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ISSN 2037-4364 Anno XXVI - N. 3-4 - luglio/ottobre 2017 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma N°3-4

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ISSN 2037-4364Anno XXVI - N. 3-4 - luglio/ottobre 2017 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

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Organo Ufficiale di Stampadel Collegio IPASVI di RomaAnno XXVI - N. 3-4 - LUGLIO-OTTOBRE 2017Rivista Trimestrale registrata al Tribunale di Roman. 90 del 09/02/1990

Direzione - Redazione - AmministrazioneViale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMATel. 06.37511597 - Fax 06.45437034

Direttore responsabileAusilia Pulimeno

Segreteria di redazioneStefano Casciato, Claudia Lorenzetti, Matilde Napolano,Alessandro Stievano, Carlo Turci

Comitato di redazioneSimonetta Bartolucci, Marinella Carnevale, Girolamo De Andreis,Maurizio Fiorda, Emanuele Lisanti, Roberta Marchini, Natascia Mazzitelli,Ilma Molinaro, Mariagrazia Montalbano, Maria Grazia Proietti, Cinzia Puleio,Francesco Scerbo, Marco Tosini, Maurizio Zega

Coordinamento giornalisticoTiziana Mercurio

StampaArtigrafiche Boccia SpAVia Tiberio Claudio Felice, 7 - 84131 Salernoe-mail: [email protected] grafico: EDS RomaImpaginazione: Madì Studio di D. Cirillo - SalernoCopertina: Ennio De Santis

Finito di stampare: ottobre 2017

Tiratura: 34.242 copie

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003(conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

„Infermiere Oggi‰ pubblica articoli inediti di interesse infermieristico, previa ap-provazione del Comitato di Redazione. LÊarticolo è sotto la responsabilità dellÊAu-tore o degli Autori, che devono dichiarare: nome, cognome, qualifica professionale,ente di appartenenza, recapito postale e telefonico. Il contenuto non riflette ne-cessariamente le opinioni del Comitato di Redazione e dei Consigli Direttivi.Quando il contenuto esprime o può coinvolgere la responsabilità di un Ente, oquando gli Autori parlano a suo nome, dovrà essere fornita anche lÊautorizzazionedei rispettivi responsabili.Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibilmente con la chiarezza diesposizione. Le bozze verranno corrette in redazione. I lavori non richiesti e nonpubblicati non verranno restituiti.Le citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti e riferirsi a tuttigli Autori citati nel testo.Le citazioni da periodici devono comprendere: il cognome e lÊiniziale del nomedellÊAutore o dei primi due Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indicato ilnome del primo, seguito da „et al‰; il titolo originale dellÊarticolo, il titolo del perio-dico; lÊanno di pubblicazione, il numero del volume, il numero della pagina iniziale.Le citazioni di libri comprendono: il cognome e lÊiniziale del nome degli Autori, il ti-tolo del libro (eventualmente il numero del volume e della pagina, se la citazionesi riferisce ad un passo particolare), lÊeditore, il luogo e lÊanno di pubblicazione. GliAutori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenenteil loro articolo, devono farne richiesta esplicita al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale deve essere spedito o recapitato al Collegio IPASVI di Roma,Viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

SOMMARIOEDITORIALE

1 Dentro o fuori dal futuro di Ausilia M.L. Pulimeno

FOCUS3 RESOCONTO DELLE ATTIVITÀ DEL COLLEGIO

NEL TRIENNIO 2015-2017

DICONO DI NOI19 Grazie allo sblocco dei concorsi una nuova generazione di infermieri

dimostra competenza e generosità

NOTIZIE DALL’ITALIA23 La Federazione nazionale IPASVI discute il disegno di legge

per la riforma degli Ordini

NOTIZIE DALLA REGIONE24 Al maxi concorso dell'Umberto I Collegio Ipasvi in strada

al fianco degli infermieri

NOTIZIE DAL COLLEGIO25 Gennaro Rocco, direttore scientifico del Cecri, nominato Fellow

dall'American Academy of Nursing28 Centro di Eccellenza. Uno studio finanziato dal Cecri vince il prestigioso

“2017 CVSN Stroke Article of the Year Award” premio assegnatodall’American Heart Association

CONTRIBUTI29 Trasferire i risultati della ricerca nella pratica clinica

Una sfida possibile? di Silvia Sferrazza, Kusumam Pampoorickel, Natascia Mazzitelli, Cinzia Puleio, Angela Peghetti, Stefano Casciato, Maria Matarese

33 Self Efficacy in Cultural Care. Il senso di autoefficacia nelle cureinfermieristiche e nel panorama interculturaleStudio descrittivo correlazionale su un campione di infermieri di un Policlinico romanodi Elena Cristofori, Claudia Gaspari

39 I nuovi orizzonti del managementL’infermiere e la direzione nell’esecuzione dei contrattidi Carmen Cappitella

46 Il dolore in area onco-ematologica. Valutazione a confronto tra scaledi Domenico De Gaetano, Silvia Barberi, Alessandra Falcioni

50 Il supporto della telemedicina nella cura del diabete mellito di Cristiano Abbati, Vincenzo Abbati

53 Indagine conoscitiva sulla divulgazione editoriale dell’infermiere militareUna ricerca bibliograficadi Antonio Coltellaro, Georgia Luzi

LETTO PER VOI59 Documentare correttamente in sanità

Il fondamento dell'ospedale moderno60 Una guida per la corretta e sicura somministrazione dei farmaci61 Presentato il XII. Rapporto sulle migrazioni

L’AVVOCATO DICE62 La stabilizzazione del personale precario

nell’ambito della pubblica amministrazione

64 LA VIGNETTA DEL MESE

Associato allÊUnioneStampa Periodica Italiana

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ED I T OR I A L E

Dentro o fuoridal futuro

di Ausilia M.L. Pulimeno

˚ la forza delle nostre ragioni che ci ha condotto fin qui. La stes-sa che ci porterà ancora molto lontano. Siamo meglio formati epiù consapevoli delle nostre capacità, ma soprattutto abbiamodalla nostra le battaglie giuste, lungimiranti, concrete. Siamo esaremo sempre dalla parte dei cittadini, determinati a migliorarenel loro nome lÊassistenza sanitaria, a renderla più fruibile, a mi-sura di persona, attenta allÊevoluzione dei tempi, ai processi de-mografici che pongono problemi epocali come il rapido invec-chiamento della popolazione e che aprono anche nuovi scenarisullÊorganizzazione dei servizi sanitari e del welfare.

Il momento è storico e il passaggio diventa cruciale: dentro ofuori dalla sanità del futuro. Il sistema attuale non regge più fratagli di budget, personale sanitario ridotto al lumicino e disser-vizi che complicano oltremisura la vita di chi attraversa una fasedifficile della propria esistenza come la malattia. Serve unasvolta, un cambio deciso di direzione. E serve subito. Noi infer-mieri lo indichiamo da tempo e lo sosteniamo in ogni sede congrande forza, quella delle nostre ragioni appunto.

La strada maestra è a doppia corsia: più assistenza sul territorioe più spazio agli infermieri. Due ingredienti indispensabili percostruire e realizzare davvero, non solo a parole, un sistema sa-nitario meglio organizzato, più efficace e che sappia conservareil suo carattere universale. Significa puntare su un modello or-ganizzativo diverso, capace di sviluppare unÊassistenza di pros-simità che renda possibile il superamento del sistema ospedalo-centrico attuale, che drena molte risorse e intasa inutilmente inostri nosocomi.

I professionisti in grado di realizzare questa rete ci sono e sonoassolutamente pronti a fare la loro parte. Tutta, fino in fondo. Eallora dateci spazio. Alla Regione Lazio chiediamo di andare fi-nalmente oltre i programmi e passare ai fatti.

Più territorio vuol dire prevenzione primaria e secondaria oltreche controllo delle cronicità. Si traduce in un deciso migliora-mento delle condizioni di salute dei cittadini e in un risparmiosostanzioso di spesa. Lo dicono le positive esperienze maturateormai da diversi anni in diversi Paesi a sanità avanzata e in al-cune Regioni italiane che hanno avuto il coraggio di sperimen-tare quanto possano dare oggi gli infermieri in termini di salutegenerale.

La nostra professione è deontologicamente depositaria della„rivoluzione‰ che serve: una rete di servizi più vicina al cittadi-no, capillare e operativa dove la gente vive e lavora, dove studia,dove ha più bisogno di assistenza. LÊinfermiere di famiglia o dicomunità, il professionista che fa prevenzione nelle scuole, suiluoghi di lavoro e nelle farmacie, gli ambulatori infermieristicidiffusi nei quartieri, lÊassistenza domiciliare come sistema dÊele-zione per il trattamento delle cronicità e delle multi patologielegate allÊinvecchiamento.

In questo modo e con questi professionisti si può realizzare dav-vero la continuità di cura con tutti i vantaggi correlati. Questa èla frontiera della nuova sanità che guarda in faccia il futuro e simodella sulle necessità degli assistiti, incurante di chi è con-centrato a difendere le proprie rendite di posizione e perciòostacola il cambiamento.

E poi in ambito ospedaliero, dove nonostante le difficoltà quo-tidiane gli infermieri assicurano con il loro sacrificio prestazioniirrinunciabili di soccorso e di cura. Anche qui cÊè un grande spa-zio vuoto da riempire con il decollo reale dei Dipartimenti delleProfessioni Sanitarie e dei Servizi Infermieristici nelle singoleAziende Sanitarie, per unÊorganizzazione più autonoma ed effi-ciente dellÊassistenza. Siamo noi i professionisti preparati e ti-tolati per gestire la persona malata, conosciamo le sue esigenze

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come nessunÊaltro, siamo perfettamente in grado di organiz-zarci e di modellare i servizi sulla domanda di salute. Che peral-tro cresce velocemente e inesorabilmente.

Abbiamo sviluppato competenze specialistiche che ci asse-gnano di diritto ampi spazi di manovra nella riorganizzazionedella rete sanitaria. La stessa comunità scientifica internazio-nale, che gli infermieri romani hanno imparato a frequentare at-traverso le attività del Centro di Eccellenza del Collegio Ipasvi,sollecita caldamente il ricorso alla figura dellÊinfermiere espertoche si forma attraverso specifici percorsi ed è in grado con lasua pratica avanzata di sostenere la qualità delle cure e un cor-retto accesso a queste.

Una figura essenziale per un nuovo modello di assistenza cheva ancora inquadrata con precisione sotto il profilo contrattuale.E naturalmente anche per lÊaspetto retributivo. Abbiamo lottatoa lungo per far passare il messaggio che avere infermieri esperticlinici è un grande motivo di orgoglio per la nostra famiglia pro-fessionale e che rappresenta una preziosa opportunità per i cit-tadini che assistiamo.

Finalmente la nostra ostinata insistenza sembra aver fatto brec-cia, anche se, nonostante lÊimpegno instancabile della Federa-zione Ipasvi su questo fronte e il via libera del Ministro della Sa-lute, la normativa non riesce ancora ad approdare al tavolo dellaConferenza Stato-Regioni e resta pericolosamente esposta alfuoco di fila di categorie professionali che non vogliono darcispazio.

Eppure i modelli di riferimento non mancano, corroborati suscala internazionale dai dati raccolti in lunghi periodi di speri-mentazione. Non mancano nemmeno i professionisti capaci diprendere per mano il cambiamento e tradurlo in realtà. Anchei politici cominciano ad ascoltarci, dopo aver fatto per anni orec-

chie da mercante. Sanno che il futuro della sanità passa per gliinfermieri. Tanto da inviare i primi concreti segnali di pace.

Così, finalmente, qualcosa si muove nella direzione che ab-biamo da sempre indicato: qualche concorso che si sblocca, lamobilità intra ed extra regionale ora possibile, le prime stabiliz-zazioni contrattuali che sembrano poter andare in porto. Pochegocce, tuttavia, nel mare rappresentato dai paurosi vuoti negliorganici infermieristici di quasi tutte le strutture sanitarie diRoma e della provincia, sia pubbliche sia private.

Restano sul tappeto altri gravi problemi che minano quotidia-namente il lavoro e il sacrificio di tanti infermieri. Come l'ecces-sivo ricorso all'esternalizzazione dei servizi infermieristici specienelle grandi Aziende ospedaliere della capitale. Non è pensabilefar lavorare gli infermieri in queste condizioni, non essendo que-sti coinvolti nell'organizzazione dei servizi perché dipendenti disocietà o cooperative esterne. Una criticità sulla quale il Collegiosi è speso molto nei confronti della Regione Lazio e per la qualeattendiamo ancora una soluzione. Che non può tardare oltre.

Il Collegio non è un sindacato e non può intervenire sulla defi-nizione degli organici, sulla loro approvazione né sui provvedi-menti organizzativi che riguardano il personale. Ma può e devedifendere la dignità professionale di ciascun iscritto. Per questonon si stanca di esercitare ogni possibile pressione sui livelli de-cisionali competenti per rimpinguare gli organici infermieristicie stabilizzare i colleghi precari, ricordando ogni volta che sonoproprio gli infermieri a tenere in piedi reparti e servizi con unospirito di sacrificio sì encomiabile ma non per questo infinito.

Continuando così il sistema non reggerà. Bisogna orientare di-versamente la spesa sanitaria per renderla più sostenibile, inve-stire sulla componente infermieristica significa garantire unÊassi-stenza più efficace a costi minori. Significa più salute per tutti.

EDITORIALE

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Resoconto delle attività del Collegionel triennio 2015-2017

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Tempo di bilanci e di nuovi impegniistituzionali per il Collegio Ipasvi diRoma, i cui iscritti sono chiamati

al rinnovo delle cariche per il prossimotriennio il 26, 27 e 28 novembre 2017. Si voterà dalle 8 alle 20 presso il seggiounico allestito nei locali della sede diviale Giulio Cesare 78 (metro Ottaviano).Per farlo, basterà presentare un docu-mento valido d'identità: preferibilmente,con la tessera di iscrizione all'Albo.Il nuovo gruppo dirigente uscito dalle ur-ne nel dicembre 2014 e guidato dall'at-tuale presidente, Ausilia Pulimeno, hapresentato alla redazione della nostra ri-vista i principali risultati conseguiti du-rante il mandato.In questo focus, cercheremo di riepilo-garli per aree di interesse, nell'ottica difavorire una piena trasparenza e parteci-pazione rispetto all'attività svolta a sup-porto degli iscritti e a garanzia dei citta-dini.„Abbiamo puntato innanzitutto ad im-porre le ragioni degli infermieri della cit-tadinanza su tutti i tavoli istituzionali, dal-la Regione Lazio, alle singole Aziende sa-nitarie e ospedaliere. Al contempo, ab-biamo lavorato per coinvolgere semprepiù infermieri nelle attività del Collegio,per ampliare il ventaglio dei servizi gra-tuiti, per promuovere lÊaggiornamentoscientifico e la ricerca‰, spiega la presi-dente. LÊesperienza fin qui maturata dice chia-ramente qual è il modello da perseguire:

lÊinfermiere deve essere protagonistadei percorsi diagnostici terapeutici assi-stenziali con la massima autonomia or-ganizzativa e gestionale dell'assistenzain tutte le Aziende di Roma e del Lazio.„Abbiamo lottato per lÊistituzione dei Di-partimenti delle Professioni sanitarie e

per gli investimenti sulle Unità di Degen-za Infermieristica, sullo sviluppo dellÊas-sistenza territoriale, sulle Case della Sa-lute, sugli Ambulatori infermieristici, su-gli Infermieri di Famiglia e di Comunitànonché sullo sviluppo della libera profes-sione‰, continua Pulimeno.

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Si vota per il rinnovo della caricheEcco tutti i risultati raggiuntinell'ultimo triennio di lavoro

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Nonostante le gravi difficoltà del ServizioSanitario Regionale, alle prese con taglidi risorse e blocco del turn over che crea-no condizioni di lavoro proibitive, il Colle-gio Ipasvi di Roma ha dimostrato di ave-re le idee chiare su come contrastare ilprecariato, lo sfruttamento e sostenereil decoro della professione: pressing de-ciso per lÊadeguamento degli organici,sblocco del turn over e della mobilità,progressione di carriera legata alla prati-ca clinica, a quella gestionale e alle com-petenze specialistiche, potenziamentodel corpo professionale accademico, sta-bilizzazione della dirigenza infermieristi-ca a tutti i livelli dellÊorganizzazione e di-versificazione delle varie posizioni orga-nizzative di infermieri bed manager, casemanager, sviluppo di modelli organizza-tivi infermieristici per la continuità assi-stenziale ospedale/territorio, sostegno

alle nuove forme di esercizio libero pro-fessionale.Sul fronte interno, si è continuati ad ot-timizzare le risorse per fornire più servizia tutti gli iscritti: corsi Ecm in sede alCollegio e itineranti nei contesti lavora-tivi, corsi Fad, iscrizione e certificati online, casella Pec, tesserino professionalemagnetico, consulenza legale, ammini-strativa e contabile, accesso alle princi-pali banche dati mondiali di letteraturainfermieristica, abbonamento alla rivista„Infermiere Oggi‰, accesso al portaledella Federazione Ipasvi, ai siti web delCollegio di Roma e del Centro di Eccel-lenza per la Cultura e la Ricerca Infer-mieristica.L'impegno sulla trasparenza e la comu-nicazione passa ora, oltre che dal sitoistituzionale www.ipasvi.roma.it e dalportale del Cecri www.centrodieccellen-

za.eu anche dalla pagina Facebook delCollegio, costantemente aggiornata sul-le principali novità e offerte agli iscritti alfine di garantire una sempre maggiorepartecipazione.

LÊimpegno del Consiglio Direttivo e delpersonale appare totale e crescente intutti i settori di attività del Collegio.Nel corso del 2015, ad esempio, gli ufficihanno gestito una mole di lavoro davve-ro ragguardevole: 1.200 nuove iscrizioni,circa 3.000 telefonate, oltre 200 tra ap-puntamenti e interventi dellÊufficio lega-le, quasi 150 verifiche di iscrizione allÊAl-bo e altrettanti trasferimenti in entrata ein uscita, 15.000 protocolli di posta. Epoi la partecipazione assidua nelle com-missioni di laurea abilitante, per gli esa-mi ai colleghi stranieri, le decine di riu-nioni e di sedute del Consiglio Direttivo.

Il gruppo dirigente del Collegio Ipasvi di Roma alla seduta di insediamento del 22 dicembre 2014

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Il Collegio di Roma riceve e gestisce,inoltre, centinaia di richieste di trasferi-mento allÊestero, quasi tutte per il Re-gno Unito e lÊIrlanda. ˚ molto impegnatoa supportare e sostenere questi colleghie ad accogliere i nuovi iscritti stranieri,nel segno di una professione che persua natura non conosce frontiere ma so-lo competenze professionali e umanità.

„La posta elettronica certificata Pec, poi,è necessaria ad ogni professionista -spiega Pulimeno -: il nostro Collegio laoffre gratis‰. Fra tutti gli impegni, quello del recuperodelle morosità è stato perseguito conparticolare tenacia ed efficacia. Questo,soprattutto, perché „se pagano tutti, tut-ti pagano meno‰, così come dimostra ilfatto che la tassa annuale, in cinque an-ni, è passata da 75 a 60 euro! Ciò, man-tenendo lÊefficacia dei servizi offerti con-seguendo obiettivi di economicità ed ef-ficienza nella gestione del funzionamen-to dei servizi. Un passo avanti importan-te: „Abbiamo usato il pugno duro con imorosi, ma non potevamo fare altrimen-ti, specie per il rispetto dovuto verso chila paga regolarmente‰, spiega la presi-dente.

FormazioneLo sforzo sostenuto dal Collegio per lapianificazione e la realizzazione del pro-gramma Ecm è davvero straordinario econferma la sua leadership a livello na-zionale ed europeo per numero di corsieper partecipanti.Per due anni consecutivi, il Collegio Ipa-svi di Roma ha portato a casa il secondoposto in classifica, nella categoria „Ordi-ni e Collegi professionali‰ come The BestProvider Ecm. Un indicatore della capa-cità di analisi, progettazione e realizza-zione dell'organizzazione. In un universodi oltre mille Provider, risultare tra i piùproduttivi significa aver saputo analizza-re e interpretare meglio di altri la doman-da di formazione del mercato in terminidi contenuti, tipologie e metodologie for-mative.

Durante il 2015 si sono svolti 52 eventiin favore di circa 4.450 colleghi. Molticorsi sono stati attivati in modalità Fad,con la possibilità di maturare crediti se-guendo percorsi formativi direttamentesul proprio pc. Altri 17.316 infermierihanno scelto questa strada. In tutto Du-rante il 2016, sono stati realizzati 49eventi Ecm, a vantaggio di 3.850 discen-ti (16.037 in modalità Fad). Nel 2017, adora, 33, a cui si aggiungono 5 corsi Fad,per un totale di offerta formativa che hacoinvolto più di 16.000 infermieri. Tutti icorsi, ad eccezione di quelli di inglese(per i quali è chiesto un contributo mini-mo), sono stati completamente gratuiti. Nel solo anno in corso (dati aggiornati al20 settembre) sono stati erogati 17.279,3crediti formativi Ecm. Ai corsi vanno ag-giunti i seminari svolti in altrettante sediformative di Roma e provincia sulla Per-cezione e conoscenza da parte degli stu-denti del terzo anno del corso di laureain Infermieristica sull'esercizio libero pro-fessionale. Tra offerta residenziale, itinerante e online, il Collegio di Roma eroga non menodi centomila crediti Ecm ogni anno, unrecord per le professioni sanitarie!

Codice Deontologico Da lunedì 6 febbraio è partita la consul-tazione pubblica sul testo della primastesura e si è chiusa il 30 aprile 2017.Durante questo periodo, ogni infermiereiscritto all'Albo ha potuto, con le sue cre-denziali, accedere all'area appositamen-te predisposta e proporre correzioni, mo-difiche e integrazioni. Quanto proposto daognuno sarà raccolto dal Collegio di ap-partenenza e formalizzato in una propo-sta complessiva che è stata poi inoltrataalla Federazione nazionale a fine maggio.Il Collegio Ipasvi di Roma, oltre a sprona-re, attraverso tutti i suoi canali di comu-nicazione, ogni collega a fare la sua partenel processo di riscrittura del testo, hanominato anche un'apposita commissio-ne di esperti che ha coadiuvato il lavorodella Federazione nella stesura del Co-dice Deontologico.

Libera professione Nel triennio 2015-2017, la commissionesulla libera professione infermieristica(composta dai consiglieri: Bartolucci;Montalbano; Scerbo e Fiorda) ha effet-tuato circa 100 consulenze direttamenteal Collegio o tramite Pec ed email.I maggiori argomenti trattati sono stati:- modalità e norme per iniziare una atti-vità libero professionale;- costituire un ambulatorio infermieristi-co (sono state date indicazioni sullenormative regionali e ordinistiche);- formulazione della tariffa;- informazioni sulla tutela previdenzialeobbligatoria; - informazioni sugli aspetti e adempi-menti fiscali (inclusa una consulenzagratuita di un dottore commercialista);- norme previdenziali dellÊinfermiere libe-ro professionista;- obbligo assicurativo;- norme e rilascio nullaosta alla pubblicitàsanitaria.In costante aggiornamento, la proceduraper inserire i colleghi liberi professionistiche acconsentono al trattamento dei da-ti da immettere sul sito del Collegio diRoma, anche per la creazione dellÊelen-co dei Libero Professionisti iscritti al Col-legio di Roma.Il consigliere Francesco Scerbo, liberoprofessionista, è anche componente del-la Commissione nazionale sulla liberaProfessione presso la Federazione na-zionale Ipasvi.Anche in questo triennio, negli atenei ro-mani, sono stati tenuti circa 150 semina-ri sulla libera professione dedicati aglistudenti del III anno del Diploma di Lau-rea in Infermieristica.Si contano più di 80 seminari in collabo-razione con la Federazione nazionale elÊENPAPI; la consulenza gratuita per la ri-soluzione dei problemi.La documentazione prodotta a sostegnodella Libera Professione è: il Vademe-cum sulla Libera Professione, la docu-mentazione di supporto, la documenta-zione sulla previdenza, i link utili.

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Un triennio intenso anche sotto ilprofilo della comunicazione isti-tuzionale per il Collegio di Roma,

tra emergenze, concorsi bloccati, attivitàformative e ricorrenze. E poi i fatti di cronaca che hanno scossola professione colpendola duramente. La produzione di lettere e comunicatistampa è stata particolarmente copiosa. In questi anni, il Collegio ha implementa-to notevolmente la comunicazione ineren-te i temi professionali anche per quantoriguarda le ricorrenze, prima fra tutte la„Giornata Internazionale dellÊInfermie-re‰. Notevole è stato lo sforzo organizza-tivo ma anche quello comunicativo percoinvolgere i mass media nella divulga-zione dellÊevento, unÊazione risultata de-terminante per il successo dei „Gazebodella Salute‰ nelle piazze di Roma e del-la provincia. „Abbiamo deciso di scende-re in piazza con i nostri professionisti egli studenti dei corsi di laurea in Infer-mieristica di tutte le università romaneper rinnovare il nostro patto con la citta-dinanza per una sanità più efficace, piùaccessibile, più equa - ha spiegato in uncomunicato del Collegio la presidenteAusilia Pulimeno - UnÊoccasione impor-tante anche per promuovere la figuradellÊinfermiere, il suo ruolo strategico nelServizio Sanitario Nazionale e per rilan-ciare lÊimmagine di una professione an-cora poco valorizzata nel nostro Paese‰.Grande lÊimpegno anche sul fronte dellapromozione dellÊattività di ricerca con-dotta dal Centro di Eccellenza di Roma.Ogni incontro, convegno o giornata distudi inerente lÊattività del Cecri è statapreceduta e seguita da inviti, annunci eresoconti diramati alle principali testategiornalistiche della carta stampata, radio-televisive e del web. UnÊopera di divul-

gazione puntuale e costante che, anchegrazie alla presenza di esperti di famamondiale, ha finalmente convinto i me-dia dellÊeccellente livello qualitativo rag-giunto ricerca infermieristica a Roma.Così pure per gli eventi di formazioneprofessionale organizzati dal Collegio,per le giornate di studio e di aggiorna-mento che hanno coinvolto migliaia dicolleghi romani e non solo, con una con-sistente produzione di comunicati fun-zionale a favorire una percezione pubbli-ca dellÊinfermiere come quella di un pro-fessionista preparato, aggiornato e at-tento agli sviluppi della professione.Molto caldo anche il fronte della comu-nicazione con le istituzioni sanitarie delterritorio. Gli interventi del Collegio sottoforma di lettere, fax, e-mail e note sono

stati molteplici e ripetuti, specie sui pro-blemi più scottanti che interessano laprofessione e lÊassistenza ai cittadini.LÊazione di „pressing‰ è stata costantesu problemi come quello del precariatoe delle stabilizzazioni. Interventi decisi sulla Regione Lazio an-che per scongiurare ipotesi di demansio-namento, come per la lettera al presi-dente Zingaretti del 26/6/2015 in cui sicontestava la delibera sui requisiti perlÊapertura di strutture socio assistenzialiche inizialmente escludeva la figura in-fermieristica con funzioni di coordina-mento degli Oss. Sul problema del pos-sibile demansionamento della professio-ne, il Collegio è tornato a protestare conforza contro lÊutilizzo improprio degli in-fermieri protestando per lÊapprovazione

Ipasvi, un pungolo costanteper le istituzioni

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di alcuni atti deliberativi che, per lÊaccre-ditamento di strutture socio-sanitarie re-sidenziali e semi-residenziali, pongono difatto sullo stesso piano gli infermieri conassistenti domiciliari, Osa, Ota assistentifamiliari e altre figure professionali chenulla hanno a che fare con lÊassistenzainfermieristica. „UnÊequiparazione inac-cettabile - la definisce la presidente Pu-limeno nella lettera del 7/4/2015 al presi-dente Zingaretti e alla Cabina di regia delSSR DÊAmato - che ricaccerebbe la pro-fessione infermieristica indietro di de-cenni, negandole il rango che ha guada-gnato sul campo con la formazione uni-versitaria e lÊalta specializzazione nel-lÊarea dellÊassistenza alla persona‰. Una battaglia condotta a suon di inizia-tive legali e comunicazioni scritte allaRegione Lazio anche sul caso dellÊattiva-zione del „See end Treat‰ alla Asl RM/C,osteggiato in tutti i modi da alcuni sinda-cati medici e dallo stesso Ordine dei me-dici di Roma attraverso il suo presidenteLala. „La Asl RM/C - scrive tra lÊaltro lapresidente Pulimeno in una lettera del5/5/2015 indirizzata a Zingaretti, DÊAma-to e al direttore generale della Asl Saitto- ha raccolto e utilizzato per prima nelLazio unÊesperienza che è già plurien-nale in altre Regioni dove ha prodotto ot-timi risultati...‰. Più recentemente è stato il tema caldis-simo della stabilizzazione per i gli infer-mieri precari ha produrre un copioso car-teggio tra il Collegio, la Regione e le sin-gola Aziende sanitarie e ospedaliere diRoma. „Le aspettative di stabilizzazionedi migliaia di infermieri con contratti pre-cari continuano ad essere deluse - scriveil 2/2/2017 la presidente Pulimeno a no-me del Coordinamento dei Collegi Ipasvidel Lazio in una lettera al presidente Zin-garetti, al presidente della CommissioneSanità del Regione Lazio, Lena, e al dot-tor DÊAmato - sebbene da anni questiprofessionisti garantiscano con il loro la-voro, e malgrado le difficoltà, la tenutadei servizi territoriali e dei reparti ospe-dalieri. Non meritano perciò di subire lÊen-nesima beffa e chiedono di procedere

con il piano più volte annunciato‰.Con insistenza e ricorrendo anche a toniperentori il Collegio è intervenuto reite-ratamente anche per lÊormai famoso ca-so del concorso per infermieri indettodallÊAzienda Policlinico Umberto I, atte-so da anni da migliaia di colleghi e bloc-cato in extremis per due volte prima dipoter essere finalmente espletato. Altrifronti hanno impegnato il Collegio nellacorrispondenza istituzionale con la stes-sa Regione Lazio e con le Aziende sani-tarie e ospedaliere del territorio, oltreche con le strutture sanitarie private alleprese con dolorosi piani di ristrutturazio-ne che coinvolgono la vita e il futuro dimigliaia di infermieri e delle loro fami-glie. Nel nome dellÊautonomia professionale,in più occasioni il Collegio ha censuratoattraverso lettere e comunicati le resi-stenze che impediscono ancora il de-collo dei Dipartimenti delle ProfessioniSanitarie nelle singole Aziende, nono-stante un quadro normativo chiaro e di-sposizioni altrettanto precise impartitedella Regione Lazio.Una stampa spesso superficiale e maleinformata ha tenuto impegnato il Colle-gio con una lunga serie di precisazioni erichieste di rettifica per articoli o servizidiffamatori nei confronti della profes-sione. In molti casi è stato necessario in-tervenire per contestare titoli e conte-nuti redazionali sbagliati, come fatti dicronaca anche molto gravi attribuiti erro-neamente a infermieri, magari solo per-ché i protagonisti operano in ambito sa-nitario. E ancora presunti scandali per di-sfunzioni nei servizi sanitari le cui re-sponsabilità vengono riferite maldestra-mente agli infermieri.Ma la professione è anche cuore e soli-darietà. In più occasioni, il Collegio ha avvertitolÊesigenza di esprimere il sentimento ditutti gli iscritti al cospetto di eventi dram-matici come il terremoto che ha colpitolÊItalia centrale lo scorso anno. „Si restacosternati di fronte a una tragedia cosìgrande che tocca nel profondo del cuore

ciascuno di noi con un sentimento di fra-ternità e vicinanza - si legge in un comu-nicato del 25 agosto 2016 - La comunitàinfermieristica romana si stringe attornoai Colleghi dei centri colpiti dal sisma su-bito impegnati nellÊemergenza e collabo-ra attivamente alla macchina dei soccor-si sin dalle prime ore. Unitamente allaFederazione Ipasvi, il Collegio è prontoad offrire tutto il sostegno operativo ne-cessario al Coordinamento InfermieriVolontari per l'Emergenza Cives Onlusper il reclutamento di professionisti qua-lificati da inviare nei prossimi giorni nellearee terremotate e negli ospedali indivi-duati per lÊassistenza ai feriti‰.Gli infermieri romani si stringono ancheper la tragedia dellÊHotel Rigopiano, do-ve muore la giovane collega ValentinaCicioni, lÊultima vittima recuperata dallemacerie. Il Collegio esprime il suo cor-doglio con parole molto intense.Vicende dolorose, ma anche storie in cuila professione vince con i suoi valori, econ il coraggio dei suoi professionisti.Come per lÊincredibile storia della bimbaavvelenata dalla mamma e salvata alBambino Gesù. „Non ci vuole solo peri-zia, competenza, sangue freddo e corag-gio. Per comportarsi come hanno fattole due colleghe del Bambino Gesù serveanche il cuore. Quel cuore che fa coinci-dere la nostra professione con la suamission: lÊaiuto solidale a chi soffre o èfragile - recita il comunicato del Collegio- La storia che ha visto protagoniste leinfermiere Katiuscia Noceta e Chiara Fe-derici, insieme ai medici Anna Chiara Vi-tucci e Annagrazia Cillis, vale tutta la no-stra ammirazione e alimenta il nostro or-goglio professionale. Non solo hannosalvato per due volte la piccola Anna daaltrettanti arresti cardio-respiratori, mahanno consentito di fare luce su una vi-cenda orribile che sta commuovendo eindignando lÊItalia intera. Il Collegio èonorato di annoverare Katiuscia e Chiaratra le sue iscritte, colleghe che danno lu-stro e spessore sociale alla nostra pro-fessione e meritano perciò il nostroabbraccio riconoscente‰.

