Fortezza di Motta Sant'Agata -...

26
RISCOPRIAMO LA FORTEZZA DI MOTTA SANT’AGATA A CURA DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA “G. VERGA” DI MOSORROFA A.S. 2014/15

Transcript of Fortezza di Motta Sant'Agata -...

Page 1: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

RISCOPRIAMO LA FORTEZZA

DI MOTTA SANT’AGATA

A CURA DEGLI ALUNNI

DELLA SCUOLA SECONDARIA

“G. VERGA” DI MOSORROFA

A.S. 2014/15

Page 2: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

La fortezza di Motta Sant’Agata

Collocata su una rupe a pochi km da Reggio Calabria, la fortezza di Motta Sant’Agata aveva la sua ubicazione nella contrada chiamata Suso, nella zona dell’odierna frazione di Cataforio (toponimo che deriverebbe dal greco Katachorio “villaggio posto in basso”).

La città sorgeva sulla sponda destra del torrente Sant’Agata la cui foce si trova nelle ultime pendici dell’Aspromonte e comprendeva i sobborghi di S. Teodoro o S. Maria del Soccorso situati intorno alla rupe. Più in basso, dove ora sorge Cataforio, Sant’Andrea e l’Annunziata e, più a monte San Giovanni, corrispondente all’attuale paese di San Salvatore.

L’Università di Sant’Agata (come allora veniva chiamato il territorio comunale), era però molto più vasta ed aveva pure uno sbocco sul mare perché comprendeva un tratto di spiaggia tra la foce del Sant’Agata ed i confini di Motta S. Aniceto, nell’odierna zona di San Leo di Pellaro. Anche i villaggi di Cardeto, Armo, Vinco, Bovetto e Mosorrofa facevano parte del suo territorio.

Le origini di questa città si perdono nel tempo e non si può stabilire con certezza l’anno della sua fondazione.

Partendo per la sua tesi dall’etimologia del nome, il Barrio ipotizza che sia stata fondata dagli Ausoni, qualche altro studioso la vuole identificare con l’antica Tisia.

Il Fiore, sostenendo che non si riscontra nell’antichità classica il nome Sant’Agata ed escludendo che sia di origine cristiana ,ritiene che la città fosse un Kostrom bizantino. La città era quindi il centro, difeso da possenti cinte murarie, attorno al quale avevano vita i sobborghi e dove risiedeva gran parte degli abitanti. Alla città si accedeva dalla “porta di terra” attraverso una scalinata contorta e ripida, o dalla “porta di mare” dalla parte del torrente Sant’Agata.

Nel suo interno c’erano edifici destinati alla casa del governo e del comune, le carceri, alloggiamenti militari ed alcune chiese, tra le quali la protopapale dedicata a San Nicola (meglio conosciuta come la Cattolica) e la chiesa di San Basilio.

Le chiese di Motta Sant’Agata facevano parte dell’Arcidiocesi di Reggio e veniva praticato il rito greco.

Il Comune era retto da due sindaci residenti nel centro ma ogni frazione godeva di una certa autonomia, avendo ciascuno un proprio sindaco ed un certo numero di eletti, corrispondenti all’incirca agli attuali assessori. Tutti assieme tenevano riunioni

Page 3: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

periodiche e adottavano deliberazioni che venivano trascritte e conservate negli appositi registri.

La città di Motta Sant’Agata si difese sempre tenacemente dai nemici. Ricordiamo gli avvenimenti più importanti come la resistenza ai Saraceni che attaccarono Motta Sant’Agata nel 921,962 e 976 con lo scopo di catturare prigionieri per poi rivenderli come schiavi o ottenere grossi riscatti per liberarli. Nel 962, i santagatini resistettero ad un violento assalto costringendo alla ritirata i turchi guidati da Alberico che venne colpito da una freccia. Nel 1275, durante la guerra dei Vespri, il castello fu fortificato per ordine di Carlo D’Angiò. Nel XV secolo Sant’Agata resistette agli assalti degli Aragonesi per due anni fino a quando il generale G.B. Grimaldi, che inizialmente aveva sostenuto gli Angioini, aprì ad Alfonso di Aragona le porte della città. Nel 1552 ci fu un nuovo assalto da parte dei Turchi guidati dal corsaro Dragut; anche in questo caso i santagatini resistettero e costrinsero alla fuga i corsari. La città fu in lotta per tanto tempo con Reggio che intendeva a tutti i costi annettere il fiorente territorio di Motta. Nel 1783, nel giro di pochi minuti, gloria e grandezza della città scomparvero a causa del catastrofico terremoto che costrinse i superstiti ad abbandonare la rupe ed a disperdersi nel territorio limitrofo. Russo Anna Maria, Pitasi Maria, Plutino Martina 2^ C

