New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a...

96
I MINORI PRESENTI NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI DEL LAZIO REPORT 2010 A cura di FRANCESCO ALVARO Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio

Transcript of New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a...

Page 1: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

I mInorI presentI nelle strutture resIdenzIalI del lazIo

report 2010

a cura di Francesco alvaroGarante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio

Page 2: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 3: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

Pubblicazione a cura della Struttura di supporto del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Laziovia del Giorgione, 18 – 00147 Roma

Telefono: 0665937311Fax: 06 65937325Mail: [email protected] Sito Internet: www.garanteinfanzia.regione.lazio.it

coordinamento della ricercaStefano Vicini

collaborazioniMartino RebonatoFrancesca MocciaFlaminia Neri Impaginazione e graficaGraziella Scalia

pubblicazione e stampaArmando Editore

Roma, dicembre 2010

Page 4: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 5: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

LA RIcERcA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19Dati generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23La distribuzione territoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27La distribuzione per tipologia di strutture . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Il genere e l’età dei minori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29Durata della permanenza in comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Il luogo di provenienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37La tutela dei minori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41Motivi dell’inserimento nelle strutture . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43Rapporti con la famiglia d’origine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53I progetti per l’autonomia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59I nuclei madre-bambino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62I minori stranieri non accompagnati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65

APPENdIcEI minori inviati in strutture residenziali o in affi damento familiare dai servizi del Comune di Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77Allegato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

INdIcE

Page 6: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 7: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

Non esistono bambini diffi cili.Esistono soltanto genitori diffi cili,

cattivi genitori e cattivi maestri.

A.S.Neill

Page 8: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 9: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

9L a realizzazione di questo secondo report sulla situazione

dei minori presenti nelle strutture residenziali del Lazio, realizzato grazie all’impegno e alla supervisione del Ga-

rante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, Francesco Al-varo, è per me motivo di grande soddisfazione. E’soprattutto attraverso un’attenta disamina dei dati che potremo davvero cominciare ad individuare gli strumenti di supporto e le stra-tegie d’intervento più appropriate su tante problematiche che interessano la popolazione più giovane della nostra regione.

L’autorità amministrativa del Garante, che ha competenze nel settore della tutela dei diritti dei minori e dell’infanzia, è sta-ta istituita con la legge regionale n. 38/2002, proprio al fi ne di monitorare situazioni di fragilità e stimolare l’attività politica affi nché maturi una maggiore esperienza tecnica e sensibilità nel campo della prevenzione del disagio sociale e della devianza minorile.

Fino al 2009 non erano mai stati realizzati documenti così analitici rispetto a tematiche centrali nell’ambito delle strutture residenziali della nostra regione: penso alla valutazione delle

PRESENTAzIONE

Page 10: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

10

fasce d’età dei minori, alla loro nazionalità, alle problematiche che emergono rispetto alle famiglie d’origine e, soprattutto, alle previsioni e alle tempistiche di reinserimento in nuove famiglie o di uscita dalla comunità.

Plaudo quindi all’iniziativa del Garante che, nel quadro degli impegni che ha assunto nei confronti del Consiglio Regionale che lo ha indicato, si è impegnato a relazionare con una caden-za semestrale riguardo all’attività svolta e ai servizi e alle risorse esistenti nel Lazio.

In passato l’assenza di un sistema effi ciente di rilevazione dei dati aveva generato confusioni ed inesattezze riguardo il feno-meno dell’abuso e del maltrattamento dell’infanzia, tanto tra gli operatori, quanto tra i fruitori del servizio. Al fi ne di coin-volgere in maniera più effi cace gli attori istituzionali, a partire dalle ONG e dalla classe politica, è invece essenziale chiarire le dimensioni del fenomeno, con particolare attenzione ai punti di forza e alle carenze delle strategie messe in atto.

Era Voltaire a dire, infatti, che “nessun problema può resistere all’assalto di una rifl essione prolungata”, ma, aggiungo io, una ri-fl essione che abbia la pretesa di intervenire a sanare delle situa-zione di disagio deve basarsi su un’accurata conoscenza dell’ar-gomento e della casistica di riferimento.

È proprio questo che rende questo report ancora più apprez-zabile: l’aver organizzato un valido sistema di monitoraggio su-perando diffi coltà singolari, come alcuni casi di ostruzionismo

da parte delle case famiglia, che in più di una circostanza sono state sorprendentemente ostili a comunicare con esattezza i dati in loro possesso.

da parte delle case famiglia, che in più di una circostanza

Page 11: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

11

La ricerca ci restituisce un quadro aggiornato della situazione, sulla base delle schede inviate dalle varie strutture, analizzando le vicissitudini di 1744 minori accolti, 451dei quali (circa il 25%) minori stranieri non accompagnati.

Personalmente sono rimasto colpito dai lunghi tempi di permanenza nelle strutture residenziali e questo dato ha ine-vitabilmente stimolato il mio desiderio di valutare, insieme al Garante, nuovi programmi di uscita e la possibilità di strate-gie di reinserimento più rapide, in modo da evitare eccessivi traumi da distacco dal nucleo familiare ai giovani che vengono accolti.

È stato invece un motivo di soddisfazione l’aver appreso che le 233 strutture della nostra regione che ospitano minori a ci-clo residenziale non sono sature. Ciò permetterà di impegnare nuove risorse per il miglioramento dei servizi esistenti, senza la necessità di doverne aggiungere di nuove.

Questa pubblicazione ci consente di conoscere nei dettagli la realtà dei singoli minori accolti nelle strutture residenziali, ma sarebbe un errore considerarlo un punto di arrivo, poiché esso deve essere invece uno strumento per migliorare l’approccio al-le aree di criticità, nonché il primo passo di uno studio statistico che deve necessariamente protrarsi negli anni.

Concordo con gli autori di questo studio riguardo la necessi-tà che in futuro tutte le strutture trasmettano puntualmente le informazioni previste dalla legge, possibilmente utilizzando un formulario standardizzato, come già avviene in altre regioni, al fi ne di semplifi care le operazioni di raccolta e cataloga-zione dei dati.

formulario standardizzato, come già avviene in altre regioni,

Page 12: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

12

Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente il Garante Al-varo che, in collaborazione con la Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni, ha realizzato questa sua preziosa opera di “collage”, che mi auguro possa essere valido strumento per le istituzioni, consapevoli delle responsabilità di cui sono in-vestiti nei confronti delle nuove generazioni, al fi ne di garantire la migliore tutela possibile dei diritti dell’infanzia e dell’adole-scenza nella Regione Lazio.

Mario Abbruzzese

Page 13: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

13Q uesto secondo Report si propone come un tentativo

di delineare un quadro d’insieme sui minori accolti nel secondo semestre 2009 nelle strutture di accoglienza

residenziale che operano nel Lazio. Il Report quindi completa e integra quanto già esposto in una precedente ricerca, riferita al primo semestre dello stesso anno.

La ricerca ci restituisce un quadro realistico della situazione, con l’inevitabile corredo di luci e ombre. I dati non sorprendo-no, anzi, confermano l’impressione che il problema dei minori collocati in strutture residenziali – se si prescinde dal fenomeno dei minori stranieri non accompagnati – riguardi un numero tutto sommato limitato di situazioni multiproblematiche, per le quali esiste nella nostra Regione un’off erta di servizi sociali adeguata.

Si tratta di un altro “tassello” che si inserisce nel quadro de-gli impegni che, come Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ho assunto nei confronti del Consiglio Regionale fi n dal giorno della mia nomina. In diverse occasioni ho infatti sottolineato come la protezione dei diritti dei minori passi necessariamente

INTROdUzIONE

Page 14: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

14

attraverso un forte investimento sulla conoscenza delle condi-zioni di vita di tutte le persone prese in carico dai servizi sociali del territorio.

Non si tratta di una conoscenza fi ne a sé stessa. Essa è neces-saria per avviare una seria rifl essione sui modelli di accoglienza, sulla qualità dei servizi, sui punti di forza e sulle criticità del si-stema, sul coinvolgimento dei soggetti che si fanno carico del benessere e della crescita delle persone in età evolutiva, in par-ticolare di quelle più esposte ai rischi di esclusione sociale.

L’obiettivo fi nale dunque non resta circoscritto al miglioramen-to della conoscenza. Le informazioni raccolte dovranno costitui-re la base per un lavoro condiviso, teso ad identifi care le possibili proposte di miglioramento. Insieme si potranno analizzare e ap-profondire alcune questioni-chiave, come, ad esempio, la dura-ta e la tipologia della permanenza dei minori nelle strutture, la defi nizione dei programmi di uscita, i modelli di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, le relazioni interistituzionali, l’esercizio della tutela legale, le modalità di consolidamento delle reti territoriali, ecc. Sono quindi particolarmente soddisfatto nel presentare questo nuovo Report sui minori accolti nelle strut-ture residenziali della nostra Regione. Non è stato un compito facile, anche se con l’esperienza si affi nano i metodi e si acqui-siscono migliori capacità di indagine. Poco a poco le diffi coltà si riducono, anche se in alcuni casi permangono resistenze che sarà necessario superare nei tempi dovuti.

In linea di massima, mi sento di sostenere, cosa che ho avuto modo di fare in diverse sedi istituzionali, che il siste-ma dei servizi residenziali esistenti nella nostra Regione,

Page 15: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

15

rappresenta un punto di riferimento essenziale per la strategia di intervento a sostegno della popolazione minorile residente fuori dalla famiglia.

E’ una tenuta che si arricchisce di momenti di forte rifl essio-ne sui modelli di accoglienza da parte degli stessi educatori del settore che andrebbero seguiti e sostenuti.

La tematica dei minori stranieri non accompagnati richiede modalità di accoglienza adeguata alle storie, a volte drammati-che, dei singoli ragazzi accolti come pure i problemi dei giovani non più minorenni per i quali pur in assenza di specifi che co-perture amministrative, le comunità garantiscono la continuità di accoglienza ed allo stesso tempo si pongono nella prospet-tiva di comunità aperte ed operanti all’esterno con un occhio attento ai traguardi di autonomia di questi giovani che debbo-no necessariamente essere più brevi rispetto a quanti hanno il sostegno e la copertura di un contesto familiare.

Con il tempo il Report si articolerà su altre situazioni rappre-sentative di un diff uso senso di disagio, se non di soff erenza, di fasce minorili presenti nel nostro territorio. Vorremmo dare in-dicazioni riguardanti il mondo della minore età più puntuali sui complessi problemi della formazione e dell’esperienza scolasti-ca, sul fenomeno delle irregolarità nei comportamenti, dell’as-sunzione e del consumo di sostanze stupefacenti e non ultimo del tema sempre più consistente e puntuale della condizione dei minori rom.