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˚stato un triennio ricco di iniziative,eventi e nuovi traguardi raggiuntiper il Centro di Eccellenza per la

Cultura e la Ricerca Infermieristica. LÊobiettivo è stato quello di consolidareuna cultura infermieristica fondata sullaformazione, la ricerca e la pratica clinicapermeata dal sapere scientifico, creandotre eventi formativi a tale scopo nel soloanno in corso. Il primo si è svolto il 23 marzo, pressolÊaula Fleming dellÊUniversità degli Studidi Roma - Tor Vergata ed il titolo ha fo-calizzato lÊattenzione sulle malattie cro-niche come lÊosteoporosi „LÊinfermieree lÊosteoporosi: il valore dell'aderenza te-rapeutica‰. Tale evento, che ha visto lapresentazione di un progetto ad ampiorespiro del Cecri sullÊassistenza nel-lÊosteoporosi, ha visto la partecipazionedi illustri studiosi del campo e ha rac-colto la partecipazione entusiasta di nu-merosi colleghi. Inoltre, con il patrociniodella Federazione Nazionale dei CollegiIpasvi si è svolto, il 12 aprile, al Ministe-ro della Salute, lÊevento „Nursing Sensi-tive Outcome. Studio Multicentrico na-zionale: presentazione dei risultati‰.Tale giornata congressuale, che ha vistola partecipazione di colleghi da tutta Ita-lia, e che ha illustrato progetti di ampiarilevanza sugli esiti sensibili per lÊassi-stenza infermieristica è stata centratasulla valutazione di esito delle cure sani-tarie. Le motivazioni che hanno generatola valutazione degli Esiti Sensibili alle cu-re Infermieristiche (ESI), hanno portato,in particolare, alla conduzione di uno stu-dio multicentrico e risiedono nellÊac-countability, intesa come la responsabili-tà diretta degli operatori sanitari di ren-dere conto dellÊefficacia delle cure. InquestÊottica, la valutazione degli outco-me relativi alle cure ed allÊassistenza rap-

presenta un elemento importante pertutti gli attori coinvolti nei processi, sianoessi organizzatori, pazienti e professio-nisti sanitari.NellÊevento congressuale sono stati pre-sentati i risultati di uno studio multicen-trico nazionale che ha riguardato tre esitisensibili alle cure infermieristiche (lesio-ni da pressione, cadute e contenzione)che ha coinvolto 27.065 pazienti, 3.214infermieri e 189 coordinatori dellÊassi-stenza.Il IX Workshop del Centro di Eccellenzaper la Cultura e la Ricerca Infermieristicasi è poi svolto al Ministero della Salute,il 23 maggio, con il patrocinio del Mini-stero stesso, della Federazione nazio-nale dei Collegi Ipasvi, del Commissionon Graduates of Foreign Nursing Scho-ols (CGFNS) lÊEnte statunitense che cer-tifica la mobilità degli infermieri e di altre6 professioni sanitarie in tutto il mondoda e verso gli Stati Uniti e dalla FloridaAtlantic University (FAU).LÊevento congressuale, denominato

„Avanzare il sistema salute attraverso laspecializzazione infermieristica‰, ha foca-lizzato lÊattenzione su un tema molto at-tuale nello sviluppo del nursing nel no-stro Paese. Infatti, è sulle competenze cli-niche „perfezionate‰, „esperte‰ e „spe-cialistiche‰: che lÊinfermieristica del pre-sente e del futuro si deve sviluppare an-che in Italia. Un percorso su cui disegna-re la professionalità: quella della clinica,che rappresenta la linea del governo deiprocessi assistenziali. Il modello di evo-luzione delle competenze infermieristi-che, già elaborato da un gruppo di infer-mieri esperti sotto lÊegida della Federa-zione Nazionale dei Collegi Ipasvi, richia-ma su questi due assi i livelli di compe-tenza che lÊinfermiere acquisisce attra-verso specifici percorsi formativi.Il primo livello corrisponde allÊinfermierein possesso di laurea triennale, che nonha bisogno di modificazioni sostanziali erappresenta, in ogni caso, la matrice„core‰ della competenza da cui origina-no i successivi livelli di approfondimentoo di espansione. CÊè poi lÊinfermiere conperfezionamento clinico o gestionale, cheha seguito un corso di perfezionamentouniversitario che lo ha messo in grado disviluppare le sue competenze „core‰applicate a un'area operativa specifica.Il terzo livello è quello dellÊinfermiereesperto clinico in grado di approfondirele sue competenze in un settore partico-lare dellÊassistenza infermieristica edesperto di parti di processo assistenzia-le, di peculiari pratiche assistenziali spe-cifiche o con capacità di governo dei pro-cessi organizzativi e di risorse in unità or-ganizzative. Infine, al quarto e più avan-zato livello, cÊè lÊinfermiere specialistacon laurea magistrale specifica in scien-ze infermieristiche con orientamento cli-nico a cui potrebbe seguire un dottorato

Centro di Eccellenza, una scommessa vinta!

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in pratica clinica avanzata.Nello specifico, tale evento, che ha vistola partecipazione, tra gli altri, della „Li-ving legend dellÊAmerican Academy ofNursing‰, Joyce Fitzpatrick, che ha fon-dato i primi corsi di dottorato nella prati-ca clinica negli USA, ha permesso di illu-strare lo sviluppo dellÊinfermiere espertoclinico in Italia e le esperienze di infer-mieri con competenze specialistichenegli States.Ciò ha permesso di chiarire alcuni studiitaliani che hanno messo in risalto il ruo-lo dellÊinfermiere con competenze spe-cialistiche. Oltre alle iniziative congres-suali specifiche bisogna ricordare che ildirettore scientifico del Cecri, nato inseno al Collegio Ipasvi di Roma, Gen-naro Rocco, è stato insignito dalla Ame-rican Academy of Nursing del prestigio-so riconoscimento di membro dellÊAca-demy stessa. Oltre alle attività congressuali e di rico-noscimento internazionale, il Cecri hapromosso numerosi progetti di ricercaed educazione che hanno impattato for-temente sulla realtà, nazionale ed inter-nazionale. Dal 2010 al 2016 sono statiben 130, che coinvolgono infermieri diASL, ospedali, IRCCS, istituti peniten-ziari, cliniche e liberi professionisti. Dalle ricerche effettuate sono scaturitioltre 70 articoli scientifici pubblicati pre-valentemente su riviste internazionalisono stati pubblicati 9 libri sulle ricerchesvolte.Ecco, in dettaglio, i 38 progetti che han-no costituito il centro dellÊattività delCentro di Eccellenza per il 2017.

1. POLO PER L’ISTRUZIONE1.17.1 Un modello per la valutazionedel Core Competence infermieristiconell’esame di abilitazione professiona-le: sperimentazione e sua applicazioneScopo del progetto è stato quello distrutturare una valutazione delle compe-tenze nellÊesame di abilitazione profes-sionale dei neo laureati in infermieristi-ca, atto alla „sintonizzazione‰ dei per-corsi certificativi delle università italiane,

in linea con le direttive europee e con lenuove norme di competenza del profiloinfermieristico individuate a livello nazio-nale. In questa fase del progetto si è pro-ceduto alla formazione di un gruppo divalutatori per lÊesame di abilitazione fi-nale nella laurea in infermieristica nelterritorio di Roma e Provincia.1.17.2 Mappatura e coinvolgimentodegli stakeholder nella formazione in-fermieristicaIndividuare e definire un nuovo modellodi „coinvolgimento degli stakeholders‰(stakeholders engagement) riferendosia realtà dove lo stakeholders engage-ment nella formazione infermieristicaappare prerogativa essenziale. In parti-colare, con questo progetto, si è intesovalutare se la corrispondenza tra lÊeffica-cia interna della formazione (intesa co-me raggiungimento delle conoscenze edelle capacità attese dai docenti e daglistudenti) e lÊefficacia esterna (intesa co-me corrispondenza tra la figura profes-sionale „formata‰ e quella „richiesta‰dal mondo del lavoro) sia migliorata neicorsi di laurea in infermieristica. 1.17.3 Professione infermiere: deon-tologia, responsabilità, formazione ericercaIn virtù dellÊetica basata sul nuovo Codi-ce deontologico infermieristico dellÊan-no 2009, si è ritenuto necessario decli-nare termini quali lÊEtica, la Responsabi-lità, la Relazione e la Formazione, pertener conto dei mutamenti normativi edantropologici nel campo formativo, poli-tico sociale, teoretico e della prassi, ba-sati sullÊevidenza scientifica. Tale corsoformativo ripetuto con numerose edizio-ni in varie strutture sanitarie di Roma eProvincia ha avuto immediato gradimen-to e ha contribuito allÊimplementazionedelle conoscenze sullÊetica, la responsa-bilità, la relazione e la formazione. 1.17.4 (Coordinamento Collegi Ipasvidel Lazio) Percezioni e conoscenzedell’esercizio libero professionale del-l’infermiere nel percorso formativo dibase: indagine conoscitiva sugli stu-denti del terzo anno del corso di lau-

rea in infermieristica della RegioneLazio LÊindagine, attraverso la somministrazio-ne di un questionario strutturato agli stu-denti del terzo anno di infermieristica, siè posta lÊobiettivo di valutare le cono-scenze degli studenti sullÊattività liberoprofessionale infermieristica (normativadi riferimento, contesti in cui si svolge,opportunità di lavoro, etc.). A tale ricercaè stato associato un seminario di forma-zione sullÊattività libero professionaleagli studenti del terzo anno dei corsi dilaurea in Infermieristica.1.17.5 Risk managementLa proposta formativa si è ispirata alleLinee guida del Ministero della Salutedescritte nei manuali per la sicurezza deimalati e degli operatori, per la realizza-zione di Audit e per la gestione del ri-schio clinico, Root Cause Analysis (RCA)e Analisi delle cause profonde finalizzatealla realizzazione del governo clinico daparte degli operatori della salute. LÊau-mento delle aspettative di salute, il ruolopiù attivo dei pazienti meno disposti adaccettare l'errore del professionista insanità, lÊaumento del contenzioso sani-tario e del ricorso alla magistratura perdanno subito, nonché la crescente pre-occupazione del cittadino che non sisente sicuro quando entra in ospedalesono alcuni degli elementi che richia-mano lÊattenzione sul risk management.Per questo è stato ideato tale progetto:per offrire agli infermieri, indipendente-mente dal loro setting assistenziale,unÊopportunità di formazione nello spe-cifico ambito della gestione del rischio.1.17.6 Didattica e storia: Il fonda-mento del pilastro del Centro di Eccel-lenza per Cultura e la Ricerca Infer-mieristica (CECRI) per la storia dell’in-fermieristica in collaborazione con ilBarbara Bates Center for the Study ofthe History of Nursing - University ofPennsylvania Questo progetto ha mirato a creare unaspecifica linea di ricerca basata sullo svi-luppo storico dellÊinfermieristica. Out-come di questo progetto sono stati due

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studi sulla regolamentazione infermieri-stica e due libri sulla storia del nursing.1.17.7 “Oggi insegniamo noi”- Pro-getto Educativo per la prevenzionedell’infezione da HIV e delle altre infe-zioni a trasmissione sessualeTale progetto si è proposto, con la con-sulenza e la collaborazione di AnlaidsLazio Onlus e con il sostegno della Fon-dazione Insieme per Vita agli Anni, diidentificare e formare un pool di almeno25 infermieri esperti nel rischio infettivoe di coinvolgerli attivamente nelle equi-pe multidisciplinari del progetto scuoledi Anlaids Regione Lazio, attraverso ilmodello della Peer Education, ossia l'in-segnamento tra pari, con un un pro-gramma di informazione e prevenzionerivolto sia agli studenti delle scuole me-die superiori per 200 incontri con circa4.000 studenti, ma anche con una de-cina di incontri nei corsi di Laurea in In-fermieristica.

2. POLO PER LA RICERCA 2.17.1 Valutazione della percezionedelle competenze cliniche infermieri-stiche nei diversi setting assistenziali:Ricerca con metodo mistoGli obiettivi di questo studio quali-quan-

titativo sono stati quelli di individuare emisurare le competenze necessarie neidiversi setting clinici. Inoltre, si è miratoalla comprensione della percezione chegli infermieri hanno del proprio livello dicompetenza e ad individuare i fattori checostituiscono la competenza infermieri-stica.2.17.2 Il Pai (Professional AssessmentInstrument) nelle RSA e nelle Case diRiposoIl progetto, si basa sul Professional As-sessment Instrument (PAI) sviluppatoda un team di ricercatori dellÊUniversitàTor Vergata di Roma grazie a un finanzia-mento ricevuto dal Centro di Eccellenzaper la Cultura e la Ricerca Infermieristi-ca. Dopo il suo sviluppo, il PAI è statoimplementato in un ospedale universita-rio ed è attualmente parte integrantedellÊelectronic health record della strut-tura ospedaliera. Partendo da questo, siè previsto il suo sviluppo per le esigenzeche caratterizzano le residenze assisten-ziali e/o le case di riposo.2.17.3 Contesto di lavoro e Caring:studio correlazionale multicentrico inambito assistenzialeLo scopo dello studio è quello di inda-gare le ripercussioni che il contesto di la-

voro ha sugli outcome assistenziali, intermini di Caring. In particolare, si è volu-to valutare quanto le variabili organizza-tive (la percezione dei conflitti interper-sonali, dei carichi di lavoro, dei vincoli or-ganizzativi, del benessere organizzativo,la soddisfazione per il management eper la propria unità operativa), il burn-oute i comportamenti contro-produttivi so-no in relazione con il Caring percepitodagli utenti. 2.17.4 Contenere lo stress lavoro cor-relato attraverso la promozione dellasalute organizzativa: ripercussioni sul-le cure mancate, sulla qualità di vita esulla sindrome metabolica Lo scopo della ricerca è quello di valu-tare in che modo i livelli di salute orga-nizzativa degli infermieri sono influenzatidallo stress lavoro correlato e dalla sod-disfazione lavorativa, e come tutto ciòpossa ripercuotersi da un lato sulla loroqualità di vita extralavorativa e la sin-drome metabolica, e dallÊaltro sui pa-zienti, in termini di cure mancate.2.17.5 Il coinvolgimento emotivo nelprocesso di cura: quali esiti sugli infer-mieri e sulle cure erogate ai pazienti.Uno studio multicentrico nazionale nel-le unità operative di oncoematologia2.17.6 La dignità della professione in-fermieristica. Lo sviluppo della nursin-g’s professional dignity scale (NPDS):la sua validità di contenutoLo scopo di questa prima parte del pro-getto sullo sviluppo di uno strumento ingrado di misurare il rispetto professio-nale ha previsto la validazione di conte-nuto della nursingÊs professional dignityscale (NPDS). 2.17.7 Acculturazione e outcome disalute tra gli infermieri immigrati: unacomparazione Italia Stati Uniti Il presente progetto mira ad esplorarelÊacculturazione e lÊadozione di compor-tamenti di salute per prevenire lo stresstra infermieri immigrati in due Paesi: Ita-lia e USA. In tal senso si andranno adesplorare aspetti legati a: i livelli di accul-turazione e la loro relazione con un even-tuale depressione tra gli infermieri im-

Il board internazionale al Ministero della Salute per l'evento Cecridel 23 maggio 2017

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migrati; le differenze nei livelli di accul-turazione, adozione di comportamenti disalute e depressione tra infermieri im-migrati nei due Paesi selezionati.2.17.8 Indagine su conoscenze, atti-tudini, comportamenti e bisogni for-mativi degli infermieri sull’utilizzo deifarmaci per via endovenosa nelle tera-pie intensive. Uno studio multicentri-co italianoLo scopo di tale studio è stato quello didescrivere se ci fosse una relazione traconoscenze, formazione, comporta-menti e attitudini degli infermieri per laprevenzione degli errori durante la pre-parazione e somministrazione dei far-maci per via endovenosa nelle terapieintensive italiane.2.17.9 Bisogni e burden dei caregivernello scompenso cardiaco; sono cor-relati con le caratteristiche dei pazientie dei caregiver?Un caregiver informale è un individuonon pagato, sia all'interno che all'ester-no della famiglia, che fornisce la mag-gior parte dell'assistenza al paziente.Questa assistenza può comprendere leesigenze personali, le faccende dome-stiche, la gestione delle finanze perso-nali, etc.. Tuttavia, la nostra conoscenzadelle bisogni dei caregiver - per le qualisi intendono tutti i tipi di bisogni, tra cuisociali, economici, fisici, emotivi, psico-logici e ambientali - è ancora scarsa. Loscopo di questo studio è stato di descri-vere la correlazione tra bisogni e burdendei caregiver e le caratteristiche dei pa-zienti affetti da scompenso cardiaco edei loro caregiver in tre paesi europei:Italia, Spagna e Paesi Bassi.2.17.10 Validazione di nuovi strumen-ti per misurare il self-care e la qualitàdi vita nelle donne che hanno subitoalmeno una frattura da osteoporosi Lo scopo di questo progetto di ricerca èstato quello di sviluppare e testare leproprietà psicometriche della Self-Careof Osteoporosis Scale (SCOS) e dellaQuality of Life Osteoporosis Scale(QoLOS), due nuovi strumenti per misu-rare rispettivamente il self-care e la qua-

lità di vita nelle donne che hanno subitoalmeno una frattura da osteoporosi.2.17.11 L’intensità dell’assistenza in-fermieristica descritta dagli interventiinfermieristici del Professional Asses-sment Instrument (PAI) Il Professional Assessment Instrument(PAI) è un sistema informativo infermie-ristico, sviluppato da un team di ricerca-tori dellÊUniversità Tor Vergata di Romacon la collaborazione del Centro di Ec-cellenza per la Cultura e la Ricerca Infer-mieristica. Attualmente il PAI è utilizzatoin un ospedale universitario ed è parteintegrante della documentazione sanita-ria elettronica della struttura ospedalie-ra. Gli obiettivi di questo progetto sono:1) descrivere la diversità delle varie po-polazioni di pazienti e la variabilità del-lÊassistenza infermieristica in termini diprevalenza di interventi e attività infer-mieristiche raccolti sistematicamentecon il PAI; 2) indagare quali interventi/at-tività infermieristiche si associano a ri-sultati di assistenza ospedaliera. 2.17.12 Qualità di vita nelle famiglieitaliane colpite da Stroke 2.0Gli obiettivi di questo nuovo progettosono stati quelli di: 1) individuare i pre-dittori della qualità di vita del paziente edel caregiver dopo lo stroke; 2) osser-vare lÊinterdipendenza nella diade pa-ziente-caregiver riguardo alla qualità divita (QdV) nel primo anno dopo la dimis-sione dalla struttura di riabilitazione; 3)Osservare se esistono differenti traiet-torie nella QdV dei pazienti e dei caregi-ver dopo lo stroke. 2.17.13 Validazione del Self-Care ofHeart Failure Index versione 7 (SCHFI- 7) e del Caregiver Contribution toSelf-Care of Heart Failure Index ver-sione 2 (CC-SCHFI - 2) Scopo dello studio è testare le caratteri-stiche psicometriche del SCHFI 7 ed ilCC-SCHFI 2. Nello specifico, verrà testa-ta la validità fattoriale con lÊanalisi fatto-riale confermativa e la validità concor-rente e lÊaffidabilità con lÊalfa di Cron-bach o altri metodi che tengano presen-te la multidimensionalità dei due stru-

menti. Sinora non sono state ancora te-state le caratteristiche psicometrichedel SCHFI 7 ed il CC-SCHFI 2, pertantoi risultati di questo studio avranno un im-portante impatto internazionale.2.17.14 Misericordia e Giubileo: il si-gnificato epistemologico della miseri-cordia per i professionisti della salutee la visualizzazione della misericordianegli atti relazionali nelle giornate giu-bilari dedicate ai malati e ai disabili Questo studio qualitativo con raccoltadei dati tramite web survey e intervisteindividuali semi-strutturate in profonditàa livello multicentrico a (infermieri, fisio-terapisti, studenti delle discipline sanita-rie con esperienza avanzata di tirocinioclinico, etc..), in differenti organizzazionisanitarie romane, ha permesso di indivi-duare lÊorganizzazione ospitale che me-glio ha accolto i pellegrini del giubileo edha permesso di esplorare il significatoepistemologico della misericordia nel-lÊanno giubilare per i professionisti dellasalute.2.17.15 Studio multicentrico sulla re-silienza del caregiver in cure palliative.Progetto formativo per la diffusionedei primi risultatiLÊinteresse per la resilienza in ambito in-fermieristico è in rapida crescita, ed iltrasferimento dei primi risultati dello stu-dio multicentrico promosso dal Centrodi Eccellenza nella pratica clinica ha per-messo di contenere i disagi del caregi-ver in cure palliative, contribuire ad inte-grarlo nellÊequipe assistenziale, fornirenuovi strumenti educativi di interventoallÊinfermiere con conseguente au-mento delle competenze espresse edella soddisfazione professionale.2.17.16 Migliorare la qualità del la-voro nelle organizzazioni sanitarie: ilrispetto della dignità professionale in-fermieristica nei rapporti intra ed inter-professionali Tale ricerca, ha mirato a garantire lÊim-plementazione di setting assistenzialietici per migliorare la qualità dellÊassi-stenza per il paziente e produrre menoturnover, distress morale e burnout. Tut-

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to ciò può essere realizzato promuoven-do ambienti dignitosi dove il lavoro intraed interprofessionale e il rispetto dellÊal-tro assurgono a elementi fondanti il la-voro stesso. 2.17.17 Analisi del fabbisogno di as-sistenza infermieristica nei servizi sa-nitari e sociali nel Lazio LÊobiettivo di questo progetto è statoquello di effettuare unÊanalisi dei servizisanitari e socio-assistenziali erogati dalServizio Sanitario Regionale e dai Comu-ni delle Provincie del Lazio, al fine di va-lutare se ai suoi cittadini fosse garantitoil diritto di ricevere livelli adeguati di as-sistenza infermieristica, confrontando gliorganici infermieristici attualmente inforza col fabbisogno rilevato. Tale progetto, per la prima volta, ha in-teso consegnare unÊistantanea delle at-tività erogate dal SSR tra il Pubblico e ilPrivato identificandone punti di forza edi debolezza.2.17.18 Creazione e validazione diuno strumento per la valutazione delbenessere personale e della felicità nelpersonale infermieristicoLa ricerca della durata di un anno si è ar-ticolata in tre fasi: la prima ha previstouna accurata revisione della letteraturainternazionale sul counseling. In questafase sono stati evidenziati gli indicatoripiù importanti del benessere (well-being, happiness) e i test e i questionariutilizzati per attribuire una dimensionequantitativa a tali concetti; la seconda haprevisto una valutazione e una scelta deitest e/o dei questionari da sottoporre adun gruppo di infermieri e la realizzazionepsicometrica di uno strumento di misurae la terza, che ha previsto lÊanalisi dei da-ti e la verifica della funzionalità della sca-la realizzata nelle fasi precedenti.2.17.19 Valutazione dell'impatto so-ciosanitario e della predittività di even-ti avversi attraverso l’utilizzo dei flussiinformativi correnti stratificati per gra-do di fragilità in un campione rando-mizzato di anziani residenti nella Re-gione LazioScopo dello studio è stato quello di mi-

surare lÊimpatto della fragilità sulla popo-lazione anziana residente nel Lazio in ter-mini di predittività di eventi avversi a bre-ve-medio termine e dellÊuso dei servizisocio-sanitari.2.17.20 Il contributo della diade care-giver-paziente nel self-care della BPCO:uno studio mixed methodLÊobiettivo dello studio studio è statoquello di descrivere le esperienze di self-care nelle diadi caregiver-paziente conBPCO in Italia e individuare i fattori chehanno influenzato la relazione diadica.

3. POLO PER LA FORMAZIONE3.17.1 Il contributo delle evidenzescientifiche nell’infermieristica (nellapratica assistenziale) (10 edizioni)Il corso ha voluto offrire a tutti i profes-sionisti che lo hanno frequentato infor-mazioni specifiche ed operative per il re-cupero e lÊanalisi della letteratura scien-tifica necessaria ad implementare le in-novazioni in tutti i settori dove gli infer-mieri operano: clinica, formazione, ge-stione, territorio.In particolar modo sono state affrontatele modalità di recupero e consultazioneofferte dalla rete e dalle banche dati cheil Collegio Ipasvi mette a disposizione ditutti gli iscritti, attraverso la Biblioteca di-gitale (Cinahl Plus Complete, Ovid SP,Pubmed, Nursing Reference Center, Co-chrane Systematic Review, ConsumerHealth Information).3.17.2 Indicizzazione ILISI (1 edizione)Questo corso di formazione ha fornito glistrumenti teorici e pratici per descriveree spiegare i fenomeni riguardanti lÊindi-cizzazione nella banca dati infermieristi-ca ILISI (Indice della Letteratura Italianain Scienze Infermieristiche). Tale bancadati prodotta ed ideata dal Collegio Ipa-svi di Roma costituisce un unico esem-pio di banca dati prodotta per il nursingin Italia.3.17.3 Inglese linguaggio scientificoper l’infermieristicaCorso di inglese scientifico per il nursing3 livelli: base – pre-intermedio – interme-dio.

Questi corsi sono nati dallÊesigenza disuperare lÊostacolo della lingua ingleseper poter effettuare unÊassistenza cultu-ralmente e linguisticamente attenta aibisogni complessi dellÊaltro.3.17.4 Inglese: fonetica per una mi-gliore espressione linguisticaFonetica e conversazione inglese 3 livel-li: base – pre-intermedio – intermedio. Questi corsi orientano il professionistainfermiere a sviluppare nuove compe-tenze linguistiche per rispondere ai biso-gni di corretta espressione in lingua an-glosassone, sempre più diffusa nel mon-do, ma anche per rispondere esaurien-temente ai numerosi bisogni assisten-ziali di una società sempre più intercon-nessa e per lavorare a fianco di colleghiprovenienti da Paesi diversi.3.17.5 Corso di formazione la respon-sabilità professionale infermieristicanell’era della pratica basata sulle evi-denze scientificheAttualmente per comprendere la corret-tezza dellÊagire professionale oltre le ba-si normative vengono utilizzate le cosid-dette evidenze scientifiche. Questo po-ne ai professionisti la questione dellÊag-giornamento costante dei comporta-menti in ambienti organizzativi che spes-so non sono orientati allÊinnovazione. Nelcorso si sono approfonditi alcuni aspettiper individuare le ambivalenze sulla re-sponsabilità professionale infermieristi-ca di cui lÊinfermiere deve avere consa-pevolezza.

4. POLO DELLA PRATICACLINICA4.17.1 EBP: l'infermiere esperto clini-co, agente di cambiamento nella realtàIl miglioramento della pratica assisten-ziale, così come enfatizzato dalla lettera-tura internazionale, è realizzabile attra-verso strategie che incoraggino i profes-sionisti infermieri a riflettere criticamen-te sulla loro esperienza e li stimolino adapplicare nella pratica i risultati della ri-cerca. Una delle strategie suggerite perraggiungere tali obiettivi è quella di for-mare infermieri alla ricerca delle eviden-

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ze che dallÊinterno dei contesti clinici cu-reranno il processo di cambiamento efungeranno sia da esperti metodologiciche da punto di riferimento clinico per iloro colleghi. Una formazione degli infer-mieri clinici specifica in EBP è fonda-mentale, quindi, per iniziare tale proces-so di cambiamento.4.17.2 Ebp e pratica clinica: fantasiao realtà?Esistono numerose evidenze a livello in-ternazionale che riconoscono lÊimportan-za di traslare i risultati della ricerca scien-tifica nella pratica clinica. Diverse le stra-tegie che in questi ultimi anni sono statesperimentate per stimolare i professioni-sti a utilizzare lÊEvidence Best Practice.Una recente revisione della letteraturasuggerisce che per promuovere il cam-biamento verso una assistenza dÊeccel-lenza sono efficaci gli interventi che pre-vedano il coinvolgimento diretto deglioperatori.LÊimportanza dellÊinfluenza dei fattoriumani sulla produzione e sul trasferi-mento delle conoscenze scientifiche haaperto la strada a esperienze di utilizzodi „professionisti intermediari‰, infer-mieri clinici presenti nei propri setting dilavoro. Tali figure rappresentano un im-portante riferimento professionale per icolleghi, in quanto capaci di veicolare leconoscenze al gruppo di pari e di appli-care i risultati della ricerca nella praticaclinica quotidiana. Le revisioni sistema-tiche e i clinical audit rappresentano im-portanti strumenti metodologici per mi-gliorare lÊefficacia e lÊappropriatezza nel-la pratica clinico-assistenziale e dare av-vio a processi di cambiamento della clini-cal governance. Per questo motivo si èdeciso di dare avvio ad una serie di „gior-nate formative itineranti‰ che hannocoinvolto professionisti di diverse strut-ture sanitarie, allo scopo di diffondere lacultura dellÊEBP nella pratica infermieri-stica quotidiana. 4.17.3 Formazione in EBP per il mi-glioramento della pratica assistenziale Miglioramento della pratica assistenzialeattraverso la formazione di infermieri cli-

nici esperti in Evidence Based PracticeIl progetto formativo presentato si è in-serito nel progetto complessivo relativoalla formazione dei clinical nurse leaderche, tra le varie fasi ha previsto il fornireagli infermieri selezionati le competenzenecessarie per operare i cambiamentinecessari nella pratica clinica. Il presenteprogetto ha rappresentato la seconda fa-se del progetto „Il miglioramento dellapratica clinica infermieristica attraversolÊutilizzo di infermieri clinici esperti in Evi-dence Based Practice‰, avviato nel 2011,che prevedeva la formazione di clincalnurse leader (CNL) con elevate capacitàdi leadership e con competenze avan-zate nellÊambito dellÊEbp. Si sono costi-tuiti, allÊinterno di strutture sanitarieselezionate, dei gruppi operativi, costi-tuiti dai Clinical Nurse Leader neoformatiche hanno avuto lÊobiettivo di elaboraredocumenti che hanno permesso di ren-dere facilmente fruibili i risultati della ri-cerca, e di sperimentare e valutare laloro diffusione ed applicazione nei sin-goli contesti. Sono stati condotti Auditclinici in tre importanti Aziende Sanitarieromane su argomenti rilevanti nella pra-tica clinica. I progetti di ricerca, della du-rata di otto mesi, hanno riguardato „Lacontenzione‰ e „La prevenzione dellelesioni da pressione‰.4.17.4 Camminare insieme per co-struire relazioni: dalla farmaco terapiaalle arti terapieIl progetto verte sulla presentazione diuna metodologia di trattamento multidi-sciplinare in contesto terapeutico. LÊin-tento è mostrare alcune metodologieterapeutico riabilitative tramite arti tera-pie (audiovisivi, canto, musica, raccontostorie, ⁄) utilizzate da varie professioniallÊinterno dei più ampi progetti clinici ri-volti a persone nellÊambito della salutementale, in oncologia, nellÊAlzheimer, inpediatria, cardiologia ecc... LÊobiettivo è,quindi, quello di introdurre nuove moda-lità di relazione nel percorso di cura e ria-bilitazione della persona che sta attraver-sando un periodo prolungato di malattia.Parte dei contenuti sarà dedicata anche

allÊesposizione di contesti clinici pubblici,fortemente radicati sul territorio romano.Sebbene nate nellÊambito della salutementale, le arti terapie stanno oggi svi-luppandosi anche in altre aree della me-dicina introducendo nuove modalità direlazione nei percorsi di cura. Riprender-si dalla malattia, trovare la motivazionea combatterla, sono strumenti preziosiper il conseguimento della guarigione in-tesa come il raggiungimento di un equi-librio tra capacità della persona e suppor-to ambientale che non può essere gene-ralizzato e standardizzato ma declinatosulla persona e il suo contesto.Il tentativo è quello di introdurre le pro-fessioni sanitarie a questa modalità di in-tervento riconoscendone il valore tra-sformativo dimostrato dalle recenti ricer-che nellÊambito delle neuroscienze.4.17.5 Formazione in EBP per il mi-glioramento della pratica assistenzialecon l'affiliazione al Joanna Briggs In-stitute Il miglioramento della pratica assisten-ziale è realizzabile attraverso strategieche incoraggino i professionisti infermie-ri ad applicare nella pratica i risultati dellaricerca. Con il corso di formazione perlÊaffiliazione del CECRI al JBI svoltosi nel2016 si è cercato di porre attenzione allemigliori evidenze disponibili a livello mon-diale per una loro trasferibilità nella pra-tica assistenziale. A seguito di tale corsoun gruppo di infermieri formati nelle re-visioni sistematiche della letteratura staproducendo documenti per una correttaapplicazione delle evidenze scientifichenei contesti assistenziali.4.17.6 Comunicare senza parlare:l’infermiere e la lingua dei segniAttraverso questo corso si è cercato difar acquisire le conoscenze base dellaLIS e lo studio della terminologia LIS edei contesti socio-sanitari con lÊausilio didialoghi (es. paziente sordo-infermiereinsegnante). Il lavoro si è focalizzato sul-lÊapprendimento di termini specifici delcampo sanitario: parti anatomiche, sinto-matologia del paziente, termini propria-mente sanitari.