Page 4: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

5 febbraio 1783, ore 12 e 45

Lo storico Lenormant nel terzo volume de “La Magna Grecia” descrive i momenti che hanno preceduto il terremoto del 5 Febbraio.

Il sole quel giorno illuminava il paese e appena qualche nuvola si notava in cielo. La temperatura era fresca, non c’era nemmeno un soffio di vento e né l’Etna, né il Vesuvio e né lo Stromboli davano segno di anormale attività. Nulla faceva presupporre all’imminente tragedia e solo gli animali manifestavano uno strano inspiegabile terrore come se tentassero di fuggire da un pericolo. “I volatili dei cortili si agitavano confusamente e svolazzavano qua e là, come se tentassero di sfuggire ad un pericolo imminente; i cavalli scalpitavano nervosamente, dirizzavano le orecchie,si impennavano e mandavano nitriti, di cui non si sapeva comprendere la ragione; nelle stalle i buoi, col pelo irto, muggivano ed allargavano le loro quattro gambe, come se tentassero di puntellarsi in modo più solido sul suolo; i gatti uscivano dalle case come se queste minacciassero la rovina e i cani dalla sembianza tetra ed inquieta, ululavano la morte, come dicono i contadini”.

Anche lo storico Carlo Botta nel 49° libro della “Storia” descrive quella funesta giornata, una narrazione talmente avvilente da commuovere profondamente i lettori. Era passato da poco mezzogiorno e la maggior parte delle famiglie era seduta a tavola per il pranzo, quando all’improvviso un terribile boato seguito da un pauroso scuotimento dalla terra durato per due interminabili minuti distrusse città, villaggi, paesi, che diventarono “… un ammasso di rovine fumanti ed insanguinate”. Al terribile sisma seguì un incendio spaventoso poiché i santagatini avevano acceso sui davanzali delle finestre candele e lampade votive in onore di Sant’ Agata. Il 5 febbraio infatti ricorre la festa della santa e si stavano svolgendo in paese festeggiamenti civili, celebrazioni di messe e processioni che avevano richiamato a Motta tanti fedeli dai paesi vicini. Carlo Botta racconta che anche le acque dello Stretto di Messina si abbassarono e si ritirarono per poi abbattersi sulla costa con una furia distruttrice e devastatrice. Le scosse proseguirono per quasi due mesi, fino alla fine di Marzo e furono circa un migliaio.

Si cominciano a contare le vittime e valutare i danni provocati da questo violento sisma. Nel territorio i morti furono 128: 78 a Motta Sant’Agata, 14 a Cardeto, 8 ad Armo, 27 a Mosorrofa e 1 a Vinco. In tutto 33 uomini, 52 donne e 43 tra bambini e ragazzi. In ognuna delle 971 famiglie (o fuochi) del territorio, come risulta dai registri fiscali della prima metà del secolo XVI, si piange per la perdita dei propri cari.

SAVERIO MORABITO 2^ C

Page 5: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

MOTTA VIENE ABBANDONATA, NASCE GALLINA

Il 5 febbraio 1783 di Motta Sant’Agata fortezza bizantina che aveva in passato ricoperto un ruolo di primo piano dal punto di vista strategico-militare non rimane che un ammasso di macerie. Il governo borbonico dopo il “gran tremuoto” inizia ad organizzare i primi soccorsi alle popolazioni colpite.

Il 15 febbraio Ferdinando IV re di Napoli e Sicilia, invia il vicario delle Calabrie e principe di Stromboli Francesco Pignatelli sui luoghi colpiti dal sisma per coordinare l’opera di ricostruzione dei centri colpiti affiancandolo all’architetto militare G.B. Mori e a due grandi esperti dell’ urbanistica del tempo: l’ingegnere A. Winspeare e Francesco La Vega. Dopo un sopralluogo alla Regia rocca, Winspeare dispone il trasferimento delle popolazioni in un pianoro ad oriente di Reggio detto “delle galline”.

