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NORME URBANISTICO-EDILIZIE PER L’ESECUZIONE DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL COMPARTO C8

Art. 1 -NORMATIVA URBANISTICA GENERALE 1.1 In ottemperanza al deliberato della Regione Puglia e segnatamente alla prescrizione

concernente la redazione di un piano particolareggiato, con finalità di recupero e tutela delle emergenze ambientali ed architettoniche presenti, ma anche idoneo a garantire un razionale completamento degli interventi di edificazione del comparto,si e’ provveduto a suddividere la zona nei seguenti sub-comparti: Sub-comparto A1, interessata dalla depressione naturale di notevole significato ambientale e paesaggistico, da assoggettare a tutela assoluta e destinazione a verde pubblico attrezzato previa acquisizione comunale, nel rispetto dei valori ambientali e vegetazionali oggetto di attento studio predisposto dalla consulente incaricata da questo Ente, Dott.ssa Anna Maria Castellaneta nonche’ dalla scrupolosa indagine archeologica , allegata al Piano, richiesta agli esperti esperti del’Universita’ di Bari,dott. Arcangelo Fornaia,Dott.ssa Paola Jacovazzo e dalla Dott.ssa Carmela D’Auria.

• Sub-comparto A2-, con particolari significati di valore storico-ambientale da tutelare. • Interventi previsti: recupero dell’edificio esistente- realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica per attività turistico-ricettive-direzionali e/o servizi secondo l’ipotesi di l’utilizzazione fondiaria acquisita al protocollo in data 19 Novembre 2004 registrata al n.023301 per una volumetria pari a mc 17.941,60 ,dei quali 10707.00 gia’ esistenti, inferiore ai mc 19.299,99 richiesti con l’ipotesi di utilizzazione fondiaria acquisita al protocollo dell’Ente in data 24 Marzo 2004 e registrata al n. 006377.

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L’ipotesi di utilizzazione fondiaria depositata in data 24 Marzo 2004 ,prot. n. 006377. e’ stata ritenuta compatibile con le prescrizioni fissate dalla Regione Puglia e riportata sulla tavola n. 15 del Piano Particolareggiato unitamente alle volumetrie in essa contenute,in considerazione della valenza storico-culturale-paesaggistica e architettonica del complesso edilizo esistente cosi’ come sottolinetato negli studi condotti dal consulente Dott. Nicola CLAVERI, e contenuti nella tavola n. 2 del piano particolareggiato • Sub-Comparto A3- sistemazione a parcheggio alberato di alcune aree scoperte,per buona parte di proprieta’ comunale, in ossequio al rispetto delle norme di tutela prescritte dalla Regione nonche’ delle risultanze in ordine alla compatibilita’ dell’area con i vincoli geomorfologici del PUTT/P,a seguito dello studio geologico,idrogeologico,idrologico e geomorfologico condotto dal Geologo Jean Vincent. C.A. STEFANI,consulente incaricato da questo Ente. • Sub-comparti Br-Cc, interessati da remoti e da recenti processi di trasformazione (prevalentemente fabbricati a piano terra nel sub-comparto Br), oppure da aree libere prive di elementi significativi (sub-comparto Cc), ed in particolare: • -Sub-comparto Br1-Br2-Br3-Br4: maglie quasi completamente edificate coincidenti di massima con le zone Br del P.R.G. adottato e riportanti i requisiti di “Tessuto edificato” ex art. 3 L.r. n. 6/1985, per le quali viene proposta la riconferma della tipizzazione di zona Br del P.R.G. adottato e relative norme di attuazione (concessione singola per interventi di ristrutturazione e/o ampliamenti, soprelevazione, demolizione e ricostruzione, nuova costruzione con indice di fabbricabilità max di mc/mq. 5),per una superficie di copertura pari a quella di sedime gia’ esistente,per una altezza non superiore a mt.7,50, e nel rispetto dei caratteri stilistico- architettonici e cromatici nonche’ dei materiali e dei colori fissati nelle norme tecniche di attuazione allegate al presente Piano Particolareggiato Per le costruzioni esistenti sono consentiti ampliamenti e volumi aggiuntivi purchè per l’esistente ed il realizzabile non venga superato l’indice di fabbricabilità fondiario di 5 mc. / mq. Per i fabbricati a piano terra esistenti su viabilità definita, di larghezza inferiore a mt. 7,00, la sopraelevazione è consentita a condizione che si realizzi un arretramento dal fronte della fabbrica tale che la distanza dall’asse stradale della nuova costruzione sia uguale a mt. 4,50. – Rapporto tra l’altezza dell’edificio più alto (H max) e la larghezza dello spazio esterno (D) deve essere: H/D = 1,25 Distacco minimo assoluto dagli edifici delle parti sopraelevate: d min = mt. 9,00;

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- Distacco minimo dai confini: d min = mt. 4,50 quando non si costruisca in aderenza. – - Altezza, distanze, superficie coperta, lotto, secondo le tavole di piano. – Piani: P.T. + 1° con piano cantinato - H max mt. 7,50. - • Sub-comparto C1-C2-C3-C4: costituiti dalle restanti aree libere del comparto prive di elementi significativi e pertanto edificabili con i.f.f.=mc/mq. 3, rapp. di cop.=50%, altezza max=mt.7,00, distacco dai confini=mt. 5,00,per le costruzioni isolate e con la possibilita’ di aderenza sul confine laterale ,nei lotti contraddistinti con i numeri 1- 3-4-5-6 e 7del Sub-Comparto C3,senza alterare i parametri edilizi fissati dalla Regione. In ordine alle unita’ edilizie da realizzare sui lotti 1 e 2 del Sub-Comparto C1 e quella da realizzare nel Sb-Comparto C4,le stesse dovranno rispettare l’ubicazione individuata sulla tavola di piano ai fini della tutela delle emergenze ambientali ed architettoniche presenti,riportate nella documentazione fotografica di piano, ribadito nel sopra citato deliberato della Regione Puglia,nonche’ dai consulenti sopra menzionati.

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1.2 IL PIANO PARTICOLAREGGIATO E’ COSTITUITO DAI SEGUENTI ELABORATI:

• Relazione; • Norme Tecniche di Attuazione; • Tav. 1 – Documentazione fotografica- Riprese aeree; • Tav. 2 – Analisi storica della villa Gemmato gia’ villa Vito Nicola Mammolo; • Tav. 3 – Analisi archeologica della depressione carsica S. Elia; • Tav. 4 – Caratteristiche flogistico vegetazioni dell’area; • Tav. 5 – Documentazione fotografica- via Don Minzioni; • Tav. 6 – Documentazione fotografica via Gaspaer ignatelli,via Ennio,via Don Minzioni,via S.Elia,via S. Elia I°, e S. Elia II°; • Tav. 7 – Documentazione fotografica-Via S. Elia I° e villa Eredi Annicchiarico; • Tav. 8 – Documentazione fotografica –Via S. Elia II°; • Tav. 9 – Allegato delibera C.C. n. 52/2002; • Tav. 10 – Stao di fatto; • Tav. 11 – PRG vigente redatto su supporto cartaceo; • Tav. 12 – Piano regolatore Generale vigente su base informatizzata-delibera della