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La Biblioteca Digitale è disponibilesul sito del Collegio, in accesso re-moto per tutti gli iscritti, ormai dal

2011. Si tratta di unÊampia aggregazionedi risorse elettroniche (banche dati isti-tuzionali, pacchetti di abbonamenti sot-toscritti, collezioni di journals concessein convenzione, journals open access didiverse fonti). ˚ stata concepita per essere un incen-tivo per la ricerca dei professionisti infer-mieri che possono accedervi in temporeale e con la massima facilità, così dacreare un circolo virtuoso tra aggiorna-mento e buona pratica clinica. Le statistiche dÊuso del passato e deltriennio confermano che la strategia dipromozione culturale del Collegio è sem-pre vincente: il numero degli accessi inremoto, per il triennio, è consolidato edentusiasmante, ancor di più se si pensache il periodo preso in esame è stato -ed è ancora - immerso in una profondacrisi strutturale che ha segnato grave-mente il comparto sanitario. Disagi lavorativi ed economici sembranon abbiano distolto gli infermieri iscrittidalla voglia di aggiornare la loro praticaclinica o di spendersi nella ricerca infer-mieristica. LÊanno 2016 spicca per unaattività di ricerca particolarmente inten-sa: il sistema digitale strutturato dal Col-legio mostra di avere un numero con-gruo e costante di ricercatori che utiliz-zano le diverse piattaforme al meglio.

Per ottenere questi risultati e coinvolge-re quanti più professionisti nelle nuovetecnologie disponibili per la disciplinamolto è stato fatto, come sempre, sulpiano della formazione. Il Collegio con il supporto dei docentidella Commissione Biblioteca ha divul-

gato mirate informazioni e competenzesul territorio provinciale, presso gli ospe-dali e le ASL, attraverso il corso itineran-te: „LÊinfermiere e la ricerca bibliograficanel mondo dellÊinformazione digitale‰,poi rinnovato nella nuova versione „Laricerca delle Evidenze Scientifiche nel-lÊinfermieristica attraverso lÊutilizzo dellebanche dati online‰: in tutto IX edizioni,svolte nel triennio e II da svolgere entroil 2017.Non meno importanti per questa frui-zione digitale così diffusa sono i numerosi„Corsi di inglese‰ che si tengono in sede.

La biblioteca digitale è estensione e ric-chezza della stessa biblioteca di sede. La biblioteca del Collegio di Roma, infat-ti, è apprezzata dal mondo accademiconazionale e dalla sua utenza generale co-me principale Centro di Documentazio-ne scientifica infermieristica.La sede (che è evidentemente back efront office della Biblioteca digitale) èfrequentata dagli studenti dei CdL in In-fermieristica, delle Lauree Magistrali edei Master delle diverse università ro-mane, del Lazio e di altre regioni; ma an-che dagli infermieri che, pur lavorando aRoma, sono iscritti ad altri Collegi; e da-gli iscritti che, benché possano accederea gran parte del posseduto in modalitàremota, vi si recano per assistenze per-sonalizzate, per il cartaceo, o perchécoinvolti in progetti di ricerca. Numerosele visite istituzionali concordate con i do-centi delle diverse Scuole infermieristi-che per condurre le classi a conoscereprecocemente gli strumenti e le risorseutili alla ricerca infermieristica. LÊutenza che vi ha afferito, per la consul-tazione del cartaceo (testi e periodici) ita-liano e internazionale e per le consulta-

zioni autonome e assistite delle banchedati, si è attestata, nel triennio, sulle1500 presenze annue.

Per dare massima fruizione allÊutenza re-mota che, come mostrano i numeri, èsempre numerosa e capace, la strategiadel Collegio, nellÊacquisizione delle risor-se, privilegia il patrimonio bibliograficoelettronico al cartaceo, pur mantenendo,tra i due, un necessario rapporto di com-plementarietà ai fini dellÊottenimento deidocumenti, dettato dai minor costi delcartaceo e dal fatto che, talvolta, è il solosupporto di pubblicazione (vedi il casodella produzione italiana). Indispensabile è lÊaggiornamento dellamanualistica, oltre che, attraverso lÊac-quisto di diversi libri, con lÊacquisizionedefinitiva di tre manuali della Oxford Uni-versity Press in edizioni recenti, consul-tabili sul sito della OCP: Oxford Hand-book of Cardiac Nursing, II ed. 2014; Ox-ford Handbook of Critical Care Nursing,II ed. 2016; Oxford Handbook of PrimaryCare and Community Nursing, II ed.2014.

LA BIBLIOTECA DIGITALENEL TRIENNIOLa biblioteca digitale, dall'inizio dell'ago-sto 2015, è stata implementata sul por-tale AtoZ (EBSCO Information System),poi sostituito da EBSCO, nel settembre2015, con lÊinterfaccia Full text Finder nemantiene le stesse funzioni. Il portale aggrega numerose risorseEBSCO ed OVID Technologies: periodicielettronici full text, con la possibilità diricercarli e di accedere agli archivi per re-cuperare i documenti, il catalogo delposseduto cartaceo della biblioteca, lepiù importanti banche dati biomediche

La Biblioteca del CollegioTre anni di consolidato entusiasmo

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di interesse infermieristico. Attraverso la funzione „linksource‰ (nel-le banche dati celata sotto il link „Cercail Full Text‰, successivamente „Full TextFinder‰), il sistema aggrega tutti i fulltext disponibili nella biblioteca ai recorddelle banche dati Cinahl e Pubmed, con-sentendo al ricercatore di ottenere im-mediatamente lÊarticolo, senza doverloreperire post.Dal 2014 e per tutto il triennio succes-sivo, del Cinahl è stata sottoscritta laversione massima „Complete‰. Questoupgrade ha reso disponibili per tuttalÊutenza remota: monografie full text,1400 testate full text, contro le 765 dellaversione precedente, evidence-basedcare sheet, quick lessons. Per comprendere le dimensioni di que-sta banca dati, che deve essere lo stru-mento operativo per la ricerca accade-mica e clinica infermieristica, si eviden-zia che indicizza 5.171 Journals (indiciz-zazione retrospettiva e full text dal 1936)per un totale di circa 4 milioni di record:in pratica, il meglio della letteratura mon-diale di Nursing a disposizione degli in-fermieri iscritti al Collegio.Sempre disponibili per lÊutenza remotaanche Nursing Reference Center dallaricchezza di strumenti dedicati alla cli-nica, contenente: evidence-based caresheets, quick lessons, informazioni far-macologiche, linee-guida, documenti dieducazione del paziente alla dimissione,documenti di competenze e procedureinfermieristiche; la Cochrane CollectionPLUS, nota per le sue autorevoli revi-sioni sistematiche, è disponibile per gliiscritti ma consultabile solo in sede.Oggi, gli abbonamenti cartacei attivi (31)rappresentano quasi esclusivamente laproduzione sanitaria ed infermieristicaitaliana (19 titoli), nonché lÊinternazionaleirrinunciabile (perché non disponibile fulltext o perché coperto da embargo, 12 ti-toli), così p.e. presso la Biblioteca di se-de è disponibile il cartaceo corrente del-le riviste Journal of Clinical Nursinge diJournal of Advanced Nursing.Le collezioni di periodici disponibili full

text nella biblioteca digitale sono: - Collezione Full Text Cinahl Complete(circa 1400 titoli)- EBSCO Open Access Medical and He-alth Collection - Free Medical Journals - Geneva Foundation Free Medical Jour-nals (557 titoli)- Lippincott Williams and Wilkins Jour-nals; Ovid Nursing Collection II; Lippin-cott Premier Nursing Journals; singolijournals (42 titoli sottoscritti)- PubMed Central (Open Access) Le collezioni sono in continuo divenireper il periodico mutare degli accordi traaggregatori ed editori, ma si può parlare,indicativamente, della disponibilità di7.000 testate complessive di area bio-medica.

I DATI DI ACCESSODEL TRIENNIO 2015-17 Per una migliore lettura del triennio, ec-

co i dati di chiusura del 2014, mentre,per il 2017, i dati sono evidentementeparziali (otto mesi), in quanto rilevati al31 agosto e come tali evidenziati ingiallo. Per le risorse EBSCO Information Sy-stem, i dati sono stati rilevati attraversoil sito Admin di Ebscohost, per OvidSPle statistiche sono state fornite da OVIDTechnologies.Nel corso del triennio entrambe le socie-tà aggregatrici hanno modificato, incre-mentato, sostituito alcuni dei dati metri-ci di utilizzo. Pertanto, le statistiche speci-fiche ne risulteranno modificate in parte. LÊattività triennale complessiva degliutenti nelle banche dati è segnata dagrandi numeri, espliciti nel testimoniarelÊalta fruizione degli iscritti, indicatori diun progetto di successo che merita diessere portato avanti. Dettagli e qualità dei dati sarà presen-tata in altra sede.

Tabella di sintesi dellÊutilizzo delle banche dati nel triennio preso in esame*LÊasterisco ricorda la parzialità dei dati del 2017 e del 2015 per ILISI

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ATTIVITÀ DELLACOMMISSIONE BIBLIOTECADOCUMENTAZIONE E RICERCANel triennio, la commissione ha conti-nuato i suoi lavori con le professionalitàsperimentate: Carlo Turci, tesoriere;Eleonora Bruno; Barbara Di Donato; Ed-vige Fanfera; Giovanna Finocchi; RitaEster Monaco; Patrizia Nappini; ClaudiaOnofri e Alessandro Pizzalla. Nel 2015, per motivi lavorativi, hanno la-sciato il progetto la dott.ssa Bonfigli e ilwebmaster Tallarita: lÊoccasione è utileper ringraziarli del fondamentale contri-buto dato, ciascuno con le proprie com-petenze, alla costituzione della bancadati e alla stesura originaria e poi aggior-nata del vocabolario controllato. Il nuovo webmaster del Collegio, Vladi-slav Popov, ha supportato la commis-sione per gli aspetti informatico-ammini-strativi delle sue attività. La commissione, nel primo biennio, hapolarizzato la sua attività in particolaresulla preparazione di eventi formativiinerenti la ricerca bibliografica; quindi,sulla cura del Progetto/Banca dati ILISI,dedicandosi, poi, nel 2017, in manieraspecifica allÊaggiornamento complessivodella banca dati, con lÊinserimento delnuovo thesauro (completato di fatto nel2014) nella nuova Banca dati ILISI.

ATTIVITÀ FORMATIVANEL TRIENNIO 2015-17Per gli eventi formativi relativi alla ricercabibliografica, va ricordato che questi so-no sempre tesi ad incrementare e sup-portare gli infermieri allÊuso della Biblio-teca digitale. Non a caso, nel 2014, è sta-to concepito il corso itinerante di mezzagiornata intitolato: „LÊinfermiere e la ri-cerca bibliografica nel mondo dellÊinfor-mazione digitale‰ (con 11 edizioni), dasvolgere presso le diverse aziende delterritorio provinciale su richiesta delle Di-rezioni infermieristiche, al fine di pro-muovere lÊinteresse alla ricerca infermie-ristica e fornire contestualmente i con-tenuti di base sulle risorse bibliograficheoggi disponibili per gli iscritti.

Il corso, sin dallÊinizio, ha ottenuto parti-colare successo, producendo semprenuove richieste. Tenute nel 2015 quattroedizioni di questo corso, mantenendonele caratteristiche, se ne sono rinnovati icontenuti e la presentazione, per meglioevidenziare lÊimportanza della ricercascientifica per la pratica clinica, ideandocosì il corso „La ricerca delle EvidenzeScientifiche nellÊInfermieristica attraver-so lÊutilizzo delle Banche dati online‰. Nel 2016, la Commissione ha collabora-to con il Polo 3 del Cecri (quello dellaFormazione) e il team del Prof. QuagliatadellÊUniversità di Roma per la prepara-zione di un corso blended dedicato allarevisione scientifica e allÊutilizzo dellebanche dati, intitolato: „Corso blendeddi ricerca bibliografica per la ricerca infer-mieristica‰: due giornate in presenza etre settimane di formazione a distanzasu piattaforma online, 42 crediti Ecm,molto impegnativo. Gli elementi innova-tivi sono stati: la possibilità di disporre ditempi ampi, partecipare a forme diversedi apprendimento secondo il modellodellÊE-Learning (interpretazione teorico-

operativa dellÊe-learning) del team delDipartimento di Formazione. Il modello pone la relazione al centro delpercorso formativo, valorizza la narrazio-ne come prassi educativa, rispettando itempi di apprendimento delle persone efavorendo i momenti di confronto e co-struzione condivisa di elementi della co-noscenza. Dopo di ciò, durante il 2017, si è dedica-ta attenzione alla progettazione di uncorso blended dedicato alla responsabi-lità professionale, ed ancora, ad una nuo-va edizione del „Corso di Indicizzazionedelle risorse bibliografiche per ILISI‰.Senza dimenticare il corso itinerante:„LÊinfermiere e la ricerca bibliograficanel mondo dellÊinformazione digitale‰, inedizioni svolte sul territorio (le sedi:ospedale Figlie di S. Camillo, S. CamilloForlanini, ASL RM B, IFO; 2015: 4 edi-zioni: 30/4/2015; 16/5/2015; 11/6/2015;16/6/2015).Quello denominato: „La ricerca delleEvidenze Scientifiche nellÊInfermieristicaattraverso lÊutilizzo delle banche dati on-line‰, svolte sul territorio (le sedi: Policli-

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nico di Tor Vergata, IFO, Italian HospitalGroup-Villa Sacra Famiglia, IDI, PoliclinicoGemelli; 2015: 1 edizione: 12/11/ 2015;2016: 4 edizioni: 23/2/2016; 9/3/2016;22/4/2016; 26/5/2016; 2017: 2 edizionida tenersi nellÊultimo trimestre).Il corso blended (sede-online): 2016: 1edizione: 25/6/2016; 16/7/2016; 2016: 1edizione: 5/11/2016; 26/11/2016; per untotale di 9 edizioni itineranti svolte (e 2da svolgere) nel triennio. Totale? Duecorsi blended svolti nel triennio.

IL PROGETTO ILISI Progetto di costituzione ed ora di curadella banca dati ILISI. Ecco l'organizza-zione e gli obiettivi in essere.Nell'organizzazione del Progetto ILISI-Gruppo di lavoro esteso, sono coinvoltitutti i membri della commissione biblio-teca e gli indicizzatori formati che colla-borano ad oggi: (Referenti di Collegio:Presidente, Pulimeno; tesoriere, Turci.Gruppo di progetto: Bruno, Di Donato,Fanfera, Finocchi, Monaco, Nappini, Ono-fri, Pizzalla, Stievano e Turci. Nel 2015,escono: Bonfigli e Tallarita). Gruppo degliindicizzatori, appartenenti al progetto nel2015-2016: Compagnone (esce allÊiniziodel 2016); Cortesini (esce per il 2016-2017); Barbara Di Donato; Valentina Bia-gioli; Tiziana Di Giovanni; Tania Diottasi;Barbara Gargano (esce allÊinizio del2016); Paola Gentili; Nadia Guardiani;Mauro Iossa; Loriana Lattanzi; Sara Mar-telli; Rita Ester Monaco; Claudia Onofri;Giulia Antonina Petrangeli (esce allÊiniziodel 2015); Eleonora Pettenuzzo (esceallÊinizio del 2015); Alessandro Pizzalla;Antonella Punziano; Silvia Sferrazza; Da-niela Trinca e Pietro Vaccaro (esce allÊini-zio del 2015). Si ricordano altri colleghi che hanno col-laborato proficuamente al progetto, usci-ti nel corso del triennio per sopraggiuntiimpegni: Basile (2012); Bonanni (2014);Brunelli (2014); DÊAmore (2012); Saba-tino (2014); Soldà (2012); Ugolini (2014);Verde (2014); Petrangeli (2015); Gargano(2016).I macro obiettivi necessari alla funziona-

lità del progetto:1. revisione periodica del Thesaurus ita-liano di Scienze Infermieristiche(ThiSi) redatto;

2. formazione di personale volontarioche sviluppi la capacità di indicizzaregli articoli infermieristici, attraverso ilcorso dedicato „LÊindicizzazione dellaletterature scientifica nelle scienzeinfermieristiche: corso propedeuticoper la realizzazione di una banca datibibliografica‰e successiva fase di trai-ning, con sessioni di indicizzazionepresso la sede IPASVI;

3. aggiornamento continuo del softwareche supporta la collezione dei dati e laricerca online, con interfaccia in linguaitaliana, adattamento delle funzioni al-le necessità del progetto, migliora-menti per una facile fruibilità da partedellÊutente;

4. indicizzazione, in modalità remota, diarticoli relativi a riviste di annata cor-rente e annate pregresse;

5. revisioni costanti del database per va-lutare lÊadeguata applicazione del cri-terio stilistico-redazionale e di indiciz-zazione;

6. presentazione del Progetto e dellabanca dati in eventi significativi dellacomunità infermieristica;

7. continua fruizione pubblica del data-base sul sito del Collegio, all'indirizzo:www.ipasvi.roma.it/ita/ilisi

8. Gestione materiale organizzativo: ana-grafica, abbinamenti, annate pregres-se ecc.

ed applicazioni eventuali del regolamen-to per la gestione formale e pratica deirapporti allÊinterno dellÊesteso gruppodel Progetto ILISI.Il gruppo di Progetto, nel corso del trien-nio, impegnato sempre nella formazionesul territorio, ha curato tutti gli aspettifunzionali necessari alla cura della Bancadati. Terminata la redazione del nuovoThisi, lÊimpegno è stato profuso perlÊadattamento del nuovo software Wi-kindx 4.1.2 alle necessità di ILISI (tradu-zione in italiano, adattamento delle fun-zioni allÊuso dellÊutenza specifica, test

per lÊinserimento del thesauro nellÊappli-cazione, infatti, diversamente dallÊattua-le versione (3.8.2). La nuova prevede piùlivelli gerarchici per i descrittori del vo-cabolario controllato. Verificato il corret-to funzionamento del nuovo sistema, laBanca dati ILISI è stata importata sulnuovo interfaccia, è stato inserito il nuo-vo thesauro, riaccorpato, dove necessa-rio, i record con i descrittori obsoleti ainuovi descrittori pertinenti.A breve, sarà resa pubblica online sosti-tuendo definitivamente il vecchio data-base; questa parte del processo, iniziataa maggio e terminata a luglio, ha neces-sariamente comportato la sospensionedellÊinserimento da parte degli indicizza-tori che riprenderà regolarmente non ap-pena il nuovo database sarà ufficialmen-te in uso. Il supporto tecnico informatico è statoassicurato dal webmaster Vladislav Po-pov.Il Progetto esprime bene la politica cul-turale del Collegio IPASVI di Roma, chelo ha reso possibile finanziandolo con ri-sorse interne, ribadendo il proprio ruoloistituzionale e sociale nel dare un contri-buto, attraverso il possibile uso di un ef-ficace strumento di diffusione della do-cumentazione, utile a mantener viva lariflessione sugli aspetti culturali, seman-tici e filosofici delle Scienze infermieri-stiche italiane. La banca dati bibliografica ha ottenuto,in questi anni, indiscussi riconoscimentiufficiali (biblioteconomici e infermieristi-ci) per la sua validità.Nel suo futuro, si prefigura di catturarelÊinteresse e la collaborazione degli edi-tori le cui riviste sono indicizzate, e chefattivamente beneficiano di una più am-pia diffusione, e si intende verificare lapossibilità di accedere a possibili finan-ziamenti europei che consentirebbero difar uscire il progetto dallÊattuale ambitoprevalentemente volontaristico.

Raccolta dati e redazione a cura del dott. Carlo Turci e

della dott.ssa Edvige Fanfera

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L Êestate torrida di questo 2017 riaccende i riflettori media-tici sugli infermieri romani con grande clamore. ˚ il cosid-detto „concorsone‰ per quaranta posti del policlinico

Umberto I a fare notizia. Ne parlano e ne scrivono tutti dopo ilclamoroso stop alla prova selettiva del 13 luglio imposto dalConsiglio di Stato a poche ore dallÊinizio della prova stessa. E il concorso salta per la seconda volta in tre mesi. Gli animi deitantissimi concorrenti si scaldano fuori dallÊHotel Ergife e lastampa accorre in forze. La presidente e alcuni consiglieri delCollegio Ipasvi di Roma sono lì per tutelare gli infermieri da

quella che appare come una beffa. Quotidianosani-tà.it (13/7/17) raccoglie in diretta la vibrante protestadella presidente Ausilia Pulimeno: ÿSiamo sconcer-

tati. LÊannuncio agli oltre 1.500 candidati è arrivato a poche oredall'inizio ufficiale della prova, che si sarebbe dovuta svolgereoggi alle 16. ˚ il secondo stop in tre mesi. I colleghi che arrivanoda lontano, anche dallÊestero, si sobbarcano un lungo e costoso

viaggio. Il ripetersi di questi rinvii ha il sapore dellabeffaŸ. Quotidiano Nazionale (14/7/17) titola: „Saltail concorso, ira dei candidati: in mille bloccano il traf-

fico a Roma‰. NellÊarticolo si legge: „Qualcuno è rientrato dallevacanze che stava trascorrendo in Sardegna, altri addirittura dal-l'Inghilterra. In molti direttamente da Genova, dove due giornifa hanno partecipato alla preselezione per un concorso simile,sempre per aggiudicarsi un posto da infermiere. Un sogno cheperò si è infranto, per l'ennesima volta, davanti al cartello affissodavanti alla sala dell'hotel di Roma che avrebbe dovuto ospitarel'esame scritto e che recitava: ÿLa prova è sospesaŸ‰.

Il Messaggero (14/7/17) scrive:„Salta il concorso all`Ergife: Au-

relia bloccata per ore‰. E riferisce alcune testimonianze: ÿ˚ di-sumano quello che sta accadendo - commentavano alcunicandidati ieri sull'Aurelia - aspettiamo di partecipare a questoconcorso da mesi e ogni volta succede qualcosaŸ.

Il Tempo (14/7/17) titola ÿNoi, prigio-nieri nel caos del concorsone sanita-

rioŸ. E spiega: „La selezione per infermieri salta a due ore dalvia per un ricorso. In duemila fuori. Bloccata l'Aurelia. Per ripor-

tare la calma devono arrivare i carabinieri‰. AncheAvvenire (14/7/17) si occupa del caso: „Nuovo stopal concorso infermieri. ˚ caos‰. Altre testimonianze

in cui la parola ricorrente è caos: „ÿQui è un caos, siamo moltoarrabbiati. Ci hanno spiegato la situazione e ci hanno detto di

andare viaŸ, le parole di una candidata. I magistrati amministra-tivi hanno disposto ÿche la data di svolgimento delta provascritta sia successiva a quella in cui si terrà la discussione col-legiale in Camera di Consiglio, fissata al 27 luglio 2017Ÿ. Già laprova scritta del 14 aprile era stata sospesa con soli due giornidi preavviso‰.

La Repubblica (14/7/17) scrive:„Ennesimo stop, concorso beffa‰.

Nel servizio si legge: „La loro storia è il dramma di migliaia diprecari d'Italia e in particolare di 1761 persone, tutte tra i 25 e i40 anni, che ieri si sono presentate all'hotel Ergife sull'Aureliaper fare la prova scritta del concorso per 40 posti da infermiereal policlinico Umberto I. I candidati venivano da tutta Italia: Friuli,Campania, Veneto, persino da Madrid, Londra e altre città d'Eu-ropa. Tutti con la speranza di un futuro stabile dopo anni di in-certezze e sacrifici. Molti hanno speso, a loro carico, da 250 a350 euro per arrivare puntuali all'Ergife e in centinaia hanno dor-mito a Roma. Tutto inutile‰.Il comunicato stampa diramato dal Collegio fa il giro delle te-state giornalistiche e le parole della presidente Pulimeno ven-gono rilanciate da tv, quotidiani e siti web. Sempre La Repubbli-ca (14/7/17) pubblica un commento sulla vicenda dal titolo„Quei diritti (anche minimi) calpestati‰ con cui sottolinea il pen-siero di molti: „I giudici del Consiglio di Stato avranno applicatola legge per garantire il diritto dei 28 candidati che hanno fattoricorso. Giusto, ci mancherebbe. Ma il diritto di quei 1750 po-veretti rimasti fuori dell'Ergife a due ore dalla prova indetta dalPoliclinico Umberto I, chi lo garantisce? Chi rimborserà in de-naro e in spirito una batosta del genere?‰. Sullo stesso quoti-diano il direttore generale dellÊUmberto I Domenico Alessiorisponde: ÿNon potevamo costituirci perché la notifica non eraufficiale, è tutta colpa delle procedure. Il magistrato ha dispostonel suo decreto che questo venga applicato dal Policlinico senzadiscrezionalità alcuna. Comprendo i disagi dei 1.761 candidatiai quali va la nostra solidarietà oltre la quale, purtroppo, non pos-siamo andareŸ.Si arriva quasi a fine agosto per chiudere lÊamaro capitolo del

„concorsone‰. LÊagenzia di stampa AdnKro-nos (25/8/2017) lancia un dispaccio: „Maxi

concorso per infermieri a Umberto I Roma, on line la graduato-ria‰. Il flash riporta anche le parole del dg Alessio: ÿIn 4 giorniabbiamo esaurito tutte le prove concorsuali, arrivando alla gra-duatoria che sarà pubblicata oggiŸ. E aggiunge: „Alla graduato-

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Grazie allo sblocco dei concorsiuna nuova generazione di infermieri dimostra competenza e generosità

DICONO NOI

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DICONO NOI

ria, pubblicata in giornata sul sito della struttura capitolina e checomprende 878 infermieri, potranno attingere non solo il Poli-clinico, ispiratore del concorso, ma anche tutte le altre aziendesanitarie del Lazio. Si conclude così un percorso travagliato, condue rinvii‰.La fine dellÊestate si presenta allÊinsegna di un altro caso che fagridare la stampa italiana al caos: quello delle vaccinazioni ob-bligatorie. Il decreto del ministro Lorenzin scatena la corsa al

vaccino mettendo a dura prova icentri vaccinali. Il Messaggero

(2/9/17) titola „Al via la corsa ai vaccini: 20mila bimbi non in re-gola‰. Il servizio sottolinea: „Attualmente a Roma ci sono ven-timila bambini iscritti ad asili nido e scuole materne che nonsono ancora in regola con i dieci vaccini obbligatori indicati dallalegge. Rischiano di essere esclusi quando apriranno le scuole,fin dalla prossima settimana? No, almeno per ora. Sul sito dellaRegione Lazio si può scaricare un modulo per l'autocertifica-zione con cui i genitori possono spiegare che le vaccinazioninon sono ancora state effettuate, ma che comunque ci si met-terà in regola nei prossimi mesi. La data ultima per effettuarele vaccinazioni è il 10 marzo‰. Il giorno successivo, Il Messaggero (3/9/17) parla di „Boom dirichieste nelle Asl‰. E spiega: „A pochi giorni dalla prima sca-denza prevista per consegnare il materiale sulle vaccinazioni deibambini più piccoli, a Roma è boom di richieste di vaccinazioni,e sono tantissimi a cercare nelle Asl informazioni sul da farsi.Usando come punti di osservazione due grandi centri vaccinalidella Asl Roma 1 - via Ovidio in centro e via Dina Galli in periferia- lo scenario è quello di un sistema che non presenta alcun pro-blema in termini di approvvigionamento delle dosi, riferiscono idirigenti, ma che rileva piuttosto la mancanza di informazione

di molti utenti‰. Il Tempo (3/9/17) ag-giunge: „Code nei centri di via Ovidio

e via Galli. In questa settimana previsto il picco di prenotazioni.Daranno una mano anche i pediatri delle altre Asl. Ma neanchela possibilità dell'autocertificazione placa la corsa alla vaccina-

zione‰. Ancora Il Messaggero(7/9/17) titola „Vaccini, oltre 70

mila in attesa‰. E spiega: „Con l'inizio della scuola scatta lacorsa delle famiglie. A Roma solo il 7 per cento dei bambini tra0 e 6 anni non sono in regola con le vaccinazioni o non hannol'appuntamento per effettuarle: nel dettaglio, coloro che già han-no prenotato la vaccinazione a Roma in totale fino al 31 dicem-bre 2017 sono 72.525, di cui 50.322 tra 0 e 6 anni, per i quali lavaccinazione è indispensabile per l'iscrizione. I bambini che perora non hanno neppure la prenotazione sono 22.711 tra 0 e 6anni. Ed è caos sui moduli da presentare. Regione Comune nehanno messi due diversi online, code alle Asl‰.

Il Corriere della Sera(12/9/17) tira le som-

me: „Nel Lazio è corsa ai vaccini: 90 mila prenotazioni in pochigiorni‰. Si legge: „A Roma e nel Lazio è ufficialmente partita lacorsa ai vaccini. Ieri era l'ultimo giorno utile per consegnare la

documentazione alle scuole, ma i genitori non smettono di chie-dere informazioni e prenotare i vaccini mancanti per essere mregola con la nuova legge. In tutta la Regione, sono infatti 90mila le prenotazioni richieste per i bambini nati tra il 2001 e il2016. Di queste la maggior parte, 72mila, provengono da Ro-ma‰. Intanto il ministro della Salute rassicura tutti. Il giornodopo, il Corriere della Sera (13/9/17) titola: „A casa i bimbi senzavaccini. Lorenzin: ÿPochissimi casiŸ‰. Il servizio riferisce: „Ierimattina, all'asilo di via Aretusa, periferia est di Roma, la presidetemeva di dover chiamare le forze dell'ordine: un terzo dei bam-bini iscritti era senza l'autocertificazione dei vaccini e lei, perlegge, non poteva farli entrare in classe. ÿInvece alla fine - dicesollevata - ho dovuto rimandare a casa solo una decina di bimbi,ma solo perché i genitori hanno portato in ritardo il documento,mercoledì cominceranno regolarmente l'anno scolasticoŸ. Allascuola Mandela (zona Aurelia) mancano alcune autocertifica-zioni, ma i genitori senza documento potranno entrare lo stessocon i figli e firmare l'autocertificazione‰.

Il Giornale (13/9/17) riporta la pro-testa dei genitori che non vogliono

vaccinare i loro figli: „Fuori i bimbi non vaccinati. Rivolta dei ge-nitori no vax‰. Si legge: „Le scuole materne sbarrano le porteai genitori no vax che chiamano i carabinieri. Ma inutilmente.Come era facile prevedere l'avvio dell'anno scolastico nellescuole d'infanzia registra qualche intoppo, momenti di tensioneed episodi decisamente sgradevoli da vedere all'interno di unasilo. Sulla necessità di chiarire la normativa si sveglia, decisa-mente fuori tempo massimo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi,che parla di norme confuse e di difficile applicazione‰. Una po-lemica che fa notizia.

Il Messaggero (13/9/17) titola:„Vaccini, scontro sul caso Roma

Lorenzin a Raggi: fa confusione‰. „Ennesimo braccio di ferrotra la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il ministro della Salute,Beatrice Lorenzin, sui vaccini obbligatori per l'ammissione neinidi e nelle materne dei bambini tra 0 e 6 anni - si legge nel ser-vizio - II ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha bocciato il mo-dulo per l'autocertificazione di Roma Capitale: ÿComplicato eincompletoŸ. Dura presa di posizione della Raggi: è caos norme.Replica così la Lorenzin: ÿLa legge è chiarissima, si vuole solofare confusioneŸ.La novità delle vaccinazioni scolastiche mette a dura prova i cen-tri vaccinali romani e il personale sanitario che si prodiga comepuò per arginare „lÊassalto‰. Una sorta di arrembaggio che siattenuta solo con lÊavvio effettivo delle lezioni. Ma unÊaltra emergenza è alle porte, quella infettiva. Una seriedi allarmi rilanciati con grande enfasi dai media seminano pre-occupazione e incertezza. E gli infermieri finiscono in mezzo.Tutto inizia da Trento, dove una bambina di quattro anni muore

di malaria. Stampa e tv si scatenano. IlFatto Quotidiano (7/9/17) titola „Mala-ria e malasanità: la bambina infettata

col sangue di due malati‰. LÊarticolo spiega: „Sofìa uccisa dallo

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stesso parassita trovato nel sangue dei bimbi ricoverati con leia Trento. II primario: nessun errore. Acquisite le cartelle anchea Portogruaro, dove era stata per due giorni la bambina mortadi malaria: due ospedali sotto inchiesta‰.

Sullo stesso caso il quotidiano romanoIl Tempo (6/9/17) fa un titolo molto pen-

sante: „Ecco la malaria degli immigrati‰. E scrive: „La circolaredel ministero della Salute ammette: importiamo la malattia daglistranieri. La circolare del Ministero: la malattia ÿimportataŸnell'80% dei casi. Il dicastero in allerta dal 2016. Ecco il docu-mento che parla dei pericoli‰. Immediata quanto sdegnata lareazione della Federazione IPASVI. Due giorni dopo Il Tempo(8/9/17) pubblica la nota dellÊIpasvi con il titolo „Niente fangosulla categoria‰. LÊarticolo riporta la lettera inviata dalla presi-dente Barbara Magiacavalli al direttore del quotidiano MarcoChiocci: „Nel caso della bambina morta di malaria all'ospedaledi Trento, la vostra testata ha utilizzato come capro espiatorioper focalizzare una delle due ipotesi della magistratura (utilizzodi strumenti non sterili contaminati in precedenza da piccoli pa-zienti malati; presenza di una zanzara vettore importata in valigieo da viaggi in zone a rischio) gli infermieri. Questo atteggia-mento, come già sottolineato anche dai vostri organi ammini-strativi (ordine dei giornalisti e federazione della stampa) prefi-gura una vera e propria caccia alle streghe: nessuno può essereaccusato senza prove e soprattutto non si può gettare nel trita-carne un'intera categoria di professionisti solo per cercare la no-tizia per fare titolo. Questo comportamento, giudicato deterioreda più parti, porta un pesante e ingiusto danno d'immagine pergli infermieri verso i propri assistiti e getta fango sulla categoriache noi, come Federazione, non siamo disposti ad accettare: laprofessione infermieristica è apprezzata e ben conosciuta, enon certo in questa forma, dai pazienti che, per garantire dignitàalla loro vita di tutti i giorni, si rivolgono all'infermiere. Condannalesiva anche dal punto di vista dei rapporti che i nostri profes-sionisti possono e devono instaurare con gli assistiti‰.Intanto, a Roma si parla perfino di allarme antrace.

