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Giuliano Petrovich Politiche di cooperazione e solidarietà. L’Utopia di Thomas More e la moderna ricerca di realismo. No.01/NL/2011

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Giuliano Petrovich

Politiche di cooperazione e solidarietà. L’Utopia di Thomas More e la moderna

ricerca di realismo.

No.01/NL/2011

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Nota di Lavoro Dipart imento di Economia

Univers i tà Ca’ Foscar i Venezia No.01/NL/2011

Polit iche di cooperazione e sol idarietà. L’Utopia di Thomas More e la moderna r icerca di real ismo.

Giuliano Petrovich Università di Venezia

Abstract Questa nota si propone di r i leggere i l noto lavoro Utopia di Thomas More, tentando di connettere la sua rappresentazione del l ’economia ad alcuni aspett i del dibatt ito teorico più recente. Lo Stato, narrato da More, organizzava solidarist icamente produzione e distr ibuzione del la r icchezza. Cooperazione, sol idarietà, umanitarismo ed altruismo erano le basi di questa società. I numerosi esperimenti di sol idarietà, tuttavia, hanno dato risultat i eff imeri , indicando modell i astratt i . L’anal is i economica recente era stata dominata dal le teorie del mercato e dal la sua deregolamentazione. La cris i f inanziaria attuale invece ha riproposto anche alcuni aspetti et ici ed ha invocato norme più severe. Alcuni autori hanno offerto rif lessioni sulle regole per scoraggiare l ’eccessiva speculazione e l ’assunzione di r ischi smisurati . Sembra però diff ici le poter r inunciare a stimolare forti sol idarietà e cooperazioni tra Stati , categorie e soggett i . Parole Chiave: Solidarietà, cooperazione, umanitarismo, altruismo, More. Codici JEL: O11

Giuliano Petrovich Dipartimento di Economia

Università Ca’ Foscari di Venezia Cannaregio 873, Fondamenta S.Giobbe

30121 Venezia - Italia Telefono: (++39)041 2349190

Fax: (++39)041 2349176 e-mail: [email protected]

Le Note di Lavoro sono pubblicate a cura del Dipartimento di Economia dell’Università di Venezia. I lavori riflettono esclusivamente le opinioni degli autori e non impegnano la responsabilità del Dipartimento. Le Note di Lavoro vogliono promuovere la circolazione di studi ancora preliminari e incompleti, per suscitare commenti critici e suggerimenti. Si richiede di tener conto della natura provvisoria dei lavori per eventuali citazioni o per ogni altro uso.

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“Dio mi conceda la sereni tà di acce t tare l e cose che non posso cambiare ,

i l coraggio di cambiare l e cose che posso cambiare , e la saggezza per capirne la di f f erenza”

Epitteto, La regola d’oro della fel icità.

1. - Rif less ioni introdutt ive .

La ricerca di un “umanesimo saggio” ha indotto autorevoli

f i losofi a r iconsiderare i l problema delle relazioni tra soggett i1.

La scienza economica, con le cris i f inanziarie, ha voluto

riconsiderare le teorie dominanti ed i loro fondamenti et ici2.

Indispensabile è sembrato poter capire quello che real ist icamente

non si sarebbe potuto far cambiare nei comportamenti degl i

operatori e quel lo che invece con determinazione andava fatto

cambiare introducendo nuove regole. Occorreva soprattutto

capire la differenza tra le due possibi l i tà , per non i l ludersi in

utopie normative, ma anche per real izzare le condizioni attuabil i .

Questo lavoro si propone di r ichiamare alcuni elementi del

complesso rapporto tra f inal i tà del singolo e f inal i tà degl i altr i

individui in ordine al l ’organizzazione dei rapporti social i3. Si

inizia r icordando i l noto lavoro Utopia di Thomas More4, che

immaginava uno Stato ideale, dove la sol idarietà e la

1 L’aspetto re l ig ioso è s ta to esa l ta to da a lcuni s tud ios i , ignorato o resp into da a l t r i . Tra i numeros i contr ibut i s i possono r ich iamare i lavor i d i Bar th, Von Ba l thazar , Habermas, Scola . 2 Petrovich 2005, Petrovich 2010. 3 Petrovich , 1996, 2011. 4 Introduzione d i Ba ld in i in Moro, 2000.

3

collaborazione erano atteggiamenti quasi spontanei e normali ,

molto apprezzati tra gl i abitanti . Si tenta, in seguito, di

connettere la rappresentazione del l ’economia offerta da More ad

alcuni aspett i del dibatt ito teorico più recente. In diverse epoche

storiche le ist i tuzioni civi l i hanno esplorato le diverse

spiegazioni del le origini di uno Stato, come regolatore del la

convivenza, come mediatore tra preferenze individual i e

collett ive, come soggetto con autonome final ità difensive

esterne. Alcuni studiosi avevano severamente crit icato le

possibi l i tà ed i l imiti del la fase storica attuale, r i levando carenze

e distorsioni del settore pubblico. Gli incontri annuali dei nobel

a Venezia dal l ’ inizio del nuovo mil lennio, avevano segnalato

problemi ed interpretazioni crit iche che investivano le ist i tuzioni

in affanno, le normative distratte e le strabil ianti invenzioni

del l ’ ingegneria f inanziaria5. Dist inguendo tra sol idarietà e

cooperazione si r icercano successivamente riferimenti e crit iche

al la convinzione, a lungo dominante, che non vi possano essere

l ibertà civi l i senza un mercato assolutamente l ibero e che vada

però cercata una collaborazione tra Stati , anche oltre le

convenienze nazional i . Egoismo e altruismo, competizione e

collaborazione, norme vincolanti e l ibertà di mercato restano

contrapposizioni ed oggetto di r ipensamento nel la scienza

economica anche dopo le utopie del lo Stato ideale narrato da

More.

5 Petrovich , 2010.

4

2.- Un model lo r inasc imentale di so l idarie tà e cooperazione : l ’Utopia di

Thomas More .

Tra le numerose r icerche di una società ideale, pensata o sognata

come modello, i l lavoro di Thomas Moore è certamente tra i più

studiati ed original i6. Se si inserisce nel f i lone classico del la

r icerca di uno Stato come modello perfetto, s i discosta dal la più

celebre Repubbl i ca di Platone per una sensibi l i tà in parte diversa.

Lo Stato ideale di Platone sarebbe “aristocratico, verticist ico,

mil i tar ista”, mentre quello di Moro si presenterebbe come

“egual itar io, democratico, pacif ista”7. Sarebbe inoltre i l ruolo

del la famigl ia ed in parte del l ’educazione dei f igl i , a dist inguere i

due modell i 8. Lo Stato di Platone sostituirebbe in parte la

famigl ia, mentre quel lo di More assegnerebbe a questa un valore

centrale come nucleo del la società.

