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5. - GEOCHIMICA DI BASE DELLE ACQUE DELLA VALLE DELL'ARNO 5.1. - STUDI PREGRESSI Con lo scopo di fornire, secondo gli autori, “un quadro conoscitivo sullo stato globale dell’Arno, specie sui rapporti di interazione fra acque fluenti, carica solida, bio- sfera e agenti antropici”, la prima indagine geochimica complessiva, a scala di bacino sulle acque superfi- ciali dell'Arno, è stata condotta da BENCINI & MALESANI (1993). Successivamente, a questo set di dati geochimici di base sono stati prodotti, da La RUFFA & P ANICHI (2000) e CORTECCI et alii (2002), anche ricerche di natura isotopica, ricoprendo un lasso di tempo tra il 1988 e il 1997. Sulla base dell'incremento di salinità e del cam- biamento del chimismo lungo il corso del fiume, gli 42 NISI B. - VASELLI O. - BUCCIANTI A - MINISSALE A. - DELGADO HUERTAS A. - TASSI F. - MONTEGROSSI G.

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5. - GEOCHIMICA DI BASE DELLE ACQUEDELLA VALLE DELL'ARNO

5.1. - STUDI PREGRESSI

Con lo scopo di fornire, secondo gli autori, “unquadro conoscitivo sullo stato globale dell’Arno, specie suirapporti di interazione fra acque fluenti, carica solida, bio-sfera e agenti antropici”, la prima indagine geochimicacomplessiva, a scala di bacino sulle acque superfi-ciali dell'Arno, è stata condotta da BENCINI &MALESANI (1993). Successivamente, a questo set didati geochimici di base sono stati prodotti, da LaRUFFA & PANICHI (2000) e CORTECCI et alii (2002),anche ricerche di natura isotopica, ricoprendo unlasso di tempo tra il 1988 e il 1997.

Sulla base dell'incremento di salinità e del cam-biamento del chimismo lungo il corso del fiume, gli

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Autori sopradetti identificano facies bicarbonato-alcalino terrose per le acque appartenenti al sotto-bacino del Casentino mentre, all'ingresso delValdarno Superiore, in corrispondenza dell'immis-sione del Canale della Chiana, le acque dell'Arnotendono ad assumere composizioni più solfato-alcalino terrose, caratteristica questa che si accen-tua nel Valdarno Medio. In corrispondenza delValdarno Inferiore, gli apporti in successione delBisenzio e dell'Ombrone prima, e del Canale diUsciana poi, determinano un'ulteriore modifica delchimismo verso facies clorurato-sodiche. A partireda circa 25 km dalla foce, infine, le acque dell'Arnomostrano un deciso aumento di salinità e dellacomponente clorurato-sodica, dovuta all'ingressodiretto sul fondo dell'alveo di acqua di mare.

BENCINI & MALESANI (1993) hanno anche ana-lizzato la composizione mineralogico-petrograficadei sedimenti fluviali di fondo (stream sediments)dell'Arno, mostrando come la concentrazione e ladistribuzione di alcuni metalli (Cu, Pb, Zn, Ni, Cre Mn) sia in accordo con i tenori medi naturali deisedimenti fluviali ed il linea con la loro mobilitàgeochimica. Inoltre, sugli stream sediments campio-nati, questi autori hanno evidenziato, tramiteprove di cessione, che le concentrazioni dei metal-li pesanti rilasciati in soluzione sono addiritturainferiori a quelle attese per processi di solubilizza-zione e trasporto in condizioni "normali". Tale"incongruenza" viene spiegata dagli Autori comedovuta a processi di adsorbimento, da parte dellasostanza organica presente nel carico solido e nellavegetazione algale e riparia, particolarmente attivanel tratto di fiume compreso tra Firenze e Empoli.

Infine, gli stessi Autori, correlando i parametrichimici misurati con le portate del fiume, valuta-no un trasporto solido in soluzione pari a circa1/3 del trasporto solido totale, a cui corrisponde-rebbe un'erosione media, all'interno del bacino, di0.12 kg/m2/anno, mentre al trasporto in sospen-sione, responsabile dei restanti 2/3, è attribuibileun'erosione media di 0.25 kg/cm2 per anno.

Circa dieci anni dopo questa prima indaginecomplessiva delle acque dell'Arno, LA RUFFA &PANICHI (2000) hanno studiato, anche su base sta-gionale, le composizioni e le variazioni isotopichedel δ18O e del δ2H lungo l'asta fluviale. Com'eraprevedibile, nel periodo estivo questi Autorihanno evidenziato come siano le acque isotopica-mente più pesanti a prevalere con valori del δ18Oprossimi a -5‰ e di δ2H vicini a -35‰, mentre lepiogge autunnali, isotopicamente più leggere,influendo sia sulla ricarica delle falde che soprat-tutto sull'alimentazione diretta del fiume perruscellamento, spostano mediamente la composi-zione isotopica verso valori più bassi. Le piogge

invernali, provenienti prevalentemente da pertur-bazioni atlantiche, sono ancor più impoverite inisotopi pesanti e quindi affette da un marcato fra-zionamento continentale. Queste, scorrendo rapi-damente verso il fiume, con le falde ormai sature,modificano ancor più la composizione isotopicaverso valori bassi (δ18O medio invernale: -7.6‰).In altre parole, l'aumento della portata del fiume èaccompagnato da un impoverimento in isotopipesanti. A tale riguardo, ulteriori informazioniverranno fornite nel capitolo VII sulla base deidati ottenuti nel presente studio.

