New Percorso naturalistico-culturale sui “passi” dello ... - … · 2020. 2. 13. · Piero...

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Comune di Tonezza del Cimone Comunità Europea Provincia di Vicenza Comunità Montana Alto Astico e Posina Percorso naturalistico-culturale sui “passi” dello scrittore e poeta Antonio Fogazzaro

Transcript of New Percorso naturalistico-culturale sui “passi” dello ... - … · 2020. 2. 13. · Piero...

  • Comune di Tonezza del Cimone

    ComunitàEuropea

    Provinciadi Vicenza

    Comunità MontanaAlto Astico e Posina

    Percorso naturalistico-culturalesui “passi” dello scrittore e poeta

    Antonio Fogazzaro

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    È un onore, per Tonezza, aver avuto tra i suoi ospi-ti illustri, il romanziere Antonio Fogazzaro. Sappiamoche amava molto la nostra località, dove veniva a villeg-giare, alternando le ore di svago e di riposo, al suolavoro di scrittore. Gli piaceva tanto camminare, perchéamava la natura e il nostro ambiente montano, da cuitraeva ispirazione. La sua fama è stata grande, comealti sono stati i suoi ideali, meritevoli di essere conosciu-ti e valorizzati anche in un territorio particolare come ilnostro. Per tutto questo, l’Amministrazione Comunale,nelle ultime due legislature, ha portato avanti e, poi,realizzato il “Sentiero Fogazzariano”, cioè un itinerarioche il poeta amava spesso percorrere.

    Un progetto che si è cercato di attuare recuperan-do viottoli già esistenti, evitando di aprirne di nuovi,dando importanza soprattutto ad alcuni luoghi che ilFogazzaro stesso ha descritto in “Piccolo mondomoderno”. Ciò che è stato attuato offre l’opportunitàper gli escursionisti di compiere una passeggiata, che èalla portata di tutti, unendo insieme la scoperta di unadelle zone più belle delle nostre Prealpi alla particolareatmosfera creata dalla lettura di alcuni “passi” fogazza-riani, appositamente proposti in questa pubblicazionee visualizzati in apposite bacheche lungo il percorso.

    In questo modo, pensiamo di aver arricchito, conun valore aggiunto, l’offerta turistica, creando le pre-messe per visite guidate, didattiche, che potrebberocoinvolgere anche le Scuole, magari collegando tale“Sentiero” ad altri “percorsi”, storico-naturalistici giàattrezzati, in una sorta di rete integrata sempre piùricca e variegata.

