Non sono due signore...becka non ci sono quasi mai, infatti, criminali tutti di un pezzo, ma crisi...

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C I A Non sono due signore Annika e Rebecka alla sfida del giallo (di Svezia). Personagge scomode e scorrette, dotate di una forza femminile fuori dagli schemi, ferite a morte e perciò capaci di indagare la morte e le ferite M i piace pensare che po- tessero incontrarsi, in una vacanza estiva nell'arcipelago di Stoc- colma. Rebecka e An- nika, le mie preferite del GialloSvezia, nutrito e arricchito ogni stagione dalla benemerita Marsilio. Difficile. Rebecka è single, ostile ai rapporti, specie se non consolidati da una lunga, antica fre- quentazione, tendente alla vita ritirata e solitària. Sicuramente andrà in vacanza in qualche impervia località, scaricando, nel camminare o nella pratica di uno sport estremo, l'ansia che ha in corpo e che solo la natura riesce a placare. An- nika pure non è molto socievole, anzi. Ma ha due figli e un compagno, e non potrà far altro che una vacanza familiare, DI NADIA TARANTINI possibilmente in una località fornita di comode opportunità per i bambini. E neppure le loro meravigliose creatrici - Liza Marklund per Annika, Asa Larsson per Rebecka - ce le vedo, a condividere lo stesso stile di vita. Liza ha lunghi capelli biondi e lisci, è molto ordinata nell'a- spetto e nella costruzione della sua esi- stenza, che spartisce fra Svezia e Andalu- sia. Ha tre figli ed è editore e giornalista. Asa è magra come un chiodo e ha i capelli spettinati, inoltre non si trovano su inter- net notizie sulla sua vita, sembra assomi- gliare, nella discrezione, alla sua prota- gonista. Ma qualcosa deve legarle - aldilà delle apparenze. Perché le loro personagge, Annika e Rebecka, sono entrambe sco- mode e scorrette, dotate di una forza fem- minile fuori dagli schemi. Ferite a morte e perciò capaci di indagare la morte e le ferite. ANNIKA Giornalista in un quotidiano popolare, una dropout inserita, sempre sul punto di smarginare (di oltrepassare il margine). Debutta sulla scena dei romanzi di cui è protagonista con un assassinio dagli aspetti surreali. Spranga con un tubo di ferro il compagno Sven, che le ha appena sven- trato davanti agli occhi il suo gattino Wi- skas, e lo fa precipitare dentro un altoforno. Però irrompe col viso affogato di lacrime in una bella villa a Vaxholm, isola di be- nestanti, e si porta via Thomas (sposato) che con un unico rapporto sessuale l'ha messa incinta. Lo sottrae a una vita perfetta e lo porta a vivere in una casa senza acqua calda né riscaldamento. Sopravvive alla convivenza forzata con un serial killer nei sotterranei di uno stadio. È emotiva, violenta e audace al limite dell'incoscienza (salta da un alto terrazzo con due figli bambini quando le incendiano la casa). Gliene capitano più che a James Bond, ìztt Markluiul che la vogliano uccidere o farla fuori al giornale, ma lei non ha le risorse tecno- logiche della spia di Sua Maestà, né ca- pacità diplomatiche, anzi quando è at- taccata va fuori di testa e - apparentemente - non ne azzecca una. Eppure vince sem- pre le sue battaglie. Fa ricorso ad un nucleo duro e forte, una necessità di farcela che va oltre i suoi peggiori attacchi di autolesionismo. Non dimentica mai che non è stata amata da sua madre, di avercela dovuta fare da sola sin da piccolissima. Ed è tenera: le basta una goccia di pioggia tiepida nel colletto della giacca a vento per ritrovarsi nelle narici l'odore della pelle del figlio Kalle o della bimba Helen; per rimettersi in cam- mino. È vitale. E questo è tutto. I fatti della vita di Annika si rincorrono La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 30/07/2015 Pag. 36 N.112 - luglio 2015 Leggendaria

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C I A

Non sono due signoreAnnika e Rebecka alla sfida del giallo (di Svezia). Personaggescomode e scorrette, dotate di una forza femminile fuori dagli

schemi, ferite a morte e perciò capaci di indagare la morte e le ferite

Mi piace pensare che po-tessero incontrarsi, inuna vacanza estivanell'arcipelago di Stoc-colma. Rebecka e An-

nika, le mie preferite del GialloSvezia,nutrito e arricchito ogni stagione dallabenemerita Marsilio. Difficile. Rebecka èsingle, ostile ai rapporti, specie se nonconsolidati da una lunga, antica fre-quentazione, tendente alla vita ritirata esolitària. Sicuramente andrà in vacanzain qualche impervia località, scaricando,nel camminare o nella pratica di unosport estremo, l'ansia che ha in corpo eche solo la natura riesce a placare. An-nika pure non è molto socievole, anzi.Ma ha due figli e un compagno, e nonpotrà far altro che una vacanza familiare,

