N.53 - 17 maggio 2014 ......perché voto il Pd. E addirittura faccio tre, quattro, cinque iniziative...

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Sì, ma allora, se sei di sinistra, perché voti Pd? (Giuseppe Civati) by www.ciwati.it (il Chiosco) Submitted at 5/16/2014 4:38:59 AM La domanda più ricorrente di queste ultime settimane. Mi chiedono perché non esco dal Pd e, nell'imminenza delle elezioni, perché voto il Pd. E addirittura faccio tre, quattro, cinque iniziative al giorno per la sua campagna elettorale. E, allora, mi tocca spiegarvelo. E vi prego di seguirmi. Per prima cosa, non voto M5s perché sono di sinistra e non mi piacciono i partiti e i movimenti che dichiarano di non essere né di destra, né di sinistra. Non mi piacciono tante altre cose – per esempio, incrociare le mani a forma di manette in aula, per rimanere all'episodio di ieri -, non mi piace la volgarità, non mi piace un programma che – per essere iperdemocratici – alla fine è deciso da poche, pochissime persone. Faccio questa battaglia nel Pd, per riportarlo nel centrosinistra e perché torni a frequentare una logica dell'alternanza, contro ogni tipo di trasversalismo e di oligarchia interna, e me ne toccherebbe una ancora più clamorosa nel M5s. Per le Europee, c'è un problema in più: con chi si alleerà il M5s? Con i no-euro di ogni sorta? Con la sinistra radicale? Con i verdi? Non è dato saperlo. Sulla base di quanto è accaduto in Italia, il M5s non si alleerà con nessuno, portando gli altri a fare accordi tra di loro, per poi dire che sono tutti uguali. A me, invece, l'idea di stare finalmente nel Pse e da lì guardare a Tsipras e ai Verdi europei non dispiace affatto. In secondo luogo, non voterò per la lista Tsipras, che ovviamente sento molto più vicina e in cui militano molte persone che stimo. Non lo farò non solo per la collocazione europea (il Gue mi sembra orizzonte troppo stretto e orientato), ma anche perché credo che la sinistra per potersi definire tale debba essere grande e aperta, capace di governare, di allearsi con altri soggetti, con un messaggio che sia comprensibile alla maggioranza delle persone. Il fatto che anche all'interno di Sel si siano manifestati molti mal di pancia, in questi mesi, ci fa capire che c'è qualcosa che non ha funzionato, nel lancio di una lista dal messaggio affascinante e importante, in questa Europa da cambiare. Non mi è piaciuto, da ultimo, che dalle liste di Tsipras fossero esclusi i politici, come se fossero «malati». Per operazioni del genere esiste già il M5s. Né mi è piaciuto che persone che voterei, come Barbara Spinelli, abbiano detto che se saranno elette, si dimetteranno. Mi sembra un'idea sbagliata, proprio per quanto vi sto per scrivere. Se voto il Pd è proprio perché si possono esprimere quelle preferenze per cui ci siamo battuti invano nel corso della discussione della legge elettorale (torneremo a farlo, non preoccupatevi). Perché è un partito grande, nel quale certo ci deve essere più pluralismo, come sostengo da tempo. E perché è l'unico soggetto politico che, se vorrà, se vorremo, potrà ricostruire quel centrosinistra che ci porti al governo dopo (e con) libere elezioni (motivo per cui non ho apprezzato la lunga teoria di governi di larghe intese che ci stanno facendo male, a mio modesto avviso). Il voto, questa volta, può essere tutto politico, manifestandosi nell'adesione di questo o quel candidato, che sono certo mi rappresenterà meglio di quanto avrei potuto fare se, per andare a Strasburgo, mi fossi candidato io. Se seguirete il mio consiglio, in Europa andranno persone capaci di rappresentare una sinistra moderna, innovativa, liberale, radicale nelle intenzioni e lucida nella scelta degli obiettivi. Che ha dimostrato di saper lavorare insieme, in una straordinaria campagna delle primarie. Che ha costruito migliaia (non esagero) di iniziative politiche in tutto il paese. Con il desiderio di cambiare tutto, senza urlare e fare i gestacci. Con «metodo democratico» come richiede la nostra Costituzione. Con la speranza di riportare il paese alla dialettica tra destra e sinistra e avere quel voto in più che serve in Europa e servirà in Italia. L'ultima obiezione la conosco bene: ma così fai vincere Renzi. Scusate, ma per me è più importante il Pse che guarda a sinistra, il Pd che ricostruisce il centrosinistra, le persone che mi rappresentano della dialettica interna e di una rivalità personale e politica che non ho certo voluto. Gli elettori del Pd, per altro, a valanga, hanno scelto Renzi sei mesi fa, lui poi ha scelto di fare una cosa per me molto sbagliata, ma gli obiettivi che abbiamo di fronte superano me (che è poca cosa) ma anche lui. Se il Pd sarà grande, non solo elettoralmente, anche politicamente, ci sarà bisogno di tutti, anche di chi sta a più sinistra di me. Sempre che si voglia costruire una sinistra di governo. Questo è il mio progetto, da sempre. E spero sia il nostro progetto. Perché in Europa ci siano tanti come Daniele, Paolo, Renata, Andrea, Elly, Ilaria e Elena. Nel gruppo del Pse, in grado di cambiare le cose. Senza uscire da tutto quanto, dal Pd, dall'euro, dalla buona educazione. Senza perdere l'entusiasmo, però, per qualcosa che ancora non c'è. In Europa, in Italia e anche nel Pd. L’AMACA del 17/05/2014 (Michele Serra). by La Repubblica 17/5/2014 (il Chiosco) Submitted at 5/17/2014 4:05:53 AM I NVIDIO a Enzo Bianchi la luminosa, speranzosa serenità con la quale commenta ( Repubblica di ieri) la storia di Meriam, la cristiana sudanese, incinta di otto mesi, che rischia la condanna a morte perché rifiuta di convertirsi all’Islam. L’intolleranza religiosa mi suscita solo una insopprimibile furia contro chi la esercita. Una delle poche ragioni per le quali impugnerei un’arma è per battermi contro di loro, ladri di libertà, persecutori della ragione e della mitezza, aguzzini dell’anima e del corpo di chi ha scelto di non obbedire al loro criminale ordine dogmatico. Se l’inferno esistesse, e potessi deciderne l’assetto, consentirei un unico girone, quello di chi ha ucciso e perseguitato usurpando il nome di Dio in una delle sue tante traduzioni locali. Tu, caro Enzo Bianchi, temi “l’oblio del martirio” e del suo profondo significato di testimonianza e di perdono; io temo assai di più “l’incapacità di fermare il carnefice” — uso parole tue — perché sento come un marchio di infamia aver lasciato mano libera a quei boia, e indifesi gli inermi. No, decisamente non sono un buon cristiano. Perdono e amore sono tra le ultime parole a venirmi in mente, di fronte a una violenza così orribile. Da La Repubblica del 17/05/2014. . by Spinoza.it (il Chiosco) Submitted at 5/16/2014 6:51:04 AM Previti lascia Forza Italia. Per l'applicazione del codice etico. [dan11] N.53 - 17 maggio 2014 www.ilchioscodifrancescoimpala.wordpress.com

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Sì, ma allora, se sei di sinistra, perché voti Pd?(Giuseppe Civati)by www.ciwati.it (il Chiosco)

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La domanda più ricorrente di questeultime settimane. Mi chiedono perché non esco dal Pde, nell'imminenza delle elezioni,perché voto il Pd. E addirittura facciotre, quattro, cinque iniziative algiorno per la sua campagna elettorale. E, allora, mi tocca spiegarvelo. E viprego di seguirmi. Per prima cosa, non voto M5s perchésono di sinistra e non mi piacciono ipartiti e i movimenti che dichiaranodi non essere né di destra, né disinistra. Non mi piacciono tante altrecose – per esempio, incrociare lemani a forma di manette in aula, perrimanere all'episodio di ieri -, non mipiace la volgarità, non mi piace unprogramma che – pe r e s se reiperdemocratici – alla fine è deciso dapoche, pochissime persone. Faccio questa battaglia nel Pd, perriportarlo nel centrosinistra e perchétorni a frequentare una logicadell'alternanza, contro ogni tipo ditrasversalismo e di oligarchia interna,e me ne toccherebbe una ancora piùclamorosa nel M5s. Per le Europee, c'è un problema inpiù: con chi si alleerà il M5s? Con ino-euro di ogni sorta? Con la sinistraradicale? Con i verdi? Non è datosaperlo. Sulla base di quanto èaccaduto in Italia, il M5s non sialleerà con nessuno, portando gli altri

a fare accordi tra di loro, per poi direche sono tutti uguali. A me, invece, l ' idea di starefinalmente nel Pse e da lì guardare aTsipras e ai Verdi europei nondispiace affatto. In secondo luogo, non voterò per lalista Tsipras, che ovviamente sentomolto più vicina e in cui militanomolte persone che stimo. Non lo farònon solo per la collocazione europea(il Gue mi sembra orizzonte troppostretto e orientato), ma anche perchécredo che la sinistra per potersidefinire tale debba essere grande eaperta, capace di governare, diallearsi con altri soggetti, con unmessaggio che sia comprensibile allamaggioranza delle persone. Il fattoche anche all'interno di Sel si sianomanifestati molti mal di pancia, inquesti mesi, ci fa capire che c'èqualcosa che non ha funzionato, nellancio di una lista dal messaggioaffascinante e importante, in questaEuropa da cambiare. Non mi è piaciuto, da ultimo, chedalle liste di Tsipras fossero esclusi ipolitici, come se fossero «malati».Per operazioni del genere esiste già ilM5s. Né mi è piaciuto che personeche voterei, come Barbara Spinelli,abbiano detto che se saranno elette, sidimetteranno. Mi sembra un'ideasbagliata, proprio per quanto vi stoper scrivere. Se voto il Pd è proprio perché sipossono esprimere quelle preferenze