I l valore principale di quest’opera, tuttavia, forse consiste nel

6 L ’ed iz ione de l secondo l ibro de l l ’Utop ia , che r iporta la t raduzione d i Ortens io d i Lando, de l 1548 s tampata a Venez ia , curata e r iproposta da Ba ld in i , ne l la sua presentaz ione de l l ’ ed iz ione de l 2000 r ich iama un’affermazione d i F irpo. LUtop ia sarebbe un l ibro che avrebbe “ inc iso su l la s tor ia de l mondo”, proponendo una v is ione da “r i formatore impotente” , che par la a l l e cosc ienze “pr ima che a i conquistator i” . I l t i to lo t radotto da d i Lando per i l secondo capi to lo è “Di que l par lamento che fece Raffae l lo Hyt lodeo de l ’ot t imo stato de l la republ ica Utopiense per Tomaso Moro, c i t tad ino e v isconte d i Londra”, mentre i l t i to lo completo de l l ’opera sarebbe per a l t re t raduzioni “Re laz ione de l l ’ecce l lent iss imo Raffae le I t lodeo su l la mig l ior forma d i Repubbl ica per opera de l l ’ i l lus t re Tommaso Moro c i t tad ino e v isconte d i Londra”. Introduzione d i Ba ld ini a Moro, 2000. 7 Introduzione d i Isnard i Parente a Moro, 2006, XIV. 8 “Lungi da l l ’ abol i re la famig l ia , Moro fonda la sua c i t tà su d i una sorta d i patr iarca l i smo cui non sono estrane i r icord i de l la pr imit iva soc ie tà romana”, Ib , XX.

5

tentar di comporre le “buone leggi” con la “l ibertà del l ’uomo”9.

I l fondamento del le relazioni umane per More sembra doversi

basare soprattutto su una spontanea collaborazione tra cittadini ,

non su leggi che abbiano i l potere di “forzare le virtù”. Forse per

questa ragione la storia del la repubblica di Utopia, raccontata da

It lodeo, ha una valenza radicale ( in quanto coinvolge la l ibertà

del le coscienze), ma anche utopist ica (perché ipotizza un uomo

del tutto particolare). La dimensione crist iana del l ’autore, per

quanto discussa e controversa10, s i trova a proporre

comportamenti di “solidarietà come amore verso i l prossimo”,

ma anche di real ist ica constatazione che la fragi l i tà umana

contrasta con i comportamenti effett ivi non sempre eroicamente

coerenti11.

2.- La cr i t i ca al la soc ie tà ing lese de l ‘500 ed Utopia come Stato model lo .

Nel primo capitolo, forse scritto almeno in parte dopo i l

secondo, si r iporta un dialogo tra Raffaele It lodeo, Pietro Gil les

e Tommaso Moro. In questo incontro tra i tre, s i st igmatizzano

le condizioni del lo società inglese, che apparivano deteriorarsi

9 Ba ld in i e Isnard i Parente r icordano i numeros i autor i che propongono uno Stato idea le ne l lo s tesso per iodo e t ra quest i Tommaso Campane l la . 10 “Quest ’opera è s tata interpretata in p iù modi , e i l Moro è cos ì d i vo l ta in vol ta apparso come l ’a ra ldo de l comunismo (per i marx is t i ) , come i l propugnatore de l l ’ imper ia l i smo br i tannico (per g l i s tor ic is t i tedeschi) , come i l d i fensore de l l ibera l ismo, come un soc io logo cr i s t iano”. Introduzione d i Ba ld in i a Moro, 2006, 19 . 11Secondo una rag ionevole e persona le interpretaz ione de l Vangelo, non es i s terebbe un “peccatore” in grado d i non potere essere redento e non es i s terebbe un santo, l ibero da l peccato ed in grado d i res is tere a tu t te le tentazioni . Ne sarebbero esempi da un la to la Maddalena e da l l ’a l t ro lo s tesso apostolo Pietro.

6

rapidamente per le recinzioni del le terre, l ’esproprio dei campi e

l ’accrescersi del la pastorizia a danno del l ’agricoltura. La

criminal ità, in quei tempi, andava aumentando ed andavano

moltipl icandosi i furt i , nonostante fossero spietatamente

condannati con la pena di morte. La pena capitale, però, appariva

ai tre convenuti , un castigo sproporzionato. Soprattutto si

r ivelava inefficace in quanto non scoraggiava i l fenomeno ma

anzi lo al imentava, perché non rimuoveva le cause ma tentava

r imedi repressivi poco incisivi12. Le leggi avrebbero dovuto

comprendere e r imuovere le cause dei furt i piuttosto che

ricorrere a tanta severi tà nella repressione del le colpe. La crit ica

dei tre interlocutori investe quindi l ’organizzazione del la

proprietà e la distr ibuzione del le r isorse natural i e dei loro frutt i .

Durissime tuttavia appaiono le crit iche a quel le persone ricche, i l

cui comportamento egoista e vorace sarebbe la principale causa

di disordini e di tragedie nel la società.

Le ragioni del deterioramento sociale sono considerate

principalmente però di t ipo morale. Sono i comportamenti

perversi a causare tragedie ed a r icercare del le strutture che

rinforzano e tutelano questi catt ivi comportamenti . L’origine è

antropologica, le strutture sono un effetto e una concausa.

I l secondo l ibro del l ’Utopia di Thomas More r iporta i l racconto di

Imeneo del lo Stato di Utopia, come organizzazione perfetta di

12 La le t teratura ing lese racconta spesso i l paradosso de l la d if fus ione de i borsegg i propr io verso i l pubbl ico che ass is teva a l la pubbl ica esecuz ione d i un condannato per furto .

7

rapporti social i . Forse da questo racconto si potrebbero

selezionare almeno tre tipi di sol idarietà sottol ineate.

3.- Sol idarie tà e co l laborazione pac i f i ca tra Utopia e g l i a l tr i Stat i .

Il primo tipo di sol idarietà potrebbe venir individuato dai

rapporti internazional i . Qui scambi e mercati , buone relazioni e

commerci sono considerati molto positivamente.

I l dato sorprendente è che i l modello del lo Stato di Utopia viene

ampliato anche nei rapporti internazional i . Si impegna un

commercio internazionale pacif ico, fondato su “buoni costumi”

piuttosto su del le leggi o degl i accordi internazionali eff icaci .

Sarebbero la buona coscienza e la virtù a regolare le scelte

perché esisterebbe una sensibi l i tà comune che cerca “gl i uomini

da bene per accomodarsene”, così come si pigl iano “gli uomini

malvagi per servirsene a la guerra”13. La guerra è ammessa come

difesa dei confini o “per l iberare da la t irannia e servitù qualche

misero popolo”, e “se sono maltrattati o calunniati i mercanti di

Utopia al l ’estero” 14. Tuttavia è considerata “sommamente in

abominazione … come cosa da animali ….. e la gloria

conquistata in guerra è cosa biasimevole”15.

Le controversie internazional i vengono risolte prel iminarmente

con trattat ive, con offerte di pace, perfino con i l r icorso a

13 Moro, 2000, 80. 14 Ib, 77. 15 Iv i .

8

corruzione ed attentati16. Se i l confl i tto diventasse inevitabi le, i l

r icorso è a truppe mercenarie, “perché niuno è mandato fuori a

guerra mal suo grado”17. Le mogli vengono incitate a “seguire i

marit i” con “figl i e altr i loro prossimi”. I cittadini che invece

“spontaneamente vogliono mil itare”, vengono accontentati . Se si

r ivelano poi poco adatt i , vengono inviat i in marina, perché

“l ’uomo timido, oltre che non si porterà vir i lmente, darà t imore

agl i altr i”18, quindi almeno nel la nave non gl i sarà possibi le

fuggire.

