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Narcisismo, automorfismo e rapporto primario Erich Neumann Parte I La psicologia analitica non puo cercare di descrivere le leggi che regolano lo sviluppo della personalità senza creare una sua specifica terminologia. Infatti, adottando i termini concettuali di Freud e della sua scuola, vanno perdute le differenze fondamentali esi- stenti tra i due approcci alla psicologia del profondo. Ed è la mancata formulazione di concetti adeguati da parte della psicologia analitica che ha ostacolato una chiara comprensione del rapporto tra le due scuole. Ma non solo per ragioni teoriche e necessaria una piu precisa definizione dei concetti. Spesso, infatti, I'uso di un concetto inadeguato conduce a una spiegazione riduttiva e di conseguenza a una errata comprensione del fenomeno psicologico, il che rende piu difficile, se non impossibile, una terapia efficace. Cercando di cogliere il significato del rapporto primario la relazione tra madre e bambino — ci troviamo ne- cessariamente ad affrontare i problemi centrali della psicologia infantile che riguardano I'interrelazione tra lo sviluppo dell'lo e lo sviluppo della personalità totale. 133

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Narcisismo,automorfismoe rapporto primarioErich Neumann

Parte I

La psicologia analitica non puo cercare di descriverele leggi che regolano lo sviluppo della personalitàsenza creare una sua specifica terminologia. Infatti,adottando i termini concettuali di Freud e della suascuola, vanno perdute le differenze fondamentali esi-stenti tra i due approcci alla psicologia del profondo.Ed è la mancata formulazione di concetti adeguati daparte della psicologia analitica che ha ostacolato unachiara comprensione del rapporto tra le due scuole.Ma non solo per ragioni teoriche e necessaria una piuprecisa definizione dei concetti. Spesso, infatti, I'usodi un concetto inadeguato conduce a una spiegazioneriduttiva e di conseguenza a una errata comprensionedel fenomeno psicologico, il che rende piu difficile,se non impossibile, una terapia efficace. Cercando dicogliere il significato del rapporto primario — larelazione tra madre e bambino — ci troviamo ne-cessariamente ad affrontare i problemi centrali dellapsicologia infantile che riguardano I'interrelazione tralo sviluppo dell'lo e lo sviluppo della personalità totale.

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In Storia delle origini della coscienza (1) e altrove (2),abbiamo cercato di dare una chiarificazione prelimi-nare di alcuni di questi problemi. Adesso dobbiamocorreggere e ampliare qualche definizione provvisoria.In particolare ci occuperemo della connessione tra ilconcetto di « centroversione » e quello di « narcisi-smo » tratto dalla psicoanalisi.Nell'ambito della psicologia analitica, ogni interpreta-zione dello sviluppo della personalità , specialmentenei bambini, parte dalla considerazione che I'inconscioesiste fin dall'inizio e precede la coscienza che sisviluppa piu tardi. Nella formazione dell'lo come cen-tra della coscienza sono implicati la totalità della per-sonalita e il suo centra direttivo, il Se; inoltre, lo svi-luppo normale della coscienza e dell'lo dipendono dal-I'inconscio e dalla personalità totale rappresentatadal Se.Con il termine « centroversione » intendiamo la fun-zione psichica che tende alla totalità e conduce allaformazione di un centra cosciente che gradualmentediviene la sede del complesso dell'lo. Questo centraè una specie di « filiazione » del Se nell'lo per rappre-sentare gli interessi della totalita di fronte alle richie-ste del mondo interno ed esterno. Di conseguenza I'losi trova spesso — per questa ragione si e parlato di« filiazione » — a giocare il ruolo di figlio rispetto alcentra della totalita, il Se, che a sua volta, in rapportoallo sviluppo dell'lo, appare connesso in grande mi-sura con I'archetipo del padre (non discuteremo quila situazione leggermente diversa nella psicologia fem-minile). Nella prima meta della vita, quando dominala coscienza dell'lo, la centroversione caratterizza tuttii processi di espansione e sintesi della coscienza e diintegrazione della personalità dipendenti dal rapporto lo-Se. Nella seconda meta della vita il processo di in-dividuazione sposta I'accento dall'io al Se. PoichèI'asse lo-Se — cioè il legame tra i due centri dellapersonalità — ha un'importanza fondamentale nellosviluppo della personalità, sotto il concetto dicentroversione abbiamo sussunto il processo della suaformazione e i processi di differenziazione e integra-zione con esso associati. Si è invece dimostrato ne-

(1) E. Neumann (1949),Storia delle origini dellacoscienza, Roma, Astrola-bio, 1978.

(2) Per il problema dellafiliazione dell'lo dal Sevedi E. Neumann, 'Ego-selfAxis' in « The Psyche andthe Transformation of theReality Planes », Spring1956.

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(3) S. Freud (1929), « IIdisagio della civilta », inOpere 1924-1929, vol. 10,Torino, Boringhieri, 1978,pp. 557 ss. (N.d.T.).

cessario escludere da questo concetto quello di auto-morfismo, o autoformazione, riservando la centrover-sione al rapporto specifico tra i centri della personalità.II termine automorfismo è piu ampio, infatti si rife-risce non soltanto ai centri ma anche allo sviluppodei sistemi conscio e inconscio e ai !oro rapporti re-ciproci — per esempio la relazione compensatoria trainconscio e coscienza — e a quei processi che avven-gono solo nell'inconscio o solo nella coscienza, oltreche allo sviluppo della personalità totale. Percio ilconcetto di automorfismo è applicable al primorapporto in cui il bambino è contenuto nell'unitàcostituita dalla madre, dal Se e dal mondo: questo ègia un momento essenziale di automorfismo, ma nonancora di centroversione. L'importanza di questo sta-dio che precede la coscienza, in cui No infantile èancora quasi completamente addormentato, sta preci-samente nel fatto che costituisce la base per la cen-troversione, per un rapporto positivo tra lo e Se. Mal'Io, che si va gradualmente sviluppando all'internodella totalita, come le altre potenzialita organiche, èancora in una condizione embrionale passiva. Tenendopresenti queste considerazioni, qui non use-remo insenso positivo, come in certa misura abbiamo fatto inStoria delle origini del!a coscienza, il concetto dinarcisismo — gia poco chiaro nella psicoanalisi —riservandolo invece a un particolare atteggiamento esviluppo negativo dell'lo.La fase del « narcisismo primario » — la condizioneinfantile « senza oggetto » che la psicoanalisi associacon il « sentimento 'oceanico' » (3) — secondo la re-cente psicologia anaiitica corrisponde alla fase uro-borica dello sviluppo infantile, con tutte le intercon-nessioni archetipiche presentate in Storia delle originidella coscienza. Ma il significato totalmente positivodi questa fase non dovrebbe in alcun modo essereoscurato dal concetto negativo di narcisismo. Lapsicoanalisi, con un'ovvia caratterizzazione, ha in-terpretato questo stato uroborico, paradisiaco, pre-egoico, come una fusione tra lo e oggetto. Ma percomprendere meglio lo sviluppo umano è necessariauna impostazione diversa.

