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“Forche Caudine” dal 1989 è il punto di riferimento dei Romani d’origine molisana. Apartitici, trasversali, miriamo ad aggregare e a far emergere “il Molise migliore”… Newsletter 4 GENNAIO 2013 – Diffusione gratuita OFFERTE DI LAVORO? L’ANNUNCIA L’ASSESSORE … Succede sulla stampa molisana: la ricerca di personale firmata da un’agenzia nazionale di animazione è pubblicata con il commento dell’assessore di riferimento. Servizio pubblico o personalismo della politica? In questo periodo numerose agenzie reclutano personale per strutture turistiche e navi da crociera per l’estate. E’ un’operazione che si rinnova ogni anno: tanti giornali, in prima fila quelli specializzati (come “Bollettino del lavoro” o “Trovalavoro”), pubblicano gli annunci forniti da agenzie tipo Art & Show, Blue animation, Club animazione, Darwin, Equipe, Eureka, Holiday service, I Grandi viaggi, Samarcanda, ecc.. Nel testo sono riportati il tipo di personale ricercato, i requisiti, le date di selezione. Anche l’agenzia “Obiettivo Tropici”, sedi a Bari e Catania, sta effettuando la rituale ricerca di personale a livello nazionale. L’annuncio è presente sui tanti giornali di offerte lavorative in tutta Italia. Cosa succede, però, in Molise? Che la ricerca di personale, grazie all’inclusione nella locale Rete Eures. diventa una comunicazione istituzionale della Presidenza della Provincia di Campobasso. Ad annunciare la ricerca della società privata sono addirittura il presidente della Provincia, Rosario De Matteis e l’assessore al Lavoro, Salvatore Micone. Non solo: l’offerta di lavoro è accompagnata dalle dichiarazioni “virgolettate” dell’assessore, il quale spiega che “l’iniziativa punta sui giovani” e che “rappresenta una opportunità concreta di esperienza e lavoro, con un’azienda solida e retribuzione a norma di legge”. Meritorio l’interesse diretto del presidente e dell’assessore nel contribuire a divulgare offerte di lavoro (di società private). Ma – ci domandiamo - davvero c’è bisogno del “virgolettato” di un assessore sulla stampa molisana (e persino di una sua fotografia a corredo della ricerca di personale) per una selezione di animatori, ballerini, bagnini, hostess,, ecc., il cui stipendio potrebbe anche essere di 400 euro al mese con contratto a tempo determinato? Su quali basi istituzionali, inoltre, l’assessore “garantisce” la bontà dell’offerta di lavoro? Siamo certi che “Obiettivo Tropici” abbia tutta l’esperienza e le credenziali per operare la migliore ricerca di personale e per garantire da tutti i punti di vista le risorse umane selezionate. Tuttavia il solerte assessore ben dovrebbe conoscere i confini tra lavoro e corso a pagamento: è sufficiente, infatti, andare sul sito di “Obiettivo Tropici” per imbattersi in un avviso rientrante più nella formazione che non in un’offerta di lavoro: l’agenzia, per reclutare personale, organizza uno stage di una settimana in Tunisia a febbraio. Tutto pagato? Non proprio. Si precisa nell’avviso: “Per i candidati più meritevoli saranno stanziate un numero limitato di borse di studio delle società partner”. Cosa significa ciò? Sorge il sospetto: chi cerca lavoro – e un’entrata economica - è costretto a pagarsi lo stage? O a coprire le spese sarà la Provincia di Campobasso, così protesa sul fronte dell’animazione turistica? Tra l’altro si legge nel comunicato: “L’ente ha aderito all’Obiettivo Tropici”, cioè ha aderito all’agenzia? Meritorio un chiarimento dalla Provincia e da “Obiettivo Tropici”. O da quei giornali locali che pubblicano automaticamente i comunicati della Provincia di Campobasso senza effettuare approfondimenti… FORCHE CAUDINE Newsletter – pagina 1

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“Forche Caudine” dal 1989 è il punto di riferimento dei Romani d’origine molisana.

Apartitici, trasversali, miriamo ad aggregare e a far emergere “il Molise migliore”…

Newsletter 4 GENNAIO 2013 – Diffusione gratuita

► OFFERTE DI LAVORO? L’ANNUNCIA L’ASSESSORE … Succede sulla stampa molisana: la ricerca di personale firmata da un’agenzia nazionale di animazione

è pubblicata con il commento dell’assessore di riferimento. Servizio pubblico o personalismo della politica?

In questo periodo numerose agenzie reclutano personale per strutture turistiche e navi da crociera per l’estate. E’ un’operazione che si rinnova ogni anno: tanti giornali, in prima fila quelli specializzati (come “Bollettino del lavoro” o “Trovalavoro”), pubblicano gli annunci forniti da agenzie tipo Art & Show, Blue animation, Club animazione, Darwin, Equipe, Eureka, Holiday service, I Grandi viaggi, Samarcanda, ecc.. Nel testo sono riportati il tipo di personale ricercato, i requisiti, le date di selezione. Anche l’agenzia “Obiettivo Tropici”, sedi a Bari e Catania, sta effettuando la rituale ricerca di personale a livello nazionale. L’annuncio è presente sui tanti giornali di offerte lavorative in tutta Italia. Cosa succede, però, in Molise? Che la ricerca di personale, grazie all’inclusione nella locale Rete Eures. diventa una comunicazione istituzionale della Presidenza della Provincia di Campobasso. Ad annunciare la ricerca della società privata sono addirittura il presidente della Provincia, Rosario De Matteis e l’assessore al Lavoro, Salvatore Micone. Non solo: l’offerta di lavoro è accompagnata dalle dichiarazioni “virgolettate” dell’assessore, il quale spiega che “l’iniziativa punta sui giovani” e che “rappresenta una opportunità concreta di esperienza e lavoro, con un’azienda solida e retribuzione a norma di legge”.

Meritorio l’interesse diretto del presidente e dell’assessore nel contribuire a divulgare offerte di lavoro (di società private). Ma – ci domandiamo - davvero c’è bisogno del “virgolettato” di un assessore sulla stampa molisana (e persino di una sua fotografia a corredo della ricerca di personale) per una selezione di animatori, ballerini, bagnini, hostess,, ecc., il cui stipendio potrebbe anche essere di 400 euro al mese con contratto a tempo determinato? Su quali basi istituzionali, inoltre, l’assessore “garantisce” la bontà dell’offerta di lavoro? Siamo certi che “Obiettivo Tropici” abbia tutta l’esperienza e le credenziali per operare la migliore ricerca di personale e per garantire da tutti i punti di vista le risorse umane selezionate. Tuttavia il solerte assessore ben dovrebbe conoscere i confini tra lavoro e corso a pagamento: è sufficiente, infatti, andare sul sito di “Obiettivo Tropici” per imbattersi in un avviso rientrante più nella formazione che non in un’offerta di lavoro: l’agenzia, per reclutare personale, organizza uno stage di una settimana in Tunisia a febbraio. Tutto pagato? Non proprio. Si precisa nell’avviso: “Per i candidati più meritevoli saranno stanziate un numero limitato di borse di studio delle società partner”. Cosa significa ciò? Sorge il sospetto: chi cerca lavoro – e un’entrata economica - è costretto a pagarsi lo stage? O a coprire le spese sarà la Provincia di Campobasso, così protesa sul fronte dell’animazione turistica? Tra l’altro si legge nel comunicato: “L’ente ha aderito all’Obiettivo Tropici”, cioè ha aderito all’agenzia? Meritorio un chiarimento dalla Provincia e da “Obiettivo Tropici”. O da quei giornali locali che pubblicano automaticamente i comunicati della Provincia di Campobasso senza effettuare approfondimenti…

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►LA BUONA NOTIZIA / STOP AI LAVORI SUL TRATTURO di Alex Neumann _

Dopo la meritoria denuncia di Giovanni Germano, ripresa anche dal nostro giornale, finalmente lo stop. Non ci stancheremo mai di ribadirlo: il paesaggio molisano è una risorsa da salvaguardare a tutti i corsi.

Incredibile ma vero: c’è chi costruisce strade sul tratturo. E’ come se, una mattina, ci ritrovassimo un’autostrada sopra il Colosseo. Il tratturo, strada millenaria, è memoria, radici, testimonianza del lavoro. Costruire una strada sul tratturo è innanzitutto un suicidio culturale. Bene hanno fatto quei consiglieri provinciali di Campobasso a presentare mozioni consiliari tese alla sospensione cautelare dei lavori sul cantiere che “copre” il tratturo. Di seguito il testo della mozione: Il Consiglio Provinciale, premesso che nella giornata di sabato 1 dicembre si è tenuto un incontro pubblico in agro di Duronia, durante il quale privati cittadini, associazioni civiche e culturali e alcuni amministratori locali hanno manifestato, attraverso una civile forma di protesta, la loro contrarietà alla costruzione di un tratto stradale posizionato sul Tratturo Castel di Sangro Lucera nel tratto Civitanova del Sannio-Duronia-Torella del Sannio; che tale opera viene inizialmente deliberata nel 2007 dal Comune di Duronia con l'approvazione del progetto esecutivo per la “Realizzazione di una strada di collegamento tra il Centro abitato e la strada provinciale Fresilia – Tratto interposto tra la strada provinciale Santa Maria-Cerasito a Valle e la strada provinciale n. 46 a monte”; che il comune di Duronia ha approvato con delibera n. 14 del 27 giugno 2012 una variante al tracciato del progetto che consiste nello spostamento dell’innesto alla strada provinciale n. 46, sempre sul Tratturo, da una zona in prossimità della borgata Cappiello ad un’altra zona, detta Crocella, in prossimità della borgata Valle del Colle, con un aumento del tratto di circa 600 mt. interamente posizionato sul Tratturo; considerato che detto progetto è stato avallato nel tempo dai seguenti pareri e autorizzazioni emanati dai competenti organi: I) Ufficio Sismico - espresso con nota n° 729 dell'8 gennaio 2009, ai sensi della Legge 64174 art. 13, D.P.R. n° 380/2001 articolo 89 nonché della L.R. n° 20 del 1996; 2) Dipartimento di Prevenzione U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica dell'Asrem di Campobasso, espresso con nota del 20 aprile 2009 protocollo n° 830 / ISP. Ai sensi dell’articolo 20, lett. F , della Legge n° 833 / 78; 3) Servizio Valorizzazione e Tutela della Montagna e delle Foreste n" 7537/12 del 27.03.2012 in applicazione del D.Leg.vo n° 227 / 2001 3a) la determinazione dirigenziale n" 420 del 30.06.2008 del competente servizio per la concessione di suolo Tratturale; 3b) Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise di cui al prot. n° 7987 del 15.10.2007; 4) Servizio Gestione Urbanistico - Territoriale, Direzione Generale IV, n° 3 del 28 marzo 2012 in applicazione dell'art. 6, comma 12, del D.Leg.vo 152 del 2006 come modificato dal D.Leg. vo n° 128 del 2010; 5) Beni Ambientali n° 814 del 22.07.2008, Direzione Generale IV, in applicazione dell'articolo 146 del D.Leg.vo n? 42 del 22 gennaio 2004 e dell'articolo 159 del D.Leg.vo n° 63 del 26 marzo 2008 (Beni Paesaggistici); 6) la conferma della Soprintendenza n° 1915 del 18 aprile 2009; 8) nulla-osta della Provincia di Campobasso n" 4868 del 25 ottobre 2007; 9) nulla-osta della Provincia di Isernia n" 31.748 del 2007;

10) determinazione dirigenziale (Screening) n" 117 del 09.01).2010 del competente servizio Conservazione e V.I.A., Direzione Generale IV, di cui all'art. 9, comma 4, L.R. n° 21 del 24.03.2000 nonché art. 20 del D.Leg.vo 152 del 2006; 11) l'attestazione dell'Ufficio Tecnico Comunale sull'assenza di vincoli, per l'area in esame, di consolidamento e/o zone definite S.I.C. e/o Z.P.S.; 12) Giunta Regionale con Del. n° 301 dell' 08.05.2012 mediante la quale, non mostrandosi contraria all'intervento, ha espresso parere favorevole alla realizzazione dell'intesa di cui all'art. 4 della L.R. n° 7 del 1973; dato atto della rilevantissima importanza storica, ambientale, culturale e turistica dei Tratturi, quali millenarie vie della transumanza e dello scambio commerciale e culturale delle popolazioni pastorali del nostro Paese; considerate le molteplici iniziative a sostegno della promozione di detti Tratturi messe in atto negli anni dagli Enti territoriali molisani, a partire dalla stessa Provincia di Campobasso e dalla Regione Molise; considerato inoltre l'esposto denuncia che cittadini e associazioni civiche, oltre che amministratori locali, hanno deciso di presentare ai competenti uffici: IMPEGNA il presidente della Giunta Provinciale a porre in essere con immediatezza ogni iniziativa finalizzata alla sospensione cautelare dei lavori in questione, adendo anche ad ogni altro Ente e Organo dello Stato deputato alla salvaguardia dell'ambiente, del territorio, del patrimonio turistico, artistico, culturale. Campobasso lì, 2 dicembre 2012

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►CULTURA / NASCITA DI UN MUSEO, IN TEMPO DI CRISI di Antonella Cifelli _

Ottima notizia sul fronte culturale: inaugurato a Venafro il Museo nazionale di Castello Pandone

A Venafro, “porta del Molise” nel punto di incontro con Lazio, Campania e Abruzzo, nasce il Museo nazionale di Castello Pandone, frutto del lavoro delle strutture territoriali del ministero per i Beni e le attività culturali. Premessa la funzione di tutela svolta dal Museo per quei beni culturali mobili provenienti da chiese della regione, chiuse o poco sicure, i promotori dell’opera sottolineano come si sia voluto realizzare un allestimento in cui le opere provenienti dal territorio venissero unite ad altre di proprietà statale. “L’obiettivo è quello di mettere in risalto la qualità delle testimonianze artistiche molisane muovendo dalla generale riconsiderazione del rapporto centro-periferia in una prospettiva storica di complementarietà – spiegano gli organizzatori. E ancora: “Napoli non sarebbe stata una fiorente capitale, se non avesse potuto contare, ad esempio, sulle produzioni e sul mercato della lana proveniente dal Regno di cui il Molise era parte”. E’ quindi opportuno considerare per questa regione un viavai di pittori, scultori, architetti e un traffico di opere con forme e contenuti aggiornati; una circolazione stimolata da committenti consapevoli di consolidare il controllo del proprio potere attraverso imprese decorative e architettoniche di qualità e di sorprendente originalità, come nel caso appunto di Enrico Pandone per il Castello di Venafro, ma anche, ad esempio, in quelli dei di Capua per il disegno urbanistico di Riccia e per il Castello di Gambatesa.

▲Particolare del ciclo di affreschi nel Castello Pandone

In ragione dell’inscindibile rapporto tra tutela e valorizzazione, il Museo di Venafro intende allora far conoscere, soprattutto ai giovani, a partire da quelli di età scolare - avvalendosi a tal fine dell’apporto delle strutture della locale Università per l’assistenza didattica - la valenza urbanistica, architettonica e decorativa del Castello Pandone – “museo di se stesso” - le sculture, i dipinti, i disegni esposti nel percorso interno di visita, e i numerosi percorsi esterni che dal Castello si diramano all’intero territorio molisano, a partire da quello immediatamente limitrofo. Infatti dalle postazioni panoramiche sulla sommità del Castello si apprezza il paesaggio dell’alta Valle del Volturno, che offre motivi di conoscenza, godimento ma anche spunti di riflessione. Si può infatti apprezzare l’armonia tra il monumento, la città e i rilievi montuosi che da secoli fanno loro da sfondo, ma constatare verso la valle e sui rilievi antistanti il disordine che ha contraddistinto il più recente sviluppo edilizio e industriale dell’area. “Questo Museo vuole essere un nuovo strumento per ricostruire fra i cittadini (in primis molisani) quel senso di identità, individuale e collettiva, che non può che essere nutrito dalla conoscenza della storia della propria città o paese, della propria regione e nazione. E’ un obiettivo che investe la dignità personale e quella dell’intera comunità di appartenenza perché utile a far crescere la sensibilità per il patrimonio culturale, che è di tutta la comunità, e a scongiurarne per il futuro i rischi di scempio: dagli impianti eolici che minacciano le aree archeologiche, le chiese medievali lungo i tratturi o le secolari produzioni agricole, ai lavori abusivi sui manufatti artistici, agli stravolgimenti dell’antica edilizia rurale e urbana, dei giardini pubblici e dei loro arredi, etc. – continuano i promotori. Quale sviluppo può esservi di una città, di un territorio se la sua storia viene cancellata? E’ una domanda che molti enti locali – fortunatamente non tutti – e imprese spregiudicate non si pongono. Se lo chiedono invece, sempre di più, molti cittadini e molte associazioni, e alcune di queste sono da tempo assai vicine agli Istituti del ministero operanti in Molise nell’azione di tutela e valorizzazione. In tempo di crisi, morale e di risorse, l’apertura di questo Museo Nazionale è frutto anche dell’azione di associazioni di volontariato che svolgono assistenza alle attività di accoglienza del pubblico del museo: per Castello Pandone è l’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione di Venafro, mentre per il Castello di Gambatesa è l’Auser Molise. In tempo di crisi gli Istituti del ministero sono stati attenti a utilizzare al meglio le risorse assegnate, per cui gli importanti lavori di restauro alla struttura e alle decorazioni del Castello Pandone, nonché tutti i lavori di allestimento del museo sono stati svolti e sono in corso di svolgimento (nuovo impianto illuminotecnico al primo piano) con i soli fondi programmati nel 2010 (600mila euro). Ci si augura che questo investimento dello Stato sul territorio sia recepito dagli enti locali che dovranno attivare dinamiche virtuose per cooperare alla valorizzazione e attrarre turismo in Molise e non sciupare risorse in iniziative inadeguate o collocabili nelle categorie del bizzarro e del grottesco.

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Le Soprintendenze Speciali di Napoli e Roma e la Soprintendenza di Caserta e Benevento hanno affidato per il percorso museale in Castello Pandone opere dei loro depositi da mettere in dialogo con quelle molisane. Contributi tecnici sono pervenuti dall’Istituto centrale di patologia del libro, dall’Istituto superiore centrale del restauro, dalla Soprintendenza di Venezia e, per il progetto definitivo di allestimento, dalla Pinacoteca di Brera di Milano.

Il “museo di se stesso” Il Castello domina Venafro, principale centro dell’alta Valle del Volturno per la posizione sulla biforcazione della via Latina verso la Campania e il Sannio, ed è a sua volta dominato dal monte Santa Croce, ove durante la guerra fra Sanniti e Romani (343-290 a.C.) fu costruita una fortificazione. Dopo il fiorente periodo romano, che vide Venafro dotarsi di acquedotto, anfiteatro, teatro, odeon, la città si contrasse intorno alla cattedrale. I Longobardi occuparono per esigenze difensive l’anfiteatro (il “Verlascio”), ma alla fine del X secolo eressero una fortificazione a nord della città, sui resti di strutture romane. Fu in tale contesto che prese forma il nucleo originario dell’attuale Castello Pandone, che divenne un punto di riferimento per lo sviluppo medievale, la cui evoluzione determinò l’insolita posizione della cattedrale fuori mura. Il nucleo più antico del Castello, la torre longobarda, risale alla seconda metà del X secolo. Il complesso subì numerose trasformazioni nelle epoche successive, a partire da quella angioina, e particolarmente importanti furono gli interventi rinascimentali che ne determinarono la funzione di dimora della famiglia Pandone, che aveva ricevuto il feudo dai re aragonesi. La decorazione con il ciclo dei cavalli di Enrico Pandone, per la sua unicità, offre un percorso interessante sotto diversi punti di vista. Per la tecnica esecutiva, trattandosi di intonaco a rilievo e affrescato; per la probabile provenienza della bottega incaricata dell’impresa dall’ambiente napoletano, caratterizzato da pittori iberico-fiamminghi – un cui riflesso è ravvisabile nel ciclo per l’insistenza decorativa e il retaggio “gotico” delle figure – e artisti romani e lombardi, dai quali potrebbe derivare la ricerca di effetti prospettici nella rappresentazione dei cavalli a dimensione naturale. Interessante è anche il significato culturale dell’originale “galleria” di ritratti equini, il cui solo possibile confronto è con la Sala dei Cavalli in Palazzo Tè a Mantova, affrescata per i Gonzaga da Giulio Romano poco dopo il ciclo venafrano. Enrico Pandone, noto allevatore di cavalli, potrebbe essere considerato il campione di quei nobili napoletani criticati dall’umanista Pietro Summonte per la poca attenzione all’arte, ciò per avere “atteso se non alle cose della guerra, alle giostre, ad fornimenti di cavalli, alle cacce”. Sarebbe errato tuttavia ignorare il presupposto culturale umanistico e cavalleresco che ispirò a Pandone questi “ritratti”, corredati dalle rispettive ed eleganti epigrafi. Lo si percepisce anche dagli strati di intonaco su cui lavorò la bottega, sui quali si vedono, oltre i disegni preparatori, schizzi di navi, caricature, conteggi, versi, proverbi a carattere morale e amoroso in italiano, spagnolo, latino. Questo era l’immaginario preferito di un uomo d’arme come Pandone, fino al suo tradimento dell’imperatore con il passaggio alla parte francese, decisione che gli costò la vita nel 1528. Successivamente i Lannoy decorarono il Castello, cercando di cancellare la memoria della decaduta famiglia.

