N marzo2014

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Direore responsabile: Ennio Triggiani. Responsabile di redazione: M. Irene Paolino Registrazione n. 1373 del 18.06.1998 Tribunale di Bari n. 3 - Marzo 2014 SOMMARIO SICUREZZA DEI CONSUMATORI AMPLIARE E MIGLIORARE LA PRODUZIONE BIOLOGICA 350 MILIONI PER PMI, Mid-Cap e oCCupazione GIOVANILE LA SANITÀ ONLINE: A CHE PUNTO SIAMO? INATTIVITÀ NELL’UE SECONDO L’EUROBAROMETRO ANTIDUMPING E ANTISOVVENZIONI NEL SETTORE VITIVINICOLO SIcuREzzA DEI cOnSuMATORI D a oltre 10 anni, è attivo un sistema unionale di infor- mazione rapida, RAPEX, sui prodo pericolosi che ha lo scopo di tutelare i consumatori dai pro- do non sicuri diversi dai prodo alimentari. RAPEX assicura l’intera- zione tra gli Sta membri e la Com- missione per diffondere celermente le informazioni sui prodo poten- zialmente pericolosi e assicurare un intervento correvo a livello nazio- nale. Ne conseguono l’idenficazio- ne precoce e la rimozione tempes- va dai merca dell’UE dei prodo che rappresentano un pericolo per i consumatori. Dalla sua istuzione nel 2003, RAPEX ha registrato una connua e costante espansione in termini di nofiche ricevute e di azioni di follow up intraprese in risposta a tali nofiche. Rispeo alle circa 200 nofiche del 2003 RAPEX riceve ora e distribuisce più di 2000 nofiche annualmente. Nel 2013 gli Sta membri hanno adoato complessivamente 2.364 provvedimen, con un aumento del 3,8% delle nofiche rispeo al 2012. Nel 2013 gli indumen, i prodo tessili e gli arcoli di moda e i giocaoli sono state le due principali categorie di prodo in relazione alle quali si è proceduto a interven correvi. Tra i rischi segnala più di frequente in relazione a ques prodo vi erano rischi chimici, rischi di strangolamento, rischi di lesioni e di soffocamento. I rischi chimici sono presen sia negli indumen che nei giocaoli, come ad esempio il cromo VI nelle scarpe e nei pellami, gli ſtala nei giocaoli. Altri esempi di prodo vieta nel 2013 comprendono gli arcoli di puericoltura, come bagne non stabili per neona, carrozzine che si ribaltano e gli inchiostri per tatuaggi contenen sostanze chimiche proibite. La Cina è il paese numero uno per quanto concerne l’origine dei prodo che scatenano le nofiche: l’anno scorso il 64% del numero totale di nofiche riguardava prodo pericolosi provenien dalla Cina. Per informare e sensibilizzare i produori cinesi sui requisi da rispeare, l’UE lavora a livello bilaterale con la Cina per assicurare lo scambio d’informazioni tra le autorità e svolgere avità di comunicazione. Nell’ambito di questo dialogo, la Commissione europea ribadisce anche l’importanza di migliorare la tracciabilità dei prodo nofica. Uno studio effeuato di recente da un gruppo di esper con il sostegno della Commissione europea ha formulato raccomandazioni sia in merito al modo per migliorare la tracciabilità sia sulla sensibilizzazione dei consumatori. (Fonte: UE) Per ulteriori informazioni: hp://ec.europa.eu/consumers/ safety/rapex/reports/index_ en.htm

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Direttore responsabile: Ennio Triggiani. Responsabile di redazione: M. Irene PaolinoRegistrazione n. 1373 del 18.06.1998 Tribunale di Bari n. 3 - Marzo 2014

SOMMARIOSicurezza dei conSumatori

ampliare e migliorare la produzione biologica

350 milioni per pmi, Mid-Cap e oCCupazione giovanile

la Sanità online: a che punto Siamo?