Per il lavoro svolto va posto in rilievo l’ottimo livello di collaborazione con l’autorità giudiziaria minorile, Tribu-nale e Procura, preziosa non solo nella fase di importa-

Page 16: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

16

zione dei temi di approfondimento e di analisi ma soprattutto per il sostegno alla stessa azione istituzionale del Garante in re-lazione anche ad altri scenari della propria funziona sociale.

Un riconoscimento a parte va all’equipe di studenti e stagisti dei master organizzati dalla Sapienza e da Roma Tre che han-no collaborato nella stesura del Report, coordinati da Stefano Vicini e da Martino Rebonato che hanno saputo consolidare il rapporto con le sedi universitarie di formazione, orientate in modo particolare ad approfondire, sotto ogni profi lo, i diversi aspetti riguardanti l’infanzia e la minore età.

Dicembre 2010Francesco Alvaro

La ricerca

Page 17: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

La ricerca

Page 18: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 19: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

19N ell’introdurre questo Report, che aggiorna e completa

quello già presentato nello scorso febbraio, è necessa-rio svolgere alcune precisazioni preliminari.

A seguito della pubblicazione dei dati raccolti nel primo Re-port sono pervenute numerose comunicazioni di strutture che accolgono minori e che non erano state interpellate in quanto non presenti nell’elenco in possesso dell’Uffi cio del Garante. Si è quindi provveduto ad un aggiornamento dell’elenco delle strut-ture residenziali attualmente funzionanti sul territorio della Re-gione Lazio.

Al 31.12.2009 risultavano funzionanti 233 strutture residen-ziali per minori, comprese quelle che accolgono nuclei madre-bambini, nonché strutture di pronta accoglienza quasi esclu-sivamente utilizzate per l’ospitalità dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio regionale.

In realtà circa 50 strutture, che pur risultano funzionanti, al momento della rilevazione non ospitavano alcun minore. Ciò conferma una rifl essione già presentata nel prece-dente Report, circa la presenza di un numero forse ec-

LA RIcERcA

Page 20: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

20

cessivo di strutture in relazione al bisogno e parimenti di una disomogenea distribuzione sul territorio regionale.

I dati che saranno illustrati nelle pagine seguenti riguardano quindi 182 strutture residenziali per minori, numero comun-que superiore a quelle prese in considerazione nel precedente rapporto (172) e che spiega un aumento dei dati complessivi, tenuto conto che alcune delle nuove strutture esaminate accol-gono numerosi minori stranieri non accompagnati, così come le strutture specializzate nell’accoglienza di nuclei madre-bam-bino spesso vedono la presenza di molti minori.

Si deve però segnalare che alcune strutture che avevano invia-to le schede dei minori per la stesura del primo Rapporto non lo hanno fatto per il secondo semestre 2009, nonostante i nu-merosi solleciti. Così come non hanno inteso rispondere alcune delle nuove strutture inserite nell’elenco delle comunità funzio-nanti e che risultano accogliere permanentemente dei minori. Complessivamente non hanno trasmesso i dati 16 strutture che risultano aver accolto minori nel secondo semestre 2009, per cui la stima del numero dei minori ospitati nel periodo deve essere aumentata di almeno 130-150 unità.

Appare opportuno riportare seppur brevemente la metodo-logia di raccolta dei dati, ampiamente illustrata nel precedente Rapporto.

La ricerca si fonda sull’esame delle informazioni contenute nelle schede individuali che le strutture residenziali che ospita-

no minori sono tenute dalla normativa vigente1 ad inviare semestralmente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. In seguito a quanto stabilito

Page 21: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

21

nel Protocollo d’intesa sottoscritto tra lo stesso Procuratore e il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio, tali schede devono essere trasmesse in copia anche al Garante.Purtroppo non esiste un modello standard per l’invio delle in-formazioni, che sono quindi trasmesse in formati molto diversi. Tale eterogeneità crea molte diffi coltà nell’estrapolazione di da-ti omogenei e confrontabili. è auspicabile che queste diffi col-tà vengano gradualmente superate. L’adozione di una modello unico di scheda, concordato con la Procura della Repubblica presso il Tribunale Minorenni, dovrebbe facilitare la redazione e la trasmissione dei dati richiesti, in modo da avere un panora-ma complessivo affi dabile e puntuale dei minori ospitati nelle strutture regionali.

Le informazioni raccolte nell’ambito della ricerca sono quasi del tutto le stesse che hanno interessato il primo Rapporto, che qui di seguito riportiamo. Per ciascun minore s’intende cono-scere2:

1. “Gli istituti di assistenza pubblici o privati e le comunità di tipo familiare devono trasmettere semestralmente al procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni del luogo ove hanno sede l’elenco di tutti i minori collocati presso di loro con l’indicazione specifi ca, per ciascuno di essi, della località di residenza dei geni-tori, dei rapporti con la famiglia e delle condizioni psicofi siche del minore stesso” Legge 4 maggio 1983 n. 184, art. 9 comma 2. Cfr. anche Legge 28 marzo 2001, n. 149, art. 9.

2. In allegato sono riportate le categorie utilizzate per codifi care le infor-mazioni dedotte dalla lettura delle schede informative.

Page 22: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

22

Età Genere Nazionalità Se minore straniero non accompagnato Tipologia della struttura che lo ospita Ubicazione della struttura Ente erogante la retta Da chi è stato disposto il collocamento in struttura Dove viveva al momento del collocamento nella struttura Se vi è un procedimento aperto presso il Tribunale per i Minorenni Chi esercita la tutela Da quanto tempo vive nella struttura ospitante Da quanto tempo vive al di fuori della propria famiglia Potestà giuridica dei genitori Motivi dell’inserimento Presenza fratelli e loro ambiente di vita Problematiche della madre e del padre Frequenza delle visite del padre e della madre Frequenza delle visite di altri parenti Progetto per l’uscita dalla struttura

Le schede inviate dalle strutture sono state analizzate singo-larmente, con un lavoro lungo e complesso, dovuto all’estre-ma eterogeneità di cui si è parlato e anche all’incompletezza di molte di esse.

Nel trattamento dei dati sono state adottate misure per garantire la riservatezza dei dati sensibili, per cui ogni mi-nore è stato indicato con un codice.

Page 23: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

23

Come è stato detto, la ricerca si basa sui dati delle 182 strutture residenziali per minori che hanno fatto pervenire le schede re-lative ai minori ospitati.

In primo luogo, si esamina la distribuzione territoriale di tali strutture. Ovviamente, più della metà si trovano sul territorio del Comune di Roma. Complessivamente, nella provincia di Roma, hanno sede 145 strutture, circa l’80% del totale. Le altre si trovano, nell’ordine, in provincia di Frosinone (20), di Latina (10), di Viterbo (4) e Rieti (3).

dati Generali

Page 24: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

24

TAbELLA 1Numero di strutture che hanno collaborato alla ricerca

SEdE dELLE STRUTTURE N. %

Comune di Roma 105 57,7

Provincia di Roma (escluso Comune di Roma) 40 22,0

Provincia di Latina 10 5,5

Provincia di Frosinone 20 11,0

Provincia di Rieti 3 1,6

Provincia di Viterbo 4 2,2

TOTALE 182 100

Per quanto riguarda la tipologia delle strutture, in quasi due casi su tre si tratta di “Casa famiglia” (116). In secondo luogo abbia-mo il “Gruppo appartamento” (43). Meno numerose sono la “Comunità educativa di pronta accoglienza” (14) e la “Struttura per nuclei mamma-bambino” (9).

E’ importante mettere in risalto la presenza di queste ultime strutture. Si tratta di una modalità di accoglienza di recente da-ta e che ha dimostrato in questi pochi anni la sua positività, fa-

vorendo il permanere del rapporto fra i minori e la propria madre. Certamente pone problemi di gestione diversi da quelli normalmente richiesti in una comunità per soli

Page 25: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

25

minori, ma l’esperienza dimostra che con l’utilizzo di professio-nalità adeguate tali problemi sono superabili.

TAbELLA 2Tipologie di strutture

TIPOLOGIA STRUTTURA N. %

Comunità educativa pronta accoglienza 14 7,7

Gruppo appartamento 43 23,7

Casa Famiglia 116 63,7

Strutture per nuclei mamma/bambino 9 4,9

TOTALE 182 100

Sulla base delle informazioni contenute nelle schede ricevute, nel secondo semestre 2009 risultavano presenti nelle strutture residen-ziali del Lazio 1.744 minori. Su questo numero saranno sviluppate le analisi presentate nel Rapporto. Va precisato che il numero non coincide con quello dei minori eff ettivamente presenti il 31 dicem-bre 2009. Nel semestre luglio-dicembre sono stati infatti dimessi 242 minori, il che fi ssa a 1.502 le persone ospitate il 31 dicembre 2009. Si è ritenuto comunque importante analizzare anche le in-formazioni che si riferiscono ai 242 minori dimessi nel semestre.

Fra le persone accolte, vi sono 451 minori stranieri non accompagnati (MSNA) che rappresentano il 25% circa del totale.

Page 26: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

26

Nel precedente Report, relativo al primo semestre 2009, il nu-mero complessivo dei minori risultava essere di 1.258. Si ha quindi un incremento di 244 minori. Va osservato che questo incremento è dovuto fondamentalmente all’aumento del numero di strutture che hanno inviato i dati (+ 10 strutture). Le strutture preceden-temente non censite sono per la maggior parte Centri di prima accoglienza e per nuclei madre bambino, che in media ospita-no un numero di minori superiore a quello delle Case famiglia o dei Gruppi appartamento. Nonostante questa spiegazione, si tratta comunque di un aumento rispetto a quanto segnalato nel precedente rapporto. Inoltre si può stimare che almeno altri 120-150 minori possano essere ospitati nelle strutture che non hanno inviato dati.

Nella prima parte di questo Rapporto sono presentati i dati complessivi riguardanti tutti i minori accolti in strutture resi-denziali3. Successivamente le analisi diff erenzieranno i dati dei minori residenti in Italia rispetto ai minori stranieri non accom-pagnati. Quest’ultima realtà è infatti così particolare che se non si scorporassero questi dati da quelli complessivi ne risultereb-be un quadro non rispondente alla complessità della situazione reale. Proprio per questo si dedicherà un capitolo specifi co ai minori stranieri non accompagnati.

3. Nel numero complessivo si includono anche i minori ospitati insieme alla propria madre. Di fatto si tratta di minori che a rigor di logica non posso-

no essere considerati come “fuori della propria famiglia”, in quanto vivono nella stessa struttura con la propria madre.

Page 27: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

27

GRAFIcO 1Minori ospitati in strutture residenziali nel Lazio nel secondo semestre 2009 – Distribuzione per area ASL

Nelle strutture ubicate nel territorio del Comune di Roma sono ospitati complessivamente 1.003 minori. Come già osservato nel precedente rapporto, la maggiore concentrazione si ha nei territori delle ASL RM D ed RME. Negli altri territori della Pro-vincia di Roma troviamo 377 minori, mentre i rimanenti sono ospitati in strutture delle altre province della Regione, con una netta prevalenza di quella di Frosinone con 163 presenze.