La relazione ampia e dettagliata fatta al Sovrano, oltre alle nozioni di carattere geo-morfologico, reca un passo, che, mentre difende l’indicazione, esalta la bellezza del luogo, affermando che per la ricostruzione della nuova Sant’ Agata è stato trovato un sito che “… per la sua positura e per la bellezza del suo panorama, non ha nulla da invidiare a Posillipo”.

Nasce così Sant’Agata di Gallina.

I santagatini oppongono decise resistenze ad abbandonare la storica rupe e il governo borbonico ravvisa la necessità di convincere e stimolare l’esodo degli abitanti della Motta distrutta provvedendo a costruire “… diverse case pei poveri, la pubblica scuola, l’abitazione del governatore, la Chiesa Madre, un quartino pel comodo del Medico e una fontana utile per tutti”.

Si trattava della fontana borbonica detta oggi “fontana vecchia” edificata nel 1786 in stile barocco.

La fontana sorgeva in un luogo scelto da Pignatelli e Mori ricco di acque ma troppo lontano dal borgo e quindi poco utilizzata e definitivamente abbandonata nel 1903 quando Gallina ebbe la sua fontana nella piazza principale.

Ci piacerebbe vedere questa antica fontana, legame tra le radici della città morta e la nuova.

LAVORO DI GRUPPO 2^ C

Page 6: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

NOBILI, UOMINI ILLUSTRI LAICI E RELIGIOSI

DI MOTTA SANT’AGATA

Molte famiglie nobili risiedevano a Sant’Agata. Da una lettera datata Toledo, 26 gennaio 1526 dell’imperatore Carlo V in cui si legge che la città era rinomata e godeva di tutti i privilegi delle altre città del Regno, si può capire che la nobiltà santagatina non era certo meno numerosa e di origine meno antica di quella reggina. Anche i sindaci godevano, per concessione del re, dei titoli di “Illustrissimi” e successivamente, come si legge in un documento datato il 25 aprile 1607, anche di quello di “Magnifici”. Titolo che essi conservavano nel tempo come risulta da un altro documento che porta la data del 18 ottobre 1644. I sindaci avevano molti privilegi come quello di presenziare alle solennità religiose sedendo su poltrone poste in alto sormontate dallo stemma della città. Ufficialmente la nobiltà divenne un ceto separato dal resto dei cittadini il 21 ottobre del 1714. I nobili, nella casa del governatore, quel giorno si riunirono e votarono segretamente i nomi di coloro che appartenevano alla nobiltà locale e di quelli che potevano far parte degli “onorati cittadini” di Sant’Agata. La votazione avvenne con l’uso delle palle che dovevano essere introdotte nei casoni del “sì” e del “no”. Risultò che le famiglie ammesse tra i nobili furono 14:

Federigo - Megalizzi – Tripepi – Melacrino – Borruto – Colombo -Sartiano - Condello – Mazzone – Nardo – Bruto - Pellicano – Taverriti -Sorgonà.

Nove furono invece le famiglie santagatine ammesse tra “i cittadini onorati”: Fargalà – Guardamaglia – Pitarella – Biasi – Simone - Bova-Malluzzo - Candido - Plutino.

Molti cognomi della nobiltà santagatina ancora sono presenti nel nostro territorio.

Tra i nomi di illustri santagatini ricordiamo Giovanni Alfonso Borelli un grande scienziato che insegnò all’università di Messina e Pisa nato forse 1608 e morto a Roma nel 1679.

Un equivoco era sorto sul luogo di nascita di Borelli; alcuni sostenevano che fosse nato a Napoli (probabilmente perché all’epoca tutti gli abitanti del regno di Napoli venivano indicati con l’appellativo generico di”napoletani”), altri in Sicilia(forse perché Borelli aveva insegnato all’università di Messina) ma l’origine santagatina dello scienziato viene affermata e documentata nella biografia di Girolamo Arcovito, tesi sostenuta anche da altri storici come il Barrio, il Martire, l’Aceti e Zavarrone.