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La fase uroborica è descritta anche come « esistenzain una realtà unitaria », poichè non c’è ancora unapolarizzazione di interno ed esterno, soggetto e ogget-to, lo e Se. Lo stato di completa esteriorizzazione, nelquale il bambino non si è ancora separato dalla madreo dal mondo, e una condizione di participation mys-tique, di estensione totale: il « liquido materno » incui tutto e ancora in « stato di soluzione » e non sisono ancora cristallizzati gli opposti lo-Se, soggetto-oggetto, persona e mondo. Con questa fase e asso-ciato il « sentimento oceanico » che sorge anche negliadulti ogni volta che la realta conscia di ogni giornoe ampliata, invasa o sostituita dalla realta unitaria. E'un errore, però, attribuire a questa condizione unsentimento di onnipotenza e basare su di essa il rap-porto magico che il bambino ha con il mondo. La man-canza di differenziazione tipica di questa fase pre-egoica, che coincide con l'« adualismo » di Szondi (4),rende illegittimo I'uso del « concetto di potere ».Quest'ultimo ha un significato soltanto quando ci siaun lo dotato di una carica libidica, espressa comevolonta, abbastanza forte per desiderare ed esercitareil potere e per padroneggiare un oggetto. Ciò non èassolutamente applicable alla fase uroborica pre-egoi-ca, priva di soggetto e di oggetto. II piacevole senti-mento unitario con essa associato non ha niente ache vedere con il potere. Percio è necessario un altrotipo di spiegazione. Si potrebbe interpretare come« narcisismo primario » per il suo carattere « auto-erotico », nel senso di amore di se non oggettuale, maper rendere giustizia alla realta psichica si deve darneuna formulazione paradossale, dato che una costella-zione pre-egoica non pud essere descritta nei terminidi una relazione soggetto-oggetto. Se si parla di unamore di se non oggettuale, si deve anche parlare diun sentimento globale senza soggetto e ugualmente diuna totalita amata senza soggetto o oggetto. Sonocaratteristici della piacevole condizione di estensionepre-egoica — il cui il mondo del bambino, la madre eil proprio corpo sono indistinguibili — un senso ditotale compenetrazione e di sostanziale identità deltutto con se stesso.

(4) Lipot Szondi, Experi-mentelle Triebdiagnostik,Bonn, 1947-49.

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[5) II fatto che il Se nonsia il centro dell'inconscioma della psiche totale nonmodifica tale connessione.

La domanda fondamentale da porsi a questo punto, nonsoltanto in riferimento alla situazione del bambino, maa tutti gli stati psichici equivalenti mistici e di perditadell'lo, è questa: se è una condizione pre-egoica, chine fa I'esperienza? Generalmente, infatti, l'« esperien-za » è associata con I'lo, con un centro cosciente.Poichè I'lo è una filiazione del Se, il Se « precede »I'lo ed esiste indipendentemente da esso. La regola-zione biopsicologica della personalità totaie esiste pri-ma dello sviluppo dell'lo e della coscienza, come puoconstatarsi quando questi ultimi non sono operanti, adesempio durante il sonno. Anche dopo che I'lo haraggiunto un'esistenza indipendente e la coscienza siè strutturata e consolidata, essi non hanno continuitàne sono assolutamente necessari per la vita della to-talita biopsicologica. La vita del bambino va avantisenza di essi, come avviene nella persona dormiente,nell'estasi o nella grave malattia mentale. Quando I'loritorna da questa « assenza » nella coscienza, si trovapotenzialmente nella condizione di aver attraversatoun'esperienza durante la quale era « sospeso »; in altreparole, apparentemente non era presente. Noi parliamodi un asse lo-Se perchè i processi che avvengono fracoscienza e inconscio sembrano mostrare che i duesistemi e i rispettvi centri, I' lo e il Se [5), siavvicinano e si allontanano I'uno dall'altro. Lafiliazione dell'lo equivale allo strutturarsi dell'asse lo-See a un « distanziamento » dell'lo dal Se che raggiunge ilmassimo nella prima metà della vita, quando i sistemisi separano e I'lo è apparentemente auto-nomo.Nell'individuazione della seconda meta della vita ladirezione è invertita e I'lo tende di nuovo ad avvi-cinarsi al Se. Ma, a parte questa inversione dovutaall'eta, I'asse lo-Se è in continuo movimento. Ognicambiamento nella coscienza è contemporaneamenteun cambiamento nell'asse lo-Se. Non soltanto il sonnoe i sogni, ma tutti i processi psichici sono accompa-gnati da una modificazione nel rapporto tra coscienzae inconscio, tra lo e Se.Nell'avvicinarsi al Se I'lo non viene dissolto, ma solosospeso e quindi scompare come oggetto della pro-pria esperienza. Ora è il Se che esperisce, la perso-

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nalita totale e non piu I'lo che ne è una filiazione (6).Quando I'lo ritorna alla coscienza dallo stato « incon-scio » della costellazione preegoica, puo essere com-pletamente « senza ricordi », come dopo un sonno ap-parentemente senza sogni o durante una suggestionepostipnotica; puo conservare o recuperare frammentidi ricordo piu o meno chiari, come parti di sogno chevengono ricordate immediatamente o graduaimente;oppure puo avere un ricordo relativamente completo,come quando un sogno è ricordato interamente o, nelcaso dell'ipnosi, quando contenuti che I'lo non po-trebbe evocare (contenuti inconsci) si dimostrano evo-cabili (accessibili alla coscienza). L'unità essenziale delI'lo con il Se — descritta come asse lo-Se — permetteall'lo di diventare indirettamente consapevole, tramiteil Se, di esperienze che riguardano la personalità totalee che I'lo non puo sperimentare — come nel caso delbambino che non ne sia ancora capace odell'adulto che non lo sia piu (7).II fatto che il rapporto tra lo e Se, in connessione conI'asse lo-Se, permanga in condizioni psichiche parti-colari in cui I'lo non ha la sua normale posizione dicentra della coscienza, non significa che tale relazionesi stabilisca soltanto in circostanze eccezionali. Al con-trario, abbiamo ragioni sufficienti per sostenere chequesta costellazione è sempre presente e ci aiuta acomprendere un gran numero di situazioni psichichenormali e anomale.E' quindi necessario sottolineare più di quanta sia statofatto in precedenza la differenza tra esperienza dell'loed esperienza della totalità, di cui è soggetto il Se. Inquesto contesto è particolarmente significativo il con-cetto di « realizzazione », così importante per la psi-cologia analitica, ma mai completamente chiarito. Orapossiamo capire perchè un'esperienza puramente egoi-ca, che non diventi un'esperienza della totalita, nonimplichi alcuna trasformazione. Inoltre, anche il tipodi esperienza che abbiamo chiamato « coscienza ma-triarcale » (8) si inserisce in questo quadro. Lacoscienza matriarcale — che da maggior rilievo al-I'esperienza totale del Se che a quella dell'lo — e

(6) E' evidente I'importan-za di questa costellazioneper la comprensione deglistati di depersonalizzazio-ne e di alcuni fenomeniparapsicologici, su cui nonpossiamo diffonderci inquesta sede.

(7) Ciò si applica anchealla possibilità di espe-rienze che I'lo non ha maiavuto prima.

(8) E. Neumann, « La lunae la coscienza matriarca-le », Rivista di psicologiaanalitica, vol. II, n. 2, 1971,

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pp. 280-319; vedi anche Glistadi psicologici dellosviluppo femminile, Vene-zia, Marsilio Editori, 1972.

predominante nella psicologia della donna e dell'uomocreativo, o per lo meno ha un'importanza particolareper essi. Questa forma di coscienza, che evidenziasoprattutto i processi inconsci dando meno peso allacoscienza patriarcale centrata sull'lo, è anche carat-teristica dello sviluppo infantile.

(9) Adolf Portmann, Biolo-gische Fragmente zu eineLehre von Menschen, Ba-sel, Benno Schwabe, 1951.

(10) Qui possiamo fare so-lo un riferimento al signi-ficato che hanno per ilfenomeno della schizofre-nia i casi in cui non èavvenuto il passaggio delSe nel corpo del bambi -no. L'affermazione che ilSe del bambino è inizial-mente nella madre è mo-dificata, anche se non con-traddetta, dal paradossoche nella fase uroborica ilcorpo del bambino è spe-rimentato come parte del« mondo » e il corpo dellamadre — e prima il suoseno — e sentito comeparte del proprio esserefisico.