inattività nell’ue Secondo l’eurobarometro

antidumping e antiSovvenzioni nel Settore vitivinicolo

SIcuREzzA DEI cOnSuMATORI

Da oltre 10 anni, è attivo un sistema unionale di infor-mazione rapida, RAPEX, sui

prodotti pericolosi che ha lo scopo di tutelare i consumatori dai pro-dotti non sicuri diversi dai prodotti alimentari. RAPEX assicura l’intera-zione tra gli Stati membri e la Com-missione per diffondere celermente le informazioni sui prodotti poten-zialmente pericolosi e assicurare un intervento correttivo a livello nazio-nale. Ne conseguono l’identificazio-ne precoce e la rimozione tempesti-va dai mercati dell’UE dei prodotti che rappresentano un pericolo per i consumatori.Dalla sua istituzione nel 2003, RAPEX ha registrato una continua e costante espansione in termini di notifiche ricevute e di azioni di follow up intraprese in risposta a tali notifiche. Rispetto alle circa 200 notifiche del 2003 RAPEX riceve ora e distribuisce più di 2000 notifiche annualmente. Nel 2013 gli Stati membri hanno adottato complessivamente 2.364 provvedimenti, con un aumento del 3,8% delle notifiche rispetto al 2012.Nel 2013 gli indumenti, i prodotti tessili e gli articoli di moda e i giocattoli sono state le due principali categorie di prodotti in

relazione alle quali si è proceduto a interventi correttivi. Tra i

rischi segnalati più di

frequente in relazione a questi prodotti vi erano rischi chimici, rischi di strangolamento, rischi di lesioni e di soffocamento. I rischi chimici sono presenti sia negli indumenti che nei giocattoli, come ad esempio il cromo VI nelle scarpe e nei pellami, gli ftalati nei giocattoli. Altri esempi di prodotti vietati nel 2013 comprendono gli articoli di puericoltura, come bagnetti non stabili per neonati, carrozzine che si ribaltano e gli inchiostri per tatuaggi contenenti sostanze chimiche proibite. La Cina è il paese numero uno per quanto concerne l’origine dei prodotti che scatenano le notifiche: l’anno scorso il 64% del numero totale di notifiche riguardava prodotti pericolosi provenienti dalla Cina.Per informare e sensibilizzare i produttori cinesi sui requisiti da rispettare, l’UE lavora a livello bilaterale con la Cina per assicurare lo scambio d’informazioni tra le autorità e svolgere attività di comunicazione. Nell’ambito di

questo dialogo, la Commissione europea ribadisce anche l’importanza di migliorare la tracciabilità dei prodotti notificati. Uno studio effettuato di recente da un gruppo di esperti con il sostegno della Commissione europea ha formulato raccomandazioni sia in merito al modo per migliorare la tracciabilità sia sulla sensibilizzazione dei consumatori. (Fonte: UE)Per ulteriori informazioni:http://ec.europa.eu/consumers/safety/rapex/reports/index_en.htm

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La Commissione europea ha pubblicato nuove proposte per un nuovo regolamento

relativo alla produzione biologi-ca e all’etichettatura dei prodot-ti biologici, per ovviare ad alcu-ne carenze del sistema attuale. Nell’ultimo decennio, il merca-to UE dei prodotti biologici ha quadruplicato la sua estensio-ne. Pertanto, le norme devono essere aggiornate e adeguate per consentire al settore di svilupparsi ulteriormente e di far fronte alle sfide future. L’a-gricoltura biologica combina le migliori pratiche ambientali, un elevato livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse na-turali e standard di produzione elevati basati su sostanze e pro-cessi naturali. Essa risponde ad una domanda specifica dei con-sumatori, fornendo al tempo stesso beni di pubblica utilità in termini di tutela dell’ambiente, benessere degli animali e svi-luppo rurale.Per questo, la proposta della Commissione europea si concentra su tre obiettivi principali: mantenere la fiducia dei consumatori, mantenere la fiducia dei produttori e facilitare il passaggio degli agricoltori alla produzione biologica. L’intento è di far sì che l’agricoltura biologica soddisfi le richieste del pubblico in termini di ambiente e qualità. In particolare, la Commissione propone di:• rafforzare e armonizzare le norme, sia all’interno dell’Unione europea che con riguardo alle importazioni, sopprimendo molte delle attuali eccezioni in materia di produzione e controlli;• rafforzare i controlli basandoli sul rischio;• facilitare il passaggio dei piccoli agricoltori all’agricoltura biologica introducendo la possibilità di aderire a un sistema di certificazione di gruppo;• adeguare la dimensione internazionale degli scambi di prodotti biologici con l’aggiunta di nuove