Nella “Storia di Reggio” di Spanò-Bolani riguardo a questo illustre personaggio santagatino leggiamo: “…di questo famoso scienziato non ci dilungheremo a narrare la

Page 7: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

vita e le opere, così conosciute nella storia letteraria d’Italia. Solo ci giova dimostrare che non era siciliano né napoletano, ma calabrese e che il suo paese nativo fu la nostra Sant’Agata”.

Molti furono anche i religiosi ai quali Motta Sant’Agata ha dato i natali. Ricordiamo:

I monaci basiliani Anicio, del monastero di Santa Maria di Trapezomata, e Paolo. Il primo trascrisse nell’XI secolo un codice greco che è custodito nella biblioteca comunale di Palermo,il secondo,vissuto nella seconda metà del XI secolo, trascrisse vari codici contenenti inni e canti, conservati nell’abazia di Grottaferrata.

Padre Damiano, abate del monastero di S. Maria Trapezomata nel 1596.

Padre Ludovico Borruto, cappuccino provinciale dell’ordine nel 1711 e 1718 che scrisse sui miracoli della Madonna della Consolazione.

Pietro e Giuseppe da Sant’Agata, Padre Pietro Condello, francescano, che soccorse con grande umiltà e spirito di sacrificio gli appestati nel 1743.

Infine ricordiamo P. Tommaso Tripepi nato a Motta nel 1668 e trasferitosi a Gallina dopo il terremoto. Divenuto arciprete rifiutò con umiltà la nomina di Arcivescovo di Santa Saverina.

Francesca Catanese, Maria Pitasi, Martina Plutino, Sofia Romeo 2^ C

Page 8: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

LEGGENDE

Page 9: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Sant’Agata e il diavolo

Si racconta che a Suso viveva una bellissima ragazza di nome Agata. Un giorno il

diavolo, che si era innamorato di lei e voleva convincerla a sposarlo, con un colpo di

coda bloccò il canale che portava l’acqua in città. Tutti erano disperati…. Il diavolo

allora chiamò Agata e le disse: “Se mi sposerai al terzo canto del gallo io farò ritornare

l’acqua in tutto il paese”. Agata accettò ma aveva in mente un piano. Il giorno dopo,

come il diavolo aveva promesso, al secondo canto mandò l’acqua a Suso e la ragazza,

che era Sant’Agata, prima che il gallo cantasse per la terza volta, lo colpì con un bastone

uccidendolo. Così Suso ebbe di nuovo l’acqua e Sant’Agata non dovette sposare il

diavolo.

Martina Plutino, Sofia Romeo 2^ C

La leggenda dello zampognaro

Un tempo a Suso abitava un ragazzo che era molto bravo a suonare la zampogna. Egli si

era innamorato di una fanciulla e, per attirare la sua attenzione, andava tutte le sere sotto

il suo balcone a suonare le sue serenate. La ragazza non gradì il suo gesto ma il ragazzo

non si rassegnò e continuò ogni sera a suonare sotto il suo balcone. A furia di suonare i

suoi polmoni e la zampogna si gonfiarono talmente che volò sulla luna. Si dice che

ancora oggi nelle notti di luna piena, se ti trovi a Suso, basta alzare gli occhi per vedere

in cielo l’ombra dello zampognaro con in mano il suo strumento.

Gaspare Cilione, Antonio Cutrupi 2^ C

Page 10: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Motta Sant’Agata resiste all’assedio

Una leggenda si intreccia ai fatti storici realmente accaduti. Nel 1552 la fortezza di

Sant’Agata fu assalita dai Saraceni che, guidati dal corsaro Dragut, tentarono senza

riuscirvi di espugnare la città. I santagatini opposero una resistenza accanita e una

leggenda narra che, anche se il cibo scarseggiava per il lungo assedio, la popolazione

non intendeva arrendersi e far capire al nemico che le scorte alimentari stavano finendo.

Tutte le donne che allattavano diedero un pò del loro latte ai pastori che lo

trasformarono in caciotte. Il formaggio venne lanciato oltre le mura di cinta della città e

i saraceni rimasero stupiti dal fatto che ancora Suso possedeva animali e cibo e che

quindi l’assedio sarebbe potuto durare ancora a lungo …

La vicenda sappiamo che finisce con la vittoria dei santagatini che costrinsero i Saraceni

e il loro capo Dragut ad una fuga vergognosa!