DI NADIA TARANTINI

possibilmente in una località fornita dicomode opportunità per i bambini. Eneppure le loro meravigliose creatrici -Liza Marklund per Annika, Asa Larssonper Rebecka - ce le vedo, a condividere lostesso stile di vita. Liza ha lunghi capellibiondi e lisci, è molto ordinata nell'a-spetto e nella costruzione della sua esi-stenza, che spartisce fra Svezia e Andalu-sia. Ha tre figli ed è editore e giornalista.Asa è magra come un chiodo e ha i capellispettinati, inoltre non si trovano su inter-net notizie sulla sua vita, sembra assomi-gliare, nella discrezione, alla sua prota-gonista.

Ma qualcosa deve legarle - aldilà delleapparenze. Perché le loro personagge,Annika e Rebecka, sono entrambe sco-mode e scorrette, dotate di una forza fem-minile fuori dagli schemi. Ferite a mortee perciò capaci di indagare la morte e leferite.

ANNIKAGiornalista in un quotidiano popolare,una dropout inserita, sempre sul puntodi smarginare (di oltrepassare il margine).Debutta sulla scena dei romanzi di cui èprotagonista con un assassinio dagli aspettisurreali. Spranga con un tubo di ferro ilcompagno Sven, che le ha appena sven-trato davanti agli occhi il suo gattino Wi-skas, e lo fa precipitare dentro un altoforno.Però irrompe col viso affogato di lacrimein una bella villa a Vaxholm, isola di be-nestanti, e si porta via Thomas (sposato)che con un unico rapporto sessuale l'hamessa incinta. Lo sottrae a una vita perfettae lo porta a vivere in una casa senza acquacalda né riscaldamento. Sopravvive allaconvivenza forzata con un serial killernei sotterranei di uno stadio. È emotiva,violenta e audace al limite dell'incoscienza(salta da un alto terrazzo con due figlibambini quando le incendiano la casa).Gliene capitano più che a James Bond,

ìztt Markluiul

che la vogliano uccidere o farla fuori algiornale, ma lei non ha le risorse tecno-logiche della spia di Sua Maestà, né ca-pacità diplomatiche, anzi quando è at-taccata va fuori di testa e - apparentemente- non ne azzecca una. Eppure vince sem-pre le sue battaglie.

Fa ricorso ad un nucleo duro e forte,una necessità di farcela che va oltre i suoipeggiori attacchi di autolesionismo. Nondimentica mai che non è stata amata dasua madre, di avercela dovuta fare da solasin da piccolissima. Ed è tenera: le bastauna goccia di pioggia tiepida nel collettodella giacca a vento per ritrovarsi nellenarici l'odore della pelle del figlio Kalle odella bimba Helen; per rimettersi in cam-mino. È vitale. E questo è tutto.

I fatti della vita di Annika si rincorrono

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

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T H R I L L E R

nei dieci romanzi (tutti tradotti da LauraCangemi) di cui è protagonista, seguendosvolte e ritorni indietro, che contribuisconoalla suspence della storia e alle emozionitrasmesse dalla personaggia. La sua vi-cenda non viene raccontata in ordinecronologico nei primi quattro romanzi.Ciò consente a liza Marklund di mescolarea piacimento i dati anagrafici di Annikaalle necessità di ogni singola storia. Si av-vale di quella qualità dei cervelli femminiliche ci permette di tenere sotto controllopiù cose contemporaneamente - di esseremultitasking anche rispetto alla memoria,al presente, al progettare il futuro.

Ma Annika è soprattutto scorretta, cosìscorretta che seduce il capo di suo maritomentre lui è sequestrato in Africa, nelproprio soggiorno, nei giorni duri del se-questro e dopo aver saputo che aThomashanno mozzato la mano sinistra. Non lofa in stato di incoscienza, e non se nepentirà. È semplicemente stufa della re-lazione ormai "acqua e sapone" conTho-mas e di tutti i conflitti, tradimenti e delsottile disprezzo che Thomas e la sua fa-miglia (in particolare, la madre) hannoper ciò che Annika rappresenta. «Se c'erauna cosa di cui era sicura era proprioquella», dice. Il suo leggendario istinto disopravvivenza le fa capire che non ce lapotrà fare, senza vivere un momento belloe luminoso, e quando viene fra le bracciadi Jimmy Halenius: «[...] nella sua testaesplose una canzone e il buio si dissolsee sparì».