Giunta Regionale n. 1629 del 4 novembre 2003; • Tav. 13 – Perimetrazione dei Territori Costruiti; • Tav. 14 – Perimetrazione Centro Urbano ai sensi della legge 865 del 22 ottobre 1975- Delibera G.M. 192 dell’1 Aaprile 1972; • Tav. 15 – Lottizzazione; • Tav. 16 - Tipologia edilizia ; • Tav. 17 – Planivolumetria edifici esistenti e di progetto; • Tav. 18 – Riporto del Piano Particolareggiato sul Piano regolatore Generale su base Informatizzata,approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 1629 del 4 Novembre 2003 pubblicato sul BUR n. 12 del 29 -1-2004; • Tav. 19 – Vincoli puntuali previsti dal Piano Urbanistico Territoriale ; • Tav. 20 – Riporto del Piano Particolareggiato su ortofoto con l’indicazione dei vincoli Puntuali del PUTT/P; • Tav. 21 – Piano di bacino della Puglia – Stralcio Assetto Idrogeologico-Stralcio

Assetto Idrogeologico – Delibera del Comitato Istituzionale n° 39 del 30 Novembre 2005;

• Tav. 22 – Riporto del Piano Particolareggiato sul Piano “ Parco delle Gravine”-Legge Regionale 20 Dicembre 2005 – n. 18 - BUR n. 157 del 27 Dicembre 2005; • Tav. 23 – relazione Geologica; • Tav. 24 – Studio geologico e geomorfologico –Documentazione fotografica;

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• Tav. 25 – Geomorfologia; • Tav. 26 – Geologia; • Tav. 27 – Elenco ditte catastali; • Tav. 28 – Catastale; • Tav. 29 – Urbanizzazioni primarie esistenti-Pubblica illuminazione; • Tav. 30 - Urbanizzazioni primarie in progetto -Pubblica illuminazione; • Tav. 31 - Urbanizzazioni primarie esistenti -Tronchi idrici; • Tav. 32 - Urbanizzazioni primarie in progetto - Tronchi idrici; • Tav. 33 - Urbanizzazioni primarie esistenti –Tronchi fognanti; • Tav. 34 - Urbanizzazioni primarie in progetto - Tronchi fognanti; • Tav. 35- Urbanizzazioni primarie esistenti – Condotte gas; • Tav. 36 - Urbanizzazioni primarie in progetto - Condotte gas; • Tav. 37 – Equaripartizione; • Tav. 38 – Relazione finanziaria – Ripartizione oneri tra Comune e privati;

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ART. 2

ZONA OMOGENEA “A1” - PARCO ATTREZZATO – Sub-comparto A1, interessata dalla depressione naturale di notevole significato

ambientale e paesaggistico, da assoggettare a tutela assoluta e destinazione a verde pubblico attrezzato previa acquisizione comunale, nel rispetto dei valori ambientali e vegetazionali oggetto di attento studio predisposto dalla consulente incaricata da questo Ente, Dott.ssa Anna Maria Castellaneta nonche’ dalla scrupolosa indagine archeologica , allegata al Piano, richiesta agli esperti esperti del’Universita’ di Bari,dott. Arcangelo Fornaia,Dott.ssa Paola Jacovazzo e dalla Dott.ssa Carmela D’Auria. Questa zona e’ destinata alla realizzazione di un Parco Urbano di uso pubblico,attraverso la realizzazione di un progetto unitario di recupero e valorizzazione naturalistica. In questa zona non e’ ammessa alcun tipo di costruzione. In essa sono ammesse solo opere di sistemazione naturalistica,idraulica e paesaggistica. E’ ammessa la realizzazione di sentieri e scale di accesso,muretti a secco e terrazzamenti,parapetti e palizzate in legno,spazi di sosta e panche in legno,segnaletica e illuminazione nel rispetto delle tutele evidenziate nello studio botanico-vegetazionale formulato dalla Dott.ssa For. Anna Maria CASTELLANETA,noche’ di quello archeologico approntato dal Prof. Arcangelo FORNARO,dalla Dott.ssa Paola JACOVAZZO e dalla Dott.ssa Carmela D’AURIA.

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ART. 3 - “ZONA OMOGENEA “-A2-A3-” – AREE URBANE DI VALORE STORICO – AMBIENTALE • Sub-comparto A2-, con particolari significati di valore storico-ambientale da tutelare. • Interventi previsti: recupero dell’edificio esistente- realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica per attività turistico-ricettive-direzionali e/o servizi secondo l’ipotesi di l’utilizzazione fondiaria acquisita al protocollo in data 19 Novembre 2004 registrata al n.023301 per una volumetria pari a mc 17.941,60 ,dei quali 10707.00 gia’ esistenti, inferiore ai mc 19.299,99 richiesti con l’ipotesi di utilizzazione fondiaria acquisita al protocollo dell’Ente in data 24 Marzo 2004 e registrata al n. 006377. L’ipotesi di utilizzazione fondiaria depositata in data 24 Marzo 2004 ,prot. n. 006377. e’ stata ritenuta compatibile con le prescrizioni fissate dalla Regione Puglia e riportata sulla tavola n. 15 del Piano Particolareggiato unitamente alle volumetrie in essa contenute,in considerazione della valenza storico-culturale-paesaggistica e architettonica del complesso edilizo esistente cosi’ come sottolinetato negli studi condotti dal consulente Dott. Nicola CLAVERI, e contenuti nella tavola n 2 del piano particolareggiato . • Sub-Comparto A3- sistemazione a parcheggio alberato di alcune aree scoperte,per buona parte di proprieta’ comunale, in ossequio al rispetto delle norme di tutela prescritte dalla Regione nonche’ delle risultanze in ordine alla compatibilita’ dell’area con i vincoli geomorfologici del PUTT/P,a seguito dello studio geologico,idrogeologico,idrologico e geomorfologico condotto dal Geologo Jean Vincent. C.A. STEFANI,consulente incaricato da questo Ente. 3.1 -Sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione

straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo (ex art. 31 Legge 457/78), con il rispetto delle seguenti prescrizioni: 1 – nella manutenzione ordinaria e in quella straordinaria si deve tendere al mantenimento e al ripristino dei valori storici, al recupero delle tipologie costruttive e alla conservazione dei caratteri architettonici (quali ad esempio le strutture murarie, le volte, i solai in legno, le coperture a tetto, i collegamenti verticali, la composizione dei prospetti e quant’altro di specifico), comunque con l’obiettivo di dotare le singole unità abitative di tutti i servizi igienico sanitari e degli impianti, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle

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singole unità immobiliari, mediante l’uso di tecniche e di materiali appropriati; è comunque obbligatoria l’eliminazione degli interventi impropri in precedenza eseguiti sui prospetti e delle superfetazioni; 2 – negli interventi di restauro e di risanamento conservativo in linea generale si deve conservare la destinazione d’uso attuale, sempre che sia compatibile con la destinazione prevalentemente residenziale della zona. Si deve tendere al mantenimento e al ripristino dei valori storici, al recupero delle tipologie costruttive e alla conservazione dei caratteri architettonici e materici, quali ad esempio le strutture murarie, le volte, i solai in legno, le coperture a tetto, collegamenti verticali, la composizione dei prospetti in toto lasciate inalterate; non sono ammesse aperture di nuova finestratura; è sempre vietato l’ampliamento dei vani porta esterni a piano terra, è comunque obbligatoria l’eliminazione degli interventi impropri in precedenza eseguiti sui prospetti e delle superfetazioni; 3 – nel caso di edifici in struttura muraria, vanno conservati a “faccia a vista” gli elementi lapidei di facciata quali zoccolature di piano terra, paraste e cornici marcapiano, cornicioni, mensole e balaustre di balconi e relativi sostegni, cornici di porte e finestre, eventuali decorazioni, con esclusione di qualsiasi trattamento superficiale con prodotti non trasparenti e colorati; sono comunque vietate arbitrarie decorticazioni di pareti intonacate; 4 – nel caso di rifacimento di trattamenti superficiali esterni prospicienti le strade ed in genere gli spazi aperti al pubblico, vanno esclusi intonaci plastici, cemento a vista, stilatura con malte cementizie, materiali ceramici e simili, lignei, pietra di Trani, travertino e simili; 5 – i rifacimenti di tinteggiature sulle facciate devono essere armonizzati con le restanti parti dell’isolato per tutta la lunghezza del fronte, gli infissi esterni devono essere in legno pitturato, le chiusure di oscuramento devono essere realizzate esclusivamente con persiane in legno con colori armonizzati con la tinteggiatura di facciata e prevalentemente in verde locale o marrone scuro; 6 – è vietato l’uso della plastica per pluviali esterniche potranno eseere realizzate in rame e/o a; 7 – è vietato l’uso di ringhiere in anticorodal e simili: le stesse dovranno essere ripristinate secondo i tipi in uso nella tradizione locale (in ferro o in ghisa) con colore prevalentemente nero antracite opaco; non sono consentite colorazioni o finiture dorate, argentate o simili;

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8 – negli interventi di restauro e risanamento conservativo, è ammesso l’inserimento di ascensori e montacarichi e altri impianti tecnologici, con la esecuzione dei soli volumi tecnici strettamente necessari in corrispondenza delle coperture, per i quali è obbligatorio l’arretramento di almeno tre metri dal filo del fabbricato con creazione di elementi di mascheramento in muratura, il tutto in coerenza con l’assetto architettonico dell’edificio; 9 – nel caso di rifacimenti di facciata è vietata l’apposizione di impianti a rete, pubblici o privati, ad eccezione degli impianti pubblici che per ragioni tecnologiche o di sicurezza debbano svilupparsi all’esterno nel caso di creazione o di rifacimento di canne fumarie le stesse non devono essere esterne alla muratura e la parte terminale deve essere armonizzata con l’edificio esistente; 10 - è vietato alterare particolari elementi di pregio all’interno dell’edificio, ancorché non segnalati o vincolati; la eventuale presenza o assenza di tali elementi, sotto la responsabilità del tecnico preposto, va dichiarato nella istanza di concessione, o di autorizzazione, o nella denuncia; 11 – è vietata la costruzione di soppalchi; 12 – è vietata la realizzazione sui lastrici solari di attrezzature fisse o provvisorie di copertura quali pensiline, serre, ecc..; 13 – è vietata la realizzazione di verande a chiusura di logge e balconi, affaccianti su strade ed in genere su spazi aperti; 14 – è vietata la realizzazione sui lastrici solari di attrezzature fisse o provvisorie di copertura quali pensiline, serre, ecc..; 15 – sulle facciate prospicienti spazi pubblici non sono ammessi elementi a insegne pubblicitarie luminose o no che sporgano dal filo dell’edifico oltre 1/50 della larghezza stradale; non sono ammesse insegne o tabelloni pubblicitari sui lastrici solari; 16 – nel caso di rifacimenti di facciata è vietata l’apposizione di impianti a rete, pubblici o privati, ad eccezione degli impianti pubblici che per ragioni tecnologiche o di sicurezza debbano svilupparsi all’esterno nel caso di creazione o di rifacimento di canne fumarie le stesse non devono essere esterne alla muratura e la parte terminale deve essere armonizzata con l’edificio esistente; 17 – è vietata l’apposizione di apparecchiature di impianti di condizionamento sulle facciate dei fabbricati;

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18– non è ammessa in nessun caso la realizzazione di impianti tecnologici sui lastrici solari, ad eccezione di quanto previsto al punto 8; 19 – è vietato modificare con manufatti sia permanenti sia precari tutti gli spazi (interni al lotto) dotati di qualsiasi tipo di vegetazione e piantumazione, alterandone le caratteristiche; 20 – è vietato alterare particolari elementi di pregio all’interno dell’edificio, ancorché non segnalati o vincolati; la eventuale presenza o assenza di tali elementi, sotto la responsabilità del tecnico preposto, va dichiarato nella istanza di concessione, o di autorizzazione, o nella denuncia; 21 - Si prescrive inoltre che all’edificio vengano accorpate le pertinenze (per pertinenze di intendono precisi riferimenti fisici allo stato attuale quali il giardino ed in genere la piantumazione ad alto fusto presente, le corti, la aie, i viali, etc.. ed in generale tutti quagli spazi necessari alla chiara identificazione del bene nella sua originale configurazione)”

3.2-CLASSIFICAZIONE DELLE AREE E DEGLI EDIFICI RICADENTI NELLE ZONE OMOGENEE A2-A3 SOGGETTE ALLE SOTTOELECATE PUNTUALI PRESCRIZIONI EIDLIZIE:

Per le aree e gli edifici si sono individuate le seguenti categorie. Spazi urbani: cioè spazi liberi lungo i quali o attorno ai quali si aggregano gli edifici. Oltre alle piazze, alle strade, ai gradoni e ai vichi rientrano in questa categoria : i recinti i ballatoi gli spazi liberi antistanti cantine e depositi), i giardini pensili gli orti le aree verdi anche incolte. Di tutte gli spazi urbani vanno conservati: • l'assetto fisico di ogni suo elemento: forma, dimensioni; pavimentazioni originarie,

vegetazioni, arredi esterni; • il ruolo funzionale di distribuzione, di areazione e di illuminazione per le unità edilizie

che vi si affacciano; • il ruolo di prolungamento all'aperto delle attività domestiche o artigianali o di culto che

si svolgono all'interno delle unità edilizie; • l'autonomia funzionale rispetto agli spazi pubblici circostanti e il carattere di "filtro" tra

la strada e gli alloggi.

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Grotte rientrano in questa categoria quattro tipi principali di grotte: a)-le grotte naturali o scavate diventate elemento del paesaggio naturale anche se già destinate a ricoveri di animali e a depositi temporanei e provvisori b)-le grotte scavate al fine di utilizzare il materiale cavato per costruzioni e diventate abitazioni precarie o sede di attività integrative della residenza (stalle, magazzini,depositi, ecc.); c)- le grotte scavate al fine di dare sede autonoma a specifiche attività produttive e realizzate secondo sapienti e appropriati modelli tipologici e funzionali (cantine, frantoi, pozzi e cisterne ecc.) e talvolta dotate di antistante spazio aperto per attività integrativa (cortigli, recinti ecc.) ; d)- le grotte scavate per essere sede di attività di culto (chiese rupestri, organismi cenobitici, conventuali ecc.) arricchite molto spesso da decorazioni scultoree e pittoriche . Di tutte le grotte vanno conservati: • le caratteristiche di forma, dimensione e decorazioni connotano le loro qualità di

architettura scavate nelle rupe; • gli elementi di collegamento attraverso cui trovano rapporto con il contesto esterno naturale o artificiale di cui fanno parte; • l'autonomia formale e funzionale nonché le condizioni ambientali originarie,

specialmente • per le grotte di cui ai punti c e d ; • l'impianto tipologico e strutturale riferito alle originarie destinazioni di uso, salvo che per

le grotte di cui al punto al punto b. Tessuto edilizio ed edifici: Cioè costruzioni fuori terra destinate a case di abitazione o ad attività specialistiche, spesso dotate di annessi ipogei organici alle tessiture murarie in elevazione. Rientrano in questa categoria : • i palazzi originariamente destinati all'abitazione di una sola famiglia ; • i palazzi originariamente destinati all'abitazione di più famiglie ); • le case unifamiliari di matrice "popolare", isolate o aggregate . Di tali edifici vanno conservati o, se necessario, ripristinati: • l'integrità strutturale e tipologica delle singole unità edilizie e delle loro eventuali aggregazioni;

