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COVID-19: impatti su premi, sinistri, investimenti e solvibilità, ma anche nuove opportunità di business

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COVID-19: impatti su premi, sinistri, investimenti e solvibilità, ma anche nuove opportunità di business

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Il 21 febbraio è stato registrato in Italia il primo caso di COVID-19. Seppur limitato ad un numero ridotto di comuni del nord Italia, ben presto l’emergenza si è allargata prima tra le regioni del nord e successivamente anche un rapido sguardo nelle altre regioni. Nell’arco di due settimane, quale misura per contrastare il rapido dilagare del virus, in Italia è stato attuato un lockdown, che ha prima limitato gli spostamenti individuali e successivamente arrestato tutte le attività produttive che non fossero ritenute strategiche per il Paese.

Il dramma che ne è conseguito dal veloce dilagare del COVID-19, sia in termini di vite umane sia sociale e finanziario, ha dato origine ad una serie di ripercussioni che interesseranno l’intera economia italiana, europea e mondiale.

Il settore assicurativo, al pari di ogni altra attività, ne sarà colpito sia con una riduzione della produzione sia dalla necessità di dover re-immaginare un business che non troverà in futuro le stesse condizioni e situazioni che abbiamo vissuto fino a qualche mese fa. In questo scenario, sarà importante il ruolo sociale che le compagnie di assicurazione hanno sempre svolto in momenti di crisi: saper rispondere velocemente al bisogno dei propri assicurati sarà chiave per rafforzare il rapporto con loro e contribuire così al rilancio dell’economia. In poche settimane, le compagnie hanno avviato una serie di misure per contrastare l’emergenza COVID-19, sia tramite l’arricchimento delle garanzie (i.e. diarie da ricovero, erogazione di capitale in caso di terapia intensiva, ecc.) e servizi (i.e. teleconsulto medico) presenti nelle polizze in essere sia con nuovi prodotti specifici per fronteggiare la situazione straordinaria che il Paese sta vivendo (polizze specifiche per clienti corporate a copertura dei rischi sanitari dei dipendenti). Inoltre, come già fatto da alcuni gruppi assicurativi italiani, si presume verranno poste in essere misure promozionali o di contenimento dei costi delle polizze (soprattutto RCA) al rinnovo delle stesse o su nuovi contratti.

“Sia le compagnie vita che danni registreranno una contrazione della produzione dovuta principlamente alla tensione finanziaria che gli italiani affronteranno nei prossimi mesi.

“Il lockdown, e la conseguente riduzione dell’attività economica del Paese, si tradurrà in una contrazione del numero di sinistri, con un beneficio generale al combined ratio del settore; invece, i molti lavoratori autonomi, per recuperare la liquidità di cui hanno bisogno in questi giorni di emergenza, si troveranno a dover intaccare i propri risparmi. Una situazione che potrebbe portare ad un incremento dei riscatti.

“Un numero crescente di compagnie in Italia ha esteso le proprie coperture al COVID-19, mentre un numero ridotto ha messo a punto prodotti specifici per tutelare gli assicurati e i loro familiari.

“Le compagnie danni seguono attentamente il tema della Business Interrumption che, nel caso in cui si verificasse un intervento specifico da parte del legislatore, potrebbe portare ad un significativo incremento del numero e dell’ammontare dei sinistri.

“La Business Continuity velocemente implementata dalle compagnie - per abilitare l’attività in remoto - porterà ad un probabile incremento dei costi operativi, parzialmente compensati dai minori costi generali sostenuti.

“Il monitoraggio della liquidità, della disponibilità di un adeguato Solvency Ratio e la rivisitazione delle assunzioni sottostanti i piani industriali sono i principali temi su cui il management delle compagnie si stanno focalizzando.

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Le previsioni sulla crescita economica globale mostrano una contrazione del PIL, con impatti attesi su tutti i settori, tra cui un significativo incremento della disoccupazione e una conseguente riduzione del potere di acquisto dei consumatori finali.

