Nota metodologica 2006

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Nota metodologica L’informazione statistica sull’incidentalità è raccolta dall’Istat mediante una rilevazione totale a cadenza mensile di tutti gli incidenti stradali verificatisi sull’intero territorio nazionale che hanno causato lesioni alle persone (morti o feriti). A tale indagine collabora attivamente l’Aci. L’attuale base informativa della rilevazione è stata progettata per offrire, agli utilizzatori prevalentemente pubblici, un insieme articolato di dati sulla sinistrosità. La suddetta rilevazione è il frutto di un’azione congiunta e complessa tra una molteplicità di Enti: l’Istat, l’Aci, il Ministero dell’interno, la Polizia stradale, i Carabinieri, la Polizia municipale, la Polizia provinciale, gli Uffici di statistica dei comuni capoluogo di provincia e gli Uffici di statistica di alcune province che hanno sottoscritto una convenzione con l’Istat finalizzata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto informatico e al successivo invio all’Istituto dei dati informatizzati. La rilevazione avviene tramite la compilazione del modello Istat Ctt/Inc denominato “Incidenti stradali” da parte dall’autorità che è intervenuta sul luogo (Polizia stradale, Carabinieri, Polizia municipale) per ogni incidente stradale in cui è coinvolto un veicolo in circolazione sulla rete stradale e che comporti danni alle persone. Il modello statistico, se compilato in modo corretto in ogni sua parte, contiene tutte le informazioni necessarie all’identificazione della localizzazione e della dinamica dell’incidente: data e luogo del sinistro, l’organismo pubblico di rilevazione, l’area o localizzazione dell’incidente (se nel centro urbano o fuori dell’abitato), la dinamica del sinistro, il tipo di veicoli coinvolti, le circostanze che hanno dato origine all’incidente e le conseguenze alle persone e ai veicoli. Per quanto riguarda i decessi, a partire dal 1° gennaio 1999 l’Istat ha esteso da sette a trenta giorni il periodo di tempo necessario alla contabilizzazione del numero dei decessi degli incidenti stradali.

La ricostruzione della serie storica La statistica degli incidenti stradali è frutto di un’azione congiunta di diversi soggetti: l’Istat e l’Aci raccolgono, validano ed elaborano i dati a livello nazionale sulla base di quanto trasmesso dalle Forze di Polizia – per lo più Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Municipale - preposte alla rilevazione sul luogo dell’incidente. In alcuni casi intervengono, come organi intermediari, gli Uffici di Statistica delle Province, che sottoscrivono apposite convenzioni con Istat e gli Uffici di Statistica dei Comuni capoluogo. L’intervento di tali soggetti è, di solito, prezioso in quanto essi si occupano della raccolta sul proprio territorio dei modelli statistici Ctt/Inc con cui avviene la rilevazione, del controllo e della registrazione su supporto informatico dei dati che poi trasmettono all’Istat; in tal modo si migliora la qualità del dato e la tempestività della raccolta. Diverse ragioni, soprattutto la scarsità delle risorse impiegate e l’avvicendamento delle risorse umane, hanno fatto sì che nel corso degli anni il grado di collaborazione delle Forze di polizia, con la trasmissione dei modelli statistici Ctt/Inc all'Istat, non fosse costante, a discapito della completezza della rilevazione a carattere censuario. Il programma di monitoraggio, avviato da Istat e Aci nel 2001, con i contatti intercorsi con parte delle Forze di polizia impegnate nella rilevazione ed i solleciti effettuati alle Amministrazioni competenti, hanno trovato conferma, di anno in anno, nell’aumento dell’informazione disponibile relativa al fenomeno. Pur avendo misurato le variazioni di incidentalità, cercando di far riferimento ad universi costanti nel tempo, si è andato configurando di anno in anno un grado di copertura che, in taluni casi, a livelli territoriali ristretti è apparso sensibilmente diverso. Ciò, unitamente all’uso sempre maggiore e più puntuale che si fa dei dati, soprattutto con riferimento all’obiettivo europeo di riduzione delle vittime ed ai programmi messi a punto dalle diverse Amministrazioni e co-finanziati dal Piano nazionale della Sicurezza Stradale, ha reso necessaria una ricostruzione della serie storica volta a colmare le lacune presenti di anno in anno nei dati. La ricostruzione della serie storica parte dall’anno 2000 e riguarda gli incidenti rilevati da Carabinieri e Polizia municipale.