Antonio Cutrupi, Angelo Suraci, Yasmine Lafdali 2^ C

La leggenda de “U Fuddittu”

Tanto tempo fa nell’antica città di Sant’Agata ,si raccontava dell’esistenza di un folletto

che faceva continuamente dispetti agli uomini. Si narra che chi fosse stato in grado di

togliere il cappello al “fuddittu” sarebbe diventato ricco e fortunato oltre ogni

immaginazione. Sin dall’antichità il folletto è stato sempre simbolo di sfortuna ed è

presente in molte fiabe, spesso nel ruolo dell’antagonista. Ancora oggi, le persone

dicono di vedere “U fuddittu” nella zona della vallata Sant’Agata alcuni nel sonno, altri

da ubriachi; questo significa che le leggende vivono nel tempo.

Antonino Macheda 2^ C

Page 11: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

PENSIERI, PROPOSTE,

VERSI ....

Page 12: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Immagina di segnalare all’Unesco la fortezza di Motta Sant’Agata come località della tua zona di interesse artistico e naturalistico che ritieni sia importante tutelare e indica quali

sono le ragioni per cui desideri venga valorizzata.

Se io dovessi segnalare all’Unesco un luogo da valorizzare sceglierei sicuramente la fortezza di Motta Sant’Agata , un sito che mi ha sempre appassionato.

Il pieno splendore della città si ha durante il periodo del feudalesimo, quando Sant’Agata era ormai diventata una grande potenza situata su una rupe in un punto strategico che abbracciava tutti i territori circostanti, motivo per cui la città venne attaccata svariate volte senza però essere mai conquistata.

Tra la ricca vegetazione mediterranea si nascondono numerose testimonianze architettoniche quali mulini, abitazioni di nobili e contadini e chiese, come quelle di San Nicola e San Basilio.

Purtroppo questo patrimonio venne distrutto il 5 febbraio 1783 da un violento terremoto che costrinse gli abitanti ad abbandonare quel luogo e trasferirsi a Gallina, dove si trovano attualmente i discendenti del popolo agatino.

Durante quest’anno scolastico, la curiosità ha spinto la mia classe ad interessarsi a questo territorio poco valorizzato e abbiamo avuto la possibilità di visitare il luogo e di osservare i resti di questa autentica civiltà ormai sepolti dalle macerie .

Credo che questo sito dovrebbe essere in qualche modo valorizzato cercando di promuovere campagne di scavi per rinvenire nuove testimonianze e magari far tornate la città come una volta, creando un interesse artistico e naturalistico tra la gente perché ogni crepa di quelle mura ha una storia da raccontare.

Maria Pitasi 2^ C

Page 13: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Io per fortuna abito a San Salvatore , un piccolo paese ai piedi di Motta Sant’Agata e

spesso con i miei amici salgo sulla rupe. Motta Sant’Agata dovrebbe entrare a far parte

dell’Unesco perché è un bellissimo posto da visitare.

Grazie alla “Pro-loco”, all’associazione “Attivamente” e al prof Orlando Sorgonà noi

alunni abbiamo avuto occasione di visitare Suso di recente ed è stata un’avventura

veramente entusiasmante anche per me che pensavo di conoscere bene l’antica fortezza!

Il posto è abbandonato, coperto di pietre ed erba e questo mi rattrista molto perché

vorrei che tutti conoscessero questo luogo bellissimo.

Ma per farlo rivivere bisogna scavare e ci vogliono molti soldi...

Angelo Tetto 2^ C

Page 14: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Se io dovessi segnalare una località della mia zona che potrebbe diventare patrimonio dell’umanità sicuramente segnalerei l’antica fortezza di Motta Sant’Agata. La città ha origini antichissime e sorge in un punto molto strategico, per questo in passato fu attaccata da molti eserciti come quello dei Saraceni nel 1552. L’antica città fu abbandonata in seguito al terremoto del 5 Febbraio 1783,che la distrusse completamente. Oggi la maggior parte dei resti della città non sono ancora stati portati alla luce e solo pochi reperti rimangono come la Chiesa Protopapale di San Nicola che dopo il terremoto fu usata come cimitero. Al suo interno si possono visitare le cripte dove venivano seppelliti i morti. Per fornire acqua alla città c’erano grandi cisterne piene d’acqua potabile dove gli abitanti andavano a rifornirsi giornalmente. Sotto le macerie purtroppo sono rimasti case,viuzze,palazzi di gente ricca e nobile. Oltre al vario patrimonio artistico c’è anche una stupenda vista naturale perché si affaccia sullo Stretto di Messina e in più è circondata dalla campagna. Io credo che questo sito vada tutelato e spero che si organizzino delle campagne di scavi per riportare alla luce i numerosi reperti della città non ancora scoperti.

