NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa...

13
NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 1 NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia Anno XXII - n. 64 Aprile - Giugno 2014 LA SPETTACOLARE AURORA BOREALE DEL 27 FEBBRAIO L’evento astronomico che forse ha più caratterizzato il primo trimestre di quest’anno è stato laurora boreale della notte del 27 febbraio, attirando l’attenzione dei media. In internet sono infatti disponibili foto spettacolari e per questo abbiamo deciso di dedicare una parte del Notiziario proprio alla spiegazione di questo spettacolare fenomeno, difficilmente visibile alle nostre latitudini anche per la presenza di un devastante inquinamento luminoso. In questo numero LE AURORE BOREALI 2 ASTRONOMIA NELLA CINA ANTICA 5 IL CIELO D’ESTATE SOPRA L’ALBUM E SOPRA DI NOI 6 EMANUELE VITALE ED EPISODI DI ASTRONOMIA NELLA PORDENONE DI FINE 800 (Terza parte) 10 Foto tratta da http://www.buzzland.it/

Transcript of NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa...

Page 1: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 1

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia

Anno XXII - n. 64 Aprile - Giugno 2014

LA SPETTACOLARE AURORA BOREALE DEL 27 FEBBRAIO

L’evento astronomico che forse ha più caratterizzato il primo trimestre di quest’anno è stato l’aurora boreale della

notte del 27 febbraio, attirando l’attenzione dei media. In internet sono infatti disponibili foto spettacolari e per questo

abbiamo deciso di dedicare una parte del Notiziario proprio alla spiegazione di questo spettacolare fenomeno,

difficilmente visibile alle nostre latitudini anche per la presenza di un devastante inquinamento luminoso.

In questo numero

LE AURORE BOREALI 2 ASTRONOMIA NELLA CINA ANTICA 5 IL CIELO D’ESTATE SOPRA L’ALBUM E SOPRA DI NOI 6 EMANUELE VITALE ED EPISODI DI ASTRONOMIA NELLA PORDENONE DI FINE 800 (Terza parte)

10

Foto

tra

tta

da

htt

p:/

/ww

w.b

uzz

lan

d.it

/

Page 2: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 2

LE AURORE BOREALI Stefano Zanut ([email protected]) L’aurora polare, a volte identificata come

aurora boreale o australe in funzione

dell’emisfero in cui si manifesta, è un

fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre che

si manifesta prevalentemente con bande

luminose di colore rosso-verde-azzurro, dette

anche archi aurorali, e un’ampia gamma di

forme che mutano rapidamente nel tempo e

nello spazio.

Per comprenderne l’origine bisogna portarsi a

circa 150 milioni di chilometri dalla Terra,

ossia sul Sole, dove la comparsa di un grande

gruppo di macchie solari è la prima avvisaglia

dell’intensa attività espulsiva di massa

coronale. Le particelle emesse viaggiano così

nello spazio formano il cosiddetto vento

solare, un plasma molto tenue composto al

95%, in proporzione uguale, di protoni ed

elettroni, e il 5% di particelle alfa, ossia nuclei

di elio, con tracce di elementi più pesanti, a

velocità comprese tra i 400 e gli 800 km/s,

raggiungendo la terra dopo circa 50 minuti

per interagire con il suo campo magnetico. In

prima approssimazione queste particelle

“scivolano” lungo il bordo esterno della

magnetosfera, la cosiddetta magnetopausa,

passando oltre la Terra. Per processo noto

come riconnessione magnetica, il plasma del

vento solare può penetrare la magnetosfera

per interagire con la sottostante ionosfera

terrestre, tra 60 e 450 km di altitudine, dando

luogo al fenomeno delle aurore.

Entrando più nello specifico, le particelle del

vento solare possono eccitare gli atomi della

ionosfera tramite collisioni con gli elettroni di

valenza dell’atomo neutro, che dopo un

intervallo di tempo caratteristico ritornano al

loro stato iniziale, emettendo fotoni secondo

un processo simile a quello che si verifica in

una lampada al neon. A questo punto i colori

dell’aurora dipenderanno da quali sono gas

presenti nell’atmosfera, dal loro stato elettrico

e dall’energia delle particelle che li

colpiscono: l’ossigeno atomico sarà quindi

responsabile del colore verde (lunghezza

d’onda 557,7 nm), l’ossigeno molecolare del

rosso (630 nm) e l’azoto dell’azzurro.

