[NAZIONALE - 34] … · «Odio andare in tv, special- ... fosse diventato una...

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34 il Giornale Sabato 7 novembre 2009 Spettacoli Paolo Giordano nostro inviato a Londra Dopo un po’ lui entra con le sue belle scarpe nuove, titu- bante assai, si stravacca sul di- vano et voilà! Il nuovo Robbie Williams torna dopo tre anni di autoesilio, pubblica un cd niente male e non è un ciccio- ne depresso come qualcuno te- meva. È invece un uomo intelli- gente che mostra al pubblico il suo catalogo di ossessioni e lo fa con la sbruffona timidezza degli insicuri. «Ho trentacin- que anni, forse dovrei essere un uomo più strutturato», sus- surra. D’altronde è difficile pretenderlo. A sedici anni, pri- ma di debuttare con i Take That, ha conosciuto la cocai- na. Poi la fama mondiale, che più o meno fa lo stesso effetto. E dopo ha iniziato ad averne il terrore, o forse la noia. Nel frat- tempo ha venduto palate di di- schi diventando uno dei can- tanti più famosi in circolazio- ne e ha foraggiato i rotocalchi con ogni tipo di gossip. Ma si è dimenticato di crescere. Lo sta facendo ora, con il disarmante ritardo degli artisti, accettan- do finalmente di confidarsi ma fumando una sigaretta Silk Cut dietro l’altra come se la star qui, in un hotel di Soho, non fosse lui, l’ex golden boy del pop, ma la sua paura, tene- ra e onnivora. Robbie Williams, non per nulla ha intitolato il suo nuovo album Reality killed the video star, la realtà ucci- de la star del video. «Era il titolo di una canzone che scrissi anni fa pensando al mio primo amore, io avevo se- dici anni e lei quindici. Poi per- si il testo ma il titolo mi è co- munque rimasto in mente. E l’ho tirato fuori». Sì, ma cosa significa. «Niente, è solo un piccolo ti- tolo per un album pop». Ci sarà qualcuno che si im- magina un riferimento po- lemico ai reality show. «Mi piacerebbe fare discor- soni intellettuali sui reality e di- re che ci stanno distruggendo. Io in realtà li guardo e non so se facciano bene o male». Nel suo nuovo singolo Bo- dies lei dice testuale: «Gesù non morì per voi». «Una sera ho visto un docu- mentario che parlava delle in- sicurezze intorno a Gesù e del fatto che in passato fossero adorati dei figli di madre vergi- ne e risorti dopo la morte. E mi sono detto: magari Gesù non è morto per noi». Complicato. Ma lei è prati- cante? «Sono stato allevato come un cattolico e mi trascino i miei sensi di colpa e una bella sensazione di vergogna». Ma va in chiesa, prega? «Non più. Quando sono feli- ce credo che forse Dio non esi- sta. Quando sono triste e infeli- ce, spero che ci sia e lo cerco». Adesso è nella fase che non crede in Dio: le sta andando tutto bene. «Non lo so, mi sento imba- razzato per quanto sono sensi- bile alle cose che mi circonda- no. E tutto ciò condiziona ciò che penso di me». Perciò va poco volentieri in tv. «Odio andare in tv, special- mente qui in Gran Bretagna dove i giornalisti sono i peggio- ri». Sabato prossimo lei sarà ad Amici su Canale 5. «Andare in tv comunque mi terrorizza. Capisco George Mi- chael che nella sua carriera so- lista ha pubblicato solo quat- tro dischi. Gli alti e bassi ti pos- sono devastare». Viene in mente Michael Jackson. «Ho trascorso tre anni chiu- so nella mia casa di Los Ange- les senza uscire se non per an- dare dal medico. Ho preso an- che gli antidolorifici come fa- ceva lui. Ma dopo due mesi ho smesso, ce l’ho fatta». Inizierà un’altra tournée? «Ne sono terrorizzato. Quan- do arrivo sul palco sembro co- sì sicuro e invece sono terroriz- zato. Sono un automa che con- tinua a ripetersi di fare schifo». Sì o no? «Per ora no, ma non lo esclu- do. Diciamo che ogni tanto fa- rò come si fa con l’acqua del mare: si mette dentro il piede per sentire se sia troppo fred- da oppure sopportabile». Niente tour, il disco è finito. Scusi, lei che cosa fa? «Scrivo canzoni tutto il gior- no, anche adesso che ho un di- sco di cui sono incredibilmen- te orgoglioso». E l’ispirazione da dove le viene? «Dico la verità: non lo so». Molti se lo sono chiesto do- po il suo penultimo cd, Ru- debox, che è stato un flop. «Era un album sperimentale