Nella storia NELLE COSCIENZE DEGLI UOMINI BIBLIOGRAFIA.
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Nella storiaNella storia
NELLE NELLE COSCIENZECOSCIENZE
DEGLI UOMINIDEGLI UOMINIBIBLIOGRAFIA
• I popoli antichi
• Il Medioevo cristiano
• L’età Moderna
• Il codice Leopoldino
• I giorni nostri
Platone nelle sue Leggi:
"...se uno è riconosciuto colpevole di siffatto omicidio, avendo ucciso qualcuna delle suddette persone, i servi dei giudici e i magistrati lo uccideranno e lo getteranno nudo in un trivio
prestabilito, fuori della città; tutti i magistrati portino una pietra in nome di tutto lo Stato scagliandola sul capo del cadavere,
poi lo portino ai confini dello Stato e lo gettino al di là insepolto; questa è la legge".
EGIZI
BABILONESI
GRECI
ROMANI
Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro
simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non
sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse
rappresentano la volontà generale, che è l’aggregato delle particolari. Chi mai
è colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l’arbitrio di ucciderlo? Come
mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del
massimo tra tutti i beni, la vita? E se ciò fu fatto, come si accorda un tal principio
coll’altro, che l’uomo non è padrone di uccidersi, e doveva esserlo se ha potuto
dare altrui questo diritto o alla società intera? Non è dunque la pena di morte
un diritto.
da C. Beccaria, Dei delitti e delle pene :
Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana
Con la più grande soddisfazione dei Nostro paterno cuore Abbiamo
finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la
più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere
spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri
Delinquenti, invece di accrescere il numero del Delitti ha
considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e
quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire
la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima
costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla
Società nella punizione dei Rei.
Abolizione della pena di morte".... era il 30 novembre 1786"
Purtroppo in molti Stati (emblematico è il caso degli USA) rimane tutt’ora in vigore, e la popolazione, nella maggior parte dei casi,
non è per niente contraria all'applicazione di questa estrema pena. Il
fatto preoccupante è che in numerosi Paesi, soprattutto in quelli a
regime dittatoriale, la pena capitale è ancora applicata con una certa
arbitrarietà da parte dei potenti, sebbene ci siano leggi scritte già da
tantissimi secoli.
La pena di morte ha continuato ad essere utilizzata da alcuni governi dittatoriali nella prima metà del
Novecento per sbarazzarsi di chi li contrastava, per motivi di ideologia
o di colore della pelle, come in Sudafrica durante l'apartheid, in Russia ai tempi di Lenin e Stalin,
in Europa ai tempi del nazismo.
Durante il regime nazista, in Germania e nei paesi occupati ci fu un picco
delle condanne a morte e delle esecuzioni, oltre alle morti ottenute
mediante il sistema concentrazionale. Dalla "notte dei cristalli" (9 novembre
1938) si erano incrementate nel Reich
hitleriano le persecuzioni antiebraiche; e il
tentativo di instaurare un "nuovo ordine europeo"
prima e durante la seconda guerra mondiale
estese le esecuzioni di pari passo con la
pianificazione dello sterminio e del genocidio.
Adolf Hitler, il Führer, aveva l'idea di creare
una razza pura, la razza ariana, priva di ogni
"contaminazione esterna"; per questo motivo
ordinò l'internamento nei campi di concentramento di ebrei, neri, zingari,
omosessuali, che venivano uccisi sistematicamente dalle SS, le guardie
scelte naziste, per mezzo dei metodi più
crudeli e spietati.
Anno Condanne
Esecuzioni
1933 78 84
1934 104 74
1935 98 94
1936 76 68
1937 86 106
1938 89 117
I campi di concentramento erano
veri e propri campi di tortura: i
detenuti vivevano in condizioni
igieniche incredibili, ammassati in
camere senza servizi igienici; erano
costretti ad alzarsi prestissimo la
mattina, con una fettina di pane
con un sottilissimo strato di margarina e poco altro come
colazione, ed a lavorare praticamente senza soluzione
di continuità fino alla sera. Non
c'era modo di fuggire o ribellarsi: il campo era cinto da muri con
reti elettrizzate, chi disobbediva
veniva immediatamente fucilato;
spesso si veniva fucilati solo perché
una SS aveva voglia di farlo.
• PLATONE
• BECCARIA
• ROBESPIERRE
• OPINIONI…
• EZZAT A.FATTAH,
Università Canada
Ma è naturale, Critone, che questi tali di cui parli,
facciano così, perchè credono di guadagnarci qualcosa.
Ma è anche naturale che io mi comporti diversamente
perché so che non ci guadagno nulla a bere un po' più
tardi se non di rendermi ridicolo a me stesso
mostrandomi cosi attaccato alla vita, cercando di
risparmiarla, proprio quando non resta più nulla.
<<La morte di un cittadino non può credersi necessaria che per due motivi, il
primo, quando anche privo di libertà egli abbia ancora tali relazioni e tal potenza
che interessi la sicurezza della nazione; quando la sua esistenza possa produrre
una rivoluzione pericolosa nella forma di governo stabilita. La morte di qualche
cittadino divien necessaria quando la nazione ricupera o perde la sua libertà, o nel tempo dell’anarchia, quando i disordini stessi
tengon luogo di leggi; ma durante il tranquillo regno delle leggi, in una forma di governo ben
munita al di fuori e al di dentro dalla forza e dalla opinione, forse più efficace
della forza medesima, dove il comando non è che presso il vero sovrano, dove le
ricchezze comprano piaceri e non autorità, io non veggo necessità alcuna di
distruggere un cittadino. [...] Non è l’intensione della pena che fa il maggior effetto
sull’animo umano, ma l’estensione di essa; perché la nostra sensibilità è più
facilmente e stabilmente mossa da minime ma replicate impressioni che da un
forte ma passeggero movimento>>.