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• in particolare vanno conservate le strutture verticali, le strutture orizzontali, le volte, le

coperture e le scale nelle loro forme e dimensioni originarie; • il rapporto originario delle singole unità edilizie con l'insieme di cui fanno parte;

accessi,atri; scale esterne, affacci; • gli elementi architettonici e di finitura sia esterni e interni: ordini architettonici, lesene, cornicioni, cornici, timpani, portali, balaustre, logge. Aree di riqualificazione urbanistica cioè aree degradate libere o rese libere in seguito a crolli o demolizioni. In tali aree sono possibili solo interventi del comune, finalizzati alla ricostruzione ed al completamento del tessuto urbano esistente, o alla sostituzione di unità edilizie crollate o irrimediabilmente degradate con altre di nuova edificazione. tali interventi devono rispettare: • il rapporto funzionale con lo spazio libero (sistema di accessi e di affacci); • l'omogeneità tipologica e morfologica del tessuto storico (interasse delle strutture

portanti verticali e quote dei piani di calpestio); • i materiali di finitura preesistenti ( paramenti murari e manti di copertura). • I principali caratteri strutturali, tipologici e morfologici delle aree e dei tessuti edilizi

sono evidenziati negli elaborati grafici allegati ai programmi nonché nelle schede- progetto specifiche in ogni ambito di intervento.

Connettivo urbanistico Costituiscono "connettivo urbanistico" tutti gli spazi liberi esterni (camminamenti, collegamenti, aree di sosta, giardini ecc.) delimitati dalle linee di attacco a terra dei muri verticali dei fabbricati, compresi quindi le scale ed i giardini di accesso alle unità immobiliari poste al piano seminterrato, terra e rialzato.

3.3-RISANAMENTO CONSERVATIVO

In relazione alla specifica importanza che nel tessuto edificato assume il sistema degli spazi urbani , cioè degli spazi liberi gli intervento di risanamento conservativo si suddividono in quattro classi: Classe 1) risanamento conservativo degli spazi urbani Rientrano in questa classe : • consolidamento statico senza alcuno spostamento delle scale, degli accessi delle recinzioni o delimitazioni verticali, e dei piani di calpestio, senza alcuna variazione delle quote, tranne limitate variazioni richieste dal miglioramento del regime di deflusso e raccolta dell'acqua e da eventuali necessità di impermeabilizzazione;

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saranno conservati gli attacchi roccia / muratura in qualsiasi forma presenti. • conservazione o ripristino delle pavimentazioni e delle aree verdi originarie; conservazione e ripristino degli originari elementi funzionali (scale, accessi, portali) e decorativi (arredi esterni, pozzi, panche ecc.) RESTAURO Sono interventi di restauro quelli contemplati dall’art.31,lett. C)della legge n.457/78 e successive modificazioni ed integrazioni ed in particolare : • consolidamento, senza alcuno spostamento, di strutture orizzontali, verticali e di

copertura, con parziale sostituzione, ove non sia possibile recuperarli, degli elementi strutturali, nel rispetto della originaria impostazione architettonica e strutturale.

• restauro di fronti esterni e interni, liberati dalle superfetazioni. Si considerano superfetazioni oltre gli elementi descritti per gli interventi di manutenzione straordinaria, anche quei corpi indipendenti o malamente congiunti agli edifici, che compromettono le condizioni igieniche dei fabbricati o impediscono l'uso degli spazi a terra, indipendentemente dal materiale con cui sono costruiti, individuati dall'Ufficio Tecnico Comunale in specifica planimetria che farà parte integrante degli elaborati di progetto Non si considerano invece superfetazioni quei corpi, anche aggiunti alla struttura primitiva, che si sono integrati alla tipologia antica, e che hanno contribuito a conferire all'edificio una sua nuova unità formale, tipologica e strutturale. Queste valutazioni non si applicano a quegli edifici nei quali ampliamento e le modifiche, operate in qualsiasi epoca, ledono un valore storico o ambientale riconoscitivo preventivamente conservazione o riproposizione dell'impianto distributivo originario che caratterizza l'edificio, con limitate sistemazioni interne, introduzioni di soppalchi e adeguamento degli impianti igienici, degli impianti tecnologici (ascensori e impianti di riscaldamento ecc. ) purché essi non alterino le caratteristiche architettoniche strutturali e tipologiche. In particolare non saranno ammessi in nessun caso, nuovi volumi tecnici che alterino le coperture con trasformazione, anche parziale, delle pendenze delle coperture del piano di imposta delle stesse, eccezione fatte per le canne fumarie e d’aerazione. • ricostruzione di volumi edificati totalmente degradati alterati o crollati, quando è

possibile, in forme scientificamente determinate o in base ai reperti murali superstiti, ricostruirne l’organismo murario originari o anche sotto il profilo strutturale, costruttivo e decorativo.

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Per i sopra indicati interventi di restauro è richiesto il permesso a costruire corredata degli elaborati descrittivi e grafici, di tutte le opere di progetto previsti che di seguito si riportano : Il progetto esecutivo contiene i seguenti elaborati: 1. relazione illustrativa e tecnico – 2. rilievo architettonico e storico-critico in scala 1:100 e/o 1: 50 dell'immobile oggetto

dell'intervento; 3. progetto esecutivo in scala 1:100 e/o1:50, architettonico, strutturale ed impiantistico; 4. particolari costruttivi in scale 1:5 - 1:20; 5. abaco dei materiali di finitura e dei colori; 6. documentazione fotografica a colori, ante opera, formato 18x24; Classe 2) risanamento conservativo degli edifici. Appartengono a questa classe gli interventi classificati di restauro precedentemente ed inoltre: • Modificazione del numero attuale delle unità d'uso, purché tale modificazione non

comporti una sostanziale trasformazione delle caratteristichedel fabbricato. In particolare, per le attuali unità edilizie di superficie superiore ai 100 mq è consentita la suddivisione in unità d'uso di minore superficie, preferibilmente attraverso l'accorpamento in particolare dei vani e l'inserimento della scala interna.