▲Due splendide immagini di Venafro (Isernia)

realizzate da Augusto Giammatteo ▼

Il percorso museale

Il percorso museale ha inizio con le più antiche testimonianze pittoriche molisane, i frammenti di affresco del VII secolo da Santa Maria delle Monache di Isernia, e prosegue con opere medievali quali l’affresco con i Santi Bartolomeo e Michele dalla chiesa di San Michele di Roccaravindola e la scultura trecentesca della Madonna con Bambino da Santa Maria della Strada di Matrice. Il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una bottega inglese di Nottingham, è indicativo di una committenza esigente, tutt’altro che estranea all’internazionalità del gusto, ruotante intorno alla chiesa dell’Annunziata di Venafro e all’importante Confraternita dei Flagellanti. Opere prodotte a Napoli per il Molise o da artisti molisani formatisi a Napoli nel Sei e Settecento sono state poste “in dialogo” nel percorso museale con dipinti provenienti da importanti musei statali: Museo nazionale di Capodimonte e Museo nazionale di San Martino, Napoli; Galleria nazionale d’arte antica in Palazzo Barberini, Roma; Palazzo Reale, Caserta. Scaturisce un itinerario nella pittura centro-meridionale al cui interno è possibile notare la Madonna con Bambino e santi dalla Chiesa del Carmine di Venafro, che il raro pittore napoletano Simone Papa, allievo di Belisario Corenzio, firmò e datò 1612 influenzato dalla pittura tardo manierista e dal realismo caravaggesco.

Raccoglie disegni e stampe appartenenti a famiglie di artisti provenienti dal centro molisano di Oratino – i Brunetti, i Falocco, seguaci di Francesco Solimena – la collezione di Giacomo e Nicola Giuliani, di cui viene esposta una selezione illustrante disegni di soggetti sacri decorazioni per edifici civili e arredi. SEGUE A PAGINA 5

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Spicca la qualità del San Sebastiano curato da Irene, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Gildone, del caravaggesco Giuseppe Di Guido, in precedenza detto “Maestro di Fontanarosa”, che si esalta nel confronto con l’Andata al Calvario di Pacecco De Rosa, (Museo nazionale di Capodimonte, Napoli), in cui il realismo caravaggesco – che ispirò anche due suoi maestri, Massimo Stanzione e Filippo Vitale - si coniuga con il classicismo emiliano e romano. Di quest’ultima linea culturale De Rosa fu il più convinto seguace, essendosi accostato al bolognese Domenichino, attivo a Napoli fin dal 1631. Per la pittura della fine del Seicento e del Settecento due artisti napoletani furono punto di riferimento per l’Italia e l’Europa. Uno è Luca Giordano, che, dopo l’iniziale influenza del naturalismo di Ribera, attraversò la penisola per studiare le opere di Pietro da Cortona, Tiziano, Veronese ed elaborò un proprio linguaggio pittorico vivace e rutilante, fluido fino quasi alla dissolvenza formale e luministica. All’ambito di questo maestro è attribuito Pan e la ninfa Siringa (Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli). L’altro è Francesco Solimena, che sviluppò uno stile tra il naturalismo e il barocco di Giovanni Lanfranco e Mattia Preti, concreto e definito come nella Madonna con Bambino della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini di Roma, ove è quella saldezza formale ricorrente in pale d’altare e decorazioni scenografiche. Con i due citati protagonisti della scena pittorica si confrontarono inevitabilmente gli altri artisti, interpretandone le novità e diffondendole nei diversi territori. Per il Settecento spiccano per qualità a Venafro la Madonna con Bambino e san Nicola da Tolentino, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro, opera di Nicola Maria Rossi, molto influenzato da Solimena, oppure i Misteri del Rosario di un Seguace di Francesco De Mura, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro. A suggerire il gusto per la pittura di genere, che probabilmente caratterizzò le dimore della nobiltà napoletana in Molise, sono state esposte nature morte di Gaetano Cusati (Museo Nazionale di San Martino, Napoli), che contribuì a evolvere tali soggetti dal naturalismo al barocco, e Baldassarre De Caro (Palazzo Reale, Caserta), dai densi bagliori e ombre che riflettono l’influsso di Solimena.

▲Un’altra immagine del Castello Pandone

Ma c’è anche la polemica: troppo cemento

e scarsa attenzione ai disabili

A farsi portavoce della protesta è il segretario della Uilbac Emilio Izzo che ha indetto una conferenza stampa-sit in, davanti a quello che ha definito uno scempio. Con lui Luca Sallusti promotore del gruppo Facebook "Contro le barriere architettoniche a Bojano e nel Molise", perché quanto realizzato davanti all'antico castello, rende la struttura off-limits per i disabili. «La presenza di Luca, giovane con difficoltà motorie da sempre impegnato al fine di far conoscere le problematiche con le quali deve fare i conti giornalmente a causa delle barriere architettoniche mai abbattute – spiega Izzo - la dice lunga sul disastro al castello di Venafro che non è solo di natura tecnica-ambientale-architettonica-archeologica-paesaggistica, bensì anche di natura sociale visto che, uno dei pochi monumenti che era in grado di soddisfare le richieste di visita da parte di soggetti diversamente abili in quanto dotato di un passaggio, uno scivolo costruito secondo le norme vigenti utile allo scopo, per realizzare lo scempio è stato tranciato di netto! E così, persone come Luca sono rimaste al palo, depredati di quel poco che era stato fatto nella loro direzione senza che nessuno sia intervenuto”.

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►EVENTO A ROMA / TEATRO MOLISANO A SAN GIOVANNI di Palma Spina _

Sabato 5 gennaio al teatro “Lo Spazio” di via Locri va in scena “Donne in crisi”. Biglietto: 10 euro.

Salve amici di “Forche Caudine”,

sappiamo che ricevete inviti su inviti per spettacoli

di pseudo-sconosciuti ma un giorno potrete dire:

"io c'ero quando lei non era ancora nessuno".

Occhiolino.

Ci farebbe piacere che veniste allo spettacolo di

sabato 5 gennaio, al Teatro Lo Spazio di Roma.

Lo spettacolo è divertente, dura poco più di un'ora

e ce la mettiamo tutta per non deludere mai il

nostro pubblico. Grazie. Palma Spina

Targhe Alterne presenta

DONNE IN CRISI di e con PALMA SPINA

SABATO 5 GENNAIO ORE 20.45 TEATRO LO SPAZIO Via Locri 42 - ROMA

(Traversa Via Sannio. Metro: San Giovanni). Al Teatro Lo Spazio torna lo spettacolo vincitore del 3° Premio “Necessità Drammaturgiche” 2012 della Spotless di Roma. Ore 20.45. Biglietto unico: 10 euro. Lo spettacolo Una casalinga, un’ex valletta e una catechista sono le ospiti di una trasmissione televisiva che discute sulla precarietà e l’instabilità economica di oggi. Prima della diretta, le tre donne (si) raccontano le loro vicende offrendo una tragicomica fotografia dell’Italia e degli italiani alle prese con la crisi economica. A prepararle c’è una brava assistente di studio che ha appena scoperto di essere stata licenziata e che questa sarà la sua ultima trasmissione. e degli italiani alle prese con la crisi economica. A prepararle c’è una brava assistente di studio che ha appena scoperto di essere stata licenziata e che questa sarà la sua ultima trasmissione e degli italiani alle prese con la crisi economica. A prepararle c’è una brava assistente di studio che ha appena scoperto di essere stata licenziata e che questa sarà la sua ultima trasmissione.. Palma Spina ha ricevuto diversi premi per il teatro (quattro spettacoli scritti, diretti e interpretati), per la narrativa (due romanzi e due racconti pubblicati) e per il cinema (sceneggiature). Tutta la biografia su www.palmaspina.it TEATRO LO SPAZIO Tel. 06-77076486-77204149, [email protected], www.teatrolospazio.it Targhe Alterne [email protected] www.palmaspina.it cell. 329.2134534

Palma Spina vive a Gildone (Campobasso).

TEATRO 2012 LE TROIANE da Euripide e Seneca. Adattamento e Regia di Giuseppe Emiliani. Prod. Fondazione Savoia e Molise Spettacoli (interprete). 2012 DONNE IN CRISI Testo, regia e interprete. Prod. Targhe Alterne. Monologo. 2011 IO NON SO ODIARE Adattamento teatrale e Regia. Monologo sull’olocausto tratto dalle “Lettere” e dal “Diario” di Etty Hillesum. Interprete: Mena Vasellino. 2010 S-LEGAMI Spettacolo sulla droga. Regia di Gabriella Antonelli. Coordinamento artistico Teatro Officina di Milano. (interprete). 2009 DONNE IN QUOTA Testo, regia e interprete femminile. Prod. Targhe Alterne. 2008 LA SPOSA PERPLESSA Testo, regia e interprete. Monologo. Prod. Targhe Alterne. 2007 TUTTA COLPA DEL PURGATORIO Testo, regia e interprete femminile. Prod. Targhe Alterne.

CINEMA 2010 LA PATENTE, film di Alessandro Palazzi - Rasa Film, Roma - (ruolo: Mariella) 2007 LA FINESTRA SULLA LIBERTA', corto di William Mussini scritto da Andrea Succi - Mad Video, CB - (ruolo: professoressa) 2006 PLAY, STOP, REWIND, corto di William Mussini - Mad Video, CB (ruolo: madre).

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►ROMA / BILANCIO OK PER LA “TRE GIORNI” MOLISANA di AN _

L’abete di Pescopennataro in Vaticano, il libro sulle campane di Agnone, la giornata culturale su Chiauci.

Pescopennataro, Agnone e Chiauci i borghi protagonisti di tre eventi di richiamo a Roma: il simposio della pietra di Pescopennataro, collegato al dono dell’abete in Vaticano, la presentazione del libro di Gioconda Marinelli sulla millenaria fonderia di Agnone e la giornata di Chiauci nel prestigioso Palazzo Valentini. Un finesettimana, tra il 13 e il 15 dicembre, all’insegna della cultura molisana. Il weekend ha registrato, in apertura, la presenza del simposio di Pescopennataro in piazza Garibaldi, sul Gianicolo. Una location prestigiosa, che sottolinea la crescita di popolarità per le attività collegate alle preziose pietre del borgo altomolisano. All’iniziativa ha collaborato “Forche Caudine” tramite il vicepresidente, avv. Donato Iannone. Nel pomeriggio di venerdì 14, presso la sede romana della Regione Molise, in via del Pozzetto, è stato presentato il libro “L’uomo che fondeva le campane” di Gioconda Marinelli, omaggio alla sua famiglia, in particolare al padre, simbolo della dedizione alla millenaria arte campanaria. Davanti ad un pubblico qualificato, è stata toccante la testimonianza dell’ingegner Vito Alfonso Gamberale, il quale non ha voluto mancare all’appuntamento per ricordare il suo grande amico Pasquale Marinelli. Sono poi intervenuti il critico Antonio Picariello, che ha inquadrato il libro nella dimensione letteraria, la brava giornalista Maria Stella Rossi, che ha raccontato la “costruzione” del testo e l’attrice Barbara Amodio, lettrice di brani in forma scenica e in modo efficace. Ha moderato Giampiero Castellotti, giornalista, presidente dell’associazione “Forche Caudine”. Presenti in sala, tra gli altri, lo stilista Sebastiano Di Rienzo, la scrittrice Nicoletta Pietravalle, il filosofo Antonio Rainone, l’avvocato Donato Iannone e numerosi componenti della famiglia Marinelli. Sabato è stata la volta delle “Memorie storiche e artistiche di Chiauci e delle sue Chiese”, come recita il titolo del libro della professoressa Adelaide Trabucco sul piccolo centro altomolisano. L’evento s’è svolto a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. Impeccabilmente coordinata da Simonetta D’Onofrio e Silvio Rossi, la giornata ha registrato gli interventi di Egildo Di Pilla, sindaco di Chiauci, di monsignor Scotti, vescovo di Trivento, di don Pietro Monaco, parroco di Pescolanciano e Chiauci, di Giampiero Castellotti, presidente di “Forche Caudine” e di Antonino Di Iorio, studioso novantenne che ha incantato la folta platea con l’attenta ricostruzione storica dei luoghi. L’iniziativa ha goduto di un’appendice ludica: l’intermezzo musicale a cura del gruppo folcloristico “I cap’dannar”, proseguito con successo per le vie del centro storico di Roma, fin sotto l’abete molisano in Vaticano. Una promozione simpatica, efficace e genuina del nostro Molise.

LA GIORNATA A PALAZZO VALENTINI

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►EVENTO / PICCOLI COMUNI, CI SIAMO ANCHE NOI di Simonetta D’Onofrio _

La cronaca dettagliata dell’incontro romano di dicembre con la comunità di Chiauci.

“Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere”. La frase di monsignor Di Liegro raccoglie sinteticamente il significato della giornata culturale dedicata al patrimonio artistico molisano e alle sue tradizioni. Gli ospiti, presenti nella sala dedicata a monsignor Di Liegro, presso la sede istituzionale della Provincia di Roma, Palazzo Valentini, hanno condiviso una preziosa ricerca storica sulla cultura e l’arte di un angolo del Molise. La manifestazione di sabato 15 dicembre, promossa per far conoscere anche alla comunità molisana residente nella Capitale e ai cittadini romani, le bellezze del territorio di un piccolo comune della provincia di Isernia, è stata organizzata dall’amministrazione comunale di Chiauci. Oltre ad avere ricevuto il patrocinio della Provincia di Roma, grazie all’interessamento del consigliere Emiliano Minnucci, della Regione Molise, della Provincia di Isernia, del consorzio dell’Alto Molise Assomab, è stata sostenuta dall’associazione nazionale “Borghi Autentici d’Italia” e dall’associazione “Forche Caudine”. L’idea dell’incontro è nata dalla richiesta dell’autrice del libro “Memorie storiche e artistiche di Chiauci e delle sue chiese”, professoressa Adelaide Trabucco. Il volume è stato realizzato con lo studio della storia millenaria tratta dall’archivio parrocchiale del borgo che ha dato i natali a suo padre, Erminio, pittore e scultore apprezzato in ambito nazionale. L’opera della professoressa Trabucco raccoglie un insieme di suggestioni e di emozioni che raccontano i particolari dell’architettura e degli affreschi che rappresentano la narrazione dell’anima delle chiese, presenti in un centro storico dall’estrema bellezza e permette di conoscere più da vicino uno dei migliaia dei piccoli borghi sparsi in Italia, dove esistono tesori artistici e paesaggistici spesso sconosciuti ma che rappresentano un grande patrimonio per tutti noi. La presentazione è stata impreziosita dagli interventi del vescovo di Trivento (nel cui territorio è compreso Chiauci), che ha ringraziato l’autrice per la dedizione dimostrata nella realizzazione dell’opera; del professor Antonino di Iorio, noto storico che ha dedicato la vita alla scoperta delle tradizioni e della cultura molisana, con interessanti saggi sulla “Tavola osca”, sul Teatro Sannitico di Pietrabbondante e sul brigantaggio molisano, il quale ha tessuto le lodi alla professoressa Trabucco per la qualità delle ricerche e la completezza della documentazione a corredo; di Giampiero Castellotti, presidente dell’associazione “Forche Caudine”, punto di riferimento per la comunità dei molisani in Italia e nel mondo, e sempre presente al fianco delle iniziative culturali promosse da istituzioni e cittadini molisani. Un aspetto piacevole è stato lo spirito propositivo dei cittadini di questo piccolo paese. Una comunità unita, in cui tutti hanno compreso come solamente marciando nella stessa direzione si possono superare le avversità rappresentate dallo svuotamento della popolazione (Chiauci all’unità d’Italia aveva circa 1.200 abitanti, oggi sono 275) e negli ultimi anni dai tagli che i governi centrali hanno operato nei confronti delle amministrazioni locali, dalle grandi città ai piccoli centri, fino alle ultime restrizioni imposte dalla legge di stabilità. Unità che è rappresentata dalla giunta locale, composta di persone di diverse provenienze politiche, ma che collaborano per superare insieme le difficoltà.

▲La dottoressa Simonetta D’Onofrio

L’intervento del sindaco, Egildo di Pilla, riassume questo concetto. Un discorso importante, schietto, propositivo, che ha ricordato le opere realizzate, i progetti in corso, le iniziative destinate alle fasce più deboli della popolazione, lo spirito con cui bisogna affrontare i problemi, uniti come in una squadra calcistica e non chiudendosi mai alle proposte e ai contributi dei propri concittadini o di chi comunque si dimostri disposto a collaborare. L’unità richiamata dal sindaco va oltre i confini comunali: Chiauci assieme ad altri sei comuni dell’alto Molise ha fondato un consorzio, Assomab, che consente a queste piccole realtà di ottimizzare le risorse per beneficiare tutti insieme di servizi migliori (www.assomab.it). Chi ha seguito il discorso ha pensato che certamente Chiauci ha avuto in questi anni la possibilità di migliorare la qualità della vita per i propri residenti, nonostante sia un paese piccolo, con un numero di anziani elevato (bisognosi di assistenza e non produttivi), ma con un gruppo di persone convinte che il lavoro onesto porti sempre risultati positivi. Una possibilità di sviluppo turistico del paese è rappresentata dal lago che sta nascendo in questi anni, in seguito al riempimento dell’invaso del fiume Trigno, per mezzo di una diga artificiale costruita dopo anni di traversie burocratiche. La giornata ha visto una conclusione a dir poco festosa. Il gruppo folcloristico chiaucese “I cap’danniear” ha allietato i presenti all’incontro con molti brani della tradizione molisana. Nel pomeriggio si sono esibiti anche a piazza Navona e a davanti la basilica di San Pietro, dove il gruppo di cittadini è andato a visitare l’albero natalizio donato da un altro paese della Provincia di Isernia, Pescopennataro, cantando e suonando i brani del proprio repertorio, allietando romani e turisti che più volte si sono fermati a osservare la loro gioiosa interpretazione. L’abete bianco molisano per il Santo Natale del 2012 è stato inaugurato il giorno 14 dicembre a piazza San Pietro, con un discorso del santo Padre Benedetto XVI che ha accolto una delegazione della regione Molise nella sala Clementina. Alla presenza del vescovo di Trivento, monsignor Domenico Angelo Scotti, il Papa ha detto che l’albero “[…] manifesta anche la fede e la religiosità della gente molisana, che attraverso i secoli ha custodito un importante tesoro spirituale espresso nella cultura, nell’arte e nelle tradizioni locali.”

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►IL PAESE / CHIAUCI, IL BORGO AUTENTICO di Egildo Di Pilla (sindaco di Chiauci )_

Un piccolo comune ma molto attivo e ben organizzato. Il racconto del sindaco per “Forche Caudine”.

