Mugello - Val di Sieve in bicicletta

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m u g e l l o - v a l d i s i e v e T RA V ALLI, C OLLINE, V ETTE E PASSI C ON L A B ICI DA C ORSA Comunità Montana Mugello, Alto Mugello, Val di Sieve- Pratomagno Fiorentino

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Mugello - Val di sieve in bicicletta

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TRA VALLI, COLLINE, VETTE EPASSI CON LA BICI DA CORSA

Comunità Montana Mugello,Alto Mugello,Val di Sieve-Pratomagno Fiorentino

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TRA VALLI, COLLINE, VETTE EPASSI CON LA BICI DA CORSA

Comunità Montana Mugello,Alto Mugello,Val di Sieve-Pratomagno Fiorentino

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INTRODUZIONE PAG. 3 PERCORSO 1SULLE COLLINE E LUNGO IL FIUME SIEVE PAG. 7PERCORSO 2SU E GIÙ PER IL MUGELLO PAG. 12PERCORSO 3TRA VILLE E BADIE SULLE COLLINE MUGELLANE PAG. 17PERCORSO 4SULLE ORME DEI GRANDI DEL CICLISMO PAG. 22

PERCORSO 5ALLA SCOPERTA DELL'ALTO MUGELLO (IL GIRO DEI 6 PASSI) PAG. 27PERCORSO 6NEI BOSCHI DI VALLOMBROSA E DELLA CONSUMA PAG. 36PERCORSO 7GRANDE PEDALATA DELLE COLLINE IN VAL DI SIEVE E VAL D'ARNO PAG. 41

S.O.S. BICICLETTE: PUNTI DI ASSISTENZA PAG. 46INFORMAZIONI UTILI PAG. 47

A1 BOLOGNASS65 BOLOGNA

SS610 IMOLA

SS302 FAENZA

SS67 FORLI'

SS70 AREZZOFIRENZE

INCISA uscitaA1 ROMA

Firenzuola Palazzuolosul Senio

Barberinodi M.llo

Scarperia

Borgo S.Lorenzo

Marradi

S.Pieroa Sieve Vicchio

S. GodenzoDicomano

LondaRufina

PontassievePelago

Vaglia

Reggello

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A pochi chilometri da Firenze, tra il rincorrersi delle colline, glialti cipressi, lo sfondo delle vette e dei passi si estende il territoriodel Mugello Alto Mugello e Val di Sieve.

A occidente si apre l’ampia conca del Mugello ondulata di colline aimargini e punteggiata dai centri di Vaglia, San Piero a Sieve, Barberinodi Mugello, Scarperia, Borgo S. Lorenzo, Vicchio e Dicomano.

A nord, fra i crinali del Mugello e i passi che scendono versoBologna e la Romagna, nella parte alta dei bacini del Santerno e delSenio e del Lamone, troviamo l’Alto Mugello con Firenzuola,Palazzuolo sul Senio e Marradi.

A oriente, lungo il corso della Sieve e nella alta valle dell’Arno,in un paesaggio di amene colline che innalzano fino al massiccio delMonte Falterona troviamo la Val di Sieve e il Pratomagno fiorentinocon Londa, San Godenzo, Rufina, Pelago, Pontassieve e Reggello.

Ottima è l’accessibilità in pullman e in auto alle diverse localitàdel territorio: l’autostrada A1 consente l’uscita a Nord al casello diBarberino di Mugello e a Sud ai caselli di Incisa Valdarno e FirenzeSud, numerose e interessanti sono anche le strade statali e locali pro-venienti dalla restante Toscana e dall’Emilia Romagna.

Il vecchio e affascinante tracciato ferroviario della “Faentina”consente di accedere al territorio sia dal versante romagnolo parten-do da Faenza, sia dalla Toscana partendo da Firenze. Alcune linee ditrasporto pubblico locale permetteranno gli spostamenti all’internodella zona. La Ferrovia Faentina, ma anche alcuni autobus di lineaoffrono il servizio di trasporto della bicicletta. P

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TRA VALLATE, COLLINE, VETTE E PASSI

CON LA BICI DA CORSA

Il Mugello è conosciuto nel mondo perla presenza dell’autodromo Ferrari e per

le gare del moto mondiale. Non tutti sanno che è possibile farepercorsi in bicicletta su affascinantistrade e stradelle circondati da una

natura ancora incontaminata e incontrando pochissimo traffico. Fare il cicloturista da queste partiriconcilia con il mondo anche e

soprattutto per la presenza di tantipiccoli ristori in cui fare gustosemerende e stare in compagnia

con gli amici.Vi invito dunque a venire nel Mugelloe a provare i percorsi di questa guida.

