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287 Nome scientifico Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758) (Accipitriformes Pandionidae) Nome comune Falco pescatore Livello di protezione La specie è inserita nell’al- legato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 3 – stato di conser- vazione R. Identificazione Rapace di medio-grandi dimensioni (lunghezza to- tale 55-63 cm, apertura alare 145-170 cm). Silho- uette di volo tipicamente “da gabbiano”, per le ali lunghe che vanno restrin- gendosi verso la punta; quando rotea e mentre plana, le ali vengono tenute ad arco, con angolo carpale ac- centuato sia verso l’alto, sia in avanti. L’adulto presenta piumaggio tipicamente bico- lore,con parti superiori uniformemente bruno cupo ed inferiori pressoché bianche; banda scura tra gola e petto; capo con vertice biancastro finemente maculato di bru- no, candido ai lati e sulla gola e con una tipica banda scura che parte dal becco, at- traversa l’occhio e prosegue allargandosi fino ai lati della nuca e sulle spalle. In volo, osservato dal basso, si nota l’area bianca della porzione anteriore del “braccio” (pic- cole e medie copritrici), che una banda nera (grandi copritrici) separa dalle remigan- ti secondarie chiare,leggermente barrate; punta delle remiganti primarie esterne scu- ra; coda chiara leggermente barrata, con una banda sub-apicale scura.Visto dall’alto, si nota il contrasto tra la colorazione generale scura di corpo ed ali ed il vertice bian- co. Iride giallo brillante; becco nerastro, grigio chiaro alla base e sulla cera; zampe bluastre. Il giovane presenta parti superiori più chiare, a sfumature fulvicce, e d’aspet- to squamato; macchia chiara evidente sulla parte interna dell’ala; vertice più densa- mente macchiettato di scuro. In volo, visto da sotto, presenta una banda scura sot- toalare appena accennata,se non mancante; remiganti e timoniere densamente barra- te; coda senza banda terminale scura; parti inferiori spesso sfumate di ocra. Iride gial- lo arancio. Raggiunge l’abito definitivo nell’autunno del secondo anno di vita. Distribuzione Nidifica in Europa settentrionale ed orientale, Asia e Nord-America tra i 45° ed i 65° nord e lungo le coste di Australia e Nuova Guinea (isolati siti riproduttivi in Eu- ropa meridionale e lungo le coste ed isole minori del Mediterraneo ed Atlantico 06 Uccelli 1-12-2006 12:06 Pagina 287

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758)(Accipitriformes Pandionidae)

NNoommee ccoommuunnee Falco pescatore

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’al-legato I della Direttiva“Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 3 – stato di conser-vazione R.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeRapace di medio-grandidimensioni (lunghezza to-tale 55-63 cm, aperturaalare 145-170 cm). Silho-uette di volo tipicamente“da gabbiano”, per le alilunghe che vanno restrin-gendosi verso la punta;

quando rotea e mentre plana, le ali vengono tenute ad arco, con angolo carpale ac-centuato sia verso l’alto, sia in avanti. L’adulto presenta piumaggio tipicamente bico-lore, con parti superiori uniformemente bruno cupo ed inferiori pressoché bianche;banda scura tra gola e petto; capo con vertice biancastro finemente maculato di bru-no, candido ai lati e sulla gola e con una tipica banda scura che parte dal becco, at-traversa l’occhio e prosegue allargandosi fino ai lati della nuca e sulle spalle. In volo,osservato dal basso, si nota l’area bianca della porzione anteriore del “braccio” (pic-cole e medie copritrici), che una banda nera (grandi copritrici) separa dalle remigan-ti secondarie chiare, leggermente barrate; punta delle remiganti primarie esterne scu-ra; coda chiara leggermente barrata, con una banda sub-apicale scura.Visto dall’alto,si nota il contrasto tra la colorazione generale scura di corpo ed ali ed il vertice bian-co. Iride giallo brillante; becco nerastro, grigio chiaro alla base e sulla cera; zampebluastre. Il giovane presenta parti superiori più chiare, a sfumature fulvicce, e d’aspet-to squamato; macchia chiara evidente sulla parte interna dell’ala; vertice più densa-mente macchiettato di scuro. In volo, visto da sotto, presenta una banda scura sot-toalare appena accennata, se non mancante; remiganti e timoniere densamente barra-te; coda senza banda terminale scura; parti inferiori spesso sfumate di ocra. Iride gial-lo arancio. Raggiunge l’abito definitivo nell’autunno del secondo anno di vita.

DDiissttrriibbuuzziioonneeNidifica in Europa settentrionale ed orientale, Asia e Nord-America tra i 45° ed i65° nord e lungo le coste di Australia e Nuova Guinea (isolati siti riproduttivi in Eu-ropa meridionale e lungo le coste ed isole minori del Mediterraneo ed Atlantico

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orientale). Sverna inAfrica centrale e meri-dionale, India, sud-estasiatico, Centro e SudAmerica. In Italia è mi-gratore regolare, nidifi-cava in pochi siti (so-prattutto in Sardegna),ma attualmente risultaestinto come nidifican-te ed è localmentesvernante parziale. InLiguria è rilevabile nel