Spostamento di tramezzature esistenti e costruzione di nuove tramezzature sempre che tali interventi non alterino gli elementi strutturali formali e tipologici originari, né l’unità formale di ambienti particolari che, per le loro stesse caratteristiche architettoniche, strutturali e tipologiche non ammettono modificazione di sorta. In particolare, negliambienti con copertura a volta, nuovi tramezzi a tutta altezza, di suddivisione dei vani,sono ammessi unicamente per ambienti con volta a botte, a condizione che il tramezzostesso intersechi la volta secondo la curva direttrice; negli altri casi (volte composte,tramezzi disposti lungo la generatrice) i tramezzi si fermeranno all'altezza dell'imposta della volta (ml 2,20 - 2,70) e risulteranno plafonati, a mo’ di soppalchi, dal lato dei disimpegni e/o servizi, consentendo comunque la lettura completa della struttura voltata dall'ambiente principale. Nel caso di unità tipologiche inferiori a mq.50 è ammessa l’aggregazione con altre unità sottostanti o sovrastanti, purché essa non risulti in contrasto con i caratteri architettonici del complesso edilizio di cui fanno parte; è ammessa anche l'aggregazione in orizzontale di unità contigue, purché non costituisca sottrazione di ambienti ad edifici unitariamente definiti sotto

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il profilo architettonico, tipologico e stilistico. Ricostruzione o completamento di quelle piccole parti dell’edificio danneggiate o mancanti che siano chiaramente deducibili per forma, posizione e dimensioni. Introduzione di soppalchi. Negli ambienti esistenti coperti con volte e aventi, in chiave, un'altezza libera non inferiore a m. 4,60, è consentita l’introduzione di soppalchi. Per soppalco si intende una superficie praticabile posta preferibilmente al di sopra di nuovi locali di servizio (cucina, bagno, wc, lavatoio, disimpegno ecc.) e comunque avente il piano di calpestio situato almeno m. 2,20 dal pavimento dell'ambiente in cui è realizzato. E' fatto obbligo di realizzare il soppalco con strutture leggere facilmente amovibili (tavelloni, impalcati di legno ferro), con esclusione di solai in latero - cemento. Qualora l'orditura portante si appoggi al di sopra della imposta delle volte, è fatto obbligo di staccare il soppalco dalla volta stessa. Per ogni nuova unità di uso recuperata è consentita una dotazione massima di superficie a soppalco di mq. 20 per le unità d'uso la cui superficie, al netto del soppalco, non superi i mq. 60; una dotazione massima di mq.25 sarà consentita per le unità d'uso più grandi previa giustificazione. L'ingombro della scala di accesso al soppalco non entra nel computo della superficie, si tratti di scala di legno/ferro a giorno e senza sottogrado. L'entità minima ed obbligatoria del distacco del soppalco dalla parete su cui si affaccia deve essere pari all'altezza del piano di calpestio del soppalco rispetto al pavimento dell'ambiente preesistente. Il vano risultante sul soppalco deve essere aperto, almeno per un lato di testata, al fine di realizzare buone condizioni di illuminazione e ventilazione nonché di rendere leggibile la continuità della volta. • Realizzazione di finestre da tetto. Al fine di aerare e illuminare un soppalco, o una soffitta praticabile, è consentita la realizzazione di un abbaino da valutare in relazione al contesto ambientale circostante • Utilizzazione a fini abitativi delle soffitte;è consentita purché non sia alterata l'originaria

conformazione ed altezza della falda di copertura, riproponendo nel rifacimento la struttura lignea originaria (travetti e tavolato con manto di embrici), e sia mantenuta l’eventuale loggia aperta.

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• Apertura di nuove porte esterne e finestre; negli interventi che realizzano un nuovo vano attraverso la suddivisione di un primitivo grande ambiente, è consentita l’apertura di una porta esterna o di una finestra, sempre che ciò avvenga nei limiti strettamente necessari alla funzionalità… della nuova destinazione d'uso e senza interrompere le membrature (lesene, cornici, balaustre, bugnati ecc.) dei partiti architettonici delle facciate.

• Innalzamento con intercapedine aerata delle quote di calpestio del piano terra al fine di realizzare adeguata protezione dall’umidità.

• Torrini di vani scala nel caso di realizzazione di nuove scale (anche a chiocciola) smontanti in copertura, il relativo torrino avrà le dimensioni strettamente necessarie a contenere la rampa di scala, forma quadrangolare (con esclusione di quella circolare) e sarà addossato a preesistenti parapetti, corpi, falde emergenti dalla copertura, cui andrà raccordata la falda stessa di copertura del torrino.

• Classe 3) risanamento conservativo di ambienti ipogei • Rientrano in questa classe le seguenti categorie di lavori: • demolizione e ricostruzione di tramezzature interne; inserimento di nuove scale

interne di collegamento con i locali edificati sovrastanti, attraverso tagli della volta tufacea;

• realizzazione di canne di aspirazione forzata, contenute in traccia nelle murature portanti;

• realizzazione di intercapedini di isolamento orizzontali, al fine di garantire alle pareti ed ai pavimenti l’opportuno isolamento del masso tufaceo;

• realizzazione di vani porta di accesso e di intercomunicazione tra ambienti ipogei adiacenti.

Nei lavori relativi a quest'ultima classe vanno in ogni caso rispettati sia le parti preesistenti di continuità con l’ambiente (facciate, coperture, portoni ed infissi), sia gli elementi strutturali di particolare interesse costruttivo, siano essi costruiti (murature e volte) che scavate nel masso tufaceo. Classe 4) ricomposizione tipologica di edifici e spazi urbani Appartengono a questa classe gli interventi delle classi precedenti volti a restituire all'immobile oggetto di recupero, la tipologia originaria, individuata dall’unità minima d'intervento. Gli interventi dovranno restituire ad una lettura unitaria ed integrata, anche nelle destinazioni d'uso, il tipo edilizio originario attraverso:

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• ricomposizione dell’unità giuridica e catastale del "tipo" • aggregazione degli eventuali spazi esterni (corti, spazi urbani) di uso esclusivo • eliminazione di superfetazioni che compromettono la lettura del "tipo". . Sulla configurazione immobiliare della "ricomposizione tipologica" si esprime l'Ufficio Tecnico Comunale sede di esame del progetto. Le domande andranno corredate di tutti gli elaborati grafici e descrittivi di tutte le opere di progetto previsti, e dei nullaosta di rito, ove prescritti. RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA

Gli interventi di riqualificazione urbanistica si attuano attraverso: • ricostruzione e completamento del tessuto urbano di aree degradate libere o rese

libere da crolli o lungo alcune direttrici significative; • riutilizzo degli spazi resi liberi da unità edilizie crollate per funzioni collettive: verde

pubblico o privato, percorsi pedonali e turistici, aree di testimonianza delle stratificazioni storiche ecc.;

• sostituzioni di unità edilizie crollate o irrimediabilmente degradate con altre di nuova edificazione;

• Gli interventi di cui ai punti devono rispettare:

• il rapporto funzionale con lo spazio libero (sistema di accessi e di affaccio),

l’omogeneità tipologica e morfologica col tessuto storico (interasse delle strutture portanti verticali e quote dei piani di calpestio);

• i materiali di finitura della edilizia storica relativamente al paramento murario esterno ed al manto di copertura.

