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NOTAINTRODUTTIVA

Il presente volumetto, stampato (in grande economia di spesa) per i tipi delle Arti Grafiche Scisci, promosso-finanziato dal CRSEC Distretto BAj15 (ufficio decentrato dell'Assessorato al Diritto allo Studio della Regione Puglia) e patrocinato dall'Amministrazioni Comunali di Conversano, Mola di Bari e Rutigliano, prende le mosse da un ampio progetto impostato-delineato qualche anno fa con l'obiettivo di censire, individuare, analizzare e valorizzare gli artisti di qualità operanti nei Comuni del comprensorio Conversano-Mola di Bari-Rutigliano (poeti, scrittori, pittori, musicisti, attori, ecc.) Nella prima fase di attuazione di questo progetto si è pensato di "prendere in esame" i poeti locali e, pertanto, ci si è soffermati, in particolare, su alcune figure-persone (alcune delle quali sono scomparse) che in passato, a diversi livelli, hanno avuto contatti e vissuto esperienze di collaborazione culturale con il CRSEC Distretto BA/ 15 e con le Biblioteche Civiche del comprensorio: Pietro De Filippis, Gino Locaputo, Michele Macchia, Donato Mancini, Mimì Novembre, Lia Raimondi e Maria Antonietta Verga. Il volumetto che ne è nato risulta essere, così, una sorta di piccola antologia nella quale sono stati raccolti (sulla base di un'attenta ricognizione condotta dal dott. Guido Lorusso) un ventaglio di componimenti (scelti tra i più significativi) dei poeti di "casa nostra", corredati naturalmente dei profili biografici e professionali di ciascun autore. E' evidente che si tratta di un lavoro non esaustivo e non definitivo (non poteva essere altrimenti dato il grande numero di persone che nel territorio amano cimentarsi con la poesia!), ma, in ogni caso, si tratta sicuramente di una prima (buona) base di partenza per poter domani proseguire nel lavoro intrapreso, per valorizzare la poesia e per dare corpo anche alle altre fasi programmatiche previste dal progetto del CRSEC Distretto BA/ 15.

dott.ssa Catia Palmiotta Responsabile CRSEC Distretto BA/15

PIETRO DE FILIPPIS

Pietro De Filippis è nato a Forino (Avellino) il 26 ottobre 1925 e risiede a Conversano da tanti anni. Dopo essersi laureato in Lettere Classiche presso l'Università di Bari ha insegnato nelle scuole medie inferiori e superiori a Monopoli, a Bari e a Conversano. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesie: "Per un anno in più" (Aurora Editrice, Bari 1979), " I passi sul calcare" (Edizioni Levante, Bari, 1985), "Itinerario a ritroso" (Edizioni Levante, Bari 1989). Ha tradotto in versi alcuni passi delle "Georgiche" di Virgilio in occasione del bimillenario del grande poeta latino (Tipografia Pineta, Conversano 1982) . Nel 1995 ha pubblicato il volume di poesie "I segni della storia" (Grafica Scisci, Conversano 1995) con prefazione del prof. Pietro Mezzapesa. Suoi componimenti sono in diverse - importanti antologie di livello regionale e nazionale; una sua poesia intitolata "Mani d'ombre" è nel volume "I racconti della prigionia" scritto e curato da Matteo Fantasia (Edizioni Levante, Bari 1987). Pietro De Filippis ha ricevuto numerosi premi, riconoscimenti e attestazioni per la sua attività poetico-letteraria: nel 1991 a Strasburgo è stato il primo classificato nel "Grand Prix Mediterranée Etoile d'Europe". Recensioni e segnalazioni riguardanti i suoi scritti e i suoi componimenti sono apparsi ne "La Gazzetta del Mezzogiorno", "Pugliascuola", "L'informatore librario", "Napolinotte", "Roma" e "Il Messaggero" . Per la sua attività letteraria e culturale è stato nominato Accademico d'Europa. La poesia di Pietro De Filippis è fondata su di una solida formazione­preparazione umanistica ed è caratterizzata da un sentito impegno verso il sociale e da un grande affetto-rispetto per il paesaggio rurale del Sud-est barese, con le sue "casedde" bianche, con i suoi trulli di pietra, con i suoi ulivi antichi, con i suoi mille segni antropici, contrassegnati sempre dalla fatica, dal lavoro e dal sudore dei contadini. Pietro De Filippis, uomo di fede, affronta la vita con pazienza, con equilibrio e serenità, senza mai farsi prendere la mano dalle inquietudini e dai tormenti esistenziali.

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NEBBIA A SASSANO

S'è posata la nebbia sul lago di Sassano.

E il vento la spinge alla riva a fiocchi di fumo.

Una libellula, forando la lunga barriera, si libra a momenti sulla spighe dei giunchi.

Agitarsi di neri codini tra l'erba lacustre.

A stento un sole scialbato si specchia nell'acqua; e sembra la luna.

Pietro De Filippis

da "I passi sul calcare" (1985)

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I CILIEGIETI DI CONVERSANO

A marzo si veste di gemme il ciliegio relegando al ricordo l'esile tronco dei mesi invernali.

Vittoria d'ombrelle fiorite a coprire immensi spazi di luce .

E volano nel cielo d'aprile coriandoli bianchi.