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Dapprima si è provveduto all’analisi delle serie mensili per anno, comune ed organo rilevatore. Sono stati evidenziati i dati mancanti nelle serie o, applicando criteri di inferenza statistica, quelli ritenuti numericamente insufficienti. Quindi si è passati alla stima dei valori mancanti in ciascuna serie mediante interpolazione, tenendo conto sia dell’andamento temporale negli anni sia di quello mensile all’interno di ciascun anno. Successivamente è stata realizzata una indagine campionaria volta a confermare la bontà delle stime effettuate: sono pertanto stati contattati i soggetti preposti alla compilazione dei modelli statistici di incidente stradale e si è chiesto loro di verificare, in base ai propri archivi, il numero di incidenti, morti e feriti, rilevati per mese negli anni a partire dall’anno 2000. Tale indagine ha riguardato Comandi di polizia municipale e Compagnie dei Carabinieri.

Il campo di osservazione, l’unità di rilevazione e le principali definizioni Il campo di osservazione è costituito dall’insieme degli incidenti stradali verbalizzati da un’autorità di polizia, verificatisi sul territorio nazionale nell’arco di un anno solare, che hanno causato lesioni alle persone (morti o feriti). In particolare, rientrano nel campo di osservazione tutti gli incidenti stradali verificatisi nelle vie o piazze aperte alla circolazione, nei quali risultano coinvolti veicoli (o animali) fermi o in movimento e dai quali siano derivate lesioni a persone. Sono esclusi, pertanto, dalla rilevazione i sinistri da cui non sono derivate lesioni alle persone, quelli che non si sono verificati nelle aree pubbliche di circolazione, cioè, in quelle aree come cortili, stazioni di servizio, depositi di mezzi di trasporto, strade ferrate riservate esclusivamente per il trasporto tranviario o ferroviario, eccetera e i sinistri in cui non risultano coinvolti veicoli. L’unità di rilevazione è il singolo incidente stradale. La rilevazione è riferita al momento in cui l’incidente si è verificato. E’ con riguardo a tale momento, quindi, che di ciascuna unità vengono considerati i caratteri e le modalità, le cause o le circostanze determinanti, le conseguenze sia per le persone che per le cose.

Di seguito si riportano le principali definizioni utilizzate nell’indagine: • incidenti stradali: risultano quelli che si verificano in una strada aperta alla circolazione pubblica, in seguito ai quali una o più persone sono rimaste ferite o uccise e nei quali almeno un veicolo è rimasto implicato. Prima del 1991 l’Istat rilevava tutti gli incidenti stradali, anche quelli che non necessariamente comportavano lesioni alle persone ma solo danno alle cose. La definizione attuale di incidente stradale dà luogo ad un concetto più interessante sotto il profilo dell’analisi, poiché restringendo il campo di osservazione ai soli incidenti che causano danno alle persone si ottiene una lettura più corretta e mirata dei sinistri più gravi; inoltre, permette di effettuare confronti internazionali. • morti: le persone decedute sul colpo (entro le 24 ore) o quelle decedute dal secondo al trentesimo giorno, a partire da quello dell’incidente compreso. Tale definizione, anch’essa conforme alle norme internazionali, si applica agli incidenti stradali verificatisi a partire dal 1° gennaio 1999. Prima di tale data il periodo di tempo necessario per determinare il numero dei decessi era pari a sette giorni dal momento dell’incidente.

• feriti: le persone che hanno subito lesioni al proprio corpo a seguito dell’incidente. Data la difficoltà di definire criteri obiettivi sul livello di gravità delle lesioni subite, non si distingue tra feriti gravi o leggeri.

