NOTER AN VA A L’ATALANTA · 2019. 10. 4. · PENSIERO STUPENDO LA STORIA SIAMO NOI di Raffaello...

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NOTER AN VA A L’ATALANTA ATALANTA All. Gasperini GOLLINI TOLOI DJIMSITI MASIELLO HATEBOER FREULER PASALIC GOSENS GOMEZ ILICIC ZAPATA LECCE All. Liverani GABRIEL RISPOLI LUCIONI ROSSETTINI CALDERONI MAJER PETRICCIONE TABANELLI MANCOSU FALCO BABACAR PROBABILI FORMAZIONI FORMAZIONI TIPO 37 Anno 37 , n. 3 del 06/10/2019 - Periodico quindicinale - Prezzo di copertina euro 0,52 - Direttore: Massimiliano Pezzoni - Editore: Claudio Pezzoni - Iscr. ROC n. 4022 - Grafica e stampa: Studio Lito Clap s.a.s. - Immagini: Donatella Moroni Reg. trib. di Bergamo n° 3 del 21/1/1984 Direzione e Redazione: Via Carnovali, 31 - 24126 Bergamo Tel. 035.317.404 - Fax 035.317.550 - email: [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 DCB - Bergamo Questo periodico è associato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia PERIODICO DI SPORT, COSTUME E TEMPO LIBERO ANNI INSIEME ALLO STADIO MITICO BRUMANA, AVVENIRISTICO GEWISS FINALMENTE A CASA Secondo il Direttore operativo dell’Atalanta, Roberto Spagnolo, “I tifosi si meritano il nuovo impianto per l’attaccamento che hanno sempre dimostrato alla squadra. Teniamo i piedi ben saldati a terra, ma con la consapevolezza che siamo arrivati a determinati livelli ed è bello rimanerci” G. LAZZARI - PAGINA 12 MARCO BUCARELLI - PAGINA 10

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  • NOTER AN VA A L’ATALANTA

    ATALANTAAll. Gasperini

    GOLLINITOLOI

    DJIMSITIMASIELLOHATEBOERFREULERPASALICGOSENSGOMEZILICIC

    ZAPATA

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    Anno 37, n. 3 del 06/10/2019 - Periodico quindicinale - Prezzo di copertina euro 0,52 - Direttore: Massimiliano Pezzoni - Editore: Claudio Pezzoni - Iscr. ROC n. 4022 - Grafica e stampa: Studio Lito Clap s.a.s. - Immagini: Donatella Moroni Reg. trib. di Bergamo n° 3 del 21/1/1984 Direzione e Redazione: Via Carnovali, 31 - 24126 Bergamo Tel. 035.317.404 - Fax 035.317.550 - email: [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1 DCB - Bergamo Questo periodico è associato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia

    PERIODICO DI SPORT, COSTUME E TEMPO LIBEROANNI INSIEME ALLO STADIO

    MITICO BRUMANA, AVVENIRISTICO GEWISS

    FINALMENTE A CASA

    Secondo il Direttore operativo dell’Atalanta, Roberto Spagnolo, “I tifosi si meritano il nuovo

    impianto per l’attaccamento che hanno sempre dimostrato alla squadra. Teniamo i piedi ben saldati

    a terra, ma con la consapevolezza che siamo arrivati a determinati livelli ed è bello rimanerci”

    G. LAZZARI - PAGINA 12

    MARCO BUCARELLI - PAGINA 10

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    le alcune righe velenose a commento del “caso Dalbert”: “La retorica romantica che avvolge gli Ultras è falsa… il cuore del tifo ultrà è sempre più spesso invaso dal male… a Torino si son goduti i benefici effetti della denuncia della Juve che, con coraggio, ha sfidato gli ultras”. C’è dentro tutto, inquietante. Capovolgono realtà e valori, piegandoli al pensiero unico e ai relativi interessi inconfessabili, per poi proporre una nuova pedagogia educativa del tifoso. Quello seduto sul seggiolino mentre sorseggia la bibita gassata ed a tempo - scandito dallo speaker - esul-ta, batte le mani e si reca in bagno. Scenario orribile. In alto i cuori.

    Afronte di un attacco mediatico a tenaglia, forse per discredita-re i tifosi Bergamaschi o forse anche di carattere più politico considerato il quadro generale del Paese, finalmente la Curva Nord batte chiodo e risponde per le rime a quanti, già dopo pochi mi-nuti dalla conclusione della gara con la Fiorentina, quasi a comando, si erano esibiti con sdegno sul palcoscenico del buonismo d’accatto. Una commedia napoletana su un’ipotesi di “rassismo” assolutamente fuori luogo.

    I fatti. “Ancora un brutto episodio di intolleranza nel calcio - scrive (sic) la rosea -. I tifosi dell’Atalanta hanno infatti intonato cori razzisti nei confronti del difensore brasiliano Dalbert, che si è subito lamentato con l’arbitro Orsato. Al 31’ è stata dunque interrotta la partita e lo speaker del Tardini ha richiamato il pubblico con un annuncio dell’altoparlante…ma il messaggio è stato sommerso dai fischi [e te credo, NdR]. L’in-contro è ripreso dopo tre minuti”. Non so i lettori, ma chi scrive non ha letto nessun rigo, da nessuna parte, su quali insulti o cori abbiano avuto come obiettivo il colore della pelle di Dalbert. Zero. Nessuno ha sentito nulla. Nulla i settemila presenti al Tardini (pochini, eh?), nulla di nulla i giocatori in campo, la terna arbitrale, la security, il responsabile dell’or-dine pubblico. Detto questo, come minimo non si è trattato di un coro, di fischi o di un buuu alzatosi dal settore dei tifosi nerazzurri. Il singolo che, allo stadio, porcona, inveisce, ridicolizza l’avversario è la normalità da quando esiste il gioco del calcio. Non siamo a teatro e neppure al cinema; i tifosi sono protagonisti dello spettacolo che va in scena allo stadio, il dodicesimo uomo in campo… perché i cori e gli incitamenti si sentono e spingono i tuoi all’arrembaggio. Sulle orecchie fini di Dalbert non facciamo ironia ma, almeno, ci spieghi il brasiliano cosa ha sentito. Giusto per capirci. Se non ci spiegano davvero cosa è successo (Dal-bert cosa ha riferito a Orsato?), siamo tutti autorizzati a pensare - come giustamente stigmatizzato dalla Curva Nord - che ci sia stata una stru-mentalizzazione/delegittimazione nei confronti dell’ambiente atalantino. Forse un avvertimento, forse una ripicca… screditate, screditate alla fine qualcosa rimarrà nell’opinione pubblica. I buoni da una parte, i cat-tivi dall’altra e la verità sotto una bella palata di melma.

    Gentilissimo sindaco, proprio lei che ha superato brillantemente (lo diciamo senza ironia e con rispetto) avversità giudiziarie, cantando e portando la croce, uscendone assolutamente immacolato (più volte indagato e rinviato a giudizio, ma a conclusione dell’iter investigativo sempre con un non luogo a procedere), ci saremmo aspettati maggiore cautela e rispetto verso le parti in causa. Gentile sindaco, non accettia-mo patenti di nessun tipo. I nostri ragazzi hanno portato rispetto, come è nella cultura Bergamasca, a chi li ha ospitati e accolti con simpatia nella propria casa. Sindaco, era forse meglio contare fino a dieci.

    In casa nostra. Società e Curva, con propri comunicati, hanno di-versamente preso posizione sull’attacco mediatico. In ordine sparso. Da Zingonia quattro righe laconiche e sibilline che condannano la stu-pidità umana (vorrei vedere il contrario…) ma nessun riferimento o ri-chiesta di chiarimenti su quale fosse il motivo del contendere. Diciamo che, in passato, a fronte di attacchi diretti alla Curva e richieste esplicite di dissociazione, la società o, meglio, Percassi, ci era piaciuto (ci aveva convinto) assai di più. I ragazzi della Curva, afoni da diverso tempo (non sugli spalti per fortuna), se la cavano meglio con un conclusivo e perentorio: “Siamo stanchi di essere strumentalizzati”. E ne hanno ben donde. Leggiamo infatti con preoccupazione su un giornalone naziona-

    La macchina del fango… è sempre in attività. Dal presidente della Uefa, Gianni Infantino, giù giù fino ad improvvisati moralisti/educatori (una nuova pedagogia del tifoso è all’orizzonte), dei quali non senti-vamo assolutamente la mancanza, fino al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, è stata la sagra dell’ovvietà a prezzi scontati. Ovviamente, gli piace vincere facile, si finiva per stigmatizzare il nulla. Sentiamo, a caso, Pizzarotti: “Parma vi ospita con gentilezza, siete ospiti in casa d’altri, ma anziché tifare con rispetto sporcate la città con i vostri cori razzisti. Ver-gogna. La nostra è una città civile, noi parmigiani il razzismo lo abbiamo cacciato da una vita fuori dalla porta. Nessuno può permettersi di farlo rientrare dalla finestra. Mi auguro che questi incivili vengano individuati e cacciati per sempre dagli stadi italiani”.

    PENSIERO STUPENDOLA STORIA SIAMO NOI di Raffaello Brunasso

    Gazzarra indecente a margine di un fatto ancora da dimostrare e chiarire, che potremmo anche definire fantasioso o curioso, sul quale si sono avventati nani e ballerine del pensiero unico dominante.

    Il “caso Dalbert": una polemica sul razzismo montata ad arte sul nulla

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    piedi in una zona che di fatto è diventata una sorta di depandance della propria abitazione, ai richiedenti che ci sia ligio rispetto delle regole con posizionamento preciso al proprio posto stando anche seduti. Nella terra di mezzo, di tutto un pò.

