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N° 1 Anno scolastico 2014-2015

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N° 1

Anno scolastico 2014-2015

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BUONA

LETTURA

MIRIAM LOMBARDO I E

Ragazzi finalmente è arrivato il numero spe-

ciale del fumetto! Perché speciale? Perché

ci siamo noi, tutti i personaggi della fumetti-

stica, nonché i vostri super-eroi. Gli alunni

del giornalino NOI DELLA MUSCO, mesco-

lando fantasia e attualità con spensierata

sagacia, si sono divertiti scoprendo e impa-

rando tante cose nuove. BUONA LETTURA

E… BUON DIVERTIMENTO!!!

ELEONORA ZAPPALA’ II D

MELANIE MIGNEMI II F ERIKA GULISANO I F

In copertina: disegni di MARTINA PAPASERIO I F, AGATA PLATANIA I F,

GRAZIANO DESI I E.

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La questione sulle origini del fumetto è strettamente legata a

quella della definizione di cosa sia il fumetto un problema

tutt’altro che semplice. Se si definisce il fumetto semplicemente

come narrazione per immagini . bisogna allora concluderne che

esso sia sempre esistito essendo i graffiti preistorici nient’altro

che narrazioni per immagini. Non sono in pochi infatti che so-

stengono che le opere come la COLONNA TRAIANA o molti af-

freschi, MOSAICI E VETRATE che adornano chiese e palazzi o le

miniature e le stampe che adornano i testi antichi,altro non so-

no che fumetti, e nell’arte medievale era inoltre consuetudine la

narrazione di storie attraverso disegni. Era inoltre diffusa la

PRATICA di scrivere sulle bocche di alcuni personaggi,in modo

da dare un’ idea di ciò che stessero dicendo, che tuttavia incor-

se in numerose critiche .E’ stato infatti notato come il fumet-

to,sia pensato come strumento di massa e riprodotto in più

esemplari, come erano già i libri antichi e le loro incisioni. Ma,

anche concepito per raggiungere un vasto pubblico . Un’ altra

importante questione più complessa della prima e che pur

avendo le sue radici nella tradizione delle arti figurative e lette-

rarie, il fumetto ha un suo specifico linguaggio. Tuttavia, la va-

rietà degli elementi espressivi adottati è talmente vasta che

ogni tentativo di trovare uno o più elementi specifici è rilevato

infruttuoso .Specie negli ultimi anni si è sviluppata una sorta di archeologia del fumetto che ha riportato in

luce una considerevole quantità di casi preceduti al personaggio di OUTCAUT .Cosi molti studiosi tal vol-

ta mossi da sentimenti nazionalistici sulla base di uno documentazione poco considerata in precedenza,

hanno messo in discussione tale data di nascita ,come frutto di una pura convenzione .In Germania la rivi-

sta ,più umoristica ,BLATTER fu un’ autentica fucina di percussioni .Sulle sue pagine apparve , tra l’altro

quella che è stata considerata una delle più importanti SAGHE. L’Inghilterra ha dato i natali a quello che è

stato il fumetto di maggior successo : ALLY SLOPE da CHARLS CARLES ERRY ROSS e disegnato da sua

moglie, la francese ISABELLE EMILIE DE TESSIER. In Francia operano invece AMEDEE DE NOE in arte

CHAM, negli STATI UNITI il fumetto è essenzialmente un modo di comunicare e raccontare storie. LA SUA

particolarità e costituita dal mettere in relazione un testo con delle immagini, grazie a un insieme di regole

che ne definiscono la forma specifica e che vedremo più in dettaglio nella sezione IL LINGUAGGIO DEL

FUMETTO. Il fumetto può essere definito come letteratura disegnata,per raccontare romanzi,storie,ecc …

Fin dalle sue origini l’uomo ha raccontato storie disegnando. Il fumetto è nato il 5 maggio 1895 da un vi-

gnettista.

VIOLA RUSSO

MIRIAM LOMBARDO I E

GABRIELE SANTORO, GIUSEPPE SCUDERI,

GIOVANNI SCALIA, GABRIELE PAGANA II A

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Nel 1895 a New York i padri di famiglia grassocci e benestanti si erano sprofondati nelle poltrone di velluto rosso, con le bretelle segretamente slacciate e la caffettiera d’argento a portata di mano sul tavolo. Aprirono il giornale come facevano ogni domenica; ma questa volta dalle pagine del prediletto “world”,il quotidiano di Joseph Pulitzer, balzò loro in faccia un pupo in camicia da notte gialla, di un giallo fiammante. Il pupo, con le orecchie a sventola e la bocca sdentata, sulla camicia portava una scritta sfrontata che commentava il disegno. I lettori furono colpiti sia dal linguaggio del pupo, sia dall’audacia del ritratto; e non scordarono il suo nome Yellow Kid, il bimbo giallo, e ne parlarono tra loro e cominciarono ad aspettare che ricomparisse nelle prossime pagine. Il bimbo giallo ricomparve regolarmente, da allora; perché quella domenica era stato notato dal pubblico il primo fumetto.

Christian Greco, Giulia D’amico, Interlandi Gabriele

Anche il mondo della famiglia ed in particolari i critici rapporti tra marito e moglie in lotta tra di loro, hanno dato spunto alla fantasia dei disegnatori umoristici in Italia. I più noti personaggi dei fumetti del mondo della famiglia sono: Arcibaldo e Petronilla. Anche i fumetti ebbero una loro preistoria che risalgono ai tempi dell’antico Egitto e cioè ben 5000 anni fa. Se volessimo ripercorrere attentamente la loro storia, i fumetti, dunque , ci riporterebbero alle pitture delle caverne , ai geroglifici egiziani, alle pitture medievali ed ancora ai disegnatori e caricaturisti del 700 e dell’800 che inserivano spesso delle frasi accanto ai loro disegni. E’ antichissimo il bisogno di dare parole alle immagini, non si può parlare di veri e propri fumetti, perché fino alla nascita di Yellow Kid l’illustrazione e la parola sono ancora separati, invece nei fumetti veri e propri i due elementi sono strettamente collegati.

Giulia D’amico Chantal Tucci

2^C

IL 27 dicembre 1908 viene tradizionalmente considerata la data di nascita del fumetto italiano. In quest'epoca il fumetto italiano viene copiato da i fumetti americani. Inoltre, nelle tavole dei fumetti a colori vivaci non venivano inserite le nuvolette; la vicenda era invece narrata da strofette di ottonari a rima baciata poste sotto le vignette. Questa forma, peraltro comune a tutta Europa, durerà sul "Corrierino" fino alla fine degli anni settanta.

Secondo taluni, tale scelta era dovuta a motivi grafici: le nuvolette costituivano un eccessivo vuoto grafico non gra-dito ad Antonio Rubino, illustratore e collaboratore fondamentale del Corrierino fino al 1959. In realtà, la cultura

letteraria italiana del tempo, in particolare i professori e i maestri, era ancora lontana dal concepire libri per l'infanzia finalizzati al puro intrattenimento. Il fumetto quindi era visto come strumento educativo, atto a contribuire alla formazio-ne dei giovani ragazzi. In particolare, sul piano della lingua doveva educare alla metrica della poesia ed alla prosa dei romanzi. Perciò ogni imitazione del linguaggio parlato era da evitarsi. Quanto ai contenuti, essi non dovevano essere diseducativi, meglio educativi. Le prime riviste a fumetti ita-liane erano dirette ad un pubblico infantile e pubblicavano materiale d'importazione. Il primo settimanale italiano a fu-metti pubblicato fu Jumbo, edito da Lotario Vecchi, apparso in edicola il 17 dicembre 1932, il quale pubblicava storie a puntate di produzione britannica e propose una convivenza tra la vecchia didascalia e il ballon. Il 31 dicembre dello stesso anno, considerata la crescente notorietà dei perso-naggi disneyani, l'editore Nerbini pubblicò il primo numero di Topolino. Il personaggio già appariva, a partire dal 30 marzo 1930 su L'illustrazione del Popolo.

Successivamente, nacquero riviste rivolte agli adolescenti, che pubblicavano i neonati fumetti d'avventura americani.

BAGLI TERESA – DI BELLA ALESSIA 2^C DYLAN D’ARRIGO III D

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CONCETTO VENTIMIGLIA I F

NICOLA STRANO I F

GIUSEPPE GULLOTTA I F

DENIAL BONCALDO I F

GIUSEPPE D’ANTONI I F

ANGELO D’ARRIGO I F

MARTINA PAPASERIO I F

ANTONINO CELANO V A

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Walter Elias Disney, più noto come Walt Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), è stato un fu-mettista, animatore, imprenditore, cineasta e doppiatore statu-nitense. È stato anche produttore, regista e doppiatore di cine-ma d'animazione. Annoverato come uno dei principali cineasti del XX secolo, riconosciuto come il padre dei film d'animazio-ne, Walt Disney ha inoltre creato Disneyland, il primo e più fa-moso dei parchi a tema.