Chiauci è uno dei paesi più piccoli della nostra regione. Sorge a 879 metri slm e si trova in Alto Molise, la parte più interna e montuosa caratterizzata dalla natura incontaminata e da paesaggi di grande fascino ricchi di boschi di cerro, quercia e faggio. Un territorio percorso dal fiume Trigno, il secondo per dimensioni della Regione Molise, dove sgorgano numerose le sorgenti di acqua dolce e dove anche i costumi e le tradizioni locali sono ben conservati. La parte più antica del paese (il centro storico), edificata nel Medioevo, è del tipo ad avvolgimento. Conserva ancora, in gran parte, i caratteri costruttivi originali, di sobrio e gradevole gusto locale. Le abitazioni perimetrali si affiancano le une alle altre a formare una cerchia protettiva, all’interno della quale si intrecciano le stradine ed i vicoli, delimitati da file di altre case, l’ex palazzo baronale, la chiesa principale e la torre dell’orologio. Al centro storico si accede passando sotto gli archi delle antiche Tre Porte che hanno dato il nome alla parte alta del paese. Chiauci nel 1811 fu riconosciuto come comune autonomo e alla fine dell’Ottocento era abitato da circa 1.300 chiaucesi. L'economia era basata prevalentemente sull'agricoltura, patate, fagioli, grano, vite, ma nel dopoguerra, con l'avvento della industrializzazione, che poi si è rivelata una dei grandi fallimenti dell’epoca del cosiddetto boom economico, delle politiche scellerate che si sono succedute nel corso degli anni basate sull'implementazione del settore terziario, senza investimenti e crescita nei settori primari, ci si è trovati in una condizione socio-economica difficile e seriamente preoccupante, a favore del continuo allontanamento dai nostri paesi della popolazione attiva verso mete metropolitane nazionali e internazionali. Ha avuto così inizio un processo di spopolamento ed impoverimento che ha assunto nel tempo caratteri strutturali con il conseguente aumento della popolazione anziana. Oggi Chiauci è un paesino di soli 275 abitanti che conserva ancora intatto il suo carattere di ruralità. In questi anni abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rendere Chiauci un paese più bello e più attraente, mediante interventi di restauro, attrezzandolo a livello infrastrutturale vista la sua particolare vocazione per il turismo della tranquillità, della famiglia, e questo grazie al suo ordine, alle bellezze storiche e naturalistiche e all'affabilità della sua gente. Sfidiamo cioè il nostro declino intrecciando tradizione ed innovazione, attraverso legami positivi col territorio e la coesione sociale.

I BENI STORICI

Chiesa parrocchiale San Giovanni Evangelista (1200). La primitiva cappella sorse con l’abitato. Successivamente fu ampliata ad una nave (1450). Nel 1724 fu ulteriormente ampliata a tre navi, diventando imponente. La data è incisa su un’epigrafe murata nel fronte. Sorta a ridosso della principale porta urbica, ne recupera una torre adattandola a campanile, realizzando una sopraelevazione nella quale si aprono i quattro archi delle campane. All’interno è custodito l’altare maggiore settecentesco in marmi policromi. Si trova nel centro storico (normanno-angioino). Chiesa di San Sebastiano (1860). Sull’area di un’antica cappella nella piazza su cui convergono quattro strade, nuovo centro urbano. Nella piazza Umberto I è ben conservata anche una croce stazionaria. Chiesa di Sant’Onofrio (1000). Si trova sul tratturo, a sud del paese, all’interno del bosco omonimo, a metà strada tra Chiauci e Pescolanciano. Ha subito nel tempo numerosi rifacimenti, per rimediare all’usura e ai danni dei vari terremoti; importante il rifacimento nel XV secolo. All’interno della bellissima area naturalistica del Bosco di Sant’Onofrio, dove sono presenti i resti delle mura Cinta Sannitica, esiste un parco attrezzato con aree pic-nic, sentieri, e dove nei prossimi mesi sarà realizzato un piccolo parco avventura per famiglie. Adiacente il Bosco di Sant’Onofrio c’è il Camping di Località Piana, struttura ricettiva con area di sosta per camper che si affaccia sulla valle del Lago di Chiauci. Sull’altra sponda del Lago, la Provincia di Isernia ha realizzato un Parco giochi per bambini. Il costruendo Lago di Chiauci, che si sta realizzando sul territorio da circa 27 anni e che è in fase di ultimazione, è un’opera finanziata dal ministero dei Lavori pubblici prima e delle Infrastrutture poi, costata circa 120 milioni di euro. Conterrà, a regime, 15 milioni di metri cubi di acqua raccolti a scopi irrigui, industriali, potabili e, si spera, anche energetici a servizio per il 50% della Piana di San Salvo e per il 50% della Piana di Montenero di Bisaccia. Sul territorio è stata captata un’importante sorgente che alimenta il ramo sinistro dell’acquedotto molisano e che fornisce acqua a circa 60 comuni molisani ed abruzzesi. Oggi esiste una vera e propria centrale di captazione gestita da Molise Acque. SEGUE A PAGINA 10

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I SERVIZI In Chiauci ancora sussistono tutti i servizi essenziali, amministrativi, sanitari e sociali, il trasporto pubblico locale. Oltre al Municipio, c’è l’Ufficio postale aperto tre giorni a settimana, una farmacia a tempo pieno, la biblioteca, una piccola palestra presso una sala del Centro parrocchiale. La biblioteca comunale negli ultimi anni si è dotata di un buon numero di libri. Il servizio sanitario di base è svolto nell’ambulatorio comunale per cinque giorni alla settimana. Il servizio trasporto scolastico è gratuito. Opera in Chiauci un servizio di assistenza per anziani con assistente sociale e domiciliare a cura del piano sociale di zona ed un centro diurno. È attiva una rete wi-fi con hot spot gratuiti nel centro urbano. A Chiauci si effettua la raccolta differenziata dei rifiuti con una percentuale dell’80%. Come amministrazione, abbiamo realizzato interventi sulle strutture sportive, parco giochi, abbattimento delle barriere architettoniche. L’associazionismo è molto presente: la Pro-Loco, la Polisportiva Chiauci e l’Associazione “L’Incontro” che collaborano tra di loro e con l’Amministrazione per la promozione e valorizzazione di manifestazioni culturali, enogastronomiche, turistiche e sportive. La Pro-loco, nata nel 1990, è una delle associazioni più longeve di tutta la regione e questo grazie alle sue attività di promozione culturale ed enogastronomiche. In occasione della Festa di San Martino l’11 novembre si rievoca la tradizione storica del fantoccio e delle teste fatte con le zucche svuotate ed il cui contenuto viene utilizzato per cucinare “Cococce e patan pistiat” (zucche e patate schiacciate), piatto delizioso che abbiamo candidato alla certificazione da parte dell’Accademia italiana della cucina. La Polisportiva Chiauci, nata nel 2002 e la cui presidenza per alcuni anni è stata in capo al nostro parroco Don Pietro, ci ha regalato per la prima volta nella storia la soddisfazione di essere promossi ad un campionato di calcio di prima categoria: un bel gruppo di giovani che grazie allo sport crescono più sani e fiduciosi nel futuro regalando anche momenti di piacevole svago ai sostenitori. L’Associazione L’Incontro si dedica con attenzione alle politiche ambientali ed alla valorizzazione della Polenta Tipica Chiaucese. E’ possibile percorrere sentieri naturali sul territorio sia in trekking sia in mountain bike magari servendosi di una bicicletta messa a disposizione dal Comune o a cavallo (ippoturismo) o facendo un’arrampicata sportiva.

▲DINAMICO. Egildo Pilla, sindaco di Chiauci

Abbiamo avuto il piacere di ospitare competizioni di trial valide per il campionato italiano, con la presenza di numerosi atleti provenienti da tutta Italia, che hanno apprezzato il nostro territorio grazie alla varietà e all’elevato tasso tecnico dei percorsi naturali che offre. Il Comune di Chiauci nel 2008 ha sottoscritto un protocollo d’intesa con Legambiente per il progetto “Chiauci Borgo ideale” finalizzato alla tutela e la valorizzazione del territorio mediante interventi ecosostenibili. Dal 2010 Chiauci è un Borgo Autentico d'Italia Dal 2011 Chiauci è nella Rete Italiana di Cultura Popolare. Principali manifestazioni: Carnevale con i mesi dell’anno; San Martino; Presepe vivente nel centro storico. Feste Religiose: San Giorgio, 23 aprile, Santo Martire Patrono; Sant’Onofrio, 11 giugno, la processione fino alla Chiesa di Sant’Onofrio e ritorno in fiaccolata il 16 agosto; Sant’Antonio, 13 giugno, la festa del pane benedetto; San Vincenzo, 3 settembre; San Sebastiano, 4 settembre.

Sono tanti i chiaucesi amatori del web che in questi anni hanno creato siti internet su Chiauci: in particolare www.chiauci.com.

IL PROGETTO “MOLISE POCKET” Si tratta di un “cofanetto” in cui sono stati raccolti una decina

di immobili storici privati disponibili, riportati su schede con

foto e dettagli scritti in italiano ed in inglese, e che abbiamo

proposto in varie occasioni anche alla fiera “Italievenement”

di Utrecht in Olanda, dal 2010. Ad oggi sono state acquistati e

ristrutturati otto di essi. Sono aumentate le ristrutturazioni

del patrimonio edilizio privato in genere ed è aumentata la

domanda di acquisto di case o ruderi nel centro storico.

Quindi gli interventi e l’impiego di risorse pubbliche come

investimento stanno portando buoni frutti.

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I PROBLEMI DEI PICCOLI PAESI Le scellerate politiche di accentramento e di tagli dei governi centrali costringono alla crescente rarefazione dei servizi al cittadino: servizi pubblici accorpati per il contenimento dei costi (uffici postali, presidi territoriali scolastici, sanità), insufficiente manutenzione del territorio, esercizi commerciali privi di una domanda adeguata per la loro sopravvivenza. Tutto ciò perché i vari governi hanno preferito portare i problemi all’emergenza e affrontare alluvioni, rifiuti, disastri vari, senza mai pianificare interventi seri sul territorio, magari riducendo notevolmente la spesa militare, cercando di colpire gli interessi della malavita senza necessariamente aumentare le forze di polizia, liberando così risorse per interventi di risanamento territoriale, istruzione, ricerca, spesa sociale e servizi al cittadino. Lo scorso anno abbiamo assistito, ad esempio, alla sospensione del Servizio di distribuzione dei quotidiani nazionali, qualche mese fa alla soppressione del servizio di telesoccorso e teleassistenza per gli anziani soli da parte della Regione Molise per mancanza di fondi: 360mila euro era il costo di questo importantissimo servizio (l’equivalente del costo di un consigliere regionale in un anno); è recente il tentativo da parte di Telecom di rimuovere il posto telefonico pubblico, è ancora più recente quello di Poste Italiane di sopprimere o ridimensionare i giorni di apertura degli Uffici postali periferici. E’ dello scorso luglio una nota della Regione che comunica la mancanza di fondi per l’acquisto dei libri di testo per le famiglie. E’ recente la comunicazione da parte della Regione della mancata disponibilità dei fondi sul bilancio regionale per il sussidio economico per aiutare a pagare i canoni di locazione alle famiglie in difficoltà. Non è possibile che non si capisca che i nostri Piccoli Comuni, che costituiscono quasi l’80% del territorio nazionale, sono l’ossatura del Sistema Italia, costituiscono un elemento virtuoso per la nazione. Restano gli ultimi rari esempi di una politica di servizio vera, tangibile, utile, al contrario di chi fa politica per mestiere. Gli amministratori dei piccoli centri sono realmente al servizio delle loro comunità, sono i presidi di ciò che rimane dello Stato: garantiscono i servizi essenziali, sono istituzioni presenti e consapevoli del loro territorio, laddove più c'è bisogno di conservare il paesaggio, di tramandare l'arte e la memoria locali, di preservare le persone e la loro cultura. Quasi sempre gli amministratori sono dei volontari che lasciano i loro emolumenti nelle casse comunali, a disposizione di interventi per risolvere le problematiche dei cittadini. Persone che lo fanno per passione e per spirito di appartenenza ad una comunità, segni di una vitalità e di un'abnegazione finalizzata a conseguire il bene comune.

Ricordo il particolare impegno in occasione dell'eccezionale nevicata dello scorso febbraio (a Chiauci è caduta circa un metro e trenta di neve); grazie al lavoro, alla disponibilità di molti giovani e padri di famiglia, si è affrontata molto bene l'emergenza riuscendo a garantire tutti i servizi alla comunità: assistenza domiciliare, viabilità, comunicazioni. Questo è un patrimonio che andrebbe incentivato piuttosto che cancellato a colpi di scelte politiche “ignoranti”. Bisognerebbe investire sui Piccoli Comuni, perché costituiscono i modelli della qualità della vita per il futuro. Non vogliamo che sia cancellata la democrazia partecipata delle Piccole Comunità locali. Un tentativo di affossamento che può decretare la fine di ogni idea di federalismo negando il diritto di esistere, mettendo il bastone tra le ruote a noi amministratori impedendoci di lavorare per l'interesse comune Ma noi lotteremo per continuare a migliorare le condizioni di vita nei nostri piccoli comuni perché siamo convinti che l'armonica distribuzione della popolazione sul territorio è una ricchezza insediativa e rappresenta non solo una peculiarità ed una garanzia del nostro sistema sociale e culturale, ma anche una certezza nella manutenzione del territorio ed un’opportunità seria di sviluppo sostenibile. Ciò si riesce ad ottenere soltanto se si attiva una programmazione seria ed integrata da parte dei vari livelli istituzionali, comunali, regionali e statali, mediante azioni da parte degli amministratori volte nell'esclusivo interesse comune e nel bene comune, mettendo da parte egoismi, egocentrismi e soprattutto interessi personali che costituiscono solo motivo di degrado culturale e sociale. Perché agire mettendo al primo posto il bene comune vuol dire aprire la mente verso nuovi orizzonti. E noi questo l’abbiamo capito già da qualche anno attivando una serie di progetti.

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INIZIATIVE PER IL FUTURO Nel 2005, insieme ad un gruppo di Sindaci del territorio dell’Alto Molise, abbiamo deciso di sederci attorno ad un tavolo per programmare azioni comuni che potessero contrastare la realtà negativa. Così è nato il Consorzio "ASSO MaB", insieme alla Regione Molise, all’Università del Molise a al Corpo forestale dello Stato (Ufficio per la biodiversità di Isernia) sulla base di uno studio del professor Blasi sull’andamento socio economico dell’area dell’Alto Molise, al fine di progettare l’ampliamento della riserva MAB Collemeluccio Montedimezzo da 637 a circa 25.000 ettari che comprende il territorio di sette comuni dell’Alto Molise: Carovilli, Chiauci, Pescolanciano, Pietrabbondante, Roccasicura, San Pietro Avellana e Vastogirardi, per la candidatura presso l’Unesco. Un territorio compreso tra i due tratturi più importanti quali il Castel di Sangro-Lucera e Celano-Foggia. La nostra idea è quella di creare un'ampia area omogenea di sviluppo sostenibile in Molise, favorendo e valorizzando, mediante articolati criteri di gestione e monitoraggio delle risorse naturali e culturali, le attività socio-economiche. Sono tanti i progetti che abbiamo in mente. Non ultimo il rafforzamento della sponda su Roma. Ad esempio nell’enogastronomia, favorendo la filiera corta dei nostri prodotti biologici ai cosiddetti GAS (Gruppi di Azione Solidale) che sono in forte crescita nelle città, piuttosto con le case produttrici di film per realizzare cortometraggi o film commission in Alto Molise, oppure riprendere il progetto della Provincia di Isernia intrapreso qualche anno fa e poi abbandonato, con i Taxi della Capitale che pubblicizzavano la Provincia di Isernia come la Provincia del Tartufo. Protocolli che portano a progetti che favoriscono quel direi necessario rapporto tra la città e le aree montane, quel turismo della tranquillità che ha sempre una buona domanda perché fa bene a chi vive in una grande città e che può costituire un volano di sviluppo per il nostro splendido territorio. Noi abbiamo sempre reagito e continuiamo a lottare perché Chiauci mantenga vive la propria tranquillità, le proprie bellezze naturalistiche le profonde tradizioni storiche, culturali grazie al contributo ed all'impegno di tutte le forze presenti sul territorio.

CHIAUCI: IMMAGINI DA CARTOLINA

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► VIP / PASQUALE FRUSCELLA, “BISTURI” PLASTICO di Maria Di Saverio _

E’ molisano, vive a Roma, s’è specializzato negli Stati Uniti. E’ uno dei più importanti chirurghi plastici.

Elegante, stimato e soprattutto bravo. Pasquale Fruscella, 60 anni il prossimo 25 gennaio, è uno dei più noti chirurghi plastici. Fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Ricerche sulla Plasticità Tessutale, è nato in Molise anche se da anni vive a Roma, dove si è laureato con lode in Medicina e chirurgia nel 1977 presso l’università “La Sapienza”, specializzandosi in Chirurgia plastica (1982), Clinica dermatologica (1987) e Neurochirurgia (abilitazione ospedaliera). Oggi si occupa di chirurgia delle malformazioni congenite, delle deformità post-traumatiche e iatrogene presso il Centro Ricerche sulla Plasticità Tessutale di Roma. A coronamento delle numerose pubblicazioni firmate dal professore (in particolare sulla “Rivista italiana di chirurgia plastica” e sul “Bollettino della Federazione Ordine dei medici”) e degli innumerevoli atti di convegni scientifici a cui ha preso parte in qualità di relatore, la rivista “Ospedali d'Italia”, organo ufficiale dei chirurghi ospedalieri, ha pubblicato un servizio, nelle scorse settimane, sull'intervento di chirurgia plastica eseguito dal professor Fruscella, per la ricostruzione della palpebra superiore. L’operazione è stata effettuata presso il Centro Ricerche sulla Plasticità Tessutale con un nuovo blefarostato ideato presso lo stesso Centro. La tecnica ha utilizzato trapianti di cartilagine e bulbi piliferi, accanto a plastiche di trasposizione per ricostruire una palpebra superiore non più in grado di chiudersi a causa di esiti cicatriziali prodotti da un incidente stradale. Si tratta di uno degli interventi più complessi in chirurgia plastica della regione orbitale in quanto è necessario recuperare la funzione di chiusura ermetica della rima palpebrale per scongiurare l'essiccazione del globo oculare, oltre che la simmetria con l'altro occhio, per evitare deformità fisionomiche. La ricostruzione è stata perfezionata da un trapianto di follicoli piliferi lungo il margine palpebrale, per ripristinare le ciglia asportate dal trauma. “In origine il chirurgo plastico era un artigiano delle fattezze fisionomiche – ci racconta Fruscella. “Oggi, purtroppo, è spesso diventato un falsario del corpo umano. Quando il falso satura le nostre difese immunitarie, cerchiamo l’opposto: la verità. E la verità si manifesta nel silenzio. La natura del nostro Paese offre oasi di grande armonia. Quando le dissonanze vi hanno colmato, rifugiatevi nella natura”. - Il riferimento è anche al Molise? “Nella mia terra, il Molise, riemergo dal caos, dalla dodecafonia urbana, dall’ultima moda, dalla falsificazione più celebrata. La casa avita mi offre bagni di silenzio, con rare interpunzioni di lontani suoni animali e utensili. Si affaccia su una vallata dipinta da Scarano, che digrada sul fiume per poi riemergere con ondulazioni sempre più attenuate. Qui me ne vado a dipingere, indegnamente rispetto al nostro artista, e curare il giardino. Mi serve per disinnescare le aree somato-topiche elette al pragmatismo”. - Un legame forte… “In Molise esiste ancora il culto di acqua, aria, terra e fuoco. Da inattesi cieli e sorgenti nascoste sgorgano brezze e acque incontaminate. La terra pietrosa regala frutti che possono nutrirvi con un solo boccone. Il fuoco si accende nelle feste patronali e solstiziali. Ad agosto, come in tutt’Italia, nei paesi del Molise si incontra la comunità degli emigrati. Guidata dall’infallibile magnetismo dei migratori, si riunisce in grandi stuoli - pronipoti e bisnonni inclusi - attorno a tavolate imbandite a festa”.

