata; sostenendo l’in-feriorità dell’uomo per la sua natura lapsa, gli “creòla coscienza della propria inferiorità e cioè unacoscienza autonoma, appunto perché fondata sulsuo nulla, nata dalla coscienza ed esperienza delproprio nulla – laddove il cattolicesimo riconoscen-do i meriti dell’uomo, il valore delle sue opere, overiconosciute dalla Chiesa, riconoscendo i sacra-menti come veicoli della grazia, dava alla fede deifondamenti... per cui essa non era più autonoma,quindi non era più coscienza”.

Come essere cristiani dopo Lutero e dopo lamodernità? A questa domanda Emo ha tentato didare una risposta nuova, affidata a questo singolare“diario” inconcluso, come è inconclusa l’impresastesa dell’uomo nella sua ricerca di “conoscere sestesso”: “Noi viviamo tutta la vita – conclude –insieme ad uno sconosciuto e moriamo senza averloconosciuto... Questo straniero, lo sconosciuto egualeed altro da noi, che, secondo l’oracolo di Delfi,avremmo dovuto conoscere e riconoscere, è il Cri-sto di cui è vissuto il mondo occidentale?”.

La seconda parte del volume raccoglie gli scrittisull’arte, di cui l’autore tenta di individuarne l’es-senza: “L’arte – afferma – non è l’imitazione di unmodello obiettivo, ma è il suo crearsi dal nullamediante la negazione. L’opera d’arte mediante lasua negazione, crea la sua verità; la verità non èprima di noi, ma è creata da noi che la neghiamo”.In queste riflessioni, Emo rimane ancora prigionie-ro di una credenza ormai tramontata, e cioè chel’estetica sia una disciplina che ha come oggetto unaentità chiamata arte, di cui sia possibile indicarel’essenza, le espressioni. A dire il vero, c’è in lui unmovimento continuo tra la ricerca di una definizio-ne dell’arte e l’accertata impossibilità di giungere adarne una soddisfacente, e ciò per l’intrinseca suacaratteristica. “L’arte in genere – dichiara – è laprova di quanto sia inconoscibile non soltanto ciòche siamo, ma anche ciò che facciamo – non cono-sciamo mai il significato, la verità, l’essenza, diquello che creiamo”. Più originali risultano le rifles-sioni emiane sui vari momenti della storia dell’artee su poeti come Dante o Goethe, ove enuncia tesi digrande interesse rispetto a quelle correnti.

Con quest’opera abbiamo un’idea abbastanzaprecisa del pensiero di un filosofo che ha ora una piùdefinita collocazione storica nella cultura italiana diquesto secondo Novecento; egli si situa all’internodell’attualismo gentiliano di cui, come notano icuratori, radicalizza tutte le posizioni senza peròapprodare al cattolicesimo o a una forma di umane-simo laico come i critici cosiddetti “di destra” e “disinistra” di G. Gentile. Egli ha sottolineato, indiret-tamente, le aporie cui si va incontro seguendo quelledue vie, e rivendica invece l’attualità di un cristiane-simo che solo il protestantesimo delle origini ha perprimo esattamente riscoperto.

Mario Quaranta

Storia della Chiesa

SALVATORE CAPONETTO, La Riforma protestante nel-l’Italia del Cinquecento, Torino, Claudiana, 1992,8°, pp. 526, ill., L. 54.000.

Nel suo studio Caponetto, sulla scia della lezionedel Cantimori di Prospettive di storia ereticale inItalia, sembra manifestare una certa indifferenza/insofferenza per le grandi categorie omnicompren-sive di reinterpretazione storica che diluiscono estemperano la ricchezza del movimento riformistaitaliano la cui portata appare, nell’analisi dello sto-rico, molto più profonda ed estesa di quanto lericerche precedenti ci facevano intuire. Proprio sul-l’indagine circa le dimensioni del fenomeno, sullasua penetrazione sia orizzontale nelle diverse areegeografiche che verticale all’interno dei più dispa-rati ceti sociali, il lavoro di Caponetto sembra forni-re il suo contributo più prezioso. L’esperienza rifor-mista italiana viene collegata alle sue fonti ispiratricieuropee, luterane e calviniste, ma si sfata lo stereotipodi un movimento elitario, estraneo alla sensibilitàdelle grandi masse popolari. Al contrario il ramifi-carsi delle conventicole, l’enorme diffusione a mez-zo stampa dei testi riformisti (si pensi ad esempioalle 40.000 copie stampate in sei anni nella solaVenezia del Beneficio di Gesù Christo), l’intensareligiosità e l’entusiasmo dimostrato dai nuovi adeptisembrano indicare la presenza di profonde esigenzedi rinnovamento, che attraversano capillarmente lasocietà del tempo e nei confronti delle quali laChiesa ufficiale non riesce a fornire valide risposte.

La ricostruzione di questo tessuto presenta enor-mi difficoltà per lo storico: i rigori della censuracontroriformista spingono ben presto alla clandesti-nità i gruppi protestanti e costringono il ricercatorea seguire l’andamento carsico del movimentoriformista rintracciandone il riaffiorare nei docu-menti dell’Inquisizione, nei verbali degli interroga-tori, nei resoconti dei processi. La capacità che laChiesa di Roma ha di convincere e costringere ilpotere politico alla lotta contro l’eresia fornisce perCaponetto la chiave di volta del successocontroriformista in Italia e non è un caso che proprioa Venezia si giochi la partita decisiva. Da persona-lità oscure come il diplomatico aquileiano Altieri, aigrandi nomi del movimento riformista europeo eitaliano come Melantone e Vergerio, gli sforzi deiriformisti si concentrano sulla città lagunare: appel-landosi alle tradizioni di libertà e tolleranza dellacittà veneta, richiamando indirettamente gli strettilegami commerciali con le aree protestanti del cen-tro Europa, si cerca di aprire una breccia allapredicazione lì dove è presente un tessuto sociale eculturale che appare estremamente favorevole aldiffondersi dei credi riformati. L’Autore descrive laVenezia della prima metà del ’500 come una poten-ziale centrale rivoluzionaria sia per la diffusione

sistematica delle conventicole, sia per l’importanzae il prestigio delle personalità legate al movimentoriformista. Ma queste speranze sono presto frustra-te: dopo il fallimento della mediazione di Ratisbona,l’avvio del Concilio di Trento, la sconfitta dei Prin-cipi protestanti tedeschi a Mühlberg, il governodella Repubblica abbandona la condiscendente am-biguità nei confronti delle correnti riformiste ap-poggiando, sia pur con una discrezione tutta vene-ziana, l’opera persecutrice degli inquisitori.

Ferdinando Perissinotto

GIUSEPPE PADOVAN, La cattedra di teologia pastora-le all’Università di Padova. Giovanni ProsdocimoZabeo primo titolare (1815-1828), Padova, Istitutoper la storia ecclesiastica padovana, 1991, 8°, pp.272, L. 35.000.

L’Autore, che si è già occupato in passato diGiovanni Prosdocimo Zabeo, relativamente al perio-do della sua residenza e insegnamento a Venezia,estende qui i suoi studi agli anni dal 1815 al 1828,quando, richiamato a Padova da Francesco I, Zabeodivenne “il primo titolare di quella che può esseredefinita l’unica cattedra universitaria di teologiapastorale in Italia”. Ma non solo dello Zabeo si parlain queste pagine; oltre, infatti, alla sua attività didat-tica presso lo Studio Patavino e alla sua posizione“entro il quadro della nuova teologia introdotta aPadova” e al suo prototipo di pastore d’anime,vengono presi in esame anche altri maestri in teolo-gia operanti in città in quegli stessi anni e legati dauna “unità di pensiero”.

La cattedra di teologia pastorale, novità per ilVeneto e per Padova, fu voluta dal governo austria-co, che privilegiava però le finalità pratico-pastora-li, puntando più alla formazione di un funzionario diStato che di un pastore spirituale; venne reintrodotta,dopo la soppressione napoleonica, in piena Restau-razione, informata ai suoi principi. Tale informazio-ne rispondeva ad un preciso disegno dell’imperato-re, al quale “stava troppo a cuore la formazione deicuratori di anime quali parte inso-stituibile dell’ap-parato statale e garanti del buon ordine politico esociale”; insomma dei “preti-pastori, educatori emoralizzatori del popolo cristiano, fun-zionari eamministratori dello Stato”. Nelle regioni italiane,infatti, si introdussero, ma sarebbe meglio direimposero, piani di studio, progetti educativi e testiche erano stati elaborati e adottati in centri di forma-zione ecclesiastica d’oltralpe, da teologi sospetti digiuseppinismo. Di fronte a questa teologia già strut-turata ad uso di tutti i territori asburgici, lo Zabeo“continuò a far uso [nell’insegnare] più dei suoiappunti che del testo d’obbligo” trovando per que-sto vari pretesti; anzi, preparò un nuovo manuale, laInstitutio theologiae pastoralis, approvato nel 1825e adottato presto in tutto il Lombardo-Veneto. Vi sitrovano i punti nodali della sua teologia pastorale,diversa da quella tedesco-giuseppinista e più insintonia con “la tradizione spirituale, scientifica eteologica e con un indirizzo pastorale che fondava-no la loro origine nell’opera riformatrice del cardi-nale Barbarigo”. Al pastore ideale lo Zabeo fa cor-rispondere dei requisiti interiori e traguardi superio-ri, il senso della missione pastorale chiamata dalladivina vocazione e l’alto concetto della sacra dottri-na. Egli deve formarsi sui testi sacri testamentari,sulla patristica e sugli atti conciliari, deve essereaperto nell’oratoria sacra, conoscere la parola edessere in grado di mediarla per renderla compren-sibile a tutti, attento alla confessione, “momentoprivilegiato di catechesi”, ed esempio in ogni mo-mento della sua vita.

Lorenza Pamato

DINO DE ANTONI - SERGIO PERINI, Storia religiosa delVeneto, 2: Diocesi di Chioggia, a cura di Dino DeAntoni, Venezia, Giunta Regionale del Veneto -Padova, Gregoriana, 1992, 8°, pp. 398, L. 35.000.

È questo il secondo volume – dopo quello sulPatriarcato di Venezia curato da Silvio Tramontin– di una serie di pubblicazioni (ne sono previstenove) promosse dalla Giunta Regionale, nell’ambi-to di un organico progetto finalizzato a tracciare lastoria delle singole diocesi del Veneto.

Dedicata alla storia della diocesi di Chioggia,quest’opera, che abbraccia sinteticamente un arcodi tempo di ben nove secoli, lascia sullo sfondo gliavvenimenti di portata storica epocale, per sof-fermare soprattutto la sua attenzione sui fatti di vitaquotidiana e locale, sull’azione pastorale del clero,sulle trasformazioni socio-economiche, sui costu-mi, le tradizioni e gli aspetti più caratteristici dellareligiosità popolare, che ci vengono restituiti congrande abbondanza di informazioni e particolari,ricavati dall’attenta analisi di fonti archivistiche inbuona parte inedite.

Fondata nel corso del XII secolo in seguito allatraslazione dell’antica sede vescovile di Malamoccoa causa di non meglio precisate calamità naturali, ladiocesi clodiense si estendeva fino all’estremo lem-bo meridionale del dogado veneziano, in un territo-rio povero e difficile, “stretto tra la forza del mare ela pressione di fiumi imponenti”. In ambito laguna-re dominavano le attività marittimo-pescherecce;all’interno quelle agricole, con un’alta percentualedi fittavoli e braccianti: due ambienti caratterizzatida una costante situazione di depressione economi-ca che, riflettendosi anche sul clero, non mancò dioriginare squilibri morali e forme di religiositàtalvolta esteriori e semplicistiche, senza peraltromai sfociare, nonostante la vicinanza di Venezia, inmovimenti ereticali organizzati.

Un’opera di rinnovamento religioso venne co-munque effettuata in applicazione delle norme delConcilio Tridentino, specialmente mediante l’in-tensificarsi dei sinodi e delle visite pastorali. Dopola caduta della Serenissima e il turbolento periodonapoleonico, le vicende degli ultimi due secoli sonotratteggiate soprattutto attraverso le figure e l’ope-rato dei singoli vescovi. Ecco dunque la dominazio-ne asburgica, il Regno d’Italia, il fascismo, la disa-strosa alluvione del ’51, fino alla descrizione dellasituazione attuale.

Nella seconda parte del volume gli autori sisoffermano su alcuni aspetti particolari della vitadiocesana: la presenza, dal Medioevo al XVIII seco-lo, di numerosi insediamenti monastici, attratti ve-rosimilmente in zona dalle condizioni di isolamentoofferte dal paesaggio lagunare; le istituzioni caritativee le associazioni devozionali; e infine, in dettaglio,le varie forme, tra persistenze e variazioni, dellapietà popolare.

Bruno Maculan

7

GIUSEPPE SARTO (PIO X), Le pastorali del periodoveneziano (1894-1898), a cura di Antonio Niero,“Quaderni della Fondazione Giuseppe Sarto”, a. I,n. 2, luglio 1990, pp. 156, 1991, 8°, s.i.p.

GIUSEPPE SARTO (PIO X), Le pastorali del periodoveneziano (1899-1903), a cura di Antonio Niero,“Quaderni della Fondazione Giuseppe Sarto”, a. II,n. 3, gennaio 1991, pp. 158, 1992, 8°, ill., s.i.p.

Si tratta di 52 lettere che vanno da quelle pubbli-cate l’8 settembre 1894 per le due diocesi – Mantova,che Giuseppe Sarto lasciava, e Venezia, dove sipreparava ad entrare dopo la lunga controversia conil governo per la concessione dell’exequatur – finoa quella del 21 luglio 1903 con cui comunicava alladiocesi la morte di papa Leone XIII e dava disposi-zione per le preghiere pro eligendo summo pontifice,che sarebbe poi stato egli stesso. La raccolta, cui haprovveduto mons. Antonio Niero, non è stata facile.Il quotidiano cattolico veneziano e veneto “La Dife-sa” non le riportava infatti tutte, non esisteva ancorail “Bollettino diocesano”, spesso erano stampate infogli volanti o opuscoli, e per di più il materiale spe-dito a Roma per la beatificazione e canonizzazionedi Pio X non è purtroppo più ritornato a Venezia. Adesempio, conosciamo l’esistenza di una lettera su S.Gerardo (Sagredo), scritta nel 1900, che il curatore– nonostante le sue pazienti ricerche – non è riuscitoa reperire. Il corpus presentato da Niero è comunquesostanzioso e, soprattutto nelle pastorali quaresima-li, ci rivela i temi fondamentali della catechesi diSarto: la cristologia, la regalità di Cristo contro illaicismo di Stato, l’eucarestia, l’adesione al papa,propria di una mentalità integralista, la devozione alSacro Cuore, il rinnovamento liturgico, compresa lamusica sacra, il matrimonio cristiano. Alcuni diquesti temi saranno poi ripresi e sviluppati da papa:basti pensare alle disposizioni sulla comunione fre-quente e sulla prima comunione dei fanciulli o alrinnovamento del breviario e dell’anno liturgico oalle direttive sulla musica sacra (cfr. per maggioriragguagli Le radici venete di san Pio X. Saggi ericerche, a cura di S. Tramontin, Brescia 1987).

Alcune di queste lettere si potrebbero chiamare“storiche”, nel senso che hanno avviato iniziative ointrodotto una mentalità. Così quella del 25 aprile1895, che invita i sacerdoti a non visitare la primaBiennale, soprattutto per il contestato e polemicoquadro Il supremo convegno del Grosso; la mancataosservanza di tale invito avrebbe comportato penecanoniche ai trasgressori, e l’“invito” sarebbe poistato trasformato in proibizione fino ai tempi delcardinale Roncalli. Altra lettera significativa è quel-la del 15 agosto 1895, che obbligava gli studenti difilosofia e teologia del seminario a rimanere interni,mentre ai secolari permetteva soltanto la frequenzaalle scuole del ginnasio liceo, rompendo una lungatradizione. E ancora quella del 19 ottobre 1902, concui si annunciava l’erezione della Facoltà di Dirittocanonico per il Veneto nel Seminario di Venezia; equella del 4 febbraio 1902, con cui veniva istituita laLega contro la bestemmia, il turpiloquio e la profa-nazione della festa, che vedrà come animatore il dr.Luigi Picchini. Né mancano le minute disposizioni,rivelatrici di una mentalità: la lettera del 17 gennaio1895 dà particolareggiate norme per l’orario dellemesse e quella del 17 febbraio 1895 decide l’aper-tura delle chiese per tutto il giorno in modo dapermettere le visite dei fedeli.

Può stupire invece, data la mentalità intransigen-te del Sarto (e molti, qui, sono gli inviti a pregare peril papa o per la raccolta dell’obolo di S. Pietro e ledeprecazioni per la situazione imposta a Leone XIIIdal governo italiano), la lettera scritta il 31 luglio1900 per il regicidio di Umberto I. Non solo infattisi esortano i fedeli a partecipare alla messa funebrea S. Marco e a quelle celebrate nelle parrocchie, ma

“augusto nostro re” e “augusto defunto” sono neltesto in caratteri maiuscoli, segno e preludio delladistensione nei rapporti Stato-Chiesa che si sarebbeverificata, grazie anche alla politica giolittiana, du-rante il pontificato di Sarto. Interessante è pure ilgruppo di lettere contro il divorzio, in risposta aldiscorso del re e alla proposta del dicembre 1902alla Camera dei deputati.

Gli scritti, tutti accuratamente annotati, sonopubblicati a cura della Fondazione Giuseppe Sarto,che ha in programma l’uscita di un ulteriore volumecon le pastorali mantovane e quelle papali, giàpubblicate da Nello Vian nella duplice versione.

Silvio Tramontin

Chiese e monasteri distrutti a Castello dopo il 1807.(S. Domenico, S. Nicolò di Bari, Ospedale di MesserGesù Cristo, Seminario Ducale, Convento delleCappuccine, S. Antonio), a cura di Odilla Battiston,Marino Marinoni, Osvaldo Nordio, RobertoVianello, Renato Zanutto, Venezia, Filippi, 1992,8°, pp. 85, ill., L. 15.000.

Il presente volume è il risultato di un lavorostorico svolto dagli iscritti ai corsi di EducazionePermanente della S.M.S. “P.F. Calvi”, per il secon-do anno impegnati ad “approfondire la storia delSestriere di Castello”. Nell’introduzione si trova ilgarbato invito a ripercorrere un antico itinerario allariscoperta di monumenti ormai cancellati dall’im-pianto urbano della città e che rischiano di venircancellati anche dalla memoria dei veneziani. Sitratta di varie costruzioni, per lo più di Ordinireligiosi, che nel primo decennio dello scorso seco-lo, fra il 1806 e il 1808, dopo la soppressione degliordini religiosi, vennero distrutte per far posto aiGiardini Pubblici voluti da Napoleone Bonaparte, eprogettati dall’architetto Selva. Quegli stessi giar-dini dove sono oggi ospitati i padiglioni dell’Espo-sizione Internazionale di Arte Moderna.

Attraverso la lettura di documenti archivistici efonti bibliografiche vengono ripercorse le origini ele trasformazioni dei singoli complessi – sorti per lopiù grazie a donazioni, dogali o del patriziato, diterreni, beni o edifici già esistenti – attraverso losnodarsi delle vicende storiche interne e dell’interaRepubblica; significativo per tutti il normale svolgi-mento della vita religiosa in occasione dell’interdet-to lanciato da Paolo V contro la Serenissima, occa-sione in cui il pontefice dovette constatare “quantopoco vigorose fossero quelle armi da lui creduteterribili se rivolte contro Venezia”. Si ricordano ipersonaggi illustri che operarono in queste sedi equelli che qui ricevettero, o perfezionarono, la loroformazione religiosa. La descrizione degli edificiviene tratteggiata, ricostruita, ove possibile, graziea documenti, iconografici e non, redatti in occasionedi restauri e rifacimenti; poche sono le fonti riguar-danti l’Ospedale di Messer Gesù Cristo, per cui èdifficile la ricostruzione del suo aspetto originariocome fu edificato alla fine del ’400, per accoglieregli scampati ad un assedio turco e in seguito glianziani marinai veneziani.

Prima della demolizione si procedette, comun-que, alla descrizione dei fabbricati, degli arredi edelle opere; molte sono andate perdute, i marmidella chiesa di S. Domenico, epigrafi, iscrizionitombali, furono vendute come pietra da costruzio-ne, alcune di esse sono oggi conservate all’Accade-mia di Belle Arti di Venezia, come un dipinto delTiepolo proveniente dal monastero delleCappuccine, l’Invenzione della Croce, ed uno delCarpaccio dalla chiesa di S. Antonio, I diecimilamartiri crocifissi sull’Ararat.

Lorenza Pamato

Le scelte pastorali della Chiesa padovana. 1883-1982 da Giuseppe Callegari a Girolamo Bortignon,a cura di Pierantonio Gios, Padova, Gregoriana,1992, 8°, pp. 888, L. 65.000.

Il volume è un’ampia analisi delle scelte pastoralioperate dai cinque vescovi che dal 1883 al 1982 sisono succeduti alla guida della diocesi di Padova,scelte scaturite di volta in volta dal confronto serratocon l’andamento delle vicende politiche ed econo-miche, per invitare i fedeli, nelle diverse congiuntu-re, ad inserirsi fattivamente nel flusso storico o adopporvisi tenacemente quando vi emergevano ideo-logie contrarie alla coscienza cristiana. L’opera sipresenta articolata in due parti: nella prima, unprofi-lo dei vescovi, per definirne la formazionereligiosa e umana sino all’avvento della Cattedracittadina, l’im-pegno volto a valorizzare il viverecristiano nella e per la comunità, e le rispettive operepastorali (F. Ago-stini, Gli indirizzi e le iniziativepastorali di mons. Giuseppe Callegari nella diocesidi Padova; G. Ro-manato, Luigi Pellizzo a Padova;R. Brusadin, Elia Dalla Costa: sacerdote e vescovo;P. Gios, Spiritua-lità, giuridismo e azione pastoralein mons. Agostini; U. Gamba, Indirizzi,pronunciamenti, lettere pasto-rali di mons.Bortignon fino all’epoca del Concilio).

Nella seconda parte trovano posto gli “aspettifondamentali di alcune significative scelte ed inizia-tive pastorali”; ecco così la Chiesa padovana a con-fronto con la cultura arricchita e vivacizzata, nonchétalvolta travagliata, dalla presenza dell’Università;ecco l’azione educativa e culturale affidata ai collegivescovili e alla scuola cattolica; ecco le diverse moda-lità di catechesi auspicate e raccomandate dai vesco-vi; e ancora, l’impegno di carità e assistenza; l’attivitàmissionaria; l’opera di religiosi e religiose, soprattut-to a favore delle componenti sociali più deboli e instretta e viva collaborazione con il clero diocesano (I.Tolomio, Chiesa padovana e cultura; F. Farronato, Icollegi vescovili delle diocesi di Padova; A. BurliniCalapaj, Il Movimento liturgico a Padova negli scrittidei vescovi; A. Lovato, Il Movimento ceciliano aPadova; I. Sinico, Dottrina cristiana e catechesi indiocesi; L. Rebuli, Assistenza e carità: l’impegno deivescovi padovani; R. Zeccin, La diocesi padovana el’impegno mis-sionario da mons. Luigi Pellizzo amons. Girolamo Bortignon; L. Da Fara, La presenzadei religiosi e delle religiose; P. Giurati, Il Seminariodiocesano; G. Toffanello, Spiritualità e pastorale deipreti pa-dovani prima del Concilio; V. Marangon,Chiesa pa-dovana e impegno sociale (dall’Unità alVaticano II); L. Gui, Mondo politico e mondo catto-lico dal 1945 al 1948; N. Agostinetti, La stampacattolica pa-dovana dal Callegari al Vaticano II; I.Daniele, L’Opera per l’adorazione perpetua:“fulgidissimo astro” a tutta la diocesi e “cuoreeucaristico di Pa-dova”. La devozione antoniananell’azione pastorale della diocesi di Padova dell’ul-timo secolo. San Gregorio Barbarigo nell’azionepastorale della diocesi di Padova dell’ultimo secolo).

L’opera, quasi un “mosaico” come appare dallamolteplicità e ricchezza dei contributi, riesce aoffrire una visione “suggestiva” della società pado-vana, e non solo religiosa.

Lorenza Pamato

Comunità cristiane e futuro delle Venezie, Atti delPrimo Convegno Ecclesiale (Aquileia - Grado, 28aprile - 1 maggio 1990), a cura di Giuseppe DalFerro e Paolo Doni, Padova, Messaggero, 1991, 8°,pp. 393, L. 18.000.

Nella primavera del 1990 la chiesa del Triveneto– nelle sue componenti ecclesiali e laiche – si èritrovata per interrogarsi sulla sua condizione pre-

8

sente di fronte al mondo nuovo emerso in questianni di profondi mutamenti e per delineare, alla lucedi questi, il suo cammino futuro. Sono intervenutianche i vescovi limitrofi e i rappresentanti delleChiese ortodosse e protestanti. Il luogo stesso dellariunione è altamente significativo: Aquileia e Gra-do, ovvero la culla della cristianità per l’Italia Nord-Orientale, che da qui mosse i primi passi e da qui fuguidata e diretta per tanti secoli. I lavori del conve-gno sono stati preceduti da una serie di ricerche sullarealtà cristiana nelle tre Venezie, allo scopo di cono-scere meglio le esigenze di fede presenti all’internodelle diverse comunità, cambiate dai mutamenti so-ciali, economici e dai nuovi apporti umani. Tre leprincipali istanze emerse in questa prima fase: “ilbisogno di recuperare la freschezza dell’annuncioevangelico”; “la priorità dell’educazione alla fededi cristiani adulti capaci di leggere in profondità larealtà quotidiana e coglierne il profondo valore sim-bolico derivante dalla fede”, “l’impegno a costruirela casa comune, che è il mondo, nel rispetto dellediversità, per fare di essa il regno di Dio”.

Dopo la presentazione dei documenti, segue laparte dedicata agli Interventi Magistrali dei vesco-vi. Nella terza parte, le Relazioni al Convegno, dicarattere: storico, dalla centralità di Aquileia sinoall’età contemporanea, attraverso le costanti dellaChiesa triveneta; sociologico, il ruolo delle comuni-tà cristiane, e le loro potenzialità di fronte alletensioni del sociale; teologico-pastorale: occorrononuovi strumenti pastorali e soprattutto bisogna“ rimotivarsi in quel servizio di Dio che si attuadentro a questo nostro tempo”. La quarta parte èdedicata alle Sintesi dei lavori delle Commissioni,raccolte in tre diversi ambiti, sull’Esperienza dellafede in un mondo secolarizzato, sulla Trasmissionedella fede nella comunità cristiana, sulla Testimo-nianza della fede nel nostro tempo. Nelle conclusi-ve Prospettive europee, infine, gli interventi degliospiti rappresentanti di altre Comunità, cattoliche ecristiane, sulla sfida della nuova evangelizzazionedi fronte ai sensibili mutamenti che hanno investitol’Europa in ogni ambito e di fronte alla recenteapertura dell’Est, che reclamano l’impegno di tuttala Chiesa, di tutte le Chiese.

Lorenza Pamato

Scienze Sociali

I giovani nella società veneta. Indagine sociologicasulla condizione giovanile e costruzione di un pro-getto nell’ambito dei progetti pilota della RagioneVeneto, a cura di Silvano Burgalassi, Milano, Ange-li, 1991, 8°, pp. 453, ill., L. 45.000.

Il presente volume raccoglie i numerosi datiottenuti da una ricerca sociologica sulla condizionegiovanile nel Veneto svolta nel 1986 da un’equipecoordinata da Silvano Burgalassi, ordinario diSociologia dell’Università di Pisa, e finanziata dallaRegione Veneto. È stato scelto un campione digiovani fra i 14 e 29 anni di tre comuni: Conegliano,San Vendemiano e Vazzola, un’area la cui evolu-zione socio-storica ben riassume quei cambiamentieconomici e culturali che hanno accompagnato lacrescita delle ultime generazioni. Conegliano uscìdalla stagnazione economica tardo-ottocentesca af-fiancando ad una economia prevalentemente agri-cola il potenziamento delle attività manufatturiere eavviando un veloce processo di inurbamento. Lagrande crescita demografica della prima metà delnostro secolo e un vero e proprio processo di rivo-luzione industriale nei decenni 1951-71 contribui-

rono a darle l’importanza economica che ha tuttora.Tali trasformazioni non hanno però investito uni-formemente tutta l’area. Conegliano presenta il piùelevato grado di sviluppo della provincia e per certiaspetti si caratterizza come una realtà postindustriale;il comune limitrofo di San Vendemiano, invece, hauno sviluppo medio, ancora marcatamente indu-striale, e quello di Vazzola è caratterizzato ancorada una realtà agricola. Il campione di giovani sceltoper la ricerca presenta perciò caratteristiche varie ecomposite, che ben esemplificano il tessuto socialedella nostra regione. L’indagine non ha tralasciatonessuno degli elementi di confronto tra i giovani eil loro ambiente di crescita e il volume dà un quadrocompleto sui rapporti tra i giovani e la famiglia, lascuola, le attività di ricreazione, le associazionisportive, i loro interessi e il rapporto con i coetanei,il loro approccio a problematiche di tipo politico ecivile e le aspettative per il futuro.

Si registra “un’omogeneità consumistica e ap-piattita”. I giovani hanno modelli di vita estraneialla cultura e alla tradizione dei luoghi di nascita esubiscono l’influsso di comportamenti esterni alleloro realtà. Ad esempio, i valori di affermazione e dimiglioramento della propria posizione economica esociale ottenuti attraverso un impegno costante e il“duro lavoro”, che hanno indubbiamente plasmatole scelte di vita dei loro nonni e genitori, sembranonon essere più considerati validi modelli di riferi-mento. La famiglia rappresenta ancora una fortissi-ma struttura di coesione sociale, i maschi in partico-lare raggiungono abbastanza tardi un’autonomiaeconomica dalla famiglia d’origine. Tuttavia, i rap-porti tra genitori e figli sono impostati prevalente-mente ad esigenze di soddisfazione di bisogni pri-mari e non ad un dialogo davvero intimo e aperto. Lascuola è ancora vista come un elemento importante,in quanto può preparare all’attività lavorativa eproduttiva in genere, ma non le si riconosce unvalore formativo più globale e così pure il mondodel lavoro sembra essere considerato solo strumen-talmente e non come un mezzo per raggiungere unamatura espressione della propria personalità. Il vo-lume – valido strumento per quanti operano a con-tatto con i giovani, insegnanti e non – riporta ancheinteressanti note metodologiche su come affrontarericerche di questo tipo e dedica l’ultima parte aiprogetti ed interventi, già in corso e di futura attua-zione, per coinvolgere i giovani in strutture socialiche ne sviluppino maggiormente la coscienza per-sonale e civile.

Donata Banzato

Giovani e tempo libero. Ricerca qualitativa e indi-cazioni progettuali in un Comune del Veneto, a curadi Mauro Niero, scritti di M. Niero, I. Diamanti, A.Noventa, Milano, Angeli, 1989, 8°, pp. 177, L.19.000.

L’indagine sul rapporto che i giovani hanno coltempo libero contribuisce a meglio definire l’univer-so giovanile e a capirne la complessa realtà e ciò nonpuò che essere premessa indispensabile per qualsiasiintervento che affronti casi di disagio sociale. Ilconcetto stesso di “tempo libero”, o l’interpretazioneche gli si dà solitamente, necessita di una revisione.Ed è questo uno degli interessanti propositi dellaricerca, che analizza tale termine nei suoi vari signi-ficati. Il tempo libero può essere infatti inteso comeuno spazio ben organizzato, finalizzato a specificiinteressi, sportivi o culturali, ad esempio, ed esserequindi fruito in precise strutture sociali, o essereinteso come un semplice stare con se stessi, in attivitàmeno finalizzate e più puramente evasive. La sceltapuò dipendere da molti motivi, sia di carattere perso-

nale che esterno. Le attività organizzate socialmentesono sì abbondantemente sfruttate dai giovani, maallo stesso tempo essi lamentano un controllo troppopresente e un eccessivo livello di regolazione instrutture che dovrebbero garantire svago o comunquespazi maggiori di libertà. Si tratterebbe allora non piùdi tempo “libero”, ma di tempo “obbligato” o talvoltaaddirittura di “libertà vigilata”.

È stato studiatio, nell’area di Conegliano, ungruppo di giovani dai dodici ai diciotto anni, poichéquesta è la fascia d’età in cui comincia a farsisentire, e successivamente si rafforza, l’esigenza diaffermare la propria personalità in ambiti esternialla famiglia e alla scuola e di scegliere autonoma-mente attività ricreative e compagni. Si nota comela frequentazione di associazioni sportive sia unodei modi preferiti per passare il tempo libero daparte dei giovani dai dodici ai quattordici anni.Dopo tale età vengono scelte attività ricreativo-culturali o prettamente hobbistiche, e sempre più siavverte l’esigenza di trascorrere del tempo nella“compagnia”. I dati raccolti danno un quadro di unarealtà viva e composita. Sono state prese in conside-razione tutte le varie associazioni presenti nel terri-torio, anche le varie compagnie di strade. I questio-nari sottoposti ai ragazzi hanno cercato di mettere inluce tutti gli aspetti positivi e negativi dei vari modidi occupare il proprio tempo. Non sono solo modeo età diverse che condizionano la scelta dei giovani,ma anche gli stimoli più o meno positivi che essiricevono da parte delle strutture sociali. Una partedel volume è infine dedicata al problema delladevianza giovanile e al suo rapporto con le strutturesociali e a tipologie di intervento che possano in-staurarsi nello spazio del tempo libero.

Donata Banzato

FRANCESCO BERTO - PAOLA SCALARI , Parola dibambi-no. Imparare a diventare grandi, present. diLuigi Pa-gliarani, Paese (TV), Pagus, 1992, 8°, pp.284, L. 29.500.

Questo libro dai toni intensi e delicati, nascedall’unione di due esperienze complementari: unmaestro ed una psicologa seriamente impegnati nelloro ruolo di adulti-educatori, portatori di un riccobagaglio culturale ed esperienziale, e un gruppo dibambini di una scuola elementare a tempo pieno delComune di Venezia nel ruolo di futuri adulti, esseriin piena fase di sviluppo, con tutti i problemi direciproca comprensione e di apprendimento che ciòcomporta. Come sottolineano gli Autori nell’Intro-duzione, “la metodologia che sottende il lavoroscolastico presentato nel libro [...] nasce dal tentati-vo di offrire un posto, la scuola, dove il bambinopossa sentirsi compreso per poter comprendere.Questo presupposto ci permette di affrontare unproblema cruciale del nostro tempo: quello di poteraiutare il bambino ad acquisire il senso della propriaidentità. [...] Aiutarlo nel suo processo di crescitasignifica allora accompagnarlo alla scoperta del-l’essere e sentirsi se stesso attraverso la successionedei cambiamenti dovuta sia al suo sviluppopsicofisico che a tutte le trasformazioni implicitenel vivere nella nostra società”.

Ed ecco allora l’utilità di uno strumento, la “Ricer-ca”, che – sapientemente condotta – accompagna divolta in volta i bambini alla scoperta ed alla riflessionesui temi fondamentali della crescita, intesa nella piùvasta accezione di crescita biologica, psicologica esociale, di relazione. Vengono così affrontati, parten-do da episodi “quotidiani” che rivelano il bisognofondamentale di capire dei bambini: la fiaba, la paura,il cambiamento, la bugia, la mamma, il papà, ilmangiare, la libertà, l’essere maschi, l’essere femmi-

9

ne, la solitudine, l’espressione degli stati d’animo.Procedendo nella lettura del testo, colpisce il modo incui – nel sus-seguirsi dei temi trattati – mano a manoche i bam-bini elaborano le loro scoperte (dimostran-dosi assai più “grandi” e disposti all’ascolto, al dialo-go e alla comprensione di noi adulti), aumentino pergenitori ed insegnanti i motivi di sorpresa e gli spuntidi riflessione. Valgano da esempio tre testimonianzeinerenti nell’ordine: la bugia, la sessualità e le mam-me. “Io ho capito che le bugie che noi raccon-tiamoper controllare se i genitori ed il maestro ci voglionobene, per non sentirci soli e orfani, per sembraremigliori di quello che siamo vengono quasi subitoscoperte senza farci restare male”. “Io voglio mostra-re il quadernone della ricerca sul sesso ai miei genitoriperché, leggendola, imparino a capirmi di più e sareb-be ora visto che ho computo undici anni”. “Ci sono deino delle nostre mamme che significano amore, vogliache il figlio cresca, desiderio che il figlio sia autono-mo, ma noi lo capiamo solo dopo che i no dellemamme hanno anche questo significato, mai prima,perché ogni volta che la mamma ci dice di no cisentiamo subito male e pensiamo di non essere amatiabbastanza, anche se poi capiamo che non è vero”.

Come è negli obiettivi della collana “Argomentidi Psicologia” di cui Parola di bambino fa parte, lalettura di questo bellissimo testo è indirizzata (esicuramente consigliabile) al pubblico vasto dei nonspecialisti, con particolare riguardo a tutti coloro iquali si trovano a dover affrontare il non facilecompito di “aiutare a crescere” un bambino.

Susanna Falchero

ALESSANDRA CAPANI - FRANCO FASOLO, Famigliesmagliate. Metodologie cliniche per la collabora-zione con le famiglie dei malati mentali, Padova, LaGarangola, 1992, 8°, pp. 113, s.i.p.

Questa pubblicazione presenta i risultati dellaRicerca Sanitaria finalizzata “Metodologie clinicheper la collaborazione con le famiglie dei malatimentali”, voluta nel maggio 1990 dal DipartimentoSanità della Regione del Veneto e svolta dal Serviziodi Psichiatria della U.L.S.S. n. 19 Mediobrenta, sottola guida del Primario dottor Fasolo. Utilizzandocome punti di riferimento il servizio sul territorio(non sempre e necessariamente inteso come inter-vento psichiatrico, viste le analogie presenti con ivissuti di patologie gravi e/o croniche) e l’approcciogruppo-analitico (con particolare riferimento aFoulkes e Skynner), le figure professionali coinvoltein questo lavoro hanno quotidianamente e progres-sivamente dovuto confrontarsi con l’importanzadel-la famiglia: intesa non solamente come contestore-lazionale da cui il paziente proviene, ma anche co-me entità a sé, dotata di una sua esistenza e perciòsoggetta a tappe evolutive e difficoltà tipiche di ogni“ciclo di vita”. In quest’ottica, gli Autori e i loro col-laboratori ci accompagnano passo a passo lungo ilcammino del trattamento: infermieri, psichiatri, psi-cologi, raccontano con competenza la realtà dellevisite domiciliari, della degenza, del lavoro ambula-toriale, con adulti, bambini, tossicodipendenti, po-nendo costante attenzione al livello familiare delproblema, perché “un intervento di collaborazionecon la famiglia di un paziente – incominciando dallostesso paziente, che è già di per sé la sua famiglia – èconcepibile più lucidamente e realizzabile più effica-cemente, solo in diretta proporzione a quanto ilgruppo di lavoro psichiatrico sviluppa rapporti adulticon la propria famiglia istituzionale”.

Largo spazio è lasciato all’esposizione di espe-rienze concrete di gestione dei gruppi, con stralci disedute e presentazioni di tecniche, modalità opera-tive, finalità, descrizione del setting e delle princi-

pali difficoltà incontrate nello svolgimento di uncompito così importante e purtroppo ancora troppopoco conosciuto.

Susanna Falchero

AUTORI VARI, Sofferenza psichica: quale atteggia-mento?, scritti di Patrizia Granata, AlessandraRaimondi, Laura Cassoli, Massimo Guglielmo,Manuela Tempesta, Padova, Centro Francescano diAscolto - Edizioni TAU, 1992, 8°, pp. 99, ill., s.i.p.

Il problema degli emarginati è molto sentito dalleassociazioni di volontariato che, con la loro opera,cercano di alleviare le sofferenze di coloro i quali sitrovano, per vari motivi, esclusi dalla consueta vitasociale. In quest’ottica il Centro Francescano diAscolto – che dal 1988 si occupa di tossicodipen-denti, detenuti e persone senza fissa dimora – hacominciato nel 1989 a muovere i primi passi ancheverso gli ospiti del residuo psichiatrico di Granzette(Rovigo). I frutti del lavoro di questo gruppo divolontari, coordinato e seguito passo dopo passodalla dottoressa Turola, ci vengono presentati conestrema semplicità in questo volume, che raccoglieinoltre gli Atti del dibattito tenutosi a Rovigo sulmedesimo tema nell’ottobre del 1991.

Attraverso i capitoli, gli Autori ripercorrono levarie fasi – dalla preparazione teorica e psicologicaal primo vero incontro, dai timidi approcci iniziali alcoinvolgimento – che hanno caratterizzato il lorocontatto con il mondo della malattia mentale, dopoaver vinto, non senza difficoltà, paure e pregiudizi.A tale proposito sono estremamente significative letestimonianze dei volontari: “Preoccupati dall’ideadi entrare nel reparto, che non conoscevamo, comedel resto l’intera struttura psichiatrica, ci avevapreso un sentimento che non avevamo mai provato.Eravamo attratti dal conoscere le persone che vive-vano all’interno, e allo stesso tempo impauriti. Ineffetti, nel momento fatidico dell’incontro, il ghiac-cio è stato rotto da alcuni di loro che passeggiavanotranquillamente nel parco, ed erano incuriositi danoi, persone sconosciute che entravano nel loroterritorio. Non conoscendo assolutamente le lororeazioni, le prime volte non ci azzardavamo adentrare singolarmente nel parco, ma aspettavamo diessere almeno in due-tre”, e ancora: “Ricordiamolimpidamente i volti dei pazienti che già al secondoincontro, esultavano di gioia nello scorgerci, e ciaspettavano tutti accalcati sulla porta d’ingresso,ansiosi di vedere spuntare in lontananza le nostresagome”. Come queste, moltissime altre testimo-nianze raccolte nel volume (valgano come esempi leattività collettive di canto e ballo) servono a farriflettere il lettore sull’importanza e sull’utilità so-ciale e psicologica dei momenti di incontro comuni-tario che i giovani volontari hanno saputo nel tempocreare quasi ex novo, sforzandosi di superare giornodopo giorno gli ostacoli materiali e non, dandoprova di estrema creatività, entusiasmo, ma soprat-tutto di grande amore.

Susanna Falchero

La dirigenza nel nuovo sistema dei servizi socio-sanitari, a cura di Tiziano Vecchiato, contributi diG. Dal Molin, S. Dugone, L. Frattin, F. Rao, E.Rossi, C. Scapin, G. Splendore, F. Vernò, T.Vecchiato, T. Zor-zi, Padova, Fondazione “Ema-nuela Zancan” - Venezia, Regione del Veneto, 1992,8°, 128, L. 24.000.

Le normative che da qualche tempo hanno modi-ficato la Legge 833 di riforma sanitaria hanno resoprotagonisti i dirigenti dei servizi socio-sanitari di

USL e Comuni, investendoli del ruolo di “tramite”fra amministratori e operatori. Per far luce sulledifficoltà legate alla fase transitoria di integrazionedi queste nuove norme, la regione del Veneto haaffidato alla Fondazione Zancan il progetto “Criterie metodi per il coordinamento, l’organizzazione el’integrazione dei servizi sul territorio”, i cui risul-tati sono raccolti in questo volume.

Gli Autori dei vari capitoli, scelti per la loroesperienza e preparazione “tecnica” in materia, af-frontano nel dettaglio i temi fondamentali dellaquestione, partendo dagli interrogativi che si sonoinizialmente posti per poter meglio svolgere laricerca. Seguono contributi utili per comprenderecome si è evoluta la legislazione in materia dirapporto Stato-Regioni, considerazioni, critiche eidee. Un capitolo centrale è dedicato alle più recentileggi su: autonomie locali, procedimento ammini-strativo, volontariato, cooperazione sociale,tossicodipendenze; mentre gli interventi conclusivitrattano i ruoli della dirigenza creatisi in tema dierogazione di servizi, alla luce delle direttive CEE.

In chiusura, due coordinatori sociali di USL,pro-pongono una riflessione sulle competenze eresponsabilità che spettano alla dirigenza, con-frontando i modelli organizzativi di Unità LocaleSanitaria e Azienda Sanitaria Locale.

Susanna Falchero

VINCENZO QUAGLIATO, L’aborto nel Veneto. Tredici an-ni di problematica gestione della legge n. 194, AbanoTerme (PD), Francisci, 1992, 8°, pp. 94, L. 25.000.

In un momento in cui la legge sulla interruzionevolontaria della gravidanza è tornata al centro del-l’attenzione pubblica come possibile oggetto direvisioni e modifiche, Quagliato ci propone la pri-ma raccolta completa di dati – suddivisi per provin-cie e per USL – sulla gestione della legge n. 194 nelVeneto. Con spirito critico, l’Autore espone, allaluce dei dati attuali, gli obiettivi che il ServizioSanitario Nazionale si proponeva nel 1978, specifi-cando punto per punto i contenuti della legge.Vengono così chiariti nell’ordine: il ruolo deiconsultori, i casi in cui si può ottenere l’interruzionedi gravidanza, l’obiezione di coscienza, i problemirelativi a strutture preposte e gestione del personale,i costi ed il ruolo delle Regioni. Un cospicuo appa-rato di grafici aiuta il lettore nell’affrontare lavasta mole di dati numerici. Vengono inoltre ripor-tati integralmen-te testi di legge e metodologie diprogrammazione, educazione e conduzione delservizio contraccettivo nel territorio, come indica-ti nel 1982 dall’Istituto Superiore della Sanità.

Susanna Falchero

Economia

C.U.O.A., Anni Novanta: cosa cambia dell’industriaveneta, scritti di Giorgio Brunetti, Sergio Faccipieri,Luciano Olivotto, Enzo Rullani, Giuseppe Volpato,Padova, Cedam, 1989, 8°, pp. 350, L. 31.000.

Il volume contiene una ricerca, promossa daInterbanca e svolta dal C.U.O.A. (Consorzio univer-sitario per gli studi di organizzazione aziendale) incollaborazione con la Federazione regionale degliindustriali del Veneto, a cavallo fra il 1986 e il 1987,utilizzando due strumenti metodologici: il questio-nario postale e l’intervista. L’indagine mirava acapire il modo in cui si sono sviluppati, nel tempo,i sentieri di apprendimento che hanno permesso la

10

realizzazione delle varie formule imprenditorialivenete e ad approfondire i relativi problemi criticidi funzionamento. Cinque le direzioni di esplora-zione individuate dal gruppo di ricerca: l’innova-zione tecnologica e l’automazione; l’internaziona-lizzazione; l’informatizzazione; i sistemi direzio-nali e di controllo; la finanza. Per la raccolta di tuttequeste informazioni nei vari settori si è fatto ricorsoad un questionario, riportato come appendice nelvolume, composto di quasi duecento domande. Sonostati inviati oltre duemila questionari; quelli compi-lati sono risultati quasi trecento, con carenze neisettori orafo e delle calzature; tuttavia, rimane unaccettabile grado di rappresentatività territoriale. Inun secondo momento, si è ricorsi alle interviste suun’ottantina di imprese.

In primo luogo la ricerca ha confermato che ilsistema industriale veneto è un comparto moderno,vitale e complesso, ma in alcuni casi viene sottova-lutato il peso e la natura del cambiamento che si vaprofilando nello scenario tecnologico e compe-titivo. Nell’area dell’innovazione tecnologica e del-l’automazione, la ricerca ha accertato un buon livel-lo di modernizzazione tecnologica, che ha coinvol-to sia i prodotti che i processi; ma la piccola impresanon tiene il passo, anche per la riluttanza di moltiimprenditori ad intraprendere strade nuove. Perquanto riguarda i problemi finanziari, viene rilevatala generale convinzione dell’importanza che staassumendo il compito finanziario a seguito dellepressioni competitive, che comportano sia fabbisognifinanziari crescenti, che livelli di rischio più elevati.Non solo si apre di più ai mercati finanziari e azio-nari internazionali, ma si crea un costume usuale: lacontinua mobilità delle forme di finanziamento percogliere con prontezza le occasioni che i mercatipossono offrire. La tematica dell’internazionalizza-zione, che richiama la questione della capacità dioperare in una dimensione globale, fa trasparireforti limiti, perché finora la maggior parte delleimprese venete si è accontentata di avviare attivitàdi esportazione; sono pochi i casi di interscambio dilicenze, di accordi commerciali, di joint-ventures odi presenze dirette all’estero con insediamenti pro-duttivi. Un’altra area critica è quella dei sistemiinformatici. La ricerca evidenzia che nel complessole imprese venete hanno già conseguito un’elemen-tare copertura informatica anche se si segnalanonotevoli carenze nello sfruttamento delle enormipotenzialità che le tecnologie informatiche offronoper ottenere vantaggi di costo, o per migliorare iservizi alla clientela. Infine l’area dei sistemi dire-zionali, vale a dire quei meccanismi che consentonouna gestione più decentrata, con maggiore coin-volgimento dei manager e dei quadri: la ricerca haconstatato che nella realtà industriale veneta lapersonalità dell’imprenditore in genere è ancora ca-pace di governare il sistema aziendale senza la me-diazione di detti sistemi direzionali.

Lino Scalco

PROVINCIA DI PADOVA - ASSESSORATO AL LAVORO ED

INTERVENTI PRODUTTIVI, Il nodo e la rete. Centralitàdell’economia padovana e sistema delle relazionieconomiche europee, a cura di Giancarlo Marcato eMaurizio Mistri, Padova, Cedam, 1992, 8°, pp. XII-313, ill., L. 44.000.

Il 24 maggio 1991 si è tenuta a Padova la primaConferenza provinciale sull’economia. Studiosi eamministratori pubblici si sono dati appuntamentoper esporre le loro valutazioni e analisi in meritoall’andamento e alle tendenze in atto nell’area eco-nomica padovana, con l’obiettivo di fornire attra-verso i dati una visione economica operativa da cui

poter trarre spunti progettuali rivolti soprattutto almondo politico e imprenditoriale. Questo volumeraccoglie i contributi presentati alla Conferenza e sipropone come strumento conoscitivo per quanti –per motivi professionali o di studio – hanno interes-se verso l’evoluzione economica della zona suddet-ta, da sempre punto nevralgico degli scambi e delleattività del nord-est. La realtà che emerge da questistudi è quella di un’economia attiva e vitale neisettori più avanzati. Lo sviluppo dell’area padovanaha seguito negli ultimi decenni costanti linee dicrescita, simili o in certi casi più marcate di quelledel più generale “modello veneto” di sviluppo di cuicosì tanto si è parlato. Ma i segnali di recessione e dicrisi si manifestano anche nel padovano, così comesi sono annunciate da tempo le nuove tendenze diproduzione, investimento e marketing rese necessa-rie dalla prossima e in certi casi temuta integrazioneeuropea. È appunto per interpretare questi segnaliche qui si analizza in modo esauriente e approfon-dito una gran mole di dati e di aggregazioni statisti-che. Tra gli argomenti trattati da Mistri e Marcato,entrambi docenti universitari, dopo una prima partededicata agli aspetti metodologici della ricerca, cisono la dinamica e la struttura del reddito provincia-le e il ruolo dell’economia padovana nel mercatointernazionale. Quest’ultimo argomento, in parti-colare, viene affrontato su scala macroeconomica econ particolare riguardo verso l’import-export del-l’intera area nei vari settori merceologici. Una terzasezione consiste in una documentata analisi deisettori primario e secondario e offre al lettore unaserie di considerazioni sia sugli aspetti che hannocaratterizzato finora lo sviluppo, sia sui concretiproblemi da affrontare (qualità, costi di produzione,innovazione tecnologica) per il consolidamento el’ulteriore crescita dei settori industriale e artigiana-le. La quarta parte è dedicata al terziario – commer-cio, servizi, pubblici eserecizi, credito e assicura-zioni – forse il settore che più caratterizza la realtàeconomica padovana. Infine, la quinta parte analiz-za i problemi legati alle infrastrutture e all’assettoterritoriale, riservando il dovuto spazio ad argo-menti come il policentrismo produttivo, la colloca-zione della città nell’ambito del Piano Regionale deiTrasporti e l’inquadramento giuridico dell’area me-tropolitana individuata tra le provincie di Padova,Venezia e Treviso. Completano il volume numero-se tabelle e cartine tematiche che ne fanno un’operadi immediata consultazione.

Marco Bevilacqua

CORRADO POLI, La città media. Sviluppo e qualitàdella vita a Padova, Padova, Cedam, 1991, 8°, pp.303, L. 33.000.

La tesi principale dello studio di Corrado Poli èche Padova, sia nella forma sia nelle funzioni, stamutando per certi aspetti in maniera radicale. Ècurioso, come sottolinea lo stesso autore, come taleprocesso si stia verificando adesso, dopo che peroltre un secolo si era assistito ad un incrementodemografico pressoché incessante, in un momentoin cui la crescita della popolazione appare quasistabilizzata. Dopo una lunga ed esaustiva introdu-zione dedicata a questioni metodologiche e teorichema soprattutto all’inquadramento storico e scienti-fico della questione urbana, il Veneto e Padovavengono analizzati interattivamente nel contestonazionale e regionale; sullo sfondo dei “sogni”maturati nel lontano periodo in cui si parlava conuna certa euforia di programmazione economica,vengono evidenziati i filoni principali del pensierourbanistico e le due grandi tendenze antitetiche deldecentramento e della polarizzazione. Prima di en-

trare nel vivo dei problemi relativi a Padova, Poli sisofferma su alcune osservazioni di carattere piùgenerale: fino agli anni ’70 la programmazione eco-nomica della regione non alterò le strutture territo-riali e le istituzioni sociali, mentre un notevoleinteresse fu rivolto al vivace sviluppo di alcune areerurali piuttosto che di aree urbane.

È comunque negli aspetti che trattano di Padovache il volume concentra la sua attenzione: più che neipiani regolatori, spesso disattesi, è attraverso le nu-merose varianti ad essi che si possono rintracciare gliapporti più consistenti allo sviluppo della città maanche, alla luce di recenti fatti di cronaca, certedistorsioni o forzature nel tessuto urbanistico dellacittà. Fondamentale resta per Poli la questione deitrasporti, intimamente connessa però ad esigenze diprogrammazione e di pianificazione più ampie. Per-mangono però degli interrogativi di fondo sulla qua-lità della vita a Padova, città vivibile comunquerispetto gli standards offerti da altre città italiane, mache necessita sin da ora di scelte precise e ponderate.

Giovanni Punzo

Il Veneto: diversità e omogneità di una regione.Emergenze territoriali e socio-economiche, a cura diRoberto Bernardi, Gabriele Zanetto, Marcello Zunica,Bologna, Patron, 1991, 8°, pp. 310, ill., L. 35.000.

Il volume raccoglie sedici saggi inerenti le dina-miche territoriali dell’industria veneta (G. Zanetto eF. Lando), la Lessinia considerata come area inevoluzione (V. Castagna), l’entroterra veronese delLago di Garda (R. Rizzo), la città di Verona (R.Bernardi), lo sviluppo turistico dell’arco costieromeridionale: Rosolina-mare e Sottomarina diChioggia (M. Marinucci), il mito di Venezia (M.Oggiano), i Colli Euganei (F. Tessari), l’agricolturaeuganea e la viticoltura DOC (F. Rigotti), la politicaterritoriale veneziana nella gestione di un bosco dipianura: la Carpaneda (E. Casti Moreschi), il rap-porto uomo-acqua-territorio nel Basso Polesine (E.Bevilacqua), il futuro del turismo nella spondaveronese del Lago di Garda (M.L. Pappalardo), idolci lievitati da ricorrenza (S. Salgaro), il Delta delPo da area marginale a nuova frontiera agricola (D.Croce), il Polesine (G. Brunetta), le vie di comuni-cazione nell’area Padano-Veneta (F. Macaluso) eannotazioni sulla Bassa Padovana (G. Rotondi).

Di particolare interesse il primo saggio, nel qualeè riesaminata la trasformazione subita dall’econo-mia regionale veneta nel trentennio 1950-1980.Viene analizzata la diffusione dell’industrializza-zione e la geografia dell’occupazione manifatturie-ra consente di individuare dei modelli insediativi edi studiarne le dinamiche settoriali interne (l’indu-stria meccanica, quella tessile e del vestiario abbi-gliamento, del legno, del mobile, dei minerali nonmetalliferi, del cuoio). Utilizzando un particolaretipo di analisi multivariata, definita “analisi delle

11

componenti principali”, i due geografi ricercanocosì i modelli localizzativi delle varie attività indu-striali. Gli ottimi risultati ottenuti permettono diaffermare che il processo di diffusione delle attivitàindustriali sul territorio veneto è interpretabile se-condo alcuni precisi modelli localizzativi che, più sidifferenziano e meglio si precisano, più il processodi industrializzazione si afferma e si diffonde.

In tutti gli altri saggi è evidente l’impegno deivari autori sugli aspetti morfologici, demografici,economici che connotano la realtà regionale veneta.Anzi, si tratta di itinerari studiati all’uopo, essenzia-li per chi voglia misurarsi su temi e problemi legatialla geografia regionale e all’organizzazione dellosviluppo territoriale: risorse, popolazione, inse-diamenti, comunicazioni, trasporti, evoluzione eco-nomica, sociale e tecnologica, turismo ecc. Il volu-me va al di là dell’esplorazione geografica vera epropria, perché ci aiuta a capire gli squilibri territo-riali e le trasformazioni economico-sociali di unaregione italiana sempre più “integrata” e soggetta adinamiche multietniche.

Lino Scalco

F. GAMBAROTTO - A. GOZZI - S. ZAMBON, L’economiadel sistema turistico-termale euganeo, Padova,Cedam, 1991, 8°, pp. 178, L. 18.000.

L’economia dell’area termale euganea, ormai dadiversi anni, sta attraversando un periodo di muta-menti causati sia dall’evoluzione delle tendenzeinternazionali della domanda e dell’offerta turisti-co-termale sia dall’evoluzione della struttura pro-duttiva locale. La ricerca condotta da F. Gambarotto,A. Gozzi e S. Zambon analizza l’economia termalein rapporto all’economia veneta, alla struttura e aicomportamenti delle aziende alberghiere e mette inluce le riflessioni emerse proponendo una diagnosicon le relative possibili correzioni di tendenza.Un’ultima parte riporta i giudizi e le opinioni delleistituzioni, delle associazioni di categoria e di altriorganismi sociali della zona euganea; il fattore co-mune del dibattito è una generalizzata consapevo-lezza della necessità del cambiamento.

Per quanto concerne l’offerta turistica, attraversoi dati messi a disposizione dalle APT di Abano eMontegrotto, viene condotta un’analisi accuratadella situazione ricettiva presente e di quella passa-ta. Per quanto riguarda la domanda, limitatamenteai due poli principali di Abano e di Montegrotto,vengono presi in esame e scomposti in dettaglio ivari aspetti relativi alla composizione delle presen-ze, alle frequenze, alla stagionalità e alle durate deisoggiorni. Una sezione dedicata al mercato del la-voro riporta i dati riguardanti la formazione profes-sionale, la domanda e l’offerta di lavoro. Di estremointeresse, per certi aspetti innovativo, lo spaziodedicato alle nuove strategie di rilancio; da sottoli-neare poi che l’aspetto relativo alla salvaguardia delterritorio, ritenuta come una risorsa primaria delbacino termale, viene considerato inprescindibileper il rilancio di tutto il settore e per connotarenettamente da un punto di vista ambientale la rinno-vata offerta turistica.

Giovanni Punzo

MAURIZIO GAMBUZZA, L’ambiente del turismo. Il Ve-neto dallo spontaneismo alla gestione, Portogruaro(VE), Nuova Dimensione, 1990, 8°, pp. 222, L. 25.000.

Una particolare vocazione turistica della regioneVeneto, considerando le sue caratteristiche ambienta-li, orografiche e storiche, è innegabile come pure, per

gli stessi motivi, esiste un’ampia varietà di luo-ghi edi combinazioni comprendendo mare, montagna, la-ghi, località termali, centri storici e città d’arte. Nel1988 il 13% dei movimenti turistici che avevanointeressato il nostro paese riguardavano ap-punto ilVeneto e questo anche a fronte del sorpasso dellaSpagna dal punto di vista delle presenze globali dituristi e nonostante l’aggressivo ruolo emergente inambito nazionale di regioni a spiccata struttura turi-stica come ad esempio il Trentino-Alto Adige. In-dubbiamente dati più recenti sono meno confortantie il vero problema delineatosi è quello dellaregolazione dell’uso delle risorse ambientali per unapiù razionale gestione delle risorse turistiche.

I temi principali intorno ai quali ruota lo studio diGambuzza sono tre: la mancanza di strategie inno-vative, il ruolo del mercato del lavoro e l’adeguatez-za delle politiche. Né manca un accenno al delicatorapporto tra sviluppo del turismo e condizioni am-bientali. Per quanto riguarda il primo aspetto l’os-servazione di fondo è che, se sviluppo vi è stato,questo ha riguardato principalmente aree a turismoconsolidato e che si sta affacciando l’ipotesi diportare i flussi turistici anche in aree consideratesinora marginali o vicine a centri più attivi (casoclassico il centro storico veneziano sovraffollatosino all’inverosimile in un arco temporale relativa-mente ristretto). Riguardo la struttura occupaziona-le, ovvero il mercato del lavoro, l’autore ha notatopreliminarmente come la raccolta dei dati si siapresentata complessa nella sua frammentarietà, percui si potrebbe far vertere solo su questo aspetto unaricerca successiva. Per adeguatezza delle politichesi intende invece l’analisi dell’azione legislativasvolta dalla Regione in rapporto agli obbiettivi daconseguire e ai risultati effettivamente raggiunti. Lostudio si avvale di dati statistici comparati che siriferiscono sia a regioni confinanti (Emilia-Romagnae Trentino-Alto Adige) sia al contesto nazionale (Ita-lia nel suo insieme e Toscana).

Giovanni Punzo

C. GIACOMINI - E. MONTRESOR - G. ZORNITTA, Il ruolodell’agricoltura nello sviluppo dell’economia venetadalla ricostruzione alla fine degli anni ’50, Vene-zia, Centro istruzione professionale agricola e assi-stenza tecnica, 1991, 8°, pp. 105, s.i.p.

Il modello economico e sociale del Veneto harappresentato per lungo tempo una struttura partico-lare anche se, in special modo negli ultimi anni, laregione è andata omologandosi con il resto dell’Ita-lia settentrionale. Alle radici di questo singolaremodello, che ha fatto discutere anche con passionepolitologi, sociologi ed economisti, si collega lostudio dedicato al ruolo dell’agricoltura intesa comefattore di sviluppo nell’economia veneta. Dopo laconclusione del secondo conflitto mondiale, i cuieventi bellici avevano inciso sulla struttura produt-tiva veneta, soprattutto il settore agricolo (che sino

a quel momento era prevalentemente orientatoall’autoconsumo) si trovava in netto svantaggio. Ilflusso migratorio dei primi anni del dopoguerraaveva ulteriormente immiserito le condizioni gene-rali; non si era verificato, come in altre regioni, iltrasferimento della forza-lavoro dall’agricolturaall’industria e, nonostante gli interventi di manopubblica e la vivacità di alcuni imprenditori privatiavessero cercato di porvi rimedio, una parte a sud eduna a nord rimasero rimasero per molto tempoescluse dallo sviluppo.