La retta per i minori è in quasi tutti i casi pagata da un’am-ministrazione comunale (complessiva-mente sono 123), anche se abbiamo 32 minori ospitati a titolo gratuito ed 8 per i quali provvede il Ministero della Giustizia.

distribuzioneterritoriale

Page 28: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

28

Fra i Comuni, quello a cui carico vi è il maggior numero di mi-nori è naturalmente Roma (48,07%). Su questa città, tra l’altro, grava il pagamento dell’ospitalità della quasi totalità dei minori stranieri non accompagnati.

Da questi dati si ha una verifi ca concreta dell’impegno dei servizi sociali dei Comuni del Lazio per far sì che il luogo di vita del minore rimanga il più prossimo a quello ove viveva con la propria famiglia. Questa è la regola che si cerca di seguire ed ap-plicare anche nel rispetto della legge4, anche se la presenza di un alto numero di strutture nel territorio romano funge inevitabil-mente da catalizzatore. È da precisare però che in questa ricerca non sono considerati i minori che per motivi diversi vengono collocati in strutture ubicate fuori del territorio regionale.

La maggioranza dei minori è ospitata in Case famiglia, la cui organizzazione è comunque molto diversifi cata sul territorio regionale. Abbiamo situazioni in cui vi è la presenza di un grup-po genitoriale che gestisce la struttura, con la collaborazione di operatori e volontari; altre in cui la gestione è affi data ad or-

distribuzione per tipologia di strutture

4. La ricerca evidenzia comunque che 16 minori sono a carico di enti locali al di fuori del Lazio.

Page 29: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

29

ganismi del Terzo Settore ed alcune in cui la struttura è gestita direttamente dall’Ente Locale, mediante dipendenti pubblici.

TAbELLA 3Numero minori ospitati per tipologia della struttura

TIPOLOGIA STRUTTURA N. minori accolti %

Comunità educativa pronta accoglienza 209 11,9

Gruppo appartamento 407 23,3

Casa Famiglia 1.054 60,5

Nuclei mamma/bambino 74 4,3

TOTALE 1.744 100

Dei 1.744 minori considerati, 664 sono femmine (38%) e 1.077 so-no maschi (62%). Per 3 di essi le schede sono incomplete al punto che non è possibile ricavare il genere del minore ospitato.

Per quanto riguarda l’età dei minori, come per il primo seme-stre, i dati sono stati suddivisi in 7 classi di età. Quasi la metà dei minori (43,1%) appartiene alla classe di età compresa fra i 13 e i 17 anni. Inoltre sono presenti 238 maggiorenni (13,7%). Sono da-ti che confermano quanto emerso nel primo Rapporto, che indi-cava in circa il 60% le presenze di pre-adolescenti e adolescenti.

Il genere e l'età dei minori

Page 30: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

30

TAbELLA 4Età dei minori presenti in strutture residenziali nel secondo semestre 2009

TIPOLOGIA STRUTTURA N. minori accolti %< di 1 anno 59 3,41-2 anni 107 6,13-5 anni 140 8,06-9 anni 227 13,010-12 anni 218 12,513-17 anni 751 43,118 anni e più 238 13,7Non rilevabile 4 0,2TOTALE 1.744 100

GRAFIcO 2Minori presenti nel secondo semestre 2009 in strutture residenziali sud-divisi per classi di età

Page 31: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

31

Come nello scorso Rapporto, si è voluto verificare quanto incidesse sul fattore età la presenza di minori stranieri non ac-compagnati.

Anche se la percentuale della classe d’età 13-17 anni si ab-bassa, passando dal 43,1% al 35,2%, rimane di gran lunga la più rappresentata nella popolazione ospite delle strutture di acco-glienza residenziale. Fa anche riflettere il dato del 6,9% di minori che continuano a vivere in struttura dopo il compimento della maggiore età, segnale inequivocabile delle difficoltà e forse an-che di una carenza di progetti per l’autonomia che determina-no queste permanenze.

TAbELLA 5Età dei minori presenti in strutture residenziali, esclusi i MSNA

ETà N. minori accolti %

< di 1 anno 59 4,6

1-2 anni 107 8,3

3-5 anni 140 10,8

6-9 anni 226 17,5

10-12 anni 214 16,6

13-17 anni 454 35,2

18 anni e più 89 6,9

Non rilevabile 1 0,1

TOTALE 1.290 100

Page 32: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

32

Il quadro della situazione emerge con maggiore chiarezza esa-minando i dati sulla durata della permanenza nelle strutture.

TAbELLA 6Periodo di permanenza fuori dalla famiglia (alla data della rilevazione)

PERIOdO dI PERMANENzA FUORI dELLA FAMIGLIA

N. minori accolti %

Meno di un mese 23 1,3

1-6 mesi 225 12,9

7-12 mesi 323 18,5

Più di 1 anno 447 25,6

Più di 2 anni 369 21,2

Più di 3 anni 36 2,1

Più di 4 anni 28 1,6

Più di 5 anni 161 9,2

Più di 10 anni 15 0,9

Da sempre in struttura 10 0,6

Non rilevabile 107 6,1

TOTALE 1.744 100

durata della permanenza in comunità

Page 33: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

33

Come si evince dalla tabella,molti minori vivono in una co-munità da più di 5 anni. Si tratta di 161 soggetti che rappresen-tano quasi il 10% dell’intera popolazione presa in esame. Un altro 25% circa vive in una comunità da più di 2 anni.

Viene quindi confermata l’impressione, già emersa nel primo Rapporto, che quando un minore entra nel circuito dell’acco-glienza residenziale vi sia un’obiettiva diffi coltà ad uscirne in modo tempestivo.

In particolare, si rileva che la maggioranza di coloro che vi-vono in struttura da almeno 2 anni proviene da famiglie mul-tiproblematiche. In questi casi gli interventi dei servizi sociali richiedono necessariamente tempi lunghi.

Dalla lettura approfondita delle schede di questi minori emergono situazioni di diffi coltà relazionali intra-familiari o di tipo socio-economico che, a prima vista, potrebbero essere af-frontate in modo effi cace anche senza ricorrere al collocamento del minore in comunità, ad esempio mediante un buon lavoro in rete tra i servizi territoriali.

In troppi casi non si riesce ad aff rontare una situazione com-plessiva di deprivazione socio-culturale, che può obiettivamen-te mettere a rischio la salute e la crescita del minore, se non con lo strumento dell’allontanamento del minore stesso da quel contesto degradato. Emblematici sono i casi in cui il minore viene allontanato poiché i genitori sono entrambi disoccupati, non possiedono un alloggio confortevole o ancora tutti i casi in cui l’inadeguatezza genitoriale risulta determinata da fattori sociali, culturali o da contingenze ambientali. L’al-lontanamento in questi casi aggiunge nuovi e complessi

Page 34: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

34

problemi a quelli già presenti. Il contesto familiare rimane infat-ti un punto di riferimento aff ettivo molto forte per il minore e dal quale lo stesso non può prescindere, pur nella situazione di obiettiva lontananza.

Per quanto riguarda il tempo di permanenza in struttura su-periore a 10 anni, si tratta in maggioranza di minori con disabi-lità. Per loro risulta obiettivamente molto diffi cile trovare un’al-tra collocazione adeguata.

Ulteriori elementi di analisi emergono dalla correlazione tra l’età dei minori e la durata della permanenza in struttura.

Nel caso dei minori tra 1 e 3 anni, si nota un dato allarmante: oltre il 50% è in struttura da più di 1 anno. La casa famiglia è di fatto il luogo in cui hanno trascorso la maggior parte della loro vita. Molti sono gli sforzi dei servizi sociali per limitare il ricorso alla comunità in questi casi. Dalla lettura delle schede emergono situazioni veramente diffi cili. Tuttavia questa re-altà deve essere segnalata al fi ne di sollecitare una rifl essione sull’opportunità di sviluppare forme alternative alla casa fami-glia, come l’aumento di strutture per i nuclei madre-bambino, oppure esperienze particolari di affi damento familiare realizza-te in altre regioni.

Page 35: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

35

TAbELLA 7Periodo di permanenza fuori dalla famiglia (minori 1-3 anni)

PERIOdO dI PERMANENzA FUORI FAMIGLIA N. %1-5 mesi 29 27,16-12 mesi 20 18,7Tra 1 e 2 anni 39 36,5Più di 2 anni 12 11,2Da sempre in struttura 4 3,7Non rilevabile 3 2,8TOTALE 107 100

Per le classi di età maggiore la situazione non cambia, come di-mostrano i dati contenuti nelle tabelle seguenti.

TAbELLA 8Periodo di permanenza fuori dalla famiglia (minori 6-10 anni)

PERIOdO dI PERMANENzA FUORI FAMIGLIA N. %

Meno di 1 mese 2 0,9

1-6 mesi 39 17,3

6-12 mesi 35 15,5

Più di 1 anno 58 25,7

Più di 2 anni 57 25,2

Più di 3 anni 8 3,5

Più di 4 anni 3 1,3

Più di 5 anni 15 6,6

Non rilevabile 9 4,0

TOTALE 226 100

Page 36: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

36

TAbELLA 9Periodo di permanenza fuori dalla famiglia (minori 13-18 anni)

PERIOdO dI PERMANENzA FUORI FAMIGLIA N. %

Meno di 1 mese 20 2,7

1-6 mesi 189 25,4

6-12 mesi 144 19,4

Più di 1 anno 139 18,7

Più di 2 anni 130 17,5

Più di 3 anni 15 2,0

Più di 4 anni 15 2,0

Più di 5 anni 55 7,4

Più di 10 anni 7 0,9

Non rilevabile 30 4,0

TOTALE 744 100

Dai dati emersi dalla ricerca, non si aff ermano variazioni impor-tanti rispetto a quanto risulta dal primo Rapporto. Purtroppo la durata della permanenza in struttura non è infl uenzata dal fattore età del minore: le permanenze sono abbastanza prolun-gate per tutte le classi d’età.

Page 37: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

37

Ulteriori elementi interessanti provengono dall’esame della suc-cessiva tabella, riguardante il luogo in cui viveva il minore prima di essere collocato nell’attuale comunità di residenza.