Walt Disney è altresì noto per la sua grande abilità nella narrazione di storie, per essere stato una grande star televisiva e uno dei più grandi artisti del XX secolo nel campo dell'intrattenimento; il suo con-tributo più grande alla settima arte risiede però probabilmente nell'a-ver portato allo stato dell'arte il rapporto fra immagine e musica. Con i suoi collaboratori ha creato molti dei più famosi personaggi dei car-toni animati del mondo; uno di questi, Topolino, è secondo molti il suo alter ego. Inoltre detiene tutt'oggi il record di nomina-

tion di suoi film all'Oscar (59 in totale, di cui 22 vinti più

altri 4 alla carriera)

Si, ma sbrigati

perché vado di

fretta Lo sai che Walt

Disney mi ha

insegnato a fi-

schiare

Molto bello lo potresti

insegnare a me?

Ma è semplice vai

da Walt Elias Di-

sney che te lo

insegna subito

perché è il nostro

creatore

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La vita di Walt Disney

IL QUARTO DI CINQUE FIGLI Il 5 Dicembre del 1901, nasce a Chicago il quarto figlio di Elias Disney e Flora Call.

Dopo Herbert, Raymond e Roy Oliver, è Walter Elias Disney Junior a venire al mon-

do.

Nel 1903 nasce sua sorella Ruth Flora.

Non è però a Chicago che Walt cresce; la sua famiglia, infatti, si trasferisce a Marceline,

nel Missouri. Qui Walt vive la sua infanzia in un mondo rurale; il che non significa che

passa le giornate a giocare nei campi ma, al contrario, che deve lavorare duramente.

L'infanzia dorata che Disney amava citare nelle sue opere nasceva forse più dai suoi so-

gni che dai suoi ricordi

IL RAGAZZO DEI GIORNALI Nell'Autunno del 1909 Herbert e Raymond lasciarono la

fattoria, col risultato di aumentare il carico di lavoro di Roy

e Walt. Quello stesso Inverno, una febbre tifoide colpì papà

Disney, convincendolo a vendere la fattoria e a trasferirsi.

Ora i Disney vivevano a Kansas City.

Walt era forse libero di giocare per le strade adesso? Forse!

Il piccolo però, accompagnato da Roy, doveva alzarsi a not-

te fonda perché Elias, suo padre, aveva ottenuto l'appalto

per la consegna di due giornali: il Morning Times e l' Eve-

ning and Sunday Star, e qualcuno doveva pur consegnarli.

Nel 1919 Walt non era più un bambino, si era allontanato dalle imposizioni paterne al pun-

to da aver lavorato fuori dalle varie imprese avviate e terminate da suo padre. Il giovane

Walt si era anche arruolato per la guerra, la prima guerra mondiale, contro il parere di papà,

anche se di fatto non combattè mai. Ormai era un uomo a se stante, non solo il figlio di

Elias.

Nel '19, si diceva, lavorò per un mese alla Pressmann-Rubin, una agenzia pubblicitaria. È

qui che conobbe un certo Ubbe Ert Iwerks.

Chi era costui? Era uno straordinario disegnatore. Allora nessuno lo sapeva, ma Walt e Ub

avevano un appuntamento con la storia

UNA BIMBA E UN CONIGLIO In seguito Walt trovò lavoro presso la Kansas City Ad che si occupava di animazione, anche se ad un livello inferiore rispetto ai

cartoni prodotti a New York in quegli anni. Si trattava in sostanza di immagini ritagliate su carta. Walt vedeva in questo una sorta

di magia, ne era affascinato.

Ottenne in prestito dalla società una vecchia cinepresa con la quale fece degli esperimenti in un garage. Il genio Disney iniziava a

prendere forma. I risultati che ottenne insieme a Ub Iwerks erano più che incoraggianti. Walt e Ub lavoravano insieme alla Kansas

City Ad e poi anche nel loro garage, ma è in quest'ultimo luogo che facevano meglio. Nei primi anni venti, grazie al denaro

dell'onnipresente Roy, aprirono un studio tutto loro e tentarono diverse cose. Impossibile non citare almeno i Laugh-o-Grams (in

cui si diede prova di grande inventiva e di capacità narrativa), la serie delle Alice Comedies (in

cui Disney mise una bimba vera in un mondo creato sui tavoli da disegno) e Oswald The Lucky

Rabbit, (oggi r itenuto una sor ta di anello di congiunzione tra Felix The Cat di Otto Mess-

mer e il celeberrimo Topolino).

Trovarono un distributore nella Universal (nientemeno). Furono i loro primi successi. Per un po'

di tempo le cose funzionarono. Ma un successo è una cosa, e il MITO è un'altra. Una serie di cir-

costanze sfortunate mandò tutto all'aria e Walt era di nuovo spiantato

BAGLI TERESA E SEBASTIANO MASCALI 2 C

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Il fumetto è un linguaggio costituito da più codici

tra i quali si distingue principalmente il testo.

Il fumetto è un libro che rappresenta personaggi

fantasy che parlano sotto forma di nuvolette.

In un fumetto ci sono gli antagonisti, i protagonisti

e personaggi inventati, sia buoni che cattivi.

Un tipico fumetto è: topolino,superman ecc….

Spesso il fumetto è chiamato letteratura disegnata .

Il fumetto però può essere utilizzato anche a scopi

non narrativi. Il termine fumetto si riferisce alla

nuvoletta ,utilizzata per riportare il dialogo tra i

personaggi. Il fumetto è stato preso come idea per

disegnare con modi espressivi. Negli USA i fumetti

sono indicati come comics ,detti ‘’libri umoristici.

In poche parole il fumetto, nato per gli adulti, di-

ventato poi “ territorio per l’infanzia”, è quindi

tornato a essere patrimonio di una fascia non

esclusivamente giovanile.

Storia del fumetto

Fenomeno diffuso nel corso del 900. Il fumetto tro-

va il suo ambito essenziale nel quotidiano, al quale

giornalmente vengono allegate ‘’strisce orizzontali

da ¾ a vignette. Contiene una parte di storia a

puntate, settimanali .Un esempio di fumetto: superman e batman, rappresentati come personaggi marbel. In Italia il

termine di gran lunga più comune e forse l’unico lecito,per indicare le figure che lavorano alla realizzazione di un fumet-

to, è fumettistica,tutte queste figure venivano in passato chiamato cartonisti.

Damiano Di Guardo e Viglianesi Antonino 2^A

GIORGIA LA SPINA II E

GIULIA CAUDULLO IF

Breve storia del fumetto La storia del fumetto comincia nel 1895, con l’ inven-zione di Yellow Kid da parte di un estroso disegnato-re americano “Richard Felton Outcalt” che aveva stu-diato a Parigi all’accademia delle belle arti. Nel 1879 nasce un altro classico dei fumetti “Katzenjammer Kids”. Toccò più tardi a “James Swinnerton” che decise di dare nel 1905 col suo Little Jimmy un esempio com-pleto del fumetto nella forma tuttora seguita. Non si chiamavano strips, ma comics, i bambini li chiamava-no funnies. La definizione nacque allora perché a quei tempi i disegnatori si proponevano il solo intento di suscitare l’allegria dei lettori e soprattutto dei piccoli. Outcalt in seguito perfezionò la sua tecnica ed ebbe molta for-tuna ; dopo Yellow Kid, disegnò dal 1902 in poi, Bu-ster Brown un altro ragazzino terribile. .Ancora un bambino pestifero fu Cirillino nome italiano del perso-naggio creato dall’irlandese Mc Manus.Oltre al filone dei ragazzini terribili, in quegli anni in America se ne andava affermando rapidamente anche un altro, quello degli animali visti in chiave caricaturale con atteggiamenti e ruoli quasi umani. I primi ad apparire furono i gattini di James Guilford Swinnerton sull’ Examiner di San Francisco .

Filippo La Vecchia e Mario Strano 2^C

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Sicuramente sai già che il fumetto è chiamato cosi per via delle nuvolette di fumo che racchiudono i discorsi dei personaggi. Il racconto a fumetti (chiamato manga in giapponese, comic in inglese, bande dessinée in francese, historieta nei paesi di lingua spagnola) si costruisce attraverso immagini parlanti che costituiscono una storia. Quali sono le sue caratteristiche?

La vignetta La vignetta è l’elemento fondamentale del racconto a fumetti. Può essere più o meno grande, con un contorno di forma quadrata o rettangolare o priva di contor-no (vignetta scontornata). Una storia può essere composta da una sola vignetta, come nel caso della bar-zelletta, da tre o quattro vignette che compongono una striscia (in inglese strip) oppure da un insieme di striscia che si sviluppano su una o più pagine. Il disegnatore in genere lavora su un foglio chiamato tavola che corrisponde a una pagina disegnata. Quando il fumetto deve essere pubblicato il disegnatore lavora su una tavola che è una volta e mezza più grande di quella che sarà stampata; in questo modo, quando il formato viene ridotto in fase di stampa, la qualità del dise-

gno migliora.

