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Indagine sulla vita e le aspettative delle giovani generazioni nella città di Camaiore

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Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Indagine sulla vita e le aspettative delle giovani generazioni nella città di Camaiore

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L’idea di un lavoro di ricerca per leggere la realtà del mondo giovanile di Camaiore, nasce dalla notevole esperienza di lavoro di C.RE.A nei progetti che coinvolgono i ragazzi dai 13 ai 21 anni in quella città. L’indagine si avvale della collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pisa, da trenta anni impegnato sul tema e che, negli ultimi tre, ha messo a punto strategie e metodologie d’indagine sulla condizione giovanile di cui la presente ricerca costituisce una ulteriore applicazione. Consapevolezza comune è che i progetti per i giovani trovano sempre più difficoltà ad essere finanziati in un quadro nazionale delle risorse economiche a disposizione degli Enti Locali in nettissimo calo.

È sempre di più necessario per le amministrazioni pubbliche fare delle scelte, trovare delle priorità, per cui gli investimenti sono spesso dedicati alle situazioni più gravi mentre rimangono in disparte le proposte, l’attenzione e la cura per gli adolescenti ed i giovani. Eppure è ben nota la relazione che esiste tra investimento nelle giovani generazioni e ritorno economico per la società.

La presente ricerca, attraverso una rinnovata conoscenza della realtà attuale del mondo giovanile nel territorio camaiorese, vuole riportare il tema dei giovani al centro dell’attenzione politica ed amministrativa nella consapevolezza che lavorare per il loro benessere vuol dire lavorare per il bene comune e per il futuro di tutti.

Ci auguriamo che questa ricerca possa costituire un’ occasione di crescita e di partecipazione che rafforzi le conoscenze di amministratori, genitori, educatori, famiglie, in modo da focalizzare le risorse esistenti sui bisogni reali dei giovani, dando risposte appropriate e intervenendo prima possibile sulle situazioni a rischio.

Vera CarusoC.RE.A. coop. soc.

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Direzione Scientifica: Raffaello CiucciCoordinamento: Gabriele TomeiGruppo di Lavoro: Costanza Cattaneo, Marianna Dal Porto, Silvia Di Trani, Ilaria Franchi

Dipartimento di Scienze Politiche e SocialiUniversità di Pisa

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Introduzione1

“Mai come oggi…” è un’espressione dei nostri giorni, frequentemente riferita alla condizione dei giovani. È divenuta parte del senso comune, data per scontata come “vera”, per segnalare di volta in volta lo svantaggio di prospettive dei giovani nei confronti dei padri, la straordinaria incertezza e precarietà del lavoro, la diffusione del nichilismo corrispondente allo smarrimento di solidi modelli di valore. “Giovani, una vecchia storia…”. È un’altra formula, coniata negli anni ’80, per indicare fenomeni di lunga durata, come la disoccupazione giovanile, la rottura della relazione tra generazioni, il prolungamento abnorme del growing-up, del divenire adulti. Quest’ultima espressione gode oggi di minore fortuna, ma rivendica anch’essa la sua “verità”. La ricerca - che abbiamo chiamato NonsoloFacebook - mostrerà l’impossibilità di racchiudere in una formula semplificata la elevata contraddittorietà e la estrema differenziazione dei processi di cambiamento in atto, com’era già emerso in indagini precedenti svolte in contesti territoriali molto prossimi2. Vi sono, cioè, fenomeni nuovi da riconoscere (tra cui la prepotente affermazione della web community e di internet, la riduzione della distanza rispetto alle droghe e la elevata familiarità con l’uso di alcolici, la crescita smisurata della precarietà lavorativa, il tracollo della partecipazione giovanile alla vita dei partiti e alle esperienze religiose tradizionali), ma persistono fenomeni di lunga durata, che chiamano in causa carenze strutturali profondamente radicate nel storia del Paese e della nostra città (la disoccupazione giovanile, la sovrapposizione dei ruoli di studente-lavoratore-disoccupato, i sentimenti di “dipendenza” legati alla difficoltà-impossibilità di progettare la propria vita). Vecchie questioni, inediti problemi e nuove opportunità contribuiscono a disegnare i “destini” dei giovani.La sintetica esposizione dei risultati dell’indagine in questo piccolo Quaderno costituisce un primo tentativo di riflessione sulle difficoltà del divenire adulti, sui percorsi di vita, sulle