disposizioni in materia di esportazioni;• semplificare la legislazione per ridurre i costi amministrativi a carico degli agricoltori e migliorare la trasparenza.Per aiutare agricoltori, produttori e dettaglianti del comparto biologico ad adeguarsi alla proposta di riforma delle politiche e ad affrontare le sfide future, la Commissione ha inoltre approvato un piano d’azione per il futuro della produzione biologica in Europa, che prevede una migliore informazione degli agricoltori sulle iniziative in materia di sviluppo rurale e di politica agricola dell’UE a favore dell’agricoltura biologica, un rafforzamento dei legami tra i progetti di ricerca e innovazione e la produzione biologica, nonché incentivi all’uso di alimenti biologici.La proposta, che sarà ora trasmessa al

AMPlIARE E MIglIORARE lA PRODuzIOnE BIOlOgIcA

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3Parlamento europeo e al Consiglio, si basa sui risultati di un vasto processo di consultazione avviato nel 2012 che prevedeva una serie di audizioni con esperti internazionali e dell’UE in materia di produzione biologica. Un’ulteriore consultazione pubblica avviata nel 2013 ha suscitato un grande interesse nei cittadini che hanno inviato 45.000 risposte, provenienti in larga misura dai consumatori più che dai produttori. Essa ha evidenziato le preoccupazioni del pubblico relative alle questioni ambientali e di qualità e ha indicato una chiara richiesta di rafforzare e uniformare

le norme in materia di produzione biologica in tutta l’Unione. (Fonte: UE)Per ulteriori informazioniSito sull’agricoltura biologica: http://ec.europa.eu/agriculture/organic/index_en.htm Relazione Fatti e cifre sull’agricoltura biologica nell’Unione europea: http://ec.europa.eu/agricul-ture/markets-and-prices/more-reports/pdf/orga-nic-2013_en.pdf

Con tre distinti accordi perfezionati nelle scorse settimane Banca europea per gli investimenti e Banco Popolare hanno destinato 350 milioni

a favore di Pmi, Mid-cap e a progetti che favoriscono l’occupazione giovanile in Italia. Tali intese rafforza-no la collaborazione tra la banca dell’Unione euro-pea e Banco Popolare, particolarmente importante per far arrivare nuove risorse finanziarie a condizioni vantaggiose al mondo produttivo italiano in questa fase di primi segnali di uscita dalla lunga recessione. Grazie alla collaborazione con la BEI, le modalità di accesso al credito sono semplificate e integrano gli interventi ordinari di sostegno finanziario a medio termine messi in campo dal Gruppo a favore delle imprese, con l’auspicio che possano cogliere le op-portunità di crescita e di sviluppo nei diversi settori di appartenenza.

Occupazione giovanile (50 milioni)Nel dettaglio, un prestito da 50 milioni riguarda i progetti avanzati da Pmi, Mid-Cap e start-up inno-vative per favorire nuovi posti di lavoro per i giova-ni nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Tali finanziamenti rientrano nel programma Jobs for Youth, attivato dalla BEI dopo il Consiglio europeo di Bruxelles del giugno 2013, dedicando all’Italia 440 milioni di euro. Possono beneficiare dei prestiti le Pmi (fino a 250 dipendenti), le Mid-Cap (fino a 3000 dipendenti) e le start-up che rispondano almeno a uno dei seguenti requisiti:- hanno assunto almeno un lavoratore (tre per le Mid-Cap) di età compresa fra i 15 ed i 29 anni nei sei mesi precedenti la domanda di prestito o lo assume-ranno nei sei mesi successivi;- offrono programmi di formazione professionale per i giovani, o stage/programmi di formazione per

i giovani;- hanno stipulato un accordo di cooperazione

con un istituto tecnico o scuola o università per im-piegare giovani;- presentano un assetto proprietario in cui la mag-gioranza del capitale è detenuto da giovani sotto i 29 anni.