I fenomeni appena descritti si manifestano

quindi ai nostri occhi con archi e brillanti

raggi di luce che iniziano intorno a 100 km di

altitudine sulla superficie terrestre e si

estendono per centinaia di chilometri verso

l’alto lungo il campo magnetico. Pur

estendendosi da orizzonte a orizzonte tali

archi possono essere molto sottili, anche solo

100 metri, e rimanere immobili per poi, come

per incanto, iniziare a muoversi e torcersi.

A causa della geometria del campo magnetico

terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette

fasce attorno ai poli magnetici della Terra,

dette ovali aurorali, ma talvolta possono

diventare visibili anche in zone più distanti e

latitudini più basse, fino alla nostra penisola.

Se è vero che le aurore boreali si possono a

volte manifestare anche a latitudini basse,

diventando visibili anche dall’Italia, è

altrettanto vero che un evento così

evanescente potrebbe essere compromesso

dall’inquinamento atmosferico e luminoso.

Tra il 2000 e 2001, in occasione di una fase di

massima del ciclo undecennale di attività del

Sole, ben 4 aurore boreali furono osservate da

Varese, le cui descrizioni sono disponibili

nella pagina web dell’Osservatorio

Astronomico “G. V. Schiaparelli”

(www.astrogeo.va.it).

Foto dell’aurora boreale apparsa la notte tra il 15 e 16 luglio 2000 (tratta da www.astrogeo.va.it)

Page 3: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 3

Ecco come la descrive Andrea Aletti nel sito

di Astrogeo: “Nella notte tra il 15 e il 16

luglio 2000 tra le 0.30 e le 0.40 ora italiana

nei dintorni di Macugnaga (VB), più

precisamente in una valle alpina dominata

dal suggestivo “Lago delle Fate” a 1304 m

s.l.m., sono stato testimone di un raro

fenomeno di Aurora boreale visibile dalle

nostre latitudini. Una banda diffusa rosso

porpora ha tinto una zona di cielo ampia non

più di 3°x 10° nei pressi della testa dell'Orsa

Maggiore, assumendo una brillanza superiore

alla parte più intensa della Via Lattea. Il

fenomeno ha avuto una durata di 10 minuti

anche a causa della progressiva copertura

del cielo che al momento culminante era di

4/8. L’ostruzione dell’orizzonte era di circa

25° tra SE e NE e diminuiva a circa 15° a Est.

La luna era piena e, sebbene ancora nascosta

dalle imponenti cime, la sua altezza di 20°

sull'orizzonte accendeva di un bianco

cangiante le nubi.

La fotografia in alto è stata ripresa alle ore

0.30 locali del 16 luglio, con camera Canon

A1, obiettivo 28mm f/4 e posa di 1 minuto con

pellicola Kodak E100S tirata a 200 ISO.

La magnitudine limite visibile al momento

dell'osservazione nei pressi dell'Orsa

Maggiore era pari alla quinta. Con il passare

dei minuti tale banda si è gradatamente

attenuata fino a confondersi col chiarore del

fondo cielo.”

Foto dell’aurora boreale del 20/11/2003 dal rif. Scoiattoli, 2.200 m di altezza (http://www.cortinastelle.it/aurora20112003.htm).

Riproduzione della visione satellitare dell'area potenzialmente interessata dall'aurora boreale del 20 novembre (http://www.spacew.com/)

Ma la descrizione di eventi simili si può

trovare anche tra le cronache del XX secolo.

Cercando nell’archivio storico del quotidiano

LA STAMPA (www.lastampa.it/archivio-

storico/), dove sono disponibili copie

digitalizzate dal 1867 al 2005 di tutte le

pagine del giornale. Vi garantisco che provare

a legge quegli articoli, alcuni anche corredati

da foto b/n, è un’esperienza fantastica e aiuta

anche a capire come le conoscenze in questo

campo si sono evolute nel tempo, ma anche

come si è modificata questa nostra società.