CORTECCI et alii (2002), sulla base della compo-sizione isotopica dello solfo nello ione solfato insoluzione è [δ34S(SO4

2-)], hanno mostrato unmarcato progressivo incremento di δ34S(SO4

2-)nelle acque dell'Arno, dalla sorgente (-10‰ a 12.5km dalla sorgente) alla foce (9.6-16.3‰ a 239 kmdalla sorgente), con valori mediamente più bassiper le acque campionate in luglio rispetto a quelledi novembre. L'origine dello ione solfato, isotopi-camente leggero nei tributari delle aree sorgive delbacino, viene attribuita da questi autori, a proces-si di ossidazione della pirite contenuta nelle roccesedimentarie del Casentino, mentre l'arrivo inArno delle acque dell'Elsa e dell'Era, i tributari coimaggiori contenuti di solfato evaporatico messi-niano (δ34S=+19.4-23.5‰ Saline di Volterra) etriassico (δ34S=+14.6‰), sposterebbe la compo-sizione dello solfo verso valori decisamente piùpositivi (CORTECCI et alii, 2007). D'altro canto, peri tributari Usciana, Ombrone e Bisenzio (δ34S =6.47-7.7‰) viene riconosciuto anche un contri-buto isotopico pesante dello ione solfato, di origi-ne antropica, associato probabilmente a Na2SO4,largamente utilizzato in questa zona dall'industriatessile. Infine, una possibile origine dei solfati dafertilizzanti viene ipotizzata dagli Autori per spie-gare sia gli alti valori di δ34S (5.0‰), sia dei solfa-ti in generale (117 mg/L), rinvenuti nel Canaledella Chiana nel Luglio 1997.

Infine, a completezza del quadro riassuntivoriguardante gli studi pregressi effettuati a scala dibacino sulla Valle dell'Arno, DINELLI et alii (2005)hanno svolto indagini sulle sorgenti degli elemen-ti in tracce e maggiori dei sedimenti fluviali. Subase geochimica gli Autori indicano che le carat-teristiche dei sedimenti riflettono principalmenteun'origine chimica e mineralogica dipendentedelle litologie presenti nel bacino e, subordinata-mente, da un contributo antropico, per lo piùlocalizzato in prossimità delle aree industrializza-te, dove sono stati riscontrati valori elevati di Cr(250-790 mg/kg), Cu (90-213 mg/kg), Zn (230-1054 mg/kg) e Pb (50-98 mg/kg). Inoltre i datichimici dei sedimenti indicano una maggior varia-

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bilità nei tributari rispetto a quanto riscontrato nelFiume Arno, il quale tende ad agire, come atteso,da “contenitore omogeneizzante”.

5.2. - CLASSIFICAZIONE GEOCHIMICA DELLE ACQUE

Tutti i dati analitici ottenuti nel presente studioper le acque del Bacino dell'Arno sono riportati inAppendice (Tabelle A-H). Le concentrazioni dellespecie maggiori (Ca2+, Mg2+, Na+, K+, HCO3

-,SO4

2- e Cl-), minori (Br-, B, F- e SiO2), azotate(NH4

+, NO2- e NO3

-), nonché i valori della TDSsono riportati in mg/L, mentre gli elementi intraccia sono in μg/L. Sulla base dell'appartenenzaal relativo sottobacino, i campioni sono stati sigla-ti con i suffissi: "CA" (Casentino), "CH"(Valdichiana), "SI" (Sieve), "VAS" (ValdarnoSuperiore), "VAM" (Valdarno Medio) e "VAI"(Valdarno Inferiore); essi sono poi seguiti danumeri cardinali se rappresentativi di tributari, oda numeri romani se appartenenti al Fiume Arno.Nel caso dei fiumi Greve, Pesa e Sieve, è stata uti-lizzata una notazione diversa dalla precedente, edil numero del campione è qui preceduto dalle sigle"GR …", "PE …" e "SI …".

L'evoluzione della composizione chimica delleacque del Bacino dell'Arno, dalla sorgente allafoce, può essere illustrata seguendo il modelloproposto da Gibbs (1970). L'assunto teorico sucui tale modello si basa è che la composizione chi-mica dei fiumi sia determinata, essenzialmente,dall'azione di tre processi distinti: i) alimentazionediretta da precipitazioni atmosferiche; ii) processidi interazione acqua/roccia e iii) fenomeni di eva-porazione/precipitazione. Egli verificò questa ipo-tesi di lavoro confrontando la salinità (TDS) delleacque fluviali con il rapporto Na+/(Na++Ca2+),osservando poi come la distribuzione dei valori deimaggiori fiumi mondiali fosse inclusa, nel relativodiagramma di correlazione, all'interno di un'area aforma di “boomerang” (fig. 14).

La porzione inferiore destra del “boomerang”contiene quei fiumi dove la componente meteori-ca è prevalente e, quindi, fiumi caratterizzati dabassa salinità ed alto rapporto Na+/(Na++Ca2+).Con il procedere dell'azione dei processi d'intera-zione acqua-roccia, lungo il cammino dei fiumi,salinità e concentrazione dello ione Ca2+ tendonoad aumentare, sia per la progressiva dissoluzionedella componente carbonatica dei suoli, sia perl'azione dei batteri con l'ossidazione degli acidiorganici. Questi processi comportano un decre-mento del rapporto Na+/(Na++Ca2+) che trova ilsuo minimo nella parte centrale del “boomerang”(processi di interazione acqua-roccia prevalenti)

di figura 14. Successivamente, ed eventualmente,gli effetti evaporativi ed i processi di rimozione diCaCO3 per precipitazione chimica in condizionidi saturazione provocano un'inversione di ten-denza nell'andamento descritto in precedenza, ele acque fluviali si spostano nel diagramma difigura 14 verso valori più elevati di TDS e diNa+/(Na++Ca2+), assumendo una connotazioneNa-alcalina, sempre più prossima a quella delleacque salmastre o marine. Queste ultime, sidispongono decisamente a destra nella porzionesuperiore del “boomerang” con alte salinità e altirapporti Na+/(Na++Ca2+).

