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GOVERNATORE «Non si combatte il terrorismo porgendo l’altra guancia. Le associazioni islamiche devono condannare»

Zaia: tra i profughi tanti i malati di mente

Gli imam e i fedeli musulmanisono i benvenuti nelle chieseitaliane. Nel giorno in cui il Papada Cracovia si rivolge diretta-mente a Dio per fare tornare ifondamentalisti sulla «via dellapace e del bene» con una preghie-ra lasciata nella chiesa di SanFrancesco - «Tocca i cuori deiterroristi» - il cardinale AngeloBagnasco, presidente della Cei,accoglie con grande favore l'ini-ziativa annunciata dal mondoislamico per lanciare un messag-gio di unione con la comunitàcristiana. La loro partecipazionealla messe del fine settimanarappresenta un segnale forte daparte di quell'Islam moderatoche vuole arginare e isolare ifanatici integralisti.

Ieri pomeriggio c'è stato unprimo approccio anche in Vene-to. L'imam di Vicenza, YahyaAbd al-Ahad Zanolo, portavocedella Coreis in regione, ha presoparte alla messa celebrata aBreganze dal vicario generaleLorenzo Zaupa, nella casa dellesuore Orsoline: «In questo mo-mento drammatico, ed in conti-nuità con l'insegnamentodell'Islam - ha detto l'imam Zano-lo, 36 anni, di nazionalità italiana- vogliamo portare il saluto deimusulmani d'Italia come un se-

gno concreto di profondo rispet-to della sacralità dei riti, deiluoghi di culto e delle funzionisacerdotali del cristianesimo,che sono state bestemmiate du-rante l'attentato di Rouen».

Oggi il rappresentate spiritua-le della comunità islamica porte-rà lo stesso messaggio di pacealla messa celebrata nel Tempiodi San Lorenzo a Vicenza, men-tre a Legnago, nel veronese,nella parrocchia di Sant'Antonio,ci sarà l'altro incontro tra islami-ci e cristiani in Veneto: l'imamMansur Abd al-Hayy Baudo saràospite della messa concelebratadal vescovo di Verona, GiuseppeZenti.

Queste aperture un tempo im-

pensabili vengono salutate congrande soddisfazione dalla Chie-sa: «Siamo molto grati per que-sta risposta pronta, tempestiva echiara - ha sottolineato il cardina-le Bagnasco - Spero che faccianosentire la loro voce in modounitario al di là delle differenzepresenti nella loro realtà. Secontinuano su questa strada sipotrà creare un vero isolamentoattorno a questi fanatici omici-di». Bagnasco invita poi a nonconsiderare i tremendi fatti chesi stanno susseguendo in Europacome tante piccole battaglie diuna più grande guerra di religio-ne: «Non è una guerra di religio-ne, perché l'Islam ha dimensionemoderata: esistono poi frange

omicide che devono essere con-dannate dallo stesso mondo mu-sulmano, perché quello che l'Oc-cidente può fare è meno effica-ce. Non può essere accolta lastrategia di chi vuole fare il saltodi qualità per indurre il mondo apensare invece ci sia una guerradi religione».

L'Islam, insomma, deve farsisentire. L’appello viene subitoaccolto da Tanji Bouchaib, presi-dente della Federazione islami-ca del Veneto, che raggruppa piùdi 60 associazioni: «Per questadomenica (oggi ndr) non siamoriusciti a organizzarci. Ma stoinviando una lettera ai nostrirappresentanti in tutte le cittàvenete perché prendano contat-

to con i parroci delle loro zone echiedano di poter parteciparealla messa di domenica prossi-ma e gli invitino alla nostrapreghiera del venerdì. Ognunoalla propria maniera, ma pre-ghiamo tutti lo stesso Dio. Questisono gesti importanti perché lagente fa fatica a credere allenostre parole di condanna, c'èdiffidenza. Servono quindi gesticoncreti». Concreto è anche unaltro piccolo gesto: oggi a Trevi-so, nella parrocchia periferica diMonigo, una piccola comunitàlocale di musulmani è stata invi-tata autonomamente dai parroc-chiani alla messa delle nove.Invito ovviamente accettato.