Marklund muove la sua Annika, pedinasulla scacchiera - è solo una pedina, ineffetti, in una redazione affollata, in unacittà che conosce a malapena, è una pro-vinciale! - come fosse il cavallo, avanti eindietro, ai lati. Te la ritrovi dove meno tela immagini, ma come una regina traversain diagonale tutta la tavola, a piccoli passidomina la scena. Di Annika Bengtzonpercepisci il movimento sghembo del ca-vallo, non prevedibile rispetto al ruoloche svolge, la regina nella storia. La piùabile cronista di Svezia, capace di darepunti a tutti, eppure smarrita per ognipiccola offesa, ferita di ogni disattenzione.

Insicura, timida, poi d'improvviso de-cisa, rompe ogni stereotipo: sgrida e sfidail potente commissario Q, tratta alla paricon il direttore, non concede sconti allasuocera né al collega da cui può dipendereun'importante informazione. Non è dolce(ma è tenera), non è ambiziosa (ma tenacenel difendere la sua dignità di cronista),è piena di paure (e audacissima).

In Happy Nation, l'ultimo romanzo,Annika ci stupisce con un nuovo scartonarrativo, di cui non sappiamo immagi-nare i seguiti. È un giallo alla Mankell pertematica e precisione narrativa, un puntodi approdo per la protagonista, uscita da

un matrimonio invalidante, pronta a pren-dersi la sua fettina di felicità, vicino a unuomo non più egoista, narcisista invidiosocome il vecchio Thomas, che ora le fa idispetti su Internet sotto falso nome.Aspettiamoci delle sorprese: perché se lagloriosa nazione svedese affonda sottoscandali pubblici e private crudeltà, inlei cresce il bisogno di spazi privati, protetti.Fino al punto da pensare di poter lasciarela redazione...

REBECKA«Ti sentivi sprofondare sempre più? Haitoccato il fondo?»«Non ricordo [...] In seguito mi sono dettache se si ripensa a un'occasione in cui siè stati molto tristi, la sensazione di tristezzaritorna. E se si pensa a una volta in cui siè stati molto felici, si prova la stessa felicità.Ma ripensando a una situazione di ango-scia [...] è come se il cervello dicesse stop,si rifiuta di tornare a quel punto. Ci sipuò solo ricordare che era così. Non sipuò risentire quello che si è provato».

L'angoscia di un capanno fra il ghiaccioe la neve, custode di due bambine, ag-gredita e accoltellata, costretta ad uccideretre persone. L'ombra che peserà su ognialtro suo momento, fragilità da tenere abada mentre indaga, mentre lavora, men-tre vive. E, soprattutto, quando ama. Re-becka Martinsson, avvocato fiscalista diuno dei più importanti studi legali diStoccolma, debutta sulla scena del giallosvedese con la storia di un omicidio "ri-tuale", violento al limite del sopportabile{Tempesta solare, tradotto, come tutti ititoli di Larsson, da Katia De Marco). Cisi trova coinvolta pur non volendo e cosìriallaccia due parti della sua vita: il presentenella piovosa e concitata capitale svedese,nello studio dove lavora diciotto, ventiore al giorno; il passato nella città piùsettentrionale della Svezia, la natìa Kiruna,avvolta in un sudario bianco e buio, solcatanel cielo da un serpente colorato: «L'auroraboreale si snoda come un drago nellanotte. Stelle e pianeti devono cedere ilpasso al grande miracolo di luce che avan-za senza fretta nella volta stellata». Com-menterà quella terribile esperienza nelquarto suo romanzo, Finché sarà passatala tua ira, meccanismo perfetto in cuiporta a eccellenza tutte le premesse delprimo.

Il maestro anche qui è HenningMankell, ma Asa Larsson per bocca diRebecka fa parlare i morti, ed èdonna/femmina, quanto il commissarioWallander di Mankell è uomo/maschio.Condividono l'inquietudine particolareche nasce da notti più lunghe di un interogiorno, giornate di sole che non tramontamai? Il senso del vivere in Scandinavia, acontatto col confine dove il mondo, il

tempo, la luce e il buio originano e fini-scono. Ma il commissario Wallander è delSud, la Scania dove può esseretiepido quando nel Nòrrlandsta nevicando di brutto; le sueazioni sono nette, i suoi ripen-samenti immediati. RebeckaMartinsson invece sembra avolte lenta nei movimenti ri-flessivi, non pare avere fretta.È imbevuta dello sciamanesi-mo Sumi del Circolo PolareArtico, parla con le piante econ gli animali; quel buio equel confine li ha sentiti collatte, è assuefatta alle situazioniestreme, non solo climatiche:non le subisce, non cerca unarazionalità nel crimine comenelle buone azioni; le accettanella normale imprevedibilitàumana e della vita.