I modelli di rilevazione, i flussi e i soggetti coinvolti La rilevazione, come accennato già sopra, viene effettuata mediante autocompilazione del questionario cartaceo o informatizzato (modello Istat Ctt/Inc). Gli organi rilevatori (Polizia stradale, Carabinieri e Polizia municipale), a seconda del proprio grado di informatizzazione, trasmettono i dati elementari all’Istat inviando i modelli compilati o i file già registrati

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su supporto magnetico (floppy disk o e-mail). La qualità del dato statistico prodotto è fortemente legata al livello di collaborazione dei rispondenti. La rilevazione è eseguita con la collaborazione della Polizia stradale, i Carabinieri e la Polizia municipale preposti al controllo della circolazione e alla disciplina del traffico. In particolare, la rilevazione viene effettuata tramite la compilazione del modello di rilevazione da parte dell’autorità che è intervenuta sul luogo del sinistro in cui è coinvolto almeno un veicolo in circolazione sulla rete viaria. Tutti i modelli di rilevazione contenenti i dati elementari relativi agli incidenti stradali vengono invia ti all’Istat che provvede al loro controllo, all’elaborazione, all’analisi e alla diffusione delle statistiche prodotte.

Principali caratteri rilevati • Data e località dell’incidente • Organo di rilevazione • Localizzazione dell’incidente: fuori dalla zona abitata o nell’abitato • Tipo di strada • Pavimentazione • Fondo stradale • Segnaletica • Condizioni meteorologiche • Natura dell’incidente (scontro, fuoriuscita, investimento, eccetera) • Tipo di veicoli coinvolti • Circostanze dell’incidente • Conseguenze dell’incidente alle persone e ai veicoli Diagramma di trasmissione dei dati elementari (modelli Istat Ctt/Inc) I dati, come accennato in precedenza, sono trasmessi all’Istat per via telematica dal Ministero dell’interno (incidenti rilevati dalla Polizia stradale) e dai principali Comuni e per via cartacea dai Carabinieri e dai piccoli e medi Comuni. I risultati dell’indagine vengono pubblicati regolarmente dal 1952. L’indagine è stata più volte ristrutturata, l’ultima volta nel 1991. A partire dal 1999 l’Istat ha valorizzato forme di collaborazione a livello locale che consentono agli operatori provinciali di collaborare alla fase di rilevazione. Questo indirizzo contribuisce anche alla promozione di osservatori informativi di natura statistica in grado di supportare la programmazione e la pianificazione degli interventi e degli investimenti dell’ente locale in tema di incidentalità e sicurezza stradale. In sostanza, l’Istat, mediante specifiche convenzioni, consente all’Ufficio di statistica delle Province interessate a svolgere un ruolo attivo nel settore delle statistiche sull’incidentalità, la disponibilità, nei limiti e con le modalità di cui al decreto legislativo n. 322/89, dei modelli di rilevazione statistica relativi agli incidenti verificatisi su una certa Provincia. In tal modo vengono decentrate alla Provincia le fasi di raccolta e di verifica quali-quantitativa dei modelli di rilevazione, della loro memorizzazione su supporto magnetico e del successivo invio all’Istat, sulla base del tracciato record di riferimento e nel rispetto dei tempi previsti per la rilevazione. I dati raccolti ed elaborati dalla Provincia sono considerati ‘provvisori’ in attesa della successiva validazione da parte dell’Istat. Il suddetto decentramento è stato applicato nelle Province di Torino, Milano, Mantova, Bolzano, Trento, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Bari, Vicenza, Treviso e Caserta con risultati generalmente positivi in termini di qualità e di quantità di dati raccolti. In sintesi, il diagramma di trasmissione dei dati elementari all’Istat è strutturato come segue:

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Diagramma 1. Acquisizione dati elementari standard

COMUNE CAPOLUOGO DI PROVINCIA

ALTRI COMUNI DELLA PROVINCIA

Nel caso in cui le informazioni dell’incidentalità stradale vengano previamente registrate su supporto informatico, gli organi rilevatori possono inviare direttamente il file all’Istat all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Reparti di polizia stradale Questure Commissariati di pubblica sicurezza

Stazione carabinieri

Vigili urbani

Comando di polizia stradale

Comando gruppo dei carabinieri

Centro elaborazione Settebagni

Istat

Reparti di polizia stradale Questure Commissariati di pubblica sicurezza

Stazione carabinieri

Vigili urbani

Comando di polizia stradale

Comando gruppo carabinieri

Centro elaborazioni Settebagni

Servizio statistica del Comune capoluogo

Istat

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Diagramma 2. Acquisizione dati elementari per le Province in convenzione