chemisonodivertitoafare.Da ragazzino, ascoltai Achtung ba- by degli U2 e pensai: ma que- sto disco è davvero sexy! Con Rudebox volevo fare un album così». Obiettivo mancato. «Non sono mai riuscito a fa- re l’album che ho davvero in mente». Magari lo farà con i Take That. Dicono che finalmen- te vi riunirete. «Amo il pop e mi è piaciuto molto il loro ultimo cd The cir- cus: io sono pur sempre un grande fan dei grandi cori nel- le canzoni». D’accordo, ma vi riunirete? «Mi interessa molto ma non so quando succederà». Pieno di incertezze. Se non fosse diventato una pop- star, che cosa avrebbe com- binato nella vita? «Sarei diventato molto gras- so. Andavo bene a scuola ma non ho imparato nulla. Forse sarei diventato uno spacciato- re di marijuana». La fuma? «No». Michael Bublé vorrebbe duettare con lei. «È un grande, mi piace. È co- me me ma lui sa cantare». Allora il duetto? «Ma a quale scopo? Se fossi ambizioso, lo farei. Ma alla fi- ne preferisco starmene a casa a Los Angeles con il mio cane». Robert Peter Wil- liams, 35 anni, in- glese di Stoke-on- Trent. Ha cominciato la sua carriera nel 1990 con i Take That, che lo cacciarono nel 1995, po- chi mesi prima di scio- gliersi, per la sua con- dotta poco coerente con la loro immagine di bra- vi ragazzi. È entrato nel Guinness dei primati per avere venduto in un solo giorno un milione e 600mila biglietti del suo tour mondiale del 2006 di Lorenzo Arruga Sopra i colli di Como c’è Cometa. Credevo fosse una iniziativa benefica sociale, invece è semplicemente una famiglia fatta di famiglie, una grande casa di spaziosa e allegra bellezza, un’accolta di facce intense e piene di senso del vivere. I fratelli Figini hanno inventato una comunità raccogliendo ragazzi con problemi di fronte all’esi- stenzae ci son messi tutti insieme, ospi- ti e ospitati, per indirizzare bene la loro storia. Solo giovedì ne abbiamo saputo qualcosa,alconcertochenelTeatroSo- ciale di Como l’Orchestra Giovanile Cherubini ha offerto in affettuosa soli- darietà. Riccardo Muti, che l’ha diret- ta, ha chiamato i ragazzi in palcosceni- co e ha ricordato che in Italia non infor- miamo mai delle bellissime e grandi iniziative, ma che questa è «un gioiel- lo», «un esempio di fare cose serie e concrete con un po’ più di umanità». La forma della rappresentazione era quella del concerto, ma si trattava d’un’opera, il meraviglioso e impegna- tivo Don Pasquale in cui Donizetti, con la felicitàdel linguaggiocomico, ma an- che con la pensosa concretezza del- l’esperienza, ritraeva in musica vizi, pretese, carognerie, pazzie, solitudini e struggenti verità di tutti i tempi. La compagnia, giovane, abituata a recitar- la in teatro, impersonava i tipi della vi- cenda cantando con pienezza ma an- che recitando quel tanto che bastava, credibilmente. Preparata da Muti in uno stile di canto coerente, rigoroso nella linea ma con il respiro della liber- tà, si divertiva un mondo, pur immede- simandosi anche nei momenti di ma- linconia. Erano variamente bravi con eleganza accurata l’assai bella Laura Giordano, con poetica svagatezza l’ec- cellente Francisco Gatell, con sicurez- za spregiudicata Mario Cassi; ma nel protagonista Nicola Alaimo, per voce, fraseggio, capacità attorali, precisio- ne,dizioneetalentovasalutatounnuo- vo grande Don Pasquale.IlcorodelTe- atro di Piacenza è stato efficiente so- prattutto nelle finezze. L’orchestra Cherubini suona con partecipazione palpabile e trasporto, ed ha affrontato per la prima volta la partitura ardua con sorprendente bravura. Muti la im- pegna non solo ad eseguire, ma a capi- re, ascoltare e dialogare, per le vie mae- stre della grande interpretazione. Successo obbligatorio, ma sincero. Discorsetti finalisecondo unadepreca- bile tradizione, ma lodevolmente ful- minei. Poi tutti ad intasarsi sotto la pioggia nel disastrato traffico, covan- do un po’ di nuova felicità. A COMO Successo per Muti e i suoi giovani in un «Don Pasquale» rigoroso e divertito «Ho rischiato la fine di Michael Jackson E ho ancora paura» La popstar: «Sono riuscito a smettere coi farmaci però il pubblico mi terrorizza» Torneremo insieme anche se non so quando sarà Quando sono felice credo che Dio non esista Niente discorsoni intellettuali, li guardo È come me, la sola differenza è che lui sa cantare Se non l’avessi ottenuto forse sarei diventato spacciatore Antonio Lodetti Ormai non fa più notizia. Al- la sua collezione di successi Lau- ra Pausini aggiunge un Latin Grammy Awards - il quarto Grammy della sua carriera - nel- la categoria miglior album fem- minile con la versione spagnola di Primavera anticipata. L’ha conquistato a Las Vegas, dove ha aperto la notte della premia- zione cantando En cambio.