nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige...

80
59 otiziario ibliografico periodico della Giunta regionale del Veneto n. 59 / 2008 - sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova n b

Transcript of nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige...

Page 1: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

strillo di presentazionedelle tematiche princi-pali di questo articolo e del tema di questo numero del notiziario

59otiziarioibliografico

periodico della Giunta regionale del Veneto

n. 5

9 /

200

8 - s

ped.

in a

bb. p

osta

le a

rt. 2

com

ma

20/c

Leg

ge 6

62/9

6 - t

axe

perç

ue -

tass

a ri

scos

sa -

Filia

le d

i Pad

ova

Giunta regionale del VenetoCentro culturale di Villa Settembrini 30171 Mestre Venezia - via Carducci 32

periodicità quadrimestralespedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padovain caso di mancato recapito restituire al mittenteif undeliverable return to Padova CMP - Italy

ISSN 1593-2869

nbin questo numero

Il Veneto e l’euroregione adriatica.Storia e prospettive di un’idea per l’Europa del XXI secolo Angelo Tabaro

Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia.L’eredità della Serenissima sulle sponde orientali dell’AdriaticoMaria Teresa De Gregorio

recensioni e segnalazioni

cataloghi di mostre

l’editoria nel venetoIl Camerino delle pitture di Alfonso I.La pittura del Rinascimento in una corte dell’Italia settentrionale

istituzioni e culturaGli Istituti Veneti per la Storia della Resistenza.L’eredità della memoria: una risorsa per la storia contemporanea

rivisteria venetaArte e Architettura

in copertinaAntonello da Messina (Messina 1430 - 1479),

Annunciata, 1475-1476 ca, Palermo, Galleria Regionale della Sicilia

nb59

Page 2: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

2 notiziariobibliografico59

comitato promotore

Luca Zaia Presidente della Regione del VenetoMarino Zorzato Vicepresidente e Assessore al Territorio,alla Cultura, agli Affari GeneraliAngelo Tabaro Segretario Regionale alla Cultura

comitato di redazione

Ulderico Bernardi Università Ca’ Foscari di VeneziaFausta BressaniDirigente regionale Direzione Beni CulturaliMassimo Canella Dirigente Servizio Beni Librari, Archivistici e MuseiSaveria Chemotti Università degli Studi di PadovaMaria Teresa De Gregorio Dirigente regionale Unità di Progetto Attività Culturali e SpettacoloChiara Finesso Responsabile di redazionePierantonio Gios Direttore Biblioteca Capitolare Curia Vescovile di PadovaGiuseppe Gullino Università degli Studi di PadovaAmerigo Restucci Università Iuav di VeneziaAnna Maria SpiazziSovrintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Venezia, Padova, Belluno e TrevisoBianca Lanfranchi Strina già Sovrintendente ai Beni archivistici del VenetoLorenzo Tomasin Università Ca’ Foscari di VeneziaMarino Zorzi già Direttore Biblioteca Nazionale Marciana

direttore editoriale

Romano Tonin

responsabile di redazione

Chiara Finesso

segreteria di redazione

Giovanna Battiston, Barbara Da FornoSusanna Falchero, Irene Magon

progetto grafico

Il Poligrafo casa editriceLaura Rigon

impaginazione

Susanna Falchero

collaboratori alla redazione

di questo numero

Giovanna Battiston, Viviana Cattelan Alberto Cellotto, Martina CeronMarilia Ciampi Righetti, Diego CrivellariMaria Teresa De Gregorio, Giuseppe De MeoFranca Fabris, Giovanna FicarazziBarbara Giaccaglia, Clara Pagnacco Francesco Passadore, Dante Pattini Annamaria Pazienza, Alessandro PezzinChiara Schiavon, Roberta SpadaAngelo Tabaro, Matteo Viale, Antonino ViolaFrancesca Zanardo, Piero Zanotto

collaboratori alla rassegna bibliografica

Giovanna Battiston, Barbara Da FornoSusanna Falchero, Irene Magon

direzione e redazione

Giunta regionale del VenetoCentro Culturale di Villa Settembrini30171 Mestre Venezia - via Carducci 32tel. 041 980447 / 980499 - fax 041 5056245

Giunta regionale del VenetoUnità di Progetto Attività Culturali e Spettacolo30121 Venezia - Palazzo ScerimanCannaregio Lista di Spagna, 168tel. 041 2792710 - fax 041 2792794

Recapito della Redazione “Notiziario Bibliografico” presso Il Poligrafo casa editrice35121 Padova | via Cassan 34 (piazza Eremitani)tel. 049 8360887 | fax 049 8360864e-mail: [email protected](tutti i materiali per la rivista vanno inviati a questo indirizzo)

Direttore responsabile: Franco MiraccoPeriodicità quadrimestraleTiratura 15.000 copieEditore Il Poligrafo - Regione del VenetoAutoriz. del Tribunale di Padova n. 1291 del 21-6-1991Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/cLegge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa -Filiale di PadovaStampa Arti Grafiche Padovanechiuso per la stampa: aprile 2010

Il “Notiziario Bibliografico” è consultabile integralmente on line

I L P O L I G R A F O

Notiziario Bibliograficon. 59 / 08periodico quadrimestrale d’informazione bibliograficaa cura della Giunta regionale del Veneto

Con l’uscita del numero 50 il “Notiziario Bibliografico”ha cambiato veste grafica, mantenendo la propriaoriginaria vocazione di strumento vivo per conoscere – con rubriche, recensioni, approfondimenti – quanto viene pubblicato, nei più diversi ambiti, in Veneto e sul Veneto.Il percorso iconografico “le murrine”, che attraversale rubriche della rivista, propone, di volta in volta, un tema tratto da varie opere pittoriche. La “murrina”, opera d’artigianato tipicamente veneziano, è il risultato della lavorazione a taglio di una canna di vetro interamente realizzata a mano:la canna viene composta da diversi strati di vetro colorato, con una tecnica artigianale unica, conosciuta solo nell’isola di Murano e tramandata per centinaia di anni di padre in figlio.In questo senso, “le murrine” diventano una lente,dispositivo attraverso cui filtrare lo sguardo sull’arte e sulla tradizione del Veneto, e non solo. In questo numero “le murrine” sono dedicate alla raffigurazione di Madonne con Bambino.

59nb

Page 3: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 3

indice

7 Il Veneto e l’Euroregione Adriatica.Storia e prospettive di un’idea per l’Europa del XXI secolo Angelo TabaroSegretario Regionale Cultura

11 Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia.L’eredità della Serenissima sulle sponde orientali dell’Adriatico Maria Teresa De GregorioDirigente regionale Unità di Progetto Attività Culturali e Spettacolo

recensioni e segnalazioni

Opere generali

15 Carte scoperte. Il restauro del codice 29 della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, a cura di L. Granata Annamaria Pazienza

15 F. Cavazzana Romanelli, “Distribuire le scritture e metterle a suo nicchio”. Studi di storia degli archivi trevigianiRoberta Spada

15 L. Armstrong, P. Scapecchi, F. Toniolo, Gli incunaboli della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, a cura di P. Gios e F. TonioloDante Pattini

16 D. Dotto, Scriptae venezianeggianti a Ragusa nel XIV secolo. Edizione e commento di testi volgari dell’Archivio di Stato di DubrovnikChiara Schiavon

17 Una vita tra i libri. Bartolomeo Gamba, a cura di G. Berti, G. Ericani, M. InfeliseMartina Ceron

17 Archivi comunali nella Provincia di Rovigo. Indagine conoscitiva per la ricerca storica, a cura di G. Migliardi O’RiordanMartina Ceron

17 Cooperare in biblioteca: esempi e prospettiveMartina Ceron

18 Inventario dell’archivio storico Federbraccianti CGIL Padova, a cura di M. RomanatoInventario dell’archivio storico Fiom CGIL Padova, a cura di A. NalettoDiego Crivellari

18 Cultura e tradizione accademica. Il ruolo degli atenei fra passato e futuro, a cura di G. SimionatoMartina Ceron

Storia della Chiesa

19 San Lorenzo Giustiniani, L’albero della vita. Opera omnia, trad. di mons. A. Costantini, revisione di A. Cotugno e S. ZoicoFrancesca Zanardo

19 P. Ioly Zorattini, I nomi degli altri. Conversioni a Venezia e nel Friuli Veneto in età moderna Francesca Zanardo

20 Tra monti sacri, “sacri monti” e santuari: il caso veneto, a cura di A. Diano e L. PuppiMartina Ceron

Ambiente - Scienze naturali

21 Lessinia, a cura di P. Bodini, G. Bonazzi, M. Comencini, P. Corsi, M. Delibori, G. Lazzarin, F. Serego Alighieri, M. Tridapali, coordinamento di M. DeliboriMarilia Ciampi Righetti

21 La pericolosità geologica per instabilità dei versanti nell’Alta Val Cordevole. Progetto CARG-Veneto, Franca Fabris

21 Tra le contrade di Laghi: 10 escursioni con note naturalistiche, storiche, etnografiche, a cura di L. Carollo, M. Berta e O. OlivieroFranca Fabris

22 Colli Euganei. Parco naturale e terra da vivere. Alla luce della revisione del Piano ambientale e delle nuove norme europee, a cura di O. Longo e F. Viola Franca Fabris

22 Agricoltura e gastronomia nel territorio di Cavaion, a cura di L. BonuzziAlessandro Pezzin

23 P. Perini, S. Malvestio, Ciclovia del Sile. Da Castelfranco Veneto a Jesolo in biciclettaAlberto Cellotto

Lingua - Tradizioni

23 La ricerca scientifica sulla montagna: da Giovanni Angelini al Centro Studi sulla Montagna. Nomi di luoghi e di monti delle Alpi, a cura di E. Cason AngeliniAlessandro Pezzin

Page 4: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

4 notiziariobibliografico59

24 A.C. De gli Fabritii, Libro della origine delli volgari proverbi, con manoscritti dell’autoreAlessandro Pezzin

25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin

25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della parola. Gli esperti, la ricerca Alessandro Pezzin

26 C. Da Roit, Usanze agordine. Vita quotidiana e cultura materiale a La Valle nella prima metà del NovecentoMatteo Viale

26 C. Crepaldi con la collaborazione di P.Rigoni, Ganzèga. Ritualità e alimentazione popolare nel Basso VenetoMatteo Viale

26 Colli Euganei. I luoghi della vita ruraleMarilia Ciampi Righetti

27 M.P. Pedani, Caotès. La terra incantataAlessandro Pezzin

28 L. Bertò, Le più belle storie della Valle dell’AgnoAlessandro Pezzin

28 A. Lopreiato, Scampanata. Tradizioni popolari legate alle seconde nozzeAlessandro Pezzin

28 Stagioni e Santi popolariAlessandro Pezzin

Arte

29 Arte, storia, restauri della Basilica di San Marco. La cappella di Sant’IsidoroClara Pagnacco

29 G.M. Pilo, The fruitful impact. The Venetian heritage in the art of Dalmatia. “For three hundred and seventy-seven years”, afterwords by L. TothClara Pagnacco

30 A. Mariuz, Tiepolo, a cura di G. PavanelloGiovanna Ficarazzi

31 La chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Venezia. Un tempio benedettino “ritrovato” alla Giudecca. Storia, trasformazioni e conservazione, a cura di C. SpagnolClara Pagnacco

31 M. Gardin, E. Marin, Boldara e la chiesetta della VisitazioneClara Pagnacco

32 M.S. Crespi, E. Leonardi, Magia del colore. Chiese affrescate della Marca TrevigianaClara Pagnacco

32 G. Quirinali, San Giovanni in campagna “Ecclesiae Baptesimalis”.Lettura e restauro conservativo di un monumento, Clara Pagnacco

33 L. Rognini, P. Giacomelli, A. Poli, La Chiesa di Santa Maria Nascente di Sorgà. La storia, l’arte e il restauroClara Pagnacco

33 R. Marconato, Chiese dell’Alta PadovanaClara Pagnacco

34 G.Belli, Le chiese di San Vito di Cadore Giovanna Battiston

34 Pittori-Soldato della Grande Guerra, a cura di M. PizzoBarbara Giaccaglia

Musica

35 Frottole Libro Sexto. Ottaviano Petrucci. Venezia 1505 (more veneto - 1506), edizione critica a cura di A. LovatoFrottole Libro Septimo. Ottaviano Petrucci. Venezia 1507, edizione critica a cura di L. BoscoloFrancesco Passadore

35 A Messer Claudio, Musico. Le arti molteplici di Claudio Merulo da Correggio (1533-1604) tra Venezia e Parma, a cura di M. Capra Francesco Passadore

36 F. Cavalli. La circolazione dell’Opera Veneziana nel Seicento, a cura di D. FabrisFrancesco Passadore

36 F. Rossi, Catalogo tematico delle composizioni di Baldassare Galuppi (1706-1785). Parte I: Le opere strumentaliFrancesco Passadore

36 F.A. Vallotti, Regina Coeli (1739), Salve Regina (1740)Giuseppe De Meo

37 G. Piazza, Giovanni Battista De Lorenzi nella storia organaria vicentinaFrancesco Passadore

37 Patrimonio organistico della Marca trevigiana, Antonino Viola

cataloghi di mostre e musei

39 800 disegni inediti dell’Ottocento veneziano, a cura di G. RomanelliPiero Zanotto

39 Il piacere del collezionista: disegni e dipinti della collezione Rivadel Museo di Bassano del Grappa, a cura di G. Ericani e F. MillozziGiovanna Ficarazzi

40 Museo Remondini. GuidaClara Pagnacco

40 I Santi dei Remondini, a cura di G. EricaniClara Pagnacco

41 Déco. Arte in Italia 1919-1939, a cura di F. Cagianelli e D. MatteoniGiovanna Ficarazzi

Page 5: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 5

42 Oltre il Paesaggio, a cura di D. Marangon e L. Perissinotto Viviana Cattelan

42 Una fantastica ossessione. L’archivio Italo Zannier nella collezione della Fondazione di Venezia, a cura di D. Curti Viviana Cattelan

43 Dieci Fotografi d’oro, a cura di E. Gusella e I. ZannierClara Pagnacco

44 Douglas Kirkland. Portraits, a cura di E. Ceratti e E. GusellaClara Pagnacco

44 Il fascino discreto della Stereoscopia. Venezia e altre suggestiveimmagini in 3D / The Subtle charme of stereoscopy. Venice and other fantastical images in 3D, a cura di C. A. Zotti MiniciViviana Cattelan

44 Padova Couture. Artigianato nella moda, a cura di M.B. AutiziBarbara Giaccaglia

l’editoria nel veneto

47 Il camerino delle pitture di Alfonso I.La pittura del Rinascimento in una corte dell’Italia settentrionaleViviana Cattelan

istituzioni e cultura

51 Gli Istituti veneti per la Storia della Resistenza.L’eredità della memoria: una risorsa per la storia contemporaneaa cura di Diego Crivellari

51 Istituto veneto per la Storia della Resistenzae dell’età contemporanea

52 Istituto veronese per la Storia della Resistenza

53 L’ISTRESCO - Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana

56 Istituto veneziano per la Storia della Resistenza e della società contemporanea

57 Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporaneadella provincia di Vicenza “Ettore Gallo” (ISTREVI)

58 Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea (ISBREC)

60 Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporaneadel Vittoriese (ISREV)

rivisteria veneta

Spoglio dei periodici di arte e architettura (2007-2009)

63 Alumina. Pagine miniate

63 Anfione e Zeto. Rivista di architettura e arti

65 Annali di architetturaRivista del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio

66 Arte Documento Rivista e Collezione di storia e tutela dei Beni Culturali

68 Arte veneta. Rivista di storia dell’arte

69 Beni culturali e ambientali in Polesine

69 CiemmeRicerca e informazione sulla comunicazione di massa

70 Diastema. Rivista di cultura e informazione musicale

70 Filoforme. Storia, arte e restauro dei tessuti

71 Fotostorica. Gli archivi della fotografia

71 Il legno nell’arte. Tarsie e intagli d’Italia

71 Musica e Storia

72 Problemi di critica goldoniana

73 Progetto Restauro

74 Quaderni della Procuratia Arte, storia, restauri della Basilica di San Marco a Venezia

74 Rassegna veneta di studi musicali

74 Saggi e Memorie di storia dell’arte

75 Studi tizianeschiAnnuario della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore

75 Studi vivaldiani Rivista annuale dell’Istituto Antonio Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini

76 Territorio e Ambiente Veneti Rivista interdisciplinare di Architettura Urbanistica Diritto

77 Venezia Arti

77 Venezia Cinquecento Studi di storia dell’arte e della cultura

78 Verona illustrataRivista del Museo di Castelvecchio

79 Altre riviste segnalate

Page 6: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Marco Strilitzas Bathas,Madonna

con il Bambino, sec. XVI, tavola Corfù, Museo

di Antivouniotissa

Page 7: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 7

nb 59

L’Euroregione Adriatica è definita come “associazione di cooperazione” tra gli entiregionali dei Paesi che si affacciano sul Mare Adriatico. L’associazione è stata fon-data a Pola, in Croazia, nel giugno 2006: la Regione del Veneto è stata tra i fonda-tori di questo nuovo organismo continentale, partecipando attivamente ai lavori pre-paratori e distinguendosi per un ruolo propulsivo e di stimolo per la realizzazionedell’intero progetto. Ma quali sono gli obiettivi generali che caratterizzano e caratte-rizzeranno, soprattutto nei prossimi anni, l’impegno specifico della nuova Euro -regione Adriatica? E quali ricadute avrà questo particolare evento per i cittadini vene-ti nonché per tutti gli altri cittadini europei compresi all’interno di questo territorio?Tra gli elementi di novità e i punti fondamentali dell’Euroregione è senz’altroimportante citare il rafforzamento della stabilità nell’area adriatica e balcanica, non-ché la promozione dello sviluppo sostenibile e della coesione economica e sociale fragli enti aderenti. Il perseguimento di questi obiettivi, naturalmente, potrà passare attraverso la pro-gettazione e la concretizzazione di iniziative comuni riguardanti una serie di setto-ri strategici per l’area, quali la tutela dell’ambiente, il turismo, la cultura, la pesca ele attività produttive, le infrastrutture e i trasporti. E questa nuova Euroregione avràil compito di affrontare anche temi più delicati e “spinosi” come la regolazione dellacementificazione delle coste, lo sviluppo del settore agro-alimentare, dell’ambiente,in una visione legata allo sviluppo sostenibile, mirando a snellire la burocrazia e,inoltre, a coinvolgere le popolazioni residenti. Un ampio raggio di attività e di poten-zialità economiche, ma anche un insieme composito di identità e di tradizioni, uncrogiolo straordinariamente ricco e suggestivo di risorse sociali e culturali, ambien-tali e antropologiche. Tutte le diverse regioni che si affacciano sul mare Adriatico (Friuli Venezia Giulia,Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia per l’Italia; Primorskaper la Slovenia; Istra, Dalmacija per la Croazia; nonché le regioni di mare di BosniaErzegovina, Montenegro e Albania: per un totale di 24.500.000 abitanti su unasuperficie di 191.486 kmq) hanno quindi deciso di unirsi e di dare vita ad una sortadi “macroregione” capace di raccogliere gli sforzi su dinamiche e problemi comuni.Nell’Articolo 9 dello Statuto dell’Euroregione Adriatica (“Principi di collaborazio-ne”) si legge che: “I membri si associano nell’EA al fine di armonizzare gli interessiparticolari e raggiungere obiettivi comuni fondati sui seguenti principi: il legamegeografico che conduce ad un uso comune delle risorse naturali, in considerazionedella posizione favorevole del traffico nella rete dell’infrastruttura europea; l’orien-tamento verso uno sviluppo sostenibile, il rafforzamento della coesione sociale edeconomica al fine di rafforzare la stabilità delle regioni; l’avanzamento dell’agricol-tura, della pesca e del turismo con particolare accento sulla tutela ambientale; il pro-seguimento del processo di collaborazione e di scambio; l’interesse per la collabora-zione ai programmi dell’Unione Europea e l’integrazione di tutti gli statisull’Adriatico nell’Unione Europea”.Nello specifico, l’attività dell’Euroregione Adriatica è articolata in cinque differenticommissioni tematiche: commissione per il turismo e la cultura, commissione perla pesca, commissione per i trasporti e le infrastrutture, commissione per la tuteladell’ambiente, commissione per le attività produttive. Ciascuno di questi organismiè chiamato a definire il proprio programma annuale di lavoro, che viene in seguitocomunicato ufficialmente dal presidente di ciascuna delle commissioni. Organidell’Euroregione Adriatica sono il presidente (primo a ricoprire tale ruolo è statoIvan Jakovcic, presidente della Regione istriana), l’assemblea, il comitato esecutivo

il veneto

e l’euroregione

adriatica

Storia e prospettive di un’ideaper l’Europa del XXI secolo

Angelo TabaroSegretario Regionale Cultura

^

Page 8: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

8 notiziariobibliografico59

Giovanni Valle, La Dalmazia veneta,Venezia, Antonio Zatta e Figli, 1784

Jacob Aertsz, Colom de la Mer Mediterrannée,Amsterdam, 1650, frontespizioVenezia, Museo Correr, Fondo Lazara Pisani Zosto

Battista Agnese, Mediterraneo orientale, in Atlante del mondo in dodici carte, Tavola X, 10 marzo 1536 (ma 1539-40),particolare delle Isole IonieVenezia, Museo Correr

Marco Boschini, Il Regno tutto di Candia. Castel Mirabel, 1651Venezia, Biblioteca del Museo Correr

Vincenzo De Lucio (dis.), Francesco Ambrosi (inc.),[Golfo di Venezia]. [Isole della costa dalmata], part., fine secolo XVIIIVenezia, Museo Correr, Cartografia

Jaen Joseph Allezard, Recueil de 163 des principauxplans des ports et rades de la Mediterranée. Chiozza,Genes, 1804Venezia, Biblioteca del Museo Correr

Jaen Joseph Allezard, Recueil de 163 des principauxplans des ports et rades de la Mediterranée. Trieste,Genes, 1804Venezia, Biblioteca del Museo Correr

Page 9: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 9

e il collegio dei revisori. Il Veneto attualmente fa parte del Comitato esecutivo e ha ottenuto la vicepresidenza della Commissione Pesca. La sede ufficialedell’Euroregione è a Pola, ma esiste anche una sede di rappresentanza situata aBruxelles.Parlare di “Euroregione Adriatica” significa dunque fare i conti con un progettoambizioso, con un’idea di vasta portata, che vuole riuscire a proiettarsi entro unospazio europeo finalmente liberato dalle minacce della guerra e dalle ombre dei tota-litarismi che hanno lungamente, e sanguinosamente, segnato la storia del No -vecento. Si tratta, in definitiva, di una opportunità che dovrà servire a trasformare inostri confini, le nostre città e i nostri paesi, i nostri spazi tradizionali in altrettanti“ponti”, in altrettante vie di comunicazione tra civiltà e tra culture, in cui sia possi-bile contribuire alla piena valorizzazione di ogni singola identità e, inoltre, alla crea-zione di una nuova credibile identità “euroregionale”, imperniata su quel mareAdriatico che per secoli è stato il simbolo visibile della potenza marittima dellaRepubblica veneziana, ma anche luogo di scambi, di incontri e spesso di incroci e dicontaminazioni tra culture differenti. In questa medesima ottica, oggi nessuna seriaipotesi di sviluppo e di crescita che sia programmata in ambito europeo e quindisovranazionale può non considerare l’importanza di questo passato e di questa tra-dizione di incontri e di relazioni; evitare questo necessario, doveroso confronto conun patrimonio culturale così rilevante significherebbe semplicemente creare le con-dizioni per avere ricadute e conseguenze negative anche sul piano dell’economia edelle dinamiche produttive – ciò specialmente in un periodo carico di incognitecome l’attuale, in cui la crisi mondiale obbliga attori istituzionali e non ad interro-garsi sulle opportune strategie da seguire per ritornare a far crescere l’economia e ilbenessere della popolazione.La Regione del Veneto, proprio per la sua collocazione geo-politica, per la sua cen-tralità nel contesto adriatico e per l’eredità riconosciuta che tuttora rappresenta,soprattutto in questa parte del Vecchio continente, si è contraddistinta fin dall’inizioquale protagonista attiva nel processo di collaborazione e di impegno condiviso coni territori limitrofi, oltre a porsi su più livelli quale testimone privilegiato delle formee dei percorsi che si sono delineati per il rafforzamento e per l’espansione della con-vivenza tra identità, lingue e culture dell’area. L’Euroregione Adriatica, concepita essenzialmente come stabile e consolidatomodello di cooperazione tra territori che fanno parte di stati nazionali diversi, si can-dida ad essere soggetto innovativo e ad offrire una soluzione concreta e praticabileper una delle più significative questioni emergenti di questi ultimi anni, con parti-colare riferimento all’ambito della cooperazione europea: vale a dire l’esigenza dicoordinare efficacemente l’azione di governo e quella che avviene sul piano legisla-tivo, connessa alla necessità di indirizzare e controllare una proposta di sviluppoeconomico e sociale co-gestito tra aree contigue, di concretizzare progetti comuniper le varie comunità locali nei settori più disparati della pubblica utilità. La sfidasarà dunque quella di costruire o ricostruire i lineamenti condivisi di una comune“civiltà adriatica”, che è stata il frutto di una lunga storia, costellata spesso da rivali-tà o conflitti, ma soprattutto da una fitta trama di relazioni, di scambi, di dialoghi:oggi questa trama è diventata finalmente la base per sperimentare attivamente unanuova storia e una nuova possibilità di integrazione nello scenario europeo.

Giuseppe Rosaccio, Viaggio da Venezia a Costantinopoli, 1606Venezia, Biblioteca del Museo Correr

Particolare della laguna di Venezia tratto dalla tavolaFori iulii accurata descriptio, in Theatro del mondo di Abrahamo Ortelio: da lui poco inanzi la sua morteriueduto, e di tauole nuoue, et commenti adorno, e arricchito, con la vita dell’autore. Traslato in lingua toscana dal sig.r Filippo Pigafetta, in Anuersa si vende nella libraria Plantiniana, 1612Venezia, Fondazione Querini Stampalia

Homann Haeres, Carta della Grecia centrale e settentrionale, part., 1770Salonicco, EKEXXAK, Centro Nazionale Ellenico Carte e Patrimonio Cartografico

Page 10: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Michele Damaskinos,Madonna Odighitria,

sec. XVI, tavola Venezia, Museo

dell’Istituto Ellenico

Page 11: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 11

nb 59

Il convegno “Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia”, che si èsvolto a Venezia il 28 febbraio 2009, sotto l’egida della Fondazione Cini e dellaRegione del Veneto, è stato interamente dedicato alle tracce di cultura veneta chesono presenti e rilevabili tuttora al di là dell’Adriatico. Continua, con questo simpo-sio, l’ormai più che decennale ciclo di appuntamenti tematici promossi dal ComitatoScientifico della Collana di Studi e Ricerche sulla Cultura Popolare Veneta. Il cicloera stato inaugurato nel 1997 con un’iniziativa incentrata sul ruolo e sulla funzionedelle culture locali nell’età della globalizzazione imperante e poi proseguito con unaserie di argomenti di sicuro fascino: l’archiviazione dell’oralità (1999), il rapporto trale lingue madri e le “lingue matrigne” (2001), il canto popolare (2003), le “identitàalimentari” delle Venezie (2006). Gli Atti di questi incontri sono stati sempre inte-gralmente ospitati sul “Notiziario Bibliografico”. L’edizione del 2009 è stata conce-pita proprio allo scopo di analizzare e di riportare in primo piano il “segno” impor-tante, profondo che la civiltà veneta e veneziana – dalla toponomastica fino allagastronomia – ha saputo lasciare sulla sponda orientale dell’Adriatico. Ma di quale segno si parla, in definitiva? Ed è realmente possibile parlarne oggetti-vamente a distanza di oltre due secoli dalla fine della Repubblica di Venezia, dopoche si sono succeduti, purtroppo, guerre e rivolgimenti di ogni tipo? Sbaglierebbechi pensasse di utilizzare unicamente termini quali dominio, egemonia o coloniz-zazione per spiegare la complessa trama dei rapporti esistenti tra queste due diver-se aree dell’Europa e del bacino mediterraneo: ben più complessa è la vicenda diquesta eredità, una eredità culturale veneta e veneziana che in molti casi è soprav-vissuta alla caduta del potere della Serenissima e in cui la stessa “periferia”, gli stes-si territori dell’area slava hanno giocato un ruolo attivo – dunque non di mera rice-zione o uniformazione rispetto a modelli altrui, ma di integrazione, circolazione edi scambio originale tra usanze, costumi, tradizioni, modi di vita. Ed è probabile che, seguendo quelli che sono i canoni della storiografia contempo-ranea, sia proprio sul “lungo periodo”, sulla “lunga durata” che si possano misura-re e valutare nella loro pregnanza gli elementi dello scambio intrattenuto per gene-razioni dalle opposte sponde del mare Adriatico. In questo senso, sembra che que-sto nuovo convegno ospitato presso la sede della Fondazione Cini, nell’isola di SanGiorgio Maggiore, abbia – come è accaduto per i precedenti – il compito di leggereopportunamente tra le pieghe del nostro passato, di riscoprire l’intreccio tra storia etradizioni, tra storia e folklore, indagando gli aspetti di quella che per gli esperti è“microstoria”, storia della vita materiale, storia della cultura popolare. A margine delconvegno 2009, tema ugualmente rilevante e attuale, anche per le sue implicazionicontemporanee e per i suoi ovvi rimandi all’attualità e a conflitti più recenti, risultainoltre essere quello dei “confini”: un tema che può riuscire talvolta anche a smen-tire, modificare o almeno a rendere maggiormente problematici alcuni luoghicomuni. Ad esempio, Sei e Settecento sono per Venezia un’epoca solo di declino edi conseguente, inarrestabile perdita di territori? Nel caso della Dalmazia, tra la finedel XVII secolo e i primi anni del XVIII, la tendenza è inversa: i confini si espandonoa favore della Serenissima. L’analisi puntuale degli eventi storici e della loro evolu-zione dimostra come nella Dalmazia veneta – proprio quando la Repubblica perdepossedimenti strategici come Candia e poi la Morea – la città di San Marco non soloconservi, ma addirittura consolidi ed accresca la propria presenza territoriale.Esiste – è stato detto in più occasioni – “un Veneto fuori del Veneto, sparso in altriStati e Nazioni”. A conferma della rilevanza e delle implicazioni di attualità del tematrattato a Venezia, l’intervento dell’assessore regionale alle Relazioni Internazionali

presenze di cultura

veneta in istria,

quarnero e dalmazia

L’eredità della Serenissimasulle sponde orientali dell’Adriatico

Maria Teresa De GregorioDirigente regionale Unità di Progetto Attività Culturali e Spettacolo

Page 12: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

12 notiziariobibliografico59

Sebenico, Cattedrale di San Giacomo,sec. XV, dettaglio dell’abside

Giorgio di Matteo e Andrea Alessi, Tomba del vescovo Giorgio Sisgoride, 1454Sebenico, Cattedrale di San Giacomo

Zara, Chiesa di San Crisogono, 1175, abside

Giorgio di Matteo Dalmata, Altare di Sant’Anastasio, 1448, part. Flagellazione di Cristo

Traù, Palazzo del Principe o del Comune, sec. XV, cortile

Traù, Cattedrale di San Lorenzo, part. una finestra gotica, sec. XV

Page 13: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 13

Marialuisa Coppola ha ribadito: “Un altro significato non meno importante è anchequello di dare un chiaro segnale – come Regione del Veneto – della precisa volontàdi mantenere desta l’attenzione nei confronti di quest’area, con particolare riguardoper le comunità di lingua istro-veneta ed italiana che vi abitano e per le loroAssociazioni, che tanto contribuiscono, con il loro operato sul territorio, alla valo-rizzazione e salvaguardia della cultura veneta”. L’assessore Coppola non ha manca-to di sottolineare come l’attuale scenario politico continentale non possa che prelu-dere ad un pronto ingresso della Croazia nell’Unione Europea, quale premessa diun ulteriore rafforzamento delle relazioni esistenti tra paesi e popoli che si affaccia-no sull’Adriatico.La giornata è stata presieduta dai professori Gino Benzoni e Ulderico Bernardi e havisto l’alternarsi di vari relatori che hanno saputo declinare la “presenza veneta”nelle sue diverse modalità e manifestazioni storiche, culturali, antropologiche.Giovanni Radossi ha inviato il proprio rapporto su “La vitalità della toponomasticaistriana tra quotidiano e ufficiale. Il caso dell’istrioto” (l’istrioto non è che un incro-cio di lingua romanza e di parlata veneta, una sorta di “variante” del dialetto vene-to). Diego Vecchiato, dirigente della Direzione Relazioni Internazionali del Veneto,ha dedicato il proprio intervento al tema “La Legge regionale n. 15 del 1994 perl’Istria e la Dalmazia. Realizzazioni e prospettive”: una iniziativa significativa per latutela della cultura e delle minoranze etniche nei paesi dell’ex Jugoslavia per l’avviodi un clima di effettivo scambio con i livelli istituzionali degli stati balcanici. Lo sto-rico dell’arte Alberto Rizzi, con “Il leone marciano in Istria e Dalmazia. Permanenzae vitalità di un simbolo”, ha analizzato come il simbolo di Venezia sia stato inter-pretato, specie dopo il Secondo conflitto mondiale, come segno di “antica domina-zione”, se non addirittura di “revanscismo” nazionalista. Piero Delbello, direttoredell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata, ha relazionato su“Le tradizioni popolari magiche nelle campagne istriane”, mettendo in evidenzacome antichissimi usi e credenze con derivazioni e radici precristiane o medievalidurino ancora ai giorni nostri. Il “gastronauta morlacco” Marino Vocci, con “Istria,la cultura e civiltà della tavola di una terra di confini. L’influenza della cucina vene-ta in quella istriana”, si è – appunto – soffermato sugli aspetti legati alla cucina e allatradizioni popolari. Egidio Ivetic, docente della facoltà padovana di Scienze politiche,ha parlato di “Popoli, culture ed eredità della Dalmazia veneta”, mostrando i pas-saggi salienti di questa complessa storia e il ruolo avuto in essa da Venezia.Fortemente legato all’attualità e agli sviluppi della nuova Europa unita è stato il con-tributo presentato da Renzo de’ Vidovich, presidente della Fondazione “Maria eEugenio Dario Rustia Traine” di Trieste, “Iniziative culturali e scolastiche promos-se dagli esuli dalmati veneti in vista dell’entrata della Croazia nell’Ue”, mentreTullio Vallery ha infine illustrato con dovizia di particolari l’“Attività editoriale dellaScuola Dalmata di Venezia”. Un quadro d’insieme vivace e poliedrico, quello che è stato tratteggiato con varietàdi accenti e di tematiche dai diversi relatori e dai rispettivi discorsi: un modo perrimanere quanto mai aperti alla plurivocità e alla ricchezza della storia e della cultu-ra – delle “culture”. La giornata che si è svolta nell’Aula Magna della FondazioneGiorgio Cini il 28 febbraio ha senz’altro avuto il merito di rinsaldare i legami tra ter-ritori e popoli che sono certamente destinati a riconoscere e a ritrovare una nuovastoria comune nel più ampio panorama europeo.

Paolo Veneziano, Polittico di Santa Lucia, part., San Giorgio, 1328-1330 ca,Veglia, Palazzo Vescovile

Vittore Carpaccio, Polittico di San Martino, part., San Martino e il povero, sec. XV-XVI,Zara, Cattedrale di Sant’Anastasia,Mostra permanente di Arte Sacra

Page 14: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Francesco di Gentile,Madonna della Farfalla,

sec. XV,Roma, Pinacoteca

Vaticana

Page 15: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

59recensioni e segnalazioni

opere generali

Carte scoperte. Il restauro del codice 29 dellaBiblioteca del Seminario Vescovile di Padova,a cura di Leonardo Granata, Padova, NovaCharta, 2009, 8°, pp. 116, ill., e 22,00.

Il libro, a cura di Leonardo Granata, profes-sore di codicologia presso l’Università diPadova ed esperto di manoscritti medievali,raccoglie otto saggi dedicati allo studio sto-rico, paleografico, codicologico e archeolo-gico del codice 29 della Biblioteca del Se-minario Vescovile di Padova. Appartenutooriginariamente al senese Ales sandro Ser-monete (1424-1487), medico, bibliofilo e docente universitario, il codice 29 avrebberag giunto la città di Padova assieme al suopossessore, qui trasferitosi nel 1479 per unperiodo di insegnamento. Entrato a far par-te tra la fine del Cinquecento e i primi annidel Seicento della collezione dell’erudito pa-tavino Antonio Querenghi (1546-1633), sa-rebbe successivamente passato agli inizi delXVIII secolo nella raccolta di Alfonso Alva-rotti (1687-1720), noto aristocratico di Pado-va, e acquistato infine per il Seminario Ve-scovile dal vescovo Giorgio Corner. Il manoscritto, con le traduzioni in volgaredi tre opere letterarie – le Eroidi di Ovidio, ilDe Pulice falsamente attribuito allo stessoOvidio e La Sfera di Goro Dati –, è un volu-me cartaceo di 91 fogli realizzato in Tosca-na nel terzo quarto del XV secolo, come sievince principalmente dalla tipologia dellafiligrana, riproducente un fiore a forma ditulipano. In occasione del riordino del pa-trimonio librario e documentario della Bi-blioteca del Seminario, nell’estate 2008,esso è stato sottoposto a un restauro che, re-sosi necessario soprattutto a causa del dete-rioramento del supporto cartaceo, lo ha re-stituito alla sua piena integrità. Il delicato intervento conservativo è statopromosso nell’ambito del progetto “Salvia-mo un Codice”, nato per iniziativa dellacasa editrice Nova Charta, a cui si deve lasalvaguardia di altri importanti manoscrittidella Biblioteca Forteguerriana di Pistoia edella Malatestiana di Cesena. Il codice 29,pur non paragonabile, per la semplicità del-l’apparato decorativo, della rilegatura e del

contenuto, ai fastosi manoscritti coevi dipiù alta committenza, riveste una certa im-portanza in quanto testimonianza della cir-colazione del sapere fra un pubblico di cul-tura modesta. In questo senso le ricerchestoriche e artistiche, effettuate contestual-mente all’opera di consolidamento del codi-ce ed esposte nel presente volume, forni-scono un interessante contributo alla storiadella produzione libraria di medio livellodella seconda metà del Quattrocento, perio-do chiave per il libro manoscritto di tradi-zione medievale, che proprio allora andavaincontro ai suoi ultimi anni di vita, primadell’invenzione della stampa. | AnnamariaPazienza |

FRANCESCA CAVAZZANA ROMANELLI, “Distri-buire le scritture e metterle a suo nicchio”. Stu-di di storia degli archivi trevigiani, Treviso,Ateneo di Treviso, 2007, 8°, pp. 238, ill., s.i.p.(Quaderni dell’Ateneo di Treviso, 15).

Francesca Cavazzana Romanelli, già Diret-trice dell’Archivio di Stato di Treviso e re-sponsabile del progetto ‘Ecclesiae Venetae’,che ha consentito la presentazione on-linedi parecchi archivi vescovili del Veneto, rac-coglie in questo volume alcuni suoi saggi,parte inediti, parte già pubblicati ma riela-borati per quest’occasione, anche con la col-laborazione di Daniela Rando e ErmannoOrlando, per ripercorrere le vicende di im-portanti archivi cittadini, in questi anni stu-diati e valorizzati da inventari e iniziative di-vulgative, perché possano continuare a sve-lare “le infinite storie [...] che per secoli han-no tramandato e raccolto”.Gli articoli esaminano dunque il destinodelle carte prodotte da enti religiosi e damagistrature periferiche di antico regime:sotto i nostri occhi sfilano la nascita, il fiori-re, gli ordinamenti ad opera di catasticatorisettecenteschi ed eruditi ottocenteschi degliarchivi storici di istituzioni caratterizzantil’identità cittadina, ecclesiastiche e laiche,come il monastero di Santa Maria di Mo-gliano e San Teonisto di Treviso, il conven-to di Santa Caterina dei Servi, la Scuola di

Santa Maria dei Battuti con il suo ospedalee infine l’antico Comune, con i volumi diestimi e le belle mappe sei-settecentesche,disegnate per calcolare l’imposta fondiariache il territorio di Treviso doveva pagare allaSerenissima.La ricostruzione puntuale della storia deicomplessi archivistici di età medievale emoderna e la descrizione delle tipologie do-cumentarie si ancorano sempre saldamen-te alle vicende storiche, spesso tumultuose,dei soggetti produttori e alla delineazionedel panorama di formazione degli istituticulturali trevigiani che oggi custodiscono ladocumentazione, in primo luogo l’Archiviodi Stato e la Biblioteca Civica, anche se nonmancano i riferimenti all’Archivio della Cu-ria vescovile e alla Biblioteca Capitolare. Il momento fondante di tutte le vicende archivistiche prese in esame da CavazzanaRomanelli viene riconosciuto nell’Ottocen-to avanzato ed è legato a due nomi: quello diBartolomeo Cecchetti, direttore dell’Archi-vio di Stato di Venezia e soprintendente ar-chivistico del Veneto e, per Treviso, soprat-tutto quello di Luigi Bailo, direttore di Bi-blioteca, Archivio e Museo municipali esensibile ordinatore del fondo delle corpo-razioni religiose indemaniato in età venetae napoleonica, depositato prima in Bibliote-ca e in seguito trasferito all’Archivio di Sta-to, dove oggi è conservato anche l’Archiviostorico comunale. | Roberta Spada |

LILIAN ARMSTRONG - PIERO SCAPECCHI - FEDE-RICA TONIOLO, Gli incunaboli della Bibliotecadel Seminario Vescovile di Padova, a cura diPierantonio Gios e Federica Toniolo, intro-duzione di Giordana Mariani Canova, Pa-dova, Istituto per la storia ecclesiastica pa-dovana, 2008, 8°, pp. 262+189 tavv., ill., e 60,00 (Fonti e ricerche di storia ecclesia-stica padovana, XXXIII).

Il catalogo delle edizioni quattrocenteschepresenti nella biblioteca del Seminario ve-scovile di Padova nasce dalla proficua colla-borazione tra l’istituto e la Biblioteca Nazio-nale Centrale di Firenze che, insieme al-

nb

notiziariobibliografico59 15

Page 16: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

16 notiziariobibliografico59

recensioni e segnalazioni

l’Ufficio Incunaboli della Biblioteca Nazio-nale Centrale di Roma, sostiene già dai pri-mi anni Novanta l’impegno nella conserva-zione dei beni librari di varie biblioteche ita-liane. I lavori di riordino e catalogazione de-gli incunaboli – già nel progetto di salva-guardia del patrimonio del Seminario pata-vino, comprendente non solo i carteggi delfondatore, i manoscritti medievali e le edi-zioni del XVI e XVII secolo, ma anche l’ar-chitettura dell’edificio e l’antica Tipografiaivi presente – erano divenuti via via più ur-genti, anche in considerazione del fatto chegli unici due cataloghi disponibili (mano-scritti) risalivano alla prima metà dell’Otto-cento, cioè a dire solo un secolo dopo l’ac-quisizione dei fondi principali. Il nuovo ca-talogo rimette quindi a disposizione di stu-diosi e appassionati un pezzo importantedella cultura veneta degli ultimi tre secoli. La storia delle prestigiose raccolte del Semi-nario, fondato intorno al 1670 da san Gre-gorio Barbarigo, è ripercorsa da GiordanaMariani Canova a partire dall’«unico ceppo»della biblioteca – ammirata dallo stessoApostolo Zeno – del conte padovano Alfon-so Alvarotti, acquistata nel 1720 subito dopola morte prematura del proprietario e accre-sciutasi lentamente per vari lasciti nel seco-lo XVIII e in maniera più rapida sotto Napo-leone, in seguito al confluire dei libri dellecorporazioni soppresse. Grazie a ciò, il Se-minario poté essere tra Sette e Ottocento uncentro di cultura di livello superiore, al paridelle università cittadine, come ricorda Pie-ro Scapecchi nella sua introduzione. Tutti i455 preziosi volumi – tra i quali vale la penadi citare almeno la Divina Commedia con ilcommento di Cristoforo Landino (1491), leEpistole di santa Caterina pubblicate da AldoManuzio (1500) e lo splendido Liber chroni-carum stampato dallo Schedel (1493) – sonoforniti di una dettagliata scheda bibliografi-ca, mentre un’attenzione particolare agliesemplari miniati o illustrati è riservata neidue lunghi saggi di Federica Toniolo e Li-lian Armstrong, cui fanno da corredo 134 ta-vole a colori e numerosi apparati di indici. | Dante Pattini |

DIEGO DOTTO, Scriptae venezianeggianti aRagusa nel XIV secolo. Edizione e commento ditesti volgari dell’Archivio di Stato di Dubrovnik,Roma, Viella, 2008, 8°, pp. 560, ill., e 45,00.

In questo volume Diego Dotto pubblica ecommenta 125 documenti da lui reperitinel Drzavni arhiv u Dubrovniku, ossia l’Ar-chivio di Stato di Dubrovnik (Ragusa) inDalmazia, risalenti al periodo compreso tra

la fine del XIII e la fine del XIV secolo. Il rap-porto di questa città con Venezia, dappri-ma dominatrice (fino al 1348), poi scomodo ma influente vicino, si riverbera anche nel-la lingua, che rientra in quello che Gian-franco Folena aveva definito veneziano «delà da mar».Questi testi, scritti in un volgare compositoma tendenzialmente venezianeggiante, co-me sottolinea già il titolo del volume, eranostati finora studiati soprattutto alla ricercadi relitte testimonianze del dalmatico, va-rietà neolatina autoctona; l’analisi di Dottoinvece, capovolgendo la prospettiva, mettein evidenza, nella loro diversa incidenza indiacronia, i tratti in comune con la scriptaveneziana coeva, ma anche gli elementi cheda questa si differenziano e le assenze ditratti che ci si aspetterebbe di trovare inquanto caratteristici della scripta laguna-re, diventando così, oltre che la storia dellapenetrazione delle scriptae di base venezia-na a Ragusa, anche, «un capitolo speciale eparticolarmente suggestivo della storia delveneziano antico», come scrive Furio Bru-gnolo nella sua introduzione al volume. I documenti, in parte editi qui per la primavolta, in parte restituiti a una lezione più fi-lologicamente affidabile, sono raggruppatiin tre corpora distinti: un primo corpus rac-coglie i testi composti da scriventi ‘nativi’,che rappresentano la scripta volgare ‘autoc-tona’, il secondo e il terzo corpus invecesono costituiti dai documenti prodotti daicancellieri (scriventi non nativi quindi), ri-spettivamente fino al 1358 e tra il 1358 e il1380, periodo di grande espansione del vol-gare nella cancelleria ragusea. Il commentolinguistico dei testi dei tre corpora vienecondotto secondo modalità differenti (peresempio di ciascun cancelliere si ricostrui-sce la provenienza e la specifica fisionomialinguistica), ma sono continui i reciproci ri-mandi, che permettono di mantenere unavisione d’insieme. L’edizione e il commento dei testi sono pre-ceduti da un rapido ma esaustivo inquadra-mento storico e da una rassegna delle fontiutili alla ricostruzione della storia linguisti-ca esterna nel Medioevo fino al principiodell’età moderna. Il lavoro è completato daun accurato glossario, strumento spesso in-dispensabile per la comprensione dei testi,ma anche utile punto di riferimento com-parativo per chi si occupi del patrimoniolessicale veneziano. | Chiara Schiavon |

immagini tratte daCarte scoperte. Il restauro del codice 29 della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova (in alto)Gli incunaboli della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova (in basso)

Page 17: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 17

recensioni e segnalazioni

Una vita tra i libri. Bartolomeo Gamba, a cura di Giampietro Berti, Giuliana Erica-ni, Mario Infelise, Milano, Franco Angeli,2008, 8°, pp. 234, e 22,00.

Il volume contiene gli atti del convegno te-nutosi il 21 e 22 maggio 2004 presso il Mu-seo civico di Bassano attorno alla figura diBartolomeo Gamba, scrittore e bibliografoche ha dato un contributo immenso alla cul-tura bibliografica non solo veneta ma anchenazionale, e che immeritatamente è cadutoin oblio da una decina di anni. Tra le sueopere ricordiamo le Serie dei testi di lingua edi altre opere importanti nella letteratura scrit-te dal secolo XVI al XIX, che sono tuttora unafonte bibliografica autorevole e sicura. La figura di Bartolomeo Gamba è stata ana-lizzata da relatori autorevoli sotto diversiaspetti, non soltanto per il contributo ap-portato alla bibliografia. Gamba, infatti, èstato ricordato anche per la sua attività e ilsuo impegno presso la Tipografia Remondi-ni di cui è stato direttore, come editore,come autore di biografie, come bibliotecarioe come uomo pienamente cosciente dei pro-blemi e dell’ambiente culturale del suo tem-po. Egli, infatti, si è trovato a vivere, a caval-lo tra il XVIII e il XIX secolo, un periodo assaidifficile per la storia politica e sociale euro-pea , sapendo però affrontare in modo illumi-nato il cambio dei regimi politici.Tale convegno si inserisce in un più ampioprogetto portato avanti dall'Amministrazio-ne comunale di Bassano del Grappa, che ha avuto come risultato l’apertura presso ilPalazzo Sturm di una sezione museale dedicata proprio ai Remondini, primi dato-ri di lavoro di Bartolomeo Gamba, presso i quali egli si formò e raggiunse il successo.| Martina Ceron |

Archivi comunali nella Provincia di Rovigo.Indagine conoscitiva per la ricerca storica, acura di Giustiniana Migliardi O’Riordan,Rovigo, Minelliana, 2007, 8°, pp. 178, ill., s.i.p.

Il volume riporta i risultati di un’indagineconoscitiva sugli Archivi comunali della Pro-vincia di Rovigo, una ricerca che ha visto co-involti nella sua realizzazione, oltre ai pro-fessionisti che hanno redatto le schede per laraccolta dei dati storici, la Soprintendenzaarchivistica per il Veneto, il Servizio Beni li-brari, archivistici e museali della RegioneVeneto, l’Assessorato alla Cultura della Pro-vincia di Rovigo, l’Associazione Minellianadi Rovigo e la Fondazione Cassa di Rispar-mio di Padova e Rovigo. Le schede di rac-colta utilizzate sono state le medesime re-

datte per la rilevazione informatizzata didati storici, istituzionali e archivistici deiComuni del Veneto che, commissionatadalla Direzione generale per gli archivi, ini-ziò negli anni Novanta. I dati raccolti, sfor-tunatamente non sempre completi, sonotuttavia utilissimi perché costituiscono, inquesto caso come in quello del progetto giàcondotto per la Provincia di Belluno, un va-lido punto di partenza per diversi percorsidi ricerca. Per ognuno dei Comuni della provincia è riportata l’appartenenza alle varie domi-nazioni che nel tempo si sono succedutenell’amministrazione del territorio, a parti-re dal XII secolo per arrivare sino al Regnod’Italia, passando per la dominazione fran-cese e austriaca. Nello specifico la schedariassume in breve la storia del Comune edel relativo archivio, che viene descrittonelle sue caratteristiche fondamentali: leserie principali e gli archivi aggregati. Leschede dei Comuni riportano inoltre la se-de, il nome del referente, la modalità e gliorari di consultazione dei relativi archivi. | Martina Ceron |

Cooperare in biblioteca: esempi e prospettive.Atti della VIII Giornata delle Biblioteche delVeneto (Treviso, Biblioteca del SeminarioVescovile, 24 novembre 2006), Venezia,Regione Veneto, 2007, 8°, pp. 174, ill., s.i.p.