- Anche lei ha vissuto l’emigrazione negli Stati Uniti, per quanto limitata al tempo per specializzarsi. “Sì e ho avuto la fortuna di conoscere alcuni tra i più grandi chirurghi del mondo. Tuttavia, ricordo con particolare simpatia, John Cinelli, figlio di emigrati molisani a New York. Negli anni Ottanta, fresco di specializzazione, ero a Manhattan con una borsa di studio, al reparto di chirurgia plastica della Cornell University, dove lavoravo di mattina. Per il resto della giornata, bastava fare due passi, girare un isolato, ti ritrovavi in un altro reparto ‘mondiale’ dove nascevano, appunto, le novità. Cinelli, identico a George C. Scott, e con occhialoni eternamente a sghimbescio, era famoso per le rinoplastiche, che operava qualche isolato più a nord della NY University, dove andavo a visitare John Marquis Converse, il chirurgo più riverito al mondo per aver pubblicato la bibbia della chirurgia plastica in sette volumi, e sposato Veronica Balfe, una delle donne più belle di Hollywood, protagonista dell’high society newyorkese, nipote dello scenografo più premiato del mondo, Cedric Gibbons ed, infine, vedova di un altro mito della cinematografia, Gary Cooper. SEGUE A PAGINA 14

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Converse era un imperatore circondato perennemente dalla sua corte; Cinelli era l’esatto opposto. L’unica resistenza da vincere era la sua devota ferrista, che cercava, inutilmente, di mitigare l’innata disponibilità del suo capo a conversare amabilmente. Il molisano Cinelli, oltre ad inculcarmi il senso della precisione (chissà perché detta maniacale, quando dovrebbe essere solo inevitabile) mi ha stimolato a perfezionare le tecniche di anestesia locale a zero rischi, in cui era un mago in assoluto”. - Un’esperienza importante. “Credevo che sarebbe stata una pura e semplice immersione nel lavoro, l’esperienza americana. Niente rapporti umani. Tutto il contrario. La comunità italiana è straordinaria all’estero. Grazie a Bob Ciardullo, un collega figlio di emigrati calabresi, dopo appena due settimane, mi sistemai in un appartamento della Cornell, nell’Upper East Side, la zona più esclusiva di Manhattan. Bob, oltre a dividere con me i prodotti del suo estro gastronomico, mi trasferì nell’alloggio universitario appena lasciato dalla fidanzata pediatra, anche lei, naturalmente, italiana, che stava per sposare. Nell’Ombelico del Mondo, nella Grande Mela gli italo-americani, in generale, e i molisani in particolare mi hanno accolto con il calore della famiglia. Questo popolo di gente uscita dalla sua terra possiede una forza di coesione e generosità che l’italiano-in-Italia sembra aver perduto”. - Poi è rientrato in Italia. “Sì a Roma, dove ho subito avuto il privilegio di lavorare nel reparto di Chirurgia Cervico Facciale dell’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena, diretto allora dal professor Annibale Perrino, valente chirurgo demolitivo in cerca di un ricostruttivo. Al Regina Elena – dove si aprì il percorso, che non ho più lasciato, per la chirurgia delle patologie disperate - eseguii la prima ricostruzione della piramide nasale, mai effettuata, prima d’allora in quell’ospedale. Il lavoro fu, successivamente, presentato al 37° congresso della Società italiana di chirurgia plastica. Nelle pause, spinto dalla mia sete di sapere, unita alla predisposizione per il risparmio temporale, mi recavo nel dirimpettaio Istituto di medicina legale, per lavorare ad uno studio che avevo proposto al professor Cave Bondi. Con la sua equipe, pubblicammo il primo lavoro in Italia e, credo, ancora l’unico nel suo genere, sulle fasce cranio cervico facciali, base anatomica per la chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di questo distretto corporeo.Le mie ricerche si sono, così, indirizzate agli interventi ricostruttivi cranio cervico facciali e degli arti inferiori”. - Grandi soddisfazioni. “Sì, e tra le più importanti sicuramente c’è il successo nei trapianti nervosi con recupero della motilità degli arti e la ricostruzione delle deturpazioni cranio-facciali, in particolar modo dell’area più difficile, l’orbita”. - Dal 1998 dirige i Centri ricerca dell’Airpt… “Qui seguo tre fondamentali linee di studio, che si riferiscono ad un principio di massima: l’uso di materiale autologo. Nel settore dell’oncologia, utilizzo metodiche che riducono l’insulto traumatico dei tessuti, minimizzando gli esiti cicatriziali. Nell’antiaging invasivo e nella chirurgia rigenerativa, stiamo studiando tecniche che evitino gli impianti eterologhi e le incisioni da bisturi o laser. Nell’antiaging non-invasivo sperimentiamo continuamente nuovi cosmeceutici, realizzati nel nostro laboratorio, e derivati dalla flora fitoterapica italiana. Sorprendenti i risultati nella cura della psoriasi, dell’acne, e dell’invecchiamento facciale.

Nel campo dell’obesità abbiamo messo a punto tecniche mininvasive che curano questa patologia, oramai dilagante, con strumenti di dimensioni cento volte più ridotti rispetto a qualche anno fa. I congressi Airpt, che organizzo dal 2002, e che hanno anche visto la partecipazione di molisani provenienti da prestigiosi istituti di ricerca, illustrano le tecniche anti età e la bioreversione. La passione per la chirurgia si coniuga, qui, con lo studio di norme comportamentali e nutrizionali che migliorino la qualità della vita, contraffatta il minimo indispensabile, ma sempre rinnovata”.

I congressi dove è stato relatore

1986 - Milano, 35° Congresso nazionale della Società italiana di

chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

1988 - Genova, 37° Congresso nazionale della Società italiana di

chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

1989 - Messina, 38° Congresso nazionale della Società italiana di

chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

1990 - Sassari, 39° Congresso nazionale della Società italiana di

chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica

1993 - Roma, 9° Congresso intern. Società ital. di medicina estetica

1994 - Capri, 81° Congresso Società italiana di otorinolaringologia e

chirurgia cervico facciale

1994 - Capri, 10° Congresso internaz. Società ital. di dermoestetica

1994 - Roma, 15° Congresso naz. Società ital. di medicina estetica

1995 - Roma, 16° Congresso naz. Società ital. di medicina estetica

1996 - Campobasso, Giornata ligure-molisana di videochirurgia

pluridisciplinare

1998 - Campitello Matese, Convegno Società ital. radiologia medica

2000 - Chieti, 5° Congresso nazionale della Società italiana di

chirurgia ambulatoriale e day surgery

2001 - Roma, 21° Congresso naz. Società ital. di medicina estetica

2001 - Bologna, 4° Congresso naz. Società ital. di medicina e chirurgia

estetica

2002 - Campobasso, “Attuali orientamenti in tema di patologia

venosa e di insufficienza cerebrovascolare”, Congresso società

angiologia, novembre 2002.

2002 - Roma, “Le tecniche anti-età 2002”, 1° Meeting Associazione

italiana ricerche sulla plasticità tessutale.

2003 - Roma, “Le tecniche anti-età 2003”, 2° Meeting Associazione

italiana ricerche sulla plasticità tessutale.

2004 - Roma, “Le tecniche anti-età 2004”, 3° Meeting Associazione

italiana ricerche sulla plasticità tessutale.

2006 - “Chirurgia plastica, mass media e videotapes: quello che i

mass media non vi dicono sulla chirurgia plastica”.

2007 - “Le tecniche anti-età 2007 - Psikeplast”, 4° Meeting

Associazione italiana ricerche sulla plasticità tessutale.

2010 - “Le tecniche anti-età 2010 - “Arte e matematica in medicina

e chirurgia , 5° Meeting Associazione italiana ricerche sulla

plasticità tessutale.

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►VIP / IL RITORNO DEL MAESTRO RAUCCI di Tony Palladino _

Il direttore d’orchestra isernino rientra in Italia dopo un’esperienza di diversi anni negli Stati Uniti.

Dal Molise al New Jersey e ritorno. Dopo una lunga carriera all’estero costellata di riconoscimenti, il rientro, anche professionale, nella sua terra d’origine. Fernando Raucci, isernino, direttore d’orchestra di spessore e cultura internazionali, è stato nominato direttore artistico dell’Orchestra stabile della Regione Molise. Incarico sostenuto, per chiari meriti, dall’avvocato Arturo Messere, membro del consiglio d’amministrazione della Fondazione Molise Cultura. Raucci, alfiere della cultura musicale italiana negli Stati Uniti, rientra così in Molise con un curriculum ricco di straordinari successi. Diplomato in pianoforte presso il conservatorio “Perosi” di Campobasso, ha conseguito il diploma in direzione d’orchestra presso il conservatorio “Marcello” a Venezia. Si è quindi trasferito negli Stati Uniti dove ha perfezionato gli studi seguendo un master in direzione d’orchestra presso la “Hartt school of music” di Hartford, ricevendo anche la menzione speciale del “Recognition of excellence award in orchestral conducting”. Nel 2002, nel New Jersey, conduce la Grande orchestra giovanile di Princeton ad affermazioni importanti tanto da essere annoverata tra le migliori organizzazioni culturali dello Stato, con il riconoscimento istituzionale del governatore James McGreevy. È poi assistente del direttore della American symphony orchestra di New York e direttore della Opera international di Princeton. Raucci, in America, è anche un perfetto ambasciatore della cultura italiana, riservando sempre un’attenzione particolare al patrimonio della sua terra d’origine. Nel suo periodo americano, il maestro molisano porta ad esempio in scena brani del repertorio nazionale poco conosciuti dal pubblico americano. Nel 2003, grazie soprattutto a tale sensibilità, viene insignito del prestigioso titolo “Accademico”, premio internazionale annuale assegnato dall’Accademia europea per le relazioni economiche culturali (Aerec) per promuovere gli scambi culturali tra le nazioni. Nel 2004 viene inserito nella National hall of fame a Atlantic city, NJ. Nell'estate 2005 è in Italia per partecipare al rinomato Festival internazionale di Spoleto. Dirige inoltre orchestre in Bulgaria, Polonia, Romania, Russia e Ungheria. Nel 2008 apre la stagione estiva presso l'Opera del New Jersey con “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Nel contempo arricchisce il curriculum accademico come professore di Storia dell’Opera italiana presso il Dipartimento della Rutgers university e professore aggiunto presso la Rutgers university-Mason Gross school of music. Numerosi gli elogi da personalità di primo piano del mondo musicale. Il maestro Zubin Metha: "Fernando Raucci è un conduttore giovane e promettente, intelligente, serio con musicalità innata. Egli è il suo modo di una carriera di successo". Il maestro Piero Bellugi, "Raucci mostra una notevole musicalità e un talento innato”. Inoltre ha collezionato ottime recensioni in particolare da “The Times” e dal “The New York Times”.

L’ORCHESTRA STABILE DEL MOLISE L’Orchestra Stabile del Molise è stata istituita dalla Regione Molise ai sensi della legge regionale 1 febbraio 2011, n. 2. Obiettivo primario: valorizzare l'esperienza dell'Orchestra sinfonica del Conservatorio “Perosi” di Campobasso, utilizzandone e valorizzandone le professionalità e le produzioni già esistenti nel settore della lirica. La costituzione ed il funzionamento sono state affidate alla Fondazione Molise Cultura, ente in house providing della Regione con specifiche funzioni in ambito culturale. La legge istitutiva recita: “16. (Istituzione e funzionamento dell'Orchestra Stabile del Molise). La Regione Molise, in conformità con i suoi compiti istituzionali ed al fine di favorire le iniziative culturali, artistiche ed occupazionali nel settore musicale, eroga un contributo annuale alla Fondazione Molise Cultura per il funzionamento e le attività dell'Orchestra Stabile del Molise. Il contributo è finalizzato alla costituzione ed all'attività dell'Orchestra Stabile del Molise, composta di diritto da membri dell'Orchestra sinfonica del Conservatorio 'Perosi' di Campobasso…”. Direttive operative per il funzionamento sono state emanate con delibera di Giunta regionale n. 399 del 24 maggio 2011. Il Direttore artistico è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione tra soggetti individuati a seguito di avviso pubblico per la formazione di un elenco di professionisti idonei all’incarico. Per la formazione dell’Orchestra stabile del Molise sono state indette audizioni riservate ai membri dell’Orchestra del Conservatorio di musica “Perosi”.

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►VIP / ANDREA LALLI, CAMPIONE EUROPEO DI CROSS di Alex Neumann _

E’ nato a Firenze, ma è originario di Campochiaro l’atleta che sta rilanciando la nostra atletica.

E’ nato a Firenze il 20 maggio 1987, ma in realtà è molisano al cento per cento, originario di Campochiaro (Campobasso). Andrea Lalli, atleta specialista del mezzofondo e del fondo, si è laureato campione europeo di corsa campestre il 9 dicembre 2012 a Budapest (Ungheria), con il tempo di 30'01", con una corsa condotta costantemente in prima posizione. E’ il primo atleta a vincere il titolo europeo nelle tre categorie: juniores (2006), under 23 (2008) e seniores. Fa parte delle Fiamme Gialle dal febbraio 2008. Nel 2006 aveva vinto il titolo juniores ai Campionati europei di corsa campestre, nel 2008 a Bruxelles aveva conquistato per la seconda volta il titolo europeo di corsa campestre, questa volta nella categoria under 23. Nel 2009 era arrivato sesto al 1º Campionato europeo di atletica leggera per nazioni in 14'27"60 a Leiria e ha raggiunto la finale dei 10mila metri piani ai Campionati europei di Barcellona 2010, concludendo al settimo posto. Il 25 marzo 2012 si è classificato secondo alla Stramilano, con il tempo di 1h01'11", suo primato personale sulla distanza della mezza maratona. L’affermazione delle scorse settimane consacra questo giovane campione, gratificando anche la Federazione d'Atletica Leggera del Molise, il Coni e tutti gli appassionati di sport. Il campione europeo di cross ha mostrato anche determinazione nelle sue prime dichiarazioni post-evento. “Io sono venuto a Budapest per vincere – ha evidenziato Andrea Lalli – quindi perché essere stupiti? La verità è che quando sto bene, quando non ci sono di mezzo infortuni o altri problemi, io so che non ce n’è per nessuno. Almeno in Europa. No, non volevo partire in testa fin dal via, ma poi, dopo pochissimi chilometri, ho visto che a quel ritmo chi mi stava dietro sembrava soffrire particolarmente, mentre io mi sentivo bene. E allora, ho messo giù la testa, e sono partito”. C’è un segreto, oltre alla salute ritrovata, nel successo di Lalli: “E’ la tranquillità. E’ stata decisiva. Sono stato un mese a Iten, in Kenya, al camp di Gianni Demadonna, per preparare l’Europeo. E giorno dopo giorno, ero sempre più convinto che sarei stato in grado di vincere. Sereno, sicuro. Il Kenya è la mia seconda casa, ormai, ci vado regolarmente da due anni. Laggiù c’è tutto quello che mi serve: compagni d’allenamento super, spesso perfetti sconosciuti da poco più di un’ora nella mezza maratona, condizioni ideali (altitudine di circa 2400m sul livello del mare) e anche tanti amici. Sì, non è solo questione di atletica leggera. Là sto bene”. Il tecnico di Andrea Lalli è un altro molisano doc, Luciano Di Pardo, nato ai piedi del Matese.

Racconta Mario Pietracupa, presidente del Consiglio regionale molisano: “Andrea ha tenuto fede alle attese, anzi è andato anche oltre. E’ un ragazzo tenace ed entusiasta. Ricordo con grande piacere la sua cortesia e simpatia in occasione del premio che, a nome del Consiglio regionale del Molise, gli assegnammo quattro anni fa, proprio in questo periodo dell’anno, quattro giorni dopo la sua bella affermazione agli Europei under 23 di Bruxelles. Quel giorno l’aula consiliare era occupata dai giovani del Consiglio regionale degli studenti, pronti per l’insediamento. Lalli fu applaudito con calore da tutti i ragazzi presenti e dichiarò con entusiasmo di voler rappresentare un esempio positivo per i giovani e per il Molise. Oggi, il giorno in cui diventa il primo atleta nella storia ad essersi aggiudicato il titolo di campione d’Europa in tutte le categorie, gli encomi sono di tutti e ancora più rumorosi. Grazie Andrea per aver scritto questa pagina storica e così nobile per il nostro Molise e speriamo che la tua carriera possa vivere e farci vivere altri momenti così appaganti ed emozionanti”.

IL COMMENTO DELLA FEDERAZIONE DI ATLETICA

Un atto di forza. Oppure (a scelta) una dimostrazione di superiorità assoluta. Roba da stropicciarsi gli occhi. Andrea Lalli ha vinto i Campionati Europei di corsa campestre, oggi pomeriggio a Budapest, scegliendo l’arma di maggior effetto: la corsa di testa, la volata infinita senza respiro, dal colpo di pistola al traguardo. Lo strumento che gli ha consentito di imporsi in passato, con altrettanta autorevolezza, nelle categorie giovanili (titoli europei Under 23 a Bruxelles 2008, e Junior a San Giorgio su Legnano 2006). Su un percorso completamente ricoperto dalla neve, e con una temperatura di parecchi gradi sotto lo zero, Lalli ha preso il largo subito, poco dopo la partenza, seguendo dapprima le tracce del francese Chahdi, e poi andando via da solo, senza remore. Come fosse la cosa più naturale del mondo. Tutta una gara di testa, con il divario ad ampliarsi, giro dopo giro, e ridotto alla fine a “soli” dieci secondi in virtù di un’ultima tornata passata a salutare, scherzare con le telecamere, e infine a vestirsi del tricolore, indossato con disinvolture sulle spalle nella retta d’arrivo. Piedi come molle d’acciaio, capaci di rimbalzare sulla neve neanche fosse una pista; gambe talmente potenti da trasformare le salite in tratti di pianura, almeno a guardare il divario accumulato a proprio vantaggio ad ogni impennata del tracciato. Lalli (25 anni, tesserato per le Fiamme Gialle, allenato da Luciano Di Pardo) ha letteralmente entusiasmato, portando all’Italia la prima medaglia individuale assoluta dopo diciotto edizioni dell’Europeo di cross. Dato che mette questo trionfo nella piccola grande storia della nostra atletica. Neanche il tempo di gioire, che sul traguardo, alle spalle del molisano e di Chahdi, è piombato come un falco il pisano Daniele Meucci, l’ingegnere dell’Esercito, a prendersi il bronzo nella volata a quattro (con il britannico Farrell e gli spagnoli Lamdassem e Castillejo) per la terza posizione. Un premio doppiamente meritato, considerata la caduta nella quale il toscano è rimasto coinvolto intorno alla metà di gara. (www.fidal.it)

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►CELLULOIDE / ARMIDA MISERERE, VITA DA ROMANZO di Pierino Vago _

E’ stata la prima donna direttrice di carcere. Originaria di Casacalenda, morta suicida a Sulmona. Ora la sua storia diventa un film. Protagonista Valeria Golino. Con riprese anche in Molise.

Armida Miserere, originaria di Casacalenda (benché nata a Taranto, ma cresciuta in Molise), è stata una delle prime donne direttrici di carcere, morta suicida a Sulmona nel 2003. Laureata in criminologia, figlia di militare (che le trasmise il valore della disciplina), cominciò la carriera a soli 28 anni nel carcere di Parma, diventando poi direttore del penitenziario di Voghera (dove erano rinchiuse numerose terroriste "irriducibili"), di Pianosa (con tanti boss mafiosi), dell'Ucciardone a Palermo, dove ricevette la minaccia dell'uccisione dei suoi due amatissimi cani. Poi alla Vallette di Torino (dove evase Curcio), ad Ascoli Piceno, a Spoleto, a Lodi, a San Vittore a Milano e infine a Sulmona. Con la fama di “dura” (soprannominata "la femmina bestia" all'Ucciardone), certamente determinata e caparbia, con un forte senso di responsabilità per il proprio ruolo, spesso vestita in modo mascolino, con tute mimetiche e atteggiamenti di sfida, sostenne in un’intervista che fece scalpore (su “Io Donna” nel novembre 1997) che il carcere deve essere tale e non un grand hotel e definì "boiate" i trattamenti risocializzanti, anche se in anni successivi attenuò il giudizio negativo. Una vita particolare, dunque, di una donna obbligata ad un cliché, ad una riservatezza costante, ad un regime di protezione. Una donna innamorata di un uomo conosciuto nel carcere di Parma, Umberto Mormile, che vi lavorava come educatore dei detenuti. Il loro è un amore importante, ma che vede una fine improvvisa e terribile: Mormile venne ucciso l'11 aprile 1990 a Milano durante un agguato, in seguito attribuito all'ndrangheta. C’è chi parla di un avvertimento trasversale alla donna per non aver concesso permessi speciali ai detenuti o di uno sbaglio dovuto ad uno scambio di automobili tra i due fidanzati all'ultimo momento. Di fatto la vicenda segnerà per sempre la vita di Armida, sempre più solitaria salve sprazzi di tenerezze con i due cani e gli amici molisani.