TAbELLA 10Luogo di vita del minore prima dell’inserimento in struttura

LUOGO dI VITA PRIMA dELL'INSERIMENTO IN STRUTTURA

N. minori accolti

%

Famiglia naturale 515 29,6

Con la madre 162 9,4

Con il padre 28 1,6

Presso parenti 62 3,5

Con una famiglia affi dataria 42 2,4

Con i genitori adottivi 9 0,5

Altra struttura residenziale 374 21,4

Altro 88 5,0

Non rilevabile 464 26,6

TOTALE 1.744 100

Un dato paradossale è che in più del 26% dei casi l’esame delle schede non consente di avere informazioni riguardanti il luogo di vita del minore prima dell’inserimento in struttura. In ogni ca-

Luogo di provenienza

Page 38: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

38

so, i dati confermano sostanzialmente quanto emerso nel primo Rapporto. Aumentano da 36 a 42 i minori provenienti da famiglie affidatarie e da 7 a 9 quelli provenienti da un fallimento adottivo. Nel primo semestre del 2009 erano 118 i minori provenienti da famiglie in cui era presente la sola madre. Nel secondo semestre il numero è salito a 162, ma si deve tener conto del fatto che sono stati conteggiati anche i nuclei madre/bambino.

La domanda che nasce spontanea è quella di capire se la di-sponibilità di un numero maggiore di posti in questo tipo di strutture potrebbe evitare molti allontanamenti.

GRAFIcO 3ALuogo di vita del minore prima dell’inserimento in struttura (totale schede)

Page 39: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

39

GRAFIcO 3bLuogo di vita del minore prima dell’inserimento in struttura (schede valide)

La maggior parte dei minori provengono dalla famiglia natura-le. Ma vi è anche un numero molto elevato di minori, più del 21%, che proviene da altra struttura residenziale. E’ un dato che era stato messo in evidenza nel precedente Rapporto.

Dalla lettura approfondita delle schede, emerge come tali trasferimenti sono spesso dettati da diffi coltà relazionali con altri minori, da irregolarità della condotta, nonché da diffi coltà insormontabili nella relazione con gli educatori.

Il “pendolarismo” fra strutture diverse non può non destare qual-che perplessità e sollecitare un’azione effi cace per adeguare l’accoglienza nelle strutture residenziali alle specifi che esi-genze dei minori che necessitano di tale intervento.

Page 40: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

40

È necessario però approfondire l’aspetto del trasferimento fra strutture, scorporando il dato relativo ai minori stranieri non accompagnati, i quali spesso transitano in strutture di pronta accoglienza, prima di trovare ospitalità definitiva in quella di se-conda accoglienza.

Anche escludendo questo gruppo di minori, si ha comunque un 15% di minori che vivevano in altra struttura prima dell’at-tuale. Una mobilità fra comunità che almeno ad un primo esame non dovrebbe essere funzionale allo sviluppo della personalità del minori. Da questi dati si dovrebbe partire per una modifica delle modalità di accoglienza, sapendo che la permanenza in comunità caratterizzerà un lungo periodo della vita del minore, spesso sino alla maggiore età.

GRAFIcO 4Luogo di vita del minore prima dell’inserimento in struttura (esclusi i MSNA)

Page 41: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

41

Esaminando il tema della tutela giuridica dei minori inseriti in strutture, si evidenzia che per il 56,7% dei minori censiti vi è un procedimento aperto presso il Tribunale per i Minorenni, men-tre per il 17,8% non si è ritenuto necessario l’intervento della Giustizia. Per il 25,5% questa informazione non è rilevabile. Si è confrontata poi la situazione sui soggetti che esercitano la tute-la del minore. Solo il 25,1% dei minori sono sotto tutela pubbli-ca mentre complessivamente il 71,5% dei minori sono sotto la tutela di uno o entrambi i genitori.

Dalle schede esaminate è emerso che in questo caso sorgo-no piuttosto spesso confl itti con i responsabili delle case fami-glia. Come già sottolineato nel precedente rapporto, sarebbe importante un’opera chiarifi catrice da parte dei servizi sociali comunali ogni qualvolta si determina questa condizione, al fi ne di prevenire tali confl itti.

L’esercizio della tutela da parte del/dei genitori non deve en-trare in confl itto con l’attività di sostegno che la comunità è chiamata a svolgere nei confronti del minore. È fondamentale che nel momento in cui un minore viene collocato in casa fa-miglia siano da subito chiarite le rispettive funzioni assegnate agli educatori, alla famiglia del minore ed eventualmente al tutore.

La tutela dei minori

Page 42: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

42

TAbELLA 11Soggetti che esercitano la tutela dei minori ospiti nelle strutture (esclusi MSNA)5

ESERcIzIO dELLA TUTELA N. minori accolti %

Tutela pubblica 230 25,1

Entrambi i genitori 344 37,5

Un genitore 312 34,1

Uno o più parenti 14 1,5

Un operatore della struttura 12 1,3

Altro 4 0,5

TOTALE 916 100

5. In questo caso, si sono esclusi dal conteggio i minori per cui non si aveva a disposizione il dato.

Page 43: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

43

L’esame delle motivazioni che stanno alla base dell’inserimento in struttura è molto importante, in quanto consente di identifi -care gli ambiti di vulnerabilità psicosociale presenti sul territorio e di individuare le migliori strategie di sostegno per i minori in comunità, al fi ne di ridurre la traumaticità della loro situazione familiare ed avviare un percorso di resilienza, all’insegna di un sano sviluppo psicofi sico.

In questa ricerca sono state in parte modifi cate le categorie utilizzate nel precedente Report, al fi ne di renderle più idonee alla catalogazione delle storie personali prese in considerazio-ne. Per classifi care le motivazioni che hanno determinato l’inse-rimento del minore in comunità, sono state così identifi cate le seguenti 10 categorie:

Nucleo familiare a rischio: situazioni in cui i genitori manifestano comportamenti fortemente dannosi per la salute psicofi sica del minore (ad esempio confl ittualità elevate all’interno del nucleo o situazioni di dipendenza da sostanze psicotrope o alcool)

Deprivazione sociale familiare: condizioni di vita precarie, sia da un punto di vista economico che culturale; incapacità di comprendere i bisogni di sviluppo del minore

Motivi di inserimentonelle strutture

Page 44: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

44

Mancanza di supporto familiare: assenza di una rete parenta-le di sostegno valida e genitori assenti o deceduti

Patologie fi siche e/o psichiche genitori: gravi problematiche di salute dei genitori che non permettono la permanenza del minore nel nucleo familiare

Problemi psicologici del minore: i genitori non riescono a ge-stire il minore o comunque a relazionarsi con lui in manie-ra adeguata. E’ interessante sottolineare che in questi casi la collocazione in casa famiglia è stata spesso disposta con il consenso dei genitori o addirittura su richiesta del minore stesso

Abuso e maltrattamento sul minore: situazioni di incuria, di-scuria o ipercuria oppure situazioni di abuso fi sico (maltrat-tamento), sessuale o psicologico da parte di uno o più mem-bri del sistema familiare

Fallimento adottivi o fallimenti affi do: il fallimento dell’inseri-

mento nella nuova famiglia, sia essa adottiva che affi dataria, determina il rientro nel circuito assistenziale residenziale

Misura penale alternativa: il collocamento in comunità è una misura prevista dal codice di procedura penale minorile, sia

quale forma di custodia cautelare sia come possibilità di scontare la pena detentiva

Page 45: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

45

Handicap e/o problemi fi sici del minore: situazioni in cui la fa-miglia si trova impossibilitata a fornire le cure e le attenzioni adeguate a minori che hanno bisogno di cure particolari.

GRAFIcO 5Motivi di inserimento in struttura (esclusi Minori Stranieri Non Accom-pagnati)

Page 46: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

46

TAbELLA 12Motivo di inserimento in struttura (esclusi MSNA)

MOTIVO d'INSERIMENTO IN STRUTTURA

N. minori accolti

%

Deprivazione sociale familiare 260 20,1

Abuso e maltrattamento sul minore 64 5,0

Fallimento adottivo 9 0,7

Fallimento affi do 42 3,2

Misura penale alternativa 24 1,8

Nucleo familiare a rischio 343 26,7

Patologie fi siche e/o psichiche genitori 58 4,5

Privo di supporto familiare 169 13,1

Problemi spicologici minore 18 1,4

Handicap e/o problemi fi sici del minore 12 0,9

Altro 5 0,4

Non rilevabile 286 22,2

TOTALE 1.290 100

Il nucleo familiare a rischio (28%) è anche in questo semestre

la principale causa per cui un minore viene inserito in una comunità di accoglienza, anche perché rientrano in questa categoria una vasta gamma di situazioni, condizioni mul-

Page 47: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

47

tiproblematiche spesso difficili da codificare in un’area precisa. Si tratta spesso di famiglie in cui la conflittualità nella coppia geni-toriale è molto alta e dannosa per il minore o in cui è presente un forte disimpegno nell’educazione dei figli rispetto alla scolarizza-zione. Fanno parte di questa categoria anche condizioni ai confini della legalità da parte dei genitori, con uso di alcool e droga, spac-cio di sostanze, disturbi comportamentali di tipo antisociale.

Molto numerosi sono i casi di deprivazione sociale (20%), cate-goria nella quale sono state inserite situazioni di grave precarietà (lavorative, alloggiative, ecc.) che determinano un allarme per le condizioni di vita dei minori presenti in tali nuclei. Si tratta di si-tuazioni in cui i genitori, pur dimostrando un forte attaccamento al minore, sono alle prese con proprie difficoltà e pertanto non riescono a fornire al minore il necessario supporto educativo.

Sono situazioni ben conosciute dai servizi sociali del ter-ritorio, i quali spesso hanno cercato senza successo di evitare

Page 48: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

48

il ricorso all’istituzionalizzazione del minore con diverse pre-stazioni di supporto e di assistenza. Si giunge quindi a questo esito in una condizione di frustrazione sia degli operatori, sia dei genitori. In queste situazioni, per disporre l’allontanamento del minore dal nucleo familiare e l’inserimento in comunità, si rende quasi sempre necessario un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria e questo rappresenta, agli occhi del/dei genitori, un “tradimento” da parte del servizio sociale. Di fondo c’è l’inca-pacità di comprendere che l’allontanamento del minore è una forma di protezione indispensabile, viste le condizioni di vita a cui il minore è costretto.

Anche il minore vive il ricorso alla comunità come un evento traumatico, avendo spesso un forte legame con i propri genitori che, proprio perché da essi si viene allontanati, vengono in qual-che modo “mitizzati” e sopravalutati.

Nella categoria Privi di supporto familiare sono stati collocati i casi dei minori orfani di un genitore e con l’altro in evidenti dif-fi coltà economiche e/o lavorative, oppure con uno o entrambi i genitori detenuti o colpiti da malattie invalidanti che non per-mettono loro di accudire adeguatamente il minore.

