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Il Congresso Nazionale della SNO del maggio 2013 ha rappresentato non solo un importante evento scientifico, ma ha anche comportato il rinnovo delle cariche sociali. Si è quindi con- cluso il biennio 2011-2013 delle attivi- tà del Consiglio Direttivo (CD) SNO, in merito a cui ha relazionato il Segre- tario Nazionale SNO, Bruno Zanotti. “L’analisi sull’attività del CD SNO di quest’ultimo biennio ci porta subito a constatare che, sebbene molto sia stato fatto, ancora molto è in itinere e sarà quindi compito del nuovo CD portare a compimento soprattutto i progetti già avviati e non ancora con- clusi. Compito sicuramente gravoso, in quanto molto è condizionato dal ri- dimensionamento delle risorse econo- miche a disposizione della Società. Rapidamente affrontiamo alcuni punti essenziali toccati in questo ultimo mandato 2011-2013: Attività del Con- siglio Direttivo SNO, Attività Sezioni Regionali SNO, Gruppi di Studio, Iniziative nazionali SNO, Strumenti d’informazione. Il CD in questo biennio si è riunito 15 volte. 167 i punti in discussione che hanno portato a 62 delibere e 5 risolu- zioni. Più una riunione ristretta di al- cuni delegati del CD avvenuta nel 2012, resasi necessaria in preparazio- ne del Congresso Nazionale di Roma. Il tasso di partecipazione dei Consi- glieri è stato elevato. In merito alle SOMMARIO Relazione del Segretario Nazionale SNO Il Presidente De Bellis inaugura il 53° Congresso Nazionale SNO Il Presidente De Bellis all’Assemblea Generale SNO Pari in tutto Premio poster “Giancarlo Scarda” Il cervello visivo tra percezione e arte Coordinamento SNO Sicila Coordinamento SNO Calabria Congresso SNO Sicilia Cellule staminali: il futuro della medicina rigenerativa o una promessa terapeutica utopistica? Donne in neuroscienze: rete stabile di dialogo tra professioniste Sanità militare: dalla bestialità all’umanità Le cifre sono queste Neurosifilide e disturbi psichici EDITORIALE RELAZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE SNO NO NOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNO TIZIARIO UFFICIALE DELLA SNO SOCIETÀ DEI NEUROLOGI, NEUROCHIRURGHI E NEURORADIOLOGI OSPEDALIERI N. 11 - GIUGNO 2013 ISSN 1124-1403 Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/TN Bollettino - periodico di informazione Nuova Serie N. 11 - GIUGNO 2013 Comitato Redazionale CONSIGLIO DIRETTIVO SNO PRESIDENTE: Giuseppe Neri PAST PRESIDENT: Massimo de Bellis vICE PRESIDENTI: Salvatore Mangiafico, Maurizio Melis, Angelo Taborelli PRESIDENTE ELETTO: Enrico Cotroneo SEGRETARIO: Bruno Zanotti TESORIERE: Davide Zarcone CONSIGLIERI: Marco Aguggia, Mauro Campello, Carmine Carapella, Erminio Costanzo, Massimo Del Sette, Franco Galati, Roberto Marconi, Stefano Ricci, Marina Rizzo, Luca Valvassori CDA SNO SERVICE PRESIDENTE: Domenico Consoli CONSIGLIERI: Massimo de Bellis, Maurizio Melis, Gian Andrea Ottonello, Bruno Zanotti Autorizzazione del Tribunale di Trento del 31.05.82 - Iscrizione Registro della Stampa n. 379 e Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 3810 - Bimestrale. Editore: new MAGAZINE s.r.l., via dei Mille 69, 38122 Trento. Direzione, Redazione, Pubblicità: new MAGAZINE edizio- ni, viale Rovereto 51, 38122 Trento. www.newmagazine.it Stampa: Nuove Arti Grafiche, via dell'Òra del Garda 25, ZI settore A, 38121 Gardolo (TN). Numero singolo: 1,00 euro. Direttore Responsabile: Angelo Gaccione Responsabile Redazione: Angela Verlicchi Redazione: [email protected] Il materiale ricevuto anche se non pubblicato non ver- rà restituito. Il contenuto degli articoli pubblicati non ri- specchia necessariamente la posizione dell’Editore. Gli Autori scrivono e sviluppano liberamente le loro opi- nioni, delle quali assumono ogni responsabilità legale e morale. Utilizzazione libera dei testi, citando la fonte. Il Bollettino è stampato su carta ecologica che non contiene acidi, cloro ed imbiancante ottico. Periodico riservato ai soci. Distribuito agli iscritti alla SNO in regola con la quota sociale. © Copyright 2013 by new MAGAZINE s.r.l.

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Il Congresso Nazionale della SNO del

maggio 2013 ha rappresentato non

solo un importante evento scientifico,

ma ha anche comportato il rinnovo

delle cariche sociali. Si è quindi con-

cluso il biennio 2011-2013 delle attivi-

tà del Consiglio Direttivo (CD) SNO,

in merito a cui ha relazionato il Segre-

tario Nazionale SNO, Bruno Zanotti.

“L’analisi sull’attività del CD SNO diquest’ultimo biennio ci porta subito aconstatare che, sebbene molto siastato fatto, ancora molto è in itinere esarà quindi compito del nuovo CDportare a compimento soprattutto iprogetti già avviati e non ancora con-clusi. Compito sicuramente gravoso,in quanto molto è condizionato dal ri-dimensionamento delle risorse econo-miche a disposizione della Società.Rapidamente affrontiamo alcuni puntiessenziali toccati in questo ultimomandato 2011-2013: Attività del Con-

siglio Direttivo SNO, Attività Sezioni

Regionali SNO, Gruppi di Studio,

Iniziative nazionali SNO, Strumenti

d’informazione.Il CD in questo biennio si è riunito 15volte. 167 i punti in discussione chehanno portato a 62 delibere e 5 risolu-

zioni. Più una riunione ristretta di al-cuni delegati del CD avvenuta nel2012, resasi necessaria in preparazio-ne del Congresso Nazionale di Roma.Il tasso di partecipazione dei Consi-glieri è stato elevato. In merito alle

SOMMARIO

■ Relazione del Segretario NazionaleSNO

■ Il Presidente De Bellis inaugura il 53°Congresso Nazionale SNO

■ Il Presidente De Bellis all’AssembleaGenerale SNO

■ Pari in tutto

■ Premio poster “Giancarlo Scarda”

■ Il cervello visivo tra percezione e arte

■ Coordinamento SNO Sicila

■ Coordinamento SNO Calabria

■ Congresso SNO Sicilia

■ Cellule staminali: il futuro della medicinarigenerativa o una promessa terapeuticautopistica?

■ Donne in neuroscienze: rete stabiledi dialogo tra professioniste

■ Sanità militare: dalla bestialità all’umanità

■ Le cifre sono queste

■ Neurosifilide e disturbi psichici

EDITORIALE

RELAZIONE DEL SEGRETARIONAZIONALE SNO

NONOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNOTIZIARIO UFFICIALE DELLA SNOSOCIETÀ DEI NEUROLOGI, NEUROCHIRURGHI E NEURORADIOLOGI OSPEDALIERI

N. 11 - GIUGNO 2013 ISSN 1124-1403

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Bollettino - periodico di informazioneNuova Serie N. 11 - GIUGNO 2013

Comitato Redazionale

CONSIGLIO DIRETTIVO SNO

PRESIDENTE: Giuseppe NeriPAST PRESIDENT: Massimo de BellisvICE PRESIDENTI: Salvatore Mangiafico,

Maurizio Melis,Angelo Taborelli

PRESIDENTE ELETTO: Enrico CotroneoSEGRETARIO: Bruno ZanottiTESORIERE: Davide ZarconeCONSIGLIERI: Marco Aguggia,

Mauro Campello,Carmine Carapella,Erminio Costanzo,Massimo Del Sette,Franco Galati,Roberto Marconi,Stefano Ricci,Marina Rizzo,Luca Valvassori

CDA SNO SERVICEPRESIDENTE: Domenico ConsoliCONSIGLIERI: Massimo de Bellis,

Maurizio Melis,Gian Andrea Ottonello,Bruno Zanotti

Autorizzazione del Tribunale di Trento del 31.05.82 -Iscrizione Registro della Stampa n. 379 e Registro degliOperatori di Comunicazione (ROC) n. 3810 - Bimestrale.Editore:new MAGAZINE s.r.l., via dei Mille 69, 38122 Trento.Direzione, Redazione, Pubblicità: new MAGAZINE edizio-ni, viale Rovereto 51, 38122 Trento. www.newmagazine.itStampa: Nuove Arti Grafiche, via dell'Òra del Garda 25, ZIsettore A, 38121 Gardolo (TN). Numero singolo: 1,00 euro.Direttore Responsabile: Angelo GaccioneResponsabile Redazione: Angela Verlicchi

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Il materiale ricevuto anche se non pubblicato non ver-rà restituito. Il contenuto degli articoli pubblicati non ri-specchia necessariamente la posizione dell’Editore.Gli Autori scrivono e sviluppano liberamente le loro opi-nioni, delle quali assumono ogni responsabilità legalee morale. Utilizzazione libera dei testi, citando la fonte.

Il Bollettino è stampato su carta ecologica chenon contiene acidi, cloro ed imbiancante ottico.

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deliberazioni, alcune non sono ancoraa compimento nell’iter attuativo e saràquindi compito del prossimo CD vigi-lare sulla loro effettiva applicazione.Nel 2011 era stato dato l’avvio anchealle periodiche riunioni con i Coordi-natori Regionali. Tali incontri, moltoimportanti per rinsaldare il centro conla periferia, hanno subito, purtroppo,un rallentamento nell’ultimo periodo,a causa del ridimensionamento dellerisorse a disposizione per l’attività isti-tuzionale. È auspicabile che il nuovoCD sia in grado di riprendere questiappuntamenti.Vi è stato il rinnovo dei coordinamen-ti della Lombardia, della Toscana e del-la Sicilia. Il Coordinatore referente perla Lombardia è Elio Clemente Agosto-

ni e per la Toscana è Pasquale Palum-

bo. Il nuovo Coordinamento Regiona-le della Sicilia vede quale referenteEmanuele Caggia. Del tutto recente-mente si è rinnovato anche il Coordi-namento della Calabria, che ha postoquale referente Domenico Bosco.Altre attività inerenti questo bienniosono state quelle del rinnovo del Co-mitato dei Probiviri: Antonio Colom-

bo, Luigi Curatola, Bruno Lucci, non-ché il rinnovo del CdA di SNO Servi-

ce con la presidenza affidata nuova-mente a Domenico Consoli. Indubbiamente il focus principale è larealizzazione del Congresso Naziona-le, ma, almeno per la Segreteria attua-le, non può considerarsi in modoesclusivo. Infatti, il CD ha pianificatoaltri interventi, quali la realizzazionedel nuovo portale web SNO, la crea-zione di Gruppi di Studio, una mag-gior interazione con i CoordinamentiRegionali, una sistematizzazione del-l’Albo Soci SNO, nonché lo studio di“benefit” e/o servizi per i Soci.Il rinnovo del sito web si è reso ne-cessario ed è stato possibile grazie so-prattutto all’impegno di Giuseppe Ne-

ri, che l’ha seguito, e lo sta seguendo,in prima persona. Un grazie dunque aNeri in quanto non va sottovalutatoche il sito web è il primo e più impor-tante biglietto da visita per la comu-nità.Il CD ha anche promosso alcuniGruppi di Studio. Per ora sono solo 3,

ma si auspica che in un futuro nontroppo lontano, se ne possano aggiun-gere altri. La Collega Ebba Buffone ègià operativa con un progetto chevede la realizzazione di 3 momenti in-formativi e formativi sugli aspetti del-le “Malattie Rare” da realizzarsi, daqui al prossimo anno, in ognuna dellemacroaree italiane: sud, centro e nord.Questo va anche nella direzione auspi-cata in più occasioni dal PresidenteMassimo de Bellis per una “scuola” diNeuroscienze targata SNO.Per il Gruppo di Studio sugli “StatiVegetativi” la Collega Rachele Zyl-

berman sta approntando delle iniziati-ve da sottoporre al CD.Doveroso quindi un ringraziamentoalle Colleghe che si sono rese dispo-nibili per questo lavoro suppletivo infunzione del bene della SNO.Del tutto recentemente si è aggiunto ilGruppo di Studio “Neuroestetica” cheha come referente Enrico Grassi, chesarà affiancato da Marco Aguggia eMarco Ruini.Si invitano i Colleghi non solo a par-tecipare alle iniziative già in essere,ma a proporre altri Gruppi di Studioinerenti le Neuroscienze.La SNO, come già ricordato, sebbenenon abbia potuto dare continuità alleperiodiche riunioni con i CoordinatoriRegionali, ha deliberato di favorire ladiffusione delle iniziative locali predi-sponendo, per chi ne vuole fruire, unmailing dedicato agli aventi regionali. Inoltre, da rammentare che il Bollet-

tino SNO può essere un veicolo infor-mativo da utilizzare a disposizione ditutti i Soci. Ne hanno bene compresola potenzialità i Coordinatori dellaToscana e della Sicilia che hanno uti-lizzato fattivamente le pagine delBollettino per informare i Soci sullevarie iniziative. Si ringraziano quindisoprattutto Placido Bramanti e Pa-

squale Palumbo, nonché la compo-nente del CD Marina Rizzo, per avereavuto una stretta collaborazione conla Redazione del Bollettino SNO.L’annoso problema della morosità deiSoci oltre ogni ragionevole elasticitàsta per essere definitivamente sanata.Questo non solo è dovuto verso ilSocio ligio che è in regola con i paga-

menti, ma permetterà anche un rispar-mio, in quanto i Soci decaduti non ri-ceveranno più le pubblicazioni SNO.Oltre a questo, prosegue, comunque,l’aggiornamento delle schede perso-nali dei Soci, in quanto anche fra iSoci in regola permangono degli erro-ri, specie negli indirizzi ed e-mail.Ma SNO è anche iniziative verso igiovani. In questo contesto preme ri-cordarne almeno 2: - il finanziamento del primo premio

Hipponion di Vibo Valentia lo scor-so anno, «in considerazione dell’im-

portanza scientifica dell’evento - IVedizione del Concorso HipponionStroke National Prize. ConsensusConference Nazionale “Le AreeGrigie nella Gestione delle MalattieCerebrovascolari”». L’evento, chesi è tenuta a Vibo Valentia dal 26 al28 ottobre 2012, era soprattutto ri-volta ai giovani Colleghi, per que-sto il CD ha deliberato «di destina-

re un premio in denaro al primo

classificato dell’Hipponion Stroke

National Prize di Vibo Valentia

2012». Il premio ha visto la classi-ficazione al primo posto della Col-lega Franca Orsini dell’Istituto“Mario Negri” di Milano, premiatadal Dr. Neri e dal Dr. Consoli;

- il concorso per testi inerenti le neu-roscienze, realizzato in collabora-zione con la libera Università diNeuroscienze “Anemos” di ReggioEmilia. Alla Segreteria del premiosono giunti molti elaborati e fraquesti il Comitato di Lettura hascelto due testi di sicuro interesse,che saranno presentati però al Con-gresso Nazionale del 2014 e non,come previsto, al Congresso di Fi-renze 2013.