Il Messaggero (7/9/17) titola „Al-larme antrace, due contagiati a

Roma‰. Il servizio spiega: „L'infezione trasmessa dai bovini diun allevamento. Dopo la morte di una decina di bovini, arrivanoi primi casi di sospetto contagio dagli animali all'uomo. La zonadichiarata ÂinfettaÊ con un'ordinanza del sindaco Luciano Andre-otti è nel comune di Grottaferrata. A confermare è il direttoredella Prevenzione Asl Rm6 Mariano Sigismondi, che da oltreuna settimana sta monitorando il caso della moria dei bovini chehanno contratto il batterio Âbacillus anthracisÊ, infezione che puòessere trasmessa anche all'uomo e, se non curata, può portarealla morte in pochi giorni‰.Non basta. I romani imparano, loro malgrado, un nome finora semiscono-

sciuto: chikungunya. Il Quotidiano Nazionale (9/9/17)titola „Torna la chikungunya, tre casi ad Anzio Nuovoallarme zanzare‰. LÊarticolo fa il punto della situa-

zione: „Nella torrida estate 2017, con la malaria sotto le Dolo-miti, ci mancava solo la chikungunya - febbre virale acuta tra-smessa dalle zanzare infette e raramente per contatto interu-mano - a preoccupare infettivologi e cittadini. Tre casi ad Anzio,sul litorale laziale. La notizia, certificata dall'Istituto superiore disanità e dall'Inmi Spallanzani, apre un nuovo fronte sanitario‰.Infatti, è proprio così.

Il Corriere della Sera(12/9/17) titola „Chi-

kungunya, quattro casi a Roma. Ipotesi di stop alle donazioni‰.Si legge: „Quattro casi di chikungunya nella Capitale dopo i treregistrati ad Anzio la scorsa settimana. La malattia è virale, sca-tena febbre acuta e viene trasmessa dalla puntura di zanzare in-fette. Non causa morte, ma non esiste un vaccino: per precau-zione, potrebbe essere deciso lo stop alle donazioni di sanguenegli ospedali romani, come accaduto venerdì scorso ad Anzio‰.Il numero sei contagiati cresce rapidamente e gli aggiornamenti

sono pressoché quotidiani. Avvenire (13/9/17) titola„Nel Lazio 13 casi di chikungunya‰. E spiega: „Dopol'accertamento di quattro nuovi casi della febbre tro-

picale chikungunya nel territorio della Asl Roma 2 e il bilanciodell'infezione che sale ufficialmente a 13 contagi nel Lazio, èpolemica fra Regione e Comune‰.

Il Messaggero (21/9/17) aggior-na il conteggio: „Nel Lazio 10

nuovi casi, 5 nella Capitale. Così il numero dei contagiati sale a86‰. „Aumenta di ora in ora il numero dei contagiati dalla chi-kungunya nel Lazio - si legge - Nella giornata di ieri il Servizioregionale di sorveglianza per le malattie infettive ha aggiornatoa 86 la statistica dei casi accertati, dieci in più rispetto alla gior-nata precedente. Solo cinque di questi sarebbero collegabili allacittà di Anzio, considerata uno dei focolai del virus, mentre i re-stanti 5 riguardano persone residenti nel comune di Roma‰. Scatta così il blocco delle donazioni di sangue nellÊarea colpita.

Il Tempo (14/9/17) titola „Niente trasfu-sioni per un milione di romani, stop alle

donazioni di sangue‰. LÊarticolo spiega: „Stop alle donazioni disangue in un'ampia area della Capitale e che interessa circa 1,2milioni di abitanti. La decisione è arrivata ieri sera in seguito al-l'aumento dei casi di chikungunya. La sospensione totale delledonazioni riguarda solo la Asl 2 di Roma, di fatto tutta l'area suddella Capitale, e il comune di Anzio. Nel resto di Roma, invece,la donazione è consentita con una quarantena di 5 giorni‰. LÊef-fetto chikungunya si fa sentire.

Il Messaggero (21/9/17) titola„Sangue, sos nella Capitale, rin-

viati gli interventi‰. Nel servizio si legge: „A causa del virus chi-kungunya, portato dalla zanzara tigre, a Roma sono state sospe-se le donazioni di sangue, che ora manca e causa il rinvio degliinterventi chirurgici. ÿSiamo a corto di sangue, non abbiamo suf-ficienti scorte, rimandate l'operazioneŸ, è il bollettino del Centrotrasfusionale. Così ogni mattina un medico entra in sala opera-toria e non sa se l'intervento si farà‰.

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Titoli, inchieste e speciali dedicati allÊallarme chikungunya si rin-corrono su tutti gli organi dÊinformazione, anche con toni allar-mistici non giustificati dalla situazione reale del contagio e daisuoi effetti.Nel frattempo, cÊè chi opera in prima linea per combattere ma-lattie gravi come la malaria e che muore per questa nobilecausa.

Avvenire (23/9/17) ricorda a tutti la storia, eroica etragica al tempo stesso, di una collega formidabileche ha sacrificato la sua vita alla professione. Il titolo

è „Infermiera morta di malaria in Africa‰. Si legge: „Era in Africaper aiutare i bambini degli ÂslumÊ della Sierra Leone, l'ha uccisa

la malaria. Il collegio interprovinciale Ipasvi di Milano-Lodi-Mon-za e Brianza piange Monica Sala, giovane infermiera italianastroncata dalla malattia infettiva che tante vittime miete nel con-tinente africano. Monica, neolaureata, era ÿda poco iscritta alCollegio Ipasvi di MilanoŸ, si legge in una nota, e ÿha perso lavita proprio quando sembrava averle dato un senso: realizzareil suo sogno più grande, aiutare il prossimo. La sua è una delleinfinite testimonianze di infermieri che si prodigano per la coo-perazione umana internazionale, che offrono tempo e impegnomettendo a repentaglio la propria sicurezza con l'obiettivo diprestare aiuto ai più bisognosiŸ. Lei non cÊè più, ma il suo esempio non morirà mai.

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DICONO NOI

CERTIFICAZIONE ISO 9001Nel mese di luglio, nel quadro della Certificazione ISO 9001, si è tenuto lÊaudit del Bureau Veritas presso gli IFO - Istituti FisioterapiciOspitalieri - Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Regina Elena e San Gallicano, interessando, oltre le UO Cliniche, anche ilDitrar –Direzione Infermieristica, Tecnica, Riabilitativa, Assistenza e Ricerca. Per tutti noi, un momento di crescita, essenzialmente nelRiesame dei nostri processi, per proseguire nella traccia del miglioramento continuo.Sui prossimi numeri della rivista, daremo conto, in dettaglio, del Processo Certificativo; per i colleghi che volessero approfondire l'indi-rizzo email è il seguente: [email protected]

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NOTIZIE ITALIA

Sabato 24 giugno 2017, a Roma, si sono riuniti in Consi-glio nazionale i 103 presidenti dei Collegi provinciali Ipa-svi, per approfondire il disegno di legge inerente la

riforma degli Ordini e sul suo relativo iter parlamentare.Nonostante le criticità evidenziate in alcuni emendamenti ap-provati, a oggi, dalla Commissione Affari sociali della Camera, ilConsiglio nazionale si è espresso allÊunanimità per lÊapprova-zione rapida del disegno di legge.Per la Federazione è un obiettivo primario la trasformazione deiCollegi in Ordini: trasformazione non più procrastinabile.Per questo motivo, l'IPASVI nazionale chiede al Parlamento diprocedere quanto più celermente possibile con lÊapprovazionedel disegno di legge, e al ministro della Salute, Beatrice Loren-zin, di sostenerlo in tutte le sedi del dibattito parlamentare.„Per noi la trasformazione dei Collegi in Ordini professionali èuna priorità assoluta. – ha spiegato la presidente della Federa-zione nazionale Ipasvi, Barbara Mangiacavalli –. Si tratta di unpassaggio che sarebbe già dovuto avvenire quasi automatica-mente nel momento in cui, a partire dal decreto legislativo502/1992, la formazione degli infermieri è entrata a pieno titoloin Università e la legge 42 del 1999 ha riconosciuto il carattereintellettuale della nostra professione. Oggi, gli infermieri sonoprofessionisti laureati; non ha più senso perciò mantenere lÊana-cronistica separazione tra collegi e ordini per delineare forme dirappresentanza professionale e di iscrizione agli albi di apparte-nenza. Gli infermieri, al pari di tutte le altre professioni intellet-tuali, vogliono una tutela ordinistica‰.La trasformazione dei Collegi in Ordini è alla ribalta del dibattitoparlamentare ormai da oltre dieci anni, da quando, cioè, erastata prevista come delega al Governo nella legge 43/2006.

„Quindi, basta con le attese. Si acceleri lÊiter perché possa dav-vero giungere a conclusione subito a inizio autunno‰, ha con-cluso la presidente.Per l'occasione capitolina, il Consiglio nazionale Ipasvi ha appro-vato un documento sui vaccini in cui la Federazione „riconoscela necessità delle campagne vaccinali ed è pronta a contribuirein modo diretto attraverso i suoi professionisti allÊinformazionee allÊeducazione alla salute che deve essere la base di una nuo-va cultura della popolazione, in linea con la comunità scientificanazionale internazionale che riconosce alle vaccinazioni un ruoloessenziale a livello di prevenzione e di lotta alle principali malat-tie diffusive‰.„La Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi – firmataria anchedella Carta di Pisa sulle vaccinazioni negli operatori sanitari perriconoscere il valore della vaccinazione soprattutto tra i profes-sionisti – si legge nel documento – sottolinea la necessità cheil suo ruolo, per ottenere i migliori risultati, tenda in termini diempowerment dei pazienti, a comunicare in modo intenzionalecon lÊassistito e agevolare così la scelta vaccinale‰. Ed „è prontaa dare la massima collaborazione in termini di attività professio-nale e progettuale alle istituzioni preposte alla programmazionee assicura ai suoi assistiti e alla comunità scientifica la presenzaattiva degli infermieri e assistenti sanitari, come sempre finoradimostrato nonostante le pesanti carenze di organici, per garan-tire di fa fronte ai bisogni dei pazienti‰.Netta, la posizione del Consiglio nazionale anche contro la vio-lenza sugli operatori. Il documento approvato dalla Federazione ritiene „prioritarialÊistituzione di un Osservatorio nazionale sul fenomeno della vio-lenza negli ambienti di ricovero e di assistenza, articolato in tuttele Regioni, che indichi la strada e gli strumenti per controlli rigo-rosi e continui e la possibilità di interventi immediati e decisi atutela degli operatori e che stimoli attività di informazione, for-mazione e promozione in materia di sicurezza dell'attività di curae tutela della salute mettendo in campo le attività necessariealla valutazione del rischio, anche attraverso la collaborazionetra istituzioni pubbliche diverse, monitori i dati relativi a strutturee presidi sanitari considerati a rischio. Per poter realizzare que-ste necessarie innovazioni e per poter elaborare la migliore stra-tegia di tutela dei propri professionisti che nelle strutture a ri-schio rappresentano comunque oltre il 50% degli operatori laFederazione e i Collegi provinciali dichiarano la propria disponi-bilità a collaborare con le istituzioni, sia a livello centrale che lo-cale, per contrastare e sconfiggere il fenomeno in argomento‰.

La Federazione nazionale IPASVIdiscute il disegno di leggeper la riforma degli Ordini

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NOTIZIE REGIONE

S i è concluso nel migliore dei modi, con l'assunzione atempo indeterminato di 40 infermieri, la travagliata vicen-da del maxi concorso all'Umberto I.

Il 25 agosto scorso è stata pubblicata la graduatoria definitivache porterà al Policlinico romano nuova linfa nelle fila degli in-fermieri non solo dello stesso, ispiratore del concorso, ma an-che di tutte le aziende sanitarie del Lazio (le strutture, infatti,potranno attingere dalla lista di 878 infermieri, qualora doves-sero manifestare interesse ad assumere personale). La fine di una vicenda che ha visto la partecipazione di oltre1.500 partecipanti da tutt'Italia e dall'estero, due rinvii e il ricorsoal Tar.Da almeno 10 anni non si parlava di concorso pubblico; le gra-duatorie vecchie non erano agili perché, dopo anni e anni di vi-genza, è ovvio che una parte consistente di infermieri aveva giàtrovato occupazione. Il concorso, dunque, sblocca una situazione incancrenita, anchese i 40 posti assegnati sono poca cosa rispetto al numero degliinfermieri di cui avrebbe davvero bisogno la sanità regionale.La presidenza e il Collegio Ipasvi tutto sono stati, in ogni mo-mento, accanto agli infermieri che hanno preso parte alla vicen-da, arrivando a bloccare, di fatto, la via Aurelia, il 13 luglio 2017,dopo che lÊannuncio ai candidati della sospensione della provascritta, allÊhotel Ergife, è arrivato ad appena due ore dallÊinizioufficiale.E per la seconda volta, vi-sto che la prova scritta del14 aprile era stata sospesacon soli due giorni di preav-viso. Da qui, il caos, il traffi-co paralizzato nella zona. E la presidente Pulimenoche si è fatta portavoce delmalessere di tutti e chenon ha usato mezzi terminiper condannare la sospen-sione in extremis. „Una co-sa inaccettabile – ha dettoai maggiori quotidiani capi-tolini –. Oltre al danno, labeffa: il secondo rinvio av-viene a tre ore dallÊiniziodella prova, quando la mag-gior parte dei colleghi, arri-

vati dallÊestero dove risiedono per lavorare e guadagnare qual-cosa, si è sobbarcata delle spese di viaggio e quantÊaltro per ve-nire a Roma‰. E rincara: „Non succede sempre che un concor-so si sospenda in questo modo e con queste modalità, per que-sto tanti si sentono presi in giro. Io sono qui per supportarli: cÊègente disperata, che si sta sentendo male‰.L'occupazione della strada è terminata qualche ora dopo, ma laluce in fondo al tunnel si è vista solo al termine dell'estate ap-pena trascorsa.L'impegno del Collegio resta lo stesso di sempre: chiedere nuo-vi concorsi anche in altri ospedali di Roma e provincia, e la riso-luzione dell'atavica questione della stabilizzazione dei precari.

Al maxi concorso dell'Umberto ICollegio Ipasvi in stradaal fianco degli infermieri

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Per il 2017, l'American Academy of Nursing ha reso notodi aver selezionato come Fellow 173 infermieri „leader‰in tutto il mondo.

L'Italia ha un'unica personalità ad aver ricevuto il prestigioso ri-conoscimento quest'anno, il professor Gennaro Rocco, infer-miere, già presidente del Collegio Ipasvi di Roma (dal 1993 al2014) e vicepresidente nazionale Ipasvi, attualmente in forza al-l'Enpapi e direttore del Centro di Eccellenza per la Cultura e laRicerca Infermieristica. Nonché, co-fondatore della Federazioneeuropea delle Professioni infermieristiche (Fepi) di cui ha rico-perto la carica di segretario generale.Prima di lui, nel 2016, il prestigioso riconoscimento statunitenseera toccato a Loredana Sasso, infermiera, professore all'Univer-sità degli Studi di Genova.I Fellow sono chiamati a contribuire, insieme all'Accademiaamericana di Nursing, alla trasformazione del sistema sanitariodegli Stati Uniti e, in particolare, la loro competenza è richiestaper: migliorare la qualità della salute e l'assistenza infermieri-stica; promuovere un sano invecchiamento; ridurre le disparitàdi salute e le disuguaglianze; integrare la salute mentale e fisica;rafforzare il sistema di cura e la salute in generale, a livello na-zionale e internazionale.Le nomine vengono assegnate ai Fellow per la loro carriera in-fermieristica e sono identificati tra tutti i professionisti nel mon-do con il più alto livello formativo. LÊinvito alla Fellowship vaoltre il semplice riconoscimento della propria carriera professio-nale, concretizzandosi nellÊingresso formale in un gruppo e allasua rete di relazioni internazionali ad altissimo livello e con unaforte capacità e possibilità di influenzare le linee politiche dei si-stemi sanitari.I nuovi nominati sono stati i protagonisti di una cerimonia so-lenne che si è svolta durante la conferenza annuale dell'Accade-mia (dal titolo: „Transforming health, driving policy‰) program-mata a Washington dal 5 al 7 ottobre scorsoA Gennaro Rocco, PhD, MscN, RN Professor, health profes-sions bachelor and Masters degree courses Tor Vergata Univer-sity, Rome; director of Center of Excellence for Nursing Scholar-ship, IPASVI, Rome; President & professor Schools of HealthProfessional, Catholic University Our Lady of Good Counsel, Ti-rana (Albania), abbiamo posto alcuni quesiti sulla professione eil nuovo corso che ha assunto la formazione infermieristica nelnostro Paese.Un riconoscimento prestigioso come quello ricevuto dalla Ame-rican Academy of Nursing rappresenta un punto di arrivo o di

partenza?Nella mia vita ho sempre considerato i punti di arrivo anche pun-ti di partenza. Le grandi sfide ed i traguardi ambiziosi hanno bisogno di conti-nui stimoli e conferme, altrimenti si corre il rischio di arenarsitra le complessità e le difficoltà che essi sottendono. Ritengo,comunque, che quest'importante riconoscimento, che arrivadalla prestigiosissima Accademia Americana del Nursing, vadaanche allÊInfermieristica ed agli infermieri italiani che, in tempistoricamente brevi, sono riusciti a raggiungere traguardi inim-maginabili se li si guarda con gli occhi di un passato neanchetanto lontano.

Non è la prima volta che si trova a giocare un ruolo di primopiano in ambito internazionale. ˚ stato co-fondatore della Fede-razione europea delle Professioni Infermieristiche (Fepi), di cuiha ricoperto la carica di segretario generale: comÊè cambiato ilcontesto globale da allora a oggi?

Gennaro Rocco, direttore scientifico del Cecri,nominato Fellow dall'American Academy of Nursing

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Il direttore del Cecri Gennaro Rocco

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Per la scienza, per le conoscenze, per la ricerca non esistonoconfini, né popoli, né nazioni. Viviamo in un mondo globale cheoffre straordinarie opportunità ed occasioni di crescita, di svi-luppo, di miglioramento delle condizioni di ognuno. Immaginia-mo il progresso della scienza medica e della tecnologia cosasarebbe se non fosse fondato sulla collaborazione, le sinergie,la condivisione delle scoperte e della conoscenza. Pensiamo aibenefici che essi ci hanno offerto e continuano ad offrirci in ter-mini di aspettativa e di qualità di vita. Ciò di cui dobbiamo pren-dere coscienza è che, in questo mondo globalizzato, non ci sonoprimi e secondi della classe: la maggior parte dei problemi checi troviamo ad affrontare sono gli stessi che affrontano altri,anche se lontani migliaia di chilometri. E noi infermieri questolo sappiamo bene! Abbiamo appreso tanto dallÊesperienza deicolleghi americani, australiani, canadesi e, anche forti delle loroesperienze, siamo riusciti a raggiungere traguardi che loro stessinon hanno ancora raggiunto. Mi viene in mente, ad esempio, lagrande difficoltà che hanno i colleghi statunitensi ad ottenere

una legge che individui, come unico canale formativo, quellouniversitario: ciò comporta che, ancora oggi, loro hanno 'infer-mieri di serie A e di serie B' con diverse competenze e differentiopportunità di carriera e con ricadute negative sia nei servizi chenel riconoscimento professionale. La fondazione della Fepi na-sceva anche su questi fondamenti.Come sono visti gli infermieri italiani fuori dai confini nazionali?Non si può negare che fino a qualche anno fa non cÊera unagrande presenza degli infermieri italiani in contesti internazio-nali. Non cÊera emigrazione professionale, né produzione scien-tifica che trovava ospitalità sulle riviste internazionali. Oggi, loscenario è completamente diverso. La grave crisi economicache abbiamo vissuto in Italia ha determinato un inedito fenome-no di emigrazione infermieristica, soprattutto verso il Regno Uni-to e la Germania. Al di là delle considerazioni di inopportunità diun simile fenomeno (visto che lÊItalia è uno dei Paesi Ocse conil più basso rapporto tra infermieri ed abitanti), abbiamo avutola conferma che gli infermieri italiani sono i più apprezzati daicittadini inglesi per la loro professionalità e capacità relazionale.Eguale fenomeno si è verificato nei contesti scientifici ed acca-demici. Al momento, la produzione scientifica italiana è pre-sente sulle più importanti riviste di settore e sono sempre dipiù i colleghi che vengono invitati a tenere relazioni e confe-renze nei congressi internazionali.

Lei che per tanti anni ha occupato posizioni di vertice in Ipasvi,nel 2010 ha deciso di accettare una scommessa: fondare il Cen-tro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica. Per-ché? Cosa le ha fatto capire che i tempi erano maturi per unpassaggio del genere?Ritengo sia stata una delle più importanti intuizioni che ho avutonella vita professionale. Le rivendicazioni di riconoscimento del-lÊintellettualità della professione infermieristica che hanno tro-vato poi risposta nelle numerose leggi che ci hanno consentitodi affrancarci dalla condizione di professione ausiliaria (l.42/99in primis), dovevano essere necessariamente accompagnate daun'evoluzione del modo di esercitare la professione stessa. Laricerca è il pilastro, il Dna di ogni disciplina e noi dovevamo di-mostrare che gli infermieri italiani cÊerano! Più di cento progettidi ricerca ed altrettanti articoli scientifici pubblicati su riviste in-dicizzate e con impact factor testimoniano la validità dellÊinizia-tiva. Se a queste considerazioni si aggiunge che, ad oggi, allediverse iniziative del Cecri hanno partecipato, a vario titolo, mi-gliaia e migliaia di infermieri, decine di università italiane ed

Rocco tra Dyanne Affonso e Franklin Shaffer

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ancor più gli atenei stranieri, credo ci sia da essere soddisfatti.

Con gli altri Fellow nominati è chiamato a contribuire, insiemeall'American Academy of Nursing stessa, alla trasformazionedel sistema sanitario degli Stati Uniti. In che modo?Credo che nessuno più di un cittadino italiano possa indicare lastrada maestra per realizzare un sistema sanitario degno di unPaese economicamente avanzato qual è quello americano. Sia-mo uno dei pochi al mondo, infatti, ad avere un Servizio Sanita-rio Nazionale basato sui sacri valori dellÊuniversalità, dell'equitàe della solidarietà e che garantisce a qualsiasi cittadino cure edassistenza di eccellente qualità. E tutto questo con un costopercentuale di Pil tra i più bassi dell'Occidente. Il solo testimo-niare questi valori e questi principi, penso, rappresenti un buoncontributo al delicatissimo dibattito che è in corso in questo mo-mento negli Usa sul diritto di accesso alle cure.

Quali sono i traguardi più significativi raggiunti finora dalla pro-fessione infermieristica americana? E quali le macro differenzerispetto a quelli raggiunti in Italia?Beh, negli Usa le professionalità vengono riconosciute e pagateper quello che rappresentano nella realtà lavorativa. Quindi, gliinfermieri sono mediamente ben retribuiti, ricoprono ruoli stra-tegici ed apicali sia nel campo clinico che in quello organizzativoed accademico. Essendo, il sistema americano, fortemente pre-miante, si verifica spesso che tra gli stessi infermieri ci siano dif-ferenze retributive, talvolta notevoli. Nel campo accademico, lagrande differenza che cÊè con la realtà di casa nostra è la totaleindipendenza delle facoltà di Nursing da quelle di Medicina.Questo modello offre grandissime opportunità per gli arruola-menti e le carriere accademiche e consente di sviluppare tantaricerca disciplinare. Se ci fosse un altrettanto adeguato ricono-

scimento della professionalità raggiunta dagli infermieri italiani,dovremmo aspettarci, qui, ben altri stipendi ed incardinamenticontrattuali.

Quali sono le sfide ancora da affrontare e quali le priorità pervedere presto riconosciuta appieno la professione e le sue pe-culiarità e potenzialità nel nostro Paese?Le grandi conquiste avvenute nel campo legislativo, purtroppo,non hanno ancora trovato un completo ed adeguato riconosci-mento a livello operativo.Gli infermieri italiani hanno raggiunto, in termini di formazionee di competenze professionali, quote molto alte, ma cÊè unÊog-gettiva difficoltà a traslarle nella pratica quotidiana. I modelli or-ganizzativi sono ancora fortemente ancorati al passato ed icontratti di lavoro ancora vedono un'enorme distanza tra medicied infermieri. Penso che la politica dovrebbe avere il coraggiodi fare finalmente delle scelte che, oltre agli infermieri, anche icittadini italiani si aspettano. LÊevoluzione epidemiologica e de-mografica richiedono sempre di più professionisti capaci di darerisposte altamente qualificate ai nuovi bisogni della popolazione:penso allÊinfermiere con competenze specialistiche nei vari am-biti dellÊassistenza; allÊinfermiere di famiglia e di comunità; al-lÊinfermiere scolastico; agli ospedali di comunità ed alle unitàoperative a gestione infermieristica; allÊinfermiere che scegliedi esercitare la libera professione. E sogno corsi di laurea in In-fermieristica inseriti in dipartimenti/facoltà autonome, dove sipossa sviluppare e far crescere la disciplina con risorse ed ener-gie proprie. Ed auspico, in conclusione, un rapido adeguamentodegli organici, oggi notevolmente al di sotto di ogni standardminimi di sicurezza e che accellererebbe, senzÊaltro, lÊimple-mentazione di modelli organizzativi ed assistenziali degni di unPaese avanzato.

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G razie a una borsa di ricerca messa a disposizione dalCollegio Ipasvi di Roma, il dottor Gianluca Pucciarelli (in-fermiere, assegnista di Ricerca presso lÊUniversità di

Roma „Tor Vergata‰) ha ricevuto un riconoscimento internazio-nale.˚ stato selezionato, infatti, dallÊAmerican Heart Association perla vittoria del prestigioso premio „2017 CVSN Stroke Article ofthe Year Award‰. LÊarticolo a cui fa riferimento il premio è: „Roles of ChangingPhysical Function and Caregiver Burden on Quality of Life inStroke: A Longitudinal Dyadic Analysis‰. Stroke 2017; 48: 733-739, a firma, oltre che di Pucciarelli, anche di Vellone E, SaviniS, Simeone S, Ausili D, Alvaro R, Lee C.S e Lyons K.S. Lo studio, finanziato dal Centro di Eccellenza per la Cultura e laRicerca Infermieristica, è frutto di una collaborazione internazio-nale tra la cattedra di Scienze Infermieristiche dellÊUniversità diRoma „Tor Vergata‰ e la School of Nursing della Oregon Health& Science University, Portland, Usa. Indispensabile ai fini della riuscita dello stesso, l'arruolamentodi una coorte di 226 diadi di pazienti affetti da stroke (e i rispet-tivi caregiver), che si è potuta seguire per un anno, con follow-up ogni tre mesi. LÊanalisi dei dati (molto innovativa, visto l'utilizzo sulla popola-zione, per la prima volta, di metodologie multilivello) ha fattoemergere che la funzionalità fisica del paziente ed il burden delcaregiver non influenzano solo la qualità di vita individuale, del-l'uno e dell'altro, ma anche quella dellÊaltro membro della diade.

Inoltre, lo studio ha dimostrato che la depressione del pazienteinfluenza negativamente la depressione del caregiver e vicever-sa, e che caregiver più istruiti e con una migliore preparazionenellÊassistenza sono meno esposti agli effetti negativi del bur-den assistenziale. Il dottor Pucciarelli ritirerà il premio durante il prossimo Con-gresso dellÊAmerican Heart Association che si terrà ad Ana-heim, in California, dallÊ11 al 15 novembre prossimo.

Uno studio finanziato dal Cecri vince il prestigioso“2017 CVSN Stroke Article of the Year Award”

premio assegnato dall’American Heart Association

CENTRO DI ECCELLENZA

Il dottor Gianluca Pucciarelli

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Trasferire i risultati della ricerca nella pratica clinicaUna sfida possibile?

INTRODUZIONECurtis e colleghi, nel loro articolo, affron-tano una questione importante nellÊam-bito dellÊEvidence Based Practice: il tra-sferimento - o traslazione - dei risultatidella ricerca nella pratica clinica. Traslare le migliori evidenze della ricercanella pratica è importante poiché permet-te di rendere lÊassistenza sanitaria più si-cura, di qualità, efficace ed efficiente. Gli autori dellÊarticolo spiegano il perchéè necessario disseminare la ricerca, de-scrivono quali sono gli ostacoli e i facili-tatori, e quali metodi possono essereutilizzati per il trasferimento delle evi-denze allÊinterno del ciclo „conoscenza-azione‰. Infatti, uno studio non può considerarsicompletato fino a quando i suoi risultatinon sono diffusi tra i possibili utilizzatori,indicando come i risultati della ricercapossono essere effettivamente agitinella pratica clinica.Possono essere utilizzate varie modalitàdi diffusione dei risultati, come, adesempio, la presentazione durante con-ferenze e seminari, in forum di discus-sione, attraverso i social media cometwitter e la pubblicazioni su riviste scien-tifiche o divulgative, o sintesi dello stu-dio prodotte per tutti gli stakeholder-chiave a livello ospedaliero e a livello diunità operativa, o attraverso lo sviluppoe lÊimplementazione di linee guida a li-vello locale.

Tutti i risultati della ricerca vengonopubblicati e diffusi?Secondo lÊOrganizzazione Mondiale del-la Sanità (Oms, 2012) è considerato„non etico‰ „condurre una ricerca sugliessere umani senza pubblicare e disse-minare i risultati, in quanto non condivi-dere i risultati con la comunità scientificapotrebbe portare altri ricercatori a svol-gere le stesse ricerche sottoponendo arischi non necessari la nuova popola-zione coinvolta‰.Inoltre, ogni ricerca presuppone lÊimpie-go di potenziale intellettuale, tempo, ri-sorse finanziarie da parte dei ricercatori,e fondi dalle organizzazioni che non de-vono andare sprecati.Conseguentemente, i ricercatori sonoobbligati eticamente a presentare i risul-tati della loro ricerca, indipendentemen-te dai risultati conseguiti. Tuttavia, è stato dimostrato che esistonoerrori sistematici nelle pubblicazioni de-gli studi, in quanto vengono pubblicati,per lo più, gli studi che riportano risultatipositivi, mentre sarebbe importante pub-blicare anche le ricerche con risultati ne-gativi o incerti. Inoltre, lÊOms sostiene che i risultati de-gli studi dovrebbero essere pubblicatientro 12 mesi al massimo dal completa-mento dello studio, per permettere unatempestiva ricaduta dei suoi risultati sul-la clinica. Mentre la ricerca viene prodotta ad un

ritmo incessante, i cambiamenti nellapratica clinica, che riflettono i risultati ditale ricerca, non seguono la stessa velo-cità. Gli infermieri che si occupano di ricercadovrebbero includere sempre nel dise-gno di uno studio la fase di „traslazionedei risultati‰ e di valutazione dellÊimple-mentazione delle evidenze nella praticaclinica. Quindi, quando si pianifica un progettodi ricerca è indispensabile considerare,in prospettiva, il modo in cui dissemina-re i risultati ed essere consapevoli del-lÊintero processo.

Cosa significa traslare le conoscenze?Il Canadian Institutes of Health Rese-arch (Cihr, 2014) definisce la traslazionedelle conoscenze come: „un processodinamico e interattivo che include la sin-tesi, la disseminazione, lo scambio elÊapplicazione della conoscenza su basietiche per migliorare lo stato di salute,fornire unÊassistenza sanitaria più effi-cace, e rafforzare i sistemi sanitari‰.La traslazione della conoscenza, quindi,non è una procedura lineare, ma rappre-senta un processo attraverso cui la ri-cerca viene prodotta, diffusa e applicatanella pratica clinica. Questo processo avviene all'interno diun complesso sistema di interazioni traricercatori e utilizzatori, differenziandosiper intensità, complessità e impegno in

di Silvia Sferrazza, Kusumam Pampoorickel, Natascia Mazzitelli, Cinzia Puleio, Angela Peghetti, Stefano Casciato, Maria Matarese

Revisione dellÊarticolo di Curtis K, Fry M, Shaban R.Z, Considine J, „Translating research to clinical nursingpractice‰. Journal of Clinical n.2016 Nursing, 26: 862-872. 2016.

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funzione della natura della ricerca e deirisultati. Differenti termini sono utilizzati in lette-ratura come sinonimi di traslazione delleconoscenze, come, ad esempio: utilizza-zione della ricerca, trasferimento, disse-minazione o diffusione della ricerca.