A maggio drupe a mazzetti nelle mani dei bimbi.

Lieti convegni d'in tere famiglie a colmare ceste e panieri.

Nelle piazze incontri di vendite per lontani mercati.

Pietro De Filippis

da "I passi sul calcare" (1985)

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MANI D'OMBRE

Cifre stampate su casacche afflosciate

, che avvolgono ossuti residui d'umane figure nel campo di sterminio.

Vacilla lo sguardo a trovarsi nelle occhiaie senza luce del compagno vicino.

Ad ora ad ora attese lente d'una chiamata di morte.

Non un gemito, neppure una parola: i numeri non sanno parlare né possono piangere.

Sotto il tetro soffitto s'incrociano ombre di mani, mani d'ombre.

Pietro De Filippis

da "Itinerario a ritroso» (1989)

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LA NATURA VIOLATA

N on il rivo strozzato di Montale, ma rivi strozzati da plastica e bave di schiuma.

Faticoso il percorso al fiume che ha già l'ansa intasata; lon tana il mare oleoso di melme.

E gracchiare insistente di corvi e gabbiani a catturare pesci morenti a galla sull'acqua.

1 fiumi di un tempo, specchiati cristalli: gorgheggi d'uccelli silvani e guizzi di trote iridate tra l'abbraccio fronzuto di alberi antichi, un dono violato

da falsi miraggi, millenni di luce devastati da una briciola d'anni.

Pietro De Filippis

da "I segni della storia" (1995)

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AD UNA PIETRA DI PUGLIA

Quell'ulivo contorto, uscito dal tuo grembo, che tra l'argentee foglie dondola nere drupe, un giorno sparirà.

E cadranno pure splendide corolle d'erbe e fiori, alberi d'alto fusto e tanta umanità.

Tu, rupe inerte senza nervi e vene, nata da nessuno, balaustra levigata da piogge tempestose, paziente sentirai i mille passi dell'uomo del futuro , lo sguardo teso ad approdi di stelle.

Pietro De Filippis

da "1 segni della storia" (1995)

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GINO LOCAPUTO

Gino Locaputo è nato a Conversano nel 1953. E' attore, regista, scrittore, poeta e ideatore - organizzatore dal 1987 del "Festival Mediterraneo". Nel 1983 s'avvicina al mondo dell'infanzia e si cimenta con la scrittura creativa. Nel 1986 scrive e porta sulle scene la fiaba "Il bambino, il drago e gli uomini cattivi". Ha preso parte a numerosi seminari teatrali collaborando con Marisa Fabbri, Egidio Pani, Giorgio Aldini, Ingemar Lindh, Walter Pagliaro, Franca Rame, Dario Fo ed Eugenio Barba. Nel 1992 ha portato il teatro nelle corsie degli ospedali rendendo protagonisti i degenti. Per la sua attività culturale e teatrale ha avuto numerosi riconoscimenti e premi. E' autore del cortometraggio "Rocco Scotellaro, Storia, leggenda e realtà" e di diversi dossiers trattanti argomenti di carattere etnico ed antropologico. Collabora con diverse testate giornalistiche e riviste letterarie e sue poesie e suoi scritti sono stati pubblicati in varie antologie. I suoi testi sono stati tradotti in diversi paesi del Centro - Europa, in Grecia, in Serbia Montenegro e soprattutto in Medioriente, nei paesi arabi. Questi i suoi lavori pubblicati: "Poveri Noi", 1979 (commedia politica), "Da decidere", 1980 (teatro), "Ninna Nanna Meridione", 1982 (dramma storico), "La Storia della Storia", 1983 (teatro), "La fiaba delle ciliegie", 1983 (fiaba), "Il bambino, il drago e gli uomini cattivi",1986 (fiaba), "Il Guercio delle Puglie", 1988 (teatro per ragazzi), "Dino Campana, allucinante sogno di una vita", 1988 (teatro), "Nel ·mondo delle fiabe", 1989 (fiaba), "Nel giardino dell'erba voglio", 1989 (teatro), "Di Vagno, il Gigante Buono", 1990 (dramma storico-tradotto in arabo), "Una fiaba scombinata", 1990 (teatro per bambini), "Il pesciolino che ride", 1993 (fiaba - tradotta in arabo), "Poesie smarrite", 1999 (poesie - tradotte in inglese), "Mediterraneo - appunti sparsi", 2002 (poesie - tradotte in serbo), "Testi cantati", 2003 (canzoni), "Nei tuoi occhi ... le parole diventano pietra", 2006 (poesie - tradotte in arabo). Per gran parte la poesia di Gino Locaputo prende le mosse e si sviluppa da una lunga ed intensa esperienza di vita, di lavoro e di impegno culturale, sociale e pacifista, condotta in Medioriente, a diretto contatto con gli uomini, con le donne e con i bambini del tormentato mondo arabo. Ha grande spessore e forti contenuti ed esprime una finissima sensibilità artistica.