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VICENZA E VERONAIeri e oggi le primemesse partecipateda imam e fedeli

SANT’ANTONIO A PADOVA

Padre Poiana: «Opportuno cercaremomenti di preghiera comune»

Musulmani in chiesaIl Veneto rispondesì all’appello di pacePaolo Calia

TREVISO

A CRACOVIAL’appello del Papa

«Dio, tocca i cuoridei terroristi»

TREVISO - Il governo assegnaaltri 1000 profughi in Veneto e ilpresidente della Regione, LucaZaia, torna a protestare. «La filoso-fia è quella di aspettare il barconesuccessivo - ha detto - Non saran-no gli ultimi 1000. Ci sono sbarchicontinui e non c’è neanche laprospettiva di un progetto alterna-tivo che li fermerà. Questa non èpiù un'emergenza ma una situazio-ne radicalizzata». E non priva dipericoli come emerge dai recentiattentati in Germania e Francia. Il

governatore cita recenti statisti-che secondo le quali a Nordest sitroverebbero in precarie condizio-ni psichiatriche 10 profughi ogni100 tra quelli accolti.

«Tanti di loro frequentano icentri di salute mentale, quindi

siamo davanti a persone che han-no più di qualche problema -sottolinea Zaia - Se a questo ciaggiungiamo che ormai il prototi-po dei foreign fighters o dei lupisolitari è quello dello squilibratoche prende un camion e ammazza84 persone o che prende un coltel-lo e va ad ammazzare un pretedurante una messa - conclude Zaia- non è che siamo messi bene».

Infine, rispetto al problema ge-nerale della lotta al terrorismo edel rapporto con il mondo islami-

co, per il governatore del Veneto«non bisogna generalizzare, maneanche pensare che il "porgil'altra guancia" sia la soluzionevera. Non tutti gli islamici sonoterroristi, ma tutti i terroristi sonoislamici». Secondo Zaia neanche«fiaccolate e altre cose del genereservono più. Se si vogliono faredelle iniziative con gli islamici lesi facciano, però il vero tema è chela condanna da parte loro deveessere sempre puntuale, mai ri-chiesta, sempre spontanea».

PADOVA - (m.zi.) «Non so se ci saranno musulmani i Basilica, ma sedovessero arrivare accoglieremo tutti volentieri». Padre EnzoPojana, rettore della Basilica di Sant'Antonio a Padova, apre le portea chi volesse aderire all'appello degli imam francesi, ma aggiunge:«Mi lascia perplesso l'idea di partecipare proprio alla messa, gestocomunque apprezzabile dato i tempi che viviamo. Credo però chesarebbe più opportuno cercare dei momenti di preghiera comune aldi fuori della liturgia canonica. Degli incontri in cui ognuno possaesprimere la propria spiritualità nella sua specificità». Incontriinterreligiosi già si tengono allo Studio teologico.

TERRORISMOislamico

PRIMOPIANO

SOLIDARIETÀ Musulmani in preghiera alla Chiesa di S.Etienne, in Francia

VENETO LucaZaia

INIZIATIVE«Fiaccolate e simili

non servono più»

2 PTV Domenica 31 luglio 2016

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EMERGENZA

IL KILLER DEL PRETE

La comunità musulmana negala sepoltura: «Macchia l’Islam»

BELGIO

Cercava armi e esplosivoper un nuovo attentato,reclutatore arrestato

«Contro l’Isis è una guerrama le armi non bastano»