Franco Ballerini,trionfatore della Parigi–Roubaix,

ha vissuto per molti anni nel Mugello e qui è cresciuto ciclisticamente.

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IL PAESAGGIOIl Mugello è una conca costituita dal fondo valle posto tra i

monti appenninici (dal Monte Citerna - Passo della Futa all’ Alpe diSan Benedetto) e i rilievi minori più a Sud (tra Monte Morello e MonteGiovi); la conca è percorsa longitudinalmente dal fiume Sieve che,quando la valle si chiude, presso Dicomano, è costretto ad aprirsi unvarco piegando a sud. A Pontassieve la Sieve confluisce in Arno chenasce dal vicino Monte Falterona una delle cime dell’affascinanteParco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Il paesaggio si presenta in forme movimentate e spesso impre-vedibili: dalle montagne che sembrano assumere l’aspetto di una fore-sta inespugnabile, ai fertili campi della ampia vallata bagnata dallaprima parte del fiume Sieve, alle dolci colline della parte più bassa delcorso della Sieve.

Le strade quasi sempre asfaltate che si snodano per tutto ilMugello e la Val di Sieve ripercorrono tutta la viabilità tracciata nelcorso dei secoli: sarà solo il tempo a disposizione o la difficoltà tec-nica a farci preferire un percorso piuttosto che un altro. Ovunque ilpaesaggio giustificherà il nostro viaggio.

Non c’è strada che non acquisti nobiltà o non ci sorprenda d’im-provviso per un largo cancello o lo scorcio di un viale, per un pas-saggio su un minuscolo ponticello ad una sola arcata, per il soprag-giungere dell’ombra freschissima di un bosco, per la visione di unaelegante residenza signorile, di un antico borgo o di una fattoria con-tornata di vigneti od oliveti.

Del territorio fa parte l’Alto Mugello: è la terra dove i fiumi sem-brano andare in senso inverso, siamo in Toscana ma li vediamo correre

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N e i d i n t o r n i

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verso la Romagna. Qui il paesaggio assume una fisionomia prettamentemontana: i grandi sassi e le vette, pur superando di poco i 1000 metridi altitudine, disegnano quinte e profili massicci, talora imponenti; ilpanorama che si abbraccia in tutta la sua ampiezza dalla strada dei vali-chi che unisce Marradi, Palazzuolo e Firenzuola è dominato da inconta-minati boschi di faggio, castagno e quercia, da grandi pascoli lisci inter-rotti a volte da cespugli di ginepro, da affioramenti di pietra.

LA STORIANel Mugello Val di Sieve si possono trovare tracce di ogni epoca

storica: qui si insediarono gli etruschi e in epoca romana importantiaree divennero sede di colonie e di borghi.

Le famiglie dei signori Medioevali, i Guidi e gli Ubaldini, entra-rono ben presto in competizione con il Comune di Firenze che si stavaespandendo ed era in cerca di “terre nuove”.

A partire dal 1300 questa zona visse un rinnovato periodo dinotevole sviluppo grazie al particolare valore strategico ed economi-co che la conca mugellana rivestiva per Firenze.

La famiglia dei Medici originaria di queste terre ha lasciato inquesto territorio segni molteplici e felici del proprio potere econo-mico strettamente coniugato ad un del raffinato gusto artistico earchitettonico. Il ciclista potrà, alzando solo lo sguardo, scoprirecastelli, ville e conventi immersi in un paesaggio di bellezza auste-ra ed equilibrata.

Oltre ai Medici qui ebbero i natali grandi artisti quali Giotto,Beato Angelico, Andrea del Castagno, e non v’è chiesa o villa chenon rechi il segno di un importante architetto, scultore o pittore.

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I SAPORIIn questo territorio toscano a mezza via tra Firenze e Bologna

oltre a bellezze storico architettoniche e a un patrimonio ambientaledi grandissimo valore il viaggiatore su due ruote potrà scoprire unacucina e una ricchezza di prodotti della terra che hanno conservatonel tempo l’autenticità delle proprie tradizioni.