Tutte le evidenze possono essere tra-slate?Tutta la ricerca prodotta dovrebbe es-sere diffusa, ma non tutta la ricerca è fa-cilmente trasferibile nella pratica clinica. Il tipo di disegno, lÊapplicabilità e la forzadi una ricerca dovrebbero essere valu-tate e le prove per la traslazione essererilevanti e fondate. Questo processo non è semplice: lacontinua produzione di nuova ricerca,lÊaccesso alle nuove evidenze scientifi-che, la capacità di valutarle, il tempo perreperirle e leggerle, e la capacità di ap-plicarle sono alcuni dei principali ostacolialla diffusione e traslazione delle evi-denze. Una delle strategie più comunementeutilizzate per superare questi ostacoli èil ricorso alla sintesi dei risultati (distillatodella ricerca) provenienti dalla più rigo-rosa ricerca disponibile su uno specificoargomento, presentata attraverso lineegiuda e revisioni sistematiche. Ad esempio, possono essere consultatele linee guida pratiche o le schede infor-mative pubblicate su siti di linee guidanazionali o internazionali, quali www.cli-nicalguidelines.gov.au , o www.nice.org.ukLa traslazione delle evidenze costituisceuna parte del ciclo „conoscenze-azione‰che si compone di sette fasi:1. identificare il problema clinico e la ri-cerca pertinente;

2. adattare la ricerca al contesto locale;3. valutare gli ostacoli allÊuso delle cono-scenze;

4. selezionare, adattare e implementaregli interventi;

5. monitorare lÊuso delle conoscenze;6. valutare gli esiti;7. sostenere lÊuso delle conoscenze.La fase iniziale consiste nel sintetizzarela conoscenza in risposta ad un proble-ma clinico identificato. Questo step as-sicura che il sapere si fondi sulle migliori

evidenze disponibili. La seconda fase è quella dellÊazione, cherappresenta un processo di valutazionee implementazione della nuova cono-scenza nella pratica clinica.

Quali sono gli ostacoli alla traslazionedelle conoscenze? Nonostante lÊimportanza della ricerca edella sua traslazione, esistono numerosebarriere che impediscono la comprensio-ne e la valutazione delle evidenze a livel-lo individuale, di unità operativa e di orga-nizzazione sanitaria.Questi ostacoli sono stati messi in evi-denza, tra lÊaltro, in uno studio condottodallÊEmergency Nurses Association(Ena) negli Stati Uniti (Chan et al. 2011). In quest'indagine, 978 membri dellÊEnahanno completato un questionario chevalutava il coinvolgimento e la compren-sione della ricerca da parte degli infer-mieri e gli ostacoli da loro percepiti. A livello individuale, gli infermieri hannoriferito una mancanza di conoscenze sucome valutare la ricerca che gli impedivadi applicare i risultati nella pratica clinica.A livello di unità operativa è emerso ilmancato sostegno da parte dei managere colleghi nellÊiniziare un progetto o la

mancanza di potere per attuare i cambia-menti.A livello organizzativo, gli infermieri han-no lamentato il poco tempo messo a di-sposizione dai servizi per condurre ricer-ca e cambiare la pratica. Altri studi hanno evidenziato che le atti-tudini e le convinzioni degli infermieripossono rappresentare un ostacolo altrasferimento delle conoscenze. Centrale, per implementare con succes-so le evidenze nella pratica, è conoscerecome questi atteggiamenti si creano peragire su di essi.

Quali fattori promuovono la traslazio-ne delle conoscenze?Esistono molti fattori ben documentatiche promuovono unÊefficace traslazionedelle conoscenze. Ad esempio, la trasla-zione dei risultati dovrebbe essere con-siderata, fin dallÊinizio, nel disegno e nel-lo sviluppo degli obiettivi dello studio. Dovranno essere tenuti in considerazio-ne, tra lÊaltro, quali cambiamenti i clinicidovranno effettuare nella pratica e qualirisorse lÊorganizzazione dovrà fornire permantenere in maniera stabile il cambia-mento.Inoltre, il successo di qualsiasi cambia-

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mento nella pratica si basa sul supportodegli infermieri clinici più anziani. ˚, dunque, importante coinvolgere gliutilizzatori finali dei risultati della ricercanel processo di ricerca. Poiché, spesso, i cambiamenti in un'or-ganizzazione coinvolgono anche altre fi-gure professionali e servizi (servizi di ra-diologia, farmacia, amministratori, me-dici e fisioterapisti, ecc.) è necessarioavere un'ottica multidisciplinare, svilup-pando un piano di consenso per renderepiù semplice lÊimplementazione.

Come pianificare l’implementazione?Ci sono molti modelli disponibili attra-verso cui sviluppare e pianificare unastrategia di implementazione delle evi-denze. Il più conosciuto è il Promoting action onResearch Implementation in Health Ser-vices Framework o PARIHS di Rycroft-Malone (2004) e rappresenta una strut-tura concettuale costituita da elementiintercorrelati che influenzano lÊeffettivaimplementazione degli interventi. Ma,cÊè la necessità che questo modellovenga sottoposto a una più rigorosa va-lutazione di efficacia al momento del-lÊimplementazione di un progetto. Un altro approccio suggerito è quello aquattro passi di French et al. (2012)composto da quattro domande utili perorientare la scelta nellÊimplementazioneappropriata di un intervento:1. Chi ha necessità di implementare lÊin-tervento?

2. Utilizzando un modello teorico, qualibarriere e azioni promotrici devonoessere affrontate?

3. Quali elementi dellÊintervento (tecni-che di modifiche del comportamentoe modelli di disseminazione) potreb-bero superare le barriere e migliorarele azioni promotrici?

4. Come si possono cambiare i compor-tamenti dopo averli compresi e misu-rati?

Esistono molti schemi disponibili on lineche possono guidare in maniera detta-gliata i progetti di implementazione delleevidenze scientifiche. Molti servizi sanitari hanno progettato oimplementato gruppi o unità per lÊimple-mentazione che rappresentano un valido

aiuto nel processo, in grado di spiegarescopo e motivazioni di un progetto. Molte di queste attività sono più facili seprevedono il coinvolgimento nel proces-so degli stakeholder-chiave, e se ven-gono valutate le loro aspettative e i lorobisogni rispetto agli outcome del pro-getto. Devono essere stabilite, inoltre, leresponsabilità di chi fa che cosa, accan-to a opportune strategie di comunica-zione.

Quali sono gli interventi di implemen-tazione per traslare le conoscenze?Ci sono diverse tecniche di interventoper traslare le evidenze nella pratica, co-me messaggi visivi, poster, audit, semi-nari educativi, raccomandazioni, proto-colli, e coinvolgimento della leadership. Gli interventi che hanno più probabilitàdi avere successo sono quelli multimo-dali, che utilizzano cioè più canali. Cambiare i comportamenti non è sem-plice, ma bisogna capire cosa esatta-mente sia necessario cambiare e utiliz-zare i principi alla base delle teorie deicambiamenti comportamentali. Si può fare riferimento a tre strumentida utilizzare insieme o da soli che si ba-sano sui cambiamenti comportamentali:a) la struttura teorica dei domini (Caneet al., 2012), b) la ruota dei cambiamenticomportamentali (Michie et al., 2011) ec) la tassonomia delle tecniche dei cam-biamenti comportamentali (Michie et al.,2013). Una volta che si è determinato cosacambiare, la struttura teorica dei dominici può aiutare a considerare le possibiliinfluenze sui comportamenti in 14 aree:conoscenze, abilità, convinzioni e capa-cità, ottimismo, convinzioni sulle conse-guenze, rinforzo, intenzioni, attenzionee processo decisionale, contesto am-bientale e risorse, influenze sociali e re-gole comportamentali. Ad esempio, per determinare che cosaè necessario cambiare nei comporta-menti dei clinici può essere condottaun'indagine che utilizza domande perciascuna delle 14 aree. Per esempio,può essere chiesto allo staff clinico„pensi che il protocollo X migliorerà lacura del paziente?‰ per quanto riguardalÊarea delle convinzioni sulle conseguen-

ze; se la maggior parte dei membri dellostaff risponde che ritiene che il protocol-lo non porterà a nessun miglioramentonellÊassistenza fornita, lo staff non con-sidererà prioritario cambiare il propriocomportamento, ergo quest'area ne di-venterà una prioritaria su cui intervenire.La ruota dei cambiamenti comporta-mentali e la tassonomia delle tecnichedei cambiamenti comportamentali po-tranno aiutare nella scelta di interventi etecniche. In questo modo, per affrontare le con-vinzioni sulle conseguenze, gli interventiconsiderati efficaci sono: lÊeducazione,lÊutilizzo di modelli e la persuasione. Ci sono vari modi per educare, far damodello e persuadere, e la tassonomiadelle tecniche dei cambiamenti compor-tamentali fornisce un range di scelte chepotrebbero essere appropriate per sede,staff e contesto. Una tecnica da utilizza-re per la persuasione è quella di avereun infermiere esperto senior, rispettatodai suoi colleghi, che metta in pratica icomportamenti e rappresenti un model-lo di riferimento per il resto del team.

È necessario valutare l’effetto deicambiamenti?LÊarticolo sottolinea che lÊutilizzo della ri-cerca implica non solo lÊimplementazio-ne delle evidenze, ma anche la valutazio-ne dei conseguenti cambiamenti nellapratica. Non è più accettabile implemen-tare un cambiamento nella clinica senzavalutarne lÊimpatto. Se la ricerca si appli-ca in un dato contesto, il cambiamentodovrebbe essere analizzato in termini diesiti per pazienti, clinici, e organizza-zione. ˚ essenziale inserire la valutazione del-lÊimplementazione nel disegno di studioassicurando che la raccolta dati saràusata per determinare quanto esatta-mente lÊintervento è stato adottato. Adesempio: tutto lo staff ha adottato il pro-tocollo nello stesso tempo? Se no, per-ché?

CONCLUSIONITraslare le migliori evidenze rende il ser-vizio sanitario trasparente e sostenibilee gli infermieri giocano un ruolo chiavein questo processo.

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Traslare la conoscenza scientifica deter-mina un cambiamento culturale, com-portamentale e pratico molto forte ridu-cendo il gap tra pratica e ricerca. Le evidenze scientifiche che possiedonouna forza elevata dovrebbero esseresempre traslate nella pratica. La traslazione delle evidenze dovrebbeessere prevista nel disegno di ricerca in-cludendo gli utilizzatori finali e la valuta-zione dellÊimplementazione della ricerca,una volta effettuata.Incrementando, diffondendo e traslandola ricerca si riducono gli errori, i costi non

necessari, si ottimizzano i risultati, si mi-gliora la qualità di vita dei pazienti e la si-curezza e la soddisfazione dello staff.

AUTORI:Silvia Sferrazza, infermiera AO S. Gio-vanni Addolorata, Polo Pratica Clinica delCecri;Fiorella Pampoorickal, coordinatore in-fermieristico AO S. Giovanni Addolorata,Polo Pratica Clinica del Cecri;Natascia Mazzitelli, tutor Cdl in Infermie-ristica ASL Roma 5, componente PoloPratica Clinica del Cecri;

Cinzia Puleio, coordinatrice infermieri-stica ASL Roma 2, componente PoloPratica Clinica del Cecri;Stefano Casciato, coordinatore Infermie-ristico, direttore Polo Pratica Clinica delCecri;Angela Peghetti, dirigente Ufficio Infer-mieristico Casa di Cura polispecialisticaSolatrix, Rovereto, Componente PoloPratica Clinica del Cecri;Maria Matarese, professore associatoScienze Infermieristiche, UniversitàCampus Biomedico di Roma, Compo-nente Polo Pratica Clinica del Cecri.

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BIBLIOGRAFIACanadian Institutes of Health Research (Cihr), About knowledge translation and commercialization. Available at: http://www.cihr-irsc.gc.ca/e/29418.html.2014Cane J, OÊConnor D & Michie S, Validation of the theoretical domains framework for use in behavior change and implementation research. Imple-mentation Science 7, 37. 2012.Chan G.K, Barnason S, Dakin C.L, Gillespie G, Kamienski M.C, Stapleton S, Williams J, Juarez A & Li S, Barriers and perceived needs for understandingand using research among emergency nurses. Journal of Emergency Nursing 37, 24-31. 2011.French S, Green S, OÊConnor D, McKenzie S, Francis J, Michie S, Buchbinder R, Schattner P, Spike N & Grimshaw J, Developing theory-informed be-haviour change interventions to implement evidence into practice: a systematic approach using the Theoretical Domains Framework. ImplementationScience 7, 38. 2012.Michie S, Van Stralen M & West R, The Behaviour Change Wheel: a new method for characterising and designing behaviour change interventions.Implementation Science 6, 42. 2011.Michie S, Richardson M, Johnston M, Abraham C, Francis J, Hardeman W, Eccles MP, Cane J & Wood C.E, The behavior change technique taxonomy(v1) of 93 hierarchically clustered techniques: building an international consensus for the reporting of behavior change interventions. Annals of Beha-vioral Medicine 46, 81–95. 2013.Rycroft-Malone J, The PARIHS framework - a framework for guiding the implementation of evidence-based practice. Journal of Nursing Care Quality19, 297–304. 2004.World Health Organization, Enhancing nursing and midwifery capacity to contribute to the prevention, treatment and management of non communi-cable diseases in practice: policy and advocacy, Research and education. Human Resources for Health Observer, 12, Geneva. 2012.

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A

Self Efficacy in Cultural CareIl senso di autoefficacia nelle cureinfermieristiche e nel panoramainterculturale

di Elena Cristofori, Claudia Gaspari

ABSTRACTAd progressivo calo della popolazioneitaliana residente in Italia, si assiste adun corrispettivo aumento della popola-zione straniera non comunitaria ed unodi cittadini stranieri che acquisiscono lacittadinanza italiana (Istat 2016). In questo quadro prende rilievo l'impor-tanza del concetto della competenza cul-turale come parte fondamentale del ba-gaglio di conoscenze e competenze del-l'infermiere. Secondo la letteratura, la competenzaculturale dell'infermiere porta ad unamaggiore compliance dei pazienti, mi-gliori outcome di salute e, in generale,ad una migliore qualità dell'assistenza(Lavizzo-Mourey, MacKenzie, 1995; Be-tancourt et al., 2006, Smith, 1998).Lo scopo di questo studio è di indagareil livello di competenza culturale degli in-fermieri che prestano servizio in Uu.Oo.in cui la letteratura riporta maggior pre-senza di cittadini di altre culture, e ricer-care correlazioni dei risultati con le varia-bili del campione.Lo studio è di tipo descrittivo-correlazio-nale. ˚ stato indagato il livello di compe-tenza culturale su un campione inizialedi 130 infermieri. Lo strumento utilizzatoè stata la Cultural Self Efficacy Scale di

H. Bernal e R. Froman (1987, 1993) tra-dotta ed adattata al contesto italiano.Il campione ha dichiarato di possedere,generalmente, poca competenza cultu-rale per alcune aree della scala. Tuttavia,emergono punti di forza importanti, inparticolare sulla conoscenza di concetticulturali antropologici e su alcune prati-che infermieristiche presentate nellascala.La criticità del basso livello di competen-za culturale degli infermieri del campio-ne si traduce in un bisogno di formazio-ne per il personale infermieristico circal'importanza della competenza culturalee del miglior approccio possibile per en-trare in relazione con assistiti apparte-nenti a culture altre e per meglio pren-dersene cura. Una grande opportunità sarebbe consi-derare lÊinserimento dell'Antropologiaculturale all'interno di tutti i CdL in Infer-mieristica e farla vivere allÊinterno dellediscipline infermieristiche fondanti, co-me già accade in alcuni Atenei.

Parole-chiave: cultural competence, Cul-tural Self Efficacy Scale.

INTRODUZIONELa competenza culturale è una parte fon-

damentale del portfolio di attività cheportano ad aumentare la qualità dei ser-vizi sanitari e ad eliminare le disparità et-niche e culturali in sanità (Betancourt,2006). La letteratura evidenzia, in particolare,che l'infermiere è in una posizione stra-tegica: se conoscesse e capisse il back-ground culturale dell'individuo riuscireb-be a influenzare la sua risposta al siste-ma sanitario (Rooda, Gay, 1993). La competenza culturale prevede uncontinuo aggiornamento delle proprie co-noscenze e delle capacità del professio-nista nell'erogare un'assistenza cultural-mente appropriata, che porta a migliorioutcome di salute (Smith, 1998).L'aumento delle conoscenze nell'ambitodell'Infermieristica transculturale, graziead esempio, a corsi specifici e di educa-zione continua, permettono di aumenta-re il senso di confidence degli infermierinell'assistenza a pazienti provenienti daculture diverse e che il contatto con taliassistiti ne aumenterebbe l'auto-efficacia(Nave, 2009).

MATERIALI E METODILa Cultural Self Efficacy Scale (Cses) èuna scala di valutazione dell'auto-efficacia

Studio descrittivo correlazionale su un campione diinfermieri di un Policlinico romano

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nell'ambito della competenza culturale. L'auto-efficacia è la percezione del sog-getto della propria abilità di portare acompimento, con successo, degli speci-fici compiti (Bernal e Froman, 1987), laconfidence che ha un soggetto nellosvolgere determinate azioni (Bandura,1977), ed è il filo che collega la prepara-zione cognitiva (conoscenze e abilità)con la messa in pratica (Bernal e Fro-man, 1987).Secondo la Teoria dell'Autoefficacia de-scritta da Bernal e Froman, che si inseri-sce e si basa sulla Teoria Sociale Cogniti-va di Albert Bandura, gli infermieri svilup-perebbero maggiore fiducia in se stessinel prendersi cura di assistiti di culturealtre se avessero effettivamente l'oppor-tunità di lavorare con queste persone, sefossero incoraggiati a lavorare con taliassistiti, se avessero, alla base, delle co-noscenze di modelli di nursing transcul-turale e se avessero una preparazionementale e fisica per lavorare con sogget-ti appartenenti ad altre culture (Bernal eFroman, 1987).La Cses è divisa in tre categorie:1. conoscenza di concetti culturali gene-rali;

2. conoscenze riferite a gruppi etnicispecifici;

3. confidence nell'attuare specifiche pra-tiche infermieristiche (Hagman, 2004).

Gli autori dichiarano che la scala ha altaaffidabilità, con alfa di Cronbach di 0.97e che la validità è stata verificata da unpanel di esperti formato da infermieri disalute pubblica. La scala ha il solo limite di non poter mi-

surare l'auto-efficacia percepita dagli in-fermieri per quanto riguarda individui ap-partenenti a culture non comprese nellascala stessa (Capell, Veenstra, Dean,2007), ed è uno degli strumenti attual-mente più utilizzati per misurare la com-petenza culturale (Kardong-Edgren,Campinha-Bacote, 2014).La Cses, composta da 26 item, utilizzauna scala tipo Likert, con risposte chevanno da 1 („pochissima confidence‰) a5 („molta confidence‰). L'obiettivo dello studio è di osservare,descrivere e documentare il senso di au-to-efficacia nella competenza culturaledegli infermieri di specifici reparti di unPoliclinico romano. Il campione è costituito da infermieri diMalattie Infettive, Ostetricia, Pediatria,Pronto Soccorso e Pronto Soccorso Pe-diatrico risultate dalla letteratura, il ser-batoio allÊinterno di un ospedale o unluogo per acuzie in cui avviene maggior-mente lÊincontro tra operatori della sa-lute e persone assistite di altre culturee/o straniere (Progetto nazionale del mi-nistero della Salute e l'Agenas, „La sa-lute della popolazione immigrata: il mo-nitoraggio da parte dei Sistemi SanitariRegionali‰, 2013).

RISULTATIL'età media del campione è di 41 anni,con un minimo di 23 ed un massimo di57 anni con prevalenza del 70% di ge-nere femminile. Il 27,7% degli infermieri afferma di ave-re unÊanzianità di servizio dai 15 ai 21 anni. Il 40% del campione è in possesso di

Laurea di I livello in Infermieristica.La lingua maggiormente parlata, anchese a livello principiante, è lÊinglese, conun solo soggetto che riporta di parlarefluente anche la lingua albanese. La me-no conosciuta risulta essere lo spagnolo. La maggioranza degli infermieri affermadi avere un livello basso o medio di con-fidence riguardo alla capacità di distin-guere tra discriminazione ed etnocentri-smo, con una prevalenza di risposte "3"e "2", entrambe al 28%. (Grafico 1)Il 36% del campione dichiara un livellomedio di confidence in merito ai dueconcetti culturali generali come di etni-cità e cultura. (Grafico 2)Risalta la confidencemedia nei soggetticon diploma di Scuola Media Superiore(SMS) e Laurea triennale (Lt). Le classid'età 23-29 e la classe 37-43 sono quellecon una frequenza maggiore di „3‰,quindi di confidence media riguardo aitemi culturali presentati nella scala.I grafici 3 e 4 mettono in relazionel'esperienza del campione con le variabilidella scala inerenti ai concetti culturaligenerali. Dai risultati si evince che i gruppi di infer-mieri che hanno un'esperienza lavora-tiva di massimo 7 anni, e tra i 15 ed i 21,dichiarano di avere confidencemedia suitemi di competenza culturale riportatinelle domande. La classe che, invece, ha presentato unamaggiore frequenza di valori molto bassi(„1‰) è stata quella con maggiore espe-rienza lavorativa, ovvero oltre i 29 anni eper tutte e 5 le classi d'età e per tutti e5 i gruppi etnici (asiatici, africani, medio-

121%

228%3

28%

413%

510%

Saper distinguere tra discriminazione ed etnocentrismo

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Grafico 1. Livelli di Confidence conoscenza di concetti culturaligenerali-discriminazione ed etnocentrismo

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336%

48%

517%

Saper distinguere tra etnicità e cultura

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2

3

4

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Grafico 2. Livelli di confidence conoscenza di concetti culturali ge-nerali-etnicità e cultura

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rientali, sudasiatici e sudafricani), la fre-quenza delle risposte si attesta a valoricompresi tra „1‰ e „2‰. Dai risultati è possibile concludere chel'età non sembra essere un fattore cheinfluenza un diverso livello di competen-za culturale.Per quanto concerne la relazione tra lavariabile educazione e livelli di confiden-

ce relativi a uno specifico gruppo etnico,osservando i due gruppi più numerosi(infermieri con Diploma di SMS e infer-mieri in possesso di Lt), questi ultimi tro-vano una distribuzione dei valori tenden-zialmente molto più omogenea tra i 5 li-velli possibili con un medio livello di con-fidence per lo specifico gruppo preso adesempio. (Grafico 5)

La variabile „esperienza‰ inoltre, nonsembra essere correlata ad una maggio-re confidence nella competenza cultu-rale, portando ad esempio sempre il me-desimo gruppo etnico. (Grafico 6)I grafici 7, 8, 9 e 10 (relazione tra le 6pratiche infermieristiche presenti nellascala e la variabile „età‰), dimostranocome l'età si relaziona alla confidence a

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SMI SMS DU LT LM

Educazione - Africani

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Grafico 5. Relazione tra livello di educazione e gruppo etnico (afri-cani)

0102030405060708090

da 0 a 7 da 8 a 14 da 15 a21

da 22 a28

> 29

Esperienza - Africani

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Grafico 6. Relazione tra livello di esperienza e gruppo etnico (afri-cani)

01234567

23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Rivolgersi ad un interprete - Età

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Grafico 7

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23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Sapersi inserire in una comunità etnicamente differente - Età

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Grafico 8

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1

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da 0 a 7 da 8 a 14 da 15 a 21 da 22 a 28 > 29

Saper distinguere tra discriminazione ed etnocentrismo - Esperienza

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Grafico 3

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da 0 a 7 da 8 a 14 da 15 a 21 da 22 a 28 > 29

Saper distinguere tra etnicità e cultura - Esperienza

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Grafico 4

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specifiche pratiche infermieristiche qualirivolgersi a un interprete, sapersi inserirein una comunità etnicamente differente,Advocacy, documentare uno schemadietetico, osservazione partecipante, rac-cogliere una narrazione biografica. ˚ interessante osservare come il gruppocomprendente gli infermieri più giovanisembra essere quello più confidente nelsapersi inserire in una comunità etnica-

mente differente.(Grafico 8)La classe che, generalmente, ha dato ilmaggior numero di risposte medio-alteè stata quella di infermieri tra i 44 ed i 50anni (grafici 9, 10, 11 e 12, relazione trale 6 pratiche infermieristiche presentinella scala e la variabile „età‰).Ciò porterebbe ad ipotizzare che sia inrelazione alla loro maggiore esperienza;

eppure la classe di età più avanzata, ol-tre i 51 anni, che dovrebbe quindi pos-sedere una maggiore esperienza, dichia-ra livelli estremamente bassi di confi-dence nel mettere in pratica le praticheinfermieristiche indicate.Nei grafici 13, 14, 15, 16, 17 e 18 è statamessa in relazione „l'educazione‰ delcampione con le pratiche infermieristi-che della scala.

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23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Advocacy - Età

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Grafico 9

01234567

23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Documentare uno schema dietetico - Età

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Grafico 10

012345678

23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Osservazione partecipante - Età

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Grafico 11

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23-29 30-36 37-43 44-50 > 51

Raccogliere una narrazione biografica -Età

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Grafico 12

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SMI SMS DU LT LM

Rivolgersi ad un interprete - Educazione

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SMI SMS DU LT LM

Sapersi inserire in una comunità etnicamente differente - Educazione

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Grafico 14

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Gli infermieri in possesso di diploma diSMS affermano di avere particolare con-fidence nel rivolgersi ad un interprete esapersi inserire in una comunità etnica-mente differente; nella pratica dell'Advo-cacy e della documentazione dello sche-ma dietetico sembrano però essere di-visi in soggetti molto confidenti ed altriche affermano un livello di confidencemolto basso. I soggetti con Diploma Universitariosembrano, invece, sentirsi più efficientinel rivolgersi ad un interprete e docu-mentare uno schema dietetico, entram-be attività abbastanza comuni nei repartidove è stata svolta l'indagine. Gli infermieri con Lt, infine, dichiarano,tendenzialmente, di possedere un mediolivello di confidence per le pratiche infer-mieristiche riferite nella scala.Si analizza infine la variabile „esperienza‰correlata alla confidence nel mettere inpratica gli interventi infermieristici di ri-ferimento nella scala.˚ interessante notare come, salvo che

per la pratica di „Rivolgersi ad un inter-prete‰, gli infermieri con maggiore espe-rienza abbiano indicato di avere un bas-sissimo livello di confidence per le prati-che infermieristiche.La classe di infermieri che invece lavorada pochi anni (da 0 a 7 anni) tende adavere frequenza distribuita o media tra i5 valori della scala, con un solo picco diconfidence per la pratica di documenta-re uno schema dietetico.I soggetti con esperienza lavorativa dai15 ai 21 anni hanno dichiarato tenden-zialmente valori medio-bassi, ad ecce-zione della pratica di „Rivolgersi ad uninterprete‰, in relazione a cui tutti dichia-rano di avere un buon livello di confi-dence.

DISCUSSIONE ECONCLUSIONIDallÊindagine emergono alcuni punti diforza del campione: la competenza deiconcetti culturali presentati nelle primetre domande della Cses, seppure non al-

ta, si attesta comunque ad un livello me-dio; così come la capacità di raccolta diuna narrazione biografica.La cultura maggiormente conosciuta,anche questa però a livello medio, è sta-ta quella africana, molto rappresentatanei contesti ospedalieri. A livello medio-alto si inseriscono inoltrele competenze sui modelli religiosi (inparticolar modo dei mediorientali), sullepatologie più comuni e sulle abitudini ali-mentari dei cinque gruppi etnici. I maggiori punti di forza si sono dimo-strati in alcune pratiche infermieristiche,come il rivolgersi ad un interprete, il do-cumentare uno schema dietetico e, so-prattutto per gli infermieri più giovani, ilsapersi inserire in una comunità etnica-mente differente.L'indagine svolta ha evidenziato la critici-tà del livello di competenza culturale de-gli infermieri del campione, che rimaneprevalentemente estremamente basso.Questa permette di considerare i risul-tati come un bisogno di formazione, che

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SMI SMS DU LT LM

Advocacy - Educazione

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Grafico 15

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SMI SMS DU LT LM

Saper documentare uno schema dietetico - Educazione

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SMI SMS DU LT LM

Osservazione Partecipante - Educazione

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Grafico 17

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SMI SMS DU LT LM

Raccogliere la narrazione biografica - Educazione

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Grafico 18

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potrebbe tradursi in una offerta di educa-zione frontale e interventi formativi mira-ti circa l'importanza della competenzaculturale e del miglior approccio possibi-le per entrare in relazione con assistiti ap-partenenti a culture altre e offrire cureinfermieristiche culturalmente coerenti.La competenza culturale è un metodoesauriente e completo per capire, spie-gare e predire i modi di vivere degli indi-vidui nel tempo e nelle diverse aree geo-grafiche. Inoltre, essa è più che semplici simbolied interazioni sociali: può essere vistaanche come „un piano che guida le azio-ni e decisioni umane ed include elemen-ti sia concreti che astratti‰ (Leiningerand McFarland, 2006). Stressare la consapevolezza della com-petenza culturale della professione infer-mieristica e del senso di auto-efficacia

alla cura culturalmente orientata, è fon-damentale per (ri)cercare e identificarenuovi modi di promozione dellÊassisten-za infermieristica come una forza poten-te e dinamica per comprendere la totali-tà del comportamento umano nella sa-lute e nella malattia.

AUTORI:Elena Cristofori, tutor didattico CdL in In-fermieristica, Università Cattolica delSacro Cuore, Roma;Claudia Gaspari, infermiere clinico Fon-dazione Policlinico Universitario Ago-stino Gemelli, Roma.

BIBLIOGRAFIABandura A, Self-efficacy: The exercise of control. New York: W.H.Freeman and Company.1977.Bernal H, Froman R, Influences on the cultural self-efficacy of community health nurses. Journal of Transcultural Nursing, vol.IV, n.2, pp. 24–31.1993.Bernal H, Froman R, The confidence of community health nurses in caring for ethnically diverse populations. The Journal of Nursing Scholarship,19(4), pp.201-203.1987.Betancourt J.R, Improving quality and achieving equity: the role of cultural competence in reducing racial and ethnic disparities in health care. Mas-sachusetts General Hospital, The Commonwealth Fund. 2006.Capell J, Veenstra G, Dean E, Cultural competence in healthcare: critical analysis of the construct, its assessment and implications. Journal of TheoryConstruction & Testing, vol. XI, n.1, pp. 30–37.2007.Hagman L.W, New Mexico nurses' cultural self-efficacy: a pilot study. Journal of Cultural Diversity, vol.XI, n.4, pp. 146–149.2004.Kardong-Edgren S., Capinha-Bacote J, Cultural competency of graduating US Bachelor of Science nursing students. Contemporary nurse, vol. XXVIII,pp.37-44.2014.Lavizzo-Mourey Risa J, MacKenzie E, Cultural Competence - an essential hybrid delivering high quality care in the 1990's and beyond. Transactionsof the American Clinical and Climatological Association, Philadelphia, Pennysilvania, vol. CVII, pp. 226-237.1995.Leininger M.M, McFarland M.R, Cultural Care Diversity and Universality: a Worldwide Nursing Theory. Sudbury, Jones and Bartlett Publishers.2006.Nave J.A, Level of cultural self-efficacy of registered nurses. Research proposal for Ball State University. Muncie, Indiana.2009.Progetto Nazionale: „La salute della popolazione immigrata: il monitoraggio da parte dei Sistemi Sanitari Regionali‰, ottobre 2013. Accordo Ministerodella Salute – Agenas.Rooda L, Gay G, Staff development for culturally sensitive nursing care. Journal of Nursing Staff Development, 9(6), 262-265.1993.Smith L, Evaluation of an educational intervention to increase cultural competence among registered nurses. Unpublished doctoral dissertation, Uni-versity of Alabama, Birmingham.1998.

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I nuovi orizzonti del managementL’infermiere e la direzione nell’esecuzione dei contratti

Qdi Carmen Cappitella

ABSTRACTQuesto lavoro vuole offrire spunti di ri-flessione su una tematica attuale e de-terminante: il controllo dellÊesecuzionedei contratti pubblici, su cui gli infermieristanno affinando capacità e competenze,ma che, perlopiù, è ancora sconosciutanel mondo professionale.In tal senso, si vuole offrire una panora-mica del contesto, anche rispetto allanormativa di settore che si è chiamati arispettare, ma soprattutto riflettere sucome il management infermieristico siacapace di affrontare la sfida rispetto adapprocci nuovi, che superino i vecchiconcetti di mero controllo economico, eche spostino lÊattenzione alla necessitàdi utilizzare indicatori oggettivi per defi-nire la qualità che si intende raggiungere,nel rispetto dei vincoli contrattuali.

INTRODUZIONEIl management infermieristico si sta af-facciando sempre più spesso su nuoviambiti, segno inequivocabile della versa-tilità degli infermieri e di come le compe-tenze manageriali acquisite siano ormaiin grado di uscire dai modelli convenzio-nali e tradizionali, per esplorare spazi do-ve il sapere infermieristico possa contri-buire a sviluppare un nuovo modello cul-turale.Nello specifico, in molte realtà, gli infer-mieri si stanno distinguendo nel ruolo didirettore dellÊesecuzione del contratto,

capovolgendo la logica che vedeva affi-dare questo delicato ruolo esclusiva-mente al personale di ruolo amministra-tivo. Tale genere di approccio segna un cam-biamento epocale, andando a sottolinea-re come lo skill di competenze possedu-te da un infermiere siano vincenti nellaconduzione di appalti a volte complessie di lunga durata. Un'impostazione chetrova fondamento nel fatto che, mentreun infermiere adeguatamente formatopuò acquisire le competenze giuridicheed economiche che occorrono per con-durre un contratto complesso, un perso-nale di altro tipo non può acquisire lacompetenza sanitaria e quellÊattenzioneallÊaltro che contraddistingue gli infer-mieri. La sfida è superare la vecchia logica del-lÊapproccio meramente amministrativo,per veicolare la conduzione degli appaltiverso una direzione che tenga sempreconto di chi usufruirà realmente del ser-vizio, ovvero la persona di cui ci si pren-de cura.

