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SETTEMBRE 2014
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L'editoriale di Settembre Indice
Riprendendo l’ipse dixit di questo mese, la domanda
che sorge spontanea è: ma è vero che la stagnazione
rappresenta un problema continentale o è solamente un
modo per rispondere alle non troppo velate critiche che
ci vengono poste dall’Unione e, purtroppo, da un...
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L’EditorialeNorme e prassi in evidenzaAspettando GodotGli approfondimenti del meseIpse dixit Il proverbio del meseL'intervista
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L'editoriale
Riprendendo l’ipse dixit di questo mese, la domanda che sorge spontanea è: ma è vero che la stagnazione rappresenta un problema continentale o è solamente un modo per rispondere alle non troppo velate critiche che ci vengono poste dall’Unione e, purtroppo, da un nostro rappresentante presso le istituzioni comunitarie, quel Mario Draghi, capo della Bce, che in fin dei conti tanto tenero con i nostri politici non lo era nemmeno quando era al timone di Palazzo Koch?Ma andiamo per ordine e vediamo innanzitutto di capire appieno il corretto significato del termine stagnazione: situazione economica caratterizzata dal persistere di modeste variazioni del prodotto interno lordo e del reddito pro capite.Ricordiamo anche come il Pil sia il valore totale dei beni e servizi prodotti in un determinato Paese da parte di operatori economici residenti e non residenti nel corso di un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (esportazioni totali meno importazioni totali). Fonte Ansa del 26 agosto 2014: “Frena nel secondo trimestre 2014 il Pil della Germania, che fa segnare una contrazione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo riferisce l'Ocse, sottolineando che nel primo trimestre il dato era stato invece nettamente positivo (+0,7% rispetto all'ultimo trimestre 2013).In calo anche il Pil italiano (-0,2% rispetto al primo trimestre), che già era calato dello 0,1% su base sequenziale nei tre mesi precedenti, mentre quello francese rimane stabile per il secondo trimestre di fila. Per l'insieme dell'eurozona, il Pil nel periodo aprile-giugno 2014 è cresciuto dello 0,1%. Rispetto allo stesso periodo del 2013, il Pil italiano è calato dello 0,3% (unico dato negativo tra i Paesi del G7), quello francese è aumentato dello 0,1% e quello dell'eurozona dello 0,7%. Il dato per la Germania non è disponibile.”.Siamo proprio sicuri che il problema sia uguale per tutti?Comunicato stampa Istat del 28 agosto 2014: “A giugno 2014 l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) resta invariato rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre aprile-giugno 2014, l'indice mostra una flessione rispetto ai tre mesi precedenti (-0,2%). Nel confronto con maggio 2014, le vendite di prodotti alimentari segnano un lieve aumento (+0,1%) mentre quelle di prodotti non alimentari un leggero calo (-0,1%). Rispetto a giugno 2013, l'indice grezzo del valore totale delle vendite registra una diminuzione del 2,6%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-2,4%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-2,8%). Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di giugno 2013, le vendite diminuiscono sia per le imprese della grande distribuzione (-1,3%) sia per quelle operanti su piccole superfici (-3,9%). Nel primo semestre del 2014, l'indice grezzo diminuisce dell'1,0% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,7% e quelle di prodotti non alimentari dell'1,1%.”.Quindi, il tanto sbandierato bonus Irpef molto probabilmente o è servito a coprire debiti precedenti o, come si faceva una volta, è stato messo sotto il materasso in previsione di tempi peggiori.Al di fuori di questi dati, quello che lascia perplessi è la circostanza che il nostro Governo che con tanto brio e baldanza aveva portato una ventata di novità e speranza in un Paese da sempre governato dai soliti noti, allo stato attuale ha
Il tempo è scadutoa cura di Luigi Scappini
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L'editoriale
prodotto una serie di ipotetici crediti di imposta che necessitano di legislazione secondaria per la loro efficacia reale, l’incentivazione dell’Ace che, bisogna ricordarlo, è un prodotto non del precedente Governo, bensì di quello Monti e, udite udite: la Tremonti quater.Ma come? Il professor Tremonti non si è dedicato a vita privata? Ebbene si, il problema è che la fantasia del Governo non va più in là di riproporre sotto altre vesti un’incentivazione che ormai è giunta alla quarta edizione, tant’è vero che i commentatori la chiamano con il nome di chi ha proposto le prime tre.A ben vedere il Decreto Crescita tanto crescita non è: provate a domandarlo a coloro che hanno investito nel settore fotovoltaico.Ma adesso è arrivato lo Sblocca Italia…signori: resettatevi e connettetevi con la realtà quotidiana fatta di sacrifici e di una ripresa che non è che stenti ad arrivare, nemmeno è partita.La realtà è che il tempo ormai stringe e non è questione di leggi elettorali.Stiamo, passateci il termine, perdendo tempo per fare una riforma elettorale definita epocale che, tra le altre cose, di fatto lascia ancora ai partiti politici la scelta di chi ci rappresenterà, male estremo del porcellum che forse tanto male pare non essere per lor signori.La realtà è che una buca non è né di destra né di sinistra, va solamente chiusa.E invece, a quanto sembra, il problema non è come si deve intervenire per cercare di rilanciare un Paese che sembra un malato senza possibilità di cure, ma chi dovrà rappresentarci senza portare le medicine necessarie pur avendole.Attendiamo di vedere cosa ci riserverà questo autunno ricco di promesse e speriamo non di sorprese (leggesi manovra correttiva ripetutamente negata sia da Renzi che da Padoan e quindi sintomo di rischio reale che al contrario si farà).