per cui ci siamo battuti invano nelcorso della discussione della leggeelettorale (torneremo a farlo, nonpreoccupatevi). Perché è un partito grande, nel qualecerto ci deve essere più pluralismo,come sostengo da tempo. E perché èl'unico soggetto politico che, se vorrà,se vorremo, potrà ricostruire quelcentrosinistra che ci porti al governodopo (e con) libere elezioni (motivoper cui non ho apprezzato la lungateoria di governi di larghe intese checi stanno facendo male, a miomodesto avviso). Il voto, questa volta, può essere tuttopolitico, manifestandosi nell'adesionedi questo o quel candidato, che sonocerto mi rappresenterà meglio diquanto avrei potuto fare se, perandare a Strasburgo, mi fossicandidato io. Se seguirete il mio consiglio, inEuropa andranno persone capaci dirappresentare una sinistra moderna,innovativa, liberale, radicale nelleintenzioni e lucida nella scelta degliobiettivi. Che ha dimostrato di saperlavorare insieme, in una straordinariacampagna delle primarie. Che hacostruito migliaia (non esagero) diiniziative politiche in tutto il paese.Con il desiderio di cambiare tutto,senza urlare e fare i gestacci. Con«metodo democratico» come richiedela nostra Costituzione. Con lasperanza di riportare il paese alladialettica tra destra e sinistra e avere

quel voto in più che serve in Europa eservirà in Italia. L'ultima obiezione la conosco bene:ma così fai vincere Renzi. Scusate,ma per me è più importante il Pse chegua rda a s in i s t r a , i l Pd chericostruisce il centrosinistra, lepersone che mi rappresentano delladialettica interna e di una rivalitàpersonale e politica che non ho certovoluto. Gli elettori del Pd, per altro, avalanga, hanno scelto Renzi sei mesifa, lui poi ha scelto di fare una cosaper me molto sbagliata, ma gliobiettivi che abbiamo di frontesuperano me (che è poca cosa) maanche lui. Se il Pd sarà grande, nons o l o e l e t t o r a l m e n t e , a n c h epoliticamente, ci sarà bisogno di tutti,anche di chi sta a più sinistra di me.Sempre che si voglia costruire unasinistra di governo. Questo è il mio progetto, da sempre.E spero sia il nostro progetto. Perchéin Europa ci siano tanti comeDaniele, Paolo, Renata, Andrea, Elly,Ilaria e Elena. Nel gruppo del Pse, ingrado di cambiare le cose. Senzauscire da tutto quanto, dal Pd,dall'euro, dalla buona educazione.Senza perdere l'entusiasmo, però, perqualcosa che ancora non c'è. InEuropa, in Italia e anche nel Pd.

L’AMACA del 17/05/2014(Michele Serra).by La Repubblica 17/5/2014 (ilChiosco)

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I NVIDIO a Enzo Bianchi laluminosa, speranzosa serenità con laquale commenta ( Repubblica di ieri)la storia di Meriam, la cristianasudanese, incinta di otto mesi, cherischia la condanna a morte perchérifiuta di convertirsi all’Islam.L’intolleranza religiosa mi suscitasolo una insopprimibile furia controchi la esercita. Una delle pocheragioni per le quali impugnerei

un’arma è per battermi contro di loro,ladri di libertà, persecutori dellaragione e della mitezza, aguzzinidell’anima e del corpo di chi ha sceltodi non obbedire al loro criminaleordine dogmatico. Se l’infernoesis tesse , e potess i decidernel’assetto, consentirei un unico girone,quello di chi ha ucciso e perseguitatousurpando il nome di Dio in una dellesue tante traduzioni locali. Tu, caro Enzo Bianchi, temi “l’obliodel martirio” e del suo profondo

significato di testimonianza e diperdono; io temo assai di più“l’incapacità di fermare il carnefice”— uso parole tue — perché sentocome un marchio di infamia averlasciato mano libera a quei boia, eindifesi gli inermi. No, decisamentenon sono un buon cristiano. Perdonoe amore sono tra le ultime parole avenirmi in mente, di fronte a unaviolenza così orribile. Da La Repubblica del 17/05/2014.

.by Spinoza.it (il Chiosco)

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Previti lascia Forza Italia. Perl'applicazione del codice etico.[dan11]

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RIFORME E PREGIUDIZIO (GUSTAVOZAGREBELSKY).by Le Repubblica 17/5/2014 (ilChiosco)

Submitted at 5/17/2014 4:12:01 AM

L A D I S C U S S I O N E s u lbicameralismo perfetto o paritario ècondizionata da preconcetti che nonreggerebbero alla critica: anzitutto, laconvinzione che il Governo sia privodi poteri costituzionali efficaci etempestivi per tradurre in leggi ipropri intenti; poi, che la doppialettura comporti il raddoppio deitempi della legislazione; infine, che laseconda l e t tu ra se rva so lo ainsabbiare o a guastare le buoneintenzioni iniziali. Se così fosse, sigiustificherebbe l’abolizione o,almeno, il “senato gratis”: slogan cheriassume la superficialità con la qualesi affrontano argomenti serissimi. Suciascuno di questi punti, diagnosi eprognosi non di maniera porterebberoa risultati diversi dalle presunte, ovvieverità. Ma, la questione di fondo,r iguarda la sostanza pol i t ico-costituzionale. In breve: qual è laragione della seconda Camera? VOLENDOLA mantenere, quale puòessere l’utile funzione che le si chiededi svolgere? Guardando alla storia eai suoi esempi, si vede che i Senatiesprimono o ragioni federative, neiconfronti dello Stato centrale, oragioni conservative , di fronte allaCamera elettiva. Da noi, il dibattitosul superamento del bicameralismoperfetto o paritario si è orientatopacificamente nel primo senso:“ S e n a t o d e l l e a u t o n o m i e ”(“autonomie”, perché il federalismonon esiste) al posto del “Senato dellaRepubblica”. Perché ciò che benefunziona, per esempio, negli StatiUniti d’America e in Germania, nondovrebbe funzionare altrettanto benein Italia? Non esistono forse, anched a n o i , b u o n e r a g i o n i d icoordinamento tra Enti Locali,Regioni e Stato? E poi chi siarrischierebbe oggi, nel tempo dellavelocità, a proporre qualcosa di“conservativo”? La comparazionecon gli Stati effettivamente federali— “effettivamente” significa non chehanno sovrastrutture giuridichefederali o simil- federali, ma chehanno radici nettamente definite insenso storico-politico, come gli Statifederati in Usa o i Länder inGermania o le regioni autonome inSpagna — questa comparazione, nonquella puramente esteriore dei giuristiformalisti , porta a dire che lasomiglianza con la nostra realtà èingannevole. Le nostre Regioni eAmministrazioni locali , con leeccezioni che confermano la regola,sono grossi apparat i pol i t ico-amministrativi che riproducono vizi evirtù dell’amministrazione e dellapolitica nazionale: sono, in altritermini, articolazioni di queste. Non èqui il caso di ragionare sulle cause

ma, se ciò è vero, che senso ha unacamera delle autonomie, se nonquello di rimandare e rispecchiare alcentro interessi, virtù e vizi pubblici eprivati che già il centro ha trasmessoalla periferia? Il pomposo “Senatodelle Autonomie” si risolverebbe inun’articolazione secondaria d’unsistema politico unico che ha da risolvere alsuo interno questioni di naturap r i n c i p a l m e n t e f i n a n z i a r i a eamministrativa. Si tratterebbe d’unorgano di contrattazione di risorse eporzioni di funzioni pubbliche, in unasorta di do ut des che già oggi trova lasua sede in due “Conferenze”paritetiche (Stato-Regioni e Stato-città e autonomie locali). Se, invece, si volesse coglierel ’occas ione del la r i forma perun’innovazione davvero significativad a l p u n t o d i v i s t a n o n“ a m m i n i s t r a t i v i s t i c o ” , m a“costituzionalistico”, tenendo contodi un’esigenza profonda del lademocrazia, si potrebbe ragionarep a r t e n d o i n p r e m e s s a d a l l ac o n s i d e r a z i o n e c h e s e g u e . Le democrazie rappresentativetendono alla dissipazione di risorsepubbliche, materiali e immateriali.Sono regimi dai tempi brevi, segnatidalle scadenze elettorali, in vista dellequali gli eletti, per la natura delle coseumane, cercano la rielezione, cioè ilconsenso necessario per ottenerla.Non conosciamo noi, forse, questarealtà? Debito pubblico accumulatoda politiche di spesa facile nel c. d.ciclo elettorale; sfruttamento edissipazione delle risorse naturali;devastazione del territorio; attentatialla salute pubblica; abuso dei benicomuni ne l l ’ in te resse pr iva toimmediato; applicazioni a fattorivitali di tecnologie dalle conseguenzeirreversibili, infornate di nomineclientelari in enti pubblici, ecc. Chi sene preoccupa, quando premono leelezioni? Non stiamo noi, oggi,scontando drammaticamente questat e n d e n z a f a g o c i t a t r i c e d e l l ad e m o c r a z i a ? Q u i e m e r g o n o l e “ r a g i o n iconservative” della seconda Camera:non conservative rispetto al passato,come fu nel caso dei Senati al tempodelle Monarchie rappresentative,quando si pose la questione delb i lanc iamento de l le t endenzedissipatrici della Camera elettiva equesta, secondo lo schema del“governo misto”, fu affiancata daiSenati di nomina regia. Allora, iSena t i e rano c iò che res tavadell’Antico Regime, della tradizionee dei suoi privilegi. Ciò che si volevaconservare era il retaggio del passato.Oggi, si tratta dell’opposto, cioè diragioni conservative di opportunitàper il futuro, per le generazioni avenire. Chi è, dunque, più conservatore?