Fra gli strumenti d’informazione ilBollettino SNO è uscito regolarmenteanche se, a fronte della ormai nota ne-cessità di risparmiare sulle risorse, sene è diminuita la frequenza e l’ultimonumero è stato realizzato solo per ilweb. In tutto sono comunque stateprodotte ben 156 pagine informativeper una diffusione cartacea comples-siva di 14.000 copie.Altro gravoso impegno per la SNO èla realizzazione del periodico ufficia-

2 Periodico di informazione

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le Progress in Neuroscience (PiN).Sono stati realizzati i primi 2 fascico-li nella nuova veste. Importante èstato il lavoro dei Revisori che hannonon solo selezionato i testi, ma incisomolto spesso sul testo stesso, consi-gliando chiarimenti o cambiamenti, alfine di rendere lo scritto più fruibile atutti, portandolo ad una qualità piùche buona. Si ritiene opportuno, nonsolo ringraziare gli Autori che hannodato entusiastica adesione alla PiN in-viando i loro elaborati, ma soprattuttoi Revisori che hanno profuso un im-pegno ben oltre quello che è ritenutoprassi in analoghi contesti.A conclusione, affrontiamo la que-stione dei Soci iscritti.Quello che va sottolineato è il fattoche il trend di rinnovi ed iscrizioni hafatto rilevare una costante crescita inquesti ultimi mesi. Questo si ritieneanche dovuto al fatto che i Soci ini-ziano a percepire che il CD si sta sfor-

zando di trovare nuove iniziative chepossono essere di interesse per i Socistessi. Dai dati elaborati dal TesoriereSNO emerge che, ad oggi, il tasso difidelizzazione del Soci è stato di 2rinnovi su 3. Bisogna lavorare ancoradi più, affinché la fidelizzazione sia ilpiù possibile prossima al 100%. IlTesoriere, Davide Zarcone, va dunquepubblicamente ringraziato, in quantosi è mostrato molto sensibile alla pro-blematica della fidelizzazione deiSoci SNO. Non solo, è riuscito anchea dare ordine e rigore assoluto a tuttala contabilità della Società.Nel ringraziarvi per l’attenzione, per-mettetemi di rivolgere un particolareattestato di stima al Presidente uscen-te Massimo de Bellis, che con me hacondiviso questo biennio nella gestio-ne della Segreteria. Presidente sempreattento e propositivo che con discre-zione mi ha accompagnato in questoimpegno.

Formulo, inoltre, al nuovo Presidente

Giuseppe Neri i migliori auspici, af-finché possa, non solo, portare avantiquanto iniziato dall’attuale CD, ma nemigliori i risultati e ne potenzi l’effi-cacia.Infine, ma non per ultimi, ringraziotutti i membri del CD che hanno sem-pre supportato la Segreteria, nonché iSoci, che mi hanno permesso di esse-re uno dei partecipi a questa grandeavventura che è la vita della SNO.”

le linee guida che abbiamo più voltesottolineate. Le moderne neuroscien-ze e la gestione dei nostri pazienti ri-chiedono uno sforzo multidisciplinaretra neurologi, neurochirurghi e neuro-radiologi che è, allo stato attuale, l’u-nica garanzia di buon risultato. Ho ilpiacere di salutare l’illustre collegaProf. Lamberto Maffei, Presidentedell’Accademia Nazionale dei Linceie allievo del Prof. Giuseppe Moruzzi,sul cui testo la gran parte di noi ha ini-ziato ad appassionarsi allo studio delsistema nervoso. Non voglio rubarealtro tempo. Solo un augurio affettuo-so a tutti noi di una proficua e piace-vole permanenza a Firenze per il 53°Congresso Nazionale della SNO”.

Mercoledì 15 maggio, nella suggesti-va cornice fiorentina, presso la storicasede del potere civile nell’imponentee monumentale Salone dei Cinque-cento a Palazzo Vecchio, il PresidenteSNO Massimo de Bellis ha inaugura-to il Congresso Nazionale con questeparole: “In qualità di Presidente dellaSNO ho grande piacere di concludereil mio impegno e contemporaneamen-te l’onore di coordinare le attività del-la Società dei Neurologi, Neurochi-rurghi e Neuroradiologi nel corso diquest’ultimo biennio. Oggi siamo quia Firenze, ospiti di una straordinariacittà e di un gruppo di valenti amici:Salvatore Mangiafico, Roberto Mar-coni e Pasquale Palumbo. Spero, anzisono certo, che il Congresso ribadirà

N. 11 - Giugno 2013 3

CONGRESSO NAZIONALE SNO 2013

IL PRESIDENTE DE BELLISINAUGURA IL 53° CONGRESSO

NAZIONALE SNO

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4 Periodico di informazione

Cari Colleghe e Colleghi, sono trascorsi circa 780 giorni dimandato presidenziale, e Vi assicuronon mi sono pesati; il mio pensierocorre indietro nel tempo e corre aquella sera del maggio 2011 a Ca-gliari. Eravamo riuniti in un giardinoe l’atmosfera era indubitabilmente di-versa da quella che oggi qui stiamorespirando (ed anche il clima, per laverità).Qualcuno vedeva nubi fosche all’o-rizzonte e la disaffezione di alcuniSoci rendeva il momento delicato.I membri del Consiglio Direttivo e chiVi parla erano gli interpreti di un sen-tire comune, volto al cambiamento.Le tradizioni dovevano rimanere in-tatte, ma i valori rivisitati e possibil-mente rivitalizzati.Tutti eravamo consapevoli che non sitrattava di un’operazione di restylingo di una semplice modernizzazione.La SNO aveva necessità di tornare adesprimere quei buoni valori che inpassato avevano destato stima, consi-derazione e prestigio.Si doveva apportare un rinnovamentoimportante, incisivo. Un rinnovamen-to globale. E il rinnovamento c’è statoed ha visto la sua realizzazione attra-verso momenti-chiave, dei quali ri-cordiamo i più significativi.Iniziamo con la riappropriazione deiruoli: vi era, in quel momento, la ne-

cessità di assumere, di fatto, queiruoli per i quali avevamo dato la no-stra disponibilità ed eravamo stati in-dicati dal suffragio delle elezioni.Ogni membro del Consiglio si è real-mente fatto carico del ruolo attribuitoe per esso ha lavorato. Fin da subito lasquadra si è rivelata ben motivata emolto attiva, sempre disponibile nelpercepire e rilevare i problemi, effica-ce nel trovare le soluzioni. Un altro momento, non meno impor-tante del precedente, è stata la revisio-ne della spesa: a taluno può esseresembrata un’operazione un poco rigi-da, ma per un valore condiviso è statafinalizzata a promuovere solide attivi-tà societarie e ad evitare l’effimero.Da ultimo, perché conseguente alleprecedenti fasi di rinnovamento, vi èda considerare il rinato interesse perla vita della Società nei suoi vari a-spetti e plurime iniziative. Esso, ha in-dotto i nostri Soci ad una maggior at-tività ad iniziative scientifiche, sicuragioia di ogni Presidente. Di fatto l’in-teresse è ben visibile ai nostri occhi,ma in special modo un’amichevolearmonia si estende fra i soci. Voglio ancora ricordare alcuni puntidi cui l’intero Consiglio Direttivo dame presieduto è particolarmente orgo-glioso:- la nascita del movimento “Donne in

Neuroscienze”, ad opera delle Col-leghe Rizzo, Piscaglia ed altre, cheattraverso la creazione di una “retestabile di dialogo tra professioniste”ha avuto il merito di “gettare sul ta-volo” le problematiche della presen-za di un particolare gruppo di spe-cialiste in medicina e nella società;

- la istituzionalizzazione di alcuni“Gruppi di Studio SNO”, interdisci-plinari, che sono il primo semedella Scuola di formazione dellanostra Società;

- il restyling del nostro sito web,ancor più significativo in quanto e-spressione del nostro impegno con-tinuativo ad adeguarci ai tempi erinnovarci;

- la “rinascita” della nostra rivista,ora divenuta Progress in Neuro-

science, Organo Ufficiale, che giàdalla testata fa trasparire il respirointernazionale;

- la “ripubblicazione” del nostro noti-ziario informativo, il Bollettino

SNO, sia in versione cartacea sia inquella informatizzata sul web.

È proprio la trasmissione delle infor-mazioni che, all’interno di una Socie-tà come la nostra, riveste un ruolochiave: l’aver favorito la crescita e losviluppo di un’organizzazione rigoro-sa e riproducibile di meccanismi ditrasferimento d’informazione è e restail vanto più grande di questa presiden-za, che pure “brilla” (se così si puòdire) per l’assenza di qualsiasi per-sonalismo. E in quest’ottica, è statotanto logico quanto inevitabile offrireuno spazio d’azione crescente alle gio-vani leve delle scienze neurologiche,che sole possono garantire, ad un com-pito arduo come quello che ci siamoaffidati, il vigore e la fantasia per es-sere portato a termine. Sempre, benin-teso, grazie al retto e virtuoso soste-gno di chi ha forgiato la propria espe-rienza grazie ad una disciplina costan-te ed alle difficoltà affrontate e risolte. Perché se c’è un tempo irto di diffi-coltà, questo è il nostro, forse per lasanità più ancora che per altri settori.La politica, infatti, sembra non volerpiù governare la sanità, perché le con-viene che siano altri a trarne vantaggidi vario tipo (economico, di casta,

CONGRESSO NAZIONALE SNO 2013

IL PRESIDENTE DE BELLISALL’ASSEMBLEA GENERALE SNO

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N. 11 - Giugno 2013 5

ecc.): si è ritagliata per sé il solo com-pito di “tagliare le spese” (non neces-sariamente gli sprechi), perché è piùredditizio trasferire i capitali disponi-bili dall’erogazione di servizi all’u-tente-Paziente (sottraendoli dunqueanche alla valorizzazione del capitaleumano) a quelle spese accessorie digestione, senza aggredire le quali difatto si consente ad un sistema ineffi-ciente di sopravvivere. Tutto questo èfacilitato in molti casi dall’assenza diun vero e trasparente “governo medi-co” della Sanità. Oggi, più che mai,abbiamo bisogno di buona politica,come di buon governo medico, per lagestione del sistema salute: e se per laparte che ci compete dobbiamo ulte-riormente rimboccarci le maniche,dobbiamo sperare che anche la politi-ca sia in grado di svolgere il suo ine-ludibile ruolo di indirizzo. Ma bando alle polemiche! Il rinnovamento della SNO, che ho ri-cordato per somme linee, ha portatoalla sua rivitalizzazione. Rivitalizza-zione, auspicata e desiderata all’iniziodel mandato presidenziale, ma certa-mente non scontata. Eppure essa è ar-rivata ancor prima del prevedibile. Ciòè avvenuto per merito dei Consiglieritutti. Di sicuro essi hanno avuto unruolo importante; ma la rivitalizzazio-ne si è realizzata perché ognuno di noifonda l’appartenenza alla SNO su unvalore profondo e condiviso con glialtri Soci. Questo valore si chiama Eti-ca. Essa è il fondamento del nostro a-gire, del nostro essere. L’Etica è il col-lante che ci unisce ed accomuna ed èstata il motore del rinnovamento dellanostra Società. È stato, infatti, suffi-ciente richiamare questo grande valo-re ed i membri del CD, ognuno nelleproprie responsabilità e ruoli, hannorisposto. Perché l’Etica è quella che ciha fatto scegliere dalla SNO, perchél’Etica è quella che ci ha fatto sceglie-re la SNO. Questa sera, consegno inottime mani la Società perché sonoconvinto che finché la luce dell’Eticaispirerà i nostri Soci, la SNO avrà unavvenire radioso. Sento il dovere di esprimere a tutti iSoci il mio grazie per la fiducia con laquale hanno scelto a suo tempo la mia

candidatura e nel biennio trascorsohanno sostenuto la mia attività. Desi-dero, inoltre, rivolgere un particolareringraziamento ai Membri del Consi-glio Direttivo sempre prodighi in con-sigli, opinioni, valutazioni ed iniziati-ve. Un grazie all’amico Mimmo Con-soli già nostro Presidente Nazionaleed ora Presidente della SNO Service

per tutti i consigli che mi ha suggeri-to e per la dote di pacatezza “energi-

voro. Ha presentato una serie di slidecon i dati europei sulla conciliazionetra lavoro e famiglia che dimostranocome il nostro Paese sia tra i più arre-trati a costruire un rapporto di colla-borazione domestica. Ne è emerso,inoltre, che il tempo dedicato dalledonne alla cura della casa è di 3 ore inpiù rispetto agli uomini.Federica Giuliani, Presidente dellaCommissione Pari Opportunità Co-mune di Firenze ha raccontato la sua

Il tema della conciliazione lavoro-fa-miglia è sempre più al centro di dibat-titi perché coinvolge l’intera società.Un argomento di grande richiamo e didifficile soluzione.Un confronto interessante è stato or-ganizzato, a Firenze, all’interno dellaavvenieristica e funzionale sede del-l’AOU “Careggi”, in apertura del 53°Congresso Nazionale SNO. A volerela tavola rotonda dal titolo: “Pari op-

portunità: Conciliazione lavoro, fa-

miglia società” sono state le Dottores-se Maria Grazia Piscaglia e MarinaRizzo, del Comitato scientifico di“Donne in Neuroscienze”, che hannoavviato un progetto che mira ad esse-re al servizio di tutte le donne cheoperano nel settore.Pochi mesi fa la notizia che il Par-lamento europeo ha adottato la di-chiarazione in cui si chiede la desi-gnazione del 2014 come “Anno Eu-

ropeo per la conciliazione tra vita la-

vorativa e familiare”. Dichiarazionefirmata da 388 parlamentari. Notizia che, dunque, sottolinea e te-stimonia ancora una volta la centrali-tà del problema. A confrontarsi, scam-biandosi dati e idee sono state settedonne, che hanno condotto studi sulproblema.Ad aprire i lavori la fiorentina Bar-bara Imbergamo, Presidente del sitoSociolab, che si occupa di ricerca so-ciale e partecipazione e di temi del la-

ca” che lo contraddistinguono. Per ul-timo al mio amico Beppe Neri, a Luiformulo il mio augurio personale e diPresidente che abbia la fortuna e lesoddisfazioni che la sorte ha riservatoal mio mandato.Grazie!

Firenze, 16 maggio 2013

Massimo de Bellis

Presidente Nazionale SNO

CONGRESSO NAZIONALE SNO 2013

PARI IN TUTTO

Maria Grazia Piscaglia, Marina Rizzo e Giuseppe Neri.

Da sinistra: Pierangelo Geppettie Salvatore Mangiafico.