Graziano D’Ar-rigo I D

I personaggi Molto importanti nei fumetti sono l’a-spetto, gli atteggiamenti e le espressioni dei personaggi. Ognuno di loro, infatti, è caratterizzato da un’età che in genere non va-ria nel tempo e da una personalità che si manifesta con espressioni del viso, atteggiamenti, movimenti o persino vestiti e accessori sempre uguali. Chi non ricorda, ad esempio, la faccia arrabbiata di Paperino, la coperta di Linus, il fiocco rosso di Paperina, gli abiti primitivi dei Flinsto-ne.

Le espressioni del volto Per caratterizzare i personaggi si rivelano fondamentali le espressioni del volto: occhi tonde o bocche spalancate per rappresentare stupore,

capelli dritti per il terrore, sopracciglia e angoli della bocca rivolti in basso per esprimere tristezza, facce “annerite” per mostrare la rabbia, ecc.

Graziano D’Arrigo

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Martina Procida 2^ E

La nuvoletta E’ detta nuvoletta (in inglese balloon) quella specie di palloncino che contiene le parole o i pensieri dei personaggi e che è posto, in genere, nella parte alta della vignetta. Ogni nuvoletta ha un “codino” che la collega al personaggio a cui appartiene. Le nuvolette, a seconda della loro funzione, hanno contorni diversi e usano caratteri tipografici (lettering) diversi.

La didascalia La didascalia è costituita da parole e frasi, in genere piuttosto brevi, per raccontare vicende precedenti, il trascorre-re del tempo, i cambiamenti di luogo, o dare altre spiegazioni utili alla comprensione della storia. In genere si trova inserita tra una vignetta e l’altra ed è chiusa da linee che la isolano dal resto dell’immagine. La didascalia può essere collocata anche all’interno una vignetta e in questo caso si chiama appoggiatura.

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Oltre alle parole, nel fumetto sono raffigurati suoni, rumori, sentimenti e altri “effetti speciali” per i quali si utilizzano diverse tecniche. Per i rumori sono molto usate le onomatopee, parole che richiamano il suono stesso: cip cip, splash, gnam, vroarr, bau, miao, click ecc. spesso derivano da verbi inglesi come to sigh (sospirare), to squeak (stridere), to bang (sparare).

Esistono anche particolari segni grafici che vengono utilizzati per raffigurare certe situazioni. Eccone alcuni esempi:

Punto esclamativo e punto interrogativo Per esprimere stupore o incertezza

Linea spezzata Per raffigurare il colpo dato

Nuvolette di fumo Per indicare il movimento di un mezzo a motore Linea ripetute

Che accentuano un gesto e indicano il movimento

Coltelli, teschi e fulmini Per indicare ira o imprecazioni e altre frasi irrepetibili

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A volte per comunicare sen-sazioni e sentimenti nelle nu-volette vengono inserite, al posto delle parole, simboli grafici. Ecco i più comuni.

Note musicali Per indicare il canto o la mu-sica

Lampadina accesa Per indicare un’idea brillante

Simbolo del dollaro Per rappresentare avidità, desi-

Cuoricini Per manifestare amore

Stelline Per evidenziare il dolore provocato da una botta

Goccioline intorno al volto Per rappresentare fatica o stupore di fronte a un pericolo

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Il modo in cui la musica e il fumetto si incontrano è molto originale e diver-tente. Il fumetto contiene infatti degli effetti sonori che sono scritti sotto forma di piccole parole. Esse imitano rumori, versi di animali, suoni e prendono il nome di onomatopee. Alcune di queste parole sono prese in prestito dalla lingua inglese (nella variante americana), per esempio clap deriva da to clap =applaudire, crack da to crack= spezzare. E poi ci sono bang= sparare, boom =esplodere, crash=fracassare, ring=suonare, splash=spruzzare. Altre sono semplici effetti sonori: zzzz…., tic-

tac…., wrooom… Nel fumetto le onomatopee

sono molto evidenti: sono

scritte con caratteri più gran-

di, più grossi e spesso colo-

rati.

GIULIA CAUDULLO I F

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AGATA PLATANIA I F

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NICOLA STRANO I F

ANNAMARIA BONACCORSI

DENNI ROMEO II E

EVELIN VINCIGUERRRA II E

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DENISE PUGLISI

CARMELO TOSTO I F

CARMELO TOSTO I F

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COME CREARE UN FUMETTO

Cartoon è un termine inglese che indica uno "schizzo", un disegno preparatorio, un bozzetto per un dipinto, un affresco o un mosaico. Il disegno preparatorio veniva tradizionalmente realizzato su un cartone (cartoon). I fumetti e le vignette possono essere creati con qualsiasi mezzo, tec-nica e stile. Per disegnare i fumetti, si può cominciare con pochi stru-menti e non occorre un’attrezzatura costosa. In seguito, si può passa-re all’uso di materiali più professionali. Vedremo adesso come dise-gnare un fumetto e quali sono le cose principali che occorre sapere.

Il fumetto è formato da disegni e testi e ambedue sono importanti per ottenere un fumetto di qualità.

Il lettering è lo studio dei caratteri, ed indica l'operazione di scrittura dei testi contenuti nei balloons e nelle didascalie. I balloons, sono quindi le linee che racchiudono il testo. Nei fu-metti la scrittura viene eseguita a mano e viene integrata nella tavola.

Per eseguire il lettering, si può utilizzare il pennino o il pennarello. Conviene sempre scrivere prima il testo a matita e poi ripassato.

Innanzitutto, bisogna decidere se preparare prima il disegno o il lettering. Non esistono regole precise, ma solo consigli per rendere il lavoro più semplice. Forse conviene fare un disegno sommario con il testo e la vignetta per dividere correttamente gli spazi. Ricordate che il testo è inserito all'interno del balloon, e quin-di l'area necessaria sarà maggiore. Per ottenere un buon lettering, tracciare nella vignetta le righe per il testo e gli interspazi. Tracciate delle righe leggere a matita e alla fine cancellateli con una gomma. L’altezza del carattere del testo dipende, dalla grandezza della tavola e dalla dimensione che avrà la vi-gnetta. Il testo all'interno del balloon deve essere simmetrico, quindi se necessario si può andare a capo. Fate delle prove a parte per scrivere il testo e studiarne le possibili frammentazioni. Non disegnate il balloon, troppo attaccato al testo.

Pennarelli I pennarelli han-no una qualità di linea non molto pulita, sono però molto più comodi, ra-pidi e facili da usare rispetto ai pennini.

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CONCETTO VENTIMIGLIA I F

GIORGIA LA SPINA II E

MARTINA PROCIDA II E

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SCELTA DEL CARATTERE PER IL LETTERING

Per realizzare un buon lettering occorre una buona grafia e bisogna provare molto, per trovare la scioltezza e la sicu-rezza necessarie. Per ogni fumetto bisogna scegliere la forma di carattere giusta e utilizzarla per tutta la storia.

Un altro elemento importante da considerare nel lettering è il grassetto, utilizzato non solo per le grida, ma anche per portare l'attenzione su un ter-mine particolare o su un nome. Per ottenere il grassetto, usare pennarelli o penni-ni più grossi.

Come detto prima, il balloon è la linea di contorno che racchiude il lettering.

La modalità e la tipologia con la quale si esegue è molto importante perchè fa

capire in quale modo il personaggio si esprime.

Nel disegno accanto sono riportati tutti i principali tipi di balloon corrispon-

denti alle varie modalità di espressione.

LO STUDIO DEI PERSONAGGI

Disegnate i vostri personaggi in figura intera, in tutti i loro particolari e

nelle varie posizioni ed espressioni. Provate molto, fino a memorizzare

Il soggetto principale del fumetto sono i personaggi.

I personaggi dei fumetti, devono essere dotati di particolare espressività, ed ave-

re caratteristiche ben definite ed identificabili, data la loro ripetitività nelle diverse

tavole.

Prima di cominciare a disegnarli stabilite le loro caratteristiche fisiche. Bisogna avere

un’idea precisa del loro aspetto, dei singoli particolari, eventuali tatuaggi, cicatrici, l’al-

tezza, la robustezza, gli interessi, l’età.

Anche il carattere, la loro storia, devono essere elementi ben identificati. La storia deve

risultare credibile, e avere una continuità.

Attenzione alle contraddizioni tra le varie tavole o le diverse fasi della storia.