DISCUSSIONEI contratti più complessi e che meglio siprestano a comprendere questo cambia-mento culturale sono quelli considerartitradizionalmente „alberghieri‰ (pulizie,ristorazione, etc).In seguito al divulgarsi dellÊesternalizza-zione degli appalti (outsourcing), il con-

trollo dellÊesecuzione di questi contratti,per anni, è stato ad appannaggio esclusi-vo di una classe amministrativa che ave-va più lÊobiettivo di tenere a posto i contiche non quello di verificare il raggiungi-mento di performance di qualità.Ogni contratto sottoscritto deve basarsisu due concetti: il principio di correttezza,in base allÊarticolo 1175 del Codice Civilee la buona fede contrattuale, in base aquello 1375 sempre del Codice Civile. Nel caso di un contratto pubblico suben-tra, però, un terzo elemento che carat-terizza la Pubblica Amministrazione, ov-vero la tutela dellÊinteresse pubblico, inconsiderazione che si stanno spenden-do soldi dei contribuenti, quindi, con l'ob-bligo di controllo continuo dellÊesecuzio-ne contrattuale.In tal senso, il contributo che gli infer-mieri possono dare è significativo, inquanto professionisti da sempre indiriz-zati a tutelare gli interessi delle personea loro affidate.Accanto alla logica economica, quindi,deve necessariamente convivere la con-vinzione che la tutela degli interessi col-lettivi passa soprattutto attraverso il ri-vendicare il rispetto delle norme contrat-tuali, degli obiettivi di qualità prefissati,dei livelli appropriati di esecuzione. Il mero rispetto dei vincoli economiciviene qui sorpassato da una nuova con-cezione di servizi alla persona. Lo skill dicompetenza infermieristica è realmente

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significativo, ridefinisce le prassi comuniper indirizzarle sulla specifica competen-za sanitaria, stabilisce priorità, definiscegli assetti realmente importanti per lepersone assistite e imposta, con lÊanimasanitaria e quindi del prendersi cura, leattività e i livelli.Ne consegue la possibilità di calare gliappalti in outsourcing, pur nel rispettodei vincoli contrattuali, al vero serviziodegli utenti di riferimento. In questo senso anche il quadro norma-tivo e mediatico ci fa comprendere co-me questo tipo di cambiamento sia in at-to e quanto reale sia lÊattenzione allÊese-cuzione dei contratti, elemento sotto gliocchi dei riflettori oggi più che mai, an-che in considerazione dei recenti fatti dicronaca.Quale il contesto in cui ci stiamo muo-vendo? In Italia, la normativa di settore è stata,per diversi anni, il Codice di riferimentoper gli appalti pubblici D.L.12 aprile 2006n.°163 seguito da un Regolamento diesecuzione ed attuazione ovvero il D.P.R.5 ottobre 2010 n.°207 che entrava nellospecifico dellÊesecuzione di contratti (art.119 del codice; art. 300 del Regolamen-to). In anni più recenti, lÊAvcp (ovverolÊautorità di vigilanza contratti pubblici)viene sostituita con lÊAnac (autorità na-zionale anticorruzione D.L. 90/2014 chediventa subito Legge 114/2014). LÊAnac ha il compito di prevenire la cor-ruzione nellÊambito delle amministrazio-ni pubbliche anche attraverso la creazio-ne di una rete proprio con questÊultime.Successivamente, la Legge 28 gennaio2016 n. 11 conferisce al Governo la dele-ga per la predisposizione del nuovo Co-dice degli Appalti. Il 18 aprile del 2016,viene finalmente pubblicato il nuovo Co-dice degli appalti (DL 50/2016), attesocon ansia da chi si occupa di questo set-tore e uno dei punti prioritari del Gover-no Renzi. Il nuovo Codice fu presentato come„soft law‰: lÊintenzione era quella di avereuna normativa snella e agevole e, in ef-fetti, il numero di articoli contenuti nelCodice sono stati dimezzati rispetto alla163/2006 (da 630 articoli a 220). Il Nuovo Codice è un recepimento dellenorme Europee e pubblicato in fretta per

ottemperare agli impegni Ue. In realtà, la fretta viene evidenziata an-che dal risultato finale e il Codice, tantoaspettato, viene fortemente criticato ebersagliato dai giuristi di tutto il Paese.Ne segue un intensa produzione norma-tiva, Anac, ministero delle Infrastrutture,ministero del Lavoro, Autorità garantedella concorrenza e del mercato affian-cano Parlamento e Governo nello sforzolegislativo di colmare i vuoti che il DL 50/2016 presenta. Tra le lacune importanti proprio quellodellÊesecuzione del contratto.Detto ciò, è necessario osservare chesono due le figure fondamentali da con-siderare nellÊambito del controllo di uncontratto e che sono presenti sia nelNuovo Codice che nel precedente: il Re-sponsabile Unico del Procedimento (Rup)e il Direttore dellÊ esecuzione del Con-tratto.Il primo è la figura descritta nellÊarticolo31 del DL 50/2016 che:- formula proposte e fornisce dati e in-formazioni;

- cura, in ciascuna fase di attuazione de-gli interventi, il controllo sui livelli di pre-stazione, di qualità e di prezzo determi-nati in coerenza alla copertura finanzia-ria e ai tempi di realizzazione dei pro-grammi;

- cura il corretto e razionale svolgimentodelle procedure;

- segnala eventuali disfunzioni, impedi-menti, ritardi nellÊattuazione degli inter-venti;

- fornisce all'amministrazione aggiudica-trice i dati e le informazioni relativi alleprincipali fasi di svolgimento dell'attua-zione dell'intervento, necessari per l'at-tività di coordinamento, indirizzo e con-trollo di sua competenza e sorveglia laefficiente gestione economica dell'in-tervento.

Si osservi lÊarticolo 111 del nuovo Codi-ce, dove si esplicita che il Direttore del-lÊEsecuzione del Contratto di servizi o diforniture è, di norma, il Rup e provvedeal coordinamento, alla direzione e al con-trollo tecnico-contabile dellÊesecuzionedel contratto stipulato dalla stazione ap-paltante assicurando la regolare esecu-zione da parte dellÊesecutore, in confor-mità ai documenti contrattuali, andando

quindi a delineare la possibilità che ledue figure coincidano.LÊarticolo 31, invece, rimanda allÊAnac laredazione di linee-guida da adottare en-tro 90 giorni dallÊentrata in vigore del Co-dice per una disciplina di maggior detta-glio sui compiti specifici del Rup.Inoltre, il comma 5 specifica che, sem-pre a cura dellÊAnac, si dovrà determina-re lÊimporto massimo e la tipologia di la-vori e servizi per i quali la figura del Ruppuò coincidere con quella del DirettoredellÊesecuzione del Contratto.Con delibera n.1096 del 26 ottobre 2016,lÊAnac ha, dunque, approvato le linee-guida inerenti il ruolo del Rup: si specifi-ca che la persona incaricata deve esse-re in possesso di studio richiesto dallanormativa vigente per lÊesercizio dellaspecifica attività richiesta ed esperienzatriennale o quinquennale, in base allacomplessità di intervento. Questa figurapuò coincidere, di norma, con il ruolo diDirettore dellÊesecuzione del Contratto;i due ruoli, invece, non possono coinci-dere ogni qualvolta ci troviamo di frontea importi che superino i 500 mila euro, sisia di fronte a contratti di elevata o par-ticolare complessità, si tratti di presta-zioni che richiedano lÊapporto di pluralitàdi competenze, o per ragioni interne allastazione appaltante.In generale, le principali responsabilitàdel Direttore dellÊEsecuzione del Con-tratto sono riferibili alle attività di control-lo e in particolare:- qualità del servizio e rispondenza delleprestazioni;- adeguatezza delle prestazioni e rag-giungimento degli obiettivi;- rispetto dei tempi;- adeguatezza della reportistica sulle at-tività svolte;- soddisfazione del cliente/utente;- rispetto della normativa sulla sicurezzae sulla tracciabilità dei flussi finanziari;- rispetto della normativa sul lavoro e deicontratti collettivi;- rispetto della normativa ambientale;- rispetto delle norme sulla sicurezza esulla salute dei lavoratori da parte del-lÊappaltatore.Spetta, inoltre, al Direttore dellÊEsecu-zione del Contratto:- controllare la spesa e la contabilità del

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contratto;- disporre il pagamento attraverso i cer-tificati di avvenuto servizio e la liquida-zione delle fatture;- ordinare eventuale sospensione e ver-balizzare la ripresa;- autorizzare varianti e modifiche;- trasmettere relazione al Rup in caso disinistri a persone o danni alle cose;- verificare la presenza di imprese subap-paltatrici;- notificare penali.Gli aspetti legati alle notifiche delle pe-nali sono fondamentali in quanto il nuo-vo Codice pone lÊattenzione alla riduzio-ne del rischio di „moral hazard‰ attraver-so la riduzione delle somme erogate e ilrendere difficoltoso a partecipare a garesuccessive per lÊappaltatore inadempien-te (articolo 80, comma 5, lettera c).Accanto a tutto quello che è previstodalla norma, troviamo la necessità di uti-lizzare sistemi tecnologici e di controllodei livelli qualitativi richiesti. Ed è proprio questo lÊambito dove il ma-nagement infermieristico può espletarela sua funzione al meglio, attraversounÊanalisi organizzativa che permetta direalizzare successivamente interventi diqualità realmente efficaci.Abbiamo visto che una delle attività dicontrollo del Direttore Esecuzione delContratto si fonda proprio sulla attesta-zione della corrispondenza sugli adem-pimenti contrattuali, compresi i livelliqualitativi desiderati.Questo vuol dire che dobbiamo decide-re gli indicatori oggettivi che ci permetta-no di definire il livello atteso e raggiunto.In particolare, il Direttore Esecuzione delContratto si avvale per la sua attività ditre documenti fondamentali:1. il capitolato di gara;2. il progetto tecnico presentato dallÊap-paltatore;3. il contratto sottoscritto tra le parti.A titolo di esempio utilizzeremo le attivi-tà espletate e realizzate per un contattodi appalto delle pulizie di un ospedale ei criteri per la valutazione oggettiva dellaqualità della prestazione.Indubbiamente, il ruolo di chi deve con-trollare lÊesecuzione del contratto è inprimo luogo assicurarsi che i vincoli con-trattuali siano rispettati e garantiti.

Questo può avvenire solo attraverso unaprofonda conoscenza dei documenti pri-ma citati. Cosa è previsto? Quando equanto è previsto? Cosa è stato descrit-to nel progetto tecnico presentato in ga-ra? Quali penalità applicare? Quali sonogli obblighi dellÊaggiudicatrice?Il Direttore dellÊesecuzione del Contrattoè la sola interfaccia dellÊappaltatore nellastazione appaltante e la gestione deiflussi comunicativi e organizzativi tra leparti è fondamentale.Accanto a ciò, però, si rende necessariodefinire le specifiche relative ai controllida effettuare, in questo caso della puliziaquotidiana e periodica nelle aree di unospedale.La valutazione non è mai scevra dallasoggettività, pertanto, vanno determina-ti i parametri quanto più oggettivi possi-bili.In primo luogo, il Direttore dellÊesecu-zione del Contratto deve conoscere lanormativa di riferimento. Nel caso delle pulizie, i riferimenti nor-mativi utilizzati saranno:- linee-guida nazionali Associazione na-zionale Medici Direzione Ospedaliera;- UNI EN 13549:2003- UNI ISO 2859:1999- UNI EN ISO 9001:2000Il capitolato regionale attualmente vigen-te nel Lazio divide lÊintera struttura ospe-daliera in aree a cui viene assegnato undeterminato codice colore a secondadella complessità e quindi del set presta-zionale richiesto, compresa la frequenzadellÊattività. Di pari passo, lÊimporto economico, chein questo senso è riferito al mq, variacon lo stesso criterio. Di tali elementi, il Direttore dellÊEsecu-zione del Contratto dovrà tenere contoai fini dellÊorganizzazione del servizio. Lostesso dovrà assicurarsi che tale set pre-stazionale sia naturalmente eseguito, madeve valutarne la qualità effettiva, dun-que dotarsi di strumenti che permettanodi creare indicatori di qualità oggettivi,anche tenendo conto della materia co-gente di riferimento. Ad esempio, in riferimento a quanto pre-visto nella norma UNI EN 13549:2003, siconviene di iniziare lÊattività di auditingcon il Livello Qualità Atteso=6,5% (la

percentuale indica la soglia di rischio sta-tistico che i collaudi non siano rappre-sentativi).Tale indice determina la soglia di accet-tabilità dei campioni non conformi rispet-to alla totalità del campione individuato.In funzione della numerosità del lotto, edella conseguente numerosità del cam-pione, è indicata la soglia di accettabilitàdei campioni non conformi.Definizione specifichee Criteri di controlloIl Direttore Esecuzione del Contratto do-vrà individuare gli elementi strutturali og-getto della verifica e, per ciascuno di es-si, definire gli specifici obiettivi di con-trollo.In particolare, per ogni obiettivo si dovràidentificare: il metodo di controllo, il pa-rametro di controllo, il valore di riferi-mento e la soglia di accettazione Il crite-rio utilizzato per definire la soglia di ac-cettazione sarà quello suggerito dallanorma, ossia il livello intermedio di ognistrumento:* Scala di Bacharach: livello 4 (su 9).* Riempimento dei sacchetti e della for-nitura igienico sanitaria: 50%.

Inoltre, si potrebbe convenzionalmentefissare altri elementi, ad esempio: quan-tità 2 per la conta di macchie e residuisolidi sullÊunità di superficie dellÊele-mento.Terminologia degli obiettivi di controllo˚ necessario definire, in maniera chiarae inequivocabile, gli elementi che saran-no oggetto di controllo, anche attraversola precisa definizione degli elementi/pa-rametri da considerare (grafico 1):* polvere: tutte le particelle aventi gra-nulometria tale da non poter essereraccolte manualmente ma che posso-no essere facilmente asportabili attra-verso la scopatura, lÊaspirazione o laspolveratura.

* Residui solidi: tutti gli oggetti solidi,deformabili o non, di ogni natura co-sparsi sul pavimento o sugli equipag-giamenti. Sono considerati residui a ti-tolo esemplificativo: carte, cicche, re-sidui tessili, pezzi metallici, vetri, rifiutialimentari.

* Macchie: si intende per macchie losporco aderente ad eccezione del de-

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gradamento irreversibile (bruciature disigarette, graffi, decolorazioni di super-fici causati da prodotti diversi da quelliutilizzati per la pulizia).

In generale, il controllore si accerteràche le macchie presenti siano eliminabilicon i prodotti utilizzati per le operazionidi pulizia quotidiana.ControlloPer valutare il livello di qualità del servi-zio si partirà sempre dalla valutazione dei

singoli elementi.˚ necessario definire un coefficienteche definisca lÊindice di ponderazione infunzione del livello di rischio e di pecu-liarità dellÊambiente a cui ci si riferisce.In fase iniziale ipotizziamo di attribuirnea tutte le aree uno pari a 1.La media pesata degli elementi di unÊa-rea fisica, risultante dal rapporto tra lasommatoria dellÊesito del collaudo e lasommatoria degli indici di ponderazione,

rappresenta il risul-tato di quel campio-ne.Il rapporto tra il risul-tato del campione edil relativo coefficientestabilisce la confor-mità.I valori inferiori a 1 in-dicano la non confor-mità di servizio (e lagravità della stessaquanto più si disco-stano da 1); vicever-sa i valori superiori a1 indicano la confor-mità del servizio.Responsabili del con-trolloA garanzia della mas-sima trasparenza del-le procedure poste inatto, il sistema preve-de il controllo in con-traddittorio tra il Di-rettore Esecuzionedel Contratto e il re-ferente per lÊappalta-tore.Per questo, in base alcalendario concorda-to, il controllo verràeffettuato alla pre-senza di un gruppo diverifica, la cui com-posizione può variarein funzione della logi-stica, dellÊubicazione,dellÊestensione e del-la frequenza del col-laudo da eseguire.Sulla scheda di con-trollo andranno ripor-tati i nominativi dei

collaudatori presenti.Le aree da visionare possono esserescelte o estratte a campione. (Grafico 2)Metodi di controlloPer ogni elemento, a seconda dellÊobiet-tivo di controllo, viene applicato uno spe-cifico metodo di controllo che può esse-re strumentale o visivo:* Scala di Bacharach: è lo strumento uti-lizzato per la valutazione del livello dipolvere su tutte le superfici previste.

Elementi - Parametri Filtro per: Tipologia di Servizio = Pulizia

PULIZIA Pr

esen

za c

onfo

rme

Pres

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tele

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olid

i (10

mq)

Rie

mpi

men

to

Sost

ituzi

one

APPENDIABITI / SCARPIERA 1,00 1,00

ARMADIO 1,00 1,00

ATTREZZATURE 1,00

AUTOCLAVE 1,00 1,00

BACHECA 1,00 1,00

BIDET 1,00 1,00

BLOCCO LUCI 1,00 1,00

CANALINE-CORRIMANI 1,00 1,00

CARRELLO 1,00 1,00

CARTELLINO IDENTIFICATIVO 1,00

CENTRALINA 1,00 1,00

CESTINO 1,00 1,00

COMODINO 1,00 1,00

COMPUTER-TV 1,00 1,00

CONTENITORI PRODOTTI 1,00

DAVANZALE 1,00 1,00

DISPENCER 1,00 1,00

DIVISA 1,00

DOCCIA/VASCA 1,00 1,00

DPI - CARTELLO SEGNALETICO 1,00

ESTINTORE 1,00 1,00

ISTRUZIONI OPERATIVE 1,00

LAMPADA SCIALITICA 1,00 1,00

LAVABO 1,00 1,00

LAVAPADELLE 1,00 1,00

LETTO 1,00 1,00

MANIGLIA 1,00

OMBRELLIERA 1,00 1,00

OROLOGIO 1,00 1,00

PARETE LAVABILE 1,00

PAVIMENTO 1,00 1,00 1,00

PIANTANE 1,00 1,00

PORTA 1,00 1,00

PORTA A VETRO 1,00

Grafico 1. Esempio di scelta parametri/indice qualità

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Si individua, dÊaccordotra le parti, allÊinternodellÊambiente lÊele-mento campione davalutare, si passa lÊap-posita velina sullÊele-mento (se la superfi-cie è ampia strisciarela velina per circa 50cm); si sovrappone ilpunto più nero dellavelina al foro corri-spondente della scaladi Bacharach e si con-fronta il livello rag-giunto con i criteri divalutazione dellÊele-mento. Si rimanda allascheda tecnica perl Êapprofondimentodelle specifiche istru-zioni.

* Collaudo visivo (Cv): èlo strumento utilizzatoper la verifica dellapresenza di macchie,residui solidi, ragnate-le, controllo dei cestinie della fornitura igie-nico sanitaria. Si con-tano le macchie pre-senti nellÊunità di ele-mento o superficie (10mq circa per i pavi-menti), si confrontacon la soglia di accet-tabilità e si procede al-la compilazione dellegriglie di controllo.(Grafico 3)

Analisi dati e gestione delle non conformitàAl termine di ogni giornata di controllo,si hanno a disposizione le griglie degliambienti campionati con lÊesito del col-laudo e le eventuali annotazioni presedai controllori. (Grafico 4)Le informazioni rilevate possono essereclassificate in 3 tipologie che genere-ranno specifiche azioni correttive:Anomalie di prestazione: sono le nonconformità rilevate per ogni elemento,attinenti le attività di pulizia quotidiana(per queste è determinante che lÊorariodellÊaudit sia prossimo a quello dellÊinter-

vento di pulizia). Le azioni correttive da adottare terrannoconto di diversi contesti, ad esempio in-terventi sulla formazione del personale,modalità di esecuzione del servizio, at-trezzatura opportuna, etc.Anomalie di pianificazione e progetta-zione: sono anomalie riscontrate duran-te lÊaudit che non rientrano nelle nonconformità di prestazione ma su cui èutile intervenire in modo straordinario eprogrammato. ˚ lÊesigenza, ad esempio, di riprogram-mare le attività periodiche, oppure pre-vedere un intervento straordinario o ad-dirittura rivedere alcune specifiche del

capitolato (ad esempio le frequenze deiripassi).Anomalie di struttura: sono anomalie ri-scontrate durante lÊaudit che riguardanointerventi alla struttura fisica dellÊedificioper usura quali ad esempio piastrelle,pavimenti, rubinetteria, sanitari etc., sucui potrà aprirsi lÊopportunità di interven-ti di manutenzione edile.Per ognuna di queste anomalie, il grup-po di verifica, per quanto di competenza,programmerà e monitorerà le conse-guenti azioni correttive individuate. Incaso di anomalia o non rispetto dellaprestazione, il Direttore Esecuzione delContratto, al fine di tutelare lÊinteresse

Lista esiti aree fisiche estratte

Lotto Tipo Collaudo Ordinario Aree da campionare 32

Numerosità 944 Livello 1 Aree Rimanenti 0

Data Inizio - Data Fine 02/03/2016 - 31/03/2016 LQA 6,5% Soglia 6

Responsabile Periodicità MENSILE N° NC 1

Andamento - Esito CC - CO

Data Esecuzione Codice AF Denominazione UO Codice AO Esito IQa IQc IGP

DEG_CHIR_P7_WC DEG MEDICINA CHIRURGIA WC CO 0,80 1,00 1,25

DEG_CHIR_P7_CUC DEG MEDICINA CHIRURGIA CUC CO 0,80 0,88 1,10

EST_P7_ ESTERNI P7 EST CO 0,65 1,00 1,54

DEG_CHIR_P7_ATT DEG MEDICINA CHIRURGIA ATT CO 0,80 0,92 1,15

DEG_CHIR_P7_SDEG DEG MEDICINA CHIRURGIA SDEG CO 0,80 0,84 1,05

DEG_CHIR_P7_TRANS DEG MEDICINA CHIRURGIA TRANS CO 0,80 0,90 1,12

DEG_CHIR_P7_SAL_MED DEG MEDICINA CHIRURGIA SAL_MED CO 0,80 0,94 1,17

DEG_CHIR_P7_CONT_PROC DEG MEDICINA CHIRURGIA CONT_PROC CO 0,80 1,00 1,25

DEG_CHIR_P7_SERV_MAG_ DEG MEDICINA CHIRURGIA SERV_MAG_ CO 0,65 1,00 1,54

DEG_CHIR_P7_UFF_ST_MED DEG MEDICINA CHIRURGIA UFF_ST_MED CO 0,70 0,85 1,21

UFF__P1_WC UFF P1 WC CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P2_WC UFF P2 WC CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P1_CUC UFF P1 CUC CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P2_CUC UFF P2 CUC CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P1_ATT UFF P1 ATT CO 0,70 1,00 1,43

UFF_P2_ATT UFF P2 ATT CO 0,70 1,00 1,43

UFF_P1_TRANS UFF P1 TRANS CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P2_TRANS UFF P2 TRANS CO 0,70 1,00 1,43

UFF_P1_CONT_PROC UFF P1 CONT_PROC CO 0,80 1,00 1,25

UFF_P2_CONT_PROC UFF P2 CONT_PROC CO 0,80 1,00 1,25

UFF__P1_SERV_MAG_ UFF P1 SERV_MAG_ CO 0,65 1,00 1,54

UFF__P2_SERV_MAG_ UFF P2 SERV_MAG_ CO 0,65 1,00 1,54

UFF__P1_UFF_ST_MED UFF P1 UFF_ST_MED CO 0,70 1,00 1,43

UFF__P2_UFF_ST_MED UFF P2 UFF_ST_MED CO 0,70 1,00 1,43

DEG_MED_P2_E_WC DEG MEDICINA P2 WC CO 0,80 0,88 1,10

DEG_MED_P2_E_CUC DEG MEDICINA P2 CUC CO 0,80 0,93 1,16

DEG_MED__P2_E_ATT DEG MEDICINA P2 ATT CO 0,80 1,00 1,25

DEG_MED__P2_E_SDEG DEG MEDICINA P2 SDEG CO 0,80 0,89 1,11

DEG_MED_P2_E_TRANS DEG MEDICINA P2 TRANS NC 0,80 0,73 0,91

DEG_MED_P2_E_SAL_MED DEG MEDICINA P2 SAL_MED CO 0,80 0,95 1,19

DEG_MED_P2_E_SERV_MAG_ DEG MEDICINA P2 SERV_MAG_ CO 0,65 1,00 1,54

DEG_MED__P2_E_UFF_ST_MED DEG MEDICINA P2 UFF_ST_MED CO 0,70 0,83 1,19

Grafico 2. Esempio lista fisica estratta

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pubblico già evidenziato, deve provvede-re alla richiesta di controdeduzione al-lÊappaltatore.Inoltre, il Direttore Esecuzione del Con-tratto sarà responsabile dell'organizza-zione logistica, dellÊimpartire istruzionioperative, del rispetto dei vincoli contrat-tuali, compresa la verifica della formazio-ne del personale, il controllo e la verificadelle schede tecniche dei prodotti utiliz-zati, il rispetto della normativa sulla sicu-rezza, la verifica degli elenchi del perso-nale, ma soprattutto la funzione si espli-ca anche sullÊapplicazione di eventualipenali, così come previsto dal contratto

di riferimento, che sono uno dei princi-pali strumenti a disposizione per la tuteladellÊinteresse pubblico.Infine, e forse è questo lÊelemento di as-soluta novità per gli infermieri, il Diretto-re Esecuzione del Contratto è colui chegestisce il valore economico del contrat-to. Questo avviene sia attraverso lÊana-lisi costante dei costi e delle varianti chepossono magari intervenire, sia attraver-so la formulazione del certificato di paga-mento, capovolgendo la vecchia logicadei pagamenti che vedeva un controlloa posteriore del ricevimento della fattura,ma un ruolo di primo piano, in quanto è

il Direttore Esecuzionedel Contratto che espri-me alla società appal-tatrice quanto questadebba fatturare nelmese di riferimento,sulla base di quelli chesono gli accordi con-trattuali.

CONCLUSIONIQuesto articolo non ècertamente esaustivodellÊargomento ogget-to di discussione, vuo-le solo offrire una pa-noramica sul contestoinerente il settore degliappalti, ma soprattuttocome gli infermieri sistiano cominciando adaffacciare su questomondo. Questo ambi-to resta ancora piutto-sto di nicchia e di ap-pannaggio di pochi, ma,sicuramente, in alcunerealtà gli infermieristanno dimostrandouna competenza ma-nageriale che accom-pagna la crescita cultu-rale della nostra pro-fessione e si stanno di-stinguendo per esseredei veri gestori di risor-se e di norme contrat-tuali, nel rispetto di cri-teri e indicatori di qua-lità che valutino le per-

formance e gli esiti finali prestabiliti.Indubbiamente, la strada è lunga e tor-tuosa, ma le prime esperienze fatte de-pongono a favore della nostra professio-ne, abituata da sempre ad affrontare lesfide e i cambiamenti culturali.LÊanima sanitaria e lÊattenzione alle per-sone di cui ci prendiamo cura sta con-traddistinguendo gli infermieri già impe-gnati in questo settore, che vedono conocchio nuovo la gestione di un appaltoche non può essere una mera gestioneeconomica e che non può esimersi dalpuntare ai livelli qualitativi di eccellenza. Il fine è proprio di tutelare gli interessi

Schede aree fisiche collaudate Area Fisica

Fi l t r o p e r : Esito collaudo = NC

Cliente

Lotto

Settore

Presidio

Pomeriggio

Pomeriggio

Unità Operativa Reparto IQ Atteso

Area Fisica Piano IQ Calcolato 0,73

Indirizzo Riferimenti IGP Esito Area 0,91

Data Audit

Data Esecuzione

Controllore

Responsabile

Ora Esecuzione

Commenti SCHEDA

B A CH ECA Presenza di macchie

Presenza di polvere

Conta

Scala di Bacharach

<=

<=

2

4

Si

No CA N A LI N E- CORRI M A N I Presenza di macchie Conta <= 2 Si

Presenza di polvere Scala di Bacharach <= 4 Si CESTI N O

Riempimento

Sostituzione

Percentuale <=

Obl

50 Si

Si D A V A N ZA LE

Presenza di macchie Conta <= 2 Si

Presenza di polvere Scala di Bacharach <= 4 No M A N I GLI A

Presenza di macchie Conta <= 2 Si PA VI M EN TO

Presenza di macchie Conta <= 2 Si

Presenza residui solidi (10mq) Conta <= 2 Si

Presenza di polvere sul pavimento Scala di Bacharach <= 6 Si PORTA

Presenza di macchie Conta <= 2 Si

Presenza di polvere Scala di Bacharach <= 4 Si PORTA A VETRO

Presenza di macchie Conta <= 2 NR RI FI UTI Riempimento Percentuale <= 50 Si SED I A / POLTRON A

Presenza di macchie Conta <= 2 Si

Presenza di polvere Scala di Bacharach <= 4 Si

SOFFI TTO

Presenza di Ragnatele Abs 0 Si TERM OSI FON E

Presenza

Presenza

di

di

macchie

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SCHEDA COLLAUDATA

Grafico 3. Esempio scheda aree fisiche collaudate

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Codice Civile ItalianoDecreto Legislativo n.163/2006Decreto Presidente Repubblica n.207/2010Decreto Legislativo n.90/2014Legge n.114/2014Legge n.11/2016Delibera Anac n.1096/ 2016Decreto Legislativo n.50/2016UNI EN 13549:2003

BIBLIOGRAFIA

della collettività e di comprendere, comedietro a una singola prestazione, ci siauna persona di cui dobbiamo curare gliinteressi.In tal senso, il ruolo infermieristico puòdiventare la chiave per una nuova visio-ne e un nuovo approccio al controllo del-

lÊesecuzione dei contratti, attraverso lacompetenza, lÊautonomia e la responsa-bilità, ma anche con abilità personali cheil professionista mette in campo, in ungioco di delicati equilibri che devono tu-telare le persone assistite. Gli infermieri,perciò, diventano attori privilegiati.

AUTORE:Carmen Cappitella, dirigente infermieri-stico azienda ospedaliera Sant'Andrea,Roma.

Grafico 4. Esempio di reportistica audit su sistema informatico

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Il dolore in area onco-ematologicaValutazione a confronto tra scale

di Domenico De Gaetano, Silvia Barberi, Alessandra Falcioni

IABSTRACTIl dolore viene definito come: „un'espe-rienza sensoriale ed emozionale spiace-vole associata a danno tissutale, in attoo potenziale, o descritta in termini didanno‰. In area onco-ematologica, circa l'83%dei pazienti affetti da linfoma o leucemia,possono trovarsi in una condizione disofferenza non sono negli ultimi mesi divita, ma anche nel periodo della diagnosie del trattamento attivo. Lo scopo della presente tesi è valutareil dolore oncologico confrontando duescale di valutazione in pazienti afferentiallÊarea onco-ematologica, mentre lÊobiet-tivo generale è di individuare quale scalapotrebbe essere più accurata e specificaper valutare questo dolore, agevolare ilpaziente e lÊoperatore nellÊapproccio allostesso.Dopo aver effettuato una revisione dellaletteratura riguardo lo scopo di ricerca siè effettuato uno studio osservazionale. Il campione è composto da 82 pazientiafferenti alla degenza ordinaria e alla de-genza protetta dellÊUoc di EmatologiadellÊazienda ospedaliera San GiovanniAddolorata di Roma, suddiviso in duegruppi omogenei, ognuno di 41 parteci-panti, somministrando ad un gruppo lascala numerica (Nrs) e allÊaltro il questio-nario Brief Pain Inventory (Bfi) versioneitaliana.I risultati più significativi riscontrati sonostati:le sedi indicate come localizzazione deldolore sono diverse tra i due questionari

di valutazione. Nella Nrs, il 40% ha indi-cato il cavo orale, seguite, al 20%, ri-spettivamente: la testa, le spalle e doloridiffusi; nel Bpi è predominante la schie-na con il 30%, seguito da: arti inferiori esuperiori, articolazioni, anca e zona sa-crale, il 22% dei pazienti non assumenessun farmaco o non è rilevabile.Dalla revisione della letteratura e dai datiè emerso che le scale di valutazioni uti-lizzate risultano tra le più appropriate pervalutare il dolore oncologico e per la pra-tica clinica quotidiana. La Nsr è uno strumento di rapida som-ministrazione; mentre la Bpi per la suadurata potrebbe essere più adatta in re-gime di day hospital per valutare, a di-stanza di tempo, quanto incide il doloresullÊattività di vita quotidiana. La valutazione del dolore, in particolarequello di tipo oncologico, è una tematicamolto discussa in ambito sanitario. La scelta dello strumento migliore da ap-plicare nel contesto specifico necessita,dunque, di maggiori e ulteriori approfon-dimenti e ricerche future. Bisognerebbe trattare meglio le temati-

che specifiche della localizzazione deldolore e sulla gestione terapeutica.