COMUNE CAPOLUOGO DI PROVINCIA

ALTRI COMUNI DELLA PROVINCIA

I principali indicatori dell’incidentalità stradale La lettura dei dati assoluti sul numero di incidenti verificatisi sull’intera rete stradale italiana o su un particolare tratto di questa fornisce un’informazione parziale che occorre valorizzare per meglio interpretare il fenomeno incidentalità. È evidente che il numero assoluto di incidenti stradali tende ad aumentare man mano che aumenta il volume di circolazione in termini di veicoli, cioè la quantità di chilometri complessivamente percorsi dai veicoli in Italia. Occorre quindi ricondurre il ragionamento su un piano più squisitamente statistico e dunque sul metodo di lettura dei dati per rendere comprensibile l’interpretazione del quadro statistico sull’incidentalità. Per un’analisi approfondita dell’incidentalità sarebbe utile disporre di un indicatore di frequenza dei sinistri calcolato come rapporto tra il numero di inc identi ed il volume di circolazione, ottenuto come prodotto dei veicoli circolanti per la percorrenza media chilometrica nell’anno. Tuttavia, il secondo elemento è disponibile solo per le autostrade a pagamento ed è stimabile solo con un basso livello di approssimazione a livello nazionale; la sua disponibilità per aree più limitate richiederebbe la costruzione di sistemi di monitoraggio del volume di traffico nei tratti di strada più significativi, giornalmente e nelle diverse ore della giornata. In mancanza di rilevazioni sistematiche sul volume di circolazione si ricorre a stime basate sul numero di veicoli circolanti e sul consumo di carburante che comunque non tengono conto dei veicoli appartenenti a non residenti, dei percorsi e dei rifornimenti di benzina effettuati fuori del comune residenziale.

Reparti di polizia stradale Questure Commissariati di pubblica sicurezza

Stazione carabinieri

Vigili urbani

Comando di polizia stradale

Comando gruppo carabinieri

Centro elaborazioni Settebagni

Servizio statistica del Comune capoluogo

I s t a t

Provincia in convenzione

Reparti di polizia stradale Questure Commissariati di pubblica sicurezza

Stazione carabinieri

Comando di polizia stradale

Comando gruppo carabinieri

Provincia in convenzione

Centro elaborazioni Settebagni

I s t a t

Vigili urbani

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La non disponibilità di questi indicatori non permette un corretto confronto del livello di incidentalità tra le diverse tipologie di strade ed una corretta identificazione dei black spot (punti dove si è verificato un numero particolarmente elevato di sinistri). I dati disponibili dalla rilevazione Istat consentono di calcolare, con riferimento alle diverse forme di sinistrosità, il numero di incidenti, morti e feriti. Con tali elementi si possono costruire alcuni rapporti utili all’interpretazione.

- Indice di mortalità stradale RM:

100I

MRM

=

Tale rapporto contiene al numeratore il numero (M) dei decessi come conseguenza degli incidenti e al denominatore il numero (I) dei sinistri. Il parametro RM esprime, quindi, il numero medio di decessi verificatisi in un determinato anno, ogni 100 incidenti. Questo rapporto di mortalità può essere ulteriormente affinato operando, anziché su tutti gli incidenti verificatisi sulle strade italiane ed i corrispondenti decessi, su particolari sottoinsiemi dell’incidentalità (ambienti stradali, forme di sinistrosità secondo le circostanze che le hanno determinate, tipi di veicoli coinvolti, eccetera). L’indice di mortalità stradale RM riferito ad un certo anno, misurando il numero medio di morti per incidente, può essere considerato come un indicatore di gravità (o di pericolosità) dei sinistri, tanto maggiore quanto più esso è elevato. Prescelta una determinata tipologia di incidenti, se si confronta il rapporto RM di un anno con quello, ad esempio, dell’anno precedente si misura l’incremento (o il decremento) nel tempo dei decessi ogni 100 incidenti e, dunque, si confrontano gli andamenti della gravità media dei sinistri (in termini di morti) nei vari anni.

- Indice di lesività stradale RF :

100IF

RF

=

RF esprime il rapporto di lesività stradale ogni 100 incidenti ed F il numero dei feriti. Anche in questo caso, RF può essere considerato un indicatore di gravità (o di pericolosità) di incidenti, seppure limitato ai soggetti che, coinvolti in incidenti, non ne sono stati vittime.