Chi, per mantenere o migliorare leproprie posizioni nel confrontoelettorale, è disposto a usare tutte lerisorse disponibili per ottenere ilconsenso immediato degli elettori, ochi , invece, s i preoccupa piùdell’avvenire e di chi verrà dopo dilui che non del le sue proprieimmediate fortune elet toral i? Su questa linea di pensiero, lacomposizione del nuovo Senatorisulta incompatibile con l’idea dimembri tratti dalle amministrazioniregionali e locali o eletti in secondogrado dagli organi di queste, la cuidurata in carica coincida con quelladelle amministrazioni regionali elocali di provenienza. Questa è laprospettiva “amministrativistica”.Nella prospettiva “costituzionalistica”la provvista dei membri del Senatodovrebbe avvenire in modo diverso.Nei Senati storici, a questa esigenzacorrispondeva la nomina regia e ladurata vitalizia della carica: duesoluzioni, oggi, evidentementeimproponib i l i , ma fac i lmentesos t i tu ib i l i con l ’e lez ione per una durata adeguata, superiore aquella ordinaria della Camera deideputati, e con la regola tassativadella non rieleggibilità. A ciò sidovrebbero accompagnare requisitid’esperienza, competenza e moralitàparticolarmente rigorosi, contenute inr e g o l e d i i n c a n d i d a b i l i t à ,incompatibilità e ineleggibilitàmisurate sulla natura dei compitiassegnati agli eletti. Voci autorevoli si sono levate inquesto senso. Anche l’idea dei 21senatori che il Presidente dellaRepubblica potrebbe nominare trapersone particolarmente qualificateco r r i sponde a l l ’ e s i genza qu isottolineata. Dal punto di vistademocratico, è un’idea insostenibileper una molteplicità di ragioni che icommentatori hanno già messo inluce. Dal punto di vista funzionale,poi , è del tut to irragionevole:qualunque organo che delibera devee s s e r e o m o g e n e o . S e n o n èomogeneo, può solo formulare pareri,non esprimere una (sola) volontà. Mal’esigenza di cui i 21 sarebberoespressione è valida e può esseresoddisfatta per via di elezione, purchésecondo i criteri sopra detti. Ai qualise ne dovrebbe aggiungere un altro: ilnumero limitato. Negli Stati Uniti,due senatori per ogni Stato federato.Perché non anche da noi? Due perRegione, eletti dagli elettori delleRegioni stesse, dunque senza liste,“listoni” o “listini” che farebberoancora una volta del Senato unapropaggine del sistema dei partiti, coni condizionamenti e gli snaturamentiche ne deriverebbero. Questa, sì,sarebbe una novità, perfettamentedemocratica e tale da inserire nel

circuito politico energie, competenze,responsabilità nuove. Questo, sì,sarebbe un Senato attrattivo per leforze migliori del nostro Paese che ilreclutamento partitico della classepolitica oggi tiene ai margini. Un punto critico del Progetto diriforma riguarda la determinazionedei poteri legislativi e la definizionedel rapporto tra le due Camere nelbicameralismo non paritario. Il nuovoart icolo 70 del la Costi tuzioneprevederebbe la supremazia politicadella Camera, ma in un labirinticogroviglio di ipotesi , in cui s iintrecciano comunicazioni, iniziativedi minoranze parlamentari, propostedi modifica, andirivieni scanditi datermini prefissati, materie sulle qualile del iberazioni del Senato amaggioranza assoluta possono essererovesciate dalla Camera, a sua volta amaggioranza assoluta, eccetera. Nonsi può qui possibile discutere laragionevolezza di questo estremo“giuridicismo” applicato a organipolitici. Ci si deve chiedere sepotrebbe funzionare e se, nel caso incui il Senato volesse non ridursi avuoto simulacro, non determinerebbefrequenti conflitti. Che senso avrebbe,poi, il coinvolgimento del Senatoquando già è nota l’esistenza d’unamaggioranza alla Camera, in gradocomunque d’imporre la propriascelta? Un lamento, una protesta finea se stessa, tanto più in quanto lalegge elettorale sia tale (ma saràtale?) da costruire più o menoartificialmente vaste maggioranze“blindate” che non hanno bisogno diconfrontare i loro pro con i contrad ’ u n S e n a t o c a p a c e s o l o d ilamentazione. Futilità. Una secondaCamera di facciata, così pocorilevante che il Governo, a garanziadella propria linea politica, non hanemmeno bisogno della questione difiducia che, infatti, scomparirebbe. N e l l a p r o s p e t t i v a“costituzionalistica”, la convivenzadel le due Camere s i potrebberisolvere così. Alla Camera deideputati, depositaria dell’indirizzopolitico, sarebbe riservato il voto difiducia (e di sfiducia). Le leggisarebbero approvate normalmente inuna procedura monocamerale. IlSenato, nei casi — si presume dinumero assai limitato, ma nonelencabili a priori — in cui ritengaessere a rischio i valori permanentiche rientrano nella sua primariaresponsabilità, potrebbe chiederel ’a t t ivaz ione de l l a p rocedurabicamerale paritaria. Procedurab icamera le , dunque , ma so loeventuale, quando effettivamenteserve. Da Le Repubblica del 17/05/2014.

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La prossima elezione dei membri del Csm diindicazione parlamentare (Aldo Giannuli)by www.aldogiannuli.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 3:40:31 AM

Lo scontro interno alla Procuramilanese (con il connesso scandaloexpo) fra il Procuratore Bruti Liberati(di Magistratura democratica) e il suoaggiunto Robledo (di Magistraturaindipendente) ha posto sotto gli occhidi tutti il problema dell’organo diautogoverno della Magistratura e delsuo rappor to con la po l i t i ca .Questione assai attuale, anche perché,il 31 luglio l’attuale ConsiglioSuperiore della Magistratura scadrà e,alcune settimane prima, occorreràprocedere dei membri eletti dalParlamento nel suo seno. Il Csm èun’istituzione poco osservata dallastampa –salvo poche occasioni comequella attuale- e di cui l’opinionepubblica sa poco e si interessa meno.Invece , s i t r a t t a d i uno de imeccanismi più delicati ed importantidella nostra architettura di potere. Esso presiede ai concorsi perl’assunzione dei magistrati, ne decidepromozioni, trasferimenti, sanzionidisciplinari, nomina i responsabili deiTribunali, delle Procure, delle Cortid’Appello ecc. La Cost i tuzione prevede chel’organo, presieduto dal Capo delloStato, sia composto per 2/3 damagistrati eletti dai propri colleghi(più il Presidente della Corte diCassazione e quello del Consiglio diStato, che ne fanno parte di diritto) edper 1/3 dal Parlamento in sedutacomune. L’Assemblea Costituente così volleper assicurare l’indipendenza dellamagistratura (nessun altro paeseassegna ai magistrati una quota cosìalta del loro organo di governo),

temperandola, però, con quel terzo dimembri detti “laici” di derivazioneparlamentare. La legge istitutiva (l.195/1958) ha stabilito che perl’elezione sia necessario avere i 3/5de i vo t i de i componen t i de lParlamento in seduta comune (quindiconsiderando anche gli assenti e gliastenuti) nelle prime due votazioni edei 3/5 dei soli votanti dalla terzavotazione in poi . Un quorumi n s o l i t a m e n t e a l t o , m o t i v a t odall’esigenza di assicurare unaselezione particolarmente accurata,attraverso la convergenza delle forzepolitiche su nomi di alto prestigio. Illegislatore ha inteso in questo modosia impedire che la maggioranza digoverno si appropri di tutti i seggi,sia  evitare che potesse esserci unrapporto troppo stretto fra ciascuneletto e i singoli partiti. Infatti, se lospirito fosse stato quello di assicuraread ogni par t i to un “propr io”rappresentante nel Csm, sarebbe statosufficiente stabilire che la scelta fossefatta con metodo proporzionale.Dunque, un quoziente volutamentealto per garantire l’indipendenza deglieletti che, in questo modo, nonavrebbero particolari “debiti diriconoscenza” verso qualcuno. Ma, si sa che in Italia le cose siprogrammano in un modo e poi sifanno in un altro. Per cui si è stabilitauna prassi parlamentare per la qualeciascun partito ha il suo (o i suoi)candidato del cuore, e i seggi sispartiscono. La legge 44/2002, che hamodificato quella istitutiva, stabilisceche il numero del plenum del Csm siadi 24 componenti elettivi di cui 16togati ed 8 “laici”. Per cui la prassicorrente prevede 5 seggi a l lamaggioranza e 3 all’opposizione, poiulteriormente suddivisi fra i singoli

partiti. Quindi, il contrario dellospirito della Costituzione, che volevacandida t i ind ipendent i e nonrappresentanti di partito con tanto ditarga (si tenga presente che possonoessere eletti avvocati cassazionisti ed o c e n t i o r d i n a r i d i m a t e r i egiuridiche). E, in questo modo, imembri di nomina parlamentare sonod i v e n t a t i p u r i e s e m p l i c irappresentanti di partito all’internodel Consiglio. Tutto questo ha provocato uncrescente malcostume dando luogo averi e propri “gruppi consiliari”composti dai rappresentati dei partitialleati alla corrente di magistrati piùaffine (Pd-Magistratura democratica/Fi -Magis t ra tura indipendente /“moderati”-Impegno Costituzionale ecosì via). Il Csm è diventato un “carrierificioper meriti di corrente”, nel quale nonhanno alcun peso i reali meritiprofessionali dei magistrati ma contasolo il rientrare nella spartizione frapartiti e correnti della magistratura.Come ci ha recentemente ricordatoBruti Liberati che rinfacciava aRobledo: “Se sei in quel posto lo deviai voti di Md”. Questo ha vanificatoanche la funzione disciplinare delConsiglio, che manda assolti oltre il95% dei magistrati deferiti per questao quella inadempienza: l’eventuale“incolpato” può immediatamentecontare sul pacchetto di voti della suacorrente di appartenenza con relativimembri partitici, poi magari ilmercato fra gruppi assicurerà lam a g g i o r a n z a n e c e s s a r i a a lp r o s c i o g l i m e n t o . E non parliamo, per carità di patria,dei concorsi per l’ ingresso inmagistratura e del ruolo delle scuoledi preparazione al concorso. La cui

iscrizione può costare anche 5-7 milaeuro… Ovviamente, la scelta dei candidatidi partito, spetta gelosamente alvertice supremo di ciascuno di essiche si degnerà di comunicare ladecisione ai gruppi parlamentari, cheapproveranno a scatola chiusa,vincolando tutti alla disciplina dipart i to La volta scorsa, eranocandidati del Pd l’avv. Guido Calvi eil prof. Claudio Giostra e, siccomealcuni parlamentari (fra cui IgnazioMarino, Felice Casson e RosaCal ipar i ) dichiaravano i l lorodissenso, Bersani ricordò a tutti che“non erano accettati comportamentidi voto difformi” dall’indicazioneufficiale. Amen. Nella stessa tornata venne eletto perla Lega anche l’avv. Matteo Brigandì(difensore di fiducia di UmbertoBossi e di tutti i maggiori dirigentidella Lega). Dopo qualche tempoemersero dei precedenti penali eda l t r i i n c o r s o a l m o m e n t odell’elezione (peraltro tutti conclusifavorevolmente all’avvocato), masoprattutto che l’interessato non si eradimesso quale amministratore dellaFin Group, per cui il Plenum del Csmn e d e c i s e l a d e c a d e n z a p e rincompatibilità. Vicenda certamentesgradevole, che non ha giovato alprestigio dell’istituzione ma che sisarebbe potuto tranquillamenteev i ta re , se c i fosse s ta to unaccertamento preventivo degli ufficiparlamentari sulla candidabilitàdell’uomo. Ma la prassi consolidataprevede che le candidature venganocomunicate da ciascun partito sonopoche ore prima del voto, per cui ognicontrollo è impossibile e non c’è