L’Isis fa paura, ma gli italianinon sono banalmente impauriti.Provano rabbia, tristezza, vo-glia di reagire. Ma l’effetto che iterroristi islamici cercano diraggiungere presso le opinionipubbliche europee - quello diradicalizzarle, di ingenerare unsentimento indiscriminato divendetta, di militarizzarle e diportarle a credere che sia inatto una guerra di religione -non sembra scatenarsi almenonel nostro Paese e almeno perora. Anzi, con il moltiplicarsidegli attentati stragisti nellenazioni vicine alla nostra stacrescendo tra gli italiani laconsapevolezza che non basta-no le misure di sicurezza (appe-na il 20 per cento crede che siasufficiente il ricorso alle armi)per fermare l’orrore e che occor-re anche impegnarsi in unabattaglia di altro tipo. «Quellaper affermare la cultura dellaciviltà contro la cultura dellamorte»: così la definisce EnzoRisso, di Swg. Questa societàuna settimana dopo l’eccidio diNizza ha curato un sondaggioper il Messaggero sugli italianie l’Isis e i dati che emergonosono di particolare interesse.

Per il 62 per cento dei nostriconnazionali, la terza guerramondiale - sia pure senza fron-tiere e diversa da quelle classi-che - è una possibilità cheassume contorni sempre piùpossibili. E se non si tratta delterzo conflitto mondiale, unabuona parte del Paese si sentecomunque in guerra con l’Isis:il 53 per cento degli anziani, il50 per cento dei baby boomers,il 32 per cento dei millennials.Ma di guerra di religione nonparla quasi nessuno tra gli inter-vistati. E neppure, generica-mente, di guerra di civiltà. Ma-tura invece la convinzione chesia in corso uno scontro traciviltà e barbarie e che nellaciviltà rientri anche la quasitotalità dei musulmani. SpiegaRisso: «Si avverte la consapevo-lezza che vada sradicato, nellecomunità musulmane, il valoreeroico dell’immolarsi. E questosi può fare da fuori, attraversouna battaglia culturale esternaal mondo musulmano. Ma an-che da dentro quel mondo: attra-verso l’Islam moderato che puòe deve impegnarsi a vincere lalotta ideologica contro il mitodel martirio che affascina tantigiovani».

Ecco il terrorismo islamicoproduce non soltanto reazionidi pancia - anche se la paura,che comunque non è pancia,riguarda oltre il 70 per centodegli italiani - e non si limita aingenerare in noi comprensibilisentimenti di chiusura. C’è allostesso tempo un discorso ditesta, che vorrebbe essere lungi-mirante. Se il 30 per cento

sostiene che «bisogna reagirecon severità nei confronti delmondo islamico», e sembranoconsiderarlo un tutt’uno, il 58per cento fornisce una rispostapiù articolata: «Bisogna agirecon severità nei confronti delterrorismo islamico e aiutare imusulmani moderati». Crescela spinta verso la creazione diun esercito unico europeo (nelmarzo 2016 lo volevano solo il 7per cento degli italiani, oggi il15) ma soprattutto (45 per cen-to) si sente l’esigenza di dotarsidi una intelligence europea bencoordinata. Il 20 per cento è afavore di una legislazione«emergenziale e speciale», co-me ai tempi del brigatismo

rosso.Un punto delicato riguarda la

fiducia nei confronti delle classidirigenti attuali, a livello euro-peo, che hanno nelle mani leredini di questa guerra in corso.Gli italiani avvertono la debolez-za, il vuoto, l’incapacità delleélites comunitarie nell’affronta-re il cimento e osservano, delu-si, la tendenza a cercare scorcia-toie e a proporre soluzioni nonall’altezza della sfida e dellenovità. Il 65 per cento dellepersone definisce «smidollate»le classi dirigenti Ue. Il ditopuntato non si ferma qui. Sottoaccusa finiscono i venditori e itrafficanti di armi e quei Paesiche, su tali commerci, lucrano egiocano una parte del loro ruolointernazionale.