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Norme e Prassi in evidenza
Aspettando GodotDecreto semplificazioni fiscali Decreto attuativo Durc On line
L. 116/2014 – Conversione in Legge con modifiche del Decreto Crescita
C.M. n. 26/E/14 – Chiarimenti fiscali relativi a problematiche connesse a Expo 2015
C.M. n. 25/E/14 – Linee guida accertamento redditi periodo di imposta 2014
C.M. n. 24/E/14 – Chiarimenti in tema di Art bonus
FISCALE
LAVOROINPS, circolare 2 settembre 2014, n. 100Indicazioni operative per i versamenti contributivi al Fondo di solidarietà residuale
Ministero del Lavoro, nota 1 settembre 2014, n. 14974Nuovi chiarimenti per i limiti massimi di contingentamento del lavoro a termine
Legge 11 agosto 2014, n. 116 (conversione Decreto Crescita)Agevolazioni per le assunzioni in agricoltura
DM 27 marzo 2014Modalità per la comunicazione assunzioni congiunte nell’agricoltura
Cass. SS. UU. 27 agosto 2014 n.18353Indennità sostitutiva reintegra
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Gli approfondimenti del mese
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ipse dixit
il proverbio del mese
‹‹A buon intenditor, poche parole››
«Non c'è una situazione di crisi dell'Italia rispetto all'Eurozona che viaggia a velocità doppia: questo è accaduto in passato, ora la situazione è cambiata, l'intera eurozona vive una fase di stagnazione»
M. Renzi
L’AIUTO ALLA CRESCITA ECONOMICA E LE NOVITÀ 2014
a cura di Sergio Pellegrino e Federica Furlani
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Con la Legge di Stabilità prima e con il decreto competitività dopo, il
Legislatore è intervenuto a potenziare l’Ace, la misura volta a favorire la
capitalizzazione delle imprese introdotta con l’art.1 D.L. n.201/11, convertito,
con modificazioni, dalla L. n.214/11 (c.d. Decreto Salva Italia).
L’Ace, che è l’acronimo di aiuto alla crescita economica, come si evince dalla
relazione che accompagna il decreto, ha come obiettivo il rafforzamento
della struttura patrimoniale delle imprese e del sistema produttivo italiano:
la disposizione mira quindi a fornire un aiuto alla crescita economica,
riequilibrando il trattamento fiscale delle imprese che si finanziano con
debito rispetto a quelle che si finanziano con capitale proprio. La logica
sulla quale si basa l’Ace è la medesima della Dit: è stato quindi scelto
l’approccio “premiale”, prevedendo una riduzione del prelievo impositivo
commisurata agli incrementi di capitale delle imprese realizzati nella
forma di conferimenti in denaro da parte deisoci o di destinazione...