corso del periodo migratorio quasi ovunque lungo la fascia costiera, i corsi d’acquae le principali direttrici di transito che attraversano lo spartiacque; in periodo di sver-no si segnalano sporadiche presenze, soprattutto relative alla Val Bormida.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: acque marine costiere, lagune salmastre, foci dei fiumi, corsi d’acqua.Alimentazione: ittiofaga, preda soprattutto pesci sia d’acqua dolce, che marini.Fenologia: migratore regolare e parzialmente svernante.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooLa diminuzione generalizzata di questa specie è probabilmente da addebitarsi al-l’uso di fitofarmaci ed insetticidi clororganici (oggi banditi) in agricoltura e nelladisinfestazione da zanzare ed insetti molesti delle zone palustri: questi, accumulan-dosi lungo le catene alimentari acquatiche, hanno grosse ripercussioni sui preda-tori ai loro vertici. Detto bioaccumulo, nel caso specifico del falco pescatore, haavuto come effetto principale un ben noto fenomeno di fragilità del guscio delleuova e quindi il crollo del successo riproduttivo. Un altro contaminante che haavuto effetti deleteri, almeno localmente, sulle popolazioni è il mercurio. Ulteriori,seppur oggi sempre meno importanti, fattori limitanti per la specie sono rappre-sentati dal bracconaggio (negli anni ’60-’70 del secolo scorso venivano abbattutiannualmente nella sola Italia oltre un migliaio di individui) e dal saccheggio dei ni-di. Da non sottovalutare anche: il rischio di collisione con cavi aerei, il disturbo an-tropico (birdwatchers, fotografi, escursionisti, diportisti), l’urbanizzazione delle co-ste per fini turistici.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiIn generale, come per tutte le specie ittiofaghe appare ovvio che le misure di mitiga-zione dell’inquinamento marino e delle acque interne ed uno sfruttamento conser-vativo della fauna ittica (con pianificazione del pescato in quantità adeguate alla pro-duttività delle popolazioni locali) costituiscono fattori positivi. Un uso moderato dipesticidi a minor persistenza nell’ambiente è da ritenersi estremamente importanteper la conservazione di questa, così come di altre specie animali.

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MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooSpecie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio.Segnalazione di individui svernanti in habitat idonei.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

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AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Falco peregrinus Tunstall, 1771(Falconiformes Falconidae)

NNoommee ccoommuunnee Pellegrino

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’allegato I dellaDirettiva “Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 3 – stato di conservazione R. Li-sta Rossa nidificanti in Italia: vulnerabile.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeÈ un falco di dimensioni medio-grandi(lunghezza totale 36-48 cm, aperturaalare 95-110 cm). Il maschio presentaparti superiori blu-ardesia scuro, de-bolmente barrate di nero sul dorso esulle copritrici e più marcatamente sul-la coda, che è di un grigio più pallido;ha un cappuccio grigio scuro che siprolunga a formare due mustacchi sot-to l’occhio, nettamente contrastanticol bianco di guance e gola; il petto èbianco-rosato con una punteggiaturanera, più fitta verso il ventre; ventre,coda e parte inferiore delle ali presen-

tano una fitta barratura; la coda termina con una banda scura più ampia delle restan-ti barrature, mente nel sottoala le copritrici appaiono più scure delle remiganti; cerae zampe gialle. La femmina, difficilmente distinguibile dal maschio, è spesso più net-tamente barrata nelle parti inferiori, con punteggiatura più evidente sul petto e bar-ratura più spessa su fianchi e calzoni; dorso più scuro; spesso più rossiccia sulla nu-ca. Il giovane presenta penne del capo marroni scure con bordi crema che, sulla nu-ca, formano una banda chiara che l’attraversa, estendendosi spesso fino all’occhio;fronte color crema; mustacchi marrone scuro più sottili che nell’adulto; gola bianca;penne del dorso bruno scuro con stretti margini rossicci; coda marrone scura connumerose ed incomplete barrature rossicce, terminante con una sottile banda chiaraapicale; remiganti marrone scuro, con punta chiara; cera e zampe grigiastre (spessocon sfumature azzurre).

DDiissttrriibbuuzziioonneeSpecie ad ampia distribuzione, è presente con differenti sottospecie in tutte le regio-ni biogeografiche: le popolazioni oloartiche più settentrionali sono esclusivamenteestive nidificanti. In Italia è stanziale su buona parte del territorio, in particolare lun-go il versante tirrenico (popolazione complessiva 800-1.000 coppie, in lieve incre-

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mento). In Liguria è di-stribuito in modopiuttosto discontinuoin tutte le province emostra una marcatapredilezione per le fa-lesie costiere e, nell’Im-periese nonché nel po-nente Savonese, per lepareti rocciose dellevallate alpine. Normal-mente lo si trova aquote non superiori ai600 m anche se è stato segnalato fino ai 1.700 m. In inverno sembra che la nostraregione ospiti individui (per lo più giovani in dispersione) originari dell’Europa set-tentrionale.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: falesie costiere e pareti di roccia con ampia visuale, piccole isole ed aree ur-bane. Nidifica su pareti naturali o artificiali, circondate da zone aperte di caccia.Alimentazione: carnivora, cattura soprattutto uccelli; saltuaria la predazione di picco-li mammiferi.Fenologia: sedentaria.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooIn passato, ma in parte ancor oggi, il pellegrino è stato oggetto di bracconaggio, e disaccheggio dei nidi (prelievo di uova e pulli) ad opera dei falconieri. A questi fattoriva aggiunto l’impatto crescente legato alla sempre maggior diffusione dell’attività d’ar-rampicata. Non va per altro sottovalutato il disturbo legato alla pratica del birdwatching e della fotografia naturalistica ad opera di dilettanti con scarsa conoscen-za delle caratteristiche eco-etologiche degli animali e degli accorgimenti da adottareonde minimizzare il disagio ad essi arrecato, specialmente nelle adiacenze del nido.Il passato massiccio uso di pesticidi (tra il 1950 ed il 1970) organocloridrici in agri-coltura ha causato un forte declino della specie: i residui di questi composti tendo-no a persistere nell’ambiente, dando luogo a fenomeni di bioaccumulo lungo le ca-tene alimentari, con conseguente mortalità degli adulti e riduzione del successo ri-produttivo dei predatori ai loro vertici. Il bando di detti composti a partire dai pri-mi anni ’70 del secolo scorso ha pertanto consentito un recupero, in termini di con-sistenza numerica e distribuzione, delle popolazioni.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiTutela delle pareti rocciose ove nidifica (come previsto dalla L.R. 29/1994 - art. 11),con interdizione di attività di arrampicata e regolamentazione delle altre forme di di-sturbo antropico (es. osservazione e fotografia naturalistica); controllo del bracconag-gio e di eventuali interventi illeciti che possono causarne la morte; diffusione della