    Apparentemente buona parte degli internauti nell’esprimere la pro-pria opinione, pare abbiamo perso il lume della ragione, perché di fatto, si è discusso del nulla cosmico per settimane.

    Vediamo di spiegarci, provando a dividere il popolo della curva i due macro-categorie: chi ci ha sempre trovato posto, ed i nuovi “curvaioli”.

    Partiamo dalla prima categoria, i curvaioli storici. La situazione prima della ristrutturazione era la seguente: la gente dei parterre, della zona a ridosso del settore distinti e la gente che stava nella parte centrale della curva seguiva la partita in piedi. Questo avveniva non perché mancas-sero i seggiolini ma semplicemente perché vivere la partita in piedi offre un’altra “emozione” e le persone hanno scelto di viversi l’Atalanta in quel modo: in piedi per ore.

    La gente che stava nella parte destra della curva (osservandola dal campo, quindi la parte a ridosso della tribuna UBI) stava seduta. Per tutti, in piedi o seduti che fossero, posizionamento come si sul dire in questi casi, ad-cazzum.

    Non perché mancassero i seggiolini con numero di fila e posto ma semplicemente perché chi vive la partita in curva si è creato negli anni una propria micro-famiglia di vicini di posto che sono sempre stati quelli e con i quali si vivono da anni le emozioni che l’Atalanta rega-la, nel bene e nel male. Stesso posto, stesso modo, stesse persone, stessa prospettiva di assistere alla partita: da sempre. Per tutta questa categoria di persone è abbastanza ipotizzabile che vogliano continuare a vedere la partita indicativamente allo stesso modo: stare più o meno nella stessa zona che hanno sempre occupato, stare in piedi (o sedute se stavano sedute già con la vecchia curva), avere gli stessi vicini di posto del passato. Con il vantaggio di avere un seggiolino sul quale poggiare le chiappe nel prepartita e nell’intervallo, ed avere un tetto sopra la testa. Non sarà per il 100% delle persone così ma è probabile che non ci si discosterà molto da questo scenario.

    Passiamo ai nuovi curvaioli, nella stragrande maggioranza dei casi tifosi che occupavano un posto nei vecchi distinti e nella tribuna late-rale UBI, stando entrambi seduti. Durate la fase di prelazione (la prima, riservata proprio anche ai vecchi abbonati di questi due settori) tut-ti questi tifosi hanno potuto scegliersi liberamente il proprio posto in

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    Al di là di tutto, copertura e seggiolini, il tifoso della Nord va all'Atalanta per sostenere la squadra

    Finalmente si torna a casa, quella casa che da tanti anni ci accoglie ogni qualvolta l’Atalanta gioca a Bergamo. C’era chi lo chiamava Bru-mana, chi con il suo nome ufficiale di Atleti azzurri d’I-talia, chi con il nome romantico legato alla famiglia Bor-tolotti ed ora toccherà abituarsi a chiamarlo con il nome dello sponsor: Gewiss stadium. Segno dei tempi che cambiano, Gewiss stadium sembra quasi uno sciogli-lingua e se proprio era necessario ed indispensabile as-sociare il nome a quello di uno sponsor forse un Gewiss arena avrebbe suonato cacofonicamente meglio.

    Ma siamo ai dettagli, per noi insignificanti, perché di fatto a Bergamo dal 1907 andiamo all’Atalanta e non allo stadium o arena, a prescindere dal nome dello sponsor. Quel numero, 1907 data di nascita dell’Atalan-ta Bergamasca Calcio, è impresso in modo evidente da oggi nel settore cuore del tifo Atalantino.

    Il gioco cromatico dei seggiolini piazzati nella nuova curva nord infatti reca in bella evidenza proprio l’anno di nascita dell’Atalanta. Uno stadio in trasformazione, fase che durerà ancora per un po' di tempo. In questi mesi che hanno portato alla costruzione della nuova curva, l’interrogativo che è risuonato un po' per ogni dove è stato: ma la trasformazione della curva, porterà anche ad una trasformazione del modo di vivere la par-tita da parte di chi ci assisterà dalla curva? Interrogativo che nasce fondamentalmente dalla considerazione che il nuovo settore è dotato di seggiolini e quindi numera-to in ogni ordine di posto. In aggiunta a questo, l’altro interrogativo ricorrente è stato: ma ogni spettatore si siederà effettivamente al proprio posto? Le polemiche, soprattutto le social-polemiche non sono mancate.

    Diverse scuole di pensiero si sono espresse, dagli oltranzisti che la curva la vivono da decenni stando in continua a pagina 7

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    curva nord e la logica ci porta a pensare che, essendo neofiti di curva ma non essendo neofiti di stadio e di Atalanta, abbiano scelto il pro-prio posto con un po' di buonsenso in una zona della nuova curva che possa consentire a tutti loro di seguire la partita allo stesso modo di come la seguivano nel vecchio settore: seduti. Il buonsenso, quello che sarà sicuramente necessario che un po' tutti usino almeno per le prime partite nella nuova curva, fino a quando le cose a livello naturale trove-ranno una loro logica di assestamento. Il buonsenso, quello che pare essere mancato alla stragrande maggioranza dei tifosi che popolano i

    social su internet dedicati all’Atalanta e che, da oltranzisti o precisini (passateci il termine) ha portato a leggere le cose più assurde: dal “se non trovo il mio posto libero chiamo la Polizia” fino a “ti sto davanti in piedi tutta la partita”.

    La conclusione di tutta questa storia? Alla fine, per quanto possano essere indicativi di un sentimento popolare, i commenti che si leggono su quella cosa chiamata social, spesso e volentieri sono la rappresen-

    tazione di una parte minoritaria delle persone, sia che si parli in ambito calcistico come nel nostro caso, sia che ci si riferisca a qualsivoglia argomento della vita di tutti i giorni.

    Concentriamoci sulle cose importanti, nella nuova curva troveranno posto oltre 9.000 Atalantini, un muro di tifosi con un tetto sopra e delle pareti laterali a fare da cassa di risonanza e la solita voglia di spingere l’Atalanta a nuovi successi. Le strutture possono cambiare, ma per il bene dell’Atalanta quello che un po’ tutti auspichiamo è che non cambi mai lo spirito di chi da tanti anni, con il suo modo di assistere all’Atalan-

    ta, ha fatto sì che lo Stadium non sia stato ancora trasformato, fortuna-tamente dal nostro punto di vista, in Teatrum, all’interno del quale alla fine potrebbe succedere ciò che auspichiamo mai succeda: farebbero tutti silenzio.

    E ché l’è la mé cà ché, e ché comande mé ché, ói saì chi à e chi é ché, só mé ’l padrù... bentornati a casa tifosi Atalantini.

    segue da pagina 5

    UN CAFFÈ con Gusto

    Nella nuova curva o gradinata prenderà posto un muro di 9000 tifosi

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    Essere Atalantini è quella domanda.No, non sto parlando ancora della nostra “vecchia” Curva.In questo caso mi riferisco a una fetta di torta salata.Dove? Zagabria, parcheggio.Quando? Dopo la partita, aspettando di ripartire. Tanto squisita da cancellare (e non era mica facile) l’amarezza delle quattro pere appena rimediate.Ancor prima il gesto.Sorprendente, eppure, non so come spiegarlo… di casa.

    Passo indietro.Da ragazzini: pizzeria d’asporto di via Baioni.Tutte le volte in cui si andava all’Atalanta.Si chiamava Amalfi.Adesso c’è ancora, ma ha cambiato nome e gestione.Capisci che stai invecchiando quando i ricordi si fanno dolci.Ecco, una margherita incollata per tre quarti al cartone può essere tutto tranne che dolce.Eppure dopo trent’anni lo è.

    Notte.Si dorme.Correggo: non si riesce a dormire.Perché più o meno ogni dieci minuti c’è uno (il Giulio) che grida “UOVA SODE”.Il fatto è che le ha davvero.Perché ha una moglie che è una santa (ciao, Marzia, non arrossire) non solo nel sopportare il Giulio, ma tutti noi.

    - Marco, dormi?- Dormivo, poi hai iniziato con

    “UOVA SODE”…- Ah, scusa.- Di niente, figurati.- Ne vuoi una?- Fai due, dai.

    Stadio.Curva.I panini del bar sono quello che sono (tra trent’anni li ricorderò come i migliori che io abbia mai mangiato, ma, appunto, non sono ancora passati trent’anni).In compenso hanno le birre.Ora, quello della birra allo stadio è un argomento delicato, già di suo.Il singolare peraltro te lo puoi permettere giusto se sei solo al mondo.Se invece ha degli amici le cose si complicano.Spiego.Mi basta una parola: “giro”.Il problema è quello.Al bar è un attimo: ‘sto giro faccio io, tu il prossimo.Te le servono lì comodamente sul bancone e quindi ce la si può (pur-troppo) fare.Durante la partita, invece, la salvezza era sempre rimasta affidata all’a-natomia: fatta eccezione per gli eredi di Enrico Rastelli uno non riusci-va, fisicamente, a portarne più di due, massimo massimo tre.Poi sono saltati fuori i cartoni, da usare come vassoi, e la cosa è dege-nerata.

    - Ne vuoi una?- Sì, grazie.

    - Ne vuoi un pezzo? - Sì, grazie.

    Lampeggiante.- Giovani, cosa fate qui?- Ehmmm…. mangiamo una pizza, non vede?- Sì, ma adesso andate via, perché arrivano gli “altri”.- Sì, sì, guardi, tra poco andiamo, si fidi (…).