ART. 4

ZONA OMOGENEA “Br”

Questa zona si attua con il rilascio diretto del Permesso di Costruire nel rispetto dei seguenti indici: • -Sub-comparto Br1-Br2-Br3-Br4: maglie quasi completamente edificate coincidenti di massima con le zone Br del P.R.G. adottato e riportanti i requisiti di “Tessuto edificato” ex art. 3 L.r. n. 6/1985, per le quali viene proposta la riconferma della tipizzazione di zona Br del P.R.G. adottato e relative norme di attuazione (concessione singola per interventi di ristrutturazione e/o ampliamenti, soprelevazione, demolizione e ricostruzione, nuova costruzione con indice di fabbricabilità max di mc/mq. 5),per una superficie di copertura pari a quella di sedime gia’ esistente,per una altezza non superiore a mt.7,50, e nel rispetto dei

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caratteri stilistico- architettonici e cromatici nonche’ dei materiali e dei colori fissati nelle norme tecniche di attuazione allegate al presente Piano Particolareggiato Per le costruzioni esistenti sono consentiti ampliamenti e volumi aggiuntivi purchè per l’esistente ed il realizzabile non venga superato l’indice di fabbricabilità fondiario di 5 mc. / mq. Per i fabbricati a piano terra esistenti su viabilità definita, di larghezza inferiore a mt. 7,00, la sopraelevazione è consentita a condizione che si realizzi un arretramento dal fronte della fabbrica tale che la distanza dall’asse stradale della nuova costruzione sia uguale a mt. 4,50. – Rapporto tra l’altezza dell’edificio più alto (H max) e la larghezza dello spazio esterno (D) deve essere: H/D = 1,25 Distacco minimo assoluto dagli edifici delle parti sopraelevate: d min = mt. 9,00; - Distacco minimo dai confini: d min = mt. 4,50 quando non si costruisca in aderenza. – - Altezza, distanze, superficie coperta, lotto, secondo le tavole di piano. – Piani: P.T. + 1° con piano cantinato - H max mt. 7,50. -

ART. 5

ZONA OMOGENEA “C”

Questa zona si attua con il rilascio diretto del Permesso di Costruire nel rispetto dei seguenti indici: • Sub-comparto C1-C2-C3-C4: costituiti dalle restanti aree libere del comparto prive di elementi significativi e pertanto edificabili con i.f.f.=mc/mq. 3, rapp. di cop.=50%, altezza max=mt.7,00, distacco dai confini=mt. 5,00,per le costruzioni isolate e con la possibilita’ di aderenza sul confine laterale ,nei lotti contraddistinti con i numeri 1- 3-4-5-6 e 7del Sub-Comparto C3,senza alterare i parametri edilizi fissati dalla Regione. In ordine alle unita’ edilizie da realizzare sui lotti 1 e 2 del Sub-Comparto C1 e quella da realizzare nel Sb-Comparto C4,le stesse dovranno rispettare l’ubicazione individuata sulla tavola di piano ai fini della tutela delle emergenze ambientali ed architettoniche presenti,riportate nella documentazione fotografica di piano, ribadito nel sopra citato deliberato della Regione Puglia,nonche’ dai consulenti sopra menzionati.

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ART. 6

MATERIALI E MODALITA’ DI INTERVENTO

6.1 Orizzontamenti e strutture voltate:

E' prescritto il mantenimento delle strutture voltate in tufo,mattoncini ecc.); limitati tagli potranno essere eseguiti solo per esigenze funzionali di distribuzione interna o collegamento verticale delle unità d'uso, sempre in direzione parallela alle direttrici delle volte. Gli orizzontamenti (tetti, solai, archi, volte, piattabande) vanno conservati e/o consolidati con procedimenti prevalentemente tradizionali (cuci - scuci), ripristino e rabboccatura dei giunti, ripristino di tensione delle catene o collocazione di nuove tirantature, reintegrazioni parziali di archi e piattabande, cordoli d'irrigidimento ecc.) evitando l'uso ingiustificato e massificato di cuciture armate, iniezioni di miscela cementizie, inserimento di nuove strutture, calotte armate d'irrigidimento ecc. Eventuali orizzontamenti in legno preesistenti vanno conservati con la sostituzione parziale dei soli elementi lignei degradati.

6.2-Manti di copertura

Nelle coperture a tetto è prescritto l'uso del tradizionale embrice di argilla cotta di colorazione giallo - rosaceo. La pendenza delle falde sarà di norma del 35% ammenoché il manto di embrici non sia poggiato direttamente sulla volta o debba rispettare le pendenze preesistenti. Nei sottotetti abitabili il manto di copertura in embrici dovrà essere posto in opera sul tavolato sostenuto da orditura portante lasciata in vista. E' tassativamente vietato ogni altro tipo di copertura (tegole, marsigliesi olandesi, lamiera, materiale plastico ecc.).Le coperture piane o a terrazza potranno essere mantenute e la pavimentazione dovrà essere eseguita in cotto artigianale a tinta giallo-rosaceo, con esclusione di materiale cotto tipo toscano trafilato. E' consentito eseguire, ai bordi delle falde dei tetti, percorsi di ispezione pavimentati con mattoni di argilla dello stesso colore degli embrici. E' fatto obbligo di proteggere i muretti di attico ed i timpani su cui risulta la guaina di impermeabilizzazione con analoghi mattoni di

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argilla . I comignoli devono essere eseguiti con muratura di tufo e coperti con fette di tufo o con embrici. E' vietato installare sulle falde dei tetti cupole in perspex e simili. Eventuali luci potranno essere realizzate per mezzo di finestre da tetto, E' vietato installare sui tetti impianti di qualsiasi tipo: pannelli solari, impianti di condizionamento antenne televisive ecc.

6.3-Finitura delle pareti esterne:

E' obbligatorio, per le pareti esterne, l'impiego del tufo squadrato tradizionale (calcarenite e non vulcanico). Particolari di finitura, quali paraspigoli, soglie, copertine, zoccoli, gradini, ecc., dovranno essere di norma in pietra naturale non lucidata, o in cotto artigianale. La protezione delle pareti esterne in tufo sarà esclusivamente realizzata con la tradizionale tecnica della imbiancatura e della tinteggiatura a calce come meglio indicato ai successivi punti. E' vietata l'asportazione delle patine della superficie esterna del tufo mediante raschietti chiodati o a denti di sega. E' consentita solo la spazzolatura (con spazzole in crine o metalliche) per l'asportazione dei residui di pittura o della vegetazione (muschi) preesistenti, la rabboccatura dei giunti sarà a raso, senza stilatura in profondità. Sono vietati gli intonaci. Il consolidamento delle murature con l'uso di chiodature ed iniezioni di cemento o resine deve essere fatto solo in casi di effettiva e dimostrata necessità di consolidamento strutturale senza lasciare traccia all'esterno.

6.5 Grondaie e pluviali:

Sono vietate grondaie in materiale plastico a vista che potranno essere realizzati in rame. E' comunque vietato interrompere con la traccia dei pluviali la continuità di zoccoli, basamenti, o altri elementi architettonici a rilievo delle facciate.

6.6-Tinteggiatura e protezione delle pareti: Le facciate esterne devono essere tinteggiate con la tradizionale tecnica dell'imbiancatura formata da latte di calce, terre colorate ed idonei fissativi. E' tassativamente vietato l'uso di pitture sintetiche impermeabili al quarzo. Al latte di calce potranno essere aggiunte resine acriliche o siliconiche in piccola quantità allo scopo di migliorarne l'ancoraggio alla muratura, con l'esclusione delle resine viniliche.

6.7-Tinteggiatura delle facciate:

Fino a quando non sarà definito uno specifico Piano del Colore dovranno essere scelte fra le seguenti tinte: • Bianco: calce naturale eventualmente corretto, soprattutto nelle grandi superfici, con

l'aggiunta di terre colorate.