Parte II

Durante la fase pre -egoica del rapporto primario— nella quale il bambino vive ancora in uno statoembrionale (9), come se fosse una parte della madrevenuta alla luce —, il fattore decisivo nella situazioneè che il Se del bambino, come tutto il resto, è este-riorizzato, cioè è incarnato nella madre. Ciò significache il rapporto lo-Se, I'asse lo-Se, che costituisce labase dello sviluppo psichico, a questo livello è co-stellato in una situazione paradossale interna-esternatra la persona del bambino e quella della madre. Unadelle maggiori difficolta nello sviluppo del bambino èla necessità, per così dire, di « migrare » gradualmentenel proprio corpo, un processo che si svolgeparallelamente allo sviluppo dell' lo e che rende com-prensibile la straordinaria accentuazione dell'esperien-za corporea nella prima infanzia. Associata con questoprocesso è la « migrazione » del Se dalla madre nellapersona del bambino, la cui realizzazione produce laprima forma di autonomia infantile: la « nascita »effettiva dell'essere umano (10). II rapporto primario edi importanza critica proprio perchè in questa fase illegame interiore tra lo e Se è realizzato attraverso larelazione interpersonale madre-bambino. II significatoparticolare della fase successiva, in cui il bambinodiviene un individuo indipendente e I'lo un'entitacontinua, è che ora I'lo ha la prima esperienza di unarelativa indipendenza dalla personalità totale.Ma I'indipendenza dell'lo — che esprime il distaccodalla madre e la sua « migrazione » nella personalitàdel bambino — è anche la base per un'esperienzaconscia della propria dipendenza dalla madre e dalmondo. E ora questo diventa il suo problema centrale.

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Lo stato uroborico di totale compenetrazione tra « in-terno ed esterno » era caratterizzato da un'autosuffi-cienza paradisiaca poichè il bambino, nella sua iden-tita con la madre e con il mondo, era inconsapevoledella reale situazione di dipendenza. Con la nascitapsichica egli viene invece proiettato nel conflitto tradipendenza e liberta, eteronomia e autonomia. A que-sto punto la crescita e il rafforzamento dell 'lo diven-tano un problema sociale e interpersonale, giocato tral'« lo » e il « Tu », inizialmente tra madre e bambinoma non solo tra loro.L'interazione di liberta e dipendenza, che da ora inpoi determina la vita umana, ha come effetto la for -mazione di una personalità indipendente, di un lo cheha coscienza della propria libera volontà, ma anche del-la propria dipendenza dal mondo esterno e dal poteresuperiore del Se. L'esito di questo confronto dipendedalla misura e dal modo in cui la personalità affermase stessa e dal grado di autoconsapevolezza auto-morfica.E' una condizione di base dello sviluppo umano cheI'autostima — la sicurezza di un sentimento afferma-tivo nei confronti della propria persona — non siadata fin dall'inizio ma venga prodotta. Sembra peròche all'interno della relazione primaria agiscano anchedei fattori costituzionali sia negativi che positivi. Lavecchia terminologia definisce « narcisistici » tutti isentimenti, gli atteggiamenti e le valutazioni nei con-fronti della propria persona, come I'autoaffermazione,la rassicurazione, la fiducia in se e la responsabilitapersonale, cioè tutti gli atteggiamenti automorfici chenon sono originariamente legati a un'altra persona oderivanti da essa. Quindi, nonostante tutti i tentativiper cancellare questa impressione, ad essi è sempreconnesso un rimprovero di « autorispecchiamento »e di « amore di se ». Ma se non vediamo con chiarezzala costante connessione tra il rapporto con gli altri eI'automorfismo, che rende I'individuo unico e capacedi trovare il vero significato della propria esistenza,non possiamo comprendere veramente la modalita ti -pica del vivere umano. L'importanza dell'uomo crea-tivo per la comunita mostra quanto sia significativo

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(11) E. Neumann, Art andthe Creative Unconscious,Bollingen Series LXI, NewYork, Pantheon Books,1959; vedi anche L'uomocreativo e la trasformazio-ne, Venezia, Marsilio Edi -tori, 1975.

(12) E. Neumann, Storiadelle origini delta coscien -za, cit. Vedi Appendice I,« II gruppo e il GrandeIndividuo », e AppendiceII,« L'uomo di massa e ifenomeni di ricollettivizza -zione ».

il rapporto dialettico tra il bisogno di seguire la leggedel proprio sviluppo personale e il contributo produt-tivo al collettivo (11). Invece, un adattamento collet-tivo, che non tenga conto del necessario automor-fismo, non soltanto castra I'individuo ma costituisceun pericolo per la stessa comunita in quanto trasfor-ma gli uomini in particelle, soggette a ogni epidemiadi massa, come la storia dell'umanità ha mostratoripetutamente (12).L'autoconsapevolezza automorfica è un'espressionedell'asse lo-Se positivo ed è basata sull'esperienzadell'lo, inizialmente inconscia, di consonanza con latotalità della « propria natura », della propria strut-tura, cioè con il Se. Ma questa fondamentale fiduciain se, il cui disturbo è evidente in ogni nevrosi, haorigine nel rapporto primario con la madre — e quivediamo di nuovo I'interrelazione tra automorfismo erapporto con I'altro.Come tutta la crescita corporea del bambino dipendedal nutrimento materiale fornito dalla madre, così lacrescita psichica, lo sviluppo dell'lo e il suo rapportocon il Se, dipendono dal nutrimento psichico offertodalla figura materna. Dato che in seguito discuteremopienamente questo problema, per ora è sufficiente sot-tolineare tre esperienze fondamentali del bambino nelrapporto primario con la madre.Durante la condizione originaria di identità con la ma-dre e con il mondo, il rapporto del bambino con la ma-dre include relazioni con l'« altro », con il mondo, conil proprio corpo e con « se stesso ». In questa faseessere nutrito, riscaldato e protetto significa esserepienamente curato dal mondo, dall'« altro » e da « sestesso ». In questo senso il rapporto primario è il fon-damento ontogenetico per essere « nel mondo », « conun altro », « da solo ». Si deve ancora rilevare chequesto rapporto embrionale durante il primo anno divita, quando il bambino non è ancora « veramente »nato, è un fenomeno specificamente umano. La dif-ferenza essenziale tra la nostra specie e il regno ani-male in generale è che il rapporto interpersonale, nonsoltanto a livelio fisico come nel corpo della madre,ma anche nella relazione psichica post-natale, agisce

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profondamente sul bambino non ancora sviluppato (13).Un rapporto primario positivo ha come effetto unarelazione fiduciosa e sicura con il « Tu » — la co-munita umana — e con l'« esso » — la realta e lacontinuita del mondo (14) —. Inoltre produce una fi-ducia nel Se che assicura la stabilita dell'asse lo-Se,fondamento dell'automorfismo nell'individuo. La salutee il successo nella vita dipenderanno in gran parte dallosviluppo durante la prima infanzia di questi trerapporti originariamente indissolubili. Fin dal I'inizio,non soltanto la crescita dell'lo ma anche la capacita diprendere contatto col mondo esterno e con I'inconsciosono subordinate al modo in cui si struttura larelazione con il Se, dipendono cioè dalla costella-zione dell'asse lo-Se.Lo sviluppo psichico non procede, come ritiene la psi-coanalisi, da una fase non oggettuale, attraverso unamore di se « narcisistico », fino all'amore oggettualecome segno di raggiunta maturità psichica. Dalla faseuroborica fino alla capacità matura di amare i processiautomorfici implicati nello sviluppo autonomo della per-sonalita sono strettamente collegati con lo sviluppoeteronomo di relazioni in cui la dipendenza da un« altro » occupa una posizione di primo piano. Perquesta ragione I'automorfismo non deve essereconfuso con qualcosa che possa chiamarsi « psicolo-gia dell'lo ». L'asse lo-Se è il fulcro di una complessarete di processi a doppio senso che collegano I'incon-scio e il centro direttivo della totalità, da una parte,con la coscienza e il centra dell'lo, dall'altra. Lapsicoanalisi descrive in questi termini la fiducia delbambino nella madre, cos! essenziale per lo sviluppoumano: « ... gli appoggi narcisistici sono attesi dallefonti 'fidate' » (15). Inoltre, si parla di « affetto esterno,o piuttosto di appoggi narcisistici » (16). Questoconcetto inadeguato, che non fa alcuna distinzione tra« bisogni narcisistici e sessuali », non permette dicomprendere il fenomeno dell'amore. Infatti, anchequando afferma che « la natura dell'identificazione suun livello più alto, cioè dell'amore, è ancora oscu-ra » (17), la psicoanalisi sottolinea i tratti regressividell'amore in generale e particolarmente nelle donne.