GIOVANNI MALESE I D

MARTINA PAPASERIO I F

VINCENZO ZUCCHERO IIII E

ALESSIA NICOTRA III E

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Esistono scuole per fumettisti e solo dopo molto tempo e lunghi esercizi, si raggiunge sicurezza e

stile. In alternativa è senz’altro molto utile cominciare a copiare le immagini di autori affermati.

I concetti generali del disegno, ombre, caratteristiche, prospettiva e proporzioni sono validi anche

per i fumetti, vediamo invece quali sono le particolarità, le difficoltà, gli errori più comuni ed il

modo di evitarli.

Per eseguire i disegni, si possono usare le matite tradizionali. La scelta (anche per quanto riguarda la morbidezza) varia secondo la prefe-renza di ognuno. Il segno sulla carta non deve essere né troppo forte, né troppo leggero. Bisogna stare attenti a non creare sul foglio segni incancellabili o solchi, per evitare problemi di puli-zia del disegno e per un'eventuale inchiostratura. Anche una matita troppo morbida può dare pro-blemi, se non state attenti, rischiate di macchiare il foglio.

MATERIALI e CONSIGLI PER DISEGNARE UN FUMETTO

15

GRAZIANO DESI I E

SCUAL...

SCUAL…

SONO PAPERI-

NO E SONO

QUI PER FARE

IL BAMBINO!

IVAN MAZZEO I D

ELEONORA ZAPPALA’ II E

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LE FASI DI REALIZZAZIONE DI UN FUMETTO

Senza volersi addentrare molto nelle fasi professionali di realizzazione, possiamo semplicemente dire che per realizzare un fumetto, occorrono : Idea, Soggetto e la Sceneggiatura. Per realizzare un buon fumetto, bisogna sapere : - Disegnare a matita ed a inchiostro, conoscere la luce, il chiaroscuro, il tratteggio, la prospettiva, l'anatomia e l'espressione dei personaggi. Le tecniche del colore applicate al fumetto ed i materiali occorrenti. - Raccontare e conoscere le tecniche del racconto. - Impostare le tavole e conoscere elementi di sceneg-giatura. - I vari stili dei fumetti e la caratterizzazione dei perso-naggi e degli ambienti ed i costumi

I COLORI DEL FUMETTO Dopo aver disegnato e memorizzato i vostri personaggi, definite i loro colori. Non bisogna avere paura dei colori o cercare di farli assomigliare per forza a quelli reali.

Il fumetto è un esercizio di fantasia e ricordate che ogni colore esprime un sentimento. Studiate il significato emotivo dei colori e quindi definite quello dei vostri personag-gi. I colori di un personaggio devono essere sempre uguali, perché anche loro come e forse più della forma estetica identificano il personaggio.

LO SFONDO Lo sfondo non è un elemento secondario della vignetta. Deve essere disegnato con cura, poiché serve ad ambientare la storia, a mettere in rilievo alcuni particolari e spesso a fornire indicazioni per il prosieguo della storia. Sebbene le valutazioni vanno fatte in ogni caso specifico, per disegnare lo sfondo è utile te-ner presente principalmente la prospettiva che serve a dare profondità al disegno. Le linee devono essere leggere e possibilmente sfumate (dipende dalla tecnica usata), perché que-sto contribuisce a dare profondità al disegno.

Curate lo sfondo della vignetta, ma ricordatevi sempre che non deve distogliere l’attenzione dal primo piano. Nei primi piani, non oc-corre generalmente disegnare lo sfondo, poiché questo toglie imme-diatezza al disegno, genera confusione e distrae dal soggetto principa-le sul quale volete appuntare l’attenzione del lettore.

Meglio una vignetta sen-za fondo, che con uno non appropriato o peggio eseguito in modo non cor-retto.

GIULIA PANDINO I D

CLASSE V A

MIRIAM VEUTRO

II E

16

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MIRYAM VEUTRO II E

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GIORGIA TASCO I F

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Come vivere in un fumetto VIVERE

Per cominciare l’ attività di un autore di fumetti, prima di tutto bisogna accettarsi di essere

vivi. Se scoprite di essere morti capirete finalmente perché ti risulti difficile temperare una

matita o squadrare il foglio . ma la difficoltà maggiore che incontrerete sarà quella di rac-

contare delle storie : se non vivete,non avrete mai niente da raccontare Per vivere si inten-

de:dormire,sognare,svegliarsi,mangiare,andare in bagno,spostarsi,ecc..

PENSARE

Se vivere é fondamentale, se andare a tagliare i capelli, per esempio può essere utile e tal-

volta decisivo

PROGETTARE

Quando si ha una serie di personaggi ,scene,situazioni si può cominciare la storia .

Si procede così:

-isolare per pagine le scene da cui è composta la storia

-costruire per vignette le sequenze contenute nelle scene

-andare a farsi una passeggiata, distraendosi il più possibile

DOCUMENTARSI

Quando si raccoglie la documentazione visiva è un altro momento importante prima di

disegnare una storia a fumetti .

Come per fare un film occorre un regista, l’arredatore,il costumista,lo scenografo,cosi an-

che per una storia a fumetti.

Claudia Accardi 2 A

AGATA CRISAFULLI II E

NICOLA STRANO I F

GIUSEPPE MIGNEMI I D

EMANUEL LEONE I

MIRIAM VEUTRO

II E

18

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LEONARDO BIGI V A

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Generi e stili del fumetto Quando si pensa a un fumetto, si pensa ai supereroi, ma ci sono molti generi fumettistici. Supereroi Il genere è nato negli Stati Uniti e ha per protagonista un uomo o una donna dai poteri e dalle abilità eccezionali. la forza di questo fumetto è nella personalità del protagonista. Azione\avventura i protagonisti di questo genere de-vono essere persone che si trovano a vivere esperien-ze straordinarie,loro non hanno poteri, ma solo il co-raggio e l’intuito. Fantasy i fumetti di stile fantasy raccontano storie su creature magiche,figure mitologiche,spade,armature e stregonerie. Manga sono di origine giapponese ed hanno uno stile molto popolare;spesso si tratta di storie sentimentali e adolescenziali nei licei: ad esempio shojo manga. Fumetto alternativo\esoterico è un fumetto non molto conosciuto in Italia. Serve soprattutto nei nuovi mezzi di diffusione. Umoristico sono fumetti molto divertenti, anche se ci sono argomenti molto importanti come temi sociali o politici. Horror fumetti basati su vignette dark e paurose che includono zombie,mostri,vampiri e altre creature. Que-sto genere, seppur con alti e bassi nell’ ambito dell’ editoria dei fumetti,è sempre molto amato dai giovani.

Elisabetta Pafumi,Samuele Micale 2a

VINCENZO ZUCCHERO III E

SALVO MIANO III D

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Origine e Storia

del personaggio Peter Pan apparve per la prima

volta in L'uccellino bianco, un

romanzo scritto nel 1902 da

Barrie per un pubblico adulto.

In seguito al largo successo

dell'opera, gli editori di Barrie

ne stralciarono i capitoli dal 13º

al 18º e la ripubblicarono nel

1906 sotto il titolo Peter Pan nei

Giardini di Kensington, con

l'aggiunta delle illustrazioni di

Arthur Rackham.

L'avventura più nota del perso-

naggio debuttò il 27 dicembre

1904, nello spettacolo teatrale

Peter Pan, or The Boy Who

Wouldn't Grow Up ("Peter Pan,

o il ragazzo che non voleva cre-

scere"). Questa storia fu poi

adattata, ingrandita e trasforma-

ta da Barrie in un romanzo pub-

blicato nel 1911 con il titolo

Peter e Wendy, poi Peter Pan e Wendy e infine semplicemente Peter Pan.

Serie TV Nella serie televisiva C'era

una volta a partire dalla

seconda stagione viene in-

trodotta L'Isola che non c'è

con i personaggi di Capitan

Uncino, Spugna e i Bimbi

Sperduti. La terza stagione

sancisce l'entrata in scena di

Peter Pan in veste di antago-

nista principale della prima

parte della terza stagione,

della fata Campanellino e di

Wendy.

Peter appare anche nella

serie televisiva su Wendy

con Meaghan Jette Martin

ed è interpretato da Tyler

Blackburn.

GIULIA D’AMICO, FILIPPO LA VECCHIA E TUCCI CHANTAL

CLASSE II C

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Qui, Quo e Qua sono tre personaggi immaginar i dei fumetti e car to-

ni animati Disney. Ideati da Al Taliaferro e Ted Osborne per la tavola

domenicale del 17 ottobre del 1937, sono i tre nipoti di Paperino. Alme-

no in origine, compaiono nel mondo di Paperino e dei paperi con carat-

teristiche pressoché equivalenti a quelle di Tip e Tap, i nipoti di Topoli-

no. Sono Gemelli identici, sono presentati come figli di Della Duck .