Dell’aurora boreale vista il 25 gennaio 1938

vi sono anche cronache da varie città d’Italia,

tra cui anche Venezia: “Questa sera alle ore

21 nel cielo vi è stata l’improvvisa

apparizione, in direzione nord-nord-est, di

una larga zona luminosa, mobile, di color

carmino, che ha prodotto un effetto

meraviglioso tra l’azzurro stellato e appena

velato da una leggera nebbia. La visione è

durata un quarto d’ora, ed è scomparsa

lentamente.

Il comm. Malignani di Udine, appassionato di

astronomia e meteorologia, il quale lo ha

ammirato in tutte le sue fasi dal suo

osservatorio lo ha definito un «riverbero di

aurora boreale, della natura stessa di quello

che circa sessant’anni fa fu osservato a

Udine»”

Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA (www.archiviolastampa.it) la cronaca di un’aurora boreale del 1938.

Page 4: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 4

Eventi del genere non sono sfuggiti nemmeno

dalle attenzioni dei pordenonesi di fine 800,

così come testimonia l’articolo tratto dal

settimanale IL TAGLIAMENTO del 9

febbraio 1884, che riporta la lettera di “uno

studioso” non meglio identificato. A

prescindere dalle sue argomentazioni, si

percepisce l’interesse per il fenomeno: “Un

fenomeno che non è un fenomeno. Sui

rossori crepuscolari che abbiamo per molto

tempo ammirato, riceviamo da uno studioso

che vive nella solitudine la seguente

spiegazione […].

Si è disputato di molto in questi di sopra quel

meraviglioso fenomeno che accompagna il

sole nel suo sorgere e nel suo tramonto,

mandando quel rossoreggiante chiarore che

da lungo volgere di anni forse non si è veduto

l’eguale”. La lettera prosegue poi con

considerazioni di ordine meteorologico per

concludere nel seguente modo: “Alcuno potrà

obiettarmi che un tale fenomeno non si è mai

visto, ed io risponderò a mia volta che non si

sono veduti del pari un autunno e un inverno

si belli e ridenti come il passato ed il

presente”.

Infine una curiosità: il 6 ottobre 2013 la foto

di un’aurora boreale ripresa Luca Parmitano

dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è

stata riproposta da molte testate giornalistiche

con il titolo datogli da lui stesso: “City lights

and Auroras”, dove una scintillante aurora

verde sovrastava le luci del Canada. Si pensi

che a sole 16 ore dalla sua pubblicazione sulla

pagina di Facebook dell’astronauta italiano

(potenza dei network!), il post poteva contare

più di 12.000 “like” e di 750 “retweet” su

Twitter.

“City lights and Auroras”: foto tratta dalla pagina facebook di Luca Parmisano del giorno 6 ottobre 2013

Page 5: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 5

ASTRONOMIA NELLA CINA ANTICA Giampaolo Carrozzi ([email protected])

È ben noto l’apporto che i cinesi apportarono

nel campo dell’astronomia nel corso dei

secoli cosiddetti «bui» del basso medioevo.

Basta ricordare le cronache che ci

tramandarono notizie relative alla super nova

apparsa il 4 luglio del 1054 e che poi venne

battezzata da Charles Messier nel 1074 come

M1 - oggi indicata anche come «crab nebula»

o «nebulosa del granchio».

Ma scorrendo le pagine di un classico testo

storico-militare il «SUN TZU o Sunzi o L’arte

della guerra» mi sono imbattuto in un

passaggio di estremo interesse astronomico.

Questa è un’opera che, pur trattandosi di un

manuale per eccellenza di strategia militare,

spazia su aspetti storico - geografici riferiti

alla storia più antica della Cina.

Ricordo, per inciso, che questo testo, noto

anche come Sunzi («Maestro di Sun») è il

risultato dell’accumulo di diversi materiali

risalenti alla tradizione degli strateghi militari

dello stato di Qi (V- IV sec. a.C.). Lo Stato di

Qi era uno dei maggiori stati costieri

dell’antica Cina che occupava tutta la penisola

dello Shandong e la parte sud orientale

dell’odierna provincia dello Hebei.