Scopo della ricerca condotta da C. Giacomini, E.Montresor e G. Zornitta è stato, come si è detto,l’analisi dell’apporto del settore agricolo al proces-so di industrializzazione e sviluppo del Veneto dallaricostruzione alla fine degli anni ’50 e secondaria-mente di far emergere il contesto ambientale in cuiprende avvio il processo di industrializzazione.Ripercorrendo nella parte iniziale i principali inter-venti di politica agraria, si sottolinea come, sindall’inizio della ricostruzione, l’agricoltura fu, as-sieme all’edilizia, uno dei settori “trainanti” dellosviluppo e la cui importanza venne anche sottoline-ata in uno dei primi strumenti di programmazioneeconomica dell’Italia democratica come fu il cele-bre Piano Vanoni.

Giovanni Punzo

ANGELA RONCACCIOLI, Aspetti caratteristici e linea-menti evolutivi dell’artigianato urbano: il caso di Ve-rona, Padova, Cedam, 1991, 8°, pp. 169, L. 30.000.

Non sempre la lettura di un saggio tecnico-spe-cialistico si presenta con un alto grado di leggibilitàanche per i non addetti ai lavori. E tuttavia questapubblicazione sull’artigianato veronese si leggevolentieri, per la straordinaria capacità dell’autricedi unire l’intento accademico con quello divulgati-vo, in modo da fotografare il fenomeno artigianocosì come tutti lo vediamo, ma da catalogarlo,altresì, come solo chi studia le scienze economichesa fare. E così troviamo in questo volume le distin-zioni, se vogliamo convenzionali, dell’artigianato:artistico e tradizionale, produttivo, dei servizi; iltutto in una città come Verona, che fa parte di unaregione come il Veneto, definito, con più di unamotivazione, “regione artigiana”.

L’analisi dell’autrice, che scaturisce da una ricer-ca commissionata dal Comune di Verona, ha unduplice scopo: decifrare l’“artigianalità” della cittàe individuare i caratteri dell’azienda artigiana in unadistinzione scientifica rispetto alle altre tipologieproduttive. Se la città (che ci viene presentata come“una porzione di territorio ad alta tensione inse-diativa, caratterizzata da una edificazione intensa ecompatta, senza effettive soluzioni di continuità, dinorma estesasi, nel corso del primo ‘ciclo’ della ur-banizzazione industriale, attorno ad un centro stori-co preesistente”) rappresenta un po’ l’occasione peravviare lo studio, quella che trova invece più accu-rata definizione è l’impresa artigiana, quella ti-picaentità economica “che si caratterizza per un bassogrado di standardizzazione dei processi ed un’ele-vata creatività artistica dei prodotti, che ruota attor-no alla capacità/competenza dell’imprenditore, chesegue globalmente tutto il processo ed è anche ingrado di attuare contemporaneamente un processosistematico di innovazione dei prodotti o servizi”.Significativa e di valido supporto alle pro-posizioniscientifiche è l’appendice, che raccoglie alcunetestimonianze di esperienze dirette di figure artigia-ne, storie di vita e di lavoro che, per tipologia,rappresentano il percorso obbligato di tanta partedel mondo della micro-impresa.

Giorgio Bido

12

GIORGIO GASPAROTTI, Il futuro nelle nostre mani. Ri-cerca sul conflitto socio-industriale nell’area di Ve-rona, Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. XVI-67, L. 10.000.

Il volume di Gasparotti riporta gli esiti di unaricerca sull’articolato rapporto tra maestranze emondo datoriale nell’area industriale veronese. Leconclusioni, anche traumatiche, cui ha portato l’ac-cordo sul costo del lavoro dell’estate 1992, hannopraticamente inaugurato un’era del tutto nuova nelcampo delle relazioni industriali, con una conse-guente nuova distribuzione dei rispettivi punti diforza. Proprio perché la storia e l’evoluzione socio-economica hanno spostato molti di quelli che eranoconsiderati punti fermi del sindacato dei lavoratori(da “la scala mobile non si tocca” alla non-mobilità,dal pansindacalismo al collateralismo), il sindacatoè oggi indotto al ripensamento del proprio ruolo inordine “alla sua rappresentanza e alla sua rappre-sentatività”. Un ripensamento che il sindacato nondovrà né vorrà affrontare da solo, ma che gli torneràpiù produttivo e facile da realizzare se, prendendocoscienza della propria crisi e della difficoltà cre-scente di esplicitare interessi generali, cercherà diconseguire più avanzati risultati di dialogo con ilsuo naturale interlocutore, cioè l’impresa.

Se, da una parte, va considerato l’impatto connuove sensibilità come quella ecologico-ambienta-le, che, pur facendo parte del patrimonio ideale delsindacalismo, confligge severamente con questoquando vi sia – ad esempio – incompatibilità fra oc-cupazione ed inquinamento, dall’altra va ripensatoin positivo il tanto vituperato collateralismo politi-co. Criterio, questo, sempre negato in sede di prin-cipio, ma mai scomparso dal movimento dei lavora-tori. Proviamo ad usare una nuova chiave di let-tura,chiedendoci: “Senza i riferimenti al bagaglio dielaborazione politica dei partiti, possiede il sindaca-to sufficiente e autonoma capacità di essere sogget-to politico?”. Oppure saremo costretti a concludere– come provocatoriamente azzarda Gasparotti – che“il mestiere del sindacato è quello di fare contrattipossibilmente buoni?”.

Se così sarà, addio al pansindacalismo degli anni’70, è vero, ma anche porte aperte a quel lobbismoanglosassone che nella nostra cultura ha semprestentato ad attecchire. Come si vede, questo librettodi Gasparotti va assai più in là dell’osservazionecircoscritta all’area di Verona, divenendo anzi que-sta “un osservatorio privilegiato per analizzare iproblemi della società tutta intera”.

Giorgio Bido

GAETANO DI PIETRO - ALFREDO PERUZZI - MAURIZIO

RICALDI , Un modello per l’analisi dei profili profes-sionali nel commercio. Il commercio nell’economiaveneta: un quadro quantitativo, Portogruaro (VE),Nuova Dimensione, 1991, 8°, pp. 106, L. 18.000.

La definizione e la creazione dei profili profes-sionali di ogni soggetto impegnato in una qualsiasidelle innumerevoli attività economiche che caratte-rizzano una moderna società industriale è giusta-mente considerata una necessità primaria. Se poi siconsidera che l’ormai compiuto processo evolutivo,quello che una volta chiamavamo “terziarizzazione”,ha spostato l’asse occupazionale dall’industria alsettore del commercio e dei servizi, si comprendecon facilità come si senta sempre più accentuato ilbisogno di lavorare, in questo settore, anche sulpiano formativo. Appare per questo utile il lavoroprodotto per conto del CESCOT Veneto, mirante aricondurre a “grigliatura” scientifica i profili pro-fessionali degli addetti alle attività commerciali,con lo scopo di evidenziare, da una parte, “gli aspetti

generali di identificazione del ruolo”, dall’altra quelbagaglio di nozioni e di esperienza che fungono dasupporto necessario per l’esercizio della professio-nalità. Con l’intento, poi, di inserire lo studio in unquadro di riferimento più ampio, la seconda partedel volume ospita una ricerca condotta da BrunoAnastasia (apprezzato ricercatore dell’IRES), nellaquale, dopo alcune osservazioni di natura macro-economica, incontriamo una serie di tabelle chedanno la misura del rapporto esistente tra il tessutodistributivo della regione veneta e il contesto socia-le che costituisce il bacino d’utenza. Tutto questocon la dichiarata intenzione di rimanere ancora,quanto a conclusioni, nel provvisorio, data la persi-stente disparità tra il nostro sistema di distribuzione,tradizionalmente frazionato, e quello più teso allaconcentrazione che caratterizza Francia, Germaniae Gran Bretagna: per questo i prossimi anni sarannoaccentuatamente caratterizzati da processi che do-vranno inevitabilmente portare ad un più durevoleassestamento strutturale.

Giorgio Bido

UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO INDU-STRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL VENETO - UF-FICIO STUDI E RICERCHE ECONOMICO-SOCIALI, Relazionesulla situazione economica del Veneto nel 1991,Rovigo, Istituto Padano di Arti Grafiche, 1992, 8°,pp. 432, s.i.p.

UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO, IN-DUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DEL VENETO -UFFICIO STUDI E RICERCHE ECONOMICO-SOCIALI, Fasci-colo di aggiornamento alla Relazione sulla situa-zione economica del Veneto nel 1991. Import-export1989-’91, Rovigo, Ipag, 1992, 8°, pp. 780, s.i.p.

I due volumi che qui si presentano sono rispetti-vamente il 25° e il 20° delle due serie edite dall’U-nioncamere del Veneto, che con questa iniziativa hapienamente dimostrato di assolvere ad una delle sueprincipali funzioni: fare sintesi di tutte quelle espres-sioni nelle quali si estrinseca il localismo economi-co della regione. Per dare conto di come siainterpretabile e catalogabile l’annata 1991, statisti-che regionali e provinciali, “lettura” interpretativadei fenomeni economici e raffronti con le risultanzedi carattere nazionale, sono intelligentemente in-trecciati.

I dati sulla popolazione, sul lavoro e sull’istruzio-ne, insieme a quelli sui settori economici tradiziona-li (agricoltura, industria, commercio e artigianato) esull’import-export, in opportuna alternanza con ta-belle e commenti, sono più che sufficienti a dare lamisura palpabile delle preoccupazioni che, toccan-do il culmine nella seconda metà del 1992, hannoperò radici più profonde nel precedente anno che,proprio nell’introduzione ad uno dei volumi, è giàbollato come uno dei più travagliati del dopoguerra.Ma non si spaventino i cosiddetti profani: i testi, puressendo un resoconto sull’economia, si spingono aldi là dei confini della stretta materia, tentandointerpretazioni ai fatti che, come tutti sappiamo manon sempre consideriamo, sono stati in queste ulti-me stagioni di carattere epocale: dalla guerra delGolfo alla disgregazione dell’Urss, dal repentinoma difficoltoso nascere delle nuove democraziedell’Est europeo all’esodo albanese e nordafricano,dal dramma jugoslavo alla imprevista riunificazionetedesca. Si tratta di fatti che, combinati insieme,hanno rallentato lo sviluppo mondiale e veneto nel1991, costituendo premessa negativa a quell’aggra-varsi della situazione che l’autunno 1992 ha dovutocosì drammaticamente registrare.

Giorgio Bido

BANCA D’I TALIA , Note sull’andamento dell’econo-mia del Veneto nel 1991, Venezia, Banca d’Italia,1992, 4°, pp. 42, s.i.p.

Chi non volesse limitarsi ai titoli dei quotidiani oalle allarmate notizie dei media radiotelevisivi, peracquisire le informazioni sull’andamento “reale”dell’economia, troverebbe senz’altro interessantequesto opuscolo che la sede regionale dell’Istitutodi emissione ci mette a disposizione. Pur trattandosidi una nota non sufficiente ad esaurire le complesseproblematiche e i compositi aspetti caratterizzantil’economia della regione, essa è tuttavia bastevole afornire indicazioni sull’andamento dell’economiaveneta nel corso del 1991, attraverso un’attendibileosservazione delle variabili più significative, sia sulpiano finanziario, che su quello strettamente econo-mico-produttivo.

Scopriamo così che l’economia del Veneto hafatto registrare, a fronte di un -2,1% di quellanazionale, un +0,8%; oppure che l’intera regione haesportato per un valore di 5836 miliardi in piùrispetto a quanto abbia importato; troviamo la con-ferma che la provincia che ha esportato di più èquella di Vicenza (5479 miliardi) e che quella che haimportato di meno è la provincia di Rovigo (213miliardi). Troviamo inoltre dati sul settore creditizioe finanziario, sulla raccolta bancaria, sulla finanzalocale e, infine, sulle prospettive a breve terminedell’economia regionale.

Giorgio Bido

Lingua - Tradizioni

GIOVAN BATTISTA PELLEGRINI, Dal venetico al vene-to. Studi linguistici preromani e romanzi, Padova,Editoriale Programma, 1991, 8°, pp. XV-371, ill.,L. 60.000.

Il volume raccoglie una serie di 18 scritti apparsitra il 1954 e il 1990, volti a illustrare la storia lin-guistica del Veneto seguendo due direttrici: l’inda-gine della regione veneta in età preromana soprat-tutto tramite lo studio delle iscrizioni venetiche(capitoli 1-7) e l’esplorazione dei dialetti sia nel lorocomplesso sia in aspetti particolari (capitoli 8-18). Ilprimo scritto (La lingua venetica e l’eredità pa-leoveneta), delineata l’area abitata dai Veneti e laloro espansione, chiarisce l’importanza e il signifi-cato di un gruppo di iscrizioni venetiche (sepolcralie votive, per lo più) scoperte negli ultimi 50 anni econcentrate particolarmente a Este e in Cadore. De-finita l’appartenenza del venetico al gruppo indo-europeo, vengono indagati gli aspetti della linguavenetica perpetuatisi in epoca latina, medievale eoltre. Più specifici aspetti linguistici sono studiatinel gruppo di contributi che hanno come oggetto leiscrizioni votive e alcune lamine rinvenute a Làgoletra il 1949 e il 1952. Un altro ampio saggio (Osser-vazioni lessicali sulle lingue preromane dell’Italiasuperiore) affronta il problema della terminologiacon cui vengono definite le lingue preromane del-l’Italia settentrionale, esamina un cospicuo gruppodi iscrizioni retiche, anche nei loro rapporti con testivenetici e gallici, fornisce una nutrita esemplifica-zione della toponomastica celtica e di quella venetica.

Nella seconda parte della pubblicazione vieneevidenziata l’importanza che la linguistica storico-comparativa riveste per il sociolinguista che intendaaffrontare problemi di sviluppo diacronico dei dia-letti (Osservazioni sulla sociolinguistica italiana).È poi trattata una complessa serie di problemi rela-tivi al concetto di “ladino” e alla genesi storica della

13

cosiddetta “questione ladina”. Di notevole interesseil contributo in cui, tramite isolati termini in volgarerinvenibili in documenti in latino, viene delineato ilquadro della parlata veneziana e di quella aquileieseverso il Mille. Nell’ampio saggio Nomi e cognomiveneti sono definiti l’antroponimia e il suo ambito distudi ed è illustrato il sistema onomastico in vigoretra i popoli antichi e presso gli Indoeuropei. Perquanto riguarda i Veneti, la formula più comune è diconsueto costituita da due nomi, quello individuale(idionimo) e un appositivo (un patronimico). Si il-lustra poi, ripercorrendo criticamente gli studi piùsignificativi in tale ambito, la situazione antropo-nimica veneziana dei primi secoli romanzi e vengo-no classificate le fondamentali categorie (valide pertutte le regioni italiane) secondo le quali possonoessere classificati i cognomi del Veneto.

Alcuni scritti romanzi della seconda sezione ri-sultano periferici in relazione alla tematica princi-pale cui si riconduce, invece, il saggio che chiude ilvolume (Breve storia linguistica di Venezia e delVeneto), una sintetica, ma documentatissima, inda-gine che mira a chiarire le vicende linguistiche delVeneto a ritroso nel tempo di circa 2500 anni, finoal primo documento scritto. Il recente ritrovamento,in Pannonia, di un nutrito gruppo di epigrafi haridestato l’interesse per la lingua venetica. In que-st’ambito, la raccolta di scritti di Pellegrini (unodegli studiosi più autorevoli e un arco di tempo dioltre 37 anni) è una esemplare prova di come,mediante un approccio molteplice e rigorosissimo,tramite il dato linguistico si possa cogliere, e rico-struire, il quadro storico.

Luigi Zusi

ALBERTO VECCHI, Religiosità, culto, folklore. Studi eappunti, Padova, Messaggero, 1991, 8°, pp. 511, L.38.000.

Nelle campagne del Polesine si può ancora ascol-tare una strana versione della favola di Cenerentola.La narrazione si svolge all’interno di uno scenarioaspro e desolato, avvolto da fitte e repentine nebbieche sorprendono il viandante. In un lungo prologodimenticato dalle versioni più dotte, la giovaneprotagonista vaga abbandonata da tutti in un erraresenza meta che la conduce inavvertitamente alledimore del vento, della luna e del sole. Dalle poten-ze uraniche, ammansite dalla gentilezza di Cene-rentola, la fanciulla riceve in dono degli abiti intessutidi luce che, nella seconda parte della favola, quandola narrazione si ricollega allo schema più conosciu-to, contribuiranno alla seduzione dell’innamorato e

alla redenzione finale della giovane. L’aver rintrac-ciato all’origine della fiaba l’archetipo del viaggiodi iniziazione permette a Vecchi di rinsaldare i le-gami sotterranei che si intrecciano tra il folklore ve-neto e una preesistente vulgata di temi gnostici, pro-babilmente ripresi, modificati e trasfigurati nellatradizione cristiana. Seguendo un itinerario inter-pretativo minuzioso nell’indagine e di raffinata ele-ganza formale, lo storico della cultura ricostruisce –in un’analisi comparata dove la fiaba di Cenerentolaè sovrapposta ad altre fiabe popolari – il complessogioco di rimandi che immerge i contenuti mistericidel messaggio gnostico nel grande filone della tra-dizione folklorica.

L’indagine sul campo di Vecchi si articola nonsolo sul versante del folklore come memoria sacra erituale, ma tocca, in un insieme di ricerche partico-lareggiate ed illuminanti, anche il rapporto fra devo-zione, culto, religiosità e pietà popolare (una sezio-ne è interamente dedicata ai molteplici aspetti delCulto Antoniano). Nel saggio introduttivo, dedicatoal concetto di tradizione, Vecchi insiste sugli aspettidi persistenza della tradizione; l’autorità, come ele-mento centrale nella costituzione della tradizione,garantisce e determina la memoria, che si radicaattraverso la ripetizione culturale, giungendo allacostituzione di quello spazio sacro riattualizzatonella perenne “contemporaneizzazione” del mes-saggio originario. Ora se questo modello sembraapplicarsi, ed è questa del resto l’intenzione di Vec-chi, alla dimensione della traditio religiosa, all’in-terno della quale la certezza della trasmissione au-tentica è garantita e difesa da un apparato dogmaticoinattaccabile, difficilmente può estendersi ad ogniatto di trasmissione culturale.

L’analisi delle radici gnostiche dei racconti fol-klorici descritti da Vecchi rende proprio ragione diquesta vitalità della tradizione: i contenuti originari,immessi nel circuito dei rimandi, vanno incontro aprogressivi slittamenti di senso che ne ridefinisconoil valore e il ruolo anche a seconda delle diverse“autorità” (il pensiero gnostico, la cultura popolare,la chiesa) che più o meno inconsapevolmente si im-possessano e riutilizzano il materiale primario. Sedel resto scaviamo alla radice del termine “tradizio-ne” troveremo, nel rimando al latino tradere, unparadossale legame con il “tradire”: tramandare nonè solo conservare, ma anche obliare, disperdere, nonsemplicemente preservare contenuti definiti ineso-rabilmente, ma anche possibilità, disponibilità anuove aperture di senso.

Ferdinando Perissitotto

MASSIMO ALBERINI, Breve storia di Michele Sa-vonarola seguita da un Compendio del suo “Libretode tutte le cosse che se manzano”, con una nota diNemo Cuoghi, Padova, Editoriale Programma, 1991,2 voll., 8°, pp. VIII-128; 65, ill., L. 60.000.

L’abbinamento dello studio di Massimo Alberiniall’anastatica del Libreto de tutte le cosse che semanzano comunamente… di Michele Savonarola siinserisce in una più vasta operazione di ricuperodelle tradizioni culinarie padovane promossa negliultimi anni dalla Camera di Commercio di Padova.Caduto nell’oblio dalla fine del ’500 il Libretotrascinò con sé nella sua infelice sorte anche coluiche ne era l’autore: Michele Savonarola, di profes-sione physico, parente del ben più noto fra’Gerolamo. Scarse le notizie giunteci sulla sua vita;Alberini cerca di ricostruirne le tappe salienti, eleg-gendo a base della sua ricerca il Della vita e delleopere di Michele Savonarola, una biografia che A.Segarizzi diede alle stampe a Padova nel 1900. Natosul finire del secolo XIV, Michele Savonarola diven-

ta dottore in medicina nel 1413. Favorito nellacarriera dalla solida posizione sociale conquistatanella città dalla sua famiglia (il padre Giovanni,membro della cor-porazione dei lanaioli, era pro-prietario di terre e di case nel rione di Santa Lucia),il futuro autore del Libreto esercita in un primotempo a Bassano per poi rientrare a Padova doverivestirà anche alcune modeste cariche pubbliche.Nel 1440, in qualità di medico di corte degli Estensi,si trasferisce a Ferrara, dove resterà, salvo sporadiciritorni nella sua città natale, fino alla morte avvenu-ta nel 1464. Autore, sempre secondo Segarizzi, diventotto opere, tra cui la Practica maior, scritto cheraccoglie “tutto ciò che a un dotto medico del suotempo era possibile di scrivere”, Savonarola spessoaffianca alle trattazioni di medicina consigli dietetici.Si tratta indubbiamente di una pratica diffusa al-l’epoca, ma a maggior testimonianza di uno speci-fico interesse gastronomico di Savonarola giunge ilLibreto, anche se l’autore stesso dovette considerar-lo alla stregua di un divertissement, dato il titolodimesso e la scelta del volgare per l’esposizione.

Orientato sulle corrispondenze classiche tra iquattro elementi naturali (fuoco, terra, acqua e aria)e i quattro caratteri dell’uomo (sanguigno, colleri-co, flemmatico e melanconico), a loro volta collega-ti con i quattro organi interni (cuore, fegato, cer-vello e milza), Savonarola propone nel Libreto unaclassificazione di cibi e bevande che si uniforma aquesti criteri ordinativi. Ma l’aspetto indubbiamen-te più interessante dell’opera è la possibilità diricercarvi le origini di quelle tradizioni culinarie ti-picamente locali vive ancor oggi. Come osserva in-fatti Nemo Cuoghi nella sua Nota al Libreto, nell’at-tenzione che il Savonarola dedica nel “Capitolosexto de la carne” agli animali da cortile antepo-nendone le carni a quelle di tutte gli altri animali “dacucina”, si rintraccia “una vocazione avicunicoladella produzione e della tavola euganea fin dal XVsecolo” che trova conferma ancor oggi nella pecu-liarità degli allevamenti delle nostre zone. Ed è pro-prio lungo queste linee di sviluppo, in una sorta dicronaca comparata tra la cucina padovana del Quat-trocento e di oggi che Alberini ci guida alla letturadel Libreto, contribuendo al recupero di una memo-ria storica che ci appartiene.

Donatella Possamai

ULDERICO BERNARDI, El filò o la veglia di stalla. Unistituto di socialità contadina, Vicenza, Neri Pozza,1992, 8°, pp. VI-176, ill., L. 30.000.

“Quando gennajo copre di nevi o di brine lacampagne – scrive Cesare Cantù in una sua celebrenovella – [...] sogliono i contadini temperar lo strido-re della stagione facendo crocchio nelle stalle; e aquel tepore animale lavorando, discorrendo, pregan-do, dispensare i giorni melanconici e le eterne sera-te”. Si trattava del Filò o Filau, termine (da scriversi“con la maiuscola – annota l’autore di questo volume

14

– come tutte le istituzioni che si ri-spettino”) chesembra alludere al principale lavoro delle donne inveglia: il filare e il tessere. Ed è ap-punto a questaistituzione che è interamente dedicata quest’opera,parte di una collana di studi e ricerche sulla culturapopolare veneta realizzata su iniziativa della Regio-ne. Ormai dimenticato dalle generazioni contempo-ranee, il Filò infatti, il cui sostrato materiale era lacondivisione del calore e della luce, costituì persecoli, oltre che un momento di incontro e di lavoro,il luogo dove sera dopo sera si tramandava tutto ilsapere orale del mondo contadino. A segnarne lascomparsa furono in un primo momento le comoditàmoderne, come il riscaldamento e l’illuminazioneaccessibili a tutti, poi l’industrializzazione, la conse-guente meccanizzazione dell’agricoltura e la scom-parsa delle antiche stalle familiari, soppiantate daimoderni allevamenti. Certo è che “in molte personesopravviverà comunque, con la memoria del Filò e ditutte le sue miserie, un bisogno insoddisfatto di calorecomunitario, che quella durevole istituzione era statacapace di fornire, e la ricca società dei nostri giorninon altrettanto”.

La seconda parte del volume è costituita daun’antologia di testi – scritti tra la fine del XVIIIsecolo e il 1931 – inerenti tutti in vario modo allaveglia di stalla. Così, dopo i versi in dialetto bellunesedi Giuseppe Coraulo (1733-1786) che ci fa assistereal brontolio di due vecchi a Filò, il sacerdote Loren-zo Crico, in uno dei suoi dialoghi composti all’ini-zio del secolo scorso con l’intento di ammaestrare icontadini, lamenta la poca convenienza per le donnedi prender parte a tali veglie. Ed anche lo scrittore eproprietario terriero Antonio Caccianiga, dopo lenovelle di Cesare Cantù e di Caterina Percoto,dipinge a tinte fosche tali riunioni, dove “l’ignoran-za si alimenta di fole”. I brani di Bianca Praloran edella studiosa del folklore bellunese Angela Nardo-Cibele si soffermano invece soprattutto sul lavorofemminile, raccogliendo “voci, usi, pregiudizi estorielle”. Completano il volume i testi di AntonioMaresio Bazzolle e di Angelo Marchesan sulla vitadei campi con le sue consuetudini e sull’atmosferaserale del Filò, nonché le pagine dell’industrialetrevigiano Gregorio Gregorj che sul finire dell’Ot-tocento incoraggiava i contadini ad occupare taliore di veglia con alcune redditizie attività di artigia-nato domestico.

Bruno Maculan

Arte

Rubens dall’Italia all’Europa, Atti del convegno in-ternazionale di studi (Padova, 24-27 maggio 1990), acura di Caterina Limentani Virdis e Francesca Bottacin,Vicenza, Neri Pozza, 1992, 4°, pp. 158, ill., L. 45.000.

Il volume raccoglie gli atti del convegno di studitenutosi a Padova nella primavera del 1990 incen-trato sui rapporti tra la formazione italiana di Rubense la sua posteriore attività in ambito europeo. Ilmaestro fiammingo viene infatti qui osservato so-prattutto come appassionato cultore dell’arte italia-na prima e poi diffusore in Europa dei modi italiania lui così congeniali, tanto da essere consideratocome il più italiano degli artisti del nord e da esseresentito “di casa” anche da chi, tra noi, lo guardi perla prima volta. La diramazione in Europa dell’inter-pretazione rubensiana dell’arte italiana si cogliebene anche nel saggio d’apertura di Jeffrey Muller,che, grazie a un testo inglese del 1623 incentratosulla tecnica disegnativa e soprattutto sul coloredell’artista, riesce a dimostrare la precoce diffusio-

ne delle tecniche pittoriche di Rubens, che si rifannoin modo palese alla teoria umanistica della rappre-sentazione della natura, da lui appresa sicuramentein Italia. Un altro interessante intervento è quello diGiuseppe Maria Pilo che, analizzando le compo-nenti venete di Rubens, ha dimostrato come abbianocontinuato ad essere fonte di spunti anche nel peri-odo anversese, non solo per lui ma anche per altregenerazioni di pittori lì formatisi.

Un tema comune a molti studi qui pubblicati è ilprofondo rapporto tra Rubens e i grandi movimentireligiosi dell’epoca: è soprattutto la Controriformache lascia tracce nelle sue opere, sia che si intendacome propaganda religiosa – è il caso del ciclopittorico di Rubens a Neuburg in Baviera, illustratoda Konrad Reuger – sia che venga letta comeassidua frequentazione dell’artista con i gesuiti el’alto clero romano, iniziata nel periodo italiano epoi mai interrotta, come viene ben delineato per laprima volta dal Waskinski.

Un’altra problematica discussa nel convegno èquella del rapporto tra Rubens e altri artisti. GerardWiedemann ha, per esempio, sollevato la questionedei contatti stilistici tra Rubens e lo scultore operan-te a Roma Duquesnoy, anche se pare non abbianomai avuto contatti fra di loro. Un altro artista su cuiRubens ebbe un’influenza vastissima è AntonioVan Dyck, che mostra nelle sue opere, come spiegaBert Meijer, una profonda conoscenza dell’arte edelle antichità romane, sicuramente trasmessagli daRubens. Un ultimo intervento degno di menzione èquello di Ugo Barzotti, che con meticolosità e rigorefilologico propone una nuova ipotesi di ricostruzio-ne della Pala della Trinità di Mantova, smembratanel 1801 e di cui tuttora riemergono fortunatamentedei frammenti, consentendo così di avvicinarci sem-pre più all’aspetto originario di una delle opere piùimportanti eseguite dal più puro Rubens “italiano”.

Anna Pietropolli

Il dolore morale. Omaggio a Dürer, a cura di FrancoGaronna e Paola Marini, Bassano del Grappa (VI),Ghedina & Tassotti, 1992, 8°, pp. 54, ill., L. 25.000.

Questo piccolo ma denso e interessantissimovolume, raccoglie gli atti della tavola rotonda“Omaggio a Dürer: il dolore morale”, svoltasi nelnovembre 1990 a Bassano grazie alla locale Ammi-nistrazione Comunale, al Museo Civico e alla U.L.S.S.n. 5. Come ci fanno notare i curatori, il Museo diBassano del Grappa conserva una tra le maggioriquantità di stampe del grande artista tedesco, le cuiincisioni hanno attratto “l’attenzione di studiosi didiverse discipline, per la ricchezza dei significati eper le tuttora oscure simbologie”. Da qui l’idea di

riunire alcuni esperti, differenti per formazione cul-turale ed interessi, per trattare della malinconia edella sofferenza interiore prendendo come spunto leincisioni conservate a Bassano. Le relazioni, chiare,concise e dotate di una ricca bibliografia, sonoaccompagnate da illustrazioni riproducenti operedella Collezione Remondini.

Il primo intervento, del vescovo Nonis, affrontainnanzitutto il significato del concetto di doloremorale, inteso come qualcosa che “...pur senzaavere un corrispondente punto di riferimento nelcorpo mette in crisi tutta la persona”, agendo instretto contatto con la concezione che l’individuo hadel bene e del male. La storica dell’arte ClaudiaCieri Via, invece, prende in esame la famosaMelancolia I del 1514, l’opera che più di tutte haaffascinato, nei secoli, gli studiosi. Nel corso del suosaggio, emerge una lettura umanistica dell’opera:come di dolore assoluto dovuto a “...la rottura di unequilibrio fra l’essere e le essenze finite, fra l’infini-tà divina e la finitudine umana”.

Carlo Maggini, docente di Clinica Psichiatrica,tratta la psicopatologia della depressione in unasorta di excursus storico, in un evolversi e ridefi-nirsi dei termini, delle teorie sottostanti, delle tera-pie: trovano spazio così i concetti di dolore morale,disagio psichico, depressione endogena, psicoge-na, somatogena, cronica o mascherata, inquadratisecondo i trattati classici. Con lo psicoanalista Mas-simo Meschini si passa ad una lettura della me-lanconia in chiave prettamente freudiana: “Lo spec-chio che dovrebbe servire all’immedesimazionemorale, diviene un pozzo nero. La malinconia sichina sul vuoto, sull’infinito, su figure geometriche,su tavole astronomiche, su rovine, su clessidre, cra-ni, monumenti, collane rotte, su strumenti che nonsuonano più; [...] sull’effige di un passato ideale chenon ritorna [...]. La presenza delle figure geometri-che, del compasso, della sfera, della clessidranell’iconografia della melanconia, sottolinea quelche non tiene nella spazializzazione della misura, sesi li-mita alla metrica quantitativa e cronologica. Ilsuicidio è il tentativo impossibile di eliminare ildisagio [...]. Il suicida dice: io non sono mortaleperché mi do la morte”.

L’artista bolognese Lucio Saffaro, riprende iltema del poliedro irregolare in Melancolia I, parten-do dal mito di Saturno, e dal famoso studio diKlibansky, Panofsky e Saxl. Ci troviamo così difronte ad affascinanti interpretazioni alchemiche,geometriche, numerologiche, le quali – con la lorocomplessità – contribuiscono ulteriormente a getta-re un alone di mistero attorno all’opera di Dürer.

Susanna Falchero

15

città da Rialto a San Marco. L’ultimo atto di ri-qualificazione formale dell’accesso al Canal Gran-de sarà dovuto all’adeguamento della Punta della‘Dogana da mar’, col globo di rame dorato e, sopra,la statua della Fortuna: esaltazione del potere marit-timo della Serenissima.

Questa storia e celebrazione del Canal Grandecomporta anche la riproduzione delle quattordiciincisioni che Antonio Visentini, vissuto a Veneziatra il 1688 e il 1782, trasse dai famosi dipinti delCanaletto che oggi si trovano nel castello di Windsor.L’opera vide la luce nel 1735 e fu riedita sette annidopo, con l’aggiunta del frontespizio inciso e dei ri-tratti dei due artisti, qui pure pubblicati, per un totaledi sedici tavole. Il libro esce a cura di Ennio Concina,che oltre a una introduzione sulla storia del CanalGrande e sulle sue architetture, accompagna il letto-re, tavola per tavola, in una sorta di puntuale illustra-zione dei monumenti e dei luoghi più significatividel Canale.

Giovanna Battiston

Le città venete di Terraferma nelle vedute del Sette-cento, a cura di Donatella Calabi, nota alle vedute diMarco Folin, Milano, Il Polifilo, 1990, 4°, pp. 184,23 tavv. doppie, L. 180.000.

Il volume propone una rilettura degli insediamentiveneti di Terraferma attraverso alcune vedute, ope-re fra gli altri di Canaletto, Carlevariis, FrancescoPiranesi, Cristoforo Dall’Acqua; non sempre si trat-ta di un’immagine del profilo urbano, ma spesso dirappresentazioni parziali del centro (la piazza delmercato, uno scrocio stradale, un palazzo, un pon-te), che confermano l’idea di un’unità ‘veneta’ e diuna continuità negli interventi della Serenissima,che hanno portato a un’identità riconosciuta nelcorso del XVIII secolo da artisti e da viaggiatori. Leloro descrizioni, accompagnate spesso da un ‘atlan-te’ o da illustrazioni sporadiche, predispongono unsolido quadro di riferimento; e anche nelle incisioniqui pubblicate s’indulge sui particolari consideratipiù importanti. L’intreccio tra le due forme di nar-razione (quella scritta e quella per immagini) pro-spetta una sintesi dell’intervento plurisecolare dellaRepubblica, i cui elementi sono le mura, che hannocontraddistinto la prima fase della presenza vene-ziana; il sistema articolato degli spazi pubblici (piaz-ze, slarghi, mercati); i monumenti nuovi o re-inven-tati (loggia, palazzo pubblico, monte di pietà, orolo-gio, botteghe, leone marciano) che si ripetono ugua-li; la peculiarità della trama viaria porticata; la fiera,la dogana, il giardino pubblico, il ponte; tutti questielementi riassumono il rinnovamento radicale diuna città, o costituiscono un modello di riferimentoprogettuale per altre, come chiarisce DonatellaCalabi nell’introduzione.

Giovanna Battiston

Ceramiche antiche a Treviso. Le raccolte dei museicivici, a cura di Andrea Bellieni, saggi vari, Treviso,Canova, 1991, pp. 267, ill., L. 55.000.

È il catalogo della omonima mostra conclusasi aTreviso nel maggio ’92, inserita nel programma del-l’Amministrazione Comunale di Treviso che vuoleattuare, con scadenza biennale, l’esposizione siste-matica delle raccolte che diedero vita al “Museodella casa trevigiana”, accumulato con costanza espirito anticipatore dall’abate Luigi Bailo a cavallotra Otto e Novecento. Il museo, che aveva sede pro-prio nella Casa da Noal dove ora viene a poco a pocoricollocato, subì gravissimi danni dopo il bombar-damento del 7 aprile 1944. Soltanto in questi ultimianni si sta ponendo rimedio alle distruzioni di allora,riportando alla luce e restituendo a Treviso un pre-zioso patrimonio artistico e culturale comprendentenon solo i dipinti e i modelli che costituiscono lasezione iconografica trevigiana, ma anche splendi-di mobili dal ’400 all’800, armi, ferri battuti e bron-zi, tessuti, antichi strumenti musicali e infine cera-miche dal ’300 all’800 per un totale di un migliaiodi pezzi, che subirono purtroppo i danni maggiori.

Andrea Bellieni, il curatore del catalogo, intra-prese il lavoro di classificazione delle ceramiche giàa partire dal 1983, trovandosi di fronte, oltre che adalcuni pezzi fortunosamente integri, ad una massadi cocci e frammenti ancora nelle condizioni direcupero postbellico, tranne alcuni casi di incollaggiodovuti alle precedenti direzioni museali. Il suo pa-ziente lavoro, assieme al prezioso aiuto di AntonioCornacchione autore di tutti i restauri, ha fatto sì cheoggi si possa ammirare una collezione che annoveraal suo interno pezzi provenienti dalle più importantimanifatture italiane e straniere, come quelle di Faen-za, di Urbino, di Bassano per quanto riguarda l’Ita-lia, e di origine tedesca, francese e viennese per quelche concerne le ceramiche straniere. È tuttaviaprepon-derante la componente trevigiana, che oc-cupa quasi i due terzi del catalogo ed offre così unapanoramica quanto mai interessante dell’evoluzio-ne della maio-lica locale dal ’300 fino all’800,passando dai pezzi ancora “rudimentali” e princi-palmente destinati all’uso quotidiano del XIV seco-lo alle vere e proprie opere d’arte prodotte nellacelebre fabbrica Fonte-basso nel secolo scorso. Ilvolume, degno di nota proprio per lo sforzo filologicoche lo sottende, viene completato da alcuni saggimolto chiari ed esaurienti, tra i quali spiccano quellodedicato al re-stauro di Giuliana Ericani e AntonioCornacchione, e quello esplicativo della tecnicadella ceramica di Michelangelo Munarini.

Anna Pietropolli

La collezione Casarini a Sacile, Treviso, Canova,1992, 8°, pp. XV-279, ill., L. 65.000.

Tra Pino Casarini e Sacile vi è stata una salda eprofonda amicizia, un’amicizia che a molti annidalla morte del pittore continua nel significativo

16

Tessuti antichi. La collezione Cini dei Musei Civiciveneziani, a cura di Doretta Davanzo Poli, scritti diF. Livieri, G. Romanelli, S. Moronato, D. DavanzoPoli, Venezia, Museo Correr, 1991, 8°, pp. 191, ill., s.i.p.

Il volume costituisce il catalogo completo dellacollezione di tessuti e paramenti sacri appartenuta aVittorio Cini e acquisita dal Comune di Venezia nel1985. Pubblicato in occasione dell’esposizione del-la quasi totalità dei preziosi esemplari di stoffe adopera dei Civici Musei veneziani, costituisce unimportante contributo alla sistemazione della rac-colta del patrimonio recentemente acquisito dalComune di Venezia e affidato al Centro Studi delTessuto e del Costume. In attesa che l’intera colle-zione veneziana, estesa alla collezione MichelangeloGuggenheim – donata nel 1913 – e di quella deldisciolto Centro Internazionale delle arti e del Co-stume di Palazzo Grassi, possa essere adeguata-mente ordinata ed esposta nella sede del Centro apalazzo Mocenigo di San Stae, catalogo e mostrahanno permesso un’apprezzabile stima di una co-spicua porzione del fondo tessile della città lagunare.

La collezione Cini, costituita principalmente fra il1936 e il 1942, comprende tessuti di varia provenien-za, europea e asiatica, datati fra i secoli XV e XVIII ; lararità dei pezzi e il loro alto valore sono accresciutidalle loro dimensioni e dalla loro integrità, che con-sentono di apprezzarne l’aspetto originale. Se lamostra ha avuto il merito di esporre ad un largopubblico la preziosa varietà dei manufatti, general-mente in ottimo stato di conservazione, il ca-talogo,curato dalla Davanzo Poli, costituisce un’ap-profondita schedatura scientifica che si rivolge prio-ritariamente agli specialisti. Tuttavia la magnificen-za dei materiali invita anche i non iniziati ad una piùmeditata osservazione e ad addentrarsi nella letturadelle schede che forniscono informazioni esaurientisu ognuno dei 160 tessuti costituenti la collezione.

Guido Galesso Nadir

Il Canal Grande nelle vedute del ‘Prospectum MagniCanalis’ disegnate e incise da Antonio Visentini daidipinti del Canaletto, a cura di Ennio Concina,Milano, Il Polifilo, 1988, 4°, pp. 116, tavv. 18 di cui17 doppie, L. 160.000.

L’immagine di Venezia e del Canal Grande è inorigine immagine di acque portuali, dal varco versoil mare presso San Nicolò di Lido sino all’estremooccidentale della città; e le tracce del lontano usomercantile e marinaro del Canal Grande sono tutto-ra evidenti. È alla fine del Trecento che si chiameràCanal Grande solo il lungo percorso intraurbanodell’antico canale, in concomitanza proprio col de-clino delle sue funzioni di porto. Il passato e in parteil presente mercantile della via d’acqua sono relega-ti in secondo piano e il Canale diventerà il luogodelle aristocratiche magnificenze architettoniche; etuttavia, con la ricostruzione del ponte di Rialto, sidarà spazio anche alle strutture commerciali della

Attilio Polato 1896-1978, catalogo della mostra(Vicenza, Chiesa di S. Giacomo, aprile-maggio1992), a cura di Katia Brugnolo Meloncelli, pref. diLionello Puppi, Vicenza, Neri Pozza, 1992, 8°, pp.94, ill., L. 30.000.

Lionello Puppi nell’introduzione a questo bel volu-me sull’opera di Attilio Polato scrive dell’esigenza dirompere il silenzio in cui è stato segregato questo artistae di proporre la sua opera ad un pubblico più vasto oltreche a una critica spesso distratta. L’iter artistico delpittore è restituito grazie al preciso lavoro di KatiaBrugnolo Meloncelli e ad una più che esauriente anto-logia critica in cui vengono raccolti studi di Neri Pozza,Gian Piero Brunetta, Paolo Rizzi e altri.

Polato nasce a Megliandino San Fidenzio nella pro-vincia padovana nel 1896, rivela ben presto le sueattitudini e non ancora diciottenne, nel 1914, vieneammesso direttamente al secondo anno di corso del-l’Accademia di Belle Arti di Venezia. I suoi maestrifurono Guglielmo Ciardi e Ettore Tito. La guerra inter-romperà i suoi studi che riprenderanno solo nel 1919; diquesto periodo sono le influenze impressioniste inspecial modo di Renoir, Monet e Degas. Nel 1923 vi èl’esordio del gruppo “900” che si ripresenterà l’annosuccessivo alla Biennale veneziana, ma il pittore siavvicina solo in parte a questa corrente; per tempera-mento, infatti, Polato non cerca una collocazione all’in-terno di un gruppo, la sua pittura nasce da una varietà dispunti e tendenze. Gli anni che vanno dalla fine del ’30agli inizi del ’40 sono molto difficili per l’artista; il suorifiuto al fascismo ne causerà l’esilio da Venezia versoAsiago dove sopravvive insegnando. Nel 1940 si tra-sferisce a Vicenza. In questo periodo nelle sue opere èpresente la meditazione sulla pittura del ’5-600; rifles-sione che caratterizzerà gli affreschi concepiti a Vicenzae nel vicentino. Le opere che vanno dal ’50 al ’70vedono l’artista recuperare gli stilemi dell’espressioni-smo tedesco con tematiche di tutela sociale; ma avran-no influenza sull’opera del pittore anche artisti comePicasso e Chagal. Polato muore a Vicenza nel 1978.

Luca Parisato

Le arti visive e l’educazione. Problemi ed esperien-ze, a cura di Giorgio Nonveiller, scritti di GiovanniMaria Bertin, Bruno Munari, Salomon Resnik, Pie-tro Melecchi, Renate Eco, Maurizio Bonicatti, Gior-gio Nonveiller, Venezia, Accademia di Belle Arti -Treviso, Canova, 1992, 8°, pp. 253, ill., L. 24.000.

L’Accademia di Belle Arti di Venezia ha organiz-zato qualche anno fa un ciclo di conferenze dedicato a“problemi ed esperienze di arti visive nella scuola”, cheora viene pubblicato in volume col contributo degliAssessorati alla pubblica istruzione del Comune e dellaProvincia di Venezia. L’iniziativa ideata da GiorgioNonveiller, curatore del volume e docente all’Accade-mia di Venezia, si è proposta di puntualizzare alcunealmeno delle complesse questioni legate all’educazio-ne estetica e artistica nella scuola dell’obbligo e neilicei, nel tentativo di considerare in un’ottica unitariasia gli aspetti pedagogici che quelli didattici. Nellastessa riforma che in questi anni si sta profilando per la

scuola secondaria superiore, l’area artistica continua atrovare una collocazione marginale nell’impiantocurriculare delle discipline che vengono ritenute fonda-mentali. I contributi presenti nel volume, frutto diricerche teoriche e didattiche provenienti da ambitidisciplinari e metodologici diversi, bene evidenzianol’importanza di un’educazione estetica nella formazio-ne del bambino e dell’adolescente.

Sulla complessità delle implicazioni pedagogiche diun’educazione estetica nella formazione dell’adole-scente si è a lungo soffermato Giovanni Maria Bertin,che sottolinea l’importanza di dare adeguato spazio allemolteplici potenzialità creative dell’alunno. Ilpedagosista sviluppa la sua proposta per un’educazionealla ragione che comprenda la dimensione demonicadel soggetto educando, e cioè quell’insieme di forzesensoriali, emotive, sensuali capaci di coinvolgere icomportamenti interpersonali, le scelte legate al gustoestetico e la creatività individuale. Si tratta di un’edu-cazione in grado di accogliere e ‘orientare’ le sceltedell’adolescente non solo nella vita sociale, ma anchenell’approccio alle varie discipline di studio, dandoloro un’accentuazione personale, ravvivata da una piùlarga progettualità esistenziale.

Di notevole interesse l’esperienza didattica di BrunoMunari sull’organizzazione di laboratori di comunica-zione visiva per bambini dai tre agli otto anni, dovecentrale si è dimostrato il ruolo svolto dalle sollecita-zioni visive dei linguaggi grafici e pittorici; l’autoresottolinea l’importanza di non deprimere mai l’inizia-tiva e l’inventiva dei bambini e di creare situazioniludiche stimolanti che dispongano alla scoperta e allaconoscenza. Quando un bambino disegna entrano ingioco paure, desideri e fantasmi legati al suo avventu-rarsi nel mondo: lo psicoanalista Salomon Resnik, nelsaggio Il fantastico nel bambino, analizza questi disagiservendosi di un’esperienza sviluppata a Venezia conbambini dai 7 ai 9 anni, i quali hanno prodotto alcunidisegni che raffiguravano il percorso da loro effettuatoper raggiungere la scuola, vero e proprio “rito di pas-saggio”, poi drammatizzato entro una situazione digioco di gruppo. Le interpretazioni di Resnik mostranoquanto ricca di implicazioni personali sia l’attivitàgrafica e pittorica del bambino; l’autore sottolinea lacomplessità dello strutturarsi, nel bambino, di un per-corso spaziale ricco di tonalità emotive, i cui riflessiimmaginativi e fastastici li ritroviamo nei disegni.L’intervento di Pietro Melecchi, Esperienze di educa-zione artistica nella scuola, espone il metodo e i risul-tati di un lavoro svolto per lunghi anni con ipreadolescenti, ottenendo immagini pittoriche di note-vole qualità artistica. Sviluppare pienamente gli spuntiimmaginativi, di cui ciascun soggetto è naturalmenteportatore, in un’immagine pittorica compiuta, implicaun lavoro lungo e difficile, che non differisce sostan-zialmente dal lavoro dell’artista: si tratta di un traguar-do, cioè della capacità di lasciar emergere il ‘fondo’ diciascuno, dove il fantastico entra pienamente in gioco.Ma è evidente che per ottenere risultati come quellidegli allievi di Melecchi occorre orientare fin dallepremesse iniziali tutto il lavoro didattico.

Maurizio Bonicatti ne L’esperienza prelogica nellapsicopatologia affronta problemi di ampia portata sulpensiero prelogico e il complesso retroterra immagina-tivo delle personalità patologiche gravi. La questione

17

gesto della moglie Elide di donare alla città le operedel marito. Si tratta di una collezione comprendentedipinti, disegni, incisioni e sculture che vanno daglianni ’20 ai ’70, percorrendo 50 anni di arte italiana.Sacile beneficerà anche della conservazione dell’ar-chivio privato del maestro. Il catalogo rende omag-gio a questa amicizia tra il pittore e Sacile; dopo gliinterventi di ammiratori come Mons. Eugenio Ravi-gnani, vescovo di Vittorio Veneto, e di amici comedon Pietro Mazzarotto e don Pio Della Valentina,abbiamo l’interessante introduzione di GiorgioFossaluzza, curatore del catalogo con Nico Stringa,che ci conduce alla conoscenza del pittore e soprat-tutto dell’uomo. Seguono i saggi di Giuliano Tom-masella, Pino Casarini: ritratto pubblico e privato,e di Nico Stringa, Pino Casarini: Un maestro delnovecento italiano.

Casarini nasce a Verona il 7 giugno 1897 – il pa-dre Carlo è artigiano intagliatore e doratore –, fre-quenta l’Accademia di Belle Arti “Cignaroli”, ap-prende le tecniche di pittura dal maestro ViscardoCarton e l’arte dell’affresco da Carlo Donati. Dopoessere stato a Milano nello studio del cartellonistaPlinio Codognato, nel 1916 è chiamato alle armi;congedato, si dedica all’attività di illustratore ecaricaturista oltre che alla pubblicità e alla pittura. A23 anni affresca alle pareti della chiesa di Manzanodi Trento la Via Crucis: è la sua prima commissionedi arte sacra. Contemporaneamente collabora conl’ente lirico dell’Arena e continua con successo lasua attività di caricaturista. Nel ’26 la prima parte-cipazione alla mostra di Ca’ Pesaro con tre disegni;continuano le commissioni di arte sacra e nel ’28 èinvitato con una personale a Ca' Pesaro (una delleopere esposte, Riposo, è acquistata dal Re).

Il successo del pittore cresce e nel 1934 gli vieneaffidata la decorazione del Palazzo Reale di Bolzano;nell’occasione collabora con Napoleone Martinuzzi,Mario di Monteccon, i fratelli Cascella, LiberoAndreotti. Dal 1936 si moltiplicano gli incarichiufficiali di grandi lavori decorativi, tra cui I teleriper il municipio di Trento e l’affresco per l’atriodell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni di Vero-na. Il 1940 lo vede presente alla Biennale di Veneziacon una personale. Gli anni che vanno dal ’41 al ’45lo vedono attivo alla decorazione ad affresco delsalone basilicale del Bò a Padova, a Verona nell’ab-side della chiesa di S. Giuseppe, nella chiesa di S.Agnese a Venezia con la decorazione del catinoabsidale e a Vittorio Veneto con gli affreschi dellacupola maggiore e dei pennacchi della Cattedrale. Il1946 è l’anno dell’impegno a Sacile. Nel ’48 esponeper l’ultima volta alla Biennale e riprende i suoilavori di scenografia areniana e teatrale. Il decennio’49-’59 è dedicato all’arte sacra e alle rappresenta-zioni areniane. Torna alla pittura alla fine del ’50con uno stile che rivela interessi verso la lezionepicassiana. Gli ultimi anni lo vedono impegnato aCordovado (Udine), Abano, Verona e molte altrecittà. Morirà a Verona nel 1972.

Luca Parisato

centrale posta dall’autore è se la realtà intrapsichica,soprattutto di un pensiero non organizzato come quellopsicotico, non venga del tutto sottovalutata, se nonstravolta, da una logica di adattamento al reale e dagliappiattimenti di un’epistéme razionalista-raziocinanteche vorrebbe interpretare tale pensiero entro un “sensocomune” che ne preclude la comprensione. Quantiaspetti del pensiero prelogico vengono messi in gioconelle attitudini artistiche e fino a che punto il pensierocategoriale rischia di irrigidire le attitudini immagina-tive? È una questione ancora del tutto aperta e sullaquale Bonicatti si sofferma ampiamente.

Renate Eco ha lavorato a lungo all’impostazione diuna didattica artistica in ambito museale, contemperandopratiche artistiche – mediante attività di laboratorio – estoria dell’arte in funzione di un’ educazione alla visio-ne che consenta la comprensione delle opere d’arte (perlo più di pittura). L’autrice bene sottolinea come inun’educazione alla visione occorra far riferimento con-tinuo ai linguaggi, alle psicologie della percezione, aivari modi di comporre, alle concezioni spaziali, alleiconologie, ai diversi modi di simbolizzazione, alletecniche, ai materiali e così via. Tutte conoscenze checostituiscono gli elementi basilari per la comprensionedelle arti visive, e che dovrebbero far parte anche di unacorretta impostazione della storia dell’arte nella scuola.

Infine, Giorgio Nonveiller espone una serie di Con-siderazioni per un’educazione attraverso l’arte nellascuola secondaria superiore, sia di ordine critico che diordine propositivo, avanzando l’esigenza di costruireun rapporto educativo genuino e problematico con learti visive, che includa la dimensione poietica. Daquest’ultima deve venire preliminarmente l’educazio-ne alla visione, anche se il ‘fare arte’ può mantenere unasua autonomia.

Chiara Finesso

Problematiche legislative e fiscali delle Fondazioniartistiche italiane, Verona, APT - FondazioneMuseo Miniscalchi Erizzo, 1991, 8°, pp. 43, s.i.p.

Si tratta della pubblicazione delle relazioni uffi-ciali pronunciate nel convegno tenutosi a Verona il30 marzo 1990 sulle problematiche legislative efiscali delle fondazioni artistiche italiane. Le fonda-zioni artistiche sono, come ben spiega Gian PaoloMarchini nella sua introduzione, enti di diritto pri-vato dotati di personalità giuridica, proprietari ogestori di musei; non hanno fini di lucro e si occu-pano della conservazione e gestione dei beni cultu-rali. Il problema trattato nel convegno è relativo allamancanza di uno status giuridico che permetta allefondazioni di distinguersi da altri enti morali.

Gli interventi riportati nel volume sono quattro.Il primo, di Feliciano Benvenuti, tratta dell’inqua-dramento legislativo delle fondazioni. L’autore sot-tolinea l’esigenza di una collaborazione tra polopubblico e fondazione privata; quest’ultima infattisi presta all’integrazione tra pubblico e privatopoiché la sua funzione supera l’interesse personaledel fondatore per indirizzarsi verso la soddisfazionedell’interesse comunitario. Il secondo intervento, diGiovanni Diaz, riguarda l’inquadramento ammini-strativo e fiscale delle fondazioni artistiche; il relatorepone l’accento sulla necessità delle agevolazionifiscali, in particolare INVIM-IRPEG-ILOR e IVA , peruna loro migliore gestione economica. Diaz inoltreindividua nelle fondazioni il modello ottimale per lagestione dei beni culturali. Tale capacità di gestioneè rilevata anche da Bruno Passamani che propone lefondazioni come modello di conduzione per i museilocali ed istituzionali. L’ultimo intervento è diBuonocore Caccialupi su Le fondazioni artistichenell’ambito dei beni culturali.

Luca Parisato

Architettura - Urbanistica - Paesaggio

AUTORI VARI, Francesco Maria Preti architetto eteorico (Castelfranco Veneto, 1701-1774), a cura diLionello Puppi, saggi e schede di Donata Battilotti,Ruggero Maschio, Barbara Mazza e Lionello Puppi,Banca Popolare di Castelfranco Veneto, 1990, 4°,pp. XI-379, ill., s.i.p.

Finora, sull’architetto castellano era rintracciabileun solo lavoro monografico del 1954 ad opera diFavero Fabris, peraltro discutibile dal punto di vistacritico. Questa ricerca, che presenta anche un catalo-go delle opere di Preti, ripercorre l’iter progettuale ecostruttivo di Francesco Maria, supportata da un’ana-lisi critica dell’imponente corpus dei suoi di-segni eda una “lettura” ordinata di documenti d’ar-chiviotalora inediti o inesplorati come, ad esempio, la corri-spondenza con l’amico Giordano Riccati. La suaattività come architetto inizia quasi per caso. Il fisicoGiovanni Rizzetti, incaricato di predisporre il proget-to per il nuovo Duomo di Castelfranco, essendo assaiimpegnato nella compilazione del saggio De luminisaffectionibus, delega il poco più che ventenne Preti adassolvere l’impegno. Digiuno di architettura, dopo uncorso accelerato di lezioni im-partite dallo stessoRizzetti, il Preti produce un pri-mo progetto chesottopone al giudizio dell’Accademia romana di S.Luca. Il responso negativo di que-sta prestigiosaistituzione lo porterà a nascondere a chichessia i suoiprimi disegni. Centrale nella formazione dell’archi-tetto è l’acquisizione della media armonica propor-zionale, strumento compositivo ela-borato all’internodi quel cenacolo di eruditi che era la “ScholaRiccatiana” e di cui lo stesso Preti faceva parte. Lamedia armonica, che secondo l’architetto castellanoserviva per determinare la giusta altezza dei vani,venne immediatamente utilizzata per il secondo pro-getto del Duomo e, in seguito, per quasi tutti gli altriedifici realizzati. Riguardo alla paternità della teoriadella media armonica, esplose, intorno al 1757, unafamosa querelle tra il Preti e un non identificatoAnonimo Trevigiano, il quale sosteneva essereJacopo Riccati l’unico “inventore” del metodo.

Lo stimolante ambiente culturale castellano, incui si dibattevano argomenti di economia, di agra-ria, di carattere scientifico, di matematica, di musicae di architettura, ebbe una notevole influenza sulPreti. La cerchia di intellettuali castellani non recepìcompletamente le dottrine illuministiche d’oltralpe,specialmente quelle che mettevano in discussione ivalori tradizionali del cattolicesimo, così che si puòparlare, come fa notare Brusatin, di un “illuminismoragionevole alla veneta”. Queste tendenze modera-te permearono la scuola architettonica castellanache osservò, nella teoria e nella prassi, principistoricamente “collaudati e quindi rassicuranti”. Di-nanzi ad un relativo numero di opere realizzate dal

Preti, a causa di una committenza che non lo favorìappieno, troviamo, al contrario, un’immane quanti-tà di disegni e progetti, grazie ai quali possiamoconstatare il notevole interesse dell’architetto per itemi urbani. Le sue sperimentazioni sulle varietipologie edilizie sono, forse, l’aspetto più progres-sivo del suo neo-classicismo ed in linea con i conte-nuti nuovi che quest’ultimo introduce riguardo alconcetto di utenza insieme a quello di “necessitàcivile” a cui l’architetto deve sottomettersi.

Roberto Tosato

LUCIANO BOSIO, Le strade romane della Venetia edell’Histria, Padova, Editoriale Programma, 1991,4°, pp. 283, ill., L. 78.000.

Il territorio in larga parte ora compreso nelle TreVenezie fu interamente investito dalla articolatadiffusione del sistema viario romano; un’organicarete stradale l’attraversava e raggiungeva i territorioltre la Penisola, sia ad est che a nord. Creato perrispondere ad esigenze di penetrazione e controllodello Stato, per le sue caratteristiche potè svolgereun eccezionale ruolo di trasformazione dei luoghi edelle popolazioni. Luciano Bosio, docente di Topo-grafia antica all’Università di Padova, offre unquadro approfondito e completo dell’assetto viarioromano. Il volume rappresenta una ricognizione delterritorio finalizzata a far emergere quanto soprav-vive di un complesso realizzato secondo una conce-zione originale, che non trova nel mondo antico ef-fettivi precedenti. Il testo riconsidera le funzioni perle quali le strade furono create e gli effetti conse-guenti al superamento delle distanze che separava-no differenti etnie. Opportuna ed apprezzabile è labibliografia ragionata che consente allo studioso diesporre gli strumenti e i criteri alla base del lavoro.

Tracciate secondo scopi di carattere strategico, levie romane tennero conto pure dei percorsi preceden-temente creati dalle popolazioni che formavano la Xregio augustea, della quale viene delineato un profiloche evidenzia l’incidenza delle civiltà pre-romane. Iprincipali collegamenti erano in funzione sia dellenuove esigenze e dei nuovi insediamenti che delleimportanti città preesistenti. Bosio ricorre alle testi-monianze antiche e alla ricerca sul terreno per ridefinirela complessa rete che innervava il Venetorum angulus;la descrive analiticamente, po-ne dialetticamente aconfronto le ipotesi, chiarisce i motivi di persistenteincertezza. Ne emerge un quadro d’insieme dasovrapporre opportunamente alla configurazione ter-ritoriale odierna. L’Autore bene evidenzia lo strettointreccio fra le vicende storiche e le strade romane,dall’apertura – per volere del console Marco EmilioLepido nel 175 a.C. – della prima arteria destinata acollegare Bologna alla nuova colonia di Aquileia,attraverso il territorio an-cora indipendente dei Veneti,alla conquista longo-barda. L’ultimo capitolo delvolume, dedicato all’esame delle connessioni quiaccennate, costituisce il frammento di una possibilestoria del territorio veneto vista attraverso l’osserva-torio privilegiato delle direttrici stradali che mutanoil loro corso nel tempo.

Guido Galesso Nadir

Città venete a confronto, a cura di Umberto Curi eLuca Romano, Venezia, Fondazione GramsciVeneto, 1991, 8°, pp. 135, ill., s.i.p.

Il testo raccoglie parte dei materiali relativi a treconvegni organizzati dall’Istituto Gramsci tra il1988 e il 1990 sulle città di Venezia, Padova e Vi-cenza. L’incontro su Venezia era dedicato al proble-ma della risistemazione dell’area marciana, cuore

18

nevralgico della Serenissima; quello riferito a Pado-va riguardava l’opportunità di promuovere un pro-getto coerente di governo e direzione della città,capace di affrontare i grandi problemi che la crescitaurbana negli scorsi anni ha suscitato; quello infinesu Vicenza verteva sulla questione specifica delriutilizzo della basilica Palladiana.

Le città venete attorno a cui ruotano gli interventievidenziano realtà urbane, configurazioni sociali edeconomiche, e problemi di gestione ampiamentediversificati, ma, nonostante questo, la loro situa-zione attuale può ugualmente essere inquadrata apartire da una medesima prospettiva. Una consape-volezza comune anima i diversi contributi presentinel testo ed è ben espressa da U. Curi quando, par-lando del caso padovano, riconosce come tale cen-tro sconti in questo scorcio di fine secolo gli errorie la mancanza globale di progettualità che hannocontraddistinto lo sviluppo impetuoso e disorganicodi questi ultimi decenni. L’impatto con la modernitàsi è giocato infatti, per le città venete, su diversipiani e con ritmi più o meno accelerati, ma sia illievitare caotico di Padova nel ventennio ’50-’70,sia le difficoltà di crescita di Vicenza che la grandee rovinosa scommessa di Venezia, sospesa tra il suodestino di città d’arte e cultura e le chimere di unaindustrializzazione forzata, testimoniano dei graviproblemi emersi dai processi di trasformazione chehanno investito le realtà urbane. Ciò che è assente èproprio quell’idea unitaria e globale di città cheispira gli interventi riportati nel testo: una visioned’assieme che riscopra le radici del presente nelpassato e, nella rielaborazione di questo orizzonte disenso, apra la possibilità di un futuro. È questaintuizione che guida i brevi ma esemplari saggi diGianni Fabbri e Manfredo Tafuri, dedicati rispetti-vamente alla ridefinizione del sistema marciano erealtino a Venezia e al riutilizzo della Basilica Pal-ladiana a Vicenza. L’obiettivo polemico di entram-be le relazioni è il “pregiudizio del riuso”, quellaequivoca politica culturale che inseguendo unamitizzata rivitalizzazione dei grandi centri monu-mentali si pone il problema di una loro riutilizzazione,trasformandoli per lo più in spettacolari “contenito-ri”, spazi indifferenti dove ruotano manifestazionidisparate: mostre, sfilate, convegni. A volte si di-mentica che un monumento ha già la propria funzio-ne nel suo essere memoria, ricordo, rimando ad unadifferenza che fonda, “richiamo talvolta polemicorispetto a ciò che siamo”.