Nel diagramma di Gibbs (fig. 14), le acque delBacino dell'Arno si posizionano in un settore diacque aventi caratteristiche compatibili con unapredominanza di processi d'interazione acqua-roc-cia, caratterizzati da rapporti Na+/(Na++Ca2+)compresi fra 0.1 e 0.4, e valori di TDS fino a 1000

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Fig. 14- Diagramma di Gibbs: TDS (in mg/L) vs. Na+/(Na++Ca2+), perle acque di scorrimento superficiale del Bacino dell'Arno. Simboli: Cerchiopieno blu per i campioni prelevati lungo il Fiume Arno; quadrato pieno peri tributari: marrone, Casentino (CA); verde, Valdichiana (CH); azzurro,Valdarno Medio (VAM); giallo, Valdarno Superiore (VAS); grigio, Sieve

(SI); rosso, Valdarno Inferiore (VAI).- Gibbs diagram: TDS (in mg/L) vs. Na+/(Na++Ca2+) for the Arno Basin run-ning waters. Symbols: full blue circle for Arno river; full square for tributaries: Casentino(CA), brown; Valdichiana (CH), green; Valdarno Medio (VAM), sky blue; Valdarno

Superiore (VAS), yellow; Sieve (SI), grey; Valdarno Inferiore (VAI), red.

mg/L. In particolare, i campioni prelevati lungo ilcorso dell'Arno, almeno fin dove i processi evapo-razione/precipitazione e mescolamento con acquadi mare divengono significativi, presentano valoridi TDS e relativo atteso aumento del rapportoNa+/(Na++Ca2+) crescenti, procedendo dallasorgente alla foce. I valori cambiano da Capod'Arno (CA I), con TDS di soli ~80 mg/L e rap-porto Na+/(Na++Ca2+) di ~0.2, fino a Boccad'Arno (VAI L), dove la TDS raggiunge più di10000 mg/L e il rapporto Na+/(Na++Ca2+) unvalore di poco inferiore ad 1. Dalla figura 14 si puòinoltre osservare sia la presenza di campioni che siposizionano al di fuori dell'area “boomerang”, nel-l'intervallo di TDS fra 500 e 2500 mg/L e rappor-ti Na+/(Na++Ca2+) fra 0.1 e 0.3, sia il fatto che icampioni dell'Arno sono sistematicamente carat-terizzati da valori di TDS inferiori rispetto a quel-li dei vari tributari. Sulla base del rapportoNa+/(Na++Ca2+) è anche possibile distinguere icampioni appartenenti ai vari bacini, con le acqueprelevate nei bacini montani (e.g. Casentino eSieve) che mostrano rapporti Na+/(Na++Ca2+)rispettivamente più bassi rispetto a quelli delle areepianeggianti (e.g. Valdarno Medio e ValdarnoInferiore).

Per definire le varie facies geochimiche delleacque analizzate sono stati utilizzati i diagrammitriangolari Mg2+-(Na++K+)-Ca2+ per le speciecationiche (fig. 15) e SO4

2-Cl- -(HCO3-+CO3

2-) perquelle anioniche (fig. 16), costruiti a partire dalleconcentrazioni espresse in meq/L. Il diagrammadei cationi (fig. 15) evidenzia come la maggiorparte delle acque sia caratterizzata da una netta pre-valenza dello ione Ca2+; nell'area prossima al verti-ce (Na++K+) si localizzano invece alcuni tributari,provenienti prevalentemente dai sottobacini delValdarno Medio e Inferiore, oltre a due dellaValdichiana (CH 32 D e CH 32 A), e due delValdarno Superiore (VAS 46 e VAS 52). Le acqueappartenenti all'asta fluviale dell'Arno e ubicate nelcampo di pertinenza dello ione Ca2+, appartengo-no al Valdarno Inferiore, ad eccezione del campio-ne VAS XXIII che appartiene al sottobacino delValdarno Superiore. Dal campione Arno aMezzana (VAI XLIV) al campione Bocca d'Arno(VAI L), quest'ultimo a pochi centinaia di metri didistanza dalla foce, le acque tendono verso la com-posizione dell'acqua marina, mentre i restanti cam-pioni dell'Arno si allineano, assieme ai tributari, indirezione del vertice (Na++K+). Così come il dia-gramma dei cationi suggerisce il Ca2+ come ioneprevalente, così la corrispondente figura degli anio-ni mostra una prevalenza di acque a composizioneHCO3

-+CO32- (fig. 16). E' da rilevare la tendenza

ad un arricchimento dello ione SO42- per le acque

superficiali appartenenti al sottobacino delCasentino, imputabile ai processi di ossidazione acarico della pirite dispersa nei sedimenti che costi-tuiscono il bacino stesso e come evidenziato dalleanalisi isotopiche del δ34S(SO4

2-) (CORTECCI et alii,2002). Alcuni campioni, ad esempio le acqueappartenenti ai sottobacini dell'Elsa e dell'Era, sicollocano nel campo dello ione SO4

2-, mentre nellaporzione di pertinenza dello ione Cl- si posiziona-no le acque relative all'asta fluviale dell'Arno a cuisi aggiungono quelle del Canale Usciana (VAI 105),del Canale Scolmatore (VAI 106) e del Fiume

45INDAGINE GEOCHIMICA ED ISOTOPICA NELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA VALLE DELL'ARNO

Fig. 15 - Diagramma ternario per le specie cationiche Mg2+-Ca2+-(Na++K+).Simboli come in figura 14. S.W. acqua marina.

- Mg2+-Ca2+-(Na++K+) ternary diagrams for the Arno Basin waters. Symbols asin figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 16- Diagramma ternario per le specie anioniche SO42--(HCO3

-+CO32-

)-Cl-. Simboli come in fig. 14. S.W. acqua marina.- SO4

2--(HCO3-+CO3

2-)-Cl- ternary diagrams for the Arno Basin waters. Symbolsas in fig.14; S.W. = seawater.

Ombrone (VAM 76, 78). Anche in questo diagram-ma le acque dell'Arno in prossimità della foce (dalVAI XLIV al VAI L) tendono ad allinearsi verso lacomposizione dell'acqua di mare.

Riassumendo, le acque dell'Arno e dei suoi tribu-tari presentano una facies chimica prevalentementebicarbonato-calcica e, in alcuni casi, bicarbonato-solfato-calcica e clorurato-alcalina. All'aumentaredella salinità le acque passano da Ca2+(Mg2+)-HCO3

- (Casentino), a Ca2+(Mg2+)-SO42- (Elsa ed

Era), a Na+(K+)-Cl- (da Camaioni a Bocca d'Arno).E' infine da sottolineare che le acque del CanaleUsciana (VAI 105), dello Scolmatore (VAI 106), delFiume Ombrone (VAI 76, 78), e in parte del Canaledella Chiana (CH 32 D), abbiano una facies preva-lentemente clorurato-alcalina.