Il 19 aprile 2003 Armida Miserere si uccise con un colpo di pistola alla testa nella sua abitazione annessa al carcere di Sulmona. Accanto a lei il cane e sul letto la foto del suo compagno Umberto Mormile. La vita di Miserere è stata raccolta in un libro di Cristina Zagaria, “Vita e morte di Armida Miserere, servitrice dello Stato”, pubblicato nel 2006 da Dario Flaccovio editore a Palermo. E presto diventerà un film. Titolo: “Come il vento”. Ad interpretare Armida è Valeria Golino, Filippo Timi veste i panni del suo compagno, ucciso dalla camorra, mentre il regista della pellicola è Marco Simon Puccioni. Le riprese sono cominciate nell'autunno del 2011 ed ora alcune scene saranno girate proprio a Casacalenda, paese di origine di Armida. Si parla di possibili location molisane anche a Sant’Angelo Limosano e Sepino. “È una terra molto ospitale ricca di storia antica e cultura: per me è particolarmente significativo girare nei luoghi dove è ambientata parte della vicenda, così da rendere più pregnante la narrazione filmica, che è anche un porre in evidenza il senso emotivo, sociale e psicologico di una persona che, in fondo, è una donna comune, per questo la decisione di rimettere mano alla sceneggiatura - ha dichiarato Puccioni del Molise al termine del primo sopralluogo”. Altre riprese sono state effettuate a Pianosa, Grosseto, presso il carcere di Montacuto (nelle Marche) e Civitavecchia. La pellicola è prodotta da Rai Cinema.

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►CULTURA / IL PUNTO SUL “SAPERE” IN MOLISE di GPC_

Il sito “Libreriamo” s’interroga sulla cultura in Molise. Intervistati Rita Iacobucci ed Enzo Luongo.

Il sito “Libreriamo” (www.libreriamo.it) è un magazine per la promozione dei libri e della lettura con sede a Milano. Ha di recente intervistato due giornalisti molisani di primo piano sul tema della cultura nella nostra regione: Rita Iacobucci di Teleregione ed Enzo Luongo dell’Ansa. La giornalista ha raccontato la sua precoce passione per la lettura, frequentando assiduamente la biblioteca della sua città e leggendo sempre la sera, prima di addormentarsi. Un’abitudine fondamentale. Tra i generi preferiti, la narrativa italiana, soprattutto quella contemporanea. Alla domanda sulla situazione culturale nel Molise, la Iacobucci riconosce che è sotto la media. “Ho visto che l’Istat l’anno scorso ha fotografato la situazione della lettura in Molise - racconta. “Io rientro in quel 6% di persone che leggono più di 12 libri l’anno. Siamo pochini. Siamo una regione del Mezzogiorno, inserita in quel gap culturale che ci differenzia, purtroppo, con il resto d’Italia. Non è una questione di ignoranza, perché molte persone provenienti dal sud riescono a farsi strada e ad occupare posizioni di prestigio nazionale”. Il problema, secondo la giornalista, è nella poca attenzione da parte della scuola nel coinvolgere ed appassionare alla lettura gli studenti. “Non basta dare da leggere il libro, e quindi viverlo come un’imposizione noiosa. Occorre prima di tutto che sia l’insegnante appassionato, e che poi questa passione venga trasmessa a chi ascolta in classe – evidenzia. Inoltre pensa che bisognerebbe cavalcare i fenomeni editoriali, capaci di avvicinare i bambini alla lettura. “Ricordo un periodo, recentissimo, in cui all’interno della libreria dove vado sempre c’erano un sacco di ragazzini perché era uscito un nuovo libro di Harry Potter. Molti di quei giovani, che avevano iniziato a leggere la saga di Harry Potter, spero si siano portati dietro la passione per la lettura”. Infine si augura che in Molise vengano investiti meglio i pochi soldi destinati alla cultura “L’ultima amministrazione regionale, dando continuità a ciò che era stato fatto, ha istituito una fondazione regionale per la cultura, prevalentemente dedicata alla musica. Grazie ad essa, è nata l’orchestra stabile del Molise nell’ultimo anno. Tutto questo, all’interno di un panorama nel quale i fondi per la cultura provenienti dallo Stato centrale sono stati tagliati. Per la diffusione della cultura del libro, non c’è quasi nulla da anni. Ogni anno, la Provincia di Campobasso dà una mano all’Unione Lettori Italiani per realizzare dibattiti e scuole di scrittura. Iniziative che però nascono e finiscono lì. La cultura non è solo la costruzione di un auditorium ad Isernia o istituire una Fondazione. Gli sforzi dovrebbero essere suddivisi. I pochi soldi non vanno destinati tutti ad un settore. Ci vorrebbe un piano serio”.

Enzo Luongo sostiene che l'interesse per la cultura in Molise ci sia, ma occorra alimentarlo. “Qui si legge poco, i giornali hanno dati di vendita molto bassi, credo i più bassi di Italia - spiega. “Riguardo ai libri c’è un problema strutturale, che con la diffusione di internet magari potrà essere superato: scarseggiano i posti dove poter reperire i testi. Sul territorio sono presenti pochissime librerie, e soltanto nelle città più grandi. È difficile trovare un libro tra quelli appena usciti, ancora peggio se si ha qualche interesse particolare: se si ha bisogno di una pubblicazione specifica la si deve ordinare, o acquistare altrove. Fino a qualche anno fa a Campobasso c’erano solo due o tre librerie, ora con l’arrivo dei centri commerciali sono arrivate anche un paio di altre librerie un po’ più grandi. Ma le novità riguardano la grande distribuzione, non ci sono librerie specializzate, a differenza di quanto accade altrove, dove anche nelle piccole città di provincia ci sono librerie indipendenti che cercano di differenziare la loro offerta e di specializzarsi in un certo tipo di produzione per sopravvivere accanto alla grandi catene”. Luongo ricorda, però, anche una certa vivacità in Molise per libri che trattano storia e tradizioni locali o autori del posto. “Ci sono molte piccole etichette che pubblicano libri di autori locali, che riguardano però questioni prettamente molisane. Più difficile trovare l’autore molisano che riesca ad emergere e a vedere il suo libro pubblicato da una casa editrice nazionale. C’è stato un caso che ha fatto molto parlare nell’ultimo periodo qui in Molise, quello di un giovane autore campobassano, Adelchi Battista, che ha pubblicato ‘Io sono la guerra’ con Rizzoli: un fatto abbastanza raro in Molise. Anche perché, ricordiamolo, il Molise è una regione molto piccola: siamo 300 mila abitanti, siamo penalizzati da questo punto di vista”. Luongo ha poi parole d’encomio per l’iniziativa “Ti racconto un libro”, la rassegna annuale organizzata dall’Uli (Unione Lettori Italiani) che si tiene alla Biblioteca Albino e che porta in città autori di successo. Agli incontri i posti sono sempre tutti esauriti, per cui non si può dire che ci sia un disinteresse per la cultura.

►ISTAT / ANCORA IN CALO I RESIDENTI DEL MOLISE, -2,2% di GPC_

La popolazione residente nel Molise continua a calare. Negli ultimi dieci anni (2001-2011) è diminuita di 6.941 unità, passando da 320.601 a 313.660 persone, registrando quindi un calo del 2,2%. Dopo Basilicata (-3,3%) e Calabria (-2,6%) il Molise è la terza regione per diminuzione di cittadini. E’ quanto emerge dal censimento Istat, che registra anche un significativo dato sugli ultracentenari: sono 106 (35 uomini e 71 donne), cioè 33,8 ogni 100mila abitanti (25,4 in Italia). L’età media dei molisani è di 44 anni. Gli stranieri sono 8.023, pari al 2,56% (6,78% in Italia).

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►LIBRI 1 / “IL CORAGGIO DEGLI ITALIANI” DI PASTORINI di AC _

Antonio Pardo Pastorini, stimato ingegnere con la passione per la letteratura (vive in Emilia ma è originario di Larino), firma “Il coraggio degli italiani” (Palladino editore), romanzo “visionario” che racconta il crepuscolo della seconda repubblica e l’attesa per l’avvento di una terza repubblica condita di speranza e senso di appartenenza. Sorretto da una nobile scrittura, il romanzo offre spunti di riflessione sul destino del nostro Paese e sull'insostenibile società dei consumi, interrogandosi sulle nostre radici, cioè sulla nostra storia e sulla gente più fiera e meritevole. La vicenda prende avvio dall’incursione di un gruppo di uomini nella trasmissione “Annozero” di Michele Santoro e si concretizza nel processo di rovesciamento della civiltà dei consumi, spinta ai margini da una società in grado di riappropriarsi dell’identità perduta e pronta a riaffermare i nuovi ideali. Il processo di rinnovamento verso quella che nell’immaginario dell’autore è la cosiddetta “Giusta Armonia”, punto di svolta nell’eterna diatriba tra il vecchio, impersonato dai Becchini, e il nuovo sentimento popolare dei Miliziani. Nel mezzo della battaglia, che si sviluppa a Roma, i rapimenti di papa Benedetto XVI e del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accentuano il caos, con colpo di scena finale.

►LIBRI 2 / IL VANGELO DI DON BENITO GIORGETTA di Antonella Cifelli _

Il parroco della chiesa di San Timoteo di Termoli, don Benito Giorgetta (di Montemitro), ha presentato la sua ultima fatica editoriale dal titolo “Vangelo strabico, considerazioni sul Vangelo domenicale e festivo – Anno C”. Scrive l’autore nell’introduzione: “Lo strabismo è una patologia visiva causata da un malfunzionamento dei muscoli oculari, molte volte è più lesiva esteticamente che strutturalmente. Lo strabismo, allora, in campo medico è un difetto, un disturbo, ma nella vita cristiana se noi lo applichiamo al guardare con un occhio la scrittura e l’altro la storia, il vissuto quotidiano, può essere un pregio, un merito. Col titolo ‘Vangelo Strabico’ ho inteso perseguire questo intento: trasformare una patologia medica in strategia pastorale. Difatti quando si cerca di accogliere la Parola di Dio nella propria vita e la si indirizza alla vita vissuta, esperita, applicandola alle situazioni e circostanze concrete, si opera un salutare strabismo, una biforcazione: un occhio alla Parola e uno alla realtà, al tempo. Dio e uomo, cielo e terra, santità e peccato, grandezza di Dio e fragilità adamitica. Il Vangelo strabico, allora, non è un altro vangelo! Si tratta piuttosto di semplici considerazioni che non hanno velleità scientifiche ma solo vogliono essere un timido tentativo di lettura del vangelo avendo lo scopo e il desiderio di seminarlo nei solchi della quotidianità per renderlo seme di verità e poter scoprire la sua concreta, perenne attualità. Dio non si rivela per far giocare l’uomo con una teoria filosofica, una formula matematica ma per cambiare il suo stile di vita, per donare del lievito, per far sì che la vita si trasformi alla luce e al calore della Parola”. Scrive nella prefazione padre Ermes Ronchi, editorialista del quotidiano “Avvenire”: “Vangelo strabico, proclama don Benito, con una formula efficace e inusuale: piedi per terra e occhi nel cielo. In sintonia con un lontano proverbio africano che afferma: per tracciare profondi e diritti i solchi della vita è necessario legare il timone dell’aratro ad una stella. Queste omelie sul Vangelo ci convocano a legare il nostro passo ad una stella polare, ad amare con la stessa intensità il cielo e la terra. Tra la chiesa con le sue icone, i suoi lumi e i suoi incensi e la piazza con il suo rumore non ci deve essere una porta sbarrata, ma una soglia aperta ove scorra il vento dello Spirito di Dio”. Scrive nella postfazione l’arcivescovo di Campobasso-Bojano, Gian Carlo Brigantini: “Strabico è l’occhio che sa cogliere spunti, che spesso non sono notati o che sfuggono ad uno sguardo superficiale o frettoloso. Strabico è il cuore che sa cogliere lacrime che non si vedono in superficie ma che fanno un male terribile. Spesso, anzi, si geme di più perché si soffre da soli. Quando invece, con quell’occhio strabico tu sai cogliere il silenzio di un cuore, lo hai già alleggerito del suo dramma e gli hai già insegnato la strada della gioia. Strabico è un’ espressione del testo evangelico che, inizialmente, non hai notato, che ti è sfuggito. Eppure, è preziosissimo. E allora, a te, prete, che prepari l’omelia, questo libro ti sarà fecondo. Perché ti offre spunti inediti, sguardi allargati, tematiche inattese. […] … questo libro farà un gran bene. Come ha fatto bene a me, che aspettavo, la Domenica mattina, il giornale che ne riportava il testo di riflessione e di meditazione. E ne facevo tesoro, dando spazio rispettoso a certe immagini, a certi aggettivi biblici, a certe angolature strabiche che riempivano il cuore dei miei ascoltatori”.

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►LIBRI 3 / IL PALAZZO DELLA PREFETTURA di Michele Pietraroia _

“Il Palazzo della Prefettura di Campobasso” è una pubblicazione di ricostruzione storica curata da Sergio Bucci e Roberto Parisi su iniziativa meritoria della presidenza dell’Amministrazione provinciale di Campobasso. Un prezioso lavoro di ricerca storica realizzato dalla Provincia di Campobasso e sostenuto dal prefetto, Stefano Trotta, con prefazioni e saggi di Dora Catalano, Natalino Paone e Laura Scioli. Il libro ci offre lo spaccato di un città di 14 mila abitanti, capoluogo di una provincia con 344 mila unità distribuite in centri influenti come Agnone che superava i 10 mila residenti o Isernia, Larino e Riccia che erano poco al di sotto. Una Campobasso chiusa ancora nel borgo con le massime istituzioni dislocate in Largo San Leonardo e un agro circostante, in cui l’attuale Municipio era considerata periferia estrema e campagna. Il Palazzo della Prefettura rappresentava il simbolo del nuovo Regno e di una città che usciva fuori dalle mura per costruire nella seconda metà dell’Ottocento il Convitto Mario Pagano, la stazione ferroviaria, il teatro Margherita, il mattatoio, il distretto militare, il carcere e altri siti significativi. I costi proibitivi dell’opera indussero molti consiglieri provinciali ad osteggiare il progetto e tra questi merita di essere menzionata la dichiarazione di Vincenzo De Lisio: “La necessità deriva dal doversi preferire l’utile e il bisognevole al comodo e al lusso”. In pratica si denunciava un’ostentazione di potere con uno sperpero di denaro pubblico in una provincia poverissima, priva di servizi minimi e in cui la maggior parte dei comuni erano isolati e non disponevano nemmeno di strade di collegamento. Il libro ripercorre gli scontri politici, istituzionali e giudiziari che confermano una litigiosità atavica dei molisani e un prevalere delle spaccature tra fazioni, famiglie e imprese, che sembrano tratte dalla lettura dei quotidiani di questi giorni.

►LIBRI 4 / SAN MICHELE ARCANGELO di Maria Del Busso _

E’ stato presentato a Campobasso, presso la Cappella del Convitto Nazionale Mario Pagano, il volume “San Michele Arcangelo - Il Patrono della Polizia di Stato in Terra di Molise”. L’opera narra la storia del culto micaelico nella nostra regione molisana, alternando le immagini di luoghi consacrati all’Arcangelo e delle opere d’arte che lo raffigurano agli interventi di autorità religiose e civili, di scrittori e storici. Michele è un arcangelo menzionato nella Bibbia, così come Gabriele e Raffaele. Il nome è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel libro di Daniele, una volta nel libro di Giuda e nell'Apocalisse di s. Giovanni Evangelista e in tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra. Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi è come Dio?". L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro Satana. Michele, capo degli angeli, dapprima accanto a Lucifero nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi.

Una delle più importanti associazioni regionali a Roma.

Da 25 anni al servizio della cultura molisana. “Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione.

www.forchecaudine.it – [email protected]

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►CONCORSI / IN MEMORIA DEGLI ANGELI DI SAN GIULIANO di FC_

L’Istituto comprensivo statale “Francesco Jovine” di Bonefro (Campobasso), con sedi staccate di Colletorto e San Giuliano di Puglia, indice la VIII edizione del concorso “I colori della vita” per alunni della Scuola dell’Infanzia, della Primaria, della Secondaria di primo e secondo grado. Le classi possono essere di scuole pubbliche, private o paritarie presenti sul territorio nazionale e nelle scuole italiane all’estero. La partecipazione è consentita con l’invio di una sola opera realizzata nelle seguenti aree: elaborato grafico-artistico; lavoro multimediale; fotografia; poesia. Ogni alunno può partecipare ad una sola area del concorso. Se la composizione è una poesia deve essere scritta in lingua italiana, presentata in 10 copie di cui solo una deve portare scritto in calce (in stampatello o a macchina) il cognome, il nome, l’indirizzo, il numero telefonico della scuola di appartenenza dell’autore. Se si tratta di un elaborato grafico-artistico, di un lavoro multimediale o di una foto deve essere inviato in un’unica copia accompagnata da una breve spiegazione della stessa opera e corredata, su foglio a parte, di tutti i dati dell’autore in maniera leggibile, nonché della scuola di appartenenza. Nel caso dell’elaborato grafico-artistico ogni opera avrà la grandezza massima di un foglio A3 (cm 42x29,7) mentre per il lavoro multimediale la durata massima sarà di 5 minuti e la foto dovrà avere le dimensioni massime di un foglio A4 (cm 21x29,7). Nel X anniversario il concorso “I colori della vita “ promuove la memoria del terremoto del 31 ottobre 2002 e della scomparsa di 27 bambini e della loro maestra attraverso la consapevolezza che insieme si può percorrere il “sentiero della vita” perseguendo l’obiettivo della rinascita e della speranza. Quest’anno il concorso “l colori della vita” ha come tema generale: “Insieme sul sentiero della vita”, ispirato alle buone pratiche educative, tese ad esaltare, nell’ambito di un percorso di rinascita, i valori della sicurezza e della dignità della persona umana. L’opera realizzata potrà essere consegnata a mano entro le ore 13 o inviata a mezzo posta (meglio se raccomandata) entro il 21 marzo 2013 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Concorso “I Colori della Vita” presso Scuola “Angeli di San Giuliano”, Contrada Uliveto del Marchese, 86040 San Giuliano di Puglia (Campobasso), tel. 0874-737610. Saranno premiate le prime tre opere per ogni categoria (poesia, elaborato graficoartistico, lavoro multimediale, fotografia) e per ogni grado scolastico. I premi saranno: 1° Premio - litografia del Concorso, numerata ed autenticata da un artista di chiara fama nazionale; 2° Premio - targa; 3° Premio - targa; Premio speciale per le Scuole dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo in memoria della maestra Carmela Ciniglio. Ad ogni scuola che concorrerà sarà rilasciato un attestato di partecipazione. La commissione si riserva eventuali ulteriori segnalazioni, in caso di lavori particolarmente significativi. Il giudizio della commissione giudicatrice è insindacabile ed inappellabile. Le opere pervenute non saranno restituite e l’organizzazione si riserva il diritto di utilizzarle senza ulteriore preventiva autorizzazione dell’autore; sarà cura delle scuole partecipanti acquisire i permessi per l’eventuale pubblicazione degli elaborati prodotti. La cerimonia di premiazione avrà luogo a San Giuliano di Puglia (Campobasso). Agli autori premiati e alle scuole di appartenenza sarà comunicato in tempo utile, il programma ed ogni altra necessaria indicazione (luogo, giorno e orario). La data indicativa è il 4 maggio 2013. I premi e gli attestati di merito dovranno essere ritirati dagli autori o da persone delegate. Non è richiesta alcuna tassa di iscrizione né contributo a qualsiasi titolo, da parte dei partecipanti al concorso. Tutte le informazioni dettagliate su www.scuolajovine.it.

VICINI ALLE FAMIGLIE

CARRINO E PRIOLETTA

La notizia dell’incidente

stradale che ha strappato, il 24 dicembre, le tre

giovani vite delle famiglie Carrino e Prioletta ha reso

triste e riflessivo il Natale dei

frosolonesi ovunque residenti. Siamo

vicini a Sandro e ad Assunta, compagni di tante esperienze

“al paese” e a Roma, per la scomparsa

dell’amato fratello.

(Giampiero)

Oggi è lutto cittadino a Frosolone. L’immane tragedia consumatasi la sera del 24 ha cancellato di

colpo l’atmosfera natalizia che già si era ricreata - seppur senza neve, quest’anno - nei vicoli del cento

storico tra grandi e bambini, tra le comitive di amici e tra le tante persone originarie del posto tornate

da varie regioni a trascorrere le festività con i loro cari, proprio come Annamaria e Stefano e la

figlioletta Anna che avevano lasciato Roma per festeggiare il Natale in famiglia, nel paese di origine.

Una puntatina a Campobasso, nel pomeriggio della vigilia, per completare gli ultimi acquisti, avrebbe

preceduto quel rito che si compie la sera, in tavola, a gustare insieme i piatti tipici della tradizione

natalizia per poi recarsi alla Messa della mezzanotte. Ma un improvviso schianto sulla via del ritorno,

violento, fatale, ha stroncato di colpo la vita di Annamaria e Stefano e quello della tenera Anna.