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cultura della conservazione e della fruizione consapevole della natura. Nei centri ur-bani la nidificazione della specie può essere favorita dall’allestimento di nidi artificia-li a casetta (delle dimensioni di circa 1m x 1m x 60 cm) in punti poco disturbati sutetti o cornicioni di edifici dominanti.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento visivo delle coppie nidificanti (maggio); periodiche osservazioni dei nidiper una valutazione del successo riproduttivo.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat rupestri idonei alla nidificazione della specie. Individuazione di re-sti della predazione.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

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AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Tetrao tetrix tetrix Linnaeus, 1758(Galliformes Tetraonidae)

NNoommee ccoommuunnee Fagiano di monte

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa sottospecie nominale èinserita nell’allegato I del-la Direttiva “Uccelli”(79/409/CEE). SPEC 3 –stato di conservazione V.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeGalliforme di taglia me-dio-grande a spiccato di-morfismo sessuale. Il ma-schio, più grande (lun-ghezza 50-55 cm, peso1.100-1.300 g), presentapiumaggio nero con ri-flessi bluastri, zone bian-che sulle ali e sul sottoco-

da (che in parata viene esibito a formare un ventaglio bianco contrastante col nerodelle timoniere) e timoniere esterne allungate e ricurve verso l’esterno (a guisa di li-ra), nonché un paio di evidenti caruncole rosso vivo sopra gli occhi. La femmina, in-vece, è più piccola (lunghezza ca. 40 cm, peso 800-1.000 g), presenta piumaggio bru-nastro, finemente barrato di nero e caruncole ridotte. Entrambe hanno i tarsi com-pletamente coperti di piume, mentre le dita, nude, presentano sottili espansioni late-rali a pettine utili per la deambulazione sulla neve soffice.

DDiissttrriibbuuzziioonneeRelitto boreo-alpino distribuito in Eurasia centrale e settentrionale (tra i 50° ed i 70°nord), in Italia è presente su tutto l’arco alpino (la popolazione alpina complessiva difagiano di monte si aggira intorno ai 40.000 soggetti). In Liguria è presente nell’Im-periese in tutte le aree idonee delle Alpi Liguri, spingendosi fino all’estremo limitebiogeografico delle stesse, nel Savonese, sul Monte Galero. La popolazione post-ri-produttiva ligure si attesta nell’ordine di diverse centinaia di individui.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: fascia di transizione tra il bosco montano di conifere e la zona degli arbusticontorti (a rodoro-vaccinieto) tra i 900 ed i 2.200 m, meglio se inframmezzata daaree a vegetazione erbacea (pascoli e praterie alpine).Alimentazione: fitofaga, si ciba principalmente di piante erbacee, germogli, gemme efoglie d’arbusti, frutti (bacche e drupe) e semi; i pulcini al di sotto dei 100 g si nu-

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trono soprattutto d’in-setti (in particolareformicidi) e ragni.Fenologia: sedentario,con sporadici erratismistagionali.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooLe modificazioni am-bientali, con predita dihabitat idonei, e l’atti-vità venatoria (oggi as-sai meglio regolamentata) costituiscono i principali fattori di mortalità aggiuntiva ri-spetto a quella naturale legata soprattutto alla predazione di adulti (volpe, aquila rea-le), uova e pulcini (volpe, faina e, in relazione alla sua tendenza a spingersi a quotesempre più elevate, cinghiale). A questi fattori si aggiungono le avversità climaticheinvernali ed il disturbo antropico diretto ed indiretto legato soprattutto alle attivitàturistiche e ricreative (escursionismo, sci, nuove infrastrutture, presenza di cani vagan-ti, sovrappascolo), particolarmente rilevante in due momenti critici per il ciclo biolo-gico della specie: il periodo riproduttivo e quello invernale.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiConservazione e ripristino degli habitat idonei: ad es. creazione di aree aperte (per ta-glio, triturazione meccanica o col fuoco) a mosaico in luogo degli arbusteti, soprat-tutto laddove le essenze legnose spontanee (mirtilli, rododendri, ontani verdi) hannopreso il sopravvento in aree abbandonate dalle attività pastorali.Regolamentazione del pascolo brado nelle località idonee, nel periodo della cova enei primi giorni immediatamente successivi la schiusa (giuno - metà luglio).Regolamentazione del prelievo venatorio su basi strettamente censuarie in modo dafissare carnieri commisurati al successo riproduttivo stagionale.Interventi di controllo del cinghiale ed altri predatori opportunisti comuni di uova epulcini (volpi, faine, corvidi) in aree a maggior vocazionalità per la riproduzione dellaspecie.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento primaverile (aprile-maggio) mattutino dei maschi nelle arene canto, perla stima della densità pre-riproduttiva. Indici cinegetici d’abbondanza (settembre-otto-bre), ma soprattutto censimenti tardo-estivi in battuta con l’ausilio del cane da fer-ma, per la stima della densità post-nidificazione e, conseguentemente, del successo ri-produttivo.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat idonei alla specie. Canto dei maschi in primavera ed autunno. Re-perimento di penne a seguito della muta (estate-inizio autunno) o di predazione ad