4.- Sol idarie tà e co l laborazione tra i c i t tadini di Utopia.

Il secondo tipo di sol idarietà r iguarda i rapporti economici del

paese al suo interno. Qui i l mercato è abolito. I l senso

altruist ico, fondato sul disinteresse materiale, offrirebbe una

solidarietà piena e perfetta. Infatt i se “…altrove si ragiona

veramente del publico commodo, ma si attende al part icolare. In

questa da dovero si mira al bene publico, lasciando al tutto da

parte ogni proprio uti le”19. La ragione sarebbe proprio

l ’organizzazione economica, che avviene attraverso un sistema di

produzione ed accumulo dei beni prodotti in magazzini pubblici ,

16 “Perc iò promettono, e a t tendono poi con effet to, non so lamente gran somma d’oro , ma ez iand io grandi rend ite in luochi secur i apo g l i amic i . Questa foggia d i apprezzare e marcare i l n imico, b ias imato apo le a l t re naz ioni , e r ipudia to d i an imo v i le e crude le , apo loro è tenuta per g lor iosa impresa , r iputandos i in questa prudent i , che forniscano guerre grandiss ime senza venire a conf l i t to , e p ietos i , perché con la morte d i pochi sa lvano la v i ta d i mol t i…”. Ib , 79 . 17 Ib, 81. 18 Iv i . 19 Ib, 93.

9

dove ognuno può andar a prelevare l ’occorrente senza bisogno di

pagare. Non c’è proprietà privata, né prezzi di scambio, né

risparmio soggett ivo. L’effetto sarebbe che “niuno teme di patire

…. nè vi è alcun povero, e quantunque niuno posseda in

particolare, tutti sono nel publico ricchi , perché veramente, non

avendo pensieri cerca l ’acquistare particolarmente, menano l ieta

vita con animo tranquil lo”20. La mancanza di “cupidigia del

denaro” evita “molestie e sceleragini”

La struttura produttiva portante è l ’agricoltura, che si organizza

in un sistema di lavoro diffuso per sei ore al giorno, con servi e

abitanti . Vi sono persone dispensate per età, malattia , incarichi

special i . I pasti sono comuni e sobri , come modesti e pratici

debbono essere i vestit i (uno per abitante), che possono venir

sostituit i ogni due anni. I prodotti vengono stipati appunto in

magazzini dove chi ha bisogno può venir a prelevare senza

pagare. Sono ammessi scambi di mercato con l ’estero, ma non

scambi merce contro denaro al l ’ interno. Non si tengono gioiel l i ,

né denaro, né metal l i preziosi se non per commercio con altre

nazioni.

I l sistema di relazioni proposte quindi r if iuta i l mercato

al l ’ interno del lo Stato di Utopia, mentre si accettava un mercato

con l ’estero, tra Utopia e gl i altr i paesi .

20 Inol t re “Non s tanno in af fanno de l loro v ivere , non sono con d imande cont inue da l le mogl i t ravag l ia t i , non temono che i f ig l iuol i impover iscano, né d i indotare la f ig l iuola s tanno in pens iero” . Ib , 93.

10

Questa strana asimmetria di rappresentazione deriva appunto da

una real ist ica accettazione di motivi economici e motivi et ici per

la sol idarietà tra i cittadini di Utopia.

5.- Sol idarie tà ne l la rappresentanza e ne l l ’ e serc izio de l potere in Utopia.

I l terzo t ipo di sol idarietà è quel la del potere. L’organizzazione

polit ica, civi le e culturale appare tutta prevista e regolamentata

spontaneamente. Le città sono 54, “… grandi e magnifiche, ….

niuna brama di ampliare i suoi confini …..”21. Le famigl ie sono

composte da almeno 40 persone ed i loro componenti s i danno i

turni tra residenza campestre e cittadina. I f igl i sono al massimo

14 per famigl ia e vengono redistr ibuiti e mandati in altre famigl ie

se sono in numero maggiore. Le rappresentanze o “magistrat i”

sono: i l “sifogranto o f i larco”, ogni trenta famigl ie; i l “traniboro

o protofi larco” ogni dieci s if igrami; i l “principe” votato dai 200

fi larchi tra i quattro proposti dal popolo di una data zona. Gli

incarichi sono votati e r innovati annualmente. Fa eccezione i l

vert ice supremo “i l principe”, che viene eletto a vita,

paradossalmente nonostante i l t i tolo, a capo del la Repubblica. Le

consultazioni con i cittadini sono continue e i l compito dei

magistrat i è “capire i problemi ed appianare le controversie”. La

cultura è affidata ai s ingoli attraverso le letture nel tempo l ibero,

l ’educazione dei fanciul l i viene affidata ai sacerdoti . Le opinioni

personal i e rel igiose sono l ibere e tutte ugualmente tol lerate.

21 Ib, 32.

11

Ogni setta rel igiosa anzi è accettata con uguale dignità. I l dio di

r iferimento è chiamato Mytra, ma viene r iconosciuto solo come

un vocabolo che indica genericamente la divinità. Solo l ’ateismo

viene ritenuto deplorevole. E’ prevista inoltre una qualche forma

di l i turgia, di templi e di preghiera- incontro comune.

In generosa sintesi , s i potrebbero indicare le forme di questa

ideale sol idarietà che governa la città di Utopia in almeno sei

fattori . Anzitutto la predisposizione, quasi naturale, di agire per

i l bene degl i altr i ( l ’a ltruismo); la f iducia nel le persone preposte a

raccogliere ed ad interpretare le preferenze dei cittadini ( la

democrazia) ; l ’attenzione agl i anziani come portatori di saggezza

(una forma di umanitarismo); la r iprovazione sociale per i

comportamenti autoreferenzial i ( la sol idarietà sociale) ; la

struttura integrata per gruppi del la produzione e del la

distr ibuzione dei beni ( la cooperazione); la mancanza di incentivi

ad accumulare r isorse o beni propri ( lo scarso interesse per le

r icchezze material i ) .

Forse si dovrebbe aggiungere un altro fattore fondamentale dal

punto di vista economico: la mancanza di scarsità. I l paradiso

terrestre assume infatt i come assioma necessario l ’abbondanza di

beni a disposizione. La non competizione per l ’accesso ai beni

viene meno se questi sono in quantità tale da poter soddisfare

bisogni o aspirazioni dei s ingoli senza costo. Forse la

conseguenza è anche la disposizione verso i l prossimo come

proprio simile da aiutare piuttosto che come rivale da

12

combattere. Questi fattori sono certo compatibi l i con i l modello

di Moro, che in parte sembra averl i presenti e l i cita, ma proprio

per questo, necessariamente l i accantona.

6.- Alcuni trat t i del lo sv i luppo teor i co de l l ’ e conomia tra Stato e mercato .