La caratteristica comune di queste situazioni – molto diverse fra loro – è quella dell’isolamento. In molti casi questi genitori hanno rotto i rapporti con la famiglia allargata e quest’ultima non può, o non vuole, off rire un sostegno ai minori. Il ricorso all’istituzionalizzazione si rende quindi necessario per la concreta

assenza di una rete parentale di supporto. È pur vero che in questi casi si potrebbe ricorrere a progetti di affi damento familiare, ma non sempre ciò è possibile per l’opposizio-

Page 49: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

49

ne dei genitori che diffi dano di una “famiglia temporanea” per il proprio fi glio. Ben sanno gli operatori dei servizi sociali terri-toriali come questa diffi denza sia diffi cile da superare. In molti casi una comunità è stata nell’infanzia luogo di vita per questi genitori e non viene vista come qualcosa di negativo. Va poi ri-cordato che l’affi do familiare è una modalità di sostegno e aiuto che solo recentemente ha avuto un suo impulso e i cui numeri rimangono sempre inferiori a quelli dei minori in comunità.

Mettendo a confronto i dati del semestre che stiamo esami-nando con quelli relativi al semestre precedente non abbiamo diff erenze percentuali signifi cative per le tre categorie esaminate.

Abbiamo invece un aumento delle situazioni in cui si ricorre alla comunità in seguito ad abusi e maltrattamenti subiti in fa-miglia. In questo semestre ne sono state censite 64, pari al 5% del totale. Incrociando il dato con quello delle problematiche genitoriali, si nota come per 14 minori siano entrambi i genitori ad avere problematiche di abuso e maltrattamenti, per 41 sia il solo padre e per 6 la sola madre. Appare evidente come in molti casi vi sia un genitore che agisce l’abuso ed il maltrattamento (il padre, per lo più), mentre l’altro non è in grado di contrastare tale comportamento del partner nei confronti del/dei fi gli.

Alcune di queste situazioni di abuso si determinano in fami-glie monogenitoriali. Sarebbe interessante approfondire le storie di questi minori attraverso un lavoro incrociato con i servizi so-ciali territoriali. L’impressione che si ha dalla lettura delle poche informazioni presenti nelle schede, è che in alcuni di questi casi il minore rimane a vivere con un genitore per l’as-senza materiale dell’altro (per decesso, separazione, di-

Page 50: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

50

sinteresse) e che non sia valutata correttamente la capacità e la personalità del genitore rimanente, considerato comunque una risorsa vista l’assenza dell’altro, salvo poi dover ricorrere alla co-munità per eventi che segnalano l’abuso ed il maltrattamento.

Rimane sostanzialmente stabile, rispetto al precedente Rap-porto, il numero dei minori che sono in comunità per fallimento del progetto d’affi do (42) e per fallimento dell’adozione (9). Si conferma quindi una diffi coltà nella gestione degli affi damenti familiari, i quali richiedono una progettualità attenta e risorse specialistiche adeguate per sostenere in un percorso complesso e diffi cile sia i minori, sia le persone affi datarie, sia ancora la fa-miglia d’origine.

È invece confortante il numero basso di fallimenti adottivi che porta al rientro in una comunità (in tutto 9, pari allo 0,7%). Que-sto dato fa anche chiarezza rispetto a notizie allarmanti sull’en-tità di questo fenomeno6. Uno sviluppo interessante potrebbe essere quello di capire se i fallimenti adottivi provengono mag-giormente da situazioni di adozione internazionale o nazionale.

La ricerca ha esso in relazione i motivi che hanno determi-nato il collocamento con la durata dello stesso. Si è formulata

6. È opportuno sottolineare che non tutti i fallimenti adottivi determinano il trasfe-rimento in una comunità. Spesso il fallimento viene contenuto nell’ambito fami-liare attraverso un lavoro di sostegno degli specialisti dei servizi sanitari e sociali.

È quindi corretto dire che l’entità del fenomeno del ricorso alla comunità per il fallimento del progetto di adozione è minima mentre ad altre ricerche va

demandato il compito della valutazione dell’entità complessiva del feno-meno fallimento dell’adozione.

Page 51: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

51

l’ipotesi che la durata della permanenza in struttura sia più lun-ga soprattutto se il motivo d’inserimento sia per nuclei familiari a rischio, in quanto si tratta di famiglie che necessitano di inter-venti di sostegno di una certa rilevanza, finalizzati a potenziare funzionalità carenti. In tali casi il ricorso alla residenzialità co-stituisce un supporto educativo per il minore che gli permette di mantenere un legame affettivo con i genitori, in vista di un reinserimento presso gli stessi.

TAbELLA 13Periodo di permanenza in struttura in relazione al motivo d'inserimento. Distribuzione per periodo di permanenza superiore ai 5 anni.

MOTIVO d'INSERIMENTO IN STRUTTURA N. %

Deprivazione sociale familiare 38 30,0

Abuso e/o maltrattamento 4 3,2

Handicap e/o problemi fisici del minore 4 3,1

Nucleo familiare a rischio 35 27,5

MSNA 2 1,6

Patologia fisiche e/o psichiche genitori 14 11,0

Privo di supporto familiare 17 13,4

Altro 1 0,8

Non rilevabile 12 9,4

TOTALE 127 100

Page 52: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

52

TAbELLA 14Periodo di permanenza in struttura in relazione al motivo d'inserimento. Distribuzione per periodo di permanenza da 2 a 3 anni.

MOTIVO d'INSERIMENTO IN STRUTTURA N. %

Abuso e/o maltrattamento 9 2,8

Deprivazione sociale familiare 86 27,0

Fallimento affi do 5 1,6

Handicap e/o problemi fi sici del minore 3 1,0

Nucleo familiare a rischio 101 31,6

MSNA 28 8,8

Patologia fi siche e/o psichiche genitori 13 4,0

Privo di supporto familiare 40 12,5

Altro 3 1,0

Non rilevabile 31 9,7

TOTALE 319 100

L’ipotesi trova parziale conferma, in quanto per durate su-periori ai 2 e ai 5 anni abbiamo una frequenza maggiore della categoria nuclei familiari a rischio rispetto alla frequenza percen-tuale di questa categoria per durate di permanenza minori. Pur riconoscendo che tali nuclei richiedono interventi spesso di lun-

go respiro, rimane tuttavia il rammarico di allontanamenti dall’ambiente familiare molto lunghi, che suppostamente non giovano all’armonico sviluppo del minore.

Page 53: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

53

Altro fattore che sembra infl uenzare la lunga istituzionalizza-zione è la provenienza da nuclei familiari deprivati socialmente. E’ anche questo un dato da approfondire perché il trasferimento del minore in una comunità non è necessariamente la soluzione più adeguata.

Come si è visto, il collocamento in una comunità è considerato spesso come l’unica soluzione che il servizio sociale può attivare di fronte a situazioni familiari che mettono a rischio l’armonico sviluppo del minore. Spesso tali situazioni scaturiscono da una molteplicità di fattori concorrenti fra loro che determinano una obiettiva condizione di rischio.

È da considerare però che, a parte le situazioni di abuso, maltrattamento o di patologia psichiatrica, peraltro percen-tualmente scarse, si tratta per lo più di situazioni familiari che possono modifi carsi nel tempo attraverso adeguati interventi di sostegno e che, nello spirito del nostro ordinamento, posso-no determinare le condizioni necessarie per il rientro in famiglia del minore.

Questo aspetto è evidenziato dall’analisi dei rapporti che i genitori e la famiglia allargata mantengono con il minore in co-munità.

Rapporti con la famiglia di origine

Page 54: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

54

Abbiamo 311 minori che ricevono la visita della madre alme-no una volta a settimana, mentre sono 191 quelli che ricevono con questa frequenza la visita del padre.

Sono 149 i minori che ricevono almeno una volta a settima-na la visita di entrambi i genitori e 64 quelli che vanno a casa di entrambi i genitori durante i fi ne settimana.

Il mantenimento del legame genitori-fi gli è funzionale in vista di un graduale rinsaldamento del rapporto e del futuro reinserimento del minore nella sua famiglia di origine, una volta che le condizioni di rischio (confl ittualità, disagio sociale, ecc.) saranno diminuite.

Vi è poi un 4,8% di minori ai quali è negato qualsiasi contatto con entrambi i genitori per provvedimento della Magistratura, mentre sono 19 i minori per i quali le visite da parte di entrambi i genitori sono possibili solo alla presenza di un operatore.

Il caso delle visite protette rifl ette il bisogno di una valutazio-ne attenta e, all’occorrenza, la necessità di un contenimento ri-spetto alla gestione della relazione da parte del genitore, per cui le capacità educative sono risultate particolarmente critiche.

I dati raccolti ci dicono inoltre che sono 181 (17%) i minori che non incontrano la propria madre da più di tre mesi, mentre sono 293 (34%) quelli che non incontrano il proprio padre. So-no 127 i minori che non vedono entrambi i genitori da più di tre mesi. Da questa analisi sono stati ovviamente esclusi i MSNA, che ovviamente non ricevono visite da parte dei genitori.

Sono dati da analizzare attentamente, ma che segnala-no una permanente diffi coltà di coordinamento fra ser-vizi sociali e magistratura minorile. Ove vi sia un palese

Page 55: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

55

disinteresse da parte dei genitori nei confronti del minore è necessario trovare soluzioni diverse da quella della lunga per-manenza in casa famiglia e, nello spirito della legge, garantire il diritto a vivere in una famiglia.

La maggioranza dei minori in comunità hanno almeno un fratello (78%) mentre il 22% è fi glio unico. Di norma quindi il minore che vive in una casa famiglia non è un fi glio unico.

Come nel precedente rapporto è stato indagato il luogo di vita dei fratelli. Si ha un totale di 509 fratelli che vivono in una casa famiglia: 445 sono collocati nella medesima, mentre 54 hanno uno o più fratelli che vivono in strutture diverse.

Non si può che confermare quanto già aff ermato nel prece-dente Rapporto: l’alto numero di coppie o più fratelli inseriti in una struttura residenziale fa di molto restringere il numero complessivo dei nuclei familiari per i quali si fa ricorso all’allon-tanamento dei minori e al loro collocamento. Evidentemente, si tratta di nuclei altamente problematici e sui quali è necessario sviluppare programmi di sostegno specialistici e diff erenziati. Il numero relativamente esiguo dovrebbe parimenti permettere di utilizzare al meglio le risorse economiche a disposizione dei Comuni per limitare il numero complessivo e, in particolare, la durata della permanenza in una comunità.

È parso di un certo interesse approfondire il perché in alcuni casi via sia il collocamento di un minore in una struttura re-sidenziale, mentre altri fratelli rimangono a vivere presso uno od entrambi i genitori. In particolare, si è voluto focaliz-zare l’attenzione sui casi dei minori che hanno fratelli che vivono con uno od entrambi i genitori, anche per

Page 56: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

56

comprendere le ragioni di tale scelta da parte dei servizi sociali. Escludendo i minori stranieri non accompagnati, risultano pre-senti 76 minori che hanno fratelli che vivono con i genitori.

TAbELLA 15Motivo dell'inserimento dei minori con o fratelli non collocati in comunità.

MOTIVO N.