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opera di rapaci (spiumate) ed escrementi (di forma, colorazione e consistenza variabi-le a seconda della stagione e quindi dell’alimentazione prevalente). Orme e galleriesulla neve.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

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AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Alectoris graeca saxatilis (Bechstein, 1805)(Galliformes Phasianidae)

NNoommee ccoommuunnee Coturnice delle Alpi

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa sottospecie alpina è inserita nell’al-legato I della Direttiva “Uccelli”(79/409/CEE). SPEC 2 – stato di con-servazione V. Lista Rossa nidificanti inItalia: vulnerabile.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeGalliforme di media taglia (lunghezza32-35 cm, peso 500-600 g) con sessisimili: il maschio è lievemente più mas-siccio e presenta lo sperone metatarsa-le ottuso; la colorazione dorsale è uni-formemente grigio-brunastra, mentrequella ventrale è bianca sulla gola, gri-gio-azzurra sul petto e cannella sulbasso ventre e sottocoda. È presenteun collare nero a margini netti che dal-la fronte, attraverso l’occhio, scende al-largandosi verso il petto. Le penne or-

namentali dei fianchi hanno ciascuna due barre trasversali nere che delimitano unafascia bianco-crema, una barra apicale sottile castana e una parte prossimale grigio-azzurrognola. Di importanza tassonomica per la distinzione dall’affine coturnice orien-tale Alectoris chukar (specie alloctona spesso introdotta tal quale o sotto forma diibridi d’allevamento con la coturnice nostrana a scopi di ripopolamento con finalitàvenatorie) è la colorazione nera delle redini (tratto compreso tra l’occhio e la basedel becco).

DDiissttrriibbuuzziioonneeÈ presente sulle Alpi, lungo gli Appennini, in Sicilia, sui Balcani, ed in Grecia con sot-tospecie diverse. Sulle Alpi sud-occidentali è nota l’esistenza di popolazioni naturaliibride di pernice rossa (Alectoris rufa rufa) con la coturnice alpina: un tempo de-scritte come specie a se stante (Caccabis labatiei Bouteille, 1843), gli individui di det-te popolazioni presentano caratteristiche morfologiche ed eco-etologiche intermediea quelle delle specie parentali. In Liguria, si colloca il limite sud-occidentale di distri-buzione della sottospecie alpina (A. g. saxatilis), limitata alla porzione nord-occiden-tale dell’Imperiese.

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CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaaddeellllaa ssppeecciieeHabitat: la sottospeciealpina colonizza le pra-terie ed i pascoli alpini(1.000-2.500 m) a pre-valenza di graminaceexerofile e arbusti nani,nei versanti ripidi asud con pietraie e roc-ce affioranti.Alimentazione: fitofa-ga, si ciba principal-mente di piante erbacee, germogli, gemme e foglie d’arbusti, frutti (bacche e drupe)e semi; i pulcini (ed in misura minore le femmine in periodo riproduttivo) si nutro-no soprattutto d’insetti (in particolare ortotteri, cosa che fanno anche gli adulti a fi-ne estate), ragni e gasteropodi.Fenologia: sedentaria, con erratismi altitudinali stagionali in relazione alla disponibili-tà alimentare.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooContrazione dell’habitat idoneo (riforestazione spontanea) per l’abbandono delle at-tività agro-pastorali montane (forse conseguenza della sua precedente espansione inaltitudine); modificazione dei sistemi di conduzione agricola e di allevamento del be-stiame; uso di pesticidi; bassa variabilità genetica delle popolazioni poco abbondantie distribuite in modo discontinuo; inquinamento genetico; rigori climatici invernali,sensibilità ad agenti patogeni; prelievo venatorio eccessivo e non correttamente ge-stito; disturbo antropico durante la nidificazione.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiIncentivazione del pascolo d’altura (opportunamente controllato onde mitigare il di-sturbo che il bestiame potrebbe arrecare alla specie soprattutto in periodo riprodut-tivo), sfalci o comunque controllo (anche con l’uso del fuoco) delle essenze erbaceeinfestanti con selezione positiva di quelle “energeticamente favorevoli” alla specie.Messa a coltura di piccoli appezzamenti di graminacee adatte (es. segale).Pianificazione su basi censuarie di prelievi proporzionati al successo riproduttivo an-nuale. Controllo del bracconaggio. Evitare l’immissione in natura di specie alloctone(coturnice orientale) o anche autoctone (pernice rossa), interfeconde con la coturni-ce onde evitarne rischi d’inquinamento genetico.Regolamentazione delle attività turistiche, escursionistiche, sportive e ricreative in am-bienti montani idonei alla specie.In alcune aree sia alpine che appenniniche sono stati attuati o ancora in corso inter-venti di reintroduzione.

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MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento primaverile (aprile-maggio) mattutino dei maschi territoriali al canto conil metodo del playback (stimolazione con emittenti sonore di richiami preregistratidella specie) in punti chiave lungo transetti precedentemente stabiliti, per la stima del-la densità pre-riproduttiva. Indici cinegetici d’abbondanza (agosto-ottobre), ma soprat-tutto censimenti tardo-estivi in battuta con l’ausilio del cane da ferma su aree cam-pione, per la stima della densità post-riproduttiva.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat idonei alla specie. Canto territoriale dei maschi in primavera ed al-tre emissioni sonore (soprattutto ai crepuscoli) anche in altri periodi dell’anno (par-ticolarmente in autunno). Reperimento di penne a seguito della muta (estate-inizioautunno) o di predazione ad opera di rapaci (spiumate) ed escrementi (tipici della co-turnice). Orme e siti di spollinamento (bagni di sabbia).