Ferdinando Perissinotto

GIANFRANCO BETTIN, Dove volano i leoni. Fine seco-lo a Venezia, Milano, Garzanti, 1991, 16°, pp. 131,L. 16.000.

“La sera uscivo da solo nella città incantata,perdendomi fra i quartieri sconosciuti come unpersonaggio delle Mille e una Notte...”, così Proustnella Recherche inizia a descrivere l’errare del suo

protagonista, immerso nel fascino avvolgente diuna Venezia labirintica, spazio di inganni e dis-simulazioni che però sembra celare nell’intreccioaggrovigliato delle sue calli e dei suoi canali unapromessa appassionata di felicità. L’immagine cheProust ci dona della città può forse aiutarci a com-prendere il percorso che Bettin compie nel suo testo.Come il personaggio proustiano si addentra neldedalo intricato della città, così l’autore veneto siavventura nello straordinario labirinto di forme erappresentazioni che costituiscono l’aurea mitica diVenezia, ma non dimostra certo la stessa disponibi-lità a lasciarsi catturare dal gioco di fascinazioni edincanti che la città diffonde. Una sottile vena illu-minista attraversa il testo e si tradisce non solo nel-l’ironia, nello stile aereo oscillante tra il gioco delleimmagini evocatrici e la denuncia pungente dei dis-sesti veneziani, ma soprattutto nell’opera di smi-tizzazione che si articola nello scritto. Dalle foschetinte della Venezia shakespeariana, all’immaginegalante e leggera della Serenissima settecentescasospesa sull’orlo del baratro, fino all’agonia desola-ta della Venezia di Mann, luogo di miasmi e malat-tia, di sterilità e morte, Bettin risale lungo la galleriadelle metamorfosi del mito di Venezia per scoprirecome, al riparo di queste figure, si siano prodottiequivoci e menzogne, grandi speculazioni e pessi-ma amministrazione, si sia soprattutto giocato l’az-zardato incontro di Venezia con la modernità. È lastoria recente della città che, nella lettura di Bettin,sembra condannata più che da un immobilismo gre-ve, da un iperattivismo sregolato e colpevole che hainfranto, in nome del grande mito del progresso,l’equilibrio precario che ne reggeva il destino.

Dalla grande utopia di Marghera polo industria-le, alla rovinosa, per l’ecosistema, creazione dinuove grandi vie navigabili in laguna, ai mega-progetti per la chiusura delle bocche di porto finoalla battaglia per l’Expo 2000, Bettin ricostruisce lastoria delle irresponsabili accelerazioni impressealla evoluzione della città che ne hanno snaturatoprofondamente la struttura, rendendo sempre piùattuale e profonda quell’agonia da cui si volevaevadere. È necessario riscoprire la dimensione quo-tidiana di Venezia come “spazio vissuto”, nella suasemplicità come nella sua ricchezza; spazio da sal-vaguardare attraverso caute strategie di difesa voltea ritrovare quell’intreccio di prudentia e renovatioche ha guidato per secoli l’amministrazione dellaRepubblica. Ritrovando, soprattutto, l’umiltà e ilrispetto di fronte ai ritmi naturali che scandisconol’integrazione millenaria fra la terra e le acque, fragli uomini e l’ambiente, fra lo spazio, discontinuo edisperso della laguna, e il tempo.

Ferdinando Perissinotto

Musica - Teatro - Cinema

FONDAZIONE CIVILTÀ BRESCIANA - FONDAZIONE SCIEN-TIFICA QUERINI SAMPALIA , Benedetto Marcello: unmusicista tra Venezia e Brescia, a cura di MarcoBizzarini e Giacomo Fornari, Cremona, Turris, 1990,4°, pp. 77, ill., L. 30.000.

Il volumetto è concepito quale sussidio alla mo-stra documentaria dedicata al musicista BenedettoMarcello allestita a Brescia nel 1990; non ha perciòparticolari velleità musicologiche nonostante la curacon cui è realizzato e lo scorrevole e documentatoprofilo bibliografico dedicato da Marco Bizzarini almusicista veneziano che, nobile della SerenissimaRepubblica, con un cursus honorum di buon livello,concluse i suoi giorni quale camerlengo della came-

ra dogale a Brescia. Difficilmente si poteva fare dipiù in campo specialistico se si considera che solodue anni prima l’editore Olschki aveva edito gli attidel convegno internazionale di studi BenedettoMarcello: la sua opera e il suo tempo (a cura diClaudio Madricardo e Franco Rossi) tenutosi aVenezia presso la Fondazione Levi nel 1986, terzocentenario della nascita, e al quale avevano parteci-pato i più validi musicologi e storici impegnati sulfronte del Settecento veneto. Se il compito di uncatalogo è principalmente quello di realizzare un’ap-profondita e accurata opera di divulgazione rivol-gendosi al pubblico eterogeneo di una mostra acosto di trascurare il mondo degli specialisti, l’ope-ra, commissionata dalle Fondazioni Civiltà Bre-sciana e Querini Stampalia di Venezia, assolve inpieno questo compito: non solo con il citato elodevole profilo biografico ma anche grazie al co-spicuo apparato iconografico costituito da riprodu-zioni di documenti, musiche, frontespizi, operepittoriche dell’epoca, caricature, ritratti. Il risultatoè un elegante e ricercato sussidio in grado di aiutareil lettore a leggere le vicende del musicista nell’am-biente storico, artistico e culturale nel quale è vissu-to. L’edizione si completa con un centinaio di sche-de descrittive, redatte da M. Bizzarini e G. Fornari,riferite ad altrettanti reperti esposti nella mostra cheaccompagnano la vita del musicista dalla nascita,con documenti sulla famiglia, sino agli ultimi giornia Brescia, non trascurando peraltro musicisti amicio rivali, quali Vivaldi, Antonio Lotti e il fratelloAlessandro musicista anch’esso.

Primeggia il mondo teatrale e i suoi personaggi,ai quali Benedetto rivolgerà quello che può essereconsiderato il manifesto della satira teatrale sette-centesca: Il teatro alla moda del 1720. Non manca-no interessanti riferimenti alle sue musiche, tra cuispicca l’Estro Poetico-Armonico (1724-26) che ponein musica le traduzioni ampliate e parafrasate deiprimi cinquanta salmi del procuratore GeronimoAscanio Giustiniani. Sarebbe lecito, dopo tantaattenzione ‘teorica’ alle vicende, all’ambiente e allemusiche del nobile “dilettante di musica”, una pariattenzione da parte degli interpreti verso le suemusiche che dovrebbero essere fatte rivivere nellesale da concerto con maggior frequenza e varietà discelta di quanto non avvenga.

Francesco Passadore

GIGIO ARTEMIO GIANCARLI , Commedie. La Capraria- La Zingana, edizione critica, traduzione, note eglossario a cura di Lucia Lazzerini, con un’appen-dice sulla “Medora” di Lope de Rueda, Padova,Antenore, 1991, 8°, pp. XXXV -540, L. 80.000.

Il volume, nono della collana “Biblioteca Veneta”diretta da Giorgio Padoan, riunisce le due comme-die superstiti della vasta produzione letteraria delGiancarli, drammaturgo, attore e pittore attivo traFerrara e Venezia nella prima metà del XVI secolo.Poche le notizie pervenuteci su questo artista “estro-verso” e provocatorio, nato a Rovigo tra il 1506 e il1508 e scomparso a Venezia, vittima del “malfrancese”, prima del 1558 o del 1561, stando alprologo della Pace di Marin Negro, che ne rievocal’“ombra”. Dal ritratto offerto dalla curatrice neldenso studio introduttivo, emerge una figura tutt’al-tro che di secondo piano nel panorama della culturateatrale cinquecentesca. La Lazzerini trae dall’ap-profondito esame dei testi, integrato dalle scarsetestimonianze disponibili, gli elementi per una ese-gesi delle due commedie che rivela la sorprendentemodernità di Giancarli, e precisa il ruolo da luisvolto in quell’area della cultura teatrale del Rina-scimento di vigorosa ispirazione anticlassicistica.A Ferrara, dove trascorre parte della giovinezza

19

sotto la protezione degli Estensi, Gigio si formapresso quell’“officina pittorica e spettacolare” cheera stata “il luogo dell’esercizio teatrale ariosteo”.A Venezia, appare tra gli aderenti alla “Scuola d’iLiquidi”, sodalizio “destinato... a diventare labora-torio di audaci sperimentazioni linguistiche”.

La Capraria e la Zingana videro rispettivamentele stampe nel 1544 e 1545, qualche anno in anticiposulle prime edizioni della calmiana Spagnolas edella Piovana di Ruzzante, ed è probabile che il lorosuc-cesso “abbia avuto una funzione promozionaleper il teatro veneto dialettal-plurilingue”. Sotto ilprofilo dello sperimentalismo linguistico e formale,la Zingana supera di larga misura la Capraria. Nellaprima, le complicazioni dell’intreccio tutto gags,equivoci, peripezie, agnizioni, si sommano alla pi-rotecnia verbale in un’impervia poliglossia di tosca-no, veneziano, pavano, bergamasco, greco, gre-ghesco, arabo che la presente edizione rende acces-sibile al pubblico non specialista grazie alla tra-duzione a fronte e all’ampio corredo di note.

Manieristicamente teso fra osservanza apparentedella norma classica e gusto per la deformazione, ilmascheramento, la citazione, il teatro di Giancarlisembra alludere, nell’intreccio drammaturgico elinguistico, alla “perdita della centralità”, “a unmondo di gerarchie rovesciate, a un universo capo-volto”. Ad affiorare è “l’antica sfida del labirinto”,mentre il “microcosmo della commedia” diviene“metafora della complessità del reale, della molte-plicità dei punti di vista: specchio di un’epoca cheaveva la fiducia in un significato oggettivo, immu-tabile della realtà”. Evidenti, non di rado esibite,sono le esperienze teatrali che alimentano la venadel Rodigino: fra gli italiani, “Ariosto e Machiavelliaffiorano a tratti”; “Ruzzante, il Bibbiena, gli Intro-nati e l’Aretino sono garbatamente saccheggiati”,mentre la Celestina di Rojas è il modello su cui èesemplato il personaggio della ruffiana nella Zin-gana. La commedia sarà a sua volta fonte di nume-rose imitazioni ed eserciterà influssi sul Calmo, sulteatro comico cinquecentesco e sulla prima Com-media dell’Arte, entrando con la Medora, liberatraduzione di Lope de Rueda, “nella storia del teatroeuropeo”.

Giuseppe De Meo

ARNALDO MOMO, La carriera delle maschere nelteatro di Goldoni, Chiari, Gozzi, Venezia, Marsilio,1992, 8°, pp. 380, L. 50.000.

La riforma della commedia attuata da Goldoni a-veva comportato una radicale modifica dei capisal-di della Commedia dell’Arte: la recitazioneall’improv-viso (sostituita dalla stesura completadelle parti) e le Maschere, rese sempre più duttili ecapaci di esprimere psicologie e rapporti sociali dipersonaggi rea-listicamente configurati. Nel corsodi questo pro-cesso di trasformazione Goldoni, con-sapevole dell’ importanza della tradizione per lariuscita della ri-forma, riconobbe pari dignità sia al

“Teatro” che al “Mondo”, rivendicandoli quali solimaestri della sua poetica. La “Battaglia delle Ma-schere” intrapresa da Goldoni viene esaminata nellaprima parte del libro, in cui l’autore pone in luce lecontraddizioni esistenti fra il piano squisitamenteteatrale, astratto e simbolico dei “tipi” della Comme-dia dell’Arte – rappresentante il “Teatro” – e il pianodi verosimi-glianza, concretezza e credibilità bor-ghese richiesto dal nuovo modello drammaturgico (il“Mondo”). Il contrasto fra le due strutture, che è allabase della riforma, risulta paradigmaticamente evi-dente in Arlecchino che, a causa della sua origine“diabolica” e della natura asociale e trasgressiva, è laMaschera con il più alto grado di autonomia scenicae di teatralità pura. È solo al termine di una lunga seriedi modifiche che, conquistato il “linguaggio borghe-se”, Arlecchino farà in pari tempo il suo ingresso nel“Mondo” come personaggio, tradirà se stesso e il“Teatro” e consentirà alla riforma goldoniana di“ritenersi veramente compiuta”.

Lo studio successivo dedicato a Chiari evidenziae sviluppa fra l’altro il concetto di “Pubblico” qualefattore condizionante della sua poetica: privo di unaprecisa volontà di riforma, Chiari non vede il pub-blico teatrale come un’entità educabile (alla manie-ra di Goldoni), ma come “il primo maestro delteatro” al quale offrire un’immagine in cui esso “sisublima sognandosi”. Nella sua produzione a sfon-do consolatorio, basata sul gusto per il “meraviglio-so”, il romanzesco, la “scena madre”, Chiari prefe-risce il cotè “teatrale” a quello realistico, la “favola”alla “morale”: per questo nel suo teatro le Masche-re vengono mantenute, ma sono gerarchicamenteisolate dalla vera azione drammatica e non hannopossibilità di “carriera”.

Per Gozzi, infine, il “rilancio” della Commediadell’Arte non è che il pretesto per un feroce attaccoalle idee illuministe, che nelle commedie di Goldoniavrebbero trovato un mezzo di diffusione efficaceancor più per la forma che per in contenuti. Controla riforma Gozzi propone un teatro volutamenteingenuo, che non sia “veicolo di ‘educazione popo-lare’ ”, di “sovversivo egualitarismo”. Sotto le vestidella favola e della Commedia dell’Arte, egli mettein scena un “complesso discorso filosofico”: il suoè un “Teatro puro” in cui è ovviamente pre-clusaalle Maschere ogni carriera verso il “Mondo”, ma alcui interno Truffaldino-Arlecchino potrà putarsi infilosofo “machiavellista” che esibisce cinicamente“il fondamento materiale dei rapporti umani”. Di-versamente dalle Fiabe teatrali, che costituiscono ilmanifesto della posizione filosofica di Gozzi, leTragicommedie sarebbero la traduzione delle sueidee in “esplicite allegorie morali”; in queste opereGozzi riconduce le Maschere alla funzione dicontrappunto comico della vicenda principale, maconferendo loro uno spiccato ruolo di straniamento:appunto allo straniamento e alla struttura epica delteatro di Gozzi sono rivolte alcu-ne delle più pene-tranti analisi del saggio dedicato a questo grandeautore amato dalle Avanguardie.

Giuseppe De Meo

ANTONIO STEFANI, Cronache degli spettacoli nelTeatro Olimpico di Vicenza dal 1971 al 1991,present. di Remo Schiano, Vicenza, AccademiaOlimpica, 1992, 8°, pp. VIII-161, ill., L. 30.000.

Si tratta di un libro rivolto agli appassionati diteatro e, in particolare, ai frequentatori ed estimatoridell’Olimpico di Vicenza. Le vicende e la vitaartistica e architettonica dell’edificio palladianodall’anno di inaugurazione, il 1585, al 1970 sonostate oggetto di esauriente trattazione da parte diGino Nogara in un precedente volume. Quest’ulti-

mo lavoro, firmato da Antonio Stefani, critico tea-trale de “Il Giornale di Vicenza”, prende in conside-razione lo spazio temporale compreso negli ultimivent’anni, consegnando un altro tassello alla me-moria storica della città e del suo teatro.

Il volume è suddiviso in due sezioni. Una primaparte è dedicata ai Cicli di Rappresentazioni Clas-siche – così denominati nella Convenzione, stipula-ta nel 1935 tra Comune di Vicenza e AccademiaOlimpica, con la quale si istituì un Comitato perma-nente delegato all’allestimento dei cartelloni – tenu-ti all’Olimpico dal ’71 all’85. Nelle quattordiciedizioni dei Cicli succedutesi sono state proposte,tra le altre, opere di Shakespeare, Jonson, Machia-velli, Goldoni, Ariosto, Ruzante, Goethe, Calderònde la Barca, Sofocle, Euripide. Tra i registi, si sonosegnalati i nomi di De Bosio, Scaparro, Lavia, Al-bertazzi, Sequi, Bosetti. I grossi nomi e le rappre-sentazioni più impegnative non sono mai mancatida Vicenza. La seconda parte tratta invece delperiodo che va dal 1896 (nell’85, in concomitanzacon i quattrocento anni di vita del teatro, si tennel’ultimo ciclo) al 1991 che vede il Comune incari-carsi direttamente della gestione delle stagioni del-l’Olimpico. In questi ultimi anni, grazie anche alruolo di ente promotore svolto dall’Accademia Olim-pica, sul palcoscenico si sono alternati lavori diRacine, Marivaux, Alfieri, Molière. Una parte con-sistente di queste Cronache è riservata alla seriecompleta delle locandine, accompagnate in appen-dice da una documentazione fotografica.

Marco Bevilacqua

L’Italia al cinema. Manifesti della Raccolta Salce1911-1961, catalogo della mostra (Treviso, MuseoCivico Luigi Bailo, 8 maggio-1 novembre 1992),scritti di Gian Piero Brunetta, Livio Fantina, Euge-nio Manzato, Lucio Scardino, Everardo Artico,Venezia, Marsilio, 1992, 4°, pp. 143, ill., L. 50.000.

Il Museo Civico Luigi Bailo di Treviso ha ospi-tato fino allo scorso 1° novembre la mostra “L’Italiaal cinema”, un’antologia di manifesti sulla SettimaArte negli anni che vanno dal 1911 al 1961. Si trattadi opere, le ancora oggi in uso locandine pubblicita-rie affisse davanti ai cinematografi, che fanno partedella celebre collezione Salce, una delle più riccheraccolte di manifesti e poster del mondo. Il catalogodella mostra, che costituisce un’interessante rasse-gna sulla presenza del cinema nella vita degli italia-ni, ospita gli interventi di Gian Piero Brunetta eLivio Fantina. Il primo, in particolare, si soffermasulle motivazioni che animarono il ragionier NandoSalce nel ricercare per tutta la sua vita esemplari diquest’arte figurativa “povera” (“Salce era affasci-nato dai manifesti perché sono fragili, hanno unavita effimera, hanno bisogno di protezione e soprat-tutto perché parlano la lingua della grafica e dellapittura internazionale, divulgano il verbo e la lucedella cultura dell’Art Nouveau”).

E proprio di splendidi esempi di Art Nouveau si

20

può parlare osservando – fedelmente riprodotti nel-la parte illustrata del volume – i manifesti dell’epo-ca del muto, che ha visto l’uscita di film come Quovadis? di Enrico Guazzoni (1913) o Cabiria diGiovanni Pastrone (1914, dal celebre soggetto diGabriele D’Annunzio). Si passa poi agli anni Tren-ta, con pellicole di evasione come Imputato, alzate-vi! di Mario Mattoli (1939) o Biancaneve e i 7 nanidi Walt Disney (“un film fuori classe”, recita lalocandina), con i “neri” americani come Gli angelicon la faccia sporca di Michael Curtiz (1938) o coni film esotico-coloniali come Luciano Serra pilotadi Goffredo Alessandrini (1938).

Gli anni cambiano, i tempi si evolvono e anche ilcinema rispecchia i mutamenti. Così, le locandinedel dopoguerra contribuiscono alla nascita del mitoamericano, diventando molto più esplicite e colora-te e consacrando divi e divine a un ruolo primarionell’immaginario collettivo degli italiani, sedottidalle morbide chiome di Rita Hayworth (Trinidad,1952), dal ruvido carisma di Marlon Brando (Fron-te del porto, 1954) o dalle gambe di Marilyn (Quan-do la moglie è in vacanza, del ’55). Dudovich,Hoen-stein, Carpanetto, De Carolis sono oggi nomiriconosciuti come maestri di un genere. Questolibro è una lunga cavalcata attraverso i film chehanno arricchito la nostra memoria anche grazie ailoro manifesti, testimonianze del mutare delle ideee dei costumi che hanno ormai superato le angustedimensioni della contingenza, diventando espres-sione di arte figurativa di grande valore.

Marco Bevilacqua

Letteratura

GIORGIO GRADENIGO, Rime e lettere, testo con introd.e commento di Maria Teresa Acquaro Graziosi,Roma, Bonacci, 1990, 8°, pp. 185, L. 22.000.

La vita culturale veneta del XVI secolo fu partico-larmente vivace e intensa, grazie alla presenza dipersonaggi colti che svolsero un importante ruolodi promozione culturale, e grazie soprattutto alfecondo humus socio-politico che fece di città comePadova e Venezia, in special modo, fertili ricettacolidei forti stimoli intellettuali nazionali e stranieri. Èin questo felice clima che si situa la nascita dinumerose accademie, tra cui una delle più rappre-sentative resta l’Accademia Veneziana o della Fama,costituita nel gennaio del 1558 a Venezia con intentifilologici preziosi e tipicamente umanistici. L’auto-re delle “rime e lettere” contenute in questo volumefigura appunto come uno dei fondatori.

Nato a Venezia nel 1522, Giorgio Gradenigo in-traprese la carriera politica ricoprendo diverse cari-che pubbliche e sempre accompagnando l’otiumlitterarum al negotium publicum, all’unisono con latradizione classica più alta e secondo il costume dimolti politici del tempo. Personalità di un carisma e

di una versatilità culturali emblematici, Gradenigoraccolse tra gli intellettuali veneziani suoi contem-poranei i consensi più ampi, rivolti sia alla suafigura di uomo politico, dotato di una competenza edi un senso civico straordinari, sia a quella di “pro-motore di cultura” e di poeta. Alla sua morte, av-venuta nel marzo del 1600, seguì un lungo periododi oblio, fino a quando Carducci, pur sottolineandoil forte manierismo dei suoi versi, ne apprezzò lasensibilità descrittiva. Seguirono poi, nel nostrosecolo, segnalazioni e giudizi positivi riguardo isuoi componimenti poetici da parte di altri criticiquali A. Lanza, C. Bo, L. Baldacci, D. Ponchiroli, E.Bonora, E. Taddeo...

I testi presentati in questa edizione critica – cui laAcquaro Graziosi premette una buona introduzionee alcune pagine di nota al testo con informazioni suimanoscritti e sui criteri ecdotici – sono divisi in duesezioni: una prima sezione comprende 35 componi-menti in versi di Gradenigo (di cui 3 madrigali e 32sonetti) più 15 sonetti di proposta o risposta, comed’uso al tempo, di altri poeti; la seconda sezione,invece, conta 25 lettere indirizzate a 17 interlocutoridiversi, tra cui alcuni personaggi veneziani delcalibro culturale e sociale di F. Badoer, G. Venier...I componimenti poetici offrono nell’insieme unafedele esemplificazione della tradizione petrarchistaveneta iniziata dal Bembo, e allo stesso tempo, però,danno l’idea dell’evoluzione verso nuove forme chesi sta verificando in quel periodo all’ interno dellastessa tradizione e non solo nel Veneto. PerGradenigo ciò è individuabile anche nell’assimila-zione della poesia popolare in volgare o in dialetto,soprattutto tramite Olimpo da Sassoferrato.

La figura complessa di Gradenigo emerge anchedal corpus delle lettere qui pubblicate. Appartenentisenza dubbio a un gruppo epistolare assai più foltooggi perduto, tali lettere sottintendono un’istanzacomunicativa che per lo più ben supera il semplicedestinatario a cui sono rivolte; esse costituiscono,per temi e modi, un classico modello di epistolografiacinquecentesca, soprattutto per la loro configura-zione di “elegante prosa d’arte”, che le rivela “piut-tosto che documenti storico-biografici, espressioniartistiche e culturali” (p. 25).

Marta Giacometti

Poesie di Giorgio Baffo patrizio veneziano, a cura diPiero Del Negro, Milano, Mondadori, 1991, 16°,pp. 452, L. 16.000.

“Da tutto questo imparo / e sempre più mi restopersuaso / che l’omo effetto sia del puro caso”: sonoversi scritti da Giorgio Baffo e che documentano lasua visione materialistica, riaffermata in manieranetta con le parole: “Mi no trovo in t’un mondo cussìgrando se no moto, e materia”. Accanto ai versifilosofici, quelli politici: “Diga chi vol, la vostraintromission / la xe, a pensarghe suso, da omogrando”, scriveva Baffo rivolgendosi all’amico An-zolo Querini, che in qualità di Avogadore del Comu-ne aveva sospeso una sentenza del Consiglio deidieci. Uno “spirito forte” il Querini, in una repubbli-ca, la Serenissima, in cui “se fusse vivi i vecchi”vedrebbero “che no se fa più azion d’omeni grandi”.Pensieri non occasionali e isolati, ma parte di unalinea ideologica e politica più complessiva che col-loca Baffo in una posizione libertina, epicurea, ma-terialistica, giurisdizionalista, antipapale, antiromana

La determinazione di una concezione filosofica epolitica, delineata attraverso la presentazione dicomposizioni poetiche edite e non, fa considerare loscrittore Baffo in una prospettiva più ampia che nonconsente più di ridurre la sua figura solamente a“cantore della carne”. La tesi del curatore è infatti

che Baffo ha avuto ruolo politico-culturale all’inter-no dell’organizzazione istituzionale-aristocraticaveneziana e che le sue composizioni poetiche, la“poesia barona”, furono l’espressione di tale impe-gno e nel contempo il mezzo di cui si è servito perla sua battaglia. La fondatezza di tale rilettura vienedimostrata attraverso la divisione per sezioni dellepoesie raccolte, dove viene illustrato il percorsopolitico-culturale seguito dallo scrittore veneziano.

Molto importante, per un quadro storico-politicodi riferimento, il saggio introduttivo di Del Negro,profondo conoscitore della storia del patriziato ve-neziano, che nel redigerlo ha seguito il suo prece-dente studio Politica e cultura nella Venezia di metàsettecento. La “poesia barona” di Giorgio Baffo“quarantiotto” . Risultato di un’attenta indagine fi-lologica, l’introduzione descrive le varie tendenzestoriografiche interpretative di Baffo; ricostruiscel’ambiente culturale, influenzato dalle linee degliabati Antonio Conti e Carlo Lodoli, in cui si è for-mato ed è vissuto l’autore; sottolinea la campagnacondotta dal poeta veneziano in difesa di AnzoloQuerini imprigionato nel 1761 per ordine degliInquisitori di stato. La rivisitazione operata da DelNegro consegna un Baffo nuovo perché nella suapoesia, “strumento ad un tempo di integrazione e ditrasgressione, di realizzazione e di fuga”, si è vistonon il segno di una “solitaria esperienza” ma “l’in-dice della diffusione e dell’affermazione di unacultura, che aveva preso piede negli ambienti ‘illu-minati’ di un ‘corpo’ del patriziato veneziano, leQuarantie”. In contraddizione con la gretta oligarchiaveneziana, la visione espressa da Baffo divenneinvece organica al blocco di potere favorito daAndrea Tron e fondato sull’alleanza dei progressistidelle famiglie veneziane più ricche con i sostenitoridi Querini e una parte delle Quarantie.

Cinzio Gibin

ANTONIO MARIA LAMBERTI, Le quattro stagioni cam-pestri e cittadine, a cura di Federica Martignago,Vicenza, Neri Pozza, 1991, 8°, pp. 91, L. 25.000.

Il picevolissimo volumetto ripresenta Le quattroStagioni campestri e cittadine di A.M. Lamberti,sulla base di un’edizione veneziana del 1817, a suavolta edizione ricorretta rispetto alla prima del 1802.Come posto in luce dalla curatrice del volume, ilmotivo tematico delle stagioni fu particolarmentefecondo nelle produzioni artistiche del ’700 italia-no, non solo poetiche (si pensi all’Arcadia), maanche musicali (le “Quattro stagioni” di Vivaldiportano la data del 1725) e pittoriche (si vedano ledecorazioni in affresco di numerose ville venete).Ricco di spunti poetici e insieme morali, esso ebbeanche all’estero particolare forza attrattiva: trasfi-gurato in senso mitologico, investito di valenzepsicologiche e morali, il motivo delle stagioni sicollegava naturalmente a quello della solitudinemalinconica e preromantica – condicio sine qua nonper una vera contemplazione della natura – e all’op-posizione, di ascendenza rousseauniana, tra la civil-tà artificiale e artificiosa e l’ingenua semplicitàprimitiva, tra il mondo frenetico e tumultuoso dellacittà e quello tranquillo e genuino della campagna,in cui solo è possibile, attraverso il profondo contat-to con la natura, un’abbandono libero delle emozio-ni umane più pure.

Pur raccogliendo questo modello oppositivo tra-dizionale (ma aprendo insolitamente con l’autunno,anziché con la primavera, la sfilata delle stagioni),con un gioco di metri sapiente ed efficace e scenettepiene di vivacità e di brio, Lamberti crea un poemettodai risultati originali e personalissimi. Accanto – eforse prima – all’antinomia campagna/città, mora-

21

le/immorale ecc. Lamberti traccia lo spaccato di unmondo, quello della Venezia mondana, frivola efastosa, del ’700, con le feste, i suoi caffè, i suoisalotti, le sue smorfie e i suoi pettegolezzi, le grandame vestite alla moda (quella parigina naturalmen-te), i bellimbusti... E se da una parte Lamberti pareschierarsi, senza indugio, per la vita semplice eschietta della campagna, dall’altra l’atmosfera dellaVenezia settecentesca è fatta rivivere con versi disensibile rimpianto verso quel mondo fastoso ormaifinito (siamo nel 1802: Venezia appartiene all’Au-stria da 5 anni). L’intenzione chiara è di fissarlo inuno spazio atemporale, ossia invulnerabile al poteredistruttivo del tempo, come può essere solo quellodell’arte. Per farne un mythos, una favola. Da qui ilsuo ostinato rifiuto di guardare alla Venezia delpresente, con l’occhio della memoria fisso solo alpassato illustre e “favoloso”.

Anche nell’uso del dialetto si avverte il chiaropunto di vista del “cittadino” che, alla fine, desiderarestare tale, e con questa sua sensibilità guarda allacampagna il cui mondo fa parte esso stesso di unamoda, di un comportamento da beau monde. Cosìl’impiego del dialetto, ben lungi dall’avere finalitàdi resa realistica o di avvicinamento alla realtàcampestre, resta “veneziano illustre”, dialetto raffi-nato dalla patina letteraria, scelto solamente per“ottenere una qualche originalità”, come rivela ilpoeta stesso. E bene commenta F. Martignago no-tando che la scelta del dialetto, di questo dialetto, èla scelta di chi vuol continuare a guardare “bonaria-mente dalla villa o dalla carrozza” il mondo dellacampagna: “Oh che delizia/ Xe la campagna/ Cussìgodendola se se sparagna/ Qualunque incomodo,/Né se presenta/ La solitudine/ Che ve spaventa!”.

Marta Giacometti

AUTORI VARI, Browning e Venezia, a cura di Sergio Pe-rosa, Firenze, Olschki, 1991, 8°, pp. VI-340, L. 48.000.

Il volume raccoglie le relazioni presentate alconvegno “Browning a Venezia”, svoltosi alla Fon-dazione Giorgio Cini nel novembre del 1989, inoccasione del centenario della morte del poeta in-glese. Browning soggiornò a lungo a Venezia, findal suo primo viaggio in Italia nel 1834, e dal 1878la scelse come sua residenza stabile. Vi acquistò Ca’Rezzonico e vi visse fino alla morte. Nessun altroposto, secondo le parole del poeta, soddisfò mag-giormente le sue esigenze fisiche e intellettuali.

Nel volume sono presenti numerosi saggi che,analizzando la figura del poeta e la sua opera secon-do diverse tematiche, aiutano a mettere in luce lacomplessità della statura artistica di Browning.Considerato uno dei maggiori poeti vittoriani,Browning si distinse ben presto nell’ambiente lette-rario dell’epoca per l’originalità dei suoi temi e delsuo stile. Ancora in vita egli raggiunse una notevolefama, tanto che nel 1881 nacque “The LondonBrowning society”, fondazione dedita al commentodelle sue poesie. Il valore della sua opera, tuttavia,fu successivamente ridimensionato, quando, oltreai pregi, si cominciarono a notare i difetti della suapoesia: famose le critiche di O. Wilde e di T.S. Eliot,ricordate da Melchiori nel presente volume.

P. Porter, S. Perosa, G. Melchiori, R. Longbaume C.P.J. Beatty, nelle rispettive relazioni, sottoline-ano il rapporto tra Browning, il Modernismo lette-rario e la poesia del Novecento, ed accentrano laloro attenzione sull’eredità browninghiana presentein T.S. Eliot, E. Pound e T. Hardy. La forma delmonologo drammatico, il principio dell’imperso-nalità dell’autore, il montaggio frammentario deipensieri, il linguaggio colloquiale, sono tutti ele-menti già presenti in Browning. Non solo: i temi,

modelli e luoghi della sua poesia sembrano avervalicato la cultura anglosassone, come evidenzia G.Lonardi rintracciando puntualmente l’influenza diBrowning nella poesia di Montale. Debitori delpoeta inglese sembrano essere anche scrittori comeH. James, il quale coglieva “la caratteristica preci-pua di Browning nell’impersonalità, nella capacitàdi assumere una ‘personalità negativa’”, e in taletecnica vedeva già definito il “punto di vista limita-to” così fondamentale per il romanzo del ’900.

Nei vari saggi del volume viene studiato anche ilrapporto tra Browning e l’ambiente letterario dellasocietà anglo-americana-veneziana. Due saggi, diE. Linguanti e di I. Armstrong, sono dedicati ad unadelle opere maggiori di Browning, The Ring and theBook, e altri tre alla sua ultima opera Asolando. In-fine, la relazione di A.F. Gruber dedicata ad ElizabethBarret Browning offre un’interessante rivalutazionedi questa poetessa e, in particolare, delle sue liriche“italiane” ispirate alle lotte risorgimentali.

Donata Banzato

AUTORI VARI, Una precisa forma. Studi e testimo-nianze per Diego Valeri, Atti del Convegno interna-zionale “Diego Valeri nel centenario della nascita”(Padova, 26-27 marzo 1987), Padova, EditorialeProgramma, 1991, 8°, pp. 219, ill., L. 35.000.

Il volume raccoglie gli atti di un convegno inter-nazionale dedicato alla figura di Diego Valeri, per-sonaggio riservato, poeta e letterato, accademico diprofessione ma meno di stile. Si tratta di una raccol-ta che sfugge al pericolo di risultare solo celebrativa,considerato lo spessore degli interventi che la com-pongono. Da Guido Saba a Enea Balmas, da RosannaBrusegan a René Ribière, da Mario Richter a CesareGalimberti, da Iginio De Luca a Giuliana TosoRodinis, da Silvio Ramat a Gianfranco Folena aMaria Luisa Belleli, gli approfondimenti critici sicompletano poi con un pacchetto di “testimonian-ze” che vanno da Luigi Montobbio a Eros Sequi, daGiorgio Ronconi a Giuseppe Mesirca, da AndreaZanzotto a Giuseppe Antonio Brunelli, da LorenzoRenzi a Silvio Ramat che dedica teneri versi conclu-sivi al poeta di Piove di Sacco, “...anima pigra / eincappottata che trema nel mento / all’imboccodella Calle del Vento”.

I saggi risultano preziosi per inquadrare l’ecletticafigura di Valeri, che fu insieme poeta e professoreuniversitario, traduttore dal francese e amico deipittori. E se Saba sostiene che “nel far critica ilValeri si è sentito coinvolto nel profondo”, Brusegane Renzi, nel loro intervento a quattro mani, sosten-gono che “egli è infatti l’ultimo traduttore-poeta,dopo verranno le traduzioni alineari o in prosa degliuniversitari”, citando lo stesso poeta: “Una tradu-zione in versi potrà riprodurre almeno l’andamentoritmico del testo originale, nella varia misura dei

versi, e, ove occorra, nella disposizione stroficadelle rime”. Una citazione che ci riporta al Valeriinnamorato della letteratura francese di cui coltivòe tradusse Verlaine e Rimbaud, Mallarmé, Valéry eApollinaire. Nel suo intervento Giuliana Toso Ro-dinis sottolinea il rapporto dello scrittore con lamusica: “Il verso di Valeri non è solo obbediente airitmi della versificazione, ma porta in sé la scansionedella musicalità interiore dell’uomo, che conosce leeuritmie dell’universo e il valore dei neumi”. Branoa cui fa eco lo stesso poeta: “Io ero un ragazzo moltosensibile, pieno di una strana musicalità interna.Anche a scuola, facevo i miei compitini, sentivo chec’era dentro di me un’onda, uno stato d’animo che,se avesse potuto realizzarsi, avrebbe dovuto farlo inmisura di canto”.

Assente in quasi tutte le raccolte antologiche dipoeti del primo Novecento, “dimenticato” da Papinie Pancrazi, da Anceschi e Contini, spesso conside-rato poco più che un “esperto nell’invenzione dipoesie e poesiole destinate all’infanzia”, Valeri siprende la rivincita solo in tarda età, allorché viene“sistemato” tra Soffici e Cardarelli e quando, daprovinciale continuatore di Gozzano e poi di Moretti,viene elevato al rango di autonoma voce poetica,collegabile semmai con le più avanzate espressionidella poesia europea, in particolare francese. Etuttavia, pur sovranazionale, Valeri ha saputo inter-pretare il “suo” Veneto cui è dedicato quel Giar-dinetto del 1974, opera non “databile” perché fuoridel tempo, come la voleva Valeri, il cristallino poetadei buoni sentimenti: “Ho amato le natura, ho avutofiducia nei sentimenti, nelle cose. Ho creduto nellapoesia, non come ambizione a fare una carrieraletteraria, ma come ricerca di un momento di verità,di eternità. In questo senso io sono persuaso che lapoesia sia fuori della Storia: infatti io non metto maidate ai miei versi”.

Giorgio Bido

Storia

PAOLO PARUTA, Soliloquio di Paolo Paruta nobilevineziano cavalliere e procurator di San Marco: nelquale fa un breve esame di tutto il corso della vitasua, a cura di Mario Allegri, Verona, Valdonega,1990, 8°, pp. 30, s.i.p.

Tra il 1593 e il 1594, nel periodo in cui presu-mibilmente ebbe origine il Soliloquio, Paruta svol-geva il prestigioso e delicato servizio di ambascia-tore presso il pontefice Clemente VIII . Il secolo chesi stava chiudendo segnava una trasformazioneepocale per la Dominante. Infranti i sogni di egemo-nia italiana, progressivamente ristretti gli spazi dipenetrazione commerciale ad Oriente, dopo la bre-ve euforia per la vittoria di Lepanto a cui era seguital’umiliazione della pace separata con i Turchi e laperdita di Cipro, Venezia tende a ripiegarsi in sestessa. Mentre gli investimenti si dirigono mas-sicciamente verso la terraferma, disertando l’anticatradizione della mercatura, la politica estera vene-ziana si informa sempre più agli ideali dellaprudentia, del ragionato equilibrio, della mediazio-ne laboriosa e sottile.

Come nota giustamente Allegri nell’introduzioneal testo, figura centrale della vita pubblica venezianadiviene l’ambasciatore, che nella tessitura complessadelle relazioni fra i potentati europei contribuisce allasimulazione di una centralità ormai tramontata perVenezia, puntellando “il mito di una potenza che siregge anzitutto sull’autopersua-sione”. In questa fun-zione Paruta si era distinto fin dal 1562, percorrendouna brillante carriera che lo porterà da storico uffi-

22

ciale della repubblica a Savio del Gran Consigliofino alla elevatissima carica di Procuratore di SanMarco che sembrava precedere la stessa ascesa altrono dogale. Proprio tenendo conto del ruolo cen-trale che il nobile veneziano svolge nella vita pub-blica del suo tempo, ribadito dagli scritti politici delParuta, tutti improntati all’esal-tazione del “perfet-to governo” veneziano, risulta spaesante l’assuntoprincipale del Soliloquio.

Il breve scritto infatti, riprendendo l’antico temadella disputa fra vita attiva e vita contemplativa,condanna la dispersione del “secolo corrotto”, ilfascino ingannevole dei suoi onori mondani, e indi-ca nella via della meditazione e della pietà cristianal’unico sollievo alle inquietudini di un’anima disil-lusa e sperduta. Un’atmosfera crepuscolare, di pa-cata malinconia avvolge le pagine di questa auto-biografia intima all’interno della quale i temi clas-sici del colloquio interiore, dell’agostiniano inter-rogativo sul proprio destino individuale si stempe-rano nell’amara coscienza della propria inadegua-tezza rispetto al compito proposto: “Ben cerco io diversare tra le queste cose del secolo con minoraffetto, di gustarle per nutrimento non per ebrietà:ma quanto è difficile fermar questo nostro sì lubricoappetito...”. Si scopre nelle parole del Paruta, ben aldi là dell’esercitazione moralistica intrisa di spiritocontroriformista, un turbamento profondo quasiche l’impegno responsabile della sua vita pubblica,la fedeltà cristallina ai valori della tradizione vene-ziana nascondessero una sorta di horror vacui, latendenza saturnina ad un ripiegamento interiore chetrova consolazione solo nella sublimazione religio-sa. Il cammino interiore di un’anima sembra cosìinavvertitamente rispecchiare l’inquietudine di unacittà che, seppur attraversata dall’oscuro presenti-mento del suo declino, continua a vivere nellafedeltà ad un’immagine di potenza e splendore chesi riverbera dal suo passato.

Ferdinando Perissinotto

MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI - ARCHIVIO DI

STATO DI TREVISO - COMUNE DI MONTEBELLUNA - MUSEO

CIVICO, Montebelluna: storia di un territorio.Cartografia ed estimi tra Sei e Settecento, Venezia,Edizioni Archivi, 1992, 4°, pp. 143, ill., L. 35.000.

Tra le funzioni dello stato moderno quella fiscaleha progressivamente attirato su di sé le cure e l’at-tenzione dei governanti ed ha contribuito non pocoallo sviluppo stesso della macchina statale e dell’ap-parato burocratico; l’esempio dei catasti teresiani inLombardia è noto a tutti ed emblematico soprattuttoper il fatto che la terra e la proprietà fondiaria (e tuttele attività economiche connesse all’agricoltura, ivicompresi il sistema ed i rapporti di produzione)hanno costituito per secoli il capitale per antonomasiae quindi il principale settore su cui gravava il prelievofiscale. Si imponeva pertanto la necessità di disporredi una descrizione dettagliata e il più ampia possibiledi tutti i terreni e delle colture per fondarvi il sistemadel prelievo fiscale e su tali complesse valutazioni emisurazioni basare anche le successive previsionirelative al gettito fiscale di uno stato, o per far frontead eventuali necessità impreviste.

In tale quadro, caratteristico appunto dei governidel despotismo illuminato, si colloca il grande rile-vamento della campagna trevigiana iniziato nelXVII secolo e conclusosi – dopo varie interruzioni –dopo la metà del successivo. Il volume, edito sottol’egida del Ministero dei Beni Culturali (Archiviodi stato di Treviso) e del Comune di Montebelluna(Museo Civico), è stato pubblicato in occasionedella mostra svoltasi appunto a Montebelluna nel1992; la pubblicazione, che ha consentito il recuperodi una significativa parte della memoria storica,

fornisce un’immagine assai suggestiva del territo-rio tra ’600 e ’700, in una rappresentazione detta-gliata per quanto riguarda le colture, le strade, i corsid’acqua, le case coloniche, le ville padronali e lealtre attività economiche del tempo. Le immagini,talvolta pittoriche, di alcuni fogli del materiale car-tografico contribuiscono in maniera determinantealla lettura delle informazioni sul territorio attraver-so un sistema di segni convenzionali all’epoca nonancora codificati e rigidamente standardizzati.

Giovanni Punzo

ANNALUCIA FORTI MESSINA, Il soldato in ospedale. Iservizi di sanità dell’esercito Italico (1796-1814),Milano, Angeli, 1991, 8°, pp. 360, L. 40.000.

Nel 1808 venne istituito a Venezia un ospedalemilitare che aveva come succursale quello diChioggia, posto nell’ex convento di Santa Croce;nello stesso anno ne fu aperto uno ad Ancona e nel1810 l’ospedale Sant’Orsola di Mantova passò alledipendenze del Ministero della guerra. Con l’istitu-zione di questi nuovi ospedali militari, che si ag-giungevano al preesistente Sant’Ambrogio di Mila-no, si concluse un’annosa disputa sulla necessità omeno di creare una struttura ospedaliera militare. Ildibattito era politico perché si trattava di stabilire“se il ricovero e le cure da apprestare ai militari –rileva l’autrice – erano da considerarsi caritatevoliprestazioni o il corrispettivo di un diritto”.

Si è voluto accennare a tale questione, minuzio-samente trattata nel libro, perché essa fornisce inmaniera immediata le coordinate entro cui si muovel’analisi di Forti Messina: da una parte l’organizza-zione sanitaria militare, dall’altra la salute del sol-dato. Di qui l’indagine volta a delineare le modalitàdi gestione degli ospedali, ad illustrare la politicaseguita nei confronti dei medici, farmacisti, infer-mieri; ad individuare i rapporti tra il ministero e gliospedali periferici o i rapporti tra questi e quellocentrale di Milano. A tale studio viene affiancatoquello relativo alla ricostruzione dei quadri nosolo-gici. Attraverso una nutrita serie di dati statistici sianalizza l’andamento della morbilità e si identifica-no le malattie (scabbia, tifo petecchiale, lue venereaecc.) che colpivano prevalentemente i militari.

I risultati a cui approda Forti Messina sono inte-ressanti perché attraverso l’esame della composi-zione sociale dei degenti ospitati negli ospedalimilitari coglie ed evidenzia che la morbilità presen-te fra i soldati aveva una causa sociale e derivava dalloro stato di indigenza. Infatti, appurato che negliospedali si curavano in particolare coloro che nonerano ancora stati al fronte; constatato che la basedei coscritti era costituita da contadini, disoccupati,vagabondi, dunque poveri, la studiosa conclude: “Idegenti degli ospedali militari sono i figli di unapopolazione oppressa dalla miseria, dalla mancanzadi igiene, dalla quotidiana fatica che ne ha deforma-to il fisico sin dall’infanzia”.

Cinzio Gibin

BENITO BUOSI, Maledetta Giavera, Montebelluna(TV), Amadeus, 1992, 8°, pp. 280, ill., L. 30.000.

Esattamente quattrocento anni fa, il bosco delMontello venne confiscato e recintato dai Venezia-ni. Espulsi i boscaioli che, fino a quel momento,l’avevano utilizzato come elemento portante di undelicato equilibrio agro-silvo-pastorale, il boscodivenne una preziosa riserva di legname, soprattut-to querce, da utilizzare all’Arsenale per la costru-zione delle navi della Serenissima. L’opposizionepopolare alla confisca, periodicamente riaffiorantenel corso dei secoli, era sempre stata repressa condecisione dalle autorità venete; alla fine del Sette-cento però, caduta la Repubblica, i disordini e isaccheggi dilagarono e, nel corso dell’Ottocento,divennero un vero e proprio sistema di vita permigliaia di nullatenenti della zona (i “bisnenti”),specie dopo il decreto napoleonico del 1811 chedichiarava il Montello proprietà demaniale. Un po’alla volta il bosco venne distrutto dalle accette nonsolo dei tagliatori di frodo, ma anche, e soprattutto,dei boscaioli autorizzati dal nuovo Stato italianoche, dopo il 1866, intensificò indiscriminatamentelo sfruttamento della foresta, compromettendone lepossibilità di rigenerazione.

Benito Buosi, dopo aver efficacemente sintetiz-zato questi precedenti, analizza le vicende degli ul-timi decenni dell’Ottocento relative al Montello,prestando attenzione non solo agli eventi locali, maanche ai dibattiti nazionali che si sviluppano, apartire dagli anni Settanta, intorno alla delicataquestione del destino di questa importante proprietàdemaniale e che coinvolgono uomini politici delcalibro di Luigi Luzzatti, Andrea Costa, DomenicoGiuriati, Ernesto di Broglio e soprattutto PietroBertolini. Con uno stile narrativo asciutto, efficacee piacevole, Buosi si sofferma in particolare sui“bisnenti”, le cui condizioni di vita peggioraronodrammaticamente negli anni 1870-80, e sugli intri-ghi e tentativi di speculazione di una classe proprie-taria veneta post-unitaria evidentemente interessataal proprio tornaconto ben più che al bene comune.

Dopo decenni di polemiche e rinvii, nel 1892,esattamente un secolo fa, il Parlamento finì perapprovare una legge che prevedeva l’alienazione, inpiccoli lotti di 2-3 ettari ciascuno, della maggiorparte del bosco demaniale del Montello. Molti“bisnenti” divennero così proprietari, salvo poi ri-tornare, in numerosi casi, allo stato di nullatenenti acausa dell’impossibilità di far fronte ai debiti con-tratti, data la scarsa produttività dei terreni ottenuti.

La seconda parte del volume è dedicata alla fi-gura di Pietro Bertolini, protagonista assoluto dellasoluzione finale data alla “Questione montelliana”;un uomo politico di prima grandezza all’inizio del’900, ma quasi ignorato nel dibattito storiograficocontemporaneo e sul quale Buosi richiama giusta-mente l’attenzione. Bertolini, giovanissimo avvo-cato veneziano, dopo essere stato per cinque annisindaco di Montebelluna, venne eletto deputato nel1891, rimanendo ininterrottamente alla Camera finoal 1919. Ricoprì anche importanti incarichi al go-verno; fu infatti sottosegretario nel 1894 e nel 1889e ministro dei lavori pubblici e delle colonie nel ter-zo e nel quarto governo Giolitti.

Livio Vanzetto

PIETRO GALLETTO, Galantuomini padovani dell’Ot-tocento. Cenni biografici ed istantanee, Padova, Li-breria Draghi-Randi, 1992, 8°, pp. 236, ill., L. 28.000.

L’autore ci propone in quest’opera una rasssegnadi ben 42 personaggi vissuti nel corso del XIXsecolo, padovani per nascita o per adozione, oppure,in taluni casi, nativi dei paesi circonvicini, come il

23

monselicese Giacomo Zanellato, il limenese Vin-cenzo Stefano Breda, il piovese Oreste Da Molin.Ad eccezione di coloro che appartennero ad unastessa famiglia, che anche nel testo si trovano riunitiassieme, i personaggi ci vengono presentati seguen-do l’ordine cronologico della loro nascita, a partiredal dotto letterato Giuseppe Barbieri (1774-1852),per arrivare fino al pittore Silvio Travaglia (1880-1970), il quale pur essendo vissuto per la maggiorparte della sua lunga vita nel nostro secolo, “rimanecon lo spirito legato all’Ottocento come lo testimo-niano le sue opere d’arte”.

Per ogni personaggio ci vengono fornite dellenotizie biografiche essenziali, seguite poi da alcunevivissime e suggestive “istantanee”, ovverossia dalladescrizione di singoli episodi o momenti della lorovita volti in special modo a cogliere e a sottolinearequelle rare doti di rettitudine, di impegno, di altru-ismo e di coerenza con i propri ideali, che, gettandouna luce di profonda umanità su tutta la loro esisten-za, hanno fatto di questi uomini – sia pur tra loro cosìdiversi per condizione sociale, per cultura, per pro-fessione, per religione e per idee – appunto dei verie propri “galantuomini”. Non mancano certo, nellaricostruzione di questi immagini, sprazzi di fantasiadell’autore, ma si tratta sempre di una fantasia cherimane rigorosamente fedele e coerente con il datostorico. Invero, proprio attraverso la lettura dellevicissitudini di questi svariati personaggi (fra cui sipossono contare docenti universitari, medici, im-prenditori, proprietari terrieri, commercianti, musi-cisti, soldati, patrioti, politici, artisti e scrittori), èpossibile ripercorrere con singolare immediatezza evivacità lo svolgersi di più di un secolo di storiapadovana e veneta. Non mancano tuttavia nellarassegna alcuni nomi di risonanza nazionale, comeil filosofo positivista Roberto Ardigò, che ci vienedescritto, ormai novantenne, nell’atto di respingerefermamente un invito ad abbandonare il suo sistemafilosofico, costruito secondo coscienza “in decennidi lavoro, pietra su pietra”, perché riabbracciassecome in gioventù la fede; oppure Ippolito Nievo,colto nel momento dell’imbarco e nelle ore di navi-gazione precedenti il tragico naufragio.

Bruno Maculan

ILARIO TOLOMIO, Girolamo Cantele (1827-1897) e lesue “Memorie” storiche su Borgoricco, Borgoricco(PD), Biblioteca Comunale, 1992, 8°, pp. 94, ill., s.i.p.

Le Memorie della famiglia e delle ville Borgoriccodi Girolamo Cantele, edite a Padova dal Proserpininel 1862, sono l’unico frutto dell’erudizione otto-centesca relativo alla storia di quel paese. L’operet-ta è stata e continua tuttora ad essere consultata dachi si occupa di storia locale perché ne ha parlato ilgrande Andrea Gloria nel suo Il territorio padovanoillustrato (Padova, Proserpini, 1862, rist. anast.Bologna, Atesa, 1983), che la adoperò come fonteper il cenno alla storia dei due borghi di cui sicompone Borgoricco. Gloria stesso tuttavia indivi-

dua il limite principale della storia del Cantele,estremamente frustrante (ed in molti casi fuorvian-te): la mancanza di precise indicazioni sulle fonti.“Non ci piace però – dice infatti Gloria – che vi abbiaomesso le fonti, da cui trasse le notizie che ciesibisce, poiché le storie dei municipi e molto piùdei villaggi devono servire alle storie delle nazionie dei regni, e perciò essere provate con citazionid’irrefragabili testimonianze...”.

Questo limite è stato superato, oltre un secolodopo, dal professor Ilario Tolomio, che in veste di“compaesano” del Cantele, piuttosto che di storicodella filosofia, ha rieditato le Memorie. Non sarebbebastata infatti la semplice ristampa anastatica (di cuisi sentiva la necessità data la rarità dell’opuscolo)per consentire un agevole consultazione e soprattut-to la correzione di numerose sviste che, a partire dalcantele, sono state ripetute fino ad oggi. Tolomioinfatti trascrive, per così dire, l’edizione ottocentescasciogliendo le abbreviazioni e annotando scrupolo-samente tutte le citazioni fatte dal Cantele, identifi-cando personaggi e luoghi nominati, precisandocronologie. Premesso a questo lavoro di analisi èuno studio sulla vera identità del Cantele, la cuifamiglia, una delle maggiori di Borgoricco, annove-rava moltissimi Girolamo. Tolomio, grazie a unpaziente lavoro di scavo negli archivi parrocchiali,di Stato e dell’Università di Padova, dipanando lalunga storia familiare, ha potuto identificare l’auto-re delle Memorie in Girolamo Pietro Giovanni,figlio di Giovanni Battista e Catarina Bettanini, natoil 20 ottobre 1827 e morto a Borgoricco il 20gennaio 1897, farmacista, fabbriciere della parroc-chia di S. Leonardo e consigliere comunale.

Valentina Trentin

IVO DALLA COSTA, La vicenda Collalto e le popola-zioni di Susegana e di S. Lucia di Piave. 1914-1923,introd. di Livio Vanzetto, Susegana (TV), Ammini-strazione Comunale - Biblioteca Comunale, 1992,8°, pp. LVI-335, ill., L. 25.000.

Nel comune trevigiano di Susegana la famigliadei conti di Collalto era proprietaria, al momentodell’entrata dell’Italia nella prima Guerra mondiale,di un’azienda agricola di 4.522 ettari suddivisa in234 colonie, ad eccezione di 500 ettari condotti ineconomia. All’azienda agraria erano annesse unalatteria, una cantina, uno stabilimento idro-elettri-co, essicatoi da bozzoli e vivai. Nel gennaio del1915 il proprietario dell’azienda, il conte Rambaldo,cittadino austriaco, fu richiamato in servizio comeufficiale dell’esercito austriaco. Durante la guerral’azienda fu quindi sottoposta ad amministrazionecontrollata e successivamente devoluta al demaniodello stato. Dopo la fine della guerra i sindacatiagricoli e i partiti democratici (popolare, repubbli-cano, socialista) sostennero la richiesta dei mezza-dri dei Collalto di affidare la proprietà ad una coope-rativa trasformando la mezzadria in affitto a denaro

24

novennale, in pratica riconoscendo il diritto deicontadini di vendere autonomamente i prodotti e dinon consegnarli obbligatoriamente ai Collalto.

Al contrario dei mezzadri, i disoccupati delle pic-cole industrie legate alla produzione agricola del-l’azienda sostenevano la richiesta della restituzionedella proprietà alla famiglia dei Collalto, comepremessa della ripresa economica e dell’occupazio-ne. Sorse così a Susegana una Lega di resistenza deidisoccupati che diede origine, con forti appoggiesterni, al primo nucleo del movimento fascista. Sulconflitto sindacale intervenne l’onorevole Giovan-ni Giuriati, incaricato dal segretario del Partitonazionale fascista Michele Bianchi. Contempora-neamente arrivò in paese e vi si stabilì una squadraarmata fascista. Alla fine di ottobre fu emanato ildecreto di restituzione della proprietà ai Collalto.

Dal racconto molto documentato di Ivo DallaCosta emergono con forza il carattere e la funzioneantimezzadrile del movimento fascista a Suseganae la gravissima divisione esistente fra i disoccupatie le organizzazione contadine. Nel movimento fa-scista di Susegana il momento “nazionale” appareabbastanza secondario visto che il proprietarioterriero, al cui soccorso si mossero i disoccupati-fascisti, aveva combattuto per l’Austria. Dalla Co-sta denuncia con forza il carattere intimidatorio eviolento del nucleo fascista di Susegana. Rimango-no tuttavia senza una risposta adeguata molti inter-rogativi sui mancati rapporti fra le organizzazionisindacali e partitiche e i disoccupati e sulla estensio-ne del consenso che pure i fascisti raccolsero nelpaese trevigiano.

Elio Franzin

LIVIO VANZETTO, I ricchi e i pellagrosi. Un secolo distoria dell’Istituto “Costante Gris” di MoglianoVeneto, Abano Terme (PD), Francisci, 19922, 8°, pp.275, ill., s.i.p.

Già premiato in occasione della sua prima edizio-ne, questo volume sulle origini e sulla storia delprimo pellagrosario italiano sorto a Mogliano Venetonel 1883, ci viene ora riproposto ampliato nella suaultima parte, dove si ripercorrono le vicende del-l’Istituto a partire dal 1925, anno della morte del suofondatore e presidente Costante Gris, fino alla de-scrizione della situazione attuale.

L’autore, oltre ad occuparsi in senso stretto dellosviluppo del pellagrosario e del peso che ebbe nellalotta contro il “mal della miseria”, si sofferma inspecial modo ad analizzare le caratteristiche socialied economiche del territorio di Mogliano, nel cuicontesto la creazione di tale ente venne ad assumereun significato tutto particolare. Determinante a que-sto proposito fu la crisi agraria degli anni ’80, che seda un lato spinse alla tacita emigrazione interefamiglie di contadini gravati dalla fame e dallapellagra, dall’altro ne rinfocolò pure le proteste e lepressioni, non mancando in questo modo di destarepreoccupazioni e timori fra la classe dirigente e igrandi proprietari terrieri. Proprio in questa situa-zione va inquadrata dunque l’azione del Gris, chenel dare vita nel 1882 alla “Prima Società Italiana diPatronato pei Pellagrosi” e nel fondare subito dopol’Istituto in questione, intendeva, al di là dei suoipropositi umanitari, “ottenere nuovo credito pressole masse subalterne da utilizzare per arginare l’avan-zata dei partiti eversivi”, e quindi “dare slancio alprogetto corporativo mediante la creazione di solidilegami di ‘convenienza’ tra proprietari e contadini”.Si trattava di un progetto antistorico che si rivelòben presto inattuabile, finendo a poco a poco conl’esaurirsi di fronte al crescente e sempre più asprocontrapporsi tra forze di sinistra e ceti borghesi. Gli

ultimi anni di vita del Gris furono non a caso segnatida contrasti e difficoltà: alla sua morte “la filantro-pia paternalistica di fine Ottocento era solo unlontano, sbiadito ricordo e il pio Istituto PatronatoPellagrosi un ente da riformare e da inserire organi-camente nelle strutture dello stato assistenziale”.D’altra parte, nel frattempo, l’endemia pellagrosaera andata via via attenuandosi e il pellagrosario –che aveva intanto assunto l’aspetto di una sorta dicolonia agricola dove i malati meno gravi, in unclima di “famiglia grande contadina”, venivanogradualmente recuperati al lavoro – finì col mutareradicalmente struttura e con l’accogliere in manierasempre più cospicua pazienti di altro genere. Attual-mente, così, questo istituto, che porta il nome delGris, ospita in prevalenza pluriminorati ed anzianinon autosufficienti. Completano il volume una ric-ca serie di fotografie, nonché numerose tabelle didati e documenti di vario genere, preziosi per rico-struire sotto ogni aspetto l’organizzazione, la vita eil continuo evolversi dell’istituto in parallelo e instretto contatto con la società.

Bruno Maculan

Fascisti e collaborazionisti nel Polesine durantel’occupazione tedesca. I processi della Corte d’As-sise Straordinaria di Rovigo, a cura di GianniSparapan, introd. di Chiara Saonara, Annali del-l’Istituto veneto per la storia della Resistenza, Ve-nezia, Marsilio, 1991, 8°, pp. 306, L. 40.000.

In questi ultimi anni si è sviluppato un gradualeapprofondimento delle ricerche storiografiche sullaresistenza a cui ha corrisposto l’introduzione dinuove e più elastiche categorie di interpretazione.Questo cammino autonomo di scavo e analisi stori-ca non può essere disgiunto da un correlato processodi desacralizzazione. Purtroppo però, proprio suquesto versante, si è assistito anche ad operazioni distrumentalizzazione politica. Il progetto di azze-ramento della Prima Repubblica e della sua Costitu-zione, nel quale si sono distinti, è storia recentissi-ma, gli stessi vertici istituzionali, aveva al centro delsuo dispositivo proprio la demistificazione e lasuccessiva liquidazione della Resistenza. Derubri-cata da guerra di liberazione a fatale scontro frater-no, la lotta contro il nazifascismo altro non sarebbestata che il mito di fondazione della Prima Repub-blica, la copertura ideologica di un regime di demo-crazia spuria, fondato sul ricatto delle sinistre e sullecon-trapposizioni frontali della guerra fredda.

Buon antidoto contro queste operazioni, possonoessere testi come quello curato da Sparapan perl’Istituto veneto per la storia della Resistenza. Illibro raccoglie in modo asciutto e documentato lesentenze emesse dalla Corte Straordinaria di Rovigotra il giugno del 1945 e il marzo del 1947 facendoleprecedere da un breve saggio introduttivo di C.Saonara. L’arco di tempo indagato è fra i più signi-ficativi della storia della Repubblica: in quegli anniil “vento del nord”, scaturito dalla guerra di libera-zione, si infrangeva contro la persistenza impermea-

bile della continuità dello stato. Un esempio eviden-te di queste trasformazioni sta proprio nel ruolo chela magistratura ebbe nei processi contro i fascisti ei collaborazionisti. Come mostrano le sentenze rac-colte nel testo, man mano che la situazione volgeverso una normalizzazione, cresce l’insofferenzadella magistratura togata sul ruolo dei giudici popo-lari nelle Corti Straordinarie di Assise fino a che,nell’aprile del 1946, un nuovo decreto affida ad essaun ruolo preminente nei giudizi. Le sentenzeassolutorie si moltiplicano e, in seguito all’amnistiapromulgata nel giugno del 1946, l’intervento dellaCorte di Cassazione, all’interno della quale piùevidente era la continuità con le strutture del vec-chio stato, proscioglie quanti più imputati dall’ac-cusa di collaborazione con il fascismo.