5.3. - LE SPECIE IONICHE MAGGIORI

Come mostrato nei diagrammi triangolari, leacque del Bacino dell'Arno sono prevalentementebicarbonato-calciche, in accordo con il chimismotipico delle acque di scorrimento superficiale inclimi temperati (e.g. APPELO & POSTMA, 1993,DREVER, 1997). Al fine di definire le relazioni fra lespecie maggiori in soluzione, la loro origine e glieventuali apporti e/o interazioni di varia naturacon l'ambiente geologico, saranno di seguito pre-sentati alcuni diagrammi binari rappresentativi diprocessi evolutivi, in cui gli elementi sono espressiin meq/L per meglio confrontare i reali rapportichimici. Tali diagrammi verranno utilizzati pereffettuare alcune considerazioni di sola naturadescrittiva, essendo l'analisi statistica quantitativapreclusa dalla condivisione di componenti comuniin ascissa ed ordinata (AITCHISON, 1986).

I diagrammi di relazione Ca2++Mg2+ eNa++K+ in funzione di TZ+ , dove TZ+ rappre-senta la somma dei cationi principali(Ca2++Mg2++Na++K+), sono riportati rispettiva-mente nelle figure 17 e 18. In generale, a parità diTZ+, le acque dei tributari presentano contenuti di(Ca2++Mg2+) più elevati dei campioni dell'Arno(fig. 17). I campioni dell'Elsa, Era ed Ambra (VAI92, VAI 91, VAI 90, VAI 96, VAI 95 VAI 102, VAS40) mostrano valori di TZ+ compresi fra 15 e 35meq/L e (Ca2++Mg2+) compresi fra 12 e 31meq/L, valori particolarmente elevati rispetto altotale dei dati. Si differenziano il Canaledell'Usciana (VAI 105), il Canale della Chiana (CH32 D) e il Fiume Ombrone (VAI 76, 78), che pre-sentano concentrazioni tendenzialmente più eleva-te di TZ+ (compresi fra 15 e 65 meq/L) rispetto aquelli di Ca2++Mg2+ (compresi fra 5 e 10 meq/L).Come prevedibile le acque dei tributari apparte-

nenti al sottobacino del Casentino sono quelle chemostrano minori con-centrazioni di (Ca2++Mg2+)e (Na++K+).Passando dal Valdarno Superiore,dopo l'immissione del Canale della Chiana, alValdarno Medio e Inferiore, si può osservare comela percentuale di Na++K+ rispetto a TZ+ (fig. 18)tenda decisamente ad aumentare, avvicinandosiasintoticamente alla retta che definisce il rapporto(Na+ + K+)/TZ+=1. Le acque che si dispongonoin maniera asintotica sono quelle dell'asta fluvialedell'Arno in prossimità della foce e quelle diUsciana (VAI 105), Ombrone (VAM 76, 78) eChiana (CH 32 D). Confrontando la figura 17 conla figura 18, si può riconoscere chiaramente comele acque appartenenti ai sottobacini dell'Elsa edell'Era mostrino una predominanza dei cationi

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Fig. 18 - Diagramma binario (Na++K+) vs. TZ+. Simboli come in figura14. S.W. acqua marina.

- (Na++K+) vs. TZ+ binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 17 - Diagramma binario (Ca2++Mg2+) vs. TZ+. Simboli come in figura 14. S.W. acqua marina.

- (Ca2++Mg2+) vs.TZ+ binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

(Ca2++Mg2+) rispetto a (Na+ + K+).Il diagramma HCO3

-+CO32- vs. TZ- in figura

19, dove TZ- in questo caso rappresenta lasomma degli anioni principali (HCO3

-+CO32-

+SO42-+Cl-), mostra come la concentrazione

degli ioni HCO3-+CO3

2- in soluzione sia limitata,presumibilmente controllata dal prodotto di solu-bilità dei minerali carbonatici. Le concentrazionidi HCO3

-+CO32-, in relazione ai valori TZ- lungo

il corso del Fiume Arno, aumentano infatti pro-gressivamente dal campione Capo d'Arno (CA I= 0.7 meq/L) e TZ- = 1.07 meq/L) a Mezzana-Pisa (VAI XLIV= 2.88 meq/L e TZ- = 14.32meq/L), dopo di che, i valori si mantengono simi-li fino al campione Bocca d'Arno (VAI L), con unvalore pari a 2.82 meq/L, mentre TZ- continua adaumentare fino 230 meq/L.

Le relazioni tra TZ- con Cl- e SO42- (fig. 20 e

fig. 21) ricalcano in parte quanto osservato per icationi con cui questi anioni solitamente sonoassociati, ossia, rispettivamente, (Na++K+) e(Ca2++Mg2+), anche se i tenori di Cl- sono gene-ralmente più bassi della somma dei metalli alcali-ni, e il decoupling dello ione SO4

2-, relativamenteall'acqua di mare e alle acque dei bacini dell'Elsa edell'Era, risulta più evidente.

Le correlazioni tra specie chimiche nei dia-grammi binari possono essere talora conveniente-mente confrontate con rette che rappresentano irapporti stechiometrici tra le specie considerate.Ad esempio, dal diagramma HCO3

-+CO32- vs.

Ca2++Mg2+ (fig. 22), si osserva una correlazionepositiva tra le specie considerate, con la maggiorparte dei campioni che va a distribuirsi lunga laretta stechiometrica. Alcuni campioni, apparte-nenti ai sottobacini dell'Elsa, dell'Era, al CanaleUsciana (VAI 105) e all'Arno in prossimità della

47INDAGINE GEOCHIMICA ED ISOTOPICA NELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA VALLE DELL'ARNO

Fig. 19 - Diagramma binario (HCO3-+CO3

2-) vs. TZ-. Simboli come infigura 14. S.W. acqua marina.

- (HCO3-+CO3

2-) vs. TZ- binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 20 - Diagramma binario Cl- vs. TZ-. Simboli come in figura 14. S.W.acqua marina.

- Cl- vs. TZ- binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 21 - Diagramma binario SO42- vs. TZ-. Simboli come in figura 14.

S.W. acqua marina.- SO4

2- vs.TZ- binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 22 - Diagramma binario (Ca2++Mg2+) vs. (HCO32-+CO3

2-). Simbolicome in figura 14.