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A YASSER ARAFAT

Arrivederci Yasser rimane il tuo bacio 'al cielo in un fresco mattino di Ramallah ... Quanto tempo è passato per quel sogno addormentato con te? Ti abbiamo aspettato per festeggiare insieme l'Aid Mubarak I bambini felici continuano a giocare su dondoli di filo spinato su ferri contorti e vecchi elicotteri abbattuti E dindolè e dindolè Chi hai ora accanto a te? Continuano i tuoni e i rombi della ipocrisia .. . dopo, a un'altra volta ci rivedremo in quale Palestina, non lo so! Aspetteremo insieme la brezza del vento che muove quella bandiera lì sulla Mokada crivellata e dispersa.

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi .. . le parole diventano pietra" (2006)

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LA FENICE DI AMMAN

Ho visto le luci delle parole disegnare ombre di cieli mai visti qui dove il tempo scandisce le semplicità del cuore smarrito nella via del deserto dove occhi azzurri come il cielo di Amman mi parlano di antiche storie di un uccello che vola insieme alle stelle il suo nome è la Fenice lì, nell'infinito e non muore mai come il nostro sogno che vive e vivrà per sempre.

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi .. . le parole diventano pietra" (2006)

IO

AL HALUK

Per ascoltare il soffio del vento ho pregato in una piccola moschea lì, ad Al Haluk nella direzione del Profeta ho inviato il mio canto la mia piccola preghiera per ricordare a me stesso che Dio è grande ... nei teneri piedi di Bashir ho visto l'impronta del mio cammino la direzione e la strada che portano a Te poi ... sarà il profumo della terra a ricordarmi che c'è ancora tempo per un altro giorno ancora per questo prego e Ti ringrazio .

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi ... le parole diventano pietra" (2006)

Il

OGGI

Sono partito oggi per altri passi inutili nel silenzio della solitudine dove sagome nere disegnano nell'aria i sogni dispersi in un mattino Poi, sei arrivata tu come una farfalla ... E' forse questo l'amore? Quanto tempo ancora vedrò gli orizzonti colorati dei mattini dissolversi nelle preghiere del Ramadan? Ho posato le mie rughe e il viso sulla terra e alle pietre ho lasciato la mia anima ... Forse un giorno tornerò ancora per un'altra piccola o grande storia.

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi .. . le parole diventano pietra" (2006)

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UN GIORNO ALLA CASA DEI POETI

C'è una casa su una collina ad Amman dove il sole incontra le stelle C'è un giardino color cioccolato dove i poeti piantano i loro fiori sono parole segrete e magiche e servono per sognare e cambiare il mondo Un giorno ricorderemo quelle parole scritte tra sogno e realtà sarà il profumo del gelsomino a spargere nel vento la voce della poesia con una ninnananna beduina ci addormenteremo sotto un cielo infinito. A chi racconteremo Habib il nostro sogno? A chi sveleremo Habib il nostro segreto? C'è una bambina di nome Amira che misura il tempo come una clessidra nelle sue mani scivola la sabbia lentamente. E' forse giunto il nostro tempo? Andiamo .. . andiamo in questo sogno! Non è forse la vita tutto un sogno? La pace senza fine è come una poesia sono due mani che si stringono la mia, la tua ... per sempre mentre i nostri occhi sono uno specchio e dentro c 'è la felicità.

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi ... le parole diventano pietra" (2006)

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PER NON DIMENTICARE

Quanto silenzio quella notte sui monti e il fuoco saliva lento al ritmo di un liuto ho accarezzato la tua mano Saleh . .. tu conosci il segreto delle parole frantumate nelle pietre di un villaggio arcano .. . Suedaa è per me il canto al soffio del vento che ci porta lontano ... lontano come sono dolci questi ulivi che disegnano nell'aria le nostre poesie e la notte ... com'è dolce la notte per un domani incerto. Anche i poeti muoiono anche i re muoiono nell'incanto di un mattino col sole che asciuga le. pietre come un fiore che appassisce se tu non lo guardi con amore forse la vita è dietro una finestra un giorno aprirò anch 'io per sempre quel vuoto strano che stordisce e inebria e allora ubriachi di felicità saliremo le scale del cielo.

Gino Locaputo

da "Nei tuoi occhi ... le parole diventano pietra" (2006)

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MICHELE MACCHIA

Macchia Michele (pseudonimo MIC) è nato a Conversano il 29 novembre 1943. Nel 1966 "emigra" al Nord, a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria alla ricerca di un lavoro sicuro ed ivi risiede fino all' Il agosto 2007, giorno della sua morte prematura. Il legame per i due paesi (Conversano e Castellazzo Bormida) è molto forte, nostalgico nei confronti di una terra lontana, la Puglia, quella di origine, molto amata e mai dimenticata, e di riconoscenza nei confronti di quella di adozione, il Piemonte, che gli ha garantito una serena vita familiare e professionale. L'osservazione delle persone e dei luoghi, dei propri stati d'animo e degli ideali voluti o sognati si manifestano attraverso le prime liriche in versi semplici, ma espressivi e portatori di una naturale "voglia di poesia" che costituisce il titolo della sua prima raccolta di versi,appunto, "Voglia di poesia nOI", edita nel febbraio 1996. Ad essa fanno seguito una seconda raccolta (2003), una terza (2006) ed una quarta, questa ancora inedita. Michele Macchia ha partecipato a varie manifestazioni culturali ed ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi letterari quali: il "Diploma d'onore" alla Selezione Nazionale "Marcel Proust" in Roma, il 2° premio nell' "Omaggio a Ernest Hemingway" a Luco dei Marsi (AQ), il premio "Il Calamaio" a Modica (RG), il 4° premio nell' "Omaggio a Grace Kelly" con i versi di "Dietro le sbarre". I versi di Michele Macchia nascono da una forte propensione ad esprimere-estrinsecare bisogni e voci dell 'anima di getto, in forma immediata e genuina, di tipo naif.