La “Giornata delle Biblioteche del Veneto”rappresenta un evento di fondamentale im-portanza per la politica culturale della Re-gione, in quanto permette di avvicinare glioperatori del settore, di informarli su pro-getti e programmi avviati e gestiti dalla Re-gione del Veneto e di continuare quella co-operazione nelle e tra le biblioteche che, in-trapresa oramai da molti anni, ha dimostra-to tutta la sua efficacia ed efficienza.L’ottava edizione dell’evento, svoltasi a Tre-viso presso la Biblioteca del Seminario Ve-scovile nel novembre 2006, si è concentra-ta su tre tematiche principali: la valutazionedei servizi delle biblioteche, la gestione del-le collezioni e il deposito legale delle pub-blicazioni edite nel Veneto.La valutazione dei servizi bibliotecari è unpassaggio obbligato per la progettazione e laprogrammazione di politiche bibliotecarieorganiche. Le politiche pubbliche, infatti,non possono prescindere dalla raccolta edelaborazione costante di dati, secondo me-todologie appropriate e condivise dai biblio-tecari. Solo in questo modo, infatti, saràpossibile avere un riscontro dell’efficienzadelle politiche intraprese e realizzare una

immagini tratte da “Distribuire le scritture e metterle a suo nicchio”... (in alto e in centro)Scriptae venezianeggianti a Ragusa... (in basso)

Page 18: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

18 notiziariobibliografico59

cooperazione concreta tra le biblioteche. A tale scopo è perciò stato avviato nel 2005il “Progetto regionale di misurazione e va-lutazione dei servizi bibliotecari” con la col-laborazione delle sette Province venete e deiloro Centri Servizi Bibliotecari, dell’Asso-ciazione Italiana Biblioteche e delle Dire-zioni Sistema Informatico e Sistema Stati-stico della Regione.Parte della giornata è stata dedicata alla ge-stione delle collezioni e, più nello specifi-co, al problema dello scarto documentario.Il tema è di forte impatto sulle biblioteche esulla loro organizzazione, dal momento chemantenere una raccolta libraria e documen-taria sempre aggiornata e accattivante perl’utente necessita di impostarne in modoappropriato la costruzione e di operare del-le scelte consapevoli quando si decide di ri-nunciare a dei volumi.Infine, in conseguenza della legge 106 del15 aprile 2006, è stata discussa la questionedel deposito legale. La Regione Veneto de-ve, infatti, attendere per legge al deposito dilibri e documenti editi nel territorio veneto,conservando due copie di tutto il materiale.Tale impegno richiederà scelte politiche im-portanti e la collaborazione e il concorso ditutti: gli enti locali, gli editori, le Università,l’AIB e il Ministero. Dagli atti della Giornatasi evince che obiettivo comune di tutti gli at-tori del mondo delle biblioteche è lo svilup-po di servizi bibliotecari estesi e di qualità, e che il raggiungimento di tale obiettivo pas-sa necessariamente attraverso la valutazionedei servizi stessi, la tutela del patrimonio e la garanzia di livelli professionali adeguati. | Martina Ceron |

Inventario dell’archivio storico FederbracciantiCGIL Padova, a cura di Mirko Romanato, Pa-dova, Centro studi Ettore Luccini - Somma-campagna (VR), Cierre, 2006, 8°, pp. 323 +XIII tavv., ill., e 15,00 (Archivi del Luccini.Materiali di storia, 1).Inventario dell’archivio storico Fiom CGIL Pa-dova, a cura di Andrea Naletto, Padova,Centro studi Ettore Luccini - Sommacam-pagna (VR), Cierre, 2007, 8°, pp. 561 + XII

tavv., ill., s.i.p. (Archivi del Luccini. Mate-riali di storia, 2).

I primi due volumi della collana “Archivi delLuccini, materiali di storia”, iniziativa dedi-cata al patrimonio archivistico conservatodal Centro “Ettore Luccini” di Padova, rap-presentano altrettanti tasselli significatividella vicenda del movimento operaio venetoe padovano. Operazione editoriale meritoriain quanto, come viene sottolineato nell’in-

troduzione al volume inaugurale, proprio gliarchivi sindacali “condividono con gli archi-vi privati problemi e mancanze di risorse,subendo dispersioni, mutilazioni, occulta-zioni, riorganizzazioni ambiziose, il più del-le volte non documentate”. Una di questenefaste “mutilazioni” riguarda proprio i me-talmeccanici padovani, privati della docu-mentazione relativa alla fase unitaria dellaFLM-Federazione Lavoratori Metalmeccani-ci, andata perduta negli anni Ottanta. Nella prima pubblicazione ospitata dagli“Archivi del Luccini”, curata da Mirko Ro-manato, è presentato l’intero archivio dellaFederbraccianti padovana, sigla sindacaleche, nell’arco di quarant’anni di attività, dalsecondo dopoguerra fino agli anni Ottantadel Novecento, seppe diventare punto di ri-ferimento per una parte non trascurabiledei lavoratori della campagna padovana,fino al progressivo e inarrestabile declinodel lavoro bracciantile. La sua storia riemer-ge attraverso la ragguardevole mole di do-cumenti conservati, vertenze, scioperi, ac-cordi aziendali, verbali ecc. Il secondo volu-me, curato da Andrea Naletto, è invece de-dicato al corposo archivio della Fiom, luogotuttora “in fieri”, se considerato come depo-sitario delle rivendicazioni e delle lotte sin-dacali di una categoria ancora molto pre-sente e radicata, e specialmente se non vie-ne dimenticata l’importanza che l’industriameccanica continua ad avere nel panoramadel cosiddetto “settore secondario” in Vene-to. L’archivio, pur coprendo un arco crono-logico che parte dal 1948, contiene anchedocumenti risalenti a date e vicende più re-mote; esso rappresenta una storia originaledello sviluppo dell’industria metalmeccani-ca nel padovano. Una storia pazientementericostruita come in un vasto mosaico, da tes-sere di varia forma e consistenza che sonodenominate, di volta in volta, “trattative”,“accordi per la cassa integrazione”, “docu-menti di valutazione dei piani industriali”ecc., e che giungono a comporre un quadrod’insieme, dal quale il ricercatore e lo stu-dioso possono attingere, ottenendo nonsolo utili informazioni sulla forza e sulla dif-fusione del sindacato, ma anche sulle con-crete condizioni del lavoro, sull’articolazionequotidiana delle lotte, dei diritti e delle liber-tà sindacali. La corrispondenza tra i due vo-lumi è data anche dal fatto che la “vecchia”Federbraccianti fu, almeno fino alla stagionedel boom e del miracolo economico, la cate-goria più numerosa all’interno della Cgil,prima di cedere il passo all’avanzata dellaFiom, con l’ingresso negli anni Sessanta econ l’avvio di una nuova temperie politica,economica e sociale. | Diego Crivellari |

Cultura e tradizione accademica. Il ruolo degli atenei fra passato e futuro, Atti del Convegno di Studio degli Atenei di Vene-zia, Treviso, Brescia e Bergamo (Treviso,20-21 ottobre 2006), a cura di Giuliano Simionato, Treviso, Ateneo di Treviso,2007, pp. 128, ill., s.i.p.

Il volume raccoglie gli atti del Convegno distudio Cultura e Accademia fra tradizione einnovazione, svoltosi a Treviso presso laCasa dei Carraresi il 20 e 21 ottobre 2006. Il convegno è stato una stimolante occasio-ne di confronto e di progettualità, oltre chedi crescita e di riflessione sia per le Accade-mie partecipanti che per i promotori e la cit-tà. Tale appuntamento ha il merito di avereraggiunto l’obiettivo di riunire non soloesponenti del mondo accademico, ma an-che del mondo politico e istituzionale attor-no al tema della promozione della cultura,conseguendo esiti concreti e di qualità. Il Convegno ha seguito un filo conduttoreben preciso: “fare il punto per elaborarenuova progettualità”. Gli Atenei di Treviso,Venezia, Brescia e Bergamo, apprezzandotale linea di condotta, hanno aderito al pro-getto intervenendo con i propri rappresen-tanti e hanno illustrato durante le due gior-nate i rispettivi modelli di funzionamento edi rapporti con il contesto.La prima parte del volume contiene le rela-zioni relative al tema Gli Atenei delle città eper le città svolte durante la mattinata delprimo giorno con la presidenza di GiulianoRomano, relazioni che forniscono interes-santi indicazioni per orientare e vivificare ilmandato degli Atenei.La sessione pomeridiana, presieduta daGian Domenico Mazzocato, ha sviluppato il tema Conservazione della memoria e pro-mozione della cultura, analizzando il ruolodegli Atenei tra passato e futuro e aprendocosì un dialogo-confronto fra i rispettivirappresentanti.Cultura e territorio è stato l’ultimo tema af-frontato dal Convegno: durante la secondagiornata presieduta da Giorgio Tomaso Ba-gni sono stati analizzati gli interventi pub-blici dell'ente locale e del privato sociale nelsettore della cultura, sottolineandone la pro-blematicità e complessità, ma anche apren-do prospettive di collaborazione meritevolidi traduzione operativa.Il volume, inoltre, nell’ultima parte forniscedelle brevi ma utili schede sugli Atenei,contenenti informazioni sulla loro storia, laloro struttura e i recapiti. | Martina Ceron |

recensioni e segnalazioni

Page 19: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

storia della chiesa

SAN LORENZO GIUSTINIANI, L’albero della vita.Opera omnia, 2 voll., traduzione di mons.Attilio Costantini, revisione a cura di Ales-sio Cotugno e Silvia Zoico, Venezia, Regio-ne del Veneto - Marcianum Press, 2008, 8°,volume I: pp. XVIII-291, ill., e 40,00; volu-me II: pp. XIV-207, ill., e 38,00.

I due volumi raccolgono e pubblicano, tra-dotte per la prima volta integralmente damons. Attilio Costantini, studioso e docentedi filosofia presso il Seminario patriarcaledi Venezia, gli scritti di un eccezionale per-sonaggio veneto, vissuto tra la fine del Tre-cento e l’inizio del Quattrocento: LorenzoGiustiniani. Egli testimoniò con la propriaesistenza quel travaglio, spesso doloroso,ma altrettanto spesso ricco di esiti positivi,che si stava in quell’epoca producendo, an-che in seno alla Chiesa cattolica, a seguitodelle spinte nel segno del rinnovamento edella rigenerazione spirituale portate avantidall’Umanesimo.L’esistenza di san Lorenzo scandisce in ma-niera esemplare le tappe di un ideale per-corso di rinnovamento religioso tipico diquest’epoca: nato da una delle più impor-tanti famiglie dell’aristocrazia venezianatrecentesca, Lorenzo decide di allontanarsimolto presto dall’ambiente agiato dal qualeproveniva, spinto dall’esigenza di intrapren-dere un proprio percorso nel senso di una ri-forma della Chiesa, dedicandosi a una prati-ca contemplativa e di preghiera, coniugataperò indissolubilmente a un’intensa attivitàdi carità e sostegno ai poveri. L’incontro de-terminante avvenne proprio a Venezia nel-l’isola di San Giorgio in Alga, già sede di unconvento di Agostiniani che ospitava, a par-tire dal 1403, una Congregazione dei Cano-nici Secolari, “dedita al rinnovamento dellavita religiosa secondo un modello più auten-ticamente evangelico ed apostolico”. Di que-sta Congregazione, alla quale rimase lega-to per il resto della sua vita – conciliando l’impegno anche con le successive caricheche ricoprì quale Priore del monastero diSant’Agostino di Vicenza e successivamentevescovo di Castello –, Lorenzo divenne benpresto la personalità di riferimento.Dall’opera di Lorenzo Giustiniani emergevivida la dote che denota indiscutibilmentela figura del Santo: la capacità di saper con-ciliare una grande saggezza pratica e unaspiccata inclinazione pedagogica con unacostante attenzione e penetrazione per ladottrina e i contenuti più prettamente nor-mativi della fede cattolica, nella consapevo-lezza dell’impossibilità di disgiungere dot-trina e vita, contemplazione e azione. Eccoallora il primo scritto, contenuto nel primo

volume dell’Opera omnia – L’albero dellavita, redatto nel 1419 – che ben testimonia iprimi anni di attività di san Lorenzo nel-l’ambito della Congregazione sull’isola diSan Giorgio in Alga: anni di fervente ricer-ca spirituale che si concretizza in questotrattato, un vero e proprio percorso di eleva-zione segnato dal “risveglio” della cono-scenza e dell’amore di Dio. Disciplina e perfezione della vita monastica,che occupa il secondo volume, scritto di Lo-renzo Giustiniani tra i più diffusi e cono-sciuti, testimonia invece l’interesse più pret-tamente pratico e pedagogico dell’attività e del pensiero del santo. Con quest’operacomposta nel 1425, in un momento storicoattraversato da differenti tensioni riformatri-ci e rinnovatrici dell’esperienza e della vitareligiose, Lorenzo Giustiniani traccia unasorta di manuale della vita monastica, elen-candone finalità, natura, caratteristiche,modalità di realizzazione. Perno della trattazione e della vita monasti-ca stessa sono, da un lato, il contrasto tra lapochezza della vita e dei beni temporali e,dall’altro, la possibilità di una rigenerazio-ne della vita interiore nell’esperienza di vitamonastica, la cui perfezione risiede nellacapacità di coniugare vita contemplativa evita attiva. | Francesca Zanardo |

PIETRO IOLY ZORATTINI, I nomi degli altri.Conversioni a Venezia e nel Friuli Veneto inetà moderna, Firenze, Leo S. Olschki, 2008,8°, pp. 385, e 42,00.

È una multiforme e, per molti versi, ineditastoria di conversioni alla fede cattolica quel-la raccontata nel presente volume da PietroIoly Zorattini. Lo studio si inserisce perfet-tamente nel ricco filone di attività di ricercae pubblicazioni sulla storia dell’ebraismoveneto e friulano che contraddistingue l’o-perato dell’Associazione per lo Studio del-l’Ebraismo delle Venezie di Udine fin dalmomento della sua nascita. Zorattini ha ripercorso e ricostruito nel det-taglio il fenomeno delle conversioni al cat-tolicesimo degli “infedeli” – fossero essiebrei, musulmani o cristiani non cattolici –nella città di Venezia in epoca moderna:l’ampio arco di tempo, dal Cinquecento aldefinitivo tramonto della Serenissima allafine del Settecento, così come la realtà diVenezia, da sempre ponte tra Oriente e Oc-cidente, crocevia di culture e religioni, sonoentrambi fattori che hanno permesso al-l’autore di seguire l’evoluzione del fenome-no delle conversioni anche in relazione allevicende storiche e socio-politiche interna-

notiziariobibliografico59 19

recensioni e segnalazioni

immagine tratta da L’albero della vita...

Page 20: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

20 notiziariobibliografico59

zionali di quell’epoca. L’inizio del Cinque-cento fu un momento particolarmente im-portante sia per uno sviluppo dell’idea e del-le modalità stesse di realizzazione dellaconversione in Occidente, sia per l’interessedella Chiesa di Roma nei confronti dei“neofiti” e del loro accompagnamento sullastrada della salvezza; basti pensare a questoproposito all’attività di Ignazio di Loyola, ilfondatore della Compagnia di Gesù, che siimpegnò instancabilmente nell’opera di re-denzione di diverse categorie di individui,non ultimi i Giudei. L’attività di Ignazio diLoyola culminò con l’istituzione a Romadella prima “Casa dei Catecumeni”, istitu-zione dedicata all’accoglienza e alla cateche-si di ebrei e di altri infedeli. La presente ricerca, frutto dell’accurato la-voro su un grande numero di documentid’archivio, procedimenti del Sant’Uffizio e registri di Battesimo, si è concentrata sul-la storia e sulle vicende della “Pia Casa deiCatecumeni”, istituita a Venezia nel 1557quale centro per l’accompagnamento de-gli infedeli nella catechesi in vista del bat-tesimo nell’ambito della più generale at-tività missionaria delineatasi all’interno del-la Chiesa cattolica della Controriforma. Inparticolare lo studio di Zorattini, partendoda una panoramica complessiva sul signi-ficato e sulle forme della conversione nelletre grandi religioni monoteiste più diffusein Occidente a quel tempo (Ebraismo, Cri-stianesimo e Islamismo), arriva all’epocadell’istituzione della Pia Casa, per analiz-zarne nel dettaglio l’attività di catechesi, ilruolo sociale svolto nella città di Venezia,le storie di tutti coloro che vi furono accol-ti, uomini, donne o intere famiglie, i ri-svolti più intimi di questi percorsi di con-versione e gli esiti spesso inattesi con iquali si concludevano: uno dei dati che piùsalta all’occhio scorrendo i registri dellaPia Casa, riportati all’interno del presen-te studio, è l’altissima percentuale di cate-cumeni che non arrivarono al battesimo. | Francesca Zanardo |

Tra monti sacri, “sacri monti” e santuari: ilcaso veneto, Atti del Convegno di studi(Monselice, 1-2 aprile 2005), a cura di Anto-nio Diano e Lionello Puppi, Padova, Il Poli-grafo, 2006, 8°, pp. 323, ill., e 25,00 (Car-rubio, 6).

È fenomeno piuttosto recente l’attenzioneportata dalla storiografia a quelli che glistessi specialisti della materia definiscono“processi di sacralizzazione del territorio”:in tale contesto occupano un ruolo di rilievo

i Sacri Monti che sono al centro di questapubblicazione, curata da Antonio Diano eLionello Puppi, vale a dire gli itinerari devo-zionali fioriti nell’epoca della Controrifor-ma – “scorciatoie per il paradiso”, nelle parole dello scrittore Cibotto – soprattuttoin Piemonte e Lombardia, ma con signifi -cative propaggini venete. Si saliva verso col-li e verso edifici sacri per significare unasorta di elevazione spirituale conquistata in-sieme alla sommità che veniva raggiuntacamminando. In questo volume, alcuni dei maggiori stu-diosi dei luoghi di culto cercano di far intra-vedere uno “specifico” veneto nelle valenzeculturali, architettoniche, artistiche del fe-nomeno dei Sacri Monti dell’Italia setten-trionale, soffermandosi sulle “Sette Chiese”di Monselice, nel padovano, e su altri luoghiche, come Monte Berico, preservano tuttoraquesta preziosa eredità. In particolare, le“Sette Chiese” monselicensi, che costitui-scono parte rilevante di questo patrimonioculturale e si inseriscono all’interno di uncomplesso sistema simbolico e materiale,religioso e architettonico, sono il fulcro in-torno al quale ruotano molte delle indaginipresentate in queste pagine. In un’ottica ditipo interdisciplinare, i vari autori opera-no un confronto a distanza tra la realtà pie-montese-lombarda dei Sacri Monti e le pe-culiari esperienze di costruzione di santuariin area veneta tra la fine del Medioevo e l’etàmoderna. Le “Sette Chiese”, collocate strate-gicamente lungo la salita di un colle, si pro-pongono di rappresentare e rendere eviden-te l’ascensione dello spirito, un percorso cheè insieme fisico e spirituale, alla conquistadel luogo sacro. Il volume – che presenta scritti di FrancoCardini, Mario Sensi, Carlo Tosco, Alessan-dro Rovetta, Marina Montesano, Giuseppebarbieri, Loredana Olivato, Roberto Valan-dro, Lionello Puppi, Antonio Diano, SergioClaut, Giorgio Mies, Maria Luisa Gatti Pe-rer – vuole contribuire ad inserire le temati-che religiose venete e monselicensi nel con-testo dei Sacri Monti dell’Italia settentriona-le, che recentemente hanno ottenuto il rico-noscimento dell’Unesco quale patrimoniodell’umanità da tutelare e promuovere a li-vello mondiale. | Martina Ceron |

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Tra monti sacri, “sacri monti” e santuari...

Page 21: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 21

recensioni e segnalazioni

ambiente

scienze naturali

Lessinia, a cura di Paola Bodini, GaetanoBonazzi, Marco Comencini, Pietro Corsi,Maurizio Delibori, Gianmarco Lazzarin,Fiammetta Serego Alighieri, Massimo Tri-dapali, coordinamento di Maurizio Delibo-ri, Verona, Centro Turistico Giovanile Ani-matori Culturali ed Ambientali “Lessinia”,con il patrocinio della Regione del Veneto,2005, 8°, pp. 527, ill., s.i.p.

La Lessinia è un altopiano delle Prealpi Ve-nete che sorge sopra Verona e degrada conlunghe dorsali verso la pianura. E una terra“ricca di valori ancora troppo poco cono-sciuti, sia naturalistici come antropici: unaserie di testimonianze geologiche, botani-che, faunistiche, storiche, architettoniche,tradizionali, economiche, tutte da valorizza-re e da divulgare” – così scrive nella presen-tazione Maurizio Delibori, coordinatore delvolume realizzato dal Gruppo Centro Turi-stico Giovanile Animatori Culturali ed Am-bientali “Lessinia” in vent’anni di ricerche. La storia geologica inizia oltre 200 milionidi anni fa con i sedimenti depositati sul fon-do del mare e continua con fenomeni si-smici e vulcanici, con glaciazioni ed erosio-ni da agenti atmosferici. I fossili presentinelle rocce consentono di stabilirne le età;famoso il giacimento di Bolca, frutto del-l’interramento di remote lagune, per il grannumero di specie animali e vegetali. Il clima della Lessinia varia con l’altitudinee la natura del suolo, così la vegetazione chepassa dai vigneti, frutteti e oliveti nella par-te più bassa a una fascia superiore con bo-schi di querce, castagni, faggi e pini, ai pra-ti-pascoli delle zone più alte e aride. Nume-rosi e meno legati a specifici habitat sonogli animali, specialmente quelli apparte-nenti alla microfauna, ma con il recentespopolamento della montagna sono ricom-parse anche specie da tempo assenti, comecervi, camosci e caprioli.La storia dell’uomo in Lessinia comincia inun passato remotissimo, circa 400.000anni fa e lascia poche tracce in grotte e ri-pari sotto roccia; poi i ritrovamenti si fannopiù numerosi, i reperti più vari e dall’etàdella Pietra si passa a quella del Rame, delBronzo e del Ferro, nel 1000 a.C., quandotermina la preistoria. La parte successivadel volume tratta la Lessinia in epoca roma-na, in epoca medievale, durante la domina-zione di Venezia (1405-1479) e in età mo-derna, dalla dominazione francese ad oggi. I capitoli sono accompagnati da schede,piante, disegni e fotografie che illustrano eapprofondiscono i temi più interessanti. | Marilia Ciampi Righetti |

La pericolosità geologica per instabilità dei ver-santi nell’Alta Val Cordevole. Progetto CARG-

Veneto, Venezia, Regione del Veneto - Pado-va, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Isti-tuto di Ricerca per la Protezione Idrogeolo-gica, 2007, 8°, pp. 79, ill., CD all., s.i.p.

Lo studio, realizzato dalla Regione Veneto edal CNR di Padova, utilizzando i dati pluvio-metrici degli ultimi vent’anni, ha conside-rato i dati di massima precipitazione deimesi di giugno, luglio, agosto, ottobre e no-vembre, così come altezza e permanenzadel manto nevoso, constatando che il terre-no risulta libero da giugno a settembre, conla maggior altezza nel mese di aprile.L’area studiata è quella del fiume Cordevo-le, compresa dal passo Pordoi fino alla con-fluenza con il rio Andrai, vale a dire una su-perficie di 90 kmq e quote da 3152 a 1150metri sul livello del mare.Dal punto di vista geologico sono stati indi-viduati cinque complessi differenti, mentreper gli insediamenti nell’Alta Valle del Cor-devole sono tenuti in considerazione anchei centri abitati di piccole dimensioni, com-prese le zone residenziali e quelle dedicateai servizi turistici. Anche i fabbricati ruraliin legno o quelli pietrosi destinati a stallasono stati compresi nello studio, che regi-stra pure le tracce lasciate durante le opera-zioni militari, le trincee e le gallerie che oggivengono inserite nei circuiti visitabili relati-vi alla Grande Guerra. Lo studio ha provveduto a classificare, inol-tre, le modalità con cui hanno avuto luogo lefrane, i crolli, gli scivolamenti, le colate de-tritiche, ampiamente documentati da foto ecartine descrittive. Con il materiale così rac-colto è stato possibile realizzare una cartainformativa sulle pericolosità geologiche chepotrà essere continuamente aggiornata inbase alle variazioni. Inoltre, in termini didefinizione del dissesto, è stata redatta unacarta geologica contenente le caratteristichelitologiche, l’indicazione delle faglie, dellesorgenti e dei vari tipi di vegetazione (bo-sco, prato, cespuglio, rocce). | Franca Fabris |

Tra le contrade di Laghi: 10 escursioni con notenaturalistiche, storiche, etnografiche, a cura diLiverio Carollo, Michele Berta e Omar Oli-viero, Vicenza, La Serenissima, 20072, 8°,pp. 157, ill., s.i.p.

Questa seconda edizione del libro Tra lecontrade di Laghi propone dieci interessantiitinerari che fanno conoscere nella suacompletezza la zona, illustrandola in ma-niera dettagliata per la minuzia dei partico-

immagini tratte da Lessinia...

Page 22: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

22 notiziariobibliografico59

lari e dei ricorsi storici. La Val di Laghi è si-tuata ad occidente delle Prealpi vicentine egli autori ne forniscono un’attenta analisigeologica-stratigrafica, nonché un esameclimatico, al fine di delinearne in modo pre-ciso la distribuzione vegetativa, con un’am-pia gamma floristica che comprende, al pri-mo posto, faggi e pini mughi.Vengono, allo stesso modo, ricercate ed elen-cate le varie specie animali che l’hanno elet-ta a loro dimora. Queste note preliminari siconcludono con un breve riassunto storicosui principali avvenimenti che vi hanno avu-to luogo, dall’epoca romana all’importantepresenza longobarda tra VII e VIII secolo ealla trasformazione in feudo durante l’impe-ro dei Franchi, con il quale ebbe inizio l’in-sediamento stabile in valle. I secoli seguentifurono sempre contrassegnati da vicendedurissime, fino alla Prima Guerra mondialeche non risparmiò certo il territorio.Il volume suggerisce diverse escursioni, tuttepiuttosto facili, anche per famiglie con bam-bini, proponendo, di volta in volta, gli ele-menti di maggiore interesse (i laghi, le cime,i panorami, i capitelli che esprimono l’anticafede popolare agli incroci dei sentieri).La Val di Laghi è la “terra dei fili”, costituitida filo di ferro intrecciato, che si ritrovanoovunque, poiché rappresentano ancora oggiil più efficace mezzo di trasporto tra le zoneelevate e la valle. Tramite i fili si inviano avalle fasci di legname, tronchi, erba e fienoper gli animali, lo stallatico, mentre in salitavengomo spediti attrezzi da lavoro, cibo per ilavoratori e gli strumenti per la raccolta.Oggi la zona attraversa una profonda crisidemografica e si anima soltanto nel periodoestivo e in occasione delle sagre dedicatealle antiche usanze. | Franca Fabris |

Colli Euganei. Parco naturale e terra da vive-re. Alla luce della revisione del Piano ambien-tale e delle nuove norme europee, Atti del Con-vegno (Padova, Accademia Galileiana diScienze, Lettere e Arti, 25-26 ottobre 2007),a cura di Oddone Longo e Franco Viola, Pa-dova, Esedra, 2008, 8°, pp. 176, ill., e 21,00.

I Colli Euganei sono stati presi in conside-razione nelle loro componenti storiche,paesaggistiche, sociali ed ecologiche solodal 1935. In questo territorio, tra gli anniCinquanta e Sessanta, lo sfruttamento in-tensivo delle cave, unito all’inquinamen-to derivante dall’attività dei cementifici e alle combustioni necessarie alle produzioni,ha modificato e compromesso equilibri geo-logici e naturali sempre esistiti. Nel 1989, fi-nalmente, la Regione stabilì che questo im-

pagabile tesoro naturale venisse riportatoalle antiche condizioni, con la sua trasfor-mazione in Parco Regionale e la tutela diogni bene ambientale.Il volume offre, tra l’altro, la descrizione diquegli elementi che rappresentavano untempo i colli Euganei: ricchezze paesaggi-stiche, ecologiche, faunistiche con specierare, siti acquatici, colture legnose pregiate,pascoli, boschi, vigneti preziosi, alcuni anti-chi di mille anni, messi in terra dai monacianche in funzione dell’uso eucaristico cheal vino era stato conferito. | Franca Fabris |

Agricoltura e gastronomia nel territorio di Ca-vaion, a cura di Luciano Bonuzzi, Cavaion(VR), Verona, Accademia di Agricolturascienze e lettere di Verona - Comune di Ca-vaion, 2008, 8°, pp. 158, ill., s.i.p.

L’abitato di Cavaion Veronese è placida-mente adagiato sul fianco sud-est del mon-te San Michele, privilegiata terrazza sulle si-nuose colline che, a due passi dal Lago diGarda, sono la terra del Bardolino. Ma nonsolo; oltre al vino, grazie alle sue caratteri-stiche geologiche e al benevolo influsso dellago, il territorio di Cavaion è prodigo dimolti altri prodotti, tra i quali spicca l’oliod’oliva. In questa zona, le uve Corvina eRondinella si esprimono al loro massimo,dando al Bardolino note olfattive e di sapo-re straordinarie. L’olio si fa scrigno di sen-tori fruttati, preservati dalla bassa acidità:un prodotto eccellente del quale Cavaionnon è solo centro di produzione, ma anchedi diffusione e valorizzazione, essendo sededel Consorzio Tutela Olio Extravergine diOliva Garda DOP.Tanta ricchezza in riva al Garda non potevanon avere tra i suoi estimatori e promotoril’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lette-re di Verona che, in collaborazione con ilComune stesso, è da tempo impegnata ininiziative volte alla valorizzazione del patri-monio gastronomico-culturale di Cavaion.La più recente di queste attività è stata l’or-ganizzazione del convegno Agricoltura e ga-stronomia nel territorio di Cavaion, i cui Attisono raccolti nel presente volume. L’esigen-za di riunire a simposio studiosi ed esperti ènata dalla convinzione secondo cui, per ren-dere conto delle peculiarità dei beni di que-sta terra, servono “approcci complessi e benarticolati che vanno dallo studio del terrenoalla descrizione dei prodotti finali”, comespiegano il sindaco Lorenzo Sartori e il pre-sidente dell’Accademia Galeazzo Sciarretta.Il percorso tracciato dai relatori del conve-gno parte dallo studio del territorio di Ca-

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Tra le contrade di Laghi... (in alto)Ciclovia del Sile... (in basso)

Page 23: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 23

recensioni e segnalazioni

vaion in tutti i suoi aspetti fondamentali, at-traverso l’analisi di variabili geologiche,geografiche, climatiche. Un’altra sezioneaffronta l’argomento vino, sviluppandoloesaustivamente, dalle tecniche agricole allevarietà di vitigni, fino ad alcuni utili cennialla tecnica della zonazione, metodo di lavo-ro ormai fondamentale nella moderna eno-logia. La stessa attenzione e la stessa preci-sione sono applicate alla trattazione dell’oli-vicoltura, senza dimenticare lo sguardo sul-l’insieme dei prodotti agroalimentari dellazona. Complemento adeguato si rivela l’in-tervento di Giuseppe Ferrari sulla dieta me-diterranea, che nei frutti di Cavaion trovavalidi alleati. I vari saggi hanno anche il me-rito, però, di riuscire a rendere un concettofondamentale, che va al di là delle conside-razioni scientifiche o tecniche: cibo, vino eolio sono prima di tutto irrinunciabili notedel quotidiano, elementi alle base del piace-re della convivialità. | Alessandro Pezzin |

PAOLO PERINI - STEFANO MALVESTIO, Cicloviadel Sile. Da Castelfranco Veneto a Jesolo in bi-cicletta, Portogruaro (VE), Ediciclo Editore,2008, 8°, pp. 84, ill., e 13,00.

In tempi di nuovo shock petrolifero, risco-prire il fascino della bicicletta può risultarecosa agevole e, tutto sommato, normale.Eppure non c’è nulla di scontato nel prova-re in prima persona l’emozione di spostar-si con questo mezzo di locomozione anticoe semplice, che conosce oggi una grandefortuna, non solo in ambito agonistico oamatoriale. Non si deve parlare di “secondagiovinezza” della bicicletta, ma, più sem-plicemente, di una nuova collocazione diquesto mezzo nell’immaginario dei nostrispostamenti divenuti sempre più difficiliquando non traumatici, di nuovi significatie di nuovi utilizzi, di nuove connotazioni.Dopotutto in molti hanno amato un libroche l’editore italiano Bollati Boringhieri hatradotto col titolo di Elogio della bicicletta,ma che nell’originale aveva un titolo attua-lissimo (Energie et equité), un testo che è unavera apologia dedicata a tale mezzo da unoscrittore-filosofo come Ivan Illich, nell’an-no 1973, guarda caso ricordato per un altroshock petrolifero.Ben vengano allora guide come questa, ingrado di tracciare in modo ineccepibile iti-nerari ipotetici e reali, naturalistici e artisti-ci, lungo un fiume così importante del ter-ritorio veneto. Il Sile offre infatti la possibi-lità di essere avvicinato, dai punti di vistastorico-artistici e ambientali, in sella ad unabicicletta e, cosa non trascurabile, il percor-

so è alla portata di grandi e piccoli, per la so-stanziale assenza di rilievi e per la linearitàdel territorio che attraversa. Una linea men-tale e reale che congiunge l’area della Ca-stelfranco Veneto di Giorgione alla bellissi-ma campagna di Badoere e Morgano, pas-sando per il centro cittadino di Treviso e viavia lungo l’alzaia, fino a Casale sul Sile dovetroviamo la chiesa affrescata da Gian Do-menico Tiepolo, a Quarto d’Altino e allazona della foce a Jesolo, ricca dei tanti pun-ti d’osservazione che solamente un ambien-te lagunare unico quale quello veneziano saoffrire. In totale la ciclovia disegna un tra-gitto di un centinaio di chilometri e offre lapossibilità di continue soste dedicate all’ar-te, al richiamo di ambienti umidi come pa-ludi, risorgive e oasi naturali, all’osservazio-ne di animali e di una flora in mutazionecon il passare dei chilometri.La pubblicazione, curata da Paolo Perini(scrittore e guida naturalistica ambientale) e da Stefano Malvestio (istruttore dellaScuola italiana di mountain bike) con la col-laborazione dell’Associazione InVenetoOnlus, si inserisce all’interno dell’interes-sante collana “Ciclovie” dell’editore Ediciclodi Portogruaro che vede, tra le altre, la pre-senza di un volume del tutto analogo dedi-cato alla ciclovia del fiume Brenta. In attesache il progetto di una ciclovia che corra lun-go il sedime della vecchia linea ferroviariaTreviso-Ostiglia diventi realtà, possiamo,grazie anche a strumenti come questa gui-da, iniziare a conoscere percorsi già pratica-bili e di grande richiamo. | Alberto Cellotto |

lingua - tradizioni

La ricerca scientifica sulla montagna: da Gio-vanni Angelini al Centro Studi sulla Monta-gna / Nomi di luoghi e di monti delle Alpi, Attidei Convegni nel centenario della nascita diGiovanni Angelini (Belluno, 4 giugno 2005e 3 dicembre 2005), a cura di Ester CasonAngelini, Belluno, Fondazione GiovanniAngelini - Centro Studi sulla Montagna,2007, 8°, pp. 204, ill., e 20,00.

Nelle pagine di questo volume rivive per in-tero l’intensa figura di Giovanni Angelini,medico e grande amante della montagna.Ognuno dei ventuno interventi, che costi-tuiscono gli Atti dei due Convegni, La Ri-cerca Scientifica sulla Montagna: da GiovanniAngelini al Centro Studi sulla Montagna eNomi di luoghi e di monti delle Alpi, tenutisinel giugno e nel dicembre 2005, oltre alproprio tema, infatti, in qualche modo ri-

immagini tratte da La ricerca scientifica sulla montagna...

Page 24: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

24 notiziariobibliografico59

chiama almeno una delle molteplici sfaccet-tature di Angelini e del suo rapporto con imonti, in particolare quelli zoldani. Un rap-porto che ha dato ricchi e significativi frutti,tra i quali la Fondazione Giovanni Angelini- Centro Studi sulla Montagna – nata con loscopo di promuovere la ricerca scientifica ela formazione culturale sulla montagna –che ha pubblicato quest’opera, curata daEster Cason Angelini. Gli interventi raccol-ti diventano ciascuno un piccolo saggio checontribuisce a sviluppare uno dei due ma-crotemi proposti.Per quanto riguarda la prima sezione del te-sto, gli argomenti trattati possono ulterior-mente essere ripartiti in più sottosettori,giacché la ricerca scientifica sulla montagnaè analizzata in molte sue applicazioni: dal-l’area geologico-ambientale a quella econo-mico-sociale sono toccati temi molto attua-li, come lo spopolamento delle aree monta-ne, in particolare venete e friulane, e le pos-sibili contromisure.Nei testi dei relatori del secondo convegno,protagonista è la lingua. Accurate e stimo-lanti annotazioni permettono una completapanoramica su toponimi e oronimi delleAlpi, con particolare attenzione alle vallatetrentine, friulane e bellunesi, e, contempo-raneamente, accompagnano in un percorsostoriografico che ha il suo punto di parten-za in epoca romana (basti pensare a Bellu-num e Feltriae).Azzeccata chiusura del volume è l’appendi-ce dedicata a Giovanni Angelini, la quale sirivela strumento importante per compren-dere più in profondità non solo la persona-lità che ha ispirato la nascita della Fonda-zione, ma anche l’operato di quest’ultima,nonché il senso di tutti i preziosi interventiche danno vita al libro: tutti, comunemente,orientati alla salvaguardia e alla valorizza-zione di quel prezioso patrimonio che è lamontagna, per chi la abita come per chi vitrascorre le vacanze, per il Veneto come pertutta Europa. | Alessandro Pezzin |

ALOYSE CYNTHIO DE GLI FABRITII, Libro dellaorigine delli volgari proverbi, con manoscrittidell’autore - Saggi di Francesco Saba Sardi, El Cinzio descoverto e Cauda, con sonetti di Pietro Aretino, illustrati da Giulio Roma-no, Milano, Spirali, 2007, 4°, pp. 582, ill., e 35,00 (Quesioni aperte con i classici, 5).

Le prime notizie sul veneziano Alvise Cinzio– Fabrizi sembra essere un’aggiunta più tar-da – risalgono al marzo 1486, data della suaproclamazione a dottore in arti presso l’Uni-versità di Padova. Per circa quarant’anni

non abbiamo più testimonianze dirette; lecronache ripropongono Cinzio solo a partiredal 5 ottobre 1526, quando l’erudito ottennedal Senato veneziano un permesso di stam-pa per il suo Della origine de li volgari prover-bi che tuto il giorno si ragionano. Nei 194 ca-pitoli e 41.999 endecasillabi in cui Cinzioarticola la propria opera, le spiegazioni sul-l’origine dei proverbi sono principalmentepunti di partenza, pretesti per narrazioni dalcontenuto erotico e satirico, storie boccacce-sche dai protagonisti lussuriosi e furbac-chioni. In particolare, l’autore mette in ridi-colo preti ed ecclesiastici vari – gabbachristi lichiama – rendendoli autori di misfatti e bas-sezze di ogni sorta: dal frate che, al fine dipossederla, fa credere ad una monaca di es-sere destinata a dare alla luce il quinto evan-gelista, al vescovo che ruba un anello magi-co, del quale, suo malgrado, scoprirà i pria-pistici effetti. È un astio dichiarato: “Tacciodelle lordure che i maldetti / fanno ne’ lorconventi, che omai dire / si pon cloache detutti i defetti”. Con simili contenuti fu inevi-tabile che i frati minori del convento di SanFrancesco della Vigna, con i quali Cinzioaveva anche contrasti economici, si rivolges-sero al Consiglio dei Dieci, protestando perl’immoralità e la pericolosità dei Proverbi.Il libro venne giudicato “possibile fonte didisordini” e i Dieci promulgarono un decre-to che istituiva nella Serenissima la censurapreventiva e faceva di Cinzio il primo autorecensurato nella Repubblica. Con le copie deltesto sequestrate e schiacciato dai debiti,Cinzio chiese aiuto, tra gli altri, a PietroBembo, il quale scrisse in difesa dell’amicoai due patrizi Lorenzo Priuli e Gasparo Con-tarini, incaricati di analizzare e giudicare ilcaso. Più che l’intervento di Bembo fu la vo-lontà dei pragmatici stampatori veneziani,danneggiati dal mancato guadagno sui volu-mi prodotti, a spingere i Dieci a restituire ilibri a Cinzio. Ad ogni modo, Priuli e Conta-rini non dovettero trovare nulla di così scon-veniente e offensivo, dato che nella sentenzanon si parla in alcun punto di tagli o modi-fiche al testo.Quanto alla lingua dei suoi Proverbi, Cinzioafferma di aver usato il “fiorentinesco”, maegli stesso sa che, in realtà, essa è costruitacon innesti veneziani e latineggianti e arric-chita da sapide invenzioni lessicali. ComeBoccaccio, Cinzio non ha inventato da zeroi contenuti, ma si è affidato a una ricca tra-dizione di favole e leggende, assumendonee rimescolandone gli elementi, creando cosìun tessuto in cui sono intrecciati fili prove-nienti dall’antichità classica come dalle piùcomuni storie popolari. | Alessandro Pezzin |

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Libro della origine delli volgari proverbi...

Page 25: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 25

recensioni e segnalazioni

GIANNI SPARAPAN, Grammatica della parlataveneta tra Adige e Canalbianco, presentazio-ne di Manlio Cortelazzo, disegni di CarloMario Prando, Taglio di Po (RO), Aqua Edi-zioni, 2007, 8°, pp. 170, ill., e 15,00.

Gianni Sparapan, insegnante di Letteraturaitaliana e Storia alle scuole superiori, ha allespalle un ricco percorso di pubblicazioni inlingua veneta e, soprattutto, sulla lingua ve-neta, tra le quali spicca un Dizionario dellaparlata veneta tra Adige e Canalbianco: pro-prio a quest’opera è legato a filo doppio – a partire dal titolo – il volume raccontato inqueste righe. Durante la stesura del Dizio-nario l’autore ha potuto recuperare e ordi-nare una grande quantità di materiale lin-guistico, che andava oltre il puro piano les-sicale, fornendo informazioni su vari altricomparti della lingua della nostra regione:suoni, morfosintassi, particolarità. Da qui ladecisione di proseguire il percorso e redige-re una grammatica della parlata veneta, par-tendo dalle caratteristiche di quella del Po-lesine e cercando di allargare la prospettivaa quella dell’intera area linguistica veneta. Il risultato è un volume godibile, che rac-chiude in sé il rigore e la precisione di unatradizionale grammatica, ma che è in gradodi temperare le caratteristiche scientifichecon vivaci inserti, che estendono la trattazio-ne anche all’ambito storico e culturale insenso più ampio. Di un tipico libro di regolee osservazioni grammaticali il lavoro di Spa-rapan mantiene la struttura suddivisa secon-do i livelli della lingua – fonologia, morfolo-gia e sintassi – che sono affrontati con utilistrumenti, tra cui ricche tabelle di coniuga-zione verbale e declinazione di nomi.Il volume trova un valore aggiunto al di fuo-ri del pur ben articolato apparato gramma-ticale, su due diverse direttrici. Da una par-te ci sono gli inserti con cui Sparapan am-plia l’esposizione: le rubriche che si ripetonodi capitolo in capitolo, approfondendo temie introducendo curiosità, e le tavole illustra-te che volgono lo sguardo ad alcune specifi-cità lessicali (un esempio è quella che ripor-ta i nomi veneti degli strumenti per la pe-sca). L’altro motivo di vivacità del libro ri-siede nelle modalità espositive scelte dal-l’autore. Alla scrittura in italiano sono alter-nati passi in dialetto, che concedono il pia-cere di una riflessione sul veneto scritta inveneto. Inoltre lo stile è leggero e a tratti siassesta sul giocoso, come nell’esempio del-la descrizione della lettera a all’interno del-la sezione fonetica: “Dà inizio a parole fon-damentali della vita: aiuto, ànema, ànzolo,aqua, aria, amigo, amore, alimenti... / È an-che la vocale del dolore: ahi, mama! / dellaconsolazione: ah, caro dal Signore! / della li-berazione da uno sforzo: aaaah, che fadigaca go fato!”. | Alessandro Pezzin |

MICHELE A. CORTELAZZO - FLAVIA URSINI, I mestieri della parola. Gli esperti, la ricerca,Padova, Cleup, 2008, 8°, pp. 163, ill., e 14,00.

Oggi come non mai la parola è uno stru-mento professionale, “ferro del mestiere”all’interno di un numero elevato e variegatodi professioni, accomunate tutte, però, daun aspetto imprescindibile: è fondamenta-le saper usare le parole giuste, nel momen-to e nel contesto adeguati. Servono cautela eprecisione, perché un uso improprio dellostrumento del mestiere può pregiudicare ir-reparabilmente la riuscita del lavoro stesso.Importante diventa l’adeguata formazionedei futuri professionisti della parola.Con questo obiettivo nascono, si sviluppanoe sono aggiornati i corsi di laurea in Scien-ze della Comunicazione. In particolare, al-l’Università di Padova tale percorso di studiprevede l’insegnamento denominato Anali-si e redazione di testi specifici in italiano, chenegli anni ha promosso incontri con esper-ti e studiosi dei mestieri della parola. Attra-verso la supervisione di Flavia Ursini e Mi-chele Cortelazzo, tali contributi sono con-fluiti a formare il volume in questione, uti-le mezzo di riflessione sul mondo delle pro-fessioni della comunicazione.Gli interventi sono raggruppabili in diffe-renti macro-aree. La prima è quella afferen-te al mondo del giornalismo della cartastampata: da Claudio Sabelli Fioretti, con ilsuo ironico ma puntualissimo saggio sullatecnica dell’intervista, a Gian Antonio Stel-la, con un manuale per il giornalista in ver-sione compressa, all’interno del quale tro-viamo anche un’efficace esemplificazionedella necessità di precisione enunciata inprecedenza. Stella raccomanda ad ognigiornalista la creazione di un proprio perso-nale archivio, a cui attingere per costruirecon originalità e sicurezza i propri testi.Completano questa sezione la riflessione diValentina Ciprian sulla scrittura dello stes-so Stella, i paragrafi di Massimo Muriannisul giornalismo scientifico e l’analisi diChiara Di Benedetto su testualità e conte-nuti delle vignette satiriche. Ad occuparsidella parole in radio, invece, è chiamatoMarco Tesei, caposervizio ai GR Rai e a Ra-dioUno. L’area della pubblicità è esplorataattraverso i testi di Stefania Macchion, Ele-na Marchetto e Silvia Santangelo, che sisono occupate, rispettivamente, delle pro-prietà della parola nella pubblicità, della va-riazione della lingua nella pubblicità multi-nazionale e della pubblicità rivolta all’infan-zia. Concludono la panoramica la lezionesulla tecnica del naming di Alberto Cellottoe il resoconto dell’esperienza di Elena Lom-bardo e Marianna Schiavon presso l’Unitàdi Comunicazione del Governo, con il com-

immagini tratte da Grammatica della parlata veneta...

Page 26: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

26 notiziariobibliografico59

pito di semplificare e razionalizzare il dialo-go delle istituzioni con il cittadino. Ma l’in-sieme delle professioni in cui le competen-ze linguistiche e scrittorie sono fondamen-tali non si esaurisce – sempre più mestierile richiedono: sta qui, secondo Cortelazzo,uno dei valori principali di un corso di lau-rea come Scienze della Comunicazione. | Alessandro Pezzin |

COSTANTINO DA ROIT, Usanze agordine. Vitaquotidiana e cultura materiale a La Valle nellaprima metà del Novecento, Sommacampagna(VR), Cierre - Treviso, Canova, 2007, 8°, pp. 301, ill., e 12,50 (Etnografia veneta, 6).

Negli studi etnografici e dialettologici puòcapitare che stimoli rilevanti arrivino dal difuori dei circuiti accademici da parte di ap-passionati cultori del folclore e del dialettoparticolarmente motivati. Rientra in que-st’ambito il volume di Costantino Da Roit,che ha dedicato il suo tempo libero alla rac-colta di usi, costumi e parole di La ValleAgordina, nelle dolomiti bellunesi, primache l’oblio diventasse definitivo e il loro ri-cordo andasse completamente perduto.Come dichiara Da Roit nella presentazio-ne, la prima redazione del libro è avvenu-ta nel dialetto di La Valle, con l’intento dimettere sulla carta riflessioni, ricordi d’in-fanzia e testimonianze di anziani raccoltenel tempo. La versione pubblicata nel volu-me è una traduzione in italiano dello stes-so autore, che ha deciso di non pubblicareil testo dialettale, ad eccezione di una man-ciata di pagine di memorie proposte nellaparte finale del libro per dare un’idea delsuono del dialetto lavallese. I testi dialettalisono trascritti secondo le norme comunialla collana “Etnografia veneta” di cui il li-bro fa parte.La divisione dei capitoli dà conto degli argo-menti presentati: sistemi di trasporto, pro-fessioni scomparse, lavori di campagna,giochi e passatempi, costruzioni ed edificitipici di quel mondo rurale, ma anche, inmodo più frammentario, proverbi, modi didire, usanze alimentari e ricette, resocontidi leggende e racconti popolari. Il capitoloiniziale illustra inoltre le origini della locali-tà dal punto di vista geologico e ne rico-struisce le principali vicende storiche.Se i capitoli che costituiscono la maggiorparte del volume sono impostati come pic-coli saggi monografici – pur non mancandofrequenti inserti aneddotici che ne rendonogradevole la lettura – gli ultimi capitoli sonoinvece vere e proprie pagine di memoriali-stica, alcune con il testo dialettale della pri-

ma redazione a fronte, altre solo in italiano.È importante quindi il ruolo di testimo-nianza – direttamente in prima persona daparte dell’autore o indirettamente riferendodi conversazioni con anziani – che quest’o-pera assume. Particolarmente rilevante èanche la componente linguistica che animail volume, la riflessione che l’autore propo-ne sulle parole del dialetto della sua infan-zia, molte delle quali perdute insieme al-l’oggetto o all’usanza cui si riferivano. Purnon volendo porsi come un dizionario dia-lettale, le parole del dialetto lavallese – og-getti, ma anche concetti legati al mondo ru-rale agordino – sono presentate e definitenel corso del testo e spesso accompagnateda illustrazioni – disegni molto accurati del-lo stesso autore e foto – che ricordano i mi-gliori dizionari dialettali specialistici.Utile in questo senso il glossario posto allafine del libro che rappresenta un sommariodell’interesse lessicografico del testo e con-sente un rapido recupero delle spiegazionidei vari termini discussi. | Matteo Viale |

CHIARA CREPALDI con la collaborazione diPAOLO RIGONI, Ganzèga. Ritualità e alimenta-zione popolare nel Basso Veneto, presentazio-ne di Sabino Acquaviva, Rovigo, Minelliana,2006, 8°, pp. 365, ill., s.i.p. (Etnografica, 9).