- (Ca2++Mg2+) vs. (HCO3-+CO3

2-) binary diagram. Symbols as in figure 14.

foce a partire dal campione VAI XLIV (km 221.5dalla sorgente), presentano un eccesso di (Ca2+ +Mg2+). In tali acque, le concentrazioni di(Ca2++Mg2+) sono quindi bilanciate da altri anio-ni, come SO4

2- e/o Cl-.In particolare, il diagramma HCO3

-+CO32-

+SO42- vs. Ca2++Mg2+ (fig. 23) evidenzia come la

maggior parte dei campioni si adatti alla retta diequiconcentrazione e come, al contrario del dia-gramma precedente, anche le acque dei sottobaci-ni dell'Elsa e dell'Era si localizzino in questo dia-gramma sulla retta stechiometrica.

Sulla base dei diagrammi delle fig. 22 e 23 sipuò quindi ragionevolmente affermare che le con-centrazioni delle specie carbonatiche e solfatichenonché del calcio e del magnesio in soluzione,derivano da circolazione e lisciviazione di roccecarbonatiche ed evaporitiche (gessi), per altro lar-gamente diffuse all'interno del Bacino dell'Arno.

Nel diagramma binario Cl--Na+ (fig. 24), in cuisono riportate la retta stechiometrica, e quella del

rapporto Na+/Cl- (0.85, FAURE, 1998) nell'acqua dimare, si osserva come la maggior parte dei campio-ni presenti arricchimenti in sodio, con un rapportoNa+/Cl- compreso fra ~1.2 e 1.9, suggerendocome la sorgente di questi ioni non sia imputabilealla sola dissoluzione di NaCl (pur presente nellerocce mio-plioceniche del bacino) o all'ingresso diacque salate, ma presumibilmente all'alterazione diminerali silicatici (e.g. albite e plagioclasio). Le acquedel Fiume Arno che interagiscono con l'intrusionemarina, già a 20-25 km dalla foce (e.g BENCINI &MALESANI, 1993), vanno invece a distribuirsi, come

atteso, sulla retta dell'acqua di mare.Nel diagramma Cl- vs. SO4

2- di fig. 25 le acquedegli affluenti appartenenti al Casentino, allaSieve, e quelle provenienti dall'Elsa e dall'Era, ten-dono a discostarsi maggiormente dalla retta didiluizione con l'acqua di mare, mostrando, a pari-tà di contenuto dello ione Cl-, incrementi maggio-ri in ioni SO4

2-. Questo suggerisce che l'apportodello ione SO4

2- non è univoco, e che solamentein prossimità della foce sembra essere “controlla-to” dall'intrusione marina. E' inoltre da rilevare,come già evidenziato nel diagramma triangolaredi fig. 16, l'arricchimento dello ione SO4

2- rispet-to al Cl- nelle acque del Casentino, da imputarsi aiprocessi di ossidazione della pirite dispersa nellearenarie oligoceniche. Infine, i campioni FossoImperiale (VAI 108), Canale Calcinaia (VAI 104) eCanale Usciana (VAI 106 a Ponte a Buggiano) siposizionano sulla retta di diluizione con l'acqua dimare, assieme alle acque del Fiume Arno prossi-me alla foce.

5.4. - LE SPECIE IONICHE MINORI ED AZOTATE

Alcune tra le specie minori in soluzione, comeBr-, B, F-, SiO2, nonché le specie azotate (NH4

+,NO2

- e NO3-), risultano particolarmente impor-

tanti per evidenziare processi geochimici naturalied eventuali contributi antropici.

Lo ione Br- presenta un comportamento geo-chimico simile a quello del Cl- e poiché quest'ulti-mo viene normalmente utilizzato come tracciantenelle acque naturali (FETH, 1981), in quanto ioneconservativo che solitamente non partecipa a pro-cessi di precipitazione chimica o di absorbimento,il rapporto Cl-/Br- può essere considerato unbuon indicatore per ricostruire l'ambiente di cir-colazione delle acque (WHITTEMORE, 1995;EDMUNDS, 1996; DAVIS et alii, 1998). Nel diagram-ma Cl- vs. Br- di figura 26, oltre alla retta del rap-porto di questi elementi nell'acqua di mare (Br-/Cl-=0.0034), sono riportate anche quelle corri-spondenti ai valori di 1:50 e 1:2000, per evidenzia-re la presenza di arricchimenti relativi nei dueanioni. Le acque meteoriche sono normalmentecaratterizzate da rapporti Cl-/Br- compresi fra 50e 150 (WINCHESTER & DUCE, 1967), mentre leacque di falda presentano intervalli di variazionepiù ampi: da ~200 (salamoie) ad oltre 10000(soluzioni acquose da dissoluzione di evaporitimarine) (WHITTEMORE, 1995; DAVIS et alii, 1998).La presenza di Cl- da inquinamento antropico,d'altra parte, comporta la modifica del rapportoverso bassi rapporti di Br-/Cl- (VENGOSH &PANKRATOV, 1998), i quali tenderanno quindi a

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Fig. 23 - Diagramma binario (Ca2++Mg2+) vs. (HCO32-+CO3

2-+SO42-).

Simboli come in figura 14.- (Ca2++Mg2+) vs. (HCO3

2-+CO32-+SO4

2-) binary diagram. Symbols as in figure 14.

sovrapporsi ai rapporti naturali in cui la dissolu-zione di salgemma (Br-/Cl-<0.001) risulta essere,di solito, il meccanismo principale di origine delleconcentrazioni di Na+ e Cl- (PANNO et alii, 2001a).Per altro, alti valori del rapporto Br-/Cl- possonosuggerire una contaminazione antropica perimmissione artificiale dello ione Br-; ad esempiosono note acque contaminate dall'utilizzo di pesti-cidi, con rapporti di Br-/Cl- di 0.01 (FLURY &PAPRITZ, 1993; DAVIS et alii, 1998). Le acquesuperficiali del Bacino dell'Arno (fig. 26), si trova-no in un ampio intervallo di variazione Br-/Cl-(fra 1:2000 e 1:50), con una tendenza ad assume-re valori prossimi a quelli dell'acqua di mare per icampioni in prossimità della foce. In taluni casi, aparità di rapporto, si osservano valori assoluti ele-vati sia dello ione Cl- che dello ione Br-. Molti tri-butari hanno rapporti Br-/Cl-=1:2000 (VAI 124 eVAS 46) o vicini a tale rapporto (CH 32L, CA IVe CA VIII); valori elevati di Br- si hanno inveceper i tributari VAI 123, CH 32F e SI 62H, conrapporti Br-/Cl- anche inferiori a 1:50.