Ma riecco l’Isis. Qual è il suoprincipale obiettivo? Il 39 percento: «Far vivere gli europei inuna situazione di costante terro-re e indebolire economicamen-te il Continente». Il 27 percento: «Colpire il modello divita occidentale». Il 12 per cen-to: «Realizzare attentati in Euro-pa per conquistare alla causasempre più giovani islamici eu-ropei». L’11 per cento: «Indebo-lire l’Islam moderato e portare igiovani musulmani verso l’e-stremismo».

La foto dell’Italia di frontealla guerra insomma è questa.E non l’isteria collettiva, ma laresponsabilità tipica dei grandimomenti storici, sembra il trat-to di gran lunga prevalente.

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L’INDAGINESette italiani su dieci

dicono di avere paura«Aiutare i moderati»

Mario Ajello

PARIGI - «Non vogliamo macchiare l'Islam con quellapersona». Con queste parole forti la comunità musulmanadi Saint-Etienne-du-Rouvray ha negato la sepoltura adAdel Kermiche, il 19enne killer che insieme a AbdelMalik Petitjean, il 26 luglio ,hanno preso d'assalto lachiesa della cittadina di Rouen, dove è stato sgozzatol'86enne parroco Jacques Hamel.

«Quello che ha fatto è un gesto impuro. Non vogliamomacchiare l'islam», ha detto Mohammed Karabila, presi-

dente del Consiglio regionale isla-mico della Normandia e direttoredella moschea Yahya di Saint-Etienne. «Non parteciperemo allatoilette mortuaria o alla sepoltura,nel caso in cui venga richiestodalla famiglia», ha aggiunto, secon-do quanto riferisce il quotidianoLe Parisien. E la decisione ècondivisa dai musulmani che fre-quentano la moschea: «Ha fattoqualcosa di terribile, non fa piùparte della nostra comunità» è ilsentimento comune. Anche se l'ulti-ma parola su une eventuale sepol-tura di Kermiche spetta all'ufficiodel sindaco, per la famiglia dell'as-

sassino non sarà facile nemmeno ottenere il permesso perla sepoltura.

Sul fronte delle indagini nell'ambito dell'attacco nellachiesa, un rifugiato siriano e un cugino di uno dei dueattentatori si trovano ancora agli arresti, un 19enne è statoincriminato con vari capi d'accusa per terrorismo e leautorità sono a caccia degli eventuali complici dei duekiller. Intanto, si moltiplicano le iniziative di solidarietàdella comunità musulmana con i cattolici.

PRIMOPIANO

Sondaggio Swg: per il 62% il terzo conflitto mondiale è possibile. Bocciati i politici Ue

Il 20% è a favoredi legge speciali

come ai tempidelle Brigate Rosse

BRUXELLES - Cercava armi ed esplosi-vo per un nuovo terribile attacco, Nour-redine H., 33 anni, originario di Belle-vue à Frameries (sud-ovest di Mons, allafrontiera francese), fermato nella notteassieme al fratello Hamza, durante unavasta operazione antiterrorismo dellapolizia belga.

Dopo l'interrogatorio, per Nourredineè scattato l'arresto con l'accusa di parte-cipazione a gruppo terroristico e tentatoomicidio legato al terrorismo, mentreHamza è stato rilasciato, libero di torna-re a casa dagli altri quattro tra sorelle efratelli, «tutti molto praticanti», secondola descrizione dei loro vicini di casa.

Nelle ultime settimane, il ruolo diNoureddine nel network di reclutatori diforeign fighter, dove prima si occupavadi logistica per facilitare i viaggi deimiliziani da e per la Siria, era cambiato,facendosi più impegnativo.

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ROUEN Adel Kermiche: imusulmani non lo vogliono

NOTAINFORMATIVA

Dati Swg per ilMessaggero.

Data diesecuzione19-20 luglio

2016.Metodo di

rilevazione:sondaggioCawi su uncampione

rappresentati-vo nazionale

di 1.000soggetti

maggiorenni(valori

espressi in %)

Gli italiani e l’IsisLei ha molta, abbastanza, poca o nessuna paura dell’Isis?