I piatti ereditati dalla cucina mugellana sono pochi, così come ivini della valdisieve ma tutti importanti e tipici con sapori “naturali”perché conditi dagli aromi tradizionali e mai contaminati da ingre-dienti più ricchi oggi spesso abusati.

I primi sono spesso “i tortelli di patate”, le tagliatelle sui fun-ghi, sul cinghiale, sulla lepre, farinate, zuppe, minestroni pieni di pro-fumo e pappe; la carne ricopre un ruolo importante nella tavolamugellana: bistecche alte due dita, ma anche rosticciana e salsicceoppure conigli ripieni e il particolare papero lesso.

Il formaggio è pecorino, di pura pecora o misto e i contorni sonofagioli all’olio, le mille verdure dell’orto, golosissime quando sonofritte (carciofi, melanzane, fiori di zucca).

I dolci sono semplici come il “pan di ramerino”, la “schiacciatacon l’uva”, classici come le crostate con tutte le marmellate, elabora-ti come la torta o il budino di marroni di Marradi.

Il tutto accompagnato splendidamente dai vini della Val di Sievedove è nata la Strada dei Vini Chianti Rufina e Pomino, vini cono-sciuti e apprezzati da secoli.

P r o d o t t i t i p i c i

L a s f o g l i a d e i t o r t e l l i

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S a n C r e s c i

C h i e s a r o m a n i c a

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Sulle colline e lungoil fiume Sieve

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DESCRIZIONESi parte da Borgo San Lorenzo, la cittadina di maggiori dimen-

sioni del Mugello, nonché snodo principale dei servizi di tutta l’a-rea, e ci si avvia verso Firenze lungo la strada statale n.302Brisighellese-Ravennate (più nota come “faentina”). Attraversato ilfiume Sieve si abbandona subito la statale svoltando a sinistra indirezione di Sagginale e si inizia a percorrere il fondovalle del fiumeSieve. La strada è ampia ma il traffico è scarso. Lungo lo stradoneassolato (d’estate) si può immaginare la vita preindustriale di que-ste zone. Le industrie mugellane e il caos dei cantieri dell’AltaVelocità ferroviaria, che pur ci sono, sono lontani, divisi da quellabarriera naturale che è il fiume Sieve ed il silenzio è spezzato soloda qualche auto che l’attraversa senza lasciare traccia e dai trattoriche entrano ed escono dalle case dei contadini che qui sono piut-tosto numerosi ed attivi.

Al chilometro 4,1 abbandoniamo il fondovalle svoltando a destrain direzione di San Cresci. Il traffico è inesistente ma la strada divie-ne stretta, dissestata e prende a salire prima a strappi e poi in manie-ra continua. Le pendenze sono forti e superano in alcuni punti il 12-14% costringendoci ad adoperare i rapporti più leggeri di cui dispo-niamo. Dopo il chilometro 5,9 sono benvenuti 100 metri di piano pertirare il fiato ma successivamente la salita riprende anche se con pen-denze questa volta inferiori.

Al chilometro 7 spunta fra gli alberi il campanile della bella chie-sa di San Cresci e questo segnala che siamo quasi alla fine della sali-ta. Infatti dopo 300 metri inizia un tratto di discesa che ripaga dellafatica fatta. Ville e case coloniche punteggiano questa zona dove iltempo sembra scorrere più lentamente che in città.

S . C r e s c i :

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Il piacere dura però poco perché dopo il chilometro 8,5 la strada ripren-de a salire con impennate dure conducendoci ad Arliano. Ancora un chi-lometro di leggera salita e giungiamo a Campestri, il punto più alto diquesta escursione (461 metri sul livello del mare). Qui inizia una disce-sa ripida e tortuosa che ogni tanto lascia ammirare il panorama dellaVal di Sieve con la cittadina di Vicchio di Mugello in lontananza. Al chi-lometro 12,2 una fontana permette di riempire le esauste borracce edopo un chilometro e mezzo siamo di nuovo nel fondovalle.

Svoltiamo a destra in direzione di Vicchio. Dopo poche centinaiadi metri incrociamo la strada per Barbiana (deviazione di 5 chilome-tri), il minuscolo borgo dove si è svolta la vicenda, controversa ma digrande valore morale ed educativo, di don Lorenzo Milani. Al chilo-metro 16,4 giungiamo a Ponte a Vicchio con il suo splendido scaval-co sulla Sieve. Continuiamo in un paesaggio antico che odora di vinoe salumi toscani in direzione di Dicomano; la sede stradale si fa stret-ta ma il traffico, molto scarso, permette di godere questo dolce trac-ciato che si snoda nell’ombreggiato fondovalle incassato fra MonteGiovi e il fiume Sieve.