Origini Secondo gli alberi genealogici tracciati da Carl Barks e perfezionati da Don Rosa, i tre nipotini sono figli di

Della Duck (sorella di Paperino) e di un padre sconosciuto che non viene mai nominato e il cui nome non è

mai stato indicato da nessun autore, ma che è stato rappresentato in un recente albero genealogico di Don

Rosa; il suddetto albero riporta un nome per il padre dei tre nipotini, ma, come chiarito da Don Rosa, è solo

il nome di un suo fan. La caratteristica dei tre gemelli è quella di essere (insieme allo zio Paperino e alla

madre Della) il punto di congiunzione delle tre più importanti e più prestigiose famiglie di Paperopoli. In-

fatti i gemelli sono nipoti (figli della figlia, Della) di Ortensia de Paperoni.

Differenze dei fratelli

secondo alcuni autori Nonostante in quasi tutte le storie i tre fratelli

siano rappresentati come identici tra di loro,

alcuni autori introducono occasionalmente par-

ticolari caratteristiche che li differenziano l'uno

dall'altro. Secondo Pat Block, Qui (colore ros-

so) è il più coraggioso del gruppo, Qua (colore

verde) il più impulsivo, mentre Quo (colore blu-

azzurro in molti casi confuso con il blu), spesso

protagonista, è il più intelligente e il primo a

prendersi una cotta. Qui, Quo & Qua e il tempo

delle mele è solo la prima di una serie di storie

in cui Quo s'innamora, questa volta della bella

nipotina di Paperina, Paperella. Tra le altre van-

no citate Il rovescio della crostata, L'amorevole

missiva e Una principessa per Quo. FILIPPO LA VECCHIA

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Fumetto

Qui Quo Qua Il nostro fumetto preferito é PAPERINO. In verità Pape-

rino si chiama Paolino Paperino.

Ora inventeremo un nostro fumetto su di lui, buona lettu-

ra!?!

Un giorno Paperino decide di andare in moto ad esplorare

la foresta…

Perché siete

qui ??? Siamo in cerca del

tesoro nascosto del

PIRATA BARBABIE-

TOLA.

Perché non me lo avete detto

subito ?

Vi facciamo vedere il pirata Barbabietola.

Appena lui arriva incontra i suoi nipotini Qui Quo Qua.

Paperino trova una mappa su un sasso, con Qui, Quo e Qua la seguono e

trovano il tesoro, ma dentro c’era…

…Un quintale di barbabietole da zucchero

FILIPPO LA VECCHIA 2 C

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Nella storia del fumetto il più importante è TOPOLINO. Topolino, nel formato libretto tascabile è forse il fumetto più amato e collezionato d’Italia. Il n°1 uscì nell’aprile del 1949. Topolino aveva fin li pubblicato ben 738 numeri, ma stava attraversando un periodo di decadenza. Il nuovo Topolino aveva cadenza non più settimanale ,ma mensile e costava 60 lire. Topolino,per la prima volta nella sua storia,fu dedica-to completamente ai fumetti DISNEY. Il primo libretto tutto a colori giunse nelle edicole nel 1961,con il n°289 dell’ 11 giugno 1961 con l’inconfondibile dorso giallo. l’indicazione del numero fu introdotto con il n°605 del 2 luglio 1967. E’ importante ricordare che i primi 74 Topo-lini uscirono spillati. Topolino è uno delle testate in assoluto preferite e che trova nuovi adepti anche nelle generazioni più giovani, ancora oggi esce settimanalmente nelle edicole. Nel 1932 viene assegnato a DISNEY uno speciale OSCAR per la creazione del personaggio di Topolino. La notizia ha ampio risvolto sui principali giornali di tutto il mondo e, come ovvio, anche in’ITALIA. Il grande GIUSEPPE NERBI-NI, edicolante ed editore FIORENTINO ha dedicato un intero giornale al nuovo eroe dei ragazzi. Cosi, nel NATALE del 1932 fa il suo in-gresso nelle edicole italiane una nuova pubblicazione, dal titolo TO-POLINO, anticipando di appena un mese la prima pubblicazione AMERICANA,il MICKEY MOUSE editò da HERMAN KOMEN nel for-mato DIGEST che più tardi avrebbe fatto successo in ITALIA. LA rivi-sta di KEMEN , però, veniva distribuita solo nei grandi magazine, per la diffusione nelle edicole bisognerà aspettare il 1935. Tornando in

Italia, sulla falsa riga del celebre CORRIERE DEI PICCOLI, anche TOPOLINO si presenta ai lettori con periodicità settimanale e si apre con una breve storia in cui le didascalie sono scritte a rime e realizzate da GIOVE TOPPI. Il primo episodio in assoluto del Topolino dei fumetti,realizzato dai suoi creatori con la collaborazione di WIN SMITH e apparso in originale il 13 gennaio del 1930, verrà proposto da Nerbini nel 1934. L’edizione italiana ha però una par-ticolarità rispetto all’ originale:si avvale infatti dell’opera di GIORGIO SCUDELLARI,illustratore di origine cilena che corregge alcuni errori ed incongruenze presenti nella storia. La storica testata che presentava in un unico numero delle lunghe saghe avventurose. Ancora oggi , vengono venduti nelle edicole ITALIANE con grande successo.

GIADA FERLITO e FAMA’ ANGELICA 2° A

Il fumetto di topolino”

Paperino È un papero bianco con becco e zampe arancioni. Solitamente indossa una blusa e un berretto da marinaio, ma senza pantaloni. Alcuni credono che la Finlandia lo abbia censurato perché non porta i pantaloni, ma è una leggenda metropolitana. Secondo l'albero genealogico ideato da Don Rosa, in base alle indicazioni contenute nelle sto-

rie a fumetti di Carl Barks, è figlio di Ortensia de' Paperoni (sorella di Paperon de' Papero-ni) e Quackmore Duck (figlio di Nonna Pape-ra), ha una sorella gemella, Della Duck, ma-dre di Qui, Quo, Qua. È stato definito l'antie-roe per eccellenza, l'incarnazione dell'uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi, le sue nevrosi.

Giuseppe Sciuto 2A

Il Paperino statunitense , comunque, è un papero sfortunato, come nelle storie italiane, ma unisce un certo carattere arruffone e un po' scansafatiche , e scorbutico, ma anche molto dolce e affettuoso con i suoi amici e soprattutto con paperina che è la sua fidan-zata . E’ il migliore amico di Topolino e di Pluto.

ALESSIA E ROSARIA

Salve a tutti sono

Paolino Paperino .

AGATA CRISAFULLI II E

DESIRE’ GRASSO III C

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Papera molto esigente, costringe il fidanzato

ad accompagnarla a fare spese, ad eventi mon-

dani o al cinema.È molto attiva: partecipa a

tutti i circoli insieme a Paperino. Nei cartoni

animati indossa un abito viola e un fiocco rosa

(con l'eccezione della serie televisiva house of

mouse, dove ha un vestito blu e una coda di ca-

vallo, e di quack pack in cui ha una permanen-

te e indossa un vestito rosa). Nei fumetti ha un

completo rosso. Come il suo fidanzato Paperi-

no, anche Paperina ha un'identità segreta pa-

perinika grazie alle straordinarie invenzioni

della sua amica genialina Edy son ; è spesso in

contrasto con la sua controparte maschile, di

cui comunque è invaghita. Tuttavia appare

molto più raramente di Paperinik. Le sue mi-

gliori amiche sono Genialina Edy Son, Chiqui-

ta (Clara Cluck), Minni (Minnie Mouse) e Cla-

rabella (Clarabelle Cow), anche se con queste

ultime due, che sono residenti a topolina , si

vede molto meno. Con Chiquita fa parte del

Club Femminile. Nonostante sia la fidanzata di

paperino litiga spesso con lui a causa del suo

forte carattere ed anche perché viene corteg-

giata pure da Gastone che spesso sfida paperino proprio a causa di Paperina.

Nel febbraio del 1953 si riscoprì zia di tre gemelle, Ely, Emy, Evy , grazie a Karl Baks In Italia,

Paperina racconta alcune sue peripezie nell'ormai famoso "diario", ripreso da diversi autori. Ta-

le Diario è anche riproposto in parodie storiografiche intitolate "Dai diari delle antenate", le cui

narratrici sono versioni di Paperina nelle varie epoche storiche.

ALESSIA E ROSARIA

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Ma quanto lo

amoo!!!!!

VAI VIA !!!

NON MI ME-

RITI !!!!.........

OK !!!!

COME VUOI !!! MA

NON CERCARMI

PIU!!

MA COSA HO FAT-

TO !! LE PORTO

DEI FIORI SCUSAMI!!