    Passo avanti.Europa League.Trovatemi un cretino che possa anche solo pensare di andare a Cope-naghen in pulmino.Vi aiuto: eccomi.In discreta compagnia, peraltro.Uno nella vita fa il cuoco.Prima sosta in Svizzera.Autogrill.Si apre il bagagliaio: contenitori termici come manco quei diversamen-te settentrionali degli Esposito, in spiaggia, a mezzogiorno, sotto l’om-brellone.Polpette al sugo.Come piacciono a me, con la trita grossolana e dei plocchi di cipolla nell’impasto.

    - Ne vuoi una?- Sì, grazie. Facciamo dodici.

    Passo avanti e indietro.Trasferta (corta) a caso.

    - Che panini hai tu?- Salame. Tu?- Aspetta che guardo perché non so cosa c’ha messo dentro mia

    mamma…. crudo e mozzarella. - Cambio?- Cambio.

    Trasferta (lunga) a caso.

    “NE VUOI UN PEZZO?”

    - Ne vuoi una?- Sì, grazie.

    - Ne vuoi una?- No, grazie, perché, mi insegni, beviamo responsabilmente e non ci

    spingeremmo mai oltre la seconda unità alcolica, benché a stomaco pieno (…).

    Torniamo a noi (e in noi).Conosciamo tutti l’espressione “essere una buona forchetta”. All’Atalanta nemmeno la usiamo (che già con i cavatappi alle frontiere, si è visto, è un casino).Però condividiamo tutto.Gioie, dolori, panini, torte salate, polpette.E anche il fegato, quando ci tocca mangiarcelo, crudo, fa meno schifo.Siamo una famiglia.

    - Giulio, sono finite le uova?- Aspetta che chiedo.

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    Non potremo più dire “all’ombra della Maresana”, adesso che la curva è coperta, ma nemmeno rifugiarci almeno nell’in-tervallo sotto i gradoni della curva per l’acqua incessante di certe giornate. Dopo sei partite di campionato finalmente si ritorna a casa. Una bella casa, confortevole, imponente, molto comoda al suo interno, che vista da fuori fa decisamente impressione. E in tutta since-rità deve averla fatta anche a chi abita giusto di fronte, perché sembra quasi ti entri dalle finestre.

    gli, chi non ha retto certi ritmi di allenamento si è messo in disparte da solo. Saper soffrire, sudare, credendo fino in fondo che nessun risultato è impossibile, ha sempre generato un gruppo solido. Ed è quello che è successo a questa squadra, perché al di là delle scelte del tecnico,

    di chi scende in campo o siede in panchina, questo è un gruppo che al suo quarto anno non ha mai fatto nascere nessuna polemica. Certo, qualcuno dirà “bella forza, finché uno vince va sempre tutto bene”.

    Eppure non è così, perché soprattutto nei momenti difficili, e ce ne sono stati fin dalla prima stagione, quando Gasperini aveva pratica-mente un piede già fuori da Zingonia (tranne che per la famiglia Percas-si), si è cementato il gruppo vero.

    Finalmente si ritorna a casa, forti di un terzo posto in classifica che conferma tutto quello che di buono l’Atalanta ha fatto vedere in questi ultimi tre anni.

    Non è un caso questo terzo posto e non lo sono nemmeno quei 15

    L’Atalanta e il suo popolo più “rumoroso” ritornano finalmente a Ber-gamo, dopo che il campionato si è già mangiato praticamente 1/6 della sua stagione, ma senza per questo aver creato danni alla squadra di Gasperini. In altre epoche e in qualche film questo gruppo di giocatori sarebbero stati dipinti come dei Corsari, bravi ad assaltare ogni “nemi-co” incrociato lungo il percorso. Sorrido al pensiero d’immaginarmi la “ciurma” di Gasperini, con qualche benda agli occhi.

    Eppure quest’uomo è riuscito a plasmare le caratteristiche di ogni suo singolo giocatore, adattandole perfettamente al tipo di gioco che sta facendo brillare gli occhi non solo ai bergamaschi, ma anche agli amanti del buon calcio in generale. Chi non l’ha seguito ha fatto i baga-

    gol, gli stessi fatti dal Napoli, che mettono la squadra di Gasperini al vertice delle statistiche in fatto di realizzazioni.

    Finalmente si ritorna a casa dopo che le prime due giornate di cam-pionato “interne” son scivolate via non prive di qualche polemica e con un solo punto conquistato. Sul solo punto guadagnato in classifica ci sta e alcuni pesanti errori sembra siano già stati in qualche modo as-sorbiti. Le polemiche, invece, hanno fatto male e si potevano evitare.

    Prima fra tutte quella del sindaco di Parma Pizzarotti, che all’urlo di “vergognatevi” è voluto salire alla ribalta mediatica, dando importanza all’unico imbecille presente allo stadio, (forse due), etichettando una ti-foseria e un’intera provincia di razzismo. Una presa di posizione degna della peggiore classe politica.

    L’altra nota stonata sono stati invece i giudizi rivolti a chi non è an-dato a Parma. Troppo facile criticare chi è stato a casa, non tenendo conto degli impegni familiari o lavorativi, ma soprattutto del portafoglio delle persone. Fare i conti in tasca agli altri, è sempre un esercizio di pessimo gusto. Lo è stato nel momento iniziale della campagna abbo-namenti, soprattutto da parte di chi può permettersi (beato lui) un certo tenore di vita, si è ripetuto in queste due TRASFERTE di Parma (il ma-iuscolo è voluto), perché pur nel bel gesto della Società brava a fissare il costo del biglietto a 1 euro, benzina e autostrada oppure il pullman non sono ancora gratuiti. E i conti a fine mese ognuno li deve fare da se. Arriva il Lecce, finalmente si ritorna a casa.

    FINALMENTE A CASALO SCOMODO BUC di Marco Bucarelli

  • 12 13

    ranno nei prossimi mesi - esordisce soddisfatto Roberto Spagnolo -. Lasciatemi ringraziare tutti i collaboratori e il direttore lavori che, insie-me alle imprese coinvolte (la maggior parte bergamasche, tra le quali - oltre a Gewiss - Tenaris, Despe Spa, Milesi Sergio, Smv, ndr) hanno messo l’anima in una grande operazione”.

    Alla presentazione dei lavori non erano mancate le preoccupa-zioni sui possibili imprevisti per un cantiere veramente imponente.

    “L’abbattimento della vecchia curva e la costruzione della nuova gradinata ha fatto registrare, sia dal punto di vista progettuale che ese-cutivo, una notevole complessità nella gestione delle tempistiche, de-gli spazi e della logistica. Le difficoltà e gli imprevisti erano all’ordine del giorno è quotidianamente abbiamo dovuto monitorare ogni singola operazione. La soddisfazione è grande, proprio perché abbiamo ope-

    Ecco a voi la nuova gradinata Nord del Gewiss Stadium. Domenica di gala per l’A-talanta e i suoi tifosi che potranno ammirare un’opera di alta ingegneristica realizzata a tempi di record.

    Concluse i primi giorni di maggio le opere di de-molizione, si è subito partiti con la ricostruzione che ha previsto l’utilizzo di 700mila chili di ferro per le fon-damenta, a cui si è aggiunto un altro milione di kg per la copertura

    Ai 6mila m3 di cemento già gettati in una prima fase dei lavori, se ne sono aggiunti altri 4 mila del pre-fabbricato che è stato posato per dar forma ai nuovi gradoni.

    Nella zona stadio hanno operato 4 gru da 4mila e 5mila tonnellate e le nuove gradinate della Nord sono stati via via assemblati grazie a calcoli che hanno previsto l’utilizzo di ferro e cemento, legati da 90mila tonnellate di placche d’acciaio. Un’operazione uni-ca nel suo genere, che ha messo Bergamo al centro dell’attenzione a livello internazionale.

    Centinaia di persone hanno lavorato alacre-mente per arrivare al grande giorno è il risultato è uno spettacolo. Un grande merito va Roberto Spagnolo, Deus ex machina del progetto, diretto-re operativo della società nerazzurra e coordina-tore unico dei lavori per Stadio Atalanta.

    “Già perché di fatto stiamo completando il primo tassello di un grande progetto, i cui lavori prosegui-

    rato in spazi ristretti e a ritmi serrati: il tutto senza registrare infortuni. A tal proposito ATS con cui abbiamo sottoscritto un accordo di collabo-razione proprio per tutelare i lavoratori impegnati nel cantiere”.

    Possiamo dire che è stato completamente rispettato il crono-programma.

    “Ad oggi siamo perfettamente in linea e proseguiremo nelle pros-sime settimane con le opere di completamento, tra le quali figura la facciata esterna che guarda sul piazzale”.

    Come hanno vissuto i lavori il presidente Antonio Percassi e l’Ad Luca Percassi?

    “Entrambi hanno seguito quotidianamente il cantiere, con una pre-senza costante che ha valorizzato e apprezzato l’impegno di tutti.

    MITICO BRUMANA, AVVENIRISTICO GEWISS

    L'INTERVISTA di Giorgio Lazzari

    Secondo il Direttore operativo dell’Atalanta, Roberto Spagnolo, “I tifosi si meritano il nuovo impianto per l’attaccamento che hanno sempre dimostrato alla squadra.