(13) A. Portmann, Op. c:

(14) Cfr. con la separazio-ne dal mondo nelle formedi schizofrenia derivate daun grave disturbo dellarelazione primaria.

(15) Otto Fenichel, Tratta-to di psicoanalisi delle ne-vrosi e delle psicosì , Ro-ma, Astrolabio, 1951,p. 104.

(16) Ibidem, p. 538.

(17) Ibidem, p. 102.

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L'esperienza d'amore dell'adulto e la sua errata — an-che se naturale — associazione con il rapporto conla madre non possono essere comprese se prima nonsi è riconosciuta I'originaria unità di rapporto, I'af-fermazione automorfica e la beata indifferenziazione.La fase uroborica dello sviluppo infantile è uno statodi identità che, nel suo carattere « oceanico » onni-comprensivo, non conosce limiti tra lo e Non-io eproprio per questo diventa il prototipo dell'esperienzad'amore in generale.Perchè I'amore — in entrambi i sessi — possa esserevissuto nel rapporto primario, la Grande Madre, ilfemminile matriarcale, appare come guardiana e di-spensatrice dei sentimenti d'amore. Soltanto nel di-stacco da lei, nel conflitto tra I'automorfismo (cheaccentua la tendenza centrovertita allo sviluppo del-I'lo) e la relazione primaria (che nella prima fase eun'esperienza senza confini di completa indifferen-ziazione), sorgono secondariamente nell'individuo sen-timenti di odio e di aggressività necessari per la suaimminente indipendenza. Esamineremo ora brevemen-te alcuni aspetti dello sviluppo dell 'lo che sono im-portanti in riferimento ai concetti di automorfismo edi narcisismo.

Parte III

Un passo essenziale durante lo sviluppo del bambinoentro il rapporto primario è la formazione di un lopositivamente integrato cioè capace di assimilare eintegrare anche qualita negative, come eventi spia-cevoli del mondo esterno o fattori interni, quali in-tensi desideri, dolore e così via. La madre, che inquesta fase svolge il ruolo compensatorio del Se,generalmente, per quanto è possibile, fa in modo chei fattori negativi non siano preponderanti e venganosostituiti al piu presto da fattori positivi. Questa com-pensazione si estende non soltanto a fattori oggettivi,come freddo, fame e dolore — che certamente sonosperimentati dal bambino piccolo come provenienti dalmondo esterno —, ma gradualmente anche a tutti ifattori negativi vissuti come provenienti dall'interno,

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quali paura, rabbia e simili. Perchè I'lo del bambinopossa acquisire una tendenza a integrare positiva-mente la sua esperienza è necessario che la madrefornisca una rassicurazione compensatoria, che ini-zialmente lei vive per lui, riaffermandola ad ogninuovo contatto. In questo modo si forma un lo ingrado di integrare il positivo e il negativo; I'unitàdella personalità è preservata e non c'è scissione traparti contraddittorie. Per dirla in poche parole, un rap-porto con la madre sicuro e fiducioso rende I ' lo ca-pace di « accettare » il mondo e se stesso, perchèattraverso di lei ha sperimentato continuamente « nelproprio corpo » [am eigen Leib) sentimenti positividi tolleranza e accettazione.La frase « nel proprio corpo » esprime una veritacentrale. Abbiamo parlato altrove (18) del significatoche il « Se corporeo » e il « simbolismo metabolico »della fase uroborica hanno nella psicologia primitiva,nei miti e nei rituali, e abbiamo rilevato che questafase filogenetica ha una corrispondenza ontogeneticanella prima infanzia.All'inizio l'lo « si sveglia » solo in momenti di ecce-zionale tensione libidica, emergendo come un'isoladalla sua esistenza pre-egoica in una realta unitaria,e percepisce solo parti frammentarie della realta.Queste parti devono essere fortemente investite, al-trimenti I'lo non potrebbe percepirle. Tali aree lumi-nose della realta sono le zone « erogene » scoperteda Freud, ma si potrebbero anche def inire zone« gno » poichè non conducono soltanto al piacere maanche alla conoscenza della reaita (19). Solo se questifenomeni vengono osservati nel contesto della situa-zione umana totale si puo comprendere adeguata-mente lo sviluppo infantile. In molti miti e rituali ilsimbolismo corporeo è usato per esprimere la primaconoscenza del mondo ed è tuttora presente nel no-stro linguaggio. Abbiamo per esempio Erkennen (ri-conoscere, venire a sapere) nel senso di « prenderein », mangiare; Erfassen (comprendere) nel senso distringere, afferrare; Verarbeiten (elaborare) nel sensodi digerire e assimilare; Negieren (negare) come ri-fiutare ed espellere fisicamente. Ci sono innumere-

(18) E. Neumann, Storiadelle origini della coscien-za, cit, vedi Indice anali-tico, voce « corpo ».

(19) C.G. Jung, Prefazionealla seconda edizione di« Conflitti dell'anima in-fantile », in Psicologia eeducazione, Roma, Astro-labio, 1947, p. 96.

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(20) E. Neumann, Storiadelle origini della coscienza,cit.

(21) J. Bowlby (1951), Cu-re materne e igiene men-tale del fanciullo, Firen-ze, Editrice Universitaria,1969.

(22) E. Neumann, TheGreat Mother, New York,Pantheon Books, 1955.

voli esempi di simbolismo corporeo che esprime laprima percezione che I'uomo ha del mondo (20). Questacrescente consapevolezza del mondo e lo sviluppodell'lo in e attraverso il corpo avvengono nel rapportoprimario in intima unione con la madre e nonsoltanto per mezzo del suo corpo che fornisce cibo,calore e protezione, ma anche nell'intrecciarsidell'amore inconscio del bambino con I'amore totale,conscio e inconscio, della madre per il bambino e ilsuo corpo. E' stato ormai accertato che lo sviluppomentale e spirituale del bambino dipende dall'impor-tanza che nella relazione primaria viene data al sen-timento e al corpo (21). II rapporto con la madre ecosì decisivo proprio perchè in questa prima faseamore e conoscenza, sviluppo dell'lo e rapporto conI'altro sono intimamente legati. La Grande Madre, in-fatti, nella sua forma piu positiva, non è soltanto di-spensatrice di vita e d'amore ma anche Sophia, deadi conoscenza e di saggezza (22). Quindi il fatto che lamadre si rapporti o meno al bambino come unitàbiopsichica influenza la formazione del suo lo. Perciola prima consapevolezza di se e le prime reazioniegoiche positive e negative sono strettamenteconnesse all'esperienza fisica. La tenerezza, ilnutrimento, la cura, il piacere, I'accettazione e lasicurezza, cioè soddisfazioni corporee e psichiche,costituiscono il fondamento di rapporti umanipositivi, di un senso di sicurezza nel mondo e dellaprima e più essenziale conferma di « essere sestessi ». II più elementare istinto di autoconser-vazione, la ricerca del sostentamento, è esperito alivello corporeo ma nella sfera umana e anche indis-solubilmente legato alla madre: ciò costella I'insepa-rabilita dell'automorfismo e del rapporto con l'« altro »,tipica nelle prime fasi di sviluppo deN'uomo. Sotto laspinta dell'automorfismo una grande quantità di libidoè diretta fin dall'inizio all'autoespansione, e I'interessedell'lo in questo senso non deve essere considerato «infantile » o patologico. L'equilibrio delI'automorfismonaturale, che si realizza sempre nelle relazioni con I 'lo econ l'« altro », ha il suo prototipo formativo in unrapporto primario normale. E' qui, pri-