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Cade l’accusa di terrorismo ai no Tav: ottimanotizia, però… (Aldo Giannuli)by www.aldogiannuli.it (ilChiosco)

Submitted at 5/17/2014 3:21:47 AM

La sesta sezione della Cassazione hafatto cadere l’accusa di “condotta confinalità di terrorismo” per il lancio dialcune bottiglie molotov contro icantieri della Tav, a seguito del qualequalche macchinario andò distrutto,mentre non ci fu alcun danno allepersone, che lavoravano nel lagalleria, cui il fuoco si propagòcasualmente. L’accusa era tantospropositata che la Cassazione, chepure non è un covo di pericolosianarco insurrezionalisti, ha dovutoriconoscerne l’infondatezza e stabilireche il reato vada ridefinito piùrealisticamente. Ovviamente siamosoddisfatti di questo risultato per iquattro accusati che, speriamo,vengano t ra t ta t i con equi tà eclemenza, sia in considerazione dellaloro giovane età, sia delle particolaricondizioni in cui viene a trovarsi lalotta in Val di Susa, di fronteall’assoluta sordità delle istituzioni edelle forze politiche verso le istanzedella popolazione locale. Bene, peròil discorso non finisce qui, perchéresta che quattro cittadini, a seguito diquesto sproposito giuridico, sono statisottoposti ad un regime detentivo dimassima sicurezza, con misureafflittive del tutto sproporzionate alfatto. E, per di più, dovranno affrontare un

giudizio penale in condizioni disvantaggio psicologico, perché già laderubricazione del reato parrà unamisura di clemenza, per cui sarà piùdifficile ottenere quelle attenuanti diquanto sarebbe stato in diversecondizioni di partenza. E qui iproblemi sono due: la norma ed i suoiutilizzatori. L’ art. 270 sexies Codice Penale.Condotte con finalità  di terrorismo,venne aggiunto (dall’art. 15, Dl 27luglio 2005, n. 144, (convertito, conmodificazioni, con L. 31 luglio 2005,n. 155) nel clima certamente nonsereno seguito al terribile attentatodell’11 settembre 2001 e testualmenterecita:> Si noti in carattere eccessivamentevago e imprecisato della fattispeciepenale: neppure si esplicita che sianecessario l’uso della violenza (cher e s t a s o t t i n t e s a ) , m a , m o l t ogenericamente, si parla di una“condotta che… “ e si specifica, cheessa è applicabile anche nel caso incui il fine sia quello di “costringere ipoteri pubblici… a compiere oastenersi dal compiere un qualsiasiatto”, quasi che le righe precedentinon coprissero con sufficienteampiezza l’area dei comportamenti dasanzionare con tanto rigore. Cosavuol, dire “qualsiasi atto”? Se ungruppo di cittadini cerca di impedirelo sgombero di case occupate, magarialzando barricate, certamente fa un

reato, ma si può parlare di terrorismoper questo? E se il tentativo di indurrei pubblici poteri a recedere da unadecisione fosse fatto con frode,potremmo parlare di terrorismo? Lanorma è così dilatabile che non sicomprende bene dove debbaa r r e s t a r s i . E’ comprensibile (ma solo sino ad uncerto punto) che, di fronte allam i n a c c i a d e l t e r r o r i s m ointernazionale, il legislatore possaessersi fatto prendere la mano, maoggi, ad un decennio da quei fatti ec o n u n a m i n a c c i a t a n t oridimensionata, dobbiamo continuarea t e n e r c i u n a n o r m a c o s ìpericolosamente fluida? Questi sono idanni delle “norme di eccezione” cheentrano nell’ordinamento per unaemergenza e poi ci restano anchequando l’emergenza è passata. Equesto, fra l’altro, contribuisce aplasmare la mentalità dei magistratiindirizzandoli verso un uso nongarantista del diritto penale (come siin questo paese ce ne fosse bisogno,c o n l a m a g i s t r a t u r a c h e c ir i t r o v i a m o ! ) . E, infatti, negli ultimi dieci anniabbiamo assistito ad una tendenzadella magistratura inquirente adalzare il tiro, beninteso, quando sitratta di conflittualità sociale, mentrel’atteggiamento è ben più esastico peri reati finanziari o degli appartenentiai corpi di polizia, nel qual casopassano in cavalleria addirittura gli

omicidi. Ormai si contesta il reato didevastazione e saccheggio anche sequalcuno sfascia una vetrina o unaltro tira giù un segnale stradale e leimputazioni per reati gravissimo sonoseminate come noccioline. Neppurec i s i pone i l p rob lema de l lacommisurazione dell’atto rispetto aipossibili effetti. L’inquirente dei NoTav ha ragionato in questo modo: “illancio delle molotov era finalizzato ab loccare i l avor i de l l a l ineaferroviaria decisa. Dunque, era rivoltoa costringere i poteri pubblici a nonattuare un proprio progetto e,pertanto, siamo negli estremi previstidall’art. 270 sexies”. In tutto questoragionamento, non si prende neppurein considerazione se il gesto inquestione fosse idoneo ad ottenerel’effetto in questione. Insomma, secerco di fare una rapina in bancaarmato di temperino, magari le mieintenzioni sono quelle, ma apparescarsamente realistico che la cosapossa sortire l’effetto voluto ed èprobabile che qualcuno mi prenda permat to più che per rapinatore .L’intenzione soggettiva non è criteriodi per sé sufficiente a caratterizzare ilrea to . Tanto p iù , quando poil’intenzione soggettiva (nel casos p e c i f i c o , g l i i m p u t a t i , p u rammettendo le proprie responsabilitàe l’intenzione di boicottare i lavori,hanno decisamente negato di voler

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GUERRA REALTÀ-RENZI “NESSUNAMANOVRA E PIÙ SOLDI PER TUTTI”(Marco Palombi).by Il Fatto Quotidiano17/5/2014 (il Chiosco)

Submitted at 5/17/2014 4:35:25 AM

I L P R E M I E R N E G A L EDIFFICOLTÀ: “IL PIL CALA? LARIPRESA C’È” ATTACCA LAC G I L , B E N E D I C E L APRECARIETÀ E PROMETTEBONUS A PARTITE IVA EPENSIONATI. INTANTO CROLLAPURE L’EXPORT. La campagna elettorale, si sa, èattività che assorbe completamentel’animo del propagandista, il quale –a furia di ripetere i propri slogan –finisce senza colpa per scollarsi dallarealtà. Questo, ovviamente, capitaanche all’impegnatissimo MatteoRenzi , i l quale r i t iene che lacontrazione del Pi l nel pr imotrimestre 2014 con una decrescita giàacquisita dello 0,2% sia “pocosignificativa in termini di futuro”. Ilpremier ormai – oltre a vedere nemicie gufi dappertutto – guarda oltre,prevede: “Il mio non è un ottimismostupido o vano, ma di chi vede 74mila posti di lavoro in più negli ultimimesi, un +18% dei mutui. Il mio è unottimismo che fa i conti con la realtà.Sembra quasi che certi commentatorigodano a dare un’immagine negativadell’Italia”. ENRICO ZANETTI, sottosegretarioall’Economia, si butta invece sugliordinativi: “È maggiore in questa fase

questa componente piuttosto chequella della lavorazione. Non mancal’elemento di ripartenza, manca la suatrasposizione numerica nel Pil”. Cioèla ripresa c’è, ma non si vede. Zanetti,bontà sua, ha almeno la buonacreanza di ammettere che “è evidenteche se il trend continua a rimaneresotto le stime presenti nel Def i contivanno rifatti”. Curioso che gliindicatori attraverso cui il governosogna la ripresa economica siano glistessi che citava Fabrizio Saccomanniai suoi tempi coi risultati pratici chevediamo. Il discorso pubblico di Renzi ormaiprocede parallelamente alla realtà: ledue entità si guardano, ma non sitoccano. “Escludo una manovracorrettiva, assolutamente”, scandiscedi prima mattina. D’altronde, un Pilche cresce per lui è una certezza, nonuna speranza. Lo ha già messo abilancio: “Mi dispiace che non siamoriusciti a mettere nel decreto Irpefanche incapienti , parti te Iva epensionati. Riusciremo a farlo con lalegge di stabilità per il 2015”. Ovviamente questa fantasmagoria habisogno di nemici: ieri i preferiti sonostati , oltre ai gufi, variamentenominati, e agli avversari politici(“pagliacci”), la Rai e la Cgil. Dellaprima si sa, i tagli eccetera, dellaseconda pure, ma sul sindacato havo lu to a f fonda re i l co l t e l l o :“Abbiamo idee diverse, ma può

essere un fatto incoraggiante per il Pde per la Cgil. Se volevo fare ilsegretario della Cgil mi candidavo lì,anzi no perché nella Cgil non fanno leprimarie. Comunque sia chiaro che, il25 maggio, chi vota Pd non vota perla Cgi l” . La r i spos ta è s ta taabbastanza secca: “Avete sentitoRenzi? Non votate Pd”, ha dettoNicola Nicolosi, della segreteria Cgil. IL NOSTRO, comunque, non è tipoda perdersi d’animo e – oltre ai n t e s t a r s i a b b a s t a n z ainspiegabilmente l’accordo Electrolux(“è stato il nostro decreto a consentirela firma”) – ha anche indicato la viaper uscire dalla crisi: “I dati del Pilindicano che paesi come la Spagna,che hanno fatto una riforma dellavoro che adesso stiamo facendo noi,sono avanti”. Ebbene la Spagna – cheha una disoccupazione sopra il 26%,

il doppio della nostra – è cresciuta sìdello 0,4%, ma resta comunque oltre7 punti di Pil sotto il picco del 2007(l’Italia è a -9%) e soprattutto hachiuso il 2013 con un rapporto deficit-Pil al 6,6%. Madrid ha fatto cioèquella politica espansiva che Renzinon vuole, non è in grado o non puòfare. NON BASTASSE, ieri l’Istat habuttato di nuovo la sabbia dei numerinell’ingranaggio perfettamente oliatodel discorso elettorale renziano: leesportazioni calano per il terzo mesedi fila (-0,8% a febbraio) soprattuttoper il pessimo andamento dellevendite verso Svizzera, Russia e PaesiOpec (positivo, invece, il trend inEuropa). Nonostante questo, labilancia commerciale italiana resta inattivo per quasi 4 miliardi: un datopos i t ivo , ma che cer t i f ica laprofondità della crisi. Più che altro,infa t t i , d ipende dal fa t to cheimpor t iamo sempre meno permancanza di reddito adatto allabisogna. Certo, ora arrivano gli 80euro, ma lo stesso governo neprevede un effetto sui consumi quasinu l l o . Ques to su l l a c a r t a , achiacchiere è l’Italia che cambiaverso. Da Il Fatto Quotidiano del 17/05/2014.