INTRODUZIONEIl dolore oncologico è anche detto „do-lore globale‰, concetto introdotto da Ce-cily Saunders nel 1967 e che si riferisceai pazienti oncologici mettendo in evi-denza la complessità di questo sintomo,spesso espressione di una sofferenzaben più ampia, che destabilizza la perso-na affetta dalla patologia oncologica neivari aspetti fisici, psicologici della vita edi relazioni interpersonali (senza trascu-rare il carattere esistenziale, le ripercus-sioni sociali ed economiche, 1). Un dolore che colpisce circa il 33% deipazienti dopo un trattamento terapeuti-co, il 59% dopo il trattamento antitumo-rale, fino ad arrivare al 64% nei pazienticon carcinoma metastatico in fase avan-zata o terminale.Circa l'83% dei pazienti affetti da linfo-ma o leucemia, possono trovarsi in unacondizione di sofferenza non sono nel fi-ne vita, ma anche nel periodo della dia-gnosi e del trattamento attivo (2).Lo scopo del presente studio è di con-frontare due scale di valutazione del do-lore per individuare quale sia la più accu-rata ed idonea allÊambito clinico, per sup-portare al meglio il paziente nella suasofferenza e per lÊoperatore a compren-derne esigenze e bisogni assistenziali.

MATERIALIE METODILo studio è stato strutturato attraverso

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unÊindagine conoscitiva effettuata trafebbraio e marzo 2017 sulla valutazionedel dolore mono e multidimensionaleper comprendere quale strumento pos-sa essere migliore in area onco-emato-logica per un trattamento e unÊassisten-za sanitaria ottimale.Lo studio si è svolto nellÊazienda ospe-daliera San Giovanni Addolorata di Roma,nellÊUnità Operativa di Ematologia, som-ministrando due scale di valutazione deldolore, la Numerical Rating Scale (Nrs) at-tualmente in uso, e il questionario BriefPain Inventory (Bpi) versione italiana. ˚ stato condotto uno studio osservazio-nale con un campione di 82 pazienti, haprevisto la suddivisione in due gruppiomogenei (ognuno di 41 partecipanti) af-ferenti omogenei tra loro, presso la de-genza comune, la degenza protetta epresso il servizio di day hospital, sommi-nistrando, rispettivamente, la scala uni-dimensionale Nrs e il questionario multi-dimensionale Bpi in versione italiana, ga-rantendo lÊanominato delle informazionifornite e rispettando la privacy al mo-mento di raccolta dei dati. La Nrs è una scala a dieci punti che valu-ta lÊintensità del dolore al momento dellarilevazione, assegnando un valore nu-merico da „punteggio zero‰ (che rappre-senta lÊassenza di dolore) ad un „pun-teggio uguale a dieci‰ (che rappresentail massimo dolore); mentre il Bpi è unquestionario multidimensionale per mi-surare lÊintensità e lÊimpatto del dolorenel percorso diagnostico-terapeutico deldolore cronico oncologico sulle attività divita quotidiana, considerando lÊintensitàdel dolore relativa alle ultime 24 ore evaluta, attraverso una scala numerica dazero (assenza di interferenza) a dieci(massima interferenza del dolore), conlÊattività in generale, lÊumore, lÊabilità dicamminare, lÊattività lavorativa, il sonno,i rapporti sociali e il gusto di vivere (3,4).

RISULTATILa suddivisione per genere dai parteci-panti totali è stato, per il 62% femminee per il 33% maschi; il titolo di studioposseduto è del 42% di diploma di ma-turità, il 33% di licenza media e il 25%laurea, con età media di 64 anni, suddi-visi omogeneamente nei due gruppi.

Di seguito, i risultati rappresentati neigrafici.La valutazione del dolore con la scala nu-merica è del 67% con assenza di dolore,13% con punteggio 5, 7% con punteg-gio 6, 7, 8. (Grafico 1)Le sedi rilevate nel gruppo a cui si èsomministrata la scala numerica sonostate per il 40% il cavo orale, seguito datesta, spalle e dolori diffusi. Ognuna al20%. (Grafico 2)Invece, la valutazione del dolore risultan-te con il questionario Bpi è stata del 56%

che ha riferito di avere dolore diverso daquello degli altri giorni e il 44% no. (Gra-fico 3)Le sedi del dolore riportate con il que-stionario Bpi sono state: per il 30%, laschiena, per il 20% arti superiori, arti in-feriori, anca e il 5% osso sacro e artico-lazioni. (Grafico 4)LÊintensità del peggior dolore è statarappresentata (con punteggio zero) dal34%, seguita dal 22% (con punteggio 4),e dallÊ11% (con punteggio 1, 3, 5 e 10).(Grafico 5)

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Grafico 1. Valutazione del dolore scala numerica (gruppo1)

Grafico 2. Sedi del dolore scala nume-rica (gruppo1)

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Grafico 5. valuti il suo dolore facendo un cerchio che descrive l'intensità del peggiordolore nelle ultime 24h

Grafico 4. sedi del dolore BPI (Gruppo 2)

Grafico 3. valutazione del dolore BPI(gruppo2) domanda: oggi ha avuto do-lore diverso da questi dolori di tutti glialtri giorni?

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Mentre lÊintensità del dolore più lieve nel-le 24 ore è rappresentata (con punteggiozero) dal 34%, seguita dallÊ11% dal pun-teggio 1, 3, 4, 5, 6 e 10. (Grafico 6)LÊintensità del dolore, al momento dellasomministrazione del questionario, è sta-to il 66% (con punteggio zero), il 23%(con punteggio 2) e lÊ11% (con punteg-gio 6). (Grafico 7)Nell'8, alla domanda riguardo terapie emedicine assunte per il dolore, il 32%ha risposto: paracetamolo, il 22% desa-metasone e farmaco non precisato, nel17% nessun farmaco e nel 7% ossico-done cloridrato/naloxone cloridrato. (Gra-fico 8)˚ stata altresì valutata lÊinterferenza deldolore nello svolgimento delle principaliattività di vita quotidiana, secondo unaserie di parametri: lÊattività in generale,lÊumore, la capacità di camminare, quellalavorativa, il sonno, le relazioni interper-sonali e il gusto di vivere. I valori medi di ciascuna categoria, calco-lando la deviazione standard, sono sin-tetizzati nella tabella 1.

DISCUSSIONEIl dolore è un fenomeno complesso e ditipo soggettivo, vissuto in modo unicoda ogni individuo, ed è stato introdottocome quinto parametro vitale.Pertanto, la sua valutazione deve essereeffettuata ogni volta il paziente lo avver-ta; ed esprime il diritto di tutti a ricevereogni valutazione e gestione adeguata eperiodica del proprio dolore (5, 6).Il momento della valutazione del doloreè fondamentale e richiede al professio-nista competenze tecniche per la sceltadel giusto strumento di valutazione, abi-lità relazionali per poter sviluppare la ca-pacità di spiegare lo strumento ed edu-care la persona assistita, e la capacità diascolto attivo al fine di instaurare la fidu-cia nel rapporto interpersonale. Ricor-dando sempre che lÊautovalutazione del-la persona assistita (o self-report) è lÊin-dicatore più attendibile dellÊintensità deldolore (7). Nella valutazione del doloreoncologico, gli strumenti di valutazionepiù utilizzati sono rappresentati dalla Nrs,Mc Gill Pain e dal Bpi (8).Nella valutazione del dolore è essenzialeanche lÊosservazione dei comportamenti

e dei dati oggettivi correlati, quali le va-riazioni di umore, i movimenti del corpoo inattività, e il pensiero (9). Per una corretta valutazione del dolorecronico bisogna considerare il dolorenella sua multidimensionalità, prenden-do in esame le caratteristiche dello stes-so e del soggetto, capendo la natura deiproblemi del paziente e, se possibile, lacausa del dolore, identificare le comorbi-

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Grafico 7. Valuti il suo dolore facendo un cerchio intorno al numero che descriva l' In-tensità del dolore attualmente

Grafico 6. Valuti il suo dolore facendo un cerchio che descrive l' Intensità del dolorepiù lieve nelle 24 ore

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Grafico 9. Nelle ultime 24 h quanto sollievo ho ricevuto dalle terapie e medicine?

Tabella 1. Interferenza del dolore (valore medio) nelle 24 ore rispetto a:Attività in generale 5,83 (DS±3,66)

Umore 3,00 (DS± 3,61)

Capacità di camminare 3,89 (DS± 3,72)

Capacità lavorativa 4,33 (DS± 4,80)

Relazione con gli altri 2,67 (DS± 3,46)

Sonno 0,11 (DS± 0,33)

Gusto di vivere 3,44 (DS± 3,71)

Grafico 8 Che terapie sta assumendoper il suo dolore?

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lità che possono incidere sul trattamen-to e sui sintomi, individuare le aspetta-tive e gli obiettivi del paziente e il livellodi consapevolezza su diagnosi e progno-si (10).Lo strumento di valutazione del doloredeve misurare lÊintensità del dolore, ilsollievo da questo, il disagio psicologicoe il danno funzionale. Inoltre, sono indi-catori rilevanti le modifiche fisiologichedei parametri vitali correlati al dolore,quale: lÊaumento della frequenza respira-toria e cardiaca, della pressione arteriosa,il pallore cutaneo e la sudorazione ec-cessiva. Ma pure per una corretta riva-lutazione ed osservazione e capire se iltrattamento farmacologico attuato hadato sollievo o registrare gli eventuali ef-fetti collaterali (11). Tra gli effetti collaterali e complicanzapresentata nei pazienti con neoplasiaematologica più comune, derivante daltrattamento chemioterapico intensivo ein regime di trattamento terapeutico dicondizionamento per il trapianto dellecellule staminali, vi è la mucosite, in-fiammazione che può interessare lÊin-tero tratto intestinale, caratterizzata dalesioni della barriera mucosa (che si puòpresentare con dolore diffuso dal cavo

orale allÊano), disfagia e predisposizionead infezioni opportunistiche, con neces-sità di un approccio terapeutico mirato(12).

CONCLUSIONILa tematica riguardante il dolore in areaonco-ematologica risulta essere poco di-scussa ma complessa, data la vastitàdellÊargomento nei diversi approcci tera-peutici in pazienti affetti da sofferenzecroniche. DallÊosservazione sul campo nello studioemerge che lÊUnità Operativa dello stu-dio garantisce unÊassistenza al dolorequasi esclusivamente basato sul livellodi intensità del parametro, rilevandoloquotidianamente, ma sottovalutando tut-to ciò che circonda e porta con sé lostesso.Infatti, somministrando ai pazienti unica-mente la scala numerica, si ha un riscon-tro istantaneo del livello del dolore delpaziente, ma si hanno lacune riguardo laqualità del dolore e sulle interferenzesullÊattività e in ambito psicologico nel-lÊarco della giornata. Possiamo suggerireche sarebbe opportuno utilizzare, con-temporaneamente, lÊuso delle due scaledi valutazione (Nrs e Bpi), somministrate

in momenti diversi del percorso diagno-stico-terapeutico del paziente, per avereuna visione completa del dolore, pianifi-care accuratamente il piano assistenzia-le ed una idonea ed efficace gestionedel dolore in accordo con la terapia an-talgica prescritta.Inoltre, è necessario che tutto il perso-nale sanitario abbia approfondite cono-scenze specifiche, con una formazionesul campo continua, per una corretta va-lutazione e scelta di strumenti adeguatinella gestione del dolore basate su evi-denze scientifiche, con lÊerogazione diprestazioni di qualità nei pazienti affettida patologia onco-ematologica.

AUTORI:Domenico De Gaetano, infermiere, Uni-versità La Sapienza, Roma;Silvia Barberi, docente a contratto Poli-clinico Tor Vergata, dottore magistrale inScienze Infermieristiche ed Ostetriche,infermiere AO San Giovanni Addolorata,Roma;Alessandra Falcioni, dottore magistralein Scienze Infermieristiche ed Ostetri-che, infermiere AO San Giovanni Addo-lorata, Roma.

BIBLIOGRAFIA1. Bono L, Di Leo S, Beccaro M, Catania G, Costantini M, Le core-competencies dell'operatore socio-sanitario in cure palliative. FrancoAngeli editore.2013.

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10. Federazione Ipasvi 2017, Il dolore oncologico e il suo controllo. Disponibile allÊindirizzo: http://www.ipasvi.it/print/percorsi-guidati/5.htm ultimo ac-cesso 01/07/2017

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I

Il supporto della telemedicina nella cura del diabete mellito

di Cristiano Abbati, Vincenzo Abbati

ABSTRACTIl diabete mellito (DM) sta dilagando nelmondo con una crescita inarrestabile: lestime più recenti affermano che ci sonocirca 400 milioni di pazienti (1).Eccesso ponderale ed inattività fisicasono fattori strettamente connessi allÊin-cidenza della malattia (2).Tutto questo comporta dei costi socialienormi: secondo lÊInternational DiabetesFederation, nel 2015, i costi del diabete(e delle complicanze ad esso correlate)hanno toccato lÊ11,6% del totale dellaspesa sanitaria mondiale (3).Per tale motivo, il Ministero della Saluteè intervenuto mettendo a punto il Pianonazionale della Malattia Diabetica (4) conlÊesigenza si sistematizzare, a livello na-zionale, tutte le attività nel campo delladiabetologia, per rendere più omogeneoil processo diagnostico-terapeutico.Il piano coinvolge, a livello capillare: il dia-betologo, lÊinfermiere dedicato, il Mmg,la dietista, lo psicologo, il podologo, il car-diologo, lÊoculista, il nefrologo, ecc, inuna „gestione integrata‰ della malattiae della cura.Essa implica un piano personalizzato difollow-up condiviso fra i vari professioni-sti coinvolti nel processo assistenziale.Da ciò ne deriva la necessità di classifi-care i pazienti in sub-target, in base algrado di sviluppo della patologia: vi sa-

ranno, quindi, dei pazienti a minore com-plessità con una gestione del follow-upprevalentemente a carico del Mmg e pa-zienti con patologia a maggiore com-plessità, con una gestione prevalente-mente a carico dello specialista.

INTRODUZIONE L'evoluzione della dinamica geografica, leconseguenti modifiche dei bisogni di sa-lute ed il crescente invecchiamento dellapopolazione, rendono necessario un ridi-segno strutturale ed organizzativo dellarete dei servizi, soprattutto nell'ottica dirafforzare l'ambito territoriale di assi-stenza.L'innovazione tecnologica può contribui-re ad una riorganizzazione dell'assistenzasanitaria, sostenendo lo spostamentodel fulcro dallÊospedale al territorio, attra-verso modelli assistenziali innovativi in-centrati sul cittadino.LÊassistenza alle varie patologie cronichesta passando inevitabilmente attraversola telemedicina, una tecnologia dirom-pente che prevede un investimento incapitale umano, al fine di garantire la so-stenibilità del sistema assistenziale.In una pubblicazione del professor New-man (5), la telemedicina verrà utilizzataper monitorare segni e sintomi in pazien-ti affetti da patologie croniche. Per farloverranno utilizzati degli strumenti „attivi‰

che richiederanno la partecipazione delpaziente o di un caregiver per inviare in-formazioni ad un centro dÊascolto specia-lizzato.Le informazioni ottenute verranno poi rin-viate, dopo essere state analizzate e, se ne-cessario, accompagnate da una prescri-zione o modifica del dosaggio terapeuticoin corso, con la richiesta di analisi, oppurecon il consiglio di recarsi, al più presto, inospedale, qualora sia necessario.Di fronte a tale innovazione, esistono, pe-rò, delle criticità della popolazione chenon si sente pronta ad accettare questocambiamento, perché lo ritiene un con-trollo continuo e serrato a distanza che lapotrebbe far sentire „troppo malata‰.Altro punto critico è la mancanza di unÊa-deguata formazione del personale sani-tario che, visti gli enormi carichi di lavoroe la mancanza di tempo, non riesce a tro-vare spazio da dedicare allÊaggiornamen-to professionale. Comunque, buona parte dei pazienti è fa-vorevole ad accogliere questa tipologiadi assistenza che, comunque, non devesostituire lÊassistenza in reparto, ma rap-presenta un aiuto tecnologico nei mo-menti critici.

LA TELEMEDICINALÊOms definisce Telemedicina: „lÊeroga-zione da parte degli operatori sanitari, di

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servizi di cura e di assistenza, in situa-zioni in cui la distanza è un fattore critico,attraverso lÊimpiego delle tecnologie in-formatiche e della comunicazione per loscambio di informazioni utili a: diagnosi;trattamento; prevenzione di malattie otraumi; ricerca; valutazione continua delpersonale sanitario; interesse della sa-lute dellÊindividuo e della collettività‰.Le radici della telemedicina risalgono aglianni Ê60, quando fu utilizzata, negli Usa,per prestare assistenza agli astronautiimpegnati nella missione Mercury e, suc-cessivamente, con numerose sperimen-tazioni anche in Europa.Il potenziale impatto positivo della tele-medicina nella gestione dei pazienti cro-nici (6) è stato evidenziato nel 2012, conun netto miglioramento della qualità del-lÊassistenza, lÊadesione ai programmi dicura, la riduzione delle ospedalizzazione,la stabilizzazione della patologia nonchélÊottimizzazione delle risorse.I sistemi sanitari attuali non saranno piùsostenibili a fronte dellÊinvecchiamentodella popolazione e delle continue richie-ste di assistenza. Ciò permetterà una ri-duzione delle risorse, garantendo mag-giori spazi a quei pazienti che realmentehanno bisogno di recarsi al Cad, abbat-tendo le lunghissime liste dÊattesa.I pazienti assistiti con la telemedicina ri-chiedono una formazione che non deveessere limitata solo agli aspetti tecnolo-gici, ma anche agli aspetti sociali e di re-lazione.La strategia deve spostarsi, infatti, da unsistema che reagisce ad un evento im-provviso e non pianificato ad un sistemache educa e responsabilizza il pazientea prendersi cura attivamente della pro-pria patologia.Ai fini di unÊampia diffusione della tele-medicina, particolare attenzione va dedi-cata alla formazione ed aggiornamentodei professionisti della salute.La formazione dovrà riguardare le nuoveapparecchiature di acquisizione delle in-formazioni e le tecnologie di trasmissio-ne dei dati.Le vie della telemedicina sono:- televisita: un atto sanitario in cui il me-dico interagisce a distanza con il pa-ziente e può dar luogo alla prescrizionedi farmaci e di cure. Il collegamento con-

sente di interagire con il paziente intempo reale (ad esempio, osservandolÊevoluzione di unÊulcera ad un piede,ecc);- teleconsulto: è un'indicazione di dia-gnosi e/o di una scelta terapeutica sen-za la presenza fisica del paziente chepermette di scambiare consigli, sullabase di informazioni mediche legate al-la presa in carico di un paziente;- telecooperazione sanitaria: è un attoconsistente nell'assistenza fornita daun operatore allÊaltro impegnato in unatto sanitario, come ad esempio fornireuna consulenza durante un soccorsod'urgenza;- telesalute: permette di assicurare ai pa-zienti cronici l'assistenza nella diagnosi,monitoraggio dati e gestione della pa-tologia.La registrazione e la trasmissione dei da-ti può essere automatizzata o realizzatada parte del paziente o di un altro opera-tore sanitario:- teleassistenza: è un sistema socio-assi-stenziale per la presa in carico di unapersona anziana che vive sola in casa,tramite la gestione di allarmi, l'attivazio-ne di servizi di emergenza, di chiamate

di supporto da parte di un centro servizi.Riguarda soprattutto i pazienti cronici(diabetici, cardiopatici, ecc) per lÊindivi-duazione precoce delle ri-acutizzazioni:- cartelle cliniche via web: personal he-alth record;- trasmissione dati dai pazienti agli ope-ratori: può essere effettuata tramiteweb-service,messaggi vocali, sms, fax,APP.Gli obiettivi della telemedicina, nella curadel DM, sono quelli di migliorare il con-trollo glico-metabolico, ridurre le compli-canze e gli accessi in pronto soccorso econsentire una riduzione dei costi per ilSsn.Lo prova una ricerca che ha coinvolto,per un anno, 40 medici curanti e 302 pa-zienti di età superiore ai 45 anni, monito-rati attraverso Doctor Plus, un innovativoservizio telematico di monitoraggio re-moto, dedicato ai pazienti reclutati nel si-stema (7).Si tratta del più importante studio realiz-zato in Italia nel campo della telemedici-na, che ha coinvolto pazienti del Lazio edella Toscana, e i cui risultati sono statipresentati nel 2014, a Roma.Il Mmg svolge un ruolo di centralità nella

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gestione della terapia del paziente e puòavvalersi di un accesso via web, tramiteil quale consultare tutti i dati clinici.Doctor Plus è, perciò, un sistema perlÊauto-monitoraggio domiciliare di alcuniparametri vitali attraverso lÊuso di dispo-sitivi medici certificati (glucometro, bi-lancia, pulsossimetro, pedometro, sfi-gmomanometro).Le misurazioni effettuate vengono invia-te via bluetooth ad una centralina cheraccoglie i dati clinici e li trasmette aduna piattaforma in cloud a cui hanno ac-cesso il medico, lo specialista e la cen-trale infermieristica, attiva 12 ore su 24,6 giorni su 7.La centrale operativa non sostituisce leemergenze, per le quali ci si deve rivol-gere, comunque, al 118.Una volta effettuato il monitoraggio, spet-ta al personale infermieristico, specifica-tamente formato, interpretare i dati edindividuare eventuali anomalie (si attiva-no caso per caso, in base ad un sistemadi triage).Se si tratta di lievi anomalie (bandierinabianca), il personale infermieristico inter-viene contattando direttamente il pa-ziente ed offrendogli consigli e suggeri-menti; in caso di anomalie più gravi (ban-dierina rossa) invece, lÊinfermiere allertail medico, che interviene per seguire il

paziente.I pazienti che hanno partecipato al trialhanno mostrato avere un miglior profilometabolico (< 0,3 % dellÊHbA1c).Si tratta di un risultato importante: bastipensare che, quando si testa lÊefficaciadi un nuovo farmaco, la soglia conside-rata rilevante è proprio lo 0,3%.Altro parametro positivo è la riduzionedegli accessi in pronto soccorso e delleospedalizzazioni (72 accessi per il grup-po di pazienti monitorati con il DoctorPlus, contro i 110 del gruppo monitoratoseguendo lÊiter tradizionale).Sempre in questo gruppo di pazienti èstata osservata una riduzione di accessial Cad per effettuare visite specialisticheed un miglioramento della qualità dellavita.Se questo sistema fosse applicato a tuttii pazienti diabetici in Italia si potrebbe ot-tenere un risparmio potenziale superioreal miliardo di euro lÊanno, 140 milioni so-lo nel Lazio.Il costo stimato per lÊAmministrazionepubblica di Doctor Plus è di circa 4 euroal giorno per ogni paziente, contro i 1000spesi per ogni ricovero.Si ridurrebbero gli accessi in urgenza inpronto soccorso nonché le ospedalizza-zioni.Il monitoraggio remoto dovrebbe essere

considerato dalla Sanità Pubblica una pre-stazione essenziale per la salute dei pa-zienti cronici che si traduce in un enor-me risparmio per le Aziende Sanitarie.

CONCLUSIONIVisto lÊinnalzamento delle aspettative divita, che comporta inesorabilmente unaumento delle patologie croniche, la de-ospedalizzazione si rende necessaria. Ela tecnologia fornita dal mondo dellascienza rappresenta il mezzo con il qualesopperire alle problematiche della so-cietà attuale. La telemedicina non può - e non vuole -sostituire la comune attività clinica, cheresta premiante, ma è uno strumentoche si integra perfettamente nella ge-stione della cronicità. I progetti di tele-medicina avviati negli ultimi anni in Italiahanno portato a risultati soddisfacenti,che rappresentano una via solida su cuifondare le basi per il futuro.

AUTORI:Cristiano Abbati, infermiere Uos Diabe-tologia Clinica, Azienda Ospedaliera RM5, San Giovanni Evangelista, Tivoli;Vincenzo Abbati, infermiere, reparto dayhospital-day surgery, azienda ospeda-liera SantÊAndrea, Roma.

Guariguata L, Whithing D.R, Hambleton I, Linnenkamp U, Shaw J.E, Global estimates of diabetes prevalence for 2013 and projactions for 2035. Dia-betes Res Clin Pract 2014;103:137-49.Bonora E et al, Popolation based incidence rates and risk factors for type 2 diabetes in white individuals. Diabetes 2004;53:1782-89.Alva M.L, Gray A, Mihaylova B, Leal J, Holman R.R, The impact of diabetes-related complication on healthcare costs: new results from the UKPDS.Diabet Med. 2015;32:459-466.Ministero della salute. Piano nazionale della Malattia Diabetica 2013.Newman et al, Computer assesment and cognitive behavioral treatment of clinical disorders. Behavior Therapy, 28,1-25. 1997.Telemed Telecare 2012 June;18(4):211-220.A Randomized clinical trial on home telemonitoring for the management of metabolic and cardiovascular risk in individuals with type 2 diabetes. Dia-betes Technology and Therapeutics. 2015

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SITOGRAFIA

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Indagine conoscitiva sulla divulgazioneeditoriale dell’infermiere militare

Ndi Antonio Coltellaro, Georgia Luzi

ABSTRACTNel corso degli ultimi anni, le forze mili-tari, sono state impegnate in una seriedi conflitti e operazioni umanitarie chelÊOsservatorio nazionale dei Diritti Umani(Ondus) ha documentato in perdita divite umane di oltre 240mila persone, dicui 71.781 civili e 12mila minorenni inSiria. (Tabella 1)Gli infermieri militari, da sempre, in cir-costanze riguardanti un ambiente ostile,si trovano ad assistere e supportare lapopolazione civile, gli ammalati, i feriti, icaduti e prigionieri di guerra, difenderela propria vita e allontanare ogni senti-mento di rancore o pregiudizio alcunoper il diritto alla difesa della vita sancito dal-la Dichiarazione dei Diritti Umani (1948).Lo scopo di questa ricerca bibliograficaè di identificare cosa ha prodotto la ri-cerca infermieristica militare nel corsodel tempo nellÊassistenza sanitaria e nel-la buona pratica clinica. La letteratura identifica la preparazionedella team and environment for a de-ployment as a military-nellÊambiente dicui fanno parte medici, infermieri e ane-stesisti, attraverso quelli che possonoessere tutti i possibili scenari di riferi-mento con il corretto comportamento cli-nico e rispondendo in base alle propriecompetenze ed esperienze maturate. LÊassistenza dei pazienti in ambienti ope-rativi militari richiede delle risorse come:attrezzatura, tempo e condizioni ambien-tali che, spesso, gli infermieri devono ge-

stire individualmente per lÊadattamentoad una particolare situazione critica.

MATERIALIE METODISono state considerate le banche dati diPub Med, Cinahl che hanno prodotto suEBSCO e OvidSP da cui sono stati estra-polati 379 articoli e 4 revisioni sistema-tiche su PubMED, di cui una sola consi-derata, perché trattava, nello specifico,lÊargomento ricercato nellÊarco tempora-le dal 1990 al 2013, poi adottata insiemead altri articoli considerati per la scritturadel report.Sono stati considerati solo quegli articoliche trattavano di assistenza infermieristi-

ca militare, mentre gli altri che non pre-sentavano le caratteristiche sono statiscartati. Sono stati valutati i trials e le revi-sioni sistematiche, nonché le pubblicazio-ni accademiche degli ultimi cinque anni. Gli articoli considerati per la stesura consolo abstract; sono stati reperiti e ricer-cati sia su altre banche dati o richiesti infull text alla biblioteca multimediale diMedicina e Chirurgia dellÊuniversità diTor Vergata di Roma. Sono stati inseriti dei limiti:1. disponibilità dellÊabstract nelle pubbli-cazioni (n.379 articoli);

2. articoli pubblicati negli ultimi 5 anni(n.120);

campo geografico: europeo (n.87), UK e

Una ricerca bibliografica

CONFLITTO PERIODO MORTI VITTIME CIVILICina (guerra civile) 1946-50 1.000.000 50%Guerra di Corea 1950-53 3.000.000 50%Vietnam (intervento statunitense) 1960-75 2.358.000 58%

Biafra (guerra civile in Nigeria) 1967-70 2.000.000 50%

Cambogia (guerra civile) 1970-89 1.221.000 69%

Bangladesh (secessione) 1971 1.000.000 50%

Afghanistan (intervento sovietico) 1978-92 1.500.000 67%

Mozanbico (guerra civile) 1981-94 1.050.000 95%

Sudan (guerra civile) dal 1984 1.500.000 97%

Tabella 1. Perdite umane nei maggiori conflitti armati dal 1945 in poi: Conflitti con nu-mero di vittime superiore al milione. (Fonte: Ruth Leger Sivard World Military and So-cial Expenditures 1996, World Priorities, Washington-DC, 1996).

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Irlanda (n.76), continente europeo (n. 11),Mexico e Sud America (n. 4), Australia eNuova Zelanda (n. 2) e Usa (n. 26) poiconsiderati nei risultati.La stesura del report comportato la va-lutazione delle pubblicazioni con conte-nuti essenzialmente inerenti lÊinfermie-ristica militare.

Parole-chiave: military nursing, EvidencePractice Nursing, emergency nursing.

BACKGROUND Nel corso degli ultimi anni, il campo dellaricerca infermieristica militare, in alcuneparti geografiche del mondo, è stata im-pegnata in una serie di conflitti e opera-zioni umanitarie che hanno prodotto unaccurato esame della tipologia di assi-stenza che viene prestata in situazioni diemergenza e urgenza. Secondo Siaki L.A et al 2014, evidence-based entro il 2020, gli istituti scolasticie la pratica non sono ancora sulla stradagiusta per raggiungere questo obiettivo(che, secondo l'Hawaii State Center forNursingco). Va sottolineato che lÊinfermiere militare,in Italia, è un sottufficiale di carriera, cheha regolarmente conseguito, in passato,lo specifico corso triennale di formazio-ne tecnico-pratica a cui oggi, corrispon-de, il corso di laurea per infermiere abili-tante allÊesercizio della professione.Nel nostro Paese, forze armate attual-mente sono costituite da: Esercito Italia-no, Marina Militare, Aeronautica Militaree Arma dei Carabinieri che è un corpo digendarmeria con compiti di polizia, poli-zia militare ed altro (con l'emanazionedel d.lgs del 5 ottobre 2000 n. 297, èstata classificata come Forza Armata au-tonoma).La Guardia di Finanza è un corpo militaredello stato, con compiti essenzialmentedi polizia economico-finanziaria, ma an-che di polizia giudiziaria, pubblica sicu-rezza e di concorso alla difesa militaredello stato italiano. Dispone pure di unitàterrestri, navali e aeree.I restanti corpi ausiliari sono invece:- corpo militare volontario della CroceRossa Italiana;- corpo militare dell'Esercito Italiano delSovrano Militare Ordine di Malta;

- l'ordinariato militare italiano.Di fatto, l'infermiere è un pubblico uffi-ciale il cui titolo è valido sull'intero terri-torio nazionale ed è rilasciato nel rispettodella normativa europea in materia di li-bera circolazione delle professioni.L'esercizio della professione sanitaria in-fermieristica è, per legge, autonoma edindipendente, rispetto alle altre profes-sioni sanitarie (medici, farmacisti, odon-toiatri, veterinari, psicologi-psicoterapeu-ti, professioni sanitarie riabilitative, tecni-co-sanitarie e della prevenzione) e vinco-

lata al conseguimento del titolo accade-mico, rilasciato a seguito di un esame fi-nale con valore abilitante alla professio-ne (lÊinfermiere, insieme a tutte le altreProfessioni Sanitarie non mediche, siabilita sostenendo lÊesame di stato vali-dato da due membri del Collegio e/o del-le Associazioni maggiormente rappre-sentative prima della laurea) e all'iscrizio-ne al relativo albo professionale. LÊinfermiere adempie ai suoi doveri pri-ma come militare, poi come infermiere,attenendosi con disciplina e onore a tuttidoveri. Collabora con la Nato insieme a tutte leforze dispiegate, in ambito di soccorsoin emergenza e/o urgenza come suppor-to di rianimazione fino alla destinazioneufficiale nel territorio ospedaliero. Prestare assistenza in zona operativa ri-chiede rapidità di azione e la consapevo-lezza della propria, oltre dellÊaltrui, con-servazione della vita, in tempestività delcorretto intervento e dimestichezza inregime di urgenza. Nel dettaglio:Basic Life Support (Bls); Basic Life Support Defibrillation (Blsd);

Advanced Cardiac Life a Support (Acls); Prehospital Trauma Life Support (Phtls);Major Incident Medical Managementand support (Mimms);conoscenza approfondita del triage intraed extraospedaliero.La letteratura riferisce che esistono diecifattori caratteristici elencati da JeanWatson, (2008) che, secondo Thom-pson e Mastel Smith (2012), riflettonol'esperienza di vita dell'infermiere mili-tare per l'apprendimento e la sua matu-razione. (Tabella 2)

La letteratura identifica, la preparazionedella team and environment for a de-ployment as a military-nellÊambiente peruna distribuzione delle risorse militari dicui fanno parte medici, infermieri e ane-stesisti. Il personale infermieristico militare ha unciclo di distribuzione di turno e tuttavia,quando non è in servizio, lavora all'inter-no del settore sanitario o di supporto dicomunicazione/emergenza per ogni even-tuale cambiamento che possa provocarelÊallertamento.L'intero sistema infermieristico e medi-co essere pronto a lavorare in un ambien-te che può cambiare in ogni momento,integrando gli individui nel team e utiliz-zando procedure altamente standardiz-zate. NellÊarea ospedaliera e territoriale, i com-piti e le attribuzioni infermieristiche sonoquelle previste dalla vigente normativatecnico-professionale e tecnico-sanitariamilitare e, nello specifico settore, le sueprincipali funzioni sono rivolte: 1. alla direzione, coordinamento e al con-trollo dell'attività infermieristica assi-

Tabella 2. Fattori caratteristici dell'infermiere militare elencati da Watson

1. Formazione prevista da un sistema umanistico-altruistico di valori; 2. instillazione della fede-speranza; 3. la coltivazione della sensibilità verso se stessi e gli altri; 4. sviluppo di una relazione di aiuto; 5. promozione e accettazione del espressione dei sentimenti positivi e negativi; 6. l'uso sistematico del metodo scientifico per la risoluzione dei problemi nel processodecisionale; 7. promozione dellÊinsegnamento-apprendimento interpersonale; 8. fondo protettivo e (o) correttivo mentale, fisico, socio-culturale e spirituale per un am-biente di sostegno;9. assistenza per la gratificazione dei bisogni umani;10. fondo per le forze esistenziali-fenomenologiche.