È nota a quanti si interessano di etnografiaveneta l’attività di Chiara Crepaldi, autrice inparticolare di ampi studi sul folclore polesa-no. In questa sua ultima opera, realizzata incollaborazione con Paolo Rigoni e inseritanella collana “Etnografica” diretta dalla stes-sa Crepaldi per l’Associazione Culturale Mi-nelliana di Rovigo, vengono passate in rasse-gna le usanze alimentari di carattere ritualedel Basso Veneto legate ad alcuni momentiparticolari della vita rurale. La presentazionedel volume si deve a Sabino Acquaviva, so-ciologo attento anche ai fenomeni del fol-clore popolare.Il libro prende in considerazione alcuni ri-tuali alimentari, dedicando a ciascuno unampio capitolo organizzato con una struttu-ra ricorrente: un’introduzione descrive ilparticolare rito alimentare e lo ricollega, an-che con un ricco apparato di note bibliogra-fiche, agli studi etnografici, in modo da in-serire quanto descritto per il Veneto in unacornice storica e geografica più ampia; se-guono le trascrizioni delle testimonianzedegli informatori riportate in dialetto con latraduzione in italiano; chiude ogni capitolouna sezione dedicata alle ricette legate al-l’argomento trattato nel capitolo. Di ogni in-formatore è riportata la località, dato che

consente di cogliere nella successione delletestimonianze le diverse usanze tipiche del-le varie zone, con molti aspetti caratteriz-zanti ma sempre con ampi margini comuni.I rituali alimentari presi in considerazioneriguardano il pasto rituale “dei morti” all’al-ba del 2 novembre; la questua di san Marti-no la sera del 10 novembre, sempre legataalla celebrazione del ciclo dei morti e pro-babilmente alla base della tradizione anglo-sassone, ma di origine europea, di Hallo-ween; le celebrazioni del solstizio d’invernoe del Natale; i dolci e i riti tipici dell’Epifa-nia; le usanze legate al Carnevale; alcuni ritiprimaverili come cuocere la frittata sugli ar-gini; e, per finire, il rumore rituale per al-lontanare il maligno, legato anche a partico-lari momenti di tensione sociale come adesempio l’uso della tampelà, con il quale lacomunità esprimeva il suo disappunto ver-so chi si era reso colpevole di un comporta-mento non approvato facendo rumore sottola sua casa per giorni, fino a quando il “col-pevole” non si redimeva offrendo un sim-bolico pasto riparatore. Il capitolo finale èdedicato alle cuccagne di maggio e alle oc-casioni di ganzèga, festeggiamento con cibolegato a varie ricorrenze a cui si riferisce iltitolo del volume.Il libro è arricchito da inserti con foto d’e-poca che mostrano alcuni dei riti alimenta-ri descritti e il ruolo del cibo in momenticruciali dell’organizzazione della vita conta-dina, come la vendemmia, la macellazionedel maiale, il raccolto, ma anche festeggia-menti legati a eventi della vita religiosacome matrimoni, prime comunioni ecc.Chiude il volume una breve presentazionecon foto degli informatori e l’indice dellefonti e delle località.Va infine segnalato come il libro nasca an-che dalla fattiva collaborazione degli stu-denti delle scuole superiori in cui i due au-tori insegnano, coinvolti nella ricerca degliinformatori e nella raccolta delle testimo-nianze. In quest’ottica, il volume rappre-senta un interessante esempio di applica-zione didattica. | Matteo Viale |

Colli Euganei. I luoghi della vita rurale, Pado-va, Editoriale Programma, 2008, 8°, pp. 208,ill., e 32,00.

Non lontano dalla città di Padova sorge unmondo diverso e poco conosciuto, modella-to dalla natura e dal lavoro dell’uomo fin daitempi più remoti: i Colli Euganei. Il volumeche qui si presenta raccoglie saggi dedicatialla vita rurale in territorio euganeo, nel pe-riodo compreso fra il dominio veneziano e

recensioni e segnalazioni

Page 27: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 27

recensioni e segnalazioni

l’annessione al Regno d’Italia, con un occhioparticolare per la cultura, le tradizioni popo-lari e gastronomiche, oltre che per le coltiva-zioni tipicamente euganee quali vigneti eoliveti. I testi sono illustrati dalle immaginidi Mario Lasalandra che offrono una letturaparallela, ricca di nuove suggestioni.I Colli Euganei, caratterizzati sotto molti aspet-ti fisici e biologici, in passato erano aperti al-le sollecitazioni esterne e partecipavano algrande flusso della cultura popolare, espres-sione del mondo contadino. Oggi questo an-tico modo di vivere e di lavorare, di pensare edi parlare, di rapportarsi alla natura e alla so-cietà è quasi totalmente scomparso.Il mondo contadino viveva ai margini dellastoria, ignaro dei mutamenti più clamo-rosi; solo le guerre e le calamità trascinava-no gli abitanti nel flusso drammatico deglieventi, poi li abbandonavano al tempo im-mutabile della campagna che torna eterna-mente su se stesso, ritmato dal succeder-si delle stagioni e dall’alternarsi delle festeliturgiche.Tra le istituzioni solo la chiesa era radicatae influenzava ogni aspetto della vita indivi-duale e di relazione, grazie anche al presti-gio delle tradizioni pagane assimilate al cul-to cristiano, al controllo dei parroci e al cul-to dei santi protettori. La società era basatasulla famiglia patriarcale dove le donne ave-vano una posizione subordinata e tutti do-vevano adeguarsi ai ruoli stabiliti. Tra le occasioni di socializzazione: feste fa-miliari, cerimonie religiose e tradizionali,sagre e mercati, la più tipica era il filò o ve-glia in stalla che accoglieva famiglie dellastessa comunità insieme a viandanti, pelle-grini, venditori ambulanti che portavanonotizie del mondo esterno. Tutta la culturacontadina, rigorosamente in dialetto, passa-va in quelle occasioni da una generazioneall’altra: detti e proverbi, filastrocche e in-dovinelli, conte e canti, preghiere e scon-giuri, ricette per cucinare e per guarire,istruzione per il lavoro, giochi e passatem-pi, aneddoti e fiabe.Nei Colli Euganei rimangono ancora traccedella tradizione nei toponimi, nei cognomie soprannomi, in alcuni vocaboli e usi par-ticolari che aiutano a ricostruire ambienti esocietà. È un patrimonio che va ricostruito econservato perché il mondo contadino nonè una realtà primitiva che ci siamo lasciataalle spalle definitivamente, ma un momen-to dello spirito umano che deve essere con-tinuamente rivissuto e rielaborato per lapiena realizzazione della nostra identità. | Marilia Ciampi Righetti |

MARIA PIA PEDANI, Caotès. La terra incanta-ta, Puos d’Alpago (BL), Comunità montanadell’Alpago, 2007, 8°, pp. 173, s.i.p.

Una grande casa ricca di segreti, un paesel-lo di montagna ai bordi di una valle magica,in cui solo ai bambini e ai matti è permessoavventurarsi. Attorno a questi elementi,Maria Pia Pedani – docente di Storia deipaesi islamici all’Università Ca’ Foscari diVenezia e profonda conoscitrice di creden-ze e tradizioni delle popolazioni turco-mon-gole che, nell’Alto Medioevo, si spinserofino in Occidente – costruisce la sua favola-romanzo Caotès, un’idea nata da un sog-giorno estivo nel verde anfiteatro dell’Alpa-go, nelle Prealpi bellunesi. In questi luoghil’autrice riconosce un passato dimenticato,ma ancora testimoniato in molti toponimi:fara (Farra d’Alpago), ad esempio, era il ter-mine con cui i Longobardi chiamavano unatribù e il suo territorio; inoltre, ancora allafine del Cinquecento, in queste zone si pra-ticavano i riti agrari propiziatori importatidalle tribù dell’Asia centrale che qui si sta-bilirono. Ecco che, allora, la vallata in cuioggi si estende il territorio del comune diTambre, la Casa dell’Alchimista (una splen-dida dimora cinquecentesca che imprezio-sisce la frazione di Valdenogher) e i fitti bo-schi che ricoprono queste zone diventano illuogo ideale in cui evocare Longobardi eUnni Bianchi, sciamani e uomini-lupo, spi-riti e fantasmi, per dar vita alle avventure diVincenzo degli Alessandri, nipote dell’alchi-mista di Valdenogher, giunto tra i monti daVenezia. Il suo percorso d’iniziazione ai mi-steri di questi luoghi diventa il nostro viag-gio alla scoperta dell’Alpago, accompagnatidalla fantasiosa scrittura di Maria Pia Peda-ni che ci culla tra ricostruzione storica e pura,coinvolgente invenzione.Nella prima parte del racconto, Vincenzo,diviso tra il pragmatismo del nonno e l’in-cantesimo che tutto pervade, scopre di esse-re in grado di comunicare con le misterioseentità che la natura, in quei posti, racchiudee impara a destreggiarsi tra le forze magi-che della zona proibita, in cui solo lui e po-chi altri sono ammessi. Dopo una vita ingiro per il mondo, al servizio della Serenis-sima, Vincenzo, per sfuggire alla peste cheimperversa a Venezia, torna adulto a Valde-nogher. La segreta potenza di quella valle loriproietta nelle sue avventure di bambino:forse, non tutto era fantasia. Inoltre, la suastoria e il suo destino sembrano indissolu-bilmente legati al futuro di quella terra.Chi già conosce e apprezza l’Alpago, leg-gendo queste pagine si divertirà nel riper-correre sentieri e boschi noti, godrà dellosforzo di far coincidere nella memoria i luo-ghi resi magici dall’autrice con quelli realidella propria esperienza. Chi, invece, non è

immagine tratta da Colli Euganei...

Page 28: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

28 notiziariobibliografico59

mai salito fino a questo verde lembo di Ve-neto, non potrà non essere attirato verso isuoi prati e i suoi boschi, per controllarefino a che punto la magia di cui ha letto siasolo invenzione. | Alessandro Pezzin |

LUIGI BERTÒ, Le più belle storie della Valle del-l’Agno, prefazione di Enzo Pellizzari, dise-gni di Silvia Bertò, con il patrocinio del Co-mune di Recoaro Terme, Recoaro Terme(VI), s.e. (tip. Danzo di Cornedo VI), 2008,8°, pp. 182, ill., s.i.p.

Ormai da molti anni Luigi Bertò ha intra-preso la sua opera di recupero di tradizioni,racconti e fiabe delle valli vicentine. Comei personaggi delle storie che è riuscito a farrivivere, si è messo in cammino e ha in-contrato uomini e donne che ancora custo-discono in memoria frammenti di fiabe evita contadina, amalgamate tra loro da annidi racconto e recitazione nei filò, le riunio-ni serali alla base della vita comunitariadelle popolazioni di questi luoghi. Mito erealtà, nel calore delle stalle gremite di gio-vani e vecchi, si fondevano scambiandosi iconfini, dando vita a racconti che, sì, rien-travano nel mondo del fantastico, ma allostesso tempo portavano al loro interno va-lori e saggezza di intere comunità. Nel mon-do attuale, però, c’è sempre meno posto etempo per queste forme di comunicazione:il rischio è che se ne perda la memoria, chechi è cresciuto con esse le veda tristementescomparire e che chi nascerà domani nonne avrà mai sentore. Si comprende e si ap-prezza ancor più, allora, la passione concui Bertò dà vita ai suoi libri, da Accanto al caminetto a Il nonno racconta, fino a que-st’ultimo Le più belle storie della Valle dell’A-gno, un volume che è come uno scrigno in cui Bertò, dopo averli sentiti raccontaredalla viva voce di chi ancora li ricorda, ri-pone racconti e fiabe, detti e filastrocche,costruendo una piccola enciclopedia deifilò, popolata di orchi, anguane, streghe e,cosa più importante, della gente della Valledell’Agno. A rendere più dinamica la lettura contribui-sce l’alternanza di testi brevi (come Tutù,tutù, musseta o Trotta, trotta cavalin) ad altripiù lunghi e narrativamente strutturati, levere e proprie “storie” alla base del volume.Tra queste, alcune sono ambientate in unoscenario fantastico e senza tempo, che po-trebbe estendersi dall’antichità ai primianni del secolo scorso; altre sviluppano stra-ti e tessuto narrativo antichi innestandoli sueventi cronologicamente definiti e, a volte,recenti: è il caso de La Tomba, ambientata

alla fine del secondo conflitto mondiale, odi Villa dei Fiori, in cui si menzionano im-pero asburgico e Unità d’Italia. Così, tra lepagine del volume, trovano posto alla stessamaniera zingare, il “Re Vittorio”, soldati ro-mani, Attila, orchi e scaltri fratelli minori.I testi sono prevalentemente redatti in ita-liano, ma alcune filastrocche rivivono com-pletamente in dialetto e, in generale, in tut-ti i testi affiorano termini e costruzioni sin-tattiche tipicamente venete; elementi checontribuiscono a insaporire i racconti e astringere il legame che unisce questo volu-me alle terre e alla gente che ne hanno ispi-rato la nascita. | Alessandro Pezzin |

ANNA LOPREIATO, Scampanata. Tradizionipopolari legate alle seconde nozze, Vicenza,Editrice Veneta, 2008, 8°, pp. 172, s.i.p.

Scampanata è il termine italiano più noto ediffuso per indicare lo charivari (o chalivali),vale a dire il rito con cui, dal basso medioe-vo fino ai primi anni del secolo scorso, si ac-compagnavano, dileggiandole, le secondenozze di un vedovo o una vedova: durante laprima notte di matrimonio dei novelli spo-si, un gruppo di giovani del luogo sfilava incorteo sino all’abitazione dei malcapitati e,con strumenti musicali di fortuna, iniziavaa produrre quanto più baccano possibile,continuando, spesso, fino al mattino, esi-gendo talvolta il pagamento di un tributopiù o meno simbolico (ad esempio che ve-nisse offerta una bevuta).Alla base di questo irriverente cerimonialesta il tabù culturale della necessità riprodut-tiva delle unioni, che stigmatizza i matri-moni diversi, quelli potenzialmente non fe-condi; su questa base ha agito anche, nelcorso degli anni, l’atteggiamento poco be-nevolo della Chiesa nei confronti delle se-conde nozze. In questo saggio, tratto dallasua tesi di laurea, Anna Lopreiato proponeuna completa ricognizione di questo feno-meno di folklore, seguendone, dalle più an-tiche testimonianze conosciute alle ultimeeco del secolo scorso, la declinazione nellemolteplici varianti locali attraverso cui essosi è manifestato: in Europa, in Italia, nel Ve-neto, fino al particolare della provincia diVicenza.La prima testimonianza sullo charivari è undocumento francese dei primi anni del1300, il Roman de Fauvel, in cui un notaiodella cancelleria del re descrive con doviziadi particolari come si svolgesse una scam-panata a quei tempi. Le dinamiche, tuttavia,sono rimaste pressoché invariate nei secoli,poiché è sempre stata presente l’impronta

carnevalesca data da travestimento, corteo,dissacrazione e sollazzi vari. Inoltre, percomprendere meglio questo rito, si deve sa-pere che scherno e baccano non accompa-gnavano solo le seconde nozze, ma anchematrimoni tra sposi molto lontani per età,ragazze che lasciavano il fidanzato per unricco pretendente anziano, mariti picchiatidalle mogli: sanzionavano, insomma, tuttele unioni riprovevoli. Così accadeva anchein Veneto, dove erano frequenti espressionicome “se se sposàva un vèdovo, i se sposà-va àla matina bonòra o àla sèra tàrdi”: si cer-cava, infatti, di evitare di farsi sonàre i ban-dòt o i coèrci o i canpanèi. Gli officianti il ritoerano i batiori, mentre la rumorosa liturgiaera detta le batarele, le mattinate o batere ibandoni.Anna Lopreiato, parallelamente alla ricercasu documenti scritti, ha voluto riservareuno spazio alla raccolta di testimonianze dipersone che avessero sentito parlare, in gio-ventù, di scampanate o che, magari, ne fos-sero addirittura state testimoni diretti, inmodo che anche la memoria orale e a noicronologicamente e geograficamente più vi-cina potesse essere conservata e offerta a unpubblico più ampio. | Alessandro Pezzin |

Stagioni e Santi popolari. Quaderno didattico,a cura della Scuola materna paritaria G.B. San-guinazzi, Belluno, Federazione Italiana Scuo-le Materne - Feltre (BL), Associazione SantiMartiri Vittore e Corona - Edizioni DBS, 2006,8°, pp. 123, ill., e 10,00.

Un percorso lungo un intero anno scolasti-co, fra tradizioni e luoghi caratteristici delfeltrino: è questa l’idea alla base dell’inizia-tiva che ha portato la scuola materna parita-ria “G.B. Sanguinazzi” di Feltre a coinvol-gere i suoi giovanissimi alunni nel progettoche ha scandito il biennio 2005-2006 e si èconcluso con la pubblicazione di questo ori-ginale quaderno didattico. Tenendo contodell’avvicendarsi di stagioni e ricorrenze, siè scelto di abbinare ad ogni mese un santopopolare all’interno del territorio di Feltre e,da qui, partire per costruire una sorta di rac-colta multiforme di materiale didattico, let-terario, storico, artistico e naturalistico. A completare l’esperienza dei bambini, pic-cole gite per conoscere chiese o dipinti de-dicati al santo in questione, senza però tra-scurare l’aspetto naturalistico, portando ibimbi a conoscere alcuni fra i più interes-santi luoghi del loro territorio: dal monteTelva a Pian di Coltura, dall’oasi del Vin-cheto al Duomo di Feltre. Tutta l’avventuraè poi stata riassunta e strutturata in modo

recensioni e segnalazioni

Page 29: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 29

recensioni e segnalazioni

da rientrare nelle colorate pagine del qua-derno, così da fissare l’esperienza e, allostesso tempo, costituire una traccia per altrerealtà scolastiche della zona che volesseroripercorre alcuni passi dell’itinerario deibambini della Sanguinazzi. Ne è nato unvolumetto di dodici capitoli, ognuno deiquali dedicato a un mese dell’anno e a untradizionale santo, partendo da novembre(san Martino) e arrivando a luglio (san Gia-como). Al suo interno ogni capitolo è divisoin più sezioni e rubriche: una ricostruzionedella vita e una poesia sul santo ricordato,un’immagine della più bella opera che nelfeltrese lo ricorda, le tradizioni popolari chenella zona di Feltre sono fiorite sul perso-naggio, un resoconto dell’uscita culturale-naturalistica e, infine, le riproduzioni deidisegni che tutta l’attività ha ispirato neibambini. Incrocio tra album di ricordi eguida, il quaderno diventa piacevole da sfo-gliare anche per chi la scuola materna l’hasuperata da molto tempo, ma vuole acco-starsi al territorio di Feltre con qualche sug-gerimento in più e provare per qualcheistante a osservarlo attraverso gli occhi e ilvissuto dei bimbi. | Alessandro Pezzin |

arte

Arte, storia, restauri della Basilica di SanMarco. La cappella di Sant’Isidoro, Venezia,Marsilio, 2008, 8°, pp. 108, ill., s.i.p. (Qua-derni della Procuratoria).

Il terzo numero della collana “Quaderni del-la Procuratoria” raccoglie gli studi svolti inoccasione del restauro, da poco concluso,che ha interessato la decorazione musivadella cappella di Sant’Isidoro nella Basilicadi San Marco. Come le precedenti pubblica-zioni della serie, anche il presente volumerende conto dell’intensa attività che negli ul-timi anni sta animando le ricerche intornoal monumentale complesso, informandocirca le novità emerse nel corso dei lavori. I numerosi contributi sono introdotti dall’e-ditoriale di Irene Favaretto, procuratore diSan Marco. Antonio Niero propone un inte-ressante confronto – che rimanda all’aspi-razione di Venezia alla guida dell’Imperod’Oriente – tra la rappresentazione icono-grafica del mistero dell’incarnazione del Fi-glio di Dio (Sophia del Padre) dell’absidecentrale di Santa Sofia a Costantinopoli equella presente nella basilica veneziana indue esemplari, l’uno nel cupolino presso laporta di San Pietro, l’altro presso quella diSan Clemente. Alla figurazione costantino-

politana si lega anche la trecentesca Madon-na in trono con il bambino seduto sulle ginoc-chia che bendice alla greca che adorna la cap-pella di Sant’Isidoro.Michele Tomasi ripercorre l’alterna fortunaa Venezia del culto del santo di Chio a par-tire dal 1125, anno dell’arrivo delle reliquiein laguna, fino al momento della costruzio-ne e decorazione della cappella in basilicaconcluso nel 1355, iniziativa voluta forte-mente dal doge Andrea Dandolo e dai pro-curatori per dare nuova luce a una figura di-menticata ormai da due secoli e pertanto as-sai poco familiare ai veneziani. Lo studiososi interroga sulle ragioni di tale onerosa im-presa, trovando una risposta plausibile nellalotta tra Venezia e Genova, allora al culminedella tensione, per l’egemonia commercialee militare del Mediterraneo orientale. L’analisi stilistica del ciclo musivo dedicatoagli episodi della Passio del santo, della In-ventio e della Translatio a Venezia è condot-ta da Enzo De Franceschi. Egli pone l’ac-cento sul carattere sperimentale della raffi-gurazione, evidenziandone la tensione na-turalistica volta al superamento di stilemimedio-bizantini nella creazione di un dialo-go con la pittura veneziana coeva. RudolfDellermann esamina l’arredo e l’eterogeneoapparato scultoreo presenti in cappella,mentre Ettore Vio ricostruisce le vicende av-verse subite nei secoli dai mosaici della cap-pella e dà notizia dei lavori di restauro chehanno interessato il luogo dal 2003 al 2008.Infine Maria Da Villa Urbani trascrive ecommenta il manoscritto conservato pressol’Archivio Storico della Procuratoria di SanMarco, verbale della ricognizione sulle reli-quie di sant’Isidoro avvenuta nell’ottobre1824. Il volume si chiude con le tavole a co-lori raffiguranti i mosaici della cappella e conle rubriche dedicate ai restauri, alle attivitàmuseali e alle novità bibliografiche inerentila Basilica di San Marco. | Clara Pagnacco |

GIUSEPPE MARIA PILO, The fruitful impact.The Venetian heritage in the art of Dalmatia.“For three hundred and seventy-seven years”,afterwords by Lucio Toth, Mariano del Friuli(GO), Edizioni della Laguna, 20053, 8°, pp. 343,ill., s.i.p. (ARTEDocumento Quaderni, 11).

Una prima fase dell’affermarsi del dominioveneziano sull’area dalmata risale al 1000,anno in cui ebbe luogo la fortunata spedi-zione tra Lussino e Cattaro del doge Pietro IIOrseolo, che riuscì abilmente a porre le basidella futura egemonia politica, commercia-le e culturale di Venezia sull’Adriatico, nonché a conquistare per la Serenissima

immagini tratte da Stagioni e Santi popolari... (in alto)Arte, storia, restauri della Basilica di San Marco... (in basso)

Page 30: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

30 notiziariobibliografico59

il ruolo chiave di mediatore tra gli imperid’Oriente e d’Occidente. All’inizio del Quattrocento l’intera costadella Dalmazia entrò a far parte a tutti glieffetti della Repubblica Veneta, ma già neisecoli precedenti aveva costituito un dina-mico bacino per reciproci scambi in ambi-to culturale e artistico. Ne furono protago-nisti pittori del calibro di Paolo Veneziano,Bartolomeo e Alvise Vivarini, Carpaccio,Gentile Bellini, Tintoretto, Paolo Veronese,Tiziano, Palma il Giovane, il Padovanino,Andrea Celesti, Nicola Grassi, e architetti escultori quali Michele e Giovan GirolamoSanmicheli, Longhena, Sardi, Tremignon,Andrea Pozzo, Andrea Brustolon, AntonioCorradini, Giovanni Bonazza e GiovanniMaria Morlaiter. Tale fervida attività è in-dagata e ricostruita nel volume di Giusep-pe Maria Pilo, giunto alla seconda edizio-ne, ampliata e – come sottolinea MassimoCacciari nella presentazione – in lingua in-glese per permetterne la diffusione a livel-lo internazionale.Il saggio introduttivo, oltre a ripercorrere lastoria della regione, poi ripresa dettagliata-mente nei capitoli successivi, svela i punti dicontatto tra la produzione artistica in Dal-mazia e le ricerche nel medesimo ambito incorso a Venezia, nei domini di terraferma ein altre regioni d’Italia e dell’Europa centra-le. I capitoli che seguono sono dedicati allemaggiori città del territorio dalmata (Zara,Sebenico, Traù, Spalato, Lesina, Curzola eRagusa). Di esse sono narrate la storia sindalla fondazione e le vicende artistiche e ar-chitettoniche, con l’ausilio di un significativoapparato iconografico raffigurante opere chetuttora costituiscono un vivido documentodell’eredità veneziana nella zona. Chiudonoil volume il contributo di Lucio Loth Betweenmyth and history – the Venetian Koiné in theAdriatic, un’esaustiva bibliografia tematica egli indici (nomi, luoghi e opere) a cura diLaura De Rossi. | Clara Pagnacco |

ADRIANO MARIUZ, Tiepolo, a cura di Giusep-pe Pavanello, Venezia, Fondazione GiorgioCini - Istituto di Storia dell’arte - Somma-campagna (VR), Cierre, 2008, 8°, ill., pp. 557,e 64,00 (Scritti di storici dell’arte veneta, 1).

Gli scritti su Giambattista e GiandomenicoTiepolo di Adriano Mariuz, storico dell’artescomparso a Castelfranco Veneto nel 2003,sono raccolti, a cura di Giuseppe Pavanello,nel volume della collana “Scritti di storicidell’arte veneta”. Allievo di Rodolfo Palluc-chini, che lo definì un “poeta” per la suastraordinaria capacità di utilizzare sublime-

mente la parola, senza orpelli linguistici esfoggi d’erudizione, Mariuz si occupò du-rante la sua lunga carriera, a partire dalla tesidi laurea, della produzione dei Tiepolo. Nel1971 pubblicò la monografia su Giandome-nico, “meraviglioso scritto – come affermòLucco – cesellato in una lingua di precisionee di grazia straordinaria, sfaccettando conapparente levità la storia, la vita e la psiche diun artista che alla fine ne usciva solidamen-te ritratto a tutto tondo”.Negli anni Settanta Mariuz collaborò all’in-dagine condotta dall’equipe di Rodolfo Pal-lucchini per la pubblicazione de Gli affreschinelle ville venete dal Seicento all’Ottocento enumerosi furono gli scritti tiepoleschi pro-dotti negli anni successivi, come i contri-buti sui disegni del catalogo della mostra diParigi (1983). Il ritrovamento nel 1985 deiprimi affreschi di Giambattista, nella par-rocchia di Biadene e in villa Baglioni a Mas-sanzago, gli procurarono, l’anno seguente,la pubblicazione di due articoli sulla rivista“Arte veneta”. La sua ricerca proseguì neglianni Novanta con i contributi del catalogodella mostra alla Pinacoteca di Brera e del-l’esposizione vicentina, occasione quest’ulti-ma per indagare le pale realizzate per lechiese di Rampazzo e di Noventa Vicentina.Nel 1996 fu inoltre pubblicato il saggioGiambattista Tiepolo: il mago della pittura nelvolume della mostra itinerante di Venezia-New York e, nel 1998, la recensione suglieventi tiepoleschi: l’esposizione di Parigi e irestauri agli affreschi di villa Baglioni. Mol-teplici pubblicazioni precedettero la sua ulti-ma fatica, condotta nei mesi di malattia: ilsaggio su Palazzo Labia, edito postumo nel2004 in occasione della mostra alla Fonda-zione Giorgio Cini. Il testo di Giuseppe Pavanello, Demiurgo diTiepolo, che presenta il volume degli scrittidi Mariuz, analizza tale percorso critico,mettendo in evidenza, mediante un’accortaricognizione storiografica, i caratteri di ec-cellenza della produzione dell’indimentica-to storico dell’arte di Castelfranco. Precedo-no gli scritti, dove l’opera dei due artisti“viene criticamente sviscerata” dalla pennadi Mariuz, le tavole dei dipinti ed affreschidei due Tiepolo, da Il minuetto del Louvre diGiandomenico a La gloria della Spagna diPalazzo Reale a Madrid realizzato da Giam-battista, lavori accomunati da “una tecnicaprodigiosa che si qualifica come mezzo diaffrancamento da ogni limite imposto al-l’immaginazione”, con i loro personaggi“intenti a guardare” lo spettatore, in “unarete di sguardi che – scrisse Mariuz – si dis-piega ai nostri occhi come un inesauribilespettacolo”. | Giovanna Ficarazzi |

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Tiepolo

Page 31: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 31

recensioni e segnalazioni

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Ve-nezia. Un tempio benedettino “ritrovato” allaGiudecca. Storia, trasformazioni e conservazio-ne, a cura di Claudio Spagnol, Venezia, Mar-silio, 2008, 4°, pp. 334, ill., DVD all., s.i.p.

Narra un manoscritto secentesco di PietroPetrelli, dedicato alla comunità benedettinaosservante dei Santi Cosma e Damiano allaGiudecca, che il complesso monastico ebbeun “quasi prodigioso principio”. L’autoreinfatti riferisce di tale Lena che, ispirata daDio, donò la sua abitazione e un terrenoadiacente alla fondatrice dell’ente, MarinaCelsi, già badessa dei monasteri di San Mat-teo a Murano e di Sant’Eufemia a Mazzor-bo, dopo averla vista aggirarsi per l’isola incerca di un segnale divino a conferma dellesue intenzioni. La storia di Petrelli, spogliata degli elemen-ti favolistici, trova riscontro nell’atto notari-le datato 30 aprile 1481 e conservato nell’ar-chivio del monastero, in virtù del quale Ele-na, vedova di Giovanni Pietro Del Fradello,cedette una casa con corte, pozzo e annessoterreno a Marina Celsi per la costruzione diun monastero dedicato ai Santi Cosma eDamiano, con la richiesta che nel nuovoedificio le fosse riservata una stanza dovepoter vivere.La bolla pontificia del 17 maggio 1481 sanci-sce l’adesione di Sisto IV al progetto dellaCelsi, la quale gode anche del sostegno deldoge Giovanni Mocenigo. I lavori di costru-zione iniziano pochi mesi più tardi con lacerimonia della posa della “prima pietra”celebrata dal patriarca il 20 luglio. Altri be-nefattori contribuiscono negli anni all’in-cremento del patrimonio del monastero,che può in tal modo rispondere alla mag-giore richiesta di monacazioni – dovuta al-l’aumento demografico e alla crescita delledoti matrimoniali verificatisi nella secondametà del XV secolo – e dare seguito all’esi-genza di rinnovamento religioso fortemen-te sentito dalla comunità. Con l’atto notari-le sottoscritto nel giugno 1487, le stesse mo-nache donano tutti i loro beni alla Celsi cheli riceve in veste di badessa. Prosegue neidecenni successivi l’espansione del mona-stero con l’acquisto di nuovi terreni. All’ini-zio degli anni novanta del Quattrocento ri-sulta ultimata la prima chiesa, cui seguiràentro la prima metà del Cinquecento il nuo-vo e più grande edificio sorto tra tormenta-te vicissitudini in quello stesso luogo cheMarina Celsi aveva indicato nel suo testa-mento spirituale del 1508, a quindici annidalla morte. All’“ecclesia pulcherima”, lodata dai con-temporanei per l’essenzialità della sua ar-chitettura, e ai recenti lavori di restauro chene hanno reso possibile la restituzione allacittadinanza, è dedicato il presente volume

che, con l’ausilio di un ricco apparato ico-nografico e di un suggestivo filmato inDVD, raccoglie nelle tre sezioni in cui è ar-ticolato (Le vicende storiche, Le opere di con-servazione, Apparati) numerosi contributiscientifici. Essi testimoniano l’affascinantecombinazione di memoria e innovazioneche ha portato l’edificio a nuova vita qua-le moderno “incubatore di imprese”, dopo l’utilizzo improprio del complesso tra Ot-tocento e Novecento: fu caserma, ospeda-le, fabbrica di sale agrario e opificio tessile. | Clara Pagnacco |

MARA GARDIN - EUGENIO MARIN, Boldara e lachiesetta della Visitazione, Gruaro (VE), Co-mune di Gruaro, 2007, 8°, pp. 94, ill., s.i.p.

La pubblicazione raccoglie i contributi diEugenio Marin e Mara Gardin dedicati ri-spettivamente alla storia dell’Oratorio dellaVisitazione di Boldara e al ciclo di affreschiche ne decora le pareti. Come sottolineanoil Sindaco e l’Assessore alla Cultura del Co-mune di Gruaro nella loro presentazione, ilvolume potrebbe considerarsi la fase prepa-ratoria agli auspicati e imminenti lavori direstauro di cui necessitano l’edificio e in par-ticolare le sue decorazioni, che versano inuno stato di conservazione assai precario.Il saggio di Marin è introdotto da un breveexcursus sulle origini della comunità di Bol-dara, testimoniata per la prima volta in undocumento risalente al 1182. Nulla è datosapere a quella data del numero di abitantie nemmeno dell’esistenza di un edificio diculto. Le prime notizie documentali relativeall’oratorio della Visitazione compaionomolto più tardi, nel XVII secolo, sebbene siaipotizzabile un’origine di gran lunga prece-dente. Il luogo stesso in cui sorge, sullastrada che collega Portogruaro e Gruaro,nei pressi di un incrocio, rafforza tale ipote-si poiché ha tutte le caratteristiche di unapratica di sacralizzazione che affonda leproprie radici in tempi lontani. Con mag-giore sicurezza si può affermare che il sa-cello oggi visibile è la ricostruzione di unprecedente edificio, come dimostrano i restirinvenuti sotto la pavimentazione attuale.Un indizio che potrebbe indicare il periododi fondazione della chiesetta è rintracciabi-le nel titolo cui essa è consacrata: la Visita-zione di Maria a santa Elisabetta, solennitàintrodotta nel calendario liturgico da papaUrbano VI nel 1389. Databili con certezza sono invece gli affre-schi, cui è dedicata la seconda parte del vo-lume a cura di Mara Gardin. L’iscrizione suuna delle pareti riporta l’anno 1646 e il

immagini tratte da La chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Venezia...

Page 32: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

32 notiziariobibliografico59

nome di Cataldo Ferrara, artista portogrua-rese esecutore dell’apparato decorativo. Inun’epoca immediatamente precedente sipotrebbe collocare la ricostruzione dell’edi-ficio, come dimostrano alcune strutture in-terne create, con ogni probabilità, in fun-zione della decorazione pittorica. All’attivitàdi Ferrara nel territorio l’autrice dedica am-pio spazio e numerose immagini raffigu-ranti alcuni particolari delle opere dellachiesetta della Visitazione e di altri oratoriin cui il pittore lasciò prove che palesano l’i-spirazione a modelli pordenoniani e amal-teiani, nonché lo studio dei grandi artistidel XVI secolo. | Clara Pagnacco |

MARIA SOLE CRESPI - ELENA LEONARDI, Magiadel colore. Chiese affrescate della Marca Trevi-giana, Ponzano Veneto (TV), Vianello Libri,2008, 4°, pp. 197, ill., e 35,00.

L’iniziativa editoriale, volta alla valorizza-zione del patrimonio storico-artistico dellaMarca Trevigiana, presenta la schedaturacompleta delle chiese affrescate del territo-rio realizzata da Maria Sole Crespi ed ElenaLeonardi. Il volume è un valido strumentodi consultazione per coloro che si avvicina-no allo studio delle decorazioni che ornanomonumenti religiosi presenti nel trevigianoe, in virtù della dovizia di particolari e noti-zie riportati, anche per quanti ne voglianoapprofondire la conoscenza.Le schede, ordinate secondo una sequenzageografica, ricostruiscono nel dettaglio le vi-cende storiche, che coprono un arco tempo-rale di almeno sei secoli, legate alla realizza-zione delle numerose serie di affreschi. Al-cune di esse sono state riscoperte grazie alpaziente lavoro di ricerca delle autrici, quindifotografate e pubblicate per la prima volta. Aogni opera è riservata una puntuale descri-zione, resa ancor più chiara dai rilievi e daidisegni, eseguiti da Maria Sole Crespi, cui èaffidata la visione d’insieme delle decorazio-ni, e dalle fotografie di Mara Zanato, che necatturano i particolari più significativi.Come sottolinea la prefazione al volume, af-fidata a Guglielmo Monti, un pregio inne-gabile di questi testi consiste nell’aver mes-so in relazione “la storia costruttiva di ognimonumento con i contenuti narrativi dellefigurazioni succedutesi nel tempo”. Da quirisultano, sempre citando Monti, “storie diaccostamenti, sovrapposizioni e sostituzio-ni che ci restituicono la vita di un centro re-ligioso come luogo d’incontro della culturadi epoche diverse”. Lo spazio architettonico,anch’esso soggetto negli anni a trasforma-zioni e adattamenti, offre in tal modo alle

diverse espressioni artistiche stratificatesinei secoli un “terreno di confronto e unsupporto di continuità”. La bibliografia ci-tata nei testi e raccolta in chiusura del volu-me rende conto dell’interesse che tali affre-schi hanno suscitato nel corso degli anni esottolinea anch’essa l’utilità del presente la-voro che riunisce in un’unica opera i datirelativi a ben cinquanta edifici, tra chiesemaggiori e minori. | Clara Pagnacco |

GIAMPAOLO QUIRINALI, San Giovanni in cam-pagna “Ecclesiae Baptesimalis”. Lettura e re-stauro conservativo di un monumento, con lapartecipazione di R&C Scientifica, Bovolone(VR), Comune di Bovolone, 2006, 4°, pp. 142,ill., s.i.p.

Il volume presenta i diversi momenti del re-stauro che ha interessato il complesso diSan Giovanni a Bovolone, nei pressi di Ve-rona, in una prima fase tra il 1999 e il 2002e successivamente a partire dal 2005. La mole dei dati raccolti manifesta la preci-sa volontà da parte dell’autore di fornire unresoconto accurato e scientifico dell’inter-vento, ma anche di ricostruire la storia del-l’edificio e soprattutto trasmettere la forzadei sentimenti che hanno animato e tuttorapervadono il luogo.Il lavoro di restauro è stato realizzato grazieal sostegno della Regione del Veneto, dellaProvincia di Verona e del Comune di Bovo-lone, che hanno in tal modo tenuto fede alruolo che il Codice per i Beni Culturali e ilPaesaggio affida agli enti locali nell’ambitodella conservazione del patrimonio cultura-le e della sua pubblica fruizione e valorizza-zione. All’iniziativa hanno partecipato an-che la Fondazione Cariverona e la BancaPopolare di Verona.Il complesso di San Giovanni in campagnaè costituito da due edifici assai diversi perimpostazione: una chiesa a pianta rettango-lare e un’altra, nata come battistero, a piantaottagonale. La palese difformità di stile e leanalisi condotte, ampliamente illustrate incalce alla pubblicazione, fanno presumereche la costruzione sia avvenuta in periodidifferenti, ponendo l’erezione della chiesaprima di quella del battistero. Le ipotesi didatazione collocano l’una tra V e VIII secolo,e l’altra tra VI e VIII. L’odierno aspetto delnucleo è il risultato di ben otto fasi di svi-luppo, come indicato nel presente volume:l’originale ecclesia baptesimalis, il battistero,la ricostruzione preromanica, i completa-menti romanici (XIII secolo), gli interventidei frati che vi abitarono (XVI secolo), il de-clino del complesso religioso (secoli XVII-

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Magia del colore. Chiese affrescate della Marca Trevigiana...

Page 33: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 33

recensioni e segnalazioni

XVIII), la conclusione dei lavori della chiesa ela ristrutturazione e l’ampliamento del batti-stero (1792), infine la recente riscoperta.La dimensione dell’intero impianto è consi-derevole, anche in relazione al fatto che gia-ce a notevole distanza da qualsiasi centroabitato. Si trattava infatti di un complessocon funzione battesimale e quindi, in gradogerarchico, secondo solo alla chiesa catte-drale, fulcro quest’ultima dell’organizzazio-ne ecclesiastica del territorio. Ancora non èstato possibile definire con sicurezza se SanGiovanni abbia svolto tale ruolo sin dallasua fondazione, certo è che vi assolse dal se-colo VIII al XII. | Clara Pagnacco |

LUCIANO ROGNINI - PAOLO GIACOMELLI - ALBANO

POLI, La Chiesa di Santa Maria Nascente diSorgà. La storia, l’arte e il restauro, Sorgà (VR),Parrocchia di Sorgà - Verona, Verona Grafi-ca srl, 2008, 8°, pp. 238, ill., s.i.p.

Il restauro della chiesa di Santa Maria Na-scente a Sorgà, nel veronese, inizia nel2007, a conclusione delle molteplici vicissi-tudini legate al reperimento dei fondi ne-cessari ai lavori, vicende che il parroco dellachiesa, don Luigi Pizzini, ripercorre nell’ap-passionata premessa al presente volume. Lagrande mole di documenti raccolti nel cor-so della ricerca compiuta dallo studioso Lu-ciano Rognini ha permesso la ricostruzioneapprofondita della storia del territorio e del-l’edificio in particolare, motivando la neces-sità di una pubblicazione che potesse dareriscontro di quanto scoperto e, nel contem-po, registrare le fasi dell’intervento di re-stauro della chiesa.Il volume è suddiviso in cinque parti. Nellaprima Rognini prende in esame la storiadella comunità di Sorgà dalle origini e lun-go tutto il periodo del dominio giuridico,amministrativo e giudiziario dell’importan-te monastero benedettino veronese di SantaMaria in Organo, durato per ben sette seco-li, dal IX all’ultimo quarto del Cinquecento.La giurisdizione religiosa permane inveceimmutata sino al 1806, anno della soppres-sione napoleonica dell’ente monastico. Laricostruzione storica dell’autore proseguesino ai giorni nostri, con un elenco dei par-roci succedutisi a Sorgà.La seconda parte, sempre a cura di LucianoRognini, è dedicata alle vicende artisticheche hanno interessato il complesso. Dallaricostruzione dell’antica chiesa di epocamedioevale avvenuta nel 1534-1535 contem-poraneamente all’erezione del massicciocampanile, alle opere di noti artisti cheadornano l’edificio: i preziosi ma sofferenti

affreschi di Agostino Brusasorzi – primadel restauro parzialmente inglobati nel con-trosoffitto ottocentesco –, la tela di PaoloFarinati raffigurante la Madonna col Bambi-no e i Santi Benedetto ed Elena, gli altari set-tecenteschi in marmi policromi.Nella terza parte don Antonio Scattolini pro-pone una lettura teologica del ciclo di affre-schi di Brusasorzi dedicato all’Annunciazio-ne, mentre nelle successive sezioni il diret-tore dei lavori Paolo Giacomelli e l’esecutoredel restauro delle vetrate e degli affreschi Al-bano Poli illustrano, con l’ausilio di un nu-trito apparato iconografico, le varie tappe delcomplesso percorso che ha permesso di re-stituire alla chiesa, per quanto possibile, ilsuo aspetto originario. | Clara Pagnacco |

RUGGIERO MARCONATO, Chiese dell’Alta Pa-dovana, foto di Maurizio Targhetta, Resana(TV), Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Padovana - GraficArt, 2007, 4°, pp. 447, ill., s.i.p.

L’imponente volume, illustrato dalle foto-grafie di Maurizio Targhetta, riporta unavera e propria mappatura delle numerosechiese edificate nel territorio dell’Alta Pado-vana. A ognuna di esse è dedicata una sche-da che ne ripercorre la storia, corredata diimmagini dell’esterno e dell’interno e, tal-volta, delle opere d’arte che vi sono custodi-te. La bibliografia in calce alle schede è rara,a dimostrazione della necessità di un tale la-voro di ricognizione, senz’altro utile all’ap-profondimento della conoscenza del patri-monio storico-artistico locale.L’introduzione al volume offre un’ampiapanoramica sull’origine e gli sviluppi delcristianesimo nella zona a nord di Padova.Sin dal 67 d.C., anno del martirio di sanPietro a Roma, andava diffondendosi tra lepopolazioni dell’Impero il culto di Cristo.Solo nel IV secolo però, con l’imperatoreTeodosio, esso venne dichiarato religioneufficiale e il paganesimo proibito. A Pata-vium le prime infiltrazioni cristiane proven-nero dagli scambi commerciali con il nordAfrica, con Alessandria in particolare, attra-verso i porti sulla foce del Brenta e a Mala-mocco, sebbene la leggenda narri che essefurono incentivate da Prosdocimo, inviato aPadova dallo stesso san Pietro (Prosdocimoin realtà visse nel III secolo). La diffusionedel culto dalla città alle campagne seguì ledirettrici delle maggiori strade che collega-vano Padova ai centri della regione e che,nel territorio in esame, supportavano quat-tro agri centuriati (graticolati), costituiti nelI secolo (Cittadella-Bassano e Asolo, servitidalla strada Postumia; Camposampiero,

immagini tratte da Chiese dell’Alta Padovana

Page 34: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

34 notiziariobibliografico59

sull’asse della via Aurelia; Altino sulla viaAnnia). All’interno delle centuriazioni furo-no edificati i primi luoghi d’incontro tra gliabitanti per la celebrazione del culto, che as-sunsero la denominazione di “pieve”, dal la-tino medioevale “plebs”. L’autore riserva unintero capitolo alle varie modifiche che lastruttura architettonica originaria degli edi-fici religiosi ha subito nel corso dei secoli.L’ampio excursus storico continua con il pe-riodo delle invasioni barbariche, cui resi-stette il cristianesimo ormai ben radicatonella popolazione locale; così radicato che iLongobardi, a pochi anni dal loro arrivo nel-le regioni settentrionali della penisola, vi siconvertirono.Un approfondimento è dedicato al processodi nascita e diffusione dei monasteri nel-l’Alta Padovana, dove i benedettini prima,gli agostiniani e i francescani poi, diederogrande impulso allo sviluppo della società,istruendo gli abitanti dei centri all’organiz-zazione del lavoro e fornendo assistenza aipiù bisognosi. | Clara Pagnacco |

GIUSEPPE BELLI, Le chiese di San Vito di Ca-dore, Belluno, Istituto Bellunese di RicercheSociali e Culturali, 2006, 8°, pp. 79, ill., e 10,00 (Storia, 28).

Questo volume raccoglie le ricerche effet-tuate da Giuseppe Belli, educatore e studio-so locale, sulle chiese di San Vito di Cadore.Se è vero che San Vito è diventata nel tem-po località turisticamente rinomata graziealle sue splendide montagne, è altrettantocerto che in essa non mancano gli elementidi attrattiva storico-culturale, proprio a co-minciare dalle caratteristiche chiese situatenel centro del paese e che furono oggettodegli studi di Belli, conclusisi nel 1991 e orariuniti per la prima volta nel libro: la pieve-nale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia ela chiesa della Beata Vergine della Difesa. La pievenale risale al Duecento, ma l’attua-le edificio è il risultato di una ricostruzioneavvenuta nel Settecento, su disegno delloSchiavi. All’interno viene conservata unapregevole pala d’altare di Francesco Vecel-lio, artista di talento e fratello del grande Ti-ziano, oltre a una pala del Cinquecento rap-presentante i Santi Ermagora e Fortunato.La “chiesetta della Difesa”, che è stata inve-ce edificata a partire da fine Quattrocento,presenta al suo interno un’abside tardo-gotica che raffigura l’invasione asburgica e imiracoli che salvarono il paese dai Tirolesidurante la guerra tra Venezia e l’imperatoreMassimiliano. Vi si trova inoltre un’altrapreziosa pala d’altare opera di Francesco

Vecellio. Corredato da puntuali immaginifotografiche e aperto da una presentazionedi Vittorio Bolcato, il volume assume la ve-ste di utile guida storico-artistica destinata achi volesse conoscere e visitare due tra i luo-ghi più significativi del centro cadorino. | Giovanna Battiston |

Pittori-Soldato della Grande Guerra, a cura diMarco Pizzo, Roma, Gangemi, 2006, 8°,pp. 208, ill., o 30,00 (Repertori del MuseoCentrale del Risorgimento, 5).