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ma che il germe dell'lo e le sue parti si siano riunitenell'lo cosciente, che la natura ha posto tra la personae I'ambiente, tra I 'lo e l'« altro » una tensione produt-tiva, da cui si sviluppa la personalità sana. Soltantoquando il rapporto primario è disturbato (sia per man-canza fisica della madre, a causa di morte, separa-zione o malattia, sia per una deprivazione psichica)si verifica un disturbo piu o meno grave nello sviluppoautomorfico e con esso una modificazione compensa-toria nello sviluppo dell'lo. Se quest'ultima consistenella formazione di un lo esageratamente negativo in-capace di divenire parte di un lo positivo e integrato,ci troviamo di fronte al fenomeno che possiamo pro-priamente chiamare «narcisismo». Un disturbo nellarelazione primaria minaccia tutti gli elementi positivi cheavrebbero prodotto unita e sicurezza. La madre « buona» e « positiva » diviene « negativa » e «terribile » nellastessa misura in cui I 'lo diviene un lo « deprivato » o «bisognoso »; la sua esperienza del mondo, di se stessoe dell'altro è determinata e caratterizzata da avidità,insicurezza e impotenza.La possibilità di fare esperienze di questo tipo è unacondizione normale e inevitabile di ogni sviluppo divita, in cui non possono mancare fame, dolore, ma-lattia e solitudine. Ouesti elementi negativi dell'espe-rienza e le reazioni affettive aggressive prodotte inun lo « deprivato » e sofferente, vengono normalmentecompensati e integrati tramite una madre positiva. Mase I'aspetto negativo dell'esperienza prevale — e que-sto non significa necessariamente un « errore » o unamancanza della madre — il risultato è la formazionedi un lo orientato negativamente. Le condizioni chefavoriscono tale sviluppo negativo non sono daricercarsi esclusivamente nella madre e in suecarenze psichiche o di altro tipo, ma anche in fattorioggettivi all'opera nel bambino stesso, come difetticostituzionali, frequenti malattie e così via. Durante lafase primaria I'esistenza in un mondo terribile chetrasforma I'lo in un lo « bisognoso » è necessariamentesperimentata come un rapporto originario con lamadre terribile. Per compensazione I'lo riceve una

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t23) II disturbo della rela-zione primaria in un bam-bino insoddisfatto, solo èsofferente nonè in se suf-ficiente per una prognosi.L'estensione del trauma,il periodo della sua occor-renza, ia durata, le com-pensazioni ambientali e,non ultima, la disposizio-ne del bambino, sono tuttifattori decisivi. Se il trau-ma non è avvenuto troppoprecocemente è possibileche si verifichi un'espe-rienza della « madre buo-na » come archetipo nonpersonale della « natura »,come una casa, un giar-dino, un albero o il cielo.Questo crea però un altroproblema poichè il rappor-to con il « tu » non è piuvissuto in forma umana equindi possono esseredanneggiate le relazionicon gii altri. Un'altra pos-sibilita — specialmente sec'è una disposizione crea-tiva attivata dalle immagi-ni del mondo archetipi-co — è che I'immaginedell'archetipo materno as-suma un ruolo decisivonello sviluppo psichicodel bambino. Ma nei casipiu sfavorevoli puo avve-nire il contrario: I'attiva-zione dell'inconscio collet-tivo può costellare il peri-colo di una psicosì. Que-sto accade particolarmen-te quando non c'è possi-bilita o disposizione peruna espressione creativadel mondo immaginale in-teriore.

sollecitazione troppo precoce ed intensa. NormalmenteI'lo si sviluppa all'interno di un rapporto primario si-curo, ma se questo è disturbato, l'lo « deprivato » devedipendere solo da se stesso. Viene destato prematu-ramente e costretto troppo presto all'indipendenza dallafame, dalla paura e dalla deprivazione. Certamente talereazione compensatoria non è senza significato, maconduce alla formazione di un lo negativo e distur-bato (23).Probabilmente il disturbo piu frequente nello sviluppoinfantile è una precoce intensificazione patologica delcomplesso dell'io. II deterioramento della relazione pri-maria priva I'lo di fiducia e sicurezza non solo in rap-porto alla madre ma, dato che ogni futura fiducia sibasa su questa prima esperienza, anche in relazioneal Se. Abbandonato alle proprie risorse I'lo è costrettoa occuparsi di se stesso e la paura, il bisogno e lamancanza di fiducia lo spingono a sviluppare un nar-cisismo egotistico.Una relazione primaria normale, che assicura I'amorematerno, lo sviluppo di un lo positivo e integrate e unsolido asse lo-Se, permettono un'esperienza antropo-centrica che consente al bambino di sentirsi non solocome centra del « suo » mondo ma del mondo. Questoantropocentrismo, che non ha alcuna corrispondenzacon I'onnipotenza magica caratteristica di uno stadiosuccessivo dello sviluppo infantile, è la base indispen-sabile per lo sviluppo di ogni essere umano. E' unaespressione dell'automorfismo, deila sua spinta allosviluppo individuale e dell'importanza dell'individuo perI'umanità.La tendenza all'antropomorfismo è un segno del parti-colare atteggiamento che distingue la specie umana datutte le altre forme di vita. Non soltanto il dominio delmondo ma anche la specifica facoltà di creare la ci-viltà sono basati su questa forma di esperienza di seche, come il sentimento di somiglianza con Dio o diessere fatti a immagine di Dio, non è un'espressionedi narcisismo patologico ma piuttosto il riflesso nel-I'lo del suo legame di filiazione con il Se; rappresentacioè la realizzazione dell'asse lo-Se su cui si basatutto lo sviluppo psichico.

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L'esistenza dell'uomo non è determinata in modo pre-valente dall'obbedienza al mondo istintuale ma dal si-gnificato che essa si da e questo è antropomorfica-mente basato su gruppi e individui umani. Dovunqueci sia una tendenza all'individualita, troviamo anche lasolidarieta tra un elemento personale, I'lo, e un ele-mento transpersonale, il Se. II Se transpersonale vienespesso sperimentato proiettivamente come Se ance-strale o di gruppo, e in questo modo la fondamentaleassociazione tra le due fonti di autorita nei riti reli-giosi e nelle iniziazioni di gruppo ricostituisce I'iden-tita del personale individuale con il transpersonale (24).Dalla preistoria a oggi possiamo vedere I'intrecciarsidi automorfismo e relazioni con gli altri, di individuoe gruppo.Ma quando la connessione tra lo e Se e perduta, lapersonalità totale si ammala. La scissione puo essereprovocata dal depotenziamento dell'individuo da partedi un collettivo opprimente — la Chiesa, per esempio,o lo Stato o qualche movimento — e la conseguentedeflazione e svalutazione può renderlo incapace ditrovare significato in qualche altra cosa. Ugualmentedisastroso è il processo inverso che produce I'infla -zione narcisistica di un lo abbandonato a se stessoe la perdita del rapporto con il Se. Invece di tendereal bilanciamento antropocentrico della personalità to-tale, I'accento si sposta su un lo narcisistico centratosu se stesso.L'accentuazione antropocentrica dell'individuo, che de-riva dal rapporto dell 'lo con il Se come personalità in-terna-esterna, è nello stesso tempo la condizione diuno sviluppo creativo e di ogni atteggiamento socialepositivo Percio soltanto colui che prende seriamentela propria dignità antropocentrica come individuo e daun significato alla propria esistenza, è in grado diprendere seriamente la dignita dei suoi simili e di ri-conoscere in essi, come in se stesso, altrettanti centridi mondi significativi. Con un lo integrato, I'amorevoletolleranza appresa nella relazione primaria si esprimeanche in una tollerante accettazione del bene e delmale in se stessi e nel prossimo. D'altra parte, un lo

(24) E. Neumann, Storiadelle origini della coscien-za, cit, Indice analitico,voce gruppo». Vedi an-cheEvoluzione culturale ereligione, Roma, A. Ar-mando Editore, 1974.