Il Boro si trova in natura prevalentementesotto forma di composti ossigenati. Questi, essen-do molto numerosi, danno origine ad una famigliadi minerali, detti borati, di cui l'acido borico(H3BO3) è uno dei più comuni in natura e, tra l'al-tro, fortemente solubile in acqua. Come gli ioniCl- e Br-, anche il boro è un elemento conservati-vo e, pertanto, anche il rapporto Cl-/B può esse-re utilizzato come parametro discriminante perriconoscere sia le sorgenti antropiche sia quellenaturali. Il diagramma di correlazione Cl- vs. Bper le acque della Valle dell'Arno (fig. 27) eviden-zia alcune anomalie nei contenuti di boro in alcu-ni tributari; riportando come termini di confron-to i valori delle sorgenti termali toscane (notoria-mente ricche in boro), alcune delle quali emergo-no all'interno del Bacino dell'Arno (e.g. BENCINIet alii, 1977, 1979; MINISSALE & DUCHI, 1988;MINISSALE et alii 2000, 2002), si osserva che alcu-ni campioni presentano concentrazioni di B para-gonabili a quelli delle acque termali, con un rap-porto Cl-/B compreso fra ~6 e 300, decisamenteinferiori rispetto a quello dell'acqua di mare (Cl-/B=4130). In particolare, l'alta concentrazione inboro del tributario Ambra (6.3 mg/L) è certa-mente attribuibile al fatto che in questo vi vengo-no riversate le acque termali captate da un pozzoin prossimità di Castelnuovo Berardenga (M.MARTINI, comunicazione personale; CUCCOLI etalii, 2006). Sulla scorta di questo dato, gli elevativalori in boro del bacino dell'Arno, quando nonsia evidente un'origine antropica, sono stati consi-derati come dovuti a contributi naturali di tipotermale profondo.

49INDAGINE GEOCHIMICA ED ISOTOPICA NELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA VALLE DELL'ARNO

Fig. 24 - Diagramma binario Cl- vs. Na+. Simboli come in figura 14. S.W.acqua marina.

- Cl- vs. Na+ binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 25 - Diagramma binario Cl- vs. SO42-. Simboli come in figura 14. S.W.

acqua marina.- Cl- vs. SO4

2- binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Fig. 26 - Diagramma binario Cl- vs. Br-. Simboli come in figura 14. S.W.acqua marina

- Cl- vs. Br- binary diagram. Symbols as in figure 14; S.W. = seawater.

Lo ione fluoruro (F-) è un altro importantecomponente delle acque naturali, soprattutto inrelazione alla sua proprietà di complessare imetalli (NEAL, 1995). La sua concentrazione nelleacque dipende fortemente dalle litologie attraver-sate, ma anche da contributi urbani ed industriali,dai processi di mescolamento fra acque fluviali,sottorreanee e marine, oltre che da processi eva-porativi (e.g. EDMUNDS & SMEDLEY, 2003). Ilcomportamento dello ione F- in soluzione èinfluenzato anche dalla presenza dello ione Ca2+

e del pH; alte concentrazioni di Ca2+ infatti pos-sono portare alla precipitazione di fluorite (CaF2).La maggior parte delle acque del bacino dell'Arnosono risultate sottosature in CaF2, con contenutiin F- compresi fra 0.03 e 2 mg/L. In generale, leconcentrazioni più basse di F- si sono registrate inCasentino, mentre i tenori più elevati sono relati-vi al sottobacino del Valdarno Inferiore.

Per quanto riguarda la distribuzione nelleacque delle specie azotate si è adottato il diagram-ma ternario NH4

+-NO2--NO3

- (fig. 28) per met-tere in evidenzia come lo ione NO3

- sia media-mente la specie più abbondante, in quanto il piùstabile in ambiente ossigenato (APPELO &POSTMA, 1993), con valori compresi in un inter-vallo fra 0.01 e 72.5 mg/L. Ammonio e NO2

-sono invece risultati meno abbondanti, con teno-ri compresi, rispettivamente, fra 0.01 e 10.4 mg/Le fra 0.006 e 11.5 mg/L.

Dei 203 campioni riportati in figura 28, 29campioni cadono nel campo di NH4

+, (di cui 6appartenenti all'asta principale), 5 all'area domina-

ta dallo ione NO2-, mentre i restanti 168 apparten-

gono al dominio della specie più ossidata, ovvero-sia lo ione NO3

-. Alcuni campioni, quali GR 70H,CH 32A, VAM 67, VAI 105, VAM 126, VAS 130,CH 32L, VAS 52, presentano per lo ione NO3

-valori >20 mg/L. Valori superiori a 1.5 mg/L perNO2

- e 1 mg/L per NH4+ riguardano invece

rispettivamente il 7 e 11 % dell'intero campione diacque. In generale, non viene evidenziata alcunacorrelazione tra le concentrazioni dello ione NO3

-con lo ione NH4

+, né con lo ione NO2-.

Così come per il F-, la concentrazione in SiO2delle acque di scorrimento superficiale è forte-mente dipendente dalla litologia del bacino di dre-naggio e, quindi, dalla presenza del minerale (ingenere quarzo) che ne controlla la solubilità; inmisura minore essa è influenzata dalla temperatu-ra e dal pH. Ricordiamo che la temperatura con-trolla la solubilità dei minerali silicatici, producen-do nel caso minerali secondari di alterazione. Leacque analizzate nel bacino presentano valori diconcentrazione di SiO2 compresi tra 0.30 e 34.6mg/L; tali valori non dipendono dalla temperatu-ra, ma essenzialmente dalla litologia dei bacini.