PMI (200 milioni) e Mid-cap (100 milioni)Al sostegno delle PMI italiane sono destinati 200 mi-lioni di euro, con impiego di fondi BEI a condizioni di particolare favore. I prestiti sono destinati al fi-nanziamento sia di nuovi investimenti sia di quelli in corso, purché non ancora ultimati. Gli interventi, relativi ad aziende attive in tutti i settori produttivi (agricoltura, artigianato, industria, commercio, tu-rismo e servizi) potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, auto-mezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai proget-ti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazio-ne; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Banco Popolare fornirà anche risorse proprie alle PMI beneficiarie, facen-do così aumentare il plafond complessivamente a disposizione per il supporto del sistema economico italiano. Una linea di credito da 100 milioni per le Mid-Cap firmata a fine 2013, infine, è già in corso di erogazione. (Fonte: UE)Banco Popolare:RELAZIONI CON I MEDIATel. +39-045-8675048/867/381/[email protected]

INVESTOR RELATIONSTel. [email protected]

www.bancopopolare.it

350 MIlIOnI PER PMI, MID-cAP E OccuPAzIOnE gIOvAnIlE

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Secondo due indagini svolte nelle unità ospedaliere dedicate alle cure mediche o chirurgiche a breve termine e tra i medici

generici d’Europa, l’utilizzo della sanità online ha iniziato a prendere piede: il 60% dei medici generici utilizzava gli strumenti di assistenza sanitaria online nel 2013, con un aumento del 50% rispetto al 2007. Tra i principali dati che le indagini hanno messo in luce:• i paesi nei quali si registra la maggiore diffusione della sanità online sono la Danimarca (66%), l’Estonia (63%), la Svezia e la Finlandia (entrambe al 62%);• i servizi di sanità online sono utilizzati perlopiù per la registrazione e la trasmissione tradizionale, anziché per scopi clinici;• per quanto riguarda la digitalizzazione delle cartelle cliniche dei pazienti, i Paesi Bassi si piazzano primi con una percentuale di digitalizzazione dell’83,2%; in seconda posizione troviamo la Danimarca (80,6%) e in terza il Regno Unito (80,5%);• solo il 9% degli ospedali in Europa permette ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica e la maggior parte di essi dà solo un accesso parziale;• con l’adozione della sanità online, gli ospedali e i medici generici si scontrano con numerosi ostacoli che vanno dalla mancanza di interoperabilità alla mancanza di un quadro normativo e di risorse. Tra gli strumenti di sanità online si annoverano: a) le cartelle cliniche digitalizzate; b) lo scambio di informazioni sanitarie; c) la telemedicina e d) le cartelle sanitarie personali.Gli studi hanno valutato l’utilizzazione degli strumenti e dei servizi digitali nella sanità: uso e accesso alle cartelle cliniche digitalizzate, telemedicina, scambio di informazioni tra professionisti, ecc. Gli ostacoli lamentati dai medici generici all’adozione di servizi di sanità online sono: la scarsa remunerazione (79%), le conoscenze informatiche insufficienti (72%), la mancanza di interoperabilità dei sistemi (73%) e la mancanza di un quadro normativo sulla riservatezza per le comunicazioni per e-mail tra medico e paziente (71%). I servizi di sanità online, invece, se pienamente adottati, fornirebbero ai pazienti un’informazione più completa, coinvolgendoli nelle proprie cure sanitarie, permetterebbero un accesso migliore alla