«So- no stordita. Questa volta più di sempre», ha commentato Lau- ra, nonostante l’abitudine ai trionfi. La notizia casomai - sep- pur già ventilata - è che la Pausi- ni ha annunciato ufficialmente dall’anno prossimo il suo ritiro dalle scene per due anni. Vuol dedicarsi alla famiglia: «Non so- no stata una buona figlia - am- mette - perché la carriera mi ha tenuto lontano da mia madre per 16 anni». Prima però un su- per regalo ai fan italiani. Il 27 no- vembre, come dono di (provvi- sorio) addio, uscirà il cd/dvd Laura Live, cronaca di un anno di tournée mondiale con ag- giunta di tre inediti. Prima, a partire da venerdì prossimo a Ri- mini, un giro di dodici concerti evento (con tappe a Milano il 20 e 21 novembre e a Roma il 27 e 28) per festeggiare con il suo pubblico. E non ha tutti i torti Laura a sentirsi più stordita che mai; perché ai Latin Grammy si sfida l’intero universo latinoamerica- no e lo spazio per gli «estranei» è veramente ristretto. Infatti ha fatto incetta di premi (cinque Grammy tra cui quello per il mi- glior album dell’anno con Los de atras vienen conmigo) il duo di Portorico Calle 13. Da noi non li conosce nessuno ma lag- giù sono superstar, alfieri di un sound moderno che fonde jazz, funky, bossa nova e arriva al- l’hip hop sperimentale e al reg- gaeton. Sull’onda lunga del Buena Vi- sta Social Club la voce romanti- ca e al tempo stesso virile di Omara Portuondo ha portato la cultura popolare cubana sugli scudi vincendo il premio per il «miglior album tropicale» con Gracias. La cantante, 79 anni, è la prima artista di Cuba ad assi- stere di persona ai Latin Gram- my. Il premio per il personaggio dell’anno (l’anno scorso l’ha portato via Gloria Estefan) è an- dato al messicano Juan Gabriel («Il mio cuore italiano si unisce al tuo messicano per dirti gra- zie», ha detto la Pausini prima di cantare il successo di Gabriel Abràzame muy fuerte), beniami- no del pubblico, autore di 1500 canzoni e fondatore di un orfa- notrofio. In tanta festa un mo- mento di commozione per l’omaggio a Mercedes Sosa, la pasionaria argentina scompar- sa un mese fa. Take That Religione Reality show DA GUINNESS Michael Bublè Il successo LAS VEGAS La Pausini vince il Latin Grammy e si ferma per due anni «Mi dedicherò a mia mamma». Prima però esce il cd/dvd «Laura Live» e un tour che parte venerdì da Rimini POKER Laura Pausini (35 anni) alza il Grammy per il miglior album femminile del 2009, il quarto della sua carriera INTERNAZIONALE La cantante ha aperto la serata: «Sono stordita, stavolta più di sempre» L’INTERVISTA ∫ ROBBIE WILLIAMS Dopo essere stato sottoposto a terapie in- tensive per una seria infezione batterica da Escherichia coli che si era sommata a un’influenza, Elton John ha lasciato giove- dì sera il King Edward VII Hospital di Lon- dra. La malattia aveva costretto nei giorni scorsi il cantante 62enne a cancellare di- versi spettacoli dal vivo, compresa la data finale del suo Red Piano World Tour alla O2 Arena di Dublino. Ma l’uscita dall’ospe- dale non gli ha comunque permesso di in- tervenire ieri sera all’Emerald Ball che si è tenuto a Londra per raccogliere fondi a fa- vore della sua Aids Foundation. Il portavo- ce di Elton, Gary Farrow, ha detto al sito di «People» che il cantante ora «sta bene». E che sta preparando la ripresa del tour ame- ricano Face 2 Face che lo vedrà in coppia con Billy Joel. Le prime due date del nuovo calendario sono quella di Oakland, il 14 no- vembre, e di San José, il 17 novembre. I pri- mi due spettacoli del tour erano stati posti- cipati proprio per il ricovero del cantante. Elton John Lascia l’ospedale ma diserta il ballo «anti-Aids»