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IN PUNTA DI PIEDI

Passati i venti malvagi la primavera ritornerà eventi presagio. Si rallegrerà il cielo e gioirà la terra. Risuonerà il mare e il suo contenuto. Festeggerà la campagna e tutto quello che è in essa. I semi germoglieranno e tutte le piante daranno grida di gioia verso il loro creatore. In un unico grido tu tto camminerà in punta di piedi.

Michele Macchia

da " Voglia di poesia" (2006)

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PRIGIONIERO DEL TEMPO

Aprire gli occhi guardare il futuro . Guardarsi allo specchio non trovarsi più l'immagine. Cercare i giorni belli che non torneranno più . Prigioniero del tempo. Guardare sul suo viso i disegni del mio amore. Non avere cibo imparare a mangiare il tempo. Nell'ombra del grande giardino pensare pensare ogni giorno alla propria vita. Cercare di tornare indietro solo ombre ... ombre sui muri ombre di nessuno. Solo prigioniero del tempo.

Michele Macchia

da « Voglia di poesia" (2006)

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LA FAME NEGLI OCCHI (Africa)

Oh! ~iseradistretta

vendetta chiede quella bocca che nel succhiare la goccia di latte dall'asciutto e nero seno guarda con occhi lucidi quel petto scarno. Quel capezzolo martoriato da lingua tagliente e labbra provate da stenti. Cerca di soddisfar la fame che attanaglia le deboli membra e gli occhi abbaglia forse è colpa della cute nera, oppure della terra arsa e bruciata dal sole che funge solo da comparsa?

Michele Macchia

da " Voglia di poesia" (2006)

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LASCIARSI

Lei, donna libera tirava fuori i miei sogni segreti lasciandomi in un salto triplo. Nelle notti d'estate forti sensazioni non lasciarsi circondare da insicurezze. Dolce era la musica tutta d'ascoltare. Vivere l'incubo d'immagini imperfette. Sotto nelle notti il cielo coperto di stelle all'improvviso ci lascia.

Michele Macchia

da" Voglia di poesia" (2006)

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LA VALIGIA DEI SOGNI

Tu riducente, filosofica, pressione per lo sviluppo dei sogni. Sogni contenuti in valigie giganti per la realizzazione di tanti desideri. Desideri sviluppati alla corte del gusto nascosti in antichi castelli. Lo sciamare di sogni sogni rinchiusi in bauli e valigie avvolti da ragnatele dorate pronti all'ordine e al desiderio d'esaudirsi.

Michele Macchia

da " Voglia di poesia" (2006)

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DONATO MANCINI

Donato Mancini è nato il 28 ottobre 1950 a Conversano, dove risiede ed insegna filosofia, sociologia, psicologia e scienza dell'educazione presso il Liceo Socio-psico-pedagogico. Nel 2001 ha pubblicato la raccolta di versi e dipinti intitolata "Oscillazioni". Nel 2002 ha pubblicato il volume di poesie e dipinti avente per titolo" .. . Verrà il sereno". Nel 2006 ha dato alle stampe una terza raccolta di versi e dipinti intitolata "Stralci". Ha esposto sue opere pittoriche: nella Pro Loco di Conversano ( 1985 -1986 - 1988 - 2000), nel Museo Civico di Conversano (1987), nell'ExpoArte di Bari (2001), nella p re stigio sa Galleria Pascali di Polignano a Mare (2001), nel Museo Civico di Rutigliano (2002), nella Chiesa di San Giuseppe a Conversano per conto del Polo Bibliotecario -Culturale (2002), nel Chiostro del complesso di San Giuseppe a Conversano con organizzazione del CRSEC - Distretto BA/ 15 (2007). Donato Mancini è un artista di finissima sensibilità culturale; la sua pittura si sviluppa lungo due linee direttrici: la Murgia assolata e pietro sa del Sud-est barese, con i suoi borghi, con il suo paesaggio rurale, con le sue antiche masserie, con i suoi trulli fiabeschi e la Puglia mediterranea, con i suoi porti, con le sue scogliere, con i suoi approdi, con i suoi lidi e con le sue vele bianche; in sostanza per lui la pittura è quiete, riposo dell'anima e visione onirica. A riguardo della sua poesia, questa, diversamente dalle sue tele, si porta appresso assilli, disagi, ansie, inquietudini quotidiane, ma anche battiti di cuore, tenerezze, fremiti, speranze e la voglia di sentimenti forti e puri. Per Donato Mancini la poesia finisce per essere una sorta di valvola, che serve a produrre energia esistenziale pulita, una sorta di uscita di sicurezza che gli consente di prendere le distanze dalle nefandezze e dalle brutture del mondo di oggi. Sulla sua pittura e sulla sua poesia hanno scritto: Vito L'Abbate, Enzo Varricchio, Francesca Palazzo, Pasquale Locaputo e Guido Lorusso.