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esperienza di donna genitore e impe-gnata in politica ed ha suggerito idee,favorendo anche nuovi interessantiincontri. Non è mancata la voce delledonne medico, professioniste che di-vidono il loro tempo e l’impegno quo-tidiano tra le corsie d’ospedale e leloro abitazioni. Da Antonella Vezzani,presidente del Comitato Unico diGaranzia per le Pari Opportunità(CUG), Ospedale di Parma, che hacondotto uno studio sulla Concilia-zione nell’Azienda Ospedaliera del-l’Università di Parma, a Senia Seno,referente della commissione pari op-portunità dell’Ordine dei Medici diImperia, che invece ha preparato unresoconto sul ruolo e la presenza fem-minile nella professione medica dellasua Provincia.Maria Pia Ganzer, referente dellaCommissione Conciliazione del CUGe responsabile INAIL della sede diBassano del Grappa, ha parlato di unaltro aspetto interessante, quello cheriguarda gli infortuni delle donne do-

vuti a un carico familiare maggiore ri-spetto agli uomini. Le donne si ritro-vano a ricoprire sempre più ruoli nel-l’arco delle 24 ore: mogli, madri, fi-glie, lavoratrici. La Ganzer ha presen-tato dati e parlato di metodologie chepossono avviare al benessere e allaprevenzione degli infortuni.Interessanti anche le schede preparatedalla Dottoressa Federica Zolfanelli,Direttore di Anatomia Patologica ASL10 di Firenze e Presidente della Com-missione Pari Opportunità del comu-ne di Scandicci (Firenze), e le rifles-sioni della giovane nefrologa campa-na, Marilù Bartiromo, che ha spiegatol’importanza della comunicazionecome base di una migliore medicinaed ha discusso con le colleghe di net-work al femminile.Un confronto costruttivo che assicurauna maggiore conoscenza del proble-ma e può avviare a nuovi interessantipercorsi. (Cristiana Matano)

L’incontro di Donne in Neuroscienzesi è aperto al mattino con una sessio-ne dedicata a “Dolore e Donna”, conl’introduzione del Prof. PierangeloGeppetti, Direttore del Centro Cefa-lee dell’AOU “Careggi”, del Dott.Salvatore Mangiafico, Presidente delCongresso, e del Dott. Giuseppe Neri,Presidente SNO. Sono intervenutiCristina Mastronicola, responsabileFederdolore (Società Italiana dei Cli-nici del Dolore) dell’Emilia-Romagnae portavoce della Fondazione ISAL(che si propone con di promuoverel’approfondimento delle tematicheinerenti alla sofferenza), insieme aRenato Vellucci, membro della Com-missione Ministeriale “Cure palliativee terapie del dolore” e PresidenteFederdolore della regione Toscana,che hanno affrontato i diversi aspettidel dolore cronico al femminile. L’emicrania nella donna è stata tratta-ta invece da Silvia Benemei del Cen-tro Cefalee dell’AOU “Careggi”. Ste-fania Musco, Neuro-Urologa dell’Uni-tà Spinale della stessa Azienda, ha re-lazionato sui complessi aspetti del do-lore pelvico. Ne è seguito un animatodibattito a testimonianza dell’interes-se dei temi trattati. Temi che sarannooggetto del progetto nazionale “Doloree Donna”, che sarà presentato il pros-simo 26 settembre a Palermo e cheprenderà avvio nel 2014. Tutte le in-teressate potranno trovare ulteriori in-formazioni sul sito www.donnein.com. La lotta al dolore fa parte dei compitiprimari della medicina e della società,eppure è gravata in Italia da molte in-sufficienze che limitano il diritto adavere una terapia antalgica efficace,diritto di cui ciascuno dovrebbe gode-re. (Angela Verlicchi)

6 Periodico di informazione

Tavola rotonda.

Il gruppo delle relatrici.

Scorcio di pubblico.

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Durante il recente Congresso SNO diFirenze, in occasione dell’AssembleaGenerale, il Presidente Massimo deBellis, ha presentato i vincitori delConcorso per i miglior poster del pre-mio in ricordo di Giancarlo Scarda.I Soci presenti in Assemblea, si sonoassociati con il Presidente per fare icomplimenti ai rappresentanti deigruppi di lavoro risultati vincitori, ac-colti con un caloroso applauso. Il Pre-sidente ha poi sottolineato il fatto chetutti i premiati al primo posto per ognisessione hanno come primo nome unaCollega e questo è indicativo di dovestiano andando le neuroscienze. Lastessa SNO dovrà tenerne conto. Èstato, inoltre, ringraziato per il lavorosvolto Bruno Lucci, Coordinatoredella commissione giudicatrice.

AREA NEUROLOGICA

Primo classificato

POSTER 67

IL TRATTAMENTO CON TOSSINA BOTULI-NICA TIPO A NELLA SPALLA PLEGICA DO-LOROSA

Chiara Cesaretti1,2, A. Pizzi1, F. Sciarrini3,C. Falsini1, M. Martini1, C. Baldini1, F.Chiaravalloti4, F. Posteraro5, F. Dominici5,S. Lori2, F. Pinto2, A. Grippo1,2

1 IRCCS Centro di Riabilitazione “Don

Carlo Gnocchi”, Firenze2 SOD Neurofisiopatologia, DAI Neuro-

scienze, AOUC “Careggi”, Firenze3 Centro Ospedaliero Riabilitazione In-

tensiva (CORI), Passignano sul Trasi-

meno (PG), USL2 Umbria4 UO Riabilitazione Intensiva Neuro-

motoria, Trevi (PG), USL3 Umbria5 Riabilitazione Neurologica, Centro Cli-

nico di Ribilitazione Multispecialistico

“Auxilium Vita”, Volterra (PI)

La spalla dolorosa è una complicanzafrequente (34-84%) nel paziente emi-

plegico da lesione del I motoneuroneed è associata ad una ridotta qualitàdella vita, ad un ridotto recupero fun-zionale e ad un rallentamento del pro-cesso riabilitativo. Può insorgere pre-cocemente nelle prime due settimanedall’evento acuto o dopo alcuni mesi.Scopo del lavoro è stato quello di va-lutare l’efficacia della Tossina Botu-linica (ToBo) nel trattamento dellaspalla plegica dolorosa.Reclutati 31 pazienti con diversogrado di dolore e ipertono di spalla esottoposti a blocco neuromuscolarecon ToBo tipo A (150 Kd) priva dicomplesso proteico. Sono state valu-tati: la Franchay Arm Test (FAT), lascala di Ashworth modificata (MAS),il Range of motion (ROM) passivo, laMedical Research Council (MRC) ela Visual Analogic Scale (VAS) a ri-poso (R) e durante il nursing (N) altempo 0, ad 1 mese (T1) e a 3 mesi(T2) dal trattamento. Al T1 si è osservata una riduzione si-gnificativa della VAS (R e N) (p <0,0001); della MAS (p = 0,04) e delROM passivo (p < 0,0001) a livello dispalla, senza significativi cambia-menti a T2 e una iniziale ricomparsadell’ipertono, ma non del dolore. Ilgrado di riduzione del dolore è risul-tato sovrapponibile nei due gruppi dipazienti con differente grado di spa-sticità iniziale. Non significativi cam-biamenti alla valutazione della MRCe della FAT. I risultati supportano l’i-potesi di un meccanismo di azione an-tinocicettivo non correlato alla ridu-zione dell’ipertono.

Secondo classificato

POSTER 75

STUDIO ECOGRAFICO NEURO-MUSCOLARE

IN SOGGETTI SANI DI ETÀ PEDIATRICA:DATI NORMATIVI

E. Molesti, V. Saia, M. Marinoni, E. Efi-mova, S. Gabbanini, M.E. Bastianelli, C.Poggesi, F. Lolli, F. Pinto, S. LoriLaboratorio di Neurosonologia, SOD di

Neurofisiologia Clinica, Dipartimento di

Neuroscienze, AOU “Careggi”, Firenze

La tecnica ecografica NeuroMUSco-lare (NMUS) è non invasiva, indoloreed economica e testa velocementeestese aree muscolari, consentendouna valutazione morfo-strutturale delmuscolo, applicabile in età pediatrica.La letteratura è però scarsa riguardoai fisiologici cambiamenti muscolaridurante lo sviluppo. Stiamo conducen-do uno studio normativo (Health-Technology-Assessment, approvatodal Comitato Etico locale), su 150soggetti in età pediatrica (suddivisi in5 fasce d’età) con NMUS, che preve-de la valutazione qualitativa-quantita-tiva (muscolo: ecogenicità, spessore,pennazione; nervo: area) bilateraledei muscoli: tibiale anteriore, estenso-re lungo dell’alluce, quadricipite, ge-melli, soleo, flessori dell’avambrac-cio, bicipite brachiale e dei nervi ul-nare-surale. Finora abbiamo valutato100 soggetti (maschi 49 e femmine51, tra 2-16 anni). Risultati preliminari. I soggetti piùgiovani mostrano minor ecogenicitàmuscolare rispetto ai più grandi; glispessori muscolari (MT) e le aree deinervi (valutate su 50 soggetti) aumen-tano con l’età (particolarmente nell’a-dolescenza). L’MT delle femmine èminore rispetto ai maschi nelle età piùbasse, con una relazione tra (BodyMass Index (BMI) e MT.Conclusioni. Lo studio NMUS è unostrumento utile e facilmente applica-bile nella valutazione dei cambiamen-

N. 11 - Giugno 2013 7

CONGRESSO NAZIONALE SNO 2013

PREMIO POSTER“GIANCARLO SCARDA”

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ti fisiologici strutturali del muscolodurante la crescita, la cui conoscenzaè cruciale per una corretta interpreta-zione ed utilizzo delle indagini dia-gnostiche più invasive nel sospetto dipatologie neuromuscolari pediatriche.

Terzo classificato

POSTER 72

LA PRIMA DESCRIZIONE DI UN PAZIENTE

ALBANESE IMMIGRATO IN ITALIA AFFETTO

DA CEREBRAL AUTOSOMAL-DOMINANT

ARTERIOPATHY WITH SUBCORTICAL IN-FARCTS AND LEUKOENCEPHALOPATHY

(CADASIL)

M. Caggiula1, L. Carmillo1, L. Barbarini1, F.My1, A. Martano1, F. Ciccirillo2, G. Trianni1

1 Neurologia,2 Cardiologia, Ospedale “Vito Fazzi”,

Lecce

La CADASIL è una malattia cerebro-vascolare ereditaria dovuta a muta-zioni del gene Notch3 a livello dellocus cromosomico 19p13. Lo spettroclinico della malattia comprende epi-sodi ischemici ricorrenti, deficit co-gnitivi, cefalea e disturbi psichiatrici. Descriviamo il caso di HG, un uomodi 37 anni di origine albanese, che si èpresentato nel Pronto Soccorso delnostro ospedale lamentando l’im-provvisa comparsa di difficoltà nel-l’articolazione della parola ed impac-cio motorio agli arti di sinistra. HG ri-feriva casi di ischemia cerebrale nellasua famiglia. Una TC cranio effettua-ta in urgenza rilevava multiple areeipodense a margini da riferire a foco-lai di gliosi. Un esame RM encefaloeffettuato nei giorni successivi mo-strava multiple aree iperintense, inFLAIR e T2-weighted, ed ipointense,in T1-weighted, sottocorticali e peri-ventricolari bilateralmente; una lesio-ne con sede capsulo-nucleare poste-riore destra, presentava diffusione ri-stretta e tenue enhancement dopomezzo di contrasto, come da lesioneischemica recente. L’esame del liquorera normale e tutti gli esami condottisul sangue non mostravano alterazio-ni di rilievo. Le indagini strumentalicardio-vascolari risultavano normali.L’analisi del DNA evidenziava la nu-

tazione R133C nell’esone 4 del geneNotch3, confermando la diagnosi diCADASIL.Conclusioni. Nonostante la CADASILsia stata descritta in molti Paesi e invari gruppi etnici, prevalentementenelle popolazioni francese, tedesca editaliana, nessun paziente albanese èstato descritto fino ad ora.

AREA NEUROCHIRURGICA

Primo classificato

POSTER 61

MALFORMAZIONI ARTERO-VENOSE CE-REBRALI ED EPILESSIA: UNO STUDIO ITA-LIANO

Francesca Galletti1,9, C. Costa2, L.M. Cu-pini3, P. Eusebi4,9, M. Hamam5, N. Capu-to6, S. Siliquini2, C. Conti7, E. Moschini1,P. Lunardi8, S. Carletti1,7, P. Calabresi2,9

1 Neurologia, Ospedale “S. Maria”, Terni2 Clinica Neurologica, Università degli

Studi, Perugia3 Neurologia, Ospedale “S. Eugenio”,

Roma4 Regional Health Authority of Umbria5 Neuroradiologia, Ospedale “S. Maria

della Misericordia”, Perugia6 Neuroradiologia, Ospedale “S. Maria”,

Terni7 Neurochirurgia, Ospedale “S. Maria”,

Terni8 Neurochirurgia, Università degli Studi,

Perugia9 Fondazione IRCCS “S. Lucia”, Roma

Obiettivo. Correlare le caratteristicheangiostrutturali delle MalformazioniArtero-Venose cerebrali (MAV) conl’epilessia, come presentazione clini-ca. Metodi. Studio prospettico, osserva-zionale, condotto sui pazienti afferiticonsecutivamente alla Clinica Neuro-logica e alla Neurochirugia dell’Uni-versità degli Studi di Perugia e allaNeurochirugia dell’Ospedale “S. Ma-ria” di Terni, in un decennio (1 gen-naio 2002 - 1 giugno 2012). Risultati. Sono stati esaminati 101 pa-zienti, di cui il 30,7% con epilessiacome presentazione clinica. Tra i duegruppi di pazienti, con e senza epiles-sia, sono state trovate differenze si-gnificative (p < 0,05) solo per le ca-

ratteristiche angiostrutturali delleMAV (localizzazione, lato, topografiae drenaggio venoso). Nei pazienti epi-lettici era prevalente una localizzazio-ne nel lobo temporale, a sinistra, unatopografia e un drenaggio venoso su-perficiale. L’analisi di regressione lo-gistica ha dimostrato una correlazionecon la localizzazione temporale efrontale e con una topografia superfi-ciale. L’associazione più significativa(odds ratio: 3,48; 95% confidence in-terval: 1,77-6,85) è stata osservatacon la localizzazione temporale.Conclusioni. Le modificazioni emo-dinamiche e il remodeling vascolaredelle MAV possono contribuire aimeccanismi dell’epilettogenesi. SoloMAV con specifiche caratteristicheangiostrutturali, tra cui la localizza-zione nel lobo temporale, sono asso-ciate all’epilessia come manifestazio-ne clinica di esordio.