SCONTRO FINALE: ECCO L’ITALIA CHEANDRA’ ALLE URNE (Cerno e Damilano)(il Chiosco)

Submitted at 5/17/2014 1:21:56 AM

) 17 maggio 2014 Vista da Roma, è la campagnaelettorale che non c’è. Zero manifesti.Zero comizi. Iniziative ridotte alminimo, perché sono finiti i soldi, leidee e anche i leader. «Incredibile»,non si capacita un veterano come ilpd Beppe Fioroni. «Mai vista unacampagna in cui non si muovenessuno. Io giro, Rosy Bindi, EnricoLetta, Dario Franceschini no». Vistada Roma è la corsa a due, MatteoRenzi contro Beppe Grillo. Il premierindiavolato, tra studi televisivi, taglidi nastri, incontri nelle scuole, cercanel voto la legittimazione popolaredel suo governo, finora mancata. Ilcomico, suo competitore, si starivelando il più abile politico incampo, con la scelta di andare nellostudio televisivo di Bruno Vespa auna sett imana dal voto, i l piùimportante evento della campagnaelettorale. Terzo incomodo, ruolo per

l u i de l t u t t o i ned i t o , S i l v ioBerlusconi, costretto alla resistenza,tra i servizi sociali a Cesano Bosconee la tesi del complotto internazionaleper far cadere il suo governo nel 2011aval lata dal l ’ insospet tabi le exministro del Tesoro americanoTimothy Geithner. Le inchiestegiudiziarie, quella della Procura diMilano sulle tangenti Expo e quellasull’ex ministro Claudio Scajola e lesue amicizie pericolose, più cheprovocare nuova indignazione ealimentare i l voto di protesta,s u o n a n o d a c o n f e r m a , u n osconfortante deja-vu. Ma avranno illoro peso, il giorno del voto. Si consuma così la vigilia del piùgrande «sondagg io e le t to ra lecertificato», come lo chiama ArturoParisi, le elezioni europee in cui nonsi scelgono i governi, quelli nazionalie meno che mai quelli europei, ma sistabiliscono i pesi in campo per lefuture competizioni. “L’Espresso” hafa t to un viaggio nei col leghielettorali. Perché sul territorio le cose

c a m b i a n o . O l t r e c h e p e rl’Europarlamento si vota per dueregioni (Piemonte e Abruzzo, ora inmano al centrodestra), 4.098 comuni,29 capoluoghi di provincia. È lì, nellecittà, che la sfida si fa ravvicinata,che la caccia al voto sfiora il corpo acorpo tra i candidati. Ed è lì, nelleperiferie dello Stato, al Sud e nelleisole, che si fa drammatica la corsa adue Renzi-Grillo oppure il derbyfratricida tra il partito di Berlusconi eil partitino di Angelino Alfano.N e l l ’ i m m e n s a c i r c o s c r i z i o n emeridionale che va dall’Abruzzo alloStretto il Pd è in allarme, i sensoriavvertono una crescita del M5s piùampia di quanto segnalato daisondaggi. Per recuperare consenso, si è mossoRenzi in persona , in tour daSecondigliano a Palermo. Al Sudprova a reggere Forza Italia che siaffida all’ex ministro Raffaele Fitto,

tocca a lui spingere in alto il risultatonazionale, se va male è finita: ilpartito dell’imprenditore di Arcore èormai a trazione meridionale, comeera la Dc al momento del trapasso.Nelle regioni rosse, tradizionalecassaforte di voti per la Ditta, c’è ildoppio volto del Pd, interamenterenzizzato in Toscana, ancora inmano agli uomini dell’antico apparatopost-comunista in Emilia. Al Nordc’è l’usato sicuro Sergio Chiamparinoin Piemonte. Tanti nomi del passato:se ti sposti da Roma al territorio, ilnuovo non è ancora arrivato.**************** SULLO STESSO ARGOMENTOLEGGETE ANCHE: RENZI E L’INCUBO DI CADERENELLA PALUDE. E SPUNTAL’EXIT STRATEGY DEL VOTO AOTTOBRE(Claudio Tito)****************

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Egitto - La situazione dei giornalisti di AlJazeera detenuti in Egittoby www.internazionale.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 9:43:00 AM

I g i o rna l i s t i d i A l J azee r aMohammed Fahmy, Peter Greste eBaher Mohamed durante il processoal Cairo, il 15 maggio. (Reuters/Contrasto) Il 15 maggio tre avvocati cherappresentavano due dei giornalisti diAl Jazeera detenuti in Egitto dal 29d i c e m b r e 2 0 1 3 h a n n oimprovvisamente lasciato il caso. Peri tre legali l’emittente del Qatar stau t i l izzando l ’ar res to de i lorocor r i sponden t i pe r sc red i t a rel’immagine del paese. “Offendel’Egitto”, ha dichiarato l’avvocatoFarag Fathi nell’aula giudiziaria. Il corrispondente australiano PeterGreste e i suoi due colleghi egizianiMohamed Fahmy e Baher Mohamedsono sotto processo per come hannocoperto gli eventi successivi al colpodi stato del luglio del 2013, quando leforze armate egiziane hanno destituitoi l presidente Mohamed Morsi .Raccontando la violenta repressioneda parte dell’esercito delle protested e i F r a t e l l i m u s u l m a n i ,l’organizzazione islamista a cui

appartiene Morsi, avrebbero “cercatodi dare all’estero l’impressione che ilpaese stesse attraversando una guerracivile”. Per questo l’imputazione dacui i giornalisti devono difendersi è dia v e r c o l l a b o r a t o c o nun’organizzazione terroristica e diaver messo in pericolo la sicurezzadello stato. Il processo contro Greste, Fahmy eMohamed è cominciato il 20 febbraioe coinvolge altre 14 persone, alcuneprocessate in contumacia. Tra gliimputati ci sono anche studenti che sisono opposti alla cacciata di Morsi. Itre giornalisti di Al Jazeera dicono dinon avere nessun legame con loro. Laprossima udienza è fissata per il 22maggio ma l’abbandono dei tre legalisembra ridurre le possibilità di unesito favorevole per gli imputati. È la prima volta che in Egitto deigiornalisti sono incriminati per reatilegati al terrorismo, aveva scritto ilquotidiano egiziano Al Ahram in unarticolo uscito a inizio marzo. Perqueste imputazioni rischiano pene dai5 ai 15 anni di reclusione. Il caso Elshamy. Il 15 maggio c’èstata anche l’udienza di un altroprocesso che coinvolge un altrogiornalista di Al Jazeera, Abdullah

Elshamy, di 26 anni. Elshamy è statoarrestato dalla polizia egiziana il 14agosto 2013, mentre stava seguendol’azione delle forze di sicurezzacon t ro un s i t - i n de i F ra t e l l imusulmani nella moschea di Rabaa alAdawiya, in cui centinaia di personehanno perso la vita. Due giorni dopo l ’arres to i lgiornalista è stato accusato di farparte di un gruppo illegale, di averattaccato pubblici ufficial i , diviolenze e sabotaggio. Per denunciare il suo trattamento daparte del governo Elshamy hacominciato uno sciopero della fame,che va avanti da più di cento giorni. Il12 maggio è stato trasferito in unacella d’isolamento del carcere dimassima sicurezza di Tora, ma primaè riuscito a girare un video, diffuso il14 maggio.(Fonte: Al Jazeera)“Sono un giornalista di Al Jazeera”,dice Elshamy nel video. “Sonorinchiuso in una prigione del Cairodal 14 agosto, dopo aver seguito ifatti alla moschea di Rabaa alAdawiya. Stavo svolgendo il miolavoro e le autorità lo sanno, manonostante questo sono in carcere da266 giorni”. Il giornalista ha aggiunto

di aver chiesto assistenza medica al difuori del carcere, ma che questa gli èstata negata. Sulla libertà di stampa. Da quandoMorsi è stato deposto Al Jazeera –emittente controllata direttamentedalla famiglia reale del Qatar, chedagli anni novanta sostiene laFratellanza musulmana – ha ripreso acriticare il crescente autoritarismo ela repressione della libertà di stampanel paese, e molti dei suoi giornalistisono stati arrestati, picchiati eintimiditi. Le sedi dei canali locali diAl Jazeera al Cairo sono chiuse dal 3luglio del 2013, dopo un’irruzionedelle forze di sicurezza. Solo per unadelle sedfi, Al Jazeera MubasherMisr, l’intervento degli agenti è statoautorizzato da un’ordinanza deltribunale. Negli ultimi mesi associazioni per lalibertà di stampa e giornalisti di tuttoil mondo hanno chiesto il rilasciodegli imputati.• Un’infografica di Al Jazeeradenuncia le pressioni e gli abusi che isuoi corrispondenti hanno subito inEgitto.