    IL SINDACOAmerigo Dalla Via

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    Antonio Fogazzaro (1842 - 1911), legato d’affetto alla Valsolda,da cui proveniva la madre, Teresa Barrera, di Oria, amava pure la Vald’Astico, conosciuta per la presenza, a Seghe di Velo, di Villa Valmarana,proprietà del conte Angelo Valmarana e della contessa GiuseppinaLampertico, genitori di Margherita, moglie dello scrittore e, quindi, suoisuoceri. Le due valli, l’una lombarda, l’altra vicentina, hanno così il privilegio di“entrare” nel mondo fogazzariano, umano e letterario, divenendo entram-be sfondo dei suoi romanzi. E se la Valsolda ha tanta parte nelle trame nar-rative di “Piccolo mondo antico”, la Val d’Astico, con i luoghi circostanti, èil fondo su cui si muovono i personaggi del “Daniele Cortis” e di “Leila”, maanche quelli di “Piccolo mondo moderno”.Anzi, è in quest’ultima opera, pubblicata tra il 1900 e il 1901, che dedicaun intero capitolo, il sesto, a Tonezza del Cimone, chiamata col poeticonome di “Vena di Fonte Alta”, scegliendotale località montana, “… cinque oredalla città, due di ferrovia e tre di vettura,mille metri sul mare, boschi di faggi, soli-tudine, quiete”, come ideale scenario perle infinite schermaglie amorose tra laseducente Jeanne Dessalle e il debole, esi-tante Piero Maironi (in futuro, “Il Santo”),figlio di Franco e di Luisa Rigey, indimen-ticati protagonisti di “Piccolo mondoantico”.Anche qui, quindi, come già avvenuto nelCortis, lo scrittore adombra, sotto altritoponimi, località reali. Se “Vena” èTonezza, lo Spitz è “Picco Astòre”; l’alber-go Belvedere, dove sale a villeggiare,diventa l’“Hotel Astòre”, vicino al “Villino dei Faggi”, cioè Villa Alpina, dovesoggiorna la figlia Gina, che ha sposato Giuseppe Roi… Ancora una volta, sembra che il poeta si sia divertito, a ribattezzare dei luo-ghi, conosciuti soprattutto da quando, dopo l’apertura della vorticosa, mautile “Strada del Monte”, Tonezza è diventata stazione climatica privilegia-ta per l’ultima, declinante nobiltà vicentina, e per una borghesia provincia-le in rapida ascesa. E proprio a Vena il poeta si appropria di un ambientepartecipe e mai estraneo ai moti dell’animo e ad un estetismo tardo roman-tico, impregnato di atmosfere spesso “complici” dell’intreccio, irrazionale,dei sentimenti.È lassù, tra quelle luci e quelle ombre, tra magnifiche scene di “rupi, neb-bie, abissi”, che i due amanti “in pectore”, Piero Maironi e Jeanne Dessalle,si incontrano al culmine di un dramma e di una passione fino ad allora vis-suti in modo tormentato. Entrambi sposati, lei già separata da un maritobrutale; lui, quasi dimentico della moglie demente, sempre inquieto, com-battuto tra sensualità e misticismo; lei, complicata, raffinata, seducente,donna di mondo. Due anime che si cercano, invano, senza mai trovarsi.A Vena, però, tutto potrebbe accadere. Lungo quel sentiero, fatto insieme, camminando mano nella mano, la pas-sione sembra avvolgere Piero e Jeanne nelle sue atmosfere morbidamentesottili. Poi, invece, nella notte, l’estrema chiamata divina li divide per sem-pre. Piero accorre al capezzale della moglie, che gli parla e gli svela la poe-sia della bellezza interiore e redentrice. Inizia la vita del Santo, protagonista di una missione di riforma della Chiesacattolica. Vena di Fonte Alta è già lontana. Ma rimane il fascino di luoghi dapercorrere insieme, sulle orme di Fogazzaro.

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    • ARRIVO •

    • P

    PUNTO PANORAMICO“BELVEDERE”

    CHIESETTA(Chiesa Madonna della Neve)

    CAPITELLOSAN GIACOMO

    CONTRÀ TEZZA

    Collegamento al sentiero“Excalibur”

    FONTANA DEI NOCI(Fontana Contrà Tezza)

    COSTA DEI LAIN

    FAGGETO(Bosco del gigante)

    CHIOSCO

    CAPITELLO

    COSTA

    CONTRÀLAIN

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    VILLASCURA(Velo d’Astico)

    VAL POSINA ORRIDO(Rio Freddo)

    Ex CaveMonte Cimone

    kCONTRÀVALLÀ

    Cave del Lasse(sasso bianco)

    Ex Cave del Lasse(sasso rosso)

    Ex CaseloLain

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    PARTENZA •

    SENTIEROEXCALIBUR

    COVILE DEL CINGHIALE

    PENTOLA DEGLI STREGONI

    VILLINO DEI FAGGI(Villa Roi)

    HOTEL ASTORE(Albergo Belvedere)

    Municipio

    CANALE

    PETTINÀ

    SARCELLO

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    VAL DI ROVESE(Val d’Astico)

    Sentiero FogazzarianoTratto dal Romanzo

    PICCOLO MONDO MODERNOCapitolo VI

    LEGENDA

    VENA DI FONTE ALTA Tonezza del CimonePICCO ASTÒRE Monte SpitzHOTEL ASTÒRE Albergo BelvedereVILLINO DEI FAGGI (partenza) Villa RoiCOVILE DEL CINGHIALE Retro Colonia PaoliniPENTOLA DEGLI STREGONI Retro Colonia PaoliniFAGGETO Bosco del GiganteCAPITELLO SAN GIACOMO Contrà TezzaFONTANA DEI NOCI Fontana Contrà TezzaCHIESETTA “MADONNA DELLA NEVE” Fra Tezza e LainVAL DI ROVESE Val d’AsticoVILLASCURA Velo d’AsticoVAL POSINA Val PosinaORRIDO DI RIO FREDDO (arrivo) Belvedere su Rio Freddo