TI AMO

SCUSE ACCETTA-

TE!! TI AMOO AN-

CHE IO

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Il disegno di Topolino prende vita per la prima volta in un cortome-traggio animato del 1928 intitolato: Plany Crazy, il primo senza sono-ro. Il secondo fu Streamboat Willie che era dotato di sonoroed ebbe molto più successo di Plany Crazy. Michey Mouse inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Mortimer, realizzato da Walt Disney insie-me ad un amico Ub Iwerks, animatore e disegnatore di fumetti , americano. Anche Minnie e Gambadilegno compaiono già nei primi cortometraggi. Minnie è figlia di agricoltori e zia di Melody e Millie, amica di Paperina e Paperino . Anche Gambadilegno dedica una corte serrata a Minnie, ma lei, alla fine, si fidanza con Topolino. Suc-cessivamente, Topolino, in modo molto coraggioso, salva la vita a Minnie sia quando sta per affogare che quando si trova preda al fuo-co .Nel 1931 arriva Pluto e da allora Topolino,Minnie e Pluto, accan-to a Pippo, formano un gruppo inseparabile.

GIULIA E FILIPPO

Come regalo una grande

cenetta .

Grazie Topolino.

E vissero tutti felici e contenti … Giulia e Filippo

Grazie Topolino!

ALESSIO LO RE I F

Auguri Minnie .

Buon compleanno.

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Il mito del “super-eroe”

Il primo grande “super-eroe” (cioè un paladino del Bene do-tato di particolari poteri) della storia del fumetto è Superman creato nel 1938 da Jerry Siegel (sceneggiatore) E Joe Shu-ster (disegnatore), all’epoca entrambi diciassettenni. Super-man è stato il primo paladino della giustizia “in calzama-glia” e il suo successo fra i ragazzi d’America ha rappresen-tato il primo vero boom editoriale del fumetto. Le storie ideate da Siegel si basavano su tre elementi narra-tivi di sicura presa fra gli adolescenti: il visitatore giunto da un altro pianeta, la creatura “superumana” ed il tema della doppia identità. Superman è nato su Krypton – pianeta condannato a scom-parire a causa di una meteora con cui sta per entrare in col-lisione – ancora in fasce, viene lanciato dai genitori nello spazio, pochi istanti prima dell’impatto. Giunto sulla Terra, viene adottato da Martha e Jonathan Kent i quali, ben pre-sto , scoprono che il bambino è dotato di poteri sovrumani. Divenuto adulto si trasferisce a Metropolis (immaginaria città nel cuore degli Stati Uniti) ed accetta un impiego come gior-nalista per il quotidiano locale Daily Planet. Tutta la vicenda è dedicata però alla lotta “per la verità e la giustizia e per l’America”. Il motivo di maggior successo di questo fumetto va ricercato nelle componenti sovrumane, negli sconfinati “poteri” di Su-perman (capacità di volare, vista a raggi X, enorme forza).

CONCETTO VENTIMIGLIA I F

LEONARDO BIGI VA

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Il secondo grande super-eroe di questo periodo è Batman.Creato nel 1939 da Bill Finger e Bob Kane. A differenza

del suo predecessore, non si avvale di nessun potere straordinario ma è dotato di un intelligenza decisamente supe-

riore alla media e di un fisico aitante, preparato con ore ed ore di palestra al giorno. Non è un alieno come Super-

man,è un superuomo. Indossa un costume (secondo la tradizione dei super-eroi) composto da una tuta grigia con un

ampio mantello che riproduce la struttura delle ali dei pipistrelli; esce allo scoperto solo di notte, volteggiando sui tetti

di Gotham City per condurre la sua battaglia contro il crimine. Di giorno egli è Bruce Wayne, rimasto orfano di en-

trambi i genitori, ucciso sotto i suoi occhi quando era ancora bambino; risale a quel traumatico evento il suo giura-

mento di dedicare l’intera vita alla lotta contro i trasgressori della giustizia.

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NICOLA STRANO I F

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Andrea Pirruccio 2^E

Mafalda (di Quino)

Quino (Joaquìn Salvador Lavando), è nato a Mendoza (Argentina ) il 17 luglio 1932. Egli stesso racconta che scoprì la sua vocazione per il disegno all’età di tre anni quando una sera i genitori, per andare al cinema, lo affidarono allo zio disegnatore pubblicitario. Per due ore intere, si divertì moltissimo con i gio-chi grafici che lo zio fece e per tenerlo buono e rimase affascinato dalle possibilità di esprimersi con il disegno. Interpresa la carriera di disegnatore, si affermò in pochi anni. Nel 1964 un’industria di elettrodomestici gli commissionò un fumetto che avesse come protagonista la famiglia tipi-ca argentina. Il progetto venne poi archiviato, ma era ormai nata sulla carta una bambina impertinente e chiacchierona: MAFAL-DA

IL PERSONAGGIO Mafalda nacque nel 1964, la prima striscia apparve sul setti-manile argentino Primaria Piana il 29 settembre. In Italia Mafalda esordì nel 1968 con una trentina di strisce incluse in un volume antologico, il Libro dei bambini terribili per adul-ti,edito dalla Feltrinelli. Mafalda non è la solita “ragazzina terribile”, di molte strisce a fumetti, ma è una contestataria irriducibile, seriamente preoccupata per come vanno le cose in questo mondo. Ha circa sette anni, ha la bocca larga e una chioma folta e riccia, la sua preoccupazione maggiore è di medicare, fa-sciare, incerottare un mappamondo, perché, come è solita ripetere, ha sempre qualcosa che “gli fa male”. È spigliata, di buon senso, consapevole dell’epoca in cui è nata e con uno spiccato senso dell’umorismo. La striscia di cui è protagonista ha per sfondo il mondo di bambini che sono in diretta polemica con i propri genitori.

La sua contestazione comincia dalla “minestra” e le sue paure si chiamano bomba atomica, guerra, inquinamento,

ecc.

Mafalda vive a Buenos Aires con i genitori: il padre impiegato e la madre casalinga.

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La nascita dell’indagatore dell’in-cubo: Dylan dog Dylan Dog è il primo fumetto horror italiano ed è il maggior successo editoriale della fine degli anni ottanta. Il personaggio è nato del 1986 grazie al lavoro di Tiziano Sclavi, ed è stato realizzato graficamente da Claudio Villa, che ha disegnato anche le prime quaranta copertine del fu-metto, anche se la prima storia pubblicata è di Angelo Sta-no . Dylan Dog è soprannominato l’indagatore dell’ incubo (sulla falsariga del precedente successo di Martin Mystère, detto il detective dell’impossibile).

Il personaggio: nascita di un mito Dylan Dog vive e lavora a Londra al numero 7 di Craven Road; la sua storia passata è avvolta nel mistero e non si sa praticamente nulla nè di lui, nè dei motivi che l’hanno spinto ad abbandonare il corpo di polizia per dedicarsi alla sua ec-centrica professione. Condivide l’appartamento londinese col suo assistente Grou-cho, sosia del comico Groucho Marx, e lavora spesso in col-laborazione col suo ex-capo, l’ispettore Bloch. Per hobby suona il clarinetto e lavora in continuazione alla costruzione del modellino di un galeone spagnolo. Ha sempre a che fare con splendide ragazze e con mostri e incubi di ogni tipo. Tra i suoi avversari ricorrenti vi è il professor Xabaras ( anagramma di Abraxan, una malefica divinità orientale, da cui deriva la formula abracadabra), incarnazione del male, e il professor Marx Hicks, esperto in chirurgia genetica. Nella sua biografia c’è spazio anche per il detective dell’impossibile, Martin Mystère,al quale è legato da una since-ra amicizia, che incontra per la prima volta nel 1978 e che rivedrà dodici anni dopo a Londra. Come molti personaggi dei fumetti, è facilmente riconoscibile perchè veste sempre con gli stessi abiti: giacca nera, camicia rossa, jeans e, ai piedi, un paio di Clarks. Le storie sono pubblicate da Sergio Bonelli editore,che vanta anche altri fumetti di grande successo come Tex e Martin Mystère. L’aspetto dominante di questo fumetto è l’insistenza sul macabro e sulla violenza, cui però fa contrappunto la comi-cità assurda e demenziale di Groucho; si tratta comunque di vicende molto accurate sul piano della caratterizzazio-ne dei personaggi, dell’ambientazione e della costruzione degli intrecci. I disegni sono affidati, oltre che a Stano, a ottimi professionisti come Roi , Trigo, Montanari & Grassani, Dell’Uomo e Casertano.

Graziano Desi 1^ E

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CHRISTOPHER CATANIA III E

MARCO RECUPERO III E

GIULIA HU I D

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ROSARIA CONSOLO II D

NOEMI ROSISVALLE II D

JENNIFER VINCIGUERRA II D

MARTINA COCO II D ROSARIA CONSOLO II D GIULIO PETROSINO II D

FEDERICA STELLA II D

CHRISTIAN SPOTO II D

ELEONORA ZAPPALA II D

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue

creature, spetialmente messor lo frate

sole, lo qual è iorno, et allumini noi per

lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande

splendore, de te, Altissimo, porta signifi-

catione.