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Refugium canagliarum (Marco Travaglio).by 17/5/2014 (il Chiosco)

Submitted at 5/17/2014 4:04:10 AM

“In Italia – diceva Flaiano – l’unicarivoluzione sarebbe una legge ugualeper tutti”. Infatti è bastato chetornasse a esserlo per mezz’ora, con ilvia libera della Camera all’arresto deldeputato Genovese, perché a palazzoscattasse l’allarme rosso. Onorevolisotto choc, sguardi sgomenti, lacrimea fiumi, occhi pallati, svenimenti,ipossie, tornei di rosari, solennipromesse di non farlo mai più. Perché– sia chiaro – l’arresto di unparlamentare è e deve restareun’eccezione, come un gesto contronatura, un atto di cannibalismo(infatti, a parte l’ottimo AlfonsoPapa, bisogna arretrare fino al 1984,con l’arresto per strage del missinoMassimo Abbatangelo, per trovare unprecedente). Anche Renzi, che pureha avuto il merito di imporre airecalci trant i compagni i l votofavorevole e palese, tiene a precisareche sì, “la legge è uguale per tutti”,ma la mossa è finalizzata a “fermareGrillo”. Il che dimostra due cose. 1) Siccome,nelle leggi della natura, i predatoritendono a migliorare la speciepredata, i 5Stelle stanno costringendoil Pd a fare qualcosa di giusto (il cheaccresce il rammarico per quel che dibuono poteva accadere un anno fa, se

la miopia di Bersani e la rigidità diGrillo non ci avessero riappioppatoNapolitano e le larghe intese). 2) Lavecchia guardia del Pd è cosìassuefatta al berlusconismo che,quando è costretta dalla concorrenzagrillina a comportarsi bene, non se necapacita e subito se ne pente.“Asciugatevi la bava alla bocca”, dicep i a n g e n t e A l e s s i a M o r a n i ,responsabile giustizia del Pd aipentastellati colpevoli di imporre ilrispetto della Costituzione. Il suoprecedessore Danilo Leva straparla di“tribunale dell’Inquisizione”. Ilpiccolo Speranza farfuglia di “scalpoelettorale” e “sangue che scorre”. Isocialisti di Nencini abbandonanol’aula in segno di lutto. Il fico Fioronivo ta o rgog l iosamente con t ro ,vaneggiando di “ordalia di sangue” e“spettacolarizzazione” e spiegandoche “dopo aver letto le carte ritengoci siano gli estremi per un processocon rito immediato, ma non quellidella custodia cautelare”: come setoccasse al Parlamento sostituirsi algiudice e valutare non il fumuspersecutionis (escluso persino daFioroni), ma le esigenze cautelari,con tanti saluti alla divisione deipoter i . Al t r i 5 Pd votano Noall’arresto, uno si astiene e 33 se ladanno a gambe (tra cui Bersani eLetta jr.): a riprova del fatto che il Pdha scelto il voto palese per paura non

di fantomatiche “trappole grilline”(Pd e Sel han la maggioranza assolutaa Montecitorio), ma di imboscateinterne. Sullo sfondo, le solitegiaculatorie sul “garantismo” che –parafrasando Samuel Johnson sulpatriottismo – è l’ultimo rifugio dellecanaglie. Garantismo significaassicurare agli imputati tutti i diritti didifendersi nel processo. Non dalprocesso, e neppure dall’arresto,proprio a partire dall’art. 3 dellaCostituzione che vuole “tutti icittadini uguali davanti alla legge”.Impedire l’arresto, già disposto dalgiudice, di un indagato per lepresunte ruberie sulla formazione

professionale siciliana soltanto per ilsuo status di parlamentare, mentre isupposti complici sono in carcere dadue mes i , s a r ebbe s t a t a unaviolazione e non un’affermazione delgarantismo. Invece qui è tutto unprecisare e sottilizzare con linguaggioda reduci di guerra: “Premesso che iosono garantista”, “Vengo da unafamiglia di garantis t i” , “Sonogarantista da sei generazioni”. IlCainano, da Cesano Boscone, spiegache che FI è contro l’arresto diGenovese perché “siamo garantisti dasempre”. Il suo servo Ferrara lo leccaper aver “salvato la faccia algarantismo giuridico”. Il solitoBordin delira di “tribunale giacobino”e “reazionario”. E il piacente Alfano,per d imos t ra r s i d ive rsamenteberlusconiano, copia B. Lui, del resto,è “garantista” anche coi pregiudicati(che, finito il processo, non hanno piùdiritto ad alcuna garanzia): infatti haimbarcato il bicondannato Previti, ariprova del fatto che non solo ignorail sostantivo “garantista”, ma purel ’avverb io “d ive r samente” , esoprattutto non sa ancora di essereministro dell’Interno. Cioè il capode l le forze de l l ’ord ine che ipregiudicati non li devono arruolare,ma arrestare. Garantisticamente,s’intende. Da il Fatto Quotidiano.it

Noi, le manette e l’appagamento farlocco(Alessandro Gilioli)by L'Espressowww.espresso.repubblica.it (ilChiosco)

Ero – e resto – molto favorevole allaconcessione, da parte della Camera,dell’autorizzazione all’arresto di unsuo deputato. Lo ero – e lo resto – perun principio molto semplice, cioèl’uguaglianza dei cittadini di frontealla legge. Genovese è colpevole? Èinnocente? Non lo so, ovvio. Pensoperò che un parlamentare non debbaavere privilegi rispetto agli altricittadini, punto, fine: quell’immunitànon ha più senso da tempo. Bene: ciò detto, io spero molto chequesto Paese sappia andare oltrequesta foto, cioè oltre la gioia per lemanette. E non è che lo spero perbuonismo, per fair play e nemmenoper “garantismo”; né tanto meno lospero per difesa dell’ipocrisia dellebuone maniere, del famoso rispettoper l’avversario. Anzi, credo chetalvolta l’avversario non sia degno dirispetto – e non stringerei volentieri lamano a Santanché o La Russa.

Lo spero per un’altra ragione, un filopiù complicata, che è quella dellacanalizzazione della rabbia sociale. Perché, nell’aula di Montecitoriocome nel bar sotto casa mia, ci siesalta tanto per quel tizio finito algabbio? Perché lo si vive come una vittoriadella piazza sull’establishment, dei

lasciati fuori sui privilegiati. Laquestione di base, insomma, è larabbia sociale, quella che ci porta aesaltarci per un uomo in manette e avendicarci così di tutto quello che èsuccesso negli ultimi trent’anni:l’aumento della forbice tra ceti e dellaprecarietà, la fine del futuro e dellasperanza, l’abisso crescente tra

sommersi e salvati. Di questo siamofuriosi. Di questo cerchiamo vendetta. È l ’onorevo le F rancan ton ioGenovese un colpevole di tuttoquesto? Boh, forse, anche, non lo so.Probabilmente sì: ma per ragioni piùpolitiche che penali, direi. Comunquenon è di certo il più colpevole, il piùresponsabile: quelli che lo sono,molto più di lui, ora non stanno nelcarcere di Messina ma nei palazziovattati di Roma e Bruxelles, dellac i t y L o n d r a e d i d o w n t o w nM a n h a t t a n . Noi oggi facciamo la ola perGenovese in cella e intanto quellirestano lì, incravattati e profumati achiedersi se siamo sazi, se adessopossono andare avanti come prima,più di pr ima. Un po’ come icapireparto della Fiat che al lunedìerano contenti se la Juventus avevavinto, così gli operai lavoravano piùmansueti e contenti. Ecco perché allora forse è tempo diandare un po’ oltre queste manette,questi simboli: questo appagamentofarlocco.

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I “nuovi” compagni del compagno Greganti(Fabrizio d’Esposito).by Il Fatto Quotidiano17/5/2014 (il Chiosco)

Submitted at 5/17/2014 4:08:09 AM

Francesco Riccio detto Ciccio,calabrese della Locride, quand’eratesoriere del Pds, introduceva ilcomiz io f ina le de l compagnosegretario al la festa nazionaledell’Unità, come era d’uopo. Seguìpoi Claudio Velardi, ex lothardalemaniano di Palazzo Chigi, nellasocietà Reti. Soci. E lobbisti. Ma idue da tre anni non lavorano piùinsieme. Riccio fa il consulente perconto proprio e tre mesi fa, afebbraio, come annotano i finanzieri,ha incontrato Primo Greganti. Èl’unico contatto chiaro, per i lmomen to , che emerge t r a i lcompagno G e il suo antico mondo diriferimento, sia dalemiano, siabersaniano. A più di una settimanadal suo secondo e clamoroso arresto,Greganti e le sue relazioni romanecon il Pd rimangono il mistero piùgrande della nuova via crucisgiudiziaria della sinistra. Al centro di tutto, le sue visite alSenato, senza lasciare t racciaall’ufficio passi. È come se, una voltaentrato, il compagno G fosse statoinghiottito da un buco nero. Chi l’havisto? Chi l’ha ricevuto? Il gialloG r e g a n t i a P a l a z z o M a d a m ariecheggia, per certi versi, l’enigmadella valigetta da un miliardo di lireche varcò Botteghe Oscure portata daGardini e di cui non si è mai saputo ild e s t i n a t a r i o , c r u c c i o s t o r i c odell’allora pm Antonio Di Pietro.Ancora una volta, il tentativo è quellodi accreditare il compagno G comeuno che sbaglia da solo e che millantarapporti che non ha. Eppure leconferme sulle sue relazioni dipartito, vent’anni dopo la stagione diTangentopoli, non mancano. Al di làdei nomi citati nell’ordinanza dicustodia cautelare, emergono nuovi

dettagli forniti dall’ineffabile coppiaFrigerio-Cattozzo. I due, parlando un anno fa di appaltilegati a Finmeccanica, ribadiscono loschema delle coperture bipartisan peravere successo. Dice Cattozzo: “Maperché tu non metti in campo tutto iltuo prestigio con Gianni Letta e ilPresidente, e Primo dall’altra parteparla con D’Alema con chi cazzovuole?”. Frigerio risponde: “Certo”.Giorno dopo giorno si ispessiscesempre più i l f i lo che lega i lcompagno G al giro dalemiano, dacui forse non si è mai distaccato.Altro esempio di peso sono lep r e s s i o n i , i n t e r c e t t a t e d a g l iinvestigatori, del tesoriere ligure delPd sul governatore di quella regione,Claud io Bur lando , da lemian-bersaniano. La catena di Gregantisembra invisibile ma è d’acciaio. Infondo anche i suoi rapporti con icorregionali Sergio Chiamparino ePiero Fassino appartengono a quegli