Se si dà quindi una mitologia della Resistenza,questa sembra più aver dissimulato, nella celebra-zione della frattura con il vecchio regime, proprio lavischiosità e l’inerzia dell’apparato statale, la suafiliazione diretta dal passato fascista. La prospettivasi rovescia: paradossalmente il mito della Resisten-za, occultando questo vizio d’origine, si rivolgequindi contro la sua stessa realtà, contro le sueaspirazioni profonde, contro i suoi valori democra-tici il cui contenuto, lungi dall’essere esaurito, sipresenta ancor oggi come dimensione progettualeper il futuro.

Ferdinando Perissinotto

LUIGI URETTINI, Storia di Castelfranco, Padova, IlPoligrafo, 1992, 8°, pp. 255, ill., L. 42.000.

Già noto per aver pubblicato diversi saggi sullastoria del Veneto contemporaneo, curatore del-l’epistolario giovanile di Giovanni Comisso, LuigiUrettini ha ora dato alle stampe questa Storia diCastelfranco, settimo volume della collana “Le cit-tà nelle Venezie dall’Unità ai nostri giorni” direttada Emilio Franzina e Mario Isnenghi. Urettini sot-tolinea sin dall’inizio che Castelfranco, città murataper nascita, diventa città ben prima dell’attribuzio-ne del Diploma imperiale emanato a Vienna nelgiugno 1861. E fa risalire al ’700 questo suo carat-tere ur-bano, che ha nel Teatro Accademico, fattocostruire dalla “Schola riccatiana”, il centro ditutte le attività culturali più rilevanti orientate arivalutare la cultura scientifica. Successivamentesorgeranno l’Accademia dei Filoglotti, la Società diincoraggiamento all’Educazione popolare e l’Uni-versità popolare. Accanto alla ricchezza e al presti-gio sociale dei proprietari terrieri, vige un’econo-mia di pura sussistenza che affligge il mondo con-tadino, tutto teso a salvaguardare la tra-dizionalefamiglia patriarcale, nel mentre diffida di ogni for-ma di modernizzazione che possa incrinare gli anti-chi equilibri. Nel primo ’900 le ostilità dei contadinicontro l’amministrazione comunale pro-gressivistasi trasformano in opposizione aperta, co-me benetraspare dal carteggio fra Papa Pio X e il vescovo diTreviso Andrea Giacinto Longhin, ampiamente ci-

tato da Urettini, il quale analizza il leghi-smo biancoanche nelle sue contraddizioni interne. Diversa-mente da altri centri minori della regione, aCastelfranco la prima industrializzazione avvienegià in età giolittiana, voluta ed incentivata dallagiunta liberaldemocratico-socialista, vincitrice del-le elezioni del 1905. Urettini descrive con chiarezzaquesto periodo storico cruciale e il conflitto socialeche opponeva una classe operaia di recentissimacostituzione ad un padronato intransigente, sottoli-neando come per tutti gli anni Trenta e sino allacaduta del fascismo l’economia di Castelfranco siarimasta stagnante; così come “già nei primi anni deldopoguerra riprende la politica comunale di incen-tivare l’installazione di nuove industrie, conceden-do agevolazioni economiche particolarmente nel-l’acquisto del terreno”. L’espansione industriale in-teressa principalmente i settori tessile, dell’abbi-gliamento e meccanico; ma il vero decollo indu-striale si realizza negli anni 1959-62 ed è voluto eguidato, con l’appoggio dei partiti di sinistra, dall’on.Domenico Sartor, nume tutelare dell’economia cit-tadina e protagonista incontrastato nella politica diCastelfranco Veneto per un trentennio.

Particolarmente vivaci risultano le pagine in cuiUrettini ricostrusce il clima immediatamente prece-dente lo scoppio della Prima guerra mondiale e loscontro tra interventisti e neutralisti, utilizzando lacronistoria di un quattordicenne garzone di barbiere:la città militarizzata che vive con il fiato sospeso,sotto i bombardamenti aerei notturni sull’ospedalecivile, sulla linea ferroviaria, sulle officine F.E.R.V.E.T.;con centinaia e centinaia di profughi alla ricerca di unalloggio; con una città pressoché disabitata dallapopolazione civile, ma pullulante di militari fino agliultimi mesi di guerra, nonché di molti bambini chevagabondavano per le strade. Ed ecco la Croce Rossaamericana preoccuparsi di loro con l’aiuto del clerolocale; ecco gli amori trasgressivi tra gio-vani popo-lane e soldati stranieri acquartierati nella campagna.Nel dopoguerra, dopo la fiammata ri-vendicativa delleghismo bianco e l’occupazione delle fabbriche del’20, si crea una nuova aggre-gazione che rivendicaordine e non fa mistero delle proprie intenzionipolitiche. Il clima politico è cambiato al punto taleche i proprietari terrieri possono ora vendicarsi dellagrande paura e delle umiliazioni subite ai tempi del“bolscevismo bianco” e gli sfratti, ora, diventano unfenomeno di massa. Il fascismo, ormai al potere,tende a porsi come interlocutore privilegiato dellachiesa cattolica, soppiantando il ruolo che era statoproprio del Partito Popolare Italiano.

Urettini, utilizzando fonti inedite, descrive benel’ascesa del fascismo nella Castellana e la sua ricer-ca di legittimazione storica, indagando in particola-re i rapporti con la chiesa cattolica, sia quandoconfliggono che quando convergono. La ricostru-zione della Resistenza arricchisce notevolmente lenostre conoscenze e chiarisce il carattere moderato,politico e militare, che contraddistingueva le forma-zioni partigiane cattoliche locali. Rimangono tutta-via molti interrogativi ancora aperti e Urettini haragione di segnalare certe reticenze e ambiguità.

Nell’ultimo capitolo, “L’egemonia democristia-na”, Urettini sottolinea come l’adeguamento dellavecchia classe dirigente alla nuova situazione siaimmediato, grazie alla guida esercitata dalla chiesa.E le prime consultazioni elettorali, compreso ilreferendum Repubblica-Monarchia, parlano chia-ro. Poco spazio ci pare sia stato dedicato al comples-so, controverso personaggio che risponde al nomedi Domenico Sartor, ad un tempo erede e promotoredi un cattolicesimo sociale che nella Castellana haprodotto personalità come Tina Anselmi e padreBartolomeo Sorge da un lato, una “scheggia impaz-zita” come Giovanni Ventura dall’altro.

Lino Scalco

25

evidenziando un netto stravolgimento dei tradizio-nali equilibri politici, stanno decretando la crisi delconsenso democristiano – la nostra regione è tradi-zionalmente uno dei serbatoi più prolifici del votoD.C. – e l’impetuosa affermazione di leghe e listelocali che si richiamano a modelli autonomisti agliantipodi rispetto alla concezione statalistica centra-lizzata che caratterizza la cultura ispiratrice delpartito di De Gasperi. Il libro di Diamanti eRiccamboni giunge quanto mai opportuno a fareluce su un fenomeno socio-politico, la parabola del“voto bianco”, appunto, ancora in evoluzione magià meritevole di analisi approfondite. Molti studisono stati pubblicati recentemente in tema di elezio-ni in Italia, rispondendo all’esigenza di studiarequelle fasi storiche caratterizzate dalla definizionedi nuovi assetti. Questa ulteriore ricerca risponde aun duplice ordine di motivazioni: da un lato, si è cer-cato di rimediare alla frammentarietà e “alla disor-ganicità in cui versano, in gran parte, i materiali e ladocumentazione sull’argomento... ricostruendo,ricomponendo e rielaborando i dati e le informazio-ni esistenti”; dall’altro lato c’è negli autori il con-vincimento che “la dimensione regionale della ri-cerca possa offrire la possibilità di scavare più afondo in quei caratteri di omogeneità, uniformità,tendenziale stabilità che si vuole tipici di un’area‘bianca’, come il Veneto”.

Il metodo di indagine seguito per la stesura diquesta ricerca – che si avvale della collaborazionedell’Osservatorio Elettorale del Consiglio Regio-nale del Veneto e della Fondazione Corazzin –utilizza strumenti come le rilevazioni statistiche, lastoriografia comparativa, la cartografia. Ne emergeun quadro esaustivo sui mutamenti culturali e socio-economici che in questi 46 anni hanno condotto lanostra regione, lentamente ma progressivamente,alle ultime vicende elettorali: si è passati dalla lungafase egemonica democristiana – nel ’46 la D.C., inoccasione delle elezioni per l’Assemblea Costi-tuente, ottenne percentuali vicine al 50% delle pre-ferenze, superando di oltre 14 punti, cosa che avver-rà anche nel 1963, quelle nazionali; due anni piùtardi, fu raggiunto addirittura il 60% –, coincisa conuna contestuale debolezza strutturale della Sinistra,ai risultati eclatanti del voto del 5-6 aprile scorsi, cheha segnato un decisivo cambiamento di rottaconcretizzatosi in una perdita secca che in certezone è andata oltre il 40%.

Questo lavoro, completato da una serie di mappeche illustrano con chiarezza la distribuzione territo-riale dei risultati delle elezioni del 1992 e le varia-zioni tra l’87 e il ’92, rappresenta una voce nuovanel campo dell’indagine politica e si rivolge a gior-nalisti, studenti, politici e a coloro che si interessanoalle dinamiche socio-culturali della nostra regione.

Marco Bevilacqua

Archeologia

RENATO POLACCO, Sculture e tessellati paleocristianie altomedievali del Museo Civico di Treviso, Roma,Bretschneider, 1990, 4°, pp. 113, ill., L. 200.000.

MARIA ELISABETTA GERHARDINGER, Reperti paleo-veneti del Museo Civico di Treviso, Roma,Bretschneider, 1990, 4°, pp. 160, ill., L. 120.000.

I due cataloghi costituiscono, rispettivamente, il33° e il 37° volume della collana “Collezioni eMusei Archeologici del Veneto”. Nel primo, deli-neati nella premessa i momenti più significativi chehanno segnato lo sviluppo e la storia del Museo di

26

AA.VV., Il Pozzetto. Un orizzonte aperto. EttoreLuccini e la sua lotta contro l’isolamento politico eculturale della sinistra, prefaz. di FrancescoLoperfido, scritti di Milla Baldo Ceolin, SylvanoBussotti, Manfredo Massironi, Guido Petter, Giu-liano Scabia, Giorgio Segato, Padova, EditorialeProgramma, 1992, 4°, pp. 220, ill., L. 40.000.

“Il Pozzetto” è stato un circolo culturale, direttoda Ettore Luccini, che ha svolto un’intensa attivitàa Padova negli anni 1956-60; questo libro è unatestimonianza di tale attività, affidata a un ampioapparato documentario e iconografico, ad alcuniscritti dell’epoca e alle testimonianze di Milla Bal-do Ceolin, Manfredo Massironi, Guido Petter, Giu-liano Scabia e Giorgio Segato. Tutti i campi in cuiLuccini esplicò la sua iniziativa sono presenti, dallamusica alla letteratura, dalla scienza alla scuola,dalla letteratura al cinema; e poi ci sono state leesposizioni, le conferenze, i concerti e i dibattiti, quipuntualmente ricordati. Francesco Loperfido sisofferma lungamente su Le attività del Pozzettosecondo l’ordine cronologico (giugno 1956-aprile1960), ma nel suo scritto si trovano spesso inesattezzedi fatto e di documentazione. Inoltre egli è untestimone indiretto dell’attività del circolo culturalepadovano, e perciò gli sfugge sostanzialmente lapeculiarità di quell’esperienza e della stessa figuradi Luccini, a cui pur riserva una convinta esaltazio-ne. Esaltazione che però non aiuta a capire piena-mente il personaggio, cioè un militante del P.C.I. cheha sempre aderito allo stalinismo (al pensiero poli-tico di Stalin) e pur tuttavia ha sempre accettato ilconfronto tollerante con i diversi orientamenti cul-turali. È qui che si è manifestata la forza ma anchela contraddittorietà della personalità politica e cul-turale di Luccini. Dal materiale qui riportato, risultache i campi in cui si è espressa con maggioreoriginalità l’attività del Pozzetto è stata l’arte e lamusica. Per le “arti visive” ci sembra particolar-mente equilibrato e persuasivo l’intervento di Gior-gio Segato, ove ricorda come nel Pozzetto “gliimpegni espositivi si accompagnassero a frequentiincontri e dibattiti sulle problematiche delle artivisive nel mondo contemporaneo”. Per quanto ri-guarda la musica c’è la testimonianza di Bussotti euna essenziale documentazione.

Ma cosa sia stato, nella realtà culturale padovana,in particolare della sinistra, il Pozzetto in queglianni emerge in modo limpido dall’intervento diGiuliano Scabia, che in breve e attraverso la descri-zione del suo incontro con quell’ambiente, riesce adirci più e meglio di lunghi saggi o testimonianzefiltrate dalla memoria e dall’affetto: “Col passaredegli anni, dichiara, quella ricerca e crisi del circolopadovano ha mostrato di essere uno dei momentidella crisi e della ricerca della sinistra – dei comu-nisti e di molti che comunisti non erano. Luccinicercò il dialogo fra avanguardie (musica, pittura,letteratura, scienze) e tradizione comunista consoli-data – fra ciò che veniva dall’Est e la complessarealtà nostra, occidentale”.

Mario Quaranta

ILVO DIAMANTI - GIANNI RICCAMBONI, La paraboladel voto bianco. Elezioni e società in Veneto (1946-1992), Vicenza, Neri Pozza, 1992, 8°, pp. XII-228,ill., L. 40.000.

Ilvo Diamanti, docente di Sociologia urbana al-l’Università di Urbino, e Gianni Riccamboni, titola-re della cattedra di Scienza della Politica alla Facol-tà di Scienze Politiche dell’Università di Padova,pubblicano questo attualissimo studio sull’evolu-zione del consenso democristiano nel Veneto daldopoguerra ai giorni nostri. Questi ultimi anni,

Treviso, vengono studiati materiali non semprenoti, talvolta inediti e privi di catalogo e di docu-mentazione fotografica, collocabili in un arco ditempo che va dal VI al XVI secolo. Il primo gruppodi reperti analizzati è costituito da 43 patere, preva-lentemente marmoree, destinate a decorare edificipubblici e religiosi. Il repertorio animalistico concui sono ornate riporta a temi paleo o medio-bizantini,cui si accompagna, peraltro, una forte componenteespressionistica d’impronta romanico-occidentale.Le patere sono in gran parte databili al periodo com-preso tra i secoli XI e XII . Sono poi analizzati 114cornici, frammenti e fregi marmorei databili tra isecoli IX e XIV . I temi iconografici dei reperti piùantichi sono derivati dal lessico figurativo pa-leocristiano e reinterpretati, nel secolo IX, alla lucedi elementi decorativi “carolingi” approdati anchein area veneziana. Ricchezza figurativa, raffinatez-za di esecuzione, precisione e regolarità del traccia-to disegnativo contrassegnano i manufatti dei secoliXI e XII , prova della volontà degli artisti venezianidi riprendere la produzione bizantina del secolo X,ricreando in Venezia una sorta di “mitica” antichità;di provenienza veneziana è il nucleo di segmenti difregio ( XII-XIII secolo) i cui tralci con animalialludono al giardino paradisiaco.

Il catalogo redatto da M.E. Gerhardinger propo-ne alcuni tra i più significativi nuclei di materialilocali preromani che costituirono, tra la fine del XIXe gli inizi del nostro secolo, le raccolte del “MuseoTrivigiano” fondato da Luigi Bailo. Tre risultano learee di provenienza dei materiali: la necropoli pa-leoveneta, riutilizzata in epoca romana, di Mon-tebelluna (il fondo Tessari e il fondo Innocente); lezone di escavazione di ghiaia e argilla lungo il corsodel Sile a valle di Treviso; una necropoli dell’età delferro nelle vicinanze di Oderzo (il fondo Revedin).

Tra i pezzi presentati un unicum, per la comples-sità e il livello qualitativo della decorazione, ècostituito da una frammentaria cista bronzea del VIsecolo a.C. L’associazione, nella decorazione, discene di “nozze” e di scene di aratura può faridentificare come una “saga mitologica” il raccontoper immagini di questa, come di altre situle. Iprototipi iconografici vengono fatti risalire, da unlato, all’Etruria del VII secolo a.C., dall’altro al-l’Oriente, tramite canali danubiano-adriatici. Dinotevole interesse è anche un gruppo di 5 dischifigurati in bronzo di probabile provenienza belluneseo trevigiana; su 4 di essi è rapppresentata una figurafemminile vista di profilo, affiancata da animali o datralci tentacolari, avvolta in un ampio mantello chesi apre a ventaglio sulle spalle, che incede solenne-mente verso sinistra tenendo in mano una chiave ditipo “alpino”. L’atteggiamento della figura femmi-nile viene confrontato con quello proprio delle“offerenti” rappresentate su alcune laminette votiverinvenute a Vicenza.

Luigi Zusi

AA.VV., Padova Nord-Ovest. Archeologia e terri-torio, Padova, Editoriale Programma, 1992, 8°, pp.225, ill., con 4 carte f.t., L. 45.000.

L’opera, patrocinata dal Comune di Padova eintrodotta da C. Bellinati, può essere divisa in quat-tro parti: 1) Analisi territoriale di Aree Periurbane:il nord-ovest di Padova, a cura di P. Baggio, G.B.Sigalotti, C. Zamboni; 2) Ricognizioni subacqueeeffettuate nel fiume Brenta nel tratto tra Altichiero,Croce e Pontevigodarzere: anni 1989/1991, di L.Galeazzo, R. Bordin, M. Dalla Corte; 3) TerritorioNord-Ovest di Padova dalla media Età del Bronzoall’Età Romana, di G. Leonardi, L. Zaghetto, con ilcontributo di R. Stocco; 4) Le vicende urbanistichedegli ultimi 40 anni nel quadrante Nord-Ovest dellacittà, di R. Gonzato.

Il lavoro si propone di creare una sorta di archiviostorico-antropologico-archeologico del territorioprima che i previsti importanti mutamenti urbanisti-ci occultino o distruggano le tracce presenti. Sonostati utilizzati strumenti quali il Telerilevamento,con la creazione di piante e mappe perlopiù inedite,e le ricerche subacquee con l’analisi particolareg-giata di tutti i reperti e loro catalogazione. L’indivi-duazione di paesaggi geomorfologici e antropici,soprattutto agrari, succedutisi nel tempo è stata lospunto per la produzione di preziose mappe illustra-tive degli aspetti suddetti, che sono parte integrantedel libro. Il lavoro “sul” territorio è consistito inun’accurata esplorazione del fiume Brenta da partedi un gruppo di sommozzatori della “Esus DivingAssociation”, con ritrovamenti consistenti di varieepoche tra cui i resti di una foresta sommersa.

I reperti sono stati tutti analizzati, catalogati evisualizzati con splendidi disegni. Questa procedu-ra, tracciata nella terza parte dell’Elaborato, ipotizzal’appartenenza degli oggetti ritrovati ad una “StipeVotiva”, luogo di culto nel quale venivano deposi-tati gli ex-voto. Questa Stipe Patavina è comparabileper quantità e qualità, più che ai depositi cittadini,ridotti nelle dimensioni, ai luoghi di culto extra-urbani. Tali siti investono nel loro raggio un’areapiù vasta, con ciò determinando tutta una serie diparticolari implicazioni storico-antropologiche. Citroviamo quindi di fronte ad un’analisi in cui l’iner-te materia degli oggetti, amalgamandosi con lostudio di altri fattori storici, ambientali, antropolo-gici, restituisce una sorprendente linearità, facili-tando certo il compito a chi in futuro volesse consul-tare quest’opera come “banca dati”; un tragittopreciso e coinvolgente che prende origine dallostudio di una porzione di territorio connesso stretta-mente a quel centro storico che si è sempre svilup-pato, crescendo su se stesso, a partire dall’VIIIsecolo a.C., e che rappresenta una chiave di letturaelevabile potenzialmente a tutto il capoluogo.

La chiusura logica dell’itinerario è rappresentatodalla quarta parte, che confronta, avvicina e immer-ge gli elementi fin qui prodotti nella realtà storica anoi più vicina, quella degli ultimi quarant’anni.

Giovanni Mari

UNION ACADÉMIQUE INTERNATIONALE, Corpus Vaso-rum Antiquorum. Italia. Adria: Museo Archeologi-co Nazionale, a cura di Simonetta Bonomi, Roma,Bretschneider, 1991, 4°, pp. 64, ill., L. 220.000.

L’opera fa seguito, a poco più di 30 anni didistanza, a un fascicolo, curato da Giuliana Riccioni,che raccoglieva un’ampia selezione dei frammentiattici a figure rosse di provenienza adriese. Questosecondo fascicolo, invece, è essenzialmente dedica-to ai frammenti di vasi attici a figure nere rinvenutioccasionalmente o in seguito a regolari scavi nel

centro abitato di Adria e nei dintorni e conservatipresso il locale Museo Archeologico Nazionale. Imateriali di produzione attica custoditi ad Adriarappresentano una delle sezioni più prestigiose del-la locale raccolta museale e sono il risultato dell’ap-passionata opera di ricerca svolta, dal secolo XVIIIal XIX , dalla famiglia adriese dei Bocchi; quasi tuttii frammenti di ceramica greca conservati al Museodi Adria provengono dall’area dell’antico abitato.Dei circa duemila frammenti a figure nere del Mu-seo adriese vengono presentati in maniera presso-ché completa, tramite accurate e dettagliate schede,i più antichi, mentre per quanto riguarda la produ-zione più tarda, spesso artisticamente meno signifi-cativa e più ripetitiva, l’autrice ha proceduto a unaselezione degli esemplari più integri. La pubblica-zione, quindi, costituisce non un catalogo di tutti iframmenti attici a figure nere del Museo adriese, mauna presentazione di tutti i materiali esposti e dialcuni tra i pezzi più significativi conservati neidepositi. Analogamente restano esclusi, in quantoancora oggetto di studio e di ricerca, i reperti atticivenuti alla luce più di recente in territorio polesano.Indici per soggetti mitologici, per pittori, gruppi eclassi, per numero di inventario e 55 tavole inbianco e nero corredano il volume.

La ceramica figurata, è noto, rappresenta uno tragli strumenti più importanti di veicolazione di ideo-logie politiche e religiose; nel caso dei frammentipresentati in questo fascicolo può essere ancheconferma della vitalità economica dell’area adriesetra il VI e il V secolo a.C. e dell’intensità e capillaritàdei rapporti culturali e commerciali tra il mondogreco e l’area adriese.

Luigi Zusi

“C’era una volta Lazise”, a cura del Museo Civicodi Storia Naturale di Verona, Vicenza, Neri Pozza,1992, 8°, pp. 143, ill., L. 25.000.

“C’era una volta Lazise” è il titolo di una mostrache si è tenuta nella cittadina benacense fino al 10ottobre scorso, è poi passata in Germania, precisa-mente a Rosenheim (città gemellata di Lazise),quindi tornerà in Italia, a Verona, dal 1° marzo al 30settembre dell’anno prossimo. La mostra illustrasoprattutto i risultati di dieci anni di ricerchearcheologiche subacquee nella palafitta “La Quer-

cia” di Lazise. Tale evento ha dato luogo a uninteressante dibattito contenuto nella prima partedel testo, che ospita contributi di diversi ricercatoridel Museo di Storia Naturale di Verona che ha incarico la ricerca.

Lorenzo Sorbini si interroga sulla politica cultu-rale dei musei di storia naturale, soffermandosiparticolarmente sul fatto che la funzione di talimusei sta radicalmente cambiando: da luogo doveconservare reperti di un ambiente incontaminato aluogo dove sono conservate le informazioniobbiettive date da oggetti naturali e antropici utiliper gestire interventi nell’ambiente sempre più de-gradato. Alessandra Aspes parla della difficilemusealizzazione dei reperti archeologici e delineauna breve ma puntuale storia delle palafitte europee,dalle prime scoperte di Ferdinand Keller nel lago diZurigo nel 1854, agli attuali interrogativi, dopo ilgraduale abbandono delle teorie finora esistenti,sulle motivazioni che hanno spinto gli uomini del-l’età del Ferro e del Bronzo a vivere in zone umidesu case sopraelevate.

Interessante è anche l’intervento sui problemidella tutela dei beni archeologici sommersi di MariaAdelaide Binaghi, Luciano Salzani e Luigi Fozzatidella Soprintendenza Archeologica del Veneto edella Lombardia e del Servizio Tecnico per l’Ar-cheologia Subacquea del Ministero per i Beni Cul-turali e Ambientali (STAS). Dal punto di vista ar-cheologico infatti il bacino del lago di Garda è, conquello di Varese e Maggiore, uno dei più importantid’Europa. Moltissime sono le zone ricche di reperti,per quantità e per qualità molto più abbondanti deisimili reperti di terraferma, date le particolari con-dizioni dell’ambiente. Tale ricchezza però è espostaal saccheggio sistematico e alle pressioni demogra-fiche e turistiche. Le Soprintendenze Archeologichedelle regioni interessate e il recentemente istituitoSTAS hanno dal 1984 dato vita al progetto “Archeo-logia subacquea del lago di Garda”, con il reper-toriamento delle aree archeologiche sommerse econ la conseguente compilazione di una cartaarcheologica che sarà utilizzata, oltre che dai ricer-catori, anche dalle forze dell’ordine per garantire laconservazione dei reperti.

Nella seconda parte del volume sono descrittescientificamente le palafitte di Bor e Porto diPacengo, e ampiamente l’insediamento detto “LaQuercia” di Lazise. Alfredo Buonopane, infine,illustra due iscrizioni di epoca romana ritrovatenell’abitato di Lazise, particolarmente interessantiperché scarsissime sono le testimonianze dell’epo-ca in questione finora conosciute. Marco D’Agostinoe Luigi Fozzati, invece, illustrano “l’avventura” cheha portato al ritrovamento della cosiddetta galeaveneziana. Concludono l’opera le schede didatticheapprontate per la mostra che descrivono vivace-mente la vita e la cultura materiale degli abitantidelle palafitte.

Valentina Trentin

27

San Marco e i suoi tesori(Guido Galesso Nadir)

Questi due volumi intendono rappresentare un’im-portante opportunità di osservazione e di riflessionesul nucleo artistico creato nei secoli nel cuore dellaciviltà lagunare: la basilica di San Marco. L’occa-sione che ha permesso di produrli è l’interventocondotto dall’Enel allo scopo di costituire un’ade-guata illuminazione di ogni parte dell’articolatoedificio. È stato il primo impegno assunto dallasocietà nell’ambito di un piano destinato ad illumi-nare grandi opere poco visibili.

In un edificio nel quale la funzione della luce ècosì profondamente legata alle forme che solo par-zialmente permette di far emergere dall’oscurità, alpunto da non poter essere considerata esterna allaloro stessa autonoma esistenza, ma partecipe dellaloro essenza, come la stessa ombra della quale sonointessute le preziose immagini, le scelte intrinseca-mente legate ad un intervento di questo genere sonoestremamente delicate. Luce ed ombra si coniuganoin un’inestricabile dialettica che la moderna tecno-logia interviene ad alterare profondamente. Questapuò bensì rappresentare un eccellente contributoalla conoscenza delle molteplici immagini prodottenei secoli, ma, modificando il rapporto luce-ombra,la materia stessa dell’opera, non può essere conside-rata neutra. Come opportunamente affermaWladimiro Dorigo nel suo contributo, “l’uso dellanuova tecnologia luminosa, interrompendo per i piùo meno lunghi istanti necessari il rapporto dato tragli spazi, concavità e superfici e la luce naturale,deve essere appunto indirizzato a favorire una tantumla visione di quanto non si vedrebbe sufficiente-mente, senza indurre a una sintesi concettuale – cherisulterebbe errata – fondata sullo straordinario,quasi esaltante connubio che si afferma ora fra ilmateriale aureo delle pareti e delle cupole e l’inon-dazione della luce artificiale”. Esito che arbitraria-mente potrebbe essere attribuito ai facitori di S.Marco. Del dibattito suscitato dall’iniziativadell’Enel resta nei testi un’eco attenuata, che co-munque testimonia il carattere problematico del-l’impresa, intrinseco nella decisione di introdurre lapiù sofisticata tecnologia della luce nel cuore di uno

scrigno altrettanto, ma diversamente, sofisticato.I due volumi, che intendono sia costituire un

contributo divulgativo sia uno strumento di studioscientifico, nel loro sforzo descrittivo danno ade-guato rilievo alla complessità delle immagini con-sentite dalla nuova illuminazione, riversate ampia-mente nelle loro pagine. In particolare nel secondodei due che offre un completo repertorio di ogniparte dell’edificio, dei mosaici alle pareti, del pavi-mento tessulare e degli esterni.

Il compito di iniziare il primo volume è sostenutoda Otto Demus, che ha dedicato decenni di studi allabasilica marciana. Il suo breve saggio analizza lerappresentazioni dell’arcone principale dove si tro-vano i mosaici più antichi: il visitatore oltrepassan-do il primo accede dal nartece al tempio e vieneintrodotto alla sua contemplazione, mentre osser-vando i secondi viene iniziato all’itinerario co-smologico al quale sono dedicate le pagine cheseguono. A Guido Perroco è affidato l’impegno ditracciare un rapido profilo storico dell’edificio chelo radichi nella temperie politica e culturale dellagrande fioritura della Serenissima, a partire dallasua costruzione nell’XI secolo, sulle preesistenti evincolanti fabbriche di S. Teodoro e S. Marco.

Il già citato Wladimiro Dorigo ci conduce nelcuore delle problematiche tuttora aperte, relative aimosaici medievali nei quali si compì la massimaparabola della scuola musiva veneziana. Pone itermini della singolare sintesi realizzata tra le tradi-zioni imperiali antiche, in particolare guardandoalla basilica dei Santissimi Apostoli di Costan-tinopoli, alimentata della complessa simbologiametafisico-neoplatonica elaborata dalla tradizionebizantina, la prassi esecutiva che gli è contempora-nea e “i particolari accenti dialettali che, all’internodella cultura romanica (la quale si esprime in tuttol’Occidente in linguaggi fortemente connotati daluogo a luogo e spesso apparentemente autonomi),suonano particolarissimi sulle rive dell’alto Adria-tico, nutriti come sono da arcaismi aquileiesi,salonitani e ravennati”.

La “complessa stratificazione di eventi di struttu-re e di sensi” viene seguita dallo studioso che ponein evidenza anche le specificità delle variazionirispetto ai modelli bizantini; in particolare per quan-to riguarda il rivestimento musivo marciano, nel

quale il fondo aureo costituisce un continuum privodi precedenti, in quanto altrove riservato ad imma-gini di particolare pregnanza sacrale. Qui invece,esteso a tutta la superficie parietale, il mantellometallico diviene distintivo di una cultura provin-ciale, lontana dal fervore teologico del mondo orien-tale e delle scuole monastiche, relativa ad una classedirigente di estrazione mercantile incline alla mera-viglia e all’eccesso propri del gusto dei “nuoviricchi i quali, ritrovatisi improvvisamente dopol’impresa del 1204 signori di un sogno imperiale,dovevano mostrare al mondo la capacità di superarein ricchezza gli stessi modelli favolosi dell’imperod’Oriente”. L’insieme dei mosaici è verosimilmen-te il risultato di progressivi interventi che alterano emodificano il programma iconografico iniziale –che non prevedeva la saturazione aurea – secondoesigenze di vario genere, anche di carattere politico,intervenute nei secoli. Ma questa “estetica dell’oro”del linguaggio figurativo veneziano investì prepo-tentemente la stessa concezione architettonica eogni simbologia affidata alle sue geometrie, fino agiungere a smarrire la percezione degli elementistrutturali, dei profili, di quanto definiva i differentipiani architettonici. I due secoli di massima fiorituradella scuola musiva della città lagunare si qualifica-no quindi per la nascita di una “mitopoiesi marciana”,priva della tensione dottrinaria orientale e sensibileall’indirizzo narrativo, che ha nell’antica concezio-ne didattica occidentale delle immagini i propriascendenti, adeguata alle esigenze ideologico-reli-giose della committenza audacemente protesa ver-so una renovatio Christiani Imperii.

Il piano iconografico marciano originario è og-getto del saggio di Antonio Niero, che espone leprincipali ipotesi finora formulate. Da quella a lun-go prevalsa, che lo attribuiva a Gioachino da Fiore– teologo e mistico vissuto tra dodicesimo etredicesimo secolo e posto da Dante nel XII cantodel Paradiso – a quelle più recenti aperte da ulterioriricerche e a volte fortuite scoperte. Anche se losviluppo dell’impianto iconografico marciano ap-pare ripercorrere fedelmente il precedente del-l’Apostoleion di Costantinopoli, rimane verificabilela sovrapposizione ad esso di successivi pianiiconografici, sia bizantini che occidentali.

La storia e i problemi di restauro che pongono i5000 metri quadrati di mosaico sono oggetto delsaggio di Ettore Vio dal quale emerge quanto siacomplessa la stratificazione avvenuta dalla fine

28

Cupola dell’Ascensione, pennacchio di nord-ovest: particolaredell’Evangelista San Marco (ultimo quarto del XII sec.)

Battistero, cupola centrale, pennacchio di sud-est: S. Gregorio.Opera del laboratorio del Battistero (metà del XVI sec.)

Cupola dell’Ascensione, una delle sedici virtù (Costanza) postaalla base, tra le finestre della cupola (ultimo quarto del XII sec.)

L’Editoria nel Veneto

dell’XI secolo alla seconda metà dell’XIX secolo,attraverso un itinerario costellato da completamenti,sostituzioni e restauri condizionati dal gusto e dallevarie epoche. Solo a partire dal secolo scorso siaffermò un’impostazione governativa mirante amantenere l’integrità dell’insieme. Particolarmenteapprezzabili sono le tavole ortogonali e assono-metriche della basilica dalle quali si evincono conchiarezza le datazioni delle varie parti e degli inter-venti di restauro. Lo stesso autore ha redatto ladescrizione, dal punto di vista della fattura e delrestauro, dei mosaici. Questa si accompagna e alter-na agli interventi di Niero che affrontanoanaliticamente la questione iconografica alla lucedelle ipotesi anche recentemente avanzate in chiaveanagogica. Appare così, da questi diversi punti divista, il ca-rattere problematico di qualsiasi inter-pretazione che intenda cogliere in una totale sintesiil complesso architettonico e musivo. Problematicitàche rende inesauribili lo scavo e l’indagineinterpretativa. Queste pagine sembrano alimentareun processo fascinatorio soprattutto quando vannoad esplicare, sulla base delle ipotesi di Demus, leinterpretazioni che fondano su basi soteriologiche ilpercorso al quale è guidato il fedele.

Il secondo volume si connette al precedente inquanto intende costituire un esauriente repertoriodelle immagini della basilica secondo una visionetotalizzante che, pur presupponendo la stratificazionesecolare, non proceda privilegiandone le parti più

antiche, senz’altro stimate qualitativamente emer-genti, ma valutandone la peculiarità. S. Marco infat-ti, come afferma Maria Andaloro nella presentazio-ne del volume, costituisce una realtà priva di casianaloghi, proprio per la continuità degli interventiche dal Medioevo conducono al secolo scorso senzasoluzione: “Risiede allora proprio nel carattere aper-to, continuo e prevedibilmente mimetico nei riguar-di della contemporanea esperienza pittorica vene-ziana – dal Quattrocento in poi – il marchio distin-tivo della concezione e della prassi messe in atto daicantieri musivi che si sono succeduti nella basilicamarciana, il senso della loro forza ma anche il segnodel loro limite”. La consistenza e i problemi relativiall’impegno arduo di costituire questo repertorio,che non ha precedenti se non parziali, è resa esplicitada Vio. Fu affrontato a partire dal XVI secolo conpubblicazioni che, pur con l’ambizione dellasistematicità, raggiunsero lo scopo solo parzial-mente. Anche gli interventi più recenti, di Demus eSergio Bettini, non hanno ottenuto lo scopo quiraggiunto pur costituendo contributi fondamentali.

L’iniziativa dell’Enel ha reso possibile predi-sporre un materiale fotografico di estrema impor-tanza posto a disposizione degli studiosi e in parti-colare dei restauratori. Il piano del repertorio – allaredazione del quale hanno collaborato, oltre a MariaAndeloro, anche Maria Villa Urbani, Ivette Florent-Gou-douneix, Renato Polacco – prosegue secondoun ordine preciso, conseguente all’iconografia dellaBasilica, e diretto dal cielo verso la terra, dallacupola dell’abside all’uscita, quindi da Oriente ver-so Occidente. Il lavoro che ha permesso la realizza-zione del repertorio è iniziato nel 1984 ed è fruttodella collaborazione di un vasto numero di persone,mentre il materiale fotografico di eccellente qualità,prodotto fra il 1990 e il 1991, è stato ottenuto graziealla ripresa ravvicinata dei mosaici.

AUTORI VARI, Basilica patriarcale di Venezia. SanMarco: i mosaici, la storia, l’illuminazione, scrittidi Otto Demus, Wladimiro Dorigo, Antonio Niero,Guido Perocco, Ettore Vio, Roma, ENEL - Milano,Fabbri, 1990, 4°, pp. 288, ill.

INDICE. Gli studi, la storia, l’architettura: Otto Demus,Il portale principale • Guido Perocco, Le vicendestoriche • Wladimiro Dorigo, I mosaici medioevalidi San Marco nella storia della basilica • I mosaici:contenuti e conservazione: Antonio Niero, Il pianoiconografico marciano • Ettore Vio, I restauri:

29

La pittura venetadel Trecento(Anna Pietropolli )

Le vicende pittoriche nell’area veneta durante ilXIV secolo possono essere considerate, di primoacchito, assai note e un volume dedicato interamen-te alla pittura veneta del Trecento potrebbe passareper un’operazione priva di una sua marcata origina-lità. Ma se solo si va a controllare la bibliografiasull’argomento, ci si rende subito conto che lamaggior parte degli studi finora pubblicati consistein scritti imperniati su figure di singoli artisti, comeGiotto e Tommaso da Modena, il cui nome haeclissato molto spesso tutto il resto. Oppure, anchequando ci si trova di fronte a lavori che allargano leloro conoscenze su contesti più ampi, non si riesce

comunque a trovare un volume che abbracci inmodo completo i molteplici aspetti artistici del ’300in tutto il Veneto. Ecco quindi che l’iniziativaeditoriale voluta dalla Giunta regionale del Veneto,in collaborazione con Electa, trova una sua precisacollocazione nel contesto delle conoscenze sullaciviltà veneta, venendo così a colmare una lacuna,come abbiamo visto, non così ovvia. Possiamoessere quindi sicuri che quest’opera coglierà il suc-cesso che ha seguito anche la pubblicazione, nel1990, dei due volumi dedicati al Quattrocento veneto,con cui si è inaugurata la collana dedicata alla storiadella pittura veneta dalle origini fino al Novecento.

Per rendersi conto della ricchezza delle tematicheaffrontate basta scorrere l’indice: dopo i capitoli de-dicati alle diverse realtà pittoriche territoriali – peri quali, per ovvie ragioni di chiarezza, si è mantenutala divisione in province – troviamo una serie di studiche evidenziano approcci diversi alla pittura oppureche analizzano in essa le connessioni con le altre

Sacrestia, tondo con il Cristo della grande crocedel soffitto (1524-1530)

Rosone del pavimento della Basilica

Giotto e aiuti, Creazione di Adamo, affresco.Padova, Cappella degli Scrovegni

storia e tecniche • Il presbiterio, spazio del Cristopromesso: Antonio Niero, La soluzione liturgica: ilciclo della salvezza • Ettore Vio, L’abside e iltransetto: volte e cupole • Il centro della basilicaespressione del Cristo venuto: Antonio Niero, Ilciclo eucaristico • Ettore Vio, Le volte dell’Ascen-sione • La navata principale: dall’Ascensione alCristo venuto: Antonio Niero, Dalla morte allaResurrezione di Cristo • Ettore Vio, Le cupoledell’Ascensione e della Pentecoste • Le pareti segnodella Chiesa storica: Antonio Niero, Le vicendedegli Apostoli: il ciclo di San Marco • Ettore Vio, Levolte e le pareti delle cupole della Pentecoste e delCoro. La cappella dei Mascoli • I luoghi dellefunzioni differenziate: Antonio Niero, Le storie delBattista e di Sant’Isidoro • Ettore Vio, Il Battistero,la cappella di Sant’Isidoro e la sacrestia • L’ingres-so nell’atrio dell’Antico Testamento: Antonio Niero,Il ciclo dell’atrio • Ettore Vio, Le architettureesterne: atrio e facciate • La luce dei mosaici.

AUTORI VARI, Basilica patriarcale di Venezia. SanMarco: i mosaici, le iscrizioni, la Pala d’oro, scrittidi Maria Andaloro, Maria Da Villa Urbani, IvetteFlorent-Goudouneix, Renato Polacco, Ettore Vio,Roma, ENEL - Milano, Fabbri, 1991, 4°, pp. 251, ill.

INDICE. Maria Andaloro, Introduzione • Ettore Vio -Maria Da Villa Urbani, Il repertorio iconografico ele iscrizioni • Ivette Florent-Goudouneix, Il pavimen-to tessulare. “Musaico da tera” • Renato Polacco, LaPala d’oro • Cronologia, indice dei nomi e bibliografia.

arti, quali la scultura, la miniatura o la tappezzeria.Chiude il volume un Dizionario Biografico degliArtisti dove per ogni pittore vengono fornite nonsolo le più importanti notizie sulla vita, ma soprat-tutto una bibliografia di riferimento aggiornata enuove proposte attributive. A rendere poi partico-larmente efficace il piano di quest’opera sta il ric-chissimo apparato fotografico, quasi tutto a coloried eseguito ex novo, evidenziando così le condizio-ni di conservazione attuali delle opere d’arte.

Il nuovo taglio con cui sono stati compilati i varisaggi sta, come già accennato, nel privilegiare nontanto le personalità artistiche di spicco – che comun-que vengono rilette nel loro significato per il conte-sto in cui operarono –, ma l’evoluzione artisticaglobale del territorio. Così per ogni provincia siscoprono diverse figure d’artista, magari anonime,ma che hanno avuto un ruolo determinante nelladiffusione dei linguaggi artistici più importanti enella loro evoluzione, creando in tal modo interpre-tazioni molto diverse tra di loro. In questo sensosono certamente meno sorprendenti i capitoli dedi-cati a Venezia e a Padova, il primo curato da Fran-cesca d’Arcais e il secondo da Anna Maria Spiazzi,in quanto le figure di spicco di questi due contestisono artisti tra i più noti del periodo, come Paolo eLorenzo Veneziano per Venezia, e Giotto, Guariento,Giusto de’ Menabuoi, Altichiero e Avanzi per Pa-dova. Ma, e questo costituisce la novità del metodo,le loro opere sebbene famosissime acquistano ine-diti risvolti venendo qui lette non già come opereisolate del singolo genio, ma in rapporto al sostratoculturale locale su cui si innestarono, registrandonegli immediati mutamenti di gusto.

Ma è soprattutto per altre province, in particolareTreviso e Belluno, che il discorso si fa più nuovo einteressante, poiché più che in grandi nomi di artisti– a parte Tommaso da Modena per Treviso – ciimbattiamo in pittori pressoché sconosciuti o tuttoraanonimi, formatisi nei contesti culturali di apparte-nenza, ma non per questo ritardatari: anzi, quasi tuttisi dimostrano aggiornati sulle novità giottesche,come l’anonimo autore degli affreschi del santuariodei Santi Vittore e Corona ad Anzù di Feltre ol’esecutore del ciclo di affreschi con Storie diSant’Orsola nell’omonima chiesa di Vigo di Cadore;

Venezia gestiva già il commercio. Un altro inter-vento notevole è dedicato alla committenzafrancescana nel Veneto, nel quale Louise Borduafornisce, città per città, una mappa delle chiesefrancescane nel Veneto scoprendo che lacommittenza delle opere d’arte del XIV secolo pre-senti in esse era affidata quasi esclusivamente aiprivati – artigiani, funzionari civili, vedove di per-sonaggi illustri –, mentre l’ordine francescano parenon fosse affatto interessato all’abbellimento degliedifici religiosi.

Il volume si chiude infine con due saggi chedimostrano entrambi la ricchezza dell’ambiente ar-tistico e culturale veneto in questo periodo: l’uno, diGaudenz Freuler, che riesce a provare l’esistenza dirapporti tra i due conventi camaldolesi di San Mi-chele a Murano e di Santa Maria degli Angeli aFirenze, che portò alla presenza a Venezia di unforte influsso toscano tramite un artista senese,Andrea di Bartolo; l’altro di Luciano Gargan, dedi-cato alla figura del trevigiano contemporaneo delPetrarca Oliviero Forzetta, un vero e proprio colle-zionista di libri antichi e reperti classici, raccolti conspirito precursore di quello che noi oggi chiamiamoUmanesimo.

La pittura nel Veneto. Il Trecento, a cura di MauroLucco, scritti vari, Milano, Electa - Venezia, Regio-ne del Veneto, 1992, 4°, pp. 572, ill., L. 240.000.

INDICE. Parte prima, PITTURA NEL TERRITORIO: France-sca d’Arcais, Venezia • Anna Maria Spiazzi, Pado-va • Robert Gibbs, Treviso • Tiziana Franco, Belluno• Mauro Lucco, Vicenza • Enrica Cozzi, Verona •Parte seconda, TEMI, CONNESSIONI, INTERPRETAZIONI:Giordana Mariani Canova, La miniatura veneta delTrecento tra Padova e Venezia • Sandro Sponza,Pittura e scultura a Venezia nel Trecento: divergen-ze e convergenze • Cathleen Hoeniger, Le stoffenella pittura veneziana del Trecento • LouiseBourdua, Committenza francescana nel Veneto •Gaudenz Freuler, Presenze artistiche toscane aVenezia alla fine del Trecento: lo scriptorium deicamaldolesi e dei domenicani • Luciano Gargan,Oliviero Forzetta e la nascita del collezionismo nelVeneto • Dizionario biografico degli artisti.

30

oppure risentono di apporti provenienti dalla cultu-ra tomasesca ed emiliana, come Giovanni da Bolo-gna, che forse operò nella chiesa di Santa Caterinaa Treviso.

Più attardata si dimostra la situazione nelvicentino, ben illustrata da Mauro Lucco, dove perla prima metà del secolo continuò ad operare unclima artistico ancora di matrice romanica con in-flussi bizantini, e soltanto dopo vide fiorire ilgiottismo, ma con apporti dal gusto bolognese eveneziano, come dimostrano bene gli affreschi del“Maestro di Sant’Agostino”, che operò nella omo-nima chiesa di Vicenza.

Un discorso più complesso è giustamente dedica-to a Verona da Enrica Cozzi, in quanto la cittàscaligera ebbe nel Trecento una splendida fiorituraartistica che conobbe non a caso, sul finire delsecolo, l’attività di un pittore come Altichiero. Masorprendenti e di altissima qualità sono i tantissimiprotagonisti anonimi che affrescarono in questazona, come per esempio gli autori degli affreschi disan Fermo e di San Zeno a Verona, come pure èfondamentale un artista ancora non ben conosciutoquale è Turone, a cui sicuramente guardò il giovaneAltichiero.

Nella seconda parte del volume, dedicata comegià detto a particolari aspetti dell’arte veneta del’300, troviamo non solo studi che approfondisconotemi già noti, come quello di Giordana MarianiCanova che fa il punto sulla miniatura di Venezia ePadova o quello di Sandro Sponza sui rapportiintercorrenti tra pittura e scultura – come dimostra-no, per esempio, le connessioni tematiche tra loscultore Andriolo e Guariento –, ma soprattuttocapitoli che illustrano nuovi aspetti e nuove inter-pretazioni della cultura trecentesca del Veneto. Sonoperciò particolarmente originali saggi come quellodi Cathleen Hoeniger sulle meravigliose stoffe di-pinte nelle opere del periodo in rapporto a quellerealmente esistenti, provenienti dalla Cina e di cui

“Flippo Calendario”, Aristoteles Dialecticu[s], dal capitello deiSapienti. Venezia, palazzo Ducale, Museo dell’Opera

Guariento, Dio Padre chiama Adamo ed Eva dopo il peccatooriginale, affresco. Padova, Accademia Patavina

Maestro veneziano, Graduale di San Domenico.Venezia, Museo Correr, Cl. V, 131

Nuove puntualizzazionisul Canova(Giorgio Nonveiller)

I recenti cataloghi sull’opera del Canova e lemostre a Roma, a Venezia e a Possagno costituisco-no un’occasione straordinaria per riflettere sullacontraddittoria vicenda critica legata all’arte delgrandissimo scultore, appartenente a un’epoca incui era ancora legittimo pensare “l’antichità comefuturo”, secondo la acuta ed efficace proposta diAssunto. La fase che si è aperta nell’ultimo scorciodel Settecento ed è maturata nei primi due decennidell’Ottocento è stata quanto mai densa di avveni-menti storici e culturali, che hanno determinato inEuropa una svolta epocale. Di questa trasformazio-ne, e non solo per quanto attiene all’arte e all’este-tica, Canova è stato uno dei massimi protagonisti:esaltato come un novello Fidia ai suoi tempi, indub-biamente è stato il più alto rappresentante delneoclassicismo europeo, ma la sua immagine si èalquanto offuscata nel nostro secolo, anche se non èmai mancata una certa continuità d’interesse versola sua arte.

Come mai alcuni dei maggiori critici del nostrosecolo – basterà qui ricordare quanto hanno scrittoLonghi e Brandi – hanno parlato della freddezzasepolcrale delle sculture del Canova, i cui risultaticonfinerebbero con la morta accademia e, quindi,sarebbero da respingere artisticamente? Indubbia-mente una certa “tabula rasa” operata sui linguaggiartistici delle avanguardie tra gli inizi del secolo e lafine della prima guerra mondiale non poteva cherendere difficile – proprio in termini di gusto – uncontatto con la complessa stagione classico-roman-tica, spazzando anche buona parte del retroterranarrativo e poetico (nonché i legami con l’immagi-nario mitico) al quale le arti figurative avevanoinsieme attinto e largamente contribuito, e di cuil’arte di Canova rappresenta uno degli intrecci piùcreativi e fruttuosi. Ma l’incomprensione viene an-che dal fatto ormai evidente che un’analisi in termi-ni di pura forma o di pura visione è del tuttoinsufficiente per rilevare lo straordinario spessoreartistico e culturale dell’opera canoviana. Terminicome forma e visione vanno attentamente recuperatientro le differenziate prospettive della culturaneoclassica, che è stata fondante per le stesse acce-zioni che quei termini hanno assunto nella moder-nità. I problemi dell’età di Canova tornano insisten-temente nella nostra contemporaneità e affondano

in una problematica classico-romantica artistica epoetica ancora da dipanare. Il fatto decisivo è chel’opera di Antonio Canova ci rivela, alla luce del-l’approfondimento storico artistico ed estetico, unafigura di scultore estremamente complessa.

Tra i critici del nostro secolo qualcuno si èlimitato a salvare – come massima concessione diartisticità – la vitalità plastica dei bozzetti canovianidi contro alle opere in marmo, alle quali oggi piùcorrettamente (grazie anche alle interpretazioni diArgan) attribuiamo un valore di immagine più altoe definitivo, che corrisponde alla vera fisionomiadell’artista. Ma la rivalutazione delle terrecottecanoviane – ancorché unilaterale – è interpretabilealla luce di una propensione del gusto per la plasticafittile, affermatasi tra la seconda metà degli anniVenti e i primi anni Trenta del nostro secolo, preci-samente con l’interesse per la plastica etrusca e la“ripresa” di Arturo Martini della scultura in terra-cotta, che fu un contributo nuovo e originale (segui-to poi da Marino e da Manzù) fondato anche su unacomprensione dei bozzetti canoviani. Argan ha os-servato che Martini è stato l’unico ad averli capiti edirei che non è affatto strano che il grande scultoretrevigiano abbia anticipato almeno di un ventenniosuccessive assunzioni critiche sul Canova.

Come si vede, non basta il giudizio del gusto percomprendere la portata della scultura canoviana, ameno che tale giudizio non stia dentro un “circolovirtuoso” (in senso kantiano), come fortunosamenteè accaduto nell’epoca stessa in cui ha operato Canovaper merito di altissimi interpreti come il Giordani, ilFoscolo, il Cicognara, il Quatremére de Quincy, laTeotochi Albrizzi, per fare solo i nomi più impor-tanti. Alla luce della contemporaneità possiamointravedere la straordinaria densità culturale del-l’opera canoviana, che include una considerazionedella storia della scultura, all’epoca affatto nuova,innervata su una problematica estetica che va daWinckelmann a Hegel, e passa per le elaborazioni diCicognara che, come si sa, è stato un attento esegetadella scultura del possagnese. Ma tutto ciò includeil complesso rapporto con la classicità che va benoltre le prospettive archeologiche e gli interessiantiquari e si connette a un creativo ripensamentodel senso del fare scultura, che in Canova ha avutoesiti molto alti e densi di significato, assolutamentedecisivi – nel bene e nel male – per la storia ulterioredella scultura.

Come ha sottolineato molto bene Irene Favarettonelle Riflessioni sul Canova e l’antico ( nel catalogodella mostra veneziana), le posizioni degli archeo-logi spesso si sono contrapposte a quelle deglistorici dell’arte moderna: laddove i primi vedono

“l’arte di Canova come prodotto, se non di imitazio-ne, di cerebrale interpretazione dell’arte classica”, isecondi invece tendono “talvolta a sottolineare l’in-fluenza sull’arte di Canova delle manierate e acca-demiche copie romane di originali greci presenti aRoma, per di più ‘inquinate’ da restauri e daintegrazioni neoclassiche” (p. 61). In realtà, come èstato più volte rimarcato negli ultimi anni, il rappor-to di Canova con l’Antico è durato tutta la sua vitae non solo è stato eccezionalmente creativo, ma hadato un decisivo contributo alla comprensione dellascultura antica, greca in ispecie: dal Laocoonte aimarmi fidiaci del Partenone, per citare solo due casiclamorosi. Di questo rapporto con l’Antico si sonooccupati molti studiosi, ed è un aspetto essenzialedella poetica canoviana, che lascia ancora adito ascoperte e a novità. Forse solo oggi riusciamo acomprendere come il rapporto con l’Antico e con lastessa storia della cultura nelle opere di Canova noncomprometta mai né l’invenzione né l’artisticitàaltissima alla quale più spesso è pervenuto l’artista.

Una delle opere paradigmatiche in questo sensoè sicuramente un marmo come Ercole e Lica (1795-1815), che dopo la fondamentale interpretazione diArgan (1969) non è più possibile vedere come un“immenso pasticcio”, ma, al contrario, diventa evi-dente come le fonti ben note e visibili nell’opera,alle quali Canova aveva attinto (come l’Ercole Far-nese di Lisippo, La morte di Laocoonte di Aghe-sandro, Apolidoro e Atanodoro, un gruppo sculto-reo del fregio dell’Ala di Pergamo), nonché memo-rie scultoree meno remote da Michelangelo a Berninifino al contemporaneo Flaxman, paradossalmenteconsentono una perfetta fusione di tali memorie,accrescendone l’artisticità.

Ma non mancano spunti importanti sulla forma-zione veneziana del Canova nel catalogo e nellamostra delle terrecotte della collezione dell’abateFilippo Farsetti (1703-1774) di Venezia, poi vendu-ta al nipote dello zar di Russia intorno al 1800. Oggitali terrecotte sono conservate al Museo dell’Ermi-tage e costituiscono una scelta di sessanta studi diminor formato di sculture importanti di StefanoMaderno, di Alessandro Algardi, di Gian LorenzoBernini, di François Duquesnoy, di Ercole Ferrara,per citare alcuni degli artisti presenti. Un nucleo piùristretto di terrecotte della collezione Farsetti èrimasto a Venezia (conservato alla collezione Gior-gio Franchetti alla Ca’ d’Oro, una delle sedi dellamostra): si tratta dei bozzetti di Gian Lorenzo Berninidel Nilo e del Rio de la Plata per la Fontana di PiazzaNavona a Roma, di alcuni straordinari modelli diStefano Maderno come Ercole e Anteo, e quattrobellissime ‘riproduzioni’ dell’Antico di CamilloRusconi.

L’interesse di questa raccolta – al di là dei rile-

31

Le Grazie, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage

Adone e Venere, Ginevra, Villa La Grange

Amore e Psiche stanti, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage

vanti aspetti legati al collezionismo veneziano set-tecentesco – è almeno duplice: da una parte consen-te di approfondire lo studio circa l’invenzione el’elaborazione di notevoli opere della statuaria ba-rocca; dall’altro permette di rivisitare una serie diterrecotte esemplari che sono state ben note alCanova e costituiscono un momento della sua for-mazione veneziana, portandolo da un gusto tardobarocco, ancora presente nei Lottatori (1775) enell’Apollo (1778), entrambi conservati alle Galle-rie dell’Accademia di Venezia, a un primo impattocon la classicità. Infatti, nelle due piccole sculture,persiste ancora il ricorso preliminare a un modellodi minor formato per definire forme e volumi rispet-to alle dimensioni proporzionalmente maggiori del-la statua vera e propria, tradizione che Canovamuterà radicalmente. E vediamo, d’altro canto, comenelle prime sculture del possagnese – in Euridice(1775) e nell’Orfeo (1775-1776), giusta la notazio-ne del Pavanello – sia ben chiara la derivazioneberniniana. Per avere un’idea dei primi incontri delgiovane Canova con la scultura classica, dobbiamomentalmente ricostruire il ricco repertorio di gessida statue antiche della collezione Farsetti, oggidiviso tra il Liceo artistico e l’Accademia di bellearti di Venezia.

Tra Venezia e Roma, intorno al 1780, Canovamaturerà attraverso varie e complesse sollecitazioniartistiche e culturali – più volte studiate – un radica-le ripensamento della scultura, il cui primo granderisultato sarà il Monumento funerario di ClementeXIV, nella basilica dei Santi Apostoli a Roma. Taleripensamento passa anche per la messa a punto dinuovi modelli ideativi, che hanno comportato ladefinizione di nuove tecniche scultoree e una com-plessiva organizzazione del lavoro svolto dall’arti-sta e dai collaboratori nello studio di via San Giaco-mo a Roma. Un contributo importante in tal senso ènel saggio di Hugh Honour, Dal bozzetto all’“ultimamano” (nel catalogo della mostra veneziana), cheprecisa la portata della rivoluzione canoviana nellatecnica scultorea, usando la creta non più soltantoper bozzetti da cuocere, ma per sculture anche digrandissimo formato, sicché il bozzetto corrispon-de a una dimensione uguale al vero. La successivatraduzione in gesso permetterà a Canova di perveni-re a una critica dell’opera prima della sua realizza-zione in marmo. Ma al di là della strepitosa capacitàdi Canova di trasformare “una forma che avevamodellato in una scolpita, accentuando o smorzan-do le convessità, approfondendo gli incavi, modu-lando le parti con variazioni finemente sfumate epassando da superfici che assorbono la luce ad altreche la riflettono”, come ha scritto giustamente

Honour (p. 48), va considerato che tali procedimentiagevolano un pensiero che sviluppa una complessadecantazione dei propri motivi figurativi, delle pose,delle forme plastiche che vanno via via assumendouna stratificazione di significati estremamente ric-ca. Non si tratta mai di riporti da fonti poetiche,letterarie, mitologiche chiamate a illustrare un tema,ma del fatto che esse subiscono in Canova comples-se e originali trasformazioni e amplificazioni chesono sempre interne alla scultura e all’invenzioneplastica, fino a far parte della stessa ragion d’esseredella scultura in una originale donazione di senso.

In questa breve nota non mi è possibile darepienamente ragione delle novità apportate dallemostre e dai cataloghi dedicati ad Antonio Canova,tanta è la ricchezza dei materiali che si propongonoagli studiosi con puntualizzazioni che tengono con-to di almeno due decenni di ricerche. Il catalogodella mostra veneziana di Canova, intelligentemen-te curato e coordinato da Giuseppe Pavanello eGiandomenico Romanelli, raccoglie gran parte diquei materiali. Ma vorrei anche segnalare il saggiodi Giuliano Briganti su Antonio Canova. La restau-razione e la Russia del tempo di Alessandro I, nelcatalogo delle opere canoviane del Museodell’Ermitage di San Pietroburgo, e la splendidaintroduzione del catalogo veneziano di Giulio CarloArgan, La virtù visiva dell’anima, che in sede diinaugurazione della mostra è stata magistralmentesviluppata in una memorabile conferenza al TeatroLa Fenice di Venezia.

Sicuramente il previsto convegno del prossimomese di ottobre a Venezia rivisiterà il significatodell’opera di Antonio Canova, non solo nell’arte,ma nella storia della cultura e nell’estetica ed èprevedibile che sarà un incontro di studio nel qualesi profileranno ulteriori novità e approfondimentisull’opera e sul pensiero dello scultore. Sarà unconvegno sul quale avremo occasione di tornare insede di pubblicazione degli atti.

Alle origini di Canova. Le terrecotte della collezio-ne Farsetti, Catalogo della Mostra (Roma, Fonda-zione Memmo, Palazzo Ruspoli, 12 dicembre 1991- 29 febbraio 1992; Venezia, Galleria GiorgioFranchetti alla Ca’ d’Oro, 20 marzo - 30 ottobre1992), a cura di Sergej O. Androsov, scritti di SergejO. Androsov e Giovanna Nepi Scirè, Venezia,Marsilio, 1991, 4°, pp. 158, ill., L. 40.000.

INDICE. Sergej Androsov, La collezione Farsetti •

32

Giovanna Nepi Scirè, “Le reliquie estreme delmuseo Farsetti” • Le terrecotte della collezioneFarsetti. Catalogo delle opere • Le terrecottedell’Ermitage • Le terrecotte della Galleria Gior-gio Franchetti alla Ca’ d’Oro • Appendice: Dall’in-ventario a stam-pa della Collezione di Casa Farsetti.

Canova all’Ermitage. Le sculture del Museo di SanPietroburgo, Catalogo della Mostra (Roma, Fonda-zione Memmo, Palazzo Ruspoli, 12 dicembre 1991-29 febbraio 1992), con scritti di Sergej O. Androsov,Giulio Carlo Argan, Elena Bassi, Giuliano Briganti,Nina K. Kosareva, Venezia, Marsilio, 1991, 4°, pp.154, ill., L. 40.000.

INDICE. Giulio Carlo Argan, Nota introduttiva •Sergej Androsov, Da Pietro I a Paolo I. Mecenatirussi e scultori italiani nel XVIII secolo • NinaKosareva, Le opere di Canova all’Ermitage • Giu-liano Briganti, Antonio Canova, la restaurazione ela Russia del tempo di Alessandro I • Elena Bassi,“L’arte che esige tutto l’uomo” • Le opere diCanova all’Ermitage.

Antonio Canova, Catalogo della Mostra (Venezia,Museo Correr - Possagno, Gipsoteca, 22 marzo-30ottobre 1992), a cura di Giuseppe Pavanello eGiandomenico Romanelli, Venezia, Marsilio, 1992,4°, pp. 401, ill., L. 64.000.