1 La ricerca presenta i risultati di analisi di 106 interviste realizzate a giovani residenti del comune di Camaiore di età compresa tra 13 e 21 anni. La presente ricerca condivide l’impianto metodologico-analitico ed utilizza il medesimo schema espositivo dell’indagine VIAREGGIOVANI sulla condizione giovanile nella città di Viareggio, realizzata nel 2009 dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pisa (coordinato dai Proff. Raffaello Ciucci e Gabriele Tomei) e finanziata dall’allora Vice-presidente del Senato della Repubblica, Sen. Milziade Caprili, che in questa sede ringraziamo per l’autorizzazione concessa all’uso dei protocolli di indagine e, soprattutto, dello schema di presentazione dei risultati specificamente elaborato in occa-sione della presentazione pubblica di VIAREGGIOVANI il 18 Febbraio 2011.2 Una prima indagine sui temi dello studio, del lavoro e della ricerca del lavoro a Viareggio si è svolta nel 1979, e comprendeva un’analisi sulla selezione scolastica realizzata dagli insegnanti E. Bianchi, A. Misuri, D. Santucci, S. Varriale e dagli studenti della classe III E della Scuola Media del Varignano (R. Ciucci, Una parentesi chiamata lavoro, 1980). Una seconda indagine sugli studenti viareggini delle Scuole secondarie è stata condotta nella prima metà degli anni ’80 con il contributo del Movimento Studenti Cattolici (R. Ciucci, M. A. Toscano, La soggettività giovanile, La Nuova Italia 1988). Una terza indagine sulle relazioni tra generazioni a Viareggio è stata effettuata con la collaborazione del CESERS all’inizio degli anni ’90 (R. Ciucci, Generare e corrompere, Pacini Fazzi 1996). Il modello della precedente indagine è stato successivamente applicato in una ricerca sull’intero territorio nazionale (R. Ciucci, Il nome e le domande, Franco Angeli 2001).

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aspettative e sull’incalcolabile ricchezza (troppo spesso dilapidata) delle giovani generazioni nella nostra città. A questa riflessione tutti sono chiamati a contribuire. In primo luogo, i soggetti più direttamente coinvolti per la loro età. Ma anche gli adulti, troppo spesso afflitti da proiezioni e stili di vita infantilizzati. E le istituzioni locali, responsabili di costruire le condizioni affinché i giovani possano, in pienezza, abitare il loro futuro.

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1. Studio, Lavoro e Ricerca del Lavoro a Camaiore

Il livello di occupazione giovanile a Camaiore risulta molto basso. Almeno con riferimento alla fascia d’età considerata (13-21 anni) solo il 6.9% dei soggetti svolge un’attività lavorativa: tra questi il 52.9% in modo stabile, 42.2% in modo precario (Tab. 1). Anche da una lettura semplificata, com’è quella che qui si propone, emergono con evidenza le sensibili differenze secondo la classe d’età presa in esame. E com’è facile osservare, è proprio tra i più giovani che il lavoro precario rivela tanto la sua pesantezza quanto la sua diffusione. Il lavoro che c’è risulta dunque fortemente connotato dalla precarietà. Tab 1 - Lavoro stabile e precario

classe di età occupato lavoro stabilmente e regolarmente assicurato

lavoro stabilmente ma senza assicurazione

faccio lavori saltuari senza assicurazione

faccio lavori stagionali senza assicurazione

13 - 15 0,0% 60,0% 20,0% 20,0% 0,0%

16 - 18 5,6% 25,0% 0,0% 50,0% 25,0%

19 - 21 23,8% 62,5% 12,5% 12,5% 0,0%

Totale 6,9% 52,9% 11,8% 23,5% 5,9%

Il lavoro che non c’è aiuta a spiegare la bassa quota di giovani in cerca di lavoro e l’alto tasso di studenti, inseriti cioè nei percorsi formativi della Scuola e dell’Università. La disoccupazione “esplicita” – coloro cioè che cercano attivamente lavoro sul totale della popolazione – si mantiene intorno al 14.3% nella classe di età 19-21 anni, pur con le prevedibili differenze secondo la classe di età (Tab. 2). Tab. 2 – Ricerca di lavoro, secondo l’età

La mancanza di opportunità lavorative provoca i ben conosciuti fenomeni di “scoraggiamento” di chi cerca lavoro e sposta una quota molto elevata di giovani verso la Scuola e l’Università.