In particolare, in Italia per il 2020 le principali agenzie di rating si attendono una contrazione più forte con un recupero parziale atteso nel 2021. Si verrebbe così a delineare un andamento dell’economia a ‘V’ (brusca frenata seguita da un vigoroso rimbalzo) con la seconda asta della ‘V’ più corta della prima indicando che l'attività economica sarà in grado di risalire ai livelli pre-crisi.

Nonostante le misure messe in atto dal governo, il lungo periodo di lockdown e le incerte prospettive di recupero stanno mettendo a dura prova la situazione finanziaria sia delle realtà più piccole (artigiani, botteghe, bar, ristoranti, ecc.) che delle realtà più grandi (tipiche dell’economia italiana), oltre alla grande azienda. Tutto questo avrà un impatto sulla produzione delle compagnie di assicurazioni nell’anno in corso, ma soprattutto nel prossimo anno, in quanto è prevedibile che le persone fisiche, così come le aziende, decidano di non versare i premi di polizze già in essere nel caso in cui si trovassero in una situazione di tensione finanziaria e dovendo, quindi, affrontare una riduzione delle spese ritenute ‘non essenziali’.

Nel comparto danni, ci aspettiamo una contrazione della produzione guidata da un significativo ridimensionamento delle linee di business diverse dal Motor, dove il blocco delle attività produttive e il conseguente decremento della ricchezza generale, porterà ad una contrazione sia in termini di nuove polizze emesse sia in termini di rinnovi. Per quanto riguarda il Motor, la contrazione della nuova produzione sarà inevitabile anche se non particolarmente significativa data l’obbligatorietà della copertura: a tale andamento concorreranno (i) il significativo calo delle nuove immatricolazioni di veicoli (solo nel mese di marzo pari a meno 85,4%), anche se il dato non va letto in valore assoluto dato che una componente significativa è rappresentata dal rinnovo parco auto, (ii) da riduzioni tariffarie già preventivate o che risulteranno da un incremento della competizione a salvaguardia degli attuali portafogli e giustificati dal drastico calo della frequenza dei sinistri già osservata dal marzo 2020 e (iii) da azioni commerciali sulle flotte aziendali.

Nel comparto vita, ad un primo rallentamento della produzione dovuto all’incertezza della durata dell’emergenza in corso, seguirà un ritracciamento ipotizzando una rivisitazione della propensione al risparmio degli italiani (prima dell’emergenza COVID-19 il saggio di risparmio era pari al 8,3%, contro l’oltre 20% di un decennio fa), sulla scorta di quanto registrato in Cina.

Inoltre, è plausibile che si venga ad assistere ad un trasferimento di patrimoni, o parti significative di questi, verso strumenti quali le polizze assicurative vita, che rappresentano un bene rifugio viste le loro caratteristiche intrinseche.

A quanto descritto finora deve essere aggiunto l’ulteriore impatto a cui le compagnie saranno esposte a seguito della decisione di adottare - su base volontaria - azioni di sospensione, proroga e dilazione dei premi sia per le polizze vita sia danni, oltre al blocco di tutte le azioni di recupero dei premi non pagati e delle franchigie.

Una volta superata la fase di emergenza COVID-19, per le compagnie di assicurazioni si apriranno nuovi scenari commerciali che potrebbero trasformarsi in opportunità oggi non ancora ipotizzate. L’esperienza che oggi ogni individuo - sia esso operaio, dipendente o imprenditore - sta vivendo sulla propria pelle e su quella dei propri cari sta generando sentimenti e apprensioni che ne influenzeranno significativamente le esigenze future. Chi saprà declinare tali esigenze avrà un significativo vantaggio concorrenziale, motivo per cui le compagnie dovrebbero iniziare a focalizzarsi sulle nuove strategie commerciali da porre in essere. A conferma di ciò, in Cina recenti sondaggi evidenziano che la popolazione, colpita dall’emergenza COVID-19, prevede di acquistare polizze assicurative, principalmente sanitarie e previdenziali.