INDICE. ANTONIO CANOVA. UN’AVVENTURA EUROPEA:Giulio Carlo Argan, “La virtù visiva dell’anima” •Agostino Lombardo, Canova e gli inglesi: un para-dosso • Paolo Chiarini, Canova, Goethe e dintorni• Carlo Pietrangeli, Un ambasciatore d’eccezione:Canova a Parigi • Giuliano Briganti, Canova, larestaurazione e la Russia di Alessandro I • RobertoCalasso, L’incantamento senza fine delle Metamor-fosi • ANTONIO CANOVA ITINERARIO ARTISTICO: HughHonour, Dal bozzetto all’“ultima mano” • Giusep-pe Pavanello, “Antonio Canova Veneto...” •Giandomenico Romanelli, La nostalgia del ritorno.Canova e il Veneto • Irene Favaretto, Riflessioni suCanova e l’antico • Gianni Venturi, La grazia e LeGrazie • Fernando Mazzocca, La fama di Canova •CATALOGO DELLE OPERE IN MOSTRA • ANTONIO CANOVA

A POSSAGNO: Elena Bassi, Ricordi sfumati nel tempo• Giandomenico Romanelli, Il Tempio canoviano •Paolo Mariuz, Una tomba per Canova • GiuseppePavanello, La Gipsoteca di Possagno • GabriellaDelfini Filippi, La Gipsoteca nel XX secolo, noted’archivio • Filippa M. Alberti Gaudioso, Canova ePossagno • Opere canoviane nel Tempio.

Euridice, Venezia, Museo Correr

Maddalena penitente, San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage Damosseno, Roma, Musei Vaticani

I vescovi venetie la Sante Sede(Silvio Tramontin)

L’apertura dell’Archivio segreto vaticano ancheper i pontificati di Pio X e Benedetto XV (20 agosto1985) ha reso possibile a don Antonio Scottà questoscoop storico e cioè la pubblicazione in tre volumidelle lettere spedite dagli undici vescovi veneti allaSanta Sede durante la prima guerra mondiale. Unanticipo di tale evento editoriale lo aveva dato lostesso curatore in una relazione ad un convegno dalui stesso organizzato nel 1988 a Portogruaro sulVeneto durante la prima grande guerra e i cui attisono di prossima pubblicazione presso la medesimacasa editrice. Se si pensa che il Veneto è stato per 41mesi teatro di una delle più terribili guerre, si puòcondividere del tutto l’osservazione che GabrieleDe Rosa fa nella presentazione dell’opera: “unamole documentaria omogenea, di grande spessorestorico e culturale, che vede passare la guerra e levicissitudini del clero, delle popolazioni, degli eser-citi combattenti, attraverso l’angolo visuale dei ve-scovi”. I vescovi infatti scrivono su ciò che avvienenelle città, nei paesi, nei borghi delle loro diocesi aseconda delle operazioni belliche (si vedano lelettere del vescovo di Padova, Pellizzo, a propositodella Strafe expedition del 1916 sull’Altopiano diAsiago o quelle del vescovo di Verona, Bacilieri,sull’avanzata in Val d’Adige), informano sulle di-mensioni del profugato (134.816 unità per la pro-vincia di Udine, pari al 20% dell’intera popolazio-ne, e 126.086 per la provincia di Belluno e le zoneoccupate della provincia di Treviso e Venezia parial 24%, cui aggiungendo i profughi dei territori nonoccupati si arriva a un totale di 632.210 persone,quasi un esodo biblico) e sui problemi da essoderivati, forniscono alla Santa Sede informazioni sueventi militari taciuti dalla censura.

Dal complesso delle centinaia di lettere si ricaval’impressione che la Chiesa nel Veneto abbia costi-tuito una specie di struttura parallela a quella delloStato, robusta ed efficiente tanto da assumere, spe-cialmente in alcuni momenti come dopo la disfattadi Caporetto, funzioni di supplenza sul piano ammi-nistrativo e in certa misura anche politico. Accantoa queste osservazioni generali molte se ne potrebbe-ro fare di particolari. Ci limitiamo qui ad alcune.

A differenza delle risposte della Santa Sede (an-che queste, fin dove è stato possibile reperirle,incluse nell’opera), dove non vengono mai toccatele ragioni politiche della guerra, nelle lettere deivescovi vengono trattate anche queste. Il più espli-cito è mons. Rossi, arcivescovo di Udine, che leidentifica nel bisogno di espansione dei popolideboli e di difesa nei confronti dei più forti, nell’esi-genza di corrispondere alle aspirazioni della nazio-nalità per ragioni storiche, etniche, commerciali,nel dovere di resistere al prepotente, che audace-mente calpesta i trattati.

Un problema che preoccupa i vescovi veneti e sulquale chiedono lumi alla Santa Sede è quello delservizio militare del clero. Ben 11.025 erano isacerdoti veneti presenti nell’esercito italiano, dicui 153 cappellani militari, più 951 chierici (di cui68 saranno i feriti, 79 i morti, 61 i decorati), nono-stante le dispense concesse dalla legge, ristretteperò da una successiva disposizione del ministroOrlando nel 1916 e da quelle emanate dopoCaporetto. Qualche vescovo aveva cercato in varimodi di evitare il reclutamento sia dei sacerdoti,facendoli apparire in cura d’anime, sia dei chierici,

accelerando la loro promozione agli ordini maggio-ri in modo da assicurarne per lo meno la presenza neireparti di sanità. Ma la Santa sede era intervenutaimponendo ai vescovi di non ricorrere a questeforme, ma di rispettare le leggi con l’obbligatorietàper il clero di servire la patria anche con le armi.

Più gravi erano le questioni inerenti l’atteggia-mento dei vescovi nei riguardi degli internamenti edei processi contro il clero. Le accuse mosse controdi esso sono quelle di collaborazione con il nemico,di spionaggio, di disfattismo, di pacifismo e piùvagamente di austriacantismo. Esse sembrano assu-mere per certi versi i caratteri di una vera e propriapersecuzione. Nelle lettere dei vescovi siintravvedono due motivazioni di tali accuse: laprima richiama il sospetto consolidato in liberali emassoni di antipatriottismo del clero, la secondariguarda forme di odio e di vendetta degli oppositoridella Chiesa spesso anche per ragioni personali. Ipretesti più frequenti sono però quelli di violazionidelle leggi di pubblica sicurezza riguardanti la cen-sura sulla corrispondenza, il divieto di pubblicheriunioni, processioni, cortei, assembramenti in luo-ghi pubblici, applicabili anche all’accompagnamentodel viatico e ai funerali, la diffusione di notizieriguardanti la guerra, la censura sulla stampa. Sonoqueste le più frequenti ragioni di intervento pressola Santa Sede e pure presso le autorità civili emilitari, anche perché si crede di veder in tuttoquesto l’azione della massoneria e una strategia dicontrollo e intimidazione. E c’è chi come il vescovodi Vicenza, mons. Rodolfi, crede per far caderequesti pregiudizi di rivendicare l’azione del suoclero. “Eccellenza – scrive al capo del governoOrlando e al ministro di giustizia Sacchi – ho 700preti, 200 sotto le armi, 500 in cura d’anime. Dei 200sacerdoti soldati alcuni sono morti sul campo, altrisotto le valanghe, altri furono feriti, alcuni decorati,altri encomiati; nessuno ha mai mancato al suodovere, nessuno. Con essi stanno anche 130 allievidel mio seminario, nei posti più difficili: aviatori,arditi, nelle trincee, molti ufficiali, molti premiati,parecchi feriti, ma neppure di loro nessuno è venutomeno al suo dovere, nessuno”.

Queste lettere ci parlano pure dell’azione deivescovi a favore di militari e di profughi quali gliospedali militari, i posti di conforto e di ristoro, lecase del soldato, comitati per l’assistenza civile aiprofughi, alle famiglie dei condannati, agli orfani ealle vedove dei caduti, segretariati per informazionie notizie dei prigionieri, dei profughi, dei cittadinirimasti in zone invase, per la spedizione dei pacchiai prigionieri.

Oltre a quelle dei vescovi veneti, ci sono pure lelettere dell’arcivescovo di Trento Celestino Endrici,confinato dall’imperial regio governo, e di France-sco Borgia Sedej arcivescovo di Gorizia, anch’essiin modo diverso interessati alla guerra nel Veneto.

A queste lettere fanno riscontro le risposte dellaSanta Sede inviate dal papa Benedetto XV o dalcard. Pietro Gaspari, segretario di Stato. E sono del25 maggio 1915 le istruzioni della Santa Sede nellequali si faceva appello alla massima prudenza e atenere la distanza di fronte a istanze nazionaliste ebelliciste, mentre nello stesso giorno vengono man-dati due ecclesiastici di fiducia per renderne parte-cipi i metropoliti. Già l’8 ottobre del 1914 del resto,nell’“Osservatore romano” era comparsa una notanon firmata dal titolo La Chiesa e i suoi ministrinella amarezza dell’ora presente, in cui si segnala-vano i punti più significativi riguardo al comporta-mento della Santa Sede e cioè l’imparzialità, lapriorità delle missioni di pace e carità, l’interessedella Chiesa e dell’umanità da anteporsi ai movi-menti patriottici, l’alta responsabilità di ministridella parola divina, le chiese come luoghi di pietà edesperienze di pace, il sentimento del perdono cri-

stiano. Si insiste inoltre sulla provvisorietà dei cura-tori d’anime nelle terre occupate, l’evitare i bom-bardamenti sulle città aperte, il trattare i prigionieridi guerra, il comportamento verso la popolazionedei territori occupati prima dalle truppe italiane epoi da quelle austriache, l’istituzione il 1° giugno1915 dell’ordinariato castrense per i sacerdoti inservizio militare oltre che per i cappellani.

Due sono i punti che meritano di essere segnalatidalla Santa Sede. Anzitutto la “precaria” e “occasio-nale” condizione per l’insufficienza delle “cosidetteguarentigie”, soprattutto nella drammatica circo-stanza di un conflitto fra nazioni europee e cattoli-che che accresceva i fattori di inceretzza e pericoloper gli interessi del Vaticano. Nel “Corriere dellasera” del 30 giugno 1915 papa Benedetto XV cosìrispondeva in una intervista del giornalista franceseLouis Latapie: “Mi è stata promessa libertà di cor-rispondere fuori al controllo della censura, ma almio segretario di stato hanno portato questa mattinauna lettera del patriarca di Venezia i cui sigilli eranostati aperti... I rapporti con le nazioni nemichedell’Italia sono praticamente soppressi. I rappre-sentanti da esse accreditati presso di noi hannodovuto lasciare l’Italia. Le nostre garanzie, i nostrimezzi sono indeboliti. Abbiamo fiducia nel gover-no attuale, ma paventiamo di vederci esposti dalleincertezze della vita pubblica italiana. Roma è unfocolare in perpetuo fermento. Direte voi forse chesarebbe stato assurdo temere ultimamente una gior-nata rivoluzionaria. Cosa accadrà domani? Comeaccoglierebbe il popolo una sconfitta? Come sicomporterà nella vittoria? Tutti i movimenti diquesto popolo, che è il più nobile della terra, avran-no qui il loro contraccolpo e noi oggi ci sentiamomeno protetti”.

In secondo luogo le numerose proibizioni delpapa di fronte a dichiarazioni favorevoli all’inter-vento di appoggio alla guerra da parte dell’Azionecattolica e in modo particolare al presidente del-l’Unione popolare Giuseppe Dalla Torre. In una diqueste c’è un’espressione molto significativa: “fac-cia ciascuno preghiere, penitenze e mortificazionisenza reclame non meritoria davanti a Dio e forsedannosa davanti agli uomini”.

Oltre le lettere dei vescovi veneti e le risposte diBenedetto XV e del suo segretario troviamo ancoraquelle del nunzio a Vienna Teodoro Valfrè di Bonzoe le due redazioni della famosa nota del 1° agosto1917, redazioni che è interessante confrontare traloro, osservando come due passi autografi del papavengano omessi nel testo definitivo. Ne citiamo unoche dice: “In ogni guerra per giungere alla pace si èdovuto smettere il proposito di schiacciare l’avver-sario: mettere l’avversario in condizione di non piùtentare la prova è una stoltezza, perché la provapotrà essere ritentata dopo qualche tempo, sia per-ché l’avversario ha riconquistato le forze, sia perchéha creduto di averle riconquistate. Le guerre esiste-ranno non finché vi sarà la sola forza, ma finché visarà l’umana cupidigia”. Previsione purtroppo av-veratasi nella seconda guerra mondiale.

Di ogni vescovo viene data una breve biografia ele lettere sono tutte annotate e completate da altridocumenti, così da rendere l’opera veramente fon-damentale per lo studio della prima guerra mondialenel Veneto.

I vescovi veneti e la Santa Sede nella guerra 1915-1918, a cura di Antonio Scottà, 3 voll., Roma,Edizioni di Storia e Letteratura, 1991, pp. CXIV-456- 592 - 463, L. 180.000.

33

OPERE GENERALI

Bibliografia - BiblioteconomiaArchivistica - ManoscrittiEnciclopedie - Annuari - Cataloghi

1 *CASELLATO SANDRA, Dall’insegnamento della“Storia naturale” a Padova al Dipartimento dibiologia. Storia dei nuclei afferiti al Dipartimentodi biologia, Padova, Libreria Progetto Editrice,1991, pp. 55, ill., 8°, s.i.p.

2 *COMUNE DI BELLUNO - BIBLIOTECA CIVICA, Do-cumenti antichi trascritti da Francesco Pellegrini,1: Dal secolo VI al 1200, introd. di FerdinandoTamis, Belluno, Comune-Assessorato alla Cultura- Biblioteca Civica, 1991, pp. 334, ill., 4°, s.i.p.

3 *L’editoria del ’700 e i Remondini, Atti del Conve-gno (Bassano del Grappa, Museo Biblioteca Archi-vio, 28-29 settembre 1990), a cura di Mario Infelisee Paola Marini, Bassano del Grappa (VI), Ghedina eTassotti, 1992, pp. 373, ill., 8°, L. 55.000

4 *Guida agli archivi della Comunità e del podestà diCastelfranco Veneto (secc. XV-XVIII), a cura diElena Marchionni e Vincenzo Mancini, CastelfrancoVeneto (TV), Comune - Venezia, Ministero dei BeniCulturali e Ambientali - Sovrintendenza Archivi-stica, 1990, pp. 31, ill., 8°, s.i.p.

5Marsilio editori. Catalogo generale: 1961-1990,Venezia, Marsilio, 1991, pp. IX-212, 8°, L. 15.000

6 *NADIN BASSANI LUCIA, Il poligrafo veneto Giu-seppe Betussi, Padova, Antenore, 1992, pp. VI-117,8°, L. 25.000

7 *POMA FRANCESCO (Presidente del Comitatod’Agricoltura Arti Commercio Strade Acque dellaMunicipalità di Mirano), Relazioni e comunicazio-ni. Anno 1797, a cura di Giovanni Muneratti, s.l.s.e.(Mirano - VE, Tipografia Miranese), 1992, pp. 47,ill., 8°, s.i.p.

8La rinascita del sapere: libri e maestri dello studioferrarese, Catalogo della Mostra (Ferrara, Esposizionein occasione della storia dell’Università, 1391-1991),Venezia, Marsilio, 1991, pp. 514, ill., 4°, L. 90.000

9 *VEDOVELLI GIORGIO, Il Museo del CastelloScaligero di Torri del Benaco, disegni di ElisaVedovelli, Torri del Benaco (VR), Centro Studi peril Territorio Benacense, 1992, pp. 72, ill., 8°, L. 8.000

FILOSOFIA

Storia e critica della filosofiaFilosofia della scienza

10A partire dal testo di Russel McCormmach, a cura diArmando Girotti, Padova, Unipress, 1992, pp. 110,ill., 16°, L. 10.000

11ASSOCIAZIONE TEOLOGICA ITALIANA, La crea-zione e l’uomo. Aspetti filosofici per la teologia, acura di Antonio Staglianò, Padova, Messaggero,1992, pp. 288, 8°, L. 27.000

12BERKELEY GEORGE, Siris, trad. di AlessandroParolin, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 230,8°, L. 30.000

13BONIOLO GIOVANNI, Linguaggi, realtà, esperi-mento, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 266,8°, L. 30.000

14CAMPANELLA TOMMASO, Apologia di Galileo,trad. di Adriana Lotto, a cura di Gino Ditadi, Este(PD), Isonomia, 1992, pp. 280, ill., 8°, L. 50.000

15COSTANTINI - GARIBALDI - PENCO, Introduzionealla statistica. I fondamenti dell’argomentazioneincerta, a cura di Corrado Mangione, Padova,Muzzio, 1992, pp. 322, 8°, L. 35.000

16ECKHART MEISTER, Una mistica della ragione, acura di Giorgio Penzo, Padova, Messaggero, 1992,pp. 352, 16°, L. 25.000

17 *EMO ANDREA, Le voci delle muse. Scritti sullareligione e sull’arte 1918-1981, a cura di M. Donàe R. Gasparotti, pref. di M. Cacciari, Venezia,Marsilio, 1992, pp. VII-XXV-199, 8°, L. 35.000

18ERASMO DA ROTTERDAM, Oratio de pace et di-scordia contra factiosos. Lamento della pace scac-ciata e respinta da tutte le nazioni, a cura di ItaloFrancesco Baldo, Abano Terme (PD), Piovan, 1992,pp. 96, 8°, L. 16.000

19Ethos e cultura. Scritti in onore di Ezio Riondato,Padova, Antenore, 1991, 2 voll., pp. XIII-1279, 8°,L. 120.000

20FACCHI GIORGIO, La previsione scientifica, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 210, 8°, L. 20.000

21GAVA GIACOMO, Lessico epistemologico, Padova,Cleup, 1992, pp. 64, 16°, L. 12.000

22GIUNTA GAETANO, L’ecosistema “scienza”, l’uo-mo, la società, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp.110, 8°, L. 20.000

23IACOVACCI ALBERTO, Idealismo e nichilismo. Lalettera di Jacobi a Fichte, Padova, Cedam, 1992,pp. 170, 8°, L. 33.000

24KANT IMMANUEL , Critica del giudizio. Guida allalettura, a cura di Massimo Donà, Paese (TV), Pagus,1991, pp. 115, 8°, L. 14.500

25LOLLI GABRIELE, Cos’è la logica matematica. Fi-losofia della logica, a cura di Corrado Mangione,Padova, Muzzio, 1992, pp. 162, 8°, L. 28.000

26PASCAL BLAISE, Pensieri, in appendice: Voltaire,Sui pensieri di Pascal, a cura di Luciano Orlandini,Paese (TV), Pagus, 1992, pp. 276, 8°, L. 18.200

27PASQUALOTTO GIANGIORGIO, Estetica del vuoto.Arte e meditazione nelle culture d’Oriente, Vene-zia, Marsilio, 1992, pp. 168, ill. 8°, L. 28.000

28POPPER KARL, La lezione del Novecento, intervistadi Giancarlo Bosetti, Venezia, Marsilio, 1992, pp.120, 16°, L. 12.000

29RESTELLI MARCO, Il ciclo dell’unicorno. Mitid’Oriente e d’Occidente, Venezia, Marsilio, 1992,pp. 230, ill. 8°, L. 30.000

30ROVATTI PIER ALDO, Trasformazioni del soggetto.Un itinerario filosofico, Padova, Il Poligrafo, 1992,pp. 144, 8°, L. 26.000

31SKLAR LAWRENCE, Spazio, tempo e spaziotempo,a cura di Massimo Mazzer, Abano Terme (PD),Piovan, 1992, pp. 500, 8°, L. 60.000

32SPALDING B.T., Vita e insegnamenti dei maestridel lontano Oriente, vol. 1°, Vicenza, Il Puntod’Incontro, 1991, pp. 256, 8°, L. 23.000

33Studi di filosofia tedesca, scritti di M.M. Olivetti...[et al.], Padova, Cedam, 1991, pp. 419, 8°, s.i.p.

Psicologia

34BENEDIKTER FRANZ, Manuale di grafologia. Teo-ria e applicazioni pratiche in psicologia, a cura diMaria Stella Longato, Padova, Meb, 19923, pp. 220,8°, L. 22.000

35CRISTANTE FRANCESCA, Variabili qualitative inpsicologia. Metodi e modelli statistici, Padova,Upsel, 19923, pp. 187, 8°, L. 35.000

36DEMARCHI SILVANO, Simbolismo e gestualità nel-la scrittura, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp.108, 8°, L. 18.000

37Depressione?, a cura di Lucio Demetrio Regazzo,present. di Giangaleazzo Masaraki, Abano Terme(PD), Piovan, 1992, pp. 198, 8°, L. 25.000

34

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 106, f. 7r (sec. XV)

Rassegna bibliografica

38Indici fisiologici in psicologia, a cura di DanielaPalomba, Padova, Cleup, 1992, pp. 250, 8°, L. 30.000

39MANGANELLI RATTAZZI ANNA MARIA , Il que-stionario: aspetti teorici e pratici, present. di DoraCapozza, Padova, Cleup, 1990, pp. 182, 8°, L. 28.000

40PEDON ARRIGO, Elementi di psicologia sociale edel lavoro, Padova, Libreria Cortina Editrice, 1991,pp. XIII-301, 24°, L. 27.000

41Il problema mente-corpo, Atti del Convegno orga-nizzato nell’ambito del tema per l’assegnazione delPremio Cortina-Ulisse 1991 (Padova, 19-20 aprile1991), scritti di M. Aloisi, V. Somenzi, PP. Bozzi,G. Berlucchi, M.W. Battacchi, M. Zanforlin, R.Luccio, D. Parisi, E. Bisiach, A. Semi, Padova,Cedam, 1992, pp. VI-190, 8°, L. 30.000

42Sofferenza psichica: quale atteggiamento?, scrittidi Patrizia Granata, Alessandra Raimondi, LauraCassoli, Massimo Guglielmo, Manuela Tempesta,Rovigo, Centro Francescano di Ascolto, 1992, pp.99, ill., 8°, s.i.p.

43WIDMAN CLAUDIO , Sentimenti. Invidia, gelosia, odio,rimorso, pessimismo, vanità, gioia, amore, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 256, 8°, L. 25.000

Parapsicologia - Occultismo - Esoterismo

44BALSEKAR RAMESH, Nessuno nasce, nessunomuore, Vicenza, Il Punto d’Incontro, 1992, pp. 256,8°, L. 23.000

45BRUNTON PAUL, Egitto segreto, Vicenza, Il Puntod’Incontro, 1992, pp. 336, ill., 8°, L. 23.000

46CAPRIOTTI ANNA MARIA, Come fare, disfare, di-fendersi dal malocchio, Sommacampagna (VR),Demetra, 1991, pp. 64, 16°, L. 8.000

47DALLA PORTA XYDIAS NICOLA, Cristianesimo emondi tradizionali, Abano Terme (PD), Piovan,1992, pp. 344, L.30.000

48DERVISH H.B.M., In viaggio con un maestro sufi,Vicenza, Il Punto d’Incontro, 1991, pp. 304, 8°, L.23.000

49DESJARDINS DENISE, Nascita dopo nascita.Rivivere le vite passate sotto la guida di un maestrospirituale, Vicenza, Il Punto d’Incontro, 1992, pp.247, 8°, L. 23.000

50FORNO GUIDO, Gli scacchi divinatori. Il nostrofuturo da un gioco, a cura di M.S. Longato, Padova,Meb, 1992, pp. 210, ill., 8°, L. 18.000

51FREITAG ERHARD, Il subconscio centrale di ener-gia, trad. di Giuliana Bernardi, Padova, Meb, 1992,pp. 257, 8°, L. 22.000

63BARSOTTI DIVO, La via del ritorno. Esercizi spiri-tuali, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 192,16°, L. 22.000

64 *BASSOTTO CAMILLO, Il mio cuore è ancora aVenezia: Albino Luciani, s.l.s.e. (Musile di Piave -TV, Tipolito Adriatica), 1990, pp. 256, ill., 8°, s.i.p.

65BASTIANON EUGENIO, Un Dio da pregare e dapensare. La razionalità teologica e il problema delsoggetto, S. Pietro in Cariano (VR), Il Segno, 1992,pp. 94, 8°, L. 14.000

66BEA FERNANDO, Venduta alla cartità. Sorella Lu-cia Ripamonti ancella della carità, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1991, pp. 182, ill., 8°, L. 18.000

67 *BERGAMASCHI ALDO, Primo Mazzolari, una voceterapeutica, S. Pietro in Cariano (VR), Il Segno,1992, pp. 94, 8°, L. 15.000

68 *BERTEZZOLO PAOLO, Francesco Angeleri unrosminiano veronese (1821-1892), pref. di RemoBessero Belti, Verona, Mazziana, 1992, pp. 164, 8°,L. 25.000

69BONORA ANTONIO, Geremia uomo dei dolori, Pa-dova, Gregoriana, 1992, pp. 137, 8° L. 19.000

70BORDIN BERNARDINO, Il sacro cuore, Padova,Messaggero, 1992, pp. 144, L. 10.000

71CALLIARI PAOLO, Trattato di demonologia. Se-condo la teologia cattolica, Vigodarzere (PD),Carroccio, 1992, pp. 468, 8°, L. 39.000

72 *CAMPAGNER ANGELO, Cronaca Capitolare. ICanonici della Cattedrale di Treviso sec. VIII-X-XII-XIII-XIV-XV, s.l.s.e. (Vedelago-TV, TipografiaStocco), 1992, voll. 3, pp. 238-786, L. 130.000

73CANDELA MARIA STELLA , Dialoghi d’amore dalcielo alla terra, introd. di P.P. Giovannangelo An-geli, pref. di Corrado Maria Rossetto, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1991, pp. 260, 8°, L. 28.000

74CAPPELLETTO G. - MILANI M., In ascolto dei pro-feti e dei sapienti. Introduzione all’Antico Testa-mento, Padova, Messaggero, 1992, pp. 320, 8°, L.18.000

75CASILLO PASQUALE, La bestemmia ferisce primal’uomo. Una maleducazione diffusa, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1992, pp. 72, 16°, L. 3.500

76CASILLO PASQUALE, La solennità del corpo esangue di Cristo, Conegliano Veneto (TV), Ancilla,1992, pp. 70, 16°, L. 10.000

77CAYOTA MARIO, La sfida dell’utopia nel mondonuovo, Padova, Messaggero, 1992, pp. 512, L.40.000

35

52GODMAN DAVID, Sii ciò che sei. Ramana Mahrshie il suo insegnamento, Vicenza, Il Punto d’Incontro,1992, pp. 320, 8°, L. 23.000

53HEINDEL MAX, Principi occulti di salute e guari-gione, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 236, 8°,L. 28.000

54MAXWELL MEG - TSCHEDIN VEREVA, Vedere l’in-visibile. Moderne esperienze religiose e trascen-dentali, trad. di Franca Cargnello Ventura, a cura diStella Longato, Padova, Meb, 1992, pp. 302, 8°, L.24.000

55MOIA GIOVANNA , Manuale di stregoneria. Dagliincantesimi alle pratiche magiche segrete, a cura di M.S.Longato, Padova, Meb, 19924, pp. 152, 8°, L. 9.500

56OSBORNE ARTHUR, L’incredibile Sai Baba diShirdi, Vicenza, Il Punto d’Incontro, 1991, pp. 133,8°, L. 19.000

57Prima della coscienza, a cura di Jean Dun, Vicenza,Il Punto d’Incontro, 1991, pp. 272, 8°, L. 23.000

58RUSSO MARIA A., A scuola di magia pratica. Sor-tilegi, fatture, esorcismi, a cura di M.S. Longato,Padova, Meb, 19924, pp. 178, 8°, L. 9.500

59SMITH SUSY, Come sviluppare i vostri poteriextrasensoriali, trad. di Melina Cando, a cura di M.S.Longato, Padova, Meb, 1992, pp. 225, 8°, L. 20.000

60La storia dei quattro dervisci rinarrata da AminaShah. Testo antico di Amir Khusru, Vicenza, IlPunto d’Incontro, 1992, pp. 192, 8°, L. 23.000

RELIGIONE

Storia della Chiesa e delle religioniMorale e TeologiaCulto e pratiche devozionali

61AIZPURUA FIDEL, Il cammino di Francesco d’Assisi,Padova, Messaggero, 1992, pp. 136, 8°, L. 15.000

62BALLESTER MARIANO, Fratello segno, sorella vita.Invito alla lettura spirituale della vita, Padova,Messaggero, 1992, pp. 128, 16°, L. 11.000

Venezia, Bibl. Marciana, Ms. lat. Z, 175=1599, f. 230v (sec. XIV)

78CENCI ANNA MARIA, I sei giorni della creazione eil peccato originale, Vigodarzere (PD), Carroccio,1992, pp. 140, ill., 8°, L. 21.000

79CENCI ANNA MARIA, L’inferno esiste fratello. “Matutto ti è perdonato purchè tu viva”, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1992, pp. 176, 8°, L. 21.000

80CENCI ANNA MARIA, L’ultimo giorno. Il giorno delSignore, introd. di Enrico Galbiati, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1991, pp. 200, 16°, L. 21.000

81CENCI ANNA MARIA, Le vie del Signore nellaBibbia. Letture Bibliche, pref. di Mario Galbiati,Vigo-darzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 992, 8°, L.88.000

82CENCI ANNA MARIA, Perchè non tutte le religionisono uguali, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp.136, 8°, L. 10.000

83CENCI ANNA MARIA, Perchè tanto male sulla ter-ra. Meditazioni, pref. di Enrico Galbiati, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1992, pp. 136, 8°, L. 21.000

84CÈ MARCO, Passione di Gesù nel Vangelo di Luca.Esercizi spirituali in preparazione alla Pasqua,Padova, Messaggero, 1992, pp. 84, 8°, L. 8.000

85CHAPMAN COLIN, Di chi è la terra promessa?Ilconflitto arabo-israeliano alla ricerca di una solu-zione, Padova, Messaggero, 1992, pp. 336, 8°, L.30.000

86CHIAVACCI PAOLO, La grande speranza, a cura diTino Scremin, Cassola (VI), Moro, 1992, pp. 256,ill., 16°, L. 20.000

87 *CIRCOLO DIPENDENTI ULSS FELTRE, Una storiad’amore e di dedizione. L’addio alle Suore di MariaBambina presenti a Feltre per 134 anni. Chiesa diOgnissanti 1 novembre 1857 - Cattedrale 25 agosto1991, Feltre (BL), Banca Bovio, 1991, pp. 63, ill., 8°,s.i.p.

88CIRIMOTIC LUKA, La Madonna e la Trinità. Fon-damento biblico della consacrazione a Maria,Conegliano Veneto (TV), Ancilla, 1992, pp. 208,16°, L. 12.000

89Il consiglio pastorale parrocchiale. Statuto tipo, acura di P.P. Doni, Padova, Gregoriana, 1992, pp. 48,16°, L. 5.000

90D’ASCANIO ANDREA, I miracoli di nostra signoradi Fatima sulle strade dell’Est. Bulgaria - Romania,Conegliano Veneto (TV), Ancilla, 1992, pp. 117,16°, L. 8.000

91D’ASCANIO ANDREA, I miracoli di nostra signoradi Fatima sulle strade dell’est. Ucraina, ConeglianoVeneto (TV), Ancilla, 1992, pp. 92, 16°, L. 8.000

92 *DE ANTONI DINO - PERINI SERGIO, Diocesi diChioggia, Venezia, Giunta Regionale del Veneto -Padova, Gregoriana, 1992, pp. 398, 8°, L. 35.000

93DE ROMA GIUSEPPINO, Gesù è il Signore. Liturgiepenitenziali, Padova, Messaggero, 1992, pp. 48, L.3.500

94DE ROMA GIUSEPPINO, Il Vangelo per i ragazzi,Padova, Messaggero, 1992, 8°, L. 7.000

95DE VITT FLAVIA , Istituzioni ecclesiastiche e vitaquotidiana nel Friuli medioevale, Venezia, Deputa-zione di storia patria per le Venezie, 1990, pp.XLIII-304, 8°, s.i.p.

96DEL FABBRO LEOPOLDO, Il testamento di SanFrancesco d’Assisi, 1° parte, Vicenza, L.I.E.F.,1992, pp. 136, 8°, L. 33.000

97DEL FABBRO LEOPOLDO, Le ammonizioni di SanFrancesco d’Assisi, Vicenza, L.I.E.F., 1992, pp.200, 8°, L. 33.000

98DEL FABBRO LEOPOLDO, Lettera a tutti i fedeli. 2°e 3° parte del Testamento, Vicenza, L.I.E.F., 1992,pp. 120, 8°, L. 33.000

99DIETZ FRIEDRICH, Prima che il giorno cominci.101 racconti e preghiere, Padova, Messaggero,1992, pp. 112, L. 10.000

100DOTOLO CARMELO, Sulle tracce di Dio. Linea-menti di teologia fondamentale, Padova, Messag-gero, 1992, pp. 256, 8°, L. 20.000

101FACCHIN CARLO, Alexis Carrel. Tra scienza eVangelo il futuro dell’uomo, S. Pietro in Cariano(VR), Il Segno, 1991, pp. 344, ill., 16°, L. 35.000

102FACCO GIANNINA, Bakita “Madre Moretta”, Pa-dova, Messaggero, 1992, pp. 160, 16°, L. 15.000

103Il fascino del sacro nella cultura moderna, a cura diUlderico Gamba, present. di Giancarlo Zizola, Pa-dova, Messaggero, 1992, pp. 415, ill., 8°, L. 39.000

104La fede sommersa nei paesi dell’Est, scritti di V.Bajsìc, F.M. Dolinar, L. Tulaba, J. Kloczowski, M.

36

Padova, Bibl. Antoniana, Antifonario, Ms. A, f. 41v (sec. XIV)

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 56, f. 110 (sec. XIII)

Màrtonffy, H. Bogensberger, M. Patrick, present. diGabriele De Rosa, a cura di Alba Lazzaretto Zanolo,Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 131, 8°, L. 20.000

105FLOOD DAVID - CALOGERAS ATHENA, Dalla par-te dei poveri. Introduzione alla vita francescana,Padova, Messaggero, 1992, pp. 208, L. 20.000

106FRANCESCO D’ASSISI, Cantico delle creature, acura di Elvira Marinelli, Sommacampagna (VR),Demetra, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 13.000

107Francesco d’Assisi povertà per la missione, Vicenza,L.I.E.F., 1992, pp. 154, 8°, L. 37.000

108GAMBA ULDERICO, Dal niente al tutto. Itinerariodi un credente, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991,pp. 168, 16°, L. 22.000

109GAMBA ULDERICO, Un discepolo di San France-sco di Sales, pref. di Claudio Bellinati, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1991, pp. 120, ill., 8°, L. 14.000

110GASTALDI CASIMIRO, Laudato sii mi’ Signore.Brevi introduzioni per le lodi, l’ora media e i vespridella liturgia delle ore, Vicenza, L.I.E.F., 1992, pp.222, 8°, L. 29.000

111GAVA RAFFAELLA - GAVA ROBERTO, Ecco tuamadre. La consacrazione al cuore immacolato diMaria, Conegliano Veneto (TV), Ancilla, 19922, pp.324, 16°, L. 15.000

112GRILLO GIROLAMO, Dalla Rerum Novarum allaCentesimus Annus, Vigodarzere (PD), Carroccio,1991, pp. 284, 16°, L. 21.000

113GRILLO GIROLAMO, Ministero della parola. Com-menti anno C., pref. di Pietro Palazzini, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1991, pp. 288, 16°, L. 25.000

114HUBER GEORGES, Un angelo ti cammina accanto,Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 192, 8°, L.25.000

115IMBACH JOSEF, Pregare con la Bibbia, Padova,Messaggero, 1992, pp. 80, 8° L. 8.500

116ISOTTI FABIO, L’ombra della croce. Inseguendo

Gesù attraverso la ‘letteratura’ evangelica, S. Pie-tro in Cariano (VR), Il Segno, 1991, pp. 186, 8°, L.23.000

117JOOS ANDRÈ, Messaggio cristiano e comunicazio-ne oggi, 6: Il simbolo, dalla ricapitolazione alla re-‘visione’ umana e cristiana, S. Pietro in Cariano(VR), Il Segno, 1992, pp. 384, 8°, L. 42.000

118LENTINI GERLANDO, Come bisogna essere. DonLorenzo Milani, introd. di Giorgio La Pira, Vigo-darzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 208, 16°, L. 22.000

119LODI ENZO, Il Dio con noi. Guida liturgica al temponatalizio con pluralità di itinerari, Padova, Mes-saggero, 1992, pp. 240, 8°, L. 15.000

120Martire del sorriso. Per la santificazione dei sacer-doti, a cura di P.P. Ernetti, S. Pietro in Cariano (VR),Il Segno, 1991, pp. 170, ill., 8°, L. 18.000

121MATTAVELLI EUSTORGIO, Dono meraviglioso.Preghiere a Gesù eucaristico, Padova, Messagge-ro, 1992, pp. 64, 16°, L. 3.000

122MATTAVELLI EUSTORGIO, Il verbo si è fatto uomo.Veglia di Natale, Padova, Messaggero, 1992, pp.16, 16°, L. 1.500

123MATTELLINI GIUSEPPE CELSO, Dall’inizio la fede.Appunti di educazione della fede per i bambini dianni zero, Padova, Messaggero, 1992, pp. 72, 16°,L. 7.000

124MATTELLINI GIUSEPPE CELSO, Fede e fiducia.Appunti per l’educazione della fede nei bambini nelprimo anno, Padova, Messaggero, 1992, 16°, pp.72, L. 7.000

125MATTELLINI GIUSEPPE CELSO, La fede ai primipassi. Appunti per l’educazione della fede nei bimbidi un anno, Padova, Messaggero, 1992, pp. 72, 16°,L. 7.000

126Migrazioni e diritto ecclesiale. La pastorale dellamobilità umana nel nuovo Codice di diritto canoni-co, a cura del Pontificio Consiglio della pastoraleper i Migranti e gli Itineranti, Padova, Messaggero,1992, pp. 208, 8°, L. 25.000

127MINA CLAUDIO , Il Dio che amo. Meditazioni, Pa-dova, Messaggero, 1992, pp. 176, 16°, L. 15.000

128Un mistero è nascosto nella tua vita, Vigodarzere(PD), Carroccio, 1992, pp. 50, ill., 16°, L. 3.000

129 *MORTIN MARIO, Don Luigi Ferrazzi arciprete diPernumia. Un piccolo prete di campagna, Padova,Centro Editoriale Veneto, 1991, pp. XXIV-227, ill.,8°, s.i.p.

130MUNARO FELICE, Ragazzi in preghiera, Vigo-darzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 192, 16°, L. 3.700

131NICOLAI DOMENICO, Con Maria verso il 2000,Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 168, ill., 8°,L. 22.000

132Omelie pasquali dell’antichità cristiana, trad. diNazareno Nocilli, Padova, Messaggero, 1991, pp.311, 16°, L. 15.000

133ORATI DOMENICO, Storie Antoniane nelle regionid’Italia. Devozioni Antoniane nelle regioni italia-ne, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 302, ill.,8°, L. 27.000

134 *PADOVAN GIUSEPPE, La cattedra di teologia pa-storale all’Università di Padova. GiovanniProsdocimo Zabeo primo titolare (1815-1828),Padova, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padova-na, 1991, pp. 272, 8°, L. 35.000

135Paolo VI. Testimone della fede, difensore dell’uo-mo, a cura di Gilberto Campana, scritti di G. Ador-nato, G. Colombo, R. Goldie, G. Colzani, M.Martinazzoli, P. Nonis, Vigodarzere (PD), Carroccio,1992, pp. 176, 8°, L. 18.000

136PANTEGHINI GIACOMO, Il gemito della creazione.Ecologia e fede cristiana, Padova, Messaggero,1992, pp. 180, 8°, L. 15.000

137PARENTI ADRIANO, A scuola di preghiera da Fran-cesco e Chiara d’Assisi, Padova, Messaggero, 1992,pp. 208, 16°, L. 12.000

138PATERNOSTER VENANZIO, Alla ricerca di Dio.Incontri e riflessioni, Conegliano Veneto (TV),Ancilla, 1992, pp. 222, 16°, L. 22.000

139Per la storia del “vissuto religioso”. Gli scritti diGabriele De Rosa, scritti di E. Goichot, T. Gregory,L. Billanovich, A. Cestaro, F. Tessitore, PP. Villani,C.D. Fonseca, G. De Rosa, Vicenza, Istituto per lericerche di storia sociale e religiosa, 1991, pp. 75,8°, s.i.p.

140POPPI ANGELICO, Sinossi dei quattro Vangeli. Gre-co - Italiano, Padova, Messaggero, 1992, pp. 640,8°, L. 55.000

141Pregare semplice, a cura di Livio Poloniato, Pado-va, Messaggero, 1992, pp. 192, 16°, L. 5.00

142RADICI CARLO, Il perché di tutti i perché. Nell’oc-chio del ciclone, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992,pp. 176, 8°, L. 22.000

143RIBOLDI ANTONIO, Tu va e non fermarti mai. Ilsenso della vita, introd. di Luciano Lincetto, Vigo-darzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 232, 8°, L. 27.000

144RISSO PAOLO, Un genio per Cristo. Profilo biogra-fico del beato Francesco Faà di Bruno, pref. diGiovanni Paolo II, Vigodarzere (PD), Carroccio,1992, pp. 194, ill., 8°, L. 22.000

145 *ROSINA MARCELLO, Il Laudario dei Verberati.Pieve di Cadore - XIV secolo, Pieve di Cadore (BL),Magnifica Comunità di Cadore - Venezia, Regionedel Veneto, 1992, pp. 245, ill., 8°, L. 40.000

146SALANDRA NICOLA, Maria Vergine sempre ma-dre, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 136,16°, L. 19.000

147Un santo per amico. Preghiere nuove a S. Antonio,a cura di Livio Poloniato, Padova, Messaggero,1992, pp. 48, L. 3.000

148 *SARTO CARD. GIUSEPPE (S. PIO X), Le pastorali delperiodo veneziano (1894-1898), numeromonografico della rivista “Quaderni della Fonda-zione Giuseppe Sarto”, a. I, n. 2, luglio 1990, a curadi Antonio Niero, Riese Pio X (TV), FondazioneGiuseppe Sarto, 1991, pp. 153, 8°, s.i.p.

149 *SARTO CARD. GIUSEPPE (S. PIO X), Le pastorali delperiodo veneziano (1899-1903), numeromonografico della rivista “Quaderni della Fonda-zione Giuseppe Sarto”, a. II, n. 3, gennaio 1991, acura di Antonio Niero, Riese Pio X (TV), Fondazio-ne Giuseppe Sarto, 1992, pp. 157, ill., 8°, s.i.p.

150SCHLOR ALOYS, La filantropia della fede, a cura diGiovanni Bonaldi, pref. di Giuseppe Amari, Vero-na, Mazziana, 1992, pp. 256, 8° L. 25.000

151Simeone il nuovo teologo. La visione della luce, acura di Renato D’Antiga, Padova, Messaggero,1992, pp. 208, 8°, L. 15.000

152Sinossi dei quattro Vangeli. Duplice e triplice tra-dizione in evidenza, 1: Testo, a cura di AngelicoPoppi, Padova, Messaggero, 199110, pp. 332, 8°, L.28.000

153SQUARISE CRISTOFORO, Cittadini del mondo. Li-neamenti di morale sociale, Padova, Messaggero,1992, pp. 256, 8°, L. 18.000

154 *Le suore di San Francesco di Sales. Padova, 1740-1990. Nel 250° della fondazione, scritti di GuidoBeltrame...[et al.], Padova, Casa Generalizia, 1990,pp. 80, ill., 4°, s.i.p.

155TAFFAREL FRANCESCO, Giovanni Paolo I. Scrittimissionari, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991, pp.130, 8°, L. 15.000

156TOSCHI TOMMASO, Dalla parte degli indios. Ifrancescani nel Messico dei “conquistadores”,Padova, Messaggero, 1992, pp. 112, L. 11.000

157TUO LUIGI, Lettere e scritti di Luigi Rocchi, Pado-va, Messaggero, 19922, nuova ed. riv. e aggiorn., pp.224, L. 20.000

158TUROLDO DAVID MARIA , Il mistero del tempo,Padova, Messaggero, 1992, pp. 160, L. 15.000

37

159VAGNUZZI UGOLINO, Dio tra i personaggi, pref. diGaudenzio Cappelli, Vigodarzere (PD), Carroccio,1991, pp. 280, ill., 8°, L. 26.000

160 *VALANDRO ROBERTO, Parrocchia di S. Giacomo1966-1991. Venticinque anni in comunità, a cura diPaola Pellegrini e Mirella Pegoraro, Monselice (PD),s.e., 1991, pp. 101, ill., 8°, L. 20.000

161 *VALANDRO ROBERTO, Il santuario del Tresto aOspedaletto Euganeo e il culto mariano in BassaPadovana, Padova, Editoriale Programma, 1992,pp. 48, ill., 8°, L. 8.000

162VENDRAMIN CORRADO, Il tempo dell’impegno,Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 156, 16°, L.19.000

163La vita consacrata nella Chiesa, Padova, Messag-gero, 1991, pp. 144, 8°, L. 5.500

164 *Vite “Raymundina” e “Rigaldina”. Fonti agiogra-fiche antoniane, vol. 4°, a cura di Vergilio M. Gam-boso, Padova, Messaggero, 1992, pp. 712, 8°, L.120.000

165ZOFFOLI ENRICO, Magistero del Papa e catechesidi Kiko. Confronto. A proposito del camminoneocatecumenale, S. Pietro in Cariano (VR), Il Se-gno, 1992, pp. 154, 8°, L. 14.000

SCIENZE SOCIALI

Sociologia - AntropologiaEcologia generale - Statistica

166 *BELOTTI VALERIO - RASERA MAURIZIO, Gli im-migrati immaginati. Un’esplorazione delle opinio-ni sugli immigrati in un’area veneta, Mestre-Vene-zia, Fondazione Corazzin, 1992, pp. 50, 4°, s.i.p.

167 *La costa del Veneto orientale. Identità e limiti diuna risorsa, a cura del Gruppo Regionale PCI - PDS,Portogruaro (VE), Nuova Dimensione, 1991, pp.108, ill., 8°, L. 20.000

168CRACCO GIANNI, Terzo mondo e affarismo, pref. diAlessandro Zanotelli e Leoluca Orlando, Padova,Edizioni GB, 1992, pp. 144, 8°, L. 19.000

169Danno all’ambiente e responsabilità. Losmaltimento dei rifiuti dell’industria cartaria econciaria, Atti del Convegno (S. Miniato-PI, CentroStudi “I Cappuccini”, 10-12 maggio 1991), a cura diDomenico Ammirati, Padova, Cedam, 1992, pp.VIII-122, ill., 8°, L. 20.000

170FONDAZIONE INTERNAZIONALE LELIO BASSO PER IL DI-

RITTO E LA LIBERAZIONE DEI POPOLI, Tribunale per-manente dei popoli. Le sentenze: 1979-1991, a curadi Gianni Tognoni, Verona, Bertani - S. Bellino(RO), Nova Cultura, 1992, pp. 618, 8°, L. 48.500

171 *FRANZINA EMILIO, L’immaginario degli emigran-ti. Miti e raffigurazioni dell’esperienza italianaall’estero fra i due secoli, Paese (TV), Pagus, 1992,pp. 265, 8°, L. 42.000

172GUIDIERI REMO, Cronaca del neutro e dell’aureo-la. Il museo dei feticci, Paese (TV), Pagus, 1992, pp.84, 8°, L. 28.500

173 *LA MENDOLA SALVATORE, Gente comune. Lafamiglia coniugale nel Veneto, Venezia-Mestre,Fondazione Corazzin, 1992, pp. 280, 8°, L. 25.000

174 *Il lavoro fra alienazione e liberazione. Le coopera-tive integrate: dall’ospedale psichiatrico al territo-rio, rapporto di ricerca dell’IRES Veneto per la CGILnazionale, scritti di Myriam Da Rin, Bruno Anastasia,Domenico Casagrande, a cura di Myriam Da Rin,Venezia, Marsilio, 1991, pp. 216, 8°, L. 28.000

175MANCA ENRICO, L’età dell’informazione. La tele-visione nel nuovo ordine mondiale, introd. di GianniDe Michelis, present. di Bettino Craxi, Venezia,Marsilio, 1992, pp. 232, 8°, L. 34.000

182PASERO LAURA, I labirinti della vita quotidiana,Padova, Cedam, 1992, pp. VI-68, 8°, L. 10.000

183RECHEIS K. - BYDLINSKI G., Sai che gli alberiparlano? La saggezza degli indiani d’America,Vicenza, Il Punto d’Incontro, 1992, ill., 8°, L. 23.000

184SACCHETTI SIMONA, L’abitazione ecologica. Ar-redare, vestire, dormire e vivere ecologicamente incasa, introd. di Sabatino Meletani, pref. di GiovanniAbrami, Padova, Edizioni GB, 19923, nuova ed. riv.e aggiorn., pp. 208, ill., 8°, L. 28.000

185SALVOLDI V. - HÄRING B., Per osare la pace,Padova, Messaggero, 1992, pp. 304, L. 25.000

186SIDOTI FRANCESCO, Politeismo dei valori. Civiliz-zazione e cristianità nelle ricerche sociologiche,Padova, Cedam, 1992, pp. X-314, 8°, L. 36000

187TAMAMES RAMON, Un nuovo ordine mondiale, acura di Gianfranco Bologna, trad. di Maria PicarRoca-Alsina, Padova, Muzzio, 1992, pp. 248, 8°, L.28.000

188TONI RUGGERO, Sociologia per infermieri, Pado-va, Piccin Nuova Libraria, 19922, pp. 234, 8°, L.25.000

189 *La transizione demografica nel Veneto. Alcuni spuntidi ricerca, scritti di M. Castiglioni, R. Clerici, G.Dalla Zuanna, S. La Mendola, A. Lazzarini, L.Pozzi, F. Rossi, Venezia-Mestre, FondazioneCorazzin, 1991, pp. 193, 8°, L. 22.000

190 *TRIVELLATO GIORGIO, Avis: 1951-1991. Qua-rant’anni di storia avisina nel conselvano, s.l.s.e.(Conselve - PD, Suman), 1991, pp. 368, ill., 8°, s.i.p.

191 *UNIVERSITÀ DI VERONA - ISTITUTO DI STATISTICA ERICERCA OPERATIVA, Giovani e disagio giovanile.Risultati di un’indagine svolta fra gli studenti vero-nesi, a cura di Dario Olivieri, S. Pietro in Cariano(VR), Il Segno, 1992, pp. 200, 8°, L. 26.000

192Il vento non soffia più. Gli zingari ai margini di unagrande città, a cura di Anna Rita Calabrò, Venezia,Marsilio, 1992, pp. 320, 8°, L. 30.000

193Verso una società multietnica, numero monograficodella rivista “Quaderni della Fondazione IstitutoGramsci Veneto”, n. 13, 1992, a cura di U. Alifuoco,scritti di U. Alifuoco, R. Cagiano de Azevedo, G.E.Rusconi, R. Guolo, B. Anastasia, P.P.L. Zanchetta, G.Volpato, L. Bettin, G.C. Ferretto, Venezia, Fondazio-ne Istituto Gramsci Veneto, 1992, pp. 130, 8°, s.i.p.

Politica

194BOSETTI GIANCARLO, Il legno storto e altre cinqueidee per la sinistra: Dahl, Hischman, Sabel, Sen,Unger, Walzer, postfazione di Norberto Bobbio,Venezia, Marsilio, 1991, pp. 144, 8°, L. 22.000

38

176MARCON BRUNO, Amazzonia: bianco, dov’è tuofratello indio?, Camposampiero (PD), Edizioni delNoce, 1992, pp. 200, ill., 8°, L. 22.000

177MORETTO ANTONIO, Il grido del popolo di Bolivia,Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 104, ill.,16°, L. 15.000

178NICOLI FRANCO, Sherpa. Popolo dell’Est, Paese(TV), Pagus, 1992, pp. 214, ill., 8°, L. 30.000

179NICOLINI MARINO, Ecologia, ambiente, salute,Venezia, Giunta Regionale del Veneto - Bologna,Documentazione Scientifica Editrice, 19912, pp.92, ill., 8°, s.i.p.

180La nonviolenza come strategia di mutamento socia-le, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-208, 8°, L. 25.000

181 *La nuova rete di monitoraggio della qualità del-l’aria , a cura dell’Ente della zona industriale diPorto Marghera, Treviso, Canova, 1992, pp. 32, ill.,4°, L. 20.000

Venezia, Bibl. Marciana, Ms. lat. III, 18=2284, f. 34v (sec. XV)

195 *CONTIN PINO, Realtà cattolica e Democrazia Cri-stiana. Vicenza 1960-1970, Vicenza, Nuovo Pro-getto, 1992, pp. 295, ill., 8°, L. 28.000

196 *DIAMANTI ILVO - RICCAMBONI GIANNI , La para-bola del voto bianco. Elezioni e società in Veneto(1946-1992), Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. XII-228, ill., 8°, L. 40.000

197FERRARA GIUSEPPE, Mafia e spie. L’amoroso rap-porto tra onorata società e servizi segreti, Verona,Bertani - S. Bellino (RO), Nova Cultura, 1991, pp.144, 8°, L. 11.500

198GEREMIA GIUSTO, Uragani. Sull’Italia repubbli-cana dal sessantotto in avanti e frammenti di diariodel 1974, Cassola (VI), Moro, 1992, pp. 192, 8°, L.20.000

199GOUREVITCH PETER, La politica in tempi difficili.Il governo delle crisi economiche 1870-1980, trad.di Vito Calabretta, Venezia, Marsilio, 1991, pp.XIV-315, 8°, L. 42.000

200GROPPO BRUNO, Sindacati e comunismo. La for-mazione della politica sindacale dell’Internaziona-le comunista 1919-1921, Padova, Liviana, 1991,pp. 224, 8°, L. 32.000

201MARCHESI CONCETTO, Liberate l’Italia dall’igno-minia, a cura di Sebastiano Salimbeni, con unatestimonianza di Norberto Bobbio, Verona, Edizio-ni del Paniere, 1992, pp. 130, 8°, L. 30.000

202MASCIA MARCO, L’associazionismo internaziona-le di promozione umana. Contributo all’analisi deinuovi attori della politica internazionale, Padova,Cedam, 1992, pp. X-300, 8°, L. 35.000

203PETTENUZZO RAFFAELE, Democrazia restauran-da, Vicenza, Nuovo Progetto, 1992, pp. 78, ill.,8°,L. 25.000

204 *Il Pozzetto un orizzonte aperto. Ettore Lucini e lasua lotta contro l’isolamento politico e culturaledella sinistra, pref. di Francesco Loperfido, scrittidi Milla Baldo Ceolin, Sylvano Bussotti, ManfredoMassironi, Guido Petter, Giuliano Scabia, GiorgioSegato, Padova, Editoriale Programma, 1992, pp.220, ill., 4°, L. 40.000

205 *SQUARZON CORRADO, La sindacalizzazione inVeneto negli anni ’80, Venezia-Mestre, FondazioneCorazzin, 1991, pp. 29, 4°, s.i.p.

206STRADA VITTORIO, La questione russa. Identità e de-stino, Venezia, Marsilio, 1991, pp. 184, 16°, L. 16.000

207I trentanove anni di Ernesto Che Guevara, a cura diRoberto Zanetti, scritti di Fidel Castro, Ernesto CheGuevara, Rafael Alberti, Gonzalo Rojas, DavidFernadez, Este (PD), Isonomia, 1992, pp. 70, ill., 8°,L. 10.000

208ZIPOLI RICCARDO, Il libro di Lenin, Venezia, IlCardo, 1992, pp. 144, ill., 8°, L. 30.000

EconomiaCommercio, Comunicazioni, TrasportiAffari, Tecnica commerciale e industriale

209 *ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI

VICENZA, Indicatori economici dell’industriavicentina: rapporto 1990, s.l.s.e. (Vicenza, TipolitoU.t.vi.), 1990, pp. 58, 8°, s.i.p.

210 *BELOTTI VALERIO, Numeri e fattori di partecipa-zione al lavoro delle donne, Venezia-Mestre, Fon-dazione Corazzin, 1992, pp. 36, 4°, s.i.p.

211BREGOLI ALESSANDRO, Bilancio e contabilitànell’azienda agraria, Padova, Liviana, 1991, pp.256, ill., 8°, L. 25.000

212BUCELLATO ARMANDO, Il sistema informativodelle aziende pubbliche, Padova, Cedam, 1992, pp.XVI-310, 8°, L. 34.000

213CALDARELLI ADELE, Gli strumenti di controllo digestione nelle aziende di credito, Padova, Cedam,1992, pp. XII-148, ill., 8°, L. 22.000

214CANTONE LUIGI A.N., Il sistema informativo dimarketing di filieria. Il caso di filieria agro-alimen-tare, Padova, Cedam, 1992, pp. X-76, 8°, L. 14.000

215CATTURI GIUSEPPE, La redazione del bilancio diesercizio. Secondo la dottrina, la normativa comu-nitaria, civilistica e fiscale, con aggiornamenti acura di Angelo Riccaboni, Padova, Cedam, 19922,nuova ed. riv. e aggiorn., pp. X-212, 8°, L. 28.000

216CATTURI GIUSEPPE, Le imprese societarie. Ricor-renti fatti gestionali e loro rivelazione, con aggior-namenti ed integrazioni di Riccardo Mussari, Pado-va, Cedam, 1992, nuova ed. riv e aggiorn., pp. XIV-264, 8°, L. 28.000

217CEPPATELLI MARIA GRAZIA, I sistemi informativiaziendali, Padova, Cedam, 19922, pp. IV-208, ill.,8°, L. 25.000

218D’ANGELO PASQUALE - MAZZANTINI FRANCE-

SCO, Trattato di tecnica bancaria, Padova, PiccinNuova Libraria, 19922, pp. 575, 8°, L. 35.000

219DE SARNO MARIO, Gli equilibri d’impresa nei lorodiversi riflessi contabili, Padova, Cedam, 19922,nuova ed. riv. e aggiorn., pp. XII-246, ill., 8°, L.30.000

220Democrazia economica e democrazia industriale:il ruolo del sindacato, numero monografico dellarivista “Quaderni della Fondazione Istituto GramsciVeneto”, n. 12, 1992, a cura di U. Curi e E. Pasetto,scritti di U. Curi, E. Pasetto, E. Rullani, R. Terzi, L.Viviani, G. Pat, M. Carrieri, L. Penacchi, M. DeAcutis, M. Pedrazza Gorlero, Venezia, FondazioneIstituto Gramsci Veneto, 1992, pp. 145, 8°, s.i.p.

221DI PALO GAETANO, Il bilancio delle aziende dicredito nella prospettiva comunitaria, Padova,Cedam, 1992, pp. X-338, ill., 8°, L. 44.000

222DI RIENZO SEBASTIANO, Professione moda. Ma-nuale di modellistica per la scuola, a cura di M.S.Longato, Padova, Muzzio, 1992, pp. 262, ill., 8°, L.45.000

223 *La domanda di formazione dell’artigianato veneto,a cura della Società Spin-IVL , pref. di P.P. Tapparoe A. Perobelli, Venezia-Marghera, Istituto Venetoper il Lavoro, 1992, pp. 231, ill., 8°, s.i.p.

224Etica in impresa, a cura di Fabio Corno, PadovanCedam, 1992, pp. XL-272, 8°, L. 30.000

225FAGGIANI GIOVANNI , Corso di ragioneria, 1: Ra-gioneria generale, Padova, Piccin Nuova Libraria,19922, pp. 518, 8°, L. 27.000

226FRANCH MARIANGELA, Strategie informative esistema informativo di marketing, Padova, Cedam,1992, pp. XII-270, 8°, L. 32.000

227GALLIZIOLI GIORGIO, I fondi strutturali delle co-munità europee, Padova, Cedam, 1992, pp. XVIII-682, 8°, L. 70.000

228GIANNONE ANTONINO, Sistemi di contabilità eco-nomica e sociale. Una introduzione di statisticaeconomica, Padova, Cedam, 1992, pp. XVIII-756,8°, L. 86.000

39

Padova, Bibl. Antoniana, Antifonario, Ms. B, f. 18v (sec. XIV)

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 16, f. 1 (sec. XIII)

229GIOISIS GIANANDREA, Lezioni di economia politi-ca, vol. 1°, Padova, Cedam, 1992, pp. XVI-304, 8°,L. 37.000

230GIOISIS GIANANDREA, Lezioni di economia politi-ca. Macroeconomia, vol. 2°, Padova, Cedam, 1992,pp. XVI-304, 8°, L. 37.000

231La giustizia nel mondo economico, Padova, Mes-saggero, 19915, pp. 120, 8°, L. 5500

232GOLDSMITH EDWARD, La grande inversione. Lade-industrializzazione della società, a cura diGianfranco Bologna, trad. di Girolamo Mancuso,Padova, Muzzio, 1992, pp. 214, ill., 8°, L. 28.000

233Il governo delle imprese. Pasquale Saraceno e laproduzione industriale, Padova, Cedam, 1992, pp.XIV-304, 8°, L. 52.000

324GRASSIVARO FRANCESCO, Economia e politica.Teorie e modelli, Padova, Cleup, 1992, pp. 190, 8°,L. 26.000

235GUIZZETTI ANTONIO, Il collettivo virtuoso. Profilidel Giappone d’oggi, Venezia, Marsilio, 1992, pp.212, 8°, L. 32.000

236IRTI MAURIZIO, Ipotesi di assetti patrimoniali e diconseguenti livelli di rendimento degli attivi banca-ri , Padova, Cedam, 1992, pp. X-108, 8°, L. 18.000

237JACCOD PAOLO, Strumenti di programmazione,Padova, Cedam, 1992, pp. VI-212, 8°, L. 75.000

238MAGRI A.M. - ZUCCOTTI G.C., Enciclopedia didirezione e consulenza aziendale. Aggiornamento1990, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, s.n.p.(fogli mobili), 4°, L. 50.000

239Marco Fanno. L’uomo e l’economista, a cura diMarialuisa Manfredini Gasparetto, Padova, Cedam,1992, pp. XII-246, 8°, L. 50.000

240METALLO GERARDO, Tipici strumenti di analisifinanziaria, Padova, Cedam, 1992, pp. VI-190, 8°,L. 26.000

241MORI MARGHERITA, Il rischio di interesse fratradizione e innovazione, Padova, Cedam, 1992,pp. VIII-352, 8°, L. 47.000

242MULAZZANI MARCELLA , Ragioneria pubblica. Imoderni lineamenti di organizzazione, gestione erilevazione dell’azienda dello Stato, della Regionee degli enti locali secondo le recenti norme diriforma, Padova, Cedam, 19923, nuova ed. riv. eaggiorn., pp. XVI-462, 8°, L. 48.000

243 *Natalità delle imprese artigiane venete. Motivazio-ni e caratteristiche della nuova imprenditoria. Ri-sultati di un’indagine, a cura del Centro studi FRAV

- IVL , scritti di Ulderico Bernardi, Fabio Lando,Gabriele Orcalli, Amedeo Levorato, Mauro Viti,Gino Zornitta, pref. di Mauro Viti, Venezia-Marghera, Istituto Veneto per il Lavoro, 1992, pp.260, ill., 8°, s.i.p.

244 *Note sull’andamento dell’economia del Veneto nel1991, Venezia, Banca d’Italia, 1992, pp. 42, 4°, s.i.p.