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classe di età si no non risponde

13 - 15 7% 88,4% 4,7%

16 - 18 16,7% 83,3% 0%

19 - 21 28,6% 71,4% 0%

totale 15% 83% 2%

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classe di età studenti iscritti studenti “intenzionali”

13 - 15 93,5% 53,5%

16 - 18 86,1% 32,7%

19 - 21 65,0% 38,5%

Totale 85,3% 47,5%

Il “lavoro che non c’è rappresenta perciò:- un danno immediato per i giovani in età lavorativa- un prolungamento abnorme e un occultamento del tempo di attesa di un lavoro- un danno per la qualità del sistema di istruzione, che diviene un’area di “giustificazione” dell’inoccupazione, perdendo in parte il proprio ruolo di formazione e di preparazione alla futura professione.

Tab. 4 - Figure “pure” e figure “miste”

classe di età

studio e basta

lavoro e basta

non studio non lavoro cerco lavoro

lavoro cerco un altro lavoro

studio cerco lavoro che permette di studiare

studio ma smetto se trovo lavoro

lavoro e studio

lavoro studio ma cambierei lavoro

non risponde

13 - 15 80,50% 2,40% 0,00% 0,00% 12,20% 2,40% 2,40% 0,00% 0,00%

16 - 18 72,20% 2,80% 8,30% 0,00% 8,30% 2,80% 5,60% 0,00% 0,00%

19 - 21 52,40% 14,30% 9,50% 4,80% 4,80% 0,00% 4,80% 4,80% 4,80%

Totale 71,40% 5,10% 5,10% 1,00% 9,20% 2,00% 4,10% 1,00% 1,00%

Il sistema d’istruzione mantiene e rafforza la funzione di rinvio “sine die” dell’ingresso giovanile sul mercato del lavoro, sia in termini di occupazione, che in termini di esplicita ricerca del lavoro. La quota attuale di studenti iscritti nei circuiti formativi risulta molto più alta rispetto ai decenni precedenti. Va tuttavia rilevato che gli studenti “intenzionali” (per studenti “intenzionali” sono stati conteggiati gli studenti “attualmente iscritti a scuola” e che hanno risposto MOLTO o ABBASTANZA alla domanda “Per ora non faccio progetti, penso solo a studiare”, cioè coloro che vivono lo studio come scelta consapevole) rappresentano solo una parte ridotta dell’intera popolazione studentesca (Tab. 3).

Tab. 3 – Studenti iscritti e studenti “intenzionali”, secondo l’età

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Sappiamo bene che questi fenomeni hanno le loro radici nel secolo scorso. L’immagine della “scuola come area di parcheggio”, risalente agli anni ’60, ci ricorda che da oltre cinquant’anni (secondo molti storici, da oltre un secolo!) la inoccupazione costituisce un pesante problema per il Paese, portando con sé il carico di aspettative deluse e di progetti irrealizzati delle generazioni giovani.Una verifica di quanto sin qui illustrato si ottiene dalle “autodefinizioni dei ruoli”: studente, lavoratore, in cerca di lavoro (Tab. 4). Le figure pure, coloro cioè che ricoprono esclusivamente uno di quei ruoli, sono oggi a Camaiore solo poco più dell’80% dell’intera popolazione in età 13-21 anni, e tendono a diminuire con l’avanzare dell’età. Le figure miste, coloro che ricoprono contemporaneamente i ruoli di studente-lavoratore-disoccupato, costituiscono il 17.3% del totale, e tendono a crescere con l’età.

Per quanto nelle classi di età considerate dalla ricerca questo dato ancora rimanga latente, il prolungamento “patologico” della permanenza nella famiglia di origine rappresenta un ulteriore effetto discorsivo e paralizzante. L’esperienza della famiglia lunga riguarda tutti i giovani intervistati, senza variazioni al crescere dell’età.