Premi

“La riduzione della produzione danni sarà principalmente attribuibile alle linee di business diverse dal Motor. Per il Motor, che rappresenta più della metà del portafoglio danni, ci aspettiamo una flessione limitata, sebbene è auspicabile che si inneschi un trend ribassista dei premi di polizza.

“Gli assicurati potrebbero richiedere un prolungamento delle polizze in essere o significativi sconti in fase di rinnovo, visto l’arresto delle attività produttive con la conseguente riduzione del rischio da parte degli assicuratori.

“Ridefinizione della propria strategia commerciale per indirizzare il comportamento degli assicurati e beneficiare delle nuove opportunità che si verranno a creare.

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In Italia, l’impatto derivante dall’emergenza COVID-19 per la compagnie vita è alquanto limitato in termini di caso morte in quanto, seppur i numeri di decesso registrati siano significativamente alti, i dati statistici ci mostrano che la maggior parte delle vittime del virus sono persone con un’età superiore ai 65 anni (ca. 95% dei decessi totali), quindi non più assicurate o già afflitte da malattie pregresse. Inoltre, la propensione all’acquisto di coperture di questo genere (TCM) è molto bassa in Italia.

Il vero rischio che le compagnie vita potrebbero trovarsi a fronteggiare nei prossimi mesi è una tensione di liquidità riconducibile principalmente ad uno sbilancio dei flussi di cassa in uscita, a seguito di un incremento dei riscatti (raccolta netta negativa), dovuti alla necessità degli assicurati di monetizzare polizze in essere per far fronte a esigenze quotidiane. Infatti, secondo un’indagine condotta dal Centro Einaudi in collaborazione con Intesa Sanpaolo, l’ammanco di entrate atteso per le famiglie italiane ammonterà a 48 miliardi di euro ipotizzando una ripresa tra fine aprile e maggio.

Per le compagnie danni, il cui business è fortemente concentrato sul Motor, l’incremento dei sinistri, riconducibili alle coperture per il rischio di impiego, le diarie per la malattia, le perdite

“Le famiglie, maggiormente colpite dall’emergenza COVID-19, potrebbero ricercare la liquidità tramite il riscatto di polizze vita.

“Sulla scorta delle crisi precedenti, le compagnie danni si dovranno attrezzare di strumenti e strutture adeguate per fronteggiare un incremento delle frodi e dei contenziosi.

“Ad oggi la Business Interruption non rappresenta un tema critico per le compagnie italiane, ma un ipotetico intervento legislativo che imponga alle compagnie danni estendere le garanzie includendo l’emergenza COVID-19 porterebbe ad un significativo incremento di sinistri.

Sinistri

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finanziarie e i pochi casi di business interruption (il prodotto generalmente è parte delle polizze legate ai fabbricati), potrebbe essere abbondantemente compensato dalla significativa contrazione dei sinistri riconducibili ai veicoli circolanti: nel solo mese di marzo, con minori mezzi in circolazione, è stata registrata una significativa contrazione dei sinistri.

Al pari del settore vita, anche quello danni sarà potenzialmente esposto, nei mesi a venire, a rischi derivanti dalle frodi. Le esperienze passate ci insegnano che in periodo di crisi, e attualmente stiamo vivendo una crisi senza precedenti dal dopoguerra, la tentazione della frode assicurativa è infatti molto elevata. In alternativa alle più complesse frodi assicurative, potrebbero sorgere un inusuale numero di contenziosi - dovuti ad eventuali clausole di polizza poco chiare e a fragili interpretazioni da parte degli assicurati - che si tradurrebbero in tempo e risorse da dedicare più che di perdite economiche.

In ambito salute, per offrire un maggior sostegno finanziario ai propri assicurati, alcune compagnie hanno deciso di elevare l’età massima dell’assicurato da 65 a 75 anni. È doveroso però ricordare che allo stato attuale l’emergenza COVID-19 è stata gestita dalle strutture sanitarie pubbliche, quindi eventuali esborsi anche in questo ambito non ci si aspetta esborsi consistenti.