245PAVAN ALDO, Le imprese di trasporto degli entilocali. Economia, bilancio, controllo di gestione,Padova, Cedam, 1992, pp. X-270, 8°, L. 35.000

246PELLIZZARI PIERO, Dizionario multilingue dellacalzatura (GB-F-E-I-D). Tutto sulle calzature e laloro commercializzazione, Padova, Tradutec, 1992,pp. 336, ill., 8°, L. 65.000

247PERRONE EGIDIO, Il linguaggio internazionale deibilanci d’impresa, Padova, Cedam, 1992, pp. XIV-440, 8°, L. 50.000

248PESENATO ALBERTO, Revisione contabile.Certificazione di bilancio. Struttura ed organizza-zione nelle società di revisione. La verifica per ciclidel controllo interno aziendale, 2: Decreto legisla-tivo 9 aprile 1991 n. 127. Decreto legislativo 27gennaio 1992 n. 88/92 relativo all’attuazione delladirettiva CEE n. 84/253, Padova, Cedam, 1992, pp.XXII-602, 8°, L. 76.000

249PONTIROLI LUCIANO, Le garanzie autonome ed ilrischio del creditore, Padova, Cedam, 1992, pp. X-212, 8°, L. 28.000

250 *La PP.L.V. nel Veneto. Dati regionali e provinciali1987-1990, Venezia, Unione Regionale delle Ca-mere di Commercio Industria Artigianato e Agri-coltura del Veneto, 1992, pp. 40, 8°, s.i.p.

251 *PROVINCIA DI PADOVA - ASSESSORATO AL LAVORO ED

INTERVENTI PRODUTTIVI, Il nodo e la rete. Centralitàdell’economia padovana e sistema delle relazionieconomiche europee, a cura di Giancarlo Marcato eMaurizio Mistri, Padova, Cedam, 1992, pp. XII-313, 8°, L. 44.000

252Le relazioni commerciali e finanziarie nell’economiamondiale degli anni ’90, a cura di O. Garavello e D.Velo, Padova, Cedam, 1992, pp. VI-332, 8°, L. 43.000

253SICCHIERO GIANLUCA, Adempimento alle obbli-gazioni pecuniarie di rilevante importo, Padova,Cedam, 1992, pp. X-182, 8°, L. 26.000

254SIMONETTO GIORGIO, Organizzazione e teoria del-l’impresa, Padova, Cleup, 1992, pp. 128, 8°, L.18.000

255TORTORELLI FEDERICO, Intervento pubblico e at-tività economiche, Padova, Cedam, 1992, pp. X-304, 8°, L. 40.000

256 *UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO IN-

DUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA - UFFICIO STU-

DI E RICERCHE ECONOMICO-SOCIALI, Fascicolo di ag-giornamento alla relazione sulla situazione econo-mica del Veneto nel 1991. Import - export 1989/’91,Rovigo, Istituto Padano Arti Grafiche, 1992, pp.780, 8°, s.i.p.

257 *UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO IN-

DUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA - UFFICIO STUDI

E RICERCHE ECONOMICO-SOCIALI, Relazione sulla si-tuazione economica del Veneto nel 1991, Rovigo,Istituto Padano Arti Grafiche, 1992, pp. 432, 8°, s.i.p.

258Verso la liberalizzazione dei mercati finanziari,Padova, Cedam, 1992, pp. X-194, 8°, L. 30.000

259ZORINO MARIA ROMANA, Dagli spilli di Smith alsasso di Barnard. Lavoro, management ed organiz-zazione, Padova, A.R.S., 1991, pp. 170, 8°, s.i.p.

260ZORINO MARIA ROMANA, Teorie dell’organizza-zione. Lavoro e management, Padova, A.R.S., 1991,pp. 323, 8°, s.i.p.

Diritto, Legislazione e GiurisprudenzaAmministrazione pubblica

261ALPA GUIDO - ZATTI PAOLO, Commentario breveal codice di procedura civile. Leggi complementari,Padova, Cedam, 1992, pp. XVI-1858, 8°, L. 200.000

262Amministratori - sindaci: controllo giudiziario del-le società per azioni, a cura di Ermanno Bocchini,Padova, Cedam, 1992, pp. CXIV-908, 8°, L. 130.000

263AMORELLI GIAMPIERO, Le privatizzazioni nellaprospettiva del trattato istitutivo della ComunitàEconomica Europea, Padova, Cedam, 1992, pp. X-304, 8°, L. 38.000

264Annuario della giurisprudenza fallimentare civile epenale commentata della Corte di Cassazione 1991,a cura di Piero Pajardi, Padova, Cedam, 1992, pp.XLVIII-532, 8°, L. 74.000

265ASTOLFI RICCARDO, Il fidanzamento nel dirittoromano, Padova, Cedam, 19922, pp. VIII-220, 8°,L. 30.000

266BELLELLI ALESSANDRA, Il principio di conformi-

40

Venezia, S. Giorgio, Antifonario Q, f. 6r (sec. XV)

tà tra proposta e accettazione, Padova, Cedam,1992, pp. 156, 8°, L. 22.000

267BERNARDINI MAURO, La convivenza fuori delmatrimonio tra contratto e relazione sentimentale,Padova, Cedam, 1992, pp. XII-244, 8°, L. 34.000

268BUCARELLI ALESSANDRO - CORRADINI GRAZIA,I diritti del minore fra sanità e giustizia, Padova,Cedam, 1992, pp. X-292, 8°, L. 45.000

269BUCCI ALBERTO - CRESCENZI MASSIMO -MALPICA EMILIO , Manuale pratico della riformadel processo civile, Padova, Cedam, 1992, pp. XIV-372, 8°, L. 50.000

270BUCCI ALBERTO, Della comunione e del condomi-nio, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-96, 8°, L. 14.000

271CAFARI PANICO RUGGIERO, Lo stato civile ed ildiritto internazionale privato, Padova, Cedam, 1992,pp. X-224, 8°, L. 34.000

272CALABRESE DONATO - LIPARI MARCO, I contrattiagrari. Ex L. 3 maggio 1982 n. 203, Padova, Cedam,1992, pp. XVIII-494, 8°, L. 68.000

273CANDIAN ALBINA - GAMBARO ANTONIO - POZZOBARBARA, Property - Propiété - Eigentum. Corsodi diritto privato comparato, Padova, Cedam, 1992,pp. XIV-332, 8°, L. 37.000

274CAVALLO BORGIA ROSSELLA, Il contratto diEngineering, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-148,8°, L. 23.000

275CERETTI ADOLFO, L‘orizzonte artificiale. Proble-mi epistemologici della criminologia, Padova,Cedam, 1992, pp. XVI-368, 8°, L. 40.000

276CERINO CANOVA AUGUSTO, Studi di dirittoprocessuale civile, a cura della “Rivista di dirittocivile”, introd. di Enrico Allorio, Padova, Cedam,1992, pp. XIV-916, 8°, L. 100.000

277Chiamata in correità e psicologia del pentitismo nelnuovo processo penale, Padova, Cedam, 1992, pp.VI-410, 8°, L. 50.000

278CHIZZINI AUGUSTO, L’intervento adesivo, 2: Strut-tura e funzione, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-473-1026, 8°, L. 63.000

279CIAN GIORGIO - TRABUCCHI ALBERTO, Com-mentario breve al codice civile, Padova, Cedam,19924, pp. XIX-2622, 8°, L. 240.000

280CIPOLLINA SILVIA , La legge civile e la legge fisca-le. Il problema dell’elusione fiscale, Padova, Cedam,1992, pp. VIII-278, 8°, L. 35.000

281Codice civile e leggi complementari. Indice degli

articoli sottoposti al giudizio di legittimità dellaCorte Costituzionale. Disposizioni di attuazione etransitorie, a cura di Mario Abate, Padova, Cedam,1992, pp. 778, 8°, L. 20.000

282I codici per l’udienza penale, a cura di Gian Dome-nico Pisapia, Padova, Cedam, 1992, pp. XIV-1210,16°, L. 52.000

283Commentario al diritto italiano di famiglia, 5: Co-dice civile. Riforma del diritto di famiglia e pubbli-cità tavolare. Codice civile. Disposizioni d’attua-zione e transitorie (artt. 32-51, 116-131 e 136), acura di Giorgio Cian, Giorgio Oppo e AlbertoTrabucchi, Padova, Cedam, 1992, pp. XII-466, 8°,s.i.p. (opera in 6 voll. + indici non vendibiliseparatamente: L. 600.000)

284Commento al contratto collettivo nazionale di lavo-ro, a cura di Donata Gottardi, Padova, Cedam, 1992,pp. XXIV-346, 8°, L. 36.000

285CONSO GIOVANNI - GREVI VITTORIO - NEPPIMODONA GUIDO, Il nuovo codice di procedurapenale dalle leggi delega ai decreti delegati, 8: Gliadeguamenti dell’ordinamento giudiziario, I: Lagenesi dei decreti nn. 449/88 e 273/89, contributo diVladimiro Zagrebelsky, Padova, Cedam, 1992, pp.VI-490, 8°, L. 90.000

286Convenzione di Vienna sui contratti di venditainternazionale di beni mobili, a cura di CesareMassimo Bianca, Padova, Cedam, 1992, pp. XXIV-336, 8°, L. 42.000

287Convenzione europea dei diritti dell’uomo. 40°anniversario, a cura di Guido Gerin, Padova, Cedam,1991, pp. VI-60, 8°, L. 12.000

288CORASANITI GIUSEPPE, Diritto dell’informazione.Linee generali della legislazione e della giurispru-denza costituzionale per l’impresa di informazionee la professione giornalistica, Padova, Cedam, 1992,pp. XVIII-156, 8°, L. 27.000

289COTTINO GASTONE, Diritto commerciale, 2/I: Labanca, la borsa, i titoli di credito, Padova, Cedam,19922, pp. XII-414, 8°, L. 45.000

290CRESPI ALBERTO - STELLA FEDERICO - ZUCCALÀGIUSEPPE, Commentario breve al codice penale,Padova, Cedam, 19922, pp. XXXVIII-1878, 8°, L.200.000

291CRISCUOLI GIOVANNI, Il contratto. Itinerarinormativi e riscontri giurisprudenziali, Padova,Cedam, 1992, pp. XX-540, 8°, L. 67.000

292D’AMBROSIO LORIS - VIGNA PIERO LUIGI, La prati-ca di polizia giudiziaria, Padova, Cedam, 19922, nuo-va ed. riv. e aggiorn., pp. XVIII-520, 8°, L. 60.000

293La dirigenza nel nuovo sistema dei servizi socio-sanitari, a cura di T. Vecchiato, Padova, Fondazio-ne “E. Zancan”, 1992, pp. 128, 8°, L. 24.000

294D’ORAZIO GIUSTINO, Lo straniero nella costitu-zione italiana. Asilo, condizione giuridica, estradi-zione, Padova, Cedam, 1992, pp. XXII-510, 8°, L.70.000

295DALIA ANDREA ANTONIO - FERRAIOLI MARZIA ,Corso di diritto processuale penale, Padova, Cedam,1992, pp. XXII-696, 8°, L. 84.000

296DALLE VEDOVE GIAMPAOLO, Lo storno dei dipen-denti nella disciplina della concorrenza, Padova,Cedam, 1992, pp. X-258, 8°, L. 34.000

297DE ANGELIS LUIGI, Giustizia del lavoro, Padova,Cedam, 1992, pp. XII-172, 8°, L. 26.000

298DE SALVIA MICHELE, Lineamenti di diritto euro-peo dei diritti dell’uomo, Padova, Cedam, 1991, pp.XII-476, 8°, L. 45.000

299DE TURA ANTONMICHELE, L’autonomia delle uni-versità statali, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-176,8°, L. 30.000

300DELLA ROCCA FERNANDO, Diritto matrimonialecanonico. Tavole sinottiche, vol. 3° di aggiornamen-to, Padova, Cedam, 1992, pp. XII-464, 8°, L. 70.000

301DI GIOVANNI FRANCESCO, Il tipo e la forma.Aspet-ti dell’interferenza tra qualificazione e re-quisiti del contratto, Padova, Cedam, 1992, pp. 132,8°, L. 18.000

302 *La direttiva Seveso a Marghera. Direttiva CEE 82/501 D.PP.R. 175/88, a cura di R. Bonini, Venezia,Arsenale, 1991, pp. 108, 8°, L. 15.000

303Diritto dei tasporti 1, Padova, Cedam, 1991, pp.VIII-454, 8°, L. 60.000

304La disciplina dei licenziamenti in Italia e in Europa,scritti di Giovanni Giacomelli... [et. al], Padova,Camera di Commercio Industria Artigianato Agri-coltura, 1991, pp. 139, 8°, s.i.p.

305FAZZALARI ELIO, Istituzioni di diritto processuale,Padova, Cedam, 19926, pp. XXX-744, 8°, L. 86.000

306FERRARI ALDO, Il supercondominio, Padova,Cedam, 1992, pp. VIII-98, 8°, L. 20.000

307FERRARO GIUSEPPE, Automia e poteri nel dirittodel lavoro, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-436, 8°,L. 48.000

308FICHERA FRANCO, Le agevolazioni fiscali, PadovaCedam, 1992, pp. XII-324, 8°, L. 44.000

309La formation des magistrats en Europe et le role dessyndacats et des associations professionelles. Quelle

41

formation, pour quelle justice, dans quelle société?,Padova, Cedam, 1992, pp. 248, 8°, L. 35.000

310FRAGOLA SAVERIO PAOLO - ATZORI PIERFRAN-CESCO - SCANDONE GIUSEPPE, Lineamenti di di-ritto di polizia, Padova, Cedam, 19922, nuova ed.riv. e aggiorn., pp. VIII-272, 8°, L. 32.000

311FRANCHINI CLAUDIO, Amministrazione italiana eamministrazione comunitaria. La coamministra-zione nei settori di interesse comunitario, Padova,Cedam, 1992, pp. XII-244, 8°, L. 34.000

312FRANCHINI MARCO, La potestà estera, Padova,Cedam, 1992, pp. VII-312, 8°, L. 60.000

313GALANTINI NOVELLA , L’inutilizzabilità della pro-va nel processo penale, Padova, Cedam, 1992, pp.XIV-468, 8°, L. 60.000

314GALGANO FRANCESCO, Diritto privato, Padova,Cedam, 19927, pp. XVI-986, 8°; L. 64.000

315GAROFALO LUIGI, La persecuzione dello stellionatoin diritto romano, Padova, Cleup, 1992, pp. 154, 8°,s.i.p.

316GIANNITI PASQUALE, Principi di deontologiaforense, Padova, Cedam, 1992, pp. XVI-650, 8°, L.85.000

317GIRINO EMILIO - GUTIERREZ BIANCA MANUELA,Manuale di diritto civile, Padova, Cedam, 1992, pp.XII-346, 8°, L. 42.000

318GRAGNOLI ENRICO, Rapporto di lavoro pubblico einquadramento professionale, Padova, Cedam,1992, pp. VIII-328, 8°, L. 42.000

319Human rights and fundamental freedoms in thetranseuropean dimension. Reports of the SecondEuropean Conference concerning the protection ofhuman rights, edited by Anton Marino Revedin,Padova, Cedam, 1991, pp. VIII-198, 8°, L. 24.000

320IADECOLA GIANFRANCO, Eutanasia: problema-tiche giuridiche e medico-legali, Padova, Liviana,1991, pp. XII-181, 8°, s.i.p.

321INDOVINO FABRIS FRANCA, Legislazione turisti-

ca, Padova, Cedam, 19923, pp. XVIII-416, 8°, L.40.000

322Lezioni di procedura civile, Padova, Cedam, 1992,rist. anast. 1910, 4 voll., pp. XX-702, 8°, L. 350.000

323Libertà di pensiero e mezzi di diffusione, Atti delConvegno (Padova, 16 ottobre 1986), Padova,Cedam, 1992, pp. VIII-124, 8°, L. 18.000

324LIOTTA GIUSEPPE, Profili dell’accesso nel dirittoprivato, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-184, 8°, L.26.000

325LO PIANO MICHELE, Annuario sistematico dellagiurisprudenza della cassazione penale. Dal 1°luglio ’90 al 30 giugno ’91, Padova, Cedam, 1992,pp. XXIV-630, 8°, L. 105.000

326LORENZETTO PESERICO ANNALISA, La continen-za di cause, Padova, Cedam, 1992, pp. X-184, 8°, L.26.000

327LUCIANI ALFONSO, La contribuzione previdenzialenella giurisprudenza e nella prassi amministrativa,Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-254, 8°, L. 30.000

328MAFFEI ALBERTI ALBERTO, Commentario brevealla legge fallimentare e alla legge sull’ammini-strazione straordinaria delle grandi imprese incrisi, collab. di Andrea Audino, Padova, Cedam,19913, pp. 843, 8°, L. 100.000

329MAFFEI MARIA CLARA , La protezione internazio-nale delle specie animali minacciate, Padova,Cedam, 1992, pp. XVI-400, 8°, L. 60.000

330MANTOVANI FERRANDO, Diritto penale. Partegenerale, Padova, Cedam, 19923, pp. XX-998, 8°,L. 75.000

331La mediazione, a cura di Alessio Zaccaria, Padova,Cedam, 1992, pp. XII-234, 8°, L. 34.000

332MENEGHELLI RUGGERO, Analisi critica del con-cetto di validità giuridica, Padova, Cedam, 1992,pp. X-112, 8°, L. 15.000

333MUSUMECI TOTI S., Pubblico e privato nelle tra-sformazioni bancarie. Profili pubblicistici della leg-ge 30 luglio 1990 n. 218, Padova, Cedam, 1992, pp.VI-280, 8°, L. 33.000

334NANNI LUCA, La revoca del mandato, Padova,Cedam, 1992, pp. VIII-230, 8°, L. 32.000

335NATUCCI ALESSANDRO, Astrazione causale e con-tratto autonomo di garanzia, Padova, Cedam, 1992,pp. VI-121, 8°, L. 18.000

336NICOLETTI ADRIANA , Le innovazioni e lasopraelevazione nel condominio, Padova, Cedam,1992, pp. VIII-140, 8°, L. 20.000

337PAJARDI PIERO, Gerolamo Savonarola. Processoalla coscienza critica e scritti giuridici vari, Pado-va, Cedam, 1992, pp. VIII-268, 8°, L. 52.000

338PALADIN LIVIO , Diritto regionale, Padova, Cedam,19925, nuova ed. riv. e aggiorn., pp. XIV-488, 8°, L.50.000

339PATRIARCA SERGIO, Le azioni di godimento, Pa-dova, Cedam, 1992, pp. VIII-214, 8°, L. 28.000

340PELLEGRINO GIUSEPPE, L’accertamento del pas-sivo nelle procedure concorsuali, Padova, Cedam,1992, pp. XII-548, 8°, L. 62.000

341PERSIANI MATTIA C., Diritto sindacale, Padova,Cedam, 19923, nuova ed. riv. e aggiorn., pp. VIII-146, 8°, L. 20.000

342PERSIANI MATTIA, Diritto della previdenza socia-le, Padova, Cedam, 19925, nuova ed. riv. e aggiorn.,pp. VI-282, 8°, L. 32.000

343PISAPIA GIANVITTORIO, La dimensione normativadella criminologia, Padova, Cedam, 1992, pp. VI-86, 8°, L. 12.000

344QUAGLIONI DIEGO, I limiti della sovranità. Il pen-siero di Jean Bodin nella cultura politica e giuridi-ca dell’età moderna, Padova, Cedam, 1992, pp. X-334, 8°, L. 38.000

345RAGUSA VITTORIO E., Atipicità e disciplina delleassociazioni non riconosciute. Le deliberazioni nonassembleari, Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-106,8°, L. 20.000

346Rappresentanza e gestione, a cura di G. Visintini,Padova, Cedam, 1991, pp. VI-266, 8°, L. 40.000

347La revocatoria fallimentare e la bancarotta prefe-renziale, Padova, Cedam, 1992, pp. XII-188, 8°, L.30.000

348RICCIUTO VINCENZO, Struttura e funzione del fe-nomeno consortile, Padova, Cedam, 1992, pp. X-340, 8°, L. 46.000

42

Padova, Bibl. Antoniana, Antifonario, Libro M, f. 119v (sec. XIV)

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 144, f. 1 (sec. XIV)

349La riforma del processo civile, Padova, Cedam,1992, pp. VIII-298, 8°, L. 45.000

350Le riforme complementari. Il nuovo processo mino-rile e l’adeguamento dell’ordinamento giudizia-rio, a cura di Giacomo Fumu, scritti di GiorgioBattistacci...[et. al.], present. di Alfredo Gaito,Padova, Cedam, 1991, pp. IX-197, 8°, L. 25.000

351ROMANO ALBERTO, Commentario breve alle leggisulla giustizia amministrativa, Padova, Cedam,1992, pp. XXXVI-1020, 8°, L. 150.000

352SALA GIOVANNI , Potere amministrativo e principidell’ordinamento, Padova, Cleup, 1992, pp. 270,16°, s.i.p.

353SALERNO GIULIO M., Il referendum, Padova,Cedam, 1992, pp. VI-326, 8°, L. 44.000

354SANTARONI MASSIMO, Invalidità delle delibere diassociazioni, Padova, Cedam, 1992, pp. VI-78, 8°,L. 14.000

355SCOGNAMIGLIO CLAUDIO, Interpretazione delcontratto e interesse dei contraenti, Padova, Cedam,1992, pp. XII-462, 8°, L. 62.000

356Scritti in onore di Aldo Bozzi, scritti di A. Barbera,P. Barile, G. Bozzi, V. Caianiello, G.F. Ciaurro, M.S. Corciulo, G. Crisci, G. Ferrari, D. Fisichella, C.Fusaro, N. Irti, S. Labriola, A. La Pergola, N. Lipari,G. Lucatello, P.P.G. Lucifredi, A. Manzella, A.Martino, N. Matteucci, E. Palumbo, G. Pasquino,G. Pera, G. Pescatore, S. Valitutti, V. Zanone,Padova, Cedam, 1992, pp. XIV-554, 8°, L. 60.000

357TASSI SAURO, Il dolo, Padova, Cedam, 1992, pp.VIII-192, 8, L. 26.000

358Le teorie sul danno alla persona a confronto con leprospettive di riforma della legge R.C.A., Padova,Cedam, 1992, pp. VI-152, 8°, L. 22.000

359TORCHIA LUISA, Il controllo pubblico della finan-za privata, Padova, Cedam, 1992, 8°, pp. XIV-514,8°, L. 65.000

360TRABUCCHI ALBERTO, Istituzioni di diritto civile,Padova, Cedam, 199230, nuova ed. riv. e aggiorn.,pp. XXIV-878, 8°, L. 64.000

361Trattato di diritto penale dell’impresa, 2: I reatisocietari, a cura di Nicola Mazzacuva, Padova,Cedam, 1992, pp. XX-482, 8°, L. 75.000

362Trattato di diritto penale dell’impresa, 3: I reatibancari, a cura di Astolfo di Amato, Padova, Cedam,1992, pp. XIV-266, 8°, L. 48.000

363VANNI ROBERTO, Nuovi profili della riparazionedell’errore giudiziario, Padova, Cedam, 1992, pp.VI-92, 8°, L. 18.000

Educazione - PedagogiaAssistenza sociale - Sicurezza sociale

376Anche questa è “scuola”. Esperienze didattiche, acura di Armando Girotti, Padova, Unipress, 1992,pp. 190, ill., 8°, L. 20.000

377ANDREATTA EUGENIO, Studi senza frontiere. L’uni-versità incontro all’Europa, a cura di Antonio Papisca,Padova, Alborg, 1992, pp. 136, ill., 16°, L. 9.000

378ANTONELLO DANIELA - FORTI GIUSEPPE,Tuttimmagine, Limena (PD), Signum Scuola, 1991,pp. 448, ill., 4°, L. 85.000

379ANTONIOLLI VALERIO , Pedagogia per infermieri,Padova, Piccin Nuova Libraria, 19922, pp. 222, ill.,8°, L. 23.000

380Le arti visive e l’educazione. Problemi ed esperien-ze dalla scuola materna alla secondaria superiore,a cura di Giorgio Nonveiller, scritti di G.M. Bertin,B. Munari, S. Resnik, P. Melecchi, R. Eco, M.Bonicatti, G. Nonveiller, Venezia, Accademia diBelle Arti - Treviso, Canova, 1992, pp. 253, ill., 8°,L. 24.000

381 *Aspetti organizzativi dei servizi di igiene e sicurez-za dei luoghi di lavoro in Veneto, a cura di MaurizioCarbognin, Venezia-Mestre, Fondazione Corazzin,1992, pp. 89, 4°, s.i.p.

382BALASSO PIERA - ZANCHIN MARIA RENATA,Mangiastorie 1, Limena (PD), Signum Scuola, 19912,pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

383BALASSO PIERA - ZANCHIN MARIA RENATA,Mangiastorie 2, Limena (PD), Signum Scuola, 19912,pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

384BERTO FRANCESCO - SCALARI PAOLA, Parola dibambino. Imparare a diventare grandi, present. diLuigi Pagliarani, Paese (TV), Pagus, 1992, pp. 284,8°, L. 29.500

385CAVALLIER PAUL F.J., Fino all’ultimo passo. Peraccompagnare i malati terminali, Padova, Messag-gero, 1992, pp. 112, L. 9.000

386CENTRO STUDI FONDAZIONE E. ZANCAN, Unasperimentazione operativa e formativa nei servizisociali e sanitari, a cura di Vodia Cremoncini,Padova, Fondazione Zancan - Milano, Angeli, 1992,pp. 240, 8° L. 36.000

387 *COMUNE DI VICENZA - ASSESSORATO INTERVENTISOCIALI, “Fuori gioco”. Assistiti, famiglie di solemadri e reti di sostegno sociale. Il fenomeno dellapovertà in un contesto urbano: Vicenza, a cura diDaniele Marini, scritti di P.P. Feltrin, D. Marini, E.Mattarolo, M. Niero, G. Sarpellon, Venezia-Mestre,Fondazione Corazzin, 1992, pp. 193, 8°, L. 25.000

388CONSOLI MARISA - QUINTAVALLE RUGGERO Y.,

43

364VECCHIO CESARE, Diritto tributario , Padova,Cedam, 1992, pp. XII-200, 8°, L. 26.000

365VELLANI CARLO, Fallimento post mortem e sepa-razione dei beni, Padova, Cedam, 1991, pp. VIII-82, 8°, L. 13.000

366VENEZIANI PAOLO, Spunti per una teoria del reatocondizionato, Padova, Cedam, 1992, pp. XII-138,8°, L. 25.000

367VIGONI DANIELA , Giudizio senza imputato e coo-perazione internazionale, Padova, Cedam, 1992,pp. X-244, 8°, L. 34.000

368VILLA ANTONELLO , I delitti d’onore, Padova,Cedam, 1992, pp. VIII-176, 8°, L. 26.000

369VINCENTI UMBERTO, Il valore dei precedentigiudiziali nella compilazione giustinianea, Padova,Cleup, 1992, pp. 92, 16°, L. 18.000

370VINCENTI UMBERTO, La partecipazione del Sena-to all’amministrazione della giustizia nei secoli III-VI d.C., Padova, Cedam, 1992, pp. VIII-138, 8°, L.20.000

371VINCENTI UMBERTO, Multiproprietà immobilia-re. La multiproprietà come tipo di comunione, Pa-dova, Cedam, 1992, pp. VIII-192, 8°, L. 30.000

372VINCIGUERRA SERGIO, Introduzione allo studiodel diritto penale inglese. I principi, Padova, Cedam,1992, pp. XII-540, 8°, L. 60.000

373VISALLI NICOLÓ, La mediazione, Padova, Cedam,1992, pp. X-392, 8°, L. 48.000

374ZANCHETTI MARIO, La legge sull’interruzione dellagravidanza. Commentario sistematico della legge22 maggio 1978 n. 194, Padova, Cedam, 1992, pp.X-448, 8°, L. 43.000

375ZOLI CARLO, Gli obblighi a trattare nel sistema deirapporti collettivi, Padova, Cedam, 1992, pp. X-340, 8°, L. 44.000

Venezia, Bibl. Marciana, Ms. lat. II, 119=2426, f. 25r (sec. XIV)

L’amico delle vacanze 1. Per la 1a classe elementa-re, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 104, ill.,4°, L. 18.000

389CONSOLI MARISA - QUINTAVALLE RUGGERO Y.,L’amico delle vacanze 2. Per la 2a classe elementa-re, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 100, ill.,4°, L. 18.000

390CONSOLI MARISA - QUINTAVALLE RUGGERO Y.,L’amico delle vacanze 3. Per la 3a classe elementa-re, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 108, ill.,4°, L. 18.000

391CONSOLI MARISA - QUINTAVALLE RUGGERO Y.,L’amico delle vacanze 4. Per la 4a classe elementa-re, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 172, ill.,4°, L. 22.000

392CONSOLI MARISA - QUINTAVALLE RUGGERO Y.,L’amico delle vacanze 5. Per la 5a classe elementa-re, Vigodarzere (PD), Carroccio, 1992, pp. 200, ill.,4°, L. 25.000

393Il corpo e il movimento nella scuola dell’infanzia,vol. 1°, pref. di Elda d’Onofrio, scritti di AusiliaBalzola, Anna Bianco Dettori, Marisa Pavone,Eobaldo Ricchezza, Anna Trevisio, Vicenza, Nuo-vo Progetto, 1992, pp. 263, ill., 8°, L. 32.000

394Il corpo e il movimento nella scuola dell’infanzia,vol. 2°, pref. di Elda D’Onofrio, scritti di AusiliaBalzola, Anna Bianco Dettori, Marisa Pavone,Eobaldo Ricchezza, Anna Trevisio, Vicenza, Nuo-vo Progetto, 1992, pp. 98, ill., 8°, L. 28.000

395CUVIELLER MARIA , La discesa verso la terra,Oriago (VE), Arcobaleno, 1992, pp. 35, 8°, L. 9.000

396E. state in onda. Giochi, esercizi, fantasie per alunnidelle scuole elementari, a cura di P.P. Bottega, O.Favaretto, D. Orazio, M. Perin, D. Zanella, Limena(PD), Signum Scuola, 1992, voll. 5 (per le cinque classi);voll. 1°-4° pp. 96; vol. 5° pp. 112, ill., 8°, L. 9.000 cad.

397FARINA FRANCESCA - MARCANTE MARIA, Pro-getto di italiano, per la 3a elementare, vol. 1°,Limena (PD), Signum Scuola, 19912, pp. 84, ill., 8°,L. 11.000

398FARINA FRANCESCA - MARCANTE MARIA, Proget-to di italiano, per la 4a elementare, vol. 2°, Limena(PD), Signum Scuola, 19912, pp. 96, ill., 8°, L. 11.000

399FARINA FRANCESCA - MARCANTE MARIA, Proget-to di italiano, per la 5a elementare, vol. 3°, Limena(PD), Signum Scuola, 19912, pp. 96, ill., 8°, L. 11.000

400FURLAN PIERINA - GIRARDI MORENA - TASCOPATRIZIA, Quaderni di Ennepi. Logica e matema-tica: classe 4a elementare, Limena (PD), SignumScuola, 19912, pp. 128, ill., 8°, L. 12.000

401FURLAN PIERINA - GIRARDI MORENA - TASCO

411KNUDSEN PER HOLM, Prima lezione di sesso, acura di M.S. Longato, Padova, Meb, 19923, pp. 32,ill., 4°, L. 15.000

412LUCERTONI LANFRANCO - BARALDI ERCOLE,Organizzazione delle programmazioni per discipli-ne e per classi, Limena (PD), Signum Scuola, 19912,pp. 256, 8°, L. 32.000

413MALIA MAUREEN - RATTIN LYDIA , Do you speakenglish?, vol. 1°, Limena (PD), Signum Scuola,19912, pp. 64, ill., 4°, L. 13.000

414MALIA MAUREEN - RATTIN LYDIA , Do you speakenglish?, vol. 2°, Limena (PD), Signum Scuola,19912, pp. 64, ill., 4°, L. 15.000

415MALIA MAUREEN - RATTIN LYDIA , Do you speakenglish?, vol. 3°, Limena (PD), Signum Scuola,19912, pp. 80, ill., 4°, L. 13.000

416MALIA MAUREEN - RATTIN LYDIA , Do you speakenglish?, vol. 4°, Limena (PD), Signum Scuola,19912, pp. 96, ill., 4°, L. 13.000

417MALIA MAUREEN - RATTIN LYDIA , Do you speakenglish?, vol. 5°, Limena (PD), Signum Scuola,19912, pp. 112, ill., 4°, L. 13.000

418MANTENGOLI MARCO - TOSATTO ALFEO, Qua-derni per moduli. Educazione scientifica. Classe 1a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp.64, ill., 8°, L. 10.000

419MANTENGOLI MARCO - TOSATTO ALFEO, Qua-derni per moduli. Educazione scientifica. Classe 2a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp.64, ill., 8°, L. 10.000

420MANTENGOLI MARCO - TOSATTO ALFEO, Qua-derni di Ennepi. Educazione scientifica: classe 4a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 19912,pp. 64, ill., 8°, L. 10.000

421MANTENGOLI MARCO - TOSATTO ALFEO, Qua-derni di Ennepi. Educazione scientifica: classe 5a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp.96, ill., 8°, L. 10.000

422MAVER GRAZIA, Pourquoi pas? Corso di linguafrancese per le scuole medie superiori,vol 1°, tt. 2,Treviso, Canova, 1992, pp. 276-344, ill., 8°, L.35.000

423MONZANI ELEONORA - MORETTI SILVANA -GARDINI CARLO, Grammatica, Limena (PD),Signum Scuola, 19912, pp. 192, ill., 8°, L. 15.000

424 *NAVE ANTONIO, Il Liceo Ginnasio “Celio”. Studisull’istruzione classica a Rovigo dal 1860 ad oggi,pref. di Giancarlo Merlante, s.l.s.e. (Rovigo - Tipo-grafia Artestampa), 1992, pp. VIII-245, 8°, s.i.p.

44

PATRIZIA, Quaderni di Ennepi. Logica e matema-tica: classe 5a elementare, Limena (PD), SignumScuola, 1992, pp. 144, ill., 8°, L. 13.000

402GARDINI CARLO - NOVELLI ANGELO, Quaderni diEnnepi. Lingua e linguaggi: classe 1a elementare,Limena (PD), Signum Scuola, 19912, pp. 144, ill., 8°,L. 12.000

403GARDINI CARLO - NOVELLI ANGELO, Quaderni diEnnepi. Lingua e linguaggi: classe 2a elementare,Limena (PD), Signum Scuola, 19912, pp. 128, ill., 8°,L. 12.000

404GARDINI CARLO - NOVELLI ANGELO, Quaderni diEnnepi. Lingua e linguaggi: classe 3a elementare,Limena (PD), Signum Scuola, 19912, pp. 128, ill., 8°,L. 12.000

405GARDINI CARLO - NOVELLI ANGELO, Quaderni diEnnepi. Logica e matematica, Limena (PD), SignumScuola, 19912, voll. 3 (per le classi 1a, 2a, 3a elemen-tare), pp. 128, ill., 8°, L. 12.000 cad.

406GARDINI CARLO - NOVELLI ANGELO, Quaderni diEnnepi. Storia geografia scienze, Limena (PD),Signum Scuola, 19912, voll. 3 (per le classi 1a, 2a, 3a

elementare), pp. 128, ill., 8°, L. 12.000 cad.

407GLOEKER MICHAELA, La costituzione dell’uomo edella donna, Oriago (VE), Arcobaleno, 1992, pp. 40,8°, L. 11.000

408 *Insegnamento di metodologia della ricerca e stati-stica nella scuola infermieri. Significato di unaesperienza didattica attiva e partecipata, Atti dellaprima giornata regionale (Venezia, 14 giugno 1991),a cura del Ceref - Centro Ricerca e Formazione diPadova, Venezia, Regione del Veneto, 1991, pp.120, ill., 4°, s.i.p.

409INVERNIZZI GIORDANO - BRESSI CINZIA -COMAZZI ALBERTO M., La famiglia del malatoneoplastico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992,pp. 127, 8°, L. 30.000

410 *IRRSAE VENETO, La scuola materna verso il 2000,Padova, s.e., 1991, pp. 403, ill., 8°, L. 5.000

Venezia, S. Giorgio, Antifonario M, f. 92v (sec. XV)

425 *NICOLINI MARINO, Il mondo delle biotecnologie,Venezia, Giunta Regionale del Veneto - Bologna,DSE, 1992, pp. 87, ill., 4°, s.i.p.

426 *NICOLINI MARINO - RICHERI GIUSEPPE, Le tecno-logie dell’informazione e della comunicazione,Venezia, Giunta Regionale del Veneto - Bologna,DSE, 1992, pp. 159, ill., 8°, s.i.p.

427Osserva ogni cosa mentre cammini. Guida alle espe-rienze didattiche nel territorio, Portogruaro (VE),Nuova Dimensione, 1992, pp. 385, ill., 8°, L. 48.000

428PANDOLFI MASSIMO - SANTOLINI RICCARDO, Lanatura del progetto educativo. Il mondo degli ani-mali e delle piante attraverso le schede operativeper conoscere e proteggere l’ambiente, a cura diMara Mercurio e Carla De Angelis, Padova, Muzzio,1992, pp. 358, ill., 8°, L. 20.000

429POLITO MARIO, Studiare con metodo. Quando,quanto, come, dove e perchè studiare, Vicenza,Nuova Progetto, 1992, pp. 136, ill., 8°, L. 23.500

430Le ragioni della solidarietà. Principi pedagogici edesperienze di volontariato, scritti di Rocco Bello,Annalisa De Martis, Ermenegildo Guidolin, Fran-cesco Zerbetto, Padova, Gregoriana, 1992, pp. 296,8°, L. 37.000

431REGIONE DE VENETO - ASSESSORATO ALLA SANITÀ -

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA - DIPARTIMENTO DI

PEDIATRIA, Scuola e sicurezza sociale. Note per gliinsegnanti della scuola materna ed elementare, acura di P.P. Facchin, D. Gobber, F. Zacchello, s.l.s.e.(Padova, Cleup), 1991, pp. 188, ill., 8°, L. 15.000

432SARTORATTI GIOVANNI, Scuole di specializzazionepresso le università in Italia, pref. di Luigi Frati,Padova, Alborg, 1991, pp. 680, ill., 16°, L. 32.000

433 *SARTORATTI GIOVANNI, Una scelta per l’univer-sità. Corsi di laurea e professioni. Scuole dirette afini speciali, Padova, Alborg, 1992, pp. 592, ill.,16°, L. 26.000

434 *SCALCO LINO, Alla ricerca di Clio nel territoriopadovano. Itinerari educativi fra storia, geografia,studi sociali nel quartiere Brenta-Venezia di Pado-va, Classi terze A e B a tempo pieno, Scuola elemen-tare S. Pellico, XIV Circolo, Este (PD), Zielo, 1992,pp. 201, ill., 4°, L. 30.000

435SETTEN BEATRICE - MARCHISIO CLAUDIO - PERINPAOLA, Quaderni per moduli. immagine suonomovimento. Classe 1a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

436SETTEN BEATRICE - MARCHISIO CLAUDIO - PERINPAOLA, Quaderni per moduli. Immagine suonomovimento. Classe 2a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

437STELLA GIACOMO - PIPPO JOLE, Apprendere a

leggere e a scrivere. La lettura (guida), Limena(PD), Signum Scuola, 1992, pp. 96, 8°, L. 25.000

438STELLA GIACOMO - PIPPO JOLE, Apprendere aleggere e a scrivere. La scrittura (guida), Limena(PD), Signum Scuola, 1992, pp. 128, 8°, L. 25.000

439STELLA GIACOMO - PIPPO JOLE, Apprendere aleggere e a scrivere. La scrittura (schede operati-ve), Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp. 112, ill.,8°, L. 18.000

440STELLA GIACOMO - PIPPO JOLE, Apprendere aleggere e scrivere. La lettura. Schede operative,Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp. 96, ill., 8°,L. 15.000

441TAFFAREL LORENZO - CALOGERO MARIACRI-STINA - DALLE VEDOVE ANGELO, Quaderni permoduli. Storia geografia studi sociali. Classe 1a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp.96, ill., 8°, L. 10.000

scuola media. Linee di analisi pedagogica, a cura diDiega Orlando Cian, Padova, Gregoriana, 1992, pp.596, 8°, L. 48.000

448 *UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA - DIPARTI-MENTO DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, Universitàe spazio della ricerca, Atti del Convegno (Padova,23-24-25 ottobre 1989), Padova, CooperativaAlfasessanta, 1991, pp. III-268, 8°, s.i.p.

449XODO CELEGON CARLA, Trasparenze. Studi sullacomunicazione educativa, Padova, Cleup, 1992,pp. 184, 16°, s.i.p.

450ZANCHETTA EDI, Quaderni di Ennepi. Lingua elinguaggi: classe 4a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 19912, pp. 128, ill., 8°, L. 12.000

451ZANCHETTA EDI, Quaderni di Ennepi. Lingua elinguaggi: classe 5a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 1992, pp. 144, ill., 8°, L. 13.000

452ZANCHETTA EDI, Quaderni per moduli. Educazio-ne linguistica. Classe 1a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

453ZANCHETTA EDI, Quaderni per moduli. Educazio-ne linguistica. Classe 2a elementare, Limena (PD),Signum Scuola, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

454ZANETEL ROSARIA - ROZSAVOLGYI, Parliamol’ungherese! Manuale di conversazioni italianoungherese con 2 audiocassette e vocabolario, Pa-dova, Zanetel Katrib, 1992, pp. 156, 16°, L. 20.000

Usi e costumiTradizioni - Folklore

455 *BERNARDI ULDERICO, El Filò o la veglia da stalla.Un istituto di socialità contadina, Vicenza, NeriPozza, 1992, pp. VI-176, ill., 8°, L. 30.000

456DA MESSIBURGO CRISTOFORO, Banchetti compo-sizioni di vivande e apparecchio generale, a cura diFernando Bandini, appendice di Gianni Cap-nist,Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 270, 8°, L. 40.000

457 *El massarioto, Lunario novo par l’ano 1993, AbanoTerme (PD), Francisci, 1992, pp. 92, ill., 16°, L. 15.000

458Fiabe e racconti da leggere e da narrare, a cura diLaura Pizzolaro, Padova, Muzzio, 1992, pp. 210, 8°,L. 14.000

459 *FISCHER MARTA, Fiabe e leggende dei Monti Pal-lidi , Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 96,ill., 8°, L. 15.000

460Il libro delle fiabe, a cura di Renzo Zanoni, Somma-campagna (VR), Demetra, 1991, pp. 96, 8°, L. 12.000

461 *SAVARIS ANGELO, Giorni de fiera. Versi, salti,

45

442TAFFAREL LORENZO - CALOGERO MARIACRI-STINA - DALLE VEDOVE ANGELO, Quaderni permoduli. Storia geografia studi sociali. Classe 2a

elementare, Limena (PD), Signum Scuola, 1992, pp.96, ill., 8°, L. 10.000

443TAFFAREL LORENZO, Quaderni di Ennepi. Storiageografia studi sociali: classe 4a elementare, Limena(PD), Signum Scuola, 19912, pp. 128, ill., 8°, L. 12.000

444TAFFAREL LORENZO, Quaderni di Ennepi. Storiageografia studi sociali: classe 5a elementare, Limena(PD), Signum Scuola, 1992, pp. 144, ill., 8°, L. 13.000

445TASCO PATRIZIA - GIRARDI MORENA - FURLANPIERINA, Quaderni per moduli. Matematica. Clas-se 1a elementare, Limena (PD), Signum Scuola,1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

446TASCO PATRIZIA - GIRARDI MORENA - FURLANPIERINA, Quaderni per moduli. Matematica. Clas-se 2a elementare, Limena (PD), Signum Scuola,1992, pp. 96, ill., 8°, L. 10.000

447UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA - DIPARTIMENTO

DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, I libri di testo per la

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 559, f. 1r (sec. XV)

fantasie, farse, sogni, petardi, nostalgie, giostre delpassato e “calcinculo” del presente, Noventa Pa-dovana (PD), Panda, 1991, pp. 109, ill., 8°, L. 18.000

462 *VITALI ACHILLE , La moda a Venezia attraverso isecoli. Lessico ragionato, pref. di Doretta DavanzoPoli, Venezia, Filippi, 1992, pp. 473, ill., 8°, L. 80.000

LINGUAGGIO

Linguistica - EtimologiaDialettologia Grammatica - FonologiaFilologia - Paleografia -TraduzioneProsodia e MetricaStoria della lingua - Stilistica

463BISCHOFF BERNHARD, Paleografia latina. Anti-chità e medioevo, edizione italiana a cura di GildaPaola Mantovani e Stefano Zamponi, Padova,Antenore, 1992, pp. XX-439, ill. 8°, L. 70.000

464CECCATO AFRA, Dizionario ortografico-ortofonicodella lingua italiana. Il “come si dice e come siscrive?” della lingua italiana, Padova, Tradutec,1992, pp. 330, 16°, L. 16.000

465CROCCO GALEAS GRAZIA, Gli etnici italiani. Stu-dio di morfologia naturale, Padova, Unipress, 1992,pp. 322, ill., 8°, L. 40.000

466 *DA COL GEMO, L’idioma ladino a Cibiana diCadore, Pieve d’Alpago (BL), Nuove Edizioni Do-lomiti, 1991, pp. 344, 8°, L. 60.000

467DAVINI GABRIELE - PELLIZZARI PIERO, Le trap-pole dell’italo-spagnolo per evitare ogni confusio-ne o malinteso tra le due lingue, Padova, Tradutec,1992, pp. 128, ill., 8°, L. 35.000

468DELMONTE RODOLFO, Linguistic and inferentialprocesses in text analysis by computer, Padova,Unipress, 1992, pp. 298, 8°, L. 35.000

469GRACIA I SOLÈ LUISA, Teoria tematica e soggetti,Padova, Unipress, 1992, pp. 124, ill., 8°, L. 15.000

470 *Guida ai dialetti veneti XIV, a cura di Manlio Co-rtelazzo, Padova, Cleup, 1992, pp. 204, 8°, L. 32.000

471LANTERI LORENZO, La parola di origine arabanella lingua italiana, Padova, Zanetel Katrib, 1991,pp. 128, ill., 8°, L. 25.000

472 *Mille sedute, n. 15 dei “Quaderni del Circolofilologico linguistico padovano”, a cura di MicheleCortelazzo, introd. di Pier Vincenzo Mengaldo,Padova, Editoriale Programma, 1992, pp. 108, 8°,L. 30.000

473MIONI ALBERTO, Elementi di morfologia generale,Padova, Unipress, 1992, pp. 72, 8°, L. 10.000

474 *NARDO LUIGI, A ciascuno il suo. Duemila epitetiveneti, a cura di Angelo Savaris, introd. di LuigiMontobbio, Noventa Padovana (PD), Panda, 1992,pp. 143, ill., 8°, L. 20.000

475 *PELLEGRINI GIOVAN BATTISTA, Il Museo archeo-logico cadorino e il Cadore preromano e romano,Pieve di Cadore (BL), Magnifica Comunità di Cadore,1992, pp. 261, ill., 8°, L. 25.000

476PELLIZARI PIERO, Dizionario tecnico-commercia-le italiano-spagnolo-italiano tutto il linguaggio tec-nico e commerciale, Padova, Tradutec, 1992, 2voll., pp. 780, 8°, L. 110.000

477 *Per Giovanni Battista Pellegrini: scritti degli allie-vi padovani, a cura di Laura Vanelli e AlbertoZamboni, Padova, Unipress, 1992, 2 voll., pp. 656,ill., 8°, L. 80.000

478TAYLOR-TORSELLO CAROL, Linguistica sistemicae educazione linguistica, Padova, Unipress, 1992,pp. 178, ill., 8°, L. 23.000

479Il titolo e il testo, Atti del XV Convegno interuni-versitario (Bressanone 1987), Padova, EditorialeProgramma, 1992, pp. 292, ill., 8°, L. 40.000

480VANELLI LAURA , La deissi in italiano, Padova,Unipress, 1992, pp. 124, 8°, L. 15.000

481 *Varietà settecentesche. Saggi di cultura veneta trarivoluzione e restaurazione, Padova, Editoriale Pro-gramma, 1992, pp. 277, ill., 8°, L. 60.000

SCIENZE PURE

Astronomia - Matematica - Fisica

482ARTICO G., Istituzioni di matematiche, Padova, Li-breria Progetto Editrice, 1992, pp. 500, 8°, L. 42.000

483BAROZZI E. - GONZALES E., Calculus, vol. 1°,Padova, Libreria Progetto Editrice, 1991, pp. 741,8°, L. 75.000

484BAROZZI E. - GONZALES E., Calculus, vol. 2°,Padova, Libreria Progetto Editrice, 1992, pp. 712,8°, L. 70.000

485BONOMETTO S.A. - LUCCHIN F.B. - MANFREDIV.R., Complementi di fisica generale, Padova, Li-breria Cortina Editrice, 1992, pp. 57, 8°, L. 12.000

486CAMUFFO DARIO, Lezioni di fisica dell’atmosfera,Padova, Unipress, 1992, pp. 84, ill., 8°, L. 10.000

487CANDILERA M., Algebra lineare e geometria, Pa-dova, Libreria Progetto Editrice, 1992, pp. 669, 8°,L. 50.000

488FORNASINI E. MARCHESINI G., Appunti di teoriadei sistemi, Padova, Libreria Progetto Editrice, 1992,pp. 516, 8°, L. 45.000

489GIACOMETTI GIOVANNI, Introduzione alla chimi-ca fisica atomistica. Lezioni sui fondamenti dellameccanica quantistica e della meccanica statistica,Padova, Cleup, 1992, pp. 214, 16°, L. 18.000

490ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE - ISTITU-TO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - DIPARTI-MENTO DI FISICA “GALILEO GALILEI” DELL’UNIVER-SITÀ DI PADOVA, Third international workshop onNeutrino telescopes, Atti del Convegno (Venezia,Palazzo Loredan, 26-28 febbraio 1991), a cura diMilla Baldo Ceolin, s.l.s.e. (Padova, Cleup), 1991,pp. IX-517, ill., 8°, s.i.p.

491LUCCHIN F.B. - BONOMETTO S.A. - MANFREDIV.R., Elementi di fisica generale per studenti discienze e agraria, Padova, Libreria Cortina Editri-ce, 19923, pp. 608, 8°, L. 45.000

492MAZZOLDI PP. - SAGGION A. - VOCI C., Problemi difisica generale: meccanica, termodinamica, Pado-va, Libreria Cortina Editrice, 1992, pp. 345, 8°, L.40.000

493MINNAJA C., Matematica per ingegneria, Padova,Libreria Progetto Editrice, 1991, pp. 269, 8°, L.32.000

494PASCOLINI ALESSANDRO, Insiemi frattali e siste-mi dinamici non lineari, Padova, Cleup, 1992, pp.210, 8°, s.i.p.

495POMINI MARIO, Matematica per economisti. Eser-cizi e complementi, Padova, Cooperativa Alfases-santa, 19902, pp. 149, 8°, s.i.p.

496SMITH E. ARTHUR, Pianeta Marte. Esplorazione ecolonizzazione del pianeta rosso, trad. di DiegoMeozzi, a cura di Luigi Confalonieri, Padova,Muzzio, 1992, pp. 200, ill., 8°, L. 28.000

497SPIGLER RENATO, Esercizi di analisi matematica2. Equazioni differenziali e sistemi, Padova, Libre-ria Progetto Editrice, 1991, pp. II-105, 8°, L. 9.500

498SPIGLER RENATO, Esercizi di analisi matematica2. Integrali multipli, Padova, Libreria Progetto Edi-trice, 1991, pp. II-115, 8°, L. 10.000

499STOKA MARIUS, Corso di matematica per le Facol-tà di Architettura, Economia e Commercio, ScienzeM.F.N., Farmacia, Agraria, Padova, Cedam, 19922,pp. XIV-532, ill., 8°, L. 62.000

500VANIN GABRIELE, Il cielo dalla storia al futuro.Un’introduzione all’astronomia moderna, GallieraVeneta (PD), Biroma, 1990, pp. 268, ill., 8°, s.i.p.

501 *VANIN GABRIELE, Le meridiane bellunesi, Feltre(BL), Libreria Pilotto, 1991, pp. 146, ill., 8°, s.i.p.

46

502VIAN PAOLO, Glossario matematico. Richiami es-senziali di elementi di matematica ad uso deglistudenti delle scuole infermieristiche con test diverifica, Padova, Summa, 1991, pp. 104, 8°, L.18.000

Biologia - Chimica

503ARANEO ANTONIO, Chimica per le scuole mediesuperiori, Padova, Piccin Nuova Libraria, 19922,pp. 505, ill., 8°, L. 34.000

504CALLIGARO LEO, Problemi di chimica per inge-gneria, Padova, Libreria Cortina editrice, 19923, pp.VIII-200, 8°, L. 27.000

505FABBRI GIANFRANCO, La trasformazione chimica.Chimica fisica per corsi annuali e semestrali, Pado-va, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 246, 8°, L.25.000

506Fondamenti di chimica per ingegneria, Padova,Cedam, 1992, pp. XII-540, ill., 8°, L. 70.000

507GREENWOOD N.N. - EARNSHAW A., Chimica deglielementi, vol. 1°, a cura di G. Paolucci, Padova,Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 726, ill., 8°, L.75.000

508INTERNATIONAL UNION OF BIOLOGICAL SCIENCES - SE-

ZIONE ITALIANA , Attualità biologiche, Atti del 1°Convegno della sezione italiana dell’I.U.B.S., a curadi Alessandro Minelli, s.l.s.e. (Padova, LaGarangola), 1991, pp. 118, ill., 8°, s.i.p.

509MASALA BRUNO - MANCA LAURA , Biochimicadelle emoglobine umane mutate, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 125, ill., 8°, L. 10.000

510PARISI GIOVANNI, Sequenziamento e sintesi degliacidi nucleici, Padova, Cleup, 1992, pp. 280, 8°, L.45.000

511UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA - ISTITUTO DI CHI-

MICA E TECNOLOGIA DEI RADIOELEMENTI - ISTITUTO DI

POLAROGRAFIA ED ELETTROCHIMICA PREPARA-TIVA,Sintesi speciali in chimica inorganica. Applicazionia composti e materiali innovativi, a cura di Sergio

Daolio...[et al.], s.l.s.e. (Padova, Tipografia LaPhotograph), 1991, pp. IX-316, ill., 8°, s.i.p.512UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI REGGIO CALABRIA - ISTITU-

TO DI CHIMICA AGRARIA E FORESTALE, Il simulatore dicondizioni ambientali. Studio di fattibilità patroci-nato dalla regione Calabria. Relazione conclusiva,Padova, Libreria Progetto Editrice, 1991, pp. 221,8°, s.i.p.

513ZANOTTI GIUSEPPE, Esercizi sugli equilibri in so-luzione, Padova, Cleup, 1992, pp. 130, 4°, L. 15.000

Botanica - GeologiaPaleontologia - Zoologia

514 *Le alghe della laguna di Venezia, vol. I, Venezia,Arsenale, 1991, pp. 119, ill., 4°, L. 20.000

515 *DA LOZZO CELESTE, L’attività mineraria. Storia diun percorso sulla dorsale collinare Molinetto S.Zuanet, s.l.s.e. (Feltre - BL, Tipografia GraphicGroup), 1991, pp. 65, ill., 4°, L. 20.000

516I dinosauri del deserto dei Gobi, Catalogo dellaMostra (Venezia, Museo Civico di Storia naturale,28 febbraio-14 giugno 1992), Venezia, Marsilio -Erizzo, 1992, pp. 176, 4°, L. 42.000

517FALCIAI LUCIA - MINERVINI ROBERTO, Guida aicrostacei decapodi d’Europa, Padova, Muzzio,1992, pp. 323, ill., 8°, L. 36.000

518 *I grandi alberi della provincia di Vicenza, a cura diPaolo Battistel, Feltre, Castaldi, 1992, pp. 450, ill.,16°, L. 55.000

519 *Herbarium. Una inedita collezione di piante delXVIII secolo, a cura di Luigino Curti, Limena (PD),Signum Verde, 1992, pp. 216, ill., 4° L. 98.000

520 *La laguna, 1: Ambiente fauna e flora, a cura diAntonio Giordani Soika, Venezia, Corbo & Fiore,1992, pp. 413, ill., 16°, L. 60.000

521LAMBERTINI PETER, Guida alla natura tropicale.Una guida completa per scoprire, capire e proteg-gere la più sorprendente natura del pianeta, a curadi Massimo Pandolfi, Padova, Muzzio, 1992, pp.296, ill., 8°, L. 38.000

522 *MAZZETTI ANTONIO, La flora dei Colli Euganei,Padova, Editoriale Programma, 19922, nuova ed.aggiorn., pp. 230, ill., 8°, L. 35.000

523PALESE ANNIBALE - PALESE LEONARDO, L’ispe-zione sanitaria dei prodotti della pesca, Padova,Piccin Nuova Libraria, 1992, voll. 3: vol. 1°, pp. 2045;vol. 2°, pp. 2080, vol. 3°, pp. 620, ill., 8°, L. 350.000

524PAUSIG SERGIO - VENUTO GIAN CARLO, Piantetropicali nel Castello di Gmünd, trad. di GertThalhammer, pref. di Chiara Bertola, Venezia, Edi-zioni del Cavallino, 1992, pp. 48, ill., 8°, L. 15.000

525Perennia. Atlantino delle piante erbacee perenni,Limena (PD), Signum Verde, 1992, pp. 80, ill., 4°, L.30.000

526TARTABINI ANGELO, Il mondo delle scimmie. Eco-logia ed etologia dei primati viventi, a cura diMassimo Pandolfi, Padova, Muzzio, 1992, pp. 232,ill., 8°, L. 28.000

527 *TORMEN GIUSEPPE - CIBIEN ANTONELLO, L’aquilareale nella provincia di Belluno e Treviso (primidati), Belluno, Amministrazione provinciale - Grup-po Natura Bellunese, 1991, pp. II-73, 8°, s.i.p.

528ZANOVELLO CARLO, Alla scoperta di cactus pre-ziosi. Un viaggio tra le meraviglie della natura, acura di Ippolito Pizzetti, Padova, Muzzio, 1992, pp.252, ill., 8°, L. 36.000

Storia della scienza e della tecnica

529 *BOZZOLATO GIAMPIERO, Il dialogo di CeccoRonchitti da Bruzene e Galileo Galilei a Padova.Fac-simile, introduzione, traduzione italiana ed in-glese, a cura di Giampiero Bozzolato, Brugine (PD),Edioni Centro Internazionale di Storia dello Spazioe del Tempo, 1992, pp. 94, 16°, s.i.p.

530 *Scienze e tecniche agrarie nel Veneto dell’Ottocen-to, Atti del Secondo Seminario di storia delle scien-ze e delle tecniche nell’Ottocento Veneto (Venezia,Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 14-15dicembre 1990), Venezia, Istituto Veneto di scien-ze, lettere ed arti, 1992, pp. 384, ill., 8°, L. 48.000

SCIENZE APPLICATE

Medicina - IgieneSanità pubblica e Medicina preventivaFarmacologia e terapeutica

531Advances in gastroenterology, 3: Non-ulcerdyspepsia pathophysiological and clinical features,trad. di F. Di Mario, G. Mastropasqua, D. Madia, L.Aggio, G. Mastropaolo, Padova, Piccin Nuova Li-braria, 1991, pp. 130, ill., 8°, L. 40.000

532Aggiornamento sulle arteriopatie periferiche, Attidel Convegno (Noale-VE, 20 maggio 1991), a curadi M. Frego, G. Ambrosino, P.P. Pacelli, s.l.s.e.(Padova, La Garangola), 1991, pp. 84, 8°, s.i.p.

533Aids. Eziologia, diagnosi, trattamento e prevenzio-ne, trad. di A. Macor, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19922, pp. 490, ill., 8°, L. 80.000

534Anestesia a bassi flussi e a circuito chiuso, a cura diF. Giunta, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp.234, ill., 8°, L. 50.000

535Anestesia, rianimazione, terapia intensiva. Primoaggiornamento per capo sala ed infermieri profes-

47

Venezia, Bibl. Marciana, Ms. lat. II 432=1656, f. 34v (sec. XIV)

sionali, a cura di S. Valenti e G.P.P. Giron, Padova,S. Marco, 1991, pp. 164, 8°, s.i.p.

536L’assistenza al paziente con problemi neurologici,trad. di Enrico Pierangeli, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1991, pp. 160, ill., 8°, L. 45.000

537Atlante di broncoscopia. Tecnica, diagnosi e tera-pia, a cura di G. Lenci, scritti di H.D. Becker, K.Hayser, V. Schulz, S. Tuengerthal, H.H. Vollhaber,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 200, ill.,8°, L. 150.000

538Atlante di odontoiatria, 3: Protesi parziale, a cura diGeorge Graber, Urs Haensler, Peter Wiehl, Padova,Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. VIII-216, ill., 4°,L. 280.000

539Attualità chirurgiche nelle malattie del colon-retto-ano, a cura di Giangaetano Delaini, Verona, Bi &Gi, 1992, pp. 256, ill., 8°, L. 150.000

540BAILEY HAMILTON , Semeiotica chirurgica. I segnifisici in clinica chirurgica, a cura di Allan Clain,trad. di Maurizio Peo, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19922, pp. 620, ill., 8°, L. 95.000

541Basic and applied myology: perspective for the90’s, a cura di Ugo Carraro e Stanley C. Salmons,Padova, Unipress, 1992, pp. 460, 8°, L. 65.000

542BENNET JOHN - BRACHMAN PHILIP S., Infezioniospedaliere, a cura di O. Zangaglia, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 748, ill., 8°, L. 120.000

543BIANCHI IVO, Il mineralogramma. Gli elementiminerali e le vitamine nella pratica terapeutica,introd. di Alfredo Torti, Bussolengo (VR), Ricchiuto,1992, pp. 361, ill., 8°, L. 70.000

544BIANCHI PORRO G. - PARENTE F., Le manifestazio-ni gastroenterologiche in corso di Aids, Verona,Libreria Cortina, 1992, pp. 186, ill., 8°, L. 55.000

545BIRBAUMER NIELS, Psicofiosiologia clinica, a curadi Paola Orifiammi, Padova, CooperativaAlfasessanta, 1991, pp. III-167, ill., 8°, s.i.p.

546BONAVITA V. - QUATTRONE A., Terapia medicadelle malattie del sistema nervoso, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 202, 8°, L. 20.000

547BRACCHETTI DANIELE, Clinica e terapia dellearitmie, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp.770, ill., 8°, L. 160.000

548BREWER ALLEN A. - MORROW ROBERT M.,Sovraprotesi, trad. di F. Simionato e C. Trapani,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 427, ill.,8°, L. 110.000

549BURKET, Trattato di medicina orale, a cura di M.A.Lynch, V.J. Brightman, M.S. Greenberg, trad. di S.

Vesentini, L. Marchiori, F. Nicoli, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 933, ill., 8°, L. 150.000

550CAGLI VITO, La visita medica, Padova, Piccin Nuo-va Libraria, 1991, pp. VII-74, 8°, L. 20.000

551CAPANI ALESSANDRA - FASOLO FRANCO, Fami-glie smagliate. Metodologie cliniche per la collabo-razione con le famiglie dei malati mentali, Padova,La Garangola, 1992, pp. 113, 8°, s.i.p.