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34 il Giornale Sabato 7 novembre 2009

Spettacoli

Paolo Giordanonostro inviato a Londra

Dopo un po’ lui entra conle sue belle scarpe nuove, titu-bante assai, si stravacca sul di-vano et voilà! Il nuovo RobbieWilliams torna dopo tre annidi autoesilio, pubblica un cdniente male e non è un ciccio-nedepressocomequalcunote-meva.Èinveceunuomointelli-gente che mostra al pubblico ilsuo catalogo di ossessioni e lofa con la sbruffona timidezzadegli insicuri. «Ho trentacin-que anni, forse dovrei essereun uomo più strutturato», sus-surra. D’altronde è difficilepretenderlo.A sedicianni,pri-ma di debuttare con i TakeThat, ha conosciuto la cocai-na. Poi la fama mondiale, chepiù o meno fa lo stesso effetto.E dopo ha iniziato ad averne ilterrore,oforselanoia.Nel frat-tempoha vendutopalate di di-schi diventando uno dei can-tanti più famosi in circolazio-ne e ha foraggiato i rotocalchicon ogni tipo di gossip. Ma si èdimenticato di crescere. Lo stafacendo ora, con il disarmanteritardo degli artisti, accettan-do finalmente di confidarsima fumando una sigaretta SilkCut dietro l’altra come se lastar qui, in un hotel di Soho,non fosse lui, l’ex golden boydel pop, ma la sua paura, tene-ra e onnivora.

Robbie Williams, non pernulla ha intitolato il suonuovo album Reality killedthevideostar, la realtàucci-de la star del video.«Era il titolo di una canzone

che scrissi anni fa pensando almio primo amore, io avevo se-diciannie leiquindici.Poiper-si il testo ma il titolo mi è co-munque rimasto in mente. E

l’ho tirato fuori».Sì, ma cosa significa.«Niente, è solo un piccolo ti-

tolo per un album pop».Ci sarà qualcuno che si im-magina un riferimento po-lemico ai reality show.«Mi piacerebbe fare discor-

soniintellettualisuirealityedi-re che ci stanno distruggendo.Io in realtà li guardo e non sose facciano bene o male».