Fonte: Swg

“Per fronteggiare fenomeni come quello del terrorismo islamico serveprima di tutto un risveglio di tipo culturale, prima ancora che di tipo militare”.Quanto è d’accordo con questa affermazione?

molta

abbastanza

poca

nessuna

non saDopo gli attentatidi Parigi

47

20

726

73%

72%

40

15

125

28

68%

PTV 3Domenica 31 luglio 2016

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CATANIA L’uomo fugge e si costituisce in serata

Donna sgozzata in casadal fidanzato della figlia

INTERROGAZIONE

Deputati Pdad Alfano:

«È istigazionealla violenza»

Frase choc della capogruppo leghista:Boldrini? Va eliminata fisicamente

ATTUALITÀ

VENEZIA Bufera in Comune a Musile. La difesa: su Facebook si riferiva alla rimozione della presidente dal suo ruoloEmanuela Furlan

MUSILE DI PIAVE (VENEZIA)

CATANIA - Si è costituitoieri sera il presunto assas-sino di una donna di 55anni, Marina Zuccarello,trovata sgozzata la mattinanella sua abitazione di cam-pagna a Madonna degliAmmalati, una frazione diMisterbianco, nel Catane-se. Si tratta di un ventotten-ne, laureato, che vive inPuglia, a Taranto, con ilquale una delle figlie dellavittima, la più piccola, ave-va una tormentata relazio-ne sentimentale. La ragaz-za lo aveva conosciuto suInternet. L’uomo era ricer-cato dalle forze dell’ordineche sospettavano di lui.Nelle prime dichiarazionispontanee avrebbe confes-sato il delitto, dichiarandotuttavia di aver agito perlegittima difesa, impugnan-do un coltello per proteg-gersi dalla donna.

Un omicidio misteriososul cui movente c’è ancoraincertezza, anche se pareassodato che la donna con-trastasse la relazione tra lafiglia e l’uomo. A scoprire

il cadavere, ieri mattina,nella casa di villeggiatura,è stato il marito, SalvatorePalazzolo, di 65 anni, chelavora come bidello. Erauscito di casa per compra-re il giornale e le sigarettee al ritorno ha trovato ilcorpo della moglie riversoa terra vicino alla cucina,in un lago di sangue e conuna ferita da arma da ta-glio alla gola. Ha subitochiamato i carabinieri, chehanno evidenziato anchela presenza di tracce disangue su un cancellettonei pressi dell'abitazione.

Marina Zuccarello lavo-rava in un laboratorio dianalisi cliniche. La coppiaha due figlie, di 27 e 26anni, e ha una casa divilleggiatura nella frazio-ne di Santa Maria Ammala-ti, dove molti abitanti diMisterbianco si trasferisco-no durante l’estate. La fa-miglia Palazzolo è moltoconosciuta in paese e vie-ne descritta come tranquil-la. Una vita ordinaria, sen-za mai litigi o dissapori.

Laura Boldrini? «Va eliminatafisicamente». Nel chiacchieric-cio a ruota libera su Facebookl’attacco alla presidente dellaCamera da parte della capogrup-po leghista del Comune di Musi-le di Piave, Monica Bars, non èpassato inosservato. Il paese ve-neziano è lontano da Montecito-rio e non è detto che ogni minac-cioso proclama sia destinato atrasformarsi in realtà, ma il webaccorcia le distanze e amplificale polemiche. Eletta in consigliocomunale il 5 giugno scorso enominata capogruppo della mag-gioranza di centrodestra (LegaNord e Forza Italia), la signoraBars in un post del 22 luglio, incui si criticava un'affermazionedella Boldrini che invitava l'Eu-ropa ad accogliere i turchi infuga da Erdogan, se n’era uscitacon la lapidaria affermazione dicui sopra: «Va eliminata fisica-mente». La frase choc consegna-ta al più popolare dei social hasollevato una bufera nella cittadi-na d'origine del vicepresidentedella Regione, il leghista Gianlu-ca Forcolin, che qui è statosindaco per nove anni, fino al2015. E che prende subito ledistanze: «È una frase indifendi-bile». Ma poi precisa: «È veroperò che certe risposte dure sele cerca anche la Boldrini quan-do dice che i profughi verrannoqui ad educarci, che dobbiamoarmonizzarci con loro».