Finito. Finito tutto. Questo mondo non è più il loro; lo hanno lasciato tragicamente in un solo dannato

secondo; se ne sono andati via assieme, così come erano venuti, lasciando straziati e sgomenti i

parenti e gli amici, i conoscenti e tutti coloro che in quella vigilia erano lì a scambiarsi gli auguri di un

sereno Natale innanzi ad un presepe o ad un luminoso albero, come quello che attendeva la dolce

Anna, ora angioletto tra gli angeli, per offrirle il regalo da scartare.

“Era scritto così”, si dice. Sì, probabilmente era scritto così, è vero. Probabilmente era destino che la

ripartenza in macchina dovesse avvenire in quel determinato istante in cui è avvenuta, e che non si

sarebbe dovuto verificare alcun “banale contrattempo”, pur di un solo attimo, tale da scongiurare

l’appuntamento con la Morte in quel luogo, a quella ora, in quel minuto. E in quel preciso secondo.

Il Paese piange, attonito, nel silenzio che ha avvolto ogni strada, ogni casa, in una irreale dimensione.

Soffre e si interroga sul mistero del Libro del Destino. Maledicendolo.

Una prece per la piccola Anna e per i suoi amati e inseparabili genitori, Stefano e Annamaria. (Gianluigi Ciamarra)

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Flash dal Molise…

►DI IUSTO / SCOMPARE UN PEZZO DI CAMPOBASSO di Michele Petraroia _

Davide Di Iusto, un omone dall'apparenza burbera ma profondamente sensibile, è scomparso in punta di piedi con lo stesso riserbo che ha sempre contraddistinto una famiglia di imprenditori, riservati e austeri, originari di Macchia Valfortore, ma presenti con un opificio industriale a Campobasso in via IV Novembre da decenni. Suo padre, Giuseppe, avviò un’azienda di manutenzione d'impianti, carpenteria metallica, rifiniture industriali, meccanica di precisione, progettazione, produzione e installazione di quadri elettrici per grandi complessi che negli anni Sessanta raggiunse l'apice in regione. Non c'era una fabbrica, un'impresa, una struttura pubblica o privata di un certo rilievo che per simili necessità non si rivolgesse alle officine Di Iusto. L'azienda era in grado di progettare, realizzare e offrire assistenza a intere linee di produzione sia per la parte elettrica che meccanica con un generale riconoscimento in termini di serietà e competenza che induceva le principali marche nazionali e internazionali di fornitura a dare l'esclusiva alla ditta Di Iusto. Davide ha amato l'azienda ed è rimasto tra scaffali, torni e magazzino ricambi, fino a pochi mesi fa, nonostante un primo infarto lo avesse messo a dura prova. Nelle officine prestavano attività i trenta operai specializzati più richiesti della regione. Tornitori, fresatori, saldatori, elettromeccanici, esperti di meccanica idraulica e motori elettrici, che hanno insegnato un'arte più che un mestiere a tanti giovani che oggi si occupano di impiantistica e manutenzione industriale.

►MONACILIONI / INIZIATIVE PER LA CRITICITA’ IDROGEOLOGICA di FC_

Il Molise è al terzo posto in Italia per il rischio legato a smottamenti e alluvioni. Le conseguenze sono danni, spesso anche seri, lungo le strade, nelle case, sui terreni e nelle aziende agricole. Tra i paesi simbolo di questa situazione c'è Monacilioni. I primi documenti storici che trattano il movimento franoso del piccolo borgo risalgono al 1812 quando l'allora Decurionato stanziò fondi per opere di contenimento e di consolidamento del suolo. Nel corso di due secoli si sono succeduti svariati interventi ma le frane che si susseguirono tra il 1955, il 1962 ed il 1968, determinarono due vittime, l'evacuazione del centro storico, l'abbattimento del Campanile e della Chiesa Madre. Non sono mancati sconvolgimenti sociali, come lo sfollamento di cittadini e il loro trasferimento in case popolari dove sono stati costretti sia a pagare il fitto sia a riscattarle a proprie spese. E’ stato avviato un percorso di studio che si concluderà il 18 maggio 2013 con una manifestazione pubblica in cui sarà allestita una mostra fotografica e di giornali dell'epoca con proiezioni di filmati e coinvolgimento delle scuole, della Società di geologia ambientale, dell'Ordine dei geologi, degli agronomi e forestali, dei sindacati e dell'Aig. Obiettivo: alimentare una nuova coscienza civica che punti alla manutenzione del territorio, ad interventi di idraulica-agraria, di sistemazione dei corsi d'acqua, di rimboscamento e di consolidamento del suolo da effettuare nel rispetto della natura in maniera preventiva.

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►ISERNIA / SETTE MILIONI PER LO SVILUPPO URBANO di GPC_

▲Isernia: Fontana Fraterna

“Isernia 2015: Un ponte verso lo sviluppo sostenibile” è il nome del Progetto Integrato per lo Sviluppo Urbano (Pisu) oggetto dell’accordo approvato dalla Giunta regionale del Molise con la delibera 709/2012 “Strategia Integrata di Sviluppo Locale. Linee Guida per la progettazione territoriale 2007-2013”. Per la realizzazione del programma degli interventi sono stati stanziati circa sette milioni di euro. Di questi, circa 6,5 milioni sono destinati al potenziamento delle infrastrutture con impieghi nel settore dell’energia, del recupero del patrimonio storico e ambientale, del sistema idrico integrato e della depurazione; i 500 mila restanti saranno impiegati nell'attivazione di politiche per l’occupazione a favore dei giovani. “Gli interventi programmati nell'ambito del Pisu - commenta il governatore molisano Michele Iorio, - interessano i Comuni di Isernia, Carpinone, Pesche, Pettoranello, Miranda, Macchia di Isernia e Castelpizzuto, e sono finalizzati ad innalzare i livelli di servizio ai cittadini e a migliorare la qualità dell'ambiente urbano attraverso il finanziamento di opere, volte all'efficientamento delle reti idriche, fognarie, di depurazione, di riqualificazione ambientale e di risparmio energetico”.

►GOCCIA D’ORO / I PREMI PER L’OLIVOCOLTURA MOLISANA di GPC_

Il premio “Goccia d’Oro”, giunto alla nona edizione e rivolto ai soli oli molisani, ha ufficializzato i nomi delle aziende che, con i loro oli “raccolta 2012”, sono risultati vincitori nelle due categorie (amatori e professionisti) e nelle tre tipologie di fruttato leggero, medio e intenso. Tre le giurie impegnate (ragazzi, docenti e commissione tecnica) che hanno valutato 23 campioni di olio di produttori per passione e 35 di olivicoltori che dalle olive traggono una parte del loro reddito di agricoltori. Il premio si svolge ogni anno a Larino. E’ promosso dall’Arsiam con la collaborazione di enti e istituzioni. Categoria AMATORI: Giuria Tecnica. Fruttato Leggero vince l’azienda Carretta Antonella di Larino; Fruttato Medio vince l’azienda Di Lena Pasquale di Larino; Fruttato Intenso vince l’azienda Venturini Claudia di S. Croce di Magliano Giuria Ragazzi. Fruttato Leggero vince l’azienda Carretta Antonella di Larino; Fruttato Medio vince l’azienda Pastorini Fabrizio di Larino; Fruttato Intenso vince l’azienda Pietroniro Angela di Colletorto. Giuria Docenti. Fruttato Leggero vince l’azienda Radatta Nicoletta di San Felice del Molise; Fruttato Medio vince l’azienda Buonagurio Giuliano di S. Giuliano di P.; Fruttato Intenso vince l’azienda Pietroniro Angela di Colletorto. Categoria PROFESSIONISTI: Giuria Tecnica. Fruttato Leggero vince l’azienda Marina Colonna srl di San Martino in P.; Fruttato Medio vince l’azienda Mastrogostino di Di Pietro Sabrina di Mafalda; Fruttato Intenso vince l’azienda Frantoio Oleario di Battista di S. Croce di Magliano. Giuria Ragazzi. Fruttato Leggero vince l’azienda Cooperativa olearia larinese di Larino; Fruttato Medio vince l’azienda Frantoio Oleario Di Vito Giovanni di Campomarino; Fruttato Intenso vince l’azienda Pasquale Liliana di San Elia a Pianisi. Giuria Docenti .Fruttato Leggero vince l’azienda Marina Colonna srl di San Martino in P.; Fruttato Medio vince l’azienda Mastrogostino di Di Pietro Sabrina di Mafalda; Fruttato Intenso vince l’azienda Frantoio Oleario di Battista di S. Croce di Magliano.

►UTILITA’ / TRENI ROMA-CAMPOBASSO: NOVITA’ di FC_

Dallo scorso 9 dicembre novità per quanto riguarda il trasporto su rotaia tra Roma e il Molise. Dalla stazione Termini i treni pomeridiani e serali avranno un orario cadenzato al “minuto 35”, così articolati: 14:35, 17:35, 19:35 e 20:35 (gli ultimi tre treni non effettuano la fermata a Cassino). Nel dettaglio, poi, il treno per Campobasso che fino al 9 dicembre partiva da Roma Termini alle 17.08 ha ora la partenza posticipata alle 17,35 ma con tempi di percorrenza ridotti di quasi 30 minuti (arrivo a Campobasso alle 20,43) per effetto della decisione della Regione Campania di eliminare la sezione del convoglio diretta a Benevento, che alla stazione di Cassino veniva divisa con una manovra di “taglio” delle vetture. Inoltre il Reg 2331 diretto a Roma Termini è anticipato in partenza da Campobasso alle ore 6.55 (prim alle 7.15), per consentire ai viaggiatori un arrivo anticipato nella Capitale (alle 9.53 anziché alle 10.14).

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FORCHE CAUDINE – OPINIONI IN LIBERTA’ Nel segno del pluralismo, diamo spazio a pensieri anche diametralmente opposti…

►MOLISE / LETTERINA ALLA BEFANA di Giuseppe Tabasso _

Giuseppe Tabasso, giornalista oggi in pensione, è nato a Campobasso e vive a Roma. Ha lavorato in vari periodici (Gente, Annabella, L'Europeo) prima di passare in Rai come inviato speciale per la politica estera. Ha lavorato a New York presso Rai Corporation, a Londra alla sezione italiana della Bbc e a Strasburgo come redattore parlamentare.

Cara Befana, anche quest’anno arriverai puntuale “di notte e con le scarpe rotte” e come sempre sarai sovraccarica di suppliche, lascia però che te ne rivolga una molto speciale: quella di riservare un trattamento di favore per i primi due bambini molisani venuti al mondo nel 2013, Lorenzo e Alessio, un pensierino particolare che valga come segno di speranza per quelli che li hanno preceduti e per quelli che li seguiranno. Lorenzo (Macchiarolo) è nato in provincia di Campobasso, Alessio (Di Stazio) in quella di Isernia ma sarebbe bello che a tutti i piccoli nati tra il Trigno e il Fortore, tu ispirassi soprattutto appartenenze europee e italiane, bypassando quelle provinciali e perfino regionali. Questi nostri bambini meritano attenzioni che vanno oltre ai doni e alle delizie che stanotte infilerai nelle calze appese ai loro camini, perché su di loro incombe una minaccia seria: essere sempre più pochi e più soli. Non meravigliarti perciò se, sorvolando stanotte il Molise, troverai migliaia di culle vuote e di camini spenti. In questa piccola e abbandonata regione nessuno infatti ha pensato d’inventarsi qualcosa per ergere una barriera dinanzi all’estinzione di culture e tradizioni, per frenare l’emorragia di sangue giovane e quindi scongiurare una sparizione dell’infanzia, cioè di futuro. Quella cosa che noi chiamiamo Censimento, ha accertato che in appena dieci anni questa terra ha perso ben seimila anime, seicento l’anno, equivalente alla sparizione di una ventina di nostri borghi. Eppure non si fa nulla, non se ne parla, tacciono perfino coloro che ora si candidano a entrare nelle stanze dei bottoni. Cara Befana, tu che sei un’esperta nel compilare liste di Buoni e Cattivi, avrai certo in mente di scaricare sacchi di carbone nelle “calze” appese nei tanti palazzi e palazzetti del Potere. Ma ti prego: lascia perdere, lasciale vuote, perché quelli useranno anche il carbone pur di riscaldare se stessi. P.S. A proposito di palazzetti del Potere: il Molise si concede il lusso di mantenerne uno anche a Bruxelles mentre la Grecia ha messo all'asta la sede della sua Rappresentanza di Rue Jacques de Lalaing.

►ITALIA / IL FUTURO PASSA PER GLI “AMICI” DI BERSANI di Pierino Vago _

Per coloro – e sono molti - che vivono (e “amano”) la politica alla stregua di un campionato di calcio - con il corollario di personaggi, strategie, profeti del gol, numeri reali (e virtuali) - all’orizzonte si profilano incontri di cartello. Dopo un ventennio di protagonismi assoluti o di derby dall’esito scontato, il quadro si presenta articolato. E, nella sua incertezza, più o meno stimolante. Di sicuro, a detta dei sondaggi, c’è soltanto il ruolo di dominus dei giochi affidato a Pierluigi Bersani. Forte soprattutto dello spettacolo delle primarie che, al di là della partecipazione popolare, hanno monopolizzato l’attenzione mediatica per diversi mesi, includendo – grazie a Renzi – anche una forte e inedita anima centrista. Il Pd beneficerà pure della spaccatura del fronte dei cosiddetti moderati, in genere maggioritario nel nostro Paese, che si dividerà tra i due convogli condotti rispettivamente – al di là degli aspetti formali - dal professor Monti e dal cavaliere Berlusconi. L’opposizione sarà animata da una sorta di quarto polo rappresentato dai giovani grillini, la cui straordinaria consistenza numerica in parlamento sarà però tutta da verificare. Per il resto piccole – e in qualche caso raccapriccianti – appendici e protagonismi da bottega. Bersani avrà un compito non facile. In un Paese con sempre minore sovranità e sempre più lacerato da crisi multiformi (economica, ma anche ambientale, culturale, di rappresentanza, ecc.), si troverà schiacciato tra le istanze di socialismo antagonista di molti compagni ufficiali di cordata e gli adulatori diktat del “rigoroso” liberismo montiano e delle sue connivenze internazionali. Che non potrà ignorare sia per l’ottica ormai globalizzata sia perché, specie al Senato, i numeri per una maggioranza “tranquilla” non sono certi. Rimane però il problema dei presupposti per il cambiamento: i protagonisti sono gli stessi da anni, scarsissima è la rappresentanza di giovani e di donne e ciò che viene presentato come nuovo in realtà, nella migliore delle ipotesi, è un usato sicuro.

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►GENS / IL MOLISE DEI PRIMATI NEGATIVI di Fabio Scacciavillani _

Fabio Scacciavillani, nato a Campobasso, noto economista, lavora al fondo sovrano dell’Oman dopo pluriennali esperienze internazionali.

E’ tra i fondatori di “Forche Caudine”.

Collabora al Fatto Quotidiano.

Sulle prossime elezioni regionali in Lazio e Lombardia c’è un flusso continuo di notizie. L’altra regione dove si vota, molti, invece, a malapena saprebbero localizzarla con precisione. Il Molise è un microcosmo di 300mila abitanti, distribuiti su agglomerati urbani formato mignon che costellano un territorio impervio e povero. Pochi sanno che il Cav. Silvio Berlusconi è in effetti un deputato eletto nella circoscrizione di Campobasso e che in Regione spadroneggia da decenni il Presidente Michele Iorio, un pezzo da novanta della DC (che in Molise ai tempi d’oro otteneva oltre il 60% dei voti) già nella prima Repubblica. Poi nella seconda si è abilmente riciclato, secondo le convenienze del momento, a sinistra e a destra che in Molise, a parte qualche anima ingenua, sono spesso la stessa cosa, (come del resto in molte altre parti d’Italia). Approdando alla corte del Banana ha goduto di un flusso di spesa incessante grazie ai fondi per il terremoto con i quali si è garantito le rielezioni (per un po’ ha anche cumulato la carica di deputato irridendo al divieto di legge) e il supporto dell’illustre deputato di Campobasso, ora tornato in pista per condurre il paese al disastro. Nelle regionali 2011 registrò un sostanziale pareggio tra le coalizioni di destra e di (cosiddetta) sinistra (lo scarto tra i due contendenti maggiori si giocò sul filo dei 1000 voti – astensione oltre il 40%). Ma la vittoria al fotofinish fu il frutto di una faccenda non propriamente edificante. Michele Iorio, pur in caduta libera di consensi, si era salvato grazie a liste proporzionali molto competitive (potere clientelare allo stato puro, oggi comunque molto ridimensionato), ma in larga parte per la solita plateale calata di braghe del popolo della (cosiddetta) sinistra: alle primarie primeggiò tal Paolo di Laura Frattura, figlio di un altro cavallo di razza democristiano locale, personaggio non solo scialbo e incolore, ma addirittura sodale di Iorio, nelle cui liste era stato candidato sia nel 2000 che nel 2005. Un po’ come se il Pd avesse scelto come candidato premier Frattini o Gasparri.

Invalidate le elezioni regionali per la seconda volta in pochi anni, si torna alle urne fra due mesi. Il mio amico Salvo Selvaggio ha messo insieme, per chi volesse documentarsi su questo microcosmo del Sud, una serie di grafici e tabelle (disponibili a questo link: www.salvaggio.net/download/_downloadpdf.php?name=Molise2000-2010.pdf&action=download) che ne illustrano la storia recente. Io ne ho tratto una versione video. I dati economici e sociali (che pochi elettori in regione conoscono) dipingono un quadro deprimente: una economia stagnante con una bassa partecipazione alla forza lavoro (in cui le donne hanno un ruolo secondario) e tenuta a galla dalla spesa pubblica. La spesa pro-capite delle amministrazioni pubbliche al netto degli interessi è aumentata di un quarto dal 2003-2005 con conseguente triplicazione del debito tra il 2002 ed il 2011. La natura clientelare di questa massa di denaro pubblico è evidenziata dalla concentrazione della spesa nel settore sanitario (di cui è nota la mala gestione legata a clan familiari incistati nella politica) e dalla scarsità di investimenti. Il grosso dell’occupazione è nei servizi, come sarebbe normale in un’economia avanzata, ma è abnorme la quota di impiego pubblico. Le poche imprese private hanno redditività prossima allo zero negli anni di armenti grassi, ma di solito distruggono valore. Pertanto mostrano livelli di indebitamento in quasi costante crescita, che negli ultimi anni hanno determinato sempre maggiori sofferenze, in parte anche perché il settore bancario pratica tassi sproporzionatamente alti rispetto al costo della provvista. Come nel resto d’Italia, la base produttiva si è erosa nei settori industriali con una cassa integrazione aggiuntasi in modo esplosivo alle altre forme di assistenza negli anni della crisi globale. Gli imprenditori per tutto il decennio, quindi ben prima della crisi, hanno avuto aspettative di peggioramento. Il che, come è ovvio, non ha certo stimolato gli investimenti. Pertanto si è determinata una perdita di competitività che ha colpito le esportazioni soprattutto verso l’Europa e nel settore tessile e dell’abbigliamento (dovuta al fallimento della Ittierre, un tempo quarto gruppo tessile in Italia). Resiste solo il turismo, caratterizzato da piccole imprese a conduzione familiare con una clientela al 90% italiana, molto probabilmente oriundi che ritornano nei luoghi dell’infanzia o a trovare parenti. L’unico dato relativamente positivo riguarda la solidità patrimoniale delle famiglie, legata ad ataviche virtù di frugalità, di cui tuttavia le crepe sono evidenziate dall’aumento dei prestiti alle famiglie e dal raddoppio delle sofferenze in questo ambito. In conclusione una società incagliata in una situazione insostenibile di assistenzialismo, bassa produttività, asfissia imprenditoriale e, in definitiva, di generalizzato declino.

Una delle più importanti associazioni regionali a Roma.