Nel suo nuovo singolo Bo-dies lei dice testuale: «Gesùnon morì per voi».«Una sera ho visto un docu-

mentario che parlava delle in-sicurezze intorno a Gesù e delfatto che in passato fosseroadoratidei figlidi madrevergi-ne e risorti dopo la morte. E misono detto: magari Gesù non èmorto per noi».

Complicato. Ma lei è prati-cante?«Sono stato allevato come

un cattolico e mi trascino imiei sensi di colpa e una bellasensazione di vergogna».

Ma va in chiesa, prega?«Non più. Quando sono feli-

ce credo che forse Dio non esi-sta.Quandosonotristeeinfeli-ce, spero che ci sia e lo cerco».

Adesso è nella fase che noncrede in Dio: le sta andandotutto bene.«Non lo so, mi sento imba-

razzatoperquanto sonosensi-bile alle cose che mi circonda-no. E tutto ciò condiziona ciòche penso di me».

Perciò va poco volentieri intv.«Odio andare in tv, special-

mente qui in Gran Bretagnadoveigiornalistisonoipeggio-ri».

Sabato prossimo lei sarà adAmici su Canale 5.«Andare in tv comunque mi

terrorizza.CapiscoGeorgeMi-

chaelche nellasuacarrieraso-lista ha pubblicato solo quat-tro dischi. Gli alti e bassi ti pos-sono devastare».

Viene in mente MichaelJackson.«Ho trascorso tre anni chiu-

so nella mia casa di Los Ange-les senza uscire se non per an-dare dal medico. Ho preso an-che gli antidolorifici come fa-ceva lui. Ma dopo due mesi hosmesso, ce l’ho fatta».

Inizierà un’altra tournée?

«Nesonoterrorizzato.Quan-do arrivo sul palco sembro co-sìsicuroeinvecesonoterroriz-zato.Sonounautomachecon-tinua a ripetersi di fare schifo».

Sì o no?«Per orano, ma non lo esclu-

do. Diciamo che ogni tanto fa-rò come si fa con l’acqua delmare: si mette dentro il piedeper sentire se sia troppo fred-da oppure sopportabile».

Niente tour, il disco è finito.Scusi, lei che cosa fa?

«Scrivo canzoni tutto il gior-no, anche adesso che ho un di-sco di cui sono incredibilmen-te orgoglioso».

E l’ispirazione da dove leviene?«Dico la verità: non lo so».

Molti se lo sono chiesto do-po il suo penultimo cd, Ru-debox, che è stato un flop.«Era un album sperimentale

chemi sonodivertito afare.Daragazzino,ascoltaiAchtungba-by degli U2 e pensai: ma que-sto disco è davvero sexy! ConRudebox volevo fare un albumcosì».

Obiettivo mancato.«Non sono mai riuscito a fa-

re l’album che ho davvero inmente».

Magari lo farà con i TakeThat. Dicono che finalmen-te vi riunirete.«Amo il pop e mi è piaciuto

molto il loro ultimo cd The cir-cus: io sono pur sempre ungrande fan dei grandi cori nel-le canzoni».

D’accordo, ma vi riunirete?«Mi interessa molto ma non

so quando succederà».Pieno di incertezze. Se nonfosse diventato una pop-star, che cosa avrebbe com-binato nella vita?«Sarei diventato molto gras-

so. Andavo bene a scuola manon ho imparato nulla. Forsesarei diventato uno spacciato-re di marijuana».

La fuma?«No».

Michael Bublé vorrebbeduettare con lei.«È un grande, mi piace. È co-

me me ma lui sa cantare».Allora il duetto?«Ma a quale scopo? Se fossi

ambizioso, lo farei. Ma alla fi-ne preferisco starmene a casaa Los Angeles con il mio cane».