Tab. 5 - Permanenza nella famiglia di origine secondo l’età

classe di età entrambi i genitori un genitore altri parenti famiglia “lunga”

13 - 15 79,2% 16,7% 2,1% 97,9%

16 - 18 75,0% 19,4% 5,6% 100,0%

19 - 21 90,5% 4,8% 4,8% 100,0%

Totale 80,0% 15,2% 3,8% 99,0%

2. CAMAIORE. Luoghi Sentimenti Voglia di progettare

I luoghi più frequentati dai giovani sono i “tradizionali” punti d’incontro presenti a Camaiore e Viareggio: la passeggiata, il bar, il mercato, il cinema, la palestra, la pineta (Tab. 6). Sono gli spazi di vita più condivisi da tutti i cittadini. Non valgono qui le distinzioni generazionali. La valorizzazione e la qualificazione di quei luoghi potrebbe produrre un positivo effetto relazionale e simbolico per la città, potenziando gli spazi di interscambio generazionale. I luoghi più disertati della città mostrano la perdita di significato delle sedi più propriamente “politiche” (partiti e movimenti) e la marginalità delle sedi culturali (circoli, musica, teatro).

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Gli spazi frequentati dai giovani sono luoghi in cui si vorrebbe poter stare in contatto distaccato. I giovani intervistati (tab. 7) chiedono agli spazi di poter consentire incontri, sfoghi e senso di appagamento; tuttavia senza mettere in conto la possibilità di poter anche sperimentare, dentro ed attraverso quegli incontri, la propria creatività ed espressività così come la reciprocità ed il mutuo riconoscimento.

Tab. 6 – Luoghi frequentati dai giovani (% di chi frequenta anche solo occasionalmente)

Tab. 7 - Di cosa sentono la mancanza i giovani negli spazi presenti a Camaiore (Valori %)

Possibilità di incontrare persone nuovePossibilità di sfogarmi

Possibilità di sentirmi a mio agioPossibilità di creare

Possibilità di essere rispettatoPossibilità di trovare solo persone come me

Possibilità di essere riconosciutoPossibilità di esprimermi

5042,542,436,836,833,93229,2

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La disponibilità a progettare e gestire la trasformazione di spazi cittadini da destinare all’uso dei giovani (64%) offre comunque a Camaiore una preziosa opportunità (Graf. 1). La progettazione dal basso e la gestione comune possono costituire una straordinaria occasione di riqualificazione urbana e di ricostruzione del “sentimento collettivo di appartenenza” consapevole e critica – come insegnano numerose e significative esperienze nel nostro Paese.

Graf. 1 – Interesse a progettare e gestire insieme la trasformazione di spazi pubblici per i giovani

INTERESSATO 64.2%Moltissimo 5.7%Molto 10.4%Abbastanza 48.1%

NON INTERESSATO 34%Poco 23.6%

Per niente 10.4%

Il sentimento di far parte della città risulta oggi molto diffuso tra i giovani (quasi 70%). Esso tuttavia si scontra con la amara constatazione (57.5%) che il debole tessuto sociale ed economico non consentirà loro di “pensare il futuro” nella loro terra (Tab. 8). Non mancano i giudizi negativi sulla camaioresità, sui modi di pensare e sulle opinioni dei concittadini, ma complessivamente i sentimenti verso Camaiore – come l’attaccamento che si manifesta nel sentirsi “personalmente offesi” da giudizi negativi sulla città, un certo orgoglio della città e il desiderio di veder crescere qui i propri figli – rivelano un non scontato atteggiamento di identificazione con la città.

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positivi negativi

Mi sento parte della città di Camaiore 67,9 30,2 Non ho nessun legame con la città di Camaiore

Mi sento personalmente offeso quando qualcuno esprime un giudizio negativo

verso la città di Camaiore

61,3 38,7 Non mi sento minimamente toccato quando qualcuno esprime un giudizio negativo verso la città di Camaiore

Sono orgoglioso della città di Camaiore 54,7 44,4 Non sono affatto orgoglioso della città di Camaiore

Vorrei che i miei figli crescessero nella città di Camaiore

50,9 49,1 Vorrei che i miei figli non crescessero nella città di Camaiore

Sulle cose importanti della vita la penso esattamente come i membri

della città di Camaiore

43,4 56,6 Sulle cose importanti della vita non la penso affatto come i membri della città di Camaiore