552CASTIGLIONI GIANCARLO, Trattato di tecnica chi-rurgica, 11: Chirurgia del pancreas, Padova, PiccinNuova Libraria, 1991, pp. 580, ill., 8°, L. 120.000

553CHIAMENTI CESARE, La rinoplastica semplice edaltri studi di rinoplastica, pref. di Oreste Mosciaro,Verona, Bi & Gi, 1992, pp. 114, ill., 8°, L. 50.000

554CLARK JAMES W., Odontoiatria clinica, vol. 1°,trad. di C. Trapani, F. Simionato, S. Lobello, Pado-va, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 1052, ill., 8°, L.280.000

555Compendio di anatomia teleradiografica, 2:Teleradiografia in proiezione frontale e assiale,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 173, ill.,8°, L. 70.000

556CONVERSE JOHN M., Chirurgia plasticaricostruttiva, 3: Mascellari, faccia, labbra, collo,orecchie, a cura di A. Azzolini e C. Giardino,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 656, ill.,8°, L. 130.000

557CONVERSE JOHN M., Chirurgia plasticaricostruttiva, 4: Schisi del labbro e del palato,deformità cranio-facciali, a cura di A. Azzolini e C.Giardino, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp.596, ill., 8°, L. 130.000

558CONVERSE JOHN M., Chirurgia plasticaricostruttiva, 5: Tumori della testa e del collo,tumori cutanei, a cura di A. Azzolini e C. Giardino,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 454, ill.,8°, L. 130.000

559CORDIANO CLAUDIO - NARDI GEORGE, Atlas encoleurs de chirurgie digestive, Padova, Piccin Nuo-va Libraria, 1991, voll. 2, pp. 896, ill., 4°, L. 250.000

560Cytologie gynecologique normale et pathologique,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 303, ill.,8°, L. 100.000

561DE CATERINI R. - KRISTENSEN S.D. - SCHMIDTE.B., Fish oil e malattia vascolare, trad. di AntonioCaselli, Verona, Bi & Gi, 1992, pp. 136, ill., 8°, L.40.000

562DEL MONACO FERNANDO E LEONARDO, L’edu-cazione dentale. Per le igieniste dentali (come inse-gnare ai pazienti), Padova, Piccin Nuova Libraria,1992, pp. 196, 8°, L. 25.000

563DI MARIO F. - FARINATI F. - LEANDRO G., Chronicatrophic gastritis. Advances in gastroenterology,vol. 4°, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp.132, ill., 8°, L. 40.000

564DI MARIO FRANCESCO - PLEBANI MARIO,Biochemical and clinical aspects of gastric secretonadvances in gastroenterology, vol. 5°, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 152, ill., 8°, L. 40.000

565DOBRILLA GIORGIO - DE PRETIS GIOVANNI -COMBERLATO MICHELE, Patologia gastroin-testinale. Recenti acquisizioni terapeutiche, Vero-na, Bi & Gi, 1992, pp. 160, ill., 8°, L. 60.000

566DOMINI SERGIO - BELBUSTI FRANCESCO, Argo-menti di andrologia chirurgica pediatrica, Padova,Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 235, ill., 8°, L.55.000

567DORIGO PAOLA - FASSINA GIULIANA, Lezioni difarmacognosia, 2: Droghe animali ed enzimi, Pado-va, Cedam, 1992, pp. X-186, 8°, L. 24.000

568Erkrankungen der gallenwege und des pankreas.Volume di aggiornamento, scritti di Walter Hess,Anacleto Cirenei, Adrien Rohner, AristaksAkovbantz, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992,pp. 224, ill., 8°, D.M. 98

569Etica e sperimentazione medica. Da cavia a part-ner, a cura di Paolo Benciolini e Corrado Viafora,scritti di Eleonora Capovilla, Giovanni Federspil,Mario Vincenzo Fiorentino, Corrado Viafora, RenzoZanotti, Padova, Fondazione Lanza - Gregoriana,1992, pp. 134, 8°, L. 19.000

570FARULLA ANTONIO - CORRAO CARMELA R., Espo-sizione a radiazione laser. Rischi relativi al suoimpiego, criteri relativi al suo impiego e criteri diprevenzione, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992,pp. 350, ill., 8°, L. 60.000

571FURLANUT MARIO, La farmacologia nella praticamedica, Padova, Piccin Nuova Libraria, 19922, pp.912, 8°, L. 85.000

572GALZIGNA LAURO, Il gioco di Carnot. Regole delgioco termodinamico dalle macchine termiche aisistemi viventi, Padova, Cleup, 1991, pp. 164, ill.,8°, L. 24.000

573GHIDINI ORESTE, La ranitidina nel trattamentodell’ulcera peptica: una strategia vincente. Currenttopic in drug research, Verona, Bi & Gi, 1992, pp.12, ill., 8°, L. 20.000

574GIANCASPRO VINCENZO, Non fumo più. Un pro-gramma antifumo. 49 ragioni e numerose informa-zioni per uscire dalla droga-fumo senza soffriretroppo, Verona, Edizioni Libreria Cortina, 19912,pp. 174, ill., 16°, L. 18.000

48

575GIANNI ENNIO, La nuova ortognatodonzia, vol. 3/I, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 869, ill.,8°, L. 350.000

576GOLDSLAGER NORA - GOLOMAN HERVIN J.,Elettrocardiografia. Le basi indispensabili per l’in-terpretazione, trad. di B. Alderuccio, A. Napoli, D.Brunin, A. Facci, Padova, Piccin Nuova Libraria,1991, pp. 247, ill., 8°, L. 35.000

577GORI GILBERTO, Il significato energetico dei puntidi agopuntura. I punti dei canali ed i principalipunti extra, Rimini - Venezia, San Marco, 1991, pp.XV-340, ill., 8°, s.i.p.

578GRABER GEORGE - HAUNSLER URS - WIEHLPETER, Atlante di odontoiatria, 3: Protesi parziale,trad. di R. Manglavite e G. Pezzali, Padova, PiccinNuova Libraria, 1991, pp. 216, ill., 8°, L. 280.000

579GUYTON ARTHUR C., Neuroscienze. Basi dineuroanatomia e neurofisiologia, a cura di P.P.D’Arcangelo, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991,pp. 466, ill., 8°, L. 48.000

580INGLE JOHN IDE, Endodonzia, trad. di P.P. Passi,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 980, ill.,8°, L. 180.000

581KATZUNG BERTRAM G., Farmacologia generale eclinica, trad. e cura di Paolo Preziosi, Padova, Pic-cinNuova Libraria, 19913, pp. XIX-1022, 8°, L. 82.000

582LANCIONI GIULIO , Ritardo mentale grave eplurihandicap, Padova, Liviana, 1992, pp. 184, ill.,8°, L. 28.000

583LARIZZA PAOLO, Malattie del cuore e dei vasi,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, voll. 2, pp.1510, ill., 8°, L. 380.000

584LARIZZA PAOLO - MARTELLI MASSIMO F. -GRIGNANI FAUSTO, Diagnostica delle malattie delsangue. Testo atlante, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19912, pp. 688, ill., 8°, L. 250.000

585LIGUORY CLAUDE - SANEL JOSE, Guida pratica diendoscopia digestiva, trad. di L. Familiari e E. DiGiulio, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp.386, ill., 8°, L. 150.000

586MANCINI ANTONIO - MORLACCHI CARLO, Manuelillustré d’orthopédie, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1991, pp. 347, ill., 8°, L. 70.000

587MARRANO DOMENICO - NINNI FRANCESCO, I tu-mori retroperitoneali, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1992, pp. 206, ill., 8°, L. 70.000

588MASCETTI G. GASTONE, Gli ormoni, ineurotrasmettitori, il sistema immunitario e il com-portamento, Padova, Upsel, 1992, pp. 175, ill., 8°,L. 33.000

ormonali, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp.448, ill., 8°, L. 110.000

600La presa in carico, numero monografico della rivi-sta “Psichiatria generale e dell’età evolutiva”, vol.30, fasc. 2, 1992, a cura di Sergio Fava, Padova, LaGarangola, 1992, pp. da 207 a 369, 8°, s.i.p.

601Progressi in geriatria, a cura di G. BarbagalloSangiorgi e G. Fradà, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1991, pp. XIII-296, ill., 8°, s.i.p.

602 *QUAGLIATO VINCENZO, L’aborto nel Veneto. Tre-dici anni di problematica gestione della legge n.194, Abano Terme (PD), Francisci, 1992, pp. 94, 8°,L. 25.000

603RAIMONDI ALDO, Nutrizione e dietetica dell’an-ziano, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp.242, 8°, L. 35.000

604RAMAIOLI F. - ZANSARZI M., La lidocaina. Dosaggied applicazioni cliniche nella praticaanestesiologica ed in terapia antalgica, Padova,San Marco, 1991, pp. 77, 8°, s.i.p.

605REGIONE DEL VENETO - S.I.A.A.R.T.I. SOCIETÀ ITA-LIANA DI ANESTESIA, ANALGESIA, RIANIMAZIONE ETERAPIA INTENSIVA - A.A.R.O.I. ASSOCIAZIONE ANE-STESISTI RIANIMATORI OSPEDALIERI ITALIANI, Far-maci e ventilazione meccanica in rianimazione eterapia intensiva, Atti del Convegno d’inverno de-gli anestesisti rianimatori ospedalieri del Veneto(Camposampiero - PD, 30 novembre 1991), a cura diG.L. Alati, L. Torelli, S. Valenti, Padova, SanMarco, 1991, pp. 111, 8°, s.i.p.

606RICCIARDI LUIGI, Il trattamento delle fratture conil fissatore esterno di Hoffmann. Biologia, diagno-stica strumentale, risultati, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1991, pp. 386, ill., 8°, L. 120.000

607RIETHE PETER - RAU GÜNTER, Carioprofilassi eterapia conservativa. Atlante di odontoiatria, vol.4°, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992, pp. 263,ill., 4°, L. 350.000

608Il risarcimento del danno da trauma alla dentaturadecidua e permanente giovane, scritti di P.P. Cortivo,D. Bordignon, B. Betti, F. Favero, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 184, ill., 8°, L. 50.000

609ROBBINS STANLEY L. - COTRAN RANZI S. - KUMARVINAY , Le basi patologiche delle malattie, a cura diAntonio M. Mancini, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19924, pp. 1688, ill., 8°, L. 320.000

610ROSENSTIEL STEPHEN F. - LAND MARTIN F. -FUJMOTO JUNHE, Protesi fissa. Procedimenti cli-nici e di laboratorio attuali, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1992, pp. 670, ill., 8°, L. 150.000

611RUDOLPH ABRAHAM, Trattato di pediatria, trad.di A. Boccazzi, PP. Durand, G. Filice, F. Pillirone,M. Furlanut, E. Rezza, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1992, voll. 2, pp. 2511, ill., 8°, L. 220.000

49

589MASCETTI G. GASTONE, L’organizzazzione gene-rale del cervello e l’attività psichica, Padova, Upsel,19922, pp. 146, 8°, L. 32.000

590MASON P.P.N. - FAVERO G.A. - CORDIOLI G.P.P., Ilponte a mordenzatura, Padova, Piccin Nuova Li-braria, 1992, pp. 176, ill., 8°, L. 120.000

591MATTINA R. - PECORI A. - MIGNONA R.E., Espe-rienze farmacoterapeutiche in odontoiatria.Microbiologia del cavo orale e mezzi di controllo.Gli antiinfiammatori, Verona, Bi & Gi, 1992, pp.16, ill., 8°, L. 20.000

592MCBRYDE, Segni e sintomi di fisiopatologia appli-cata ed interpretazione clinica, a cura di R.S.Blacklow, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991,pp. 970, ill., 8°, L. 120.000

593MONESI V., Istologia, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19924, pp. 838, ill., 8°, L. 98.000

594ORTU GIAN MICHELE, Manuale di ginecologia dipronta consultazione dedicato alla donna, Padova,s.e. (Padova, La Garangola), 1991, pp. 37, 8°, s.i.p.

595 *Padova: 10 anni per la vita. Una storia nella storia,a cura di Sandro Marini, Abano Terme (PD), Piovan,1992, pp. 120, 8°, L. 20.000

596PICCOLO ELIGIO, ECG e VCG nella cardiopatiecongenite, Padova, Piccin Nuova Libraria, 1992,pp. 336, ill., 8°, L. 130.000

597La pillola in climaterio: danni o vantaggi? Protocolliterapeutici in endocrinologia ginecologica, Atti delConvegno Nazionale (Abano Terme - PD, 18-19maggio 1990), a cura di Michele Gangemi, s.l.s.e.(Padova, La Garangola), 1991, pp. VIII-151, 8°, s.i.p.

598PISCICELLI UMBERTO, Training autogeno respira-torio e psicoprofilassi ostetrica, present. di AdrianoBompiani, Padova, Piccin Nuova Libraria, 19913,pp. XI-441, ill., 16°, L. 35.000

599PIZZOFERRATO ARTURO, Ormoni e dosaggi

Venezia, Bibl. Marciana, Ms. it. VII, 770=7795, f. 36v (sec. XIV)

612SASSO ULDERICO, Manuale pratico di igiene, Pa-dova, Piccin Nuova Libraria, 19923, pp. 236, 8°, L.25.000

613SEAR, Anatomia e psicologia per infermieri, a curadi R.S. Winwood e J.S. Smith, Padova, PiccinNuova Libraria, 19922, pp. 344, ill., 8°, L. 34.000

614SHEIBAN IMAD, Note e commenti in tema di iper-tensione arteriosa essenziale, Verona, Bi & Gi,1992, pp. 12, 8°, L. 20.000

615SHERLOK SHEILA, Malattie del fegato e delle viebiliari , a cura di M. Chiaramonte, A. Floreani, S.Fagiuoli, Padova, Piccin Nuova Libraria, 19922, pp.744, ill., 8°, L. 160.000

616La sindrome di Turner, a cura di F. Rigon, C.Baccichetti, F. Zacchello, Padova, San Marco, 1991,pp. 55, 8°, s.i.p.

617 *Il sistema infermieristico veneto. Stato e prospetti-ve, ricerca sanitaria finalizzata promossa dalla GiuntaRegionale del Veneto, realizzata dal Ceref - CentroRicerca e Formazione di Padova, Venezia, Regionedel Veneto, 1992, pp. 219, 4°, s.i.p.

618SPIEKERMANN HUBERTUS - GRÜNDLER HORST,La protesi scheletrata. Una guida per l’odontoiatrae l’odontotecnico, trad. di L. Barassi e F. Zay, a curadi F. Simionato, Padova, Piccin Nuova Libraria,1992, pp. 532, ill., 8°, L. 350.000

619Staging and treatment of gastric cancer, a cura di C.Cordiano e G. De Manzoni, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1991, pp. 324, ill., 8°, L. 80.000

620STRICKBERGER MONROE W., Trattato di genetica,trad. di A. Lombardi, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 19923, pp. 952, ill., 8°, L. 90.000

621SYMES DAVID, Abbassa e vinci il tuo colesterolo,trad. di L. Bartolotti Sovignani, a cura di M.S.Longato, Padova, Meb, 1992, pp. 222, 8°, L. 9.500

622I test neurofisiologici in urodinamica, Atti del Cor-so monotematico sui test neurofisiologici in neuro-logia (Ancona, 6-7 aprile 1990), promosso da So-cietà italiana di urodinamica, a cura di M. Polito e F.Fanciullacci, introd. di Walter Artibani, Padova,Cleup, 1991, pp. 110, ill., 8°, L. 50.000

623Trattato enciclopedico di anestesiologia,rianimazione e terapia intensiva, 2: Anestesiologiagenerale, a cura di Gualtiero Bellucci, GiorgioDamia, Alessandro Gasparetto, Padova, PiccinNuova Libraria, 1990, s.n.p. (fogli mobili), ill., 8°,L. 225.000

624UBASSY GERALD, Forme e colori. Le chiavi delsuccesso nella ceramica dentale, a cura di LucianaMaron, introd. di Bernard Touati, Verona, Resch,1992, pp. 216, ill., 8°, L. 190.000

625Les urgences: diagnostic et tratment, a cura di AbeFingerhut, scritti di John Mills, Mary T. Mo, PatriciaR. Salber, Donald D. Trunkey, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1992, pp. 973, ill., 8°, F. Fr. 270 (L. 75.000)

626VAUGHAN DANIEL - ASBURY TAYLOR - TABARAKHALID , Manuale di oculistica, Padova, PiccinNuova Libraria, 19923, pp. 474, ill., 8°, L. 60.000

627VINCENTI EZIO, Vademecum di anestesia eanalgesia epidurale, collaborazione di PaoloFeltracco...[et al.], Padova, San Marco, 1991, pp.51, ill., 16°, s.i.p.

628VOSS D.E. - IONTA M.K. - MYERS B.J., Facilitazioneneuromuscolare propriocettiva, a cura di N.Basaglia, Padova, Piccin Nuova Libraria, 19923, pp.394, ill., 8°, L. 60.000

629VRIEND JHON, Manuale di iridologia, trad. di Al-berto Buson, a cura di M.S. Longato, Padova, Meb,1992, pp. 272, 8°, L. 29.000

630WITT A.N. - RETTIG H. - SCHLEGEL K.F., Trattato diortopedia, 3/II: Tumori e lesioni pseudotumorali,trad. di W. Gualandi, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1992, pp. 464, ill., 8°, L. 150.000

631WITT A.N. - RETTIG H. - SCHLEGEL K.F., Trattato diortopedia, 6/I: Arto superiore. Affezioni congenite,malattie e lesioni traumatiche, trad. di R. Mantero,Padova, Piccin Nuova Libraria, 1991, pp. 556, ill.,8°, L. 150.000

632ZANFARA ALDO, Patologia medica per infermieriprofessionali e allievi infermieri, 1: Patologia ge-nerale e fisiopatologia, Padova, Piccin Nuova Li-braria, 1992, pp. 495, ill., 8°, L. 48.000

Ingegneria civile, elettrotecnicaelettronica, navale

633Le acque potabili dall’attingimento all’utilizzo, Attidel Corso di aggiornamento (Rovigo, 18-20 marzo1992), a cura di S. Costanzo, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1992, pp. 324, ill., 8°, L. 70.000

634AICARR - ASSOCIAZIONE ITALIANA CONDIZIONA-MEN-

TO D’ARIA, RISCALDAMENTO, REFRIGERAZIONE, Ilcondizionamento dell’aria e il gas naturale, Atti delConvegno (Bari, 15-16 novembre 1990), s.l.s.e.(Padova, S.G.E), 1990, pp. 306, ill., 8°, s.i.p.

635AICARR - ASSOCIAZIONE ITALIANA CONDIZIO-NAMENTO

D’ARIA, RISCALDAMENTO, REFRIGERAZIONE, Proget-tazione e gestione dei magazzini frigoriferi, Atti delConvegno (Bari, 22 novembre 1991), s.l.s.e. (Pado-va, S.G.E.), 1991, pp. V-209, ill., 8°, s.i.p.

636ASSOCIAZIONE IDROTECNICA ITALIANA - SEZIONE

VENETA - ISTITUTO DI IDRAULICA “G. POLENI” - UNIVER-

SITÀ DI PADOVA, I grandi trasferimenti d’acqua.Memorie (Cortina d’Ampezzo 17-19 luglio 1991),s.l.s.e. (Padova, Istituto di idraulica “G. Poleni”),1991, pp. IX-498, ill., 8°, s.i.p.

637GOTTARDI GIORGIO, Incertezza e rischio nellastrategia tecnologica. Teorie, strumenti, metodi didecisione, Padova, Cleup, 1992, pp. 212, 8°, s.i.p.

638IURZOLLA EZIO - TOSETTI ACHILLE, Le provemeccaniche unificate per la determinazione delleproprietà tensili dei materiali metallici, Padova, Li-breria Cortina Editrice, 1991, pp. II-69, ill., 8°, L. 10.000

639IURZOLLA EZIO, I criteri di resistenza, Padova, Li-breria Cortina Editrice, 19912, pp. V-148, 8°, L. 27.000

640Nozioni di elettronica, a cura dell’Istituto Venetoper il Lavoro, Venezia-Marghera, Istituto Venetoper il Lavoro, 1992, pp. 92, ill., 8°, L. 12.000

641SCHIECHTL MINNHARD - STERN ROLAND, Inge-gneria naturalistica. Manuale delle opere in terra, acura di Lorenzo Dibona, introd. di Hugo Schiechtl,Feltre (BL), Castaldi, 1992, pp. 180, ill., 8°, L. 60.000

Informatica

642DANULOFF CRAIG, Guida rapida al system 7Macintosh, a cura di Giancarlo Mauri, trad. di FabioBermareggi, Padova, Muzzio, 1992, pp. 154, 8°, L.40.000

643GROGANO PETER, Programmare in Pascal e turboPascal. Dalla programmazione strutturata alla pro-grammazione ad oggetti, a cura di Giancarlo Mauri,trad. di Flavio Santini e Gerolamo Mancuso, Pado-va, Muzzio, 19922, pp. 560, 8°, L. 45.000

644LAUPE THIERRY - PIACENTINO JEAN-BAPTISTE,Introduzione al sistema operativo unix versione systemV, a cura di Giancarlo Mauri, trad. di CostanzaLunardi, Padova, Muzzio, 1992, pp. 238, 8°, L. 42.000

645SOVAL TRISTAN, Microsoft visual basic perwindows. Visita guidata, a cura di Giancarlo Mauri,Padova, Muzzio, 1992, pp. 154, 8°, L. 58.000

Agricoltura - Zootecnia

646Anthesis. È tempo di fioritura, Limena (PD), SignumVerde, 1992, pp. 240, ill., 4°, L. 45.000

647ARDUIN MAURIZIO, L’allevamento famigliare delpollo, Verona, L’Informatore Agrario, 1992, pp.119, ill., 8°, L. 23.000

648Atlante vivaistico, Limena (PD), Signum Verde,1992, pp. 176, ill., 4°, L. 30.000

649Atti del 10° Congresso Nazionale della Societàitaliana di ippologia (Padova, Centro Congressidella Fiera di Padova, 5-6-7 giugno 1991), s.l.,Acme, 1991, pp. 301, ill., 8°, s.i.p.

650BAILO ELIO, Nuova apicoltura pratica mediterra-

50

nea, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp.448, ill., 8°, L. 42.000

651BASSI RAFFAELE, L’albicocco nel fruttetofamigliare, Verona, L’Informatore Agrario, 1992,pp. 95, ill., 8°, L. 18.000

652BISANTE LUCIANO, I vini delle regioni d’Italia,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 192, 8°,L. 25.000

653CENTRO RICERCHE PRODUZIONI ANIMALI, Lepiante foraggere, a cura di Sandra Betti, MarcoLigabue e Vincenzo Tabaglio, Verona, L’Informa-tore Agrario, 1992, pp. 105, ill., 4°, L. 28.000

654DEL FABBRO ADRIANO, Coltivare l’olivo,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 80, 8°,L. 12.000

655DEL FABBRO ADRIANO, Come fare e conservare lesementi, Sommacampagna (VR), Demetra, 1992,pp. 80, 8°, L. 12.000

656DEL FABBRO ADRIANO, Controllo ecologico delleerbe infestanti, Sommacampagna (VR), Demetra,1992, pp. 112, 8°, L. 17.000

657FERRARI MAURIZIO, Guida illustrata all’agricol-tura dei tempi antichi, suppl. a “Vita in campagna”,n. 6, Giugno 1991, Verona, L’informatore Agrario,1991, pp. 34, ill., 4°, L. 3.000

658Il giornale italiano di florovivaismo, Limena (PD),Signum Verde, 1992, pp. 96, ill., 4°, L. 20.000

659MARIOTTI PAOLO, Manuale verde, Sommacam-pagna (VR), Demetra, 1992, pp. 224, 8°, L. 30.000

660PONTI IVAN - LAFFI FRANCO, Malattiecrittogamiche delle colture erbacee, Verona, L’In-formatore Agrario, 1990, pp. 168, ill., 4°, L. 53.000

661 *POVELLATO ANDREA, L’annata agricola 1991 nelVeneto. Prime valutazioni, Padova, Unipress, 1992,pp. 26, 8°, L. 5.000

662 *Ricerca nel settore agroindustriale svolta nell’an-no accademico 1989-90, Padova, Unipress, 1992,pp. 76, ill., 8°, L. 10.000

663Il sempreverde. Guida al vivaismo ornamentale,Limena (PD), Signum Verde, 1992, pp. 240, ill., 4°,L. 60.000

664SCHIAVO GIANFRANCO, Il pomodoro nell’orto,Verona, L’Informatore Agrario, 1992, pp. 75, ill.,L. 18.000

665Storia dell’agricoltura italiana in età contempora-nea, 3: Mercati e istituzioni, Venezia, Marsilio,1991, pp. 1164, ill., 8°, L. 120.000

677FOSTER KARL, Erbe e felci per il giardino, trad. diJosé Padova, a cura di Ippolito Pizzetti, Padova,Muzzio, 1992, pp. 342, ill., 8°, L. 38.000

678FRANCONERI SILVANA, Il cucchiaio azzurro,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 450,ill., 8°, L. 45.000

679GELIO PIETRO PAOLO, La cura delle piante dainterno, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp.192, ill., 8°, L. 20.000

680GIBASS MARTIN, Volere è potere. Come diventareforte, volitivo, tenace, a cura di M.S. Longato,Padova, Meb, 19924, pp. 131, 8°, L. 9.500

681GIHAD HASSAN KATRIB, Il sale, il grande amicodel nostro organismo. Moderna analisi di saggezzedella medicina islamica, Padova, Zanetel Katrib,1992, pp. 48, 16°, L. 10.000

682Guarire con le erbe, Sommacampagna (VR),Demetra, 1991, pp. 318, ill., 8°, L. 40.000

683Guida piante & fiori in casa, Limena (PD), SignumVerde, 1992, pp. 96, ill., 8, L. 8.000

684LAUX HANS, I funghi. Come riconoscerli, sceglier-li, raccoglierli, a cura di Maria Stella Longato, trad.di Clelia Nouilian, Padova, Meb, 19923, pp. 203, ill.,8°, L. 18.000

685LEDBETTER GORDON, Giardini d’acqua. Comedisegnare, costruire, mantenere un laghetto, unostagno, una vasca, a cura di Maria Stella Longato,trad. di Rita Comensoli e Gudrun Chiocchetti, Pa-dova, Meb, 1992, pp. 174, ill., 8°, L. 28.000

686 *LIRI CLOTILDE, La polenta: ricette e tradizioni,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 96, ill.,16°, L. 12.000

687MAFFEI FRANCA, Guida alle combinazionialimentari.Come associare corretamente gli ali-menti. Con ricettario di cucina vegetariana,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 112,ill., 4°, L. 16000

688MAURI ANGELA MARIA - VASCONI MARCELLA ,Bach. I 12 guaritori, Sommacampagna (VR),Demetra, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 13.000

689MAURI ANGELA MARIA - VASCONI MARCELLA ,Come fare e comporre i fiori secchi, Sommacam-pagna (VR), Demetra, 1992, pp. 160, ill., 8°, L. 27.000

690MODENESE GIANNI, L’aglio. Aroma e salute,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 64, ill.,16°, L. 8.000

691MODENESE GIANNI, Peperoncino rosso. Una forzadella natura, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991,pp. 64, ill., 16°, L. 8.000

51

671Composizioni floreali, Sommacampagna (VR),Demetra, 1992, pp. 320, ill., 8°, L. 50.000

672DAL COL ARMANDO, Bonsai suiseki. La storia, iltrapianto, il rinvaso, crescere un bonsai, creare unpaesaggio su roccia, a cura di Maria Stella Longato,Padova, Meb, 19922, pp. 178, ill., 8°, L. 24.000

673Fare il presepio, a cura di Renzo Zanoni, Sommac-ampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 128, ill., 8°, L.20.000

674FISCHER MARTA, Come fare gelati & sorbetti,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 64, ill.,16°, L. 8.000

675FISCHER MARTA, Come fare la pizza,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 64, ill.,16°, L. 8.000

676FORMENTI ALESSANDRO, La medicina dei sempli-ci, Verona, L’Informatore Agrario, 1992, pp. 310,8°, L. 44.000

Padova, Bibl. Antoniana, Antifonario, Ms. 302, f. 1 (sec. XIII)

666 *ULLIANA MARIO , La scuola enologica diConegliano. Istituto tecnico agraio Statale “G.B.Cerletti” con ordinamento speciale per la viticoltu-ra e l’enologia, Treviso, Canova, 1992, pp. 446, ill.,8°, L. 75.000

Economia domestica - Guide pratiche

667BORTOLOTTI ANTONIO, Autocurarsi naturalmen-te, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 128,8°, L. 17.000

668BRUNERI FUSI CLAUDIO, Piante grasse,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 160,ill., 8°, L. 27.000

669CANETTI PIERO, Ricettario di gastronomia vegeta-riana per le quattro stagioni, Sommacampagna(VR), Demetra, 1991, pp. 96, ill., 16°, L. 12.000

670CANTERI F. - BIANETTI A., Tecnica di meditazionetrascendentale di Maharishi, Sommacampagna (VR),Demetra, 1991, pp. 104, 8°, L. 15.000

692 *MOLINARI VICO, Gustose storie di gastronomia.Racconti ricette curiosità e cose amene, pref. diLuigi Montobbio, Vigodarzere (PD), Carroccio,1991, pp. 278, 8°, L. 28.000

693MOSER NATALINA, Come fare marmellate, succhie confetture, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991,pp. 80, ill., 16°, L. 10.000

694MOSER NATALINA, Conservare le verdure,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 80, ill.,16°, L. 10.000

695NERI MARGHERITA, La zuppa di pesce,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 96, ill.,16°, L. 12.000

696NERI MARGHERITA, Molluschi e crostacei,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 104,ill., 16°, L. 12.000

697PERRIER-ROBERT ANNIE, L’ABC della cucina, acura di Maria Stella Longato, trad. di Carla Zanoni,Padova, Meb, 1992, pp. 186, 8°, L. 24.000

698ODELLO L. - LEUTNER H., Birra, piacere e salute,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 80, ill.,8°, L. 14.000

699PIGOZZI PAOLO, Cura con mele, Sommacampagna(VR), Demetra, 1992, pp. 96, 16°, L. 12.000

700 *RAMA GIUSEPPE, Cucina veronese. Piatti tipici,vini, ricette, Sommacampagna (VR), Demetra, 1991,pp. 96, ill., 16°, L. 12.000

701SANTINI ALDO, La cucina fiorentina, a cura diMarco Guarnaschelli Gotti, Padova, Muzzio, 1992,pp. 320, ill., 8, L. 30.000

702SIDI STEFANIA, Curarsi con il limone,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 80, 16°,L. 10.000

703SONATO ROSANNA, Il piacere del massaggio,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 120,ill., 16°, L. 14.000

704Storia e arte in cucina. Cento menù della collezioneSimeoni e cento ricette della Belle époque rivisitatiper la tavola del duemila, Padova, Piccin NuovaLibraria, 1992, pp. 408, ill., 8°, L. 68.000

705VALLI EMILIA , La cucina friulana, a cura di MarcoGuarnaschelli Gotti, Padova, Muzzio, 1992, pp.400, ill., L. 30.000

706VOGEL ALFRED, Il piccolo medico. Consigli per lasalute, trad. di N.W. Wild Bottani, a cura di M.S.Longato, Padova, Meb, 1992, pp. 650, ill., 8°, L.29.000

ARTE

Critica, storia e teoria dell’arteScultura, Grafica e PitturaArtigianato artisticoCataloghi di collezioni, mostre e musei

707 *ALBERTON LIVIA , Jacopo da Bassano. I Dal Ponteuna dinastia di pittori, trad. di Jonathan Beninson,Bassano del Grappa (VI), Ghedina & Tassotti, 1992,pp. 120, ill., 8°, L. 25.000

708 *Alle origini di Canova: le terrecotte della collezio-ne Farsetti, Catalogo della Mostra (Roma, Fonda-zione Memmo, Palazzo Ruspoli, 12 dicembre 1991-29 febbraio 1992 - Venezia, Galleria GiorgioFranchetti alla Ca’ d’Oro, 20 marzo-30 settembre1992), scritti di Sergej O. Androsov e GiovannaNepi Scirè, Venezia, Marsilio, 1991, pp. 158, ill.,4°, L. 40.000

709 *Antonio Canova, Catalogo della Mostra (Venezia,Museo Correr - Possagno, Gipsoteca, 22 marzo-30settembre 1992), a cura di Giuseppe Pavanello eGiandomenico Romanelli, Venezia, Marsilio, 1992,pp. 401, ill., 4°, L. 64.000

710 *Antonio Canova. Opere a Possagno e nel Veneto, trad.di Malcom Lucien Garfied, Bassano del Grappa (VI),Ghedina & Tassotti, 1992, pp. 96, ill., 8°, L. 20.000

711 *Arte & vetro. 4° Premio Murano 1990-1991, a curadi G. Sarpellon, Venezia, Arsenale, 1991, pp. 76,ill., 8°, L. 25.000

712 *Attilio Polato 1896-1978, Catalogo della Mostra(Vicenza, Chiesa di San Giacomo, aprile-maggio1992), a cura di Katia Brugnolo Meloncelli, pref. diLionello Puppi, Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 94,ill., 8°, L. 30.000

713 *L’augusta ducale basilica dell’Evangelista SanMarco, a cura di M. Zorzi e S. Marcon, Venezia,Arsenale, 1992, pp. 108, ill., L. 160.000

714 *BASSO PIETRO - SALA GIULIANO - VEDOVELLIGIORGIO, Pitture murali nelle chiese del Gardaorientale (sec. IX-XVII), trad. tedesca di MonicaRonconi, Torri del Benaco (VR), Centro Studi delTerritorio Benacense - Museo del Castello Scaligero,1992, pp. 168, ill., 8°, L. 38.000

715 *Canova all’Ermitage: le sculture del Museo di SanPietroburgo, Catalogo della Mostra (Roma, Fonda-zione Memmo, Palazzo Ruspoli, 12 dicembre 1991-29 febbraio 1992), scritti di Sergej O. Androsov,Giulio Carlo Argan, Elena Bassi, Giuliano Briganti,Nina K. Kosareva, Venezia, Marsilio, 1991, pp.154, ill., 4°, L. 40.000

716 *Carlo, Catalogo della Mostra (Verona, Museo diCastelvecchio, 27 giugno-1 novembre 1992), Ve-nezia, Marsilio, 1992, pp. 288, ill. 4°, L. 60.000

717 *CELLI LUCIANO, Colloquio con Canova, introd. diManlio Brusatin, Venezia, Edizioni del Cavallino,1992, pp. 30, ill., 16°, L. 15.000

718 *CENNI NINO - COPPARI MARIA FIORENZA, I segnidella Verona veneziana. Il Seicento, Verona, Cassadi risparmio di Verona Vicenza Belluno Ancona,1992, pp. 152, ill., 16°, s.i.p.

719 *La collezione Casarini a Sacile, Catalogo della Mo-stra (Sacile, Palazzo Biglia, 23 aprile-30 giugno 1992),a cura di Giorgio Fossaluzza e Nico Stringa, Treviso,Canova, 1992, pp. XV-279, ill., 8°, L. 65.000

720Con gli occhi di Piero. Abiti e gioielli nelle opere diPiero della Francesca, Catalogo della Mostra(Arezzo, Chiesa di San Francesca, 11 luglio-31ottobre 1992), a cura di Maria Grazia Ciardi Duprèe Giuliana Chesne Dauphiné, Venezia, Marsilio,1992, pp. 192, ill., 8°, L. 58.000

721Corale, Catalogo della Mostra (Venezia, Fondazio-ne Bevilacqua La Masa, 24 aprile-22 maggio 1992),a cura di Andrea Pagnes, Venezia, PoligraficaVeneta, 1992, pp. 81, ill., 8°, L. 15.000

722CRISTALDI ROSARIO VITTORIO, Tempo e immagi-ne. Quattro studi di iconologia con una lettera diSanto Mazzarino, Paese (TV), Pagus, 1992, pp. 160,ill., 8°, L. 34.000

723 *DAL MAS GIULIANO , Giovanni De Min 1786-1859,Belluno, Istituto Bellunese di Ricerche Sociali eCulturali, 1992, pp. 253, ill., 4°, L. 60.000

724Daniele Bianchi, con uno scritto di Luca M. Barbero,Venezia, Grafiche Aurora, 1992, pp. 61, ill., 8°, s.i.p.

725De arte illuminandi e altri trattati sulla tecnicadella miniatura medievale, a cura di Franco Brunello,Vicenza, Neri Pozza, 19922, pp. 268, ill., 16°, L.30.000

726DE LOTTO CINZIA, Arte, leggende, miracoli. Leg-gere l’icona, a cura di Andrej Pirlik, introd. di EnzoBucceri, Padova, Bucceri, 1992, pp. XVII-230, ill.,4°, L. 120.000

727Le delizie dell’inferno. Dipinti di Jheronimus Bosche altri fiamminghi restaurati, a cura di CaterinaLimentani Virdis, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 208,ill., 4°, L. 54.000

52

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 66, f. 55v (sec. XV)

728 *Il dolore morale. Omaggio a Durer, Atti del Conve-gno (Bassano del Grappa VI, 17 novembre 1990), acura di Franco Garonna e Paola Marini, Bassano delGrappa (VI), Ghedina e Tassotti, 1992, pp. 56, ill.,8°, L. 25.000

729Una dinastia di incisori: i Sadeler, Padova, Edito-riale Programma, 1992, pp. 120, ill., 4°, L. 40.000

730Distinzioni. Opere di Alfonsi, Barbarich, Dal Molin,Lazzarini, Penso, Zanella, Catalogo della Mostra(Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 13 mar-zo-13 aprile 1992), a cura di Luca M. Barbero, Vene-zia, Grafiche Aurora, 1992, pp. 61, ill., 8°,L. 10.000

731Edmondo Bacci. Catalogo generale dell’opera, 1:Opere 1947-1978, a cura di Chiara Bertola, introd.di Toni Toniato, Venezia, Edizioni del Cavallino,1992, pp. 171, ill., 8°, L.70.000

732Filippo De Pisis, Catalogo della Mostra (Venezia,Salone di Settembre-Arte contemporanea, Le Zitel-le, 12-20 settembre 1992), scritti di Enzo Di Martinoe Giovanni Granzotto, Conegliano (TV), Studio GR,1992, pp. 71, ill., 8°, s.i.p.

733Fortunato Depero, Catalogo della Mostra (Vene-zia, Centro d’Arte S. Apollonia, maggio 1992), conuno scritto di Enzo Di Martino, Venezia, GalleriaRavagnan, 1992, pp. 88, ill., 4°, L. 20.000

734Giorgio Morandi. Le 50 opere della FondazioneMagnani Rocca, Catalogo della Mostra (Verona,Museo Miniscalchi-Erizzo, 11 aprile-24 maggio1992), a cura di Gian Paolo Marchini e SimonaTosini Pizzetti, Verona, APT - Fondazione MuseoMiniscalchi-Erizzo, 1992, pp. 127, ill., 16°, s.i.p.

735 *GOLDIN MARCO, Juti Ravenna. Dipinti 1920-1950,catalogo della mostra (Treviso, Casa dei Carraresi,15 settembre-4 ottobre 1992), Treviso, Marini, 1992,pp. 71, ill., 8°, s.i.p.

736 *Jacopo Bassano e l’incisione. La fortuna dell’artebassanese nella grafica di riproduzione dal XVI alXIX secolo, a cura di Enrica Pan, introd. di MicheleCordaro,Bassano del Grappa (VI), Ghedina eTassotti, 1992, pp. 196, ill., 8°, L. 35.000

737KUBOVY MICHAEL , La freccia nell’occhio. Psico-logia della prospettiva e arte rinascimentale, trad.di Girolamo Mancuso, a cura di Corrado Mangione,Padova, Muzzio, 1992, pp. 234, ill., 8° L. 36.000

738 *Maiolica e incisione. Tre secoli di rapporti ico-nografici, Catalogo della Mostra (Milano, CastelloSforzesco, Sala Castellana, 29 aprile-15 settembre1992), a cura di Grazia Biscontini Ugolini eJacqueline Petruzzellis, introd. di Giovanni Roma-no, Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 248, ill., 8°, L.48.000

739 *MASTEL BORTOLO, Il calice del diacono Orso delVI secolo d.C. della chiesa di S. Pietro di Lamon,Primo Congresso Eucaristico della diocesi di

Belluno-Feltre, 1992, Belluno, Istituto Bellunese diRicerche Sociali e Culturali, 1992, pp. 63, ill., 16°,L. 4.500

740 *MAZZARIOL GIUSEPPE, Lo spazio dell’arte. Scritticritici 1954-1989, a cura di Chiara Bertola, MartaMazza, Margherita Petranzan, pref. di Giulio CarloArgan, Paese (TV), Pagus, 1992, pp. 381, ill., 4°, L.69.000

741Miniature armene. Armenian miniature paintings,Venezia, Casa Editrice Armena, 1990, pp. 299, ill.,4°, L. 150.000

742 *Napoleone Martinuzzi vetraio del Novecento, acura di Marina Barovier, scritti di Rosa BarovierMentasti, Antonella Rossi Colavini, Maurizio Urzi,present. di Giandomenico Romanelli, introd. diNico Stringa, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 172, ill.,4°, L. 80.000

743Nel raggio di Piero. La pittura nell’Italia centralenell’età di Piero della Francesca, Catalogo dellaMostra (Sansepolcro, Casa di Piero, 11 luglio-31ottobre 1992), a cura di Luciano Berti, Venezia,Marsilio, 1992, pp. 258, ill. 8°, L. 64.000

744 *NEPI SCIRÉ GIOVANNA, I capolavori dell’arte ve-neziana. Le Gallerie dell’Accademia, Venezia, Ar-senale, 1991, pp. 288, ill., 4°, L. 180.000 (edizioneanche in lingua inglese)

745Oskar Kogoi. Segno e mito, a cura di Roberto Rodae Laura Magni, scritti di Giorgio Celli, AngeloAndreotti, Giovanni Guerzoni, Padova, Interbooks,1991, s.n.p., ill., 4°, s.i.p.

746 *PANOFSKY ERWIN, Tiziano. Problemi diiconografia, Venezia, Marsilio, 1992, pp. XLI-208,ill., 8°, L. 55.000

747 *Paolo Veronese. Fortuna critica und künstlerischesNachleben, a cura di Jürg Meyer zur Capellen,Bernd Roeck, Venezia, Centro Tedesco di StudiVeneziani 1990, pp. 153, ill., 8°, D.M. 25

748La passione del segno. Ernesto Treccani, a cura diSebastiano Salimbeni, Giulio Galetto, FrancescoButturini, Galtiero De Santi, Verona, Edizioni delPaniere, 1991, pp. 64, ill., 8°, L. 15.000

749Piero e Urbino. Piero e le Corti rinascimentali,Catalogo della Mostra (Urbino, Palazzo Ducale, 24luglio-31 ottobre 1992), a cura di Paolo Dal Poggetto,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 544, ill., 4°, L. 70.000

750 *La pittura nel Veneto. Il Trecento, a cura di MauroLucco, Venezia, Giunta Regionale del Veneto -Milano, Electa, 1992, pp. 572, ill., 4°, L. 240.000

751Problematiche legislative e fiscali delle Fondazioniartistiche italiane, Atti del Convegno (Verona, 30marzo 1990), present. di Piero Nichele, Verona,APT - Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo, 1991,pp. 42, 8°, s.i.p.

752 *Progetto vetro a Murano. Bianchin, Curti, Doria,Ferrara, Poldelmengo, Rosin, Sartori, Soriato, Ca-talogo della Mostra (Venezia, FondazioneBevilacqua La Masa, 9 ottobre-30 novembre 1992),a cura di Rosa Barovier e Lia Durante, s.l.s.e., 1992,pp. 48, ill., 8°, L. 15.000

753 *ROMAGNOLO ANTONIO, Policronio Carletti(Melara 1864-1922), catalogo della mostra (Melara,Biblioteca Civica, agosto-settembre 1991), Rovigo,Minelliana, 1991, pp. 59, ill., 8°, L. 14.000

754Rubens dall’Italia all’Europa, Atti del ConvegnoInternazionale di Studi (Padova, 24-27 maggio1990), a cura di Caterina Limentani Virdis e Fran-cesca Bottacin, Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 158,ill., 4°, L. 45.000

755 *Storia arte e costume nei ritratti di Galeazzo Monti,Catalogo della Mostra (Belluno, Biblioteca Civica,2-30 marzo 1991), a cura di Flavio Vizzutti, introd.di Ileana Chiappini di Sorio, Belluno, Comune -Biblioteca Civica, 1991, pp. 260, ill., 8°, L. 25.000

756Tancredi. Facezie, matti, fiori, Catalogo della Mo-stra (Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna,16 maggio-5 luglio 1992), scritti di Marisa DalaiEmiliani, Arturo Schwarz, Silvia Mascheroni,Cecilia Scatturin, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 169,ill., 4°, L. 50.000

757 *TRANIELLO LEOBALDO, Ugo Boccato (Adria 1890-1982), Rovigo, Associazione Culturale Minelliana,1992, pp. 93, ill., 8°, L. 25.000

758Il ventaglio dipinto. Arte preziosa dal Seicentoall’Ottocento, Catalogo della Mostra (Verona,Museo Miniscalchi-Erizzo, 21 settembre-3 novem-bre 1991), a cura di Giancarlo Marsiletti, s.l., IlTritone Edizioni d’Arte, 1991, pp. 155, ill., 8°, s.i.p.

759 *ZANETTI ANTON MARIA , Varie pitture a fresco de’principali maestri veneziani, a cura di Marino Zorzie Susy Marcon, Venezia, Arsenale, 1991, rist. anast.Venezia 1760, pp. 80, ill., 4°, L. 140.000

760 *ZARPELLON TONI, La cava abitata. Testo per im-magini, saggio critico di Giorgio Bordin, fotografiedi Claudio Bortoli, s.l.s.e. (Vicenza, Tipolito U.t.vi.),1992, pp. 56, ill., 8°, s.i.p.

Architettura - Urbanistica - Paesaggio

761 *Abitare il tempo, Catalogo della Fiera “Abitare ilTempo” (Verona, 1991), Venezia, Arsenale, 1991,5 voll., pp. 744, ill., 8°, L. 95.000

762 *Gli alti pascoli dei Lessini veronesi. Storia naturacultura, a cura di Pietro Berni, Ugo Sauro, GianMaria Varanini, Vago di Lavagno (VR), La GraficaEditrice, 1991, pp. 365, ill., 4°, L. 50.000

763ANTONIAZZO BOCCHINA ANITA, Fiume. Il cimiterodi Cosala, a cura del Libero Comune di Fiume in esilio,Padova, Ausilio, 1992, pp. 500, ill., 4°, L. 150.000

53

764 *Atlante dei vincoli paesaggistici della provincia diVenezia, a cura di Turiddo Pugliese, Venezia, Am-ministrazione Provinciale - Co.S.E.S., 1991, pp.XL-177, ill., 4°, s.i.p.

765 *BARBIERI FRANCO, Architetture palladiane. Dallapratica del cantiere alle immagini del Trattato,Vicenza, Neri Pozza, 1992, pp. 334, ill., 8°, L. 75.000

766BIRAGHI MARCO, Hans Poelzig. Architectura, arsmagna 1869-1936, Venezia, Arsenale, 1991, pp.144, ill., 4°, L. 50.000

767 *BONARRIGO MARCO, Padova. La città, le acque,Abano Terme (PD), Francisci, 1992, pp. 160, ill.,8°, L. 80.000

768BURCKHARDT JACOB, L’arte italiana del Rinasci-mento. Architettura, a cura di Maurizio Ghelardi,Venezia, Marsilio, 1991, pp. 426, ill., 8°, L. 50.000

769BURELLI AUGUSTO ROMANO - GENNARO PAOLA,Due chiese, a cura di Margherita Petranzan, introd.di Massimo Scolari, Paese (TV), Pagus, 1992, pp.72, ill., 4°, L. 39.500

770 *Case e palazzi di Verona asburgica. Vita sociale ecultura architettonica. Per un catalogo degli inter-venti della Commissione d’ornato dal 1808 al 1866,coordinamento scientifico di Ruggero Boschi, acura di Maristella Vecchiato, Vago di Lavagno(VR), La Grafica Editrice - Banca Popolare di Novara,1991, pp. 371, ill., 8°, L. 80.000

771Il centro direzionale di Napoli. Cronistoria tecnico-amministrativa, a cura di Giuseppe Furitano e GianAldo Della Rocca, Padova, Cedam, 1992, pp. XX-110, ill., 8°, L. 18.000

772 *CARAZZOLO ALVISE E STANISLAO, Mura di cintadi Montagnana. Osservazioni da primavera 1950 aNatale 1954 oltre base partenza rilievi Alvise rias-sunti nel 1890, Montagnana (PD), Circolo FilatelicoNumismatico, 1992, pp. XXI-521, ill., 8°, L. 40.000

773 *DAL MAS ROBERTA MARIA, Andrea Pozzo e ilcollegio dei gesuiti di Belluno, Belluno, IstitutoBellunese di Ricerche Sociali e Culturali, 1992, pp.61, ill., 16°, L. 7.000

774 *DE POLI MARIO, L’eco delle mura. Sei città fortifi-cate del Veneto, scritti di Alessandro Merli, CorradoFabris, Sante Bortolami, Dino Coltro, Anna PaolaZugni Tauro, Venezia, Giunta Regionale del Veneto- Associazione Nazionale Italia Nostra - EdizioniLa Cittadella, 1991, pp. 172, ill., 4° s.i.p.

775Friuli Venezia Giulia. Guida critica all’architettu-ra contemporanea, Venezia, Arsenale, 1992, pp.256, ill., 8°, L. 35.000

776 *GALEOTTI SAMUELE, Mestre. Realtà e promes-se di una città incompiuta, Venezia, Arsenale, 1991,pp. 128, ill., 8°, L. 80.000

777 *Giovanni Michelucci. La chiesa di San GiovanniBattista ad Arzignano, Arzignano (VI), EdizioniCora, 1992, pp. 164, ill., 4°, L. 65.000

778 *GIRARDI ALBERTO, Il lago e le valli di Fimon,Tavernelle (VI), Tipolitografia Publigrafica Editri-ce, 1991, pp. 354, ill., 4°, L. 130.000

779 *ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA DI VENE-

ZIA, Arsenale ambiente architettura. Materiali peril restauro, a cura di G.B. Stefinlongo, scritti di G.Bolzani, P.P. Bolzani, G.B. Stefinlongo, Padova,Centro Editoriale Veneto, 1992, pp. 77 + XXXVIIItavole, ill., 4°, L. 45.000

780 *La Lessinia ieri oggi domani, Quaderno culturale1992, Associazione Gruppi naturalistici e culturalidella Lessinia, 1992, pp. 254, ill., 8°, s.i.p.

781Il linguaggio della pietra, a cura di Vincenzo Pavan,Venezia, Arsenale, 1991, pp. 132, ill., 8°, L. 35.000

788 *Venezia e l’Oriente vicino, Atti del Convegno-Seminario su “Dimensione culturale - Centri storici- Futuro urbano” (Venezia, Ateneo Veneto, 1-4ottobre 1986), a cura di Calogero Muscarà, Vene-zia, L’Altra Riva, 1991, pp. 173, ill., 4°, L. 60.000

Musica

789BASSI ADRIANO, Gioacchino Rossini, a cura diV.B. Sala, Padova, Muzzio, 1992, pp. 296, ill., 8°,L. 30.000

790BENINI STEFANO, Il flauto e il jazz. Lo strumento,gli esecutori, il metodo, a cura di V.B. Sala, pref. diSeverino Gazzelloni, Padova, Muzzio, 1992, pp.200, ill., 8°, L. 28.000

791BETTI MARIO, Chi è il Graal?, Oriago (VE), Arco-baleno, 1992, pp. 60, 8°, L. 15.000

792BOTTEGHI CARLO, Le suggestioni della musica, Aba-no Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 272, 8°, L. 30.000

793CARIDI GIOVANNI , Il quartetto d’archi, Padova,Editoriale Clessidra, 1992, pp. 48, 8°, L. 12.000

794 *CATTIN GIULIO, Musica e liturgia a San Marco.Testi e melodie per la liturgia delle ore dal XII alXVII secolo. Dal graduale tropato del Duecento aigraduali cinquecenteschi, scritti di Giordana MarianiCanova e Susy Marcon, Venezia, Fondazione Levi,1990, voll. 3, pp. 439 - 515 - 498, 4°, ill., L. 330.000

795 *CATTIN GIULIO, Musica e liturgia a San Marco.Addenda e corrigenda. Indici, a cura di Marco DiPasquale, Venezia, Edizioni Fondazione Levi, 1992,pp. 119, 4° (inserito nell’opera descritta al n. 784)

796 *GRAZIANI TOMMASO OFM CONV., Missa cumintroitu ac tribus motectis a 12 voci in 3 cori.Venezia 1587 I, a cura di Fr. Ludovico Bertazzo,introd. di Vittorio Bolcato, Padova, Centro StudiAntoniani, 1992, pp. XXII-115, 4°, L. 35.000

797IESUE ALBERTO - ZAULI PIERGIACOMO, Manualeoperativo di didattica musicale. Musica e civiltà,Padova, Muzzio, 1992, pp. 408, ill., 8°, L. 23.000

798KHAN INAYAT, Il misticismo del suono, Vicenza,Il Punto d’Incontro, 1992, pp. 104, 8°, L. 19.000

799Leonard Bernstein: una traccia per la memoria, acura di R. Tirapelle, Verona, Cierre, 1992, pp. 154,8°, L. 24.000

800 *MALIPIERO GIAN FRANCESCO, L’armonioso labi-rinto. Teatro da musica 1913-1970, Venezia,Marsilio, 1992, pp. VII-611, 8°, L. 80.000

801 *Toti Dal Monte, scritti di Giuseppe Pugliese, GianAntonio Cibotto, Carlo Marinelli Roscioni, DanieleRubboli, Walter Rubboli, Fernando Battaglia, Gior-

54

782I luoghi e lo spirito, a cura di Glauco Gresleri,Venezia, Arsenale, 1991, pp. 128, ill., 8°, L. 40.000

783 *LOS SERGIO, Un’architettura civica: Cassa RuraleArtigiana e Piazza a Brendola, a cura di NatashaPulitzer e Luciano Testa, Paese (TV), Pagus, 1991,pp. 107, ill., 4°, L. 38.800

784 *Mestre e la sua piazza. Immagini e documenti traOtto e Novecento, Catalogo della Mostra (Venezia-Mestre, Istituto di cultura S. Maria delle Grazie, 26settembre-6 dicembre 1992), a cura di SergioBarizza, scritti di Sergio Barizza, Stefano Sorteni,Giorgio Ferrari, Anna Pozzan, Marco Mantovan,Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 151, ill., 8°, L. 36.000

785 *REGIONE MILITARE NORD EST, Note storiche sull’an-tica chiesa di S. Prosdocimo, a cura di GiovanniGaliano e Giovanni Pizzileo, s.l.s.e. (Padova, EditGraf), 1990, pp. 30, ill., 4°, s.i.p

786 *SALA GIULIANO, Chiese di Pai, Torri del Benaco(VR), Centro Studi del territorio Benacense - Biblio-teca Comunale, 1992, pp. 128, ill., 8°, L. 15.000

787 *TIETO PAOLO, Il santuario di Santa Maria delleGrazie in Piove di Sacco, Padova, Editoriale Pro-gramma, 1992, pp. 48, ill., 8°, L. 8.000

Padova, Bibl. Antoniana, Inc. 67, f. 66r

gio Rampone, Silvia Milani, Dosson (TV), Matteo,1992, s.n.p., ill., 4°, s.i.p.

802ZANIBON ANDREA, Guida all’ascolto della musicada camera dell’800, a cura di Virginio B. Sala,Padova, Muzzio, 1992, pp. 252, 8°, L. 28.000

803ZAULI PIERGIACOMO, Manuale operativo di didat-tica musicale. La teoria per interpretare il suono e ilcanto, Padova, Muzzio, 1992, pp. 270, ill., 8°, L. 23.000

804ZAULI PIERGIACOMO - SOGLIA RENATO, Manua-le operativo di didattica musicale. Didattica, pro-grammi e pratica musicale, Padova, Muzzio, 1992,pp. 254, 8°, L. 23.000

Cinema - Teatro - Fotografia

805 *ALBERTI CARMELO, L’avventura teatrale di Gio-vanni Poli, Venezia, Marsilio, 1991, pp. 165, ill., 8°,L. 25.000

806BUCCI AGAPITO, Personaggi, Abano Terme (PD),Piovan, 1992, pp. 48, 8°, L. 15.000

807CARUSO GIACOMO, George A. Romero, Venezia,Comune - Assessorato alla Cultura - Ufficio attivitàcinematografiche, 1992, pp. 50, ill., 8°, s.i.p.

808Cinema quale strumento di educazioneinterculturale. Il cinema africano, a cura di MicheleSerra, numero speciale della rivista “Ciemme”, a.24, n. 101, 1992, Venezia-Mestre, Cinit-CineforumItaliano, 1992, pp. 128, ill., 8, s.i.p.

809Il cinema sudcoreano, a cura di Adriano Aprà,Venezia, Marsilio, pp. 212, 8°, L. 28.000

810DALLA PORTA XIDIAS NICOLA, Galileo Galilei, Aba-no Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 72, 8°, L. 15.000

811De Sica. Autore, regista, attore, a cura di Lino Micci-chè, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 492, 8°, L. 50.000

812 *Giovane fotografia nel Veneto, Catalogo della Mostra(Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 14 agosto-30 settembre 1992), a cura di Italo Zannier, Venezia,Edizioni dell’Aurora, 1992, pp. 52, ill., 8°, L. 15.000

813Giovinezza del cinema francese, a cura di AdrianoAprà e Roberto Turigliatto, Venezia, Marsilio, 1992,pp. 192, 8°, L. 25.000

814 *L’Italia al cinema. Manifesti della raccolta Salce1911-1961, Catalogo della Mostra (Treviso, MuseoCivico Luigi Bailo, 8 maggio - 1 novembre 1992),Venezia, Marsilio, 1992, pp. 144, ill. 4°, L. 50.000

815 *La memoria e l’oblio. Ritratti di fotografi padovani(1840-1940), Catalogo della Mostra (Padova, Gal-leria Civica di Piazza Cavour, 9 maggio-7 giugno1992), introd. di Sergio Giorato, Este (PD), Zielo,1992, pp. 107, ill., 8°, L. 18.000

816Le rappresentazioni della guerra. Dal realismofotografico all’immaginario televisivo, Padova,Interbooks, 1991, pp. 126, ill., 8°, s.i.p.