Il capitolo XII, dove tratta degli attacchi

incendiari tra l’altro cita:

«Vi sono stagioni appropriate per appiccare il

fuoco e giorni altrettanto appropriati perché le

fiamme divampino. Le stagioni appropriate

sono quelle in cui il clima è secco; i giorno

appropriati quelli in cui la luna transita

attraverso le costellazioni del «Setaccio», del

«Muro», delle «Ali», e dell’«Assale

posteriore» (*).

Di norma, il vento soffia con vigore proprio

durante i giorni in cui la luna staziona in

queste quattro costellazioni:

- La costellazione ji «Setaccio per spulare il

grano» è la settima delle 28 case

astrologiche lunari (ershiba xiu) in cui era

divisa la volta celeste e corrisponde a

Sagittarii.

- La costellazione bi ( Pegasi), ovvero il

cosiddetto «Muro dell’Est», coincide con

la quattordicesima casa astrologica.

- La costellazione yi «Ali» ( Crateris) è la

ventisettesima casa astrologica.

- La costellazione zben «Assale posteriore»

(Corvi) è la ventottesima casa astrologica.

A conferma di quanto sopra venne rinvenuta

una rappresentazione della volta celeste,

pittura bianca su sfondo scuro, nel soffitto

della tomba di Fenghui, distretto di Binxian

(Shaanxi) appartenente al X secolo.

Fenghui morì nel 952 alla fine di uno

straordinario percorso di ascesa sociale. Le

prime tombe dal soffitto decorato come la

volta celeste risalgono all’epoca Han, che

governò la Cina dal 206 a.C. al 220. Questa

tradizione si è mantenuta attraverso i secoli,

probabilmente perché la posizione del defunto

era un elemento importante per il suo riposo

eterno.

Penisola dello Shandong Provincia dello Hebei

Page 6: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 6

Nell’immagine riprodotta si possono

individuare diverse costellazioni, la Via

Lattea al centro, e la Luna, riconoscibile per la

presenza della pianta di cannella e della lepre

che con un pastello prepara l’elisir della

immortalità (nel cerchi bianco).

* Per una dettagliata trattazione delle teorie

astronomiche nella Cina tradizionale cfr. NEEDHAM

1959, da: Sen Tzu - L’arte della guerra - Giulio Einaudi

editore.

IL CIELO D’ESTATE DENTRO L’ALBUM E SOPRA DI NOI Renato Dicati

Ci è stato segnalato un interessante articolo pubblicato sul numero di luglio 2013 della rivista IL

COLLEZIONISTA, mensile di filatelia e filografia, in cui viene trattato il tema di come le principali

costellazioni sono state rappresentate sui francobolli. Così abbiamo pensato di far cosa gradita

riproducendola in questo numero del Notiziario. L’autore è Renato Dicati, astrofisico e divulgatore

scientifico.

Fin dai tempi antichi una galleria di

personaggi si rincorre senza sosta nel cielo

[1], come sul foglietto emesso da Niue nel

1986, che illustra specularmente una parte

dell’affresco che adorna il soffitto di una

stanza della Villa Farnese di Caprarola, in

provincia di Viterbo. Ecco Ercole, l’eroe

immortale, che avvolto in una pelle di leone si

lancia con la dava, scuotendo nella mano

sinistra l’orribile Idra dalle nove teste. Più in

basso il cacciatore Orione seguito dai suoi

Cani fedeli affronta il Toro che gli si fa

incontro minaccioso. Nel cielo boreale,

Perseo, il vincitore della Medusa, corre in

aiuto della giovane Andromeda che,

incatenata a una rupe, è già destinata a

diventare preda di Cetus, il mostro marino;

ma l’eroe libera la fanciulla e ne fa la sua

sposa. Vicino a lei stanno il padre, il re Cefeo

e la madre, la vanitosa Cassiopea, intenta a

curare la sua bellezza, mentre più lontano

spicca il volo il cavallo alato Pegaso. Ancora

più in alto il bovaro Boote conduce le due

Orse attorno al polo celeste.

Queste storie, insieme ad altre, sono

raccontate dai raggruppamenti stellari che gli

astronomi chiamano costellazioni.