Secondo classificato

POSTER 15

TRATTAMENTO DELLE FRATTURE VERTE-BRALI TORACO-LOMBARI POST-TRAU-MATICHE IN PAZIENTI OSTEOPOROTICI:NOSTRA ESPERIENZA

M. Passanisi, N. Alberio, M. Fricia, F.Inserra, A. Spitaleri, P. SeminaraUOC Neurochirurgia, AO “Cannizzaro”,

Catania

Introduzione. Il trattamento delle frat-ture vertebrali dorso-lombari post-traumatiche rimane a tutt’oggi con-troverso nella letteratura internazio-nale. Il trattamento di queste fratturepuò prevedere: - trattamento conservativo o bracing

nelle fratture considerate stabili; - approccio posteriore con o senza

decompressione, con stabilizzazio-ne transpeduncolare o con uncini(open o mini-invasiva in assenza didecompressione);

- approccio anteriore; - approccio combinato; - cifoplastica (o vertebroplastica) per-

cutanea o cifoplastica associata allastabilizzazione transpeduncolare.

Obiettivi. Gli scopi del trattamentochirurgico sono:

8 Periodico di informazione

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- decompressione degli elementi ner-vosi,

- reintegrare l’altezza del corpo ver-tebrale,

- correzione della deformità ango-lare,

- precoce mobilizzazione. La cifoplastica percutanea con pal-loncino permette il trattamento mini-invasivo delle fratture di tipo A in as-senza di deficit neurologici, consen-tendo il ripristino dell’altezza delcorpo vertebrale traumatizzato, la ri-soluzione del dolore, una breve de-genza con una rapida ripresa dellenormali attività lavorative ed il rispet-to della biomeccanica spinale. Gli au-tori riportano la loro esperienza neltrattamento delle fratture dorso-lom-bari post-traumatiche in pazientiosteoporotici nel corso degli ultimi treanni.Materiali e metodi. Sono stati trattatipresso la nostra Unità Operativa 12pazienti con fratture vertebrali dorso-lombari, di tipo A, dei quali 8 femmi-ne e 4 maschi; l’età era compresa fra74 e 79 anni. Il criterio di trattamentoda noi adottato è stato il seguente:Trattamento con cifoplastica nei casiA1.1, A.1.2, A.1.3, Artodesi posterio-re con viti peduncolari cannulate e fe-nestrate e iniezione di metilmetacrila-to. I pazienti sono stati valutati pre-operatoriamente con un esame obiet-tivo neurologico, test clinici, qualiVisual Analogue Scale (VAS) e Os-westry Disability Index (ODI), esamiradiografici standard del rachide intoto; RM e TC spinale mirata aglispazi interessati, con misurazione del-l’altezza del soma vertebrale e del-l’angolo di Cobb. Nel follow up, sonostate eseguite valutazioni cliniche,anche con l’ausilio di test (VAS eOswestry), e radiologiche (radiogra-fie standard del rachide). I vantaggi diquesto tipo di trattamento percutaneosono innegabilmente la minore perdi-ta di sangue, il ridotto dolore postope-ratorio, i tempi di recupero molto piùrapidi rispetto al trattamento tradizio-nale.Risultati e conclusioni. È stato ese-guito follow up a un mese, tre mesi,sei mesi, un anno e fino a tre anni; i ri-

sultati clinici e i controlli neuroradio-logici postoperatori hanno dimostratol’assenza di complicanze. Alla lucedella nostra esperienza il trattamentodelle fratture toraco-lombari post-traumatiche in pazienti osteoporoticiper via posteriore con cifoplastica e/ocon artrodesi con viti peduncolari fe-nestrate e iniezione di metilmetacrila-to associato a “spinal bracing” in casiselezionati può essere considerato si-curo, limitando le complicanze intra epostoperatorie.

BIBLIOGRAFIA

1. Burton AW, Rhines LD, Mendel E. Verte-broplasty and kyphoplasty: a comprehensivereview. Neurosurg Focus 2005; 18 (3): E1.

2. Oppenheimer JH, DeCastro I, McDonnell DE.Minimally invasive spine technology and mi-nimally invasive spine surgery: a historical re-view. Neurosurg Focus 2009; 27 (3): E9.

3. Thongtrangan I, Le H, Park J, Kim DH. Mini-mally invasive spinal surgery: a historical per-spective. Neurosurg Focus 2004; 16 (1): E13.

4. Gioia G, Mandelli D, Gogue R. Treatment oftypical amyelic somatic fractures with kypho-plasty and calcium phosphate cement: a criticalanalysis. Eur Spine J 2012; 21 (Suppl 1): 108-111.

5. Maestretti G, Cremer C, Otten P, Jakob RP.Prospective study of standalone balloonkyphoplasty with calcium phosphate cementaugmentation in traumatic fractures. Eur SpineJ 2007; 16 (5): 601-610.

6. de Falco R, Scarano E, Di Celmo D, Grasso U,Guarnieri L. Balloon kyphoplasty in traumaticfractures of the thoracolumbar junction.Preliminary experience in 12 cases. J Neuro-surg Sci 2005; 49 (4): 147-153.

7. Olivier E, Beldame J, Ould-Slimane M, PuechN, Lefebvre B, Marouteau-Pasquier N, DefivesT, Duparc F. [Treatment of thoracolumbarjunction burst fractures (Magerl A3) by balloonkyphoplasty: anatomic study.] Rev ChirOrthop Reparatrice Appar Mot 2007; 93 (7):666-673.

Terzo classificato

POSTER 16

MENINGIOMA, MALFORMAZIONE ARTERO-VENOSA E ANEURISMA: LA SIMULTANEA

PRESENZA DI TRE LESIONI INTRACRANI-CHE. CASE REPORT E REVIEW DELLA

LETTERATURA

A. Boschi1, M. Capozza1, E. Cipolleschi1,P.C. Cecchi2, B. Noubari2, S. Nappini3, S.Mangiafico3, F. Ammannati2

1 Dipartimento di Neurochirugia, Uni-

versità degli Studi, Firenze2 Dipartimento di Neurochirurgia, Azien-

da Ospedaliera-Universitaria “Careg-

gi”, Firenze3 Neuroradiologia Interventistica, Azien-

da Ospedaliera-Universitaria “Careg-

gi”, Firenze

Si riporta il caso di un paziente affet-to da un meninigioma intracranico as-sociato ad una Malformazione Artero-Venosa (MAV) e ad un aneurisma in-tracranico. Maschio di 62 anni, giun-to alla nostra attenzione per tremorealla mano destra e rallentamento ideo-motorio. Le indagini neuroradiologi-che effettuate all’entrata hanno dimo-strano la presenza di un meningiomadella convessità fronto-temporale de-stro, di 66 x 62 mm, che disloca a si-nistra il sistema ventricolare sovra-tentoriale di circa 2 cm, prendendomedialmente contatto con l’arteria ce-rebrale media. In corrispondenza delpolo posteriore di questa lesione si ri-conosceva una MAV con nidus di 3,2cm, feeders provenienti dall’arteriacerebrale media destra e dall’arteriacorioidea anteriore destra, con dre-naggi venosi superficiali che scarica-no nella vena di Trolard e di Labbè didestra (Spezler-Martin 2). Si eviden-zia, inoltre, un aneurisma carotido-of-tamico destro verosimilmente “flowrelated” di 2 mm. Si è provveduto al-l’exeresi del meningioma, effettuatacon Cavitron Ultrasonic Surgical A-spirator (CUSA), dopo isolamentodell’asse silviano con microdoppler easportazione del nidus della MAV,circoscritto con tecnica di Hashimoto.Viste le esigue dimensioni, l’aneuri-sma non è stato trattato. Ai controllopostoperatori, completa asportazionedi entrambe le lesioni. La revisionedella letteratura ha rilevato un soloaltro caso descritto.

AREA NEURORADIOLOGICA

Primo classificato

POSTER 26

TRATTAMENTO ENDOVASCOLARE ME-DIANTE MULTIPLE SESSIONI DI INFUSIO-NE INTRA-ARTERIOSA DI NIMODIPINA

DEL VASOSPASMO DOPO EMORRAGIA

SUBARACNOIDEA ACUTA

N. 11 - Giugno 2013 9

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Sandra Bracco1, D.G. Romano1, F. Mar-chi2, S. Cioni2, P. Gennari1, I.M. Vallone1,M. Bellini1, L. Monti1, P. Piu3, R. Tassi3,A. Cerase1

1 UOC Neuroimmagini e Neurointer-

ventistica,2 Stroke Unit,3 Neurofisiologia Clinica, Dipartimento

di Scienze Neurologiche e Neurosenso-

riali, AOU Senese, Policlinico “S. Ma-

ria alle Scotte”, Siena

Introduzione. In caso di VasospasmoArterioso (VA) severo da EmorragiaSubaracnoidea Acuta (ESA), una pos-sibile opzione terapeutica è la terapiaendovascolare mediante angioplastica(Percutaneous Transluminal Angio-plasty: PTA) e/o infusione intraarte-riosa di vasodilatatori(1). Presentiamo irisultati preliminari della nostra espe-rienza nel trattamento endovascolaredel VA severo. Metodologia. Tra aprile 2009 e di-cembre 2012, 30 femmine e 14 ma-schi (età: 32-79 anni) con VA severodopo ESA, da rottura di aneurisma in-tracranico [Hunt-Hess 1 (8), 2 (20), 3(7), 4 (4), 5 (5); Fisher 1 (2), 2 (3), 3(9), 4 (30)] trattata per via endovasco-lare (25) o chirurgica (19), sono statisottoposti a 296 procedure: 11 PTA e285 Infusioni Intraarteriose di Nimo-dipina (IIN) (dose: 2,5-5 mg) in ses-sioni singola (3) o multiple (41, da 2a 18 sessioni). 38 pazienti sono statitrattati solo mediante IIN, 1 solo conPTA e 5 in modo combinato.Risultati. Complicanze intra/peripro-cedurali maggiori sono state: 2 disse-zioni [Arteria carotide interna (tratta-ta con successo con stenting) e Cere-brale Media (ACM) durante PTA] e 1embolismo di ACM durante IIN.L’outcome secondo Rankin score era:0-2 (20 pazienti), 3-4 (9), 5-6 (9). 6pazienti sono deceduti, 1 solo per mo-tivi intra/periprocedurali.Conclusioni. Nel VA severo, la tera-pia endovascolare, anche in sessionimultiple di IIN, è una valida opzione.

BIBLIOGRAFIA

1. Pierot L, Aggour M, Moret J. Vasospasm afteraneurysmal subarachnoid hemorrhage: recentadvances in endovascular management. CurrOpin Crit Care 2010; 16 (2): 110-116.

Secondo classificato

POSTER 103

TECNICHE DI RISONANZA MAGNETICA

NON CONVENZIONALI NEL GRADING DEI

GLIOMI CEREBRALI

I. Desideri, M. Sabato, S. Fabbri, I. Pesa-resi, F.M. Quaglia, M. Cosottini, M. Pu-glioliDipartimento di Radiodiagnostica e Ra-

diologia Vascolare ed Interventistica,

Università degli Studi, Pisa

Sono stati valutati retrospettivamente56 pazienti con diagnosi istologica dineoplasia astrogliale (9 a basso gradodi malignità e 47 ad alto grado), sot-toposti a esame RM convenzionalecon e senza mezzo di contrasto endo-vena, con sequenze pesate in diffusio-ne (Diffusion Weighted Imaging:DWI), perfusione (Perfusion WeightedImaging: PWI) e spettroscopia (Mag-netic Resonance Spectroscopy: MRS).Il Volume Ematico Cerebrale relativo(rCBV) è stato misurato a livello delleregioni di massima perfusione. I valo-ri di Coefficiente di Diffusione Ap-parente (ADC) sono stati ottenuti dal-la regione tumorale di massima restri-zione della diffusività. Sono stati cal-colati i rapporti tra i metaboliti Colina/Creatina (Cho/Cr), colina/N-Acetil-Aspartato (Cho/NAA) e N-acetil-aspartato/creatina (NAA/Cr). Perogni parametro sono state elaboratecurve Receiver Operating Characteri-stic (ROC) e calcolati i valori di cut-off, sensibilità e specificità nella di-scriminazione tra gliomi ad alto ebasso grado. Dall’analisi delle curve èemerso che l’rCBV e il rapporto Cho/NAA hanno mostrato la maggiore ac-curatezza (Area Under the Curve:AUC rispettivamente di 0,91 e 0,88). Tra le tecniche non convenzionali inRM, la perfusione e la spettroscopiasi sono dimostrate le più attendibilinel grading delle neoplasie astroglialiencefaliche.

Terzo classificato

POSTER 23

SINDROME INFIAMMATORIA DA IMMUNO-RICOSTITUZIONE (IRIS) CON COINVOLGI-

MENTO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRA-LE IN PAZIENTE HIV POSITIVA: CASE RE-PORT E REVIEW DELLA LETTERATURA

E. Bonzano, L. Castelletti, L. Allegretti,S. Ballerini, L. Roccatagliata, L. Barletta,L. CastellanUnità Operativa di Neuroradiologia, Isti-

tuto “Gaslini” e IRCCS AOU “S. Marti-

no”, Genova

La Immune Reconstitution Inflamma-tory Syndrome (IRIS) con coinvolgi-mento del Sistema Nervoso Centrale(SNC), descritta per la prima volta nel1992, è citata raramente in letteratura.La SNC-IRIS può esordire nelle 2-14settimane dall’inizio dell’Highly Ac-tive Antiretroviral Therapy (HAART),manifestandosi come una risposta in-fiammatoria esuberante a un antigenelatente o a un auto-antigene da pre-gressa infezione. Descriviamo il caso di una giovaneHIV+ che, 6 anni dopo aver interrottola terapia antiretrovirale, presentavaun’alta carica virale (633.800 copie/ml con CD4+ = 6,9 cellule) che haimposto l’avvio dell’HAART. Dopo due settimane di terapia presen-tava rapido declino neurologico e allaRM un’estesa iperintensità nelle se-quenze T2, coinvolgente sia la sostan-za grigia sia la bianca temporo-occi-pitale, con estensione controlateraleattraverso lo splenio. Dopo mezzo dicontrasto, oltre la disomogenea im-pregnazione della lesione, si eviden-ziava la spiccata presa di contrasto dialcuni spazi perivascolari. La RM funzionale ha dimostrato unaperfusione non aumentata e segni dideplezione neuronale, con aumentatoturnover cellulare. Il quadro era suggestivo per IRIS, mafra le altre ipotesi veniva considerataquella neoplastica. La biopsia confer-mava la natura infiammatoria conaspetti di tipo infettivo. La paziente ha proseguito l’HAART ele RM successive hanno dimostratoun costante miglioramento consen-suale alla clinica e al laboratorio(HIV-RNA quantitativo = 15/CD4+ =185). Il rapido riconoscimento all’imagingdell’IRIS è fondamentale.

10 Periodico di informazione

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Il termine Aesthetica, dal greco ai-sthesis (sensazione) venne coniato daBaumgarten nel 1735, scrivendo che“l’estetica è la scienza della cono-

scenza sensibile”. Al contrario “la neuroestetica”, secon-do uno dei suoi fondatori, Semir Zeki,muove da tre premesse generali: 1) le arti visive devono obbedire alle

leggi del cervello visivo, sia nellafruizione sia nella creazione;

2) le arti visive sono un’estensione delcervello visivo che ha la funzionedi acquisire nuove conoscenze;

3) gli artisti sono in un certo sensodei neurologi che studiano le ca-pacità del cervello visivo con tec-niche peculiari.