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Nel corso del mese di marzo 2020 i principali indici finanziari delle borse mondiali hanno registrato perdite che hanno raggiunto il -40%, con un recupero parziale tra la fine del mese e la prima metà di aprile. Rimane sui mercati finanziari un’elevata volatilità dovuta principalmente agli incerti scenari futuri dalla durata attualmente non prevedibile.

Gli impatti sul portafoglio circolante delle compagnie di assicurazione relativamente alle componenti equity e fondi sono stati sicuramente importanti.

Un potenziale rischio, che potrebbe generare ulteriore turbolenza sui mercati finanziari, viene dai corporate bond e dalla ‘salute’ delle aziende emittenti, che potrebbero entrare in sofferenza a seguito degli effetti che l’emergenza COVID-19 potrà avere sull’economia globale.

Volatility Adjustment

“Il crollo dei mercati finanziari è stato trainato principalmente dall’equity, asset class presente in quantità ridotte nei bilanci della compagnie di assicurazioni italiane.

“Le perdite potenziali sono state sterilizzate dalle regole contabili italiane (i.e. Italian GAAP) o nei bilanci e dal Volatility Adjustment nei calcoli di solvibilità (effettuati a fair value).

“Le compagnie con una forte esposizione ai corporate bond potrebbero incorrere in perdite inattese nei prossimi mesi.

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1° caso COVID-19 in Italia

Per quanto riguarda, invece, i titoli governativi italiani, dopo una iniziale svalutazione di mercato dovuta all’aumento dello spread, hanno registrato una ripresa di valore alla fine del mese di marzo, anche grazie all’intervento delle banche centrali. In particolare, si è riscontrata la seguente evoluzione dello spread: 160 bps a fine dicembre 2019, 326 bps a metà marzo 2020, 198 bps a fine marzo 2020 e 220 bps al 27 aprile 2020.

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Il trend registrato dai mercati finanziari ha avuto un immediato impatto sul Sovency Ratio delle compagnie di assicurazioni (soprattutto per quelle maggiormente esposte verso i titoli di stato italiani), implicandone una significativa volatilità dovuta principalmente al patrimonio disponibile valutato a fair value.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Vista l’incertezza relativa alle tempistiche e agli effetti che l’emergenza COVID-19 potrà generare, per meglio monitorare l’andamento della solvibilità del mercato italiano e prevenire eventuali situazioni critiche, IVASS ha avviato, su base settimanale, un monitoraggio degli indici di solvibilità delle compagnie.

Come indicato da EIOPA - stante la solidità del settore assicurativo europeo con un elevato indice di solvibilità rilevato nel corso degli ultimi stress test - è allo studio una soluzione per sterilizzare la volatilità presente sui mercati finanziari - in ottica di Solvency II - tramite l’uso del carrying value invece del fair market value.

“Necessità di operare un monitoraggio costante del Solvency ratio, come peraltro richiesto da IVASS (su base settimanale - per i gruppi/società più rilevanti o mensile).

“Raccomandazioni in merito alle politiche di distribuzione dei dividendi e di riconoscimento dei bonus variabili ad amministratori e management direttivo volte alla massima prudenza.

“Aggiornamento responsabile dei report ORSA alla luce dei nuovi scenari di mercato.

Solvency e monitoraggio dell'autorità di vigilanza

Alle misure riportate, quale ulteriore mezzo per rafforzare la solvibilità delle compagnie, sia EIOPA che IVASS nel mese di marzo hanno chiesto a tutto il settore di attuare prudenti politiche di distribuzione dei dividendi per far fronte al periodo di incertezza determinato dall’emergenza COVID-19. A rafforzamento di quanto precedentemente comunicato, il 2 aprile EIOPA ha invitato le compagnie a sospendere temporaneamente la distribuzione dei dividendi e adottare un simile approccio anche alle politiche di remunerazione variabile dei vertici aziendali. Tale invito è stato recepito dal mercato europeo e nazionale con una ragionata e documentata analisi che ha condotto a comportamenti comunque difformi a seconda delle diverse realtà aziendali o nazionali.