Il Ministero del Lavoro, con la circolare n.18 del 30 luglio 2014, ha
fornito chiarimenti importanti anche in ordine alle novità riguardanti
il contratto di apprendistato, apportate dal D.L. n.34/14, convertito
dalla L. n.78/14. Come noto, alcuni cambiamenti coinvolgono
trasversalmente tutte le tipologie di apprendistato, mentre altri
riguardano singolarmente le diverse tipologie di apprendistato. Le
modifiche normative approvate in fase di conversione, entrate in
vigore il 20 maggio 2014, differiscono notevolmente da quelle previste
dal decreto legge nel testo vigente nel periodo dal 21 marzo 2014 al
19 maggio 2014, e cioè anteriormente alla conversione. È pertanto
indispensabile approfondire anche gli aspetti relativi ai regimi
transitori e intertemporali. Le novità rappresentano un ulteriore
tentativo di vitalizzare il contratto di apprendistato, alla cui stipulazione
i datori di lavoro spesso rinunciano, temendo il peso degli impegni...
a cura di Fabrizio Nativi
APPRENDISTATO: I CHIARIMENTI MINISTERIALI DOPO IL D.L. N.34/14
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L'intervista INTERVISTA ALUCA VANNONIComitato Centro Studi Lavoro e Previdenza
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Chiusa la pausa estiva, l’attività di Centro Studi Lavoro e Previdenza entra nel vivo, con l’avvicinarsi della nuova edizione del Percorso Formativo, dei primi eventi di aggiornamento sulle novità estive e dei master di approfondimento. Come sempre, non mancano le novità che impegneranno i Consulenti del lavoro e i professionisti che si occupano dell’amministrazione del personale.Ne parliamo con Luca Vannoni, del Comitato Scientifico di Centro Studi Lavoro e Previdenza.
Il tema del momento, nonostante sia passato qualche mese dalla sua emanazione, rimane il DL 34, prima parte di una annunciata riforma complessiva della normativa del lavoroIl primo provvedimento di sostanza emanato dal Governo Renzi, il DL 34, è intervenuto su due contratti, il lavoro a termine e l’apprendistato, con una riforma strutturale del primo e una più leggera revisione del secondo. Non tutto è già stato digerito. Anzi. La complessità dell’ordinamento del lavoro, il coordinamento con le norme non modificate, il recepimento da parte della contrattazione collettiva richiedono tempi lunghi per la piena attuazione di ogni riforma, tenuto conto che spesso alcuni passaggi di fattura imprecisa determinano contrasti interpretativi, amministrativi e giudiziali. In queste complicate dinamiche si inseriscono le interpretazioni ministeriali che, oltre all’intento di rendere più chiari passaggi dubbi, guidano le attività dei servizi preposti alla vigilanza sul lavoro.Meccanismi sicuramente complessi, che cerchiamo di tradurre in operatività e competenze professionali mediante mirati appuntamenti formativi. Oltre a specifici corsi di aggiornamento, le prime due sessioni di approfondimento del Percorso Formativo sono dedicate, appunto, ai due contratti riformati, lavoro a termine e apprendistato.Durante lo sviluppo del Percorso, le novità intercorse sul DL 34 saranno poi oggetto di analisi nella finestra delle novità del periodo, dando con tempismo le necessarie indicazioni operative. E ovviamente seguiremo gli sviluppi della riforma strutturale del lavoro, annunciata, nella sua legge delega, per fine anno.
Perché avete scelto, come filo conduttore degli approfondimenti del Percorso Formativo, l’organizzazione del lavoro? L’attuale fase economica italiana e le difficoltà che si riscontrano in molte imprese rendono fondamentali una serie di istituti, vecchi e nuovi, che possano dare quella flessibilità organizzativa, in grado di adeguare nel modo più aderente possibile la forza lavoro alle esigenze produttive. Oltre al tema classico dell’orario di lavoro, dove saranno evidenziati i margini di gestibilità dei datori di lavoro, anche mediante la contrattazione collettiva, si affronteranno istituti nuovi di recente creazione, come i contratti di rete e la codatorialità, di sicuro interesse anche per il mondo delle piccole imprese. Non sono poi così ipotetiche le situazioni dove imprese collegate hanno la necessità di avere lavoratori in comune, in grado di svolgere servizi di supporto, amministrativi e di segreteria, alle distinte attività principali dell’impresa.
I pomeriggi del Percorso Formativo, come di consueto, rimangono dedicati all’aggiornamento professionaleSi, la formula è rimasta immutata: oltre allo spazio per le novità che avremo nel corso dell’anno, abbiamo scelto 6 temi di analisi che, come Comitato Scientifico, abbiamo giudicato di fondamentale importanza. Uno su tutti, la crisi di liquidità e i riflessi nella gestione del personale.
In conlusione…Spero che anche questa edizione del Percorso Formativo, e il lavoro svolto nella sua ideazione e preparazione, possa trovare il gradimento dei professionisti del lavoro, sostenendoli nei tanti sforzi interpretativi che il complicato ordinamento del lavoro presenta nella quotidianità.
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11^Strategie aziendali per l’organizzazione del lavoro dopo il Decreto Jobs Act
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