L’arte è quindi un’estensione dellafunzione del cervello. E l’artista ècome un neuroscienziato che esplorale potenzialità e le capacità del cer-vello, con tecniche del tutto persona-li, coadiuvandolo nella comprensionedel mondo. Ancor prima delle tesi di Zeki, la neu-roestetica trova il proprio significatoin una valenza ontologica. Ogni gior-no apriamo gli occhi e creiamo ilmondo; qualcosa là fuori, quelli cheper convenzione vengono chiamaticome oggetti, eccita i nostri organi disenso, e tale percetto viene elaboratodal nostro cervello, per vie in granparte sconosciute, a configurare ildato fenomenico, la nostra realtà.Per questo la neuroestetica, ovvero lostudio delle basi neurobiologiche del-la creazione e della fruizione dell’o-pera d’arte, rappresenta un modellosperimentale ideale per studiare talefenomeno di smontaggio, elaborazio-ne e riconfigurazione dei dati fenome-nici che si chiama realtà. Tutti gli altri animali del nostro piane-ta creano diverse rappresentazioni delmondo esterno, quanto più funziona-

li possibili alla loro conservazionecome specie. Infatti, ogni animalevede il mondo attraverso una finestravisiva peculiare per quel singolo ani-male. Tuttavia, a dispetto di grandi di-versità tra le varie specie (e le varieculture), ci sono probabilmente solopochi modi per costruire sistemi per-cettivi efficienti, perché probabilmen-te le regole di funzionamento genera-li del cervello si assomigliano. Probabilmente le regole e i principi at-traverso cui vengono configurati, strut-turati e organizzati gli oggetti dell’e-sperienza percettiva non variano sem-pre da specie a specie a configuraretante diverse realtà, piuttosto esistonoalcuni principi-base inter-specie checi permettono di focalizzare la luceper formare immagini. Scimmie, pul-cini e barbagianni sono capaci di per-cepire il triangolo di Kanizsa e com-pletano amodalmente gli oggetti par-zialmente occlusi (completamento a-modale). Questo permette a tali spe-cie di non vivere in un mondo visivocostituito da frammenti, ma di costi-tuire immagini caratterizzate dallapresenza di figure segregate e ben di-stinte rispetto ad uno sfondo graziealla percezione di margini o bordi,laddove la stimolazione fisica rilevadelle differenze (Figura 1).Altri artisti, con lo stesso obiettivo, sisono accostati al problema e si sono

chiesti se esistano degli universalidelle forme, ossia degli elementi checostituiscono la parte essenziale di tuttele forme. Proprio questa ricerca haportato all’emergere delle linee comeforma predominante in molte opered’arte moderna. Questa attenzioneparticolare alle linee non deriva daconoscenze geometriche profonde oda concettualizzazioni intellettualidegli artisti, ma semplicemente dagliesperimenti fatti da questi per ridurrel’insieme delle forme all’essenziale o,posto in termini neurologici, per cer-care e trovare che cosa può esserel’essenza di una forma così come èrappresentata nel cervello (Figura 2).La linea ha un ruolo dominante nel-l’arte da molto tempo prima della sco-perta da parte di Hubel e Wiesel (pre-mi Nobel 1981) della selettività del-l’orientazione nel 1959. Infatti, recen-ti scoperte della neurofisiologia hannomostrato che nella corteccia visivapredominano cellule che reagisconoselettivamente alle linee con un’o-rientazione specifica (cellule selettiveall’orientazione). Le cellule con pre-ferenze comuni tendono a raggrup-parsi insieme e a separarsi da quellecon altre preferenze (Figura 3).

N. 11 - Giugno 2013 11

GRUPPO DI STUDIO SNO NEUROESTETICA

IL CERVELLO VISIVOTRA PERCEZIONE E ARTE

Figura 1.

Figura 2.

Figura 3.

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Un altro esempio di come l’arte possaessere modellata sulla fisiologia del-l’area cerebrale visiva si può trovare

Verbale Assemblea Soci Sezione Re-

gionale SNO Sicilia, Palermo 17

aprile 2013

1. In data 17 aprile 2013, alle ore19.00, nella saletta attigua alla salaconferenze di Villa Magnisi a Paler-mo, inizia l’Assemblea dei soci SNO- Regione Sicilia. Le votazioni per ilrinnovo del Coordinamento Regiona-le 2013-2015 si sono svolte dalle ore13.30 alle ore 17.00, presso la stessaVilla Magnisi. Sono presenti:- Prof. Placido Bramanti, Coordina-

tore Regione Sicilia,- Dott. Alfredo Mattaliano,- Dott. Emanuele Caggia,- Dott. Michele Abrignani,- Dott.ssa Marina Rizzo,- Dott.ssa Rosa Maria Gaglio,- Dott. Maurizio Elia,- Dott. Antonio Gasparro.2. Elezione dei membri del Coordi-namento Regionale. Dopo le votazio-

ni a scrutinio segreto si procede alconteggio dei voti per l’elezione delnuovo Coordinamento della SezioneRegionale SNO Sicilia. Lo spoglio eil conteggio vengono effettuati dalDott. Alfredo Mattaliano e dal Dott.Michele Abrignani. Voti riportati:- Abrignani Michele (Neurologo) = 14;- Barbiera Filippo (Radiologo) = 7;- Bramanti Placido (Neurologo) = 10;- Caggia Emanuele (Neurologo) = 11;- Elia Marizio (Neurologo) = 12;- Gaglio Rosa Maria (Neurologo) = 13;- Lo Presti Filippo (Neurologo) = 11;- Mattaliano Alfredo (Neurologo) = 13; - Pennisi Maria Giovanna (Neurolo-

go) = 13;- Saetta Marco (Neuroriabilitatore) = 9;- Scaglione Vincenzo (Neurochirur-

go) = 7.I sovraelencati Soci risultano quindieletti come membri del Coordina-mento Regionale SNO Sicilia.

12 Periodico di informazione

Figura 4. nella relazione tra “arte cinetica” -un’arte in cui il movimento reale èuna componente dell’opera - e la fi-siologia dell’area V5, specializzataper il movimento visivo. Alcune cel-lule di V5 reagiscono al movimentomultidirezionale, ma un maggior nu-mero è selettivo per una direzioneorientata, cioè risponde al movimentoin un verso, ma non a quello nel versoopposto o a nessun movimento. Tuttesono indifferenti al colore dello sti-molo e molte sono indifferenti anchealla forma. Nello sforzo di privilegia-re il movimento, l’opera degli artisticinetici si sviluppò nella stessa dire-zione: accentuando il movimento edepotenziando la forma ed il colore,adattando (senza saperlo) le loro crea-zioni cinetiche alla fisiologia dell’a-rea V5 (Figura 4). Con gli sviluppi delle neuroscienze

degli ultimi cinquanta anni, la visio-ne, piuttosto che una privilegiataforma della conoscenza, è diventataessa stessa un oggetto di studio, di os-servazione. La visione, inoltre, non èpiù subordinata a un’immagine este-riore del vero e del giusto, e l’occhionon deve più necessariamente soste-nere l’idea di un mondo reale, perchécome ha detto un grande studiosodella percezione visiva, Sir RichardGregory: “I nostri cervelli creanomolto di ciò che vediamo, aggiungen-do quello che dovrebbe essere lì”.

Enrico Grassi

Coordinatore del Gruppo di Studio SNO

“Neuroestetica”,Neurologia, Ospedale Civile

“Misericordia e Dolce”, Prato

DALLE SEZIONI REGIONALI

COORDINAMENTOSNO SICILIA

3. Il Coordinamento Regionale neo-eletto procede quindi alla elezione delCoordinatore Regionale. Si valuta lapossibilità di eleggere un neurochi-rurgo. Il dott. Scaglione, unico neuro-chirurgo potenzialmente candidabile,comunica, per il tramite della dott.ssaRizzo, di non essere disponibile adassumere tale incarico. Si decidequindi all’unanimità di eleggere unneurologo.4. Il dott. Abrignani propone la can-didatura del dott. Emanuele Caggiaper la carica di Coordinatore Regio-nale SNO Sicilia. La proposta vieneaccettata all’unanimità e pertanto ilCoordinamento Regionale elegge al-l’unanimità il Dott. Emanuele CaggiaCoordinatore Regionale SNO Siciliaper il biennio 2013-2015.5. Il Prof. Bramanti propone di orga-nizzare un incontro regionale SNO aMessina entro la metà di giugno, peril passaggio ufficiale delle consegne.Comunicherà quanto prima al CD ladata ed il luogo dell’incontro.

Rosa Maria Gaglio

Componente del Consiglio DirettivoSNO Regione Sicilia

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Verbale Assemblea Soci Sezione Re-

gionale SNO Calabria, Pizzo Calabro

11 maggio 2013

Il giorno 11 maggio 2013, alle ore9.30, in Pizzo Calabro, si è tenuto unIncontro Scientifico Regionale deisoci SNO della Regione Calabria sultema: “Terapie invasive in ambito ce-rebrovascolare: specialisti a confron-to”, alla presenza dei rappresentantidi tutte le realtà ospedaliere calabresi. Assume la Presidenza dell’Assem-blea il Dott. Domenico Consoli, cheinvita il Dott. Franco Galati ad assu-mere l’incarico di Segretario verba-lizzante. Sono presenti tutti i gruppi Neurolo-gici, Neuroradiologici e Neurochirur-gici regionali, ad eccezione della solaNeurochirurgia di Cosenza.Ha aperto l’incontro il Dott. Dome-nico Consoli, già past-president dellaSocietà ed attuale Presidente di SNOService, con una relazione program-matica, che ha focalizzato l’importan-za della SNO Regionale sulle scelte di

politica sanitaria regionali. Tale ruolodovrà essere ritagliato con proposteoperative effettuate da una commis-sione-delegazione formata dai rap-presentanti nel Consiglio Nazionaledella SNO (sono candidati il Dott.Galati Franco e l’uscente Dott. MauroCampello con ottime prospettive dielezione) e dal Coordinatore Regio-nale eligendo e coordinata dal Presi-dente Nazionale di SNO Service. Laproposta del presidente è stata appro-vata all’unanimità. Nell’occasione, per acclamazione,sono state rinnovate le cariche delConsiglio Direttivo Regionale, chesarà così composto: - Coordinatore Dott. Domenico Bo-

sco;- Consiglieri Neurologi: Dott. Lucia-

no Arcudi, Dott. Antonio De Gae-tano, Dott. Giulio Fiorenza, Dott.Giovanni Franco, Dott. GiovanniFrontera, Dott. Angelo Gallo, Dott.Antonio Siniscalchi;

- Consiglieri Neurochirurghi: Dott.ssa

Olga Gervasio, Dott. Francesco Be-niamino Nicoletti;

- Consiglieri Neuroradiologi: Dott. Wil-liam Auteri, Dott. Pierluigi Lanza.

Di diritto fanno parte i rappresentantinazionali ed il Presidente di SNO Ser-vice. Nel commento alla votazione, il Dott.Umberto Cannistrà ha sottolineatol’importanza che i neoeletti Consiglie-ri si impegnino a ridare alla Società loslancio in termini di entusiasmo chela contraddistingueva alle origini, ri-prendendo quell’attaccamento al ter-ritorio che caratterizza i medici ospe-dalieri. Gli eletti ringraziano assicu-rando il massimo impegno.L’incontro scientifico ha visto il sus-seguirsi di 8 relatori che hanno dibat-tuto, dai diversi punti di vista delleloro specificità di Neurologi, Neuro-chirurghi e Neuroradiologi, le malattiecerebro-vascolari nell’ottica dell’ag-gressione con terapie invasive.La discussione è stata animata e bencondotta dai moderatori ed ha consen-tito ai partecipanti di poter conoscerequanto sia possibile fare in Calabriaper il trattamento delle malattie cere-bro-vascolari e l’alto livello raggiuntonelle tre discipline in Regione.

Dott. Franco Galati

Segretario verbalizzanteSNO Regione Calabria

tutte le province, con coinvolgimentomultidisciplinare in tutte le sessioni. Notevole la partecipazione: sale pienee discussioni sempre animate hannomesso in luce le diverse realtà dellestrutture siciliane ed il desiderio dimaggiore collaborazione tra i diversioperatori. Le sessioni hanno riguarda-to l’ictus, le distonie, la disfagia, lacefalea ed il dolore, la neurooncolo-

Il Congresso Regionale SNO Siciliasi è tenuto, il 17 e 18 aprile 2013, nellasplendida cornice di Villa Magnisi,residenza settecentesca ed oggi sededell’Ordine dei Medici di Palermo.Un evento, presieduto da AlfredoMottaliano, Direttore dell’UOC diNeurologia dell’ARNAS di Palermo,molto positivo sia per la qualità degliinterventi che per i relatori, venuti da

N. 11 - Giugno 2013 13

RESOCONTO

CONGRESSOSNO SICILIA

DALLE SEZIONI REGIONALI

COORDINAMENTOSNO CALABRIA

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gia, la sclerosi multipla e le malattiedegenerative. Agli incontri hanno par-tecipato anche i rappresentanti delleAssociazioni di Pazienti. La sessionesulla distonia ha visto la presenza delPresidente nazionale dell’Associazio-ne per la Ricerca contro le Distonieanimato dal desiderio di realizzarenuove sezioni dell’Associazione inSicilia.Il giudizio positivo è stato unanime ed

ha rappresentato una svolta sicura-mente positiva per il CoordinamentoSNO della Sicilia. A corollario dell’e-vento anche un simposio su “Donne eNeuroscienze”, organizzato e presie-duto da M. Rizzo e da M.G. Piscaglia,dove sono stati affrontati temi di me-dicina di genere come l’incontinenzaurinaria nella donna e gli aspetti deldolore cronico femminile. (Angela