Si potrebbe affermare che i passaggi verso l ’economia classica ed

i lavori dal XVIII° secolo in poi sono legati ad una svolta

anal it ica fondamentale. Si potrebbe constatare che si passa dal la

definizione antropologica dell ’uomo, del le sue final i tà e del

concetto di bene a quello del la misura del valore dei beni stessi .

L’economia tenta quindi di l iberarsi dal la f i losofia, che la

col locava come parte del la polit ica e questa del l ’et ica. La ricerca

di s istemarsi come scienza autonoma passa al la r icerca “non di

ciò che vale in assoluto, ma di quanto può valere un singolo

bene, al l ’ interno di determinate ipotesi”. I l valore,

semplif icatamente espresso dal prezzo, può infatti esser fatto

derivare dal la scarsità, dal costo di produzione, dal le preferenze

del consumatore, dal le strategie d’ impresa, dal l ’equil ibrio tra

domanda ed offerta di un mercato o da molti altr i fattori ancora

tra i qual i la tecnologia e le ist ituzioni. L’ ipotesi del tornaconto

individuale come obiett ivo del l ’agente economico era apparsa f in

dal l ’ inizio una semplif icazione eccessiva, ma forse più real ist ica

di altre. Tra “voler perdere denaro o volerne guadagnare”, la

seconda strategia appariva un’approssimazione certamente più

plausibi le del la realtà.

13

Altre ipotesi come l ’ informazione perfetta e la l ibertà di

comportamento erano meno real ist iche ma venivano assunte

inizialmente come altrettanto comode22.

Anche lo Stato, che si formava con le grandi monarchie nazionali

del cinque e seicento, ha potuto esser misurato su di un modello

che fosse in grado di r ispondere ad alcune final ità real ist iche e

probabil i . Nel tentar di del ineare i compiti ideal i del l ’autorità, ed

i vari t ipi di composizione tra le f inal ità dei soggett i , le loro

preferenze e la l ibertà di scelta, l ’economia, com’è ampiamente

noto, ha cercato - nel l ’età moderna - varie r isposte teoriche23.

La sintesi più completa, per decenni accettata come convincente,

s i potrebbe senz’altro considerare la classif icazione di Atkinson-

Stigl i tz, che uti l izza ed integra le funzioni del la teoria del

benessere nel del ineare, la scala di l ibertà del cittadino tra lo

Stato minimale di Nozik e quel lo assoluto24.

La catalogazione dei compiti dei governi appare compatibi le con

le teorie contrattual iste, dove lo Stato, autorità “ordinante”,

parte da un patto sociale, che rif lette la convenienza dei cittadini

“ordinati”. Viene crit icata tuttavia per ampliarsi e comprendere

anche le formulazioni dei teorici del la giustizia, del lo Stato

minimale-anarchico e quel l i del lo Stato etico.

22 Al la base de i due pr inc ip i de l l ’economia de l benessere queste vers ioni sempl i f icate portavano a l la conclus ione che la mig l ior rea l izzazione de l la e ff ic ienza paret iana , ven iva megl io ragg iunta con i l mercato concorrenzia le . La l iber tà de l l ’ agente ben informato, veniva quind i indicata come la mig l ior condiz ione per rea l izzare le sue preferenze . Petrovich, Rizz i , 1995, 76-78. 23 Petrovich , 1996. 24 Atk inson, St ig l i tz , 1980, St ig l i tz , 2007.

14

La tecnica usata parte dal le funzioni di uti l i tà dei singoli e dal le

variabi l i in esse introdotte per considerare preferenze individual i ,

beni pubblici ed esternal ità.

I l primo ed i l secondo teorema del l ’economia del benessere,

combinavano le preferenze dei soggett i , espresse da funzioni di

uti l i tà , sotto le ipotesi di perfetta informazione, l ibertà di

comportamento, assenza di beni pubblici ed esternal ità e

razionalità economica tradizionalmente considerata come

tornaconto soggett ivo25. In conclusione si dimostrava che per

conseguire l ’ott imo paretiano l ’ ist i tuzione migl iore (f irst best)

sarebbe stata i l mercato di perfetta concorrenza. Eventuali

modifiche tra le diverse situazioni ottimali possibi l i (second

best) dovevano avvenire attraverso trasferimenti del la dotazioni

inizial i 26.

Com’è noto, le cr it iche r ivolte sono state di due t ipi . Le prime

hanno attaccato la coerenza interna del teorema, le seconde la

r istrettezza del le ipotesi . Sen ed Arrow hanno dimostrato la

presenza di impossibi l i tà di pervenire ad una composizione degli

obiettivi dei singoli individui in caso di contrasto di f inal i tà . La

l ibertà di comportamento da sola non real izza con certezza la

soddisfazione di tutt i . Non esiste, in altr i termini , una funzione

25 La s intes i è s tata notor iamente a t taccata su l le conc lus ioni da Sen ed Arrow con i teoremi de l l ’ imposs ib i l i tà e de l l ’ imposs ib i l i tà de l l iber is ta paret iano. Le ipotes i sono s tate r imosse con le es tens ioni de l le teor ie de l le as immetr ie informat ive , de i beni mer i tor i e de l le es terna l i tà , de l concet to s tesso d i raz iona l i tà . Petrovich, Rizzi , 1995, 83 . 26 I l passaggio t ra F irs t Best e Second Best è cons iderabi le un compromesso tra e ff ic ienza ed equità . S i potrebbe r i leggere come una qualche forma d i rea l i s t ica so l idar ie tà . Ib, 102.

15

di scelta sociale (social value function) in grado di comporre tra

loro le f inal i tà dei singoli . Inoltre Sen, Kahneman ed altr i hanno

crit icato appunto l ’uso del concetto di uti l i tà come criterio di

valutazione del benessere (categoria più ampia di tornaconto). Le

motivazioni del l ’agire umano (prasseologia) dovrebbero

comprendere un più ampio concetto di motivazioni come la

r icerca di un buon vivere (well-being e non solo welfare), i l gusto

del dominio sugl i a ltr i o come la grande aspirazione al la fel icità27.

Le teorie del l ’ informazione asimmetrica inoltre hanno dimostrato

che la l ibertà di mercato può non real izzare l ’ott imo del le

preferenze degli operatori , se esistono posizioni differenti di

conoscenza dei fenomeni. Nei casi di selezione avversa (adverse

selection) e di azzardo morale (moral hazard), l ’agente-operatore

con maggiori notizie può trarre in inganno l ’altro agente-

operatore meno informato28. Buona parte del s istema sanitario,

dove spesso le conoscenze non sono simmetriche, è sottoposta a

questo rischio. Per l ’azzardo morale, i l comportamento di

copertura del r ischio, potrebbe paradossalmente causare maggior

probabil i tà di incuria e fal l imento29. I l salvataggio f inanziario e

gl i stessi prestit i erogati a società o paesi poco affidabil i ,

corrono i l r ischio di stimolare paradossalmente i l paese ad

27 Sen, 2006, Kahneman, 2007. 28 Ci tat i ss imo, per la se lez ione avversa , è i l caso de l r ivenditore d i macchine usate , che ha convenienza a vendere la macchina d i minor va lore mi l lantando qua l i tà ines is tent i , perché conosce la s tor ia de l ve ico lo , mentre l ’ acquirente potenz ia le non ne è de l tut to informato. Lo scambio volontar io ne l mercato non rea l izza quindi l ’e f fet t ivo interesse de i contraent i . 29 Viene c i ta to i l caso d i un ass icurato, che coperto da l contrat to può r idurre la d i l igenza di curare l ’oggetto de l contrat to , consc io che l ’ass icuratore non può control lar lo de l tut to.