Robert Peter Wil-liams, 35 anni, in-

glese di Stoke-on-Trent. Ha cominciato lasua carriera nel 1990con i Take That, che locacciarononel 1995, po-chi mesi prima di scio-gliersi, per la sua con-dotta poco coerente conla loro immagine di bra-vi ragazzi. È entrato nelGuinness dei primatiper avere venduto in unsolo giorno un milione e600mila biglietti delsuo tour mondiale del2006

di Lorenzo Arruga

Sopra i colli di Como c’è Cometa.Credevo fosse una iniziativa beneficasociale, invece è semplicemente unafamiglia fatta di famiglie, una grandecasa di spaziosa e allegra bellezza,un’accolta di facce intense e piene disenso del vivere. I fratelli Figini hannoinventato una comunità raccogliendoragazzi con problemi di fronte all’esi-stenzaecisonmessituttiinsieme,ospi-ti eospitati, perindirizzare benela lorostoria.Sologiovedìneabbiamosaputoqualcosa,alconcertochenelTeatroSo-ciale di Como l’Orchestra GiovanileCherubini ha offerto in affettuosa soli-darietà. Riccardo Muti, che l’ha diret-ta,hachiamato i ragazzi inpalcosceni-coeharicordatocheinItalianoninfor-miamo mai delle bellissime e grandiiniziative, ma che questa è «un gioiel-lo», «un esempio di fare cose serie econcrete con un po’ più di umanità».

La forma della rappresentazione eraquella del concerto, ma si trattavad’un’opera,ilmeravigliosoeimpegna-tivoDonPasquale incuiDonizetti,conlafelicitàdellinguaggiocomico,maan-che con la pensosa concretezza del-l’esperienza, ritraeva in musica vizi,pretese, carognerie, pazzie, solitudinie struggenti verità di tutti i tempi. Lacompagnia,giovane,abituataarecitar-la in teatro, impersonava i tipi della vi-cenda cantando con pienezza ma an-che recitando quel tanto che bastava,credibilmente. Preparata da Muti inuno stile di canto coerente, rigorosonellalineama conil respirodella liber-tà,sidivertivaunmondo,purimmede-simandosi anche nei momenti di ma-linconia. Erano variamente bravi coneleganza accurata l’assai bella LauraGiordano,con poeticasvagatezza l’ec-cellente Francisco Gatell, con sicurez-za spregiudicata Mario Cassi; ma nelprotagonista Nicola Alaimo, per voce,fraseggio, capacità attorali, precisio-ne,dizioneetalentovasalutatounnuo-vograndeDonPasquale.IlcorodelTe-atro di Piacenza è stato efficiente so-prattutto nelle finezze. L’orchestraCherubini suona con partecipazionepalpabile e trasporto, ed ha affrontatoper la prima volta la partitura arduacon sorprendente bravura. Muti la im-pegna non solo ad eseguire, ma a capi-re,ascoltareedialogare,perleviemae-stre della grande interpretazione.

Successo obbligatorio, ma sincero.Discorsettifinalisecondounadepreca-bile tradizione, ma lodevolmente ful-minei. Poi tutti ad intasarsi sotto lapioggia nel disastrato traffico, covan-do un po’ di nuova felicità.

A COMO

Successo per Mutie i suoi giovaniin un «Don Pasquale»rigoroso e divertito

«Ho rischiato la finedi Michael JacksonE ho ancora paura»La popstar: «Sono riuscito a smettere coifarmaci però il pubblico mi terrorizza»

Torneremo

insieme anche

se non so

quando sarà

Quando sono

felice credo

che Dio

non esista

Niente

discorsoni

intellettuali,

li guardo

È come me, la

sola differenza

è che lui

sa cantare

Se non l’avessi

ottenuto forse

sarei diventato

spacciatore

Antonio Lodetti

Ormainonfapiùnotizia.Al-lasuacollezionedisuccessiLau-ra Pausini aggiunge un LatinGrammy Awards - il quartoGrammydellasuacarriera-nel-la categoria miglior album fem-minile con la versione spagnoladi Primavera anticipata. L’haconquistato a Las Vegas, doveha aperto la notte della premia-zionecantandoEncambio.«So-no stordita. Questa volta più disempre», ha commentato Lau-ra, nonostante l’abitudine aitrionfi. Lanotiziacasomai- sep-purgià ventilata - è che la Pausi-ni ha annunciato ufficialmentedall’anno prossimo il suo ritirodalle scene per due anni. Vuoldedicarsiallafamiglia:«Nonso-no stata una buona figlia - am-