    Teniamo i piedi ben saldati a terra, ma con la consapevolezza che siamo arrivati a determinati livelli ed è bello rimanerci”

    Il nuovo stadio dell'Atalanta è un valore aggiunto che pone la società orobica all'avanguardia dei clubs italiani ed europei

    continua a pagina 15

  • 14 15

    segue da pagina 13

    Devo dire che oltre alla dirigenza, il progetto ha attirato le curiosità di tutto lo staff, dei giocatori e del mister. Tutti erano curiosi di vedere il work in progress dei lavori, tanto da far tappa in maniera costante al Gewiss Stadium”.

    Grande soddisfazione per la società e da oggi anche per i tifo-si che da anni sentono parlare di nuovo stadio. Finalmente si pas-sa dal sogno alla realtà con un impianto fantastico.

    “I tifosi si meritano il nuovo im-pianto per l’attaccamento che han-no sempre dimostrato alla squadra. Personalmente non sono presente sui social e ho solo Instagram, ma mi è bastato postare l’avanzamento lavori per toccare con mano quan-ta attesa e curiosità aleggiavano nell’aria da parte di tutti”.

    Lei è riconosciuto come un

    ottimo dirigente, grande manager, ma rappresenta anche un raccordo impor-tante con il mondo della tifoseria.

    “Dal 2010 mi occupo an-che di tenere i rapporti con i tifosi. Mi viene spontaneo informarli puntualmente e mantenere un equilibrio tra le diverse esigenze”.

    Uno stadio all’avan-guardia per una squadra da Champions. I tifosi continuano a so-gnare, quali sono gli obiettivi della società?

    “La società ha mantenuto in rosa i giocatori migliori, migliorando la squadra con operazioni di valore. L’obiettivo è sempre quello di mi-gliorarci in tutti i settori: manteniamo alta la concentrazione per poter continuare a regalare soddisfazioni ai nostri tifosi. Teniamo i piedi ben saldati a terra, ma con la consapevolezza che siamo arrivati a determi-nati livelli ed è bello rimanerci”.

    L'INTERVISTA di Giorgio Lazzari

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    La trama della partita. Un rigore sbagliato, un palo ed il primo gol storico dell’Atalanta in Champions da parte di Zapata, minuto ventot-to, un ouverture da grande squadra in grado di sciorinare gioco e pressing a tutto campo. Ga-sperini schiera il tridente con Gomez in attac-co insieme a Zapata e Ilicic, sulla mediana de Roon e Pasalic con Hateboer e Castagne ester-ni, mentre nella difesa a tre prendono posto Toloi, Palomino e Masiello con Gollini in porta. Gli ucraini si presentano con un 4-2-3-1 dove Junior Moraes è l’unica punta, supportato da Marlos, Kovalenko e Taison. L’Atalanta parte in quarta e già al 14’ ha un’occasione ghiotta per sbloccare il risultato: giocata di tacco di Gomez per Ilicic che viene atterrato da Krivtsov: rigore netto confermato dal Var, il tiro di Ilicic, non irre-sistibile, è parato da Pyatov.

    L'Atalanta riparte a testa bassa e al 28′ Pa-salic prende un clamoroso palo; la palla rimane ai nerazzurri, cross da destra di Hateboer, Pya-tov va a farfalle e Zapata sigla di testa lo storico punto nerazzurro. A questo punto lo Shakthar, comincia a macinare gioco, anche se gli ucrai-ni incrociamo un Gollini in gran spolvero: bravo

    GRUPPO C P.ti

    Manchester City 6

    Shakhtar Donetsk 3

    Dinamo Zagabria 3

    ATALANTA 0

    Finale pirotecnico dal gusto decisamente amarognolo quello andato in onda nel “Teatro della Scala del Calcio” martedì 1 ottobre nella prima gara interna della Champions nerazzur-ra. Una pugnalata alla schiena, un duro colpo da assorbire, ma tant’è, Gasp ed i nostri valorosi legionari dovranno necessariamente voltare la pagina del libro e cominciare un nuovo capitolo. Il Lecce, il quale non va sottovalutato, dovrebbe essere motivo sufficiente per superare lo stordimento post-Shakthar, un unguento per lenire le ferite.

    Chiaro a tutti, la sconfitta è assolutamente immeritata, ai ragazzi non può essere rimproverato nulla se non quel pizzico di esperienza e malizia in più, i quali, però, si acquisiscono solo giocando altre partite di alto livello internazionale.

    C’è da dire che l’Atalanta le ha provate tutte per vincere questa gara, fondamentale per il prosieguo del Torneo, anche in chiave Europa Lea-gue, basti solo ricordare la sostituzione di Masiello sia stata effettuata con Muriel: un attaccante al posto di un difensore. Il gol di Salomon al 95’, praticamente a gara finita, punisce oltremodo una bella e spigliata Atalanta.

    “Abbiamo fatto un'ottima gara, purtroppo il risultato rischia di non dare valore alla prestazione fatta. È l'unico aspetto della sconfitta che mi

    spiace, la prestazione è stata molto, molto positiva, contro una squadra forte - raccontava nel dopo partia uno sconsolato Gasperini ai microfo-ni di Sky - “Siamo stati di livello stasera, almeno alla pari, se non meglio in tante circostanze rispetto allo Shakhtar, che è una buona squadra. Sconfitta maturata a cinque secondi dalla fine, fare mea culpa su quel-lo”. Sulla sostituzione di Masiello con Muriel, per qualcuno una scelta sbagliata se non addirittura scriteriata, il mister nerazzurra precisa: “Era uscito Ilicic, prima, in un momento complicato per il nostro centrocam-po. Poi ci siamo ricompattati, Muriel ci ha portato più pericolosità, più profondità. Poi ci sono degli aspetti da migliorare, nella ripresa spesso le seconde palle finivano a loro. Il rammarico è prendere gol alla fine, a cinque-dieci minuti dalla fine tutte e due le squadre hanno giocato per vincere. È stata una buonissima gara, queste partite viaggiano sul filo, i dettagli determinano il risultato, ma usciamo soddisfatti, sia io sia il tecnico dello Shakhtar, dalla prestazione”.

    È MANCATA LA FORTUNA, NON IL VALORE

    prima su Marlos e superlativo al 34′ quando si oppone a Junior Moraes, sia pur fuorigioco. Al 41′ lo Shakthar trova il pareggio: Ismaily imbu-ca in area Junior Moraes che, solo in area, salta Gollini e insacca.

    Nerazzurri in affanno, e nei minuti di recu-pero Marlos su punizione prende una traversa piena. Nella ripresa le squadre appaiono più guardinghe, i ritmi sono più bassi, nessuno vuo-le perdere; Gasperini inserisce. Malinovskyi al posto di Ilicic e Gosens per Hateboer per dare vitalità all’azione offensiva. Al 63′ Atalanta vici-na al gol: lancio per de Roon, appoggio per Go-mez che crossa basso, Zapata si avventa sulla sfera ed in spaccata mette a lato di un soffio. A questo punto Gasperini tenta la “mossa del cavallo”: Muriel per Masiello con de Roon in di-fesa, mentre Castro inserisce Solomon al posto di Patrick.

    I minuti di recupero, quattro, vede i nerazzur-ri generosamente avanti in cerca del colpaccio ma, proprio allo scadere, su una ripartenza, Solomon affonda la corazzata atalantina. Una beffa atroce.

    ATALANTA - Shakhtar D.

    1 - 228' Zapata

    41' Júnior Moraes90'+5' Solomon

    Man. City - Din. Zagabria 2 - 0

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    A.T.A. nasce con l’intento di dar voce a tutti i tifosi dell’Atalanta e rispondere all’esigenza di un tifo nuovo e libero da appar-tenenze ideologiche. Questa premessa ha di fatto dato il là ad una prima richiesta che i nostri iscritti e le nostre sezioni ponevano: portare i tifosi in trasferta al seguito della nostra amata Atalanta.

    Come farlo? Come rispondere a questa domanda? Abbiamo quindi deciso che se si dovevano organizzare le trasferte, lo si sarebbe fatto solo quanto tutti ci potevano andare. Le trasferte dovevano essere libe-re a tutti i tifosi, senza le restrizioni che negli ultimi anni sono state una costante e che hanno portato ad una giusta scelta della Curva Nord e degli Ultras a non andare finché tutti non avessero potuto.

    I prezzi dovevano essere chiari e trasparenti, tenendo conto anche dei gruppi che già organizzavano trasferte (Club Amici e Chei de la Co-riera, su tutti), senza mettersi in competizione, ma con l’intento di col-laborare e creare nuove opportunità senza togliere o “rubare” persone ad altri. I prezzi che abbiamo quindi proposto per le varie destinazioni sono sempre stati “rispettosi” degli equilibri, a volte fragili, che accom-

    Ovet ha prestato il fianco a molte polemiche e prese di posizione da parte dei tifosi. Non abbiamo mai speculato sui prezzi, ne al rialzo ne tanto meno al ribasso, cercando di privilegiare le nostre sezioni e le persone che partecipano alle nostre riunioni, mettendo a disposizione

    di tutti i posti che eventualmente sarebbero rimasti liberi. Qualcuno ha sfruttato l’occasione per farsi pubblicità, proponendo prezzi al ribasso per la trasferta di Zagabria, prezzi che hanno contribuito solamente ad aumentare la confusione. A.T.A. in una riunione specifica e con la condivisione che ci contraddistingue ha deciso di seguire, senza com-mentare (non lo abbiamo fatto e non lo faremo certo ora) la scelta di Atalanta. Il giorno dopo il sorteggio abbiamo chiesto un appuntamento ad Ovet, proponendo una collaborazione per acquistare i pacchetti ai

    pagnano chi vuole o vorrebbe seguire sempre la Dea. Famiglie, ragazzi giovani e non, che a volte con grande sacrificio si trovano a sostenere una spesa (Europa League e Champions League in primis) spesso ec-cessivamente cara. La speculazione sul prezzo delle trasferte è stato un argomento che soprattutto con Zagabria ha toccato il suo apice e la scelta di Atalanta di dare l’esclusiva della vendita dei pacchetti ad

    prezzi previsti. E ai prezzi previsti non abbiamo chiesto sconti o privilegi alcuni: abbiamo così proposto ad Ovet di venderci ai suoi prezzi-standard i pacchetti bus per permetterci di portare in trasferta i nostri iscritti. In questo dialogo abbiamo trovato in Ovet e nel suo di-rettore un interlocutore disponibile e prezioso e ogni sezione A.T.A. ha così avuto a disposizione lo stesso numero di pacchetti che ci ha reso possibile organizzare 6 bus, forniti da Ovet, con al seguito più di 300 persone.