16

attenuare gl i interventi di r isanamento, se questo si convince che

comunque sarà aiutato anche in futuro. I l mercato con l ibere

contrattazioni non è più la garanzia di conseguimento del l ivel lo

di soddisfazione più elevata del le preferenze dei contraenti

( l ’ott imo paretiano)30.

Le controcritiche più note sono partite negl i ultimi decenni

dal l ’anal isi del le aspettat ive razionali . Queste hanno spostato nel

medio periodo la convinzione di poter percepire e correggere gl i

errori s istematici di previsione. Ovviamente è stato ri levato che

non si perviene al le condizioni di s icuro ott imo, ma almeno si

evitano gl i errori r ipetuti .

Gli svi luppi più recenti hanno riproposto la teoria dei giochi,

come ricerca del le condizioni dominanti ed emergenti da una

interazione di mosse tra agenti . I giochi cooperativi e non

cooperativi hanno offerto del le soluzioni e del le strategie di

comportamento. L’evoluzione del le tecniche di analis i è stata

poderosa, ma non sempre l ’al ta sofisticazione formale ha aiutato

la teoria a percepire i fenomeni più importanti ed in alcuni casi i

più al larmanti31. Le vicende più recenti dal la metà del primo

decennio del nuovo mil lennio, però, sembra aver trovato molti

contrast i tra i diversi teorici e molta soddisfazione per quel la

30 S t ig l i tz , 2007. 31 Le cr i t iche r iguarderebbero l ’eccesso d i pubbl icaz ioni , i l cambiamento prodotto da l le nuove tecniche ed i tor ia l i , l ’uso e l ’ abuso de l la l ingua ing lese , l a matemat ica , ma soprat tut to le numerose t rasformazioni de i temi c lass ic i de l l ’ economia (monopol i , innovaz ioni tecnolog iche , mercato de l l avoro, protez ionismo, domanda aggregata , e t ica e ver i tà , egoismo ed a l t ru ismo) , Magnani , 2009.

17

parte degl i studiosi , anche prestigiosi premi nobel , che avevano

previsto i l fenomeno e avevano espresso riserve32.

7.- Un commento saggio ed i ronico : I ta lo Magnani .

Tra i numerosi r ipensamenti forse r isaltano i r ichiami più decisi

al le esperienze del la cooperazione mancata, del le norme

insufficienti , del la maggior vigi lanza invocata, ma soprattutto

del le motivazioni più profonde del l ’agire umano. Tra i r ichiami

di scarsa etica, r idotto altruismo, solidarietà troppo vaga, teorie

troppo radical i andrebbe ricordata in modo part icolare proprio la

relazione tra questi atteggiamenti : cooperazione, solidarietà,

umanitarismo, altruismo33.

Magnani r ipercorre con vivacità di esempi (le cooperative, i

movimenti umanitari del periodo giol itt iano, i l volontariato, le

ONLUS) e colt i r iferimenti al la letteratura dei classici

(Democrito, Erodoto, Tucidide, Ovidio, Dante, Hobbes, Locke,

Leopardi , Croce, i Vangel i…), alcuni scarsi r isultat i di esperienze

di “sol idarietà”.

La partenza è una garbata crit ica al l ibro di Fazio34, che apre una

rif lessione ad ampio spettro sul l ’uti l izzo del l ’ ipotesi di egoismo

come premessa del l ’anal is i neoclassica. La conclusione è che

debbano venir r imosse le ipotesi , s ia di egoismo sia di altruismo

32 Sarebbe bana le r icordare Krugman e St ig l i tz . I l dato interessante però è i l l argo ant ic ipo con i l qua le queste prev is ioni erano s tate fat te e le polemiche che avevano segna la to i l confronto t ra i premi nobel neg l i loro incontr i a Venezia . Petrovich, 2005. 33 Magnani , 2009, cap 1-12 . 34 Faz io, 2006.

18

come irr inunciabil i , perché “la scienza economica non è costruita

né sul l ’Egoismo (e neanche sul l ’altruismo)”35.

Le argomentazioni avvengono su tre piani di osservazioni.

La prima precisazione è la definizione stessa dei termini usati per

esprimere gl i atteggiamenti egoistici ed altruist ici . I rapporti tra

et ica ed economia, r ichiamati da Fazio come fondanti , sarebbero

tutt i da approfondire. Si r if iuta infatt i l ’ interpretazione

del l ’egoismo come indispensabile caratterist ica del la razional ità

economica. La rassegna dei classici e dei moderni porta Magnani

a dist inguere tra razionalità, come scelta di efficienza, e

l ’egoismo come perseguimento di obiett ivi miopi per ottenere un

tornaconto immediato. La teoria di Smith appare quindi

compatibi le con una definizione del mercato dove la razional ità

degl i operatori non coincide con un rozzo egoismo per ottenre

r isultat i immediati .

La seconda precisazione riprende le relazioni tra economia e

premesse etiche nel le diverse teorie e nel le numerose casistiche

che a tal i fondamenti s i sono richiamate. I l concetto di

“altruismo” viene demistif icato r ipercorrendo gl i esempi storici ,

soprattutto riferit i inizialmente al l ’età giol itt iana, al le esperienze

“del l ’umanitarismo borghese”, al la coesione “del l ’umanitarismo

del proletariato”, al lo stesso supposto “altruismo” dei successivi

regimi democratici , dove i l voto è l ’unica espressione di

35 Magnani , 2009, 148-149.

19

valutazione per i l benessere collett ivo36. Lo “stato etico” con le

sue imposizioni di valori col lett ivi e del l ’”altruismo di Stato”,

non riuscirebbe a sfuggire al la relazione governanti-contribuenti-

beneficiari . La crit ica di Magnani sottol inea che i “governanti

eserciterebbero l ’altruismo con soldi del lo Stato, quindi senza

sacrif ici propri . I contribuenti eserciterebbero l ’altruismo per

obblighi imposti , non per scelta l ibera. I «beneficiari

del l ’altruismo altrui» , sarebbero favorevoli solo nel caso di poter

sfuggire ad ogni futuro sacrif icio”37.

La terza precisazione affronta i l tema più r i levante del concetto

di solidarietà: la distr ibuzione delle r icchezze. Magnani r iporta

una rassegna del tema più rappresentativo del la sol idarietà,

partendo dal la crit ica al la teoria di Pareto ed al la successiva

letteratura del la f inanza pubblica38. Originale e bri l lante r isulta l

quesito se i poveri s iano “una diseconomia esterna dei r icchi” o

viceversa “i r icchi una diseconomia esterna dei poveri”. Magnani

sembra concludere che la presenza di r icchi e poveri tende

reciprocamente a complicare le possibi l i tà di crescita di un

sistema39. La sol idarietà come cooperazione e redistr ibuzione

del le dotazioni ed al largamento del le possibi l i tà sembra

decisamente suggestiva.