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(25) L'estensione del com-portamento asociale noncorrisponde semplicemen-te alla gravita del narci-sismo. Sebbene I'lo nar-cisistico sia sempre asso-ciato a un lo negativisti-co, e il grado di negatività(cioè di aggressivita asso-ciata all'lo) — a parte al-tre costellazioni che entxa-no in questa connessio-ne — che determina quel-lo del comportamento aso-ciale.

narcisistico negativarnente intensificato conduce a unatteggiamento e a un comportamento asociali (25).

Parte IV

Un disturbo fondamentale del rapporto primario — deltutto diverso dai casi psicotici — particolarmente evi-dente nelle nevrosi femminili, viene sempre vissutoin modo abbastanza comprensibile con la sensazionedi « non essere amato ». In genere questo sentimentoè connesso con un desiderio assolutarnente inappa-gabile, che spesso è causa della malattia, di compen-sare la mancanza d'amore nella prima relazione conuna esperienza d'amore attuale.Ma quello che colpisce di questo bisogno insoddi-sfatto è il fatto che sia associato non tanto con atteg-giamenti aperti verso gli altri e verso il mondo macon un senso di colpa primario. Questo sentimento,a causa delie sue origini precoci, è completamente ar-caico e non puo essere ricondotto al « complesso diEdipo » che sorge successivamente, dopo la separa-zione dei genitori del mondo. Naturalmente il senso dicolpa primario non è riflesso nella coscienza del bam-bino, però produce una convinzione che influenza tuttoil suo sviluppo, cioè che non essere amato equivalead essere anormale e « condannato ». La Grande Madredella relazione primaria non è soltanto la dea che de-cide della vita o della morte, o che determina unosviluppo positivo o negativo; il suo atteggiamento è altempo stesso un « giudizio », una sentenza di alta cor-te. Nessuno sviluppo o razionalizzazione successivapuo cancellare questa convinzione di una colpa pri-maria, poichè il disturbo del rapporto primario ha ef-fettivamente leso I'individuo e lo ha portato a unosviluppo sbagliato che fornisce continuamente, a po-steriori, ragioni sufficienti a giustificare il senso dicolpa. L'lo negativistico che ne deriva — non ha im-portanza che il bambino sia obiettivamente senza col-pa — è associato con un'affettivita anormale, con unaintensa aggressività non integrata e con un comporta-mento egocentrico, narcisistico e asociale che non puànon essere notato da un lo auto-osservante. Questo

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lo, che nel rapporto primario ha vissuto una mancanzadi tolleranza, non è tollerante nei propri confronti piudi quanto lo sia con chiunque altro e quando si svi-luppa il Super-io assume un'aggressivita morale versose stesso che produce un senso di colpa secondario,razionale, motivato dalla consapevolezza della propriaombra. Questa colpa secondaria è caratteristica delnevrotico, ma non compare solo nel nevrotico. Losviluppo normale della coscienza dipende dall'asse lo-Se e il Se conserva tratti materni anche dopo cheI'archetipo del padre è subentrato all'archetipo dellamadre. Infatti il Se ha ancora le qualita di nutrimentoe protezione, di integrazione e di benessere tipichedell'elemento materno, anche dopo aver acquisito at-tributi paterni. La compensazione, che favorisce I'in-tegrazione e corregge I'unilateralità, è un aspetto diquesta ulteriore manifestazione del Se allo stessomodo delle direttive, che determinano tutti gli stadi ditrasformazione della personalità, derivanti da un li-vello che trascende I 'lo.Ma I'lo narcisistico negativo, che si è sviluppato dal-I'lo « bisognoso » del bambino, è caratterizzato nonsoltanto da un atteggiamento asociale, ma anche dal-I'irrigidimento della compensazione psichica che nor-malmente opera tra la coscienza e I'inconscio e costi-tuisce il fondamento dell'asse lo-Se. Questo accresceI'isolamento narcisistico e la sofferenza dell'lo e neconsegue un rifiuto, in parte cosciente e in parte in-conscio, del proprio essere. II rifiuto, da una parte,rinforza il dinamismo negativo dell'irrigidimento, dal-I'altra aggiunge al desiderio represso per la relazioneprimaria un desiderio di essere diverso e migliore,originato dal sentimento di colpa secondario. Questacostellazione porta alla formazione di un ideale del-l'lo che, senza tener conto del sesso, si configura siasull'immagine della Madre Terribile del rapporto pri-mario disturbato, sia sull'immagine desiderata prodottadalla dolorosa insoddisfazione dell'lo (26). Poichè larelazione compensatoria tra lo e Se è stata disturbata,questo ideale dell'lo non è strutturato in modo darealizzare l'equilibrio della personalità totale; è inveceun prodotto esagerato dell'lo negativistico,

(26) Non discuteremo quii! ruolo svolto piu tardidal padre e dall'archetipopaterno, dato che il nostrointeresse è diretto al di-sturbo nel rapporto pri-mario.

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e I'immagine desiderata da un lo insofferente, auto-nomo, indipendente, autosufficiente, che nel suo ca-rattere autocratico, dittatoriale e asociale rappresentauna caricatura dell'autarchia del Se. Questo idealedell'lo, come un arbitro interiore, diviene parte delSuper-io negative nei casi favorevoli prendendo postoaccanto al Se, nei casi sfavorevoli soppiantandolo. Larelazione positiva lo-Se viene allora sostituita da unrapporto sadomasochistico tra I' lo e il Super-Io.Inoltre, il Super-Io possiede gli stessi tratti di rigiditadell'lo narcisistico negativo: è impaziente edesclusivo, dittatoriale e proibitivo fino al sadismo, einsiste con un atteggiamento egocentrico sull'assolutaobbedienza alle sue rigide richieste. Con il suodispotismo cerca di costringere la personalità, tramiteI'lo quale suo rappresentante, a uniformarsi a un idealedell'lo unilaterale, completamente diverso dall'indivi-duo stesso, e in tal modo infligge all 'Io narcisisticouna specie di autopunizione. L'inflessibilità del Super-io aumenta ancora nel corso dello sviluppo perchè I'lonarcisistico « bisognoso », gia ferito nel rapporto pri-mario, ha rimosso I'archetipo materno ed è completa-mente sopraffatto dall'archetipo del padre e dall'iden-tificazione con esso.Qui troviamo un'importante corrispondenza tra I'lo ne-gativistico, colpito nella relazione primaria, e I'lo ma-schile patriarcale che emerge durante lo sviluppo dellacoscienza umana.La strutturazione di un Super-io in opposizione al Senon avviene soltanto negli individui nevrotici ma è unacaratteristica dello sviluppo patriarcale della coscienza.Con questo Super-io è connessa una terza forma disenso di colpa: il senso di colpa patriarcale, che pro-babilmente è un fattore determinante in ogni culturae sicuramente nella cultura patriarcale. CertamenteFreud aveva ragione quando affermava che per labambina è piu difficile staccarsi dalla madre, suoprimo oggetto d'amore, che è del proprio sesso, erivolgersi al padre, di sesso opposto, di quanto losia per il bambino la cui relazione d'amore e stata findall'inizio eterosessuale e tale rimane. Ma una diffi -coltà analoga di pari importanza riguarda la differenza