«Un viso che preme controil ghiaccio e mi guarda. Manon capisco cosa vedo. La miacoscienza si ritira come un'on-da di marea». In Finché saràpassata la tua ira, la voce nar-rante è Wilma, morta orribil-mente sotto uno strato dighiaccio, qui colta mentre, pri-ma di perdersi, intrawede ilsuo assassino. La morta Wilmasegue ogni passo dell'indaginesul suo omicidio e in qualchemodo "interviene". Wilma os-serva con particolare cura lacrisi di coscienza del suo as-sassino. Nelle indagini di Re-becka non ci sono quasi mai,infatti, criminali tutti di unpezzo, ma crisi di coscienza eripensamenti, così come ac-cadrà a lei nella sua azione delgiudice che diverrà, perenne-mente in bilico fra le rigidezzedella legge che deve applicaree i disordini della propria vita.

Condivide con Annika unsenso spaesato della vita -ma più di lei fa i conti conuna fragilità inconfessabile,pozzo oscuro dal quale traeforza, cocciutaggine e capa-cità di tenere a bada ognirischiosa tentazione. E cisono in lei, come nei com-portamenti di Annika, scor-rettezze e comportamentibruschi. Pare quasi che Liza(Marklund) e Àsa (Larsson),così ben inserite nella societàsvedese - avvocata una, edi-tore e giornalista l'altra - civogliano consegnare le loroombre. •

ASA LARSSON

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Molto pepe e poco thrillernel debutto di Katharina

D ebutto, a maggio 2015, per la cuoca investigatriceKatharina, coadiuvata dall'ostetrica Adela, con cuidivide un appartamento a Colonia. Condito di tante

ricette di antipasti e dolcetti, quelli che lei confeziona nella"brigata di cucina" dello chef stellato del Bue d'oro. È rosso-ramata di capelli e ha forme abbondanti, ama appassionata-mente il suo lavoro e aspetta il ritorno da Bombay del suo fi-danzato e collega Ecki, che le promette e non le promette diaprire, un giorno, un ristorante insieme. Inno al cibo, allacittà di Colonia (fa venire una gran voglia di andarci), all'indi-pendenza delle donne - e, diciamo così, all'inadeguatezzadegli elementi maschili - Delitto al pepe rosa di Brigitte Glaserè anche il debutto della collana (cartacea) di Emons Italia,assai conosciuta per i suoi audiolibri. Insieme ad altri duetitoli, Delitto al pepe rosa inaugura la collana di Gialli Tedeschi(vi ricorda qualcosa?). È un thriller pacioso, poco sanguinarioe per niente orrorifìco. Alla scarsa tensione supplisce l'ironia• • H e la personalità (paciosa ma determinata) dellaBRIGITTE protagonista, che incuriosisce e si fa voler bene

GLASER dalle prime righe e ti porta ugualmente a leggere

DELITTO AL senza smettere, come si trattasse di un delittuosoPEPE ROSA pathos. D'altronde, il luogo della maggior parte

TRAD DI delle azioni - e degli omicidi, che sono tre - è laANTONELLA cucina del grande chef stellato, con qualche piccola

SALZANO incursione nella sala ristorante e nel suo ufficio. EEMONS dunque la preparazione dei cibi, i profumi e i

AUDIOLIBRI colori che Glaser ci restituisce ad ogni pagina,ROMA 2015 placano l'ansia da delitto e portano anzi a pensare258 PAGINE al relax. Poco rilassate, tuttavia, sono le giornate12,50 EURO di Katharina, in corsa fra casa e lavoro, fra i letti di• • • • due uomini, fra il desiderio di una vita del tuttoindipendente e il richiamo della propria famiglia (di ristoratori,guarda caso!), che la vuole a casa, nel Baden Baden. N.T.