Da 25 anni al servizio della cultura molisana. “Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione.

www.forchecaudine.it – [email protected]

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►NOTE / RIFORMA DELLA DIFESA, NATALE "ARMATO" di Alex Zanotelli _

Il 10 dicembre eravamo a Roma davanti al Parlamento per protestare contro la Riforma delle Forze Armate voluta dal Ministro della Difesa, l'ammiraglio Di Paola. I rappresentanti dei movimenti per la pace erano stretti attorno ad una gigantesca bandiera della pace che occupava la larghezza dell'anti-piazza davanti al Parlamento. Eravamo lì per chiedere ai Parlamentari di non votare la Riforma delle Forze Armate. Tutto inutile! Quel pomeriggio il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge delega. La Destra ha votato compatta a favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il Pd, nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico partito contrario: Idv. Un amaro regalo di Natale questo che il governo Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari, alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei prossimi dieci anni, l'astronomica cifra di 230 miliardi di euro! La legge autorizza le Forze Armate a riorganizzarsi in proprio in dodici mesi con una delega, perora in bianco. Inoltre questa legge prevede un taglio di 43 mila addetti sia militari come civili nei prossimi dieci anni. La cosa però che sorprende è che i soldi risparmiati rimangono al ministero della Difesa per l'ammodernamento dell'esercito. Mentre per la Spending Rewiew di Monti, i soldi risparmiati avrebbero dovuto rientrare nel Bilancio dello Stato. Ed invece saranno usati per comperare i nuovi sistemi d'arma. In poche parole il Ministro della Difesa avrà un miliardo di euro in più all'anno da spendere in nuove armi! Inoltre la nuova legge prevede che gli enti locali dovranno rimborsare il Ministero della Difesa per gli interventi di soccorso e prima emergenza come terremoti e alluvioni. Tutto questo avviene mentre la crisi economica lascia senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori e non ci sono soldi per il welfare, per la sanità, per la scuola , per il terzo settore. Assistiamo attoniti al tradimento del governo Monti e dei partiti. E mentre è passata in tutta fretta la Riforma della Difesa (se ne parlava da vent'anni!), non si è fatto nulla per la Riforma della Cooperazione, che è l'altra faccia della medaglia! E questo nonostante che ci sia un ministro cattolico, Andrea Riccardi, alla Cooperazione Internazionale (è da vent'anni che girano in Parlamento proposte di riforma della Cooperazione internazionale che è ormai ridotta ai minimi termini!). Nel 2000 l'Italia aveva promesso all'Onu che avrebbe versato lo 0,7% del suo Pil per sconfiggere la povertà. L'Italia, all'ultimo posto nella graduatoria, ha disonorato in questi dodici anni gli impegni presi arrivando allo 0,2% del Pil mentre spende il 2% del Pil in armi. Siamo giunti così alla follia di spendere, lo scorso anno, 26 miliardi di euro (dati Sipri) a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro per gli F-35. Si tratta di 41 miliardi di euro: una vera e propria manovra! Nessun taglio alle armi, anzi la Difesa avrà un miliardo in più da spendere nell'acquisto di sofisticati strumenti di morte. Mentre il governo Monti ha tagliato fondi alla scuola,alla sanità, al terzo settore. Mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana. Altro che ‘pace in terra agli uomini di buona volontà che è il cuore del messaggio natalizio. Il nostro paese sceglie ancora una volta la via della morte invece della vita. E' un Natale amaro, un Natale ‘armato'.

►ROMA / A VIA CESENA VINCE LA PARTECIPAZIONE di Roberto Angotti _

Da anni i cittadini del quartiere San Giovanni in Laterano, a Roma, si battono per ottenere la realizzazione di un giardinetto in via Cesena, nell'unico triangolo di 3.500 metri quadrati rimasto libero in una zona di palazzoni, priva di verde pubblico (dato che non si può considerare tale piazza Re di Roma, una rotonda circondata dal rumore e dallo smog). Ad un certo punto il Comune aveva programmato proprio lì un parcheggio interrato, nonostante l'area fosse di proprietà demaniale, e i cittadini sono insorti contro un intervento che avrebbe trasformato uno spazio diventato verde in maniera spontanea, in una spianata di cemento, griglie e aiuole, senza alberi e senza ombra. Il Comitato San Giovanni, fondato da undici cittadini (tra cui tre d’origine molisana), ha raccolto 4.500 firme in 20 giorni contro la cementificazione, dando anche vita a continue manifestazioni. Di fronte a tale unanime richiesta, l’assessore Marchi – e poi l’assessore Aurigemma - avevano assicurato che il parcheggio non si sarebbe più fatto. E infatti l’area era stata stralciata dall’elenco delle proprietà demaniali che il Comune intendeva acquisire. Un fatto per certi aspetti positivo, dato che il passaggio del terreno al Comune era finalizzato alla costruzione del parcheggio, ma anche negativo, perché per realizzare un giardino pubblico l’area avrebbe dovuto comunque essere acquisita dal Comune. Nei giorni scorsi in Campidoglio i fondi inizialmente destinati all’acquisizione dell’edificio di via Napoleone III (quello occupato da Casa Pound, il centro sociale di estrema destra) sono stati spostati su Via Cesena, con l’esplicita finalità di trasformarla in un giardino pubblico. Un risultato che rende più ottimisti i cittadini sulla possibilità di conquistare con l’impegno e la mobilitazione un miglioramento del proprio quartiere e della qualità della vita. Una conquista soprattutto per bambini e anziani, per i quali è una necessità prioritaria avere verde e ombra vicino a casa.

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►OPINIONI / CANDIDATI A CINQUE STELLE di Antonio Federico _

Nato a Campobasso nel 1980, laureato in Ingegneria industriale, progettista presso studi di ingegneria, ex operatore socio-assistenziale, è candidato del Movimento 5 Stelle per il Molise nel 2013, dopo esserlo stato nel 2011.

Con le elezioni ormai alle porte, il Movimento 5 Stelle Molise è pronto. Lo scenario partitico regionale, invece, è ancora in confusione, assorbito totalmente da logiche di convenienza politica, proiezioni di voto, e logorato da correnti interne. L’unico loro obiettivo è ottenere una delle venti poltrone in Consiglio, a discapito delle reali esigenze dei cittadini. Dalle scorse elezioni regionali il nostro lavoro si è concentrato nella creazione del maggior dialogo possibile con i cittadini, attraverso la rete, le assemblee e i banchetti: abbiamo continuato così a fare informazione, denunce, proposte, a raccogliere testimonianze e idee dai cittadini, che tutte insieme stanno formando il nostro programma regionale. La partecipazione e la condivisione delle iniziative sono gli strumenti principali del successo del Movimento. Ad oggi, l’unica proposta concreta in regione con una lista di candidati designati dalla collegialità degli attivisti riuniti in Assemblea la proponiamo proprio noi del movimento: ELEZIONI REGIONALI 2013 - Listino maggioritario: Antonio FEDERICO (candidato Presidente), Saverio IACOBUCCI, Andrea Gregorio PINI, Sergio BUSACCA. Lista proporzionale circoscrizione CAMPOBASSO: Antonio FEDERICO, Luca PRAITANO, Patrizia MANZO, Giuseppe Riccardo LEONE, Sergio BUSACCA, Fabio DE CHIRICO, Federico IAFANTI, Simone CRETELLA, Fabrizio ORTIS, Michele INTREVADO, Giuseppe BOCCARDI, Danilo SIMEONE Lista proporzionale circoscrizione ISERNIA: Andrea GRECO, Vittorio MONACO, Gianni ROSSI, Antonio ZULLO, Antonio FEDERICO. Nelle ultime settimane abbiamo anche formalizzato la lista di candidati per le elezioni politiche con il sistema delle “Parlamentarie”: ELEZIONI POLITICHE 2013 - Candidati per il SENATO DELLA REPUBBLICA: Arianna BRUZZONE, Carmine D’ADAMO - Candidati per la CAMERA DEI DEPUTATI: Cosmo BOTTIGLIERI, Riccardo DELL’ORCO, Pasquale CASMIRRO.

►ESTERI / FRANCIA, ALTA LA FEBBRE DELLA CRISI di Roberto Musacchio _

L’Ifop, l’istituto francese di opinione pubblica, rende noti alcuni studi sondaggistici che meritano attenzione. Uno concerne il livello dei consensi alla politica di Hollande e del suo primo ministro Ayrault: entrambi, scendono ai minimi dalla loro elezione. L’altro la percezione della crisi economica che resta molto grave per la stragrande maggioranza dei cittadini d’oltralpe. Hollande scende al 37% degli elettori che dichiarano un gradimento nei suoi confronti, con un -4 rispetto alla rilevazione precedente. Di questi, solo il 3% si dice molto soddisfatto. Il dato di esordio del maggio era favorevole al 61%, ma già a settembre calava al 43%. E’ la settima volta consecutiva che si assiste ad una diminuzione del gradimento verso il leader, il cui livello di apprezzamento diventa minoritario in tutte le categorie sociali, con un 26% di apprezzamento nelle professioni imprenditoriali e commerciali ed un 33% tra gli operai. La riduzione di consenso è di -6% tra i salariati pubblici. Una risalita si ha invece tra i professionisti con un +3%. Così come c’è un miglioramento tra i giovani sotto i 25 anni, +5%. Va peggio fra tutte le altre classi di età e sociali, sia tra le donne sia tra gli uomini, con questi ultimi più severi, anche se la crisi è percepita come più grave dalle donne. In calo i consensi per Hollande tra i votanti a sinistra con un apprezzamento che scende di 13% per gli elettori del Front de Gauche, tra cui ora il consenso è minoritario, 47%, mentre era al 60% la rilevazione precedente, e tra cui gli scontenti superano il 52%; -6% anche tra gli ecologisti, tra cui il consenso cala al 57% mentre il dissenso raggiunge il 42%. Va sotto il 50% il pull anche tra i votanti Modem che si dividono tra il 37%, -10, che ancora approva, e il 63%, anche qui +10, che non gradisce più. Resta alto il consenso tra gli elettori del PS, con l’81%, -3, pro, e il 17%, +2, deluso. A destra, si rimane nelle percentuali precedenti con gli elettori dell’UMP il cui apprezzamento sale dal 7% al 10% e gli altri tutti contro. I dati di Ayrault, sono anche peggiori con 35% di si, contro il 63% di contrari, con uno spostamento di 8 punti. Nelle note che accompagnano i dati si può leggere che gli intervistati rilevano un’incertezza di fondo nell’operare e la percezione di trovarsi in presenza di un governo di centro più che di un governo di sinistra. Non bastano a invertire la tendenza scelte, giuste, come quelle a favore dei diritti degli omosessuali al matrimonio e alla adozione che pure possono aver influenzato i segni positivi che si hanno tra giovani e impegnati in professioni liberali. Pesa infatti, e molto, la percezione della crisi economica che, come mostra un’altra indagine dello stesso istituto, resta pesantissima. Si aggiungono crisi industriali e occupazionali come quella della Accelor Mittal e, naturalmente, l’accettazione del Fiscal Compact che ha costretto a politiche di austerità. Ma veniamo ai dati della crisi economica e della sua percezione. Per il 73% la crisi resta percepita, per sé o per il proprio ambiente, in modo sensibile, molto per il 26% e abbastanza per il 47%. Non siamo alla vetta dell’84% di gennaio, ma si resta sui punti molto alti. Si aggiunga che la crisi è avvertita, sia pure poco, dal 25%, e che solo il 2% dice di non risentirne. Le percentuali sono alte per tutte le classi di età e sociali, per uomini e donne. Peggio per quest’ultime, 77%, rispetto al 69% degli uomini. E peggio i più avanti con l’età dei giovani. Tra le categorie lavorative solo le professioni liberali sono al 62%, mentre gli indipendenti si esprimono in disagio all’83%, gli impiegati all’80% e gli operai al 78%. Vale come sempre in Francia l’articolazione tra Parigi, malessere al 65%, le altre città, 73%, e la realtà rurale che soffre all’80%. Nella suddivisione per orientamenti politici non valgono gli stessi sbalzi che si trovano sul gradimento per Hollande. Il disagio unisce tutti. Gli elettori del FdG, 72%, quelli socialisti, 71%, i verdi, 72%, quelli del Modem, 69%, dell’Ump, 71% e del Fn, 78%. Ed anche sulle aspettative di quando finirà la crisi, cresce la fascia di quelli che pensano che non si vedranno miglioramenti prima di due anni, 31%, +6, mentre si riducono quelli che sperano di rivedere il sereno in un anno, 22%, -3, e restano i più quelli che vedono nero per tre anni, 43%, -3. La febbre francese dunque resta alta, come d’altronde quella di tutta Europa. Le medicine che a dosi di cavallo somministrano gli stregoni tecnocrati invece che farla scendere la rendono permanente e dunque più grave. Ma anche chi era stato visto come un medico diverso, come Hollande, non sembra aver avuto il coraggio di cambiare veramente terapia e rischia dunque di ammalarsi anch’egli. Cosa su cui è bene riflettere anche in Italia, prima di incorrere negli stessi errori. (Cambiailmondo)

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►NOTA / IL CRISTIANESIMO CEDE AL NICHILISMO? di Umberto Berardo _

Umberto Berardo, è nato a Duronia (Cb) nel 1947. Laureato in pedagogia a Roma, insegna materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado. Membro della Caritas, è impegnato fortemente nel sociale, inserito in più associazioni culturali e collabora a diverse riviste.

Già Ida Magli nel suo saggio “Dopo l’Occidente” si è interrogata sul futuro del Cristianesimo, incapace a suo dire di difendere i valori propri da una desertificazione della civiltà occidentale dove a prevalere sarebbe ormai la tecnocratica dominazione del profitto. L’analisi è ripresa in maniera assai più articolata nel Saggio “Cristianesimo, la religione dal cielo vuoto” di Umberto Galimberti, appena uscito per i tipi di Feltrinelli. È una trattazione davvero molto articolata sulla funzione e sul ruolo del Cristianesimo in particolare in rapporto al mondo occidentale. Galimberti d’altronde è una mente tra le più acute nel panorama culturale italiano. Dopo una lettura accurata del sacro nel mito e nella religione, l’autore dedica una corposa parte centrale del testo al Cristianesimo, al suo rapporto con il sacro, al conflitto con la ragione, la filosofia, la scienza, l’arte, la musica e la danza. L’ultima parte del volume si occupa dei percorsi di ricerca del sacro nelle antiche e nelle nuove fedi. La tesi fondamentale di Galimberti è che il Cristianesimo, attribuendo tutto il bene a Dio ed il male a Satana e costruendo la teologia sui concetti logici della cultura greca, avrebbe desacralizzato il sacro portando Dio sulla Terra ed eliminando così la trascendenza. Che il Cristianesimo abbia spesso nella storia abbandonato l’autenticità del messaggio evangelico per vincolarsi ai concetti della cultura greca ed alla civiltà dell’Occidente corrisponde al vero; non crediamo invece che, come l’autore afferma, l’incarnazione di Dio significhi un congedo dal sacro e dalla trascendenza, perché in tal modo si dimentica che i Cristiani affermano l’idea di un Dio uno e trino. Molto riduttivo ci appare francamente il restringimento del Cattolicesimo dopo il Concilio Vaticano II a due Chiese, quella sacrale e l’altra umanistica, identificate rispettivamente nelle posizioni di Gianni Baget Bozzo e di Benedetto Calati. In realtà la Chiesa come popolo di Dio è allo stesso tempo una e molto articolata e non è riducibile, come fa l’autore, a limitate posizioni teologiche o umane; non si può poi dimenticare la Chiesa missionaria che sta portando il messaggio evangelico in tutto il modo e che nel volume è del tutto ignorata, mentre forse oggi è quella più vicina all’insegnamento di Gesù.

Non riteniamo neppure si possa accettare la contrapposizione che si delinea tra un cristianesimo metafisico fondato sulla Rivelazione ed uno ermeneutico rivolto al dialogo ed alla carità, perché la fede in Dio si fonda su entrambi gli assunti. Titolare poi un paragrafo “Il relativismo di Joseph Ratzinger” fondando un presunto relativismo culturale del papa su alcune sue affermazioni concernenti le responsabilità del Nazismo ci sembra francamente inaccettabile, così come non è condivisibile l’affermazione che il relativismo aiuti gli uomini a dialogare “senza minacciose verità assolute alle spalle che ne pregiudicano la comunicazione”. La verità di Dio annunciata nella Bibbia, più che compromettere il dialogo, siamo convinti che riesca a promuoverlo e, insieme ad esso, fonda l’amore tra gli esseri umani al di là di qualsiasi meticolosa disquisizione sulla natura di tale verità; siamo solo noi, infatti, che togliamo il fondamento essenziale dell’annuncio evangelico quando vogliamo a tutti i costi dare prevalenza ad affermazioni dogmatiche che finiscono per dividere i cristiani tra di loro e di essi con quelli che non credono, come tante volte è accaduto storicamente. Sulle disquisizioni relative al rapporto fede-ragione colpiscono le affermazioni che “per dar senso al dolore popoli e generazioni hanno fatto del cristianesimo la loro religione e del crocifisso il loro simbolo” ed ancora “Tra fede e ragione, infatti, non c’è coincidenza e tantomeno subordinazione perché, come ci ricorda Hume, la fede affonda le sue radici in quella dimensione irrazionale a cui l’uomo ricorre quando la ragione non offre sufficienti ancoraggi nella conduzione della propria vita” . Non è così! La fede è affidamento al messaggio di un Dio che offre principi e valori specifici su cui fondare la propria vita al di là poi di qualsiasi prospettiva escatologica che per taluni erroneamente può diventare l’unico motivo fondante della religione. D’altronde lo stesso Galimberti riconosce più avanti nel volume che la figura del “senso” all’esistenza viene proprio dalla tradizione giudaico-cristiana ed è pensata inscritta in un disegno di redenzione e salvezza che poi ha fatto nascere la storia ed ha dato un significato al tempo. Interessante sul piano culturale la parte del libro che si occupa delle diverse ricerche del sacro nelle suggestioni delle antiche e delle nuove fedi. Nell’epoca della tecnica, che sembra soddisfare tutte le aspirazioni dell’uomo, il nichilismo”il più inquietante degli ospiti” starebbe portando alla fine della storia e della civiltà dell’Occidente, ma anche alla morte di Dio, così come affermato da Nietzsche in “Frammenti postumi”. È questa sostanzialmente la tesi fondamentale del volume di Galimberti che conclude il lavoro chiedendosi se l’Occidente ed il Cristianesimo sono ancora in grado di varcare le soglie del nulla e della notte nera che ci circonda per dare ancora un senso alla vita. In proposito noi pensiamo che l’obiettivo di chiunque voglia essere in dialogo con la verità, con gli altri e con il mondo debba immaginarsi nel trovare i mezzi capaci di allontanare il dolore ed il male, che non è vero oggi siano accettati dai cristiani come forme di espiazione delle colpe, e di seguire principi e criteri di vita in grado di costruire la giustizia e di dare felicità ad ogni essere umano. Tanti come noi queste finalità le apprendono dal messaggio evangelico che sarà capace, con la coerenza della fedeltà di vita di tanti uomini autentici, di bucare la notte nera del non senso che ci circonda e di dare continuità alla civiltà umana.

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►BLOG / LE ESPERIENZE DEI MANAGER di Pasquale Di Lena _

Nato a Larino (Cb), s’è laureato in agraria a Firenze dove ha vissuto un’ intensa attività politica e sindacale fino al 1982, quando, vincitore di concorso, è diventato segretario generale dell’Enoteca Italiana di Siena, ruolo svolto fino al 2004. E’ uno dei massimi esperti di enogastronomia.

Una magnifica serata con nuovi e vecchi amici del gruppo "manager di origine molisana", creato su linkedin da Luca Desiata. Il convivio con la tavola; piatti di una buona cucina; voglia di conoscersi, parlare e raccontare, ascoltare; bere insieme della buona Tintilia, il vino molisano per eccellenza; augurarsi Buon Natale e un sereno Anno Nuovo. Tutto all'insegna del Molise, il nostro piccolo grande Molise che chiunque lo saluta e lo vive da lontano, se lo porta nel cuore. Esperienze nel campo della ricerca medica, fonti energetiche, moda, commercio, amministrazione, comunicazione, logistica, informatica, enogastronomia, meccanica e tanta voglia di fare per esprimere al massimo un ruolo e farsi rispettare. Un ruolo che ti è stato negato nella tua terra per mille ragioni, non ultima quella di una scarsa capacità di progettare e organizzare il territorio molisano pensando al domani. Scarsa o nulla lungimiranza di una classe dirigente nel suo complesso - non solo politica - che non si rende conto di quanto grande è il Molise, più. anzi, molto più di quanto riesce a immaginare chi lo vuole federare o vuole continuare nell'opera intrapresa sessant'anni fa. la data in cui è iniziata, con l’emigrazione in massa dei nostri braccianti e poveri contadini e contadini-pastori, piccoli artigiani, l'opera di spopolamento dei piccoli centri e, poi, è continuata con la concentrazione a Termoli, Campobasso, Isernia e Venafro. Una vera e propria maledizione che porta il Molise a perdere la sua identità di Città-Campagna e, così, a sparire anche sulla cartina geografica, proprio ora che può (deve) mostrare le sue enormi potenzialità che sono tutte nel suo essere piccolo e, nel contempo, grande. Sono le persone, quelle che sentono la forza delle radici e il peso della memoria, i primi testimoni (genius loci) di un territorio ricco di ruralità, agricoltura, paesaggi, tradizioni. lo sono insieme con le opere ed ai frutti che riescono a produrre, quali il vino, l'olio, il tartufo, i latticini, l'artigianato, che ha bisogno di essere rilanciato con la cura e l'amore della ospitalità, per accogliere, come un tempo, il viandante moderno che arriva meno dalle Americhe e sempre più dalla Cina, Russia o India. Sono i sogni quelli che animano la fantasia, le emozioni e rendono geniali e possibili da realizzare le opere che possono fare da fondamenta al futuro del Molise. Sono le ali che fanno volare i sogni, soprattutto di quelli che sono lontani. L'incontro, il dialogo - così com'è successo ieri sera - stimolano i sogni e mettono le ali e fanno capire che, almeno di questi tempi, nessun politico o rappresentante della classe dirigente che vive nel Molise chiederà di partecipare e, soprattutto, avrà il gusto di ascoltare.