    Si poteva fare diversamente? Si poteva far pagare meno? Organiz-zando direttamente noi i pullman, il costo sarebbe stato diverso? I bi-glietti si potevano ottenere staccandoli dal pacchetto bus? Sono queste domande a cui non ci interessa dare risposta. Non per celare qualsivo-glia segreto o strano ragionamento, ma perché il compito della nostra associazione non è e non sarà mai quello di polemizzare su scelte che non dipendono e soprattutto non spettano a noi. Certamente portiamo avanti le nostre ragioni, ci confrontiamo e con Atalanta abbiamo uno scambio schietto e sincero, che non prevede polemiche gratuite, ma l’avanzare di proposte che possano agevolare le richieste di tutti i tifosi. Ciò significa che non faremo mai mancare la voce dei tifosi e dei nostri iscritti a chi di dovere, ma nei tempi, nei modi e nelle sedi opportune rispettando ruoli e portando a casa gli obiettivi che vogliamo.

    Sul sito www.ata1907.it trovate tutte le informazioni relative al nostro gruppo, compreso tutto ciò che faremo e abbiamo già fatto (nella sezione archivio). Qui potrete iscrivervi alla nostra mailing list a garanzia di ricevere tutti gli aggiornamenti e gli appuntamenti relativi al divenire.

    A.T.A. LE TRASFERTE

    Le trasferte cementano l'amicizia e la reciprocità: valori non così diffusi nella società civile

    ATA NOTIZIE di Diego Zanoli

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    Ad inizio agosto, sul “green” di Zingonia, quindi in fase di ri-finizione della preparazione estiva, ecco la sfiga, il crac al ginocchio sinistro che costringe Timothy a sospendere l’alle-namento con una prognosi prontamente rilevata di lesione al menisco mediale. In questi casi non è che ci sia molto da dire o da fare, la strada principale porta ad un letto di ospedale - il Policlinico San Matteo di Pa-via - per essere sottoposti ad intervento chirurgico. Tempi di recupero: un mese. Giusto in tempo per ripartire da Parma con un gol da infarto,

    Napoli, mentre in precedenza c’erano stati anche degli approcci da parte di emissari milanisti, però prima dell’arrivo del nuo-vo tecnico Giampaolo. Pare che sulla cessione ci sia stato un esplicito veto di Gasperini, ritenendo il difensore Vallone asso-lutamente incedibile. Una conferma di quanto il Gasp tenga in considerazione le doti - tecniche, sportive, caratteriali e umane - di questo giocatore.

    Arrivato a Bergamo dal Genk per sostituire Conti passato a giocare sotto la Madonnina, Casta-gne, pur con qualche naturale difficoltà iniziale dovuta all’adattamento al nuovo campiona-to ed ai sistemi di lavoro e di gioco di Ga-sperini, il Vallone si è inserito pian piano nell’ambiente. Tra le differenze che spic-cano con Conti, c’è che Timothy è sicu-ramente molto più difensore, tanto che nella nazionale Under 21 belga è sta-to in passato schierato anche come centrale.

    Castagne non disdegna le scavallate sulla sua fascia, non si tratta comunque di un esterno che mantiene la posizione, ma tende a farlo sul lato di conduzione del pallone, scambiando con i compagni e offrendo uno sbocco alla manovra per poi cercare il cross in area. Certamente un profilo di giocatore, adattabile a diverse soluzioni tattiche e/o di modulo - dietro

    può giocare a tre o a quattro indifferentemente - che fa ap-punto la felicità degli allenatori sempre più alla ricerca

    di pedine adattabili al corso della gara.

    Atalanta Vaincra! Ai microfoni di Sky, Ti-mothy Castagne quasi incontentabile, non nasconde affatto la delusione per l’occasio-ne persa di battere i Viola, come se la rete del pareggio al 95’ avesse solo attenuato la rabbia per un risultato dal campo assolu-tamente ingannevole: “Il gol? Ho visto ar-rivare la palla e sapevo subito che sarebbe andata dentro perché l’ho presa bene. Lo dedico alla famiglia e alla mia ragazza per-ché dopo l’infortunio stavo male e loro mi hanno aiutato tanto. Ho esultato tanto con la squadra perché meritavamo il pareggio. Non abbiamo mollato mai per i 90', anche se abbiamo avuto parecchia sfortuna in occasione de due gol subiti. Peccato per il risultato perché avremmo potuto vincere. Il gol di Pasalic annullato - continua Timothy - ci ha fatto arrabbiare ancora di più; per fortuna è finita bene comunque. Secondo me non abbiamo fatto male, la Fiorentina ha giocato molto bassa ma non hanno avuto tante occasioni. Abbiamo fatto mol-to bene in difesa, la mentalità di oggi era giusta”.

    Un pensiero condiviso da tutto lo spo-gliatoio nerazzurro. Il pareggio di Timothy ha fatto saltare in aria la panchina atalan-tina, per non parlare di un tarantolato Ga-sperini assunto in cielo dopo il 2-2.

    “Castagne ha estratto un colpo da ma-estro, forse più bello di quello di Chiesa” ha chiosato il mister nerazzurro, come non dargli torto.

    da entrambe le panchine e rispettive curve, e confermare la sua dote principale: affidabile. Sempre e comunque. Certo, lo stop ha costretto il Gasp a rivedere non poco le scelte in vista dei molteplici impegni di Campionato e Champions, senza comunque ricorrere ad ulteriori inter-venti sul mercato. Fiducia ben riposta. Tanto che, a soli quaranta gior-ni dall’operazione al menisco, ha saputo regalare emozioni fortissime attraverso un bel gol in “zona Cesarini”. Partita sconsigliatissima per i malati di cuore.

    Esterno da battaglia. Le due set-timane di preparazione in Valle Seria-na, nel nuovo Centro polifunzionale di Clusone, erano state contrassegnate, al solito, dal duro lavoro sull’“efficien-za atletica”.

    “I quindici giorni trascorsi a Cluso-ne sono risultati difficili - raccontava nello Atalanta Store di Clusone pri-ma del trasferimento a Zingonia - si è corso tanto e senza palla, mentre in Inghilterra avremo la possibilità di misurarci sul campo con avversari di valore. Questa esperienza ci permet-terà di arrivare all’appuntamento con la Champions perfettamente rodati. Nella stagione che andiamo ad iniziare - ricordava l’esterno Vallone - c’è den-tro tutto; c’è la Champions e abbiamo la squadra che è competitiva… è la stessa dell’anno scorso più due o tre rinforzi di qualità. Sappiamo tutti che possiamo fare qualcosa di importante anche se non sarà facile”.

    Durante l’estate si erano sussegui-te voci che volevano l’esterno sinistro in partenza per la corte di Ancellotti a

    UN LEGIONARIO VALLONEIL GIOCATORE di Romeo Petris

    Combattente, discreto, disponibile alla causa nerazzurra, Timothy Castagne è il classico giocatore sempre pronto alla pugna che tutti gli allenatori vorrebbero avere in rosa

    Il jolly difensivo Vallone copre e offende a seconda delle situazioni. Un valore aggiunto

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    Dopo 8 anni di assenza dalla Serie A il club salentino riab-braccia la massima serie dopo anni bui caratterizzati da vicende poco chiare e un fallimento evitato in extremis. Lo meritano i tifosi che sin da subito hanno mostrato grande en-

    tusiasmo ed appartenenza alla squadra sottoscrivendo poco meno di 19 mila abbonamenti. Numeri che testimoniano la grande euforia che c’è attorno alla squadra sono confermati anche in trasferta: 2000 supporters a Milano, 700 a Torino (partita giocata di lunedì sera) e 1400 a Ferrara (partita giocata nel turno infrasettimanale) per essere il dodicesimo uomo in campo sia tra le mura amiche che in trasferta. Chapeau.

    L’allenatore: il Lecce torna in A con un progetto tecnico ben de-finito che vede alle sue basi un allenatore bravo e preparato come Fabio Liverani. Dopo un inizio di carriera da allenatore non esaltante al Genoa e da un’esperienza da dimenticare in Inghilterra al Leyton Orient è riuscito ad affermarsi prima alla Ternana e da due anni al Lecce. Sotto la guida di Liverani il club salentino è riuscito il doppio salto di categoria sorprendendo tutti e superando sin dalle prime gare le aspettative guadagnandosi il rinnovo contrattuale fino al 2022.

    Il Lecce si trova ad un solo punto dalla zona salvezza dopo un inizio campionato altalenante ma Liverani non dispera: “Non mi pre-occupo troppo, siamo sulla strada giusta. I punti pesanti arriveranno a

    marzo e aprile e sono convinto che otterremo quelli utili per la salvez-za. Dobbiamo crescere e lo sapevamo.”