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POLIGNANO

Sono sceso all'alba sulla tua terra per colmare gli occhi ed acquietare il cuore.

Mi è sfuggito il pensiero dall'ispida scogliera fra i riflessi del sole nasce n te sul mare e gli incerti sogni di magiche case assonnate sospese a dirupi.

Ho provato la fresca carezza dell'onda come barca oscillante in cerca di rotta fra lidi della giovinezza andata e visi insistenti che solcano la mente.

Non pescatore di frodo; sono inquieto navigante che rema nella chiara luce del giorno inseguendo il senso oscuro della vita.

Donato Mancini

da "Oscillazioni" (2001)

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IO CI SARO' 000

lo ci sarò ... se mi saprai cercare.

Sarò ombra silenziosa che ti segue.

Sarò luce che rischiara la tua vita.

Sarò voce che sussurra se invocata.

Sarò gioia che ripaga i tuoi sorrisi.

Sarò cuore che si apre alle tue pene.

Sarò specchio che riflette la tua vita .

. lo ci sarò ... se mi saprai cercare.

Donato Mancini

da "Oscillazioni" (2001)

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DIPINGERO' SQUARCI D'AZZURRO ...

Dipingerò squarci d'azzurro fra strie di nuvole scure quasi mani protese a svellere pensieri dal grigio fondo dell'anima; .

farò spiovere fasci di luce a dissipar l'ombra che insidia il mio giorno; traccerò un caldo raggio di sole che bruci le lucciole fatue e accenda sicure scintille.

Non fingerò l'amore quale unica lente di vita: darò voce a moti del cuore inclinanti a più vero sentire .

Donato Mancini

da "Verrà il sereno" (2002)

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VERRA' IL SERENO

Sei gelida sferza di tramontana che intorpidisce il volto e apre solchi sanguigni su riarsa pelle;

sei cielo greve di ostinato inverno che chiude in morsa gelata palpiti incerti di vita;

sei gonfia schiuma di cresta selvaggia che batte allo scoglio e s'infrange in lacrime avare di quiete ;

sei indecifrabile appiglio d'un difficile viaggio che intriga e scoraggia.

Sei ... quel che la ragione discute ed il cuore comanda.

Quando non ci sarò verrà il sereno.

Donato Mancini

da "Verrà il sereno" (2002)

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ATTESA

Attenderò che taccia la marea per volgere la prua in mare aperto.

Scru terò la cresta delle onde a indovinar chiome di naufrago disperso alla deriva.

Tenderò la mano risoluta ad afferrar sogni annaspanti che implorano sostegno.

E sarà luce per occhi già velati dalla fine scoprir di non aver sperato invano.

Donato Mancini

da "Stralci" (2006)

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SGUARDO ALL'ORIZZONTE

Annodo in trama spezzoni di pensiero fra solitaria torre di guardia che scruta verso il mare a scudo della baia silente e monca colonna che sfida il lungo rodere dell'onda.

Relitti parlanti del passato. Chi va, chi torna, chi tace, chi s'affanna ...

All'alba ho posto briglie alle fiere della notte spingendo lo sguardo in fondo all'orizzonte al disco di fuoco che sale ad oriente.

da "Stralci" (2006)

Donato Mancini

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MIMI' NOVEMBRE

Mimì Novembre è nato a Noci il 15 novembre 1935. Si è laureato in Lettere Moderne e ha iniziato la sua carriera di docente presso l'istituto"San Benedetto" di Conversano e, poi, ha pure insegnato nella scuola media inferiore e presso l' !TC "Luigi Pinto" di Castellana Grotte. Andato in pensione nel 1997 si è trasferito a Conversano dove attualmente vive. Per molti anni ha tenuto nel cassetto i suoi scritti; nel 1990 ha pubblicato il suo primo libro, una raccolta di lettere dal tono scherzoso intitolata"Lettere al cacao", edito per i tipi de La Vallisa di Bari. Nel 2002 ha pubblicato una raccolta di poesie intitolata "Frammenti di una vita" con l'editore Schena di Fasano e con questo lavoro ha vinto il Primo Premio al Concorso Nazionale di Poesia "Nino Palumbo" di Bari I edizione-Anno 200 l; poi ha vinto il Secondo Premio al Concorso Nazionale di Poesia "Città di Bitetto" - XII Edizione-Anno 2004 e ha avuto riconoscimenti e attestazioni di merito a Ischia, a Crotone, a Striano (NA) e a Valenzano. Ha naturalmente in cantiere altre pubblicazioni: "Nuovi frammenti", "Cosciotti di Fagiano", una raccolta di poesie di tono scherzoso e persino una raccolta di barzellette intitolate "lo le racconto così". Mimì Novembre è uomo di grande verve ed è poeta semplice e gioviale, dotato di forte capacità comunicativa ed espressiva, innamorato della vita, dell'amore e della natura, intesa e vista in tutte le sue forme e sfaccettature. La poesia di Mimì Novembre è "fluida e armoniosa", "ricca di frammenti e fervida di emozioni". Un'umanità profonda traspare da ogni suo verso, da ogni suo fremito di cuore, e di qui "si sprigiona un intenso - continuo desiderio d'amore e di infinito", che vince la malinconia, la solitudine e il fluire inesorabile del tempo.