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di simbolismo sessuale nell'esperienza del Se. Siaper il bambino che per la bambina, la prima e piu de-terminante esperienza del Se è legata alla madre.Questa connessione rimane intatta per la bambina.Nel caso del bambino, invece, a un certo livello disviluppo, I'immagine del Se deve assumere il suostesso sesso. Egli deve quindi sperimentare un cam-biamento per cui la figura del Se abbandona i simbolidell'archetipo materno e assume quelli dell'archetipopaterno.L'evoluzione dall'archetipo della madre a quello paternoè assolutamente essenziale per entrambi i sessi (perle ragioni spiegate dettagliatamente in Storia delle ori-gin! della coscienza) e sembra che sia un fattore in-dispensabile per lo sviluppo e I'indipendenza della co-scienza dell'Io. Infatti lo sviluppo della coscienza è pa-triarcale e consiste in un « via dall'inconscio », « viadalla madre », in una lotta eroica fino alla fine. Inquesto senso la base della coscienza e della Weltan-schauung patriarcale è sempre il matricidio. Nondiscuteremo qui le complicazioni — diverse per idue sessi — relative agli intricati processi attraverso iquali si sviluppa la coscienza patriarcale, cioè il di-stacco dalla relazione primaria, il raggiungimento diun rapporto d'amore oggettuale e il cambiamento nelsimbolismo sessuale del Se. Ci riferiremo brevementesoltanto agli effetti di questo sviluppo sulla culturaumana in generale e su quella dell'uomo moderno inparticolare.La dissoluzione della « realta unitaria », la formazionedella coscienza e la conseguente polarizzazione delmondo tra soggetto e oggetto, interno ed esterno, cor-rispondono alla « divisione » della personalità descrittacome « separazione dei sistemi » (27). Le dominanti diquesto sviluppo patriarcale sono I'archetipo del padre,il gruppo maschile e un lo patriarcale che combattecontro I'inconscio. I rapporti posti in essere da taliforze patriarcali implicano sempre una « uccisione »,una rimozione e repressione del mondo matriarcaledell'inconscio. (Le conseguenze nella psicologia fem-minile saranno discusse altrove). Questo « matricidio »,che corrisponde a un emergere

(27) E. Neumann, Storiadelle origini della coscien-za,cit. pp. 275-313.

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(28) E. Neumann, DepthPsychology and a NewEthic, London, Hodder andStoughton, 1969.

(29) Non ci occuperemoqui dei modi estremamen-te vari in cui possono

della coscienza maschile dall'inconscio — il luogo diogni pericolo, la sede degli istinti, degli affetti e delleforze transpersonali —, conduce in ogni cultura pa-triarcale al « vecchio » codice morale (28) tipico del-I'Occidente. II suo scopo non è quello dell'automor-fismo, ne tende a una personalità totale equilibratadiretta dall'asse lo-Se e capace di un rapporto crea-tivo con gli altri, bensì a una personalità scissa, de-terminata dall'ideale dell'lo e dal Super-io. Laconnessione tra lo negativistico e lo patriarcale è orachiara. II Super-io non è mai un'istanza individuale comeil Se; e invece un'istanza collettiva, introiettata solopiù tardi, il cui obiettivo è far osservare le richiestedei « padri », del collettivo, in opposizione alI'individuo.L'adattamento a queste norme collettive dicoscienza, reso possibile solo da una violenta re-pressione della natura propria dell'individuo ad operadel Super-io, conduce alla formazione di quegli aspettidella personalità costituiti dalla « persona » e dall'« om-bra », che sono elementi caratteristici e necessari inuna cultura patriarcale se non in tutte le culture. Lapersona e I'ombra esprimono il fatto che la persona-lita non è, non vuole e non puo essere se stessa, masi è imposta un adattamento contrario alla propria na-tura e alla natura in generale. Anche se si tratta diun'acquisizione culturale, ciò rappresenta un'alienazio-ne di se.II modello offerto dall'archetipo paterno e dal Super-io,i quali producono anche i « padri » come gruppo col-lettivo, diviene I'autorita decisiva per I'lo narcisisticonegativo perchè, bene o male, esso controlla l'adatta-mento alla comunita. L'io negativistico oscilla tra unadipendenza morale masochistica dal Super-io e unaopposizione alla sua tirannia, e la futura evoluzione so-ciale o asociale dipende dal suo rapporto con il Super-io. Ma quando si verifica l'adattamento sociale, essoè eteronomo e quindi non è in accordo con la naturapropria dell'individuo. Questo, evidentemente, è ciò cherende possibile un fenomeno caratteristico della cul-tura patriarcale: l'adattamento e il successo socialesenza un reale rapporto umano (29). Un sostanzialeparallelismo tra I'lo negativistico pro-

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dotto da una relazione primaria disturbata e No patriar-cale che si libera attraverso la repressione dell'arche-tipo materno, è dato non soltanto dal fenomeno del ma-tricidio ma anche dal significativo sviluppo di sensi dicolpa (30).Lo sviluppo patriarcale della coscienza ha un indiscu-tibile bisogno intrinseco di « uccidere la madre », cioè,per quanto è possibile, di negare, escludere, svalutaree rimuovere il mondo « materno-femminile » che rap-presenta I'inconscio. Tale matricidio simbolico è evi-dente nella repressione della storia « matriarcale »— la storia dello sviluppo umano determinato dall'in-conscio (31) — e nella continua svalutazione dell'im-portanza ontologica del rapporto primario e del mondopreedipico (32) che precede la « separazione dei ge-nitori primordial! ».L'assoluta mancanza di una dea madre nella culturapatriarcale e I'esclusione delle donne dal culto e dalrituale non sono naturalmente gli unici sintomi di que-sto « assassinio » (33). II fatto che la cultura patriar-cale sia fondata su un matricidio e che la sua rinunciafondamentale sia proprio la madre uccisa ha degli ef-fetti disastrosi perchè la « Grande Madre » non è sol-tanto I'inconscio: essa è strettamente legata alla na-tura, al mondo e al corpo. Come abbiamo gia vistonella relazione originaria del bambino, essa è simbo-licamente identica a tali aree di esistenza. La culturapatriarcale, accentuando particolarmente I'archetipopatemo, lo « spirito » e la coscienza, ha comeconseguenza una decisa svalutazione del mondo, dellanatura e del corpo, che vengono perseguitati comeeretici e disprezzati unitamente ali'inconscio e al fem-minile. Tutte queste aree di esistenza sono consideratepeccaminose e seduttive e il fatto fondamentale cheI'umanità e l'individuo derivano dalla madre subiscepiu di un'inversione in senso patriarcale, per cui siimmagina il femminile come secondario e la donnacome emergente dall'uomo. Ma dato che è innegabileil fatto di « essere nati da donna », si comprende an-che perchè la corruzione derivata dal peccato originalee la colpa di questo male siano attribuite al femminile-materno.

svilupparsi durante I'infan-zia le relazioni tra I 'lo, ilSuper-io e la societa.

(30) Una differenza essen-ziale è costituita dal fat -to che nello sviluppo nor-male della coscienza del-I'lo il senso di colpa pa-triarcale non viene rinfor-zato, mentre il senso dicolpa dell'lo negativisticoviene intensificato dal di-sturbo nel rapporto pri-mario.