ntuiìt

Silvana (detta Vani) ha quella tipica dote femminile che ti procura ipeggiori guai. Un intuito feroce, capace di farle scrutare nella men-te di chiunque, in qualsiasi momento, anche i meno opportuni. E

senza sconti per nessuno. Primi fidanzati, madri e padri, sorelle, personeda cui dipende la tua vita e il tuo stipendio. In più Silvana (Sarca) ha unaparola veloce e puntigliosa, portata alla battuta breve e graffiante, che diquell'intuito fa un'arma letale. E un bell'intuito deve aver avuto AliceBasso, a partorire Silvana Sarca (detta Vani), col suo passato dark anniSettanta, che ancora le resiste dentro e fuori, maschera e difesa per uncuoricino che, chissà?, potrebbe essere il più tenero del mondo. Già inquesto primo libro vediamo che la nostra potrebbe trasformarsi e riser-varci molte sorprese, anzi - si potrebbe dire - non aspetta altro. In sinto-nia con Morgana, l'adolescente che si prende in cura, specchio di ciò chelei è stata in passato. Rito di passaggio a due, in cui entrambe guadagne-ranno qualcosa. Nel frattempo, Vani esercita la sua ferocia investigativasui clienti che le procura la casa editrice L'Erica, di cui è preziosissima (e,ovviamente, sottopagata) editor, ma che dico?, in parola chiara è ghost-writer, fantasma di scrittrice senza nome il cui unico potere risiede nellapossibilità di ricattare, in qualsiasi momento, lo scrittore pubblico e tra-sparente cui ha prestato la sua arte. Alla sua speciale qualità, di entrarenella mente e nei propositi di qualsiasi aspirante firma di best seller, diriuscire a copiarne lo stile sin da quando è ancora in nuce e quasi incon-scio nella mente del futuro autore, Silvana/Vani unisce una tecnica col-laudata (e continuamente adeguata al cliente di turno). Intuito, sì, maanche accumulo di indizi, indagine di comportamenti gesti e tic, inqua-dramento nella vasta galleria, che ormai possiede, di tipi umani e diffe-

^ • M renti scritture. Oltre ad un formidabile uso di tutte le ri-ALICE BASSO sorse del web. Un solido metodo investigativo, che la

L'IMPREVEDIBILE trasformerà da semplice ghostwriter a collaboratrice diPIANO DELLA uno "sbirro pazzesco", che unisce, al ricalco di tutte le

SCRITTRICE doti dei detective più famosi, un quid ancora da ap-SENZA NOME profondire. La letteratura è l'altra personaggia de L'im-

GARZANTI prevedibile piano della scrittrice senza nome, sciorinataMILANO 2015 dalla penna veloce di Alice Basso come se ci avesse

271 PAGINE mangiato e dormito insieme tutta la vita. E tracce,14,90 EURO spunti, accenni: l'autrice delinea un percorso in pro-

E-BOOK EURO 9,99 gress, non ha intenzione di mollare Vani, anzi sta già^ ^ ^ H scrivendo il seguito della storia. N.T.

irìlogut di

Svedesi in tv FVopo il successo planetario dei film e delle serie TV tratti dalla trilogia di Millennium di Stieg Larsson, si sono| consolidate sui mercati europei e internazionali le serie svedesi tratte da giallisti e gialliste. Infatti, oltre allaserie tratta dai romanzi di Henning Mankell prodotta per tre stagioni dalla BBC (dal 2008, nove episodi da

90 minuti) in cui il commissario Kurt Wallander è interpretato dal grande attore britannico Kenneth Branagh, nel periodo 2005-2013 la tv svedese haprodotto un totale di 32 episodi sul commissario della polizia di Ystad (interpretato da Krister Henriksson) su testi originali di Mankell. Più cupo etormentato il Wallander di Branagh, con qualche vena di humour quello di Henriksson anche se entrambi conservano i tratti che Mankell ha dato alsuo personaggio: una irrimediabile solitudine esistenziale che si specchia nei mali di una società solo apparentemente efficiente e giusta verso ipoveri, i devianti, gli immigrati. Più recentemente, dal 2011, è andata in onda la serie "Crime reporter" (in Italia su laEffe) che ha come protagonistala Annika Bengtzon di Liza Marklund: cinque episodi di 90 minuti per la regia di Agneta Fagerstrom-Olsson in cui la giornalista ha il volto giovane ebello senza artifici di Malin Crépin, attrice soprattutto di teatro. E ancora (sempre in onda su laEffe) "Omicidi tra i fiordi. I gialli di Camilla Lackberg",la serie che racconta le avventure della coppia Erica Falck, scrittrice, e di suo marito Patrick Hedstròm, ispettore della polizia, ambientati in unafiabesca località turistica della costa atlantica della Svezia, Fjallbacka, e le sue isole. S. Be.

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