ambienti. Che poi Chiamparino eFassino sia siano convertit i alrenzismo questo è un altro fatto.Anche Greganti ha sempre sperato infuturo riformista e largo del Partitodemocratico, alla maniera dell’exs i n d a c o d i F i r e n z e . S e n z adimenticare, però, che il famigeratoCattozzo in un’altra intercettazione,già nota, fa riferimento a un sì diBersani, riferito da Greganti, sullaconduzione della Sogin. Una banda dimillantatori? TUTTA QUESTA catena conduce aimercoledì di Greganti a Roma. LucioBarani, senatore socialista di Gal, ilgruppo autonomista, ha dichiarato diavere visto il compagno G a PalazzoMadama insieme a “due o tre senatoridel Pd e a un componente delgoverno”, forse un ministro, oppureun sottosegretario. Chi? Il ministroMartina, per esempio, che si occupadi Expo ha già detto di non avere maivisto Greganti. C’è da credergli, fino

a prova contraria. Ma resta l’imbarazzante silenzio diquel senatore o di quei senatori amicidi Greganti. Perché non escono alloscoperto, invece di alimentare questacaccia all’uomo? Passare per amici diGreganti, oggi come vent’anni fa, èuna sorta di marchio infame. Ottoanni fa, in un libro-intervista sulla suavita, il compagno G alla fine sicongedò così: “Il compagno G nonandrà in pensione. Tenderò adoccupare tutti gli spazi che misaranno consentiti per sostenere lem i e i d e e . L a s c i a m i e s s e r epresuntuoso: il bisogno che sento diesprimerle è prima di tutto motivatodalla inadeguatezza e la superficialitàdell’offerta politica oggi disponibile”.Se sostituite la parola “idee” con“appalti”, sembra una confessione,non una profezia. Da Il Fatto Quotidiano del 17/05/2014.

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arrecare danno alle persone e,peraltro, l’estensione dell’incendioalla galleria è stato casuale e nonprevedibile) non viene minimamentetenuta in considerazione quando sitratti di contestare l’eventuale dannoa persone. Ques to a t t egg i amen to de l l amagistratura, non è una tendenza soloitaliana (si pensi al comportamentodella magistratura inglese nel 2011nei confronti della rivolta giovanile diquella estate), ma qui mi pare chestiamo facendo gli straordinari. Haragione il mio amico Turi Paliddaquando sottolinea come il tempo dellacr i s i sp inga a compor tament i

repressivi anche al di là della legalità.La spropositata accusa di terrorismoai giovani No Tav  è figlia di questacultura giuridica e di questa funzionerepressiva spinta al parossismo. Qualche tempo fa scrissi un articolo(che non piacque a diversi cultori delmito del “giudice buono”) persottolineare quale sia la funzionecardine della magistratura neiprocessi di globalizzazione: sulversante c ivi l is t ico a t t raversol’assunzione die principi della lexmercatoria e su quello penaleattraverso l’emergenzialismo contro iconflitti sociali. E dunque, al di là dei singoli casi, si

rende necessaria ed urgente una presadi coscienza dei termini reali delproblema della giustizia penale. Ma,per fare questo, è necessario, prima ditutto, sbarazzarsi delle mitologiegiustizialiste di questi anni, di chi havisto nella magistratura il baluardodella Costi tuzione, dove c’erasemplicemente uno scontro fradiverse fazioni del potere. Aldo Giannuli

Scajola si difende coipm: facevo solo politica(CONCHITASANNINO).by La Repubblica 17/5/2014 (ilChiosco)

Submitted at 5/17/2014 4:18:59 AM

Atti secretati dopo sette ore diinterrogatorio a Regina Coeli, l’exmin i s t ro r i sponde a t u t t e l econtestazioni I legali: nessun nuovoaddebito. Il procuratore Cafiero DeRaho: il palazzo dia un segnale,

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isolare i corrotti dal sistema. ROMA  - È la sua versione. Mastavolta ha risposto eccome, ClaudioScajola. Senza sottrarsi ad alcunadelle contestazioni poste dai pubbliciministeri: né sui passaggi societari egli amici pericolosi, come l’exdeputato Pdl lat i tante per unacondanna def ini t iva di mafia ,Amedeo Matacena; né sui rapportiintrattenuti con eccellenti alleatiinternazionali come l’ex presidentelibanese Gemayel e il mediatoreVincenzo Speziali, l’uomo che“salvava” gli impresentabili; né sugliacerrimi avversari di Forza Italia chegli avrebbero stroncato la candidaturaalle europee, fino a spingere Scajola asfogare la propria ira al telefono conpresunti ricatti, e la minaccia di «farsuccedere un casino» ai vertici delpartito. Sette ore interrogatorio, nel carceredi Regina Coeli, per il due volteministro berlusconiano travoltodall’inchiesta del procuratore capo diReggio Calabria, Federico Cafiero deRaho, con il sostituto GiuseppeLombardo e i l pm del la DnaFrancesco Curcio. Nessuna nuovacontestazione, precisano i suoi legali.Di certo il detenuto Scajola —accusato di aver favorito la latitanzadi Matacena (prima a Dubai, poiorganizzandogli con provviste didenaro un trasferimento a Beirut) eindagato anche per concorso esternoin associazione mafiosa — respingequalunque legame con i colletti

bianchi delle cosche e sembrarileggere tutto in chiave politica: dirapporti, di informazioni, di contattiinternazionali che appartengono allaconsuetudine, in estrema sintesi, «dichi è stato nelle istituzioni e occupaun ruolo nella vita pubblica, da anni». Si difende e ribatte, l’ex ministrodell’Interno che sembrava pronto aresurrezione pol i t ica , dopo laclamorosa assoluzione dall’accusa diaver acquistato parte della casa alColosseo «a sua insaputa». Poi il blitzche punta al patto tra esponentipolitico- istituzionali e le vastea r t i c o l a z i o n i e c o n o m i c h e efinanziarie della ‘ndrangheta reggina,l’organizzazione con filiali in tutto ilmondo, quella che già negli anniSettanta faceva società a Milano eshopping in via Montenapoleone. Tragli inquirenti e l’ex ministro siconsuma così il primo duello diquella che si annuncia come unalunga e complessa partita giudiziaria.«Vi aspettavo. Ora ho letto gli atti ecredo di poter chiarire ogni aspetto»,avrebbe esordito Scajola, assistitodagli avvocati Giorgio Perroni edElisabetta Busuito. Che sottolineanoil «clima sereno» in cui si è svolto ilfaccia a faccia e rispettano il silenzioimposto dalla magistratura. Attisecretati, dunque. E comunque, aparte il sintetico verbale, ci vorrannoalcuni giorni perché accusa e difesavedano t rascr i t ta su fogl io lal u n g h i s s i m a r e g i s t r a z i o n edell’interrogatorio. «C’è molto da

lavorare. Punto », confermano i pmall’uscita dal carcere. Più o meno allastessa ora, a margine di un incontrocon gli allievi di una scuola diMacerata Campania, il procuratoreCafiero de Raho mette il dito nellapiaga delle collusioni — senzaovviamente riferirsi ad alcuna dellenumerose indagini da lui coordinate,prima a Napoli, ora a Reggio. «Ilcontrasto alla corruzione va fatto nonsolo con l’introduzione di nuovenorme, ma mediante controlli chesono già possibili e devono esserer i g o r o s i a l l ’ i n t e r n o d e l l eamministrazioni, nelle banche dati esui cartelli di queste società colluseche puntualmente si presentano allegare d’appalto ». Parole durissimesull’inquinamento del Palazzo. «C’èun problema di etica della politica cheormai esige risposte che arrivinodall’alto — scandisce de Raho — Chicorrompe o è corrotto deve restareperennemente fuori dal sistema dellapolitica, e fuori degli appalti, deveessere isolato. Mentre ora è ilcontrario: chi non partecipa allacorruzione, si sente isolato». Bordatafinale: «É inimmaginabile che chi èstato condannato per un reato siaancora sulla scena pubblica». Da La Repubblica del 17/05/2014.

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nessuna trasparenza sui criteri discelta. Tutto questo non è più sopportabile esi avverte il bisogno di una maggioretrasparenza. La soluzione miglioresarebbe quella dell’elezione da partedi un Senato delle garanzie dellaRepubblica (ma non sto a ripeterequanto ho scritto qualche settimana:“Si può fare un Senato nemico dellaCasta?” 2 aprile us). In attesa di unariforma del genere, qualcosa si puòfare già ora. Ad esempio sarebbe ilcaso di chiedere al la Boldrini(Presidente del Parlamento in sedutacomune) sia un dibattito parlamentaresul problema e sul modo di superarequesta situazione, ma prima ancora, sipuò obbligare al deposito dellecandidature di chiunque ne abbia ititoli richiesti, un mese prima conrelativo curriculum, in modo che gli

uffici possano accertare prima la realecandidabilità degli interessati e chep o s s a e s s e r c i u n a p u b b l i c adiscussione di merito sui singolicandidati. Il M5s potrebbe fare una cosa:invitare quanti intendano ottenere ilsuo appoggio parlamentare adavanzare la propria proposta conrelativo cv da pubblicare sul sito diGrillo, sottoponendo tutto al votodegli aderenti al Movimento come fufa t to per la Pres idenza de l laRepubblica. E vediamo quante altreforze politiche avranno il coraggio difare altrettanto. Aldo Giannuli

India - Chi è NarendraModi, il prossimoprimo ministro indianoby www.internazionale.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 10:39:00 AM