(31) La necessità di que-sto atteggiamento svaluta-tivo per la liberazione delmaschile dal dominio delfemminile è stata mostra-ta in Storia delle originidella coscienza, cit.(32) Soltanto adesso lapsicoanalisi comincia aconsiderare I'importanzadi questa fase. Indubbia-mente i pregiudizi patriar-cali impedivano a Freud dicomprendere i fattori pri-mordiali determinanti conessa collegati. Questamancanza di comprensio-ne del « sentimento ocea-nico » fa parte della suaincapacità di afferrare ilsignificato della madre neldestino dell'uomo e nellosviluppo infantile. Ma eglinon era del tutto inconsa-pevole di questa sua ca-renza. Con affascinantefranchezza ha così critica-to la sua descrizione dellosviluppo culturale: « Nonsaprei dire in quale pun-to, di questa evoluzione,si collochino le grandi di-vinita materne che forsehanno preceduto nella ge-neralita dei casi gli deipaterni » (« Totem e ta-bu », in Opere 1912-1914,vol. 7, Torino, Boringhieri,1975, p. 152). Questo sco-toma (cecita) patriarcaledi Freud trasforma in « ne-gativo », secondo schemipsicologici che ci sono fa-miliari, qualunque elemen-

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to materno e femminile.Ciò è evidente nella con-cezione dell'Es, considera-to soltanto come negativoe nemico per la coscien-za, e nella interpretazio-ne assolutamente insoddi-sfacente del femminile co-me non maschile, cioè sul-la base del complesso dievirazione. Queste assun-zioni rendono anche im-possibile comprendere ilprocesso creativo. Se nonsi tiene conto delle primefonti di creativita psichi-ca, non si possono capirecompletamente neancheI'lo e la coscienza e larelazione compensatoriapositiva tra coscienza einconscio viene necessa-riamente fraintesa.

(33) Per questa ragionenei movimenti religiosieretici, che rappresenta-no una compensazione ri-spetto al canone patriar-cale vigente, si verificauna rinascita del mondomaterno o di suoi elemen-ti arcaici, esattamente co-me avviene nel misticismoe in sette patologicamen-te regressive.

(34) Non possiamo dilun-garci sui sintomi di que-sto notissimo modo dipensare.

(35) E. Neumann, Storia delleorigini della coscien-za,parte II, cap. « Equi-librioe crisi nella coscien-za »,pp. 315-341.

Dopo I'uccisione della madre, il maschile deve cercaree trovare una nuova patria e un nuovo luogo di ori-gine che corrisponda, paradossalmente, allo stato in-naturaie della sua natura.L'abbandono del materno a favore del paterno, che nelbambino è un sintomo necessario del processo cheabbiamo indicato come inversione sessuale del Se,conduce all'« idea », tipica di ogni visione patriarcaledella vita, di non essere « veramente » di questo mon-do, di non appartenere « a questo mondo » (34). IIsentimento di un « peccato originale » ereditato edell'inadeguatezza della vita in un mondo naturale pienodi peccato è un elemento essenziale di quel che ab-biamo chiamato « senso di colpa patriarcale ». Esso siesprime negativamente in ogni sforzo morale asceticodi superare la propria « natura malvagia » o di esor-cizzarla attraverso un rituale ossessivo legalizzato. Lasua espressione positiva è invece un sentimento didipendenza da un atto di grazia extraumano, solo ingrado di salvare I'umanità, oppure il ritorno a unagnosi « onnipercettiva » che smascheri la « natura »come « irreale » e riveli la « vera realta » dello spirito.Tali manifestazioni negative e positive sono la direttaespressione del senso di colpa patriarcale, ma nellostesso tempo sono un tentativo di superarlo.Comunque, la condizione di base espressa dal sensodi colpa patriarcale e una scissione psichica operatadall'estremo radicalismo della coscienza patriarcale. Ladivisione tra i sistemi conscio e inconscio è neces-saria come la conseguente tensione polare tra gli ar-chetipi materno e paterno, ma può essere disastrosase provoca una rigida separazione dei sistemi (35) e ildominio assoluto dell'archetipo paterno. E' sintomaticodi questa condizione il fatto che, insieme a unprofondo senso di colpa, tutti gli uomini moderni e nonsolo i nevrotici condividano il sentimento di essereperduti, abbandonati e soli. L'isolamento di un lodisturbato nella relazione con il «tu » si manifestanon soltanto nella mancanza di rapporto con il «tu »interno, I'inconscio, ma anche con il « tu esterno »,gli altri. La collettivizzazione di massa dei tempimoderni è, tra I'altro, un risultato di

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questa perdita di se. Essa viene infatti compensatatramite un legame religioso di tipo infantile, timorosonei confronti del padre-dio, oppure la situazione è vi-ziata da un accumulo inconscio di sentimenti di odioe di aggressivita. Questi sentimenti minacciano I'uma-nita perchè portano alla ricerca nel mondo esterno dioggetti su cui proiettare la paura, la colpa e I'angosciaad essi sottostanti.Questa situazione psichica collettiva è sorprendente-mente simile alla condizione infantile che conosciamocome un disturbo della relazione primaria anzi e addi-rittura identica. La mancanza della madre produce nel-I'individuo e nel collettivo gli stessi sintomi di abban-dono e solitudine, sentimenti di colpa, angoscia e ag-gressivita. Ma mentre per il bambino le cause del di-sturbo sono iscritte nel suo destino individuale, nelmondo moderno si tratta di un deliberato « matricidio »patriarcale che, alla base della nostra cultura, ha de-terminato una sindrome collettiva di colpa, angoscia eaggressivita che mette in pericolo I'esistenza realedell'umanità.Abbiamo scritto altrove (36) che la « castrazione pa-triarcale » minaccia la personalità e rende quasi im-possibile un suo sviluppo creativo, per cui soltanto i« Grandi Individui » sono capaci, a rischio della pro-pria vita, di sfuggire I'influenza collettiva di una cul-tura patriarcale unilaterale.II narcisismo dell'lo negativistico è una tipica espres-sione della patologia dell'uomo moderno. II suo rap-porto con l'« altro », interno ed esterno, è inesistentee, come il bambino disturbato nel rapporto primario,egli cerca accanitamente di compensare la perdita del-la relazione lo-Se con I'aiuto di un lo inflazionato, senzarendersi conto che il suo sforzo e disperato. Lamancanza totale o relativa di automorfismo è il ri-sultato specifico della scissione interiore che negaI'aspetto femminile, cerca di annientarlo e in tal modoarreca disorientamento e distruzione. L'aspetto patemospirituale, anche se necessario per proteggere una co-scienza in via di sviluppo dal rischio di essere com-pletamente determinata dall'inconscio materno e per

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(36) Ibidem, vedi indiceanalitico.

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liberare I'lo cosciente dal dominio dell'archetipo ma-terno, e soltanto una parte della totalita del Se. IIdominio del padre spirito non è meno unilaterale epericoloso del dominio della Grande Madre. Soltanto idue aspetti insieme costituiscono la totalita parentalenecessaria per la salute dell'individuo e del gruppo.Essi sono le polarita divine, transpersonali tra cui sisvolge ogni esistenza pienamente creativa. Mentre ilnarcisismo è una forma patologica dell'lo,I'automor-fismo rappresenta la capacita di autorealizzazione ine-rente alla totalita biopsicologica dell'uomo. Uno deicompiti piu vitali dell'uomo moderno è quello di ren-dere cosciente il suo automorfismo inconscio e dicredere che esso possa guidarlo verso uno sviluppointeriore che vada oltre I'unilateralità della coscienza.Quello che in termini concettuali del tutto inadeguatipotrebbe chiamarsi la restaurazione dell'asse lo-Seequivale al recuperò di quella sicurezza di esistenzache rappresenta un'unita di elementi razionali e irra-zionali corrispondenti agli elementi razionali e irrazio-nali contenuti nella totalita psichica dell'uomo.

Trad, di LUCIANA BALDACCINI

* Tratto da Spring 1966.

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