Chi denuncia - senza se esenza ma - la violenza contenutain quelle parole è il centrosini-stra. Cinque deputati del Pd(Zoggia, Mognato, Murer, Mar-

tella e Moretto) hanno presenta-to un'interrogazione al ministrodell'Interno Angelino Alfano, sot-tolineando che la frase dellacapogruppo Bars «va al di là diogni plausibile forma di libertàdi espressione», indicandola co-me «una vera e propria istigazio-ne alla violenza». E, ricordandoche «la rilevanza assunta daisocial network, anche nel dibatti-

to pubblico e politico, non puòfar sì che si configuri come unazona franca rispetto all'uso dicerta terminologia», gli esponen-ti del Pd hanno sollecitato l'inter-vento del ministro.

La capogruppo leghista, a que-sto punto, non rischia solo sulpiano politico, viste le recentisentenze di condanna per i postoffensivi su Facebook. La lista di

centrosinistra «Insieme per Mu-sile», che ha sollevato il caso, si èappellata al sindaco Silvia Susan-na, chiedendo se chi si renderesponsabile di una dichiarazio-ne così pesante possa ancorasedere sui banchi del consigliocomunale. In pratica, un'implici-ta richiesta di dimissioni dellacapogruppo Bars. Che, vista lasituazione, si è già rivolta ad unlegale. «L'affermazione intende-va riferirsi alla rimozionedell'onorevole Boldrini dal suoruolo politico e non in altro modo- precisa in una nota l'avvocatoPierpaolo Alegiani - Peraltronon mi sembra che la frasepossa configurarsi come una mi-naccia penalmente perseguibile,che dovrebbe essere percepitadal soggetto minacciato comeconcreta ed attuale. E non mipare certo questo il caso. Sonoconvinto che la questione finiràin una bolla di sapone». Si dice«dispiaciuta» anche il sindacoSilvia Susanna: «Ma conoscendobene la consigliera Bars ritengoche l'unica interpretazione possi-bile della sua dichiarazione siaquella evidenziata dal suo difen-sore».

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BUFERALa presidentedella CameraLaura Boldrinie, sopra, laleghistaMonica Bars

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La coop cerca palazzi alternativia San Liberale il quartiere fa muro

CONDOMINIOANTI-PROFUGHI

APERTURA

Renosto«Chiunque

voglia potràpartecipare»

CONTESTAZIONEI residentinel condominiodi via Umbriaa San Liberalerifiutanocon decisionel’arrivo di questicinque profughi

Cattolici e islamici: messa insiemeAlle 9 in chiesa a Monigo la risposta ai terroristi: fedeli dei due culti uno a fianco all’altro

L’EVENTOI leader di due gruppi

trovano l’accordo«La preghiera comune

sconfessa gli estremisti»

Paolo CaliaTREVISO

il dialogofra religioni

TREVISO - (pcal) A San Libe-rale è calata una quiete chenon promette nulla di buono.L'arrivo dei cinque richieden-ti asilo del progetto Sprar èstato, per il momento, congela-to. L'appartamento individua-to nella palazzina di via Um-bria 1, per cui la cooperativaLa Esse ha già trovato l'accor-do con i proprietari, non pareessere più la soluzione giusta:troppa tensione. I residenti,che sono andati fino in consi-glio comunale per far sentirela propria voce, hanno pro-messo di non cedere. Nonvogliono avere quei profughicome vicini di casa. E motiva-no la loro posizione con argo-

menti forti: nessuno li haavvisati per tempo di quelloche sarebbe successo; nessu-no del Comune si è fatto vivoper sentire la loro opinione evivono questo arrivo comeun'imposizione. «Non ci han-

no avvisato - ripetono da viaUmbria - ci vogliono portarepersone di cui non si sa nulla,nemmeno la cooperativa sachi sono. Perché non ci man-dano una famiglia con donnee bambini? Non ci sarebberoproblemi».