Le costellazioni non sono un prodotto della

natura, ma soltanto invenzioni della fantasia

dell’uomo, che ha suddiviso la sfera celeste

allo scopo di mappare e riconoscere le stelle.

Le prime costellazioni definite con precisione

si devono ai sacerdoti-astronomi della civiltà

babilonese, che divisero la fascia del cielo in

cui si muovono il Sole, la Luna e i pianeti in

dodici figure o segni: lo zodiaco - il nome di

derivazione greca significa “cerchio degli

animali” - [2] (come rappresentato dal

foglietto emesso da Israele nel 1957, che

illustra il mosaico pavimentale della sinagoga

di Beth Alpha). Ma si deve soprattutto ai

Greci la definizione delle altre numerose

costellazioni legate a tanti miti e leggende, i

cui primi cenni si trovano già nei poemi

omerici. Nel II secolo d.C. l’astronomo

Tolomeo classificò le stelle visibili a occhio

nudo definendo quarantotto costellazioni. Nei

secoli successivi ne verranno aggiunte altre,

soprattutto tenendo conto delle nuove stelle

scoperte nel cielo meridionale dai navigatori

del Quattrocento e Cinquecento. Oggi le

costellazioni usate dagli astronomi sono

ottantotto. A parte quelle circumpolari, come

l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, il Dragone,

non sono sempre visibili; alcune si vedono

solo dall’emisfero australe, le altre si

succedono nel cielo secondo ritmi definiti.

D’estate, ad esempio, dal nostro emisfero si

Page 7: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 7

possono osservare la Lira, l’Aquila, il Cigno,

Ercole, lo Scorpione, il Sagittario, mentre

d’inverno sono visibili Orione, il Toro, i

Gemelli, il Cancro, il Leone.

Come riconoscere tutte queste figure,

memorizzare i loro nomi e orientarsi nel

cielo?

Nelle serene notti d’estate basta guardare

verso l’alto per scorgere tre stelle molto

luminose, disposte in modo da formare una

figura geometrica piuttosto regolare, il

cosiddetto triangolo estivo [3]. Si tratta di

Vega, Deneb e Altair, gli astri più luminosi

delle costellazioni della Lira, del Cigno e

dell’Aquila [4-6], tre stelle molto utili per

l’orientamento. Se si immagina di prolungare

verso sud la linea formata da Vega e Altair, si

incontra la costellazione zodiacale del

Capricorno [7]; verso nord la croce formata

dal Cigno punta verso Cassiopea,

costellazione molto facile da individuare

perché la sua forma è quella di una grande w

aperta e le stelle che la disegnano sono tutte

luminose [8]. Nei pressi di Cassiopea si

possono riconoscere Andromeda [9] e Perseo

[10]. Sotto Andromeda non si può non vedere

il grande quadrato di Pegaso [11] che forma la

parte centrale della costellazione del cavallo

alato. Spostandosi un po’ a sinistra di Altair,

nel triangolo estivo, si può scorgere una

costellazione piccola, molto bella: la sua

forma ricorda quella di un pesce, ma si tratta

del Delfino, un gioiello del cielo d’estate [12].

Subito a destra della piccola Lira e della sua

brillantissima stella (sempre nel triangolo

estivo), brilla invece la grande costellazione

di Ercole [13]. Guardando verso sud,

soprattutto dalle regioni più meridionali e con

orizzonte sgombro, si può ammirare lo

Scorpione, magnifica costellazione dello

zodiaco la cui forma richiama il temibile ani-

male; la stella principale si chiama Antares,

perché il suo colore rosso la fa rivaleggiare

con il pianeta Marte (anti Ares); la seconda,

che si trova all’estremità opposta della

costellazione, è Shaula che in lingua araba

significa “la coda” [14]. Spostandosi più a

est, si può scorge-re il Sagittario, che nei

paesi anglo-sassoni è chiamata anche “cup of

tea” o “tea pot”, perché la struttura formata

dalle sue stelle più luminose ricorda anche

una teiera [15]. Verso Ovest, ma solo nelle

prime ore della notte, brilla la bella stella

Spica, la spiga di grano tenuta nella mano

sinistra dalla Vergine [16].