Verlicchi)

sigla ESC (dall’inglese Embryonic

Stem Cells), sono “totipotenti”, cioèin grado di generare un individuocompleto se isolate dopo pochissimotempo (48-72 ore) dalla fecondazionedella cellula uovo (zigote), o “multi-potenti” se isolate dopo una settimanao più (blastocisti) dalla fecondazione.In questo ultimo caso sono in grado difare tanti tipi di cellule, ma non tutte.Infine, esistono cellule staminali “mo-nopotenti/unipotenti”, perché in gra-do di generare solo un tipo di cellulaspecializzata. Le cellule staminali fe-tali e adulte, cioè derivate rispettiva-mente da un feto (dopo12 settimanedalla fecondazione) o da individuomaturo adulto, possono essere solo omultipotenti o monopotenti. È possibile, attraverso tecniche di e-strazione, isolare, dai tessuti sia adul-ti che fetali/ embrionali, le cellule sta-minali. Mediante sistemi di coltiva-zione, con terreni di cultura appro-priati, è possibile coltivarle in vitro,così da amplificare il loro numero inmaniera considerevole. Queste tecni-che, che si sono sviluppate soprattut-to in questi ultimi 10 anni, hanno per-messo di studiare meglio le loro ca-

ratteristiche; si è potuto capire megliocome possono essere identificate,come fanno a differenziarsi, oppure,quali molecole attive sono capaci diprodurre. Le culture in vitro di cellulestaminali, inoltre, hanno permesso diamplificare enormemente le nostreconoscenze per un loro uso terapeuti-co corretto nell’uomo. Un uso tera-peutico, che già da molti anni era am-piamente conosciuto nella sua effica-cia: per esempio con cellule staminaliprelevate da midollo osseo adulto èstato, ed è, possibile curare patologiegravi come per esempio alcuni tumo-ri del sangue (leucemia, linfomi). Tut-tavia solo grazie alle nuove conoscen-ze ottenute dalla ricerca in questi ulti-mi anni, la cellula staminale è diven-tata un elemento fondamentale per losviluppo di terapie che un domani po-trebbero aiutare molte malattie umaneattualmente incurabili, o poco curabi-li. Malattie che possono includere pa-tologie neurodegenerative (Parkinson,Alzheimer, lesioni del midollo spina-le), vascolari (infarto del miocardio,dell’encefalo), neuromuscolari (di-strofie, sclerosi multipla), genetiche(sclerosi laterale amiotrofica, atrofiamuscolare spinale) e, molto più pro-babilmente, patologie oncologiche(vari tipi di tumori attualmente incu-rabili). Lo sviluppo della ricerca sullecellule staminali ha dato persino ori-gine ad una nuova branca della medi-cina denominata: “Medicina Rigene-rativa”. Di fronte agli incredibili van-taggi terapeutici che potrebbero deri-vare dalle cellule staminali, ci sono

14 Periodico di informazione

Le cellule staminali sono cellule nonspecializzate presenti in tutti gli orga-nismi viventi. Diversamente da quellespecializzate mature, come la cellulacardiaca e nervosa, o comunque dallagrande maggioranza di tutte le altrecellule di un organismo, la cellula sta-minale riesce a rimanere sempre gio-vane. È fondamentalmente una cellu-la neonata a vita. La definizione dicellula staminale si basa essenzial-mente su due sue caratteristiche fun-zionali che sono: 1) autorigenerazio-

ne, ossia la capacità di rigenerare sestessa all’infinito; 2) capacità (poten-

za) differenziativa, vale a dire la capa-cità di differenziarsi in uno o più tipicellulari specializzati.In un organismo esistono vari tipi dicellule staminali, alcune delle qualiprendono il nome dal tessuto in cui ri-siedono. Generalmente si dividono intre tipi principali: embrionali, fetali eadulte, dette anche somatiche. Oltrealla differenza di derivazione tessuta-le, le cellule staminali si distinguonoper le capacità che hanno di generarepopolazioni cellulari specializzate di-verse: le cellule staminali che deriva-no dall’embrione, chiamate con la

A fianco del Consigliere SNO M. Rizzo, il Presidente del Congresso, A. Mottaliano.

ATTUALITÀ

CELLULE STAMINALI:IL FUTURO DELLA MEDICINA

RIGENERATIVA O UNA PROMESSATERAPEUTICA UTOPISTICA?

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però anche molti problemi che questecellule portano con sé, o potrebberogenerare, se utilizzate in modo impro-prio, in particolare se applicate su pa-tologie su cui non è stata dimostratasperimentalmente una eventuale effi-cacia. Ci sono delle pericolosità in-trinseche all’uso delle cellule stami-nali che derivano dal fatto che posso-no generare tumori (tutte le cellulestaminali sono potenzialmente tumo-rogeniche). Inoltre, alcuni tumori u-mani, per esempio, nascono da dellealterazioni genetiche che avvengonoproprio nelle cellule staminali stesse. Ci sono poi problemi legati alla loroproduzione in vitro per scopi terapeu-tici nell’uomo. Infatti, le cellule sta-minali hanno bisogno di essere colti-vate in strutture adeguate chiamate“GMP” (dal termine inglese Good

Laboratory Practice). Queste struttu-re sono necessarie per far sì che, du-rante la produzione, le cellule nonvengano contaminate con virus o bat-teri, contaminazioni che potrebberorenderle molto pericolose per la salu-te del paziente una volta trapiantate.

Attualmente queste strutture sonopoche e hanno dei costi economici dicostruzione e manutenzione moltoalti. Questo problema ovviamente li-mita molto l’uso delle staminali nellaterapia che, conseguentemente, nonpuò essere applicata su tanti pazienti,perché altrimenti si rischierebbe undefault economico della sanità. Infine, problema non meno importan-te, è quello legato alla informazione(più spesso disinformazione) sullecellule staminali. Ci sono state, inquesti ultimi anni, delle false infor-mazioni, che sono girate attraverso igiornali e le televisioni, riguardanti leattuali proprietà terapeutiche dellecellule staminali. Come anche recen-temente lo dimostra il caso Stamina,gestito da trasmissioni televisive, in-curanti del bene dei pazienti ammala-ti, ma per motivi di ascolto (se nonscandalistici), che hanno promossouna sperimentazione molto rischiosaperché non comprovata da nessunapreliminare e minima documentazio-ne scientifica. In molte malattie gene-tiche (per esempio: atrofia muscolare

spinale, leucodistrofia, ecc.), così co-me per altre malattie incurabili (lesio-ni gravi del midollo spinale, morbo diAlzheimer, coma, autismo, ecc.), l’ef-ficacia curativa o migliorativa dellecellule staminali non è ancora statadimostrata scientificamente. L’uso dicellule staminali, pertanto, non puòessere proposto se non mettendo sottograve rischi pazienti che non hannosperanza e che per tale motivo nonpossono essere usati come cavie!In conclusione, la cellula staminale èindubbiamente una risorsa incredibileper la terapia futura di tante malattieumane attualmente incurabili, ma èanche dal punto di vista filosoficol’archetipo dell’immortalità biologi-ca. Quindi,... domanda: “Se tutti noigrazie alle cellule staminali divenissi-mo immortali cosa succederebbe allanostra specie?”.

Giulio Alessandri

Fondazione IRCCSIstituto Neurologico “Carlo Besta”,

Milano

N. 11 - Giugno 2013 15

ALCUNI CONSIGLI ALLE ASSOCIAZIONI DEI MALATI PER SEGUIRE LA SPERIMENTAZIONE CLINICA SULLE CELLULE STAMINALI

E PER EVITARE DI CREDERE A “FALSE TERAPIE”

1) Verificare (tramite internet) che il responsabile della ricerca sia un clinico o ricercatore che abbia un CV (CurriculumVitae) specifico nell’ambito della patologia che propone di trattare.

2) Verificare la qualità della struttura che propone la cura con cellule staminali (ospedale, clinica, istituto di ricerca).Un’istituzione pubblica è meglio, se privata deve essere conosciuta a livello nazionale, se internazionale è meglio!

3) Evitare istituzioni private (onlus false!) che chiedano soldi per fare terapia sperimentale. Entrare in un trial clinicosperimentale non richiede contributi in denaro da parte del paziente; è assolutamente gratuito! La terapia sperimen-tale è a carico della pubblica amministrazione. Non si deve pagare! Le cellule staminali non possono curare attual-mente malattie genetiche! Né malattie neurologiche gravi (atrofia muscolare spinale, morbo di Alzheimer, autismo,coma, ecc.)! Chi lo propone è un ciarlatano!

4) Verificare se esiste una sperimentazione pre-clinica preferibilmente eseguita su un modello sperimentale animale va-lido: animali di grossa taglia, soprattutto scimmie, pecore, maiali sono preferibili, vista la somiglianza all’uomo peralcune patologie e per le procedure di terapia cellulare utilizzate.

5) Attualmente, per patologie gravi, come malattia di Parkinson, morbo diAlzheimer, sclerosi laterale amiotrofica, di-strofie, sclerosi multipla, non esistono modelli animali completamente validi per l’uomo. Per cui la sperimentazio-ne fatta con cellule staminali su piccoli animali (topi, ratti) non garantisce nessuna efficacia se trasferita all’uomo.Spesso è necessario fare sperimentazione sull’uomo direttamente, attraverso prove cliniche in condizioni dette “com-passionevoli”, dove la patologia è molto avanzata e incurabile. In ogni caso la terapia sperimentale sull’uomo deveproporre al paziente obiettivi chiari e comunque deve essere proposta da medici che hanno dimostrato di avere co-noscenze e pubblicazioni scientifiche adeguate.

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getto messo a punto dalle neurologhe:Marina Rizzo e Maria Grazia Pisca-glia, per abbattere barriere ed ostacolinel percorso verso l’uguaglianza digenere nelle Neuroscienze, in un Pae-se che risente ancora dell’insufficien-za di carattere legislativo nella tutelafemminile.Il sito di riferimento è www.donnein.

com dove si possono trovare i proget-ti in fase di sviluppo, come un forumdi discussione nel portale web, la rac-colta/elaborazione/diffusione dei datirelativi alle posizioni occupate dalledonne nelle realtà ospedaliere, uni-versitarie e nel territorio italiano, l’a-nalisi del fabbisogno formativo delleDonne in Neuroscienze e dei temi cri-tici e problematici nelle professioni.Sito dove, inoltre, sono indicate le da-te degli incontri periodici all’internodi manifestazioni nazionali e regiona-li. Il prossimo appuntamento naziona-le per Donne in Neuroscienze si svol-gerà a Torino 15 novembre 2013.Lo stesso Parlamento europeo, lo

scorso 7 febbraio, ha avvertito l’esi-genza di occuparsi di Conciliazionelavoro-famiglia, infatti più della metàdegli europarlamentari ha firmato unadichiarazione in cui si chiede che il2014 venga designato come l’anno eu-ropeo per la conciliazione tra la vitalavorativa e la vita familiare. Tra gliobiettivi da raggiungere quello del mi-glioramento della qualità della vita diciascuno di noi. Serve consentire aogni individuo di vivere al meglio imolteplici ruoli che ricopre all’internodella società. Tale lavoro di sensibiliz-zazione deve trovare posto anche nelleattività promosse dalla SNO stessa.

16 Periodico di informazione

Donne medico, donne ricercatrici,donne scienziate, donne imprenditri-ci, donne manager della sanità, donneche operano nel campo delle Neuro-scienze a confronto per discutere difemminilizzazione delle carriere, pro-blemi, successi, marginalità, concilia-zione con la famiglia e conseguenzenella società.Donne in Neuroscienze con la testa,con il cuore e con lo spirito di chi laquestione di genere l’ha vissuta senzacomplessi, discutendo sempre allapari con i colleghi maschi, in un siste-ma che impone però ancora scelte almaschile, a parità di merito.Fare rete, creare alleanze e collabora-zioni tra donne è l’obiettivo del pro-

6) Diffidare delle informazioni scientifiche derivanti da giornali e televisioni: spesso sono sparate in maniera scandali-stica e possono illudere le persone malate e i loro famigliari. Accertarsi a distanza di tempo (tramite internet) se lanotizia precedentemente sparata dalla tv, ha avuto veramente uno sviluppo ulteriore.

7) Diffidare di risultati clinici che provengono dai Paesi dell’Est o dalla Cina e Corea (Paesi dell’Est asiatico), spessonon sono verificabili scientificamente. Ma non solo! Diffidare di personaggi che si autodefiniscono esperti (anche ri-cercatori) di cellule staminali e chiedono soldi promettendo cure che non sono realistiche. Impedite che i vostri cario pazienti siano sottoposti a terapie con cellule staminali non provate scientificamente, solo perché non ci sono altreterapie disponibili. I malati incurabili non possono essere trattati come cavie!

8) Infine, la terapia con cellule staminali è attualmente molto costosa, perché richiede di essere eseguita in strutturechiamate “good laboratory practice”, che hanno costi elevati. Ogni terapia cellulare può costare in media anche piùdi 10.000 euro a paziente! Questa terapie non possono quindi essere eseguite se non c’è alla base una reale docu-mentazione scientifica che ne comprova la possibile validità e quindi un reale beneficio per il paziente. L’applica-zione impropria, oltre allo spreco di denaro pubblico, può essere soprattutto pericolosa per il paziente. Ricordarsi chetutte le cellule staminali possono essere anche causa di formazioni neoplastiche!

ATTIVITÀ DEI SOCI

DONNE IN NEUROSCIENZE:RETE STABILE DI DIALOGO

TRA PROFESSIONISTE

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Alla fine degli anni ’30 SigmundFreud, discutendo con Albert Einsteinintorno alla natura umana, asserivache gli uomini vivono in una condi-zione assai più miserrima di tutte lecreature viventi del mondo, vegetali oanimali che siano, a causa della stol-tezza e della miopia che troppo spes-so guidano le loro azioni. Infatti, tragli animali, l’uomo è l’unico ad esse-re dotato di raziocinio ed intelligenza,tale da poter autonomamente deciderecosa è bene o cosa è male, cosa èazione morale o cosa non lo è, tut-tavia è anche l’unico animale capacedi agire contro ragione e di conse-guenza contro se stesso. La guerra èun atto irragionevole, eppure è unafrequente condizione umana: un’azio-ne contraria alla ragione. Diverso tempo prima, anche il filoso-fo illuminista Voltaire aveva detto cheil genere umano è l’unica razza chenella barbara pratica della guerraprende spontaneamente e collettiva-mente la decisione di autodistruggersie concluso, perciò, che la guerra è unatto contro ragione. Il suo pensiero in-fluenzò in maniera notevolissimal’immaginario collettivo europeo, abi-tuato sino ad allora a considerare, in-vece, la guerra come una consuetudi-ne del panorama politico del VecchioContinente. Ma Voltaire, come moltipensatori del suo tempo, credeva nellaragione, grazie alla quale l’uomoavrebbe dovuto e saputo controllare ereprimere i suoi istinti bestiali. Ovvia-mente era una mera illusione.Le guerre sono spesso volute da un e-siguo numero di potenti, che portano almassacro intere nazioni o popolazioni.Eppure da queste indescrivibili trage-die, irragionevoli o irrazionali che sia-no, l’umanità ha saputo trarre lezioni