Tra le attività di monitoraggio già previste da calendario, le compagnie di assicurazioni saranno invitate ad inviare ad IVASS i propri report ORSA - Own Risk and Solvency Assessment - con le proiezioni economiche per il prossimo triennio. Questa attività sarà un esercizio complesso per il top management, in quanto le compagnie, ad oggi, non hanno a disposizione elementi concreti su cui basare le stime per la definizione delle assunzioni sottostanti ai piani industriali.

Tale fenomeno è stato parzialmente mitigato dall’andamento crescente del volatility adjustment, che a fine marzo 2020 si è attestato pari a 51 bps (rispetto a 7 bps di fine dicembre 2019) e che ha permesso ad alcune compagnie neutralizzare gli impatti in termini di Solvency Ratio.

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La maggior parte delle compagnie di assicurazioni italiane, all’avvio del periodo di lockdown imposto dal Governo Conte, non era strutturalmente preparata per far lavorare i propri dipendenti da remoto: computer portatili, adeguati server e linee di trasmissione dati, oltre ai relativi software (i.e. VPN) per l’accesso da remoto ai dati aziendali sono improvvisamente diventati ‘il nuovo Eldorado’.

In un primo momento, il settore assicurativo ha registrato un rallentamento dell’operatività quotidiana dovuto principalmente a processi datati e farraginosi, che non hanno permesso che l’attività venisse condotta agevolmente da remoto. Il risultato che ne è scaturito è stata la presenza di buona parte del personale presso le sedi di lavoro. Infatti, sono poche le imprese assicurative che nel tempo si erano dotate di strutture operative agili (ovvero, impostate per il lavoro a distanza), che però non avevano mai avviato un test su così larga scala per un periodo di tempo così lungo.

Fin da subito è partita la corsa per reperire sul mercato attrezzature tecnologiche e infrastrutture per abilitare l’operatività in remoto.

“Mediamente le compagnie italiane non erano preparate ad abilitare il proprio personale a lavorare da remoto (i.e. smart working o lavoro agile).

“Supporto economico fornito dalle compagnie alla propria rete di agenzie.

“I costi di adeguamento, in piena emergenza, sono stati maggiori rispetto a qualsiasi budget prefissato.

“Il settore assicurativo, a valle dello shock COVID-19, dovrà guidare la ‘nuova rivoluzione digitale’ per dotarsi di strutture operative snelle e sistemi IT flessibili in grado di permettere ai propri dipendenti si lavorare da remoto anche in situazioni ‘ordinarie’.

Business continuity

L’elevata richiesta di materiale, per garantire la business continuity, si è tradotta in un incremento dei costi che hanno superato i budget prefissati: l’impatto sulle spese generali andranno ad incidere su un conto economico del 2020 già debole per gli effetti descritti finora.

Per quanto riguarda la rete distributiva, le agenzie, che nel corso degli ultimi anni sono state oggetto di un importante processo di ‘digitalizzazione’, sta continuando ad operare tra numerose difficoltà, tra cui il limitato contatto con i propri clienti. Questo si traduce in un significativo rallentamento dell’attività assuntiva che, in un business cash flow driven quale quello agenziale, si sta traducendo in una forte tensione di liquidità. Le compagnie in un primo momento, per supportare la propria rete di agenti, hanno avviato alcune azioni quali gli anticipi su provvigioni o le moratorie per il pagamento delle rivalse, ma è plausibile che, con il passare del tempo, sia necessario avviare ulteriori aiuti e sostegni per affrontare l’emergenza COVID-19.