36 Ib, cap 15, 130-135. 37 Ib, cap 16, 137- 140. 38 Ib, cap 18, 153-175. 39 La controvers ia non è cer to nuova ma r iprende i l ques i to d i Kaldor , Romer , Aghion ed a l t r i sug l i e f fe t t i de l le d isuguagl ianze ne l la cresc i ta economica .

20

8.- Sol idarie ta’ e cooperazione : qualche r i f er imento al la cr i s i attuale .

In realtà i termini ed i concetti sembrano confondersi in quanto

può esistere una cooperazione molto egoistica e una sol idarietà

molto paternal ist ica40. La non coincidenza dei termini stessi di

cooperazione, so l idarietà, umanitarismo, al truismo può essere oggetto

di equivoci , perché potrebbe spiegarsi come legame tra alcuni

soggett i prevalentemente per la loro convivenza interna e la

difesa esterna da altr i soggett i (sol idarietà sociale)41. L’evoluzione

di questi rapporti dal la cooperazione per la sopravvivenza nel la

società agricola, al confl itto nel la società industriale

registrerebbe una crescente lotta per la competizione.

Si aprirebbe i l contrasto tra sol idarietà “fra di noi” e confl itto

“verso gl i altr i” (sol idarietà bivalente)42. L’evoluzione del la

struttura economica da agricola ad industriale introdurrebbe la

concorrenza e una diversa forma di solidarietà funzionale a

vantaggi reciproci . Lo Stato sociale e la democrazia avrebbero

fornito nel secolo precedente ulteriori motivi per organizzare la

solidarietà intorno ad uno scambio tra pace sociale e

redistr ibuzione del benessere con vantaggi reciproci del le

40 I l s ign if ica to de l termine “sol idar ietà” potrebbe venir sp iegato in termini d ivers i . Se i l contesto è g iur id ico, la so l idar ie tà sarebbe “un legame forte che unisce f ra loro persone d iverse”. In questo senso “ la so l idar ie tà “ sarebbe connessa a l la “responsabi l i tà” . Sarpe l lon, 2009, 10-11 . 41 S i r icorda a ta l propos i to l ’ apologo d i Menenio Agr ippa , dove “ la so l idar ie tà non e l imina la contrappos iz ione né i l conf l i t to” , i l legame der iverebbe da la convivenza s tessa e da i ruol i compenetrat i e rec iproc i . Può però comportare una as immetr ia d i vantagg i e d i poter i , Ib , 12-13. 42 I l passagg io da l le forme d i comprens ione concord ia de l la “comunità” de l modo pre industr ia le d i Toennies e l a “soc ietà complessa” ma organica de l mondo industr ia le d i Durkhe im s i ind iv iduerebbero due t ip i d i so l idar ie tà . Quel la “spontanea a l t ru is t ica” e que l la “st rumenta le egoista” . Sarpe l lon , 2009, 15-18.

21

coal izioni dei poveri e dei r icchi . Sarebbe tuttavia ancora una

“solidarietà debole” perché ogni soggetto, in una società

complessa ed a maggioranza di classe media, r isponde a più

legami (per i diversi ruol i svolti) ed a più interessi (con confl itt i

di sol idarietà)43.

Resterebbe fuori contrasto solo “l ’altruismo puro”.

La crisi attuale, tra le molte interpretazioni e i diversi

suggerimenti fornit i per r idare corsa al lo svi luppo, ha r ivisto in

modo radicale i l valore del la cooperazione tra Stati . Si sono

suggerite polit iche economiche coordinate ed aiuti consistenti ai

paesi ed ai s istemi f inanziari in maggior diff icoltà44. I r ischi di

r isposte protezionist iche e l ’avvio al le reciproche ritorsioni è

stata la prima preoccupazione di tutte le organizzazioni

economiche internazionali45. I l dibattito non si è quindi r idotto

al la possibi l i tà di una f ine del processo di global izzazione, ma sul

versante opposto su quanto si dovesse aiutare s ituazioni di

diff icoltà di uno Stato, di un sistema finanziario, di uno strato

sociale.

La strategia accettata è stata quella di tentare una risposta

tecnica, che si traducesse in una strategia di intervento favorendo

43 Ib, 21. 44 S i possono confrontare le re laz ion i annual i de l la Banca de i regolament i internaz iona l i , de l l ’OCDE, de l Fondo Monetar io Internaz iona le , de l la Banca d ’I ta l i a ed i var i bol le t t in i de l l ’Unione Monetar ia Europea e deg l i organismi precedentemente c i ta t i . 45 Appare ev idente che tut te queste organizzaz ioni sovranaziona l i , in quanto nate per lo sv i luppo de l le re laz ioni t ra economie d i Sta t i d ivers i , sentano quindi come pr inc ipa le compito que l lo d i favor ire l ’ integraz ione de i s is temi economic i e d i r i f iutare le ch iusure naz iona l is t iche .

22

anzitutto una ripresa del s istema finanziario, successivamente

del le imprese e del l ’occupazione, ed infine dei poteri d’acquisto46.

I l r icorso al le tradizional i funzioni di scelta pone tuttavia un

insanabile contrasto tra le eventual i strategie di r ipresa.

Quando ogni Stato opera per i l proprio successo economico

mirando al breve periodo, diff ici lmente si possono avviare

misure cooperative efficaci ed ottenere risultat i vantaggiosi per

tutt i . D’altra parte uno Stato ideale, con assoluta priorità al la

solidarietà ed al l ’altruismo, potrebbe esigere un risultato

fortemente egualitario, ma a scarsa efficienza e a bassa r icchezza.

Lo stesso problema si r ipropone tra crescita ed inflazione, se

esiste un trade off tra i due obiett ivi .

Le complicazioni appaiono oggett ive e le scelte, proprio per

questo, r isultano diff ici l i e r ischiose.

9.- La r i cerca di un nuovo punto di partenza.

Allo stato attuale degl i svi luppi teorici , sembra che la possibi l i tà

di cooperazione tra Stati e tra componenti di una società

nazionale, implichi la presenza nel la sua funzione del le

preferenze soggettive degl i operatori (Stat i in part icolare) di

variabi l i indicanti dei valor i qual i la sol idarie tà e l ’a l truismo verso i l

46 L ’ intervento de l Governatore de l la Banca d ’ I ta l i a a l l ’Assemblea Ordinar ia de i Par tec ipant i ne l maggio de l 2008, r iportava ne l le conclus ioni f ina l i l a preoccupazione d i “sa lvare” pr ior i tar iamente le banche, success ivamente le imprese e l ’occupaz ione, inf ine ev i tare l ’ inf laz ione . Gl i e f fe t t i hanno f inora dato r isu l tat i parz ia l i , r i spet to ag l i obiet t iv i propost i , tut tavia è s ta to sot to l ineato negl i intervent i success iv i che i fa l l iment i a catena ver i f icat i s i ne l la cr i s i de l 1929 non s i sono f inora rea l izzat i .