Al chilometro 23,3, oltrepassato il piccolo abitato di Bovino che,come indica il toponimo, si caratterizza per la presenza di una montabovina, si svolta a sinistra per Dicomano (fontana al chilometro 24,4)a cui si giunge dopo circa 25 chilometri.

A questo punto si rientra nella vita moderna attraversando ilcentro di Dicomano ed imboccando la statale che ci riconduce aBorgo San Lorenzo. Il traffico qui è piuttosto intenso ma si puòcomunque gustare il paesaggio che rimane sempre con le caratteri-stiche della campagna toscana. Oltrepassata la zona caratterizzatadalla presenza della grande azienda agricola de “Il Forteto” e supera- D i c o m a n o :

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te le Balze di Vicchio - piccole rampe ma di scarso impegno agonisti-co - si giunge a Vicchio (chilometro 34,2) la cittadina che ha dato inatali a due grandissimi della pittura, Giotto e Beato Angelico.Usciti dall’abitato, al chilometro 37 si incontra infatti la deviazioneper Vespignano dove si trova la casa natale di Giotto e, dopo altri trechilometri pianeggianti, siamo di nuovo a Borgo San Lorenzo.

TECNICAL’itinerario, di 40,3 chilometri, è adatto a cicloescursionisti un

minimo allenati.

La salita supera un dislivello di circa 250 metri ma in 3 chilo-metri si salgono 200 metri con tratti ben superiori al 10%. Di conse-guenza è necessario adottare scalature di rapporti che permettano dinon “piantarsi” (39/23 o 25 sono i più indicati).

La lunghezza del percorso non è particolarmente impegnativa ed l’e-scursione si può effettuare in ogni stagione dell’anno (salvo i giorni piùfreddi di gennaio e febbraio nei quali si possono trovare tratti ghiacciati).

DA VEDERE

DicomanoPosto sul corso del Torrente Comano poco prima della sua con-

fluenza nel fiume Sieve il borgo, già nel Medioevo, assume i caratteri di“mercatale” in relazione alla presenza di un importante crocevia di stra-de provenienti dalla Val di Sieve, dalla Romagna e dal Casentino.

È sovrastato dalla Pieve romanica di S. MARIA affiancata da unarobusta torre campanaria.

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Poco distante dall’abitato è l’ORATORIO DI S. ONOFRIO, uno degliesempi più sorprendenti di neoclassicismo italiano.

Nei dintorni è l’area degli scavi archeologici di Frascole che harestituito reperti etruschi e riportato alla luce le fondamenta di unachiesa romanica e il perimetro di un edificio etrusco.Per informazioni: Comune di Dicomano, Tel. 055838541, Fax 0558385423

Borgo San LorenzoPrincipale centro del Mugello, sorto presso la omonima PIEVE

romanica con torre campanaria semidodecagonale: all’interno è conser-vata una MADONNA attribuita a Giotto.

Interessante l’itinerario liberty relativo al lavoro della ManifatturaChini; alcune tappe consigliate:

- VILLA PECORI GIRALDI

- PALAZZO COMUNALE

- ORATORIO DELLA MISERICORDIA

Nei dintorni sono:

- il MUSEO di CASA d’ERCI (Grezzano) dove è una raccolta di attrezzirurali e un interessante percorso naturalistico.

- la PIEVE di S. GIOVANNI MAGGIORE, risalente al X sec. con campani-le ottagonale dell’XI sec.

- l’ORATORIO della MADONNA DEI TRE FIUMI risalente al 1578.Per informazioni: Comune di Borgo S. Lorenzo, Tel. 055849661, Fax 0558456782

B o r g o S a n L o r e n z o :

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Su e giù per il Mugello

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DESCRIZIONEPartiamo anche in questo caso da Borgo San Lorenzo ed imboc-

chiamo la strada statale in direzione di San Piero a Sieve. Il percorsoè pianeggiante ed alberato ma dobbiamo fare attenzione al trafficointenso soprattutto a causa del numero elevato di mezzi pesanti.