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Mobilize

• Messa in ‘sicurezza’ del business focalizzandosi sulle ‘nuove’ esigenze dei principali asset delle compagnie di assicurazioni: assicurati, investimenti e agenti

• Riorganizzazione delle operation per garantire la business continuity

• Continuo monitoraggio della solvibilità

Strategize

• Ridefinizione dell’approccio commerciale

• Studio di nuovi ‘prodotti modulari’ che forniscano una risposta chiara agli assicurati nella fase ‘emozionale’ post emergenza COVID-19

• Definizione di nuove operation ‘snelle’, per agevolare il lavoro da remoto, e avvio del processo di digitalizzazione di tutta la filiera assicurativa (e.g. assuntori, liquidatori, periti, ecc.)

• M&A quale opportunità per consolidare la propria posizione di mercato o per entrare in nuovi settori

Stabilize

• Risposta alle richieste dei regolatori (i.e. EIOPA e IVASS)

• Gestione degli assicurati con azioni a supporto per affrontare l’emergenza COVID-19

• Azioni mirate sul portafoglio investimenti, di concerto con le esigenze di liquidità e con le politiche di ALM (Asset and Liability Management), per cogliere le opportunità e ridurre gli impatti derivanti dalla volatilità dei mercati finanziari

• Supporto finanziario alla rete degli agenti

• Rivisitazione delle assunzioni sottostanti ai piani industriali e agli ORSA report

La situazione che stiamo vivendo e il continuo dilagare dell’emergenza COVID-19 in nuovi paesi rappresenta, per il settore assicurativo, l’occasione per mostrare i propri valori e confermare la propria utilità sociale.

Come riportato, all’avvio del COVID-19 le compagnie si sono focalizzate per riorganizzare e mettere in sicurezza il modello aziendale e garantire il futuro del proprio business, superando così lo stato di emergenza in cui sono state catapultate. Recentemente, chi prima e chi dopo a seconda delle dimensioni, hanno iniziato ad affinare l’approccio per fornire supporto ai propri stakeholder - in primis gli assicurati - dimostrando e confermando il valore sociale che contraddistingue le assicurazioni durante le situazioni di crisi: supporto alla popolazione, alle attività commerciali e all’industria.

Completati i primi due passi - fondamentali perché si possa parlare di ‘futuro’ - le compagnie dovranno, sulla base di quanto hanno vissuto, ripensare il proprio modello di business e rivisitare profondamente la propria offerta commerciale.

Conclusioni

In situazioni di emergenza il ruolo delle compagnie di assicurazione diventa cruciale, grazie alla capacità di risollevare situazioni che potrebbero essere state fortemente compromesse dal COVID-19. In un’ottica di reputazione, facendo leva su un fine prettamente sociale, nella liquidazione dei sinistri le strutture preposte delle compagnie si troveranno a lavorare in situazioni dove la valutazione di un sinistro andrà inquadrata in un più ampio contesto per determinare correttamente il danno da risarcire.

Con l’avvio della Fase 2, a partire dal 4 maggio l’Italia si appresta ad un progressivo ritorno alla normalità, consapevole che il numero dei contagi ritornerà a crescere. Nel settore assicurativo gli intermediari per primi ne trarranno un beneficio, rincominciando ad interagire con i propri clienti e vedendo, quindi, ripartire quei flussi economici bruscamente interrotti nei primi giorni di marzo. Le compagnie, avendo il Governo reso disponibile un calendario puntuale per il riavvio delle attività economiche del Paese, dovranno iniziare a contestualizzare il proprio ‘New normal’ e conseguentemente delineare e definire i prossimi passi per implementare le strategie future.

Fase 1: Lockdown

21 Feb 8 Mar 4 Mag 18 Mag 1 Giu

Fase 2 Fase 3

Page 9: Navigare in tempi di incertezza · 2020-04-28 · 2 Il 21 febbraio è stato registrato in Italia il primo caso di COVID-19. Seppur limitato ad un numero ridotto di comuni del nord

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