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FEDERICA STELLA II D

MARTINA COCO II

ROSARIA CONSOLO II D

JENNIFER VINCIGUERRA II D

GIULIO PETROSINO II D

ELEONORA ZAPPALA’ II D

GIULIO PETROSINO II D

ROSARIA CONSOLO II D

ROSARIA CONSOLO II D

Laudato si’, mi’ Signore, per sora

luna e le stelle, in celu l’ài formate

clarite et pretiose et belle.

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FEDERICA STELLA II D

MARTINA COCO II D

ROSARIA CONSOLO II D

CHRISTAN SPOTO II D

GIULIO PETROSINO II D

ROSARIA CONSOLO II D

ELEONORA ZAPPALA’ IID

ROSARIA CONSOLO II D

Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et

per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le tue creature dai sustenta-

mento.

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FEDERICA STELLA II D

MARTINA COCO II D

JENNIFER VINCIGUERRA II D

ROSARIA CONSOLO II D

GIULIO PETROSINO II D

ROSARIA CONSOLO II D

Laudato si’, mi’ Signore, per

sor’aqua, la quale è multo utile

et humile et pretiosa et casta.

39

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FEDERICA STELLA II D

MARTINA COCO II D

JENNIFER VINCIGUERRA II D

ROSARIA CONSOLO II D

CHRISTIAN SPOTO II D

ELEONORA ZAPPALA’ II

GIULIO PETROSINOI II D

ROSARIA CONSOLO II D

Laudato si’, mi' Signore, per frate focu,

per lo quale ennallumini la nocte, et

ello è bello et iocundo et robustoso et

forte.

40

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ROSARIA CONSOLO II D

JENNIFER VINCIGUERRA II D

ELEONORA ZAPPALA’ II D ROSARIA CONSOLO II D

ROSARIA CONSOLO II D

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la

quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con

coloriti flori et herba.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale.

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VINCENZO ZUCCHERO III E

SALVO RUBINO III E

CHIUSA!

COME VOR-RESTI LA

SCUOLA?

MARIA GRAZIA GRILLO III F

DALILA PETROSINO III D

ANTONELLA FALCO

ELENA III D

GIULIA NICOLOSI III D

42

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RACHELE SCIRE’ RISICHELLA III E

RACHELE SCIRE’ III E

CRISTIAN RUSCICA III D

FEDERICA GEMMELLARO III D

FEDERICA CARBONE III D CHRISTIAN DI BENEDETTO

AGATA D’ARRIGO III D

43

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ELENA III D

JENNIFER DI STEFANO III E

JENNIFER DI STEFANO III E

GABRIELE SAMMICELI III D

IRENE CELANO III E

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GIORGIA

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GLI ALUNNI DELLA SCUOLA PRIMARIA

CLASSE III D

50

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LUCY VIOLA II F

53

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MARTINA PAPASERIO I F

54

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SONIA PIGNALLI II D

55

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GIORGIA LA SPINA II E

56

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ANTONIO CASTELLI III B

61

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GIADA CATANIA III B

62

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DIEGO PALAZZO III B

63

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MARTINA SANTAPAOLA

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AURORA

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ANTONIO PARCO

III E

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ANGELICA

NICOLOSI III

E

FRANCESCA LICANDRO III E

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KATRIN GRECO III E

74

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ASIA GALASSO III E

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GIARCARLO ZUCCHERO,CHRISTIAN MARLETTA, ENRICO MALVINA

CLASSE IV A

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FABIOLA LEONE, GIULIANA PROCIDA, SOFIA BUDA CLASSE IV A

ALEX.

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GABRIEL SAPUPPO, GABRIELE MANNINO, AGATINO VERDONE CLASSE IV A

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LUANA CATANIA, NOEMI BONACCORSI, KETTY SPINA CLASSE IV A

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il

romanzo a fumetti sull’Olocausto

"Maus" è uno stupefacente romanzo a fumetti, in cui un grande fumettista, Art Spiegelman, si confronta con

l’immane tragedia dell’Olocausto e con la figura del padre, un sopravvissuto di Auschwitz.

Il fumetto racconta le peripezie vissute da Vladek, il padre di Art, durante tutto l’arco della Seconda Guerra Mondiale: dalla vita agiata e serena degli anni ’30 a quella squallida del ghetto dopo l’invasione della Polo-nia, dal periodo della fuga e della clandestinità all’orrore del campo di concentramento.

La vicenda è ricostruita con molta accuratezza storica, ma l’attenzione dell’autore è soprattutto rivolta all’a-spetto umano dei personaggi.

Spiegelmanha lavorato per oltre dieci anni a "Maus", stendendo da capo la sceneggiatura per ben tre volte, compiendo alcuni viaggi in Europa per documentarsi. I terribili racconti dei genitori e la personalità forte del padre avevano fatto sì che Art sviluppasse un profondo coinvolgimento interiore con la tragedia della Shoah. Ma come era possibile trasmettere ai lettori tutta la complessità di questo rapporto personale? Comeparlare di una delle più insensate pagine della storia? L’autore ha avuto l’idea geniale di rendere "Maus" un’opera metafumettistica, cioèdotata di una certa consa-pevolezza del suo essere un fumetto e ha trasformato il vero nucleo narrativo del libro, gli episodi di guerra, in una serie di lunghi flash-back."Maus" è,dunque,basato su un continuo alternarsi fra vita di tutti i giorni e orrore, fra padre di oggi e padre di ieri. Ed è proprio questo continuo sbalzo sia narrativo che temporale ad essere una delle caratteristiche più interessanti di tutto il libro.

Il primo impatto con il libro è sconcertante proprio perché i personaggi sono tutti animali: gli Ebrei sono topi, i Polacchi sono maiali, i Tedeschi sono gatti, i Francesi sono rane… Gli animali sono umanizzati ma manten-gono sempre le loro caratteristiche, questa stranezza assume un carattere inquietante quando ci si accorge di quanto sia serio l’argomento del fumetto, di quanto sia diverso dalle storie con animali protagonisti che siamo abituati a leggere.Spiegelman punta proprio su questo, vuole spiazzare il lettore, ma non è assoluta-mente sua intenzione umiliare suo padre e i sopravvissuti. In realtà dietro a questa scelta c’è una raffinatissi-ma serie di rimandi.

DESIRE’ GRASSO III C

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"Maus" inoltre è in bianco e nero, e l’autore gioca abilmente sui contra-sti delle due tonalità per acuire il senso di inquietudine. Tutte le vi-gnette di "Maus", infatti, possono essere definite claustrofobiche: i personaggi , specie nelle scene d’interno, appaiono quasi schiac-ciati tra i bordi e i balloon di dialo-go, di rado accade che una figura sia mostrata per intero, e nel com-plesso predominano il primo piano, il secondo piano ed il piano ameri-cano. Particolare è anche l’uso del-le linee dello sfondo, che sono sempre nette, dritte e precise e che ricreano un ambiente ostile, freddo e inumano. In quest’ottica appare evidente la ricerca catartica di "Maus": Art, ri-percorrendo, analizzando e infine ricreando, seppure nella finzione, la vita di suo padre, sperava di trova-re finalmente una maniera di capir-lo; ma è lui il primo ad ammettere di aver fallito. Si rende conto che è impossibile comprendere a fondo suo padre senza capire quello che ha passato. E man mano che si confronta con la tragedia del lager, si accorge che questo è impossibi-le. “Nessuno può capire Ausch-witz...” dice sconsolato Vladek a pag. 220.

"Maus" è dunque un autentico rac-conto di formazione, dove il vero protagonista, il “sopravvissuto” del sottotitolo, non è Vladek ma Art stesso. Mentre il padre non si è mai davvero salvato ed è rimasto per tutta la vita prigioniero del trauma subito, il figlio è riuscito a sopravvivere affermando la propria identità nella sua arte, riuscendo a superare il suicidio della madre e il tormentato rapporto con il padre, un uomo contorto, ma al quale non riesce a non volere bene.

Art Spiegelman

Art Spiegelman nasce a Stoccolma nel 1948 da genitori ebrei polacchi rifugiati, che presto si trasferiscono negli Stati Uniti. Già al liceo studia fumetto e illustrazione, crescendo artisticamente nello straordinario fervore culturale del movimento underground newyorkese. Esordisce professionalmente a 16 anni, e, do-po una carriera che lo vede esercitare i più svariati mestieri nell’ambito della comunicazione grafica, nel 1980 fonda, assieme alla moglie FrançoiseMouly, "Raw", rivista sperimentale di “comix”, che presto diven-ta oggetto di culto e punto di riferimento di tutti i giovani cartoonist americani. E’ proprio sulle sue pagine che nei primi anni ’80 vede la luce a puntate la prima parte di "Maus, racconto di un sopravvissuto". Nel 1986 essa viene raccolta in un volume e riscuote un immediato successo, divenendo un autentico caso letterario. La seconda parte esce nel 1991 ed è di nuovo un trionfo di pubblico e di critica: l’anno successi-vo Spiegelman è il primo fumettista della storia ad essere insignito del prestigiosissimo Premio Pulitzer.