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• Altri colori: possono essere usate, sulla base di appositi studi, in minore quantità tinte dei

• seguenti colori in gradazioni chiare: • giallo ocra chiaro beige • terra di Siena • terra di Siena bruciata L'uso del colore sulle facciate deve essere tale da restituire l'articolazione delle unità edilizie costituenti i singoli organismi. Per le architetture di matrice popolare (lamioni isolati o aggregati) si preferirà l'impiego del bianco; per le altre tipologie più articolate si utilizzeranno gli altri colori, desumendone tonalità ed accostamenti anche dalle tracce delle tinteggiature preesistenti, delle quali comunque è obbligatorio preventivamente eseguire un’indagine stratigrafica. Le differenti colorazioni vanno preferibilmente ottenute attraverso variazioni di toni, anziché attraverso contrasti di tinte. Le modalità di tinteggiatura andranno comunque preventivamente concordate con l'Ufficio Tecnico comunale

6.8-Sostituzione degli elementi architettonici

Gli elementi costruttivi e decorativi, quali cornicioni, capitelli, mensole, lesene, ghiere, balaustre, cornici, bugnati, che siano deteriorati in maniera irrecuperabile devono essere sostituiti impiegando gli stessi materiali di origine (tufo, mazaro, pietra calcarea ecc.) e, per quanto possibile, le stesse tecniche di lavorazione tradizionale. E' vietata ogni contraffazione di tali elementi con materiali diversi da quelli originari.

6.9-Infissi

Gli infissi esterni ed interni dovranno essere realizzati in legno, secondo le lavorazioni tradizionali. Sono ammesse le persiane di legno alla romana, mentre vi è il divieto assoluto di ogni altro tipo di chiusura come avvolgibili, veneziane ecc.; le ante - vetrate potranno essere dotate di sportelli interni (scuri). Sono ammesse le ringhiere per i parapetti dei balconi e delle finestre o in alternativa la pietra naturale non lucidata (tufo, mazaro, ecc.). Al piano terra sono vietate le saracinesche di ferro di qualsiasi tipo. Sia le persiane alla romana che i portoni apribili verso l'esterno, saranno tinteggiate in colore verde scuro o verde oliva o marrone. Infissi esterni, finestre e porta vetrina dovranno essere dipinte di smalto bianco o beige o grigio. Le parti di ferro, quali ringhiere dei balconi, inferriate ecc. saranno dipinte in grigio piombo, marrone o bianco panna.

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6.10-Gli impianti

Sulle pareti esterne è vietata la sistemazione di tubi di scarico, canne di ventilazione, tubi di adduzione, cavi elettrici o telefonici e simili. Per questi condotti dovranno essere realizzati appositi incassi, eseguiti con la tecnica del cuci e scuci, salvaguardando comunque il particolare trattamento del paramento murario (presenza di bugnati, marcapiani ecc.). Sono vietate canalizzazioni per prese d'aria di condizionatori e antenne esterne.

6.11-Pavimentazioni e finiture degli spazi esterni

Strade carrabili e piazze: è prescritto il basolato tradizionale realizzato con grossi elementi di pietra calcarea lavorati su una sola faccia (chianche) disposte a spina. Percorsi pubblici pedonali (vie, vichi, rampe e cordonate) e recinti: è ammesso oltre che il basolato suddetto anche l'acciottolato tradizionale realizzato con frammenti di pietra calcarea. Anche i cordoni dei gradoni delle cordonate devono essere di frammenti calcarei purché lavorati sulle due facce in vista e di forma allungata. I marciapiedi saranno pavimentati con chiancarelle ed il cordone di bordo dovrà essere di massello di pietra calcarea, di misura normalizzata, con pezzi speciali per le curve e le caditoie. I gradini delle scale esterne sia pubbliche che private devono essere realizzate in massello di pietra squadrata e lavorata su due facce. Le corti, i cortili, le terrazze, i ballatoi e, in genere gli spazi liberi annessi agli edifici, oltre ai materiali suddetti potranno avere pavimentazioni e finiture di mattoni artigianali di argilla. Cigli di aiuole, muri di cinta, parapetti e relative copertine e soglie di spazi sia pubblici che privati potranno essere di tufo, di pietra calcarea squadrata, e di cotto artigianale. Nei lavori di manutenzione e/o rifacimento di qualsivoglia tipo di pavimentazione, è fatto obbligo di reimpiegare la maggior parte del materiale preesistente, accuratamente ripulito e accatastato, in maniera tale di limitare l'apporto di nuovo materiale ad una percentuale non superiore al 20%.

6.12Illuminazione

L'illuminazione viaria esterna, sia pubblica che privata, dei cortili e dei passaggi deve essere esclusivamente realizzate con lampade a scarica, gli apparecchi diffusori saranno sporgenti a mensola dai muri dei manufatti, con divieto assoluto di fili volanti. I cavi di allaccio devono essere in traccia nelle murature, eseguite con la tecnica del cuci e scuci. Soluzioni differenti per l'illuminazione devono essere stabilite in loco, quando riguardino casi particolari di complessi monumentali o ambientali.

6.13-Insegne esercizi commerciali

Le insegne di negozi, botteghe, e simili vanno realizzate all'interno dei vani porta e finestra.

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Targhe ed indicazioni di attività professionali vanno applicati ai portoni di ingresso ognuna non potrà superare le dimensioni di cm. 24x16, con esclusione dell'alluminio e materiali sintetici. Non sono ammesse insegne luminose esterne. In ogni caso l'installazione delle insegne dovrà essere autorizzata dal Comune.

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ARREDO URBANO

ART. 7 7.1- Ambito di applicazione e contenuto del Regolamento

Le norme del presente Regolamento si applicano in tutto il comparto 8 e riguardano specificatamente la disciplina per le installazioni di: • insegne, • targhe e pannelli d'esercizio, • cartelli e altri mezzi pubblicitari, • tende solari, • pedane, • fioriere e arredo urbano più in generale, che siano visibili lungo i percorsi, i vicinati, le vie e le piazze pubbliche. Le suddette installazioni sono altresì soggette al rispetto del Nuovo Codice della Strada e suo regolamento di esecuzione e alla disciplina in materia di suolo pubblico, intendendo per suolo pubblico quello appartenente al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune o in concessione e quelli di proprietà privata soggetti a servitù di pubblico passaggio.

7.2- Insegne di esercizio Per insegne o pannelli d'esercizio si intendono le scritte, tabelle e simili a carattere permanente, esposti esclusivamente nella sede e nelle pertinenze di un esercizio o attività di servizio, commercio, artigianale, d'arte o professionale;

• che contengano il nome dell'esercente o la ragione sociale della ditta, la qualità dell'esercizio o la sua attività permanente, l'indicazione generica delle merci vendute o fabbricate o dei servizi che vengono prestati;

• le caratteristiche di tali mezzi pubblicitari devono essere tali da adempiere alla loro funzione, esclusiva o principale, che è l'identificazione immediata dell'attività.

• Non sono consentite insegne luminose, lampeggianti ad intermittenza, l'uso di alluminio

• anodizzato o qualunque altro materiale in contrasto con la tradizione dei luoghi. • Le insegne devono essere collocate: • all'interno del perimetro delle aperture dei relativi esercizi, sulla via o spazio

pubblico o ad uso pubblico di affaccio senza aggetti o sporgenze sul piano della facciata degli edifici in cui sono alloggiati;

• immediatamente al di sopra dell'infisso, con dimensione massima pari a quella dell'infisso stesso e con sporgenze minima.