La Prima Guerra mondiale costituì, dal pun-to di vista della produzione di testimonian-ze documentarie, un vero e proprio spar-tiacque tra l’epoca risorgimentale e il Nove-cento; i meccanismi di produzione delle in-formazioni sulla realtà della guerra erano sìil prodotto della lunga tradizione preceden-te, ma conobbero un’improvvisa accelera-zione. Prendiamo il caso della fotografia: senell’Ottocento alcuni fotografi ave vano cer-cato di documentare con i loro scatti avveni-menti della loro epoca e il materiale prodot-to era stato di poche decine o poche centi-naia di foto, nel corso del primo conflittomondiale i fotografi erano diventati nume-rosissimi, a volte formavano un intero re-parto dell’esercito. Alla fotografia si affiancòpresto una modernissima tecnica: la cine-matografia. Fotografi e cineoperatori docu-mentavano tutto, dai ritratti dei soldati alledistruzioni causate dai bombardamenti, dal-la vita di trincea ai morti in combattimento.Accanto vi era, però, un’altra categoria di“documentaristi”: i pittori. Questi uomini,oltre a indossare la divisa e a combattere,spesso continuavano anche al fronte la loroattività. Molti di loro si arruolavano e parti-vano per la guerra anche con lo scopo di do-cumentare, mediante disegni e dipinti, luo-ghi e fasi del conflitto. Durante la GrandeGuerra l’attività dei pittori molte volte si in-trecciò con quella dei fotografi, creando uninterscambio di ispirazione e di tematiche:se infatti vi sono reportage fotografici chesembrano seguire la tradizione della vedutapittorica ottocentesca, vi sono anche artistiche utilizzano le fotografie come mezzo perfissare la visione.Questo volume, edito per conto dell’Istitutoper la storia del Risorgimento italiano, ri-unisce il repertorio completo delle opere chesi devono all’attività dei pittori-soldato tra il1915 e il 1918 presenti all’interno delle colle-zioni del Museo Centrale del Risorgimentodi Roma. Si tratta di circa cinquecento lavo-ri, molti dei quali inediti, tra disegni, dipintie incisioni, di artisti come Italico Brass,

recensioni e segnalazioni

immagini tratte da Le chiese di San Vito di Cadore

Page 35: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 35

recensioni e segnalazioni

Anselmo Bucci, Aldo Carpi, Tommaso Ca-scella, Angelo Landi, Vito Lombardi, Cipria-no Efisio Oppo e Lodovico Pogliaghi. Di cia-scuno di essi viene tracciato un interessanteprofilo, seguito da un’accurata bibliografia.Ogni artista ha rappresentato, a suo modo, isoldati, la guerra, il fronte, le case. Quasi tut-ti hanno preferito esprimersi attraverso l’u-so del colore; fa eccezione Vito Lombardi,nel cui corpus di cinquecento opere sonoconservati ben 225 disegni, tutti eseguiti acarboncino, a china e a penna. Nei suoi di-segni Vito Lombardi ha raffigurato l’interofronte del Piave, dal Monte Grappa fino almare: le tavole sono state realizzate nei gior-ni immediatamente successivi alla firma del-l’armistizio (3 novembre 1918), quando quel-la linea era già stata abbandonata dall’eserci-to. Le sue non sono, quindi, immagini di bat-taglia o di vita nelle trincee, ma appaionocome il silenzioso ritratto di una terra de-solata. | Barbara Giaccaglia |

musica

Frottole Libro Sexto. Ottaviano Petrucci. Venezia1505 (more veneto = 1506), edizione critica a cura di Antonio Lovato, Padova, Cleup, 2004,4°, pp. 268, s.i.p. (Le frottole Petrucci, IV).Frottole Libro Septimo. Ottaviano Petrucci.Venezia 1507, edizione critica a cura di LuciaBoscolo, Padova, Cleup, 2006, 4°, pp. 241,s.i.p. (Le frottole Petrucci, V).

Prosegue l’impresa editoriale avviata diecianni fa dal “Comitato per la pubblicazionedi fonti relative a testi e monumenti dellacultura musicale veneta”, che si avvale dellacollaborazione delle Università di Padova eVenezia; impresa dedicata all’edizione mo-derna degli undici libri di frottole realizzatidallo stampatore Ottaviano Petrucci fra il1504 e il 1514 nella sua bottega veneziana.L’Ottavo, il Nono e l’Undicesimo erano ap-parsi fra il 1997 e il 1999; è ora la volta delSesto (1506) e del Settimo (1507), rispettiva-mente a cura di Antonio Lovato e di LuciaBoscolo, già curatrice dell’Ottavo.L’imponente corpus frottolistico, tramandato-ci in fonti manoscritte e a stampa, consideraprevalentemente l’organico a quattro voci (po-chi i numeri a cinque o tre parti), dando vitaad una delle espressioni musicali profane piùfrequentate nelle corti e nei cenacoli accade-mici fra gli ultimi anni del Quattrocento e ilprimo ventennio del Cinquecento nell’Italiacentro-settentrionale, con particolare diffusio-ne in area padana, fino a Firenze e Urbino.Anche in questi due tomi la trascrizionedelle musiche è preceduta da un corposo

apparato relativo a fonti manoscritte e astampa, bibliografia, testi poetici e loro tra-scrizione con analisi metrica, musicisti epoeti. Tuttavia un decennio non è trascorsoinutilmente. Discussioni con studiosi, re-censioni e interventi a convegni hanno sug-gerito un mutamento di rotta, specie neicriteri di redazione dei testi poetici: trascri-zione rigorosamente diplomatica nelleschede analitiche relative a ciascun brano etrascrizione con semplificazioni e ammo-dernamenti minimi nelle partiture. Ciò alfine di favorire sia il musicologo e il lettera-to, sia il musicista che affronta il testo poe-tico-musicale con intenti esecutivi.Esiguo è il numero di testimoni sopravvis-suti: due per il Libro Sesto (Biblioteche na-zionali di Monaco e Vienna), uno per il Set-timo (Monaco). Per entrambi si lamenta laperdita novecentesca di un esemplare pre-sente presso la Biblioteca Capitular Colom-bina di Siviglia: cinque secoli hanno pesatomolto sulla sopravvivenza delle tirature edi-toriali petrucciane.Sessantasei e sessantasette sono le compo-sizioni ospitate dalle due raccolte, quasi tut-te a quattro voci la prima, rigorosamentetutta nelle “classiche” quattro parti la secon-da. Barzellette, strambotti, odi, ballate, so-netti, giustiniane ecc. sono le forme poeti-che cui si attagliano i testi musicati, preva-lentemente anonimi o con qualche attribu-zione, mentre i musicisti sono più frequen-temente dichiarati.Una ventina di frottole recano il nome delmusicista nel Libro Sesto, mentre ben 54brani del Settimo dichiarano la paternitàmusicale: prevalgono i veronesi BartolomeoTromboncino, Marchetto Cara e MichelePesenti, ai quali si deve una consistenteporzione del repertorio frottolistico. Comevuole la tradizione di questo genere poetico-musicale, il valore dei testi poetici è assaimodesto: prevalentemente di soggetto amo-roso con motivi d’intonazione popolareg-giante e impiego di idiomi dialettali. Nel Li-bro Settimo è frequente il tema della penaamorosa a causa del sentimento non ricam-biato, magari con sferzanti invettive o pro-messe di vendetta rivolte all’amata. Inoltre,questa raccolta riflette il repertorio caro allacorte dei Gonzaga a Mantova tra i secoli XV

e XVI, in quanto ben 41 brani coinvolgonoaltrettanti testi poetici presenti in un cele-bre libro di poesie per musica di Isabellad’Este. Non mancano testi di carattere mo-raleggiante o meditativo, e dall’incipit in la-tino con evidenti riferimenti al repertorio li-turgico, a testimonianza di un genere anfi-bio che non tralascia, seppure occasional-mente, i blandi legami con l’ambiente sacro.| Francesco Passadore |

A Messer Claudio, Musico. Le arti molteplicidi Claudio Merulo da Correggio (1533-1604)tra Venezia e Parma, a cura di Marco Capra,Venezia, Marsilio - Parma, Casa della Musi-ca, 2006, 8°, pp. 324, ess. muss., s.i.p. (Mu-sica in atto, I).

Il volume raccoglie gli atti del convegno chesi tenne a Parma, presso la Casa della Mu-sica l’11 e il 12 novembre 2004, per il 400°anniversario della morte di Claudio Merulo(Correggio, 1533 - Parma, 1604). Merulosoggiornò a Venezia per ben ventisette anni(1557-1584), esercitando diverse attività: or-ganista in San Marco, organaro, stampatoredi musica e compositore. Il suo cognomeoriginario era Merlotti, ma compare anchelatinizzato in “Merulus”, più spesso italia-nizzato in “Merulo” o sostituito dal toponi-mo d’origine “da Correggio”. Studiò dappri-ma nel proprio paese per poi, adolescente,formarsi in ambito veneziano. La sua car-riera è folgorante: il 21 ottobre 1556 vienenominato organista presso la cattedrale diBrescia e il 2 luglio 1557 ottiene, all’unani-mità, analoga carica presso la cappella mu-sicale di San Marco in Venezia, al posto deldefunto Girolamo Parabosco, prevalendosu concorrenti come Andrea Gabrieli e Fio-renzo Maschera. Compose musica per oc-casioni private e pubbliche non solo vene-ziane, per il matrimonio di Alessandro Far-nese, per la principessa Maria di Portogallo,per la vittoria veneziana sui Turchi a Le-panto nel 1571.Lasciata Venezia nel 1584 per servire il ducaOttavio Farnese di Parma, collaborò anchecon la corte di Mantova e con la cattedrale diParma; nel 1591 divenne organista dellachiesa della Madonna della Steccata a Par-ma e mantenne impegni anche con gli am-bienti musicali romani e veneziani. Affron-tò ogni genere musicale praticato all’epoca,lasciando una gran quantità di composizio-ni organistiche, vocali sacre e profane: mes-se, mottetti, madrigali (su testi di Bembo,Petrarca, Ariosto, Tasso, Guarini). Si dedicòanche all’editoria musicale, pubblicando frail 1566 e il 1571 ben trentacinque edizioni,con una netta prevalenza di raccolte madri-galistiche, undici edizioni sacre (messe emottetti) e musiche organistiche.I sedici studiosi qui coinvolti non indaganola poliedrica attività di Merulo secondo unavisione rigorosamente diacronico-biografi-ca, bensì affrontano, in alcuni casi per laprima volta, problematiche derivate dallevariegate esperienze professionali e dallerelazioni ad ampio spettro instaurate con ilmondo dell’arte, della poesia, dell’arte orga-naria, oltre che della musica e dell’impren-ditoria editoriale. Perlopiù sono affrontatitemi quali la produzione del musicista, gliambienti musicali in cui operò e le proble-

Page 36: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

36 notiziariobibliografico59

matiche organologiche e conservative legateall’organo che lo stesso Merulo costruì du-rante gli ultimi anni della sua vita, tuttoracustodito presso il Conservatorio di musicadi Parma, restaurato nel 1964 e posto incondizione di essere impiegato per l’attivitàconcertistica. | Francesco Passadore |

Francesco Cavalli. La circolazione dell’OperaVeneziana nel Seicento, a cura di Dinko Fa-bris, Napoli, Turchini edizioni, 2005, 8°,pp. 358, ess. mus., e 30,00.

Nel 2002 in Italia si organizzarono due con-vegni per celebrare il quarto centenario del-la nascita del musicista Francesco Cavalli:uno a Crema e uno a Napoli, quest’ultimostrettamente incentrato sulla sua produzio-ne teatrale in relazione al fenomeno dell’O-pera veneziana e alla sua diffusione euro-pea. Del primo se ne sono perse le tracce;miglior sorte ebbero invece le ricerche deiquattordici studiosi che parteciparono al se-condo, grazie alla cura del centro di MusicaAntica Pietà dei Turchini di Napoli.Caletti Bruni era il suo cognome originario,che presto sostituì con quello del suo mece-nate Federico Cavalli, governatore venezianodi Crema da luglio 1614 a marzo 1616. Cre-masco d’origine ma veneziano d’adozione,Cavalli entrò quattordicenne al servizio dellacappella ducale di San Marco il 18 dicembre1616, in qualità di cantore, e vi rimase finoalla morte (1676): sessant’anni di carrieradurante i quali pervenne alla carica di mae-stro di cappella (1668), passando attraverso igradi di secondo e primo organista (1639,1645), senza però disdegnare collaborazionicon la scuola di San Rocco, con la chiesa diSan Lorenzo, con l’ospedale dei Santi Gio-vanni e Paolo (1620-1630), e soprattutto conl’ambiente teatrale veneziano. Se la produ-zione sacra di Cavalli corrisponde quasi al-l’intero periodo veneziano (1625-1675), lasua carriera teatrale prende avvio nel 1639,con l’andata in scena della festa teatrale Le nozze di Teti e di Peleo al teatro San Cas-siano (24 gennaio), proseguendo ininterrot-tamente, attraverso una quarantina di parti-ture (comprese quelle perdute e attribuitegli)commissionategli prevalentemente dai teatriveneziani, sino al Massenzio del 1673.Dalla lettura degli interventi si evince il fre-netico e incontenibile sviluppo della compo-nente “impresariale” nella gestione di unaprassi teatrale che prende avvio pressochécontemporaneamente all’accostarsi di Ca-valli alla nascente “moderna” concezione delmelodramma. E non solo Cavalli recita unaparte da primo attore in questo contesto ar-

tistico/economico, ma anche le sue partitu-re non mancano di piazzarsi, nella loro inte-grità o rimodellate, nei principali teatri ita-liani e parigini. In questo volume l’indaginefilologica la fa da padrona, sola e unica gui-da in un florilegio di partiture, arie staccate,varianti d’autore (o altrui) e libretti, spessounici testimoni di rappresentazioni teatrali,cui si aggiungono, a volte, cronache e me-morie annotate in gazzette e diari personali.Decisamente di primo piano il “cast” deglistudiosi ingaggiati, molti dei quali da anniimpegnati sui fronti dell’opera seicentescae su Cavalli: Carlo Majer, Jennifer WilliamBrown, Hendrik Schulze, Beth e JonathanGlixon, Mauro Calcagno, Ellen Rosand,Wendy Heller, Dinko Fabris, Maria ChiaraBertieri, Anna Tedesco, Armando Fabio Ival-di, Barbara Nestola, Paologiovanni Maione.| Francesco Passadore |

FRANCO ROSSI, Catalogo tematico delle com-posizioni di Baldassare Galuppi (1706-1785).Parte I: Le opere strumentali, Padova, Edizio-ni de “I Solisti Veneti”, 2006, 8°, pp. CVII-369, ess. mus., s.i.p.

Una passione più che ventennale ha fatto diFranco Rossi il mentore post mortem di Bal-dassare Galuppi, detto il Buranello dal topo-nimo dell’isola veneziana che gli dette i na-tali. Non vanno comunque passate sotto si-lenzio le ricerche condotte, e edite, di Rein-hard Wiesend fin dagli ultimi anni Settantadel secolo scorso. Negli anni ha ricercato,censito, identificato, collazionato manoscrit-ti e stampe che hanno tràdito le musiche diGaluppi (1706-1785), scovando testimonian-ze, soprattutto manoscritte, in biblioteche earchivi (pubblici e privati) sparsi in tutto ilmondo. Un lavoro immane, e probabilmen-te non ancora pienamente concluso, am-messo che su tali ricerche si possa porre unsigillo conclusivo, proprio perché la musicae la fama del Buranello, che fu maestro dicoro negli ospedali dei Mendicanti (1740-1751) e degli Incurabili, vicemaestro (1748-1762) e maestro (1762-1785) della cappelladucale di San Marco, hanno viaggiato, lui vi-vente, per tutta l’Europa, fino alla corte rus-sa di San Pietroburgo di Caterina II, dove luistesso venne chiamato a prestare servizio(1765-1768), oltre che a Londra (1741-1743).Una prima indagine, tutt’altro che esausti-va, testimonia oltre 2.500 fonti manoscrittefra autografi e copie di musica strumentalee vocale (sacra, operistica, da camera), ma sisospetta che siano molte di più. È lo stessoRossi a fornire una convincente spiegazio-ne di questa iperproduzione e dissemina-

zione sfrenata di fonti manoscritte: “La dif-fusione capillare di tutta questa musica ècertamente spiegabile per quanto riguardale copie manoscritte: in linea con le compo-sizioni degli autori più stimati è abbastanzaevidente che anche la musica sotto alcuniaspetti meno appetibile come quella sacrasia stata più e più volte copiata, forse ancheper quel tanto di spiccatamente teatrale chesegna soprattutto le parti solistiche di moltidi questi brani”.Rossi presenta ora il primo tomo di quelloche sarà il catalogo tematico delle musichedi Galuppi, quello dedicato alle musichestrumentali, corpus costituito da 158 sonateper clavicembalo (o organo), sette sonate atre e ventiquattro concerti. Ogni composi-zione viene descritta minuziosamente for-nendone gli incipit musicali dei vari movi-menti, oltre che l’elenco e la collocazionedelle fonti a stampa e manoscritte, i riferi-menti ai repertori bibliografici precedenti, ei confronti che portano a identificare tra-scrizioni, trasposizioni tonali e varie formedi riutilizzo di alcune composizioni secon-do la consuetudine dell’epoca. Tavole diconcordanza, indici tematici delle sonate,dei titoli e dei nomi, integrano e completa-no il catalogo, che è preludiato da una brevema documentata introduzione storica e datre imponenti apparati (un centinaio di pa-gine) che testimoniano l’interesse modernodella discografia, dell’editoria musicale edegli studi musicologici dedicati a Galuppi.| Francesco Passadore |

FRANCESCO ANTONIO VALLOTTI, Regina Coeli(1739), Salve Regina (1740), per soprano, ar-chi e basso continuo, revisione di Pietro Peri-ni, Chioggia (VE), Associazione Lirico Musi-cale Clodiense, 2003, 4°, pp. 71, con CD, s.i.p.

Francesco Antonio Vallotti fu organista,compositore, teorico della musica: tre faccedi un’unica vocazione che egli, nato a Ver-celli l’11 giugno 1697, vide sbocciare pressoil Seminario della città natale, dove prese leprime lezioni di musica e canto con il mae-stro Bissone. Entrato nel 1715 nel conventodei Francescani a Chambéry, prese gli ordi-ni nel 1720. Studiò poi filosofia a Cuneo enel 1721 teologia a Milano; trasferitosi a Pa-dova, seguì gli studi musicali con il maestropadre Francesco Antonio Calegari. Nel 1722fu nominato terzo organista della basilica diSant’Antonio, dove percorse la lunga carrie-ra, essendovi nominato vice-maestro di cap-pella nel 1727, maestro sostituto nel 1728 einfine, nel 1730, succedendo a Giuseppe Ri-naldi in qualità di maestro, carica che man-

recensioni e segnalazioni

Page 37: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 37

recensioni e segnalazioni

tenne per cinquant’anni, fino alla morte av-venuta nel gennaio del 1780.Le testimonianze coeve confermano l’altareputazione guadagnata dal musicista pres-so i contemporanei, fra i quali emergonoper fama e prestigio l’abate bologneseGiambattista Martini, con il quale Vallottiintrattenne una fitta corrispondenza, il Bur-ney, che ne apprezzava particolarmente l’o-pera teorica, e Giuseppe Tartini, che ne ri-conobbe il grande valore sia come organistache come compositore. Non a caso la statuache riproduce Tartini nella “galleria” a cieloaperto di Prato della Valle, a Padova, incor-pora il ritratto di Vallotti, come a rinchiude-re in una sola effigie le due personalità dimaggior spicco della musica padovana deltempo. Fecondissimo autore di musica reli-giosa, di cui ha lasciato centinaia di compo-sizioni sia in stile severo che concertato (alBurney, che lo visitò nel 1770 e che lo defi-nì uno dei più abili compositori italiani,mostrò interi armadi pieni di sue composi-zioni sacre), Vallotti conquistò fama soprat-tutto come teorico, tenuto in conto dai con-temporanei, insieme a padre Martini, qualemassimo giudice in materia di controversiedi teoria musicale. Scrisse il trattato Dellascienza teorica e pratica della moderna musi-ca, rimasto incompiuto.La presente pubblicazione, a cura dell’Asso-ciazione Lirico Musicale Clodiense, realizza-ta con il contributo della Regione Veneto,raccoglie due composizioni di Vallotti, editecon la revisione di Pietro Perini: Regina Coeli, del 1739, e Salve Regina, del 1740, en-trambe per soprano, archi e basso continuo,pregevoli esempi della copiosa produzionedel compositore, la cui opera rimane per lamaggior parte ancora manoscritta. La parti-tura delle due composizioni, in forma tri-partita, di concezione armonico-contrap-puntistica, è accompagnata dal CD che ne of-fre l’interpretazione a cura dell’Accademiadella Magnifica Comunità, a cui si aggiungel’esecuzione della Sinfonia in Re Maggioredel compositore chioggiotto Giuseppe MariaRenier (1766-1835). | Giuseppe De Meo |

GIUSEPPE PIAZZA, Giovanni Battista De Lo-renzi nella storia organaria vicentina. Nel bi-centenario della nascita, Schio (VI), EdizioniMenin, 2006, 8°, pp. 173, ill., s.i.p. (Quader-ni di Schio. Collana di vita scledense, 24-25).

Un ulteriore contributo alla conoscenza diun grande scledense viene proposto dalleedizioni Menin di Schio in occasione di unbicentenario. Il celebrato è Giambattista DeLorenzi, costruttore di organi, nato a Schio

il 12 marzo 1806 e morto a Vicenza il 25 di-cembre 1883; lo studioso è Giuseppe Piaz-za, che da anni affronta problematiche lega-te all’arte organaria, alla produzione di DeLorenzi e alla vita musicale organistica scle-dense. Piazza affronta la figura dell’organa-ro in tutte le sue espressioni: costruttore erestauratore di organi, geniale innovatorenel campo dell’arte organaria, teorico e sag-gista. La sezione più ampia è quella che ri-guarda la descrizione tecnica di un cospi-cuo numero di organi costruiti o restauratida De Lorenzi nel vicentino, corredata daun ricco apparato fotografico.Giovanissimo inizia la sua attività a Schio,dove apre una bottega di organaro e nel1825, all’età di 19 anni, costruisce il suo pri-mo organo per la basilica dei Santi Felice eFortunato di Vicenza. Due anni dopo co-struisce un organo per Codognè (Treviso),dopodiché la sua attività diventerà frenetica.Nel 1830 si trasferisce a Vicenza e insedia il proprio laboratorio in borgo San Felice. In 58 anni, dal 1825 al 1883, costruirà o re-staurerà oltre 150 organi, prevalentementein area veneta ma giungendo ad accettarecommissioni anche da Trieste, Pisa, Rovi-gno, Salerno. A lui si deve l’invenzione del-l’organo “fonocromico”, ossia in grado di ge-nerare sfumature nel suono, rendendo lostrumento più espressivo. Applicò questo si-stema per la prima volta nel 1851 ad uno stru-mento costruito per un privato di Nogare diVerona, e nel 1855 ne inviò uno all’Esposi-zione universale di Parigi, riscuotendo rea-zioni positive di organisti e organari.Il lavoro di Piazza, seppur non esaustivo, dàun significativo e dettagliato contributo allaconoscenza di De Lorenzi e della sua pro-duzione organaria, non lesinando dati tec-nici nelle schede descrittive, tanto care e in-dispensabili ai professionisti, ma senza por-re in difficoltà il melomane o semplicemen-te il lettore curioso, che può trarre preziosee approfondire informazioni anche dalla let-tura della scelta di scritti delorenziani pro-posti in fondo al volume. L’apparato icono-grafico ritrae prevalentemente un significa-tivo numero di organi nella maestosità enella ricercatezza del loro aspetto esteriore,senza attardarsi in immagini tecniche dellameccanica interna. | Francesco Passadore |

Patrimonio organistico della Marca trevigia-na, testi di Gianfranco Ferrara, s.e. [tip.Grafiche Crivellari di Ponzano Veneto],2007, 8°, s.n.p., ill., s.i.p.

La presente pubblicazione, esito di un mi-nuzioso e impegnativo lavoro che ha visto la

sinergia di più soggetti, raccoglie gli organipiù significativi custoditi nelle chiese delleDiocesi Trevigiane.Il vescovo di Treviso, mons. Andrea BrunoMazzocato, ha scelto l’ultimo Salmo del Sal-terio come sigillo della storia secolare delsuono dell’organo che, secondo il Sacrosan-tum Concilium, “è in grado di aggiungeremirabile splendore ai Riti della Chiesa e dielevare potentemente gli animi a Dio e allerealtà supreme”. Dino De Poli, presidente della FondazioneCassamarca e presidente onorario dell’E-

CHO (Europae Civitates Historicum Organo-rum), ribadicse che “occorreva proprio l’edi-zione di un censimento del patrimonio or-ganistico esistente nella Marca Trevigiana”ed evidenzia come essa riguardi non sologli organi storici, ma anche quelli restaura-ti con criteri “filologici”.La Treviso musicale non è solo sede di unTeatro comunale con una sua stagione liri-ca, o del concorso pianistico internazionaleCittà di Treviso, ma è anche la provincia incui si svolge il Festival organistico.La pubblicazione rende testimonianza dellasensibilizzazione di enti e privati al recupe-ro dell’ingente patrimonio di strumenti“meccanici storici” di cui Treviso è partico-larmente ricca, tanto da potersi definire uni-ca al mondo. Ciò ha fatto della città del Silela sede permanente dell’ECHO sin dal 1997.Inoltre il Festival organistico aderisce al“Progetto Hydraulis” (nome mutuato dalprimo esempio d’organo idraulico costruitonel III secolo da Ctesibio di Alessandria) cheaccomuna le regioni adriatiche di Italia, Slo-venia, Croazia e Montenegro, per secoli fa-centi parte della Serenissima, dunque ricchedi organi storici di “scuola veneta”, in parti-colare della “gioiosa Marca” come affermaArnaldo Compiano, il cui figlio Marco è l’ar-tista che ha fotografato gli organi censiti.L’estensore dei testi, Gianfranco Ferrara, sisofferma sugli organari della “scuola vene-ta”: Pietro Nacchini, maestro di GaetanoCallido e dei suoi due figli Agostino e Anto-nio, per citare solo i più noti al grande pub-blico. Il volume è corredato da utili appen-dici relative agli Organari e alle Ditte Co-struttrici; in conclusione un Glossario deitermini dell’arte organaria, la Bibliografia, e l’Elenco degli strumenti. | Antonino Viola |

Page 38: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Giovanni Bellini, Madonna col Bambino

(Madonna del prato),part., 1505

Londra, National Gallery

Page 39: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 39

800 disegni inediti dell’Ottocento veneziano, a cura di Giandomenico Romanelli, Vene-zia, Fondazione Musei Civici Venezia, 2009,4°, pp. 64, ill., s.i.p.

È il catalogo della bellissima mostra di 800disegni inediti (e altro: per taluni autori, adesempio Ippolito Caffi, alcuni dipinti) rife-riti tutti, come recita il titolo, all’Ottocentoveneziano. Protagonista la città in un perio-do molto particolare della sua storia: la Ve-nezia prostrata dopo la caduta della Repub-blica (1797) e le conseguenti occupazionifrancese ed austriaca, in uno stato di smar-rimento sociale e di forte disagio economi-co che la portò a un’estrema povertà. Tutta-via con tali risorse morali da consentirle dialzare la testa ignorando pietismi e rimpian-ti per guardare con rinnovata fiducia al suofuturo. Un Ottocento vivo, dunque. Traccia-to con segni di lapis e ventate di colore; pun-tigliosamente restituito anche attraverso fit-ti tratteggi in china.Il catalogo pubblica una folta scelta di que-ste opere generalmente eseguite su carta,con i commenti di Andrea Ballieni, MartinaMassaro, Filippo Pedrocco, GiandomenicoRomanelli. Le opere provengono dagli archi-vi del Correr (tranne quelle firmate da Giaco-mo Favretto, una ottantina, di un prestatoreanonimo), quindi non sono mai state espo-ste in maniera organica al pubblico.In catalogo Favretto (1849-1887) è collocatoin chiusura. In mostra apriva invece la gal-leria espositiva. Ottanta piccoli disegni al la-pis su carta, tutti eseguiti, forse di nascosto,dentro diversi caffè veneziani, che ritraggo-no clienti appartenenti a una borghesia pri-vilegiata che si è lasciata alle spalle ristret-tezze e malinconie. I disegni degli altri artisti, tutti venezianitranne il “foresto” Francois Vervloet, calato aVenezia dal Belgio, resitituiscono alcune vi-sioni della città. Magari, come nei lavori diIppolito Caffi (1809-1886), con sguardo iro-nico che ritrae la gente nei giorni di car-nevale. Oppure in modo realistico, come neicolorati disegni di Eugenio Bosa (1807-1875),che rappresentano popolani impegnati in va-rie attività. Una Venezia di intenso fascino,anche se non subito riconoscibile per i cam-biamenti imposti alla città in quel secolo, è laprotagonista di molti disegni di Giacomo

Guardi (1764-1832) figlio del grande veduti-sta Francesco, di Luigi Quarena (1824-1887),di Giacomo Povidor (1808-1872) e di altri. Di formato orizzontale, il catalogo – con testi anche in inglese – rimane una agile e accattivante testimonianza della mostra. | Piero Zanotto |

Il piacere del collezionista: disegni e dipinti del-la collezione Riva del Museo di Bassano delGrappa, catalogo della mostra (Bassano delGrappa, Museo Civico, 1 novembre 2008 -15 febbraio 2009), a cura di Giuliana Erica-ni e Federica Millozzi, Bassano del Grappa(VI), Città di Bassano del Grappa - Padova, Il Poligrafo, 2008, 4°, pp. 317, ill., e 35,00.

A cura di Giuliana Ericani e Federica Mil-lozzi, Il piacere del collezionista, edito in oc-casione della mostra ospitata nelle sale delMuseo di Bassano del Grappa, proponeun’indagine sull’eclettica figura del conte,vicentino di nascita e padovano d’adozione,Giuseppe Marco Antonio Riva (1791-1872) esui disegni e dipinti della sua collezione. Dilettante d’architettura, letterato, poeta ericercatore d’archeologia, Riva affiancò allesue molteplici attività quella di collezionistad’arte, anticipando in molti aspetti le prati-che del collezionismo di fine Ottocento.Dalla corrispondenza, esaminata all’internodel volume nei saggi di Valeria Alberti e Letizia Tasso, si evince l’appartenenza diRiva a una comunità di amateurs: numerosisono gli scambi epistolari intercorsi con imaggiori esponenti della cultura artisticadell’epoca, come Vincenzo Lazari, AntonioDiedo e Antonio Cicogna, che gli offriro-no consulenze e suggerimenti in meritoalle opere da acquisire nella sua raccolta.Affiancarono Riva nel panorama del colle-zionismo veneto di quegli anni numerosiesponenti dell’aristocrazia locale – come ilbarone Francesco Galvagna –, che elesseroVenezia a indiscusso polo di attrazione col-lezionistica, un “vero emporio di ogni cosarara”, dove l’accorto amatore d’arte potevafacilmente crearsi una propria raccolta aprezzi accessibili, mentre “mercanti” meno

consapevoli si arrischiavano in acquisti in-fausti di contraffazioni realizzate da abilifalsari. Ricordato da Luigi Carrer come un“uomo della vecchia scuola”, Riva si dedicòall’accumulo di opere d’arte nella ferreaconvinzione che il collezionista dovesse es-sere “padrone di molte esperienze e dottri-ne”, non permettendo che nella sua ricerca-ta raccolta “entrassero gemme false”. Ocu-lata è pertanto la scelta delle opere da ac-quisire nella propria collezione: lavori rea-lizzati fra il XVI e XIX secolo da grandi mae-stri, come Carpaccio, Vivarini, Romanino,Palma il Giovane, Campi, Magnasco, Tie-polo e Bison.Primo fra i musei veneti ad aprire le proprieraccolte, nel 1840, il Museo di Bassano ac-coglie e conserva le opere del collezionistaveneto, cedute al Comune nelle sue ultimevolontà del 25 novembre 1869. Nel 1853 fu lo stesso Riva a dare alle stampe il cata-logo della propria raccolta, Alcuni quadriraccolti e illustrati da Giuseppe Riva, mentrela prima indagine storiografica sulla colle-zione di disegni donata al Museo si deve aLicisco Magagnato, che stilò una quadrogenerale del lascito e selezionò 97 opere daesporre nell’antologica tenutasi nel 1956alla Fondazione Cini. Dopo più di cinquan-t’anni da tale mostra, l’esposizione del Mu-seo di Bassano ha fornito, oltre alla possi-bilità di ammirare straordinari capolavori,un’indagine scientifica, concretizzatasinelle pagine del catalogo, sulla variopintafigura di Riva. Schede critiche, redatte daun’equipe composta da ventisette storicidell’arte, analizzano le 148 opere presentiin mostra, descrivendo i lavori di VittoreCarpaccio, Jacopo Palma il Giovane eGiambattista Tiepolo, ma anche la temperasu tavola, Episodio del martirio di santa Apol-lonia, di Antonio Vivarini, o “due buoneTeste” di Jacopo Guarana che, come Rivascrisse in tono enfaticamente conservatorenel 1849 – citato nell’acuta scheda di cata-logo di Sergio Marinelli –, “ci danno si-curtà sufficiente che il buon gusto qui nelVeneto s’era men corrotto che altrove”.| Giovanna Ficarazzi |

nb 59cataloghi di mostre e musei

Page 40: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

40 notiziariobibliografico59

Museo Remondini. Guida, Cittadella (PD),Comune di Bassano del Grappa - BiblosEdizioni, 2007, 8°, pp. 63, ill., e 10,00.

Nel 1849 Giambattista Remondini, ultimoerede dell’omonima casa editrice attiva aBassano fin dalla metà del XVII secolo, donaalla città, ben lieta di accoglierla, la preziosae imponente raccolta “di stampe, compreseanche quelle in Cornice”. La collocazione museografica dei materiali– libri, corrispondenza, stampe popolari,carte decorate, xilografie e acqueforti – ac-quisisce fin da subito la priorità negli impe-gni dell’amministrazione, grazie anche al-l’interessamento del direttore dell’Istitutocivico, Giambattista Baseggio, legato al do-natore da vincoli familiari. Al primo pianodel Convento di San Francesco, che alloraospitava la civica Biblioteca, vengono allesti-te due stanze attigue, l’una dedicata agli in-cisori bassanesi formatisi nella calcografiaremondiniana, l’altra alla collezione storicadi opere dal XV al XVIII secolo, che costitui-scono una tra le più notevoli raccolte di artegrafica antica dell’Italia settentrionale. Tale sistemazione rimane immutata permolti anni: le operazioni di riallestimentoiniziano nel 1937, sotto la direzione di Pao-lo Maria Tua, e si concludono nel 1939. Alcuni locali del piano terreno vengono ri-servati alla sezione bassanese, alle carte de-corate e alle stampe “popolaresche”. Comesottolinea Giuliana Ericani nel saggio in-troduttivo al volume (Vicende museografi-che della raccolta Remondini. Dal lascito alMuseo), la scelta di esporre in quell’occa-sione anche materiali per lo più divulgati-vi, privi pertanto di un elevato valore arti-stico, risponde alla rivalutazione e allo stu-dio delle immagini popolari stampate, pro-mossi fin dai primi del Novecento e con-dotti ancora in quegli anni. Nell’ultimo tren-tennio, l’esigenza di preservare le delicatis-sime opere su carta ha precluso l’esposi-zione al pubblico delle stesse. Il nuovo Mu-seo allestito in Palazzo Sturm, cui è dedi-cata la presente guida, restituisce pertantoalla città un patrimonio di inestimabile va-lore, favorendone nel contempo la cono-scenza e lo studio.Il volume propone altresì un indispensabileapprofondimento sui fondatori della cele-bre stamperia con il testo di Mario Infelise(I Remondini), mentre Alberto Milano offreun excursus su tipologie e iconografie dellaproduzione remondiniana (Le stampe deiRemondini: dalle ventole al mondo alla rove-scia). A Giuliana Ericani è affidata l’analisidella collezione (La collezione Remondini) ea Mauro Fantinato lo studio delle carte de-corate, di cui i Remondini erano tra i più ri-nomati produttori (Le carte decorate Remon-dini. Tecniche, storia e caratteristiche di pro-

duzione). Renata Del Sal ripercorre infine levicende legate all’attività tipografica dei Re-mondini, attività che, superati i vincoli cor-porativi imposti dalla Dominante, riuscì inmeno di un secolo a eguagliare il successodel settore calcografico. | Clara Pagnacco |

I Santi dei Remondini, catalogo della mostra(Bassano del Grappa, Palazzo Sturm, MuseoRemondini, 16 settembre 2007 - 20 gennaio2008), a cura di Giuliana Ericani, Cittadella(PD), Comune di Bassano del Grappa - BiblosEdizioni, 2007, 8°, pp. 47, ill., euro 8,00.

La mostra, cui è dedicato il presente catalo-go, si inserisce nell’articolato progetto di va-lorizzazione delle raccolte remondinianeavviato con il recente allestimento del Mu-seo in Palazzo Sturm. La tipologia delleopere afferenti all’ampia collezione – libri,corrispondenza, stampe popolari, carte de-corate, xilografie e acqueforti – richiedel’osservanza di condizioni conservative cheimpediscono l’esposizione permanente deimateriali al pubblico. Il Museo Remondiniprevede pertanto la periodica rotazione deipezzi e un programma di mostre tempora-nee volte all’approfondimento di alcunitemi ricorrenti nella vastissima produzionedella stamperia bassanese. Tra questi, leimmagini popolari raffiguranti i santi, chegodettero di particolare fortuna commercia-le e conobbero una capillare diffusione intutto il territorio europeo e non solo. Comeevidenzia Ericani nel saggio introduttivo alcatalogo (I Santi dei Remondini. Genesi e mo-delli), tale fortuna non ha però trovato ri-scontro nelle analisi critiche dedicate allecreazioni remondiniane, che hanno relega-to a sottocategoria tematica la produzionedei cosiddetti “santini”. Al tempo della fon-dazione della ditta, intorno alla metà delXVII secolo, la tradizione delle immagini sa-cre su carta risultava ben consolidata: è do-cumentata già a partire dalla prima metàdel Quattrocento e trova, nel secolo seguen-te, un eccezionale promotore nella Contro-riforma cattolica, che utilizza tali opere qua-li agili ed efficaci mezzi di trasmissione delmessaggio ai fedeli, raggiungendo anche glistrati più poveri della popolazione. Lo spiri-to imprenditoriale dei Remondini si esplicaproprio nella scelta, afferma Alberto Milanonel suo testo (L’“assortimento vastissimo” distampe sacre), di “costruire un’offerta distampe che potesse toccare la più ampiaclientela possibile, dal punto di vista geo-grafico ma anche nel tempo”. Per attuarel’ambizioso programma, Remondini agì sutre fronti: rese accessibili a più fruitori, ab-

cataloghi di mostre e musei

immagini tratte da Il piacere del collezionista... (in alto)I santi dei Remondini (in basso)

Page 41: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 41

cataloghi di mostre e musei

bassandone il costo di produzione, le inci-sioni in rame, che risultavano preferibiliper la maggiore durata della lastra; organiz-zò un efficace sistema di vendita “porta aporta” mediante ambulanti; infine creò unnutrito campionario di soggetti in versioni eformati diversi, talvolta attingendo, seppurecon l’introduzione di qualche modifica, airepertori dei maggiori centri europei, qualiAugsburg e Parigi. Il contributo di Elisabet-ta Gulli Grigioni (Stampe remondiniane asoggetto religioso. Approfondimenti e confronti)traccia un interessante confronto iconogra-fico tra alcune immagini sacre remondinia-ne e altre analoghe di diversa origine, pro-ponendo il simbolo del cuore quale “para-metro esplorativo”.In appendice sono elencate, con una detta-gliata didascalia, le opere presenti in mo-stra. La suddivisione per collocazione espo-sitiva di queste ultime contribuisce a rende-re il volume un’agile guida per il visitatore.| Clara Pagnacco |

Déco. Arte in Italia 1919-1939, a cura di Fran-cesca Cagianelli e Dario Matteoni, catalogodella mostra (Rovigo, Palazzo Roverella, 31 gennaio - 28 giugno 2009), Milano, Silva-na Editoriale, 2009, 4°, pp. 237, ill., e 35,00.

L’elegante mezzo busto di Wally Toscaniniin costume da odalisca, immortalato in unritratto del 1925 di Alberto Martini, è la sug-gestiva immagine di copertina del volumeDéco. Arte in Italia 1919-1939. Il testo, editoda Silvana Editoriale, è il catalogo della mo-stra tenutasi dal 31 gennaio al 28 giugno2009 a Rovigo negli spazi della Pinacotecadi Palazzo Roverella, esposizione che haraccolto numerose opere d’eccelsi maestridell’arte italiana, fra cui Giacomo Balla,Guido Cadorin, Felice Casorati, FortunatoDepero e Mario Sironi. Centoquarantaseiriproduzioni di capolavori del Novecento,suddivise all’interno del catalogo secondo le 11 sezioni della mostra, accompagnano i saggi dei due curatori, Francesca Caginel-li e Dario Matteoni, oltre ai testi degli stu-diosi Matteo Fochessati, Elena Pontiggia eFranco Sborgi. A Dario Matteoni spetta, nel saggio Il gustodéco: non solo stile, la ricostruzione storicadell’affermarsi nel linguaggio, dapprima aduso esclusivo degli specialisti e successiva-mente anche del grande pubblico, del ter-mine “Déco”. Coniata negli anni Sessanta,tale parola trova una definitiva consacra-zione in ambito storico-artistico nel 1968,quando Bevis Hillier pubblica a Londra ilvolume Art Déco of 20s e 30s, definendo “Art

Decò” come un “modern style” sviluppa-tosi negli anni Venti e che raggiunse il suopiù maturo compimento nel decennio suc-cessivo. Criticamente avvalorabile l’argo-mentazione di Rossana Bassaglia (1983)che ha connotato il Déco come un orien-tamento artistico della cultura borghese vi-cina alle avanguardie, con influenze di ca-rattere stilistico e iconografico. Emblemati-co in tal senso il lavoro del futurista Giaco-mo Balla, data la presenza in alcune sueopere degli anni Venti di un evidente gustodéco, come mostra il dipinto La Bionbruna(1926). Fu proprio il Futurismo – spie-ga Matteo Foschessati nel saggio presentenel volume – il movimento d’avanguar-dia che maggiormente interpretò la moder-nità, con i temi della macchina, della velo-cità e della città, ad offrire elementi cultu-rali e iconografici di riferimento alle pro-duzioni déco. La realtà metropolitana, “lacittà che sale” celebrata nel manifesto fu-turista di Marinetti nel 1909, ma anche nel noto quadro di Boccioni, negli annisuccessivi sarà infatti spesso presente nelleopere d’Art Déco, come nell’opera La folladi Sexto Canegallo, pittore genovese di ma-trice simbolista. Un “intreccio di rapporti”si stabilisce anche fra Art Déco e Novecen-to Italiano, il movimento nato nel 1929 aMilano intorno alla figura di MargheritaSarfatti, nel cui “Ritorno all’ordine” ElenaPontiggia riscontra elementi convergenticon la rigida geometrizzazione che connotale opere déco. Non solo le produzioni pittoriche sono pro-tagoniste di tali catene di rapporti tematicifra i movimenti d’avanguardia e l’Art Déco,dato che le vicende che segnano l’iter storio-grafico di questo stile-gusto artistico, sia inItalia che all’estero, sono strettamente legatealla storia delle arti applicate e dell’architet-tura, come evidenzia Franco Sborgi nel suocontributo, riscontrando l’apporto Déco nel-l’epocale integrazione fra “arte pura” e artidecorative. Le opere realizzate per l’industriaceramica dall’architetto milanese Giò Ponti,come la straordinaria coppa in porcellana po-licroma Funerailles de Thais (1927 ca.), con-sentono di imbastire prolifici raffronti con laproduzione pittorica e scultorea degli anniVenti e Trenta del Novecento.Estremamente ricca di variabili culturali elegami concettuali, l’Art Déco si connette anumerose “storie” parallele, dalle Biennalidi Monza (1923-1930) a “Valori plastici”, ar-gomenti indagati a cura di Alessia Vedovanell’apparato di voci presente nel volume. | Giovanna Ficarazzi |

immagini tratte da Déco. Arte in Italia 1919-19139

Page 42: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

42 notiziariobibliografico59

Oltre il Paesaggio, catalogo della mostra (Pie-ve di Soligo - TV, Villa Brandolini - CentroCulturale Fabbri, 15 febbraio - 19 aprile 2009),a cura di Dino Marangon e Luigi Perissinot-to, schede di Michele Beraldo, Franca Biz-zotto e Dino Marangon, Treviso, Canova,2009, 8°, pp. 199, ill., s.i.p.

La settecentesca dimora Brandolini è lasplendida cornice che ospita la prima mo-stra di un ambizioso progetto promosso eorganizzato dal Comune di Pieve di Soligoe dalla Regione del Veneto, sotto la curateladi Dino Marangon. Il progetto intitolato“Possibile Paesaggio” prevede una serie diappuntamenti che affrontano l’ancestralerelazione fra uomo e natura attraverso arti-sti che hanno vissuto o lavorato nelle terrevenete in un arco di tempo compreso fra laseconda metà del Novecento e i giorni no-stri. Oltre il Paesaggio rappresenta l’iniziodella suddetta rassegna. Gli autori vengonopresentati delineando brevemente i trattisalienti della loro ricerca artistica e contem-poraneamente proponendo delle similituinio convergenze nell’affrontare il tema delpaesaggio. Sono riuniti in diverse categoriecaratterizzate da differenti peculiarità nel-l’affrontare la materia: Tra desiderio di im-mediatezza, poesia contemplazione, VirgilioGuidi, Spazialismo e dintorni, Materie, segni,simboli per un rinnovamento immaginativo,Nuove percezioni e nuove realtà, Nuovi media,Oltre l’analisi della pittura, Tra alchimia econtemplazione e Site specific. Si crea in que-sto modo un percorso che affascina e coin-volge il lettore accompagnandolo nella let-tura delle opere, offrendo un diverso puntodi vista con cui guardare le celebri composi-zioni di Tancredi, Vedova o Biasi. Le paroledel curatore Marangon palesano l’oculatascelta degli artisti uniti dalla «condivisionedi quello che potrebbe essere definito l’as-sioma del moderno: la convinzione che di-pingere, o comunque creare nell’ambitodella visualità, non significa più riprodurrequello che appare usualmente, bensì far ve-dere ciò che altrimenti non si vedrebbe, mi-rando al superamento di ogni consueta re-ferenzialità esterna».Il libro si apprezza anche per il caratterescientifico dato dalle schede tecniche delleopere e dalle accurate biografie degli artistiin appendice: Renato Birolli, Afro, GiuseppeSantomaso, Emilio Vedova, Giulio Turcato,Léon Gischia, Giovanni Korompay, VirgilioGuidi, Mario Deluigi, Vinicio Vianello, Tancredi, Edmondo Bacci, Gino Morandis,Antonio Giulio Ambrosini, Luciano Gaspa-ri, Bruna Gasparini, William Congdon, Ferruccio Bortoluzzi, Saverio Rampin, Ric-cardo Licata, Gino Silvestri, Oddino Guar-nieri, Bruno Blenner, Nino Memo, AlbertoBiasi, Sara Campesan, Franco Costalonga,

Raoul Schultz, Gea D’Este, Germano Olivot-to, Fabrizio Plessi, Guido Sartorelli, Ansel-mo Anselmi, Claudio Ambrosini, MicheleSambin, Paolo Fassetta, Luigi Viola, MauroSambo, Ennio Finzi, Paolo Patelli, Pope,Maurizio Cosua, Franco Ruaro, ClaudiaSteiner e Enrico Miniato. | Viviana Cattelan |

Una fantastica ossessione. L’archivio ItaloZannier nella collezione della Fondazione di Venezia, catalogo della mostra (Milano, 16 gen naio - 1 marzo 2009), a cura di DenisCurti, Milano, Fondazione Forma per la Fo-tografia - Venezia, Marsilio, 2009, 4°, pp. 200,ill., e 22,00.

Italo Zannier conosce la fotografia tout court.Oltre ad aver svolto l’attività di docente diStoria e tecnica della fotografia in varie uni-versità, tra cui il Dams di Bologna, la Catto-lica di Milano e lo IUAV di Venezia, è auto-re di manuali e appasionanti dissertazionisulla materia, curatore di numerose rasse-gne internazionali e riviste, collezionista efotografo. Dopo una lunga carriera consa-crata alla divulgazione di questa arte, Zan-nier ha coerentemente scelto di affidarealla Fondazione di Venezia il suo archivio“di lavoro”, che conta oltre 1200 fotografied’artista e una raccolta di 12.000 titoli ac-colti presso la biblioteca dell’UniversitàIUAV di Venezia. La peculiarità di questacollezione sta nella definizione dello stessoZannier ovvero raccolta “di lavoro” o “diappoggio didattico” per poter conoscerequanto più possibile sulle infinite interpre-tazioni della fotografia. Denis Curti ha cu-rato la scelta delle opere presenti in questocatalogo, edito in occasione di una mostratenutasi negli spazi milanesi di Forma -Centro Internazionale di Fotografia. Losfoglio permette di tracciare una breve sto-ria della fo-tografia per immagini, qui sud-divisa per sezioni storico-critiche introdot-te da un breve commento. L’esordio della fo-tografia – «quando ancora si sperimentava-no modalità per rendere perenne l’imma-gine» – con splendidi dagherrotipi, tra iquali uno rarissimo di Carlo Naya, stampeall’albumina e cartes de visit; Gli anni trentae quaranta – «Le prime sperimentazioniper un nuovo linguaggio fotografico slega-to dal pittoricismo di carattere romantico»– come le solarizzazioni e i fotogrammi diLuigi Veronesi o i suggestivi ritratti di Ma-rio Castagneri; Il neorealismo del dopoguer-ra, caratterizzato dalla formazione di grup-pi in cui si associano fotografi che condivi-dono idee cuturali, con sezioni dedicate aLa Gondola, La Bussola, Il Misa, Il Gruppo

Friulano per una Nuova Fotografia costitui-to dallo stesso Zannier. Gli anni cinquantae sessanta – «La fotografia diventa un si-smografo dei sentimenti» – esemplati daTazio Secchiaroli e Nino Migliori. In Unasperimentazione continua si raccolgono al-cune delle tecniche e dei materiali inno-vativi che si andavano sperimentando comele stenopeiche di Paolo Gioli, le “esposi-zioni in tempo reale” di Franco Vaccari o le affascinanti off camera di Nino Migliori. Per una storia estetica include fra gli altriLuigi Ghirri, Franco Fontana, Mimmo Jodi-ce e Gabriele Basilico. Suggestivo il titolol’ultimo capitolo: Zannier allo specchio. Nonsi tratta di autoritratti bensì dell’autore foto-grafato da altri artisti, ai quali egli riconoscedi aver catturato non solo la sua l’immagineesteriore ma anche qualcosa di intimo e dirappresentativo della sua personalità. Il benemerito e meticoloso lavoro di catalo-gazione (oltre 1.000 fotografi) affrontatodalla Fondazione di Venezia ha previsto,come racconta Paola Romano, che ognischeda sia accompagnata da una nota dellostesso Zannier in cui racconta la storia diquella immagine, vale a dire le ragioni e lemodalità con cui è entrata a far parte dellaraccolta. In questo modo si conserverannoanche la memoria e le ragioni del collezio-nista. In calce al breve ma commoventesaggio di presentazione di Zannier un postscriptum aiuta il lettore a comprendere l’u-nicità di questo studioso: «Ho iniziato acomporre un’altra biblioteca di fotografia,con la stessa ambizione e passione, con lastessa speranza di una seconda vita, lunga eoperosa, per raggiungere in altri dieci anniuna galleria per lo meno di 5000 volumi».| Viviana Cattelan |

Dieci Fotografi d’oro, catalogo della mostra(Padova, Galleria Civica Cavour, Museo Dio-cesano, 4 aprile - 24 maggio 2009), a cura diEnrico Gusella, Italo Zannier, Padova, Il Po-ligrafo, 2009, 8°, pp. 137, ill., e 30,00.