BBiibblliiooggrraaffiiaa

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AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Porzana porzana (Linnaeus, 1766)(Gruiformes Rallidae)

NNoommee ccoommuunnee Voltolino

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’al-legato I della Direttiva“Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 4 – stato di conser-vazione S.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeRallide di piccole dimensio-ni (lunghezza 22 cm, pesomedio 80 g) con piumag-gio superiormente bruno-olivastro, macchiettato dibianco, con il centro dellepenne nerastro; gola, collo epetto grigio-oliva screziatodi bianco; ventre brunastro

con macchie biancastre; fianchi barrati di bruno, nero e bianco; sottocoda fulvo; largo so-pracciglio grigio puntinato di bianco; becco verde con base rossastra; zampe verde oliva;iride bruna. La femmina ha generalmente un piumaggio più pallido, sovente più macchiet-tato di bianco sul sopracciglio e sulla gola, meno sulle parti dorsali e sui fianchi. I giovanipresentano colori più tenui rispetto agli adulti, con poche macchiettature bianche.

DDiissttrriibbuuzziioonneeNidifica in Europa e Russia (fino ai 95° di longitudine est) nella fascia compresa trai 40° ed i 65° nord. Sverna in Africa orientale (a sud dei 15° nord) e India. In Italianidifica in Valle Padana, nelle zone umide del litorale tosco-laziale, ed in alcuni sitidella costa adriatica centrale e meridionale e della Sicilia. In Liguria è rilevabile nel cor-so del periodo migratorio nelle principali aree umide delle quattro province.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: vegetazione ripariale e canneti lungo canali e corsi d’acqua, prati umidi.Alimentazione: onnivora, si ciba di foglie e semi di piante acquatiche, d’insetti, arac-nidi e molluschi.Fenologia: migratore scarso ma regolare.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooModificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri,periodica bruciatura dei canneti, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree

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lacustri con rimozionedella vegetazione ripa-riale, inquinamentodelle acque. Collisionenotturna con cavi ae-rei. Diffusione della nu-tria nei siti riprodutti-vi. Disturbo antropico:attività venatoria nellearee umide sede disvernamento, birdwat-ching, pesca sportiva.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migrato-rio. Tutelare detti ambienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mi-rata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi.Vigilare sul rispettodelle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuaremisure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento dirisorse trofiche.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooSpecie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. II. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

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SPANO’ S. & TRUFFI G., 1997 - Voltolino Porzana porzana (Linnaeus, 1766). In Spano’ S.,Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Ligu-ria, Genova: 90.

AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Porzana parva (Scopoli, 1769)(Gruiformes Rallidae)

NNoommee ccoommuunnee Schiribilla

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’al-legato I della Direttiva“Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 4 – stato di conser-vazione S (P).

IIddeennttiiffiiccaazziioonneePiccolo rallide (lunghezza 18cm,peso medio 90 g). Il ma-schio ha le parti superioribruno-oliva, con macchiescure al centro delle pennee piccole tacche bianche,poco numerose, sul dorso; ilcollo, i lati del capo e le par-ti inferiori sono grigio arde-

sia; la parte posteriore dei fianchi ed il sottocoda presentano barrature bianche e nere. Lafemmina presenta parti inferiori fulve e gola bianca. In entrambe i sessi il becco è verde conbase rossastra; le zampe sono verdi. I giovani hanno piumaggio simile a quello femminile.

DDiissttrriibbuuzziioonneeNidifica in Europa e Russia (fino agli 85° di longitudine est) nella fascia compresa trai 40° ed i 60° nord. Sverna in Africa orientale (tra i 15° nord e l’Equatore) Pakistaned India nord-occidentale. In Italia nidifica in Valle Padana e nelle zone umide del li-torale tosco-laziale. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle prin-cipali aree umide delle quattro province. In periodo di svernamento è stata segnalatanella media Val Bormida savonese.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: bordi di stagni con ricca vegetazione, paludi erbose, prati umidi.Alimentazione: onnivora, si ciba principalmente di semi di piante acquatiche e picco-li invertebrati (soprattutto insetti).Fenologia: migratrice regolare e parzialmente svernante.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooModificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri, pe-riodica bruciatura dei canneti, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree la-custri con rimozione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque. Collisione

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notturna con cavi aerei.Disturbo antropico: at-tività venatoria nellearee umide sede disvernamento, birdwat-ching, pesca sportiva.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaalliiuuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oommiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incre-mentare/ricreare glihabitat idonei alla sosta in periodo migratorio ed allo svernamento.Tutelare detti am-bienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mirata regolamentazionedelle attività/presenze umane negli stessi (es. interdizione alla caccia mediante l’alle-stimento di oasi ai sensi della L.R. 29/94).Vigilare sul rispetto delle norme per la sal-vaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitigazionedell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofiche.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooSpecie scarsamente presente in occasione dei passi non suscettibile di monitoraggio.Segnalazione di individui svernanti in habitat idonei.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1980 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. II. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

CAUSA A., 1997 - Schiribilla Porzana parva (Scopoli, 1769). In Spano’ S.,Truffi G. & Bur-lando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 91.

GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafi-che Amadeo, Imperia.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria,Genova.

AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758)(Charadriiformes Recurvirostridae)

NNoommee ccoommuunnee Cavaliere d’Italia

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’allegato I dellaDirettiva “Uccelli” (79/409/CEE).Non-SPEC – stato di conservazione S.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeCaratteristico ed inconfondibile limi-colo di medie dimensioni (lunghezza35-40 cm, apertura alare 67-83 cm,peso 160 g). Si distingue immediata-mente per le straordinariamente lun-ghe zampe rosso-rosate, il becco nerodiritto e la livrea bianca e nera con-trastante. In volo (che appare diritto eveloce) è riconoscibile per le ali scu-re, appuntite lunghe e strette, e pertenere il collo e le zampe distesi. Ilmaschio in abito invernale ha fronte etesta interamente bianche, nuca e ver-tice grigi o grigio scuro; la regionedorsale, dal mantello alle scapolari, le

remiganti e le copritrici alari sono nero lucente, con riflessi verdastri, il resto delcorpo è bianco. D’estate la nuca ed il vertice si rivestono di nero e le parti infe-riori assumono una tinta bianco-rosata. La femmina è simile al maschio in abito in-vernale, ma non presenta tracce di penne nere sulla nuca e le parti superiori scu-re sono brunastre opache. I giovani sono simili agli adulti in abito invernale, mahanno il capo con vertice, lati e nuca brunastri, con penne ad apice fulvo; ali ne-rastre, ma a colorazione smorta sfumata di fulvo; remiganti primarie e secondariebrune con apici bianchi.

DDiissttrriibbuuzziioonneePraticamente cosmopolita è presente con popolazioni stanziali lungo le coste paci-fiche dell’America settentrionale, nell’area del Golfo del Messico, in Centro e SudAmerica, nelle zone umide della regione biogeografica Paleotropicale, nel GolfoPersico, e nelle regioni Orientale ed Australiana. Nelle aree palustri settentrionalie centrali del Nord-America e nella regione Paleartica il cavaliere d’Italia è esclusi-vamente nidificante e le relative popolazioni migratrici svernano rispettivamentenelle regioni Neotropicale e Paleotropicale. In Italia nidifica in Valle Padana, nellezone lagunari del litorale tosco-laziale, in alcuni siti della costa adriatica centrale e

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meridionale, in Sarde-gna ed in Sicilia. In Li-guria è rilevabile nelcorso del periodo mi-gratorio nelle princi-pali aree umide dellequattro province.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaaddeellllaa ssppeecciieeHabitat: lagune salma-stre, prati umidi, marci-te, foci dei fiumi e cor-si d’acqua.Alimentazione: principalmente entomofaga; si ciba in prevalenza d’invertebrati acqua-tici, soprattutto insetti e loro larve, ma anche di anellidi, molluschi, piccoli pesci, uo-va e larve di anfibi.Fenologia: migratore regolare.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooModificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree pa-lustri, cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree lacustri con rimo-zione della vegetazione ripariale, inquinamento delle acque, uso di pesticidi or-ganoclorurati, variazioni improvvise del livello delle acque (fino al 10-20% nelleregioni settentrionali), cessazione delle attività in saline e zuccherifici. Siccità esti-va nei quartieri di nidificazione. Piogge persistenti nel periodo delle schiuse. Pro-blemi ambientali nelle aree africane di svernamento. Predazione di uova e pullida parte di cani vaganti, ricci, ratti, gabbiani reali e corvidi. Disturbo antropico:attività venatoria nelle aree umide sede di svernamento, birdwatching, pescasportiva.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migrato-rio. Tutelare detti ambienti dalle varie forme di disturbo antropico mediante una mi-rata regolamentazione delle attività/presenze umane negli stessi.Vigilare sul rispettodelle norme per la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuaremisure di mitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento dirisorse trofiche.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento primaverile (aprile-maggio) degli individui presenti negli habitat idoneialla sosta, mediante conteggio per osservazione diretta.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio.

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BBiibblliiooggrraaffiiaa

BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. III. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

MARANINI N. & TRUFFI G., 1983 – Passaggio precoce di Cavalieri d’Italia Himantopushimantopus in Liguria. Avifauna, 6: 276-277.

GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafi-che Amadeo, Imperia.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria,Genova.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1997 - Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus (Linnaeus,1758). In Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlante degli uccelli svernanti in Li-guria. Regione Liguria, Genova: 94.

TINARELLI R., 1990 – Risultati dell’indagine sul Cavaliere d’Italia Himantopus himanto-pus (Linnaeus, 1758). Ric. Biol. Selvaggina, 87: 1-102.

AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Recurvirostra avosetta Linnaeus, 1758(Charadriiformes Recurvirostridae)

NNoommee ccoommuunnee Avocetta

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (79/409/CEE). SPEC 4/3W – stato di conservazione L W.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeLimicolo di medio-grandidimensioni (lunghezzatotale 42-46 cm, aperturaalare 77-80 cm, peso320-400 g), appare in-confondibile per la livreabianca e nera contrastan-te ed il lungo becco ne-ro, appiattito e ricurvoverso l’alto. In volo (lentoe rettilineo) tiene le zam-pe completamente diste-se oltre l’estremità dellacoda, il collo leggermen-te raccolto e, vista dall’al-to, è evidente la colora-

zione nera delle scapolari, delle copritrici superiori primarie e delle remiganti pri-marie (che formano un triangolo nero alla punta dell’ala); dal basso è completa-mente bianca, salvo la punta delle ali nera. Il piumaggio è bianco candido, con unacalottina nera che interessa fronte, vertice, nuca e si estende alla parte posterioredel collo. La femmina è quasi uguale al maschio, ma con tinte meno brillanti, in cuile parti nere tendono al brunastro; le aree bianche dorsali, in inverno, acquistanosfumature grigiastre. I giovani, che assumono l’abito definitivo a circa due annid’età, hanno le ali a tinte nere sfumate di bruno, mentre la fronte, il vertice e lanuca sono grigi; il piumaggio inferiore è bianco, con la parte anteriore del colloed il petto grigio-cenerino.