23

pross imo . Lo scontro sul la misura del la sol idarietà possibi le ed

efficace tra soggett i , categorie e Stati , s i r iporta al l ivel lo di

sacrif ici uti l i ed al r ischio di “azzardo morale”47. La cooperazione

possibi le inoltre dovrebbe venire estesa a tutt i gl i agenti ,

evitando gruppi con obiettivi di contrastare i r isultat i posit ivi

degl i altr i . I l r ischio potrebbe essere altr imenti quel lo di violare

le ipotesi poste al la base del teorema dell ’ impossibi l i tà di

Arrow48.

Per questo la sol idarietà e la cooperazione restano una grande

opportunità, ma anche un rischio che potrebbe riportare utopie.

Per la stessa ragione la cris i attuale può essere una fase di

“svolta” economica e politica, ma ugualmente l ’ inizio di una fase

di contrasti crescenti .

Lo sforzo di trovare soluzioni possibi l i è certamente riproposto

con chiarezza e real ismo in molti interventi scientif ici e

giornal ist ici . Se ne indicano tre di recente esposizione al

momento del la stesura di questa nota. Due riportano le posizioni

del la Banca d’Ital ia, una del la Chiesa cattol ica.

La posizione del la Banca d’Ital ia viene ripresa dal l ’audizione del

30 agosto 2011 di Ignazio Visco al le Commissioni r iunite del

Senato e del la Camera sul DL 13/08/2011 n138 e dalla lezione

magistrale di Anna Maria Tarantola i l 30 settembre 2011 in

47 Nel pr imo caso sarebbe vano t rovare una compos iz ione d i obiet t iv i e sacr i f ic i ut i l i , ne l secondo caso s i fomenterebbero i rresponsabi l i t à anz iché scoragg iar le . Petrovich , 1996. 48 Petrovich , 1995, 83.

24

occasione del l ’apertura del l ’Anno Accademico del la Facoltà di

Diritto Canonico del Marcianum49.

La posizione del la Chiesa Cattol ica è stata espressa dal recente

documento del Pontif icio Consigl io del la Giustizia e della Pace50.

I due primi interventi sono prevalentemente operativi . Auspicano

una cooperazione capace di comporre f inal ità al l ’ interno di uno

Stato, tra categorie e soggett i , indicando riforme e normative

opportune. Si potrebbe constatare che indicano una “solidarietà

basata sul l ’et ica del le buone norme”.

La Tarantola, in particolare, dist ingue tra etica come

“comportamenti corrett i” ed etica come “preferenza per scelte di

contenuto altruist ico”51. Affrontando i l primo signif icato

riprende le crit iche teoriche sui l imiti del mercato (market

fai lure). L’ incentivo a comportamenti corrett i passerebbe

attraverso nuove norme in grado di favorire la trasparenza

(offrendo agl i investitori f inanziari maggior consapevolezza dei

r ischi), la formazione di “capitale sociale” (che comprende

l ’ insieme di f iducia tra le persone e r ispetto per gli operatori di

“buona fama di onestà”), l ’ott ica dei premi ed incentivi nel lungo

periodo e non nel breve (che offra valutazioni serie del la

governance del le imprese e non solo manipolazioni per ostentare

successi effimeri) , le possibi l i tà di accedere al credito anche per

gl i investimenti innovativi (per gl i operatori che introducono

49 Taranto la , 2011; Visco, 2011. 50Pont if ic io Cons ig l io de l la Giust iz ia e de l la Pace , 2011. 51 Taranto la , 2011, 1 .

25

nuovi prodotti o processi) , la r iduzione dei costi di transazione

(che al lontanano i mercati real i dal mercato ideale del la perfetta

efficienza), in sintesi “un sistema di incentivi che comportino

benefici per i comportamenti corrett i e costi associat i a quel l i

opportunist ici”52. Concretamente le polit iche f inanziarie

dovrebbero aiutare la f inanza etica, attraverso le numerose

ist ituzioni, e gl i agenti che assumono comportamenti altruist ici .

Incentivi e disincentivi normativi vengono così integrati da

polit iche specif iche a favore di ist i tuzioni particolari .

I l secondo contributo ripercorre le intuizioni del l ’encicl ica

Populorum Progressio , r ipresa dal la Cari tas in Veri tate , sul valore ed

i l imiti di una progressiva interdipendenza tra nazioni ed i r ischi

di una l iberal izzazione dei mercati senza opportune regole. Le

dinamiche positive sarebbero legate al le grandi innovazioni

tecniche ed agl i straordinari progressi economici . Le

preoccupazioni sarebbero legate ad una persistenza del le

disuguaglianze tra popoli e tra gruppi social i al l ’ interno di un

popolo. I l r i l ievo più forte tuttavia è al la prevalente attenzione ai

problemi del benessere materiale sottostimando i valori del la

persona, con uti l i tarismo egoist ico ed ott ica esclusivista53. La

crisi f inanziaria nascerebbe quindi da errori tecnici , ma anche da

“l ’ ideologia del l iberismo senza regole e l ’ ideologia uti l i tar ist ica”

e quindi sarebbe prima di tutto di natura morale, oltre che

52 Ib 12. 53 Pont i f ic io Cons ig l io de l la Giust iz ia e de l la Pace , 2011, 3-4 .

26

ideologica54. Si suggerisce pertanto una cooperazione

internazionale che arrivi gradatamente e con saggio real ismo ad

una auspicabile Autorità, legittimata da un processo di

concertazione e partecipazione progressivo55. I principi ispiratori

dovrebbero essere la sol idarietà e la sussidiar ietà f ino a pervenire

al la costruzione di una Banca Mondiale, con poteri di Banca

centrale di tutto i l paineta. La “solidarietà controllata da un

buon governo mondiale” r ichiede, quindi, buone norme, ma

anche controllo sostanziale dei comportamenti effett ivi .

La compatibi l i tà tra le due anal is i è vasta e le analogie tra i

suggerimenti sono molte. Entrambe appaiono preoccupate di

evitare visioni di pura utopia, scadendo nel moral ismo banale.

Le diff icoltà del la fase economica attuale vengono inoltre

valutate come gravi ma superabil i ed imputate ad un eccesso di

speculazione finanziaria fuori controllo.

Una qualche differenza tuttavia è percepibile nel la prevalente

preoccupazione di pervenire a regole che accolgano la logica del

mercato nel primo caso, mentre vi è maggior attenzione al le

condizioni social i internazionali in peggioramento nel secondo56.

I l problema del la giustizia assume un nuovo connotato: la

r iduzione del le disparità non solo tra paesi , ma tra categorie e

54 Ib, 4-5 . 55 Ib,7 . 56 I l caso d i p iena accog l ienza d i un mercato der iverebbe da l l ’ accogl ienza d i una funz ione d i sce l ta soc ia le pare to-compat ib i le , che accolga le preferenze de l le funzioni d i benessere soggett ive , mentre la presenza d i va lor i e t ic i , impost i autor i tar iamente da un sogget to super iore , comporta una d iversa funzione d i sce l ta soc ia le , ind icata da una funzione d i benessere col le t t ivo . Petrovich, Rizz i , 1995.