817 *MOMO ARNALDO, La carriera delle maschere nelteatro di Goldoni, Chiari, Gozzi, Venezia, Marsilio,1992, pp. 380, 8°, L. 50.000

818MONENGON PEDRO, El Edipo, la Electra, elFiloctetes, trad. e introd. di Maurizio Fabbri, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 72, 8°, L. 15.000

819Risate di regime. La commedia italiana 1930-1944,a cura di Mino Argentieri, Venezia, Marsilio,1991,pp. 307, ill., 8°, L. 40.000

820SFRISO ERNESTO, La ballata degli alberi. Dodi-ci commedie per un’antologia teatrale, introd. diFerdinando Camon, Verona, Bertani, 1991, pp. 399,8°, L. 43.000

821 *STEFANI ANTONIO, Cronache degli spettacoli nelteatro Olimpico di Vicenza dal 1971 al 1991, present.di Remo Schiano, Vicenza, Accademia Olimpica,1992, pp. 161, ill., 8°, L. 30.000

822TRUFFAUT FRANCOIS, Le avventure di Antoine Doi-nel, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 320, 8°, L. 40.000

Sport - Turismo - Giochi

823 *Atlante stradale di Verona e provincia, Negrar (VR),Editoriale Polis, 1992, pp. 80 + carta geografica, 8°,L. 15.000

824BABICH FULVIO, Friuli Venezia Giulia in biciclet-ta. 28 itinerari cicloturistici tra Alpi e PrealpiCarniche, Alpi e Prealpi Giulie, pianura e Carso,Portogruaro (VE), Ediciclo, 1992, pp. 176, ill., 8°, L.26.000

825BELLO Q.R. - BARSALI G., Pisa dentro & fuori. 180illustrazioni a colori, 1 pianta, edizione in linguafrancese, inglese, spagnola, tedesca, Mirano (VE),Storti, 1992, pp. 128, ill., 8°, L. 10.000

826 *BIASCO DAVIDE, Mountain bike. Escursioni suiColli Euganei, Verona, Cierre, 1992, pp. 94, ill.,16°, L. 15.000

827 *BRAZZALE DEI PAOLI ANTONIO, Dalle Bregonzeal Sumano. Carrè, Chiuppano, Piovene Rocchette,Zugliano, Vicenza, La Serenissima, 1992, pp. 240,ill., 8°, L. 20.000

828 *CAROLLO LIVIERO, Sui sentieri della Val d’Astico.Guida escursionistica con note storiche enaturalistiche, Vicenza, La Serenissima, 19922, pp.264, ill., 8°, L. 22.000

829CATTELAN MARINO, Il canto della marimba. Te-stimonianze, Vicenza, La Serenissima, 1992, pp.112, ill., 8°, L. 25.000

830 *I colori della vittoria. The colors of victory, scritti diDario Colombo, Enrico Campana, MassimoIacopini, Sergio Saviane, introd. di GilbertoBenetton, Dosson (TV), Matteo, 1992, pp. 192, ill.,4°, L. 50.000

831CORLETTO FRANCESCO, L’uomo e lo sport. Cultu-ra fisica e attività sportive tra Oriente e Occidente,Paese (TV), Pagus, 1992, pp. 120, 8°, L. 29.000

832COSTA NIC, I piaceri automatici. Storia delle mac-chine a gettone, Padova, Facto, 1992, pp. 224, ill.,8°, L. 59.000

833 *COVOLO ROMEO, I sentieri dell’Altopiano dei 7Comuni, vol. 1°, Bassano del Grappa (VI), Ghedina& Tassotti, 1992, pp. 19, ill., 16°, L. 35.000

834DAUBENTON ANNIE - DURUFLE ANNE, Mosca SanPietroburgo, trad. di Francesco Brunelli e GiorgioMarastoni, a cura di Francesca Camerati, Verona,Futuro, 1992, pp. 238, ill., 8°, L. 24.000

835DELISES CLARISSE, Seychelles, Reunion, Mauritius,trad. di Patrizia Zangrossi, a cura di GiorgioMarastoni, Verona, Futuro, 19922, nuova ed. aggiorn,pp. 204, ill., 8° L. 24.000

836DORIGO CARMEN, Fiori di carta dal vero, Cone-gliano (TV), Orio, 1992, pp. 71, ill., 8°, L. 28.000

837DORIGO CARMEN, Idee Natale, Conegliano (TV),Orio, 1992, pp. 72, ill., 8°, L. 28.000

838DORIGO CARMEN, Modelliamo la pasta matta.Acqua, farina, sale e fantasia, Conegliano (TV),Orio, 1992, pp. 105, ill., 8°, L. 30.000

839DORIGO ORIO VINCENZINA, L’orologio fa tic tac.Fantasia del tempo, illustrazioni di Eleonora Zannini,Conegliano (TV), Orio, 1992, pp. 32 + audiocassetta,ill., 8°, L. 28.000

840DORIGO ORIO VINCENZINA, Nel bosco incantatodi un posto che c’è. Fantasia dell’espressione,illustrazioni di Gianni Sartor, Conegliano (TV), Orio,1992, pp. 48 + audiocassetta, ill., 8°, L. 30.000

841DORIGO ORIO VINCENZINA, Sognar Natale. Fanta-sia natalizia, illustrazioni di Gianni Sartor,Conegliano (TV), Orio, 1992, pp. 40 + audiocassetta,ill., 8°, L. 28.000

842 *FANTELLI PIERLUIGI, Padua die basilika, Giottound die Euganeischen huegel. Padue, la basilique,Giotto et les cols Euganeens, Bassano del Grappa (VI),Ghedina e Tassotti, 1992, pp. 64, ill., 8°, L. 12.000

843FINA PILLAN NILVA , Origami fioriti, Sommacam-pagna (VR), Demetra, 1991, pp. 80, ill., 8°, L. 13.000

844FLEMING HEIZER ROBERT, L’età dei giganti, a

55

cura di Giancarlo Ligabue e Thomas Hester, Vene-zia, Erizzo - Marsilio, 1990, pp. 285, ill., L. 90.000

845FLOWER GARY - KURTZ BILL, Pinball. La storia delflipper, Padova, Facto, 1992, pp. 128, ill., 8°, L.50.000

846FO JACOPO, Andare a cavallo senza farsi male,Sommacampagna (VR), Demetra, 1992, pp. 96, 16°,L. 12.000

847 *FONTANIVE GIORGIO, Escursioni nella conca agor-dina, Verona, Cierre, 1992, pp. 158, ill., 16°, L.24.000

848 *GASPAROTTO CESIRA, Padova. Plan 88 fotografiikolorowyck, trad. di Ewy Liskowskiej, Mirano (VE),Storti, 1992, pp. 64, ill., 8°, L. 7.000

849GAUDRAT VERONIQUE, California, trad. di Fran-cesca Camerati, Verona, Futuro, 1992, pp. 304, ill.,8°, L. 24.000

850GRILLO SERGIO - PEZZANI CINZIA, Liguria inmountain bike, 1: Il levante, Portogruaro (VE),Ediciclo, 1992, pp. 192, ill., 16°, L. 27.000

851GRILLO SERGIO - PEZZANI CINZIA, Toscana inmountain bike, 2: Preappennino, I: 31 itinerari traChianti, Montagnola e crete senesi, collinemetallifere, Val D’Orcia e monte Amiata, Porto-gruaro (VE), Ediciclo, 1992, pp. 176, ill., 16°, L.26.000

852JUVIN HERVE, Parigi, a cura di Giorgio Marastoni,trad. di Patrizia Zangrossi, Verona, Futuro, 19922,nuova ed. riv. e aggiorn. pp. 360, ill., 8°, L. 24.000

853KARA GIORGIO, Come andare a cavallo,Sommacampagna (VR), Demetra, 1991, pp. 112,ill., 4°, L. 16.000

854LARCHER FERNANDO - GALVAGNINI ENRICO, Igrandi altipiani trentini in mountain bike. FolgariaLavarone Luserna. 26 itinerari tra foreste e pascolisulla linea dei forti della prima guerra mondiale,Portogruaro (VE), Ediciclo, 1992, pp. 168, ill., 16°,L. 26.000

855LAVINGHAM NARAZ , India del Sud, a cura diFrancesca Pomini, Verona, Futuro, 19922, nuovaed. riv e aggiorn., pp. 240, ill., 8°, L. 24.000

856LEPORI BENEDETTO, Passi e valli in bicicletta.Canton Ticino Gottardo e Mesolcina, Portogruaro(VE), Ediciclo, 1992, pp. 176, ill., 8°, L. 27.000

857London, a cura della redazione Storti Edizioni,Mirano (VE), Storti, 1992, pp. 64, ill., 8°, L. 12.000

858MAIELLO DOMENICO, Acquaticità. Educare al-l’acqua e con l’acqua, Verona, Società EditriceAquarius, 1992, pp. 239, ill., 4°, L. 40.500

859 *MATALONE GIANNI - MENEGOLO GIORGIO, ColliBerici in mountain bike. 20 itinerari tra Vicenza,Lonigo e Barbarano, Portogruaro (VE), Ediciclo,1992, pp. 145, ill., 16°, L. 26.000

860MATTHEWS PETER, Un giro intorno Londra. Gui-da turistica, Mirano (VE), Storti, 1992, pp. 36, ill.,16°, L. 5.000 (edizione anche in lingua cecoslovac-ca, francese, inglese, polacca, russa, spagnola, tede-sca, ungherese)

861Mongolia. Nelle steppe di Cinghis Khaan, scritti divari, Venezia, Erizzo, 1992, pp. 412, ill., L. 98.000

862Montagna e salute, Atti dai Convegni Internaziona-li (Cortina d’Ampezzo, 1988-1990), Padova, SGE,1991, pp. XI-283, 8°, L. 40.000

863MORRIS ELISABETH, Irlanda, a cura di GiorgioMarastoni, trad. di Francesca Camerati, Verona,Futuro, 1992, pp. 288, ill., 8°, L. 24.000

864NARDI JACOPO - GAMBARETTI RICCARDO, Laboxe francese. Sávate, Padova, Piccin Nuova Libra-ria, 1992, pp. 42, ill., 8°, L. 10.000

865 *Padova. La Basilica di S. Antonio e la città. Storiae arte, ediz. tascabile in lingua spagnola, a cura di S.Cattazzo, Padova, Messaggero, 19922, pp. 144, ill.,8°, L. 7.000

866PEARCE CHRISTOPHER, La storia del jukebox, Pa-dova, Facto, 1992, pp. 128, ill., 8°, L. 50.000

867 *Perdersi in Venezia. Una guida verso la luce, trad.di M. Roffi, Venezia-Mestre, Corbo & Fiore, 1991,pp. 444, ill., 16°, L. 40.000

868 *PIAMONTE GIANNINA, Venezia vista dall’acqua.Guida dei rii di Venezia e delle Isole, pref. di G.Mariacher, Venezia, Stamperia di Venezia, 19923,nuova ed. riv. e aggiorn., pp. 421, ill., 8°, L. 65.000

869 *REGIONE DEL VENETO - DIPARTIMENTO PER IL TURISMO

E L’INFORMAZIONE, Veneto Italia. Hotels - Campings.Venezia, Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Vero-na, Vicenza, Venezia, Regione del Veneto - Padova,Edizioni Lambda, 1991, pp. 126, ill., 4°, L. 5.000

870 *REGIONE DEL VENETO - DIPARTIMENTO PER IL TURISMO,Albo operatori turistici. Guide accompagnatori in-terpreti direttori tecnici agenzie di viaggio, introd. diPierantonio Belcaro, Venezia, Regione del Veneto -Padova, Edizioni Lambda, 1991, pp. 64, 8°, L. 3.500

871 *REGIONE DEL VENETO - DIPARTIMENTO PER IL TURISMO,Calendario manifestazioni Veneto 1992, introd. diPierantonio Belcaro, Venezia, Regione del Veneto -Padova, Edizioni Lambda, 1992, pp. 64, 8°, L. 3.000

872ROVERSI PIETRO ARNALDO, Perù Bolivia, a curadi Giorgio Marastoni, Verona, Futuro, 19922, nuovaed. riv e aggiorn., pp. 240, ill., 8°, L. 24.000

873Tiro con l’arco, a cura di Maria Stella Longato, trad.di Cristina Bernardi, Padova, Meb, 19923, pp. 127,8°, L. 22.000

874 *TURCHETTO CARLO - GRASSI DARIO, Intorno alGarda in mountain bike. 30 itinerari tra le alturebresciane, trentine, veronesi e mantovane che cir-condano il lago di Garda, Portogruaro (VE), Ediciclo,1992, pp. 161, ill., 16°, L. 26.000

875VELAMARE CLUB, L’ABC della vela. Manuale dinavigazione, a cura di Maria Stella Longato, Pado-va, Meb, 19922, pp. 146, 8°, L. 9.500

876 *Vela al terzo a Venezia. Guida alla navigazionesulle imbarcazioni tradizionali della laguna, a curadi Vittorio Resto, Venezia, Il Cardo, 1991, pp. 240,ill., 8°, L. 47.000

877 *VERGANI AMEDEO - GUARNIERI SILVIO, Il paliodi Feltre, Feltre (BL), Ente palio città di Feltre, 1991,pp. 112, ill., 4°, s.i.p.

878 *Le ville del Palladio. Itinerari, a cura di Antonio Canova,Treviso, Canova, 1992, pp. 120, ill., 8°, L. 18.000

879WACHMEIER GUNTER, Praga, a cura di Daria Giuntie Carlo Baccini, trad. di Francesco Brunelli, Vero-na, Futuro, 1992, pp. 512, ill., 8°, L. 48.000

880 *ZANETTI MICHELE, La laguna nord di Venezia,Verona, Cierre, 1992, pp. 272, ill., 8°, L. 28.000

LETTERATURA

Critica storia e teoria letteraria

881ALIGHIERI DANTE, Convivio. Itinerario filosofico,a cura di Massimo Donà, Paese (TV), Pagus, 1992,pp. 157, ill., 8°, L. 18.800

882BARBERA SANDRO, Goethe e il disordine, Vene-zia, Marsilio, 1991, pp. 158, 8°, L. 24.000

883COSTA SIMONE, D’Annunzio funambolo del mo-derno, Povegliano (VR), Gutemberg, 1992, pp. 264,16°, L. 22.000

884 *Don Chisciotte a Padova, Atti della 1° giornataCervantina (Padova, 2 maggio 1990), Padova, Edi-toriale Programma, 1992, pp. 270, ill., 8°, L. 40.000

885 *Esopo veneto. Testo trecentesco inedito, pubblicatocriticamente a cura di Vittore Branca con uno studiolinguistico di G.B. Pellegrin, Padova, Antenore, pp.XXVI-70, 8°, L. 25.000

886FALANGA MARIO, Tito Zaniboni: appunti per unabiografia politica e letteraria, Abano Terme (PD),Piovan, 1991, pp. 95, L. 15.000

56

887 *FOGAZZARO ANTONIO, Discorsi vicentini, a curadi Fabio Finotti, Vicenza, Accademia Olimpica,1992, pp. 204, 8°, L. 22.000

888FRANCESCO GRISI, Le perdute immagini. Introdu-zioni al Novecento, Noventa Padovana (PD), Panda,1992, pp. 149, 16°, L. 23.000

889LOMBARDO AGOSTINO, Lettura di Macbeth,Vicenza, Neri Pozza, 19925, pp. 302, 8°, L. 30.000

890LOWE ARTHUR, T.S. Eliot and F.H. Bradley: thepoise of affinity, the mastering of an influence, S.Pietro in Cariano (VR), Il Segno, 1991, pp. 294, 16°,L. 30.000

891LUXARDO FRANCHI PIERO, L’altra faccia deglianni Trenta, present. di Silvio Ramat, Padova, Cleup,1991, pp. XI-176, 8°, L. 24.000

892 *MUSIZZA WALTER - DE DONÀ GIOVANNI, Carduccie il Cadore. 1892-1992: Cenetenario dell’ode“Cadore” , Pieve di Cadore (BL), Magnifica Comu-nità di Cadore - Venezia, Regione del Veneto, 1992,pp. 110, ill., 8°, L. 25.000

893ROSSI VITTORIO, Storia letteraria d’Italia, 4: IlQuattrocento, a cura di R. Bessi, Padova, PiccinNuova Libraria, 1992, pp. 870, 8°, L. 70.000

894SCALIA GIANNI , A conti fatti. Avanguardie, mar-xismi, letteratura, Padova, Il Poligrafo, 1992, pp.272, 8°, L. 32.000

895SPAZIANI MARIA LUISA , Donne in poesia. Intervi-ste immaginarie: dialoghi di passione nell’officinadi venti grandi figure di donne, Venezia, Marsilio,1992, pp. 340, 8°, L. 30.000

896 *VALANDRO ROBERTO, Leone Traverso. Un tra-duttore per l’Europa, Monselice (PD), La Bottegadel Ruzante - Gruppo Culturale “G. Brunacci”,1992, pp. 157, ill., 8°, L. 30.000

897VAUTERO PP. GIORGIO, Thomas Becket nella lette-ratura inglese ed europea, vol. 1°, S. Pietro in Cariano(VR), Il Segno, 1991, pp. 148, 16°, L. 19.000

Letteratura - Narrativa - Memorialistica

898AKINARI UEDA , Racconti della pioggia di prima-vera, a cura di Maria Teresa Orsi, Venezia, Marsilio,1992, pp. 228, 16°, L. 16.000

899Antologia n. 6 di racconti premiati e segnalati alPremio nazionale “Francesco Petrarca” 1992, Pa-dova, Editoriale Clessidra, 1992, pp. 53, 8°, L. 15.000

900BERND HEINRICH, Corvi d’inverno, a cura diIppolito Pizzetti, trad. di Marta Suatoni, present. diSabrina Bigin e Enrico Alleva, Padova, Muzzio,1992, pp. 364, ill., 8°, L. 32.000

901BOCCACCIO GIOVANNI, La novella di SerCiappelletto (Decameron I, 1), introd. di GuidoAlmansi, commento di Lucia Nadin Bassani, Vene-zia, Marsilio, 1992, pp. 120, 16°, L. 12.000

902BOGONGIALI GLAUCO, Olga Bruni, Spinea (VE),Edizioni del Leone, 1992, pp. 95, 16°, L. 24.000

903BOUSSET, Orazioni funebri per Enrichetta Mariadi Francia e Enrichetta Anna di Inghilterra, a curadi Marco Lombardi, introd. di Arnaldo Pizzorusso,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 150, 16°, L. 14.000

904CELLI GIORGIO, Il favoloso gatto Tachione... pernon dir degli altri..., a cura di Maria Santini, Pado-va, Muzzio, 1992, pp. 148, ill., 8°, L. 14.000

905COLLE AGNESE, Nico Pepe, Abano Terme (PD),Piovan, 1992, pp. 140, L. 25.000

906DALLA VEDOVA ALFEO , Processo alla vita, Suse-gana (TV), Giacobino, 1991, pp. 174, ill., 8°, L. 20.000

907DAMIANI LUCA , Una, fatale, Venezia, Marsilio,1992, pp. 165, 8°, L. 26.000

908D’ARLE MARCELLA , Dal Pacifico al Rio delleAmazzoni, Camposampiero (PD), Edizioni del Noce,1992, pp. 144, ill., 8°, L. 15.000

909D’ARLE MARCELLA , La fuga di Antonello,Camposampiero (PD), Edizioni Del Noce, 1992, pp.184, ill., 8°, L. 18.000

910DELLA CORTE CARLO, ...e muoio disperato!, Ve-nezia, Marsilio, 1992, pp. 168, 8°, L. 26.000

911DE NERVAL GÈRARD, La regina del mattino esolimano, principe dei geni, a cura di LucaPietromarchi, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 318,16°, L. 18.000

912DE PAOLIS GIUSEPPE, La resurrezione di Lazzaro,Venezia - Rimini, Edizioni San Marco, 1991, pp.164, 8°, s.i.p.

913DE POLI FRANCO, Sofonisba e il gentiluomo nudo.

Romanzo storico, Padova, Editoriale Clessidra, 1992,pp. 160, 8°, L. 18.000

914DE QUEVEDO FRANCISCO, L’imbroglione. Vita diDon Pablos, detto il Buscón, a cura di AldoRuffinatto, trad. di Maria Rosso Gallo, Venezia,Marsilio, 1992, pp. 400, 16°, L. 20.000

915DUBOIS FELICIE, Il libro di Boz, Venezia, Marsilio,1992, pp. 100, 8°, L. 22.000

916DUSI GIOVANNI, Infedeltà amorosa, Venezia,Marsilio, 1992, pp. 208, 8°, L. 28.000

917 *FABRIS GIUSEPPE, Ultimi fuochi sul Grappa. Ma-rio, Lodovico, Antonio Todesco, Edoardo Pierotti,a cura della Federazione italiani volontari dellalibertà, Padova, s.e., 1991, pp. 458, ill., 8°, s.i.p.

918FACCHINELLO ITALO, C’era una volta... il versodel Cimblone, Camposampiero (PD), Edizioni DelNoce, 1991, pp. 266, 8°, L. 22.000

919FILIPPONE PINO, La valigia di tela col Cristo, Suse-gana (TV), Giacobino, 1992, pp. 280, ill., 8°, L. 27.000

920FOUNTAINE MARGARET, Viaggi e avventure diuna lady vittoriana tra amori e farfalle, a cura diIppolito Pizzetti, trad. di Isa Mogherini, Padova,Muzzio, 19922, pp. 280, ill., 8°, L. 24.000

921FROMENT PASCALE, Ti ammazzo. La vera storia diRoberto Succo assassino senza ragione, trad. di A.Folin, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 450, 8°, L. 35.000

922 *GHEDINA ORESTE JR., Sentivamo Radio Londra.L’odissea di due fratelli ampezzani in Bulgaria, nelcorso della Seconda Guerra Mondiale, dal diario diOreste Ghedina, present. di Bruno Francisci, notestoriche di Antonio Zanella, Belluno, La Cooperati-va di Cortina, 1992, pp. XXIII-201, ill., 8°, L. 19.000

923GRAZIANI SERGIO, Un CP per domani, Padova,Editoriale Clessidra, 1992, pp. 160, L. 18.000

924GRENI ANTONIO, Apologia del massacro, pref. diCarmine Chiodo, Spinea (VE), Edizioni del Leone,1992, pp. 61, 16°, L. 18.000

925GUGLIELMO CESARE, I miei angeli, Padova, Edito-riale Clessidra, 1992, pp. 76, 8°, L. 18.000

926MANFRÉ LORENZO, Bren del fiume, Campo-sampiero (PD), Edizioni Del Noce, 1991, pp. 113,ill., 8°, L. 15.000

927MANN THOMAS, Tristano, a cura di Fabrizio Cam-bi, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 176, 16°, L. 14.000

928MARTINO BRUNO, Enghel e Bhel: l’altopiano delsole, Camposampiero (PD), Edizioni Del Noce, 1991,pp. 126, ill., 8°, L. 24.000

57

Venezia, Seminario Patriarcale, Pagina miniata (sec. XV)

929MUSIARI ENRICO, Ricordi mediterranei, S. Donàdi Piave (VE), Rebellato, 1992, pp. 48, 8°, L. 18.000

930PASQUALINO FORTUNATO, La danza del filo-sofo, Treviso, Santi Quaranta, 1992, pp. 224, 8°, L.25.000

931 *PENNA SCHINCÀ, Campi e città. Dieci racconti edue poesie, Bressanvido (VI), Asterisco, 1991, pp.50, 8°, L. 10.000

932PERA PIA, La bellezza dell’asino, Venezia, Marsilio,1992, pp. 202, 8°, L. 28.000

933PICHLER ANITA, Come i mesi dell’anno, trad. diValentina Di Rosa, Venezia, Marsilio, 1991, pp.133, 8°, L. 24.000

934PREO PAOLINA, La danza delle gru, pref. di StefanoAgosti, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 90, 8°,L. 18.000

935RANPO EDOGAWA, La belva nell’ombra, a cura diGraziana Canova, introd. di Maria Teresa Orsi,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 176, 16°, L 14.000

936ROTA MARIA CRISTINA, Tutta colpa dei pensieri,Padova, Editoriale Clessidra, 1992, pp. 120, 8°, L.18.000

937QUINTAVALLE RUGGERO Y., La storia di Kira,Vigodarzere (PD), Carroccio, 1991, pp. 66, ill., 8°,L. 22.000

938QUINTAVALLE RUGGERO Y. - SCEGGI RENZO, Ipiccoli magazzini della fantasia, Vigodarzere (PD),Carroccio, 1991, pp. 66, ill., 8°, L. 22.000

939I rinogradi di Harald Stümpke e la zoologia fanta-stica, a cura di Massimo Pandolfi, trad. di Achazvon Hardemberg, scritti di Stefano Benni, GiorgioCelli, Marco Ferrari, Alessandro Minelli, Aldo Zulli-ni, Padova, Muzzio, 1992, pp. 152, ill., 8°, L. 26.000

940SALIMBENI SEBASTIANO, Operai ed amore, Vero-na, Edizioni del Paniere, 19912, pp. 68, 8°, L. 15.000

941SIRTORI CARLO, La scienza, la mia vita, Verona,Libreria Cortina, 1992, pp. 165, ill., 8°, L. 36.000

942SPALTRO ENZO, Giappone ’90. Storie di magia,Rimini - Venezia, Edizioni San Marco, 1991, pp.160, 8°, s.i.p.

943SPANO SARTOR ANGELO, Cercando l’amico. Pa-gine di diario, Conegliano Veneto (TV), Ancilla,1992, pp. 105, 16°, L. 10.000

944STEVENSON ROBERT LOUIS, Viaggio nell’entroterra. In canoa tra Belgio e Francia, a cura diIppolito Pizzetti, trad. di D. Tonitto e M. Bettini,

Padova, Muzzio, 1992, pp. 194, ill., 8°, L. 24.000

945STEVENSON ROBERT LUOIS, Nei mari del sud, acura di Ippolito Pizzetti, trad. di Corrado Alvaro,Padova, Muzzio, 19922, pp. 368, ill., 8°, L. 24.000

946STIFIER ADALBERT, Brigitta, a cura di Matteo Galli,Venezia, Marsilio, 1991, pp. 208, 16°, L. 16.000

947Le storie del pappagallo, a cura di Francesca Orsini,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 280, 16°, L. 18.000

948SWICH GIANNI, Tivù grandamore. Pensieri in libe-ra uscita di un telegiornalista, pref. di RuggeroOrlando, Padova, Editoriale Clessidra, 1992, pp.166, 8°, L. 18.000

949TATTO LUIGI, Siderina e la società del cigno,Camposampiero (PD), Edizioni Del Noce, 1992, pp.228, 8°, L. 18.000

950TOLSTOJ LEV NIKOLAEVIC, I piaceri viziosi e pa-rabole, a cura di Sandro Varagnolo, Rimini - Vene-zia, Edizioni San Marco, 1991, pp. 117, 16°, s.i.p.

951TONUSSI ANTONIO, Ivo: una vita di parte, Treviso,Matteo, 1990, pp. 172, ill., 8°, L. 24.000

952TRALDI ANDREA, Luca V., romanzo, Abano Terme(PD), Piovan, 1992, pp. 160, 8°, L. 20.000

953TWAIN MARK , Favole dotte, a cura di Guido Carbo-ni, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 120, 16°, L. 12.000

954VAN STRATEN GIORGIO, Ritmi per il nostro ballo,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 220, 8°, L. 28.000

955VLADY MARINA , Vladimir, il volo interrotto, trad.di G. Da Campo, Venezia, Marsilio, 1990, pp. 309,8°, L. 28.000

956YUE DONG, Il sogno dello scimmiotto, a cura diPaolo Santangelo, Venezia, Marsilio, 1992, pp.192, 16°, L. 14.000

957ZORA NEALE HURSTON, Tre quarti di dollaro do-rati, a cura di Chiara Spallino, introd. di M. Bulghero-ni, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 200, 16°, L. 16.000

Poesia

958Antologia n. 7 delle poesie premiate e segnalate alPremio internazionale “Giulietta e Romeo” 1992,Padova, Editoriale Clessidra, 1992, pp. 56, 8°, L. 15.000

959BARSOTTI DIVO, La presenza donata, Treviso,Santi Quaranta, 1992, pp. 176, 8°, L. 20.000

960BERTIN ILEANA, Elegiaco pentagramma, Padova,Editoriale Clessidra, 1992, pp.60, 8°, L. 18.000

961BOSETTO ITALO, Il tempo e la memoria, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 100, 8°, L. 20.000

962BROGGINI FRANCA, Il mio cammino, S. Donà diPiave (VE), Rebellato, 1992, pp. 32, 8°, L. 15.000

963CARRAROLI FACIN MARIAGRAZIA - SAPORITIACHILLE ABRAMO, D’una promessa, introd. diGianfranco Ravasi, Treviso, Santi Quaranta, 1992,pp. 89, 8°, L. 18.000

964 *CASON ANDREA, Imitazioni. Versioni in dialettotrevisano da Catullo, Marziale, Orazio, Ovidio,Properzio (con testo latino a fronte), Dosson (TV),Matteo, 1992, pp. 112, ill., 8°, s.i.p.

965CASTELLARO CINZIA, Mondi lontanissimi, Mestre(VE), Armonia, 1992, pp. 161, 16°, L. 20.000

966CERRO MARIA BENEDETTA, Nel sigillo della paro-la, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, 8°, pp. 76, L.16.000

967COSTANTINI GIOVANNI, Nei blu di Santa Trinità,introd. di Ferruccio Mazzariol, Treviso, Santi Qua-ranta, 1992, pp. 128, 8°, L. 20.000

968CRESPO ANGEL, Argento sulla laguna, trad. diBruna Cinti, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp.68, 8°, L. 16.000

969DADOMO ANNA MARIA , Il segreto di te, S. Donà diPiave (VE), Rebellato, 1992, pp. 48, 8°, L. 15.000

970DE ANGELIS ODILLA, Si fa sera, Padova EditorialeClessidra, 1992, pp. 80, 8°, L. 18.000

971DE GUIDI SERGIO, Esperienza e poesia, S. Pietro inCariano (VR), Il Segno, 1991, pp. 151, ill., 16°, L. 22.000

972DE ROSE OSVALDO, Principio e fine, Lendinara(RO), Grafiche Il Pilastrello, 1991, pp. 79, 8°, s.i.p.

973DI CESARE OTELLO, La condizione, Spinea (VE),Edizioni del Leone, 1992, pp. 88, 16°, L. 16.000

974FOLENGO TEOFILO, Orlandino, a cura di MarioChie-sa, Padova, Antenore, 1991, pp. CVII-270, 8°, L.60.000

975GARDIN AURORA, Catene di emozioni, Padova,Editoriale Clessidra 1992, pp. 64, 8°, L. 18.000

976GATTI ITALO, Il demone della notte, Abano Terme(PD), Piovan, 1992, pp. 52, L. 12.000

977Giovane poesia francese. Yves Richet, Michel Orcel,Francois Boddaert, Bernard Simeone, a cura diAntonino Velez, Spiena (VE), Edizioni del Leone,1992, pp. 136, 16°, L. 28.000

58

978GIULIANA VITO , Catalogo, Verona, Anterem, 1992,pp. 55, 8°, L. 22.000

979GIGLIELMO CESARE, Preghiere con diatima, Pado-va, Editoriale Clessidra, 1992, pp. 52, 8°, L. 15.000

980LAYTON IRVING, Danza del desiderio, trad. diAlfredo Rizzardi, Abano Terme (PD), Piovan, 1992,pp. 186, 8°, L. 28.000

981MAGNI FASIANI LIS, Il presentimento, Spinea (VE),Edizioni del Leone, 1992, pp. 128, ill., 16°, L. 25.000

982MARIN PIETROGRANDE MARGHERITA, Emozioni,Padova, Editoriale Clessidra, 1992, pp. 48, 8°, L. 15.000

983MARTINI MIRCO, Dietro il verde del colle, Susegana(TV), Giacobino, 1992, pp. 64, 8°, L. 10.000

984MILANA LUIGI , Origami, Conselve (PD), Suman,1991, pp. 157, 8°, L. 15.000

985 *MILANI GIOVANNI , Ricordi del Porteo e strambotiin sorte, Padova, s.e., 1991, pp. 202, 16°, L. 14.000

986NASCIMBENE MARIO, Malgré moi, musicista, notadi Ermanno Camuzio, Spinea (VE), Edizioni delLeone, 1992, pp. 348, 16°, L. 30.000

987NEWLOVE JOHN, La verde piana, trad. di CarlaComellini, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 76,8°, L. 16.000

988ORLANDO GIANNI, E loro ballavano piano, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 58, 8°, L. 12.000

989ORLANDO GIANNI, In margine ad una notte inson-ne, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 48, 8°, L.12.000

990Le parole negate dei figli di Amazigh. Poesia berberatradizionale e contemporanea, trad. di D. Canciani,Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 208, 8°, L.25.000

991PELLEGRINI BUSETTO LETIZIA, Un mazzo di fiorifreschi sacri e naturali, Padova, La Garangola,1991, pp. 70, 8°, s.i.p.

992PEZZANO RENATO, La brace più difficile, Padova,Editoriale Clessidra, 1992, pp. 56, 8°, L. 15.000

993PITTELLI GIUSEPPE, L’ultimo sud, pref. di EttoreFini, Spinea (VE), Edizioni del Leone, 1991, pp. 39,16°, L. 12.000

994 *Poeti padovani 1992, a cura di Luciano Nanni,Padova, Gruppo Letterario Formica Nera, 1992, pp.123, 8°, s.i.p.

995POLCI ROLANDO, Senza pretese, Padova, Editoria-le Clessidra, 1992, pp. 56, 8°, L. 18.000

996ROSANIGO NORA, Nel tramonto il tempio, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 70, 8°, L. 15.000

997ROSANIGO NORA, Noi e i silenzi, Padova, Editoria-le Clessidra, 1992, pp. 50, 8°, L. 15.000

998ROSEMBLATT JOE, Gridi nel buio, trad. di AlfredoRizzardi, Abano Terme (PD), Piovan, 1992, pp. 116,L. 25.000

999RUSSO ANNUNZIATO, La scuverta di lu novu mundu.Parafrasi, in 104 quartine dialettali calabresi, dellalettera di Cristoforo Colombo, S. Pietro in Cariano(VR), Il Segno, 1991, pp. 163, 8°, L. 24.000

1000SCHIEPPATI ALBERTO, Due ore senza l’aritmetica.Poesie, Verona, Anterem, 1992, pp. 31, 8°, L. 10.000

1007LUCIANO, La danza, a cura di Simone Beta, trad. diMarina Nordera, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 160,8°, L 14.000

STORIA E GEOGRAFIA

1008L’Africa in vetrina. Storie di musei e di esposizionicoloniali in Italia, a cura di Nicola Labanca, Paese(TV), Pagus, 1992, pp. 223, 8°, L. 30.000

1009 *Aspetti demografici in bassa padovana nei secoliXVI-XVII. Cronache costumi personaggi, Stanghella(PD), Museo Civico, 1991, pp. 240, ill., 8°, L. 35.000

1010 *Atlante dei centri storici minori del Veneto, scritti diF. Posocco e M. Fondelli, Venezia, Marsilio, 1991,pp. 224, ill., 4°, L. 150.000

1011Atlante di Siviglia. La forma del centro storico inscala 1.1000 nel fotopiano e nella carta, scritti diJosé Nuñez Castain, Rosa Bonetta, Licino Ferretti,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 210, ill., 4°, L. 200.000

1012BADIOLI ENZO, Sulla storia d’Italia dal 1876 al1898, Lendinara (RO), Grafiche Il Pilastrello, 1991,pp. 113, 8°, s.i.p.

1013BEARZOR CINZIA, Storia e storiografia ellenisticain Pausania il Periegeta, Venezia, Il Cardo, 1992,pp. 312, 8°, L. 42.600

1014 *BESCHORNER HERWARD, Disertare Lembcke, acura di Gino Ditadi, trad. di Adriana Lotto, Este(PD), Isonomia, 1992, pp. 175, ill., 8°, L. 30.000

1015 *BIZZI IVES, Cronache Polesane 1895-1904, pref. diGianni Sparapan, present. di Arnaldo Vallin,Susegana (TV), Giacobino, 1992, pp. 217, ill., 8°, L.23.000

1016BOCCASINI LIVIO, La divisione Julia nell’infernorusso 1942-1943. Testimonianze, documenti, foto-grafie, pref. di Giulio Bedesche e Roberto Spazziali,Novale di Valdagno (VI), Gino Rossato, 1992, pp.128, ill., 8°, L. 26.000

1017 *BUCCIOL EUGENIO, Il Veneto nell’obiettivo austro-ungarico. L’occupazione del 1917-18 nelle fotodell’Archivio di guerra di Vienna, introd. di MarioIsnenghi, Treviso, Canova, 1992, pp. XVI-250, ill.,8°, L. 50.000

1018 *BUOSI BENITO, Maledetta Giavera, Montebelluna(TV), Amadeus, 1992, pp. 280, ill., 8°, L. 30.000

1019 *CACCIAVILLANI IVONE , La confinazione venezia-na con gli imperiali, Limena (PD), Signum verde,1991, pp. 121, ill., 8°, L. 28.000

1020 *Il Canale Camuzzoni. Industria e società a Veronadall’Unità al Novecento, a cura di Maurizio

59

1001SEGALEN VICTOR, Stele, trad. di Lina Zecchi, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, pp. 246, 8°, L. 30.000

1002Teneri germogli, a cura delle classi quinte dellascuola elementare “don L. Milani” di Sant’Angelodi Piove, anno scolastico 1991-92, Sant’Angelo diPiove di Sacco (PD), Circolo Scolastico, 1992, pp.96, ill., 8°, s.i.p.

1003 *Venezia. Itinerari poetici, a cura di GiovanniDistefano e Mariuccia Regina, Venezia, Supernova,1992, pp. 141, ill., 16°, L. 15.000

1004VULCANESCU MINU, Nostalgia del presente, AbanoTerme (PD), Piovan, 1992, 8°, pp. 80, L. 18.000

1005WITMAN WALT , Foglie d’erba, a cura di SebastianoSalimbeni, trad. di Roberto Sanesi, Verona, Edizio-ni del Paniere, 1991, pp. 108, 8°, L. 20.000

Letteratura e lingua greca e latina

1006BORGHI A. - GALLO F., Scrittura e improvvisazionenell’arte retorica. Testi da Isocrate e Alcidamante.Per la Terza liceo classico, Treviso, Canova, 1992,pp. 350, 8°, L. 25.000

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 115, f. 1 (sec. XIV)

Zangarini, present. di A. Sala, Verona, Cierre, 1991,pp. 267, 8°, s.i.p.

1021CAPPONI FRANCO, Sant’Angelo in Pontano, vol.1°, S. Pietro in Cariano (VR), Il Segno, 1992, pp.457, ill., 8°, L. 55.000

1022 *Cent’anni a Venezia. La Camera del Lavoro 1892-1992, a cura di Daniele Resini, pref. di MarioIsnenghi, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 525, ill., 4°,L. 90.000

1023 *C’era una volta Lazise, Catalogo della Mostra(Lazise, Rosenheim, Verona, Lazise, 25 luglio 1992-30 settembre 1993), a cura del Museo Civico diStoria Naturale di Verona, Vicenza, Neri Pozza,1992, pp. 143, ill., 8°, L. 25.000

1024 *CESSI ROBERTO (a cura di), Documenti relativi allaStoria di Venezia anteriori al Mille, I: Secoli V-IX;II: Secoli IX-X, rist. anast. a cura di Carlo F. Polizzi,Venezia, Deputazione di storia patria per le Venezie- Padova, Gregoriana, 1991, 2 voll., pp. VI-129;214-52, 8°, L. 35.000

1025 *Chiese e monasteri distrutti a Castello dopo il 1807.(S. Domenico, S. Nicolò di Bari, Ospedale di MesserGesù Cristo, Seminario Ducale, convento delleCappuccine, S. Antonio), a cura di Odilla Battiston,Marino Marinoni, Osvaldo Nordio, RobertoVianello, Renato Zanutto, Venezia, Filippi, 1992,pp. 85, ill., 8°, L. 15.000

1026COLOMBO FERNANDO, Histoire nelle quali s’haparticolare et vera relatione della vita et dei fattidell’ammiraglio Christoforo Colombo, Este (PD),Isonomia, 1992, pp. 500, 8°, L. 70.000

1027 *CORIGLIANO FRANCESCO, Il dissenso durante ilfascismo in una provincia veneta: Belluno, pref. diLuciano Casali, Belluno, Istituto Storico Bellunesedella Resistenza, 1991, pp. 235, 8°, s.i.p.

1028 *DAL LAGO MAURIZIO , Valdagno 1943-1945, pref.di Paolo Preto, Vicenza, Nuovo Progetto, 1992, pp.75, ill., 8°, L. 20.000

1029 *DALLA COSTA IVO, La vicenda Collalto e le popo-lazioni di Susegana e di S. Lucia di Piave 1914 -1923, introd. di Livio Vanzetto, Susegana (TV),Comune - Biblioteca Comunale, 1992, pp. LVI-338, ill., 8°, L. 25.000

1030 *FABBIANI GIOVANNI , Breve storia del Cadore,Pieve di Cadore (BL), Magnifica Comunità di Cadore,19925, nuova ed. riv., pp. 229, ill., 8°, L. 25.000

1031 *FACCHINELLO ITALO, Un paese che ritorna. Loria,Caposampiero (PD), Edizioni Del Noce, 1992, pp.280, ill., 8°, L. 30.000

1032 *FRANZINA EMILIO, Storia dell’emigrazione venetadall’Unità al Fascismo, Verona, Cierre, 1991, pp.170, 8°, L. 28.000

1033FRANZINELLI MIMMO , Il riarmo dello spirito. Icappellani militari nella seconda guerra mondiale,pref. di Ernesto Balducci, Paese (TV), Pagus, 1991,pp. 402, 8°, L. 42.800

1034 *GALLETTO PIETRO, Galantuomini padovani del-l’Ottocento. Cenni biografici ed istantanee, Pado-va, Libreria Draghi-Randi, 1992, pp. 236, ill., 8°, L.28.000

1035 *GALLIAZZO VITTORIO, Una comunità sul fiume.Quinto sul Sile, e Santa Cristina del Tiveron, pref.di Bruno Casellato, Preganziol (TV), Cassa Rurale eArtigiana di Preganziol e S. Cristina di Quinto,1992, pp. 244, ill., 8°, s.i.p.

1036 *GARDIN ANTONIO, Antichità romane, chiesettaprimigenia, castello medioevale in S. Polo di Piave,a cura di Luciano Mingotto e Vinicio Cesana, SanPolo di Piave (TV), Pro Loco di San Polo di Piave,1991, rist. anast. del manoscritto di A. Gardin del1919, pp. 36, ill., 8°, s.i.p.

1037GENTILINI GIANNI , Tra gli Asburgo e BernardoClesio. Pergine e gli statuti del 1516, Venezia, IlCardo, 1992, pp. 85, ill., 8°, L. 32.000

1038GIARRIZZO GIUSEPPE, Mezzogiorno senzameridionalismo. La Sicilia, lo sviluppo, il potere,Venezia, Marsilio, 1992, pp. 300, 8°, L. 38.000

1039GIRELLI ANGELA MARIA , La finanza comunalenello Stato Pontificio del Seicento. Il caso di Assisi,Padova, Cedam, 1992, pp. 114, 8°, L. 16.000

1040HEYDEMANN GÜNTHER, La politica italiana etedesca del governo britannico dopo la rivoluzionedi Parigi del luglio 1830. Un confronto, Venezia,Centro Tedesco di Studi Veneziani, 1992, pp. 18,8°, D.M. 12

1041 *ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTOITALIANO - COMITATO DI PADOVA , Il generaleAntonio Baldissera e il Veneto militare, a cura diPietro Dal Negro, Nino Agostinetti, Padova, Edito-riale Programma, 1992, pp. 127, ill., 8°, L. 35.000

1042LANARO SILVIO, Storia dell’Italia repubblicana1946-1991, Venezia, Marsilio, 1992, pp. 576, 8°, L.50.000

1043 *LUCATO CANDIDO, Storia mirabile di Arzignanocon la Valle del Chiampo, Arzignano (VI), EdizioniCora, 1992, pp. 248, ill., 8°, L. 35.000

1044 *MARZANO LUIGI , Coloni e missionari nelle forestedel Brasile, Longarone, Amministrazione Comu-nale, 1991, rist. anast. Firenze 1904, pp. XXXI-335,ill., 8°, s.i.p.

1045 *MATTALIA UMBERTO , Cronache della grandeguerra 1915-1918. Altipiani Valsugana, Pasubio,Isonzo, Piave, pref. di Alessandro Massignani,Novale di Valdagno (VI), Gino Rossato, 1992, pp.256, ill., 8°, L. 34.000

1046MERIGGI MARCO, Milano borghese. Circoli edélites nell’Ottocento borghese, Venezia, Marsilio,1992, pp. 250, 8°, L. 32.000

10471992 - 1492 dalla realtà alla storia, a cura diDaniela Mazzon, Este (PD), Isonomia, 1992, pp.140, ill., 8°, L. 20.000

1048 *MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTA-LI - ARCHIVIO DI STATO DI TREVISO - COMUNE DIMONTEBELLUNA - MUSEO CIVICO, Montebelluna.Storia di un territorio. Cartografia ed estimi tra Seie Settecento, Catalogo della Mostra (Montebelluna,Museo Civico, 28 marzo-31 maggio 1992), Vene-zia, Archivi, 1992, pp. 143, ill., 4°, L. 35.000

1049 *MISCHIATTI PAOLO, Il territorio polesano dal pe-riodo del bronzo all’epoca tardo romana.Toponomastica idrografia e viabilità,Castelguglielmo (RO), Biblioteca Comunale “MattiaBortoloni” - Amministrazione Comunale, 1991, pp.135, ill., 8°, L. 17.000

1050 *MISCHIATTI PAOLO, Sulle tracce degli antichi abi-tanti di Frattesina nell’età del bronzo. I Pelasgi. Ipopoli venuti dal mare, s.l.s.e., 1991, pp. 100, ill.,8°, L. 15.000

1051 *MOMETTO PIERGIOVANNI, L’azienda agricolaBarbarigo a Carpi di Castagnaro, Venezia, Il Car-do, 1992, pp. 256, 8°, s.i.p.

1052 *Obiettivo venerdì santo. Il bombardamento diTreviso del 7 aprile 1944 nei dicumentidell’areonautica militare statunitense, scritti diErnesto Brunetta e Nazzareno Acquistucci, ricer-che di Everardo Artico, a cura dell’Assessorato allacultura del Comune di Treviso, Treviso, Canova,1992, pp. X-158, ill., L.25.000

1053ORTOLANI MARIO, Geografia della popolazione,Padova, Piccin Nuova Libraria, 19922, pp. 168, ill.,8°, L. 82.000

1054 *Padova Nord-Ovest. Archeologia e Territorio, scrittidi P.P. Baggio, C. Bellinati, B. Bordin, M. DallaCorte, L. Galeazzo, R. Gonzato, G. Leonardi, G.B.Sigalotti, R. Stocco, L. Zaghetto, C. Zamboni, Pa-dova, Editoriale Programma, 1992, pp. 225 + tav.,ill., 8°, L. 45.000

1055 *I patti con Brescia, a cura di Luca Sandini, VeneziaIl Cardo, 1991, pp. 160, ill., 8°, L. 40.000

1056 *Pensiero e azione sociale dei cattolici vicentini eveneti dalla “Rerum Novarum” al fascismo (1891-1922), a cura di Pietro Nonis, pref. di SilvioTramontin, Vicenza, Nuovo Progetto, 1991, pp.340, 8°, L. 35.000

1057 *PIASENTINI STEFANO, “Alla luce della luna”. Ifurti a Venezia 1270-1403, Venezia, Il Cardo, 1992,pp. 288, 8°, s.i.p.

1058PONCHIA SIMONETTA, L’Assiria e gli stati

60

transeufratici nella prima metà dell’VIII secoloa.C., Padova, Sargon, 1991, pp. XV-120, ill., 8°,s.i.p.

1059 *RAMA GIUSEPPE, Val Frassanelle. Natura,toponomastica, folklore, Verona, Cierre, 1992, pp.110, ill., 8°, L. 15.000

1060 *ROBINET ANDRÉ, L’escursione di G.W. Leibniz aPadova, Este, Carceri, Monselice, Este (PD),Isonomia, 1992, pp. 98, ill., 16°, L. 30.000

1061ROCHAT GIORGIO, Guerre italiane in Libia e inEtiopia. Studi militari 1921-1939, Paese (TV), Pagus,1991, pp. 218, 8°, L. 35.500

1062 *S. Martino di Castelciés. Archeologia e storia di uncolmello, a cura di Anna Nicoletta Rigoni, Treviso,Canova, 1992, pp. 71, ill., 8°, L. 15.000

1063Statuti di Rovereto del 1425 con le aggiunte dal1434 al 1538, a cura di Federica Parcianello, introd.di Marco Bellabarba, Gherardo Ortalli, DiegoQuaglioni, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 320, ill., 8°,L. 70.000

1064 *Storia di Treviso, 2: Il Medioevo, a cura di ErnestoBrunetta, Daniela Rando, Gian Maria Varanini,Venezia, Marsilio, 1991, pp. 576, ill, L. 100.000

1065 *Studi veneti offerti a Gaetano Cozzi, a cura di GinoBenzoni, Marino Berengo, Gherardo Ortalli, Gio-vanni Scarabello, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. XVII-498, 8°, L. 90.000

1066 *TOLOMIO ILARIO, Girolamo Cantele (1827-1897)e le sue “memorie” storiche su Borgoricco,Borgoricco (PD), Biblioteca Comunale, 1992, pp.94, ill., 8°, s.i.p.

1067 *TOSELLO VINCENZO, Boscochiaro ieri e oggi,Boscochiaro di Cavarzere (VE), Comitato XXI mag-gio, 1991, pp. 216, ill., 8°, s.i.p.

1068TOTSCHINGER GERHARD, Sulle tracce degliAsburgo, trad. di Paola Massardo e Palma Severi,Padova, Muzzio, 1992, pp. 242, ill., 4°, L. 65.000

1069 *Tra conservazione e novità. Il mondo veneto innan-zi alla rivoluzione del 1789, Atti del Convegno(Verona, Accademia di Agricoltura, scienze e lette-re, 11 dicembre 1989), Verona, Accademia di agri-coltura, scienze e lettere, 1991, pp. 274, 8°, L.100.000

1070I trattati con Aleppo 1207-1254, a cura di MarcoPozza, Venezia, Il Cardo, 1990, pp. 80, ill., 8°, L.25.000

1071 *UNIVERSITÀ DI PADOVA - DIPARTIMENTO DI SCIENZE

DELL’ANTICHITÀ - SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA

DEL VENETO - COMUNE DI CONCORDIA SAGITTARIA, IuliaConcordia - Quartiere Nord-Ovest. L’area del tea-tro, Catalogo della Mostra archeologica (Concordia,

Basilica Paleocristiana 31 luglio-15 agosto 1991;Padova, Museo di scienze archeologiche e d’arte -Dipartimento di scienze dell’antichità - Liviano, 9-18dicembre; 13-31 gennaio 1992), a cura di Elena DiFilippo Balestrazzi, S. Pietro in Cariano (VR), IlSegno, 1992, pp. 118, ill., 8°, L. 20.000

1072 *URETTINI LUIGI, Storia di Castelfranco, Padova, IlPoligrafo, 1992, pp. 256, ill., 8°, L. 42.000

1073 *VALLERANI FRANCESCO, Praterie vallive e limpi-de correnti. Uomini e paesaggi tra Livenza eTagliamento in epoca veneta (sec. XVI-XVIII),introd. di Denis Cosgrove, pref. di EugeniaBevilacqua, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione,1992, pp. 196, ill., 8°, L. 28.000

1074 *VANZETTO LIVIO, I ricchi e i pellagrosi. Un secolodi storia dell’Istituto “Costante Gris” di MoglianoVeneto, Abano Terme (PD), Francisci, 19922, nuovaed. riv. e aggiorn., pp. 275, ill., 8°, s.i.p.

LIBRI RIGUARDANTI IL VENETOEDITI IN ITALIA

Arte

1075AIROLDI ROBERTO, La teoria del temperamentonell’età di Gioseffo Zarlino, Cremona, Turris, 1989,pp. 166, ill., 8°, L. 32.000

1076Albano Vitturi, Catalogo della Mostra (Verona,Galleria d’Arte moderna e contemporanea - PalazzoForti, 15 marzo-12 maggio 1991), a cura di France-sco Butturini e Giorgio Cortenova, Milano,Mondadori Arte, 1991, pp. 185, ill., L. 40.000

1077Basilica Patriarcale in Venezia: San Marco, 1: Imosaici, la storia, l’illuminazione, testi a cura diOtto Demus, Wladimiro Dorigo, Antonio Niero,Guido Perocco, Ettore Vio, Milano, Fabbri, 1990,pp. 228, ill., 4°, s.i.p

1078Basilica Patriarcale in Venezia: San Marco, 2: Imosaici, le iscrizioni, la pala d’oro, testi a cura diMaria Andaloro, Maria Da Villa Urbani, IvetteFlorent-Goudouneix, Renato Polacco, Ettore Vio,Milano, Fabbri, 1991, pp. 251, ill., 4°, s.i.p.

1079Il campanile di San Marco. Il crollo e la ricostruzio-ne (14 luglio 1902-25 aprile 1912), Catalogo dellaMostra (Venezia, Palazzo Ducale, Sala dello Scru-tinio, 14 luglio-31 dicembre 1992), a cura di Mau-rizio Fenzo, collaborazione di Alessia Bonamini,Milano, Silvana, 1992, pp. 183, ill., 4°, L. 65.000

1080COMUNE DI FIESSO UMBERTIANO - AMMINISTRAZIONE

PROVINCIALE DI ROVIGO, Gino Colognesi (1899-1972), a cura di Lucio Scardino, Ferrara, LibertyHouse, 1992, pp. 82, ill., 8°, L. 25.000

1081DI MARTINO ENZO, Virgilio Guidi. Disegni inediti1911-1982, pref. di Giandomenico Romanelli, Mi-lano, Fabbri, 1990, pp. 127, ill., 4°, L. 40.000

1082FABIANO ANDREA, Le stampe musicali del fondoTorrefranca del Conservatorio B. Marcello, Firen-ze, Olschki, 1992, 2 voll., pp. XXIV-776, 8°, L.150.000

1083FONDAZIONE SCIENTIFICA QUERINI STAMPALIA- MAZZARIOL GIUSEPPE, 50 artisti a Venezia, acura di Chiara Bertola, Milano, Electa, 1992, pp.178, ill., 8°, L. 60.000

1084FONDAZIONE SCIENTIFICA QUERINI STAMPALIA,Dino Cavina: collezioni emblematiche del modernodal 1950 al 1992, Catalogo dell’esposizione (Vene-zia, Fondazione Scientifica Querini Stampalia, 27giugno-23 agosto 1992), Milano, Jacabook, 1992,pp. 192, ill., 8°, L. 20.000

1085FONDAZIONE SCIENTIFICA QUERINI STAMPALIA,Italo Valenti, a cura di Virginia Baradel, Milano,Electa, 1992, pp. 79, ill., 8°, L. 35.000

1086Jacopo Bassano: disegni e dipinti, Bologna, NuovaAlfa Editoriale, 1992, pp. 608, ill., 8°, L. 100.000

1087PETRUCCI NARDELLI FRANCA, La lettera e l’im-magine. Le iniziali ‘parlanti’ nella tipografia italia-na (secc. XVI-XVIII), Firenze, Olschki, 1991, pp.156, ill., 8°, L. 38.000

1088PIGNATTI TERISIO - PEDROCCO FILIPPO, Verone-se. Catalogo completo, Firenze, Cantini, 1991, pp.352, ill., 8°, L. 50.000

1089TEMPESTINI ANCHISE, Giovanni Bellini. Catalogocompleto, Firenze, Cantini, 1992, pp. 320, ill., 8°, L.50.000

1090Vivaldi. Vero e falso. Problemi di attribuzione, acura di Antonio Fanna e Michel Talbot, Firenze,Olschki, 1992, pp. 190, ill., 8°, L. 38.000

Letteratura - Storia - Società

1091Anfore romane a Padova. Ritrovamenti dalla città,a cura di S. Pesavento Mattioli, Modena, Panini,1992, pp. 250, ill., 8°, L. 50.000

61

Padova, Bibl. Antoniana, Graduale, Ms. XII, f. 62v (sec. XIV)

1092Archeologia e astronomia, Atti del Colloquio Inter-nazionale (Venezia, 3-6 maggio 1989), a cura diManuela Fano Santi, Roma, Bretschneider, 1991,pp. 217-LXIII tav., ill., 4°, L. 460.000

1093Bibliografia veronese (1974-1987), 1: classi 000-999, a cura di Giuseppe Franco Viviani e GiancarloVolpato, supplemento al vol. 165° degli “Atti eMemorie dell’Accademia di Agricoltura Scienze eLettere di Verona”, Fiorini, 1991, pp. 718, 8°, L.150.000

1094BREVINI FRANCO, L’orologio di Noventa. Lingua,dialetto e letteratura, Milano, Guerini e Associati,1991, pp. 184, 8°, L. 28.000

1095CAPONETTO SALVATORE, La Riforma protestantenell’Italia del Cinquecento, Torino, Claudiana, 1992,pp. 526, ill., 8°, L. 54.000

1096CAROTI STEFANO, I codici di Bernardo Campa-gna. Filosofia e medicina alla fine del sec. XIV,Manziana (Roma), Vecchiarelli, 1991, pp. IX-275,ill., 8°, L. 40.000

1097CASELLI LETIZIA , Il monastero di S. Antonio inPolesine. Un approccio storico-artistico in età me-dioevale, Ferrara, Spazio Libri, 1992, pp. 88, ill., 8°,L. 30.000

1098Cittadini e rappresentanza in Europa. I sistemielettorali nelle regioni a nei comuni, Atti del Semi-nario promosso da Consiglio Regionale Veneto -Osservatorio elettorale - Fondazione Corazzin (Ve-nezia, 25-26 novembre 1988), a cura di GianniRicamboni, scritti di A. Agosta, M. Caciagli, A. DiVirgilio, F. Lanchester, M. Morass, P.P.Scaramozzino, J.M. Vallés, Milano, Angeli, 1992,pp. 228, 8°, L. 30.000

1099La terra e le attività agricole, a cura di Manlio Cor-telazzo, scritti di Adriano Alpago-Novello, UldericoBernardi, Evaristo Borsatto, Dino Coltro, CletoCorrain, Elisabetta Guardalben, Carla Marcato,Gianna Marcato, Francesco Selmin, Cinisello Bal-samo (MI), Silvana Editoriale, 1991, pp. 239, ill. 4°,L. 60.000

1100FAVARO ANTONIO, Adversaria Galileiana, SerieI-VII, a cura di Lucia Rossetti e Maria LauraSoppelsa, Trieste, Lint, 1992, rist. anast. dagli “Attie Memorie” dell’Accademia Patavina di ScienzeLettere ed Arti, pp. XXIII-223, 8°, L. 25.000

1101FAVARO ANTONIO, Scampoli Galileiani, voll. 2:Serie I-XII, Serie XIII-XXIV, a cura di Lucia Ros-setti e Maria Laura Soppelsa, Trieste, Lint, 1992,rist. anast. dagli “Atti e Memorie” della AccademiaPatavina di Scienze Lettere ed Arti, pp. XXVIII-801, 8°, L. 70.000

1102FERRARI FRANCESCO, Cipriano Pescosta, Bolo-gna, DSE - Documentazione Scientifica Editrice,1992, pp. 185, ill., 4°, s.i.p.

62

1103FORTI MESSINA ANNALUCIA, Il soldato in ospeda-le. I servizi di sanità dell’esercito italico (1796-1814), Milano, Angeli, 1991, pp. 360, 8°, L. 40.000

1104GEEHANDINGER MARIA ELISABETTA, RepertiPaleoveneti del Museo Civico di Treviso, Roma,Bretschneider, 1992, pp. 126, ill., 4°, L. 120.000

1105I giovani nella società veneta. Indagine sociologicasulla condizione giovanile e costruzione di un pro-getto nell’ambito dei progetti pilota della RegioneVeneto, a cura di Silvano Burgalassi, Milano, Ange-li, 1991, 8°, pp. 453, ill., L. 45.000

1106ISTITUTO DELLE SUORE MAESTRE DI S. DOROTEADI VENEZIA, Atti del 150° anniversario di fondazio-ne dell’Istituto: 1838-1988, Roma, Casa generalizia,1990, pp. VIII-622, 8°, L. 70.000

1107JACOVIELLO MICHELE, Venezia e Napoli nel Quat-trocento. Rapporti tra i due Stati e altri saggi,Napoli, Liguori, 1992, pp. 448, 8°, L. 45.000

Veneto, scritti di Fiorenza Belussi, Karel Williams,Tony Cutler, Jhon Williams, Colin Haslam, AndrewSayer, Paul Hirst, Jonathan Zeitlin, Enzo Rullani,Patrizio Bianchi, Michael Storper, Benett Harrison,Mari Sako, Mariano Sartore, Milano, Angeli, 1992,pp. 416, 8°, L. 65.000

1114PALLA LUCIANA , Fra realtà e mito. La grandeguerra nelle valli ladine, Milano, Angeli, 1991, pp.402, ill., 8°, L. 35.000

1115PALLABAZZER VITO, Paranormale e societàdolomitica. Credenze miti fenomeni strani e mera-vigliosi delle genti ladine,Vigo di Fassa (TN), Istitu-to Culturale Ladino - Calliano (TN), Manfrini, 1992,pp. 228, 8°, L. 25.000

1116PIVA FRANCESCO, Contadini in fabbrica. Il casoMarghera: 1920-1945, Roma, Edizioni Lavoro,1991, pp. 251, 8°, L. 30.000

1117Poesie di Giorgio Baffo patrizio veneziano, a cura diPiero Del Negro, Milano, Mondadori, 1991, pp.452, 16°, L. 16.000

1118POLACCO RENATO, Sculture e tassellatipaleocristiani e altomedievali del Museo Civico diTreviso, Roma, Bretschneider, 1990, pp. 113, ill.,4°, L. 200.000

1119RICALDONE LUISA, Diario di un caro nemico.Guerra, politica e amori di un generale austriaconel Veneto e nel Friuli degli anni 1860, Gorizia,Editrice Goriziana, 1992, pp. 168, ill., 8°, L. 38.000

1120I Riccati e la cultura della Marca nel Settecentoeuropeo, Atti del Convegno Internazionale di Stu-dio (Castelfranco Veneto-TV, 5-6 aprile 1990), acura di Gregorio Piaia e Maria Laura Soppelsa,Firenze, Olschki, 1992, pp. XVI-413, ill., 8°, L.85.000

1121ROBINET ANDRÉ, L’empire Leibnizien. La conquêtede la chaire de mathématiques de l’Université dePadoue, Trieste, Lint, 1991, pp. 280, 8°, L. 60.000

1122ROMANATO GIANPAOLO, Pio X. La vita di PapaSarto, Milano, Rusconi, 1992, pp. 341, 8°, L. 32.000

1123La scienza moderata. Fedele Lampertico e l’Italialiberale, a cura di Renato Camurri, Milano, Angeli,1992, 8°, L. 48.000

1124UNION ACADÉMIQUE INTERNATIONALE, CorpusVasorum Antiquorum. Italia. Adria: Museo Ar-cheologico Nazionale, a cura di Simonetta Bonomi,Roma, L’Erma di Bretschneider, 1991, pp. 64, ill.,4°, L. 220.000

1125Venezia e l’archeologia. Un importante capitolonella storia del gusto dell’antico nella cultura vene-ziana, Atti del Congresso Internazionale (Venezia,Università degli Studi, maggio 1990), suppl. a “Ri-vista di Archeologia”, Roma, Bretscheneider, 1990,pp. 315-LXXXVI tav., ill., 4°, L. 750.000

1108LANARO SARTORI SILVIA, Un’oligarchia urbananel Cinquecento veneto. Istituzioni, economia, so-cietà, Torino, Giappichelli, 1992, pp. XII-304, ill.,8°, L. 38.000

1109La montagna veneta in età contemporanea. Storia eambiente. Uomini e risorse, Convegno di studio(Belluno, 26-27 maggio 1989), a cura di AntonioLazzarini e Ferruccio Vendramini, Roma, Edizionidi Storia e Letteratura, 1991, pp. 404, ill., 8°, L.70.000

1110MARANGON PAOLO, Il sindacato nuovo nelPolesine. Il movimento sociale cattolico e le originidella Cisl a Rovigo (1945-1955), Roma, EdizioniLavoro, 1992, pp. 166, 8°, L. 22.000

1111MASSA EUGENIO, L’Eremo, la Bibbia e il Medioe-vo in umanisti veneti del primo Cinquecento, Napo-li, Liguori, pp. 412, L. 45.000

1112MIOTTO LUIGI, Vocabolario del dialetto veneto-dalmata, Trieste, Lint, 1991, pp. 246, 8°, L. 60.000

1113Nuovi modelli di impresa: gerarchie organizzativee imprese rete, a cura di Fiorenza Belussi e dell’IRES

Padova, Bibl. Antoniana, Ms. 310, f. 2 (sec. XIII)

63

1126ZAMPIERI GIROLAMO, Ceramica greca etrusca eitaliota del Museo Civico di Padova, Roma,Bretschneider, 1991, 2 voll., pp. 225; 389, ill., 4°, L.500.000

Libri illustrati - Turismo

1127Atlante del Garda, 1: Uomini, vicende, paesi, a curadi C.C. Simoni, Brescia, Grafo, 1991, pp. 224, ill.,4°, L. 110.000

1128BUTTURINI GIAN, Venezia, Milano, Tranchida,19912, pp. 90, ill., 4°, L. 60.000

1129CRISPINO PESCIO ENRICA, Il Museo di San Marco,Firenze, Bonechi - Edizioni Il Turismo, 1992, pp.

64, ill., 8°, L. 12.000 (edizione anche in linguafrancese, inglese, spagnola, tedesca)

1130MARTON G. PAOLO - VIVIANI FRANCO, Verona,ediz. inglese, trad. di G. Watson, Fagagna (UD),Magnus, 1992, pp. 296, ill., 4°, L. 140.000

1131Venezia, Novara, De Agostini, 1992, pp. 224, ill.,16°, L. 25.000

1132Venezia. Le isole della laguna, la riviera del Brenta,Milano, Touring Club Italiano, 1992, pp. 174, L.32.000

1133ZORZI ALVISE - MOLTENI ELISABETTA - MARTONG. PAOLO, Venezia nobili dimore, Fagagna (UD),Magnus, 1991, pp. 732, ill., 4°, L. 340.000

Di ciascuna opera si troverà indicato, nell’ordine:– cognome e nome dell’autore;– titolo dell’opera, completo di sottotitolo (in corsivo);– traduttori, curatori prefatori;– luogo di edizione;– editore;– anno di pubblicazione (eventuali ristampe sono state indicate in esponente;

se si tratta di nuove edizioni rivedute o aggiornate si è specificato “nuova ed. riv.o aggiorn.”;

– formato (si ricorda che i formati indicati corrispondono alle seguenti altezeespresse in centimetri: da 10 a 15 = 24°; da 15 a 20 = 16°, da 20 a 28 = 8°, da28 a 38 = 4°, oltre 38 = in f.);

– numero dei volumi (abbreviato “voll.”);– numero delle pagine (abbreviato “pp.”)– illustrazioni (abbreviate “ill.”; come tali si sono considerate insieme

fotografie, disegni, tavole)– prezo di copertina (dove non indicato è stato scritto senza indicazioni

prezzo, in sigla s.i.p.).Se si tratta di ristampa anastatica si è indicato, dopo l’anno di pubblicazione,

“rist. anast.” con eventuale luogo e anno di pubblicazione (ad esempio, “rist.anast. Venezia, 1630”).

Per gli atti dei convegni e i cataloghi delle mostre si è indicato, dove possibile,

subito dopo il titolo anche il luogo e la data in cui si sono svolti e gli eventualienti organizzatori.

Se i volumi di cui si compone un’opera portano titoli specifici si è indicato,nell’ordine: titolo generale dell’opera in corsivo, numero del volume in tondo,titolo del volume in corsivo.

All’interno di ciascuna disciplina le opere sono disposte in un unico ordinealfabetico di autore e titolo. Si ricorda che nell’ordine alfabetico dei titoli nonsi tiene conto degli articoli determinativi e indeterminativi iniziali.

Si è ritenuto opportuno numerare progressivamente tutte le opere elencateper facilitare eventuali riferimenti da parte del lettore.

Le opere d’interesse veneto, pubblicate nel Veneto, sono state segnalate da unasterisco accanto al numero progressivo.

Nella presente Rassegna è stata principalmente presa in considerazione laproduzione libraria veneta relativa al periodo marzo 1992 - ottobre 1992; sisono inoltre segnalati quei volumi pubblicati nei mesi precedenti che non eranostati indicati nella “Rassegna bibliografica” apparsa sul n. 10 del “Notiziariobibliografico”.

Si ricorda che l’informazione bibliografica è generale e non specialistica:riguarda, cioè, la produzione libraria veneta nel suo insieme.

Lo scopo è di raccogliere tutti gli scritti a stampa, qualunque sia il loro valorescientifico, ad eccezione delle pubblicazioni periodiche, degli estratti, degliopuscoli e delle pubblicazioni non convenzionate quali ciclostile, dispense ecc.

Venezia, Museo Correr, Ms. V, 131, f. 1r (sec. XIV)

Criteri di citazione della rassegna bibliografica