DDiissttrriibbuuzziioonneeNidifica, con areale molto frammentato in tutta la regione Paleartica nella fascia tra i35° ed i 55° nord e sverna lungo le coste dell’Africa a sud del Sahara, Golfo Persi-co, Pakistan ed India nord-occidentale, Cina sud-orientale. Nella regione Afrotropica-le si trovano localizzate aree di nidificazione in cui la specie è stanziale. In Italia nidi-fica in Valle Padana, in alcuni siti della costa adriatica centrale e meridionale, in Sar-degna ed in Sicilia. In Liguria è rilevabile nel corso del periodo migratorio nelle prin-cipali aree umide delle quattro province.

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CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaaddeellllaa ssppeecciieeHabitat: lagune salma-stre, prati umidi, marci-te, litorali limo-sabbio-si, foci dei fiumi e cor-si d’acqua.Alimentazione: carni-vora, si ciba d’inverte-brati acquatici, ed inparticolare d’insetti,crostacei ed anellidi.Fenologia: migratriceregolare.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooModificazione-contrazione degli habitat idonei alla specie: bonifica delle aree palustri,cementificazione degli argini di corsi d’acqua ed aree lacustri con rimozione della ve-getazione ripariale, inquinamento delle acque. Innalzamento del livello delle acque inperiodo riproduttivo. Cessazione dell’attività estrattiva in saline. Saturnismo e conta-minazione da pesticidi organoclorurati. Predazione di uova e pulli da parte di ratti,cani e gatti randagi, gabbiani reali e corvidi. Collisione con cavi aerei delle linee elet-triche. Disturbo antropico: attività venatoria nelle zone umide sede di svernamento,birdwatching, pesca sportiva.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migrato-rio. Tutelare detti ambienti dal disturbo antropico mediante una mirata regolamenta-zione delle attività/presenze umane negli stessi.Vigilare sul rispetto delle norme perla salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure di mitiga-zione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorse trofi-che.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento primaverile (aprile-maggio) degli individui presenti negli habitat idoneialla sosta, mediante conteggio per osservazione diretta.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio.

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BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. III. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafi-che Amadeo, Imperia.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria,Genova.

TRUFFI G., 1998 – Specie riscontrate in periodo invernale in anni precedenti l’inchie-sta e attualmente non confermate. In: Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlan-te degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 225-229.

AAuuttoorree Loris Galli, Silvio Spanò

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Burhinus oedicnemus (Linnaeus, 1758)(Charadriiformes Burhinidae)

NNoommee ccoommuunnee Occhione

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’al-legato I della Direttiva“Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 3 – stato di conser-vazione V.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeÈ un grosso trampoliere(lunghezza totale 40-42cm, peso 430-480 g) astruttura massiccia. Il capoè arrotondato; le zampe,giallo-pallido, con unagrossa giuntura e con tresole dita; il piumaggio èbrunastro, tendente allo

smorto; gli occhi molto grandi, hanno l’iride gialla, mentre il becco è nero nella par-te apicale e giallo in quella basale. La testa presenta il vertice e la nuca fulvi a stria-ture scure, le redini e le guance fulvo chiaro, il sopracciglio bianco, una stria colorseppia sotto l’occhio ed un’altra stria nella zona auricolare e nei mustacchi che pre-sentano screziature seppia. Le parti superiori del mantello (nelle ultime penne) e lescapolari sono bruno-nerastre, ad orli fulvastri. Il groppone ed il sopraccoda sonogrigio-brunastri a striature nerastre e margini fulvi. La coda presenta le timonierecomplessivamente bruno-cenerine ad apici neri; nella parte sub-apicale è presente unabarratura bianca a tacche irregolari scure, mentre le timoniere esterne sono per lamaggior parte bianche ad apici neri. Il mento, la gola, il ventre e l’addome sono bian-chi, mentre il petto e la parte inferiore della gola sono chiari a striature brune. Il gio-vane è simile agli adulti, ma presenta striature delle parti dorsali più strette e piùsmorte; le copritrici primarie delle ali sono bianche nella parte apicale; la gola ed ilpetto hanno striature bruno-grigie più strette, l’iride giallo-ambrata.

DDiissttrriibbuuzziioonneeL’occhione è distribuito con varie sottospecie nidificanti in Europa centrale e meri-dionale, nell’Asia sud-occidentale e meridionale e in Africa settentrionale. Nel nostroPaese questa specie ormai è presente come nidificante sempre più scarsamente, ed èsempre più localizzata (Pianura Padana, Toscana, Puglia, Sardegna e Sicilia), a causa del-la graduale trasformazione delle zone adatte. In Liguria è avvistabile ai passi, seppurraramente, in tutte le zone idonee.

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CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaaddeellllaa ssppeecciieeHabitat: zone costierearide, aree aperte pie-trose, zone sabbiose edargillose, steppe.Alimentazione: carni-vora, si ciba principal-mente d’invertebrati(insetti, gasteropodi) epiccoli vertebrati terre-stri (lacertidi, anfibi,uova e piccoli uccelli).Fenologia: migratore regolare ed eccezionalmente svernante.

PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooContrazione-trasformazione delle aree idonee: trasformazioni nei sistemi colturali (usodei pesticidi e meccanizzazione), messa a coltura di zone costiere originariamente ari-de ed incolte (ricche di superfici a vegetazione pioniera o steppica), bonifica delle zo-ne marginali delle paludi e delle lagune salmastre, cementificazione dell’alveo dei cor-si d’acqua, distruzione degli ultimi “magredi” (terreni alluvionali grossolani e permea-bili, con rada vegetazione erbacea) e delle estese “grave” dei fiumi delle regioni pada-ne orientali, estrazione di ghiaia e inerti dai greti. Disturbo antropico: fuoristrada,escursionismo a piedi ed a cavallo, addestramento cani, etc. Uccisioni illegali e sac-cheggio-distruzione dei nidi.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migra-torio ed allo svernamento. Tutelare detti ambienti dalle possibili forme di disturboantropico mediante una mirata regolamentazione delle attività/presenze umane ne-gli stessi (es. interdizione dell’attività venatoria). Vigilare sul rispetto delle normeper la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure dimitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risor-se trofiche.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooCensimento primaverile (marzo-aprile) degli individui presenti negli habitat idonei al-la sosta, mediante conteggio per osservazione diretta. Eventuale segnalazione di casidi svernamento.

IInnddiiccaattoorrii ddii pprreesseennzzaaPresenza di habitat idonei alla sosta della specie in periodo migratorio (ed eventual-mente allo svernamento).

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BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. III. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafi-che Amadeo, Imperia.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria,Genova.

TRUFFI G., 1989 – Nidificazioni liguri note in letteratura ma non confermate. In: Aa.Vv. Atlante degli uccelli nidificanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 189-194.

TRUFFI G., 1998 – Specie riscontrate in periodo invernale in anni precedenti l’inchie-sta e attualmente non confermate. In: Spano’ S., Truffi G. & Burlando B. (cur). Atlan-te degli uccelli svernanti in Liguria. Regione Liguria, Genova: 225-229.

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NNoommee sscciieennttiiffiiccoo Glareola pratincola (Linnaeus, 1766)(Charadriiformes Glareolidae)

NNoommee ccoommuunnee Pernice di mare

LLiivveelllloo ddii pprrootteezziioonneeLa specie è inserita nell’al-legato I della Direttiva“Uccelli” (79/409/CEE).SPEC 3 – stato di conser-vazione E.

IIddeennttiiffiiccaazziioonneeUccello di aspetto “insoli-to”, che ricorda nellastruttura sia le rondini(più che altro in volo), siale sterne, pur differenzian-dosene nettamente. Partisuperiori bruno-oliva, par-ti inferiori fulvastre: ventrebianco, macchia crema alla

gola, sottilmente ma nettamente bordata di nero, che in inverno perde detto bordocosì ben distinto. Zampe nere e corte. Becco corto, leggermente curvato all’ingiù, ne-ro per la maggior parte e rosso alla base. Il giovane ha le penne delle parti superiorimiste di fulvo e bruno, il collaretto pettorale formato da penne brunastre, timonierecon macchie subterminali nerastre e basi bianche più larghe. Lunghezza totale 22 cm.

DDiissttrriibbuuzziioonneeNidifica in aree localizzate dell’Eurasia, dalla Penisola Iberica fino agli 80° di longitu-dine est in Russia e nella fascia latitudinale compresa tra i 30° ed i 50° nord. Svernain Africa centrale e meridionale ove sono presenti anche numerosi, sparsi siti di ni-dificazione. Nel nostro Paese questa specie è in declino come nidificante, ed apparesempre più localizzata (Laguna di Comacchio, Lago di Massaciuccoli, Saline di Mar-gherita di Savoia, principali sistemi palustri della Sardegna, Saline di Trapani e Bivieredi Gela in Sicilia) a causa della graduale trasformazione delle zone adatte. In Liguria èavvistabile ai passi, seppur raramente, in tutte le zone idonee.

CCeennnnii ssuullllaa bbiioollooggiiaa ddeellllaa ssppeecciieeHabitat: praterie, steppe a salicornie, lagune salmastre, paludi, spiagge, rive di fiumi elaghi.Alimentazione: entomofaga: si ciba soprattutto d’insetti ed in particolare coleotteried ortotteri.Fenologia: migratrice regolare.

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PPoossssiibbiillii mmiinnaaccccee ee ffaattttoorrii ddii rriisscchhiiooFattori di rischio per laspecie sono: contrazio-ne-trasformazione de-gli habitat nelle aree dinidificazione, uso dipesticidi, meccanizza-zione in agricoltura,variazioni del livellodelle acque, pascoloovino e bovino, abbat-timenti illegali, atti di

vandalismo nelle colonie, problemi ambientali nei quartieri africani di svernamento.

IInntteerrvveennttii ggeessttiioonnaallii uuttiillii ppeerr ccoonnsseerrvvaarree oo mmiigglliioorraarree lloo ssttaattuuss ddeellllee ppooppoollaazziioonnii llooccaalliiMantenere o incrementare/ricreare gli habitat idonei alla sosta in periodo migrato-rio. Tutelare detti ambienti dal disturbo antropico mediante una mirata regolamen-tazione delle attività/presenze umane negli stessi. Vigilare sul rispetto delle normeper la salvaguardia degli habitat e delle specie ad essi legate. Individuare misure dimitigazione dell’inquinamento degli ambienti utilizzati per il reperimento di risorsetrofiche.

MMeettooddii ddii mmoonniittoorraaggggiiooSpecie scarsamente presente in occasione della migrazione primaverile (marzo-mag-gio) non suscettibile di monitoraggio.

BBiibblliiooggrraaffiiaa

BRICHETTI P. & FRACASSO G., 2004 – Ornitologia italiana.Vol. 2. Tetraonidae-Scolopa-cidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.

CRAMP S. (Ed.), 1983 – The Birds of the Western Palearctic.Vol. III. Oxford Universi-ty Press, Oxford (UK).

GALLI L. & SPANÒ S., 2004 – Uccelli e Mammiferi di Liguria. Regione Liguria, Grafi-che Amadeo, Imperia.

SPANO’ S. & TRUFFI G., 1987 – Gli uccelli della Liguria occidentale. Regione Liguria,Genova.

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