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IL CALORE DI UNA MANO

Non so come né da quando giacevo inerte giù nel fondo e nel cuore nemmeno un filo di quella luce fredda che irradiano le stelle.

Una mano però mi scosse lo non sapevo di chi fosse, ma tutti mi ha risvelati i colori della vita e a nuovi voli ha dispiegato l'ala del pensiero.

A risalir dal fondo non vale il tuono cupo dei sermoni né la frusta dei precettori o l'opra occulta dell'esorcista, ma solo un soffio d'accento umano e il calore di una mano.

Mimì Novembre

da "Frammenti di una vita"(2002)

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LA TUA VOCE

Un grumo denso di nubi ha sepolto le stelle, ai bordi delle strade zolle di neve senza candore lucicchiano al riverbero di asfittici lampioni e un'aria di piombo grava sul nostro respiro.

Oh la tua voce! dolce si effonde nell'ombra e ridesta l'attesa di un'altra primavera.

Mimì Novembre

da "Frammenti di una vita"(2002)

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AI TUOI VENT'ANNI

Il vecchio muro che volevi abbattere con l'impeto del tuo amore è ancora in piedi

Tra le sue rughe il vento scompiglia ciocche di fiori vermigli e più giù nell'anfratto un nido s'accoglie.

E' sempre in piedi quel muro, sotto il peso di tanto vissuto, e sogna di coprire ancora le passioni furtive dei tuoi vent'anni.

Mimì Novembre

da "Frammenti di una vita"(2002)

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PERCHE' VADO TRA I BOSCHI

Più di qualcuno mi crede insensato, perché rincorro i miei sogni tra i boschi, e saran pochi a capirne il motivo. Colui che almeno una volta ha percorso un sentiero silvestre nella frescura del primo mattino è il solo che potrà darsi ragione di tal contegno che sembra follia.

Il sole irradia i suoi raggi imperiosi e, trafiggendo l'intrico dei rami, tesse filiere sottili di luce, tra le radici avvinghiate alla roccia e il fogliame imbevuto di rugiada fresco si espande l'odore del muschio, mentre fra chiome imponenti di querce brillano intensi frammenti di cielo, di un ciel che sembra a me tanto vicino, quasi a lambirmi la fronte e i capelli con carezze ineffabili.

Nel silenzio di quei verdi meandri sembra placarsi la sete d'amore che altrove mi affligge, lì torno a dispormi al sorriso, e piegarmi per cogliere una fragola, un grappolo di more o una manciata di funghi nascosti è come se prendessi il cibo direttamente dal cuore di dio.

Mimì Nt)Vembre

da "Frammenti di una vita" (2002)

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o VAGA FARFALLETTA VESPERTINA ...

o vaga farfalletta vespertina, con quell'ala cenerina tu mi voli intorno silenziosa e sai tinteggiar di rosa il pallido giallore della sera, quando dal giorno più nulla si spera.

Ormai sei povera di colore, ma tanto ricca di calore e, pur se trema la tua mano, ancora hai voglia di andare lontano ad aprirci orizzonti nuovi; e prontamente ti commuovi, se scorgi un nido, l'aprirsi di un fiore o un can che esulta ad un gesto d'amore.

Quando la notte distende il suo velo sotto l'immensa distesa del cielo e ad Occidente un cerchio di brume del giorno dissolve ogni barlume, per man mi prendi, additando una stella, poi un'altra e un'altra più bella, e m'inviti a sognare ancora, ché oltre la notte c'é sempre l'aurora.

Mimì Novembre

da "Nuovi frammenti"(2007)

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LIA RAIMONDI

Lia Raimondi è nata e vive a Rutigliano. Insegnante elementare di rara capacità educativa e di fine sensibilità,ha svolto la sua attività a Putignano,a Castellana Grotte e a Rutigliano per quarant'anni. Andata in pensione,ha proseguito il suo impegno di docente nell' Università della Terza Età del suo paese, dove è molto amata, soprattutto dai suoi ex alunni. Ha svolto un'intensa attività culturale e letteraria,collaborando a diversi quotidiani,riviste e periodici di livello regionale e nazionale . Accademica di merito ha pubblicato le seguenti raccolte di liriche più volte premiate e sempre ben accolte dalla critica: "Nel grembo di reti" (1984), "Oltre il cancello del cielo" (1986), "Ma saldo è il chicco" (1989), "Può accadere" (1991), "Tastiera di sogno" (2000), "Profumo di vita"(2005). Sue pagine sono presenti in molte antologie e riviste, tra le quali: "Pensiero e Arte", "Poeti di Puglia", "La Vallisa" , "Presenza" , "Arte e Poesia" , "Antologia televisiva dei contemporanei". Ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali: "Trofeo Polonia", "Grand Prix Mediterranée", "Pablo Neruda", "Spazio Donna", "Calabria '79", "La Spezia", "Città di Roma", "I Crociati dell'Arte", ecc .. Sue poesie sono state tradotte in serbo. Tra i suoi critici vanno annoverati: Alberto Bevilacqua, Luigi Pumpo, Pasquale Martiniello, Raffaele Nigro, Angela Pensato, Daniele Giancane e Giorgio Cerqueti. La poesia di Lia Raimondi si snoda lungo i tracciati della natura e del cuore, rimbalzando tra passato e presente, percorrendo le vibrazioni dell'anima e stemperando si in un delicato sfumare di segni e parole. E' poesia che è come sospesa tra aria e terra, tra cielo e mare, sempre in volo, impalpabile, sussurrata a fior di labbra, perché delicata, diafana, fatta di suoni lontani, di brusii, di pioggia, di vento, di ombre, di nebbia, di sapori antichi, di profumi terrigni, di odori salmastri, di affetti, di sentimenti e di palpiti di cuore. Lia Raimondi, sostenuta da una profortda religiosità interiore, delinea sommessamente nei suoi versi anche il suo mondo ideale, dove ad emergere sono il desiderio di pace, la solidarietà, l'amore per la vita, il rispetto per la natura, la dignità della donna e la sacralità dei bambini.