mette - perché la carriera mi hatenuto lontano da mia madreper 16 anni». Prima però un su-perregaloaifanitaliani. Il27no-vembre, come dono di (provvi-sorio) addio, uscirà il cd/dvdLaura Live, cronaca di un annodi tournée mondiale con ag-giunta di tre inediti. Prima, apartiredavenerdìprossimoaRi-

mini, un giro di dodici concertievento (con tappe a Milano il 20e 21 novembre e a Roma il 27 e28) per festeggiare con il suopubblico.

E non ha tutti i torti Laura asentirsi più stordita che mai;perché ai Latin Grammy si sfidal’interouniversolatinoamerica-no e lo spazio per gli «estranei»è veramente ristretto. Infatti hafatto incetta di premi (cinqueGrammytracui quello per il mi-glior album dell’anno con Losde atras vienen conmigo) il duo

di Portorico Calle 13. Da noinon li conosce nessuno ma lag-giù sono superstar, alfieri di unsound moderno che fonde jazz,funky, bossa nova e arriva al-l’hip hop sperimentale e al reg-gaeton.

Sull’onda lunga del Buena Vi-sta Social Club la voce romanti-ca e al tempo stesso virile di

Omara Portuondo ha portato lacultura popolare cubana sugliscudi vincendo il premio per il«miglior album tropicale» conGracias. La cantante, 79 anni, èla prima artista di Cuba ad assi-stere di persona ai Latin Gram-my.Il premio per il personaggiodell’anno (l’anno scorso l’haportato via Gloria Estefan) è an-dato al messicano Juan Gabriel(«Il mio cuore italiano si unisceal tuo messicano per dirti gra-zie», ha detto la Pausini primadi cantare il successo di GabrielAbràzamemuyfuerte),beniami-no del pubblico, autore di 1500canzoni e fondatore di un orfa-notrofio. In tanta festa un mo-mento di commozione perl’omaggio a Mercedes Sosa, lapasionaria argentina scompar-sa un mese fa.

Take That

Religione

Reality show

DA GUINNESS

Michael Bublè

Il successo

LAS VEGAS

La Pausini vince il Latin Grammy e si ferma per due anni«Mi dedicherò a mia mamma». Prima però esce il cd/dvd «Laura Live» e un tour che parte venerdì da Rimini

POKER

Laura Pausini(35 anni) alzail Grammy peril miglior albumfemminiledel 2009,il quarto dellasua carriera

INTERNAZIONALE

La cantante ha aperto la

serata: «Sono stordita,

stavolta più di sempre»

L’INTERVISTA ∫ ROBBIE WILLIAMS

Dopo essere stato sottoposto a terapie in-tensive per una seria infezione battericada Escherichia coli che si era sommata aun’influenza, Elton John ha lasciato giove-dì sera il King Edward VII Hospital di Lon-dra. La malattia aveva costretto nei giorniscorsi il cantante 62enne a cancellare di-versi spettacoli dal vivo, compresa la datafinale del suo Red Piano World Tour allaO2ArenadiDublino. Ma l’uscitadall’ospe-dale non gli ha comunque permesso di in-tervenire ieri sera all’Emerald Ball che si ètenuto a Londra per raccogliere fondi a fa-vore della sua Aids Foundation. Il portavo-ce di Elton, Gary Farrow, ha detto al sito di«People» che il cantante ora «sta bene». Echesta preparandolaripresa deltourame-ricano Face 2 Face che lo vedrà in coppiacon Billy Joel. Le prime due date del nuovocalendariosonoquelladiOakland,il14no-vembre, e di San José, il 17 novembre. I pri-mi duespettacolidel tourerano statiposti-cipati proprio per il ricovero del cantante.

Elton John Lascia l’ospedalema diserta il ballo «anti-Aids»