Misura penale alternativa 2

Portatori di handicap gravi 5

Inserimento richiesto dal minore 2

Confl ittualità elevate con la famiglia 8

Problemi psicologici del minore 5

Fratelli maggiorenni 18

Aiuto alla famiglia in un momento di diffi coltà 8

Dimessi 25

Non rilevabile 3

TOTALE 76

Page 57: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

57

GRAFIcO 6Motivo dell'inserimento in strutture residenziali dei minori che hanno fra-telli non collocati in comunictà

Come si evince dalla tabella e dal grafico sopra riportati, 2 mi-nori sono in struttura poiché stanno scontando una misura pe-nale alternativa, 25 sono stati dimessi dopo un breve periodo di permanenza in struttura; 5 minori sono disabili, provenienti da famiglie che non riescono a gestirli; 2 minori (in età adolescen-ziale) hanno chiesto aiuto ai Servizi sociali perché esasperati dal comportamento dei genitori (maltrattanti, con problemi di dro-ga e/o alcoolismo, ecc.); per 8 minori invece il collocamento in

Page 58: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

58

casa famiglia è stato disposto a causa di confl itti molto intensi tra il minore e la famiglia. Dalle schede risulta che questi ultimi sono tutti minori in età adolescenziale ed hanno un rapporto spesso anche violento con uno od entrambi i genitori. Per 4 di questi 8, il collocamento in comunità è stato richiesto dai genitori stessi.

Per 5 minori abbiamo la presenza di problematiche a livello psicologico ed in tali casi l’inserimento in casa famiglia è stato disposto per garantire una certa stabilità emotiva ai minori, da-to che provengono da ambienti familiari disagiati e, a diff erenza dei fratelli, non riescono a tollerare o gestire la situazione. Ov-viamente ciò provoca in loro uno stato di profonda soff erenza, con conseguente rischio psicopatologico. In alcuni casi, sono i fratelli maggiori ad occuparsi di loro.Infi ne 18 di questi mino-ri hanno i fratelli maggiorenni, ed è questo il motivo per cui non li vediamo inseriti in una comunità Abbiamo poi 8 minori primogeniti che hanno dei fratellini neonati; provengono nella maggior parte dei casi da famiglie in cui è presente solo la ma-dre, in genere soggetto molto fragile dal punto di vista psicolo-gico, con una situazione familiare precaria. Il collocamento del fi glio maggiore è quindi una necessità funzionale ad un aiuto alla madre che non riesce a gestire la convivenza con più fi gli. La comunità può altresì essere di aiuto al minore per lo sviluppo di un progetto educativo che miri all’autonomia, sia scolastica che personale.

Per 3 minori emerge una marcata inadeguatezza genitoriale. In questi casi, il motivo per cui il servizio sociale ha deciso

di ricorre all’istituzionalizzazione per uno solo dei fi gli non è comprensibile alla lettura delle schede.

Page 59: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

59

Si analizzano infi ne le informazioni relative al progetto per il futuro del minore. Si riscontra con tutta evidenza una grande incertezza circa il futuro dei minori ospitati nelle strutture resi-denziali, quasi a confermare che il ricorso al collocamento resi-denziale è ritenuta l’unica strada possibile per situazioni molto problematiche.

Per 309 minori (24%) non si fa alcuna ipotesi sui tempi d’usci-ta, mentre per 211 (16%) si è in una fase in cui i servizi sociali e sanitari stanno valutando la situazione del minore e della sua famiglia. Per un altro 1,6% l’uscita dalla comunità è collocata al “termine degli studi” (senza specifi care di quali studi si tratti), mentre per il 4,3% si attende semplicemente la maggiore età.

Più del 45% quindi vive una condizione di “attesa”, con tempi di uscita non ipotizzabili. Una condizione di incertezza che cer-tamente non giova allo sviluppo armonico della personalità del minore. Fa altresì preoccupare il dato che solo per il 10,9% sia previsto il rientro in famiglia. Per altri 98 minori la prospettiva sembra essere quella dell’affi damento familiare e per 56 quella dell’adozione.

In parte questa condizione di “attesa” è legata ai tempi delle procedure previste in sede giudiziaria, per consentire una va-

I progetti per l'autonomia

Page 60: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

60

lutazione più attenta da parte della Magistratura Minorile e dei servizi sociali e sanitari circa l’idoneità o meno ad assolvere alle funzioni genitoriali, in concreto se sussistono i presuppo-sti affi nché il minore possa tornare presso la famiglia d’origine, consentendogli così di crescere ed essere educato nell’ambito del proprio nucleo familiare, o se invece la strada debba essere quella dell’adozione e dell’affi damento familiare.

Si deve dunque operare sia per ridurre la durata della per-manenza al di fuori della famiglia, sia per limitare il numero dei minori che vivono questa condizione di incertezza sul proprio futuro in attesa di decisioni che altri – coloro che debbono pro-teggerli – debbono prendere.

Page 61: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

61

TAbELLA 16Progetto per l'uscita dalla struttura (esclusi MSNA)

PROGETTO PER L'UScITA dALLA STRUTTURAN.

minori accolti

%

Semi autonomia 17 1,3

Affidamento a parenti 20 1,5

Affidamento familiare 98 7,6

Collocazione presso altra struttura 15 1,2

I tempi di uscita dalla struttura non sono ipotizzabili 309 24,0

In attesa delle valutazioni dei serivizi di protezione del minore 211 16,3

Rientro in famiglia 141 10,9

Sino al termine degli studi 21 1,6

Uscita per maggiore età 55 4,3

Adozione 56 4,3

Altro 15 1,2

Fine misura penale 13 1,0

Dimesso autonomamente 154 12,0

Non rilevabile 165 12,8

TOTALE 1.290 100

Page 62: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

62

Come già accennato in precedenza, in questo Rapporto si so-no presi in considerazione anche le strutture per i nuclei madre-bambino, un servizio che sta diventando sempre più importan-te e presente sul territorio.

Si tratta di strutture rivolte a donne in diffi coltà, molto spes-so giovani o giovanissime, che hanno alle spalle storie di relazio-ni di coppia confl ittuali e in cui sono presenti violenze fi siche e psicologiche. In genere non è presente una rete familiare di sostegno. Abbastanza alto è il numero di donne di origine stra-niera. Sono madri che chiedono di essere aiutate anche perce-pendo i rischi a cui sottoporrebbero il/i loro fi glio/i continuan-do a vivere nel precedente ambiente domestico. Hanno quindi bisogno di una particolare attenzione e di interventi adeguati anche in funzione di un miglioramento delle loro capacità di accudimento dei fi glio, nella quasi totalità dei casi neonati o co-munque in tenera età.

Nella presente ricerca sono state prese in considerazione 9 strutture, nelle quali sono presenti 74 minori.

I nuclei madre-bambino

Page 63: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

63

TAbELLA 17Età dei minori presenti nelle strutture che ospitano nuclei madre-bambino

ETà N. minori accolti %

< di 1 anno 25 33,8

1-2 anni 19 25,7

3-5 anni 14 18,9

6-9 anni 7 9,5

10-12 anni 3 4,1

13-17 anni 6 8,0

TOTALE 74 100

Come si può osservare, in queste strutture sono ospitati preva-lentemente madri con fi gli minori inferiori ad un anno di età, e questo spiega anche perché nel conteggio generale c’è un in-cremento nelle fasce d’età 0-1 e 1-3 anni rispetto al primo se-mestre. Va chiarito che i 6 soggetti della classe d’età 13-17 anni sono donne minorenni con fi gli neonati o in attesa di un fi glio.

Questa tipologia di struttura è da ritenersi fondamentale per garantire l’interesse del minore a restare nella famiglia naturale, evitando, dove è ancora possibile, le conseguenze derivanti dal-le separazioni traumatiche dai genitori e da uno sviluppo in ambienti che costituiscono potenzialmente un rischio per il corretto sviluppo psico-aff ettivo del minore.

Page 64: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

64

Le persone ospitate in queste strutture d’accoglienza proven-gono in genere da situazioni familiari complesse e multiproble-matiche, con un passato di soff erenza e di fragilità, incapaci di gestire la quotidianità in modo autonomo. L’utenza comprende anche donne immigrate con fi gli, senza il sostegno di una rete sociale in Italia, a cui viene off erto una prima accoglienza, anche per la protezione della madre e del minore in caso di maltrat-tamenti, trascuratezza, deprivazione socio-culturale e povertà estrema.

Queste strutture hanno fi nalità assistenziali ed educative vol-te alla preparazione ad una maternità consapevole e contem-poraneamente a garantire ai minori un luogo in cui fare espe-rienza di rapporti interpersonali improntati al rispetto ed alla reciproca accettazione, per costruire o rinsaldare la relazione aff ettiva con la propria madre.

Il supporto delle capacità genitoriali passa anche attraverso il sostegno all’autonomia personale della madre, intesa come capacità di accettazione e di ristrutturazione della propria iden-tità, per riformulare il proprio progetto di vita. Tale obiettivo viene promosso grazie ad interventi specifi ci nel campo della ri-qualifi cazione professionale, mediante l’inserimento lavorativo e la ricerca di soluzioni abitative autonome.

La permanenza all’interno dei centri di accoglienza madre bambino si conclude perciò al termine di un percorso che con-duce al reinserimento del nucleo nel contesto sociale, ovvero

quando la donna è nelle condizioni di una gestione indi-pendente della propria unità familiare, attraverso un’au-tonomia economica e con un positivo e stabile equili-

Page 65: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

65

brio aff ettivo e relazionale, che le permette di aff rontare i suoi problemi e di assicurare ai fi gli un legame fondamentale per uno sviluppo sano ed equilibrato.

I nuclei mamma/bambino presi in considerazione nella pre-sente analisi non sono in eff etti il totale di quelli presenti nel La-zio. Può essere interessante in futuro approfondire anche questo aspetto, sia per avere un quadro più esaustivo della situazione generale, sia soprattutto in ragione dell’importanza di un inter-vento di prevenzione per tutelare l’intero nucleo familiare.

Come accennato in precedenza i minori stranieri non accompa-gnati (MSNA) meritano un’analisi a parte, rappresentando una realtà profondamente diversa da quella degli altri minori.

I MSNA presenti in strutture residenziali nel secondo semestre 2009 sono 451, più del 25% del totale. Solo 32 sono femmine (7%). La quasi totalità, 429, sono maschi (93%). Questa discrepanza è dovuta a diversi fattori. In genere questi minori provengono da contesti socioculturali in cui è il maschio a dover supportare eco-nomicamente la famiglia. Il minore in questi casi intraprende il progetto migratorio quale possibile risorsa economica per la fa-miglia che rimane nel luogo d’origine. Altro fattore determinante

I minori stranierinon accompagnati

Page 66: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

66

è il fatto che molte ragazze con percorsi di prostituzione e sono diffi cilmente “agganciabili” dai servizi sociali territoriali7.

È interessante osservare una tendenza alla diminuzione dell’età dei MSNA presenti nel Lazio.