    Il percorso che dovrà affrontare sarà lungo e difficoltoso ma la pro-prietà ha totale fiducia nel tecnico romano come si evince dalle parole del ds Meluso: “Fabio ha dimostrato di saper incidere sulla crescita dei giocatori. Adesso confidiamo ancora in lui. Saprà pilotare il Lecce verso la salvezza”.

    Il modulo: mister Liverani ha mantenuto inalterato il sistema di gioco utilizzato l’anno passato in serie B :4-3-1-2 che ha permesso ai pugliesi di vincere il campionato cadetto.

    Tra i pali gioca Gabriel, portiere brasiliano acquistato in estate dal Perugia. Il pacchetto difensivo è costituito dai centrali esperti Lucioni (32 anni) e Rossettini (34 anni), arrivato in Salento dopo l’esperienza sfortunata con il Chievo Verona.

    Il ruolo di terzino destro è ricoperto da Rispoli svincolatosi in estate dal Palermo, è una vecchia conoscenza, in quanto, ha vestito la ma-glia giallorossa nella stagione 2010/2011. Completa il reparto difensi-vo Calderoni, terzino sinistro che ha contribuito ad espugnare Ferrara con il gol, il primo in serie A, del momentaneo 1-2.

    Le chiavi del centrocampo sono assegnate a Tachtsidis coadiu-vato da Mayer e Tabanelli, centrocampista con il fiuto per il gol (8 le marcature nella scorsa stagione).

    Il colpo messo a segno per il centrocampo nel mercato estivo è stato l’acquisto di Imbula. Il giocatore ex Marsiglia, Porto e Stoke City tra le altre, dopo un periodo di prevedibile adattamento, dovrebbe divenire il titolare al centro della linea di centrocampo, agendo come regista davanti alla difesa.

    La favola di Mancosu: il trequartista classe ‘88 e capitano del Lecce viene da un inizio di stagione a dir poco sbalorditivo: 4 gol (3 su rigore) in 6 gare. Prima di Mancosu l'unico giocatore del Lecce ad aver realizzato almeno quattro gol nelle prime cinque giornate di Serie A era stato Valeri Bojinov (4 gol nelle prime 3 partite) nel 2004-

    2005. Il calciatore sardo è inoltre il secondo calciatore della storia del Lecce ad aver giocato e segnato in tutte e tre le categorie

    professionistiche italiane diventando imprescindibile nello scacchiere tattico di Liverani.

    Polveri bagnate... l’attacco del Lecce in questa pri-ma parte di stagione sta facendo fatica a trovare la via della rete: infatti, sui 6 gol messi a segno dalla compagi-ne salentina solamente uno è stato realizzato dal reparto offensivo. Eppure il Lecce in estate si è ben mossa in tal

    senso: è stato acquistato all’inizio del mercato Lapadula in prestito con diritto di riscatto

    (obbligo in caso di permanenza in Se-rie A) dopo un biennio non positivo

    al Genoa. Successivamente è ar-rivato Farias, sempre in prestito dall’Empoli per cercare di ravvi-vare l’attacco giallorosso con la sua imprevedibilità.

    Tuttavia il loro inizio cam-pionato è stato caratterizzato da infortuni che, seppur non gravi, li hanno tenuti fuori dal campo per alcune par-tite e non li hanno permes-so di iniziare con il piede giusto il campionato.

    Per tutelarsi, la so-cietà del presidente Stic-chi Damiani ha acqui-stato un altro attaccante arrivato in Puglia con la voglia di riscatto come Babacar, prelevato dal Sassuolo. Dopodiché c’è Falco, l’elemento dell’at-tacco in grado di garan-tire dribbling e fantasia nella manovra d’attacco.

    I giallorossi vincono in trasferta e perdono in casa ma, soprattutto giocano circondati dall’affetto e dall’entusiasmo del popolo della pizzica

    L'AVVERSARIO di R. P.

    BILANCIO COMPLESSIVOVittorie Atalanta: 5Pareggi: 5Vittorie Lecce: 1

    PUNTI CONQUISTATIAtalanta - Lecce 17-7

    RETI SEGNATEAtalanta - Lecce 15-10 (Media incontro: 2.27)

    BILANCIO TOTALE DEI 11 INCONTRI DISPUTATI FRA ATALANTA E LECCE IN SERIE A

    ATALANTA-LECCE: IL CONFRONTOVITTORIE ATALANTA

    45%PAREGGI45%

    VITTORIE LECCE9%

    SALENTINI CORSARI

    Il Lecce è squadra tosta, difficile da affrontare e da prendere con le molle

  • 2524

    Il conto alla rovescia è terminato, cari amici atalantini. Oggi per noi si segna una data storica, come lo è stata quella della 34 a giornata di serie A dello scorso campionato. Chi se la può dimen-ticare? Era il 29 aprile. La nostra Dea ha giocato per l’ultima volta nello storico stadio Atleti Azzurri d’Italia, mettendo l’Udinese ko, con due gol realizzati da De Roon e Pasalic.

    Il giorno seguente l’impianto è stato chiuso ed oggetto di una serie operazioni di restalyng che hanno riguardato, in questo primo step, la demolizione e la ricostruzione della storica Curva Nord. A luglio, come tutti sapete, ha cambiato denominazione diventando il Gewiss Stadium ed oggi viene inaugurato ufficialmente.

    In una data così epocale per noi, rieccoci qui pronti a vedere la no-stra Atalanta giocare e poterla sostenere nello suo di stadio.

    In questo momento così esclusivo, questo numero è dedicato pro-prio a Linda Raff, la moglie del Capitano Alejandro Dario Gomez, approdato alla Dea tre stagioni fa e conosciuto da tutti come il Papu.

    Anche Linda come il marito, è argentina e più precisamente è nata a Buenos Aires. Tren-tenne, al fianco del suo Ale da 15 anni, è mamma di tre bam-bini: Bautista che da poco ha compiuto 7 anni, Costantina di 4 anni e Milo di appena 11 mesi.

    Laureata in architettura nel suo Paese, a Bergamo si è su-bito fatta notare ed apprezzare per le sue qualità professionali e la sua determinazione, che l’hanno portata prima a lavo-rare per un noto studio di ar-chitettura cittadino, per poi oc-cuparsi del progetto e seguire il cantiere del centro medico sportivo “Perform” inaugurato tre anni fa, di proprietà anche della famiglia Gomez.

    Da allora a oggi Linda ha sempre avuto sete di miglio-rarsi e ricercare nuovi stimoli lavorativi, così non si è ferma-ta nemmeno con gli studi: ha frequentato un master in mar-keting per poi iscriversi anche un corso per specializzarsi in disegno di progetti.

    Cosa ti ha spinto Linda a tanto?

    “Bisogna sempre mettersi alla prova per capire cosa pia-ce di più. Quando sono arriva-ta a Bergamo non conoscevo i

    a fine anno. Si tratta di una piattaforma polifunzionale che utilizza la tecnologia Blockchain e riguarderà più fronti. È un’applicazione che si può adattare a diversi ambiti e ora la stiamo testando”.

    Linda, ma dove nasce l’idea anche di pensare a questo progetto?“Cerco di imparare un pò di tutto, non si può rimanere solo con la

    moda, l’architettura. Ho sempre voglia di sperimentare cose nuove nel-la vita, altrimenti cosa si fa? Imparare è vivere, faccio ciò che mi piace, è semplice”.

    Come riesci a conciliare tutto ciò con il tuo essere anche mam-

    concetti in italiano nell’ambito dell’architettura, ma li conoscevo in spa-gnolo, così mi sono impegnata e ho imparato. Senza impegno e forza di volontà non ottiene nulla ”

    Quale è il tuo motto, il tuo modo di vivere?“Non si deve perdere tempo, io non aspetto a fare le cose, le faccio

    se so che lo posso fare”.Voi siete una famiglia che usate molto i social e molte ragazze ti

    seguo e ti apprezzano per la tua grinta. Che cosa vorresti far sape-re a queste tue fans, o meglio, che messaggio vorresti far passare loro?

    “Non fermatevi mai. Abbiate sete di imparare e di andare avanti. Studiate, e trovate la vostra passione, ce n’è almeno una per tutti e abbiate il coraggio di cambiare se qualcosa non vi da più stimolo. Con i social cerco di far vedere la vita con i bambini e il lavoro. I social hanno come conseguenza aumentare la visibilità e in quel caso bisogna fare attenzione a ciò che si pubblica e cercare sempre di trasmettere cose

    positive e di dare l’esempio, è una responsabilità. È impor-tante studiare ed acculturarsi. Bisogna studiare per nutrirsi, per se stessi, più cose fai, più ti metti alla prova e conosci i tuoi limiti”.

    Sei passata dall’essere ar-chitetto al diventare impren-ditrice di te stessa, creando anche una linea di moda de-dicata ai costumi nel 2017. Che novità ci anticipi per la prossima stagione?

    “La Linda Raff collection è arrivata alla sua quarta edizio-ne e per la prossima estate la linea e la grande novità sta nel fatto che sarà all’insegna della ecosostenibilità. Si useranno tessuti riciclati, metalli e carte riciclate il tutto made in Italy e scelto e disegnato da me.”.

    Sul fronte Perform invece, che ci racconti? Sono previ-ste delle novità?

    “Ebbene si. Stiamo lavo-rando ad un progetto per co-struire una seconda sede e ci stiamo orientando anche al franchising in Italia”.

    Sappiamo che sei un vul-cano di idee, ma lavorativa-mente hai qualche altro pro-getto che sta per decollare?