Il leader del Bharatiya janata party(Bjp) Narendra Modi a Gandhinagar,nel Gujarat, il 16 maggio 2014.(Saurabh Das, Ap/Lapresse) Secondo i primi risultati le elezioniin India sono s ta te v in te dalnazionalista indù Narendra Modi,leader del Bharatiya janata party (Bjp,Partito del popolo indiano). Modi hasconfitto il partito del Congresso, cheha riconosciuto il risultato. Sonia eRahul Gandhi s i sono assuntipersonalmente la responsabilità dellasconfitta del partito del Congresso,che era al potere dal 2004. Narendra Modi , 63 anni , excommerciante di tè di origini umili,governatore dello stato del Gujaratdal 2001, gode di un’enormepopolarità tra gli indiani. Modi è natoa Vadnagar, nel Gujarat, nell’Indiaoccidentale, da una famiglia ghanchi,uno dei ranghi più bassi del sistemadelle caste che ancora definisce lasocietà in India. Suo padre aveva unnegozio di tè. Fin da ragazzo, Modi ha militato inRashtriya swayamsevak sangh (Rss),un’organizzazione paramilitare die s t r e m a d e s t r a . L ’ R s s è u nmovimento molto controverso: è statodichiarato fuorilegge nel 1948, dopol’omicidio di Mohandas Gandhi,ucciso da un fanatico indù. E poi dinuovo negli anni settanta. In quelperiodo Modi lavorava per l’Rss inclandestinità. L’Rss fu bandito per la terza voltanel 1992, dopo la distruzione di unamoschea a Ayodhya, nel nord delpaese, a opera di un gruppo difondamentalisti indù. In quegli anniModi passò al Bharatiya janata party(Bjp), un partito molto vicino all’Rss.Nel 2001 venne eletto governatoredel suo stato: il Gujarat. Modello Gujarat. Durante il governodi Modi, il Gujarat si è sviluppatom o l t o d a u n p u n t o d i v i s t aeconomico. Grazie a una politica dis g r a v i f i s c a l i e d i s o s t e g n oall’imprenditoria, l’economia dellostato è migliorata. Tuttavia lo stiledispotico di Modi e le sue ideenazionaliste ed estremiste hannoprovocato più di una critica. Glianalisti temono che sotto il suogoverno le minoranze possano essereminacciate e la violenza possa esseretollerata. In molti lo accusano di averridotto i mezzi d’informazione al

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silenzio durante il suo governo nelGujarat. Modi è anche stato accusato di nonaver fermato la strage avvenuta aGodhra nel 2002, dove più di millemusulmani furono uccisi e centinaiacostretti a fuggire a causa delleviolenze scoppiate dopo che 59pellegrini indù erano morti in unincendio su un treno. Tu t tav ia l a p romessa d i un

m i g l i o r a m e n t o e c o n o m i c o ,dell’aumento infrastrutture e dellamobilità, sembrano aver fatto presa sumilioni di indiani, che vogliono che il“modello Gujarat” sia esportato intutto il paese. Molti economisti, comeil premio Nobel Amartya Sen, hannod e n u n c i a t o l a m a n c a n z a d iredistribuzione della ricchezza che hariguardato la crescita economica delGujarat.

Le elezioni per rinnovare i 543 seggidel Lok Sabha, il parlamento indiano,si sono svolte in diverse fasi dal 7aprile al 12 maggio. Lo spoglio èavvenuto il 16 maggio.

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Nigeria - Perché Bokoharam non si puòdefinire un gruppoislamicoby www.internazionale.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 11:16:00 AM

Un fotogramma di un videoregistrato dal leader di Boko haram,

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Abubakar Shekau. (Afp) Il presidente nigeriano GoodluckJonathan parteciperà il 17 maggio aP a r i g i a u n a c o n f e r e n z ain t e rnaz iona le convoca ta da lp re s iden t e f r ancese F ranço i sHol lande per d i scu te re comeaffrontare la crisi innescata da Bokoharam. Jonathan aveva annunciato che primadi partire avrebbe fatto sosta aChibok, la città nel nordest dellaNigeria in cui il 14 aprile sono staterapite 276 ragazze: almeno 223 sonoancora nelle mani dei sequestratori, iribelli del gruppo Boko haram. Lavisita è stata però cancellata permotivi di sicurezza: la regione è statar i t enu ta t roppo ins t ab i l e pe rpermettere una visita del capo dellostato. Nessuna notizia intanto delleragazze, che i militanti di Bokoharam hanno detto di voler venderecome schiave e che potrebbero essererilasciate in cambio della liberazionedei loro compagni in carcere.

Scambio che il presidente sembraaver escluso. Mentre si allarga la campagna#bringbackourgirls, anche il mondoislamico comincia a prendere ledistanze dalle azioni di Boko haram.Carla Power, giornalista di Timeesperta in islam, sottolinea che sia ilmufti saudita sia il segretario generaled e l l ’ O r g a n i z z a z i o n e d e l l acooperaz ione i s l amica hannocondannato i l rapimento del leragazze. Power inoltre specifica che ci sonoalmeno cinque ragioni per smettere didefinire Boko haram un gruppoislamico.• Boko haram prende di mira lei s t i t u z i o n i s c o l a s t i c h e . C o s ìcontravviene agli insegnamentidell’islam, la cui prima parola alprofeta Maometto fu: “Leggi!”. IlCorano inoltre più volte invita acoltivare l’istruzione e la cultura.• Sostiene di portare avanti il jihad.Ma il jihad può essere portato avanti

solo da leader legittimati dallacomunità musulmana, e non da leaderautoproclamati come Osama binLaden o Abubakar Shekau. InoltreMaometto probiva di colpire i noncombattenti, le donne, i bambini e gliuomini di religione.• Ha dichiarato guerra ai cristiani.Ma il Corano chiede il rispetto deipopoli del libro, cioè musulmani,ebrei e cristiani.• Converte le persone con la forza.Eppure l’islam richiede che non ci siacostrizione.• Costringe ragazze e donne almatrimonio. L’islam non permetteche nessuno si sposi contro la propriavolontà. Lo stesso Maometto hadichiarato che un matrimonio forzatoè nullo.

Brasile - Occupy Coppa del mondoby www.internazionale.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 6:37:00 AM

Una manifestazione del MovimentoSem Terra contro lo sgombero di2.800 famiglie dai quartieri intornoallo stadio di São Paulo, il 15 maggio2014. (Nacho Doce , Reuters /Cont ras to) A meno di un mese all’inizio dei

Mondiali di calcio, il 15 maggio ilBrasile è sceso in piazza: migliaia dipersone hanno protestato in almenododici città del paese contro la Coppadel mondo. A Rio de Janeiro, São Paulo, BeloHor izon te e in a l t re c i t t à l emanifestazioni sono state organizzateper protestare contro le spesea f f ron ta te da l governo pe r icampionati mondiali di calcio. I

manifestanti accusano le autorità diaver speso miliardi di dollari percostruire stadi e strutture sportive,invece che per progetti abitativi osociali. I cortei hanno bloccato le strade, imanifestant i hanno incendiatopneumatici e lanciato pietre contro leforze dell’ordine. Secondo gliorganizzatori, con i soldi usati perristrutturare il Maracanã sarebbero

state costruite duecento scuole. “NaCopa vai ter luta” (Durante la Coppadel mondo ci sarà lotta) è stato loslogan scelto dai manifestanti. Lapolizia ha disperso le proteste con gaslacrimogeni. Più di duecento personesono state arrestate. A Recife, invece, erano i poliziotti aprotestare, mentre a Brasilia, la

Turchia - Ancora 18minatori intrappolatinella miniera di Somaby www.internazionale.it (ilChiosco)

Submitted at 5/16/2014 5:50:00 AM

Un collaboratore di Erdoan, YusufY e r k e l , d à u n c a l c i o a u nmanifestante durante la visita delprimo ministro a Soma, il 14 maggio.(Mehmet Emin Al, Depo Photos/Reuters/Contrasto) Secondo il ministro dell’energia e

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delle risorse naturali Taner Yildiznella miniera di Soma, in Turchia, cisarebbero ancora 18 dispersi, mentresarebbero 284 le persone rimasteuccise nell’esplosione. I feriti sono122 e i minatori che sono statisoccorsi sono 363. Secondo l’aziendache gestiva la miniera, c’erano 787minatori nella miniera al momentodell’esplosione. Secondo i l minis t ro i mor t ipotrebbero essere circa trecento. Maalcuni minatori, intervistati dalGuardian, accusano il governo divoler tenere nascosto il vero numerodelle vittime. “Sono stato lì sotto e cisono più di 18 corpi”, ha detto unminatore al Guardian. Nessuna negligenza? L’opposizione,i sindacati e alcune organizzazioninon governative hanno chiesto che siaaperta un’inchiesta sull’incidente che

ha causato l’esplosione nella minieradi Soma, dichiarata sicura da diverseispezioni. L’azienda che gestisce la miniera diSoma ha negato di essere stata“negligente” nella manutenzionedella miniera. “Noi non abbiamocommesso alcuna negligenza”, haaffermato Akin Çelik, il direttoredella Soma Kömür Isletmeleri A.S. inuna conferenza stampa. Secondol’azienda non sono ancora chiare lecause del disastro. I l ministrodell’energia aveva affermato chesarebbe stata aperta un’inchiesta sefos se ro s t a t e acce r t a t e de l l eneg l igenze . Intanto il primo ministro RecepTayyip Erdoan è accusato dallastampa e dall’opposizione di averschiaffeggiato un manifestante che locontestava durante la sua visita a

Soma il 14 maggio. Lo schiaffo di Erdoan. Due videodiffusi su internet mostrano inmaniera non chiara l’episodio. Daivideo sembrerebbe che Erdoan abbiadato una spinta a un contestatore nellacalca. Della visita del primo ministro aSoma se ne era parlato già il 15maggio quando erano circolate le fotodi Yusuf Yerke l , uno s t re t tocollaboratore di Erdoan, che prendevaa calci un manifestante. In una telefonata con la Bbc, YusufYerkel ha confermato di essere lapersona nella foto.

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capitale, scioperavano insegnanti edipendenti pubblici . Chiedonostipendi più alti e migliori condizionidi lavoro. Tutto è cominciato già all’iniziodella settimana, quando sono scesi inpiazza anche dipendenti dei musei,autisti degli autobus, geologi e altrilavorator i , preoccupat i per lasicurezza e lo stato delle infrastrutturee dei trasporti. Tutti decisi a usare lavisibilità garantita dalla presenza deimezzi d’informazione internazionaliper farsi sentire dal governo edesigere migliori condizioni lavorative.“Non avremmo mai immaginato checosì tanta gente in Brasile avrebbe

protestato con l’avvicinarsi delMondiali”, dice Tomas Ramos delmovimento Ocupa Copa (Occupy laCoppa). “Quando i campionati eranoin altri paesi i brasiliani di solitocoloravano le strade di giallo e verde,i colori della bandiera del Brasile.Ora no. Ora vogliamo colorare lestrade in maniera critica. Finora lemanifestazioni non sono stateimponenti, ma lo saranno presto”,continua Ramos.