    LEGENDA

    Bacheche da a

    Area di sosta

    Indicazione percorso

    Sentiero Fogazzariano

    Punto di osservazione

    Parcheggio

    PICCO ASTÒRE(Monte Spitz)

    k

    P

    P P

    P

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    TRÀLÀ

    CONTRÀPETTINÀ

    EX CASELO

    ColoniaS. Paolo

    aselon

    VENA DI FONTE ALTA(Tonezza del Cimone)Chiesa Parrocchiale

    Tempo di percorrenza:2 h a passo normale

    Dislivello: 150 mtSviluppo: 4 km c.a

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    Il sentiero segue ingran parte l’itinerariodescritto da Fogazzaro:quello percorso daPiero Maironi e JeanneDessalle, lasciando lacosta dell’Hotel Astòree del Villino dei Faggi,per inoltrarsi verso ilBosco del Gigante. Sul pendio opposto, aldi là del valloncello ameridione, tra faggisecolari e bianchi maci-gni, si possono indivi-duare l’anfratto delCovile del Cinghialee la Pentola degliStregoni, nomi fanta-stici, creati dal poeta,“che nessuna carta topografica riproduce”.Le laste in pietra delimitano, oggi come ieri, la stradicciola che sale,dapprima in modo dolce, poi, sempre più ripidamente, il colle.È lungo quel cammino che Piero svela a Jeanne il suo proposito dicedere tutti i suoi averi ai poveri, conservando solo l’antica casa diOria, “per servire la mia opinione di giustizia… per abbandonareuna classe sociale dove non si vuol saperne della giustizia eternaper non sentirsene obbligati a sacrifici duri”. Jeanne, a quelle paro-le, si sente mancare. Per non cadere, lo cerca, si appoggia a lui, chela sostiene e le cinge la vita. Piero vorrebbe tornare indietro, all’al-bergo, ma lei, capendo che sta per perderlo, lo supplica di andareoltre, “No, no - dice - mi conduca alla fontana…”.Una méta che si raggiunge al culmine della salita, dove le case diContrà Tezza volgono le spalle ad un anfratto, quasi nascosto,dove, in una vasca in pietra, una canaletta porta l’acqua della FonteBarbarena. È lì, sul bordo della fontana, vegliata dai noci, che Pierofa sedere Jeanne, e con le mani a giumella la fa bere. La donna,ansante, gli mormora che anche lei cederà tutto, per seguirlo. Bellissima, fascinosa, ma eternamente sospesa tra il voleramare e il non volere (ama con la mente, ma l’amore fisico le ripu-gna), nel momento culminante della passione del suo destinoperde ogni sua resistenza, ogni ritegno. Maironi si perde nei suoiocchi magnetici. Lei traccia sull’acqua, con la punta dell’indice, laparola “pietà”. Piero la bacia fra “i soffici, morbidi, fragranti capel-li”, più con passione che con vero amore. Jeanne capisce che sevuole trattenerlo, questa volta deve cedere. Si baciano sulle labbra,finalmente incontrandosi, entrambi trepidando. “Intanto si era levato un vento molesto che soffiava loro la nebbiain viso. Campani di mucche scendenti all’abbeveratoio suonaronvicino”. I due giovani devono andarsene e proseguono il cammino“verso Rio Freddo, la prima breve passeggiata di tutti i visitatori diVena, lei camminando avanti, in silenzio, col senso dello sguardofisso di lui, volgendosi con un sorriso quando lo sentiva tanto forteda soffrirne”.