Anna Maria Russo 2^ C

Page 15: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Motta Sant’Agata fu un’antica e fiorente città che abbiamo avuto modo di studiare in

quest’anno scolastico in maniera veramente completa. Purtroppo molte cose sono

andate perdute ma quel che è rimasto è davvero spettacolare quindi spero che possano

iniziare scavi archeologici per far venire alla luce tanti reperti storici. A Motta

Sant’Agata infatti si possono vedere cripte, chiese, c’è anche un pozzo,un cisterna

d’acqua medievale,palazzi di proprietà di persone ricchissime, un frantoio e tant’altro.

Spero che Motta Sant’Agata diventi presto meta per i turisti.

Saverio Morabito 2^ C

Se dovessi segnalare un luogo all’Unesco da valorizzare e tutelare sceglierei la fortezza

di Motta Sant’Agata distrutta nel 1783 da un terremoto devastante in seguito il quale

venne abbandonata dalla popolazione che si disperse trasferendosi nei paesi sottostanti.

Studiando la storia di Motta Sant’Agata ho scoperto che era una delle quattro “motte”

presenti nel territorio e che era situata in un punto strategico al quale si accedeva da due

porte: quella di mare e quella di terra. Dopo aver visitato Motta Sant’Agata capisco che

non si può lasciarla così abbandonata e vorrei chiedervi di poter autorizzare altri scavi

per portare alla luce altre testimonianze del suo antico splendore.

Sofia Romeo 2^ C

Page 16: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Vorrei segnalare a voi dell’UNESCO un sito archeologico di grande importanza storica:

la fortezza di Motta Sant Agata. Il 5 febbraio 1783 un terremoto catastrofico distrusse la

città, dando vita a paesi sottostanti ma la rupe rimase disabitata. Non ci sono fondi per

gli scavi e ciò che si è riuscito a portare alla luce è poco. Molte case sono rimaste sotto

terra ma le due chiese principali sono, anche se molte danneggiate ancora in piedi: la

chiesa protopapale di San Nicola e quella di San Basilio. C’è anche una cisterna per la

raccolta dell’acqua appartenente ad una famiglia nobile e, accanto alla cisterna, un

frantoio che è quasi a livello del terreno e bisogna piegarsi per poter entrare. Un

terremoto precedente a quello del 1783 distrusse un castello alto più di 20 metri. Sulla

rupe ci sono molte caverne dove i monaci eremiti si ritiravano vivendo di stenti. Spero

che un giorno gli scavi possano ricominciare…

Antonino Macheda 2^ C

Io abito a Mosorrofa, un piccolo centro vicino a Motta Sant’Agata. Motta Sant’ Agata

era una delle quattro Motte, cioè le quattro fortezze della provincia di Reggio Calabria

con il compito di avvistare e proteggere la città. E’ ricca di reperti storici sepolti a causa

del terremoto del 1783. Io vorrei che Motta sant’Agata venisse valorizzata perché è

ricca di storia ancora da scoprire e perché credo che sia addirittura uno dei luoghi più

belli d’ Italia anche per la sua posizione panoramica. La rupe si affaccia, infatti, sullo

Stretto di Messina e sui villaggi sottostanti. Attraverso quello che ho appreso dal

Professore Orlando Sorgonà, che ci ha fatto da guida e ci ha illustrato la storia di Motta

Sant’Agata, si sa che molti edifici, chiese, stradine, ecc. possono essere portate alla luce

e io voglio immaginare che un giorno Motta Sant’Agata sia valorizzata proprio come

merita.

