Non siamo più orgogliosi di essere italiani
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8/7/2019 Non siamo più orgogliosi di essere italiani
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Non siamo più orgogliosi di essere italiani
di Erri De Luca
in “Le Monde” del 15 marzo 2011 (tradotto in francese da Danièle Valin; versione francese
tradotta in italiano da: www.finesettimana.org)
A 30 anni ho vissuto per un certo tempo in Francia, dove lavoravo su dei cantieri. Non eravamo
amati in Francia. I francesi ricordavano la vile aggressione fascista del 1940, quando la Germania
stava completando la sua occupazione della Francia. Mussolini dichiara guerra ad una nazione in
ginocchio, attaccandola da sud. Una pugnalata nella schiena: era il ricordo che i francesi avevano
conservato dell'infamia italiana. Le conseguenze ricadevano giustamente anche su di me, operaio
ospite della Francia, nato dopo la guerra.
Questo ricordo mi aiuta a riunire le diverse immagini pubbliche dell'Italia nel mondo. Per una
buona parte del XX secolo, siamo stati il paese opportunista che ha terminato due guerre mondiali
in un'alleanza opposta a quella dell'inizio.
In quel periodo, nel nostro paese, si taceva sul grande valore aggiunto dei soldi inviati dai nostrilavoratori all'estero, che costruivano la nuova economia grazie ai loro risparmi.
Poi, nel dopoguerra, l'Italia è stata rappresentata dal suo straordinario cinema, allora il migliore del
mondo. Attori, registi, produttori hanno ridato lustro all'immagine del paese. C'era di che essere
orgogliosi quando si camminava nelle vie di città straniere coperte di manifesti dei nostri film.
Poi, l'Italia all'estero si è identificata con i prodotti di lusso dell'abbigliamento. Le vetrine sono
molto meno prestigiose dell'eccellenza cinematografica. Ma il successo di certi prodotti
commerciali premiava la qualità del lavoro italiano. E oggi: ogni italiano che passa la frontiera si
sente dire, con tono insolente e divertito, qualche battuta sulle prodezze sessuali che si concedono
illustri rappresentanti della nostra vita pubblica.
Oggi, l'Italia all'estero è un paese ridicolo. Si abbozza un sorriso, ringraziando interiormente,
ognuno a modo suo, i responsabili di questa notorietà dovuta a demenza senile.Bisogna abituarsi a portare la maschera della farsa pubblica, tentare di sfruttare in un modo o in un
altro la fama internazionale della nostra nuova immagine di paese di vecchi in calore, rimessi in
sesto, a trazione anteriore.
(tradotto in francese da Danièle Valin; versione francese tradotta in italiano da:
www.finesettimana.org)