  • Lasciata sulla destra la suggestiva Chiesetta della Madonna dellaNeve, si sale lungo la costa di Contrà Lain, ricoperta da verdi pratileggermente ondulati. “E presto intorno ai due silenziosi ruppe ilsereno da ogni parte, l’erbe imperlate brillarono, lo smeraldo deipascoli si ravvivò…, gli umidi aromi della montagna odorarono”.Quando finalmente la strada spiana, sulla cresta della costa, anco-ra ansanti per la ripida salita, anche noi seguiamo Piero e Jeanneimmergendoci nelle buie abetaie, inoltrandoci nella macchia, “…pochi passi per intricati rami, su pietroni affondati nei muschi, scon-nessi dalle radici degli abeti e dei rododendri…”.L’orrido, sopra Rio Freddo, è ormai vicino. C’è tempo per ravvisa-re i resti delle cave di pietra, che raccontano l’abile lavoro e l’artedegli antichi scalpellini locali. Sembra quasi di sentire, nel silenziodel bosco, il picchettare degli scalpelli sui massi di pietre bianche erosate, la ritmata bocciardatura. Una storia, purtroppo finita, men-tre continua quella di Piero e di Jeanne.I due sono arrivati nel punto estremo del sentiero. Lì vicino, il bel-vedere sull’orrido… “Ecco, a destra e a sinistra, l’orribile Profondo,la mostruosa cintura di scogli, lunata e rientrante…, come unacolossale onda che frangendo si rovescia all’indietro; ecco RioFreddo, il pauroso confine del paradiso verde di Vena, la valledell’Ombra della Morte…”. Una descrizione che esprime il “subli-me” di fronte alla corona di monti che ti guardano dall’altra riva.Ecco, da sinistra, il profilo lontano del Priaforà; la nuda calotta delPasubio; la Gamonda e il Majocompressi tra il Seluggio, conle sue venti baite, e MalgaZolle di Fuori e di Dentro; pro-prio davanti, il Tormeno; subitodietro, il Toraro; più a destra,quasi sfumate, le cime delCampomolon e del Melegnon. “Jeanne mise il piede sopra unlastrone sporgente fra gli abis-si. Piero l’afferrò alla vita edella si rovesciò indietro alle suebraccia, chiudendo gli occhi.La strinse a sé, la coperse,tacendo sempre, di carezzecosì violente, che atterrita,supplicò: No, no, no!”. È l’en-nesimo duetto d’amore tradue anime che non si vogliono e, forse, non si possono incontrare.“Allora il giovane, di botto, lottando con se stesso, ristette; ella glisgusciò dalle braccia e scavalcando il muricciolo, saltò dalla mac-chia sul prato aperto”.E la storia continua, come il cammino. A ritroso, dai Lain si puòscendere per Contrà Sarcello fin nei pressi del Villino dei Faggi edell’Hotel Astòre. È lì che avviene l’ultimo atto della vicenda d’amo-re tra Piero e Jeanne. Il poeta ce ne svela l’esito nel suo romanzo.Ma ognuno è comunque libero di usare fantasia e creatività perimmaginarne un seguito. Sia pure imprevedibile.

    Giovanni Matteo Filosofo

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    Come raggiungere Tonezza del Cimone:

    In auto:• percorrendo 20 km in direzione Arsiero e Tonezza dal casello autostradale di

    Piovene Rocchette della A31, autostrada Valdastico;• percorrendo 40 km lungo la S.S. 349 per Lavarone in direzione Tonezza dal

    casello Trento della A22, autostrada del Brennero;• percorrendo 30 km

    lungo la S.S. 350 perFolgaria verso Tonezzadall’uscita di Roveretonord della A22, auto-strada del Brennero.

    In treno:• dalle Stazioni F.S. di

    Vicenza (50 km),Thiene o Schio (27 km)è possibile prendere unpullman di linea delleFerrovie e TramvieVicentine (FTV).

    MILANOTORINO

    PARMAREGGIOEMILIA

    MODENA

    BOLOGNA

    FERRARA

    RIMINIANCONABARI

    VENEZIA

    TRIESTE

    BERGAMO

    BRESCIA VERONA

    TRENTO

    BOLZANOBRENNERO-MONACO VALSUGA

    NA

    CALLIANO

    ROVERETO

    FOLGARIA

    LUSERNA

    ASIAGO

    LEVICO

    TONEZZATONEZZATONEZZADEL CIMONEDEL CIMONEDEL CIMONE

    VICENZA

    PIOVENEROCCHETTE

    PADOVA

    S.S.

    350

    AU

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    A22

    A4 MILANO-VENEZIA A4 MILANO-VENEZIA

    A31

    VALD

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    PIACENZA

    LAVARONE

    ARSIERO

    TESTI: dott. Giovanni Matteo FilosofoCARTOGRAFIA: geom. Rino Campana

    GRAFICA E FOTO: Giannicola FontanaSTAMPA: Stabilimento Tipografico Fuga - Arsiero

    È vietata la riproduzione, anche parziale, del testo, come pure la ristampa,se non espressamente autorizzate dall’autore.

    Progetto cofinanziato dall’Unione Europea – Docup Obbiettivo 2 – misura 3.2 (2000-2006)e col contributo della Regione Veneto ( D.G.R. nr. 1674)