molto più efficaci di qualsiasi analisiteorica o scientifica: la sanità e la me-dicina d’urgenza ne sono un esempio.Ma per affrontare l’argomento dellasanità militare, partiamo da lontano epiù precisamente da una statua che sitrova sotto la loggia degli Uffizi a Fi-renze, opera di uno sconosciuto scul-tore ellenista e che rappresenta Me-nelao che sorregge il corpo di Patroclomorente (Figura 1). Essa può essereassunta a simbolo e metafora della sa-nità militare, perché per migliaia dianni i campi di battaglia furono pienidi eroi morti, mentre dei feriti non sicurava quasi nessuno, a meno che nonfossero imperatori, generali o figli diDei, come ad esempio Enea, che in undipinto a Pompei è raffigurato feritoda una freccia e curato dal medicoIapige, sorretto dal figlio Ascanio e as-sistito da Venere (Figura 2).Anche il più grande esercito occiden-tale dell’antichità, quello romano, peranni non fu attrezzato. Tito Livio cinarra che nel 309 a.C., dopo la batta-glia di Sutri, le perdite per la mancan-za di un’adeguata assistenza sanitariarisultarono superiori a quelle subitenel combattimento. Tra l’altro questostorico fu tra i primi a focalizzare l’at-tenzione su due importanti principiche possono, ancora oggi, essere ac-cettati come base dell’organizzazionesanitaria di campagna degli esercitimoderni e cioè che la presenza di ungrande numero di feriti sul camposcuote e deprime il morale delle trup-pe e che l’assistenza ai malati ed ai fe-riti rappresenta una necessità militare,non meno che un dovere patriottico.Ancora nel libro III del “De bello civi-

li” (che narra gli eventi del 48 a.C.), lostesso Gaio Giulio Cesare ricorda chedopo le grandi battaglie si aveva la

consuetudine di ricoverare feriti ed in-fermi presso i privati, i quali venivanoin seguito rimborsati degli oneri soste-nuti, oneri che rientravano nelle speseordinarie di guerra. Cesare ci raccontaancora, nel “De bello africo”, che i feri-ti nella battaglia di Ruspina furono tra-sportati su carri speciali (saucios in pla-

ustris deligatos), affinché non subis-sero sobbalzi che ne causassero la ca-duta ed un aggravamento clinico,adottando per primo, mezzi che pos-siamo definire come gli antesignanidelle ambulanza (era il 46 a.C.). Dobbiamo però aspettare Domiziano(96 d.C.) perché ci fossero dei medicichirurghi costantemente aggregatialle legioni. Un medico per ogni coor-te (600 uomini) e due per quella diprima linea. L’assistenza ai feriti av-veniva all’aperto, sul campo di batta-glia. Poi i più gravi venivano ricove-rati nell’ospedale da campo (valetudi-

narium in castris), con capacità di200 posti letto ed attrezzato con infer-mieri, massaggiatori e inservienti.Sembrava la strada giusta, ma poi ar-rivò il Medioevo, che cancellò ogniforma di organizzazione sanitaria mi-litare, anche se, a livello storico, valela pena ricordare che con le Crociatesi evidenziarono alcuni barlumi diuna nuova sensibilità nei confronti deiferiti sui campi di battaglia. Nella bat-taglia di Hattin (1187), il grande Sala-dino sbaragliò l’esercito dei Crociati efece decapitare tutti i cavalieri cristia-ni superstiti, risparmiando solo i cava-lieri di San Giovanni di Gerusalemme(poi trasformatisi nell’Ordine di Mal-

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STORIA DELLA MEDICINA

SANITÀ MILITARE:DALLA BESTIALITÀ

ALL’UMANITÀ

Figura 1. Scultura “Patroclo e Menelao”(copia romana di un originale ellenistico delIII secolo a.C.), che si trova a Firenze nellaLoggia dei Lanzi, in Piazza della Signoria.

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ta), poiché in battaglia li aveva vistiprendersi cura non solo dei feriti cri-stiani, ma anche degli avversari mus-sulmani. In effetti gli Ospedalieri diSan Giovanni di Gerusalemme costi-tuivano l’unico ordine militare guer-riero cui competeva, per statuto, farsicarico anche dei feriti nemici: un con-cetto di portata dirompente, dal mo-mento, che fino ad allora, non era pra-ticata neppure la cura dei propri, chevenivano lasciati desolatamente mori-re sui campi di battaglia.

Poi il nulla, o quasi, e con un grandebalzo storico si giunge a Luigi XIV, ilquale cominciò ad intuire come nonfosse sopportabile che l’immensamoltitudine di giovani feriti venisselasciata morire con indifferenza senzaalcuna forma di assistenza. E fondòl’ospedale “Les Invalides” (1670),che però era appunto un ospedale,quindi bisognava arrivarci. Napoleone colse l’importanza del-l’assistenza sui campi di battaglia e lasanità militare della Grande Armée,grazie soprattutto a Dominique-JeanLarrey (Figura 3), il più grande chi-rurgo dell’epoca, costituì una formaorganizzata di soccorso sanitario aiferiti in battaglia. Ma siamo ancoraindietro. Basti pensare ad un numero.Le guerre napoleoniche (1792-1815)causarono oltre 2 milioni e mezzo dicaduti, ma di questi solo 150.000 mo-rirono sui campi di battaglia.Dobbiamo allora attendere la batta-glia di Solferino e San Martino, com-battuta tra le truppe franco-sardo-pie-montese e quelle austriache. Era il 25giugno 1859. Fu certamente una dellepiù sanguinose del periodo, con i suoi5.000 morti e 30.000 feriti. Ma non fuquella la molla. Bensì la presenza ca-suale di tal Henry Dunant (Figura 4),umanista e filantropo. Dunant era alseguito di Napoleone III, per scriver-ne la biografia, e si trovò nel postosbagliato nel momento sbagliato. Lui,che non era un militare, in mezzo aduna battaglia. E fu così sconvolto daquella massa di feriti lasciati a sé stes-si, che nel 1862 pubblicò il libro “Un

ricordo di Solferino”. Nel 1863 aderìalla Società Ginevrina di Utilità Pub-blica ed insieme ad altri 4 cittadinisvizzeri fondò una commissione di la-voro (il Comitato Ginevrino di Soc-corso dei Militari Feriti, detto il“Comitato dei 5”), che, di fatto, diver-rà il primo Comitato Internazionaledella Croce Rossa.Vale però la pena anche ricordare chepochi anni prima, durante la guerra diCrimea, combattuta tra il 1853 e il1856, tra l’impero ottomano e la Rus-sia unitamente ai suoi alleati europei(Regno Unito, Francia e Regno di Sar-degna), aveva visto la luce la profes-

sione infermieristica, grazie all’ingle-se Florence Nightingale. Le lineeguida tracciate dalla Nightingale sul-l’assistenza ai malati resistono ancoraoggi alle mode, ai tempi e alle innova-zioni tecniche: anzi, con le nuovefrontiere dei profili di cura, esse si rin-novano e i suoi principi restano capi-saldi irrinunciabili per qualsiasi pro-fessione sanitaria, tanto che moltedelle sue idee sono ancora cruciali perle infermiere e gli infermieri di oggi. E arriviamo così alla fine dell’Ot-tocento. Se è vero che i primi ventianni del ’900 furono la diretta conse-guenza di quella incredibile rivolu-zione che aveva sconvolto la scienzamedica e chirurgica nella secondametà del 1800, fu però la GrandeGuerra che, con tutti i suoi milioni dimorti e feriti, accentuò e accelerò que-sto progredire. La medicina e la chi-rurgia d’urgenza crebbero in queglianni più di quanto fecero nei 30 suc-cessivi e si può quindi tranquillamen-te affermare che la prima GuerraMondiale è stata una guida per il restodel XX secolo. D’altronde comeaveva sentenziato Nikolai Pirogoff(Figura 5), uno dei più grandi chirur-ghi russi del 1800, “la guerra è un’e-pidemia di traumi”. E la GrandeGuerra certamente lo fu. In quei po-chissimi anni si registrò un saltoquantico: sparì il medico generico(nacque lo specialista), la radiografiadivenne prassi corrente, migliorò l’a-nestesia, si standardizzarono le trasfu-sioni e sbocciò la chirurgia estetica.Non solo: la guerra chimica stimolò laricerca e determinò l’uso dei vaccini(contro vaiolo, colera, tifo, tetano) edello iodio bismutato di emetina (curaper la dissenteria amebica); l’appro-fondimento delle cause che provoca-vano la morte di tanti feriti salvatisidalle pallottole portò allo sviluppo delconcetto di “antibiosi”, cioè allo stu-dio dei farmaci contro le infezioni; lostudio aereonautico produsse l’ossi-geno liquido per uso anestetico; lostudio degli aspetti fisiologici e psico-logico-comportamentali legati al volodivennero la base della moderna me-dicina aeronautica e, infine, l’alto nu-mero di mutilati indusse la fondazio-

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Figura 2. Enea, nato da Venere e difensoredi Troia, ferito da una freccia, è curato dalmedico Iapige (pittura parietale del I seco-lo a.C., casa di Sirico a Pompei, Napoli,Museo Archeologico Nazionale).

Figura 3. Francobollo dedicato al franceseDominique-Jean Larrey (1766-1842), capochirurgo nella Grande Armée ed uno deipadri della medicina d’urgenza, grazie alleinnovazioni che introdusse sui campi di bat-taglia di tutte le campagne di Napoleone.

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ne dei centri di riabilitazione (il primofu a Bologna nel 1915).Nel corso della Grande Guerra, inItalia 18.000 furono i medici al fronte(per alcuni questo numero comprendeanche i farmacisti). Di questi, 720 tro-varono la morte e ben 400 durante lefasi dei combattimenti. La sanità mi-litare occupò, con la sua percentualedi morti sul campo, il secondo posto,subito dopo la fanteria. Le medaglieal valore assegnate ai medici non fu-rono poche: 255 d’argento, 1.164 dibronzo e ben 1.900 croci di guerra.Per risolvere il problema della caren-za di medici, verso la fine del 1915, ilComando Supremo suggerì di istitui-re una Scuola Medica Castrense (Fi-gura 6 e 7), a ridosso del fronte ison-tino. Il 9 gennaio 1916, a Camerechiuse, il Comando Supremo, indusseil Governo ad emanare il DecretoLuogotenenziale n. 38 che istituiva laScuola medica da campo a SanGiorgio di Nogaro. Il decreto del1916 stabiliva che potevano parteci-pare ai “Corsi di Medicina e Chirur-gia” gli studenti del 5° e 6° anno dimedicina che si trovavano sotto learmi. Domenica 13 febbraio 1916,sotto la guida del Comando Supremo,l’Università Castrense fu ufficialmen-te inaugurata ed i corsi iniziarono ilgiorno dopo, 14 febbraio. Alla solen-ne cerimonia, che si tenne in aulamagna, parteciparono i Duchi d’Aostae le massime autorità militari, fra que-sti Luigi Cadorna, ed i responsabilidella sanità militare e della CroceRossa. Direttore della Scuola fu no-minato Giuseppe Tusini, tenente co-lonnello medico della Croce Rossaitaliana, che diventerà nel 1939 anchesenatore del Regno. Nel I anno dicorso (14 febbraio 1916 - 24 maggio1916), gli studenti iscritti furono 366,di cui 356 del 5° anno universitario e10 del 6° anno universitario. Il 5° e 6°anno di Medicina, in tutte le Univer-sità del Regno, contemplavano la pre-senza di 16 materie: a San Giorgio visi aggiunsero, come corsi complemen-tari, la Traumatologia di guerra e laProtesi degli arti oltre a Logistica sa-

nitaria: vale a dire l’organizzazionemedica militare. Dal 15 al 26 aprile

1916 fu concessa una licenza specialeagli studenti, per permettere loro disostenere gli esami arretrati nelle uni-versità di provenienza.Gli esami finali programmati a finecorso, dall’1 al 15 giugno 1916, furo-no invece sospesi a causa del repenti-no richiamo degli studenti al fronte,dopo essere stati tutti promossi “aspi-ranti medici della sanità militare”, perfronteggiare l’offensiva austriaca de-nominata Strafexpedition in Trentino.Il 26 novembre 1916 venne emanatoil D.L. n. 1678 che stabiliva la nuovariorganizzazione dei corsi a San Gior-gio. Tutti gli iscritti al 5° e 6° annodella facoltà di medicina assieme aquelli del 3° e 4° anno (in servizio mi-litare) erano iscritti d’ufficio all’Uni-versità di Padova. La Scuola di SanGiorgio di Nogaro, di fatto, diventavauna sezione della Facoltà Medico-Chirurgica dell’Università di Padova.All’Università Castrense tutti gli“aspiranti medici della sanità mili-tare”, a Padova tutti gli altri.Al II anno di corso (4 dicembre 1916- 31 marzo 1917) confluirono a SanGiorgio 832 studenti (200 del 5° annoe 632 del 6° anno), 832 giunsero allafine dei corsi e 467 si laurearono aPadova (75% degli iscritti al 6° anno).La Scuola da Campo di San Giorgiofu un’esperienza professionale ecce-zionale. Molti furono gli insegnati il-lustri provenienti da prestigiose uni-versità del Regno, ma anche dall’este-ro (come, il chirurgo francese PierreDuval). L’Università castrense fuanche meta di visite da parte di dele-gazioni militari francesi, inglesi, sta-tunitensi e giapponesi.Con la battaglia di Vittorio Veneto (24ottobre - 3 novembre 1918) terminò ilconflitto e le campane di vittoria so-vrastarono le voci di sofferenza cau-sate da quattro interminabili anni dilotta. Per l’Italia i morti furono650.000, i feriti non gravi 947.000 e igrandi invalidi 643.000, mentre nelmondo la guerra, con ben 10 milionidi morti, aveva azzerato un’intera ge-nerazione di persone. Tuttavia comeabbiamo visto, il conflitto, oltre a mi-gliorare drasticamente le proprie armidi distruzione di massa, aveva comun-

que dato un maggiore vigore alla ri-cerca medica (di cui, in seguito, sigiovò tutta la popolazione civile), ba-sata su metodiche rigorosamentescientifiche e suffragate da esami dilaboratorio. Tutto ciò è una magraconsolazione, eppure l’impulso medi-co derivante dalla prima Guerra Mon-diale fu un volano determinate perspingere sia la medicina d’urgenzache quella riabilitativa verso quelleeccellenze che noi oggi conosciamo. Purtroppo la pace durò poco. Il tratta-to di Versailles (28 giugno 1919) ri-servò al principale sconfitto, la Ger-mania, un trattamento talmente umi-

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Figura 4. Henry Dunant (1828-1910), pre-mio Nobel per la pace nel 1901, il primoanno in cui venne assegnato tale ricono-scimento, per aver fondato la Croce Rossa.

Figura 5. Nikolai Pirogoff (1810-1881), unodei più grandi chirurghi russi del 1800, cheistituì un servizio di soccorso ed assisten-za simile a quello di Florence Nightingale.