DISCORSO CONTRO LA PENA DI MORTE
Ascoltate la voce della giustizia e della ragione; essa grida che mai il giudizio dell’uomo è
tanto certo da far sì che la società possa dare la morte a un uomo condannato da altri
uomini soggetti a sbagliare. Provate a immaginarvi il più perfetto ordinamento giudiziario;
provate a trovare i giudici più onesti e più illuminati, resterà sempre un margine di errore o
di prevenzione. Perché togliervi la possibilità di ripararli? Perché condannarvi
all’impossibilità di soccorrere l’innocenza oppressa? Che importanza hanno questi rimpianti
sterili, questi rimedi illusori che concedete a un’ombra vana, a cenere insensibile: non sono
altro che la triste testimonianza della temerarietà incivile delle vostre leggi penali. Togliete
all’uomo la possibilità di espiare il suo peccato col pentimento o col compiere azioni virtuose,
precludergli senza pietà il ritorno alla virtù, alla stima di se stesso, affrettarsi a farlo, per
così dire, scendere nella tomba ancora marchiato del suo crimine, rappresenta ai miei occhi
la più orrenda raffinatezza della crudeltà.
Il primo dovere di un Legislatore è di forgiare e conservare i costumi pubblici, fonte di
ogni libertà, di ogni benessere sociale; egli commette l’errore più grossolano e funesto,
per arrivare a uno scopo particolare, si allontana da quello generale ed essenziale.
Bisogna dunque che la legge rappresenti sempre per i popoli il modello più puro della
giustizia e della ragione. Se le leggi, invece di caratterizzarsi per un’efficace, calma,
moderata severità, offrono il destro alla collera e alla vendetta, se fanno scorrere
sangue che dovrebbero invece risparmiare e che comunque non hanno il diritto di
spargere, se offrono allo sguardo del popolo scene crudeli e cadaveri straziati dalle
torture, allora esse confondono nella mente dei cittadini il concetto del giusto e
dell’ingiusto e fanno nascere in seno alla società feroci pregiudizi che a loro volta ne
producono altri. L’uomo non è più per l’uomo una cosa così sacra; si ha un concetto meno
alto della dignità umana quando la pubblica autorità si fa gioco della vita. L’idea
dell’assassinio ispira molto meno orrore quando è la stessa legge a darne spettacolo ed
esempio; l’orrore del crimine diminuisce poiché essa lo punisce con un altro crimine.
State molto attenti a non confondere l’efficacia delle pene con l’eccesso di severità: l’una
è assolutamente l’opposto dell’altra. Tutto è fecondo nelle leggi equilibrate, tutto cospira
contro leggi crudeli.
30 maggio 1791
docente di criminologia all'Università Simon Fraser in Canada, ha osservato:
<<Coloro che realmente pensano che la reintroduzione della pena di
morte porrà fine, oppure produrrà una diminuzione del numero degli atti
terroristici, sono ingenui o illusi. Le punizioni consuete, compresa la pena
di morte, non provocano alcun timore nei terroristi o negli autori di crimini
politici, i quali sono motivati ideologicamente e votati al sacrificio per
amore della loro causa [...]. Inoltre, le attività terroristiche sono pericolose
e il terrorista affronta quotidianamente rischi letali e tende a non essere
intimorito dalla prospettiva della morte immediata. Com'è pensabile allora
che egli possa essere scoraggiato dal rischio di essere condannato alla
pena capitale?>>
I sostenitori della pena di morte
trovano ragioni diverse a sostegno della loro tesi,
ragioni di ordine etico, sociale, anche
economico.Essi partono dal presupposto
che compito fondamentale dello
Stato sia difendere ad ogni costo i
singoli individui e la comunità,
che chi rispetta la legge ha diritto
ad una tutela maggiore rispetto a
chi la disattende, che chi commette reati deve pagare,
che esistono colpe per cui
nessuna pena, tranne la morte,
costituisca la giusta punizione.
L'uccisione inflitta come pena è
violazione del diritto alla vita, ha
carattere irreversibile ed è in contraddizione con il principio
di ricuperabilità del reo.
Lo Stato che ricorre alla pena capitale
utilizza lo stesso sistema di valori, basato
su violenza e morte, che intende
combattere mentre il diritto alla vita deve essere assoluto
da far valere sempre senza eccezioni.
L'abolizione di tale pena dalle leggi e
dalle coscienze è obiettivo primario per
chi vuole una giustizia non fondata sulla vendetta.
http://digilander.libero.it/spookyh/Doc/Morte/pena-morte.htm
http://www.liberliber.it/biblioteca/b/beccaria/dei_delitti_e_delle_pene/html/index.html
http://images.google.it/images?q=pena%20di%20morte&hl=it&lr=&ie=UTF-8&sa=N&tab=wi
www.oneworld.net/article/ view/64700/1
www.itclenoci.it/.../piazzalenoci/ testata1.htm
www.cristianievangelici.com/ attualita11.htm
http://library.thinkquest.org/23685/data/indice.html http://digilander.libero.it/maggie712/
http://www.arpnet.it/amnesty/immagini/pena.jpg
http://www.filosofico.net/critone.html
http://www.historyguide.org/intellect/robespierre.html