Nei prossimi giorni comun-que non arriverà nessuno. Maovviamente dietro la calmaapparente si muovono tantecose. I volontari della coopera-tiva, il braccio operativodell'associazione di dieci co-muni trevigiani che ha ottenu-to i contributi Sprar e cheadesso deve avviare il proces-so per l'accoglienza di 50 ri-

chiedenti asilo, stanno conti-nuando a girare per il quartie-re. Sono alla ricerca di altriappartamenti, di sistemazionialternative. Una ricerca a dirpoco complessa. Il quartiersembra aver fatto fronte co-mune, i no si ripetono incontinuazione. Trovare un ap-partamento disponibile inquella zona è diventata un'im-presa difficile. Ormai il passa-parola c'è stato: l'arrivo dei 5profughi viene visto come unasorta di invasione. E se anchequalcuno fosse disposto a da-re una mano si troverebbe difronte schiere di vicini prontia fargli cambiare idea.

Musulmani e cattolici in chie-sa, insieme. Uniti nella preghie-ra. Un'immagine simbolica for-tissima, un messaggio di pacepiù che mai utile e indispensa-bile in giorni dominati da noti-zie di attentati, morti e tensionireligiose. E anche a Treviso,oggi, ci sarà questo incontro direligioni e culture fortementevoluto dagli imam francesi perrispondere alla barbarie diRouen e ribadire che è necessa-rio fare fronte comune persconfiggere la piaga del terrori-smo. Ma mentre in altre cittàquesta preghiera comune, pro-

posta dagli imam e benedettaanche dalla Conferenza episco-pale, si svolgerà in forma uffi-ciale e solenne, a Treviso nascedall'azione spontanea di EnricoRenosto, ex consigliere comu-nale e portavoce dell'associazio-ne "Quartieri Attivi", e Abdal-lah Khezraji, esponente di spic-co della comunità marocchinae già presidente della Consultaregionale per l'Immigrazione.

«Ho letto della proposta de-gli imam francesi e della bellarisposta data dai vescovi italia-ni - dice Renosto - questapreghiera comune si svolgeràin tante città italiane e hopensato che si sarebbe potutofarla anche da noi. Una cosa

piccola, simbolica. Mi sonomesso in contatto con Khezrajiche ha subito accettato volen-tieri». La messa comune, chevedrà alcuni musulmani seder-si sugli stessi banchi dei cattoli-ci, verrà celebrata questa mat-tina alle 9 a Monigo dal parro-co don Giuseppe Mazzocato.«Assieme a Khezraji ci saran-no anche altri esponenti dispicco della comunità musul-mana trevigiana come DiopModu e Abdellatis El Falacky etutti quelli che vorranno parte-cipare - continua Renosto - nonè la prima volta che facciamocose assieme. Loro sono ancheintervenuti alla cerimonia dicommemorazione delle vittime

di Dakka, hanno preso partecon noi al minuto di silenzioorganizzato in Piazza dei Signo-ri, ci sono stati sempre moltovicini. È un piccolo gesto chevuole sottolineare l'importanzadello stare assieme».

La scelta della parrocchia diMonigo non è casuale: «L'abbia-mo scelta - dice Khezraji -perché là vicino c'è la coopera-tiva "Solidarietà" con cui orga-nizziamo tante iniziative di vo-lontariato. Vogliamo, ancorauna volta, far capire che chicompie gli atti terroristici nonc'entra niente con l'Islam, masi muove per interessi di altrotipo. Pregare assieme serveperché il terrorismo si sconfig-

ge anche così: sconfessandocon i gesti, con le azioni e conle parole chi compie azionitremende. Impariamo dai no-stri bambini, che crescono as-sieme senza badare alle diffe-renze di religione o di nascita».