7.3-targhe - toponomastica - numeri civici

Le targhe devono essere collocate sui portoni di ingresso preferibilmente sul lato interno,

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quando questo non è possibile le si può collocare di fianco all'ingresso; e in ogni caso, non debbono sporgere dal piano della facciata dell'edificio, inoltre non possono essere collocate su aperture, sopraluce, inferriate, cancelli, griglie ecc. Le targhe, così come le insegne, non debbono nascondere o sovrapporsi a partiture murarie, elementi di arredo urbano, particolari architettonici che costituiscono segni o tracce emergenti della storia e delle vicende dell'edificio di cui fanno parte. Le dimensioni delle targhe non possono superare le misure di cm 24 in orizzontale e cm 16 in verticale di norma debbono essere realizzate con incisione su metallo o dipinte su vetro o cotto ceramicato, evitando sempre l'uso di colori di marcato contrasto cromatico. Per le abitazioni, fatto salvo quanto stabilito nei precedenti commi, l'istallazione di piccole targhe di identificazione, campanelli e citofoni, deve essere realizzata evitando forti contrasti con il contesto, come da scheda tecnica allegata. E' compito esclusivo dell'Amministrazione Comunale l'installazione di targhe per la toponomastica; i cittadini proprietari o concessionari di immobili pubblici hanno l'obbligo di rinnovare i propri numerici civici che dovranno essere realizzati secondo tradizione (materiale, colore, forma, dimensione) come da scheda tecnica allegata.

7.4-Corpi illuminanti

E' consentita solo l'illuminazione indiretta nelle ore stabilite per la pubblica illuminazione; gli apparecchi sorgenti di luce debbono essere occultati alla vista, si può installare sul fianco o sull'imposta dell'entrata un organo illuminante di tipo tradizionale o lampadina a resistenza

7.5-Cartelli pubblicitari

Nelle aree del Comparto 8,sottoposte a regime di tutela e segnatamente nei sub-Comparti A1-A2-A3 l'installazione di cartelli pubblicitari è vietata. Per cartelli pubblicitari si intendono tutti quei mezzi collocati su pali o su supporti autonomi di qualsiasi tipo, che tendono ad attirare l'attenzione su determinati prodotti, servizi od attività di qualsiasi natura, che vengano esposti in luogo diverso da quello di esercizio di una qualsivoglia attività.

7.6-Tende solari

Nelle aree del Comparto 8,sottoposte a regime di tutela e segnatamente nei sub-Comparti A1-A2-A3 è vietata l'installazione di tende solari. Per tendoni o tende solari si intendono solo quelli organi comunque realizzati (a cappotta, a caduta, agettanti, ecc.), in tessuto o in altri materiali similari (PVC, acetati, ecc.), posti in corrispondenza degli accessi a botteghe, negozi e mostre, nonché negli archi di portico prospicienti i luoghi di attività medesimi. E' consentita la realizzazione di pergolati con essenze vegetali di tipo tradizionale.

7.7-Altri mezzi pubblicitari

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Per altri mezzi pubblicitari si intendono le indicazioni di ubicazione, le scritte o loghi o riferimenti di ogni tipo, esposti in luogo diverso da quello ove ha sede l'attività di qualsiasi natura essa sia. Le indicazioni di ubicazione saranno finalizzate alla indicazione del percorso da compiere per il raggiungimento della sede dove si esercita una determinata attività; saranno installate in modo da facilitarne il reperimento, ma situate solo agli accessi delle aree del comparto 8 ,e sempre individuando il percorso più breve. Le indicazioni dovranno rispettare i disposti del Nuovo Codice della strada e del regolamento di esecuzione. Potranno essere istallate solo indicazioni di ubicazione considerate di interesse pubblico.

7.8-Limitazioni generali 1. Le insegne di esercizio e gli altri mezzi pubblicitari non paralleli al senso di marcia e non aderenti ad un fabbricato devono distare non meno di due metri dal limite della carreggiata. 2. Le locandine pubblicitarie possono essere collocate esclusivamente all'interno dei negozi e dei pubblici esercizi ancorché visibili dall'esterno. 3. L'utilizzo di luce intermittente è ammesso soltanto per i mezzi identificativi delle farmacie, recanti il simbolo a croce verde; la collocazione dei mezzi suddetti dovrà essere tale da escludere ogni possibile disturbo alla circolazione veicolare. 4. E' vietato l'utilizzo di insegne ed altri mezzi pubblicitari a messaggio variabile, luminosi e non, salvo le comunicazioni di servizio all'interno delle vetrine. 5. Non è ammesso l'utilizzo pubblicitario delle transenne parapedonali.

7.9-Installazioni Temporanee - Pedane - tavolini -ombrelloni - fioriere

Le richieste di installazioni temporanee su superfici esterne è soggetta a disciplina in materia di suolo pubblico, intendendo per suolo pubblico quello appartenente al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune o in concessione e quelli di proprietà privata soggetti a servitù di pubblico passaggio. La concessione o l'autorizzazione all'uso di spazi liberi all'interno del comparto 8 dovrà conformarsi alle prescrizioni del Nuovo Codice della Strada e suo regolamento di esecuzione, non interferire con la viabilità veicolare, con i flussi pedonali, con l'accesso ad altri immobili e seguire i seguenti criteri generali: 1. Di norma l'istallazione di tavolini, sedie ed ombrelloni è consentita sulla pavimentazione esistente; su richiesta motivata è possibile autorizzare l’installazione di pedane in legno mordenzato marrone; 2. La superficie attrezzata esterna all'esercizio non potrà superare i 40 mq con altezza massima di 30cm ; 3. Di norma è vietata l'istallazione di pedane o attrezzature di cui al punto 1 su superfici non confinanti con l'attività commerciale o in contrasto con il codice della strada e suo regolamento di esecuzione; 4. L'area attrezzata, se richiesto, può essere delimitata con contenitori in cotto, o in tufo

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del tipo tradizionale (pile) o con fioriere in legno mordenzato, che conterranno le essenze vegetali di stagione evitando l'effetto siepe. Gli elementi di arredo, tavolini, sedie ed ombrelloni, dovranno essere di qualità estetica in sintonia con l'aspetto cromatico degli edifici; potranno essere usati solo ombrelloni in legnocon coperture in tessuto in tinta unita di colore chiaro senza scritte. La concessione o l'autorizzazione potrà essere revocata in qualunque momento, senza oneriper l'Amministrazione, per motivi di traffico, igiene pubblica, ordine pubblico, inquinamentoacustico, mancato pagamento delle tasse e dei tributi dovuti. Sono fatti salvi i diritti di terzi. In attesa dell'approvazione del regolamento sull'inquinamento acustico per la disciplina di emissioni di fonti sonore in ambito urbano, e vietata l'installazione di fonti musicali esterne. Eventuali diffusioni di sottofondi musicali, sebbene soggette al regime S.I.A.E., non dovranno recare disturbo alla quiete pubblica e protrarsi oltre la mezzanotte.

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TIPOLOGIA EDILIZIA:

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EQUARIPARTIZIONE:

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