consulenza e all’assistenza sanitaria e migliorano l’efficienza dei sistemi sanitari nazionali.Dagli studi, risulta che, per quanto riguarda lo scambio di informazioni sanitarie, nell’Unione eu-ropea il 48% degli ospedali condivide per via elet-tronica alcune informazioni mediche con medici generici esterni e il 70% degli ospedali le condivide con operatori sanitari esterni. I migliori risultati si registrano in Danimarca, in Estonia, in Lussembur-go, nei Paesi Bassi e in Svezia, in cui il 100% de-gli ospedali pratica lo scambio di informazioni ad un qualche livello. Inoltre, dagli studi emerge che i medici generici fanno un uso limitato delle pre-scrizioni elettroniche e delle interazioni con i pa-zienti per e-mail, 32% e 35% rispettivamente. I tre paesi in vetta alla classifica per le prescrizioni elet-troniche sono l’Estonia (100%), la Croazia (99%) e la Svezia (97%), mentre per quanto riguarda l’uso dell’e-mail troviamo la Danimarca (100%), l’Estonia (70%) e l’Italia (62%). Inoltre, meno dell’8% degli ospedali dell’UE condivide informazioni mediche per via elettronica con operatori sanitari stabiliti in altri paesi dell’UE. Anche per quanto riguarda la telemedicina, appena il 9% degli ospedali offre ai pazienti la possibilità di essere seguiti a distanza, che ridurrebbe, invece, la necessità di degenze in ospedale e permetterebbe ai pazienti di vivere au-tonomamente in condizioni di maggiore sicurezza. Infine, meno del 10% dei medici generici svolge vi-site online con i pazienti e meno del 16% consulta altri specialisti medici online. (Fonte: UE)link utili Analisi comparativa della diffusione dei servizi di sanità online negli ospedali (2012–2013): https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/european-hospita l -survey-benchmarking-deployment-ehealth-services-2012-2013 Analisi comparativa della diffusione della sanità online tra i medici generici (2013): https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/benchmarking-deployment-ehealth-among-general-practitioners-2013-smart-20110033la sanità online nell’agenda digitale: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/eu-policy-ehealth Partenariato europeo per l’innovazione sull’in-vecchiamento attivo e in buona salute: http://ec.europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?section=active-healthy-ageing

lA SAnITà OnlInE: A chE PunTO SIAMO?

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Stando ai risultati dell’ultima indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica il 59% dei cittadini dell’Unione europea non fa

mai esercizio fisico o sport o ne fa poco rispetto al 41% che fa esercizio fisico almeno una volta alla settimana. Questa indagine Eurobarometro è stata effettuata per conto della Commissione europea dalla rete TNS Opinion & Social network nei 28 Stati membri tra il 23 novembre e il 2 dicembre 2013. All’indagine hanno partecipato circa 28.000 persone di diversa estrazione ed origine. L’indagine fa seguito a indagini analoghe condotte nel 2002 e nel 2009 e i dati da essa raccolti contribuiranno a sostenere lo sviluppo delle politiche volte a promuovere lo sport e l’attività fisica.Dall’indagine risulta che i cittadini dell’Europa settentrionale fanno più attività fisica di quelli dell’Europa meridionale e orientale. Il 70% di chi ha risposto in Svezia ha affermato di fare ginnastica o sport almeno una volta a settimana superando di poco la Danimarca (68%) e la Finlandia (66%) seguita dai Paesi Bassi (58%) e dal Lussemburgo (54%). All’altra estremità della graduatoria, il 78% dei cittadini non fa mai esercizio fisico o sport in Bulgaria, seguita da Malta (75%), dal Portogallo (64%), dalla Romania (60%) e dall’Italia (60%). Dall’indagine emerge che le autorità locali, in particolare, potrebbero fare di più per incoraggiare i cittadini ad essere fisicamente attivi. Mentre il 74% di chi ha risposto ritiene che le associazioni sportive locali e altri fornitori di servizi sportivi offrano opportunità sufficienti a tal fine, il 39% ritiene che le proprie autorità locali non facciano abbastanza.Pertanto, è necessario adottare misure per incoraggiare un maggior numero di persone a praticare sport e attività fisica, in quanto è una

pratica essenziale non soltanto per la salute, il benessere e l’integrazione degli individui, ma anche per i notevoli costi economici legati all’inattività fisica. La Commissione è impegnata a sostenere gli sforzi degli Stati membri per incoraggiare il pubblico ad essere maggiormente attivo sia dando attuazione alla raccomandazione del Consiglio sull’attività fisica e sia attraverso la Settimana europea dello sport. Anche il programma Erasmus plus erogherà finanziamenti per iniziative transnazionali a promozione dello sport e dell’attività fisica. (Fonte: UE)Per ulteriori informazioni:Indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica:http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_412_en.pdfIl ruolo dell’uE nello sport: http://ec.europa.eu/sport/index_en.htmIstruzione e formazione: http://ec.europa.eu/education/index_en.htm