GRAFIcO 7Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati in strutture, per fasce d’età

La maggior parte dei minori, spinti all’immigrazione da una con-dizione di forte indigenza, giunge in Italia in cerca di risorse eco-

6. È ben nota l’esperienza più che decennale di progetti specializzati per questa realtà del mondo minorile, in cui gli operatori si trovano a lavorare fra molte diffi coltà nonché pericoli anche per la propria incolumità fi sica.

Page 67: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

67

nomiche per sostenere a distanza la famiglia, una volta accolti nei centri di prima accoglienza e privati della possibilità di un guada-gno immediato, fi nisce per scappare e alimentare il circuito som-merso dello sfruttamento.

Nelle storie riportate nelle schede frequentemente emerge che le famiglie di origine contraggono un debito o vendono un terreno per poter pagare i traffi canti che conducono i fi gli in Italia con mezzi di fortuna. La necessità di un lavoro, anche pa-gato a poco prezzo e connesso quasi inevitabilmente all’illegali-tà, è vincolata al riscatto del debito. Spesso già prima di partire hanno in mente mete precise: Roma, Milano o Torino, dove li aspettano conoscenti connazionali ai quali i genitori illusoria-mente li affi dano per garantire loro una vita migliore.

Molti ragazzi accolti nei centri di prima accoglienza sono già da tempo sul territorio nazionale, provengono da fughe ripetu-te da altre strutture di altre città e hanno già sperimentato lo sfruttamento lavorativo.

In particolare lo sfruttamento sessuale è un traffi co di cui pa-gano le spese soprattutto le ragazze. E’ un fenomeno che resta sommerso, diffi cile da destrutturare e che rende diffi cile quan-tifi care il genere femminile nel conteggio dei MSNA, sebbene si possa ipotizzare che già in partenza le ragazze giungano in numero minore rispetto ai ragazzi.

Molte ragazze, attirate da pseudo-fi danzati o conoscenti lo-ro coetanei o coetanee, sempre più giovani e con back-ground socio culturali molto poveri, restano facilmente vittime della tratta. Con queste si registra una ulteriore diffi -coltà nell’aggancio e nell’avviamento ad un percorso di

Page 68: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

68

aiuto poiché ha luogo una forma di prostituzione prevalente-mente indoor o che alimenta il mercato della pedopornografia. Si tratta di modalità di sfruttamento subdole, che oltretutto le ragazze a volte non percepiscono completamente come tale e non sempre si riesce a convincerle a denunciare e abbandonare i propri sfruttatori, in assenza di prospettive alternative.

Per quanto riguarda le nazionalità, risultano presenti 110 egi-ziani (24%), 108 afghani (24%), 82 bengalesi (18%), 21 romeni (4,6%), 21 moldavi (4,6%), 20 albanesi (4,4%), 9 marocchini (2%), 9 nigeriani (2%). Rispetto al precedente rapporto, è in aumento soprattutto il numero dei minori egiziani.

Page 69: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

69

GRAFIcO 8Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati in strutture, per nazionalità

I minori afghani arrivano in Italia prevalentemente per motivi di sicurezza rispetto a persecuzioni, confl itti o una situazione di pericolo che pervade l’intero Paese. Provengono prevalen-temente da Kabul e Khandahar, sono tutti di genere maschile, hanno un’età media di 17 anni, spesso sono orfani di uno o en-trambi i genitori, hanno fatto un lungo viaggio, a volte di anni, attraverso l’Iran, la Turchia e la Grecia; infi ne sono giunti in Italia, spesso nascosti sotto un Tir. Quasi tutti chiedono e ottengono il riconoscimento dello status di rifugiato.

Page 70: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

70

Anche nel caso dei minori bengalesi, il viaggio è molto co-stoso e lungo, giungono in Italia attraverso un percorso analo-go a quello degli immigrati afghani. Arrivano via mare in Sicilia dalla Libia, dopo la Turchia, anziché dalla Grecia o passano per l’Ucraina. Scegliere Roma come meta, per molti è connesso alla presenza di altri connazionali in città.

Hanno ambizioni lavorative fi nalizzate alla realizzazione per-sonale e per il sostentamento delle famiglie nel paese d’origi-ne; si registra infatti, in media un buon rendimento scolastico. In diversi casi i loro racconti riguardo sia al luogo che ai tempi di permanenza prima dell’arrivo in struttura sono vaghi e non riferiscono esperienze di sfruttamento; gli operatori dei servizi assistenziali sollevano il sospetto di possibili connivenze.

I minori egiziani sono anche loro esclusivamente di sesso maschile, anche piccoli di età (13 anni). Il viaggio, condiviso ed organizzato dai familiari, rappresenta un investimento per il ragazzo e l’intera famiglia. Molti dei ragazzi hanno dei parenti presenti sul territorio romano da anni, occupati come lavorato-ri in negozi e ristoranti. Sono caratterizzati da un profondo sen-so di responsabilità, hanno molte aspettative, e sono disposti a lavorare molto anche in nero, spinti dal confronto con la qualità della vita e le condizioni di lavoro esistenti nel proprio paese e dalla forte motivazione all’emancipazione economica e sociale per sé e per la propria famiglia.

Page 71: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

71

GRAFIcO 9Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati in strutture residenziali. Di-stribuzione sul territorio

La maggior parte dei MSNA accolti nelle strutture residenziali della regione è prossima alla maggiore età. Nel corso dell’inda-gine, si è avuto riscontro che molti responsabili si pongono non pochi interrogativi sulle prassi da adottare in favore dei ragaz-zi che diventano maggiorenni. La conversione del permesso di soggiorno potrebbe richiedere tempi lunghi, con il conse-guente ingresso in uno stato di semi-clandestinità (con tutte le implicazioni derivanti dalla legge 46/2009) non-

Page 72: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

72

ché la cessazione del diritto ad essere ospitati nelle comunità per minori. I responsabili paventano un esito incerto dei per-corsi di integrazione e di formazione avviati con i più grandi.

Il compimento dei 18 anni di fatto si traduce per molti di loro in una maggiore vulnerabilità, dal momento che viene im-provvisamente meno ogni tipo di protezione sociale e lo stato di irregolarità legale li espone al rischio di cadere nelle mani di organizzazioni criminali o essere sfruttati anche da connaziona-li da cui devono dipendere per sopravvivere.

TAbELLA 18Tempo di permanenza in struttura dei MSNA al momento della rileva-zione (2° semestre 2009)

TEMPO PERMANENzA IN STRUTTURA dEI MSNA

N. minori accolti %

Meno di un mese 11 2,4

1-6 mesi 148 32,9

7-12 mesi 124 27,5

Più di un anno 108 23,9

Più di 2 anni 31 6,9

Più di 5 annni 2 0,4

Non rilevabile 27 6,0

TOTALE 451 100

Page 73: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

73

Si può notare che per i MSNA si registra una minore perma-nenza in struttura rispetto ai minori (stranieri e non) che hanno la famiglia in Italia. Questo a conferma di due fattori: in primo luogo perché l’insofferenza per non poter lavorare subito spesso li porta ad allontanarsi spontaneamente dalla struttura, che vie-ne percepita come una limitazione alla loro autodeterminazio-ne, in secondo luogo perché avendo quasi tutti un’età intorno ai 17 anni tendono presto a raggiungere un’autonomia lavorativa.

TAbELLA 19Progetto di uscita dalla struttura dei MSNA

PROGETTO PER L'UScITA dALLA STRUTTURA (SOLO MSNA)

N. minori accolti %

Attesa status rifugiato 5 1,2

Raggiungimento autonomia 94 20,8

Semi autonomia 12 2,7

Collocazione presso altra struttura 36 8,0

I tempi di uscita dalla struttura non sono ipotizzabili 34 7,5

In attesa delle valutazioni dei servizi di protezione del minore 8 1,8

Uscita per maggiore età 103 22,9

Altro 8 1,7

Dimesso autonomamente 95 21,0

Non rilevabile 56 12,4

TOTALE 451 100

Page 74: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

74

Per quanto riguarda il progetto di uscita dalla struttura, in genere è estremamente semplice delineare un progetto per i MSNA: dato che lo scopo è inserirli prima possibile nel mondo del lavoro, viene da sé che, nel momento in cui sono autonomi da un punto di vista lavorativo, non vi è alcuna ragione di farli permanere in struttura.

Molti escono al compimento del 18° anno di età (22,8%), altri ancora dopo un breve periodo di permanenza vengono dimessi o si allontanano spontaneamente (21%).

Appendice

Page 75: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

Appendice

Page 76: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 77: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

77

A l 31.12.2009 le persone minori di età collocate fuori dalla famiglia erano 1.807, dei quali 1.277 (71%) in strutture residenziali e 530 (29%) in affi damento fami-

liare ed extrafamiliare. La percentuale dei minori in affi damento

I MINORI INVIATI IN STRUTTURE RESIdENzIALI O IN AFFIdAMENTO FAMILIARE dAI SERVIzI dEL cOMUNE dI ROMA

NOTA METOdOLOGIcA

Tutti i dati esposti nelle tabelle e grafi ci di questa appendice fanno rife-rimento al rilevamento eff ettuato dall’Uffi cio “Azioni di sistema - SISS” del Dipartimento per la Promozione dei servizi sociali e della salute, nell’ambito del Sistema Informativo sui Servizi Sociali promosso dalla Regione Lazio8.

Essi non sono direttamente comparabili con quelli esposti nei capitoli precedenti, in quanto si tratta di ricerche diff erenti quanto alle fonti, ai tempi, alle metodologie e alla natura delle informazioni raccolte.

È comunque interessante notare come le due analisi descrivano un quadro sostanzialmente omogeneo e coerente.

8. Cfr. Documento base per il nuovo Piano Regolatore Sociale del Comune di Roma in www.pianosocialeroma.it

Page 78: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

78

familiare cresce però al 41,6% se si guarda solo ai casi presi in carico dai Municipi.

Il Dipartimento – che non opera collocamenti familiari – si occupa soprattutto di casi di pronto intervento e di minori stra-nieri non accompagnati, avvalendosi prevalentemente di strut-ture residenziali. Se invece – pur mantenendo l’analisi ristretta ai Municipi – si escludono i casi di affi damento a persone legate da vincoli di parentela, il rapporto a favore dell’accoglienza in strutture residenziali aumenta considerevolmente.

Su 984 minori fuori dalla famiglia di origine assistiti dai Muni-cipi, solo 240 (meno di 1 su 4) erano collocati in affi damento.

I minori accolti con cittadinanza non italiana sono 854, il 47,3% del totale. Ad occuparsi di minori stranieri sono soprat-tutto i servizi del Dipartimento (477 minori stranieri: 89,5% dei minori assistiti dal Dipartimento e 56% di tutti i minori stranieri assistiti dal Comune di Roma). La maggior parte dei minori stra-nieri assistiti dal Dipartimento sono minori stranieri non accom-pagnati (400). Nei Municipi i minori stranieri assistiti sono 377 (di cui 25 minori stranieri non accompagnati), quasi il 30% di tutti i minori accolti dagli stessi Municipi.