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liante da far covare nei tedeschi pro-fondi sentimenti di rivincita che sa-rebbero sfociati poi, nel 1939, nellaseconda grande disgrazia mondiale. Da un punto di vista medicale la se-conda guerra mondiale non ci riservòperò salti così qualitativi come la Gran-de Guerra. Guerre troppo vicine. Simigliorarono e si affinarono solo le co-noscenze appena apprese. Unica ecce-zione, nel 1943, quando entrarono inuso le penicilline, il cui studio erastato però reso noto dallo scopritoreAlexander Fleming (Figura 8) nel1928 e che, a loro volta, derivavanoda quegli studi di antibiosi che lo stes-so Fleming (poi Nobel nel 1945), ca-pitano medico dell’esercito inglese

combattente nella battaglia della Som-me (Francia), aveva avuto modo di ini-ziare proprio durante la GrandeGuerra.Il Novecento ci propone altre dueguerre sanguinose. Quella di Corea(1950-53) e quella lunghissima delVietnam (1960-75). Ma anche questenon produssero accelerazioni consi-derevoli. Alla fine del secolo scorsoce ne fu una brevissima, la primaguerra del Golfo (1990-91), che inve-ce impresse un altro salto quantico.Ci si può chiedere quale sia la diffe-renza che c’è tra un marines america-no della Grande Guerra ed uno dellaguerra del Golfo. L’armamento ver-rebbe da rispondere. Solo in parte. Larisposta è la preparazione. Addestrareun soldato nel 1915 costava pochigiorni e pochi soldi. Per prepararneuno nel 1990, viceversa, occorrevanomesi e un ingente esborso di dollari.Ecco allora che il soldato che per anniera stato niente di più che carne dacannone (costava poco), diventò al-l’improvviso un soggetto da tutelareed eventualmente curare al meglio,nonché velocemente, per non perdere“l’investimento iniziale”. Questo det-taglio, apparentemente poco impor-tante, fu lo stimolo per passare da unachirurgia solamente ricostruttiva aduna rigenerativa, che di fatto è la filo-sofia che oggi la medicina del terzomillennio sta seguendo. Se nel 1915 lagrossa lesione si trattava con l’ampu-tazione, perché amputare era più faci-le che curare e il problema si sarebbe

risolto poi, oggi non è più ammissibi-le ragionare così. Costerebbe troppo.Bisogna riparare subito e velocemente.In conclusione, non è che si debbanofare le guerre perché dalle guerre poi siva avanti, ma è assolutamente vero chel’umanità, purtroppo, è andata moltoavanti sull’esperienza della guerra.Oggi fortunatamente il mondo, alme-no il nostro della vecchia Europa, hasaputo conoscere momenti di pace estabilità, favoriti anche dallo stessogenere umano, il quale, senza guerre,ha comunque saputo prodigarsi per ilprogresso scientifico e il migliora-mento di vita e società. Speriamo diaver imboccato la strada giusta.

Angelo Nataloni

(Società Storica per la Guerra Bianca)

Angela Verlicchi

(Associazione SOS Cervello)

Bruno Zanotti

(Segretario Nazionale SNO)

BIBLIOGRAFIA

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7. Variola G, Scandaletti P. Le crocerossine nella

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Figura 6. L’Università Castrense, il cui nome deriva dal fatto che fusistemata in un accampamento, fu istituita nel 1916.

Figura 7. Lezione di anatomia patologica all’Ospedale di SanGiorgio di Nogaro (da www.lagrandeguerra.info).

Figura 8. Alexander Fleming (1881-1955),che nel 1928 isolò la sostanza antibioticapenicillina dal fungo Penicillium notatum,per cui ricevette il Premio Nobel per la me-dicina nel 1945.

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Le cifre sono queste: 9 milioni diclienti (tra occasionali e abituali), 5miliardi di euro e 70 mila professioni-ste. Di cosa stiamo parlando? Del fe-nomeno attuale del mercato della pro-stituzione. Dopo la legge Merlin, chenel 1958 ha chiuso le case di tolleran-za, si è provato a regolamentarlo asuon di leggi, ordinanze comunali emulte. Risultato? Negli anni, le pro-stitute si sono riversate sui marciapie-di ed in luoghi surrogati di bordelli(sexy disco, centri massaggi, club, al-berghi, appartamenti, ecc.), con nes-sun controllo sanitario e frode al fisco(la prostituzione alimenta un girod’affari annuo che s’aggira attorno ai4 miliardi di euro).Il sindaco di Mogliano Veneto (Trevi-so), Giovanni Azzolini, ha pensatobene di promuovere un referendumper l’abrogazione parziale della leggeMerlin, con l’intento di cancellare gli

articoli che impediscono la riaperturadi case di tolleranza, fermo restandola norma che punisce il reato di sfrut-tamento della prostituzione. La cam-pagna si è rapidamente diffusa a livel-lo nazionale, con centinaia di punti at-tivi per la raccolta firme (il modo piùcomodo, anche per i non residenti, èperò quello di far riferimento ad unodei comuni italiani, in quanto si puòdepositare la propria firma in qualsia-si segreteria comunale, durante il nor-male orario d’ufficio), ma il raggiun-gimento delle 500.000 firme non ègarantito. Obiettivo da raggiungersientro settembre.Si ritiene che le patologie legate allaprostituzione ora interessino meno ilcampo delle neuroscienze e più quel-lo internistico-infettivologico, ma laneurolue di scolastica memoria nonpuò certo definirsi non più presentenelle nostre realtà. Anzi, vista la por-

tata della migrazione di popoli versol’occidente, la conoscenza di malattieda noi poco note negli ultimi decenni,come la tubercolosi e la sifilide, an-dranno ripassate sui nostri vecchi testi.La letteratura stessa ha ripreso a de-scrivere sia la malattia turbercolare siala sifilide. A tal proposito riportiamoampi stralci della comunicazione, pre-sentata nell’adunanza del 23 maggio2013 da Cristina Grazia Catania eColleghi (Dipartimento di Scienze delSistema Nervoso e del Comportamen-to dell’Università degli Studi di Pavia)e pubblicata sul Bollettino della So-cietà Medico Chirurgica di Pavia(2013; 125 (3): 601-606), inerente“Neurosifilide e disturbi psichiatrici:studio di un caso” (vedi box sotto).A ben vedere, quindi, la realtà di tuttii giorni ci dovrebbe porre su un pianonon di indifferenza rispetto alle inizia-tive come quella ricordata, che, co-munque, cercano di contrastare anchei risvolti di tipo sanitario, talora perti-nenti le neuroscienze, in quanto, nelleforme più gravi, alcune patologie ve-neree hanno un coinvolgimento neu-rologico. Alle volte un impegno civileè anche sanitario. (Angela Verlicchi)

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IMPEGNO CIVILE

LE CIFRE SONO QUESTE

NEUROSIFILIDE E DISTURBI PSICHICI:STUDIO DI UN CASO

C.G. Catania1, B. Vanini2, F. Podavini1, A. De Micheli1, C. Nichini3

1 Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Università degli Studi, Pavia2 Psicologia Medica, Fondazione IRCSS Policlinico “S. Matteo”, Pavia3 Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Azienda Ospedaliera, Pavia

“Il termine sifilide fu coniato dal medico di Verona Gerolamo Fracastoro, nella prima metà del 1500 nella sua operaSyphilis sive de morbo gallico, ispirandosi al mitico pastorello Sìfilo che, dopo avere offeso Apollo, venne condannatodal Dio a una terribile malattia che ne deturpa per sempre la bellezza. L’origine della sifilide è tuttora sconosciuta. Alungo la storiografia europea ha sostenuto che la malattia si fosse diffusa dalle Americhe nel vecchio continente permezzo dei marinai di Cristoforo Colombo. La prima epidemia di sifilide conosciuta è scoppiata a Napoli nel 1495, a se-guito della discesa del re francese Carlo VIII. Il ritorno dell’esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta Italia,per poi espanderla in tutta Europa, giungendo sino in Oriente. La malattia venne conosciuta in quasi tutta Europa con ilnome di mal francese, tranne in Francia, dove prese il nome di mal napolitain. La sifilide è un’infezione cronica causa-ta dal Treponema Pallidum, un batterio dell’ordine delle spirochete, caratterizzata da manifestazioni cliniche a caricodella cute e delle mucose, e occasionalmente, di altri organi e apparati. La trasmissione avviene generalmente per con-tagio diretto per via sessuale o transplacentare. Dopo un’incubazione di circa 3 settimane, l’infezione si manifesta conun sifiloma primario nella sede di contatto, e quasi contemporaneamente con una linfoadenite satellite (sifilide primaria).Due mesi dopo il contagio, in un quarto dei casi non trattati, si manifestano lesioni polimorfe alle mucose orali e genita-li (sifiloderma, roseola, condilomi) del periodo secondario. Le manifestazioni della lue secondaria regrediscono in 1-2

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mesi, ma in un quarto dei casi non trattati recidivano entro i due anni, con lesioni più grandi e a più lenta risoluzione.Raramente si possono evidenziare alterazioni a carico degli organi interni, come fegato, apparato genito-urinario, appa-rato visivo, ossa e sistema nervoso. L’invasione sistemica del Treponema, in realtà, inizia già dopo qualche ora dal con-tagio, con interessamento del sistema nervoso centrale dal 30 fino al 100% dei casi. Di questi, il 13-20% dei soggetti vaincontro a neurosifilide asintomatica. Col tempo, in un periodo che va da 1 anno a 25 anni circa, questi stessi soggettipossono sviluppare diversi quadri di neurolue: (in ordine cronologico) meningite sifilitica precoce (1,4-6%), sifilide me-ningovascolare (3,2-15%), paralisi generale (5%) e tabe dorsale (3-9%). Quindi non è impossibile il riscontro di mani-festazioni neurologiche anche nelle prime fasi della malattia. La sifilide terziaria può manifestarsi in tre forme diverse:la sifilide gommosa, la sifilide cardio-vascolare, e la neurosifilide tardiva. Quest’ultima può presentarsi come neurosifi-lide meningea, meningo-vascolare e parenchimatosa (sotto forma di paralisi generale, gomma luetica e tabe dorsale). Laparalisi generale, la forma clinica più frequentemente associata a sintomi psichiatrici, comporta la perdita neuronale incontrapposizione alle lesioni vascolari o di tipo infiammatorio caratteristiche delle altre forme di neurosifilide. Nella de-scrizione classica, dopo le prime manifestazioni psichiche come disturbi dell’umore, psicosi e alterazioni cognitive, lademenza diviene prominente. Tra i diversi sintomi e segni neurologici, caratteristico è il riscontro della pupilla di Argyll-Robertson. La tabe dorsale, invece, è un processo degenerativo progressivo a carico delle colonne e delle radici poste-riori del midollo spinale. La sintomatologia è caratterizzata da progressiva perdita dei riflessi periferici, alterazione dellasensibilità vibratoria e batiestetica, e progressiva atassia. Possono comparire anche impotenza e incontinenza. Carat-teristiche sono le crisi dolorose agli arti inferiori e vari organi interni, tali da simulare una patologia organica acuta. I sin-tomi neurologici e psichici presenti in queste diverse forme di neurosifilide sono così numerosi e aspecifici che la sifili-de deve essere posta in diagnosi differenziale con numerose patologie neurologiche e psichiatriche. Comunemente, lamalattia ha inizio con lievi cambiamenti di personalità e amnesia, che può evolvere in demenza. I sintomi psichiatrici piùfrequenti sono deliri, allucinazioni, disturbi dell’umore, delirium e aggressione. La disponibilità di antibiotici ha portatoad un rapido declino dell’incidenza di neurosifilide. Si ipotizza anche che, l’uso diffuso di antibiotici per infezioni di-verse dalla sifilide, possa comportare un trattamento incompleto o parziale di pazienti con sifilide non diagnosticata e unpotenziale cambiamento delle manifestazioni cliniche della neurosifilide. Diversi studi descrivono questi casi atipici oforme fruste, riferendo soprattutto manifestazioni sfumate o caratterizzate dalla presenza di un solo segno o sintomo ca-ratteristico. Nell’era HIV, diverse segnalazioni hanno suggerito un aumento dell’incidenza di neurosifilide primaria piut-tosto che di neurosifilide tardiva. Non è chiaro se ciò sia dovuto all’esposizione ad antibioticoterapia per trattare infe-zioni non correlate, o per l’immunosoppressione associata a infezione da HIV. È anche stato riportato un aumento dellemanifestazioni oculari. Inoltre, sono stati descritti casi di neurosifilide che imitano le manifestazioni dell’encefalite daHerpes Simplex. I pazienti erano giovani, e spesso presentavano crisi comiziali e anomalie parenchimali agli esami dineuroimaging. Friedrich Nietzsche, filosofo e poeta tedesco affetto da sifilide, scrisse: “Sto bene quando spero, e la sa-lute è legata alle mie speranze. Voi sapete che vi sono talvolta stati di sofferenza psichica che sono quasi un beneficio,perché fanno scordare quel che si soffre altrove. Ecco la mia filosofia della malattia: essa dona speranza alle anime”.Stava vivendo una delle sue fasi di euforia ed esaltazione dovute alla neurolue. Esiste un numero limitato di case reportrelativi ai disturbi dell’umore in caso di neurosifilide, con maggior prevalenza per i disturbi depressivi. La mania si pre-senta solo nel 5,5% di questi casi. Casi clinici di disturbo bipolare secondario a neurosifilide sono generalmente caratte-rizzati da sintomi maniacali non seguiti da sintomi depressivi. In base ad una review del 2011, solo 7 studi riportano 9casi di pazienti con sintomi maniacali secondari a neurosifilide. Otto di questi pazienti riportano, in associazione ai di-sturbi dell’umore, almeno un sintomo neurologico; solo due casi riportano sintomatologia maniacale e depressiva [...]”

(Estratto da: Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia 2013; 126 (3): 601-606.)

Una delle tre “botti” o stufe mercuriali per la cura della sifilide del Museo di Tommaso Campailla,all’interno dell’antico Ospedale di S. Maria della Pietà a Modica (Ragusa). Si tratta di camerini piccolissimi (0,80 m base x 1,34 m altezza), con una copertura a volta, in cui i pazienti veniva-no sottoposti alla cura a base di fumi mercuriali. Il malato di sifilide, come il manichino dell’im-magine, si sedeva sullo sgabello all’interno della stufa, dove era posto anche un braciere ar-dente. Dopodichè veniva chiusa la piccola porta di accesso, in cui due fori, in alto e in basso,consentivano di monitorare e di inserire la dose di cinabro (solfuro di mercurio - mezzo gram-mo la prima seduta, il doppio la volta successiva) e incenso dentro il braciere, posto tra legambe del malato. L’aggiunta di un pizzico di incenso consentiva ai vapori di mercurio di esse-re più “respirabili”. Completamente rinchiuso ed isolato, il sifilitico era avvolto totalmente dai va-pori sprigionati dal braciere, che penetravano nella pelle in piena sudorazione e nelle narici. Lefumigazioni erano normalmente 9 (12-13 nei casi più gravi), duravano 10 minuti e venivano pra-ticate a giorni alterni. La miscela inalata e diffusa sul corpo poteva fermare la malattia, se presanel suo stadio primario; agendo all’interno del sangue, uccideva i germi diminuendo la caricapatogena dei batteri e ciò comportava delle guarigioni, a volte anche definitive. Le botti diCampailla, note in tutta Europa, curarono i malati di lue ininterrottamente dal 1698 fino all’av-vento della penicillina, nel 1943. L’Ospedale rimase in attività fino agli anni settanta del secoloscorso e assurse a fama nazionale come Sifilocomio Campailla. (Angela Verlicchi)

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