III C SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

GRECIA PIANO III C

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In primo luogo, Spiegelman intende rifarsi al linguaggio del Nazismo stesso e costruire sui simboli di cui esso si serviva una base per la sua opera. Lo stesso Hitler, nei passi più deliranti del suo "MeinKampf", chiamava gli Ebrei con disprezzo “ratti” e dichiarava che il popolo tedesco era “il nemico naturale di que-sta orrenda infestazione”. Uno degli obiettivi principali dell’autore è dunque mostrare l’assurdità del razzi-smo hitleriano, che ha portato ogni gruppo nazionale o etnico a comportarsi come una specie a se stante. Il secondo riferimento è ai fumetti popolari metropolitani, di cui Spiegelman è esperto. L’eterno duello fra l’astuto topo ed il prepotente gatto era una delle scene ricorrenti di questo filone di letteratura disegnata.

Dal punto di vista grafico, Spiegelman, studioso di notevole cultura grafica ed artistica, è un autentico maestro nel creare un linguaggio capace di mischiare le influenze delle più diverse aree artistiche: la linea non è mai uniforme, si inspessisce e si assottiglia continuamente senza apparente criterio, contribuendo a trasmettere il senso di angoscia dei perso-naggi

GRECIA PIANO III

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PINOCCHIO!

Questa storia parla di pinocchio, che mentre passeggiava incontrò un cane, appena lo vide decise di tenerselo. Lo chiamò Odi, aveva il pelo chiaro e medio di statura. Era molto giocherellone e affettuoso.

Ad un tratto venne un gatto di nome Garfield, che voleva a tutti i costi il cane. Pinocchio non era assoluta-

mente d’accordo,perché si era molto affezionato a Odi.

Io voglio

restare

con pi-

nocchio!!!

Dammi

subito il

mio cane!

Vai via non te

lo darò mai,

vattene!!

Alla fine Pinocchio ritornò a casa con Odi e restarono per sempre insieme.

Sono molto

deluso ri-

marrò con i

miei amici

gatti.

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SEBY E YLENIA

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Mr.Bean è un personaggio inventato dall’attore Rowan Atkinson . Mr.Bean divenne un protagonista televisivo nel 1990, nel 2002 e nel 2003 ha interpretato 2 film: “Mr.Bean l’ultima catastrofe” e “Mr.Bean’s Holiday”. Il suo personaggio è stato anche trasformato in un fu-

metto.

Strano Mario e Montoro Andrea 2C !

Io sono Ted-

Si va a

spasso..

YUPPI !

BOOM!

Povero

ragazzo...

Colpa

Tua !

Buonanotte THE END!

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CLASSE IV C

CLASSE IV D PLESSO VIA CELLINI

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SORAYA PISTONE V C

AURORA CAMPISI V C

IN SICILIA….

CALATE

L’ANCORA!

FORSE GRADIRESTI UN

PO’ DI BUON VINO!

BUONA IDEA

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SAMUELE PETROLITI V C QUESTI ASTUTI FURFANTI!

MI HANNO ACCECATO E SO-

NO SCAPPATI.

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“GUARDA C’E’ UN BUCO”

STORIA DI AMLETO

IL GATTO CURIOSO

SCUOLA DELL’INFANZIA:

MANUEL, EMANUELE SEZ. C

PAOLO, NICOLO’ e SIRIA SEZ. D

SOFIA

PAOLO SCUTO

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NICOLO’

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SIRIA

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La 1^ D ha impa-

rato a conoscere le

tecniche per realiz-

zare il fumetto,

scoprendo quanto

sia divertente ed

istruttivo. Infatti i

ragazzi hanno letto

la Storia dell’Anti-

ca Roma a fumet-

to, realizzata dalla

magica penna di

Walt Disney, in cui

in un centinaio di

pagine sono racchiuse storie

ed avvenimenti realmente ac-

caduti, ma trasformati in

“striscie d’autore” come “le

papere del Campidoglio”. E’

stato un modo diverso di stu-

diare perché sembrava un gio-

co, ma abbiamo imparato tan-

te nozioni che, tra l’altro, ri-

cordiamo di più rispetto ad un

libro tradizionale.

Gli alunni della 1^D.

Nella foto: Gracy Aulino, Giulia Pan-

dino, Giovanni Leone, Ivan Mazzeo,

Giuseppe Sanfilippo, Giuseppe Mi-

gnemi, Ilenia Gentile, Giulia Hu, Ro-

saria Minuto, Cleria Marchese, Mas-

simo Spaticchia.

Nella foto: Agata Consolo, Manuel

Leone

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AURORA BARBARINO II

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BAGLI TERESA II C

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GIULIA CAUDULLO IF

GIORGIA TASCO I F

FILIPPO LA VECCHIA II C

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La parola giapponese

manga 漫画è stata co-

niata dal pittore Hokusai Katsushika, nel 1815 circa, come titolo per una raccolta di disegni satiri-ci, "Hokusai Manga", combinando due

kanji: 漫(man) = strano,

buffo e 画(ga) = immagi-

ne, disegno. Il significato letterale è “immagini di-vertenti” o “immagini in movimento”. È stato il mangaka Kitazawa

Rakuten, agli inizi del Novecento, ad applicarla alle produzioni a fumetti. Prima di lui, infatti, i fumetti umoristici erano alternativamente indicati con i termini giga, odoke-e, ponchi-e.

Il fumetto giapponese ha radici molto antiche. Trova le sue origini nel periodo Heian (749 – 1185) con i primi rotoli dipinti: gli emakimono(7). Questi associano le immagini a testi calligrafati, raccontando una storia che viene scoperta dispiegando il rotolo. È importante notare che, nella maggior parte degli antichi emakimono, il testo di accompagna-mento è molto breve, quasi solo una didascalia, la preminenza è, quindi, data all’immagine che può, da sola, raccon-tare la storia. Questa caratteristica si conserva perfettamente nei moderni manga. La forma attuale del fumetto nipponico si è definita, invece, all’inizio del XX secolo sotto l’influenza delle strips d’im-portazione, soprattutto americane. Stabilire una data precisa non è facile; i più indicano il 1862 come data di nascita ufficiale del fumetto made in Japan, quando, a Yokohama, nasce The Japan Punch, rivista satirica fondata dall’ingle-se Charles Wirgman. Il manga include opere in una grande varietà di generi, come avventura, romantico, sportivo, storico, commedia, fan-tascienza, fantasy, giallo, horror ed erotico. A partire dagli anni 50 il manga è diventato uno dei settori principali nell'industria editoriale giapponese, con un mercato di 406 miliardi di yen nel 2007 e 420 miliardi nel 2009. Benché nata in Giappone, questa forma di intrattenimento è stata esportata e tradotta in tutto il mondo, con una platea inter-nazionale molto nutrita. In Europa e in Medio Oriente il volume di mercato si attesta sui 250 milioni di dollari, mentre in Nord America nel 2008 era stimato sui 175 milioni.

Le storie manga sono principalmente stampate in bianco e nero, con qual-che eccezione a colori. In Giappone sono tipicamente serializzate su riviste dedicate, contenenti più storie, ognuna delle quali viene presentata con un singolo capitolo per poi essere ripresa nel numero successivo. Se una serie ha successo, i capitoli possono essere raccolti e ristampati in volumi tankōbon e la serie può ricevere un adattamento animato dopo o addirittura durante la sua pubblicazione. Gli autori di manga (mangaka) lavorano tradi-zionalmente con pochi assistenti in piccoli studi e sono associati con un editore per la pubblicazione delle loro opere.

Page 111: N° 1icmusco.it/stud/giornalino/14-15/Il fumetto.pdfavendo le sue radici nella tradizione delle arti figurative e lette-rarie, il fumetto ha un suo specifico linguaggio. Tuttavia,

DESIREE’ CAVALLARO III E

NOEMI LEONE III D

AGATA PLATANIA I F

MIRYAM DEBORAH

VEUTRO II E

108

GIULIA BUCCHERI I E

ANGELO D’ARRIGO I F

CLERIA MARCHESE ID

Page 112: N° 1icmusco.it/stud/giornalino/14-15/Il fumetto.pdfavendo le sue radici nella tradizione delle arti figurative e lette-rarie, il fumetto ha un suo specifico linguaggio. Tuttavia,

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Finito di stampare nel mese di Marzo 2015

Stampa: Litografia: “La Provvidenza”

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