Chiudendo l’esplorazione verso nord, si può

individuare la Stella polare, la più nota

dell’Orsa Minore, e Arturo, la brillante stella

di Boote [17]. La Polare non è molto

luminosa ed è visibile solo con un cielo

sufficientemente buio.

Facilmente individuabile invece la vistosa

Orso Maggiore: è chiamata anche Gran Carro

e consiste di sette stelle molto luminose, che

formano la figura di un carro con un timone

ricurvo [18]. La Stella polare si trova

sull’allineamento delle ultime due stelle

esterne, a cinque volte la distanza fra queste;

il modo per rintracciarla è illustrato da diversi

francobolli, tra cui i due classici di posta aerea

emessi nel 1933 dalla colonia italiana della

Cirenaica [19]. Orsa Maggiore e Orsa Minore

sono separate dalla costella-zione del Dragone

e sovrastate da quella della Lince [20].

Per individuare Arturo si prolunga invece il

timone del Carro: a una distanza circa doppia

si trova la stella di un bel colore rosso-

arancione [21]. A sinistra di Arturo si nota

una coroncina di stelle: è la costellazione

della Corona boreale, il cui astro più luminoso

si chiama Gemma [22].

Il consiglio ora è di sollevare lo sguardo verso

il cielo: i francobolli dell’album faranno da

guida.

Di emissioni filateliche dedicate alle

costellazioni e alle stelle se ne con-tano... un

firmamento, ma per costruire un atlante

filatelico del cielo possono bastare poche

centinaia di euro. I valori più cari sono

costituiti dai foglietti di Paraguay o Bolivia

che riproducono il cielo disegnato nel 1515

dal pittore tedesco Albrecht Durer [23].

Anche questi però non superano alcune decine

di euro.

Page 8: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 8

Page 9: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 9

Page 10: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 10

EMANUELE VITALE ED EPISODI DI ASTRONOMIA NELLA PORDENONE DI FINE 800 (Terza parte) Stefano Zanut ([email protected])) Quando il professor Vitale assume la

direzione delle Scuole Tecniche Comunali,

diventa contemporaneamente anche il

Direttore dell’Osservatorio Meteorologico di

Pordenone, collocato sulla copertura di

quell’edificio che ora ospita la Biblioteca

Civica di Pordenone.

A 10 anni dalla sua attivazione la struttura era

ormai ben avviata vantando collaborazioni

con il Ministero di Agricoltura e Commercio

e con il “Bullettino dell’Osservatorio del Real

Collegio Carlo Alberto di Moncalieri”, che ne

pubblicavano le osservazioni. L’osservatorio

era inoltre presente nell’elenco delle “stazioni

meteoriche italiane” pubblicato sulla prima

edizione del “Calendario dell’Osservatorio

dell’Ufficio Centrale di Meteorologia al

Collegio Romano”, del 1880.

Le attività svolte erano quelle di un ordinario

Osservatorio Meteorologico e con maggior

puntualità sono ben descritte nell’ambito di

una pubblicazione dal titolo “L’osservatorio

meteorologico di Pordenone”, scritta proprio

dal Vitale e pubblicata a Pordenone nel 1884

per essere presentata in occasione

dell’Esposizione Generale di Torino dello

stesso anno.

Eccone un estratto: “[…] attualmente gli

strumenti di quest’osservatorio si trovano in

parte sulla terrazza, in parte nella stanza

sottoposta; di questi ultimi però ve ne sono

alcuni esposti fuori dalle finestre meteoriche.

Sulla terrazza abbiamo l’evaporamento, il

pluviometro e l’apparato ricettore

dell’anemometro, cioè la banderuola ed il

mulinello Robinson. […] La stanza sottoposta

alla terrazza e ampia, bene arieggiata ed

illuminata. Servendo ad uso di gabinetto di

fisica, non è abitata, ne la riscalda mai. Ha

cinque finestre, due delle quali quasi

esattamente a tramontana, e queste sono le

finestre meteoriche, che si vedono

distintamente nell’annessa vigneta RR. Tal

finestre prospettano verso un gran piazzale,

perciò gli apparati contenutovi non sono

soggetti all’azione dei raggi riflessi. […]