Non riesco a pensare il mio futuro fuori dalla città di Camaiore

42,5 57,5 Non riesco a pensare il mio futuro nella città di Camaiore

Spesso confronto la mia idea della vita con quella dei membri della città di

Camaiore

41,5 58,5 Non confronto mai la mia idea della vita con quella dei membri della città di Camaiore

Mi sento impegnato nei confronti dei membri della città di Camaiore

40,6 58,5 Non penso di avere nessun impegno verso i membri della città di Camaiore

L'opinione dei membri della città di Camaiore è importante per orientare i

miei valori

38,7 61,3 I miei valori sono assolutamente indipendenti dalle opinioni dei membri della città di Camaiore

Quando non so cosa è bene e cosa è giusto mi affido al consiglio delle persone della città di Camaiore

33 67 Quando non so cosa è bene e cosa è giusto, non mi affido mai al consiglio delle persone della città di Camaiore

È inoltre opinione diffusa che le principali minacce alla convivenza cittadina provengano innanzitutto da concittadini (gli atti di vandalismo e la discriminazione verso gli immigrati) e non da chi viene da “fuori” (Graf. 2). I fenomeni legati alla criminalità e gli atti di violenza, compresa quella sessuale sulle donne, risultano nettamente distanziati.

Graf. 2 - Ritieni che a Camaiore possano verificarsi fenomeni come…

Tab. 8 - Quali sono i tuoi sentimenti verso la città di Camaiore? (Valori %)

Atti di vandalismo

94.3%

Violenza sessuale

66%

Violenza verso le persone senza dimora

49.1%

Violenza di immigrati verso italiani 68.9%

Violenza di italiani verso

immigrati76.4%

Atti della criminalità organizzata 57.5%

Discriminazione di immigrati 85.8%

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3. Il mondo delle relazioni

Una valutazione sintetica sulle relazioni mette in evidenza un giudizio sorprendentemente positivo dell’intero arco dei rapporti, che costituiscono il contesto delle esperienze e degli scambi simbolici dei giovani. I giudizi più favorevoli (modalità di risposta “molto buono” e “buono”) riscuotono un elevatissimo consenso, con riferimento agli “amici più vicini”, i “compagni di scuola/lavoro” e ai “genitori”, ma si ridimensionano allorché l’attenzione viene spostata sulle relazioni intrattenute con gli adulti nella scuola o nel luogo di lavoro. Qui le figure adulte, in particolare gli insegnanti, incontrano giudizi più problematici (Graf. 3). L’analisi dei dati suggerisce che la generosità nel valutare la qualità delle relazioni in famiglia e con gli amici esprima una valenza “difensiva”, tendente cioè a tutelare spazi emotivamente molto coinvolgenti, luoghi affettivamente significativi in grado di offrire “rassicurazione”, in uno scenario complessivo segnato dall’insicurezza e dalla precarietà.Il raffronto con altre ricerche analoghe e su territori molto prossimi (Ciucci, 1995), sulla base della medesima batteria di domande e riferito solo alla classe di età più coerente con quella qui analizzata (15-25 anni), conferma l’attuale idealizzazione delle fondamentali relazioni familiari e amicali. Ad un esame più approfondito si scopre, infatti, che esiste una non trascurabile quota di giovani (13.2%) che manifestano difficoltà a stare in un gruppo di amici fissi e che sperimentano una certa delusione delle attese riposte nell’amicizia (Graf. 4)

Graf. 3 - Giudizi positivi sulle relazioni

Amici più vicini:97,2%

Compagni studio/lavoro88,7%

Genitori80,2%

Adulti scuola/lavoro64,2%

Anche l’analisi approfondita della qualità delle relazioni con i genitori contribuisce a ridimensionare giudizi positivi troppo facilmente o superficialmente espressi. È significativo che la “narrazione” e lo scambio di esperienze e di idee in famiglia siano dichiarati solo dalla quasi metà dei giovani (Graf. 5 e 6). Le differenze di genere sono qui molto marcate. Rispetto ai ragazzi, le ragazze hanno relazioni familiari migliori e scambi di idee ed esperienze più