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ANTICHI RITI

Quando la morte con i fiori di primavera falcia la vita del marinaio il mare lascia alla nostra porta una conchiglia d'acqua. Un bianco gabbiano su ali d'acciaio solleva fino a tutte le stelle quel grido alto. Nuovi semi sulla roccia lascia cadere il vento.

Lia Raimondi

da " Nel grembo di reti" (1984 )

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SE SAPESSI

Se sapessi descrivere la sensazione del nulla il fruscio della luce. Se sapessi scolpire il vento dipingere il brivido il palpito dello splendore l'odore di una foglia la verità di un fiore ... Se potessi questa ebbrezza d'invenzione sciogliere in doni, in luce che ride in aria che fiorisce. Se potessi volare senz'ali e costruire il nido nel cielo del tuo cuore. Ma già sarebbe certezza racchiusa entro cerchi di ferro.

Lia Raimondi

da " Oltre il cancello il cielo" (1986 )

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MA SALDO E' IL CHICCO

Come la spuma al mare l'ondeggiare del grano alla terra senza confini, porta sempre l'impeto del vento a primavera. Ma saldo è il chicco alla sua spiga. Nel tripudio di gigli e fiordalisi si inebriano di nettare api e calabroni. S'attarda finchè l'aria si fa bruna il contadino sapiente. E' tempo di pane nuovo. Gli rigermoglia in cuore quieta speranza dopo l'invernale inerzia. Tra semi di luce diffusi nel sole il cielo implora l'esile papavero perché la sua fiamma simbolo sia di seconda ricchezza di pane: umile tesoro di soffice bontà non di sangue crudele.

Lia Raimondi

da " Può accadere" (1991)

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LA PACE ALEGGIA

La pace aleggia quando il ciocco arde e il vento e la pioggia s'azzuffano. Più sommessa d'un crepuscolo giunge la musica d'autunno che segna fra nubi percorsi misteriosi a stormi ed aironi. Recano la vita e la morte e lasciano segni d'imperscrutabili leggi. Al di là della nebbia porta la brezza mute preghiere. Petali in volo tra brividi d'aria e sfiaccolati albori eco di primavera cercano.

Lia Raimondi

da« Può accadere« (1991)

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TASTIERA DI SOGNO

Non rinunciare all'urgere di favola . scandito fra pause respiranti , sulla tastiera di tenero affabulante sogno. Che la serenità sciolga le radici dell'angoscia anche se è la tempesta che affonda più profonda la quercia nella terra. Reca messaggi il vento pur impetuoso ed alberi ed erbe sferza. Un fiore il più piccolo, fra umidi vapori divide la sua goccia di rugiada con altro fiore . Balenìo di perla ... gioco limpido e fresco . Anche il vento rallenta il suo volo .

Lia Raimondi

da « Tastiera di sogno « (2000)

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MARE AMARO

Sulla spiaggia assolata sottile un suono sale al vento dilatando piccole conchiglie dal mare offerte come fiori. Ha dolore il rumore dell 'acqua non più limpida che preme schiumosa su scogli viscidi pietre scavate, bruciate.

Cosa resterà del mare se l'onda nera rimuove la sua magia?

L'urlo sgomento trascina come nel lento fluire d'un fiume il destino di tutti inducendo all'ascolto. Sull'orlo del tempo infinito mutevole riposa il pianto di madre terra.

Il cielo prega depone messaggi sull'acqua. Nell'alterno ed eterno suo movimento, chiede certezze il canto del mare.

Forse ... il volo di gabbiani è segno di speranza.

Lia Raimondi

da "Profumo di vita" (2005 )