Nell’interno della stanza, poco lontano dalla

finestra destinata al psicrometro è disposto

un Igrometro di Sausurre. Esso serve

principalmente a fornire un indizio

approssimativo della quantità di umidità

dell’aria; da siffatto indizio prende norma

l’osservazione a fin di determinare quanto

tempo debba far trascorrere prima di

ritornare al psicrometro per leggere le

Page 11: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 11

indicazioni dei termometri. […] Accano

all’igrometro v’è il Barometro. Pende dal

muro esposto a levante, e si trova in tale

condizione da non essere mai percorso dai

raggi del sole. […] Finalmente contro la

parete opposta alle finestre meteorica è fissa

solidamente una robusta mensola, e su questa

è appoggiato l’apparato registratore

dell’anemometro. Di regola esso registra

egregiamente la direzione e la velocità del

vento”.

A quei tempi gli studi di meteorologia

venivano prevalentemente svolti negli

osservatori astronomici e le misure di

temperatura, pressione e velocità del vento

erano funzionali a determinare gli effetti sulla

rifrazione atmosferica, per determinare nel

modo più corretto possibile le coordinate

degli astri. Per gli astronomi, quindi, la

meteorologia interessava essenzialmente per

le possibili applicazioni ai loro studi, per cui

si limitavano alle sole osservazioni di

pertinenza, valutando la scienza dei fenomeni

atmosferici come una disciplina collaterale, o

di supporto, alla propria. Non stupisce quindi

la presenza e le firme di astronomi importanti

tra gli atti di questo osservatorio, così come

già raccontato nel numero 51 del Notiziario

(http://www.apaweb.it/Archivio/NOT_51.pdf)

Anche il nostro Vitale era impegnato in tali

rilevamenti seguendo le direttive fornite

dall’Ufficio Centrale di Meteorologia, nel cui

ambito veniva posta particolare attenzione al

rilievo delle formazioni temporalesche.

Tra le sue osservazioni se ne riscontra una che

deve aver destato molta apprensione tra gli

abitanti di Pordenone, visto che venne

proposta come atto cronaca sulle pagine del

settimanale IL TAGLIAMENTO del 1884:

«Alle 4 3/4 pomeridiane del giorno 26,

mentre le strade principali erano ancora

gremite di gente accorsa a vedere la

mascherata, alcuni lampi e tuoni ed un po’ di

pioggia hanno annunziato il temporale. Alle

5, nel centro della città, è scoppiato un

fulmine, che ha riempito gli animi di terrore,

ed ha prodotto i più strani fenomeni

meccanici e fisiologici. Su questi ultimi ci

permettiamo di richiamare l’attenzione delle

persone della scienza. Nessuna disgrazia

però: un po’ di danno ebbe a soffrire la casa

del sig. Bonin e l’attigua del sig. Del Negro.

Questi fabbricati non sono muniti di

parafulmine. In un granaio del sig. Bonin vi

era una massa di ferro, di parecchi quintali,

in verghe, spranghe, catene ed attrezzi rurali.

Le verghe erano poggiate sopra un cantonale,

pieno anch’esso di rottami di ferro. Nella

finestra dirimpetto al cantonale si è trovato

un vetro con foro circolare, e due altri fori in

uno dei muri contro il quale poggiava il

cantonale, l’uno al livello del pavimento,

l’altro all’altezza raggiunta dall’ estremità

delle spranghe. Sembra che il fulmine,

attratto dalla massa metallica, sia entrato per

la finestra, e che al cantonale si sia diviso in

due. Le due scintille attraversando il muro

sono passate nella casa del Del Negro dove

hanno fatto giri e rigiri impossibili da

descriversi, ed hanno prodotto i noti effetti

meccanici; molti vetri delle finestre con fori

circolari, oggetti poco conduttori trasportati

a distanza, camino e grondaie rovinate; la

cucina messa a soqquadro, la pila

dell’acquaiolo ridotta in frantumi.

Nessun caso di fusione di metalli. Forte odore

di ozono, sia nella casa colpita sia nei

dintorni.

Stranissimi sono stati gli effetti del

contraccolpo nelle persone che si trovavano

vicine alla casa, e in altre anche molto

lontane. Di queste ultime chi ha provato una

scossa parziale nella testa, chi in un braccio o

in una gamba, durando la paralisi in taluno

parecchie ore.