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Si 86,8% No 13,2%

preferisco cambiare 8,5%

il mio carattere mi ostacola 0,9%

non trovo chi mi accetta 0,9%

me lo impedisce la famiglia 2,8%

Me ne hanno parlato molto 49,1%

Me ne hanno parlato solo superficialmente 38,7%

Non me ne hanno mai parlato 12,3%

Graf. 5 - Conosci le idee e le esperienze dei tuoi genitori, quando avevano la tua età?

intensi. Rispetto alla madre, la figura del padre è giudicata meno disponibile e più indifferente di fronte alle scelte dei figli (Tab. 10). Nella rete differenziata delle relazioni, l’associazionismo giovanile riscuote un modesto tasso di adesioni (23%). Prevale la partecipazione al volontariato e alle associazioni sportive (Graf. 7 e Tab. 11).

Graf. 4 - Hai un gruppo di amici fissi con cui ti incontri spesso?

Graf. 6 - Ti interessano le idee che avevano i genitori alla tua età?

Sì, mi interessano 54,7%

Mi interessano poco 37,7%

No, non appartengono al mio mondo 7,5%

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Tab. 9 - I tuoi genitori partecipano alle tue esperienze?

Madre Padre

Sì, sono molto attenti 53,8% 41,5%

Sì, ma sono invadenti 7,5% 7,5%

Mi lasciano fare 14,2% 21,7%

Sono poco interessati 1,9% 2,8%

Non sono proprio interessati 3,8% 6,6%

Non risponde 16% 16%

Graf. 7 - Appartieni a qualche associazione o gruppo organizzato?

SI 31,1%

NO 68,9%

Tab. 10 - Di che tipo di associazione fai parte? (Valori %)

Associazioni sportive 19,8

Club di tifosi 6,6

Associazioni/movimenti religiosi e Ass. di volontariato 2,8

Ass. culturali, Ong di cooperazione allo sviluppo e partiti politici 1,9

Fan club, centri sociali e collettivi politici, organizzazioni per la tutela dell'ambiente e organizzazioni femminili

0,9

Altre associazioni 0,9

Graf. 8 - Hai mai pensato di fare il Servizio Civile?

No 56,6%

Non so 32,1%

Si 4,7%

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4. Parole Obiettivi Aspettative

Positive Pos.-Neg. Negative

Compagnia 75,5 13,2 10,4 Solitudine

Benessere 68,9 19,8 9,5 Disagio

Felicità 68,9 18,9 10,4 Infelicità

Speranza 67 18,9 12,2 Paura

Soddisfazione 65,1 22,6 9,4 Insoddisfazione

Fiducia 61,3 26,4 10,4 Sfiducia

Serenità 56,6 27,4 14,2 Ansia

Realizzazione 51,9 35,8 10,4 Insuccesso

Autonomia 50 27,4 21,7 Dipendenza

Sicurezza 47,2 29,2 22,6 Insicurezza

Parole per il presente…Quali le parole per definire la propria vita oggi? Un’efficace valutazione d’insieme si ricava dall’uso di alcune coppie di parole antitetiche (Tab. 11), cioè con opposti significati (ad es. felicità-infelicità, compagnia-solitudine, autonomia-dipendenza). Compagnia è la parola che meglio di ogni altra esprime una valutazione della propria vita. Il sentimento di solitudine ha scarsa diffusione. Si conferma l’enfasi sulle relazioni, poco sopra segnalata: il mondo delle relazioni “più vicine” ha valore e significati di gratificazione, forse di rifugio, a fronte di consistenti difficoltà nel disegnare e realizzare progetti e percorsi. Il bisogno di socialità sembra trasformare le aspettative in giudizi sui rapporti esistenti.Benessere, felicità, speranza, soddisfazione – distanziate da 5 a 10 punti percentuali – indicano una valutazione positiva della propria vita e manifestano un atteggiamento che potremmo chiamare “ottimismo espressivo”. Quando le parole indicano in modo diretto i livelli di realizzazione, di sicurezza e di autonomia effettivamente raggiunti, le valutazioni acquistano toni più riflessivi e i giudizi si fanno più critici. I dati mostrano la scelta di alcune parole con valore semantico negativo – come insicurezza e dipendenza – manifestando la percezione degli ostacoli che si oppongono alla ricerca di autonomia e realizzazione. Il diffuso ottimismo espressivo si ridimensiona allorché i soggetti devono esprimersi sulle dimensioni più concrete delle esperienze quotidiane.