Al chilometro 5,8 giungiamo all'incrocio con la statale n.503 delPasso del Giogo nel comune di San Piero a Sieve; svoltiamo a destrama dopo poche decine di metri imbocchiamo la strada a sinistra perBosco ai Frati che ci immette in una zona prima residenziale e suc-cessivamente di aperta campagna.

Il nastro di asfalto, dopo un primo tratto largo e nuovo di zecca,diviene stretto con il fondo in buone condizioni e il traffico quasi deltutto assente se si eccettuano i giorni festivi dell’estate. È un dolce saliscendi che fiancheggia il Bosco ai Ronchi che succes-sivamente si attraversa per giungere, al chilometro 10, dopo unabreve salita, al Convento di Bosco ai Frati, località religiosa impor-tante del territorio mugellano.

Usciti dal bosco si arriva, al chilometro 11,4, ad un bivio dove sisvolta a destra in direzione di Galliano. La strada diviene ampia e soleg-giata, ma il traffico continua ad essere scarso; di fronte a noi si puònotare il lungo, continuo crinale appenninico con i suoi valichi (la Futa,la Raticosa, il Giogo di Scarperia, la Colla di Casaglia, il Muraglione)croce e delizia di tutti i cicloamatori toscani ed emiliano-romagnoli.

Si costeggia l'aviosuperficie di Galliano dove velivoli leggerissi-mi decollano e atterrano in un prato e dove, con un pò di coraggio, sipuò provare l'ebbrezza del volo e, al chilometro 15, dopo una leggerasalita, si giunge a Galliano. Da qui, prendendo in direzione Sant'Agata,inizia un percorso diverso dal precedente, con strade sempre bene asfal-tate ma che descrivono un tortuoso nastro di saliscendi anche ripidi chesono una delle caratteristiche di questa fascia pedemontana.

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S . A g a t a :

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A Sant'Agata, con l’antica chiesa romanica, si giunge dopo circa 4 chi-lometri (chilometro 19,6) di su e giù nella campagna, fra case coloni-che e fienili ristrutturati in particolarissime abitazioni. Dopo Sant'Agatapossiamo tirare il fiato per qualche chilometro andando nella direzionedell'Autodromo del Mugello fino a che non incontriamo il balzo che ciporta all'interno delle mura di Scarperia (chilometro 23,3), con la suatradizione dei ferri taglienti e l’importante Palazzo dei Vicari.

Attraversato l'abitato di Scarperia proseguiamo per Luco di Mugelloiniziando di nuovo un tratto stradale molto vallonato che ci porta acosteggiare, al chilometro 24,8, l'Autodromo Internazionale del Mugellodove, se si ha fortuna, si possono anche intravedere le Rosse FerrariFormula 1 impegnate nei loro test fra un Gran Premio e l'altro.

La strada prosegue allo scoperto ma sempre con un trafficomolto scarso fino a giungere a Luco di Mugello. Che siamo nellapatria del tortello di patate, vero vanto mugellano, lo si può facil-mente capire dagli innumerevoli cartelli che da marzo ad ottobre tap-pezzano i muri e pubblicizzano sagre paesane con questa specialità.

Dopo aver superato Luco (chilometro 26) la sede stradale sirestringe pur rimanendo bene asfaltata; dopo aver svoltato in dire-zione di Ronta (chilometro 28,1), superato con un ponte il TorrenteBosso, inizia il tratto più duro del percorso.

La prima rampa che immette nel bosco, anche se di poche centinaiadi metri, è una rasoiata alle gambe che richiede di alleggerire il più pos-sibile il rapporto. Superata questa prima asperità alcuni tornanti in disce-sa immettono in una splendida piccola valle dove non è impossibile scor-gere caprioli in libertà. Il paesaggio è incantevole ma a meno di fermarsinon lo si gode più di tanto poiché, dopo poche centinaia di metri di pia-nura, inizia la seconda rampa in salita; e questa volta bisogna fare ricor-so a tutte le energie - e al rapporto più agile - per non dover scendere di

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S . P i e r o :

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sella. Questa salita, non più lunga di 3-4cento metri, supera senz'altro il15% di pendenza (si passa da quota 292 a 371 metri sul livello del mare)e giunge all'abitato di Selva (km 30,1) da dove, con uno stretto saliscen-di si arriva ad incrociare la strada statale n.302 Brisighellese-Ravennate(chilometro 31,4). A sinistra inizia l'abitato di Ronta e la salita che con-duce alla Colla di Casaglia mentre noi svoltiamo a destra ed iniziamo ladiscesa che, dopo 6 chilometri, ci riporta a Borgo San Lorenzo.