27

persone anche al l ’ interno dei paesi più r icchi . Temi questi che

sono stat i r ipetuti in più Encicliche social i . Senza un governo

mondiale, molti interventi di uno Stato nazionale sarebbero di

scarsa eff icacia in un contesto di economia internazionalizzata

s ia per i l proprio equil ibrio interno che per quel lo esterno57.

L’equil ibrio tra comportamenti real ist ici e utopie sperate viene in

entrambi i casi affrontato con suggerimenti concreti e con molta

saggezza.

APPENDICE.

Una rappresentazione formale de i cas i di co l laborazione, so l idarieta ’ ,

umanitarismo, al truismo.

Dal punto di vista formale, si potrebbero reinterpretare i termini

di cooperazione , so l idarie tà, umanitar ismo ed al truismo recuperando le

indicazioni formali del la teoria del le scelte applicate al le funzioni

di benessere del consumatore, opportunamente riformulate.

Si indichi la funzione di benessere del soggetto i , con (Wi) , e

venga fatta dipendere dal l ’uti l i tà (Ur) dei vari N beni disponibil i

(r=1,2…N) nel momento t . Le scelte del soggetto i per acquisire

i l paniere di beni e servizi i [X1, X2, …Xr….XN]t , s ia fatto

dipendere, come nella formulazione classica, dal vettore dei

prezzi |p1, p2 , ….pr…pN| e dal la somma disponibi le per la spesa

al tempo t indicata con iMt. 57 S i potrebbe osservare che s i accolgono qui le indicaz ioni d i St ig l i tz St i lg i tz , 2010.

28

La funzione di benessere di un al tro generico soggetto j , dipenda

a sua volta dal l ’uti l i tà (Ur) dei vari N beni disponibil i (r=1,2…N)

al tempo t. La scelta del paniere acquistabile j [X1, X2,

…Xr….XN]t venga fatta derivare ancora dal vettore dei prezzi

|p1, p2, ….pr…pN|e dal la somma jMt disponibile per la spesa.

Le preferenze siano quindi espresse da:

Wi = Wi(U1, U2, ….Ur…UN) [1]

Wj = Wj(U1, U2, ….Ur…UN) [2]

Le derivate parzial i prime siano tutte posit ive.

I due panieri s iano indicati come stato di natura A dove si

intende:

A:{i [X1, X2, …Xr….XN]t ; j [X1, X2, …Xr….XN]t } = SA [3]

Con analoga costruzione si definisca lo stato di natura B dove

B:{ i [X*1, X*2, …X*r….X*N] t ; j [X*1, X*2, …X*r….X*N] t}= SB [4]

Si definisca cooperazione posit iva quando le scelte di i sono

compatibi l i con l ’uti l i tà (Uj) assegnata al l ’a ltro generico soggetto

j , pur mantenendo i due soggett i del le funzioni di benessere

differenti ed indipendenti .

Se lo stato di natura B, ottenuto con un comportamento

cooperativo tra i due, comporta un paniere SB a maggior

benessere di quel lo di SA per entrambi i soggett i i e j :

Wi (SBi)> Wi (SAi) [5]

Wj (SBj)> Wj (SAj) [6]

Si ottiene un migl ioramento paretiano per entrambi i soggett i e

quindi, per la teoria tradizionale, una convenienza al la

29

collaborazione, anche se le preferenze sono diverse. Questo è i l

caso forse applicabile a molte organizzazioni internazional i che

richiedono l ’unanimità dei consensi per prendere determinate

decisioni. Criter i non paretiani ( in particolare Benthamiani e

Rawlsiani) possono non garantire lo stesso risultato.

Nel caso di so l idarie tà la funzione di benessere di i deve

contenere degl i elementi del t ipo Uj. Si del inea quindi i l caso di

W°i = W°i(U1, U2, …. Ur …..Uj r …UN) [1a]

W°j = W°j(U1, U2, ….Ur… Ui r ….UN) [2a]

La crescita del benessere di j (W°j) per un Uj r comporta un

aumento del benessere di i (W°i) . Assumendo come criterio di

valutazione collettivo la funzione benthamiana (WB= W°i + W°j) ,

se l ’agire congiunto dei due soggett i i e j per le proprie funzioni

W°i e W°j comporta un aumento di WB, nel passaggio dal lo stato

di natura A che comporta un paniere SA a quello B che comporta

un paniere SB. Sia al lora WB (SB) > WB (SA) con

W°i(SB) + W°j(SB) > W°i(SA) + W°j(SA) [7]

Allora la col laborazione può del inearsi posit iva perché i l

migl ioramento totale potrebbe venir garantito anche nel caso di

compensazioni tra vantaggi e svantaggi dei due soggetti , uno dei

qual i potrebbe avere una riduzione di benessere. Questo

potrebbe rif lettere l ’ ipotesi di un sistema di t ipo sovrano che

accetta sacrif ici di alcuni soggetti in vista del vantaggio superiore

del la collett ività e quindi con un soldo totale positivo per la

collett ività considerata come soggetto aggregato.

30

Nel caso di umanitar ismo l ’assunzione sia legata al migl ioramento

del soggetto più sfavorito (sia per ipotesi j ) e quindi potrebbe

essere la funzione rawlsiana (data WR= max [min W’]) i l cr iterio

di valutazione del la bontà del la col laborazione. Si vuole cioè

aumentare al massimo i l benessere di j (max [W’ j ]) con un nuovo

paniere SBj . La rinuncia a benefici da parte dell ’al tro soggetto i

che deve accettare un paniere più povero SBi può essere anche

ri levante. I l f ine che conta è i l più r icco paniere SBj per i l

soggetto meno ricco che migl iora i l proprio benessere W’j (SBj)

f ino al massimo possibi le. E’ i l caso degl i interventi a favore di

un soggetto in diff icoltà (ad es un paese j) , anche senza alcun

beneficio ma anzi con una perdita per l ’a ltro soggetto ( l ’a ltro

paese i) .

Nel caso di al truismo infine i l benessere di un soggetto ( i) può

venire a dipendere integralmente dal benessere di un altro

soggetto (j ) , ma non è l ’unico criterio di col laborazione: s i

potrebbe arrivare al l ’estremo di inserire valori diversi dai

semplici beni material i .

Le “funzioni di benessere” assumono un signif icato molto più

ampio assimilabi le a quel lo di “preferenze”, come obiett ivi

desiderati . Questo approccio apre la via anche a criteri

puramente etici , ispirat i a valori anche diversi dal le uti l i tà

puramente material i . Entrambi i soggett i possono accogliere

valori di t ipo ideale non legati ad alcun tornaconto (V).

31

W*i = W*i(U1, U2, …. Ur…UN,V) [1b]

W*j = Wj *(U1, U2, ….Ur….UN,V) [2b]

Le scelte dei soggeti per SAVi, SAVj , SBVi , SBVj, diventano

molto più complesse da definire, ma forse molto più incisive se

real ist iche ed applicabil i quando vengono individuate con

opportuna saggezza.

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