Il volume che accompagna la mostra Diecifotografi d’oro, inclusa nel nutrito program-ma di eventi della quinta edizione di “Apri-le Fotografia”, è un bellissimo invito alla ri-scoperta della fotografia italiana, a centoset-tant’anni dalla nascita di un’arte da troppotempo considerata poco più che “carta strac-cia”, come stigmatizza Italo Zannier nel sag-gio introduttivo, facendo proprie le incisiveparole pronunciate da Daniela Palazzoli nel1979, in occasione delle manifestazioni perla fotografia promosse dall’Unesco tra Fi-renze e Venezia.

cataloghi di mostre e musei

Page 43: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 43

cataloghi di mostre e musei

La concezione imperante in Italia di foto-grafia come “arte minore” rispetto al subli-me e sterminato patrimonio di pittura, scul-tura, architettura – unita alla quasi esclusi-va identificazione dell’esperienza italianacon le categorie del neorealismo e del “pa-parazzismo” – non aiuta certo il processo diliberazione culturale che si riflette anchenegli insoddisfacenti risultati del mercato,di gran lunga non comparabili alle quota-zioni da capogiro raggiunte in altri paesidalle opere di fotografi contemporanei. I nomi altisonanti riuniti nella rassegnasono presentati in catalogo dal contributodi Enrico Gusella, curatore della mostra in-sieme a Zannier, che riflette sul concetto diidentità, quale emerge dall’indagine dellemolteplici forme della realtà condotta dagliartisti selezionati. A ciascuno di essi è ri-servata una sezione del catalogo che rac-chiude un breve profilo biografico e le im-magini esposte. Gabriele Basilico medita sulla periferia in-dustriale nella serie Milano ritratti di fab-briche realizzata tra il 1978 e il 1980; LucaCampigotto restituisce con accesi contrastidi luce e ombra solitarie vedute del Cairo.Le tonalità della natura che accompagna lo scorrere del fiume Olona, specchio di ricerca interiore, diventano oggetto dellosguardo di Giovanni Chiaramonte, men-tre le fotografie di Mario Cresci giocanosull’ambiguità dell’esperienza percettiva.Tra gli artisti selezionati compaiono anchefotoreporter di chiara fama quali GianniBerengo Gardin, con un servizio dedica-to ai rom, e Mario De Biasi, che propone le immagini del reportage Budapest 1956,pubblicato su “Epoca” al tempo della rivol-ta nella capitale ungherese. Se Franco Fon-tana riflette sulla composizione di piani diforte impatto cromatico, Paolo Gioli, con latecnica del foto-finish, analizza gli effetti delmovimento, concentrandosi sulla trasfor-mazione dell’oggetto raffigurato. GuidoGuidi espone i lavori della serie Lugo, il cuitema dominante è la porta “quale oggettodalle molteplici dicotomie – limite/ingres-so, interruzione/raccordo, luce/oscurità,arrivo/partenza”, come sottolinea Gusella.Le immagini di Mimmo Jodice restituisco-no, con un accento di inquietudine, la for-za e il mistero dei miti del Mediterraneo,luogo dell’anima cui Fulvio Roiter dedicavedute di grande effetto e suggestione. Infine Marco Zanta presenta recentissi-mi scatti di una realtà in divenire, siti industriali dismessi in fase di riconversio-ne (Marghera, Vittorio Veneto, Vetrego). | Clara Pagnacco |

Douglas Kirkland. Portraits, catalogo dellamostra (Padova, Museo Civico di Piazza delSanto, 4 aprile - 24 maggio 2009), a cura diElena Ceratti, Enrico Gusella, Padova, Il Po-ligrafo, 2009, 8°, pp. 83, ill., e 30,00.

Il volume raccoglie le immagini espostenell’ambito della mostra Douglas Kirkland.Portraits, inclusa nella rassegna “Aprile Fo-tografia”, che ormai da cinque anni ha resola città di Padova un punto di riferimentoper la ricerca fotografica contemporanea. Le opere sono presentate in catalogo dalsaggio di Enrico Gusella e dalla testimo-nianza di Grazia Neri, titolare della celebree omonima agenzia fotografica che, nel de-lineare il ritratto del fotografo di origine ca-nadese Douglas Kirkland, illustra l’affasci-nante mondo che egli è solito rappresentare.Un mondo di celebrità di cui è riuscito a cat-turare lo sguardo, rendendole uniche prota-goniste dello scatto, nell’assoluta libertà diapparire: da Coco Chanel a Nicole Kidman,da Charlie Chaplin a Ingmar Bergman, daAudrey Hepburn ad Angelina Jolie, da AndyWarhol a Sophia Loren, a Marilyn Monroe;ma anche intellettuali e grandi scienziati,uno fra tutti Stephen Hawking.Gusella, curatore della mostra insieme aElena Ceratti, ripercorre la storia del ritrat-to, un genere tra i più praticati sin dagli albori del dagherrotipo, per arrivare agli in-numerevoli esempi proposti, in oltre qua-rant’anni di attività, da Kirkland, che tradu-ce “la vita in un frammento mediante il vol-to, quale parte di un testo che concorre allacomplessità della figura umana”. Egli sipone in un rapporto empatico con l’indivi-duo che deve ritrarre, ne indaga a fondo lapersonalità, nella volontà di racchiudere nel-lo scatto l’impronta essenziale del soggetto.| Clara Pagnacco |

Il fascino discreto della Stereoscopia. Venezia ealtre suggestive immagini in 3D / The Subtlecharme of stereoscopy. Venice and other fanta-stical images in 3D, catalogo della mostra(Padova, Piano Nobile dello StabilimentoPedrocchi, 20 settembre - 19 ottobre 2003),a cura di Carlo Alberto Zotti Minici, withenglish translation, Rubano (PD), Grafi-che Turato Edizioni, 2003, 8°, pp. 191, ill., e 25,00.

Il presente volume venne pubblicato in oc-casione della mostra, Il fascino discreto dellatridimensionalità. Dallo Steroscopio al View-Master (1850-1950), tenutasi al piano nobiledello Stabilimento Pedrocchi nell’autunnodel 2003. La pubblicazione, corredata da

immagini tratte daDieci fotografi... (in alto)Douglas Kirkland...(in basso)

Page 44: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

44 notiziariobibliografico59

scritti in italiano e in inglese, si avvale dellapresentazione di Italo Zannier, che introdu-ce alla magia della stereofotografia e deglianaglifi, ovverosia una coppia di immaginicolorate che riproducono lo stesso soggettoma con diversi colori complementari, inmodo da dare la sensazione del rilievo.Nel saggio di Carlo Minici Zotti vengono ri-percorse tutte le tappe e le scoperte che por-tarono all’invenzione dello stereoscopio:uno strumento scientifico che, attraversol’osservazione di due immagini dello stessosoggetto, riprese a una distanza pari a quel-la dei nostri occhi (6 cm circa), dà origine auna terza immagine virtuale, che viene per-cepita come tridimensionale. La “storia” ha inizio nel 1838 quando loscienziato Charles Wheatstone annunciaalla Royal Society di Londra il principio del-la visione stereoscopica, ma si dovrà atten-dere il 1849 per la creazione del primo stru-mento che permetta tale “visione magica”,opera del fisico scozzese David Brewster. Il catalogo, riccamente illustrato, segue lesezioni tematiche scelte anche per l’espo-sizione della mostra. È doveroso ricordareche tutte le immagini provengono dall’im-portante raccolta conservata presso il Mu-seo delle Magiche Visioni di Padova. Unasezione si costituisce di numerosi esem-plari di strumenti scientifici che si datanodal XIX al XX secolo, mentre un’altra è inte-ramente dedicata alle immagini di Veneziarealizzate tra gli altri da Alinari, Bresolin eNaya. Di particolare rilevanza il lavoro diCarlo Ponti non solo per i cataloghi con levedute di Venezia ma anche per l’invenzio-ne dell’Aletoscopio, un visore per immagi-ni di notevoli dimensioni, in seguito perfe-zionato nel Megaletoscopio, che “contene-va le vedute che illustravano i paesi e i mo-numenti delle più grandi e lontane città delmondo”. Si comprende quindi l’importanzadi questi strumenti che fecero conoscereluoghi mitici e lontani a un vasto pubblico in una visione comunque “magica”, antesi-gnana delle ricerche dei fratelli Lumière edel cinema.Completano il catalogo degli occhiali specia-li necessari per apprezzare la tridimensio-nalità delle immagini. | Viviana Cattelan |

Padova Couture. Artigianato nella moda, catalogo della mostra (Padova, Palazzo dellaRagione, 31 ottobre - 21 dicembre 2008), a cura di Maria Beatrice Autizi, Padova, Il Poligrafo, 2008, 4°, pp. 370, ill., e 35,00.

Questa mostra, che ha avuto come splendi-da cornice il Salone di Palazzo della Ragio-ne, ha dato ampio respiro ad un’iniziativache ha visto protagonisti i piccoli imprendi-tori e gli artigiani di Padova che si occupa-no di moda e di abbigliamento. La scelta del luogo per l’esposizione non èstata casuale, perché il Palazzo della Ragio-ne nel corso della propria storia è stato sì untribunale nel quale veniva amministrata lagiustizia, ma anche un punto di riferimen-to per i commerci e la vita economica dellacittà. Nelle piazze circostanti si vendevanomerci di ogni tipo, tra cui spiccavano i pro-dotti dell’artigianato locale. Grazie a fontiscritte riguardanti la Padova medioevale sap-piamo esattamente quali erano questi pro-dotti: le calzature, le maglie, le seterie, i guan-ti e le pellicce. Osservando gli affascinantiaffreschi del Salone, dipinti da Giotto agliinizi del Trecento e ridipinti dopo l’incendioscoppiato nel 1420 da Nicolò Miretto e Ste-fano da Ferrara, veniamo trasportati conl’immaginazione nelle botteghe – laborato-rio degli artigiani dell’epoca; davanti ai no-stri occhi lo scalpellino, l’arrotino e il calzo-laio, la donna che fila, il pittore, il fabbro eil conciatore di pelli svolgono il loro lavoroquotidiano con sapienza e impegno. Due caratteristiche che contraddistinguonoanche il lavoro degli artigiani contempora-nei, eredi di questa antica tradizione pado-vana e veneta. Per l’allestimento della mostrain Salone sono state selezionate dall’UPA 47 ditte artigianali, considerate rappresen-tative per creatività, qualità e professiona-lità nella moda: atelier sartoriali per uomo e donna, camicerie, maglifici, pelliccerie, ricamifici, laboratori orafi, calzaturifici e acconciatori.A completamento di questa esposizione unaserie di abiti del Novecento da collezioni ve-nete, vesti e costumi di scena appartenuti adEleonora Duse e tre creazioni del grande stilista Pierre Cardin. | Barbara Giaccaglia |

cataloghi di mostre e musei

immagini tratte daIl fascino discreto della Stereoscopia...

Page 45: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 45

cataloghi di mostre e musei

Giorgione, Madonna leggente, 1499-1500 ca

Oxford, Ashmolean Museum

Page 46: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Marco Marziale, Madonna col Bambino

e il donatore, 1500-1510Bergamo,

Accademia Carrara

Page 47: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 47

nb 59l’editoria nel venetonb

il camerino

delle pitture

di alfonso i

La pittura del Rinascimentoin una corte dell’Italia settentrionale

Viviana Cattelan

La voluminosa e magistrale opera qui pre-sentata appartiene alla collana “Pittura delRinascimento nell’Italia settentrionale” cu-rata da Alessandro Ballarin ed è dedicata aIl Camerino delle Pitture di Alfonso I. Essa sicompone di sei tomi, riuniti in un cofanet-to. La collaborazione fra l’Università di Pa-dova e la Regione Veneto ha consentito diprocedere al suo completamento con lapubblicazione dei tomi quinto e sesto e del-la ristampa dei primi quattro volumi, editiper la prima volta nel 2002. Il risultato è unprodotto scientifico ed editoriale d’eccellen-za, stampato da Bertoncello Artigrafiche earricchito dal rilevante materiale fotograficodi altissima qualità.L’impresa, frutto dell’intenso lavoro di Ales-sandro Ballarin, affiancato da un’équipe divalenti studiosi e ricercatori, ha beneficiatonegli anni dei contributi dell’Università diPadova, del Ministero dell’Università e del-la Ricerca Scientifica finalizzati ai Progettidi Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale(ai sensi del D.M. n. 811 del 3 dicembre 1998,del D.M. n. 10 del 23 gennaio 2001 e del D.M.

n. 287 del 23 febbraio 2005) e della RegioneVeneto nell’ambito della realizzazione delConvegno di studio su Dosso Dossi e la pit-tura a Ferrara negli anni del ducato di Alfon-so I nel 2001, i cui Atti vengono in questaoccasione dati alle stampe.Ricordiamo brevemente il contenuto deiprimi quattro volumi già noti: il primotomo affronta lo studio dei marmi e il ca-merino delle pitture voluti da Alfonso I d’E-ste per celebrare la grandezza del suo duca-to. Lo straordinario ritrovamento nel 2000,presso il Prince of Wales Museum di Bom-bay, di un Trionfo di Bacco di Dosso Dossi eil conseguente riconoscimento da parte diAlessandro Ballarin di quest’opera come

una delle tele del ciclo pittorico del cameri-no, ha dato un nuovo impulso alle ricerchedello studioso nella ricostruzione degli arre-di pittorici dello stesso. L’approfondita ana-lisi dei documenti d’archivio e l’esemplarericostruzione del complesso delle fonti let-terarie antiche e moderne, trascritte nel vo-lume, utilizzate dall’umanista Mario Equi-cola per mettere a punto il programma ico-nografico, ha permesso all’autore in primisdi svelare che si tratta di una vera e propriafabula, finora non riconosciuta, e di conse-guenza di comprendere ogni opera nellacompletezza dei suoi molteplici significatiallegorici e della sua bellezza. Inoltre emer-ge la complessa e carismatica figura di Al-fonso I: “l’alta temperatura delle passioni,degli umori vitali, della percezione senso-riale e sensuale della vita e della realtà” cheinveste i suoi interessi antiquari e la suaprofonda erudizione letteraria di cui lo stu-dio dei marmi e il camerino sono espres-sione. Infatti mentre nel primo sembra siproclami la nuova Ferrara di Alfonso comeuna nuova Atene sotto la protezione di Vul-cano e Atena, nel secondo il duca concepiràil suo stato come il regno di Venere Uraniae di Bacco, raccontando l’amore di quest’ul-timo per Arianna. La favola in sei atti sicompone nel seguente modo: Giardino diVenere di Tiziano, Arrivo di Bacco nell’isoladi Nasso (Trionfo di Bacco) di Dosso Dossi,Arianna a Nasso di Tiziano, Festa di Bacco diGiovanni Bellini, Trionfo indiano di Bacco(affidato a Raffaello, ma mai giunto a Ferra-ra), Apoteosi di Arianna di Tiziano. La passione antiquaria di Alfonso coinvol-gerà totalmente gli artisti chiamati a lavora-re a corte, che dovranno rispondere alle sueattese e a quelle dell’umanista iconologoEquicola. Alessandro Ballarin ci coinvolgenella scoperta della complessa stratificazio-ne delle fonti, delle invenzioni degli artisti,rivelandoci di volta in volta i casi ékphrasis,le manipolazioni e gli intrecci dei testi, i ri-mandi all’antico e le suggestioni che prove-nivano dai fatti eccezionali che accadevanoa Roma in quegli anni come il ritrovamen-to della statua ellenistica del Laocoonte, dis-sepolta nel gennaio del 1506 o l’allestimen-to delle sculture antiche nel giardino delBelvedere di Giulio II, nonché delle opere diRaffaello e Michelangelo.

Le vicende intercorse nella scelta degli arti-sti coinvolti nella realizzazione del cameri-no delle pitture hanno fatto sì che Tizianone divenisse il protagonista assoluto, accan-to a lui l’ormai anziano Giovanni Bellini e ilgiovane Dosso Dossi, “la cui fisionomia del-le opere fino al 1514 è stata quella di un pit-tore che si è formato nella Venezia di Gior-gione”; questo, insieme alla scelta del ducadi volere per lo studio dei marmi e comescultore di corte Antonio Lombardo, primaattivo a Venezia e Padova, ha reso i due ca-merini una celebrazione dell’arte venezianadel Cinquecento. Il volume si conlude con gli apparati com-prensivi del regesto degli artisti e della bi-bliografia. Il secondo tomo è un’appendice del primoin quanto presenta sedici grandi tavole chericostruiscono virtualmente la stanza con ilciclo di pitture del camerino. Il terzo presenta la trascrizione di una rac-colta di documenti d’archivio fondata suuna ricerca di eccezionale vastità condottada Maria Lucia Menegatti, che ha preso inconsiderazione l’arco temporale, che trava-lica le date del regno di Alfonso d’Este(1505-1534), dal 1471, anno dell’elezione aduca di Ercole I, al 1634, data del rovinosoincendio che distrusse “verosimilmente”quanto rimaneva degli ambienti allestiti pervolere del duca estense. Il volume è costituito da documenti editi einediti di diversa natura: corrispodenza di-plomatica, mandati di pagamento a favoredi artisti e delle varie maestranze al lavoronegli appartamenti ducali, cronache, carteg-gi e molto altro ancora, necessari per la ri-costruzione delle intricate vicende che por-tarono al concepimento e alla realizzazionedei camerini, a partire dalla scelta dei pavi-menti per arrivare a quella dei corniciotti.La raccolta documentaria rappresenta dun-que uno strumento fondamentale della sto-ria dell’arte ferrarese. Il quarto tomo è strettamente legato al pre-cedente in quanto interpreta il vasto mate-riale raccolto, di fronte al quale il lettore po-trebbe sentirsi smarrito; Alessandro Balla-rin e Maria Lucia Menegatti hanno condot-to una lettura paziente e ragionata dei do-cumenti arrivando a tracciare, potremmodire nella sua quotidianità, il vivace am-

Page 48: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

48 notiziariobibliografico59

biente della corte estense, le scelte del ducae soprattutto l’esatta collocazione del came-rino delle pitture.Nel quinto tomo troviamo ulteriore docu-mentazione sulle collezioni, sui marmi esui dipinti dei camerini, poiché, ad esem-pio, dopo la prima edizione dei primi quat-tro volumi nel 2002, è emerso un nuovosegmento del fregio dell’Eneide di Dosso,conservato in collezione privata e segnalatoda Vittorio Sgarbi nel marzo 2004, ma chel’autore ha potuto esaminare solo nel mag-gio 2007. Inoltre le nuove riflessioni sul riallestimento del camerino mantovano diIsabelle d’Este, sorella di Alfonso I, rappre-sentano un importante contributo riguardoalla rilettura de Il regno di Como, dipinto daLorenzo Costa e ribattezzato, dopo le appro-fondite indagini sulle fonti, Le due facelle diImeneo o Anteros vive de mutuo amore.Completano il volume l’indice topograficodelle fonti, dei nomi e una straordinaria, intermini sia di qualità che di quantità, rac-colta di immagini poste ad illustrare i con-fronti alle opere dei camerini, presentati du-rante le lezioni universitarie, le fonti icono-grafiche antiche e moderne, il contesto del-la produzione degli artisti coinvolti dal ducanel progetto a giustificare stili e datazioni,le copie seicentesche e gli arredi pittoricidei camerini della via Coperta voluti da Al-fonso I durante il suo regno. Infine il sesto tomo presenta la pubblica-zione degli Atti del convegno di studio Dos-so Dossi e la pittura a Ferrara negli anni delducato di Alfonso I. Il “camerino delle pitture”(tenutosi a Padova nel maggio 2001) a curadi Alessandra Pattanaro e gli indici di tutti isei volumi redatti da Maria Lucia Menegat-ti. La parte del volume riservata agli Atti ri-specchia la suddivisione delle giornate delsimposio, così nella prima sezione dal tito-lo Addenda, corrigenda, precisazioni, nuovicontributi e prospettive troviamo nuove ricer-che e nuove riflessioni di studiosi di calibrointernazionale riguardo per lo più ad operesconosciute di Dosso Dossi e che partonodagli imprescindibili volumi dosseschi pub-blicati da Alessandro Ballarin nel 1994-1995. Si affrontano in particolar modo laproduzione grafica di Dosso e Battista Dos-si (Vittoria Romano, Dominique Cordel-lier), il “dimenticato” Ritratto di Niccolò Leo-niceno commissionato a Dosso Dossi da

Paolo Giovio, conservato presso i Musei Ci-vici di Como (Marco Jellinek), la Circonci-sione di Cristo, purtroppo dispersa, restituitaal giovane Dosso (Vincenzo Mancini) e laMaga (Allegoria dell’astrologia), conservatanei depositi del Musèe Fesch di Ajaccio, ri-conducibile all’attività del pittore e presen-tata attraverso un’affascinante analisi icono-grafica (Kristina Hermann Fiore). L’occa-sione è stata inoltre favorevole per apporta-re una chiarificazione dei rapporti tra Fer-rara e la pittura del nord (Caterina Virdis),per la presentazione di inediti documentid’archivio relativi al palazzo del conte Anto-nio Costabili (Barbara Ghelfi, Isabella Fe-dozzi), e per una intelligente rilettura delle“ispirazioni letterarie della committenza dicorte, seguendo il filo della pittura di Garo-falo (Alessandra Pattanaro), e le passioniantiquarie di quello stesso ambiente abil-mente mascherate nel Bagno-Giardino d’a-more di Castel Sant’Angelo (Barbara MariaSavy)”. La seconda sezione, intitolata La dispersionedelle collezioni estensi: il collezionismo dei di-pinti ferraresi nella Roma del Seicento, rico-struisce le intricate vicende che portaronoalla dispersione delle collezioni estensi pereffetto della devoluzione di Ferrara alla San-ta Sede nel 1598, in particolare ad opera diScipione Borghese e Pietro Aldobrandini(Elena Fumagalli, Francesca Cappelletti). La terza sezione è riservata al contesto storico e letterario (Giovanni Ricci, MarcoPraloran) che aggiunge un un ulteriore tas-sello alla compresione del clima cortese incui nasce il progetto del camerino delle pit-ture, analizzando i riflessi di due trattatifondamentali sul tema dell’amore del cin-quecento: gli Asolani di Pietro Bembo e ilLibro de natura de amore di Mario Equicola(Laura Ricci). Il simposio si chiude con la sezione Il “ca-merino delle pitture” di Alfonso I, in cui vienepresentata una prima ricognizione delle ri-cerche sull’allestimento del camerino nellavia Coperta da parte del duca (Maria LuciaMenegatti); il successivo intervento descri-ve la genesi del Trionfo di Bacco di Garofalo(Kirsten Faber), infine troviamo l’appassio-nata descrizione delle fonti e dei modelli fi-gurativi che hanno ispirato il fregio del ca-merino con le Storie di Enea allestito daDosso Dossi (Vincenzo Farinella).

Il Camerino delle pitture di Alfonso I, a cura diAlessandro Ballarin, Padova, Università degliStudi di Padova - Dipartimento di Storia dellearti visive e della musica - Venezia, Regione delVeneto - Cittadella (PD), Bertoncello Artigrafi-che, 2007, 4°, 6 voll. (Pittura del Rinascimentonell’Italia settentrionale, 8).

I. Lo studio dei marmi ed il Camerino delle pitturedi Alfonso I d’Este. Analisi delle fonti letterarie - Re-stituzione dei programmi - Riallestimento del Ca-merino, pp. XXII-651, ill. 81 (scritti di: AlessandroBallarin, Maria Lucia Menegatti, AlessandraPattanaro).

II. Il Camerino delle pitture di Alfonso I. Ricostru-zione virtuale in 3D, pp. XII, ill. 7, tavv. XVI.

III. Documenti per la storia dei Camerini di Alfon-so I (1471-1634). Regesto generale, pp. XII+353, ill. 17(a cura di Maria Lucia Menegatti e BartolomeoColletta).

IV. I Camerini di Alfonso I nella via Coperta ed inCastello. Analisi dei documenti d’archivio - Resti-tuzione dei cantieri edilizi - Cronaca della disper-sione, pp. X-607, ill. 6 (scritti di: Alessandro Bal-larin, Maria Lucia Menegatti).

V. Tavole. Ampliamenti e Addenda, pp. CLXX-212,tavv. 406 (a cura di Alessandro Ballarin e MariaLucia Menegatti, con la collaborazione di Saradell’Antonio e Barbara Maria Savy).

VI. Dosso Dossi e la pittura a Ferrara negli anni delDucato di Alfonso I. Il Camerino delle pitture, Attidel Convegno di studio (Padova, Palazzo del Bo,9-11 maggio 2001), a cura di Alessandra Patta-naro – Indici dei tomi I-VI, a cura di Maria LuciaMenegatti, pp. XV-441, tavv. XVII, ill. 186 (scrittidi: Pier Vincenzo Mengaldo, Vittoria Romani,Dominique Cordellier, Caterina Virdis, IsabellaFedozzi e Barbara Ghelfi, Alessandra Pattanaro,Barbara Maria Savi, Vincenzo Mancini, MarcoJellinek, Kristina Hermann Fiore, Elena Fuma-galli, Francesca Cappelletti, Giovanni Ricci,Marco Praloran, Laura Ricci, Maria Lucia Me-negatti, Kirsten Faber, Vincenzo Farinella).

l’editoria nel veneto

Page 49: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

da sinistra a destra

Dosso Dossi, Arrivo di Bacco nell’isola di Nasso, part., ca 1515Bombay, Prince of Wales Museum of Western India

Tiziano, Arianna a Nasso (Gli andrii), part., ca 1523-1524Madrid, Museo del Prado

Giovanni Bellini e Tiziano, Festa di Bacco (Festino degli dèi), part., 1514 e ca 1529Washington, National Gallery of Art, Collezione Widener

notiziariobibliografico59 49

l’editoria nel veneto

Tiziano, Apoteosi di Arianna (Bacco e Arianna),part., 1521-1522Londra, The National Gallery

Tiziano, Giardino di Venere, part., 1518-1519Madrid, Museo del Prado

Giovanni Bellini e Tiziano, Festa di Bacco (Festino degli dèi), part., 1514 e ca 1529Washington, National Gallery of Art, Collezione Widener

Page 50: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Leonardo e aiuti, Madonna dei fusi, 1508New York, coll. privata

Page 51: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 51

nb 59istituzioni e culturanb

gli istituti veneti

per la storia

della resistenza

L’eredità della memoria:una risorsa per la storia contemporanea

a cura di Diego Crivellari

Da diversi anni gli Istituti storici della Resi-stenza rappresentano anche in Veneto unimportante punto di riferimento per quantoriguarda lo studio e l’approfondimento del-la storia contemporanea: gli istituti veneti,ognuno con la propria autonomia e con lapropria peculiarità “territoriale”, rientranoall’interno della rete costituita dall’IstitutoNazionale per la Storia del Movimento diLiberazione in Italia: l’INSMLI, attualmentepresieduto dal presidente emerito OscarLuigi Scalfaro, è stato fondato da FerruccioParri nel 1949, al fine di “raccogliere, con-servare e studiare il patrimonio documenta-rio del Corpo Volontari della Libertà e delComitato di Liberazione Nazionale Alta Ita-lia”. Nel corso di una sessantina d’anni lasua intensa attività – sempre ispirata ai va-lori della Resistenza, dell’antifascismo edella Costituzione repubblicana – ha contri-buito fortemente allo sviluppo di una sto-riografia contemporanea su solide basiscientifiche nel nostro Paese e oggi si arti-cola in un sistema federativo di 66 Istitutiassociati presenti sull’intero territorio nazio-nale. Dalla pubblicazione di fonti e di saggiper lo studio della storia contemporaneafino alla cura e all’organizzazione di conve-gni, momenti di studio, archivi, iniziativeculturali di ampio respiro, l’attività dei di-versi Istituti veneti ha guadagnato progres-sivamente spazio, acquisendo una chiara ri-conoscibilità e una sicura continuità, fonda-ta anche sul rapporto stretto con un grannumero di enti e istituzioni locali.

Istituto veneto per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea

L’Istituto veneto per la storia della Resisten-za e dell’età contemporanea fondato nel1949, come Istituto per la storia della Resi-stenza nelle Tre Venezie, è sorto per inizia-tiva dei principali esponenti della Resisten-za politica e militare e di docenti universita-ri: tra i fondatori Egidio Meneghetti, Con-cetto Marchesi, Lanfranco Zancan, EnricoOpocher, Giorgio Trentin, Sebastiano Gia-comelli, Manlio Gaddi, Adolfo Zamboni,Marcello Olivi e gli storici Roberto Cessi,Gino Luzzatto, Aldo Ferrabino, Dino Fio-rot. Sin dalla fondazione l’Istituto ha sedenel Palazzo del Bo, sede centrale dell’Uni-versità di Padova, l’unica tra le universitàitaliane decorata con Medaglia d’oro al ValorMilitare per la sua partecipazione alla lottadi liberazione. Scopo principale dell’Istitutoè lo studio della storia d’Italia – con partico-lare riguardo alla regione veneta – dall’av-vento del fascismo alla Repubblica. Il pro-gramma di ricerca attualmente in corso, gra-zie anche al contributo della Fondazione Ca-riparo, è dedicato alla storia della società ve-neta sotto il regime fascista, con particolareriguardo al Partito nazionale fascista, all’am-ministrazione della giustizia, e ai principalisettori economici nell’ambito dell’economiacorporativa e dell’autarchia. L’attuale Comi-tato direttivo dell’Istituto padovano, elettonell’Assemblea dei soci del 24 maggio 2008,ha visto la nomina dei seguenti membri: on. Franco Busetto, dott. Giuseppe Fabris,prof. Monica Fioravanzo, prof. Emilio Fran-zina, prof. Carlo Fumian, prof. Alba Lazza-retto, prof. Giuliano Lenci, avv. Marcello Oli-vi, on. Emilio Pegoraro, prof. Guido Petter,prof. Maurizio Reberschak, prof. Chiara Sao-nara. Presidente è il prof. Giuliano Lenci, Vi-cepresidenti sono l’avv. Marcello Olivi e laprof.ssa Alba Lazzaretto, Tesoriere è l’on.Emilio Pegoraro, Direttore il prof. AngeloVentura e Presidente onorario, infine, il prof.Dino Fiorot. L’Archivio e la Biblioteca costi-tuiscono a tutt’oggi il cuore pulsante del pre-zioso patrimonio custodito dall’Istituto.L’Archivio, considerato dalla Sovrintenden-za archivistica regionale “di rilevante inte-resse”, comprende soprattutto documenti ri-

guardanti la lotta di liberazione e il dopo-guerra: diari storici delle formazioni parti-giane, relazioni dei comandi del Corpo vo-lontari della libertà e gli archivi del Cln re-gionale veneto e dei Cln provinciali di Pado-va, Belluno, Treviso e Vittorio Veneto. Sonoinoltre consultabili alcune serie documenta-rie tratte dagli archivi tedeschi e inglesi, rac-colte da apposite missioni di ricerca finan-ziate dalla Regione del Veneto (in copia fo-tostatica), relative al periodo dell’occupazio-ne tedesca e dell’amministrazione alleata.L’archivio è descritto nella Guida agli archi-vi della Resistenza (Roma, Ministero per ibeni culturali, 1983); le fonti tedesche nelvolume di Monica Fioravanzo, Nel NuovoOrdine europeo: documenti sulla Repubblicadi Salò sotto il Terzo Reich (Padova 2000).La Biblioteca, specializzata in storia italiana,in particolare veneta, dal fascismo alla Resi-stenza, è ricca ad oggi di circa 10.000 titolie di cinquantasei riviste in corso di storiacontemporanea. Si sta procedendo all’im-missione nella rete Opac dell’Università ditutti i volumi posseduti. La biblioteca e l’ar-chivio dell’Istituto sono aperti al pubblicoper 26 ore settimanali; per la consultazionedei documenti è richiesta una domanda chespecifichi le finalità dello studio. I volumidella biblioteca sono disponibili anche per ilprestito, ad esclusione di quelli relativi allaResistenza nel Veneto. Oltre alla attività diricerca e pubblicazione ogni anno l’Istituto,in collaborazione col Dipartimento di Storiadell’Università di Padova, organizza corsi diaggiornamento rivolti ai docenti delle scuo-le medie superiori e inferiori che valgonoanche quali seminari di Storia contempora-nea per studenti del Corso di laurea in Co-operazione allo sviluppo. Da diversi anni,nei mesi di giugno e settembre, accogliestudenti del penultimo anno di liceo per stages di formazione “scuola-lavoro”. L’Istituto, nell’arco di una lunga e articolatavicenda, ha organizzato numerosi Conve-gni di studi storici, alcuni dei quali di rile-vanza nazionale. Tra questi, nel 1993: La cri -si del regime fascista 1938-1943. La società italiana dal “consenso” alla Resistenza, conrelazioni di P. Pombeni, P. Carucci, F. Min-niti, F. Grassi Orsini, R. Petri, G. Bertuzzi,D. Bigazzi, A. Ventura, F. Levi, A. Riccardi,M. Franzinelli, S. Tramontin, A. Montico-

Page 52: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

52 notiziariobibliografico59

istituzioni e cultura

ne; nel 1996: La società veneta dalla Resisten-za alla Repubblica, con relazioni di G. Pala-dini, M. Reberschak, M. Borghi, G. Valde-vit, C. Gentile, E. Brunetta, G. C. Bertuzzi, G. Ro verato, M. Fioravanzo, M. Coslovich;nel 2005: Vivere in un regime totalitario, conrelazioni di E. Gentile, A. Ventura, G. Cor-ni, A. Graziosi, C. Fumian, G. Gozzini. Sitratta di una intensa attività che ha portato,inoltre, alla pubblicazione di diversi volumifrutto dell’attività svolta in seno all’istituto,culminando nella realizzazione di tre diver-se collane: gli “Annali”, “Storia e documen-ti”, “Fonti e studi per la storia del Venetocontemporaneo”, a testimoniare di un ven-taglio di interessi e di approfondimenti real-mente articolato e costruito, in maniera sto-riograficamente rigorosa, intorno alla con-divisione di comuni valori di dialogo, de-mocrazia, pace.

Pubblicazioni

COLLANA “ANNALI”

1. G. ROVERATO - G. ZACCARIA - B. BIANCHI - L. VANZETTO, Impresa e manodopera nell’industriatessile, Venezia, Marsilio, 1980.

2. P. GIOS, Resistenza, parrocchia e società nelladiocesi di Padova. 26 luglio 1943 - 2 maggio 1945,Venezia, Marsilio, 1981.

3.-4. Tedeschi, partigiani e popolazioni nell’Alpen-vorland (1943-1945), Atti del Convegno (Belluno,21-23 aprile 1983), Venezia, Marsilio, 1984.

5.-6. E. OPOCHER - L. MORELLO - L. TOALDO, Il ra-strellamento del Grappa (20-26 settembre 1944),Venezia, Marsilio, 1985.

7.-8. Lettere di caduti e reduci del Cadore nella se-conda guerra mondiale, a cura di A. Serpellon,Venezia, Marsilio, 1987.

9.-10. Le missioni militari alleate e la Resistenzanel Veneto. La rete di Pietro Ferraro dell’OSS, a cura di C. Saonara, Venezia, Marsilio, 1990.

11.-12. Fascisti e collaborazionisti nel Polesine du-rante l’occupazione tedesca. I processi della Corted’Assise Straordinaria di Rovigo, a cura di G. Spa-rapan, Venezia, Marsilio, 1991.

13.-16. Sulla crisi del regime fascista. 1938-1943. La società italiana dal ’consenso’ alla Resistenza,Atti del Convegno di studi (Padova, 4-6 novem-bre 1993), a cura di A. Ventura, Venezia, Mar-silio, 1996.

17.-18. La società veneta dalla Resistenza alla Re-pubblica, Atti del Convegno di studi (Padova, 9-11 maggio 1996), a cura di A. Ventura, Pa-dova, Cleup, 1997.

19. I CLN di Belluno e Treviso nella lotta di libera-zione. Atti e documenti, a cura di F. Vendraminie M. Borghi, Padova, Cleup, 1999.

20. F. FELTRIN, Nuovi documenti su Silvio Trentin,Anna Maria Preziosi, Il Clnrv e i problemi dellascuola, Padova, Cleup, 2000.

21. MONICA FIORAVANZO, Nel Nuovo Ordine Euro-peo: documenti sulla Repubblica di Salò sotto ilTerzo Reich, Padova, Cleup, 2000.

22.-24. La Repubblica di Mussolini sotto il Terzo Reich.La caduta del CLN regionale veneto, Padova, Cleup, 2005.

25.-27. E. CARANO, Oltre la soglia. Uccisioni di ci-vili nel Veneto 1943-1945, Padova , Cleup, 2007.

COLLANA “STUDI DOCUMENTI”

T. TESSARI, Le origini della Resistenza militare nel Veneto (settembre 1943 - aprile 1944), Venezia,Neri Pozza, 1959.

E. BRUNETTA, Correnti politiche e classi sociali alle origini della Resistenza nel Veneto, Vicenza, Neri Pozza, 1974.

Il governo dei CLN nel Veneto. Verbali del Comita-to di Liberazione Nazionale Regionale Veneto (6 gennaio 1945 - 4 dicembre 1946), introduzionee cura di E. Brunetta, Vicenza, Neri Pozza, 1984.

COLLANA “FONTI E STUDI PER LA STORIA DEL VENETO CONTEMPORANEO”

1. Politica e organizzazione della resistenza armata.I. Atti del Comando Militare Regionale Veneto.Carteggi di esponenti azionisti (1943-1944), a curadi A.M. Preziosi, Vicenza, Neri Pozza, 1992.

2. Politica e organizzazione della resistenza armata.II. Atti del Comando Militare Regionale Veneto (1945),a cura di C. Saonara, Vicenza, Neri Pozza, 1993.

3. Don Luigi Rondin, Diario 1931-1948, a cura diP. Gios, Vicenza, Neri Pozza, 1994.

4. Gli industriali di Belluno e la ricostruzione. Attidell’archivio dell’Associazione fra gli industrialidella provincia di Belluno, a cura di A. Amantia,Vicenza, Neri Pozza, 1996.

5. Politica e amministrazione nella Vicenza del do-poguerra. Verbali del Comitato di Liberazione Na-zionale Provinciale. 7 maggio 1945 - 3 luglio 1946,a cura di G. Maino, Vicenza, Neri Pozza, 1997.

6. L’insurrezione e il partito. Documenti per la sto-ria dei Triumvirati insurrezionali del Partito comu-nis ta e Atti del Triumvirato veneto (giugno 1944 -aprile 1945), a cura di C. Saonara, Vicenza, NeriPozza, 1998.

7. G. CIOTTA - S. ZOLETTO, Antifascisti padovani.1925-1943, Vicenza, Neri Pozza, 1999.

8. M. BORGHI, Tra fascio littorio e senso dello Stato.Funzionari, apparati, ministeri nella Repubblica so-ciale italiana (1943-1945), Padova, Cleup, 2001.

9. C. SAONARA, Egidio Meneghetti. Scienziato e patriota combattente per la libertà, Padova,Cleup, 2003.

10. A. LAZZARETTO, Il governo della Chiesa venetatra le due guerre. Atti e documenti delle conferenzeepiscopali venete e trivenete (1918-1943), Padova,Cleup, 2005.

11. “La provincia più agitata”. Vicenza al tempo diSalò attraverso i Notiziari della Guardia nazionalerepubblicana e altri documenti della Rsi (1943-1945),a cura di E. Franzina, Padova, Cleup, 2008.

Istituto veneto per la storia della Resistenzapresidente onorario: Dino Fiorotpresidente: Giuliano Lencidirettore: Angelo Venturasede: c/o Università degli Studi di Padova via Otto febbraio 1848, 2 - 35122 Padovatel. 0498273331 fax 0498273332e-mail: [email protected] web: http://www.unipd-org.it/ivsrec/index.htm

Istituto veronese per la Storia della Resistenza

L’Istituto Veronese per la Storia della Resi-stenza e dell’Età Contemporanea è nato nel1987 per iniziativa di un gruppo di studiosi,ricercatori universitari e protagonisti dellavicenda resistenziale veronese. Nel periodosuccessivo sono entrati a farne parte anchediversi insegnanti, di scuola media e so-prattutto superiore. Fino al 2007 presiden-te dell’Istituto è stato Emilio Franzina, do-cente di Storia Contemporanea presso l’Uni-versità di Verona, e direttore Maurizio Zan-garini, ricercatore presso la stessa Univer-sità. Dal 2007 Emilio Franzina ha assuntoil ruolo di presidente onorario, mentreMaurizio Zangarini è divenuto il presidenteeffettivo e la prof.ssa Agata La Terza, do-cente di scuola superiore, è la direttrice. L’Istituto aderisce all’INSMLI (Istituto Na-zionale per la Storia del Movimento di Libe-razione in Italia). L’attività si è sviluppata negli anni intorno adue filoni fondamentali: da un lato quellodella ricerca, mirata soprattutto sulla storialocale e in particolare su Verona tra fasci-smo e Resistenza, dall’altro quello dellascuola, a cui ci si è rivolti attraverso nume-rosi corsi di aggiornamento per gli inse-gnanti, partecipazione ai seminari di for-mazione del LANDIS (Laboratorio Nazionaleper la Didattica della Storia, Bologna), colla-borazione con il Provveditorato agli Studi,poi CSA, nelle attività di promozione delladidattica della storia contemporanea. Inten-sa e costante è stata la collaborazione conl’Università veronese: l’Istituto collaboracon il Dipartimento di discipline storiche,artistiche e geografiche ed è convenzionatocon il Corso di laurea in Scienze dell’Edu-cazione per gli stages formativi degli stu-denti. Mette inoltre a disposizione di ricer-catori e studenti una biblioteca particolar-mente qualificata nell’ambito della storiacontemporanea (1500 monografie, 30 pe-riodici, una fototeca) e un’importante rac-

Page 53: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 53

istituzioni e cultura

colta di fondi archivistici, oggi in fase di ca-talogazione.Tra le iniziative più significative assunte ne-gli anni trascorsi si possono ricordare la mo-stra “Ebrei a Verona. Presenza ed esclusio-ne”, i cui materiali sono stati pubblicati nel1994, e il convegno internazionale “Il tempodegli indesiderabili. L’internamento dei civi-li negli anni Quaranta: i campi della Repub-blica di Vichy e dell’Italia fascista” del marzo2001. L’attività dell’Istituto ha subito un ral-lentamento per qualche anno per la man-canza di una sede idonea ed è ripresa inmodo assai più attivo a partire dall’autunnodel 2007, grazie anche alla disponibilità deilocali forniti dall’Amministrazione comuna-le, presso la ex caserma Santa Marta.Numerose, quindi, sono state le iniziativenell’ultimo periodo, a partire dall’incontrodi apertura del 3 ottobre 2007 (“Atinpùri: lamemoria di Luigi Meneghello”, con EmilioFranzina e Mario Allegri).Cicli di conferenze: “Biografie femminilidel novecento veneto”, sei incontri su don-ne venete protagoniste della storia regiona-le e nazionale; “Verona: che storia!”, setteconferenze sulla storia della città, ora dispo-nibili in DVD.Iniziative per la Giornata della Memoria2007: incontri, film, proiezione integrale diShoah di C. Lanzmann presso la sala dellaGran Guardia di Verona.Iniziative per la festa della Liberazione: ci-clo di film e tradizionale festa pomeridianacon la partecipazione di numerosi artisti ve-ronesi, tenuta nell’ampia area aperta dellaex caserma Santa Marta.Presentazione di ricerche: Donne partigiane,ricerca sulla presenza femminile nella Resi-stenza e nell’opposizione al fascismo, acura di Valentina Catania, in collaborazionecon l’Istituto mantovano per la Storia dellaResistenza; Le mie prigioni e le mie evasioni,di Giovanni Domaschi, un anarchico delNovecento, a cura di Andrea Dilemmi.“Memoria film festival”: presentazione dimateriali memorialistici realizzati in video,in collaborazione con il Comune di Fumane.Percorsi sui luoghi della memoria: a Vero-na, biciclettata “Resistere, pedalare, resiste-re”, in collaborazione con FIAB Amici dellaBicicletta; viaggio a Mauthausen; escursio-ne sul monte Grappa e a Bassano.

Pubblicazioni

COLLANA “QUADERNI”

Verona fascista, a cura di M. Zangarini, Verona,Cierre, 1993.

A. LA TERZA, A. LOBBIA, I. PALMIERI, L. PELLEGATTA,A. PLANTONE DUSI, M. TOMMASI, Gli Ebrei a Vero-na. Presenza ed esclusione, Verona, Cierre, 1994.

B. PEROTTI, A. DABINI, Assalto al carcere, Verona,Cierre, 1995.

L. ROCCA, Verona repubblichina, Verona, Cierre,1996.

A. LOBBIA, L. PELLEGATTA, A. PLANTONE DUSI, M. TOMMASI, Storie della storia, Verona, Cierre, 1997.

LORENZO FACCI, IVANO PALMIERI, L’industria a Ve-rona negli anni della grande crisi, Verona, Cierre,1998.

M. ZANGARINI, R. BONENTE, G. CORRA, Due vero-nesi nei lager nazisti, Verona, Cierre, 2001.

M. SQUARZONI, Da Garibaldi al socialismo, Vero-na, Cierre, 2001.

D. BORGATO, Non si poteva dire di no, a cura diManuela Tommasi, Verona, Cierre, 2002.

Eravamo ribelli, a cura di M. Zangarini, Verona,Cierre, 2004.

F. DE’ FRANCESCHI, Estate partigiana, Verona, Cierre,2004.

V. CATANIA, L’Unione delle donne. L’UDI a Vero-na, Verona, Cierre, 2006.

R. BONENTE, “Condannato a ricordare”. AugustoTebaldi a Soave, Verona, Cierre, 2006.

G. DOMASCHI, Le mie prigioni e le mie evasioni, acura di A. Dilemmi, Verona, Cierre, 2007.

Donne partigiane, a cura di V. Catania, Verona,Cierre, 2008.

COLLANA “MATERIALI”

P. PASSARIN, Da Verona a Mauthausen via Fosso-li e ritorno, Verona, Cierre, 1995.

P. PASSARIN, Da Verona a Mauthausen via Fosso-li e ritorno, Verona, Cierre, 2000.

M.G. TRICOMI, Ciak, si studia, Verona, Cierre, 1997.

B. MURARO, L. ROCCA, M. SOLAZZI, Sui sentieridella libertà, Verona, Cierre, 2004.

L’immaginario della Shoah. Gli studenti veronesi ela percezione dello sterminio. Risultati di un’indagi-ne, a cura di Agata La Terza, Verona, Cierre, 2005.

B. MURARO, Ferrazze 26 aprile 1945, Verona,Cierre, 2005.

LEZIONI “VERONA CHE STORIA!” IN DVD

A. GUIDI, Docente di Metodologie della ricercaarcheologica, Università di Verona, Verona pri-ma di Roma.

A. BUONOPANE, Docente di Storia romana, Uni-versità di Verona, Verona romana: la nascita del-la città.

G. VARANINI, Docente di Storia medievale, Uni-versità di Verona, Verona nel Medioevo: i poteripolitici tra universalità e particolarismi.

G.P. ROMAGNANI, Docente di Storia moderna,Università di Verona, Dalla serenissima all’Italiaunita.

MAURIZIO ZANGARINI, Docente di Storia contem-poranea, Università di Verona, Dai giolittiani aisocialisti.

M. ZANGARINI, Docente di Storia contempo-ranea, Università di Verona, Fascismo, guerra, resistenza.

L. ROCCA, Docente di Storia delle comunicazio-ni di massa, Università di Verona, La democra-zia della ricostruzione.

Istituto veronese per la storia della Resistenzae dell’età contemporaneapresidente onorario: Emilio Franzinapresidente: Maurizio Zangarinidirettore: Agata La Terzasede: via Cantarane, 26 - 37129 Verona tel. 045-8006427 fax 045-8006427 e-mail: [email protected] web: http://fermi.univr.it/resistenza/verona.htm

L’ISTRESCO - Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana

L’Istituto per la storia della resistenza e del-la società contemporanea della Marca trevi-giana (ISTRESCO) nasce nel 1992, grazie al-l’incontro tra i partigiani trevigiani e ungruppo di storici: suo obiettivo è lo studiodella resistenza e dell’antifascismo all’inter-no della più ampia storia dell’Italia contem-poranea, con particolare attenzione alla real-tà locale. A partire da questi presuppostiesso ha cominciato a indagare anche gli ul-timi cinquant’anni di storia repubblicana.L’attuale presidente è Lorenzo Capovilla, af-fiancato dal direttore Amerigo Manesso edal condirettore Alessandro Casellato. L’at-tività ordinaria vede oggi non soltanto l’or-ganizzazione di eventi di vario tipo comeconvegni, presentazioni, mostre, iniziativespecifiche – come per esempio quelle dedi-cate ogni anno alla Giornata della memoria –ma anche la presenza di strutture significa-tive come lo Sportello didattico, rivolto aipiù giovani e alle scuole, per l’organizzazio-ne di visite guidate in luoghi della memoriao di itinerari storiografici particolari da svi-luppare in aula. Come nasce un “luogo del-la memoria”? Come si sviluppano le dina-miche profonde della storia? Come è possi-bile utilizzare fonti e documenti in classe?Questi sono solo alcuni degli interrogativiaffrontati a livello didattico. Tra le esposi-zioni più recenti, è invece da segnalare lamostra storico-fotografica “La seconda guer-ra mondiale e la Resistenza nel Trevigiano”,ospitata a Treviso nel 2007. Un evento chenon ha voluto imporre una lettura precosti-

Page 54: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

54 notiziariobibliografico59

tuita, ma offrire elementi e dati per una vi-sione complessiva capace di superare glischematismi e le semplificazioni ideologi-che, privilegiando l’osservazione di quellascala locale che offre il vantaggio di poter se-guire traiettorie e vicende fino al livello del-le singole persone che vi sono state coinvol-te. L’istituto dispone inoltre di una ricca bi-blioteca e di un rilevante archivio. La Biblio-teca dell’Istresco è attualmente costituita daoltre 7500 titoli di storia contemporanea, edè certamente un punto di riferimento perl’intero territorio trevigiano. L’Archivio è in-vece composto da materiali donati, in epochediverse, all’Istituto. Inventariato nel 2007, sicompone attualmente di 220 faldoni, orga-nizzati in quattro Settori: Partiti e Organizza-zioni, Persone, Resistenza, Società. Tali set-tori corrispondono, sia pure in maniera ge-nerica, ai settori nei quali si distingue l’attivi-tà di ricerca dell’Istituto, che non solo si oc-cupa di ricostruire le vicende della Resisten-za trevigiana e non, ma è pure impegnato sulfronte della memorialistica popolare (Perso-ne), nello studio delle vicende di partiti, sin-dacati e organizzazioni politiche in genere(Partiti e Organizzazioni), come pure delleorganizzazioni culturali e dei fenomeni so-ciali nel senso più ampio del termine (Socie-tà), dando per acquisito che “storia” e “sto-riografia” non possono più essere intese sol-tanto come storia politica e/o militare mavanno intese in un’accezione più ampia e ar-ticolata. All’interno dei settori, trovano postoi Fondi. Alcuni Fondi sono omogenei inquanto riferiti a un solo produttore (personao ente) che li ha versati all’Istituto “in bloc-co”. Altri sono miscellanei, in quanto deri-vanti dall’accumulo progressivo di materialid’archivio – spesso frammentari – donati al-l’Istituto da persone diverse dal produttore(eredi, amici, cultori della materia ecc.).L’Istresco ha inoltre iniziato una propria ri-conoscibile attività editoriale, fin dal 1992,poco dopo la sua fondazione. Al centro del-la ricerca storiografica, fin da allora, hannotrovato posto i temi dell’esperienza resisten-ziale, analizzati nella molteplicità di situa-zioni e nella diversità di aspetti nei quali glieventi del 1943-45 si sono prodotti. Sonocosì nati diversi volumi che hanno trovatocollocazione nella collana di Cierre Edizione“Studi ricerche e fonti/ Nordest – nuova serie”,recentemente riorganizzata nella collanadell’Istresco “Studi ricerche e fonti - nuovaserie”. Più agili e di carattere divulgativo so -no invece i volumi della collana “Promemo-ria”, indirizzati ad utenti interessati ai fattistorici non per ragioni di studio ma di co-noscenza del territorio trevigiano e dei fattiche in esso sono accaduti soprattutto a par-tire dagli inizi del Novecento. Oggetto diparticolare cura sono state le testimonianzeeditate nella collana “Scritture popolari tre-

vigiane”, che offrono ai lettori memorie au-tografe di protagonisti, racconti prodotti dafiduciari o interviste registrate da collabora-tori dell’Istresco. L’Istituto si occupa in mo doarticolato anche di didattica e di percorsi eluoghi della memoria, sempre privilegiandola scala locale e diffondendo i prodotti più si-gnificativi attraverso altre collane editoriali:“Luoghi trevigiani della memoria”, “Guide ailuoghi trevigiani della memoria”, “Inedita” e“Fuori collana”. Nel complesso, ad essere offerta dalle attivitàdell’istituto è una pluralità di percorsi e di iti-nerari nella storia contemporanea, capace dicontribuire ad una migliore conoscenza delnostro presente e, insieme, di gettare un pon-te tra la dimensione della storia e quella dellamemoria. Anche gli esiti editoriali testimo-niano di questo preciso impegno assunto dal-l’Istresco fin dalla nascita.