- Altri parametri Finora ci si è riferiti al concetto di pericolosità media riguardante il sinistro. Se il riferimento è posto sulla persona, in quanto soggetto passivo ed attivo dell’incidentalità, possono costruirsi altri indicatori di pericolosità degli incidenti, come RP dato dal rapporto tra il numero dei morti e il numero degli infortunati:

100FM

MRP

+=

dove (M+F) rappresenta la quantità di morti e feriti e dunque l’entità delle persone infortunate nell’incidente. La quantità RP esprime un indicatore di pericolosità, più fine rispetto ad RM, in quanto, a parità di soggetti coinvolti in sinistri, cresce al crescere del numero M di morti e dunque dell’esito letale della forma di sinistro considerata.

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- Il volume di circolazione Gli incidenti stradali si verificano in quanto i veicoli merci o passeggeri sono coinvolti in problemi di circolazione. Di conseguenza, per una comprensione più approfondita delle dinamiche dell’incidentalità, conviene introdurre un indicatore del volume di circolazione. Si può allora calcolare il parametro R che rapporta il numero V di veicoli coinvolti negli incidenti al numero complessivo dei veicoli in circolazione C:

=

CV

R

Il rapporto R definisce una quantità che informa sul numero dei veicoli che rimangono coinvolti in sinistri per ogni unità di veicoli in circolazione. Si rileva, per inciso, che il numero C di veicoli in circolazione rappresenta anche la quantità di veicoli che, in quanto potenzialmente in grado di circolare, può generare o subire un incidente (esposizione al rischio di incidente). Il rapporto R è tuttavia un parametro grezzo, nel senso che esso non rappresenta correttamente l’esposizione al rischio di incidente per un veicolo. Un veicolo, infatti, pur essendo immesso nella circolazione stradale può esser tenuto fermo per diverse ragioni o comunque può circolare in misura ridotta. E dunque, per valutare l’esposizione al rischio effettiva, occorre misurare le reali percorrenze chilometriche effettuate dai veicoli. Per costruire un rapporto di sinistrosità più fine conviene allora considerare le percorrenze chilometriche svolte sia dei veicoli coinvolti in incidenti (date dal prodotto fra V e le rispettive percorrenze v chilometriche medie dei veicoli coinvolti) suddivise per le percorrenze chilometriche complessive dei veicoli in circolazione (date dal prodotto fra C e le percorrenze medie c di tutti i veicoli in circolazione). Si può allora costruire il rapporto R’

=

cv

CVR

circ

coin

circ

coin'

il quale approssima più correttamente di R la probabilità per un veicolo di essere coinvolto in incidente.

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Glossario

Autobus Il veicolo avente almeno quattro ruote destinato al trasporto di persone con più di otto posti a sedere oltre il conducente

Autoarticolato Il complesso di veicoli formato da un semirimorchio accoppiato ad un veicolo trattore

Autocarro merci L’autoveicolo destinato al trasporto cose

Autocarro speciale L’autocarro destinato al trasporto di particolari categorie di oggetti o che ha caratteristiche tecniche tali da essere adibito a lavori speciali

Autotreno Il complesso di veicoli composto da un rimorchio agganciato ad un autoveicolo a motore

Autoveicolo Il veicolo a motore avente almeno quattro ruote, con esclusione dei motoveicoli, adibiti al trasporto persone o, se di cose, agli addetti al trasporto stesso

Autoveicolo per il trasporto di merci

Ogni autoveicolo stradale isolato (autocarro) oppure una combinazione di veicoli stradali, vale a dire un autotreno (autocarro con semirimorchio) o un autoarticolato (trattore stradale con semirimorchio) per trasporto di merci

Cemt Conferenza europea dei ministri dei trasporti

Centro intermodale Costituisce una parte della dotazione di un interporto ma può esistere anche al di fuori di un interporto come centro d’interscambio strada-rotaia

Ciclomotore Il veicolo a motore a due o tre ruote, di cilindrata inferiore o uguale a 50 cc, con sedile monoposto

Costo sociale (degli incidenti stradali)

La valutazione sia del danno subito dal singolo cittadino che quello subito dalla collettività a causa di un sinistro, comprendendo: i danni alle persone, ai veicoli ed all’ambiente

Ece/Onu Commissione economica per l’Europa presso le Nazioni unite

Eurostat Ufficio statistico della Comunità europea costituito nel 1953, con sede a Lussemburgo