Una fila di donne, che camminava sotto i

portici vicini alla casa, è stata violentemente

buttata giù. Due signori che andavano dietro

le donne, dandosi il braccio, hanno provato

una scossa strana. L’uno ha sentito la

commozione nell’arto inferiore destro, e

senz’altra sensazione ha trovato una

scollatura nella regione tenace della mano

sinistra, l’altro invece una scossa nell’ arto

inferiore sinistro, e nel bicipite destro ha

riportata un’intensa piaga della grandezza di

un soldo.

Le più strane ipotesi si vanno facendo per

spiegare questi e tanti altri falli caratteristici,

ma quale sarà il vero?».

Page 12: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 12

Le modalità per osservare un temporale pubblicate nel 1891 secondo le indicazioni del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica

Sarà sempre il Vitali a riproporre questo

episodio nell’ambito della pubblicazione

proposta a Torino, questa volta con sfumature

diverse rispetto alla precedente descrizione,

per scoprire che ne fu anche vittima all’atto di

predisporre la strumentazione della specola

per osservare il temporale in arrivo. Ecco il

suo racconto: «Fra i diversi temporali

osservati quest’anno, merita speciale

menzione quello del 26 febbraio per la copia

straordinaria di elettricità e per gli strani

effetti meccanici, chimici e fisiologici prodotti

da un fulmine, che scoppiò nel centro

dell’abitato, riempiendo di terrore gli animi

delle persone che in quel momento si

accavalcavano sulle strade in causa delle

feste carnevalesche. Ne feci in fretta un po’ di

relazione, la pubblicai nel Tagliamento, e la

vidi riprodotta dalla Natura e da molti

giornali politici. Quella relazione fu però

assai incompleta e insufficiente a dare

un’idea esatta della imponente meteora.

Veramente poco avrei potuto aggiungere di

mia particolare conoscenza, perché ai primi

indizi dell’approssimarsi di un temporale

importante corsi sulla specola; ma mentre

osservava lo spaventevole aspetto del cielo,

mi sentii come schiantare il cervello, udii un

colpo forte, secco, e per un pezzo non vidi, né

udii altro, essendo rimasto come sbalordito.

Ripresi l’uso dei sensi soltanto dopo una

buona mezz’ora, ed allora soltanto potei

cominciare ad assumere quelle informazioni,

che completai nei giorni seguenti, anche colla

visita dei locali colpiti, e come mi fornirono

la materia per la breve relazione».

Page 13: NOTIZIARIO - apaweb.it · aurora boreale, della natura stessa di quello che circa sessant’anni fa fu osservato a Udine» Dall’Archivio Storico del Quotidiano LA STAMPA () la cronaca

NOTIZIARIO dell’Associazione Pordenonese di Astronomia 13

ASSOCIAZIONE PORDENONESE DI ASTRONOMIA Casella postale n. 2 33086 MONTEREALE VALCELLINA www.apaweb.it

IL DIRETTIVO DELL’ASSOCIAZIONE PER IL BIENNIO 2012 - 2014

1. PRESIDENTE: Giampaolo Carrozzi

2. VICE PRESIDENTE: Stefano Zanut

3. SEGRETARIO E RESPONSABILE OSSERVATORIO: Dino Abate

4. MEMBRI:

- Andrea Berzuini

- Luigi De Giusti

- Antonio Frisina

- Vanzella Piermilo

LO SCOPO DEL NOSTRO NOTIZIARIO

Nel corso della storia dell’umanità, la ricerca e il desiderio di sapere hanno

condotto, attraverso varie strade, l’uomo a conoscere sempre meglio la natura

nelle sue molteplici espressioni.

L’ASTRONOMIA, intesa come studio dell’Universo che ci circonda, si può

considerare una delle più affascinanti e coinvolgenti. Per mezzo di questo

NOTIZIARIO l’A.P.A. si propone di estendere le conoscenze di questa

affascinante scienza ai soci e simpatizzanti.

Hanno collaborata alla realizzazione di questo numero:

- Giampaolo Carrozzi

- Luigi De Giusti

- Stefano Zanut