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►DISABILITA’ / ITALIA CENERENTOLA D’EUROPA di Giovanni Scacciavillani _

Giovanni Scacciavillani, originario di Frosolone (Isernia) è funzionario di banca a Roma, sindacalista e responsabile dei problemi per l’handicap dell’associazione “Forche Caudine”.

L'Italia è tra gli ultimi paesi europei per risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità. E' lo sconfortante risultato della ricerca, effettuata dalla Fondazione Cesare Serono e dal Censis, sui bisogni ignorati delle persone con disabilità. Lo studio è basato sul confronto con gli altri Paesi europei dell’offerta di servizi per cronici e disabili da parte della sanità italiana. La spesa italiana di 438 euro pro-capite all'anno è al di sotto della media europea (531 euro) ed è nettamente distante da quella francese (547 euro), da quella tedesca (703 euro) e da quella inglese (754 euro). Nè può esserci di conforto che solo la Spagna, con i 395 euro pro-capite, si ponga dietro di noi. Se si guarda poi alle misure erogate sotto forma di beni e servizi il valore annuo italiano, che non raggiunge i 23 euro, è ben al di sotto dei 125 euro, che rappresenta la media europea, molto distante dai 251 euro della Germania e meno della metà di quello della Spagna (55 euro). Circa 4,6 milioni di prestazioni pensionistiche sono erogate dall’Inps in favore di persone che hanno una limitata o nessuna capacità lavorativa: di esse 1,5 milioni tra assegni ordinari di invalidità e pensioni di inabilità e 3,1 milioni per pensioni di invalidità civile, incluse le indennità di accompagnamento, per una spesa complessiva di circa 26 miliardi di euro all’anno. La ricerca ha confermato che il modello italiano rimane sostanzialmente assistenzialistico e basato sulla delega alle famiglie "che ricevono il mandato implicito di provvedere autonomamente ai bisogni delle persone con disabilità, di fatto senza avere l’opportunità di rivolgersi a strutture e servizi che, sulla base di competenze professionali e risorse adeguate, potrebbero garantire non solo livelli di assistenza migliori, ma anche la valorizzazione delle capacità e la promozione dell’autonomia delle persone con disabilità".

I dati sui tassi di occupazione dimostrano che l’Italia, a causa soprattutto di "una storica insufficienza delle politiche attive del lavoro", è ancora molto indietro sul fronte dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, anche se, ad onor del vero, le diverse definizioni di disabilità in uso nei diversi Paesi europei non rendono agevole il confronto. In Francia, dove il 4,6% della popolazione (una quota molto simile a quella italiana) ha un riconoscimento amministrativo della propria condizione di disabilità, si arriva al 36% di occupati tra i 45-64enni disabili, mentre in Italia il tasso si ferma al 18,4% tra i 15-44enni e al 17% tra i 45-64enni. La ricerca Fondazione Serono/Censis rileva come il sistema di quote, che pure rimane diffuso e sul quale si basa la legge 68 del 1999, non garantisca necessariamente il successo delle politiche nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Infatti, il tasso di occupazione più alto si riscontra in Gran Bretagna, dove la politica delle quote è stata abbandonata da tempo, in favore di una tutela legale del diritto di tutti gli individui a godere di pari opportunità in tutti gli ambiti della vita, dunque anche nell’accesso al lavoro. Lo studio evidenzia le enormi difficoltà delle persone con disabilità sia a trovare un lavoro una volta completato il percorso formativo (è il caso delle persone con sindrome di Down e degli autistici), sia a mantenere l’impiego a fronte di una malattia cronica, come la sclerosi multipla, che causa una progressiva disabilità. “Meno di una persona Down su 3 lavora dopo i 24 anni, e il dato scende al 10% tra gli autistici con più di 20 anni. Meno della metà delle persone con sclerosi multipla tra i 45 e i 54 anni è occupata, a fronte del 12,9% di disoccupati e del 23,5% di pensionati”. Nell'ambito della ricerca, e' stata poi realizzata un’indagine nazionale, basata sulle risposte di 35 delle 147 Asl, con l'obiettivo di fornire una mappa dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria su cui possono contare le persone con disabilità in Italia. Per quanto riguarda i servizi disponibili per le persone Down, 19 Asl su 24 indicano la presenza di servizi di neuro e psico-motricità dell’età evolutiva e di logopedia, 16 segnalano l’attivazione di progetti di educazione all’autonomia e 17 di altri servizi. Per quel che riguarda i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico, 21 Asl su 24 segnalano l’offerta di servizi di logoterapia e 18 su 24 garantiscono la terapia per la psicomotricità. Per quanto riguarda i servizi per i pazienti affetti da sclerosi multipla, l’offerta delle Asl si concretizza soprattutto in riabilitazione motoria e logopedia, la prima garantita praticamente dalla totalità delle Asl, la seconda dalla metà. Per i pazienti con la malattia di Parkinson, tutte le Asl hanno segnalato di garantire la riabilitazione motoria, la metà quella del linguaggio, un terzo la terapia occupazionale. Il confronto con gli altri paesi europei ha evidenziato anche un’eccellenza italiana: l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. "Si tratta di una conquista che, seppure con tutte le difficoltà che comporta nella quotidianità, rappresenta un valore aggiunto fondamentale del sistema italiano, eredità di scelte coraggiose che hanno posto l’Italia all’avanguardia in questo ambito dell’inclusione delle persone con disabilità". Patrimonio ancor più rilevante se si pensa che in tutti gli altri Paesi europei persistono ancora quote più o meno elevate di alunni che seguono un percorso scolastico differenziato. In Italia però sono poche le scuole speciali dedicate ad alunni con problematiche sanitarie complesse. Ma la legge obbliga tutte le scuole pubbliche e private ad accettare l’iscrizione degli alunni con disabilità. Se è vero che l’esperienza italiana rappresenta un’eccellenza, le risorse dedicate alle attività di sostegno e di integrazione degli alunni con disabilità nella scuola risultano spesso inadeguate. Nell’anno scolastico 2010-2011 circa il 10% delle famiglie degli alunni con disabilità ha presentato un ricorso al Tribunale civile o al Tribunale amministrativo regionale per ottenere un aumento delle ore di sostegno. Il rischio, secondo la ricerca, è che “le politiche di contenimento dei costi e dunque di razionamento e mancato aggiornamento di questi servizi configurino uno svuotamento di fatto dell’inclusione scolastica, rendendo per un numero crescente di famiglie preferibile una soluzione differenziata, che possa però garantire un livello adeguato di attenzione e cura”.

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►SERVIZI / STUDENTI MOLISANI A ROMA, C’E’ “IUNIVERSITY” di Marco Siclari _

Marco Siclari, 32 anni, è laureato in Medicina presso la Sapienza di Roma. Dal 2008 è consigliere comunale a Roma con il Pdl e dall’aprile 2010 è delegato del Sindaco Alemanno per i rapporti istituzionali e territoriali tra Comune di Roma e Università. Ha proposto e realizzato la iUniversity Roma.

iUniversity Roma è il risultato di un protocollo di intesa proposto e realizzato dal sottoscritto, delegato ai Rapporti con le Università. E' stato, inoltre, fortemente voluto anche dall'On.le Sindaco Gianni Alemanno dai Rettori di tutte le Università di Roma, dai Presidenti delle associazioni di categoria e da rappresentanti di aziende leader nel settore dei servizi e dei prodotti bancari. iUniversity Roma è uno strumento che permette a tutti gli operatori economici presenti sul territorio di Roma Capitale e sui comuni limitrofi, di poter elaborare proposte commerciali in convenzione indirizzate esclusivamente agli studenti universitari. iUniversity Roma nasce per riconoscere, per la prima volta, il valore aggiunto che 320.000 universitari, molti i molisani, danno alla nostra società attraverso l'impegno alla formazione. Tutte la famiglie che sostengono economicamente la formazione dei propri figli, avranno la possibilità di poter gestire in modo più efficiente le proprie economie. Ciò aiuterà anche le famiglie dei "fuori sede" che spesso devono far fronte a costi sin troppo esosi. iUniversity Roma contribuisce a rafforzare la domanda nelle università della Capitale da parte di neodiplomati e laureati delle altre regioni che dovranno scegliere in quale città perfezionare o completare il loro percorso di studi. iUniversity Roma permette agli universitari che si formano negli atenei romani di vedersi riconosciuti, finalmente in via esclusiva, servizi e prodotti a prezzi convenzionati. Gli universitari beneficiari sono: contrattisti, i ricercatori, gli iscritti a qualunque corso di laurea, di diploma, chi riceve borsa di studio per attività di ricerca; chi riceve borsa di studio per attività di ricerca post-dottorato; chi frequenta Corsi di Formazione e Dottorati di Ricerca; chi è immatricolato e iscritto ai corsi di laurea e Diploma; coloro i quali svolgono corsi post Laurea; Scuole di Specializzazione. iUniversity Roma prevede il riconoscimento degli universitari aventi diritto tramite il semplice libretto di studente universitario o semplice attestato, rilasciato dalle segreterie universitarie, che ne certifichi l'iscrizione o l'appartenenza presso l'università stessa. La ricevuta del pagamento della tassa universitaria è anch'essa considerata documento di riconoscimento. Per informazioni: tel. 06-67106127, [email protected], [email protected].

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Uscirà a giorni la nuova rivista dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Molise, uno strumento importante per informare il mondo agricolo sulle opportunità offerte dai bandi e dal Psr, nell’ottica di valorizzare l’agricoltura molisana. La rivista sarà distribuita gratuitamente agli operatori del settore.

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L’IMMAGINE PIU’ BELLA

CAPRACOTTA (ISERNIA) - Tantissime persone alla fiaccolata di fine anno su Montecampo (Antonio V. Monaco)

IL TESTO PIU’ BELLO

Da lontano… il suono di una zampogna

di Maria Delli Quadri

Ieri pomeriggio, saranno state le due e mezza, in lontananza mi è parso di sentire l’eco flebile di una cornamusa che diffondeva nell’aria una struggente musica natalizia. Ho aperto il balcone e mi sono affacciata con cautela per non scivolare, perché la base è tutta innevata: la strada era assolata, deserta, con mucchi di neve ai lati alti quasi un metro. Il silenzio era totale, la musica era cessata, tutto il paesaggio aveva un che di surreale e misterioso. Ad un tratto, guardando meglio, ho intravisto, seminascosto dalla porta del bar, chiuso a quell’ora, una sagoma scura che cominciava ad andare via perché nessuno aveva raccolto il suo richiamo. Ho gridato: “Zampognaro!”. Si è girato e, non credendo a se stesso che in quel deserto avesse udito una voce umana, finalmente presente nella quiete della montagna innevata, è tornato indietro e mi ha detto: “Bella signora! Adesso suono solo per te!” Sui 40 anni, bella presenza, vestito con jeans, camicia e maglione, berretto e cappottella, portava a tracolla uno strumento fatto di un piccola zampogna collegata con un piffero, manovrando con maestria tutti i tasti. Novelli Romeo e Giulietta, io al balcone, lui sotto casa, ho provato un moto di struggente nostalgia nel ripensare alla mia infanzia, quando gli zampognari erano un’istituzione e venivano due volte all’anno: alla Concezione e a Natale. Noi ragazzi, tutti in fila, dovevamo ascoltare le musiche un po’ stonate di “Francisc” (la zampogna) e Giuseppe (la tutarella). Mio padre ne faceva una tradizione irrinunciabile: non era natale se non c’erano il presepe e gli zampognari. Il freddo di quelle mattinate! Lo lascio immaginare, perché eravamo tra i primi a ricevere questa pregiata visita intorno alle 7 della mattina. La fantasia di noi ragazzi correva a briglia sciolta, tanto che mio fratello, più grande di me di 5 anni, nel periodo immediatamente successivo mi prendeva in braccio e, raggomitolandomi nel suo grembo, succhiava il mio pollice mugolando un qualunque canto natalizio. Io, buona buona, lasciavo fare. Lui impersonava così il personaggio incantato del pifferaio. Tornando al mio Romeo, gli ho lanciato la mancia e lui mi ha augurato mille anni di vita. Gli ho detto che erano troppi (gli anni) e lui ha risposto: “Quello che vuole Dio”. Poi se n’è andato e dopo un po’ è sparito all’angolo della strada. Le sue ultime parole sono state: “Io vengo da San Polo Matese. Buon Natale, signò!”

(Almosava)

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DULCIS IN FUNDO – COM’E’ ANDATA A FINIRE…

►ROMA / AI MOLISANI HANNO FATTO “LA FESTA” di FC_

C’avevamo visto giusto: la festa molisana al Palacavicchi s’è trasformata in comizi politici. A senso unico.

Da sempre abbiamo fatto del pluralismo la nostra bandiera. Ma un conto è collaborare congiuntamente ad iniziative molisane, anche caratterizzate da una bandiera politica (di qualsiasi colore), ma in modo palese, e controbilanciare in seguito con altre di diverso orientamento politico; altro conto è aderire “armi e bagagli” ad eventi precotti e presentati come “feste di molisani a Roma”, in realtà passerelle a senso unico alla vigilia di elezioni. Siamo stati facili profeti a chiamarci fuori (così come hanno fatto, sebbene dopo di noi, diverse associazioni molisane che conosciamo). Il nostro comunicato “preventivo” spedito a cinquemila molisani ha sortito effetto. E quella che doveva essere una festa – a detta degli stessi presenti – s’è trasformata in un flop. Ecco perché.

ANNUNCIATE 10.000 PERSONE, PRESENTI 600 Nonostante i 20 pullman spediti in Molise per raccogliere pubblico da sistemare in platea (pagati da chi?) e l’annuncio “profetico” di 10mila presenze al Palacavicchi di Ciampino, teatro dell’evento, l’architetto Franco Valente – relatore alla kermesse – ha contato 600 persone. Scrive nel suo blog: “In sala ho contato circa 600 persone quando ballavano i gruppi folcloristici. Quando ha parlato Iorio la gente ha cominciato a defluire. Durante l’intervento di Polverini la sala si era ridotta a circa 400 persone che hanno resistito coraggiosamente a De Matteis e Mazzuto. Quando ha iniziato Cicchitto un fuggi fuggi generale. Sono rimasti una cinquantina di martiri delle prime due file guardati a vista dagli organizzatori” Scrive Mariassunta tra i commenti nello stesso blog: “Dove erano i molisani “romani”?? Ho provato a cercarli ma non ne ho trovato nemmeno uno…”. Michele Monteleone: “Da buon molisano residente a Roma ero stato tentato a essere presente alla manifestazione, ma alla luce dei fatti ho fatto bene a non venire”. Racconta l’attore Pierluigi Giorgio: “Non mi sono manco fatto vedere dai politici presenti: che senso aveva? Ben per me che erano troppo presi dai salamelecchi tra loro (e suppongo, anche dalla coscienza del flop totale!). Il mattino? Presenti in buona dose solo i molisani giunti con i pullman offerti e arrivati dalla nostra regione (Qualcuno degli stands ha detto: “Che cacchio sono venuto a fare qui? Per mostrare i miei prodotti ai compaesani giunti dai nostri borghi che già li conoscono?…”) Il pomeriggio e sera? Tutto un magna-magna! Tra l’altro il programma era tutto scivolato in avanti e ho notato che sono stati fatti tagli alla buona e abborracciamenti: dove erano i noti da premiare? Dove lo spazio annunciato negli inviti, per gli attori e le loro esibizioni?”. Battuta di Italo Marinelli: “..e per fortuna er Batman sta a Rebibbia, sennò ti toccava sentire anche lui…”.

L’ARGUTO COMMENTO DI VALERIO MANCINI

La “dissolvenza” (reale) della festa molisana a Roma

La trasferta di Ciampino si accomiata dal pubblico torpedonaro affidando ai posteri materiale da cineteca Luce. Dove l’abile uso della “dissolvenza” costituisce il quid dell’evento. Impossibile non condividerne il godimento con i lettori. Nemmeno il musical di Billy Elliot che conquista Londra, grazie alle musiche di Elton John (ma vuoi mettere gli Zig-Zaghini?), offre numeri tanto spettacolari. Sia reali sia virtuali. La “dissolvenza” parte dal numero dei presenti. Un Noir con colpo di scena: i 10.000 annunciati alla vigilia dagli organizzatori si dissolvono nei più mesti 3.000 affidati al loro comunicato stampa post-evento. Ma a mettere a fuoco, tra i tanti, ci pensa l’architetto Franco Valente, relatore ufficiale dell’area culturale (benché annunciato alla kermesse come un “cantante”, che a Roma è pure un’offesa): “In sala ho contato circa 600 persone quando ballavano i gruppi folcloristici. Quando ha parlato Iorio la gente ha cominciato a defluire. Durante l’intervento di Polverini la sala si era ridotta a circa 400 persone che hanno resistito coraggiosamente a De Matteis e Mazzuto.…”. Racconta, rammaricato, un espositore di Sant’Elia a Pianisi su internet: “Nemmeno il materiale a distribuzione gratuita è stato esaurito”. Quindi: “Eravamo alle prese con la mancanza di organizzazione e a litigare con gli organizzatori e i loro amici”. Dissolvenza sulla cultura e sulla buona educazione. Ma i “numeri” (virtuali) non finiscono qui. Il programma annuncia premi a Laura Biagiotti e a Fred Buongusto. Ma a sentire i loro manager, i due personaggi non erano lì. Anzi, la Biagiotti ci tiene a rivendicare le origini toscane del suo cognome. Eppure un imparziale giornale on-line, sottolineando sin dal titolo “l’entusiasmo” per la festa, dà addirittura notizia dell’avvenuta premiazione (www.unmondoditaliani.com/grande-entusiasmo-per-la-festa-dei-molisani-a-roma.htm). Scrive l’attenta articolista: “Uno dei momenti più importanti della manifestazione è stata la premiazione dei personaggi famosi che si sono distinti nella propria attività professionale, come Laura Biagiotti, Fred Bongusto, Vito Alfonso Gamberale ed Edmondo Fatica”. Premiati e dissolti. Ma la più proficua (nella testa degli organizzatori) “dissolvenza” è quella che riesce a trasformare una festa di molisani in un’estenuante serie di saluti politici. Alla vigilia delle elezioni. Così, l’unica vera notizia che esce dalla giornata “molisana”, ripresa da qualche giornale nazionale, è che Cicchitto candida la Polverini alla Regione Lazio. E qui, ricordando “Er Batman”, alla dissolvenza si sostituisce il buio.

La Newsletter di Forche Caudine raggiunge 5.094 persone (30% Roma, 30% Molise, 20% resto d’Italia, 20% estero). Inoltre numerose associazioni la inoltrano a loro volta ai propri soci.

E’ una pubblicazione non periodica, supplemento al sito internet www.forchecaudine.com. Per segnalazioni e cancellazioni, anche in riferimento alla legge sulla privacy: [email protected].

► W W W . F O R C H E C A U D I N E . I T – i n f o @ f o r c h e c a u d i n e . i t ◄ Presidente Giampiero Castellotti – Vicepresidente Donato Iannone – Segretario Gabriele Di Nucci

La collaborazione al giornale è gratuita. “Forche Caudine” è realizzato per passione e senza fini di lucro.

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