Obiettivi da raggiungere. Un importante indicatore delle prospettive di senso è costituito dagli obiettivi che si intende concretamente perseguire nella propria vita (Tab. 12). Nella “scala di rilevanza degli scopi” i primi posti sono occupati da obiettivi di natura “espressiva”: la qualità delle relazioni (“amici veri”) e la ricerca di significati dell’esistenza (“senso per vivere”); ma anche obiettivi individualistici (“curare i miei interessi”), di tipo strumentale-acquisitivo (“successo e carriera”) e di generico enjoyment (“godermi la vita”). Vengono immediatamente dopo gli obiettivi di tipo pragmatico-strategici di trovare un “lavoro stabile”, “trovare un ragazzo/a” e “farmi una famiglia” – com’è da attendersi.

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Tab. 11 - Parole per il presente (valori %)

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Seguono - con 10 punti percentuali di distanza - la tutela della “libertà” e della “democrazia” e la condivisione di finalità legate alla più generica “disponibilità verso gli altri”.Agli ultimi posti troviamo “l’impegno religioso” e “l’impegno politico”, a conferma di quanto già segnalato. L’irrilevanza di questi due obiettivi deve far riflettere tutti, in primo luogo le comunità cristiane e i partiti, sulla disaffezione che la religione-di chiesa e le attuali forme della partecipazione politica hanno prodotto nelle giovani generazioni. La perdita di significato di queste esperienze non avviene in un mondo giovanile “vuoto di valori”, bensì attraversato da tensioni ideali (la ricerca di autenticità e di un “senso per vivere”).

Tab. 12 - Gli obiettivi che si cerca di raggiungere (Mi preme molto + Mi interessa, valori %)