    “Sono entrata nel mondo della tecnologia e sto collabo-rando con alcuni miei conna-zionali a Barcellona ad un mio progetto che dovrebbe uscire

    ma? Tu sei una donna molto attenta e presente nella tua famiglia, nonostante il tuo lavoro.

    “La cosa in cui credo moltissimo è dare esempio ai miei figli. Non voglio che loro abbiano a casa una mamma che non è presente o è sempre sul pc e non ha tempo per loro. Io posso lavorare tutto il giorno, di notte, ma quando ci sono loro, sto con loro, altrimenti, se non si è presente a cosa serve? Che ricordo si lascia. Io cerco l’equilibrio, non mi perdo i momenti con loro, perché crescono e non si può tornare indietro”.

    Tu e il Papu vi siete conosciuti da giovanissimi in compagnia di amici comuni. Da allora a oggi, lui è diventato mito per moltissimi. Com’è vivergli accanto?

    “Siamo una coppia scherzosa e ci piace vivere la quotidianità in modo genuino, facendo ciò che tutti fanno. Negli anni ho visto la sua popolarità crescere, e sono felice, perché lo merita.

    Parliamo delle famose fasce da capitano che disegnavi per tuo marito. Tutto ciò non è più permesso. Che ne pensi?

    “È stato un peccato, era carino. È giusto così. La rispetto come scelta, ma non nascondo che mi spiace, ma sono d’accordo. L’avevo messo in conto che prima o poi mi sarei dovuta fermare.

    Sei stata anche allo stadio durante i lavori, che ne pensi del pro-getto di ristrutturazione?

    “Non mi era capitato prima di vedere uno stadio in costruzione, e l’ho voluto vedere per curiosità, perché non sono cose che si vedono tutti i giorni. Hanno fatto un grandissimo lavoro ed era un intervento necessario. Accompagna la crescita che sta avendo anche la squadra.

    Stiamo vedendo una squadra fortissima, determinata come non mai e tuo marito è tre anni che indossa la fascia da capitano. Che ne pensi della squadra e del ruolo di tuo marito?

    “Io sono sua moglie e non posso farne a meno quindi la mia visio-ne sul gioco dell’Atalanta non conta molto. Sono contenta che stiano vivendo questo grandissimo momento e mi auguro che possa essere solo l’inizio”.

    Quali sono i tuoi sogni nel cassetto Linda?“Mi sento soddisfatta, desidero avere sempre la salute e anche per

    tutti coloro che mi stanno accanto. Sono soddisfatta di aver realizzato tutto ciò che ho fatto fino ad oggi, in un Paese che non è il mio. Vivo il presente e se mi sveglio con il desiderio di voler fare qualcosa mi azio-ne per vedere se posso farlo e come realizzarlo”.

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    Linda Raff, moglie del Papu: ho sempre voglia di sperimentare cose nuove nella vita, altrimenti cosa si fa? Imparare è vivere, faccio ciò che mi piace, è semplice”.

    Al fianco del suo Papu da 15 anni e sposata da 8 anni

  • 26 27

    Massimo Bentoglio, oltre ad essere tifosissimo della Dea, gestisce ormai da più di sei lustri un’avviata agenzia assi-curativa che mette al centro della propria azione proprio l’assistenza infortunistica. Ogni singola pratica, fin dal suo inizio, vie-ne gestita in modo professionale attraverso una consulenza attenta e puntuale di tipo legale e medico-legale. Alla Bentoglio&Quadri ogni tipologia di sinistro (stradale, domestico, lavorativo, ecc.) viene inda-gato in modo approfondito, così da far ottenere il giusto risarcimento alle vittime di incidenti che hanno subito danni fisici e/o materiali.

    L’attività di assistenza dell’agenzia, quindi, risulta fondamentale per ottenere giustizia soprattutto in tre diverse situazioni di danni alla persona o materiali:• Sinistri stradali: innanzitutto va ricordato che in caso di incidente

    con feriti, sia pur apparentemente lievi, va sempre sollecitato l’in-tervento del 118. Altro accorgimento: se i mezzi coinvolti nel sini-stro non impattano sulla viabilità, meglio non spostarli e aspettare l’intervento delle forze dell’ordine per i rilievi. In questi momenti è importante mantenere la calma e cercare soccorrere eventuali feri-ti, compilare il modulo di constatazione amichevole ed individuare possibili testimoni del sinistro. Accortezze che agevoleranno il la-voro di presentazione dell’istanza di risarcimento danni da parte del team Bentoglio&Quadri;

    • Sinistri sul lavoro: in questo caso il dipendente deve segnalare immediatamente l’accaduto al proprio

    datore di lavoro, il quale avvia l’in-fortunato presso il più vicino Pron-to soccorso. I medici rilasciano un primo certificato medico e qualo-ra la prognosi superi i tre giorni, scatta l’obbligatorietà del titola-re di denunciare l’infortunio all’I-NAIL. Poco prima della scadenza dei giorni di infortunio, il lavoratore deve recarsi all’INAIL per una visita fiscale di controllo. Attenzione, non sempre tutti i danni vengono ricono-sciuti e liquidati. Il cosiddetto danno differenziale, ovvero un’ulteriore in-validità biologica, la perdita di pos-

    sibilità professionali, il danno patrimoniale, morale ed esi-

    stenziale vanno costruiti e quantificati. Bento-glio&Quadri possono diventare un aiuto in-dispensabile per far valere i propri diritti;• Lesioni gravi: per ottenere un equo indennizzo occorre affidarsi all’esperienza e alla competenza

    di agenzie serie

    come la Bentoglio&Quadri, le quali, attraverso un proprio team al-tamente qualificato, siano in grado di tutelare e monetizzare invali-dità, inabilità e danni morali e patrimoniali.

    Massimo, atalantino doc, partecipa sempre alla festa del vecchio Brumana e sull’attuale andamento della squadra non ha dubbi…

    “Il gruppo c’è, nessun dubbio. Certo, l’inizio difficile in Champions si poteva anche immaginare, si paga l’inesperienza in un torneo di al-tissimo livello. In campionato, invece, grazie anche alle sapienti mani di mister Gasperini, la squadra si dimostra compatta e capace di ma-ramaldeggiare all’Olimpico contro una Roma annichilita dall’autorevole prestazione dei nerazzurri. Lo stadio nuovo? Era ora, sarà sicuramente più fruibile e accogliente per tutti noi. Eppoi, ci consentirà di vivere l’atmosfera delle gare europee direttamente a casa nostra. E scusate se è poco”.

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    Bentoglio&Quadri, agenzia di Albano Sant’Alessandro con alle spalle ben 32 anni di attività al servizio dei diritti dei cittadini/consumatori, rappresenta davvero un’eccellenza nel panorama assicurativo Bergamasco

    Massimo Bentoglio: al servizio dei diritti dei cittadini da oltre trent'anni

    Lo Staff di Veradent Clinic• Dott. Dino Chiarini - Direttore sanitario a Cene, nato a Milano, medico odontoiatra iscritto all’Albo

    degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 01230 dal 13.06.2019. Si occupa di conservativa, endodonzia e pedodonzia. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Enrico Luigi Romolotti - Direttore sanitario a Bonate Sotto, nato a Reggio Emilia, medico chirurgo odontoiatra iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Bergamo dal 18.04.2019 al numero 07849 e all’Or-dine degli Odontoiatri di Bergamo dal 18.04.2019 al numero 01210. Si occupa di protesi fisse e mobili o su impianti. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Fabio Invernizzi - Direttore sanitario a Zogno, nato a Bergamo, medico odontoiatra iscritto all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 01025 dal 14.1.2010. Si occupa di conser-vativa, endodonzia e pedodonzia. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott. Gil Patrick Vismara - Nato a Treviglio (BG), medico chirurgo specialista in chirurgia maxil-lo-facciale iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi della Provincia di Bergamo dal 18.09.2003 al n. 06067.

    • Dott.ssa Rossana Riva - Nata a Monza (MB), medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 1058 dal 14.4.2011. Si occupa di ortodonzia mobile/funzionale, fissa e invisibile. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott.ssa Lucia Giannini - Nata a Crema, medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri di Mi-lano al n. 4922 dal 02.03.2009. Si occupa di ortodonzia mobile/funzionale, fissa e invisibile. È a vostra disposizione per la prima visita di controllo.

    • Dott.ssa Agnese Zanchi - Nata a Trescore Balneario (BG), medico odontoiatra iscritta all’Ordine degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo al n. 00811 dal 29.1.2004. Si occu-pa di conservativa, endodonzia e pedodonzia.

    • Dott.ssa Chiara Calvelli - Nata a Vicenza, medico odontoiatra iscritto all’Ordine dei Me-dici Chirurghi e Odontoiatri di Vicenza al n. 00964 dal 17.01.2018. Si occupa di conservati-va, endodonzia e pedodonzia.

    • Dott.ssa Ilaria Teli - Nata a Bergamo, iscritta al n. 15 dell’Albo della Professione Sanita-ria d’Igienista Dentale di Bergamo dal 10.4.2019. Si occupa di igiene e prevenzione.

    • Elena Gamba - Referente del centro dentale di Cene, accoglienza e assistente alla pol-trona.

    • Isabel Biffi - Referente del centro dentale di Bonate, accoglienza e assistente alla poltrona.

    • Roberta Capelli - Referente del centro dentale di Zogno, accoglienza e assi-stente alla poltrona.

    • Nadia Tesei - Assistente alla poltrona.

    • Magda Agazzi - Assistente alla poltrona.

    • Alice Biffi - Assistente alla poltrona.