PrimoPiano

LEADERdella comunità

musulmanaa Treviso:AbdallahKhezrajiè stato,insiemea Enrico

Renosto,l’ideatore

dell’iniziativadi stamattina

a Monigo

L’ALTERNATIVA«Mandateci

una famiglia»

II TV Domenica 31 luglio 2016

(C) Il Gazzettino S.p.A. | ID: 00000000 | IP: 79.54.236.126

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IL PRECURSORE

Eora don Aldo rivela«Da me sono già venuti»L’ex parroco di Paderno ha avviato da anni il dialogo«Sono felicissimo: nel mio piccolo ho messo un mattone»TREVISO - (pcal) «Sono felicissimo. Edevo dire che anch’io nel mio piccolo homesso le premesse perché questo incon-tro si verificasse. Siamo finalmente arri-vati alle conclusioni che ho sempresognato». Don Aldo Danieli accoglie confavore la preghiera comune di oggi tramusulmani e cattolici. E non potrebbeessere altrimenti.

Del resto la sua storia parla da sola.Quando la Marca era vista come unfortino chiuso e intollerante, lui apriva leporte del suo oratorio a tutte le confessio-ni religiose seguendo solo quello che glidiceva il proprio cuore e senza curarsidelle critiche, anche da qualche esponen-te della chiesa. E quando è cominciatal'ondata migratoria che ha mandato in tilttante amministrazioni comunali, lui hanuovamente aperto le porte della suaparrocchia per dare ospitalità a uomini edonne in cerca solo di un letto e di untetto. E nel suo lungo cammino daparroco è sempre stato vicino agli ultimi,senza badare troppo al modo in cuipregavano Dio. «Sono felice per il risulta-to raggiunto ma non per come è statoraggiunto, per le terribili disgrazie che lohanno preceduto - continua Don Aldo -ma Tertulliano dice che il sangue deimartiri è il seme dei nuovi cristiani. Cosìè stato Cristo e anche per padre Jacques

(il parroco ucciso in Francia all'internodella sua chiesa ndr), che ha pagato unprezzo altissimo».

E proprio per non rendere vana la suamorte, don Aldo applaude alle decisionedi ospitare rappresentanti musulmani nel-le chiese durante la messa: «È una cosabella, un passo avanti, del resto periniziare un dialogo bisogna prima cono-scersi - continua - e dire che un tempo nonera nemmeno pensabile non solo cheentrassero in una chiesa, ma anche inoratorio. E adesso invece si parla dipregare assieme. Da me però sono giàvenuti durante una messa: nella miaparrocchia abbiamo organizzato eventi diquesto tipo. E quando ho lasciato (DonAldo è in pensione, ndr) alcuni rappresen-tanti della comunità musulmana avrebbe-ro voluto venire a salutarmi propriodurante una messa. Non è stato possibileperché, per vari motivi, quella celebrazio-ne ho dovuto spostarla. Poi però mi hannofatto una bellissima festa a villa Margheri-ta».

E adesso, questo parroco che nel suopiccolo tanto ha fatto per gettare ponti eabbattere muri, si gode anche un altrosuccesso: «In realtà sono contento cheadesso anche i vescovi portino avantiquanto iniziato da tanti poveri parroci».

SOGNO REALIZZATOIn oratorio ha ospitato

chiunque avesse bisogno

PREGHIERAall’aperto di un gruppo di islamiciin via Volta a Villorba: orai fedeli musulmani e quellicattolici si ritroveranno insiemenella chiesa di Monigoper una celebrazione comuneche ha l’obiettivo di mostrare chenon c’è una guerra di religioni

PrimoPiano

BATTESIMODon Aldo

Danieliin chiesa

con un bimbocinese e uno

senegalese

TV IIIDomenica 31 luglio 2016

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