Pubblicazioni

COLLANA “STUDI RICERCHE E FONTI / “NORDEST - NUOVA SERIE”

E. CECCATO, Freccia, una missione impossibile. Lastrana morte del maggiore inglese J.P. Wilkinson el’irresistibile ascesa del col. Galli (Pizzoni) al verti-ce militare della Resistenza Veneta, Cierre - Istre-sco, Verona 2004.

E. CECCATO, Patrioti contro partigiani. Gavino Sa-badin e l’involuzione badogliana nella Resistenzadelle Venezie, Cierre - Istresco, Verona 2004.

G. MORLIN, La Chiesa di Treviso dall’8 settembre1943 al 18 aprile 1948. Frammenti di storia, di sof-ferenza e di libertà nelle cronache di alcuni parrocitrevigiani, Cierre - Istresco, Verona 2005.

COLLANA “STUDI RICERCHE E FONTI - NUOVA SERIE”

D. CESCHIN, La lunga estate del 1944. Civili e par-tigiani a Farra di Soligo e nel Quartier del Piave,Istresco, Treviso 2006.

E. BRUNETTA, Campagne e Resistenza nel Trevi-giano, Istresco, Treviso 2006.

F. MAISTRELLO, XX Brigata Nera. Attività squadri-sta in Treviso e provincia (luglio 1944 - aprile 1945),Istresco, Treviso 2006.

Storie di donne in guerra e nella Resistenza, a curadi L. Tempesta, Istresco, Treviso 2006.

Dai campi alle officine. Storie e lotte del sindacatonel Trevigiano, Atti del convegno “Un secolo peril lavoro 1906-2006”, a cura di D. Ceschin, CgilTreviso - Istresco, Treviso 2007.

S. BALLARIN,Un antifascista di provincia. Storia diFerdinando Perencin (1910-1941), Istresco, Trevi-so 2008.

COLLANA “PROMEMORIA”

Tanti modi di dire addio. Luoghi, parole, riti per uncommiato laico, a cura di A. Casellato, Istresco,Treviso 2005.

istituzioni e cultura

Page 55: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 55

istituzioni e cultura

I. DALLA COSTA, R. PIGNATIELLO, F. MAISTRELLO,La persecuzione degli ebrei in provincia di Treviso1938-1945, Istresco, Treviso 2006.

F. SCATTOLIN, M. TRINCA, A. MANESSO, Deportatia Treviso. La repressione antislava e il campo diconcentramento di Monigo (1942-1943), Istresco,Treviso 2006.

L. TOSI, È finita la guerra... tutti a casa. 25 aprile1945: la Liberazione nei ricordi dei trevigiani,Istresco, Treviso 2006.

Biblioteca antifascista. Letture e riletture della Resi-stenza, a cura di D. Ceschin, Istresco, Treviso 2006.

L. TOSI, Testimoni loro malgrado. Memorie delbombardamento del 7 aprile 1944, seconda edizio-ne con integrazioni, Istresco, Treviso 2006.

Per Ivo Dalla Costa, a cura di L. Vanzetto, Istre-sco, Treviso 2006.

F. MAISTRELLO, ‘Carmen’. Una donna nella Resi-stenza, Istresco, Treviso 2006.

A. TRONCHIN, Un “giusto” ritrovato. Karel Wei-rich: la Resistenza civile e il salvataggio degli ebreiin Italia, Istresco, Treviso 2007.

Il microfono rovesciato. Dieci variazioni sulla sto-ria orale. Interviste a Cesare Bermani, Manlio Ca-legari, Luisa Passerini, Alessandro Portelli, TullioTelmon, Gabriella Gribaudi, Daniela Perco, MarcoFincardi, Antonio Canovi, Marco Paolini, a cura diA. Casellato, Istresco, Treviso 2007.

1944: Treviso sotto le bombe. Una Cronaca vescovi-le e altri documenti inediti su Treviso in tempo diguerra (1944-1945), a cura di G. Morlin, Istresco,Treviso 2007.

N. DE MARCHI, L. FANTINA, Partigiani in monta-gna. Fotografie della Resistenza in Cansiglio e Alpago. Autunno 1944 - primavera 1945, Istresco,Treviso 2007.

D. CESCHIN, In fuga da Hitler. Gli ebrei stranieriinternati nel Trevigiano (1941-1943), Istresco, Tre-viso 2008.

P. BONOTTO, I banditi dell’Archeson. Ricordi di unpartigiano del Grappa, Istresco, Treviso 2008.

E. BRUNETTA, 1945: la cartiera Burgo e la guerrigliain pianura, Istresco, Treviso 2009.

COLLANA “SCRITTURE POPOLARI TREVIGIANE”

D. LAVRENCIC CANNATA, Come se non fosse acca-duto. Lettere d’amore dal campo di concentramen-to di Monigo, Cierre - Istresco, Treviso 2005.

M. CARLESSO, V. MASO, Memorie di un soldatoprigioniero degli americani 1943-1946, a cura diErika Lorenzon, Cierre - Istresco, Treviso 2005.

L. TOSI, testimoni loro malgrado... Memorie delbombordamento del 7 aprile 1944, Cierre - Istre-sco, Treviso 2005.

V. “MARCO” ANDREATTA, Uno dei tanti. Memoriedalla campagna di Russia alla deportazione inGermania, seconda ed., Cierre - Istresco, Trevi-so 2006. (esaurito)

S. VALENTI, Stellette sul Grappa, Istresco, Treviso2007.

R. E M. MARCONATO, Anch’io portavo il numero alcollo 33946. Diario e lettere di Roldo Marconato,Istresco, Treviso 2009.

COLLANA DIDATTICA “LUOGHI TREVIGIANI DELLA MEMORIA”

Il Trevigiano tra le due guerre, Dossier didattico, a cura di A. Manesso, Provincia di Treviso-Istre-sco, Treviso 2006.

FRANCESCA CAPRA, Albina Moimas racconta: la te-stimonianza di una ex internata ad Auschwitz.Fare storia con la fonte orale: riflessioni e propostedidattiche, Istresco, Treviso 2007.

COLLANA “GUIDE AI LUOGHI TREVIGIANI DELLA MEMORIA”

La seconda guerra mondiale e la resistenza nel trevi-giano. Catalogo della mostra storico-fotografica, Pro-vincia di Treviso - Istresco - FAST, Treviso 2006.

E. BRUNETTA, Dal Montello a San Donà. La batta-glia del Piave 1917-1918, Istresco, Treviso 2008.

COLLANA VARIA

M. PIGOZZO, 13 aprile 1945. Spineda in fiamme.La memoria sessanta anni dopo, Comune di RiesePio X, Istresco, Treviso 2005.

A. DAPPORTO, Ponzano Veneto 1935-1945. Forzadella memoria. Fascismo Resistenza Liberazione,Istresco, Treviso 2005.

L. CAPOVILLA, G. DE SANTI, Sui sentieri dei parti-giani nel massiccio del Grappa, Cierre - Istresco,Verona 2006.

D. CESCHIN, “Ai poveri ha da tornare”. Storia del-l’Ospedale Bon Bozzolla di Soligo, Istresco, Trevi-so 2006.

E. CECCATO, Guerra Resistenza e rinascita di Ca-stelfranco Veneto. La vicenda di Guido Battocchio(1919-2001), Istresco, Treviso 2007.

Istituto per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigianapresidente: Lorenzo Capovillacomitato direttivo: Amerigo Manesso (direttore),Alessandro Casellato (condirettore), Michele Simonetto (condirettore), Ernesto Brunetta, Benito Buosi, Lorenzo Capovilla,Daniele Ceschin, Arcadio Dal Forno, Nino De Marchi, Marzio Favero, Bruna Fregonese,Umberto Lorenzoni, Federico Maistrello, Gino Marchetti, Lazzaro Marini, Mario Mattiello,Giovanni Meo Zilio, Giampiero Novello, Antonio Palazzo, Ermanno Paon, Agostino Pavan,Andrea Peracin, Francesco Piazza, Francesco Scattolin, Laura Stancari, Lisa Tempesta,Clarimbaldo Tognana, Mario Ulliana, Luigi Urettini, Livio Vanzetto, Daniela Zandonadi.via S. Ambrogio di Fiera, 60 - 31100 Trevisotel. 0422410928 fax 0422410928e-mail: [email protected] web: www.istresco.org

Page 56: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

56 notiziariobibliografico59

Istituto veneziano per la Storia della Resistenza e della società contemporanea

L’Istituto veneziano per la storia della Resi-stenza e della società contemporanea (IVE-

SER), fondato nel 1992 dall’incontro tra leassociazioni partigiane del territorio e ungruppo di storici e studiosi, fa parte di unarete di 66 istituti che coprono il territorionazionale. Suo scopo è raccogliere, ordina-re e rendere consultabili carte e documentisulla guerra di liberazione, sulla storia diVenezia e provincia nel Novecento e sulletrasformazioni politiche, sociali, culturalidella società contemporanea.L’Istituto svolge attività di consulenza stori-co documentarie e divulgazione scientifica,promuove ricerche e dibattiti, convegni, se-minari, incontri, organizza mostre ed espo-sizioni, pubblica libri e documentari, colla-borando con le Università e le istituzioni delterritorio; l’Iveser, inoltre, propone ricerchebibliografiche e archivistiche, visite guidateai luoghi della Resistenza e del Novecentoveneziano, itinerari didattici, organizzazio-ne e promozione di eventi e manifestazioniculturali. Nel campo della didattica è centrodi servizi per la formazione sia dei docentiche degli studenti, promuovendo stage, tiro-cini, corsi d’aggiornamento. L’Istituto dispone inoltre di una bibliotecaspecializzata (circa 6.000 volumi) e di un im-portante archivio storico-documentario (uni-co nel suo genere) sul Novecento veneziano. A Portogruaro è attivo il Centro di docu-mentazione “Aldo Mori”, sezione distaccatadell’Istituto nel Veneto Orientale.Nell’essere custode della memoria storica delsecolo scorso si ispira ai valori di pace e con-vivenza civile ereditati dalla lotta per la liber-tà e sanciti dalla Costituzione repubblicana.Gli ambiti privilegiati di ricerca sono, oltrela Seconda Guerra mondiale e la Resisten-za, la memoria operaia e del lavoro, la me-moria delle donne, la storia della scuola edella politica.Su questi temi l’IVESER ha pubblicato vari librie prodotto anche film documentari e cd-rom.

Pubblicazioni

COLLANA “MATERIALI E STRUMENTI”

Maria Teresa Sega (a cura di), La scuola fa la sto-ria. Gli archivi scolastici per la ricerca e la didatti-ca, Nuovadimensione, Portogruaro 2002

Maria Teresa Sega (a cura di), La partigiana ve-neta. Arte e memoria della Resistenza, Nuovadi-mensione, Portogruaro 2004

Giulia Albanese, Marco Borghi (a cura di), NellaResistenza. Vecchi e giovani a Venezia sessant’an-ni dopo, Nuovadimensione, Portogruaro 2004

Renzo Biondo, Marco Borghi (a cura di), Giusti-zia e Libertà e Partito d’Azione. A Venezia e din-torni, Nuovadimensione, Portogruaro 2005

Maria Teresa Sega (a cura di), Tina Merlin. Par-tigiana, giornalista, scrittrice, Nuovadimensione,Portogruaro 2005

Aldo Mori, La Resistenza nel mondo contadino,Nuovadimensione, Portogruaro 2007

Maria Teresa Sega (a cura di), Eravamo fatte distoffa buona. Donne e resistenza in Veneto, Nuo-vadimensione, Portogruaro 2008.

COLLANA “STUDI, IDEE E DOCUMENTI”

Imelde Rosa Pellegrini, L’altro secolo. Cent’annidi storia sociale e politica a Portogruaro (1870-1970), Nuovadimensione, Portogruaro 2001

Michele Casarin, Venezia Mestre. Mestre Vene-zia. Luoghi, parole e percorsi di un’identità, NuovaDimensione, Portogruaro 2002

Giovanni Sbordone, Nella Repubblica di SantaMargherita. Storie di un campo veneziano nel primoNovecento, Nuovadimensione, Portogruaro 2003

Lisa Bregantin, Caduti nell’oblio. I soldati di Pon-telongo scomparsi nella Grande Guerra, Nuovadi-mensione, Portogruaro 2003

Giulia Albanese, Marco Borghi, Memoria resi-stente. La lotta partigiana a Venezia e provincianel ricordo dei protagonisti, Nuovadimensione,Portogruaro 2005

Morena Biason, Un soffio di libertà, la Resistenzanel Basso Piave, Nuovadimensione, Portogruaro2006

Giovanni Sbordone, Il filo rosso, breve storia dellaCgil nel Veneto bianco, Nuovadimensione, Porto-gruaro 2007

COLLANA “LUOGHI DELLA STORIA”

Marco Borghi (a cura di), I luoghi della libertà.Iti-nerari della guerra e della Resistenza in provinciadi Venezia, Nuovadimensione, Portogruaro 2009.

ALTRE PUBBLICAZIONI

Cesco Chinello, Giovanni Tonetti, “il conte rosso”(1888-1970). Contrasti di una vita e di una mili-tanza, Supernova, Venezia 1997

Marco Borghi, Alessandro Reberschegg, Fascistialla sbarra. L’attività della Corte d’Assise Straordi-naria di Venezia (1945/1947), Iveser - Comunedi Venezia, Venezia 1999

Cesco Chinello (a cura di), La memoria del sindaca-to. Archivio storico Filcea-Cgil. Porto-Marghera Vene-zia 1945-1990, Iveser, Venezia 2000 (Cd-Rom)

Renzo Biondo, Il verde, il rosso, il bianco. La V bri-gata Osoppo e la brigata osovano-garibaldina “Ip-polito Nievo”, Cleup, Padova 2002 (edito in colla-borazione con gli Istituti della Resistenza di Pa-dova, Treviso, Udine, Trieste)

Cesco Chinello (coordinamento e cura di), Me-talmeccanici. Vita, lavoro e sindacato in 126 inter-viste, Meta Edizioni, Roma 2002

Per non dimenticare. Ricordi e tratti di storia diCamponogara e della sua gente (1921-1945), Iveser -Anpi di Camponogara, Venezia 2003

Riccardo Zipoli (a cura di), Gefangenennummer40148. Memorie dai lager nazisti del capitano Ma-rio Zipoli, Iveser - Cafoscarina, Venezia 2004

Gadi Luzzatto Voghera, Ernesto Perillo (a cura di),Pensare e insegnare Auschwitz. Memorie storie ap-prendimenti, Franco Angeli, Milano 2004

Baldo Antonio Gentile, Ricordi di guerra di un dicias-settenne 1940-1945, Iveser-Istresco, Verona 2004

Luisa Bellina, Maria Teresa Sega (a cura di), Trala città di Dio e la città dell’uomo. Donne cattolichenella Resistenza veneta, Iveser-Istresco, Venezia-Treviso 2004

Dietro la lavagna. Generazioni a scuola, Comunedi Venezia - Iveser, 2005 (Cd-Rom)

Antonello Danni, Italia (monologo di parole),Iveser, Venezia 2005

Luisa Bellina, Maria Teresa Sega (a cura di), I gior-ni veri. Le ragazze della Resistenza, Cgil

FILM

“I giorni veri”. Le ragazze della Resistenza, a cura diLuisa Bellina e Maria Teresa Sega, regia di Ma-nuela Pellarin, montaggio di Antonio Pintus, IVE-

SER e SPI-CGIL Veneto, 2005

900 operaio. Fabbriche e lavoro a Portomarghera,regia di Manuela Pellarin, interviste di GildaZazzara, riprese di Beatrice Barzaghi, finalizza-zione Martina Colorio, supervisione di CescoChinello, IVESER e Provincia di Venezia-Asses-sorato al lavoro, 2008.

Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporaneaPresidente onorario: Giuliano Lucchetta, Franca Trentinpresidente: Mario Isnenghidirettore: Marco Borghisede: calle Michelangelo 54/P

Giudecca-Zitelle - 30133 Veneziatel. 0415287735 fax 0415287735e-mail: [email protected] web: http://www.iveser.it

Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della provinciadi Vicenza “Ettore Gallo” (Istrevi)

Sorto nel 2002, l’Istituto storico della Resi-stenza e dell’età contemporanea della pro-vincia di Vicenza è stato intitolato a EttoreGallo, persona che, oltre ad aver partecipatoalla vita politico-amministrativa della cittàberica, ha davvero incarnato, lungo quasi un

istituzioni e cultura

Page 57: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 57

istituzioni e cultura

sessantennio, valori e ideali, traducendoliquotidianamente nell’impegno tanto nellapartecipazione alla lotta di resistenza quan-to nelle vicende successive, ove agì da avvo-cato, da eminente studioso di diritto penale,da componente e poi Presidente della CorteCostituzionale. La sua biografia chiariscebe ne quanto grande sia stata la sua coeren-za e con quale fermezza e passione egli ab-bia difeso la Costituzione repubblicana e ivalori fondamentali della democrazia, dellagiustizia, della legalità. Ma quali sono gliscopi dell’istituto vicentino (Istrevi)? L’Isti-tuto studia, con particolare riguardo al terri-torio vicentino, la storia della Resistenza epiù in generale il periodo contemporaneo,allo scopo di far conoscere e tramandare ivalori etici e civili della lotta di Liberazione edegli ordinamenti democratici da essa nati.A tal fine l’Istrevi: a) raccoglie i documenti ele testimonianze che interessino la storiadella Resistenza e dell’età contemporanea;b) promuove inchieste, raccoglie dati cono-scitivi sulla vita economica, politica, ammi-nistrativa, sociale e culturale dell’età contem -poranea; c) promuove e realizza convegni distudio, conferenze, dibattiti ed altre manife-stazioni utili nonché pubblicazioni sugli ar-gomenti di cui alle lettere precedenti; d) pro-muove l’aggiornamento degli insegnanti einiziative nel campo scolastico; e) collaboracon gli Enti locali e con altri soggetti alla rea-lizzazione di iniziative culturali. L’attualepresidente è Giuseppe Pupillo, coadiuvatodai vicepresidenti Giorgio Sala e Giulio Ve-scovi, dal direttore: Gianni A. Cisotto e dalresponsabile del comitato scientifico: Gio-vanni Favero. All’interno dell’Istituto opera-no anche quattro gruppi di lavoro: il primosul periodo fascista, coordinato da RenatoCamurri, il secondo sulla guerra e la Resi-stenza, coordinato da Giuseppe Pupillo, ilterzo sul dopoguerra, coordinato da GiorgioRoverato e il quarto su “memoria, smobili-tazione e ritorni dalle due guerre mondiali”è coordinato da Marco Mondini. Fino ad oggi l’Istrevi ha organizzato incon-tri, presentazioni di libri e interessanti se-minari: il 7 febbraio 2004 si è tenuto un se-minario su Resistenza, società e istituzioninella crisi del 1943-1945 e il 22-23 ottobre2004 un secondo appuntamento su Fasci-smo, antifascismo, economia e società nelVicentino tra il 1926 e il 1945. Nel 2006 èstato inoltre pubblicato il primo numero di“Quaderni Istrevi”, dedicato a Resistenza,società e istituzioni nella crisi del 1943-1945, nel quale sono pubblicate alcune del-le relazioni del seminario del 7 febbraio2004. In tempi ancora più recenti ha presocorpo la nuova rivista dell’Istituto, “Labora-torio di storia contemporanea”. Il tema mo-nografico del primo numero, curato daGiorgio Roverato, è “Industria e politica nel

dopoguerra vicentino”. L’Istrevi dispone an-che di una biblioteca e di un archivio in viadi costruzione. La biblioteca ha un patrimo-nio librario di circa 3500 volumi. Essa è arti-colata in due parti: la biblioteca dell’Istitutoe quella “E. Gallo”, frutto della donazionedella famiglia Gallo, suddivisa in due sezio-ni, la biblioteca di cultura storica e la biblio-teca di cultura giuridica. La prima, conserva-ta presso la sede dell’Istituto, è composta di 347 volumi accessibili alla consultazione.La seconda, giuridica, conservata presso laBiblioteca Bertoliana, consta di 2000 volu-mi circa in corso di schedatura. Una partedelle pubblicazioni è stata catalogata inmodo completo e inserita nel Servizio Bi-bliotecario Nazionale, una parte è in fase dicatalogazione. L’archivio è poco oltre le fasipreliminari della sua formazione, in quantol’Istituto sta procedendo alla raccolta e allasistemazione del materiale in possesso. At-tualmente quindi l’archivio non è a disposi-zione per la consultazione. Si segnalano al-tre attività apparentemente più laterali, macomunque centrali e innovative per unarealtà di questo tipo. L’interesse per la di-dattica è strettamente legato alle finalità chel’ente si è dato. Dal 17 marzo al 7 aprile2005 l’Istrevi, in collaborazione con il C.S.A.

di Vicenza e con il Laboratorio di storia “A. Giuriolo” - Liceo “F. Corradini” di Thie-ne, ha tenuto un corso di aggiornamento su“Terrorismo/Terrorismi tra storia e attuali-tà”, aperto ai docenti delle scuole di ogni or-dine e grado. Relatori sono stati Marco Fos-sati del liceo “G. Berchet” di Milano e Mir-ko Dondi dell’Università di Bologna. Perl’anno scolastico 2007-2008 la sezione di-dattica dell’Istrevi, nell’intento di diffonde-re la conoscenza degli eventi che hannocontrassegnato la storia della provincia nelbiennio 1943-1945, ha proposto agli istitutiscolastici vicentini una serie di incontri constorici e ricercatori dell’Istituto su argo-menti oggetto di recenti indagini storiche.Altra iniziativa di rilievo è l’istituzione delpremio “Gallo”. Al fine di incoraggiare laproduzione scientifica di giovani studiosinelle discipline storiche e giuridiche, l’Isti-tuto Storico della Resistenza e dell’Età con-temporanea della provincia di Vicenza hainfatti promosso, grazie alla generosa dis-ponibilità della famiglia Gallo, un premioannuale di 6.000 euro, che viene assegnatoalternativamente a opere di storia contem-poranea italiana (con esclusivo riferimentoal periodo compreso tra l’età giolittiana e glianni ottanta del Novecento) e a opere di di-ritto (con esclusivo riferimento ai seguentiambiti disciplinari: diritto pubblico e costi-tuzionale, diritto e procedura penale, filoso-fia del diritto). Fino ad ora ne sono state or-ganizzate tre edizioni: la prima nel 2004per le discipline storiche con premiazione a

Page 58: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

58 notiziariobibliografico59

Palazzo Leoni Montanari di Vicenza il 15 gennaio 2005; la seconda nel 2005 per lediscipline giuridiche con premiazione a Pa-lazzo Leoni Montanari di Vicenza il 14 otto-bre 2006; la terza nel 2006 per le discipli-ne storiche con premiazione, sempre nellostesso luogo, il 26 gennaio 2008. Nel 2006è stata indetta la quarta edizione per le di-scipline giuridiche con premiazione nel2009. Si segnala per la sua vivacità, infine,anche l’attività editoriale dell’ente, che haportato alla realizzazione di diverse pubbli-cazioni in linea con le tematiche privilegia-te dall’Istrevi e, quindi, con l’esigenza di ap-profondire eventi, figure, movimenti, svi-luppi connessi alla guerra, alla Resistenza eall’età contemporanea.

Pubblicazioni

I. MURACA, Resistenza e Guerra di Liberazione,Roma 2001 (ristampa a cura dell’Istrevi, 2002)

S. RESIDORI, Il coraggio dell’altruismo. Spettatori eatrocità collettive nel Vicentino 1943-1945, Istrevi -Editrice Centro Studi Berici, 2004

G.A. CISOTTO, La Resistenza vicentina. Bibliografia1945-2004, Istrevi - Cierre Edizioni, 2004

L’insegnamento di Ettore Gallo, a cura di G. Pu-pillo, Istrevi - Cierre Edizioni, 2004

P. SAVEGNAGO, L. VALENTE, Il mistero della Mis-sione giapponese, Istrevi - Cierre Edizioni, 2004

M. CISCO GHIROTTI, A cena col Presidente, Istrevi -Cierre Edizioni, 2005

B. GRAMOLA, La 25^ Brigata Nera Capanni e il suocomandante Giulio Bedeschi, Istrevi - Cierre Edi-zioni, 2005

P. TAGINI, Le poche cose. Gli internati ebrei nellaprovincia di Vicenza 1941-1945, Istrevi - CierreEdizioni, 2006

G. PUPILLO, F. SCHIAVO, Per una storia della Ca-mera del Lavoro vicentina, Istrevi - Cierre Edizio-ni, 2007

L. VALENTIE, I geologi di Himmler, Istrevi - CierreEdizioni, 2007

M. MONDINI, G. SCHWARZ, Dalla guerra alla pace,Istrevi - Cierre Edizioni, 2007

Antonio Giuriolo e il “partito della democrazia”, acura di R. Camurri, Istrevi - Cierre Edizioni, 2007

S. RESIDORI, Il massacro del Grappa, Istrevi -Cierre Edizioni, 2007

S. RESIDORI, Il Guerriero giusto e l’Anima bella. L’i-dentità femminile nella Resistenza Vicentina (1943-’45), Istrevi - Editrice Centro Studi Berici, 2008

Gino Soldà e il suo tempo. Un protagonista dell’al-pinismo e la storia del Novecento, Istrevi - CierreEdizioni - Comune di Valdagno, 2008

P. SAVEGNAGO, L’ombra della Todt nella provinciadi Vicenza, Istrevi - Cierre Edizioni, 2008

Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Vicenza “Ettore Gallo”presidente: Giuseppe Pupillovicepresidente: Giorgio Sala, Giulio Vescovidirettore scientifico: Giovanni Favero comitato scientifico: Renato Camurri, Mario Faggion, Emilio Franzina, Benito Gramola, Alba Lazzaretto, Marco Mondini, Mauro Passarin, Giorgio Roverato, Sonia Residori, Paolo Taginisede: c/o Museo del Risorgimento e della Resistenzavilla Guccioli, viale X Giugno, 115 - 36100 Vicenzatel. 04443229.98; 04449644.28fax 0444326023e-mail: [email protected] web: http://www.istrevi.it/

Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea (ISBREC)

L’Istituto Storico Bellunese della Resistenzae dell’Età Contemporanea è stato creato nel1965 per iniziativa di un comitato unitariodi ex partigiani, amministratori e studiosilocali, con l’intento di promuovere e valoriz-zare gli studi sulla Resistenza e di diffonde-re gli ideali antifascisti, con un occhio di ri-guardo per le giovani generazioni. La strut-tura ha cominciato da subito a raccogliere te-stimonianze documentarie provenienti dalmovimento resistenziale, a cui si sono ag-giunte successivamente le fonti più varie,reperite nel territorio o riprodotte presso al-tri enti e istituzioni, relative alla storia con-temporanea locale.I documenti conservati nell’Archivio non silimitano al periodo di guerra, ma copronoun arco di tempo che si estende dalla finedell’Ottocento fino ad oggi e riguardano inmodo particolare l’attività di partiti, associa-zioni politiche e singole persone operantinel bellunese. L’Istituto dispone inoltre diun ricco archivio fotografico e audiovisivosu temi di carattere storico.Presso l’Istituto è oggi consultabile una ric-ca biblioteca specializzata in storia contem-poranea che raccoglie circa 15.000 tra volu-mi e opuscoli e oltre 200 testate e riviste.L’Istituto svolge infine una intensa attivitàdi studio e ricerca nel settore della storiacontemporanea locale, regionale e naziona-le e continua ad organizzare, in linea conquello che era stato lo spirito e l’orienta-mento dei suoi fondatori, diverse attività diformazione e divulgazione che sono rivolteessenzialmente a insegnanti e studenti.

istituzioni e cultura

Page 59: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 59

istituzioni e cultura

Pubblicazioni

La strage della Valle del Biois negli atti processuali,Corte di Assise di Bologna, 21 maggio-7 luglio 1979,Tip. Piave, Belluno 1980

V.A. DOGLIONI, La visita del vescovo mons. FraBortignon al campo di concentramento nazista deiprigionieri politici italiani di Bolzano, Tip. Piave,Belluno 1980

Missione “Simia” H.W. Tilman, un maggiore in-glese tra i partigiani, presentazione di V. Gozzer,traduzione di un memoriale del maggiore Til-man, When Men and Mountains Meet, relazionesulla missione “Simia” di J. Ross, Tip. Piave,Belluno 1981

G. ZANGRANDI, Racconti partigiani e no, presen-tazione di M. Rigoni Stern, Editore libraio Ta-rantola, Belluno 1981

Tedeschi, partigiani e popolazioni nell’Alpenvor-land (1943-1945), Atti del convegno di Belluno(21-23 aprile 1983), Marsilio, Venezia 1984

Archivi locali e didattica della storia. Atti del corsodi aggiornamento, 1983, Amministrazione pro-vinciale, Belluno 1985

Un profilo dei giovani bellunesi. Risultati di una ri-cerca svolta nelle scuole medie superiori della pro-vincia di Belluno, Isbr, Belluno 1985

Storia contemporanea del Bellunese: Guida alle ri-cerche, presentazione di F. Vendramini, LibreriaPilotto, Feltre 1985

L. BOSCHIS, La popolazione del Bellunese nella guerradi liberazione 1943-1945, Castaldi, Feltre 1986

F. VENDRAMINI, Il movimento di liberazione in pro -vincia di Belluno. Rassegna bibliografica 1945-1985, Isbr, Belluno 1986

P. ZANGRANDO, Spagna grande amore. Volontariantifascisti bellunesi a difesa della repubblica spa-gnola, 1936-1939, Nuovi Sentieri, Feltre 1986

M. MARTELLOTTA (a cura di), Resistenza e lotte di li-berazione tra passato e presente, Castaldi, Feltre 1987

1943-1945: occupazione e resistenza in provincia diBelluno. I documenti, Isbr, Belluno 1988 .

F. VENDRAMINI, Montagne e veneti nel secondo do-poguerra, prefazione di Emilio Franzina, Atti delconvegno su “Società e forze politiche nella mon-tagna veneta tra liberazione e repubblica. 1945-46”(novembre 1986), Bertani, Verona 1988

Gli archivi storici della provincia di Belluno. Ammi-nistrazione, ricerca, didattica, a cura di A. Amantia,F. Vendramini, Tip. Antiga, Belluno 1990

L’Istituto storico bellunese della Resistenza, 25 annidi attività, Tipografia Antiga, Belluno 1990

Guerra, guerra di liberazione, guerra civile, intro-duzione di Guido Quazza, atti del convegno(Belluno, ottobre 1988), a cura di M. Legnami eF. Vendramini, Franco Angeli, Milano 1990.

La scuola elementare bellunese e Pierina Boranga,Atti del convegno tenuto dall’Isbrec (Belluno,17-18 maggio 1990), a cura di F. Vendramini,Tip. Trabella, Belluno 1991

F. CORIGLIANO, Il dissenso durante il fascismo in una provincia veneta: Belluno. Elenco degli antifascisti bellunesi individuati dalla polizia e segnalati nel Casellario centrale, Tip. Italprint,Belluno 1991

La montagna veneta in età contemporanea. Storiae ambiente, uomini e risorse, Atti del convegno(Belluno, 25-27 maggio 1989), a cura di A. Laz-zarini, F. Vendramini, Edizioni di Storia e Lette-ratura, Roma

Aspetti militari della Resistenza bellunese e veneta.Tra ricerca e testimonianza, Atti dell’omonimoconvegno (Belluno, 18-20 ottobre 1990), a curadi F. Vendramini, Tip. Italprint, Belluno 1991

ISBREC e COMUNE DI BELLUNO, Le donne nella Re-sistenza bellunese, presentaz. di Eliseo Dal Pont,stampato in occasione del 25 aprile 1992, Tip.Piave, Belluno 1992

F. VENDRAMINI, G. SORGE, Verbali del CLNP diBelluno (maggio 1945-ottobre 1946), Tip. Piave,Belluno 1993

Piazza dei Martiri-Campedel. La storia, le quinte,le scene, a cura di I. Alfarè, S. De Vecchi, F. Ven-dramini, Tip. Piave, Belluno 1993

Superstiti e testimoni raccontano il Vajont, a curadi F. Vendramini, Tip. Grafiche Longaronesi,Longarone 1993

Disastro e ricostruzione nell’area del Vajont, Attidel convegno “A trent’anni dal Vajont: disastroe ricostruzione” (Longarone, 6-8 ottobre 1993),a cura di F. Vendramini, Tip. Panfilo Castaldi,Feltre 1994

A. FORNASIER, Il nonno racconta... Memorie auto-biografiche sulla vita in Cadore, la guerra e la Re-sistenza, Tip. Piave, Belluno 1994

Lega e localismi in montagna. Il caso Belluno, a cura di A. Amantia e F. Vendramini, Tip. Piave,Belluno 1994

A. SIRENA, La memoria delle pietre. Lapidi e monu-menti ai partigiani in provincia di Belluno, Tip. Piave, Belluno 1995

Ponte nelle Alpi tra guerra, Resistenza e liberazio-ne. Documenti per ricordare e per insegnare, a curadi F. Vendramini, Tip. Piave, Belluno 1995.

Rivolta, violenza e repressione nella storia d’Italiadall’Unità a oggi, Atti del seminario di Belluno(ottobre 1994), promosso dall’ISBREC e dal cor-so di aggiornamento per gli insegnanti su “Laviolenza nella storia delle idee”, a cura di L. Ga-napini e F. Vendramini, Bruno Mondadori, Mi-lano 1996.

L’urbanistica nel dopo Vajont, atti del convegno diLongarone del 3.10.92, Comune di Longarone,Collegio degli Ingegneri e Architetti della Pro-vincia di Belluno, su progetto dell’ISBREC, Tip.B. Bernardino, Feltre, 1993

Da Falcade ad Asiago sui sentieri dei partigiani.Percorso escursionistico “Via H. W. Tilman”, acura di R. Mezzacasa, estratto della guida stori-ca ed escursionistica, Regione del Veneto, Pro-vincia di Belluno, Comune di Belluno, Falcade,

Asiago, ISBREC - Nuovi Sentieri - Grafiche Ta-mari, Bologna 1993.

Il cammino della libertà dalle guerre del fascismoalla Resistenza e alla Costituzione. Il Feltrino1936-1946. Il senso della memoria, catalogo dellamostra fotografica e documentale promossa dalComune di Pedavena e dal Comitato feltrino peril 50° della Liberazione (di cui facevano partel’ANPI e l’ISBREC), Tip. Piave di Belluno, Libre-ria Pilotto di Feltre, 1995.

D. CASON, Madri sole e donne sole. Un’indaginesul disagio femminile in provincia di Belluno,Isbrec, Belluno 2002

A. LAZZARONI, Fonti per la storia dell’economiabellunese. I primi rapporti della Camera di Com-mercio, Isbrec, Belluno 2004

Gli industriali di Belluno e la ricostruzione. Attidell’archivio dell’Associazione fra gli Industrialidella provincia di Belluno (1945-1955), a cura di A. Agostino, Neri Pozza, Vicenza 1996

A. RIGHES , Recapito 67. Memorie di guerra e diResistenza a Bolzano Bellunese, Isbrec, Belluno2006

T. BETTIOL, Un ragazzo nel lager. Memorie dalcampo di Bolzano, Isbrec, Belluno 2005

Una famiglia di antifascisti: i Banchieri. a cura diA. Lotto, Belluno, Isbrec, 2006

Cent’anni di calcio a Belluno (1905-2005), a cura diM. Svaluto Moreolo, Isbrec, Belluno 2005

A. MELANCO, Limana, la Resistenza, la sua gente.Memorie e ricordi, Isbrec, Belluno 2005

F. VENDRAMINI, Alle origini della democrazia re-pubblicana. Feltre e il Feltrino nei verbali del CLN

(1945-46), Isbrec, Belluno 2004

Occupazione tedesca e guerra partigiana nel Lon-garonese, 1943-1945. Memorie e documenti, a curadi F. Vendramini, Isbrec, Belluno 2005

Guerra e politica in clandestinità. Documenti delCLN mandamentale di Feltre (1943-45), a cura diF. Vendramini, Isbrec, Belluno 2006

R. BUTTOL, Prete nella Resistenza. Memoria sulladeportazione a Bolzano, Isbrec, Belluno 2005

W. MUSIZZA, DE DONA, Giovanni, Guerra e Resi-stenza in Cadore. Cronache di venti mesi nella lot-ta tra Pelmo e Peralba (1943-45), Isbrec, Belluno2005

VIGNAGA, RIZIERI, Diari e memorie di guerra(1939-1945), Isbrec, Belluno 2005

Tambre. Un comune della montagna bellunese traSette e Novecento, a cura di A. Amantia, Isbrec,Belluno 2006

L. Dall’Armi, Passato prossimo, Isbrec, Belluno2007

P. Zangrando, Dalla Resistenza al Vajont, Isbrec,Belluno 2007

Agostino Amantia (a cura), La Camera di Com-mercio di Belluno, Isbrec, Belluno 2006

P. GIOS, Parroci e Resistenza nei vicariati di Fon-zaso e Quero, Isbrec, Belluno 2003

Page 60: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

60 notiziariobibliografico59

A. LAZZARINI, La trasformazione di un bosco(Cansiglio), Isbrec, Belluno 2006

G. DAL MAS, Come nasce un parco. Il Parco na-zionale delle Dolomiti bellunesi, Isbrec, Belluno2007

G. FANT, Resistenza e passione civile, Isbrec, Bel-luno 2008

Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporaneapresidente: Mario Nerivicepresidente: Francesco Piero Franchidirettore: Agostino Amantiasede: Palazzo ex Monte di Credito su Pegnopiazza Mercato, 26 - 32100 Bellunotel. 0437.944929 fax 0437.958520e-mail: [email protected] web: http://www.italia-liberazione.it/belluno/index.php

Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea del Vittoriese (ISREV)

L’Isrev fu fondato nel 1980 da un ComitatoAntifascista cittadino con lo scopo di racco-gliere documentazione sull’antifascismo esulla Resistenza nel Vittoriese, e il 6 marzo1982 divenne sezione autonoma dell’Istitu-to Veneto per la Storia della Resistenza.Con la soppressione delle sezioni autono-me nel 1993, l’Istituto decise di costituirsicome associazione culturale autonoma difatto e di diritto, e acquisì l’attuale denomi-nazione di Istituto per la Storia della Resi-stenza e della Società Contemporanea delVittoriese con modifica statutaria nel 2002.Al 1997 risale l’adesione alla rete nazionaleINSMLI in qualità di istituto collegato. L’Isti-tuto è oggi composto da un’ottantina di socied è aperto a tutti coloro che riconosconoalla base del loro impegno etico-politico laResistenza e i valori di libertà, democrazia egiustizia. Tra i vari filoni di ricerca e attività dell’Isti-tuto possiamo citare: la conservazione dellamemoria della Resistenza, grazie ad un ar-chivio di complessive 70 buste per un mi-gliaio di documenti che custodisce una do-cumentazione unica, per dimensioni e li-vello, sull’antifascismo e la resistenza loca-li, con fondi importanti anche sul periodofascista e sul dopoguerra, inventariato e ca-talogato a cura dell’Istituto stesso a partiredal 1992; la formazione degli studenti, conl’apertura in località Montaner di Sarmede

(Treviso) di un sentiero didattico-naturali-stico (il sentiero n. 1061 “Pagnoca” che ri-percorre la salita in montagna del GruppoBrigate “Vittorio Veneto”); la ricerca e la di-vulgazione, con incontri pubblici, appunta-menti fissi a scadenza attuale, ma in tale ot-tica vanno ricordati anche il progetto dimappatura e ricostruzione dei sentieri par-tigiani nell’Altopiano del Cansiglio, la rac-colta e la valorizzazione di documenti dellalotta di Liberazione e delle testimonianzeorali dei protagonisti di allora, lo studio ditemi, episodi ed eventi relativi a queglianni; infine, le pubblicazioni: l’Isrev ha alsuo attivo numerose pubblicazioni, unaventina circa, divise in tre collane: “Quader-ni Vittoriesi”, “Itinerari della Memoria” e“Fuori Collana”.

Pubblicazioni

QUADERNI VITTORIESi

Dal Fascismo alla Resistenza. Un percorso didatti-co attraverso il Cinema, Vittorio Veneto, 1996.

P.P. BRESCACIN, Immagini della Resistenza nelVittoriese, Vittorio Veneto, 2000.

H.W. TILMAN, Missione Beriwind in Cansiglio,Vit to rio Veneto, 2001.

N. DE MARCHI, Memorie 1943-1945, VittorioVeneto, 2002.

P.P. BRESCACIN - R. LACCHIN, Quando Vestivamoalla Garibaldina, Vittorio Veneto, 2003.

P.P. BRESCACIN - F. DE CONTI, Sui Sentieri dellaResistenza in Cansiglio, Vittorio Veneto, 2004.

I. LORENZON, Se Mi Prendono Mi Impiccano allaCorda della Campana Mediana, Vittorio Veneto,2004.

T.A. SPAGNOL, Memoriette del Tempo Nero, Vitto-rio Veneto, 2005.

P.P. BRESCACIN, Giuseppe Giust. La mia resisten-za, Vittorio Veneto, 2006.

Il Comandante Pagnoca, Vittorio Veneto, 2007.

P.P. BRESCACIN, La Colonna d'oro del Menaré,Vittorio Veneto, 2009.

ITINERARI DELLA MEMORIA

I. DELLA PIETA - M. TOCCHET, Mi chiamavanoMariska, Vittorio Veneto, 2002.

Storie del Novecento, Vittorio Veneto, 2005.

A. POSOCCO, Achtung Banditen, Vittorio Veneto,2005.

Storie del Novecento 2°, Vittorio Veneto, 2006.

P.P. BRESCACIN, Il Partigiano Gimmi, VittorioVeneto, 2006.

P.F. ULIANA, Il Germoglio del Muzhol, VittorioVeneto, 2007.

Vittorio Veneto sotto le bombe, Vittorio Veneto,2007.

A. ULITIN, Dal Volga al Livenza, Vittorio Veneto,2008.

P.P. BRESCACIN, Noi partigiani, Vittorio Veneto,2010.

MISCELLANEA

A. DELLA LIBERA, Sulle Montagne per la Libertà,Vittorio Veneto, 1987.

Geografia della Resistenza, Vittorio Veneto,1998.

L. CECCHINEL, Perché ancora - pourquoi encore,Vittorio Veneto, 2005.

Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea del Vittoriesepresidente: Franco Concasdirettore: Pierpaolo Brescacinsede: c/o Biblioteca Civicapiazza Giovanni Paolo I, 7331029 Vittorio Venetotel. 0438.57931; 0438.53219 fax 0438.941421e-mail: [email protected] web: www.isrev.it

istituzioni e cultura

Page 61: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 61

istituzioni e cultura

Giorgione, Madonna col Bambino in trono

fra i santi Nicasio e Francesco

(Pala di Castelfranco),1503-1504

Castelfranco Veneto,Duomo

Page 62: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

Gian Antonio Guardi, Madonna col Bambino

e santi, 1749Gorizia, Palazzo Attems

Page 63: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

spoglio dei periodici

di arte e architettura

(2007-2009)

Il precedente spoglio dei periodici del settore“arte e architettura” era stato presentato sul“Notiziario Bi blio grafico” n. 53 e prendeva inconsiderazione gli anni 2004-2007. Il pre-sente aggiornamento si riferisce pertanto al-le riviste uscite nel periodo 2004-2007, a par-tire dall’ultimo fascicolo segnalato sul “Noti-ziario Biblio gra fico” n. 53. Delle riviste nuo-ve si dà lo spoglio, dove possibile, dal primonumero uscito.

AluminaPagine miniate

direttore editoriale: Vittoria de Buzzaccarinidirettore resp.: Gianfranco Malafarinacomitato scientifico: Franca Arduini, Ernst Gamilischeg, Eberard Konig, Giovanna Lazzi, Gior dana Mariani Canova, Ernesto Milano, Pier luigi Petrobelli, Ennio Sandalsegreteria del comitato: Alessandro Scarsellaredazione: Eleonora Menadeosegreteria di redazione: Monica Bettazziperiodicità: trimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 30133 Venezia tel. 041/5211204 - fax 041/5208538e-mail: [email protected]

a. 5, n. 19, ottobre-dicembre 2007Gianfranco Malafarina, Editoriale | Codici:Dieter Roschel, Lezioni d’amore | GiovannaLazzi, L’oro e la croce | Miniatori: MelaniaCeccanti, Un Apelle toscano | Biblioteche:Arianna Vaccaro, In Nomine Domini | Facsi-mili: Ernesto Milano, Le erbe della salute | Edi-toria: Francesca Manzari, Ouvrage de Lom-bardie | Restauri: Angela Lusvargi - Ivana Mi-cheletti, Un ricamo principesco | Ippologia: Jo-sefina Planas, Cure da cavallo | Facsimili: Ser-gio Toresella, Nel regno di Flora | Mostre:Klaus Waldmann, Le vie del tantra | Orienti:Vito Salierno, Gli amori del Dio pastore | Inbreve: Gianfranco Malafarina, Diario in mi-

niatura | Giuseppe Solmi, Fragmenta | Cesa-re Biasini Selvaggi, Mondi digitali.

a. 6, n. 20, gennaio-marzo 2008Gianfranco Malafarina, Editoriale | Codici:Maria Alessandra Bilotta, Splendidi Uffici |Silvia Urbini, Il gioco del destino | Miniatori:Josefina Planas, Rafael Destorrents | Bibliote-che: Maria Chiara Leonori, Orgoglio librario |Facsimili: Giulia Orofino, L’Enciclopedia delMedioevo | Astronomia: Ana Dominiguez Rodriguez - Pilar Treviño Gajardo, Il poteredegli astri | Antiquariato: Gianfranco Malafa-rina, Il mulino dei codici | Orienti: Vito Sa-lierno, Passaggio in India | Aste: Klaus Wald-mann, La regina delle Bibbie | Mostre: MariaAlessandra Bilotta, Il tempo dipinto | Editoria:Gualtiero Malaspina, La vetrina dei facsimili |Rubriche: Diario in miniatura.

a. 6, n. 21, aprile-giugno 2008 Codici: Richard Leson, Un best-seller del Me-dioevo | Daniele Guernelli, Il diritto illustrato |Restauri: Carla Casetti Brach - Paolo Lamen-dola - Massimo Massimi, A norma di legge | Miniatori: Mark L. Evans, Un maestro perquattro re | Biblioteche: Gianfranco Malafari-na, Ora, labora et lege | Facsimili: Giusi Zani-chelli, Un gioiello romanico | Orienti: MarinaBattaglini, Curarsi nel celeste impero | Segna-lazioni: Ida Giovanna Rao, Doni nuziali |Aste: Kay Sutton, Un incanto canonico | Libri:Klaus Waldmann, Regina di fiori | Mostre:Gianfranco Malafarina, Dai cocci ai codici |Rubriche: Diario in miniatura | In breve: Giu-seppe Solmi, Fragmenta | Gianfranco Mala-farina, Editoriale.

a. 6, n. 22, luglio-settembre 2008Orienti: Oleg Grabar, Un best-seller del Medioe-vo | Codici: Peter Kidd, Cantare la fede | Facsi-mili: Giovanna Lazzi, Lo splendore dei supplizi |Miniatori: Maurizia Tazartes, La signora degliinsetti | Biblioteche: Carolina Leone, Ornatissi-mo codice | Facsimili: Klaus Waldmann, Scopri-re le carte | Editoria: L’atelier del codice miniato |Mostre: Giancarlo Malacarne, Memorie di cac-cia | Temi: Annalisa Bellerio, Il serraglio del Me-dioevo | Gianfranco Malafarina, Editoriale.

a. 6, n. 23, ottobre-dicembre 2008 Codici: Ilaria Andreoli, Piccole grandi gesta |Vincenzo Boni, Il mito illustrato | Facsimili:Klaus Waldmann, Per il Re e per la Patria | Mi-

niatori: Maurizia Tazartes, Un genio in minia-tura | Biblioteche: Josefina Planas, Orgoglio ca-talano | Codici: Giancarlo Petrella, Dante sulDanubio | Editoria: Gianfranco Malafarina,Una tradizione di cultura | Restauri: Maria Eli-sa Avagnina, Appunti di viaggio | Facsimili: Fe-lipe Jerez Moliner, Guarire con le erbe | Carto-grafia: Klaus Waldmann, Barra a dritta | Ru-briche: Diario in miniatura | Fragmenta | Gian-franco Malafarina, Editoriale.

a. 7, n. 24, gennaio-marzo 2009Codici: Christiana J. Gruber, Il viaggio del pro-feta | Ida Giovanna Rao, Parole d’oro | Minia-tori: Francesca Pasut, Un maestro di stile | Bi-blioteche: Francesca Porticelli, Un patrimoniodi tutti | Editoria: Gianfranco Malafarina,Buon compleanno, Adeva | Mostre: MassimoMedica, Artista e cortigiano | Facsimili: LucaAzzetta, La commedia del re | Cartografia: Alfredo Marques Pinhero, La scienza dei prin-cipi | In breve: Gianfranco Malafarina, Lo stu-dio Bavarese | Klaus Waldmann, Le ore in rete |Diario in miniatura: Aste, Convegni, Facsimi-li, Libri, Mostre | Fragmenta.

a. 7, n. 25, aprile-giugno 2009 Codici: Eberard Konig, Tra fede e vanità | Mu-sica: Franca Porticelli, Lezioni di danza | Mi-niatori: Daniele Guernelli, Un artista risco-perto | Biblioteche: Bettina Wagner, Un uma-nista europeo | Editoria: Gianfranco Malafari-na, I maestri del facsimile | Restauri: MelaniaZanetti, Carte scoperte | Orienti: Vito Salierno,Spirito di casta | Gianfranco Malafarina, Edi-toriale | Mostre: Francesca Manzari, Il sovra-no maestro | Convegni: Silvia Maddalo, Il ca-talogo è questo | Mostre: Maria Alessandra Bi-lotta, Frammenti di cielo | Mostre: GianfrancoMalafarina, L’audacia e la bellezza.