5.5. - GLI ELEMENTI IN TRACCIA: FE, MN, BA, LI,CU, AL, AS, CD, CR, MO, NI, P, PB, RB, SE, SI, U,V, Y, W, ZN

L'immissione di elementi metallici nei sistemifluviali può avere numerose sorgenti, tra cui: i)l'atmosfera (aerosol, polveri sottili, etc.), ii) lerocce del substrato e, infine, iii) l'apporto conse-

50 NISI B. - VASELLI O. - BUCCIANTI A - MINISSALE A. - DELGADO HUERTAS A. - TASSI F. - MONTEGROSSI G.

Fig. 28 - Diagramma triangolare delle specie NH4+, NO2

--NO3-. Simboli

come in figura 14.- NH4

+, NO2--NO3

- ternary diagrams. Symbols as in figure 14.

Fig. 27 - Diagramma binario Cl- vs. B. Simboli come in figura 14. Cerchio fuc-sia: acque termali toscane da BENCINI et alii, 1977, 1979; MINISSALE & DUCHI,

1988; MINISSALE et alii, 2000, 2002. S.W. acqua marina.- Cl- vs. B binary diagram. Symbols as in figure 14. ; S.W. = seawater. Tuscany ther-mal waters, fuchsia circle; from BENCINI et alii, 1977, 1979; MINISSALE &

DUCHI, 1988; MINISSALE et alii, 2000, 2002.

guente alle attività umane (contaminazione). Leforme chimico-fisiche di trasporto dei diversimetalli nella fase acquosa dipendono dalle caratte-ristiche specifiche del singolo metallo, dalle sueinterazioni con le fasi sospese e disciolte, oltre chedal contesto chimico qualitativo e quantitativo insoluzione (attività).

La mobilità chimica dei metalli è determinataanche da altri fattori quali: temperatura, pH,potenziale ossido-riduzione (Eh), e processi diadsorbimento su particelle solide fini (argille emateria organica). Il pH condiziona fortemente lasolubilità dei metalli, i quali generalmente aumen-tano la loro mobilità in condizioni acide, mentrealti valori di pH ne favoriscono la precipitazionecome idrossidi. Tenuto conto dell'intervallo divariazione di pH nelle acque del Bacino dell'Arnotra ~7.5 e 8.0, e quanto già descritto da BENCINI& MALESANI (1993) sull'attività della sostanzaorganica (per lo meno nel tratto Firenze-Empoli)è quindi ragionevole aspettarsi concentrazionirelativamente basse degli elementi.

Come anticipato nel capitolo 4, gli elementi intraccia sono stati determinati in 22 siti seleziona-ti, di cui 10 lungo l'asta dell'Arno, e 12 in tributa-ri, di cui 8 maggiori (Canale della Chiana, Sieve,Greve, Bisenzio, Pesa, Elsa, Era ed Usciana) e 4minori (Ambra, Nievole, Egola, Zambra). Le areesono state scelte in modo da coprire l'intero baci-no. Poiché per lo stronzio sono state effettuateanche misure di rapporto isotopico, esso sarà trat-tato nel prossimo capitolo.

Fra gli elementi in traccia analizzati, mercurio,cadmio e ferro sono risultati, per la maggior parte,inferiori o vicini al limite di rilevabilità strumenta-le (<0.005 μg/L per Cd e Hg e <10 μg/L per Fe).Tra i campioni prelevati lungo il corso dell'Arno ilsito di S. Giovanni Valdarno (VAS XX) è quelloche presenta i tenori massimi misurati per Al, Cd,Fe, Pb e Y, quello di Rosano (VAS XXV) per Ba,Montelupo Fiorentino (VAI XXXIV) per Cr, Mn,P e Zn, Castelfranco di Sotto (VAI XXXVIII)per, Ni e W ed, infine, Arno Vecchio (VAI XLIX)per As, B, Cu, Li, Mo, Rb, Se, Si (come elemento),U e V (Tabella E in Appendice). Considerandoinvece i tributari è possibile osservare che per Al,As, Cr, Cu, Fe, Mn, Mo, Ni, Pb, Rb, V, Y, W e Zn,il campione prelevato nel Canale Usciana (VAI105) rappresenta quello con le concentrazionimassime rilevate (vedi Appendice, Tabelle E).Invece, le più alte concentrazioni di Ba, Li e Si sirilevano rispettivamente per Pesa (PE 75 A, 134μg/L), Ambra (VAS 38, 126 μg/L) e Chiana (CH32 N, 8.802 mg/L). Infine, il tributario Greve(GR 70 H) si distingue per i valori massimi di Cd,P e Se, rispettivamente pari a 0.16, 817 e 4 μg/L.

Per poter risalire alle sorgenti degli elementi intraccia, può risultare utile considerare gruppi dielementi con simile comportamento geochimicoin soluzione e, in particolare, coppie di elementiall'interno di ogni singolo gruppo. Sulla base deiprincipi geochimici stabiliti dal Goldschmit all'ini-zio del 20° secolo (1937), gli elementi chimicisono stati suddivisi in 3 categorie: calcofili, side-rofili e litofili, sulla base della loro affinità, rispet-tivamente, per solfo e ferro e per la tendenza aconcentrarsi nella crosta terrestre.

Con l'esclusione del mercurio, sempre al disotto del limite di rilevabilità, nel gruppo dei calco-fili sono stati considerati Cu, As, Pb, Zn e Se. Trale coppie di elementi in questo gruppo, Cu-Se èquella che presenta la correlazione lineare più alta(r = 0.81), seguita dalla coppia Cu-As con coeffi-ciente di correlazione r = 0.60, indicando per que-sti tre elementi una possibile origine comune.

Per il gruppo degli elementi siderofili (Ni, Cr,Mo e V) sono state prese in considerazione lecoppie Ni-Cr, Ni-Mo e Ni-V. Per tutte e tre siosservano correlazioni alte, in particolar modoper Ni-Mo e Ni-Cr, con coefficienti di correlazio-ne di 0.97 e 0.94, e di 0.69 per Ni-V. Negli studicondotti da DINELLI et alii (2005) la correlazioneNi-Cr riscontrata sui sedimenti del Bacinodell'Arno è stata associata alla presenza di sequen-ze ofiolitiche e/o turbiditiche arricchite in detritiultramafici (e.g. Formazione del Macigno).