Feriti Numero dei soggetti che hanno subito lesioni al proprio corpo a seguito dell’incidente. Data la natura della rilevazione non è attualmente possibile distinguere i feriti in funzione del livello di gravità

Immatricolazione L’iscrizione in un registro dei veicoli stradali, tenuto da un organismo ufficiale (per l’Italia è la Motorizzazione Civile), indipendentemente dal fatto che tale iscrizione comporti o meno la consegna della targa di immatricolazione

Incidente stradale La Convenzione di Vienna del 1968 definisce l’incidente stradale come il fatto verificatosi nelle vie o piazze aperte alla circolazione nel quale risultano coinvolti veicoli (o animali) fermi o in movimento e dal quale siano derivate lesioni a persone. Per tale ragione, nel caso in cui l’incidente riguardi soltanto danni alle cose, esso è escluso dal computo. Con tale definizione l’attenzione è dunque riservata esclusivamente ai casi di incidente sull’uomo

Indice di mortalità Rapporto tra il numero dei morti e il numero degli incidenti, moltiplicato 100

Indice di lesività Rapporto tra il numero dei feriti e il numero degli incidenti, moltiplicato 100

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Morti Numero di persone decedute sul colpo od entro il trentesimo giorno a partire da quello in cui si é verificato l’incidente. Tale definizione è stata adottata a decorrere dal 1° gennaio 1999 mentre nel passato (fino al 31 dicembre 1998) la contabilizzazione dei decessi considerava solo quelli avvenuti entro sette giorni dal momento del sinistro stradale)

Motocarro Il veicolo a motore a tre ruote destinato al trasporto di cose

Motociclo Il veicolo a motore a due ruote di cilindrata superiore a 50 cc, destinato al trasporto di due persone compreso il conducente

Motrice Il veicolo a motore trainante uno o più rimorchi non provvisti di motore

Ocde Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

Parco veicolare La consistenza (o parco) dei veicoli secondo la provincia di residenza del proprietario e la categoria (autovetture, autocarri, autobus, trattrici, motrici, motoveicoli, ecc) è determinata in base alle risultanze del Pubblico registro automobilistico, conteggiando i veicoli iscritti e non radiati, meno quelli che risultano confiscati o per i quali è stata annotata la perdita di possesso

Pra (Pubblico registro automobilistico)

Riporta le vicende giuridiche dei veicoli (trasferimento di proprietà, ipoteche, vincoli derivanti da finanziamenti) ed anche elementi tecnici collegabili alla destinazione della tassa di proprietà

Rete stradale L’insieme di tronchi e nodi di vie di comunicazione essenzialmente destinate alla circolazione delle persone, degli animali e dei veicoli terrestri a guida libera

Rimorchio Il veicolo destinato ad essere trainato dagli autoveicoli o da filoveicoli

Semirimorchio Il veicolo il cui carico è supportato dalla motrice, a cui è in parte sovrapposto

Sistan Sistema statistico nazionale

Tassa di circolazione La tassa annuale a cui sono soggetti al pagamento i ciclomotori

Tassa di proprietà La tassa annuale a cui sono soggetti tutti i veicoli iscritti al Pra

Traffico La quantità di trasporto realizzata

Trasporto combinato Il trasporto intermodale di merci che viaggiano in casse mobili, semirimorchi, autotreni, autocarri ed autoarticolati su vagoni ferroviari appositamente attrezzati, per acque interne e per mare, mentre il percorso iniziale e/o quello finale deve essere effettuato per strada e deve risultare marginale rispetto all’intero percorso

Trasporto intermodale Il trasporto di merci contenute in apposite unità di carico effettuato utilizzando almeno due differenti modi di trasporto senza rottura del carico stesso. L’unità di carico può essere un veicolo stradale o un’unità di trasporto intermodale (containers, casse mobili o semirimorchi)

Trattore L’autoveicolo destinato all’esclusivo traino di rimorchi

Unione europea Nata il 1° gennaio 1998, con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht e l’inizio della seconda fase dell’Unione economica e monetaria, comprende: Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia, Regno unito

Veicolo La macchina, circolante per strada, guidata dall’uomo o trainata da altri mezzi

Veicolo merci L’automezzo di portata utile (carico potenziale) non inferiore ai 35 quintali oppure il trattore che traina rimorchi con portata non inferiore ai 35 quintali