Anfione e Zetorivista di architettura e arti

direttore resp.: Margherita Petranzanvicedirettori: Francesca Gelli, Aldo Peressacomitato scientifico: Gae Aulenti, Benedetto Gravagnuolo, Valeriano Pastor, Margherita Petranzan,Franco Purini, Paolo Valesio

nb 59rivisteria veneta

notiziariobibliografico59 63

Page 64: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

64 notiziariobibliografico59

comitato di coordinamento redazionale: Marco Biraghi, Marco Borsotti, Alberto Gior gio Cassani, Francesca Gel li, Nicola Marzot, Aldo Pe ressa, Livio Sacchiredazione: Matteo Agnoletto, Johnny Asolari,Alberto Bertoni, Giuseppe Bovo, Marco Bressanin, Barbara Canal, Pier Luigi Copat, Brunetto De Battè, Stefano Debiasi, Bruno Dolcetta, Massimo Donà, Antonio Draghi, Ernesto Luciano Francalanci, Paolo Frizzarin,Romano Ga sparotti, Ugo Gelli, Franco La Cecla, Francesco Menegatti, Guglielmo Monti, Patrizia Mon tini Zimolo,Dina Nencini, Marco Peticca, Saverio Pisaniello, Roberto Rossato, Davide Ruzzon, Giovanna Santinolli, Bernardo Secchi, Alberto Torsello, Massimo Trevisan, Alessandra Trentin, Pao lo Valesio, Giovanni Vioperiodicità: semestraleeditore: Il Poligrafo, Padovasede della redazione: piazza Mazzini, 18 -35043 Monselice (PD) - tel. 0429/72477 - fax 0429/781411e-mail: [email protected]

n. 20, gennaio 2008Derossi Associati. Villaggio olimpico a Tori-no, lotto 5Margherita Petranzan, Metamorfosi: forma rivelata | Marco Peticca, Metamorfosi | Opera:Biografia di Derossi Associati, a cura di Mar-gherita Petranzan | Derossi Associati, Villaggioatleti per le Olimpiadi invernali Torino 2006 |Massimo Rapetti, Villaggio olimpico moi lotto 5.Gli impianti | Villaggio olimpico a Torino lotto 5 |Marco Biraghi, La vie la ville le village moded’emploi | Campo neutrale: Dialogo tra PietroDerossi con la partecipazione di Paolo Derossi eDavide Derossi, a cura di Bernardo Secchi |Emanuele Colombo, Invito alla riflessione, la di-dattica di Pietro Derossi | Soglie, a cura di AldoPeressa: Aldo Peressa - Francesco Lazzarini -Umberto Rizzato, Un mondo miracoloso | Theo-rein, a cura di Massimo Donà: Massimo Do-nà, Metamorfosi | Umberto Curi, Sul concettodi Metamorfosi | Cristiana Mescalchin, Meta-morfosi del soggetto e creazione | Romano Ga-sparotti, Metamorfosi; la verità di Proteo, il vec-chio del mare, e la materia-chora platonica | Va-rietà, a cura di Marco Biraghi - Alberto Gior-gio Cassani - Brunetto De Batté | City, a curadi Francesca Gelli e Margherita Petranzan:Brunetto De Batté, Ferie in peri-ferie | Massi-mo Favaro, Una nuova governance per la cittàdell’arcipelago | Matteo Ballarin, Il disegno og-gi | Davide Ruzzon, Real estate interview | Cri-stina Bertazzo, Metamorfosi dello sguardo |Yair Varon, Tel Aviv | Opere prime. Opere ine-dite, a cura di Pier Luigi Copat - Gabriele Ma-strigli - Margherita Petranzan: Maurizio Bra-daschia - Lorenzo Netti - Gloria A. Valente,Riqualificazione di piazzetta Don Bruno Fallo-ni a Monteiase (Taranto) | Ugo Gelli, Una ca-

sa rurale nel Salento | Patrizia Pisaniello - Sa-verio Pisaniello, Poliambulatorio odontoiatricoa Lucca | Valter Tronchin, GHouse, torre resi-denziale, Jesolo Lido (Venezia) | Mostre, pre-mi, concorsi. Tesi di laurea, dottorati di ri-cerca, a cura di Patrizia Montini Zimolo e Pa-trizia Valle | Agostino De Rosa, Mostra “Whe-re the earth meets the sky: il Roden Crater pro-ject di James Turrel” | Franco Purini, Mostra“La città nuova - Italia-y-26 invito a VEMA”.Cinque elementi per le Tese delle Vergini | Di-ciottesima edizione del Premio InternazionaleCarlo Scarpa per il giardino | Patrizia Valle, Suiconcorsi in Italia | Tesi di laurea di Sara Di Re-sta, Il palazzo blu Savoia di Angiolo Mazzonia Sabaudia | Tesi di laurea di Domenico Gian-nini, L’area portuale di Catanzaro Lido | Tesidi laurea di Simone Sante, Da Vesalio a Roet-gen lo scheletro umano come architettura | Dot-torato di ricerca di Cristiana Eusepi, Lezionispagnole. Josè Antonio Coderch 1913-1984 | Re-censioni, a cura di Marco Biraghi e AlbertoGiorgio Cassani: Alberto Giorgio Cassani,Pentagrammi urbani, simboli della geometriasacra, paradisi in terra, lectio brevis albertiana |Arti visive e design, a cura di Paola Di Bello:Paola Di Bello, Le comunità urbane | Archi-tetture sonore, a cura di Carlo De Pirro: Car-lo De Pirro, Musiche per la ragione | Architet-ture poetiche, a cura di Alberto Bertoni e Pao-lo Valesio: Alberto Bertoni, Ancora sulla poe-sia civile: e qualche altro esempio | Paolo Vale-sio, Codex Atlanticus, 9.

n. 21, dicembre 2008Franco Purini - Laura Thermes. Complesso par-rocchiale di San Giovanni Battista a LecceMargherita Petranzan, Necessità e libertà in ar-chitettura | Saverio Pisaniello, Necessarie pro-fondità. Note a margine di un edificio sacro diFranco Purini e Laura Thermes | Opera: Bio-grafia di Franco Purini e Laura Thermes, a cu-ra di Margherita Petranzan | Franco Purini -Laura Thermes, Uno spazio assoluto | FrancoPurini, Costruire una chiesa, lo spazio sacro co-me problema di architettura | Complesso par-rocchiale di San Giovanni Battista a Lecce |Gianni Accasto, Una reale ostinazione | Rosa-rio Di Petta, L’Aula sacra di Franco Purini |Rosario Diso, La chiesa di San Giovanni Bat-tista nel quartiere Stadio di Lecce: storia, scrit-tura e immagine nel progetto di Franco Purini |Maurizio Oddo, Ierofanie del contemporaneo.L’architettura sacra dello studio Purini-Thermes |Campo neutrale, a cura di Bernardo Secchi:Franco Purini, Modernitalia. Città, architettu-re e architetti | Marco Borsotti, Centro parroc-chiale di San Giovanni Battista. Convergenza econfronto per un’idea di architettura | FilippoCattapan, La necessità del conflitto | NicolaMarzot, Purini e la necessità del linguaggio |Francesco Menegatti - Dina Nencini, Proget-ti necessari: Franco Purini per Roma, Roma perFranco Purini | Marco Peticca, Una lunga av-ventura | Francesco Taormina, La sindrome di

rivisteria veneta

Gentile da Fabriano, Madonna col Bambino, 1420-1423, Washington, National Gallery of Art

Bernardino di Mariotto, Madonna col Bambino, part., 1498, Bastia, Parrocchiale

Page 65: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 65

rivisteria veneta

Serlio | Valter Tronchin, Franco Purini: una te-si [con] | Soglie, a cura di Aldo Peressa: AldoPeressa - Francesco Lazzarini - Umberto Riz-zato, Ananke | Theorein, a cura di MassimoDonà: Masimo Donà, Necessità | Romano Ga-sparotti, L’apparire di Phanes, ovvero della Ne-cessità | Varietà, a cura di Marco Biraghi - Al-berto Giorgio Cassani - Brunetto De Batté |City, a cura di Francesca Gelli - FrancescoMenegatti - Margherita Petranzan: BrunettoDe Batté, Necessità del diario di bordo | Dialo-go tra Pio Baldi e Margherita Petranzan sullacittà contemporanea | Massimiliano Cannata,Intervista al filosofo Gianluca Bocchi. Abitare ladifferenza nello spazio tempo globale | AlbertoClementi, Politica pubblica e paesaggio nella re-gione mediterranea: il caso Italia | Giulio Masot-ti - Susanna Todeschini, Insert coin | Mostre,premi, concorsi, a cura di Patrizia Valle | Fa-brizia Berlingieri, Esercizi di costruzione, pen-sare città nuove | Valentina Ricciuti, FrancoPierluisi, architetture per forza di levare | Va-lentina Ricciuti, Aldo Rossi, il gioco dei fram-menti | Patrizia Valle, Diciannovesima edizio-ne del Premio Internazionale Carlo Scarpa peril giardino | Gregotti Associati International,Primo premio al concorso internazionale a in-viti per la Torre della Ricerca a Padova | Works-hop, dottorati di ricerca, tesi di laurea, a curadi Patrizia Montini Zimolo: Umberto Siola,Per un recupero del centro storico | Mauro Mar-zo, Figure sovrapposte. La palazzina Furmanikdi Mario De Renzi | Tesi di laurea di AndreaBattaglia, Virgilio Vairo, trabucchi adriatici |Tesi di laurea di Marta Braganti e Roberto Ru-bino, Riqualificazione dell’area di Porta Pistoianei Sassi di Matera | Tesi di laurea di PaoloFrizzarin, Monselice: al limite della città stori-ca | Tesi di laurea di Maria Elena Tinnirello,Centro universitario Arti e spettacolo a Caltagi-rone (CT) | Recensioni, a cura di Marco Bira-ghi e Alberto Giorgio Cassani: Alberto Gior-gio Cassani, Genealogie del moderno | AlbertoGiorgio Cassani, A zonzo nel deserto | Massi-miliano Cannata, Un racconto sulle città in di-venire | Anna Cottone, Nei luoghi del design |Antonio Monestiroli, La cèntina e l’arco | Val-ter Tronchin, La letteratura come strumento dicomprensione della modernità | Saverio Pisa-niello, Argomenti e digressioni intorno all’uto-pia | Daniele Vitale, Architettura italiana e ge-nerazioni | Arti visive e design, a cura di Pao-la Di Bello: Paola Di Bello, Isa Colafabio, ope-re di verificato valore artistico | Architetturepoetiche, a cura di Alberto Bertoni e Paolo Va-lesio: Alberto Bertoni, Considerazioni sullostato presente della poesia | Paolo Valesio, Co-dex Atlanticus, 10.

Annali di architetturarivista del Centro Internazionale di Studidi Architettura Andrea Palladio

direttore: Fernando Maríasvicedirettore: Guido Beltraminicomitato di redazione: James S. Ackerman,Guido Beltramini, Arnaldo Bruschi, Howard Burns, Christoph L. Frommel, Jean Guillaume, Fernando Marías, Christof Thoe nesredazione scientifica: Silvia Morettiperiodicità: annualeeditore: Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenzasede della redazione: Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio - Basilica Palladiana - piazza dei Signori -36100 Vicenza - tel. 0444/323014 - e-mail: [email protected]

n. 18-19, 2006-2007Premio James Ackerman | Richard Schofield -Giulia Ceriani Sebregondi, Bartolomeo Bon, Fi-larete e le case di Francesco Sforza a Venezia |Vittorio Pizzigoni, Un uomo, un’opera, unoscopo: un’ipotesi sul manoscritto di Ferrara | Fabrizio Nevola, Lots of Napkins and a FewSurprises: Francesco di Giorgio Martini’s Hou-se, Goods and Social Standing in Late-Fifteenth-Century Siena | Matteo Ceriana, La Pala diSan Zeno: l’architettura reale e quella dipinta |Fernando Marías, Una hipótesis sobre el nom-bre de Palladio | Adriano Ghisetti Giavarina,Palladio e le antichità dell’Umbria | Krista DeJonge, The “Villa” of Peter Ernst, Count of Man-sfeld, at Clausen (Luxemburg). Dressing up inAntique Mode in the Low Countries in the Six-teenth Century | Wolfgang Lippmann, Il Neu-gebäude di Vienna: genesi e analisi di un insoli-to complesso | Vincenzo Scamozzi e l’eredità eu-ropea dell’Idea della Architettura Universale,Giornata di studio internazionale (Firenze, 1 dicembre 2005): Franco Barbieri, VincenzoScamozzi 2005: il punto | Konrad Ottenheym,A Bird’s-Eye View of the Dissemination of Sca-mozzi’s Treatise in Northern Europe | GuidoBeltramini, The Fortunes and Misfortunes ofScamozzi’s Idea della Architettura Universa-le in Palladian Territory | Howard Burns, Ini-go Jones and Vincenzo Scamozzi | Giles Wors-ley †, Scamozzi’s Influence on English Seven-teenth-Century Architecture | Jeroen Goudeau,A Northern Scamozzi: Nicolaus Goldmann andthe Universal Theory of Architecture | Riassun-ti | Profili | Recensioni | Notiziario del Centro.

n. 20, 2008Premio James Ackerman | James S. Ackerman,The 50 Years of CISA | Christoph LuitpoldFrommel, Alberti e la porta trionfale di CastelNuovo a Napoli | Arnaldo Bruschi, Luciano diLaurana. Chi era costui? Laurana, fra Carneva-le, Alberti a Urbino: un tentativo di revisione | Sil-via Moretti - Maria Teresa Todesco, Il cantie-

Gentile da Fabriano, Madonna col Bambino, part. della tavola di Berlino, 1395-1400Berlino, Staatliche Museen

Francesco di Gentile, Madonna col Bambino,fine sec. XV, Philadelphia, John Johnson Collection

Page 66: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

66 notiziariobibliografico59

re della cappella di Sant’Alvise nella chiesa deiSanti Giovanni e Paolo a Venezia (1458-1499) |Clara Altavista, Un esempio eccezionale di ar-chitettura all’antica a Genova: il palazzo delcardinale Cipriano Pallavicino in piazza Fos-satello (1540-44) | Guido Beltramini - Edoar-do Demo, Nuovi documenti e notizie riguar-danti Andrea Palladio, la sua famiglia e il suolavoro | David Karmon, Michelangelo’s “Mini-malism” in the Design of Santa Maria degli An-geli | Riassunti | Profili | Recensioni | Notiziariodel Centro.

Arte Documentorivista e collezione di storia e tuteladei Beni Culturali

direttore: Giuseppe Maria Pilocomitato scientifico: Filippa M. Aliberti Gaudioso,Umberto Baldini, Sylvie Béguin, Didier Bodart,Rossana Bossaglia, Attilio Mauro Caproni,Maurizio Calvesi, Oreste Ferrari, Anna Forlani Tempesti, Christoph L. Frommel, Mina Gregori, Egidio Martini, Terence Mullaly, Giovanna Nepi Scirè, Antonio Paolucci, Carlo O. Pavese, Giuseppe Maria Pilo, Pierangela Quaja, Arturo Carlo Quintavalle,Pierre Rosenberg, Eduard A. Safarik, Lea Salvadori Rizzi, Mario Serio, Francesco Sisinni, Luigi Squarzina, Giorgio Zordaneditore: Edizioni della Laguna, Monfal cone (GO)sede della redazione: Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento di Storia delle Artie Conservazione dei Beni Artistici “GiuseppeMazzariol” - Palazzo Querini, Dorsoduro,2691 - 30123 Venezia - tel 041/5268635 - fax 041/5269063

n. 22, 2006Bellini, Signorelli, TizianoEditoriale | Per una politica dei Beni cultura-li “Restituzioni 2006”. Bellini, Signorelli, Ti-ziano (e tanti altri “tesori”) risarciti da BancaIntesa: Carlo Bertelli, La tredicesima edizionedi “Restituzioni”: la bontà di un programma direstauro e di sollecitazione di problemi | MarisaRigoni, I restauri archeologici: materiali daimusei veneti | Claudia Lega, Preziosi manufat-ti tardoantichi dei Musei Vaticani ripristinati: i “vetri dorati” e la brocca argentea di Mercuriuse Redempta | Ettore Vio, Il Tesoro di San Mar-co: la stagione delle mostre e dei restauri | Gui-do Cornini, Tesori d’arte decorativa tra Me-dioevo e Rinascimento: restauri nei Musei Vati-cani | Mina Gregori, Una insigne “pinacoteca”lombarda e veneta, ma non solo, emerge dallatredicesima edizione di “Restituzioni” | Per An-drea Mantegna, nel V centenario della morte:Giuseppe Maria Pilo, Padovani, restituite iframmenti della cappella Ovetari alla vostra cit-

tà e al mondo | Anna Maria Spiazzi, Mantegnae Padova 1445-1460 | Lionello Puppi, Per un’ag-giunta al catalogo del Mantegna | Giorgio Non-veiller, Un dittico per Mantegna | Philippe Da-verio, Un ritorno alla coscienza corrisponda aun ritorno di coscienza | Giorgio Segato, Ama-ra Padova. I miracoli di Mantegna | Storia del-l’arte: Giorgio Bellavitis, Simbolismo evangeli-co e simbolismo cavalleresco nello Stato vene-ziano di mare e di terra | Edmond Radar, LaFlagellation du Christ de Piero della Francesca.Une Rhétorique du supplice | Lea Salvadori Riz-zi - Renzo Salvadori, Il Veneto, le Fiandre e l’in-venzione della natura: la pittura di paesaggiodal XV al XVIII secolo | Alessandra Artale, Il Miracolo della Croce al ponte di San Loren-zo: un giallo nel telero di Gentile Bellini | FlaviaCasagranda, Per Francesco Bassano il Vecchio |Giuseppe Barbieri, “Vorrei fare alcune cosech’io ho lette”. Considerazioni sugli approcci ico-nografici in margine agli affreschi di GirolamoRomanino a Trento | Orietta Pinesi, Tiziano,Ritratto di Nicolò Zen: prove di un riconosci-mento | Marina Stefani Mantovanelli, Miche-langelo e il martello di Dio | Laura De Rossi, Con-tributi vicentini alla storia dell’arte veneta, I |Giuseppe Maria Pilo, Peter Paul Rubens: il mo-dello per l’Adorazione dei pastori della chiesadei Gesuiti a Neuburg | Didier Bodart, Le mo-dèle de Pierre-Paul Rubens pour L’adorationdes bergers autrefois dans l’église des Jesuites deNeubourg | Maria Giulia Aurigemma, Un ri-tratto Berniniano | Erich Schleier, Una tardaAllegoria della Vanità di Guido Cagnacci |Giuseppe Bergamini, Dalle indecisioni deiWierix quattro dipinti in Moravia e in Friuli |Lanfranco Ravelli, Andrea Fantoni fra Agosti-no e Bortolo Litterini | Egidio Martini, NicolòBambini, un maestro ritrovato | George Knox,Giovan Battista Tiepolo (1696-1779): TulliaCommands her coachman to drive over the bodyof her father | Andrea Piai, Sei piccoli dipinti de-vozionali e una Susanna al bagno di NicolaGrassi | Ilena Chiappini di Sorio, FrancescoFontebasso all’Ateneo Veneto | Mary Newcome,New paintings and drawings by Giovanni Da-vid | Maria Elisabetta Piccolo, Il progetto delparco “Cumano” a Sant’Elena d’Este: diciasset-te tavole di Osvaldo Paoletti | Elena Scantam-burlo, Wifredo Lam e il Real-Maravilloso | Mu-seologia e storia del collezionismo: IsabellaReale, Nascita di una Galleria d’arte contem-poranea: la Fondazione Artistica Marangoni diUdine | Pietro Zampetti, Mino Maccari, Scher-zo 1963 | Enzo Di Martino, I “ristoranti del-l’arte” a Venezia | Didattica dei beni culturali:Wanda Moretti, Corpus loci. Il corpo, lo spazio,il movimento | Cristina Barbiani, La scritturadel movimento | Aurora Di Mauro, La Regionedel Veneto per la valorizzazione della didatticadei beni culturali: progetti e prospettive | Wan-da Moretti, Il movimento e l’opera d’arte | Wan-da Moretti, L’Orto lapidario del Museo Civicodi Storia e Arte di Trieste: un’ipotesi di progettodidattico. Linee cinetiche. Un laboratorio di

rivisteria veneta

Gentile da Fabriano, Madonna col Bambino, part., 1422-1425Pisa, Museo Civico

Pietro di Domenico, Madonna in trono,part. del polittico, 1418Osimo, Museo Diocesano

Page 67: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 67

rivisteria veneta

espressione corporea sul tema della scrittura | In memoriam | Oreste Ferrari | Benedetto Aschero| Wladimiro Dorigo | Umberto Baldini.

n. 23, 2007Editoriale | Per una politica dei Beni Cultura-li: Ceramiche attiche magnogreche. Genesi,“Restituzione”, Futuro della Collezione di In-tesa Sanpaolo: Salvatore Settis, Dalla collezio-ne di Ceramiche attiche e magnogreche di Inte-sa Sanpaolo un forte messaggio di pluralità e diunità | Gemma Sena Chiesa, La CollezioneCaputi di Intesa Sanpaolo | Martine Denoyel-le, Epoche e siti; officine, stili, pittori, tipologie |Storia dell’arte. Dürer, Venezia, l’Italia: An-tonio Paolucci, Cultura germanica e Rinasci-mento italiano nell’opera di Albrecht Dürer |Kristina Herrmann Fiore, “Dürer e l’Italia”,una mostra alle Scuderie del Quirinale: com-menti su idea e realizzazione | Cristina Acidi-ni, Riflessioni fiorentine su Albrecht Dürer | Ma-ria Giulia Aurigemma, In margine al tema“Dürer e l’Italia” | Giuseppe Maria Pilo, Ri-torno a Dürer. Sulle xilografie e incisioni dellaCollezione Remondini del Museo di Bassano |Anna Paola Zugni-Tauro, In attesa di unagrande mostra “Albrecht Dürer e Venezia” nel-lo storico Fondaco dei Tedeschi. Un sogno da tra-sformare in realtà | Jacopo Tintoretto. Echi, an-che veneziani, della mostra del Prado: MiguelFalomir, Jacopo Tintoretto. Brevi appunti dopola mostra | Orietta Pinessi, Tintoretto e gli Zen.“El caballero de la cadena de oro”: Nicolò Zen |Silvia Lunardon, Il Paradiso di Jacopo Tinto-retto nelle Collezioni IRE di Venezia | Da Tizia-no al Contemporaneo: Giuseppe Maria Pilo,TITIANUS/F. Ritratto di Giacomo Doria | Vitto-ria Markova, Due dipinti di Tiziano, poco notio trascurati, nel Museo Pu∫kin a Mosca | Egi-dio Martini, Un’altra redazione del Cristo del-la moneta di Tiziano Vecellio | Giulian Frabet-ti, Alcuni inediti ferraresi | Giuseppe Ellero, La pala dei Catecumeni di Leandro Bassano | Di-dier Bodart, Le faune et la grappe de raisin oul’Education de Bacchus par Pierre Paul Ru-bens | Massimo Pulini, Il racconto malinconi-co di Girolamo Forabosco | Lea Salvadori Riz-zi - Renzo Salvadori, Il Veneto, le Fiandre e l’in-venzione della natura: la pittura di paesaggiodal XV al XVIII secolo, II | Giulio Ghirardi, Il ‘caso’ Bellucci, interessi e sfortune di un ricer-catore solitario (saggio giocoso) | Lanfranco Ra-velli, Un pendant di Nicolò Bambini | DamirTuli?, Una Pietà lignea di Antonio Corradini aCurzola (Korπula) | Lanfranco Ravelli, Recu-pero di una grande tela di Pietro Rotari | Ilea-na Chiappini di Sorio, L’apoteosi dei Foscarininel palazzo dei Carmini | Annalia Delneri, Gliinizi di Giuseppe Bernardino Bison in una ine-dita suite di vedute di Venezia e di Roma | Do-retta Davanzo Poli, Merletti in Friuli VeneziaGiulia | Bruno Polese, Dalla Scuola Merletti inpunto ad aria alla Scuola dei Merletti di Bura-no: note e riflessioni in margine all’opera di Co-ra Slocomb Savorgnan di Brazzà | Maria Eli-

sabetta Piccolo, Due stili, due significati: un’ipotesi interpretativa del tempietto/cappellanel parco “cumano” a Sant’Elena d’Este | LiciaAsquini, Sulle trasformazioni fisico paesagisti-che di Collombroso di Tricesimo: dall’impiantoeclettico dei Mauroner alla soluzione storicistadel parco | Laura De Rossi, John Singer Sar-gent, Caffè Orientale sulla Riva degli Schiavonia Venezia | Anna Maria Damigella, Il contri-buto di Tommaso Malerba all’architettura li-berty a Catania (1907-1915) | Mara Campaner,Incidenze del postmoderno nell’industria deglielettrodomestici | In memoriam: Filippa MariaAliberti Gaudioso.

n. 24, 2008Editoriale | Per una politica dei Beni Cultura-li. Le opere d’arte e il restauro. Restituzioni2008, tesori d’arte restaurati per iniziativa diIntesa Sanpaolo: Carlo Bertelli, Restauro e stu-dio critico procedono di pari passo | Marisa Ri-goni, I restauri archeologici: materiali dal terri-torio veneto | Pierluigi Leone de Castris, Il re-stauro di quattro importanti opere d’arte d’etàmedioevale di pertinenza della Cappella del Te-soro di San Gennaro e del Duomo di Napoli |Augusto Gentili, Restituzioni. Ovvero: restau-rare per vedere meglio e capire di più | Storia del-l’arte. Gli artisti e le mostre. Antonello daMessina e Giovanni Bellini. Gli inizi della pit-tura moderna: Pierluigi Leone de Castris, An-tonello da Messina: una mostra e il suo catalo-go | Giovanni Carlo Federico Villa, “Nell’altraluce”. Un giorno (e altri dodici) nel secolo di Gio-vanni Bellini | Ileana Chiappini di Sorio, Gio-vanni Bellini a Roma. La pala di Pesaro, un’“ec-cezione” non mai rientrata; e... la Rocca di Gra-dara | Da Bellini al Contemporaneo: Laura DeRossi, San Giorgio in Alga, cenobio di LorenzoGustiniani. L’abbandono di un caposaldo spiri-tuale e artistico della Laguna | Giuseppe MariaPilo, Giovanni Bellini, ritratto di Jörg Fugger |Alessia Vedova, Pasqualino Veneto documen-tato. Una Madonna col Bambino nell’Accade-mia dei Concordi di Rovigo | Orietta Pinessi,La Disputa di Paolo Veronese. Un’opera “sin-golare”, una storia singolare | Alessandra Arta-le, Un’iconografia bizzarra per un bozzetto diJacopo Palma il Giovane | Andrea Pia, SetteManiere, dodici disegni | Giuseppe Maria Pilo,Sulle desunzioni di Pedro Orrente da JacopoBassano: una proposta inedita | Didier Bodart,La Lamentation sur le corps du Christ: uneoeuvre inédite de Peter Paul Rubens | GiuseppeMaria Pilo, “met een Groot slegt Lantschap”:una redazione inedita del “Grande paesaggiosemplice” di Peter Paul Rubens | Renzo Salva-dori, Palladio e l’architettura francese del Sei-cento: François Mansart e Louis Le Vau a Pari-gi | Damir Tulić, Aggiunte al catalogo di PaoloCallalo in Croazia e a Castelfranco Veneto | Ni-na Kudi∫ Burić, Un dipinto di Antonio Belluc-ci a Ragusa (Dubrovnik) | Giulio Ghirardi,Taccuino goldoniano | Annalia Delneri, An-drea Pastò e la villeggiatura di Bagnoli | Nina

Giorgione, Madonna adorante il Bambino, part., 1497-1500San Pietroburgo, The State Hermitage Museum

Giorgione, Adorazione dei magi, part., 1505 caLondra, National Gallery

Page 68: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

68 notiziariobibliografico59

Kudi∫ Buri?, Per Pietro Antonio Novelli e Fran-cesco Zugno | Giovannna Rossi, Victor-Jean Ni-colle tra Parigi, Roma e Venezia. Geografia diun destino | Maria Elisabetta Piccolo, Valenti-no Besarel al confine fra Veneto e Friuli: scultu-re tra serialità e innovazione | Licia Asquini, Trapalazzo Morpurgo e “Calle Bellona”: demoli-zioni e trasformazioni edilizie nella Udine delNovecento | Massimo Asquini, Considerazionia margine della recente ristrutturazione del giar-dino Morpurgo | Egidio Martini, Emilio Vedo-va: ricordi e testimonianze della metamorfosi diun’amicizia | Silvia Pinna, La quotidianità con-divisa | Storia della critica d’arte: Enzo Di Mar-tino, Dialogo semi immaginario con Henri Fo-cillon a proposito di Giovan Battista Piranesi |Letteratura artistica: Paola Cavan, Niccolò Ma-drisio. Trasposizioni letterarie di un patrizio udi-nese in viaggio a Parigi al seguito degli amba-sciatori veneziani Dolfin ed Erizzo | Didatticadei beni culturali: Wanda Moretti, Pedagogiadel patrimonio | Elisabetta Brusa, Viaggio sa-pienziale tra abbazie e luoghi sacri del Veneto.

Arte venetarivista di storia dell’arte

direttore: Alessandro Bettagnoredazione: Alessandro Bettagno, Adriano Mariuz, Stefania Mason, Giuseppe Pavanello, Paola Rossi, Chiara Ceschiperiodicità: semestraleeditore: Electa, Milanosede della redazione: Istituto di Storia dell’arte -Fondazione Giorgio Cini - Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 Venezia - tel. 041/5289900

n. 63, 2007Mauro Minardi, Pittura veneta fra Tre e Quat-trocento nelle Marche. Note in calce a una mo-stra | Paola Rossi, Enrico Merengo: l’attività ve-neziana | Amalia Pacia, Antonio Guardi per iGiovanelli: precisazioni e aggiunte | Enrico Luc-chese, Novità su Nicola Grassi | Monica DeVincenti, “Domino Horatio et Fratelli Marina-li bassanesi, illustri scultori della città di Vene-zia” | Giuseppe Pavanello, Affreschi venezianidel tardo Settecento | Segnalazioni: Tatiana Ku-stodieva, “La sfida tra Apollo e Marsia” diAgnolo Bronzino: originale e copia | Amalia Do-natella Basso, Due sorelle di nome Cecilia: lapala di Jacopo Tintoretto per la chiesa dei San-ti Cosma e Damiano | Francesca Cocchiara,Palma il Giovane e Schiavone: un intreccio ri-trovato su una nota di cronaca | Vincenzo Man-cini, Il Tinelli perduto | Ugo Ruggeri, GaspareDiziani e il Maestro dei fiori guardeschi: unacollaborazione | Giuseppe Sava, Per il catalogodi Francesco Androsi: le sculture della chiesa diSan Giovanni Nepomuceno a Telve | Ambra

Sponchiado, Disegni di Pietro Antonio Novelliper l’edizione Zatta delle Opere di Carlo Goldo-ni | Nina Stadnichuk, Il ritorno di un quadrodi Angelica Kauffmann a Pavlovsk | Carte d’ar-chivio: Isabella Cecchini, Per l’identificazionedi Francesco Mantovano | Elena Granuzzo,“Description du Jardin de Picenardes”: un ine-dito jappelliano? | Convegni: Sonia Brink, An-tonio Molinari e l’arte veneziana nel Sei e Set-tecento | Bernard Aikema, Molinari & co.: ri-flessioni sul momento internazionale della pit-tura veneziana fra Sei e Settecento | RobertoContini, Berlino per Fra Semplice | Stefan Mo-rét, Alcuni disegni sconosciuti di Fra Sempliceda Verona a Würzburg | Corinna Höper, Giu-seppe Diamantini: i disegni preparatori per le ac-queforti | Alberto Craievich, Antonio Molinari:gli esordi 1671-1682 | Julia Schewski-Bock, Di-segni di Antonio Pellegrini a Francoforte | Re-stauri: Enrico Noè, Recuperi nella pittura sei-centesca a Venezia: Palma il Giovane, Fialetti,Langetti, Lazzarini | Letture: Giordana Ma-riani Canova, Bibliografia delle opere d’arte del-la basilica di Sant’Antonio di Padova | WilliamBarcham, I Sagredo, committenti e collezionistid’arte nella Venezia del Sei e Settecento | Ri-cerche: Per un Atlante della statuaria veneta dagiardino, II, a cura di Simone Guerriero e Mo-nica de Vincenti | Bibliografia dell’arte veneta:2005, a cura di Daniele D’Anza.

n. 64, 2008Arte Veneta: sessant’anni 1947-2007 | AnneMarkham Schulz, Precisazioni su Giambatti-sta e Lorenzo Bregno | Irina Artemieva, La“Madonna delle Grazie” di Lorenzo Lotto | Ren-zo Fontana, Lorenzo Lotto in casa D’Armano |Alexander V. Kruglov, “Statua marmorea diVenere nuda, che non fu mai pubblicata” | Scul-ture classiche nell’Ermitage provenienti da Ve-nezia | Paola Rossi, Jacopo Tintoretto: disegnirespinti, precisazioni attributive | Giuseppe Pa-vanello, Domenico Manera, cugino di Canova,scultore | Segnalazioni: Chiara Guerzi, Per lapittura veneziana della fine del Duecento: un’i-nedita “Depositio Christi” | Albert Chatelet, I viaggi di Antonello da Messina | Maria Si-gnori, L’assetto originario dell’altare fondato daOdorico Pojana in San Lorenzo a Vicenza | An-chise Tempestini, Bambino in piedi e Bambi-no “gradiens” nelle Madonne belliniane | Anto-nio Boscardin, La devozione e i ricordi di ottoreduci da Padova | Natacha Pernac, Paolo Ve-ronese: “Cristo e l’adultera” Soranzo | AndreasPriever, Ancora sul “Sant’Ercolano e l’angelo”di Benedetto Caliari | Amalia Pacia, Un dipin-to inedito di Nicolas Régnier a Bergamo: unatraccia per la prima attività veneziana | IlariaMariani, Per il catalogo di Giacomo Contiero eAntonio Gai: novità e precisazioni | Andrea To-mezzoli, Tasselli per la grafica veronese del Set-tecento | Lionello Puppi, Per Giambattista Pit-toni: un dipinto ritrovato | Carte d’archivio:Jan-Christoph Rößler, Precisazioni su palazzoBarbarigo a San Polo e la sua collezione di qua-

rivisteria veneta

Giovanni Bellini, Madonna col Bambino e donatore, part., fine sec. XVPrinceton, Barbara Piasecka Johnson Collection

Bartolomeo Montagna, Madonna col Bambino,fine sec. XV, Belluno, Museo Civico

Page 69: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 69

rivisteria veneta

dri | Daniele D’Anza, Il certificato di stato li-bero di Giulio Carpioni | Piero Del Negro, Il governo veneziano e le istituzioni dei pittoritra Sei e Settecento: da una politica fiscale a unapolitica culturale | Laura De Fuccia, Per un pro-filo di “Cochin de Venise” | Nadir Stringa, Uninventario della manifattura Vezzi del 1724 |Letture: Catherine Whistler, Lettere artistichedel Settecento veneziano. Il carteggio GiovanniMaria Sasso-Abraham Hume | Cronache: Ser-gio Marinelli, Rosso Tintoretto: la mostra delPrado | Ricerche: Monica De Vincenti, Si-mone Guerriero (a cura di), Per un Atlante del-la statuaria veneta da giardino, III, a cura di Monica de Vincenti e Simone Guerriero | Bibliografia dell’arte veneta: 2006, a cura di Daniele D’Anza.

Beni culturali e ambientaliin Polesine

direttore resp.: Pier Luigi Bagatincomitato di redazione: Mara Barison, Luigi Contegiacomo, Livio Crepaldi, Raffaele Peret to, Carlo Piatto, Chiara Tosiniperiodicità: bimestraleeditore: Provincia di Rovigosede della redazione: Biblioteca Comunale “G. Baccari” - via G.B. Conti, 30 - 45026 Len dinara (RO) - tel. e fax 0425/63173

L’ultimo numero pubblicato è il n. 9, marzo2007 di cui si è dato lo spoglio sul n. 53 del“Notiziario Bibliografico”.

Ciemmericerca e informazionesulla comunicazione di massa

direttore resp.: Fiorenzo Viscidiredattore capo: Davide Zordanredazione: Maria Carla Cassarini, Massimo Triaperiodicità: quadrimestraleeditore: Cinit - Cineforum Italiano, Venezia - Mestresede della redazione: via Manin, 33/1 - C.P. 274 - 30174 Venezia - Mestre -tel. e fax 041/962225 - e-mail: [email protected] - web: www.cinit.it

a. 37, n. 155, I quadrimestre 2007Editoriale: Marco Vanelli, L’inquadratura piùbella | Laboratorio: Il miracolo dello schermo |Presentazione | Davide Zordan, Imbattersi nelfantasma che ti salva. Alcune riflessioni su cine-ma e miracolo | Dario E. Viganò, Il cinema e la

rappresentazione del miracolo. Tre percorsi dilettura | Pierre Sorlin, La fatica di credere el’ambiguità del miracolo. Un itinerario tra Dre-yer e Bergman | Marcello Walter Bruno, Lightand Magic. Miracoli ed effetti speciali nel cine-ma di Spielberg | Marco Vanelli - Davide Zor-dan, Orson Welles e il miracolo dell’aragosta |Appendice: Vittorio De Sica e Cesare Zavat-tini, De Sica tra i barboni | Vittorio De Sica eCesare Zavattini, Miracoli a Milano | De Sicaparlerà del suo “Miracolo” | Analisi: Marco Du-se, Un Sogno dopo l’altro. Visioni multiple di“Picnic at Hanging Rock” | Aggiornamento:Presentazione | Charles Spencer Chaplin, Ritmo | Appello agli uomini. (Omelia scritta epronunciata da Chaplin a conclusione del suofilm “Il dittatore”) | Mario Verdone, Charlot co-me “Auguste”.

a. 37, n. 156, II quadrimestre 2007Editoriale: In questo numero... | Laboratorio:Cinema e atre figurativa | Davide Zordan, Trafede “scopica” e sguardo “credente”. Le immagi-ni nella tradizione cristiana | Marco Vanelli,L’icona sullo schermo | Mauro Aprile Zanetti,La natura morta de “La dolce vita”. Morandi eFellini: doppio e mise en abîme per una poeti-ca della visione e dell’ascolto | Paola Scremin,Alcune note intorno al film sull’arte | Libri | Ana-lisi 1: Massimo Tria, Ivens e Hemingway. Nel-la Spagna del ’37 “dalla parte giusta” dell’ob-biettivo | Ernest Hemingway, Il caldo e il fred-do (traduzione di Massimo Tria) | Analisi 2:Marco Bellano, La spirale. Le disillusoni ipno-tiche del cinema di Kon Satoshi | Cineforum:Massimo Nardin, Il cinema della sottrazione diPaolo Franchi. Tra narrazione e visione.

a. 37-38, n. 157-158, III quadrimestre 2007-I quadrimestre 2008Alessandro Tovani, Le opinioni di un agente dimarketing | Laboratorio: Non sparate sul pilo-ta. Ovvero: le serie tv e la cerimonia della nar-razione, a cura di Marco Duse | Marco Duse,Non sparate sul pilota. Ovvero: le serie tv e la ce-rimonia della narrazione | Simona Ceccarelli,Ricomincio da X. Realtà e mito negli/degli “X-files” | Serena D’urbano, Perdersi in “Lost”.Strategie seriali nello scenario televisivo del nuo-vo millennio | Marta Martina, Citazioni dal rea-le e frammenti del reale. Eccesso della visione earte contemporanea in “CSI: Crime Scene Inve-stigation” | Eloise Liguoro, La Questione del-l’autorità televisiva e il caso Joss Whedon | Lu-ca Bandirali - Enrico Terrone, I giorni più lun-ghi. Le prime stagioni di “24” | Marco Duse,L’ingegnere nel suo labirinto. Messa in scena del-la scrittura in “Prison Break” | Massimo Ben-vegnù, “Friends”: l’ultima sit-com? | DanielaDelle Foglie, “Six Feet Under”: una proposta dimondo | Libri: Davide Zordan - Marco Vanel-li, Rassegna bibliografica | Festival: Serge Go-riely, La fine vita... come trattarne al cinema?Riflessioni a margine del Festival “Cinéastes &Spiritualitè” | Analisi: Marco Bellano, Ascol-

Tiziano, Madonna Bache, part., 1510New York, Metropolitan Museum of Art

Cima da Conegliano, Madonna col Bambino e un offerente, part., fine XV - inizio XVI sec.Berlino, Staatliche Museen Preussischer Kulturbesitz

Page 70: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

70 notiziariobibliografico59

tare al buio. L’esperienza dell’ascoltare cinema-tografico: breve proposta d’indagine | Cinefo-rum: Massimo Tria, I “12” di Mikhalkov. Gliapostoli della parola e l’autorità del padre.

a. 38, n. 159, II quadrimestre 2008Editoriale: In questo numero... | Laboratorio:Qualcosa di Diego Fabbri. Inediti cinematogra-fici | Marco Vanelli, Diego Fabbri e EugeneO’Neill tra cinema e teatro. “Giorni senza fine”:un soggetto inedito per Orbis | Marco Vanelli,“Cacciatori di stelle”. Il commento di Fabbri aun documentario dimenticato | Analisi 1: Mar-co Bellano, Il velo dell’altrove. Piccole apologiedella velocità cinematogrfica: “Tango” di Zbi-gniew Rybczynski e “Fast Film” di Virgil Wi-drich | Analisi 2: Massimo Nardin, È rappre-sentabile Gesù Cristo? Emersioni progressive inun metafilm: “Andrej Rublëv” di Andrej Tar-kovskij | Analisi 3: Frank Burke, Diventare di-vini. Paradigma religioso e questioni ideologichein “Convoy” e “La ballata di Cable Houge” diPeckinpah | Cineforum: Davide Zordan, Lestrade del perdono. Una proposta di analisi delfilm “Munyurangabo” di Isaac Lee Chung.

a. 38, n. 160, III quadrimestre 2008Editoriale: In questo numero… | Inedito: Al-berto Moravia, “Silvio Pellico”. Soggetto cine-matografico | Analisi 1: Erica Buzzo, Il (Neo)-realismo dei “Cahiers du cinéma” degli anni Cin-quanta | Analisi 2: Alberto Anile, Teresa erauna di quelle. Tagli, censure e reprimende a “L’Oro di Napoli” | Analisi 3: Igor Tavilla, Yu-kio Mishima: il corpo trafitto. Una trilogia del ci-nema giapponese | Cineforum: Marco Bellano,In silenzio. Il racconto del suono in “Puccini e lafanciulla” | Michele Guerra, Una storia nuovatra le foto di set. Enzo Cei e “Puccini e la fan-ciulla” | Marco Duse, Benvenuti nel deserto delfittizio. L’Australia posticcia di Baz Luhrmann| Massimo Tria, Gagarin, il disgelo e la gioventùbruciata. “Paper Soldier” di Aleksej German jr. |Bulat Okudåava, “Il soldatino di carta”.

Diastemarivista di cultura e informazione musicale

direttore resp.: Paolo Tronconcomitato scientifico: Paolo Troncon, Mario Baroni, Rossana Dalmonte, Carlo De Pirro, Guido Salvetti, Marcello Conati, Teresa Ca mellini, Gianni Ruffin, Mara Zia, Stefano Maz zoleniperiodicità: semestraleeditore: Istituti Internazionali e Poli grafici Internazionali, Pisa - Romasede della redazione: Associazione MusicaleEnsemble 900 - viale Repubblica, 243 - 31100Treviso, tel. 0422/424163 -e-mail: [email protected]

La rivista è cessata. L’ultimo fascicolo pubbli-cato è il II (X), 2000/1, n. 14, di cui si è dato lospoglio sul n. 48 del “Notiziario Bibliografico”.

Filoformestoria arte e restauro dei tessuti

direttore resp.: Luca Parisatoresponsabile di redazione: Anna Pietropollicomitato scientifico: Maria Beatrice Bertone,Isabella Campagnol Fabretti, Giovanni Cura tola, Anna De Capitani,Lucia Meoni, Annamaria Morassutti, Ste fanella Spositoperiodicità: quadrimestraleeditore: Il Prato, Padovasede della redazione: via Lombardia, 41/43 -35020 Saonara (PD) - tel. 049/640105 - fax 049/8797938 - e-mail: [email protected] -web: www.ilprato.com

n. 13, 2005Maria Beatrice Bertone, Presentazione | Mi-chela Cimolino, Un’indagine campione per laconoscenza dei paramenti sacri in alcune fontiecclesiastiche tra la metà del XVI e gli inizi delXVII secolo | Maria Beatrice Bertone, Para-menti e Patriarchi: Nuova esposizione di tessutinel Museo del Duomo di Udine | Flavia Fiori -Maria Beatrice Bertone, Studi, ricerche e re-stauri sul ricamo in Italia | Maria Beatrice Ber-tone - Anna Pietropoli, Recensioni.

n. 14, 2006-2007Elisa Gagliardi Mangilli, Sul filo della poesia:gli scialli del Kashmir Amlikar. Lo scialle rica-mato del Metropolitan Museum of Art di NewYork | Hillie Smit, Some Important Interiorswith Tapestries in the Netherlands | FrancescaPiovan, Una “inedita” fonte d’abbigliamentomaschile del Cinquecento. Spunti metodologici |Isabella Campagnol Fabretti, Una moda “a ta-vola”. Relazioni tra figurini di moda e oggettid’arte applicata nella seconda metà del Sette-cento | Stefanella Sposito, Sulle tracce dell’al-lume di Roma | Annamaria Morassutti, Il re-stauro dei paramenti del vescovo Fidenzio. Un“brandello” di storia padovana | Ileana Tozzi,Dignità e splendore. Gli indumenti e i parati diuso liturgico dei secc. XVI-XIX nel Museo Dioce-sano di Rieti.

n. 15, 2008Chiara Simonato, Palazzo Ricchieri a Porde-none: esempi d’abbigliamento tra XIV e XV seco-lo | Daniela Cecutti, Appunti, osservazioni e ri-flessioni per uno studio del tappeto da preghieratra XV e XIX secolo | Francesca Carli, Esempi dipiegatura simbolica di mozzetta cardinalizianell’iconografia cinquecentesca | Stefano Fran-zo, Una stagione veneziana: le pagine di moda

rivisteria veneta

Stefano Dall’Arzere, Vergine con il Bambino in trono e il battesimo di Santa Giustina con i santi protettori di Padova e il ritratto del committente, part., 1420 caPadova, Chiesa di San Francesco (antisacrestia)

Bartolomeo Montagna, Madonna col Bambino e le sante Monica e Maddalena, part., 1483, Vicenza, Museo Civico

Page 71: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 71

rivisteria veneta

di “La Biennale” | Lorraine Karafel, Tapestryin the Baroque: Threads of Splendor. Un’esposi-zione al Metropolitan Museum of Art di NewYork (20 ottobre 2007 - 6 gennaio 2008) e alPlacio Real di Madrid (12 marzo - 1 giugno2008) | Irina Inguanotto - Francesca Piva -Pietro Zanardi, Archivio tessile Elda Cecchele:un primo intervento di manutenzione.

n. 16, 2008Stefanella Sposito, La personalizzazione delprodotto di moda: Lasabui | Elisa GagliardiMangilli, Sul filo della poesia II. Costumi in-diani e del Kashmir: il choga del MetropolitanMuseum of Art di New York | Doretta Davan-zo Poli, Il costume teatrale nell’età barocca | Ele-na de Sabba - Angelo Pizzolongo, Il telaio disupporto di due paliotti d’altare in seta ricama-ta | Arianna Piazza, Donna Franca Florio |Arianna Piazza, Pitture murali: spunti d’orna-to per il ricamo Bandera | La collezione Capraiesposta al Museo Napoleonico.

Fotostorica. Gli archivi della fotografia

cura scientifica: Italo Zannierdirettore resp.: Adriano Favarocomitato scientifico: Franco Giacometti, Silvia Berselli, Anne Cartier-Bresson, Laura Cor ti, Charles-Henri Favrod, Michael Grayperiodicità: trimestraleeditore: coedizione S.V.E. - AmministrazioneProvinciale di Trevisosede della redazione: S.V.E. Società Veneta Edi trice - via Pio X, 6 - 31040 Volpago del Mon tello (TV) - tel. e fax 0423/870207 - e-mail: [email protected] - web: www.fotostorica.it

La rivista è cessata. L’ultimo fascicolo pub-blicato è il n. 29/30, dicembre 2004, di cui siè dato lo spoglio sul n. 53 del “Notiziario Bi-bliografico”.

Il legno nell’arteTarsie e intagli d’Italia

direzione: Pier Luigi Bagatinredazione: Elisabetta Baesso, Marisa Caprara,Giovanna Baldissin, Clara Santini, Alessandro Fiorentinoperiodicità: trimestraleeditore: Antilia, Trevisosede della redazione: c/o Edizioni Antilia -piazza San Francesco, 1/11 - 31100 Treviso -tel. 0422/55336 - fax 0422/579544

La rivista è cessata. L’ultimo fascicolo pub-blicato è il 1, n. 3, dicembre 2002 di cui si èdato lo spoglio sul n. 44 del “Notiziario Bi-bliografico”.