Per gli elementi litofili, solo le coppie Ca-Mn(con r = 0.69) e K-Rb (con r = 0.77) hannomostrato buone correlazioni positive. La correla-zione K-Rb indica che i due elementi sono stret-tamente associati, come prevedibile essendo il Rbisomorfogeno del K.

Il fosforo (come PO43-) è stato confrontato

con altri elementi, cosiddetti essenziali, comeSiO2 e N, essendo un elemento appartenente allacategoria dei nutrienti. Fra i tre elementi solamen-te la coppia P e N ha evidenziato una chiara cor-relazione. A tale proposito, MEYBECK (1982;1993) e KEMPE (1984) hanno osservato che nelleacque di fiumi inquinati le concentrazioni dellespecie disciolte N e P si presentano spesso corre-late con rapporti N/P caratteristici. Ad esempio,nelle acque del Tamigi, inquinate da reflui indu-striali ed urbani, sono state misurate alte concen-trazioni di P e in genere bassi rapporti molariN/P (< 16), mentre nel Fiume Huanghe (Cina)sono stati misurati valori di N/P > 100 a causadell'utilizzo di fertilizzanti e concimi agricoli(BERNER & BERNER, 1996). Sulla base di questistudi, nel diagramma NO3

--PO43- di figura 29

sono riportate le rette relative ai rapporti N/Ppari a 100, 50, 16 e 1, mentre l'area tratteggiata

51INDAGINE GEOCHIMICA ED ISOTOPICA NELLE ACQUE SUPERFICIALI DELLA VALLE DELL'ARNO

racchiude i valori di NO3- e PO4

3- disciolti nelleacque di fiumi con basse concentrazioni e rappor-ti N/P>1. La maggior parte delle acque del baci-no dell'Arno è compresa nel campo definito dairapporti N/P = 100 e N/P = 1; in particolare, leacque dell'Arno in località La Casina (CA II),Subbiano (CA XI) e La Molina (CA III) cadononell'area tratteggiata del diagramma, ovverosiaquella tipica delle acque di aree sorgive, mentre icampioni Usciana (VAI 105), Arno Vecchio (VAIXLIX) e Greve (GR 70H) corrispondono adacque con i più elevati contenuti di NO3

- ePO4

3 -. In particolar modo, si osserva la vicinan-za dei campioni Greve (GR 70H) e Nievole (VAI116) rispettivamente con i due fiumi Tamigi eHuanghe. Infine, si distingue il campione delFiume Arno prelevato a Montelupo Fiorentino(VAI XXXIV), il quale presenta un valore del rap-porto N/P < 1.

Per concludere, si può affermare che general-mente le correlazioni indagate fra gli elementi intraccia non presentano coefficienti rilevanti, adeccezione delle coppie segnalate; ciò appare attri-buibile alla grande dispersione osservata nei dia-grammi binari, ereditata dalla ampia variabilitàdella composizione chimica e mineralogica dellerocce drenate dalle acque del bacino (DINELLI etalii, 2005). Le concentrazioni misurate nelle acquesono per lo più simili alla media delle acque natu-rali, dove le condizioni pH-Eh agiscono comeparametro autodepurativo. In effetti, BENCINI &MALESANI (1993) hanno evidenziato che i metallipesanti si concentrano prevalentemente comeadsorbiti dai minerali argillosi in sospensione, e

dagli ossi-idrossidi di Fe e Mn che spesso precipi-tano ai valori di pH tipici delle aste fluviali; inalternativa possono essere chelati dalle molecoleorganiche e co-precipitare in depositi pelitici.Tuttavia, l'inquinamento antropico risulta impor-tante in alcuni tributari (Usciana, Greve) e lungoil corso dell'Arno in prossimità delle aree mag-giormente industrializzate del bacino, in particola-re nel comprensorio Firenze-Prato-Pistoia, dovesi riscontrano normalmente acque con concentra-zioni di metalli pesanti e materiale organico (e.g.C.O.D. fino a 152 mg/L, CONSORZIO PISARICERCHE, 1998) relativamente elevate. Infatti, larelazione tra gli elementi nutrienti N e P ha evi-denziato che parte delle acque del Bacinodell'Arno sono comprese tra valori dei rapportiN/P = 100 e N/P = 1, rilevando un potenzialeapporto per queste due specie da reflui di tipoindustriale e/o acque contaminate da fertilizzantie concimi.

6. - GEOCHIMICA ISOTOPICA DELLEACQUE DEL BACINO DELL’ARNO

6.1. - GLI ISOTOPI DELL’OSSIGENO E DELL’IDROGENO

I rapporti degli isotopi stabili dell'idrogeno(2H/1H) e dell'ossigeno (18O/16O) nelle acque discorrimento superficiale sono comunemente uti-lizzati in molte indagini idrogeochimiche (e.g.HOEFS, 1997; FAURE, 1998), ad esempio per stabi-lirne l'origine, per riconoscere il ruolo dei proces-si di condensazione, evaporazione, per i processidi mixing e di interazione acqua-roccia (CLARK &FRITZ, 1997).

L'acqua dei sistemi fluviali è alimentata princi-palmente dalle precipitazioni meteoriche e dalleacque sotterranee; entrambe concorrono allacomposizione isotopica di un fiume impartendoun imprinting che dipende dal loro contributorelativo e che però normalmente si modificalungo il corso fluviale a causa dei processi di eva-porazione. Nei climi temperati questi processi,pur tenendo conto delle variazioni stagionali deicontenuti in 18O e 2H delle precipitazioni, deter-minano nelle acque di ruscellamento tenori piùelevati in isotopi pesanti durante i mesi estivi e piùbassi in quelli invernali.

Le variazioni stagionali nella composizioneisotopica delle acque dell'Arno sono state oggettodi studio già negli anni 1960 (GONFIANTINI et alii,1963), limitatamente all'area di Pisa dove, diffe-renze del 3‰ nel valore di δ18O, furono messe inrelazione con i diversi regimi meteorologici estivo

52 NISI B. - VASELLI O. - BUCCIANTI A - MINISSALE A. - DELGADO HUERTAS A. - TASSI F. - MONTEGROSSI G.

Fig. 29 - Diagramma binario NO3- vs. PO4

3-. Simboli come in figura 14.- NO3

- vs. PO43- binary diagram. Symbols as in figure 14.