Page 79: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

79

GRAFIcO 10Minori in strutture residenziali o in affidamento familiare, per Ente inviante

GRAFIcO 11Minori in strutture residenziali o in affidamento familiare, per Ente e cittadinanza

Page 80: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

80

TAbELLA 20Minori fuori dalla famiglia, per Ente, tipologia di affi damento e cittadinanza

Ente invianteMinoriin strutture residenziali

di cuistranieri

Minori affi dati a parenti o altri (famiglie e/o singoli)

di cuistranieri

Tot. minori fuori da famiglia

di cuistranieri

Municipi 744 236 530 141 1.274 377

% Municipi

58,4 31,7 41,6 56,6 100 29,6

Dipart. 533 477 0 0 533 477

% Dipart. 100 89,5 0 0 100 89,5

Totale 1.277 713 530 141 1.807 854

% Totale 70,7 55,8 29,3 56,6 100 47,3

I minori di sesso maschile accolti complessivamente in struttu-re residenziali o in affi damento sono 1.069 (59,2%), mentre le bambine e ragazze sono 738 (40,8%). Nei Municipi si ha una to-tale parità tra i sessi (sia nelle strutture residenziali, sia nel caso degli affi damenti familiari), mentre i minori in carico al Dipar-timento sono invece in larga maggioranza maschi, per il fatto che il Dipartimento si occupa per lo più di minori stranieri non

accompagnati, i quali sono prevalentemente di sesso ma-schile.

Page 81: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

81

TAbELLA 21 Minori fuori dalla famiglia, Ente inviante, tipologia di affi damento e genere

Ente inviante

Minoriin strutture residenziali

Minori in affi damento familiare/extrafamiliare

Totale minori fuori dalla famiglia

Tot. M F Tot. M F Tot. M F

Municipi 744 382 362 530 256 274 1.274 638 636

% Municipi

100 51,4 48,6 100 48,3 51,7 100 50,0 50,0

Dipartim. 533 431 102 0 0 0 533 431 102

% Dipartim.

100 80,9 19,1 0 0 0 100 80,9 19,1

Totale 1.277 813 464 530 256 274 1.807 1.069 738

% Totale 100 63,7 36,3 100 48,3 51,7 100 59,2 40,8

Page 82: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

82

GRAFIcO 12 Minori accolti. Articolazione per genere e tipologia di accoglienza

Il 39,5% dei minori accolti in strutture residenziali o in affi da-mento (714) ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. Il dato è condizionato dagli utenti del Dipartimento (in questa fascia di età si colloca infatti quasi il 72% di tutti i minori accolti dal Di-partimento). Le altre classi di età sono rappresentate in percen-tuali crescenti con il crescere dell’età (dal 17,5% per la fascia 0-5 anni fi no al 20,6% per gli 11-14 anni).

Se si restringe l’analisi ai soli Municipi, si riscontra un maggior equilibrio tra le diverse età (0-5 anni: 18,9%; 6-10 anni: 24,1%; 11-14 anni: 25,6%; 15-17 anni: 26,1%). Nelle strutture residen-

ziali sono accolti anche maggiorenni tra i 18 e i 21 anni, già in carico nella minore età. Si tratta complessivamente di 211 persone, di cui 175 (82,9%) stranieri.

Page 83: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

83

GRAFIcO 13 Minori in strutture residenziali o in affi damento, per classi di età

Come si è visto, nelle strutture residenziali sono accolti com-plessivamente 1.277 minori, di cui 744 inviati dai servizi muni-cipali (58%) e 533 dal Dipartimento. La maggior parte di tali strutture si qualifi cano come “Case famiglia”, in cui sono accolti 553 minori (43%), tutti a carico dei Municipi. Nei “Gruppi ap-partamento” e nelle strutture di accoglienza in semi-autonomia, sono ospitati 513 minori (40%). 211 minori (16%) sono invece accolti in Comunità di pronta accoglienza: si tratta, per la maggior parte (86%) di minori inviati dal Dipartimento.

Page 84: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

84

GRAFIcO 14 Minori in strutture residenziali o in affi damento, per Municipio inviante *

* I numeri in orizzontale indicano il Municipio, mentre quelli in verticale il numero di minori accolti

In 7 casi su 10 è il Municipio l’Ente di riferimento per la presa in carico socio-assistenziale di questi minori (negli altri 3 casi è il Dipartimento centrale). Esistono grandi diff erenze tra i Munici-pi per quanto riguarda il numero di minori assistiti fuori dalla famiglia di origine. Si va infatti dai 188 minori del Municipio 8° (di cui 104 accolti in strutture residenziali) ai 10 del Municipio 17° (di cui solo 5 in strutture residenziali). La media per Muni-cipio è di 67 minori assistiti (39 in strutture residenziali e 28 in affi damento familiare).

Page 85: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

85

GRAFIcO 15 Minori in strutture residenziali, per tipologia di struttura ed Ente inviante

Per la maggior parte dei casi, l’affi damento familiare ed extrafa-miliare dei minori è di tipo giudiziale. L’affi damento consensua-le riguarda solo 79 casi, meno del 15% dei casi di affi do.

Alla data del rilevamento (31.12.2009), solo il 31,3% dei mi-nori (166) risultava in affi damento da meno di 2 anni. E’ parti-colarmente indicativo il fatto che più di un terzo dei minori in affi do (189, pari al 35,7%) risultasse in affi do da oltre 4 anni (un dato importante è anche l’alto numero di informazioni man-canti in questo ambito: 83, pari al 15,7%).

Page 86: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

86

GRAFIcO 16 Durata dell'affido familiare dei minori al 31.12.2009

Allegato

Page 87: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

Allegato

Page 88: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 89: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

89

Categorie utilizzate per codificare le informazioni contenute nella scheda di ciascun minore

classi di età • Meno di 1 anno• 1-2 anni• 3-5 anni• 6-9 anni• 10-12 anni• 13-18 anni• maggiorenne

Genere • Maschio• Femmina

Nazionalità • Risposta aperta

MSNA • Si• No

Tipologia struttura

• Comunità educativa pronta accoglienza• Casa famiglia• Gruppo appartamento• Nucleo madre bambino

Ubicazione struttura

• Secondo la suddivisione delle ASL regionali

Modalità con cui è stato disposto il collocamento

• Dal servizio sociale• Dal servizio sociale con il consenso dei genitori• Dalla Magistratura Minorile Sconosiuto

Page 90: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

90

Procedura aperta presso il Tribunale per i Minorenni

• Si• No

da quanto tempo si trova nella struttura attualmente ospitante

• Meno di 1 mese• 1-6 mesi• 7-12 mesi• Più di 1 anno• Più di 2 anni• Più di 3 anni• Più di 4 anni• Più di 5 anni• Più di 10 anni• Da sempre in struttura• Non rilevabile

da quanto tempo si trova al di fuori del proprio ambitofamiliare

• Meno di 1 mese• 1-6 mesi• 7-12 mesi• Più di 1 anno• Più di 2 anni• Più di 3 anni• Più di 4 anni• Più di 5 anni• Più di 10 anni• Da sempre in struttura• Non rilevabile

Page 91: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

91

dove viveva il mi-nore al momento del collocamento nella struttura

• Con entrambi i genitori • Madre• Padre• Parenti• Affidatari• Famiglia adottiva• Altra struttura residenziale• Altro• Non rilevabile

Ente erogante retta

• Aperta

chi esercita la tutela

• Entrambi i genitori• Un genitore• Parenti• Tutela pubblica• Non rilevabile

condizione giuridica padre

• Deceduto• Vivente esercente potestà• Vivente decaduto potestà• Non rilevabile

condizione giuridica madre

• Deceduto• Vivente esercente potestà• Vivente decaduto potestà• Non rilevabile

Presenza altri fratelli

• Si• No• Non rilevabile

Page 92: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

92

dove viveva il minore al momento del collocamento nella struttura

• Con i genitori• Con uno dei due genitori• Con uno dei genitori e nuovo partner• Con altri parenti• In altra struttura residenziale• Nella medesima struttura • Fuori della famiglia• Non rilevabile

Motividell’inserimento

• Nucleo familiare a rischio• Deprivazione sociale familiare• Mancanza di supporto familiare• Patologie fisiche e/o psichiche dei genitori• Problemi psicologici del minore• Abuso e maltrattamento sul minore• Fallimenti adottivi o fallimento affido• Misura penale alternativa• Handicap e/o problemi fisici del minore• Altro• Non Rilevabile

Problematiche del padre

• Dipendenza da sostanze e/o alcool• Problemi fisici e/o handicap• Problemi psichiatrici• Disturbi comportamentali• Scarse capacità educative• Disinteresse• Non rilevabili

Page 93: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

93

Problematiche della madre

• Dipendenza da sostanze e/o alcool• Problemi fisici e/o handicap• Problemi psichiatrici• Disturbi comportamentali• Scarse capacità educative• Disinteresse• Non rilevabili

Frequenza visite padre

• Più di 1 volta a settimana• 1 volta a settimana• Almeno 2 volte al mese• 1 volta al mese• Meno di 1 volta al mese• Non visita da più di 3 mesi• Negate da provvedimento della Magistratura• Possibili solo alla presenza di operatori• Il minore si reca dove vive almeno 1 volta a settimana• Non rilevabile

Frequenza visite madre

• Più di 1 volta a settimana• 1 volta a settimana• Almeno 2 volte al mese• 1 volta al mese• Meno di 1 volta al mese• Non visita da più di 3 mesi• Negate da provvedimento della Magistratura• Possibili solo alla presenza di operatori• Il minore si reca dove vive almeno 1 volta a settimana• Non rilevabile

Page 94: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

94

Frequenza visite parenti

• Più di 1 volta a settimana• 1 volta a settimana• Almeno 2 volte al mese• 1 volta al mese• Meno di 1 volta al mese• Non visita da più di 3 mesi• Negate da provvedimento della Magistratura• Possibili solo alla presenza di operatori• Il minore si reca dove vive almeno 1 volta a settimana• Non rilevabile

Progetto per l’uscita dalla struttura

• Rientro presso i due genitori naturali• Semi autonomia• Affidamento a parenti• Affidamento familiare• Collocazione presso altra struttura• I tempi di uscita dalla struttura non sono ipotizzabili• In attesa della valutazione dei servizi di protezione dei minori• Rientro in famiglia• Sino al termine degli studi• Uscita per maggiore età• Adozione• Fine misura penale• Dimesso – allontanatosi spontaneamente• Altro• Non rilevabile

Page 95: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione
Page 96: New report 2010 iterni ok - Garante dell'infanzia - home page · 2011. 3. 28. · report 2010 a cura di Francesco alvaro Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione

finito di stampare....