Degli amici veri 91,5

Curare i miei interessi 88,7

Lavoro stabile 87,7

Godermi la vita e divertirmi 87,7

Un senso per vivere 86,8

Farmi una famiglia 85,8

Trovare un ragazzo, una ragazza 83

Successo e carriera 82,1

Essere disponibili agli altri e ascoltare le loro esigenze 79,2

Molto tempo libero 79,2

Rapporti umani autentici 77,4

Alta quali�cazione professionale 77,4

Soldi, agiatezza e comodità 77,4

Libertà e democrazia 75,5

Curare il mio aspetto �sico 75,5

Curare l’attività sportiva 75,5

Prendere la vita giorno per giorno 56,6

Difesa della patria 54,7

Impegno sociale 52,8

Imporsi nella vita 46,2

Impegno religioso 34

Impegno politico 34

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Degli amici veri 91,5

Curare i miei interessi 88,7

Lavoro stabile 87,7

Godermi la vita e divertirmi 87,7

Un senso per vivere 86,8

Farmi una famiglia 85,8

Trovare un ragazzo, una ragazza 83

Successo e carriera 82,1

Essere disponibili agli altri e ascoltare le loro esigenze 79,2

Molto tempo libero 79,2

Rapporti umani autentici 77,4

Alta quali�cazione professionale 77,4

Soldi, agiatezza e comodità 77,4

Libertà e democrazia 75,5

Curare il mio aspetto �sico 75,5

Curare l’attività sportiva 75,5

Prendere la vita giorno per giorno 56,6

Difesa della patria 54,7

Impegno sociale 52,8

Imporsi nella vita 46,2

Impegno religioso 34

Impegno politico 34

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Cosa si chiede alla politica… (Tab. 13). Assume un grande significato, nel momento storico che il Paese e la città stanno vivendo, che la richiesta dei giovani si indirizzi verso gli investimenti per il lavoro giovanile, la tutela della legalità, la riduzione delle tasse, la sicurezza e la difesa dell’ambiente. Gli interventi con più bassi consensi e collocati agli ultimi posti sono i “pilastri” delle politiche nazionali di questi ultimi quindici anni: la privatizzazione della scuola e della sanità, la legislazione sulla bioetica, la riforma Gelmini, la riforma della Costituzione. Due segnalazioni (sebbene di segno tra loro diverso) evidenziano uno scarto significativo tra le risposte di questa generazione e quelle precedenti: il basso valore accordato agli interventi della politica in direzione della legalizzazione delle droghe leggere e del sostegno all’azione del volontariato.L’autodefinizione politica (Graf. 9) mette in evidenza il disincanto verso i tradizionali schieramenti: oltre quattro soggetti su dieci dichiara di non riconoscersi in formule che richiamano esplicitamente l’idea di destra, centro e sinistra. La distribuzione dei consensi ricalca assai fedelmente gli orientamenti politici giovanili emersi dai recenti appuntamenti elettorali.

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Tab. 13 - I provvedimenti politici ritenuti più importanti (Molto+Abbastanza, valori %)

Investimenti per il lavoro dei giovani 72,6

Garantire la legalità 71,7

Riduzione generalizzata delle tasse 69,8

Garantire sicurezza 67,9

Interventi in difesa dell’ambiente 67,9

Sostegno economico e formativo ai disoccupati 66

Provvedimenti contro l’aumento dei prezzi 65,1

Incentivi ai meritevoli nella scuola e nel lavoro 64,2

Sostegno ai redditi più bassi 64,2

Contrastare decisamente l’evasione fiscale 57,5

Case a fitto controllato per i giovani 57,5

Proteggere la libertà di informazione di stampa, tv, radio 57,5

Strumenti di ascolto e di intervento dei cittadini 53,8

Penalizzare i fannulloni 49,1

Introdurre il reato di immigrazione clandestina 48,1

Riconoscimento delle unioni di fatto 47,2

Rafforzare i poteri locali, ridurre quelli dello stato 45,3

Riformare la giustizia, ridurre il potere di magistrati 39,6

Introdurre la pena di morte per i reati più gravi 35,8

Cambiare la Costituzione 33

Incentivi alla previdenza privata 30,2

Incentivi al volontariato 29,2

Attuare la riforma Gelmini 25,5

Leggi sulla “vita” basate sulla dottrina della chiesa 23,6

Iniziare a privatizzare la scuola 20,8

Legalizzare le droghe leggere 18,9

Iniziare a privatizzare ospedali e sanità 17

Graf. 9 - Autodefinizione politica

CENTRO-SINISTRA10,4%

SINISTRA18,9%

CENTRO10,4%

CENTRO-DESTRA8,5%

DESTRA13,2%Non mi riconosco in queste definizioni

43,4%

Non risponde 9%

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Chiudiamo queste pagine con alcune considerazioni sulle vie di fuga dalla vita che una parte non trascurabile di giovani hanno ormai intrapreso o stanno per intraprendere (Tab. 14 e 15; Graf.10). La forte diffusione dell’assunzione di alcol fuori dai pasti riguarda nel complesso la metà dei giovani intervistati. L’uso di droghe è praticato da un giovane su cinque.Quelle vie di fuga sono un segnale che deve destare forte attenzione, suscitare domande, sollecitare azioni e politiche per generare insieme una “città diversa”, percorsa da passioni e sentimenti condivisi, animata da una sollecitudine reciproca e da un impegno comune. I risultati della ricerca costituiscono un’occasione per aprire una stagione di responsabilità collettiva, che renda Camaiore una città vivibile per tutti, in particolare per le più giovani generazioni.

Tab. 14 - Alcolici fuori dei pasti (valori %)

Abitualmente Almeno una volta alla settimana

Raramente Mai Non risponde

Birra 8,5 29,2 17 41,5 2,8

Vino 8,5 11,3 22,6 50,9 5,7

Superalcolici 1,9 16 25,5 53,8 1,9

Tab. 15 - Farmaci psicotropi e altre sostanze (valori %)

Abitualmente Almeno una volta alla settimana

Raramente Mai Non risponde

Farmaci psicotropi

0 0,9 4,7 93,4 0

Altre sostanze

0 0,9 0 93,4 4,7

Graf. 10 - Uso di droghe

Si 20,8 % No 76,4%

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La pubblicazione del presente quaderno è stata possibile grazie al contributo di Eletroimpianti GF