    • Chiara Gamba - Assistente alla poltrona.

    • Federica Salvi - Assistente alla poltrona.

    • Melissa Zucchinali - Assistente alla poltrona.

    • Vera Shehu - Titolare, responsabile del centro dentale e vostra consulente per aspetti commerciali e procedurali.

    Il Centro Dentale vicino a casaVeradent Clinic è un centro dentale che offre servizi per la prevenzione e la cura del cavo orale, per la sa-lute della bocca di tutta la famiglia. Lavorano presso Veradent Clinic oltre 15 medici odontoiatri con diverse specializzazioni che collaborano in equipe per offrire ai nostri Pazienti la migliore cura erogabile al miglior prezzo possibile.

    Veradent Clinic ha 3 Centri Dentali in provincia di Bergamo: a Cene dal 2017, a Bonate Sotto dal 2018

    e a Zogno da quest’anno.I nostri trattamenti abbracciano tutte le necessità dei nostri Pazienti: igiene professionale, sbiancamento dentale, conservativa, endodonzia, chirurgia orale e implantologica, protesi fissa e mobile tradizionale o su impianti senza dimenticare i nostri ragazzi con i trattamenti di ortodonzia mobile/funzionale, fissa o invisi-bile. La professionalità è dovuta, ma a noi piace dare di più e offrire un ambiente caldo e accogliente. I nostri pazienti vengono da noi anche per il sorriso, per il calore che ricevono e un ambiente rilassante.

    I nostri valori sono semplici, a garanzia e tutela della vostra salute:

    • Qualità: offriamo soluzioni di trattamento qualitative, utilizziamo materiali Made in Italy di alta qualità insieme a uno staff odontoiatrico completo e selezionato.

    • Sicurezza: Controlliamo regolarmente l’attuazione dei protocolli clinici e monitoriamo con severità l’esecuzione dei trattamenti e la qualità del laboratorio protesico e ortodontico.

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    Nel Centro Dentale troverete il listino completo delle nostre prestazione

    *Messaggio informativo, ai sensi del combinato disposto di cui all ’art.2, D.L. 223/2006 e art. 1 co. 525, L. 145/2018. Terapie sanitarie soggette a visita e diagnosi personalizzata eseguita dall’odontoiatra, suscettibile di variazioni su indicazioni del medico. Listino dei trattamenti sanitari disponibile presso il centro dentale.

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  • 28 29

    Arresti, omicidi, retate, collusioni, presunte o meno, con la ma-lavita organizzata, insomma tutto il peggio del peggio rove-sciato come un bidone dell’immondizia addosso ad un mon-do fatto di rapporti umani, solidarietà, passioni e sentimenti. Al netto di certe situazioni già note, dove le infiltrazioni criminose erano evidenti e conosciute in qualche gradinata, non è parso vero alla stampa uffi-ciale, di poter fare un minestrone di tutte le sigle della galassia del tifo organizzato. Normalizzazione del tifo si chiama, devitalizzato come un dente: così non fa più male. Ma andiamo per ordine, precisando da subito che a Bergamo, come in quasi tutte le Curve nel Belpaese, certe situazioni sono sempre rimaste fuori. Scontrandosi magari, eh?, ma, appunto, per salvaguardare la propria comunità sportiva e umana da intossicazioni che nulla avevano a che fare con il loro modo di essere tifosi.

    L‘ndrangheta tifa Juve? Riavvolgiamo un attimo il nastro. Nella puntata di Report di un anno fa, viene trasmessa un’inchiesta su pre-sunte infiltrazioni malavitose all’interno della Curva Sud bianconera. In particolare, si puntano i riflettori su un suicidio, questo sì presunto, di un ex-ultras poi divenuto un collaboratore della società Juventus morto suicida nel luglio del 2016, solo poche ore dopo esser stato ascolta-to dall’Autorità giudiziaria. Se la Giustizia ordinaria non è intervenuta, quella, sportiva ha comminato al Presidente della Juve un anno di so-spensione (poi ridotta a tre mesi) e una multa salatissima per violazione alla normativa sulla vendita dei biglietti.

    La Cassazione, nell’aprile di quest’anno, conferma l’interesse della criminalità organizzata verso la Curva per le attività crescenti nella ge-stione del bagarinaggio. Il Tribunale e la Corte d’Appello di Torino riba-discono nell’aprile 2019 che la malavita controlla effettivamente alcuni Gruppi del tifo organizzato. Con l’operazione Last banner, e siamo a poche settimane fa, vengono arrestati 12 capi del tifo organizzato bian-conero; secondo la Procura le accuse sono le seguenti: associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata…sempre ai fini del bagarinaggio. Un giro d’affari tra i 90-120mila euro. Poca roba insomma. Mentalità Ultras zero, comunque la si veda.

    Ma, poi, la domanda sorge spontanea: questi biglietti/abbonamenti,

    Sempre il Corsera spiega come esista il “rischio di un passaggio a dinamiche criminali ben diverse an-che dalle logiche per quanto a volte violente del mondo ultrà”.

    La mappa della malavita. Di infiltrazioni malavitose o mafiose nelle Curve, si scrive e si legge or-mai da diversi anni. Un’icona rima-ne Genny “a carogna”, ricordate la finale di Coppa Italia contro la Fio-rentina all’Olimpico nel 2014?, fini-to in carcere per traffico di stupefa-centi e divenuto poi collaboratore di giustizia…

    Giusto per non farvi manca-re niente, si è scritto di un asse Milano-Torino nel traffico di droga, di business delle trasferte e del merchandising lungo un filo “nero” che legherebbe le varie tifoserie. Fasci insomma. Camicie nere che controllano il tifo pure a Roma, indifferentemente tra Lazio e Roma, dove il derby corre lungo i Fori Imperiali fino a Piazza Venezia. Poi tutti con il braccio teso verso il Balcone. Chiacchiere da bar, o meno,

    alcuni capi ultras le attività illeci-te le svolgevano per davvero e qualcuno, purtroppo, le ha anche pagate con la vita. A Bergamo i problemi sono stati altri e certa-mente è mancata la capacità di chiudere per tempo una stagione storica ormai indifendibile, asso-lutamente inutile, fine a sé stessa e controproducente.

    Errore clamoroso che è costa-to troppo in termini sociali e mi riferisco principalmente ai ragazzi rimasti coinvolti. In questi anni, però, a Claudio va il merito di aver comunque tenuto fuori dalla Curva “giri strani”, salvaguardato

    e tenuto unito (pulito) il più grande centro di aggregazione giovanile della nostra provincia. Un’eredità che va preservata e salvaguardata con dignità, principalmente da chi oggi ha l’onere e l’onere di gestire la Curva. Una delle migliori in assoluto.

    chi li girava a “lor signori”? Si vocifera infine che, a fianco di questa attività illecita, ci sia pure un traffico di stupefacenti sulla tratta Agrigen-to-Torino…

    Dalla Nord una voce strozzata in gola... In contemporanea alle in-chieste di Torino, a Milano “l’informazione” cala un carico da undici su un passaggio di consegne movimentato nella Nord interista. Affari loro, potremmo dire. Già, però, anche in questo caso il leit-motiv è sempre quello: tifo organizzato nelle mani della criminalità.

    Il Corsera del 16 settembre scorso pubblica una foto emblematica: un pluripregiudicato uscito di galera dopo trent’anni abbraccia Fran-chino Caravita sigillando così la successione al vertice. La cronaca dei giornali - smentita vigorosamente dalla Nord interista - racconta di due schiaffoni in faccia a Caravita durante Inter-Udinese di sabato 14 set-tembre 2019.

    MENTALITÀ ULTRAS VO CERCANDONO AL CALCIO MODERNO di Lello

    Non esiste un codice “deontologico” condiviso, forse neppure nella stessa gradinata di appartenenza, certo i recenti fatti, legati più alla cronaca nera che a quella sportiva, inducono ad una riflessione profonda.

    Ed a produrre alcune risposte. Soprattutto verso chi vorrebbe mettere la parola fine a questo movimento

    Occorre muoversi alla svelta, prima che la nuova pedagogia sportiva si diffonda come gramigna

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    LECCEAll. Liverani

    959721226

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    16332

    29133

    102125853784

    11237721301720199

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    BleveChironiGabrielVigoritoBenzar

    CalderoniDell'Orco

    DumančićFiamozzi

    LucioniMeccariello

    PiernoRiccardi

    RispoliRossettini

    VeraFalcoFeliciGallo

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    BabacarFarias

    DubickasLa MantiaLapadula

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    ATALANTA - LECCEBOLOGNA - LAZIO

    BRESCIA - SASSUOLOFIORENTINA - UDINESE

    GENOA - MILANHELLAS VERONA - SAMPDORIA

    INTER - JUVENTUSROMA - CAGLIARI

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    Inter 18 6 6 0 0

    Juventus 16 6 5 1 0

    ATALANTA 13 6 4 1 1

    Napoli 12 6 4 0 2

    Roma 11 6 3 2 1

    Lazio 10 6 3 1 2

    Cagliari 10 6 3 1 2

    Torino 9 6 3 0 3

    Parma 9 6 3 0 3

    Fiorentina 8 6 2 2 2

    Bologna 8 6 2 2 2

    Udinese 7 6 2 1 3

    Sassuolo 6 6 2 0 4

    Verona 6 6 1 3 2

    Brescia 6 6 2 0 4

    Milan 6 6 2 0 4

    Lecce 6 6 2 0 4

    Genoa 5 6 1 2 3

    Spal 3 6 1 0 5

    Sampdoria 3 6 1 0 5