InATTIvITà nEll’uE SEcOnDO l’EuROBAROMETRO

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Le imprese vitivinicole europee e cinesi, rap-presentate rispettivamente dal CEEV, Comitato europeo delle imprese del vino, e dalla CADA

- Chinese Alcohol Drinks Association, hanno siglato un’intesa che porterà alla conclusione dell’indagine sulle esportazioni di vino europeo avviata dalla Cina nel luglio 2013 e che costituirà la base per una co-operazione e una serie di scambi a livello tecnico in programma per i prossimi due anni. Il 1º luglio 2013 le autorità cinesi hanno avviato un’indagine antidumping e antisovvenzioni nei con-fronti delle esportazioni di vini europei in Cina. Nel secondo semestre del 2013 la Commissione euro-pea e le imprese vitivinicole dell’UE hanno prepa-rato e trasmesso alla Cina risposte esaurienti alle richieste di informazioni connesse alle indagini av-viate da questo paese nel quadro dell’OMC. La Com-missione ha sempre sostenuto che il ricorso fosse infondato e che i produttori cinesi di vino non subis-sero alcun pregiudizio derivante dalle importazioni di vini europei in Cina e che gli aiuti concessi al setto-re vitivinicolo dell’UE siano pienamente compatibili con l’OMC.Parallelamente all’indagine, nel novembre 2013 è stato avviato a Pechino un dialogo a livello impren-ditoriale tra le imprese vitivinicole europee, rap-presentate dal CEEV, e cinesi, rappresentate dalla CADA. Questo dialogo è stato incoraggiato e appog-giato sia dalla Commissione che dal governo cinese. Il memorandum d’intesa concluso tra il CEEV e la CADA prevede l’impegno delle imprese cinesi a riti-rare la denuncia antidumping e antisovvenzioni nei confronti delle importazioni di vino dell’UE e l’accor-do su attività di assistenza e di cooperazione tecnica tra le parti per un periodo di 2 anni. Dopo il ritiro della denuncia e la conseguente chiusura dell’inda-gine da parte delle autorità cinesi, le imprese del settore vitivinicolo dell’UE forniranno alla Cina una serie di “pacchetti” di assistenza tecnica in settori

come la viticoltura, vigneti sperimentali e tecniche di meccanizzazione, la vinificazione e il controllo di qualità, la commercializzazione, le degustazioni e il sistema di protezione delle indicazioni geografiche. Tale assistenza sarà fornita attraverso visite di studio in Europa, seminari ed altre attività di formazione e tirocini. Le imprese vinicole cinesi aiuteranno le im-prese dell’UE a organizzare degustazioni in Cina per migliorare la conoscenza del vino fra i consumatori cinesi e promuovere l’apprezzamento del vino e la sua cultura. Entrambe le parti istituiranno scambi permanenti di informazioni e comunicazioni, con-trolleranno l’attuazione della cooperazione e colla-boreranno a livello internazionale su attività promo-zionali volte a migliorare le condizioni di accesso al mercato nei paesi terzi. (Fonte: UE)

Per ulteriori informazioni:Relazioni commerciali UE-Cina:htt p : / /e c . e u ro p a . e u / t ra d e / p o l i c y /co u n -tries-and-regions/countries/china

Indagini antidumping e antisovvenzioni:http://ec.europa.eu/trade/policy/accessing-mar-kets/trade-defence

AnTIDuMPIng E AnTISOvvEnzIOnInEl SETTORE vITIvInIcOlO