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MARIA ANTONIETTA VERGA

Maria Antonietta Verga è nata a Mola di Bari il 22 novembre del 1948. Diplomatasi prima come contabile d'azienda e poi come perito aziendale, dal 1970 al 1973 è stata impiegata alla Compurex Centro Studi Professionali di Bari. Dal marzo del 1974 ha lavorato in fabbrica presso le Officine Calabrese di Bari e dal marzo del 1988 è entrata in Cassa Integrazione. Nel 1975 con Lia Caputo e Sandra Ruggiero è stata tra le fondatrici della sezione molese dell'UDI (Unione Donne Italiane).E' morta suicida il 21 marzo del 1990, in seguito ad una lunga sofferenza esistenziale. Nel 1991, dopo la sua morte, Antonio Rago e Mariangela Barbanente hanno pubblicato per i tipi di "Realtà Nuove" (periodico molese) un volumetto intitolato "Marianto", contenente le poesie più significative scritte da Maria Antonietta Verga per diverse sue raccolte: "Un anno di tredici lune" (1983), "Rubando dal telefono il cielo" (1984) , "Coriandoli" (1985) , "Cuore di gomma" (1987) e "Quartieri" (1989) . La poesia di Maria Antonietta Verga viene scandita da un intenso tormento interiore, da un forte patimento dell'anima, i cui principal i indicatori sono: il disagio, l'ansia, l'angoscia dell 'isolamento, la voglia disperata d'amore, l'incontro con un drogato, e poi tanto cielo grigio, tante nuvole, tanta pioggia, tanto buio, tanti giorni e tante notti sempre uguali e tante strade e piazze ora vuote e desolate, ora brulicanti di donne e di uomini, che appaiono, però, sempre lontani e indifferenti .

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E PIOVE PIOVE

La macchina scivola sull'asfalto e piove come l'altra notte quando cercavo di corrompere le strade affinché mi portassero nel posto stabilito per la fine del discorso.

L'acqua scende ancora questa notte rubandomi i contorni

(del discorso) e sono sempre sulla strada come l'altra notte che è poi sempre questa notte e piove piove ancora ...

Maria Antonietta Verga

da "Un anno di tredici lune" (1983)

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CALENDARI

Segui il ritmo di ogni nota troverai le piogge che sono il vanto di tante nuvole scordate e il tempo di molte foglie spettinate

Segui il riconoscere la notte e il giorno del tuo riso e del tuo pianto e il vento sarà motivo del tuo canto.

Maria Antonietta Verga

da "Ru bando dal telefono il cielo " (1984)

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IL RIENTRO

Fiori sul tavolo ed ho ripreso a studiare via Parini con la finestra affacciata sul cielo.

Fiori in un bicchiere ed ho ripreso a guardare amori con occhi sull'altra parte del mondo.

Maria Antonietta Verga

da "Rubando dal telefono il cielo " (1984)

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MY FRIEND MY FRIEND

lo sto saltando sulle onde vieni qui vieni a giocare con me traduci questo movimento nella tua musica rock Ora non so dove sono e sto scivolando giù Le mie mani hanno paura e non sanno fermare la testa che batte a un ritmo pazzesco My friend my friend lo non so dove sono e sto cadendo nel mare Ha paura la mia fantasia che sa cambiare le cose e far navigare la vita Porta la tua batteria e suona per me questa tua nuova canzone lo sto saltando sull 'acqua vieni poi saprò come fare My friend my friend

Maria Antonietta Verga

da «Rubando dal telefono il cielo « (1984)

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FABBRICHE

Vengon giù fili elettrici giù fino al muro dove il sole si abbatte forestiero mentre il desiderio inventa ali per andare oltre e non voler sapere se questa è prigionia uguale a quella di chi scontando una galera è come noi rinchiuso.

Maria Antonietta Verga

da "Rubando dal telefono il cielo" (1984)

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INDICE

Nota introdulliva . .... . . ..... .... ... . . . . . . . .. ... . . .. . .. .... pag. 1 Pietro De Filippis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 2 Nebbia a Sassano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. J I ciliegieti di Conversano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .... 4 Mani d'ombre. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... 5 La natura violata . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .... 6 Ad una pietra di Puglia .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 7 Gino Locaputo ..... .. ........ . ............ . ............ . ," 8 A Yasser Arafat . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . 9 La Fenice di Amman. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. IO Al Haluk . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 I Oggi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... . . . . . . . . .. . . .. . . . . . . .. .. " 12 Un giorno alla casa dei poeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 13 Per non dimenticare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. " 14 Michele Macchia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 In punta di piedi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. " 16 Prigioniero del tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 17 La fame negli occhi (Africa). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . 18 Lasciarsi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 19 La valigia dei sogni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 20 Donato Mancini. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 l Polignano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 lo ci sarò.. . .. . .. . .. . ........ . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2J Dipingerò squarci d 'azzurro. . . .. . . .. .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Verrà il sereno. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . " 25 Allesa .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. " 26 Sguardo all 'orizzonte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Mimi Novembre. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Il calore di una mano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ] 1)

La tua voce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Ili Ai tuoi vent'anni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .I l Perché vado tra i boschi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 O vagafarfallella vespertina . .. ... . . .. . ......... .... .1.1 Lia Raimondi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1·1 Antichi Riti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15 Se sapessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,1(,

Ma saldo è il chicco. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 7 La pace aleggia . . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18 Tastiera di sogno. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .II) Mare Amaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . -II) Maria Antonietta Verga. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . -II E Piove Piove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "2 Calendari . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. .. . . . . ...... ... -/.1 Il Rientro . . .. . .. . ... . ..... . . . . ..... . ........ . __ . . . 4" My Friend My Friend .............. . • ..... . .... _ . . . . . . . . . .. .. -I. Fabbriche . ......... . .. . . . ......... __ . .... . . .. _ . . . . . . . . . . -It,

Organizzazione a cura dell'équipe del CRSEC Distretto BA/15

Coordinamento editoriale e redazionale a cura di Guido Lorusso

Arti Grafiche SCISCI - Conversano

Ottobre 2007