Musica e Storia

direzione: Lorenzo Bianconi, Giulio Cattin, F. Alberto Gallo, Giovanni Morelliredazione: Patrizia Dalla Vecchia, Lucia Boscolo, Paolo Russoperiodicità: quadrimestraleeditore: Il Mulino, Bologna - Fondazione Ugo e Olga Levi, Veneziasede della redazione: Fondazione Ugo e OlgaLevi - San Vidal, 2893 - 30124 Venezia - tel. 041/786777 - fax 041/786751 - e-mail: [email protected]

vol. XV, n. 2, agosto 2006Alba Scotti, Una nuova tendenza compositivanel repertorio dei tropi dei responsori nel patriar-cato di Aquileia | Marco Gozzi, Alle origini delcanto fratto: il “Credo Cardinalis” | Jurij Snoj,Two Melodic Versions of the Office of SS Hella-rus and Tacianus | Janka Szendrei, MelodischeNeuschöpfungen in einer Gruppe spätmittelal-terlicher Alleluia-Gesänge | Massimiliano Lo-canto, La tradizione dei tropi liturgici a Pistoianel XII secolo. Uno sguardo d’insieme sul mano-scritto Pistoia, Archivio capitolare, C. 121 | An-gelo Rusconi, Esempi di canti neo-ambrosiani.

vol. XVI, n. 3, dicembre 2006La didattica dell’ascolto, a cura di GiuseppinaLa Face Bianconi | Premessa | Massimo Bal-dacci, La didattica generale come scienza del-l’insegnamento | Berta Martini, La funzione for-mativa delle discipline | Giuseppina La FaceBianconi, La didattica dell’ascolto | Tavola ro-tonda I: Musica medievale e rinascimentale. Alleluia Dies santificatus (in Nativitate Domi-ni, ad missam in die) | Cristina Baldo, Ascoltomusicale, filo d’Arianna nel labirinto sonoro |Marco Carrozzo, Il “cantus obscurior” e la men-te bicamerale. Strategie di ascolto del canto li-turgico nella didattica per gli adulti | DanieleSabaino, Per un’integrazione di musica e cul-tura. Spunti tematici interdisciplinari per lezio-ni a studenti universitari di discipline umanisti-che | Tavola rotonda II: L’età classico-romanti-ca. Franz Schubert, Sinfonia n. 8 in Si minore,D 759: I tempo (“Allegro moderato”) | SilvanaChiesa, Questa musica racconta? Ascoltare unatrama | Paolo Gallarati, Il primo movimentodell’“Incompiuta” | Ferruccio Tammaro, Unatraversata con l’“Incompiuta” | Tavola rotonda III:Il melodramma. Georges Bizet, Carmen, “Prèsdes remparts de Séville” (Seguidilla) | AndreaChegai, Duttilità e specificità di un modello di-dattico a destinazione universitaria | Anna Ma-

Girolamo dal Santo, Madonna col Bambino tra i santi Benedetto e Giustina, sec. XVIPadova, Musei Civici

Page 72: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

72 notiziariobibliografico59

ria Freschi, “Carmen, c’est moi”. Un’ipotesi dipercorso didattico nella secondaria superiore trarispecchiamento e rivisitazione | Giorgio Pa-gannone, “Carmen” spiegata ai piccoli (scuolaprimaria) | Tavola rotonda IV: La musica delNovecento. Elliot Carter, Riconoscenza per Gof-fredo Petrassi per violino solo | Francesco Gat-ta, L’ascolto musicale mediato | Stefano Melis,Un’esperienza d’ascolto nella Scuola media diun Conservatorio | Raffaele Pozzi, Didatticadell’ascolto e musica d’arte. Come proporre “Ri-conoscenza per Goffredo Petrassi” di Carter abambini di sei anni.

Problemi di critica goldoniana

direzione: Manlio Pastore Stocchi, Gilberto Pizzamigliodirettore resp.: Gilberto Pizzamiglioredazione: Anna Laura Bellina, Ilaria Crotti, Maria Grazia Pensa, Anna Scannapieco, Piermario Vescovoeditore: Longo, Ravennasede della redazione: Centro Interuniversitariodi Studi Veneti - San Marco, 2945 - 30124 Venezia - tel. 041/5200996 - fax 041/5204655 - e-mail: [email protected]

XIII, 2007Carlo Gozzi entre dramaturgie de l’auteur etdramaturgie de l’acteur: un carrefour artistiqueeuropéen, a cura di Andrea Fabiano.Premessa: A. Fabiano - A. Scannapieco, Leconvenienze di una “volontaria amichevole as-sistenza”: Carlo Gozzi e i comici | M. Pieri, DaAndriana Sacchi a Teodora Ricci: percorsi didrammaturgia | F. Soldini, Rapporti tra CarloGozzi e gli attori nella corrispondenza e nellecarte autobiografiche. Un episodio significativo:Teodora Ricci nelle pagine inedite delle Memo-rie inutili. In Appendice: [Storia di Teodora Ric-ci] | A. Beniscelli, Nel laboratorio delle Fiabe,tra vecchie e nuove carte | V. Perdichizzi, Di-dascalie ed indicazioni registiche nelle Fiabe diGozzi | G. Bazoli, Dal Serpente alla Donnaserpente: prime riflessioni sulla vicenda compo-sitiva | J. Gutiérrez Carou, Il Fondo Gozzi e lagenesi della Turandot | P. Vescovo, Il reperto-rio e la “morte dei sorzi”. La compagnia di An-tonio Sacchi alla prova | M.G. Pensa, La favo-la di Eco e Narciso | A. Fabiano, Le trame delcorpo. I balletti pantomimi di Gozzi: prime os-servazioni | P.-C. Buffaria, Carlo Gozzi et la“réforme” du théâtre | L. Giari, Carlo Gozzi inguerra con le traduzioni del teatro francese mo-derno, ovvero i sentimenti nascosti sotto le idee |L. Comparini, “Cela est trop commode pour êtreséant”. Carlo Gozzi traducteur de tragédies fran-çaises dans la polémique théâtrale de son temps |C.M. Cederna, Specchi pericolosi. Carlo Gozzicritico del dramma flebile francese | G. Luciani,

Carlo Gozzi e il teatro della Foire | G. Spara-cello, Aux origines du magique chez Gozzi. Lescanevas de magie de Carlo Antonio Veronese àla Comédie-Italienne de Paris (1744-1759) | G. Herry, I pitocchi fortunati, les contes per-sans et Mesure pour Mesure | S. Winter, Car-lo Gozzi e il teatro a Vienna | R. Martin, DesFiabe teatrali aux féeries théâtrales: quelle con-tinuité? | S. Pesnel, La référence à l’oeuvre deCarlo Gozzi dans le fragment dramatique Prin-zessin Blandina d’E.T.A. Hoffmann | B. Holm,Il Corvo canta. Una lettura dell’adattamento li-rico di Hans Christian Andersen del Corvo diGozzi | J.-F. Candoni, Le rôle de Carlo Gozzidans la constitution de la dramaturgie wagné-rienne | R. Raskina, Carlo Gozzi e il “neo-ro-manticismo” teatrale nella Russia del primo No-vecento | F. Arato, I vagabondaggi della verità:Il re cervo di H.W. Henze | C. Alberti, Ma-schere del declino. Aspetti della messinscena diCarlo Gozzi in Italia | F. Vazzoler, Il “trave-stimento fiabesco e gozziano” di Edoardo San-guineti: L’amore delle tre melarance per Ben-no Besson. | Appendice: P. Grossi, L’articolo“Gozzi, le comte Charles” redatto da Pierre-Louis Ginguené per la Biographie UniverselleMichaud.

XIV, 2009Terzo centenario della nascita di Carlo Gol-doni e Secondo centenario della morte di Car-lo Gozzi, Tomo primoV. Ponzetto, Carlo Gozzi nella “Revue de Pa-ris” e nella “Revue des Deux Mondes” (1829-1844) | F. Fido, Un goldonista americano del-l’Ottocento: William Dean Howells | A.L. Bel-lina, I drammi per musica di Goldoni. Proble-mi di ecdotica | P. Monterde, Goldoni e il rin-novamento dell’opera comica | D. Goldin Fole-na, Modelli teatrali e poetici dei libretti goldo-niani | P.G. Maione, Il sistema della comme-deja pe mmuseca e Goldoni | E. Carbonell, I drammi giocosi per musica di Goldoni nellaBarcellona del secolo XVIII: un breve appuntosulla questione attraverso le edizioni conservate| F. Cortès, Le versioni variate dei libretti ope-ristici: La buona figliuola e Gli uccellatori | J.J. Esteve, I drammi giocosi in viaggio tra Bar-celona, Palma di Maiorca, Madrid e Valenza.Un affare d’impresari e cantanti | G. Labrador,Carlo Goldoni e la zarzuela spagnola della se-conda metà del secolo XVIII: il dramma giocosoper musica adattato agli scenari madrileni |V. Sánchez, La finta semplice: un falso goldo-niano come inizio del cammino di Mozart ver-so l’opera buffa | A. Fabiano, Buone figliuole de-viate, manipolate, tradotte: i libretti goldoniania Parigi nel Settecento | D. Brandenburg, Gol-doni e la rete delle compagnie dell’opera buffa |R. Cowgill, Germondo e Vittorina: genere, po-litiche teatrali e ricezione dei libretti di Goldoninella Londra del 1770 | S. Willaert, Le opere co-miche del Goldoni nella Londra del 1760: il rap-porto tra un genere italiano e il pubblico londi-nese | M. Calella, Goldoni, Gassmann e il dram-

rivisteria veneta

Leonardo, Madonna Benois, 1478-1480San Pietroburgo, Ermitage

Page 73: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 73

rivisteria veneta

ma giocoso a Vienna | D. Kocevar, Carlo Gol-doni e la Slovenia: i libretti per dramma gioco-so nel XVIII secolo.

Progetto Restaurotrimestrale per la tutela dei Beni Culturali

direttore: Renzo Fontanadirettore resp.: Luca Parisatovicedirettore: Anna Pietropolliredazione: Loredana Borgato, Anna Brunetto,Michela Car raro, Luca Caburlotto, Paolo Cremonesi, Maria Sole Crespi, Olimpia Niglio, Renzo Ravagnanperiodicità: trimestraleeditore: il Prato, Padovasede della redazione: via Lombardia, 41/43 -35020 Saonara (PD) - tel. 049/640105 - fax 049/8797938 - e-mail: [email protected]: www.ilprato.com

a. 13, n. 44, autunno 2007Antonella B. Caldini - Massimo Devecchi, Valutazioni sulla metodologia adottata in fasediagnostica per il recupero di Palazzo Migliaz-zi a Frugarolo (Al): un esempio di edilizia so-stenibile | Helga Corpora - Raimondo Quare-sima, Malte storiche e da restauro: stato dell’ar-te, considerazioni e prospettive alla luce dellanormativa esistente | Mariapia Cunico, Proget-to per il Parco delle Terme di Levico (Comune diLevico) | Liliana Gargagliano, Il valore dei be-ni pubblici | Stephen Hackney, Rifoderare, fo-derare, togliere le vecchie foderature | TizianaMigliore, Una nuova “aura”. Il facsimile delle“Nozze di Cana” di Paolo Veronese | Anna Pie-tropolli, Segnalazioni bibliografiche.

a. 14, n. 45, inverno 2008Rossella Corrao, Antonio Zanca e il “restauroe la sistemazione edilizia” dell’Aula Magna del-la R. Università di Palermo (1919-1938) | Ser-gio Calò, Un innovativo approccio alla conser-vazione dei centri storici. Un progetto concreto:Il restauro conservativo delle facciate di Mondo-vì Piazza | Gabriella Silvestre, Le problemati-che conservative dei nastri magnetici | Diego Se-menzato - Marta Barbato, Il restauro struttu-rale di villa Tivan (Mestre), lungo il Terraglio |Luciano Ricciardi, I mosaici paleocristiani diCimitile presso Nola (Na), tra abbandono e re-stauro | Dario Federico Merletto, La firma po-sticcia | Redazionale, Chiude confermandogrande qualità e partecipazione l’XI Salone deiBeni e delle attività culturali di Venezia | AnnaPietropolli, Segnalazioni bibliografiche.

numero speciale 3/45Il restauro dell’opera Alfabeto senza fine diEmilio Scanavino

Manuela Turchetti, Introduzione | ElisabettaLongari, Alfabeto senza fine: una serie paradig-matica per comprendere l’operatività e la poeti-ca di Scanavino | Leonardo Borgioli - Manue-la Turchetti, ll polimero gentile | Greta Pretese -Manuela Turchetti, L’intervento di conserva-zione dell’opera Alfabeto senza fine, 1982, del-l’artista Emilio Scanavino.

a. 14, n. 46, primavera 2008Rossella Corrao, I “materiali” del progetto di re-stauro e sistemazione edilizia dell’Aula Magnadella Regia Università di Palermo (1919-1938) |Roberta Rocco - Alessandro Calzavara - Fran-cesca Ravanello, Un giardino ritrovato | Ro-salba Panvini - Giovanni Crisostomo Nucera -Chiara Gabbriellini - Francesca Rossi - Leo-nardo Borgioli, Il Cristo morto di Mazzarino.Un singolare caso di applicazione di resine epos-sidiche su un’opera polimaterica | MariapaolaMonti - Cesare Fiori, Problemi di conservazio-ne dei calchi in gesso. Il caso della Gipsoteca delLiceo Artistico di Ravenna | Antonella B. Cal-dini, La porta di passaggio al verziere del Ca-stello: memoria storica dell’antico abitato diMorsasco (Al) | Gloria Tranquilli, Pietro Ed-wards, i Conti del Nord e le vicende conservati-ve del Martirio di san Lorenzo di Tiziano | An-na Pietropolli, Segnalazioni bibliografiche.

a. 14, n. 47, estate 2008Paolo Cremonesi - Luisa Landi - Ilaria Sacca-ni - Erminio Signorini, DEA, la sorella cattivadella TEA | Emma Calebich, Il cinema SanMarco di Quirino De Giorgio | Paola Guerra -Monica Abeni, Un esempio di applicazioni diGel Rigidi di Agar | Giacinta Jean, Insegna-mento e ricerca: il Swiss Conservation Restora-tion Campus | Concetta Nigero, Centri storiciallo stato di “rudere”. Strategie conservative aconfronto | Sonia Giannella, Il problema dellasostituzione degli elementi decorativi lapidei nelrestauro delle cattedrali | Olimpia Niglio, Il Panoptico di Ibaguè in Colombia. Memoriastorica e nuovo museo della città | Marcello Mo-randini, Arte, Architettura, Design | Anna Pie-tropolli, Segnalazioni bibliografiche.

a. 14, n. 48, autunno 2008Daniele Ranieri - Raffaella Greca, Il restauro delCastello di Calatabiano | Redazionale, Energiapositiva dal SAIE | Alberto Sposito, Archeologia,architettura e mediterraneità | Roberto Benve-nuti - Giovanni Cocco - Andreina Visconti, Venezia - Giardini di Castello. Progetto di re-stauro della serra | Filippo Leopardi, La latta: unmateriale artistico non ancora indagato | GloriaTranquilli, Nuovi sistemi per la pulitura delle su-perfici policrome; tecniche e materiali di nuova introduzione per il restauro dei manufatti lapi-dei, oggetti in metallo e supporti cartacei | Ilaria Cavirani, Vall de Boí: appunti per una biografiadei monumenti | Raffaella Marotti, Il Pirometrodel ceramista sperimentatore Josiah Wedgwood |Anna Pietropolli, Segnalazioni bibliografiche.

Andrea Solario, Madonna del cuscino verde, 1507 caParigi, Louvre

Leonardo, Madonna del garofano, 1478-1481Monaco, Alte Pinakothek

Page 74: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

74 notiziariobibliografico59

a. 15, n. 49, inverno 2009Antonella B. Caldini, La chiesa campestre diSan Rocco a Felizzano (Al). Analisi stilistica ediagnostica delle pitture murali absidali | Gior-gia Da Meda, Organizzazione di mostre tem-poranee: dal Codice alle recenti integrazioni |Simonetta Iannucelli - Silvia Sotgiu, La puli-tura superficiale di opera grafiche a stampa congel rigidi | Letizia Baldini - Laura Benassi - Ro-berto Tiozzo Ambrosi, Un quaderno di re-stauro di Sanpaolesi: la chiesa di Sant’Jacopo aLupeta (Pi) | Anna Pietropolli, Segnalazionibibliografiche.

a. 15, n. 50, primavera 2009Antonio Zaccaria, Paradiso quotidiano. Il re-stauro del Polittico dei Marinoni di Desenzanodi Albino, Bergamo. La bottega Marinoni | GianPietro Brogiolo, Rocca di Monselice: tra ricer-ca, restauro e valorizzazione | Francesca Sac-cardo, Palazzo del Podestà: un nuovo museo aMalamocco | Gloria Tranquilli, La decorazionepittorica del Palazzo dei Camerlenghi: pro-grammazione e metodologia d’intervento dei re-stauri diretti da Pietro Edwards | Paolo Pavan,Il cimitero come spazio eterotopico | Anna Pie-tropolli, Segnalazioni bibliografiche.

Quaderni della Procuratoriaarte, storia, resaturidella Basilica di San Marco a Venezia

Procuratoria di San Marco, VeneziaPrimo Procuratore: Giorgio OrsoniProcuratori: Giovanni Candiani, Irene Favaretto, Giovanni Mazzacurati, Antonio Meneguolo, Antonio Niero, Dino SesaniProto di San Marco: Ettore Vio direttore resp.: Irene Favaretto comitato scientifico: Antonio Niero, Irene Favaretto, Ettore Vio, Maria Da VillaUrbani, Antonella Fumo, Davide Beltrameredazione: Maria Da Villa Urbani, Antonella Fumo segreteria di redazione: Chiara Vian periodicità: annualeeditore: Marsilio, Veneziasede della redazione: San Marco, 328 - 30124Venezia - tel. 041/2708311 - fax 041/2708334e-mail: [email protected]

anno 2008La cappella di Sant’IsidoroGiorgio Orsoni, Premessa | Irene Favaretto,Editoriale | Saggi: Antonio Niero, La SanctaSophia a Costantinopoli, a San Marco e nellacappella di Sant’Isidoro | Michele Tomasi, Prima, dopo, attorno alla cappella: il culto diSant’Isidoro a Venezia | Enzo De Franceschi,Ricerche stilistiche nei mosaici della cappella di

Sant’Isidoro | Rudolf Dellermann, L’arredo ele sculture della cappella: un linguaggio anticoveneziano per l’arca di Sant’Isidoro | Ettore Vio,La cappella di Sant’Isidoro e i restauri dei mosai-ci | Maria Da Villa Urbani, La ricognizione sulcorpo del santo del 1824 | Cappella di Sant’Isido-ro: Tavole a colori | Rubriche: Ettore Vio, In-terventi di conservazione nel compendio mar-ciano 2007-2008 | Maria Da Villa Urbani, Re-censioni e note di bibliografia marciana | Atti-vità museali | Antonella Fumo, Notizie dal-l’archivio | Restauri eseguiti con il contributo diEnti e Associazioni italiane e straniere 2007-2008, a cura della redazione.

Rassegna veneta di studi musicali

a cura del Dipartimento di Storia delle Artivisive e della Musica, Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Padovacomitato di direzione e redazione: Anna LauraBellina, Bruno Brizi, Giulio Cattin, Sergio Durante, Elisa Grossato, Antonio Lovato, Giovanni Morelliperiodicità: annualeeditore: Cleup, Padovasede della redazione: Dipartimento di Storiadelle Arti visive e della Musica - Università diPadova - piazza Capitaniato, 7 - 35139 Padova -tel. 049/8274673 - fax 049/8274670e-mail: [email protected]

L’ultimo numero pubblicato è il XV-XVI,1999/2000, di cui si è dato lo spoglio sul n. 53 del “Notiziario Bibliografico”.

Saggi e Memorie di storia dell’arte

direttore resp.: Alessandro Bettagnoredazione: Chiara Ceschi, Silvano De Tuoni,Giorgio Fossaluzza, Francesca Flores D’Ar cais,Simone Guerriero, Bozena Anna Ko walczyk,Gianni Lorenzoni, Marina Magrini, Franca Zavaperiodicità: annualeeditore: Leo Olschki, Firenzesede della redazione: Istituto di Storia dell’arte -Fondazione Giorgio Cini - Isola di San GiorgioMaggiore - 30124 Venezia - tel. 041/2710230 -fax 041/5205842e-mail: [email protected]

n. 30, 2006Cristina Guarnieri, Per un corpus della pitturaveneziana del Trecento al tempo di Lorenzo Ve-neziano | Atti del convegno internazionale distudi Le arti in Istria: Alberto Craievich, Il viag-

rivisteria veneta

Cima da Conegliano, Madonna col Bambino tra il Battista e san Paolo, part., sec. XVIVenezia, Gallerie dell’Accademia

Page 75: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 75

rivisteria veneta

gio di Giovanni Battista Cavalcaselle in Istria |Alessandro Quinzi, Un inedito San Filippo Apo-stolo. Giunta alla scultura trecentesca a Capodi-stria | Ivan Matejcic, Novità e proposte per An-drea da Murano intagliatore | Matej Klemencic,Scultura barocca in Istria tra Venezia, Gorizia,Lubiana e Fiume | Samo Stefanac, Gli inizi del-l’architettura “all’antica” in Istria nel Quattro-cento | Dario Sosic, Collezione d’arte antica nelMuseo Civico della città di Rovigno | Tina NovakPucer, Opere d’arte nell’ottica del proprietario |Nina Kudis Buric, La pittura tardorinascimen-tale nella diocesi Parenzo-Pola | Visnja Bralic, I dipinti ritrovati della cattedrale parentina | Sonja Ana Hoyer, Il restauro dell’Armeria e del-la Foresteria di Capodistria destinate all’Univer-sità del Litorale | Ferdinand Serbelj, Un ritro-vato Pietro Liberi a Lubiana | Enrico Lucchese,Gaspare Negri vescovo di Cittanova e Parenzo,un mecenate del Settecento in Istria | RadoslavTomic, La pittura in Istria e Dalmazia verso il1700: i protagonisti e le opere | Elisabetta Fran-cescutti, Opere d’arte riparate dall’Istria duran-te la Seconda Guerra mondiale. Appunti di sto-ria e restauro | Massimo De Grassi, “Ch’essa pos-sa ritornare presto”: l’arte dell’Istria nelle paginedi “Vernice” (1946-1949) | Maria Walcher, Ve-nezia e l’Istria.

Studi tizianeschiannuario della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore

direttore: Bernard Aikemaconsulenza di: Augusto Gentili, Stefania Mason, Lionello Puppi, David Rosand, Maria Giovanna Colettiperiodicità: annualeeditore: Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI)sede della redazione: Fondazione Centro studiTiziano e Cadore - Casa di Tiziano Oratore -32044 Pieve di Cadore (BL) - tel. 0435/501674 - fax 0435/507658 - e-mail: [email protected] - web: www.tizianovecellio.it

n. IV, 2006Premessa | Bernard Aikema - Augusto Genti-li - Stefania Mason - Lionello Puppi - DavidRosane, Il programma di ricerca della Fonda-zione Centro Studi Tiziano e Cadore | LetiziaLonzi, Notizie dal Centro | Bernard Aikema,Tiziano: genio in bottega | Giorgio Tagliaferro,La bottega di Tiziano: un percorso critico | Enrico Maria Dal Bozzolo, La “bottega” di Ti-ziano: sistema solare e buco nero | Andrew JohnMartin, La bottega in viaggio. Con Tiziano adAugusta, Füssen e Insbruck (1548): domande eipotesi | Matteo Mancini, Tiziano in Spagna:catalogo, committenti, strategie. Una propostadi lavoro per l’identificazione della bottega |

Augusto Gentili, Ancora sull’Allegoria dellaPrudenza | Paul Joannides, Titian and the Ex-tract | Lionello Puppi, Un Cristo portacroceper “Sebastian Viniziano” | Documenti tizia-neschi: Lionello Puppi, Per un corpus di docu-menti tizianeschi e cadorini. I | Recensioni: librie articoli | Recensioni: mostre | Necrologia.

n. V, 2007Premessa | Bernard Aikema - Augusto Genti-li - Stefania Mason - Lionello Puppi - DavidRosand, Il programma di ricerca della Fonda-zione Centro studi Tiziano e Cadore | LetiziaLonzi, Notizie dal Centro | David Rosand,Hans and Erica Tieze: A Belated Tribute | Ele-na Vàzquez - Christine Kloeckner, Bibliogra-fia di Hans e Erica Tieze | E.Tieze-Conrat, Ve-netian Painting of the Renaissance. The late Ti-tian | Carolyn Smyth, Insiders and Outsiders:Titian, Pordenone and Broccardo Malchiostro’sChapel in Treviso Cathedral | Andrew JohnMartin, “Titianus F.” Il Ritratto di Carlo V se-duto dell’Alte Pinakothek di Monaco | ElenaSvalduz, Tiziano, la casa in Col di Manza e lapala di Castello Roganzuolo | Enrico Maria DalPozzolo, L’Ultima Cena di Tiziano e altri di-pinti veneti del Cinquecento nella collezioned’Alba a Madrid. Con un’appendice di AllegraPapa | Gianluca Poldi, Note tecniche e analiti-che sull’Ultima Cena della collezione d’Alba |Elisa de Halleux, Vénus et Adonis, colorito etdisegno: un idéal amoreux androgyne pour lapeinture à l’huille? | Francis Russel, Titian:canvas joins and design | Recensioni: libri e ar-ticoli | Recensioni: mostre.

Studi vivaldianirivista annuale dell’Istituto Antonio Vivaldidella Fondazione Giorgio Cini

direttore: Francesco Fannacondirettore: Michael Talbotcomitato scientifico: Paul Everett, Karl Heller, Federico Maria Sardelli, Eleanor Selfridge-Field, Roger-Claude Traversperiodicità: annualeeditore: S.P.E.S. - Studio Per Edizioni Scelte,Firenzesede della redazione: Istituto Italiano AntonioVivaldi - Fondazione Giorgio Cini - Isola di San Giorgio Maggiore - 30124 Venezia -tel. 041/5289900 - e-mail: [email protected]

n. 6, 2006Alan Curtis, Further Light on the Libretto of Vi-valdi’s Motezuma (1733) | Nikolaus Delius,Andrea Zani, alias Vivaldi RV 785 | LadislavKacic, Vivaldiana in der Sammlung italieni-scher Konzerte der Piaristen in Podolínec | Fe-derico Maria Sardelli, Una nuova sonata perflauto dritto di Vivaldi | Nicholas Lockey, For-

Giovanni Bellini, Madonna col Bambino benedicente, part., 1510, Milano, Pinacoteca di Brera

Page 76: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

76 notiziariobibliografico59

mal Structure in Vivaldi’s Variation Sets | Mi-chael Talbot, One Composer, One Psalm, OneKey, Three Settings: Vivaldi and the Dixit Do-minus | Robert Kintzel - Charles E. Muntz, Vi-valdi’s Lost Exodus and Epiphany Oratorios: I.Moyses Deus Pharaonis, RV 643 | Miscellanea,a cura di Michael Talbot | Actualités de l’opé-ra vivaldien 2005-2006, a cura di Frédéric De-laméa | Discographie Vivaldi 2005-2006, a cu-ra di Roger-Claude Travers.

n. 7, 2007Janice Stockigt, Musica senza nome dell’Auto-re: Anonymous Works listed in the Music Cata-logue of the Dresden Hofkirche, 1765 | RobertKintzel, Vivaldi’s Lost Exodus and EpiphanyOratorios: II. L’adorazione dei tre re magi albambino Gesù nella capanna di Betlemme, RV 645 | Nikolaus Delius, Anmerkungen zuRV 806 und zu RV 759 | Federico Maria Sar-delli, Da RV Anh. 76 a RV 808: un nuovo con-certo di Vivaldi | Miscellanea, a cura di MichaelTalbot | Aggiornamenti del catalogo vivaldiano,a cura di Federico Maria Sardelli | Actualitésde l’opéra vivaldien 2006-2007, aux soins deFrédéric Delaméa | Discographie Vivaldi 2006-2007, aux soins de Roger-Claude Travers.

n. 8, 2008Beth Glixon - Micky White, Creso tolto a lefiamme: Girolamo Polani, Antonio Vivaldi andOpera Production at the Teatro S. Angelo, 1705-1706 | Michael Talbot, Vivaldi, Polani and theLondon Pasticcio Croesus | Robert Kintzel,Completing the Tour. Vivaldi’s first Oratorio: La vittoria navale, RV 782 | Robert Hugo, Ent-deckung oder Wiederentdeckung? Eine unbe-kannte Abschrift des Magnificats von A. Vival-di | Federico Maria Sardelli, Dall’esterno al-l’interno: criterî di autenticità e catalogazione dinuove fonti vivaldiane | Reinhard Strohm, Ar-gippo in Germania | Miscellanea, a cura di Mi-chael Talbot | Aggiornamenti del catalogo vi-valdiano, a cura di Federico Maria Sardelli |Discographie Vivaldi 2007-2008, aux soins deRoger-Claude Travers.

Territorio e Ambiente Venetirivista interdisciplinare di Architettura Urbanistica Diritto

direttore: Ivone Cacciavillanivice-direttori: Guglielmo Monti, Franco Posoccocomitato scientifico: architetti e urbanisti: Bruno Dolcetta, Vincenzo Fabris, Francesco Finotto, Loris Fontana, Nerino Meneghello, Camillo Pluti, Romeo Toffano, Ettore Vioingegneri: Tommaso Cacciavillani, Giorgio Carli, Franco Frigo, Luciano Marcon,Dionisio Vianello

geografi, agronomi e paesaggisti: Giovanni Abrami, Danilo Agostini, Giorgio Franceschetti, Renzo Personafunzionari: Giuseppe Contino, Angelo Tabaro,Tiziano Tessaro, Roberto Travagliniavvocati: Marino Breganze, Matteo Ceruti,Sergio Dal Prà, Giacomo Giacobbi, Paolo Neri, Giorgio Orsoni, Giovanni Sala, Livio Vielperiodicità: trimestraleeditore: Tipografia Poligrafica, Veneziasede della redazione: via Giorgio Ferro, 28 - 30174 Mestre (VE) - tel. 041/5040568 - fax 041/986491 - e-mail: [email protected]

a. 2, n. 5, novembre 2007Editoriale: Ivone Cacciavillani, Piani e Piani-te | Paolo Stella Richter, Modelli di composi-zione tra la tutela dei Beni Culturali e del Pae-saggio, e la realizzazione di altri interessi pub-blici e privati | Progetti: Gabriele Cappellato,Il Net Center a Padova dell’architetto AurelioGalfetti | Tobia Zordan, Il Quarto Ponte sul Ca-nal Grande di Santiago Calatrava | Temi:Gianfranco Vecchiato, Comune di Venezia. Pre-fazione al PAT (Piano di Assetto Territorio) |Francesco Finotto, Non ci sono lotti gratis: ilPaesaggio e l’Ambiente nel PATI (Piano di As-setto Territorio Intercomunale) tra Brenta eBacchiglione | Luisa Astori - Fiorenza Dal Zot-to, Il Regolamento per le insegne, i mezzi pub-blicitari e gli elementi di arredo della Riviera delBrenta | Romeo Toffano, Un Piano per deci-dere. PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) | Franco Posocco, L’idea dicittà alla Biennale di Venezia | Convegni: LaTrasformazione urbana di Padova Est, TavoloTecnico, 12 luglio 2006, Stra (Ve), Studio Cac-ciavillani | Storie: Francesco Valcanover, Re-stauri a Venezia (1967-1986) | Figure: Gu-glielmo Monti, Giuseppe Davanzo.

a. 3, n. 6, aprile 2008Editoriale: Ivone Cacciavillani, Una montagnanuova | Mario Rigoni Stern, Appunti sul docu-mento regionale di pianificazione territoriale | En-rico Gaz, Verso un nuovo governo della monta-gna | Marino Breganze, La disciplina dei centristorici nel Veneto: evoluzioni e prospettive | Pro-getti: Alessandro Bove, Qualità delle trasforma-zioni per nuove forme di ospitalità in montagna |Temi: Roberto Casarin - Paola Cossettini - Pao-lo Campacci, Porto Marghera tra passato e fu-turo | Pietro Nervi, La proprietà collettiva comesoggetto neo-istituzionale per il recupero econo-mico e sociale della montagna | Michela Da Poz-zo, Frequentazione turistica delle DolomitiD’Ampezzo e questioni di sostenibilità | TizianoTempesta, Crescita urbana nel Veneto e degradodel territorio | Carlo Casagrande, L’incidentali-tà stradale nel Veneto | Convegni: Territorio ed acque. Tavolo tecnico, 8 novembre 2007, Stra | Figure: Guglielmo Monti, Carlo Santamaria: lacura della misura.

rivisteria veneta

Rocco Marconi (1504-1529), Madonna col BambinoAtlanta (Georgia), Art Association and High Museum of Art

Cima da Conegliano, Madonna col Bambino, 1504 Este, Museo Nazionale Atesino

Page 77: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 77

rivisteria veneta

a. 3, n. 7, settembre 2008Editoriale: Ivone Cacciavillani, Centenari(Palladio e Goldoni) | Argomenti: Renzo Ma-rangon - Franco Frigo - Francesco Sbetti, Per-ché il PTRC? | Temi: Chiara Agostini, La sin-golare parabola delle proprietà collettive: da reli-quati storici a moderne opportunità di sviluppo |Matteo Ceruti, La normativa regionale venetain materia di VIA e di VAS dopo il decreto “cor-rettivo” del Codice dell’Ambiente: prime osserva-zioni | Silvano Vernizzi, Il passante di Mestre:le proiezioni di traffico | Roberto Morandi -Erika Baraldo, La qualità dell’aria nel Veneto:dall’approccio scientifico alle politiche per il ri-sanamento | Giovanni Vio - Michele Casarin -Benedetta Bortoluzzi, Paesaggi di Mestre | Pro-getti: Silvia Roma - Paolo Zambon, Gli ambi-ti di tutela e valorizzazione paesaggistica in pro-vincia di Treviso | Guido Zordan, Porto Mar-ghera: nuovi scenari | Storie: Alessandro Bove,Gli interventi di Pier Luigi Giordani nel Polesi-ne | Franco Posocco, Il Palladianesimo e la di-gnità formale a San Pietroburgo | Figure: Gu-glielmo Monti, Domenico Luciano Consolo: unartista per l’architettura.

Venezia Artibollettino del Dipartimento di Storia delle arti e conservazione dei beni artistici “Giuseppe Mazzariol”dell’Università Ca’ Foscari di Venezia

direttore: Wladimiro Dorigo († 1 luglio 2006),Paolo Puppa, Carmelo Alberticomitato scientifico: Michela Agazzi, Carmelo Alberti, Antonio Attisani, Giuseppe Barbieri, Fabrizio Borin, Ennio Concina, Assunta Cuozzo, Giuseppina Dal Canton, Wladimiro Dorigo,Vincenzo Fontana, Augusto Gentili, Adriana Guacci, Adriana Guarnieri Corazzol,Marina Magrini, Sergio Marinelli, Elisabetta Molteni, Giovanni Morelli, Gianfranco Mossetto, Giuseppe Maria Pilo,Paolo Pina monti, Paolo Puppa, Paola Rossi,Nico Stringa, Giordana Trovabene, Angelo Zaniol, Italo Zannierperiodicità: annualeeditore: Viella, Romasede della redazione: Dipartimento di Storia e critica delle arti e conservazione dei beni artistici “Giuseppe Mazzariol” - Università Ca’ Foscari di Venezia - palazzo Malcanton Marcorà - Dorsoduro 3484 D- 30123 Venezia - tel. 041/2346232 - fax 041/2346210

19-20, 2005-2006Editoriali | Wladimiro Dorigo: Bibliografiascientifica di Wladimiro Dorigo | Ricordi e pun-ti di vista: Massimo Cacciari - Paolo Puppa -

Mario Isnenghi | Contributi: Karin Uetz -Manfred Schuller, Sulle tracce della genesi ar-chitettonica più remota di San Marco: la zonasettentrionale del transetto | Lorenzo Lazzarini -Riccardo Strassoldo, I marmi colorati del Pa-lazzo Ducale a Venezia | Sandra Pietrini,Un’insolita scena animata: l’immagine del tea-tro antico in un dipinto del ’500 | Sergio Mari-nelli, Paolo Piazza in Sicilia | Paola Rossi, Ag-giornamenti per Michele Fabris detto Ongaro: le sculture della Salute | Josif Hadijkyriakos,Il corpo come maschera: l’uso dell’anatomia neidipinti di Antonio Zanchi | Valentina Orlando,Sebastiano Bombelli: contributo al catalogo |Francesca Zanella, 1860-1890. Le esposizioniindustriali e il mito di Venezia e il Veneto | La-ra Sonja Uras, Viaggi reali e ideali: D’Annun-zio, Gabriel e la Sardegna | Vittorio Garaffa,Gli ostacoli, la terapia, l’umanità della regia e ilconcetto di autore. Lars von Trier e Jørgen Lethin De Fem Benspædend | Mostre, spettacoli,convegni: Lionello Puppi, Montagne. Artescienza mito | Adriana Guarnieri, Modernité,oralité, écriture: un colloque | Monica Pregno-lato, Ottocento Veneto. Il trionfo del colore | Ma-ria Ida Biggi, Madama Butterfly 1904-2004.Convegno di studi | Livio Billo, Gino Morandisa Padova | Giulia Camin, La Biennale d’Artedi Venezia 2005: Sempre un po’ più lontano |Tommaso Benelli, La Biennale d’Arte di Ve-nezia 2005: L’esperienza dell’arte | TommasoBenelli, Lucian Freud pittore di realtà | Rober-ta De Piccoli, La prima esecuzione di Laviniafuggita di Sandro Cappelletto e di Matteo D’A-mico | Restauri, recuperi, inventari: MichelaAgazzi, Per la basilica di San Marco. Sculturealtomedievali inedite o ignote | Maddalena Bel-lavitis, Frammenti di arte anversese: le ali di untrittico con l’Adorazione dei Magi | Erica Schia-von, Appunti su Antonio Lazzari incisore | Ste-fania Franceschini, Bigaglia Diogenio (o Dio-nigi) | Camilla Delfino, Pier Adolfo Tirindelli,lettere a Giovanni Ricordi (1914-1932) | Stefa-no Franzo, Ritratti di Alessandro Milesi traBassano del Grappa e Vicenza | Patrizia DalZotto, Antonio Dal Zotto: il monumento fune-bre per la famiglia Gyulay a Budapest | PaoloPuppa, Lettera a Mario Valgoi | Paola Marini,“Nulla dies sine linea”. L’archivio di Carlo Scar-pa: lo stato dell’arte | Recensioni e segnalazioni |Attività del dipartimento.

Venezia Cinquecentostudi di storia dell’arte e della cultura

direttore/coordinatore: Augusto Gentilicomitato scientifico: Bernard Aikema, Daniel Arasse, Corrado Bologna, Fernando Checa, Sylvia Ferino, Giu lio Ferroni,Rona Goffen, Peter Humprey, Lionello Puppi,Da vid Rosand, Erasmus Weddigen

Francesco Morone (1471-1529), Madonna con Bambino, part.Verona, Museo del Capitolo Canonicale

Antonio da Vendri, Madonna col Bambino, 1518?Verona, Museo di Castelvecchio

Page 78: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

78 notiziariobibliografico59

periodicità: semestraleeditore: Bulzoni, Romasede della redazione: Università Ca’ Foscari diVenezia - Facoltà di Lettere - Dipartimento di Storia delle Arti e Conserva-zione dei Beni Artistici - Dorsoduro, 3484 D -30123 Venezia - tel. 041/2346211 - fax 041/52049111e-mail: [email protected]

a. XVII, n. 33, gennaio-giugno 2007Stefano Pierguidi, Verità e menzogna: i mottie le marche tipografiche di Aretino, Marcolini eDoni | Mattia Biffis, In nomine eius: precisa-zioni su Battista Franco a San Francesco dellaVigna | Valentina Sapienza, Miti, metafore eprofezie. Le Storie di Maria di Jacopo Tintoret-to nella sala terrena della Scuola Grande di SanRocco | Michele Di Monte, Veronese a Cana,De ludo revelandi cum figuris | Giorgio Ta-gliaferro, L’eclisse dell’originale. Sintomi e ten-denze nel dibattito sulla riproduzione delle Noz-ze di Cana di Veronese.

a. XVII, n. 34, luglio-dicembre 2007Francesca Cortesi Bosco, Santa Giustina,un’opera giovanile di Lotto | Benjamin Paul,Not One But Three: The Churches of the Bene-dictine Convent SS. Cosma e Damiano on theGiudecca | Mattia Biffis - Giorgio Tagliaferro,Emanuel Amberger e i Battuti di Serravalle(1578-1580): documenti e contesto per un gonfa-lone perduto | Occasioni: Una doppia occasio-ne per Jacopo Bassano | Augusto Gentili, Il viaggio e il destino. La religione di Jacopo Bas-sano | Michel Di Monte - Alessandro Cosma -Silvia Pedone - Claudio Santaneglo, Due Ado-razioni dei pastori di Jacopo Bassano | Recen-sioni | Referenze fotografiche, anno XVII, nume-ri 33 e 34.

Verona illustratarivista del Museo di Castelvecchio

direzione: Sergio Marinelli, Paola Marinicomitato di redazione: Gino Castiglioni, Alessandro Corubolo, Sergio Marinelli, Giorgio Marini, Paola Mariniperiodicità: annualeeditore: Museo di Castelvecchio, Veronasede della redazione: Museo - corso Castel vecchio, 2 - 37121 Verona - tel. 045/8062611 - fax 045/8010729

n. 20, 2007Sergio Marinelli, Mantegna 1443 e oltre | Bru-no Chiappa - Giuliana Ericani, Una nuova at-tribuzione all’intagliatore Giovanni Zebellana |Pierpaolo Brugnoli, Il canonico Bartolomeo daLegnago fondatore della cappella Calcassoli nel-la cattedrale di Verona | Gino Castiglioni, “Duyquadreti di devotione” e qualche altra novità perGirolamo Dai Libri | Nicholas Turner, Unaproposta per Jacopo Ligozzi | Francesca Rossi,Dal Repertorio della pittura fiamminga eolandese in Veneto: segnalazioni per Pozzos-serrato, Mera, Régnier nelle collezioni del Mu-seo di Castelvecchio | Stéphane Loire, Antonie-Joseph Dezallier d’Argenville, biographe deLouis Dorigny | Stefano L’Occaso, Presenze ve-ronesi (e vicentine) nel Mantovano, nel Sette-cento | Adelheid M. Gealt - George Knox, Mar-co Marcola: a New Testament | Alberto Bordi-gnon, Tesori ritrovati dell’Altopiano dei SetteComuni: autori e opere | Ilaria Boschini, Gior-gio Belloni (1861-1944). Un pittore lombardo aVerona | Federica Millozzi, Un inedito Caso-rati tra Padova e Napoli: il ritratto di Adele Ca-nilli | Alessandro Corubolo, Victor Hammer ela Stamperia del Santuccio a Firenze | Indice2007, a cura di Gianni Peretti.

n. 21, 2008Silvia Baldo, La chiesa di San Pietro in Castel-lo a Verona | Chiara Rigoni, Tardogotico a Vi-cenza | Ettore Napone - Aldo Galli, L’altare interracotta della cappella Pellegrini: frammenti diMichele da Firenze | Daniele Pescarmona,Una Madonna con il bambino di AntonioGiolfino a Bema in Valtellina | Luciano Ro-gnini, Appunti su Vincenzo Dalle Vacche eFrancesco Orlandi, intarsiatori, allievi di fraGiovanni da Verona | Sergio Marinelli, De Mionel Manierismo veneto | Pierpaolo Brugnoli, Il pittore Bernardino India e la pala per BiancaBrenzoni Spolverini in Sant’Eufemia | DavideDossi, La collezione di Agostino e Gian Giaco-mo Giusti | Andrea Tomezzoli, Nota in mar-gine alla mostra di Castelvecchio: il singolare ca-so di un ‘Farinati’ settecentesco | Chiara Fabi,Cesare Brandi e l’attività espositiva dell’IstitutoCentrale del Restauro (1942-1950) | MartinaCailotto, Il Museo dell’Incisione Artistica di Ve-rona: la storia e il patrimonio | Indice 2008, acura di Gianni Peretti.

rivisteria veneta

Giovanni Bellini, Madonna col Bambino e santi, part., 1505-1510Madrid, Collezione Thyssen-Bornemisza

Luca Antonio Busati (1500-1539 attivo), Madonna col Bambino su un parapetto con i santi Girolamo e Pietro, part.Houston, Sarah Campbell Blaffer Foundation

Page 79: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

notiziariobibliografico59 79

rivisteria veneta

ALTRE RIVISTE SEGNALATE

Arte inbimestrale di critica e d’informazionedelle arti visive

direttore resp.: Giancarlo Calcagnicondirettore: Lorella Pagnucco Salveminiredazione: Roberto Mori, Manuela Gianniperiodicità: bimestraleeditore: Edizioni d’Arte Europee, Bresciasede della redazione: viale Stazione, 20 - 30171Venezia - Mestre - tel. 041/935078 - fax 041/5388799 - e-mail: [email protected]

Bollettino prefilatelico e storico-postalerivista di studi e ricerche prefilatelichee storico-postali

direttore resp.: Adriano Cattaniperiodicità: bimestraleeditore: Editrice Elzeviro by Tipografia B.G.M.,Padovasede della redazione: C.P. 325 - 35100 Padova

CV Ceramica venetasemestrale informativo culturale del Consorzio Ceramiche Artistiche del Veneto

direttore resp.: Giandomenico Corteseredazione: Marina Valtiero, Luciano Cazzola,Valeria Barbieri, Giuseppe Bucco, Lucia Vicentiniperiodicità: semestraleeditore: Consorzio Ceramiche Artistiche del Veneto, Nove (VI)sede della redazione: via E. Fermi, 134 - 36100Vicenza - web: www.ceramicaveneta.it

Chartaantiquariato Collezionismo Mercati

direttore resp.: Francesco Rapazziniredazione: Paola Gaudioso, Eleonora Me nadeo, Andrea De Portiperiodicità: bimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 -30133 Venezia - tel. 041/5211204 - fax 041/5208538 - e-mail: [email protected]

Circuito Cinema

direttore: Roberto Elleroperiodicità: mensileeditore: Comune di Veneziasede della redazione: Ufficio Attività Cinematografiche del Comune di Venezia -Palazzo Carminati - Santa Croce, 1882 - 30125 Venezia - tel. 041/5241320

Il Curioso

direttore editoriale: Vittoria de Buzzaccarinidirettore resp.: Mauro Chiabrandoredazione: Paola Gaudioso, Eleonora Mena deo, Andrea De Portiperiodicità: bimestraleeditore: Nova Charta, Veronasede della redazione: Giudecca, 671 - 30133 Venezia - tel. 041/5211204 - fax 041/5208538 - e-mail: [email protected]

Musica Insieme

direttore resp.: Dino Briddadirettore editoriale: Pier Vito Malusàredazione: Alessandro Che rubinisegreteria di redazione: Candy Caulianeditore: ASAC Veneto - associazione per lo sviluppo delle attività coralisede della redazione: via Castellana, 44 - 30174Venezia - Mestre - tel. 041/958918 - fax 041/950074 - web: www.asac-cori.it

Rivista della stazionesperimentale del vetro

direttore resp.: Fabiano Nicoletticomitato di redazione: Rosa Barovier Mentasti,Giovanni Bonetti, Giuseppe Clinanti, Piero Ercole, Anna Maria Marabini, Gaetano Nico losi, Piero Pennacino, Sergio Pregliasco, Ore ste Scaglioni, Giovanni Scarinci, Francesco Sebastiano, Antonio Tucciredazione: Clementina Albano, Mirella Pellegriniperiodicità: bimestraleeditore: Stazione Sperimentale del Vetro, Mu rano (VE)sede della redazione: via Briati, 10 - 30141 Murano (VE) - tel. 041/739422

Segno Cinemarivista Cinematografica Bimestrale

direttore resp.: Paolo Cherchi Usaicomitato di redazione: Mario Calderale, Flavio De Bernardinis, Marcello Garofaloredazione: Luca Bandirali, Andrea Bellavita, Marcello Walter Bruno, Vincenzo Buccheri, Gianni Canova, Roy Menarini, Mario Molinari, Adelina Preziosi, Roberto Pugliese, En rico Terrone, Daniela Zanolin periodicità: bimestraleeditore: Cineforum, Vicenzasede della redazione: via G. Prati, 34 - 36100 Vicenza - tel. 0444/923856 - fax 0444/300947

Page 80: nb59 nbibliografico 59 · 2016. 5. 1. · 25 G. Sparapan, Grammatica della parlata veneta tra Adige e Canalbianco Alessandro Pezzin 25 M.A. Cortelazzo, F. Ursini, I mestieri della

strillo di presentazionedelle tematiche princi-pali di questo articolo e del tema di questo numero del notiziario

59otiziarioibliografico

periodico della Giunta regionale del Veneto

n. 5

9 /

200

8 - s

ped.

in a

bb. p

osta

le a

rt. 2

com

ma

20/c

Leg

ge 6

62/9

6 - t

axe

perç

ue -

tass

a ri

scos

sa -

Filia

le d

i Pad

ova

Giunta regionale del VenetoCentro culturale di Villa Settembrini 30171 Mestre Venezia - via Carducci 32

periodicità quadrimestralespedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padovain caso di mancato recapito restituire al mittenteif undeliverable return to Padova CMP - Italy

ISSN 1593-2869

nbin questo numero

Il Veneto e l’euroregione adriatica.Storia e prospettive di un’idea per l’Europa del XXI secolo Angelo Tabaro

Presenze di cultura veneta in Istria, Quarnero e Dalmazia.L’eredità della Serenissima sulle sponde orientali dell’AdriaticoMaria Teresa De Gregorio

recensioni e segnalazioni

cataloghi di mostre

l’editoria nel venetoIl Camerino delle pitture di Alfonso I.La pittura del Rinascimento in una corte dell’Italia settentrionale

istituzioni e culturaGli Istituti Veneti per la Storia della Resistenza.L’eredità della memoria: una risorsa per la storia contemporanea

rivisteria venetaArte e Architettura

in copertinaAntonello da Messina (Messina 1430 - 1479),

Annunciata, 1475-1476 ca, Palermo, Galleria Regionale della Sicilia

nb59