Gaspare Cilione 2^ C

Page 17: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Sant’Agata

Sant’Agata è molto bella solo che andrebbe curata di più, bisognerebbe che collaborasse tutta la cittadinanza per liberare il territorio da piante, carte e oggetti. Lo Stato dovrebbe dare dei soldi per ricostruire l’antica Sant’Agata con case, chiese e vie.

Non bisogna infatti lasciarla ancora all’abbandono perché è un vero Tesoro…

Francesca Ventura, Ilaria Plutino 1^ C

Motta Sant’Agata A Motta Sant’Agata siamo andati e dal paesaggio siamo rimasti incantati. Un tempo bella era e cose brutte non aveva. Due porte all’alba si aprivano e di notte improvvisamente svanivano. La chiesa di San Nicola resti antichi aveva e nelle catacombe entrare si poteva. Un pozzo vecchio c’era ma pieno d’acqua non era, a differenza di una volta che acqua ce n’era molto. Delle grotte si vedevano dove i monaci in passato tranquillamente vivevano. C’erano la porta di mare ma anche da quella di terra si poteva entrare. Un terremoto ci fu e il paese crollò giù. Ma fortunatamente molte persone si salvarono e la bellezza di questo paese raccontarono.

Giusy Nicolò, Serena Cassalia, Nicole Plutino 1^ C

Page 18: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

Poesia

Nebbia cupa a Sant’ Agata arrivò, perché un incendio a causa del terremoto scoppiò! Gran parte del popolo morì E nel nulla Sant’ Agata svanì. Tutte le macerie coprirono la città Che era piena di bontà. Molta gente dai Saraceni si salvò Per il punto strategico nel quale si trovò. Un castello in cima c’era E da là tutto si vedeva. Un portone per l’accesso all’alba si apriva E poi al tramonto svaniva. I bambini allegri giocavano E insieme ai loro animali saltavano. Quel giorno però tutte le sue bellezze finirono E grazie a noi rivivono!

Ilaria Plutino 1^ C

Page 19: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

La stella di Motta Sant’Agata

Alla fine degli anni Novanta, durante il periodo natalizio,l’associazione “Pro Loco” di San Salvatore, si riunì in sede per organizzare le celebrazioni religiose e i festeggiamenti in occasione del Natale. Loro cercavano per il paese un’idea stupenda ma allo stesso tempo originale. A nostro nonno, che si chiama Agostino Fiorello e che allora esercitava ancora il mestiere di fabbro,venne l’idea di realizzare una stella cometa e chiese di poterla costruire al presidente della Pro-Loco che accettò.

Tornato a casa iniziò a fare uno schizzo e il giorno seguente chiese ad un amico di portargli le lastre di ferro, iniziando a lavorare con l’aiuto dei nostri zii nell’officina di famiglia. Iniziarono disegnando sul pavimento la sagoma della stella cometa e poi su di essa misero le lastre che vennero modellate con la saldatrice.

Dopo una settimana di duro lavoro la stella era pronta ed essendo molto pesante fu divisa in tre parti per poterla posizionare nel punto più alto del paese che è Motta Sant’Agata. Arrivati nella parte più alta della fortezza il nonno, con l’aiuto della direttiva della Pro-Loco tra cui il presidente, fissò la stella cometa e insieme posizionarono anche le luci. Cosi nel periodo di Natale la stella viene illuminata e regala un’ atmosfera magica al paese di San Salvatore.

Giusy Nicolò, Agostino Fiorello 1^ C

Page 20: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

CARTOGRAFIA

Questa è l’unica immagine pervenuta di Motta Sant’Agata prima del

sisma del 5 febbraio 1783. E’ possibile notare sul fondo il ponte levatoio ma non c’è traccia, sul lato destro della rupe, del castello crollato a causa di un altro violentissimo terremoto precedente al

1783

Page 21: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio

L’importanza che la fortezza di Motta Sant’Agata ha avuto in passato è testimoniata da queste antiche carte geografiche che

riportano il nome dell’antica rupe.

Page 22: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio
Page 23: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio
Page 24: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio
Page 25: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio
Page 26: Fortezza di Motta Sant'Agata - icsansperatocardetoicsansperatocardeto.it/files/RCIC875006/Fortezza... · La fortezza di Motta Sant’Agata Collocata su una rupe a pochi km da Reggio