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stenziale (ricovero e cura);2. allÊattività infermieristica militare spe-cifica;

3. allÊassistenza sanitaria durante le eser-citazioni a fuoco;

4. alla prevenzione delle malattie infet-tive;

5. allÊigiene alimentare;6. allÊigiene mentale;7. allÊigiene sul lavoro;8. alla tenuta dei materiali;9. allÊamministrazione medico-legale;10. alle disinfezioni e disinfestazioni

(„piccole‰ e „medie‰);11. alla raccolta e allo smaltimento dei

rifiuti;12. ai mezzi di soccorso (intendendo con

questo termine lÊautoambulanza di ti-po A e B e di eliambulanza).

La responsabilità legata alla funzione ri-coperta va a sommarsi alla competenzaprofessionale e strettamente equidistan-te anche alle altre forze impiegate, os-sia: Marina, Aeronautica, Carabinieri. La sfera di responsabilità funzionale èstrettamente correlata alla qualifica fun-zionale con cui il professionista si trovainquadrato nel contesto organizzativo diappartenenza nel prestare:- un trattamento immediato (per chi ne-cessita di cure di emergenza e inter-venti chirurgici salvavita);- un trattamento differito (per personeche richiedono cure chirurgiche con uncerto margine di tempo);- un trattamento minimo (per coloro cheriportano ferite lievi);- un trattamento di coda (per infermi, vit-time di plurime e gravi ferite, la cui te-rapia sarebbe complessa e di lunga du-rata. Vengono trattati quando la situa-zione è sotto controllo).LÊinfermiere militare è chiamato a ri-spondere in maniera „doppia‰ visto che,oltre ad attenersi a quanto previsto perlÊesercizio professionale, sia in regime didipendenza che libero professionale, de-ve attenersi a quanto previsto dai suoidoveri a carattere generale, fissati dallanormativa disciplinare militare e sanitaria.E questo perché ha una sua prassi medi-co-legale non delegabile, legata alla suafunzione infermieristica che, insieme aquella medica, completano a 360 gradilÊattività sanitaria in senso stretto.

LÊinfermiere lavora in un team assisten-ziale. I fattori umani-chiave che sono ri-chiesti a tutto il team sono in rapportoallÊadozione di un comportamento clini-co con il paziente e si concentrano sullacomunicazione, il processo decisionale, la leadership, e il teamwork: ilavoro disquadra nelle simulazioni previste o neivari scenari che lÊinfermiere può vivereattraverso lÊesperienza diretta sul campo.

RISULTATI Da una recente revisione di Currie eChipps (2015), che raccoglie tutte lemaggiori pubblicazioni degli ultimi 23 an-ni, si evidenzia che, la maggior parte del-la divulgazione editor59%) e Australia(n=9, 38%). (Grafico 1)

Gli Stati Uniti hanno mantenuto un co-state aumento delle pubblicazioni dal

1990 nei 5 anni, poi il Brasile e, a seguire,il Regno Unito che hanno pubblicatoprincipalmente dal 2005 in poi e quasi il50% (n=4) dell'Australia ha pubblicatoarticoli dal 2000 al 2005. Le tendenze delle pubblicazioni negli Sta-ti Uniti, Australia e Regno Unito sonostate influenzate dalle attività militari deiPaesi in quel particolare tempo.Tutte le documentazioni sono incentratesulla guerra in Afghanistan (2001) e quel-la del Golfo (2014) e sono state pubblica-te dagli Stati Uniti (ad eccezione di unapubblicazione del Regno Unito), 8 delle9 delle attività divulgative dell'Australiariguardavano la Malesia e la Guerra delVietnam e 12 delle 16 riviste brasilianeerano incentrate sulla II Guerra Mondiale.(Tabella 3)La revisione ha identificato che la pro-duttività della ricerca e le varie tendenzein tema di progettazione, aumentano losviluppo dellÊInfermieristica militare, per-ché è un campo importante, dove le le-zioni apprese dagli infermieri militari du-rante i recenti eventi nel mondo hannoil potenziale per inoltrare la buona praticainfermieristica in quella civile.Si evidenzia che il numero degli articolimilitari di ricerca della professione negliultimi 23 anni è notevolmente diminuito. In effetti, la quantità di assistenza infer-mieristica militare è più strettamente al-lineata alla ricerca nei campi specialisticidella professione infermieristica. Secondo la letteratura, il servizio infer-mieristico nasce ufficialmente nellÊeser-

Grafico 1. Divulgazione editoriale infer-mieristica militare secondo Currie eChipps dal 1990 al 2013

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cito degli Stati Uniti nel 1881, quindi, cir-ca 18 anni dopo, la Croce Rossa Italiana(Cri), nata nel 1863. Il Servizio Infermieristico Army era un'or-ganizzazione che ha supervisionato il la-voro dei militari infermieri e la loro distri-buzione all'estero a partire dalla primaGuerra dei Boeri. LÊinfermieristica mili-tare nasce da un numero significativo dipratica assistenziale sanitaria, molta del-la quale è stata poi tradotta in quella ci-vile.Degna di nota per lÊassistenza, è stata lapioniera Florence Nightingale durante laGuerra di Crimea (1854), documentatain „Notes of Nursing‰ e nella praticacontenuta e relativa al controllo delle in-fezioni e la nutrizione del paziente (Ni-ghtingale, 1859). Più recentemente, i conflitti in Iraq e Af-ghanistan hanno portato a progressi si-gnificativi nelle pratiche di assistenza sa-nitaria, in particolare: nella chirurgia nelcontrollo delle lesioni, nel controllo deidanni dalla rianimazione, dei protocolli ditrasfusione di massa, del controllo delle

infezioni e dei sistemi di reporting deitraumi (Aronson et al., 2006; Eastridgeet al., 2006; Hodgetts et al., 2007; Wil-dridge et al., 2012). Sono molti i progressi individuati, soprat-tutto, nella gestione delle emorragie mas-sicce: è il contributo più significativo (intermini di lezioni di sanità militare), poiappresi e adottati in paradigmi nei traumicivili (Orman et al., 2012). I conflitti in Medio Oriente hanno coin-volto gli infermieri militari nellÊadozionedi modelli assistenziali militari per le le-sioni, che raramente si erano sperimen-tati prima e, per tale motivo, ha presen-tato l'opportunità di evolvere ulterior-mente la conoscenza della cura e praticamilitare. I tipi di lesione da trauma balistico sonodelle sfide tuttora attuali, per tutte lespecialità dellÊInfermieristica coinvoltanella cura, in particolare, come gran par-te dei pazienti (il 69%), sono i feriti chenella seconda guerra del Golfo (2003-2011) e/o in Afghanistan (2001-2014)hanno sofferto di politrauma.

LÊassistenza dei pazienti feriti in ambien-ti operativi militari prende in considera-zione dei vincoli in termini di risorse,quali: lÊattrezzatura, il tempo e le condi-zioni ambientali. Spesso, tutto ciò richiede agli infermierilÊadozione di un loro approccio alla curaper lÊadattamento ad una particolare si-tuazione, ottimizzando i risultati di salute. La riabilitazione a lungo termine dei feritirichiede sfide uniche, sia fisiche che psi-cologiche per il personale, sul più ampiosistema di assistenza sanitaria e salutedei veterani di guerra. Tuttavia, secondoBridges, 2010, non vi è limitata evidenzadella ricerca alla base pratica infermieri-stica militare.I progressi nella conoscenza della curamilitare sono atti a fornire potenziali op-portunità per la traduzione nella maggiorparte dei settori civili dellÊassistenza in-fermieristica, in particolare: traumi, curacritica, cura peri-operatoria e della salutementale. Come la ricerca infermieristica si tradu-ce in ricerca militare? Secondo Hettiaratchy et al, (2010) eOrman et al, (2012), quando si attua lagovernance di una vittima da trauma dacombattimento, nel trattamento di unamassiccia emorragia in cui vi è la provadell'utilità della ricerca militare nell'impo-stazione a quella civile. Una delle sfide-chiave per infermiere mi-litare è il problema del tempo, perché laricerca non è spesso il compito principa-le dell'infermiere militare.Inoltre, la distribuzione regolare dei ciclidi distacco può interrompere i progettidi ricerca, dipendente, al momento, al li-vello di supporto disponibile (Felton etal., 1998). Intraprendere una ricerca lon-gitudinale rimane, quindi, problematico

Tabella 3. Tipologia di riviste

Tipologia di riviste N e %% Prima della seconda Guerra del Golfo

% Dopo la seconda Guerra del Golfo

Nursing 156 65,8% 44 (55,7%) 112 (70,9%)

Medical/Multi 81 34,2% 35 (44,3%) 46 (29,1%)

Military Medicine 5322,4% 27 (34,2%) 26 (16,5%)

Nursing Research 114,6% 2 (2,5%) 9 (5,7)

Journal of Advanced Nursing

93,8% 4 (5,1%) 5 (3,2%)

British Journal of Nursing

62,5% 1 (1,3%) 5 (3,2%)

Communicating Nurs Res

62,5% 0 6 (3,8%)

Grafico 2. Pubblicazioni dopo la seconda Guerra del Golfo Grafico 3. Pubblicazioni prima della seconda Guerra del Golfo

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e supportato dal fatto che non sono statiidentificati nella recensione degli studilongitudinali (Feider et al., 2012). Solitamente, vi sono dei processi di liqui-dazione degli articoli di ricerca per lapubblicazione e ciò può aggiungere un'ul-teriore sfida per i militari infermieri.Uno dei principali divieti ai militari è nelfinanziamento della ricerca infermieri-stica. La maggior parte delle ricerche infermie-ristiche militari è prodotta dagli Stati Uni-ti e questo non è sorprendente, data ladimensione e le risorse disponibili per leforze armate degli USA e anche del nu-mero dei conflitti e delle operazioni mili-tari a cui hanno partecipato negli ultimi20 anni.La maggior tradizione di ricerca negliStati Uniti delle forze armate è stata so-stenuta con il corpo della professione in-fermieristica nell'esercito, nonché dallaricerca di pioniere infermieristiche mili-tari (Kennedy, 1994). La letteratura cita un programma di ricer-ca infermieristica Tri-Service istituito dal-la US Navy, dell'esercito e dell'aeronauti-ca (1999), che fornisce le risorse per lÊIn-fermieristica militare, compreso un qua-dro della professione infermieristica peridentificare le aree di sostegno al finanzia-mento della ricerca e alla supervisione(Bridges et al., 2008; Schmelz et al., 2003).La posizione geografica dominante perla ricerca infermieristica militare è rima-sta agli Stati Uniti per tutto il periodo1990-2013, con l'ingresso dellÊAustralianel campo a partire dal 2000, del Brasilee del Regno Unito dal 2005 in poi.Anche in altri campi, tra cui la sanità pub-blica, gli Stati Uniti hanno visualizzatouna dominanza della produttività di ricer-ca (Anderson et al., 2009; Clarke et al.,2007). La maggior parte degli articoli provenien-te dagli Stati Uniti sono concentrati sulleguerre del Golfo e in Afghanistan e, suc-cessivamente, il campo della professio-ne infermieristica militare riflette unaprospettiva distorta nella distribuzionedellÊattività editoriale. Il fattore di impatto mediano dello 0.88è simile in altri campi di cura dove lamaggior parte degli articoli, o sono pub-blicati in riviste sia con nessun fattore di

impatto o con un fattore di impatto me-no di due (Johnstone, 2007; Smith e Ha-zelton, 2008). Tuttavia, le variabili come l'assistenzaper gli insorti nemici, possono interferirecon la formazione di rapporti della curatra infermiere-paziente e infermiere. Vi sono opportunità per la ricerca nellacura dei ribelli feriti, un fenomeno pocostudiato e compreso sufficientemente. La ricerca sulle cure dei ribelli ha biso-gno di essere svolta rapidamente, per-ché gli infermieri militari continuano adessere distribuiti in zone di conflitto. I risultati potrebbero essere generalizzatiagli infermieri per affrontare con curaquelli che sono i nemici della società (i de-tenuti, i tossicodipendenti, i conducentiubriachi, i membri di bande e altri ancora).La letteratura del Regno Unito indirizzaverso dei programmi di supporto alla for-mazione dellÊinfermiere militare. Secon-do uno studio fenomenologico condottoda Beamont (2014), gli infermieri militaridel servizio nazionale nella UK non sisentono pienamente preparati ad intra-prendere le azioni sanitarie, tanto da in-serire un nuovo modello che permette-rebbe loro di guadagnare l'esperienzanecessaria e il collocamento nel serviziosanitario nazionale, attraverso una pra-tica clinica ricca di tirocini. Uno primo studio di ricerca svolto daFinningam et al (2015) sull'impatto del-l'efficacia dei tirocini pre-distribuzione(preparazione didattica e clinica) sulla cu-ra qualitativa previsti per gli infermierimilitari sulla distribuzione sulle forze ar-mate britanniche nella preparazione di-dattica, indirizza alla formazione miglio-rativa, con l'introduzione di un program-ma di preceptorship militare formalizzata. A seguito di una concentrazione sullecompetenze fondamentali di cura, i corsidi formazione (soprattutto per la cura deibambini) devono essere combinati conuna politica standardizzata adeguata allaclinica.LÊesposizione clinica adeguata aumentale competenze esperenziali a quegli in-fermieri del Regno Unito che non sonoregolarmente esposti alle zone di guerra. I tirocini clinici dovrebbero essere stan-dardizzati e armonizzati in aree di distri-buzione in cui gli infermieri curano i pa-

zienti con similari tipologie di lesione nel-le unità di: ad alta dipendenza, chirurgiaelettiva, unità di valutazione medica, pe-diatria. Squadre di sensibilizzazione potrebberoessere adottate (come nelle ustioni nellachirurgia plastica e la gestione del doloreattraverso programmi di rotazione clinica).

CONCLUSIONILa ricerca infermieristica militare è uncampo molto importante, dove le lezioniapprese da Florence Nightingale durantela Guerra di Crimea sono state trasmes-se, ampliate e divulgate nella pratica as-sistenziale degli infermieri militari duran-te i recenti eventi nel mondo. Il potenziale della ricerca militare è increscita per inoltrare la buona pratica in-fermieristica anche in quella civile, in par-ticolare nella specializzaziona dei settoriquali: il trauma balistico, la salute menta-le, la gestione delle emorragie, la sanitàpubblica, la rianimazione, la cura chirurgi-ca ma anche la riabilitazione dei veterani. Le ultime tendenze in fatto di pubblica-zioni sono argomenti di progettazione al-la miglior cura e alla pratica clinica nelcampo della professione infermieristicae della ricerca militare, attualmente an-cora poco conosciuto.Questo indirizza lÊInfermieristica militarea ricercare più risposte alle tante doman-de, in un processo che potrà essere rivi-sto solo in un prossimo futuro, ma che,per ora, può essere anche utilizzato in al-cune situazioni da adottate nellÊassisten-za civile, per fornire aiuto alle vittime didisastri come uragani, inondazioni, ter-remoti o dispersione di sostanze nociveo incidenti nucleari. Vi sono alcune sfide importanti per lÊin-fermiere militare come il tempo, perchéla ricerca non è spesso il compito princi-pale dell'infermiere militare nellÊadempi-mento del proprio ruolo come dai recen-ti sviluppi.La distribuzione regolare dei cicli di di-stacco può interrompere i progetti di ri-cerca, o per mancanza di supporto finan-ziario, o per lÊindisponibilità anche dellaproduzione letteraria di ricerche longitu-dinali. ˚ riconosciuto, comunque, che la produ-zione della ricerca, non è necessariamen-

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te un indicatore della qualità o dellÊim-patto, anche se è interessante immagi-nare che il campo della ricerca dell'as-sistenza infermieristica militare non è dameno di altri. Tuttavia, la posizione domi-nante per lÊelevata dimensione delle ri-sorse disponibili è delle forze armate edè strettamente correlata al numero deiconflitti e delle operazioni militari ad es-se legate. UnÊaltra sfida attuale per lÊinfermiere èaumentare lÊevidenza alla base della pra-tica nellÊInfermieristica militare, per inco-raggiare gli infermieri ad intraprendere ildottorato e, quindi, rafforzare la culturadella ricerca per poi diffonderla o per im-postare dei modelli che aiutino a finan-

ziarla.Molti progressi nella cura e nel tratta-mento continueranno ad essere realiz-zati come risultato dell'assistenza sanita-ria e il trattamento previsto per le vittimedi guerra, nei conflitti e nei disastri uma-nitari. Ed è importante che questi, deb-bano essere documentati (Feider et al.,2012). Appare inoltre importante che gli infer-mieri siano preparati ad immergersi, siadal punto di vista teorico-pratico, che fi-sico e psicologico, nelle zone di guerra,mai come ora, attraverso un sistema ditutoraggio che miri anche ad aumentar-ne le competenze. ˚, perciò,necessarioreperire le lezioni apprese e garantire

che la cura infermieristica militare sia, suuna base di prova, certa ed essenziale,che faciliti l'avanzamento continuo deiparadigmi della cura, così come la tradu-zione della pratica in ambiente civile an-che attraverso il confronto di vari possi-bili scenari di riferimento.

AUTORI:Antonio Coltellaro, infermiere Uoc Riani-mazione, Asl RM2 Sant'Eugenio, docen-te MED/45, CdL in Infermieristica, Uni-versità di Tor Vergata, Roma;Georgia Luzi, infermiera libero professio-nista, docente MED/45, CdL in Infermie-ristica, Università di Tor Vergata, Roma.

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Documentare correttamente in sanitàIl fondamento dell'ospedale moderno

LETTO VOI

In sanità, documentare corret-tamente è molto di più di unatto formale: è un supporto

fondamentale all'assistenza clini-ca multidisciplinare, alla ricercascientifica traslazionale e alla ge-stione manageriale, le tre compo-nenti su cui si basa l'efficienza diun ospedale moderno. Questo libro inizia con un inqua-dramento medico-legale sulla ne-cessità e modalità di documenta-re, registrare, tracciare ogni inter-vento e scelta attuati sulla perso-na assistita; all'interno di questacornice legislativa si inserisce l'at-tenzione alla qualità ed eccellenzaprevista dagli organi di accredita-mento internazionali e in partico-lare agli standard JCI.Dopo il primo capitolo, che ac-compagna il lettore a contestua-lizzare la problematica espressaoggi dalla documentazione sanita-ria, il testo fornisce i presuppostiteorici che hanno spinto gli autoria intraprendere il progetto di ricer-ca sulla definizione e implementazione di una documentazioneassistenziale orientata ai Nursing Sensitive Outcomes nell'otticadell'essenzialità del Nursing Minimum Data Set. Quest'opera vuole essere formativa e divulgativa per poter coin-volgere altre strutture sanitarie, promuovendo un radicale cam-biamento culturale nell'ambito della professione infermieristica. Alla luce di questo proposito i capitoli IV e V spiegano, nel det-

taglio e con un certo pragmati-smo, come sia stato individuatoil set di dati, come sia stato tra-dotto in uno strumento di docu-mentazione e come sia stato im-plementato nella pratica clinica. Questo volume fornisce spunti diriflessione indispensabili perquanti operano in ambito oncolo-gico (ma anche in contesti diver-si) e, che, ogni giorno, si trovanonella condizione di compiere scel-te e prendere decisioni sul per-corso di cura della persona assi-stita.La ricerca condotta dagli autoriha elaborato un metodo di docu-mentazione innovativo a livellointernazionale: ha analizzato e de-finito il processo ottimale di do-cumentazione clinica in area in-fermieristica, offrendo così gran-de contributo allo sviluppo distrumenti accurati per garantirela sicurezza dei pazienti, migliora-re la loro qualità di vita durante leterapie e produrre dati per la ri-

cerca clinica, utili anche ai futuri pazienti in continuo migliora-mento.

Giorgio Magon, Alessandra MilaniOutcome infermieristici: documentare e fare ricerca.

Gli esiti delle cure infermieristiche in OncologiaMaggioli Editore, 2015, 160 pagg (20 euro)

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Oggi, l'infermiere deve es-sere maggiormente con-sapevole che, grazie alle

proprie competenze ed abilità, dalui dipende la sicurezza dei pa-zienti che si affidano alle sue cu-re, così come gli esiti dei processiassistenziali in termini di efficaciaed efficienza clinica, qualità edeconomicità.Nel testo, gli autori intendono for-nire indicazioni, strumenti, meto-di e conoscenze scientifiche ag-giornate utili a prevenire i rischi dierrore legati alle tecniche e alleprocedure di preparazione e som-ministrazione dei farmaci in qual-siasi contesto operativo.Particolarmente interessante pergli studenti dei Corsi di Laurea inInfermieristica e della formazionepost-base (Master e Specialisti-ca), come anche per il professio-nista, è quella ampia sessione delvolume che approfondisce la Me-trologia applicata all'Infermieristi-ca mediante una vasta casisticadi problemi ed esercizi corredati delle relative soluzioni e spie-gazioni.Si evidenzia, inoltre, il modo in cui la giurisprudenza affronta il

tema degli errori di terapia com-messi dai vari operatori nelle di-verse fasi del processo, attra-verso l'analisi e i commenti dellesentenze di alcuni casi clinici adopera di esperti giuristi nonchél'analisi delle implicazioni legatealle novità legislative in termini diresponsabilità professionali, co-me la recente Legge Gelli.Infine, una sessione specialisticatratta alcune aree di competenzapiù avanzata, ad esempio la som-ministrazione dei farmaci nell'an-ziano, in età pediatrica oppure alpaziente critico in situazioni di ur-genza-emergenza.Il testo comprende nuovi servizie contenuti di approfondimentocome la nuova versione mistamanuale + ebook e la possibilitàdi aggiornamenti continui.

Gaetano Romigi, Davide BoveCompetenze, abilità e

responsabilità dell'infermierenella Terapia Farmacologica

Linee guida per una corretta e sicurasomministrazione dei farmaci

EdiSES, Napoli, 2017, 217 pagg (18 euro)

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Una guida per la corretta e sicura somministrazione dei farmaci

LETTO VOI

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L ÊIstituto di Studi Politici „SanPio V‰ e il Centro di Studi eRicerche Idos hanno pre-

sentato la XII edizione dellÊOsser-vatorio Romano sulle Migrazioni,a Roma, il 25 maggio 2017, nel-lÊanno in cui si commemora il 60°anniversario del Trattato di Roma.La storica ricerca, che a tuttÊoggirappresenta lÊunico rapporto so-cio-statistico sullÊimmigrazione at-tualmente disponibile nellÊarea ro-mano-laziale, anche questÊanno,accanto al lavoro redazionale e diricerca, ha svolto un ruolo paralle-lo di sensibilizzazione sul territorioper far conoscere il fenomeno del-lÊimmigrazione nei suoi aspetti ter-ritoriali, demografici, socio-cultu-rali ed economici.LÊutilità di un Rapporto statisticoappare evidente per la compren-sione di un fenomeno complessoquale quello dellÊimmigrazione: re-altà che in Italia è andata acqui-stando una dimensione crescentenel corso degli ultimi decenni. Il Dossier non si limita a Roma, ma include anche i comuni dellacittà metropolitana e le altre province, per poi esaminare la re-gione nel suo complesso. Per ciascuno di questi ambiti vengono proposti molteplici ap-profondimenti, con un ampio corredo di statistiche, offrendounÊanalisi organica delle migrazioni imperniata su vari aspetti,con un ampio supporto di dati statistici: il contesto internazio-nale; i flussi migratori e la presenza di immigrati e rifugiati in Ita-lia; il mondo del lavoro; i diversi livelli di inserimento sociale; icontesti regionali.

I redattori del Rapporto sonostrutturati in una redazione nazio-nale e in referenti regionali cheoperano a titolo personale o co-me rappresentanti di organizza-zioni locali. Il loro impegno con-siste nellÊunire al rigore scientifi-co e all'analisi socio-statistica, lasemplicità espositiva al fine disoddisfare le esigenze di tutti ilettori, dai funzionari pubblici aglioperatori sociali, dagli studenti airicercatori, dagli stessi immigratiai cittadini di altri paesi interes-sati a conoscere la situazione ita-liana. Nel testo, la positiva esperienzadegli anni passati ha indotto asalvaguardare la struttura tema-tica consueta: si inizia con la se-zione riservata alla regione Lazio,per continuare con quelle dedi-cate alla Città Metropolitana diRoma, a Roma Capitale e allÊeco-nomia regionale e romana.I contributi pubblicati conferma-

no lÊimportanza del fenomeno migratorio nei suoi vari aspetti,non solo nella Capitale, che continua a essere in Italia la piùgrande area di insediamento degli immigrati, ma anche nei co-muni della Città Metropolitana di Roma e nelle altre Province,con caratteristiche specifiche in ciascun territorio.

Centro studi e ricerche IdosOsservatorio romano sulle Migrazioni

Dodicesimo rapportoIdos Edizioni, 2017, 370 pagg (20 euro)

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Presentato il XII Rapporto sulle migrazioni

LETTO VOI

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La stabilizzazione del personale precarionell’ambito della pubblica amministrazione

L’AVVOCATO

Aseguito della recente riforma del pubblico impiego, so-no pervenute numerose richieste di chiarimenti da par-te di infermieri della pubblica amministrazione sui requi-

siti necessari per poter ottenere la stabilizzazione del propriorapporto di lavoro nel pubblico impiego.Come noto, con lÊapprovazione del nuovo testo unico del pub-blico impiego, D.Lgs. n. 75/2017, entrato in vigore in data 22giugno 2017, è stata completata la riforma del pubblico lavoroe sono state apportate importanti modifiche in materia di rior-ganizzazione delle amministrazioni pubbliche.In particolare, per quanto qui interessa, lÊart. 20, comma 1, delD.Lgs. 75/2017, ha previsto la possibilità per le amministrazioni,nel triennio 2018-2020, di assumere a tempo indeterminato per-sonale non dirigenziale che abbia i seguenti requisiti:1. risulti in servizio, successivamente alla data del 28 agosto2015, con contratti a tempo determinato presso lÊammini-strazione che procede allÊassunzione;

2. sia stato reclutato a tempo determinato, in relazione alle me-desime attività svolte, con procedure concorsuali espletateanche presso amministrazioni pubbliche diverse da quellache procede allÊassunzione;

3. abbia maturato, al 31 dicembre 2017, alle dipendenze del-lÊamministrazione che procede allÊassunzione almeno 3 annidi servizio, anche non continuativi, negli ultimi 8 anni.

La procedura di cui al primo comma, quindi, non prevede alcuntipo di selezione, ma lÊassunzionediretta di tutti coloro che sono inpossesso dei requisiti previsti dallalegge. Tuttavia, appare doveroso precisareche, laddove non dovesse esserciuna copertura finanziaria sufficienteper poter procedere allÊassunzionedi tutti i lavoratori in possesso deirequisiti di cui sopra, le Ammini-strazioni potranno individuare ulte-riori criteri di selezione, in aggiuntaallÊanzianità di servizio prevista dallalegge.Il successivo comma 2 ha poi pre-visto la possibilità per le ammini-strazioni, sempre nel triennio 2018– 2020, di bandire procedure con-corsuali riservate, nella misura non

superiore al 50% dei posti disponibili, al personale non dirigen-ziale che possegga tutti i seguenti requisiti:1. risulti titolare, successivamente alla data del 28 agosto 2015,di un contratto di lavoro flessibile presso lÊamministrazioneche bandisce il concorso;

2. abbia maturato, alla data del 31 dicembre 2017, almeno 3 an-ni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi 8 anni,presso lÊamministrazione che bandisce il concorso.

Per quanto concerne, nello specifico, il personale infermieri-stico, il comma 11 dellÊart. 20 sopra richiamato, stabilisce che,con riferimento al personale tecnico-professionale e infermieri-stico, il periodo di 3 anni di lavoro, negli ultimi 8, può esserestato maturato anche presso diverse amministrazioni del Ser-vizio sanitario nazionale. Questa seconda procedura, quindi, prevede la possibilità di ban-dire procedure concorsuali i cui posti possono essere riservati,nella misura non superiore al 50% di quelli messi a concorso, atutti coloro che sono titolari di un contratto di lavoro flessibile eche hanno maturato una anzianità di servizio di almeno 3 anni,negli ultimi 8 anni, anche presso diverse amministrazioni. ˚ particolarmente importante sottolineare come, in tale secon-da ipotesi, il legislatore faccia riferimento, genericamente, a tut-tii e i collaboratori continuati e continuativi.Ed infatti, ai sensi del novellato art. 36 del D.Lgs. n. 165/2001,i contratti di lavoro flessibile che le amministrazioni possono sti-

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L’AVVOCATO

pulare, per comprovate esigenze di carattere assolutamentetemporaneo o eccezionale, sono:- i contratti di lavoro a tempo determinato;- i contratti di formazione e lavoro;- i contratti di somministrazione di lavoro;- i contratti di lavoro accessorio.Ulteriore precisazione che si rende necessaria è la seguente.Appare difficile poter sostenere che, per la sola sussistenza deirequisiti di anzianità di servizio previsti dalla legge, possa scatta-re un vero e proprio diritto del lavoratore allÊassunzione e, quin-di, allÊimmissione nei ruoli della Amministrazione. Non a caso, come anticipato, lÊassunzione diretta, ovvero me-diante espletamento della procedura concorsuale, sarà comun-que subordinata alla sussistenza di fondi pubblici disponibili.Il comma quinto della disposizione in esame precisa, altresì,che fino al termine delle procedure sopra descritte è fatto divie-to alle amministrazioni interessate di instaurare ulteriori rapportidi lavoro flessibile. ˚ invece consentito per le amministrazioni di prorogare i corri-spondenti rapporti di lavoro flessibile con i soggetti che parteci-pano alle procedure di cui ai commi 1 e 2, fino alla loro conclu-sione, dando così continuità alle attività per le quali sono stati

assunti, nei limiti delle risorse utilizzabili per le assunzioni a tem-po indeterminato.In conclusione, quindi, dallÊanalisi della predetta disposizioneemerge che, con riferimento al personale infermieristico: - lÊassunzione sarà diretta per coloro che sono già titolari di uncontratto a tempo determinato stipulato a seguito di supera-mento di un concorso pubblico e sarà possibile anche in am-ministrazioni diverse da quella di appartenenza.

- Gli altri lavoratori precari, titolari di un contratto di lavoro fles-sibile, che non hanno mai superato un concorso pubblico, do-vranno, invece, partecipare ai bandi, potendo però contare suuna riserva della metà dei posti messi a concorso. Potrannoessere assunti nel triennio 2018-2020.

- Possibilità aperta anche a chi non collabora più, purché era inservizio alla data di entrata in vigore della legge delega (28agosto 2015).

- Sono necessari almeno tre anni di servizio prestato negli ultimiotto, requisito che deve essere maturato entro il 31 dicembre2017, anche presso aziende pubbliche diverse da quella chebandisce il concorso (art. 20 punto 11).

Avv. Nicoletta Galli

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LA VIGNETTA MESE

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LÊacronimo è un genere particolare di abbreviazione. La prima volta che si incontra un acronimo in un testo è sempre necessario citareper esteso tutti i termini della locuzione, facendoli seguire dallÊacronimo tra parentesi – ad es. Associazione Raffredati dÊItalia (Ari).Evidentemente, ciò non vale per sigle oramai entrate nellÊuso comune, come tv, Usa, Aids, Fiat, Cgil, Ecm. Gli acronimi non conter-ranno mai punti – ad es. Usa e non U.S.A.

DATE E NUMERILe date vanno sempre scritte per esteso, per evitare incomprensioni nella lettura. Ad es. lunedì 28 luglio 2006 e 1° gennaio (non Igennaio o 1 gennaio). I giorni e i mesi hanno sempre la prima lettera minuscola.I numeri da uno a dieci vanno scritti in lettere (tranne che nelle date!). Per tutti gli altri, lÊimportante è separare sempre con un puntoi gruppi di tre cifre. Per le grosse cifre „tonde‰, usare „mila‰, „milioni‰ e „miliardi‰ invece di „000‰, „000.000‰, „000.000.000‰.

PAROLE STRANIERELe parole straniere vanno sempre indicate in corsivo, soprattutto se non sono ancora entrate nellÊuso comune italiano. Se si decidedi usare un termine straniero, è bene ricordare che non si declina mai (ad es. i computer e non i computers).

MODALIT¤ E TERMINI PER LÊINVIO DEI LAVORIGli autori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenente il loro articolo, devono farne richiesta esplici-ta al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale (una copia in formato elettronico, una copia in formato cartaceo) deve essere spedito o recapitato al Collegio Ipasvidi Roma, viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

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