TECNICAL’itinerario, di grande valore paesaggistico, complessivamente

registra 37,4 chilometri ed è adatto ad un cicloescursionista con unminimo di allenamento.

La strada sempre asfaltata rende possibile l'uso di qualunquebicicletta ed è quindi molto adatta, anche per una seduta di allena-mento con la specialissima.

Il percorso, vallonato, è di media difficoltà e i tratti di salita nonsuperano mai i 500 metri di lunghezza con pendenze che possonovariare dal 3 al 7-8%. Tuttavia la presenza anche di due ripide rampecon pendenze decisamente superiori al 10% da affrontare in sequen-za consigliano l'uso di rapporti molto agili (26-28); di conseguenzauna buona scalatura di rapporti è la seguente: 53/39 e 14/26-28.

DA VEDERE

San Piero a SieveIl borgo appartenuto agli Ubaldini ingrandì ed acquisì importanza

con la famiglia Medici. Nell’abitato che conserva il suo antico aspettosi trovano il PALAZZO ADAMI, VILLA SCHIFANOIA (già possessoMediceo), la PIEVE DI S. PIETRO risalente all’XI sec. (conserva un FonteBattesimale di Luca della Robbia e un Crocifisso attribuito a Raffaello

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S c a r p e r i a :

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C h i e s a d i S . A g a t a :

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da Montelupo). Nelle immediate vicinanze è la VILLA DELLE MOZZETEcon ampio parco romantico.

Nei dintorni si trovano i principali edifici legati alla famiglia dei Medici:

- il CASTELLO DEL TREBBIO costruito sui ruderi di una torre feudale daMichelozzo Michelozzi su commissione di Cosimo dei Medici,

- il CONVENTO DI BOSCO AI FRATI che conserva il prezioso crocifissoligneo attribuito a Donatello

- la cinquecentesca FORTEZZA DI S. MARTINO voluta da Cosimo IGranduca a presidio della vallata del MugelloPer informazioni: Comune di S. Piero a Sieve, Tel. 055848751, Fax 055848432

Scarperia“Terra nuova” trecentesca di fondazione fiorentina, famosa per la

lavorazione del coltello, conserva il trecentesco PALAZZO DEI VICARI, trat-ti delle mura, la CHIESA DELLA PROPOSITURA DEI SS. JACOPO E FILIPPOgià convento degli agostiniani (all’interno TONDO MARMOREO di Benedettoda Maiano del XV sec., crocifisso ligneo del Sansovino, tabernacolo per gliolii santi di Mino da Fiesole), l’ORATORIO rinascimentale della MADONNADI PIAZZA con tempietto tardo gotico. Interessante è la visita alla vecchiaBottega del Coltellinaio in Via Solferino.

Appena fuori dal circuito delle mura è l’ORATORIO della MADONNAdei TERREMOTI con affresco di Filippo Lippi.

Visite consigliate nei dintorni:

- al paesino di S. Agata sviluppatosi intorno alla omonima PIEVE - ilpiù insigne edificio sacro del Mugello (ricostruito nel XII sec. - conser-va un notevole recinto battesimale del 1608)

- alla Pieve di S. MARIA di FAGNA con aspetto tardo baroccoPer informazioni: Comune di Scarperia, Tel. 055843161, Fax 055846509

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Fra ville e badie sullecolline mugellane

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MonteSenario

Il Poggiolo

PolcantoBivigliano

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V i c c h i o :

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DESCRIZIONELa partenza di questa escursione, che ci porterà a scoprire alcu-

ni degli scorci più belli del Mugello, è da Vicchio. Piazze, scuole, tea-tri, vie di questa cittadina tutte ci ricordano i suoi più illustri figli,Giotto e Beato Angelico. Ma, attraversato il fiume Sieve in localitàPonte a Vicchio, è la natura ed il paesaggio che la fanno da padrone. Pedaliamo nel fondovalle della Sieve risalendo il suo corso in direzio-ne di Borgo San Lorenzo. Campi coltivati, case coloniche, agricoltorial lavoro colpiscono il nostro sguardo e ci accompagnano in questotratto quasi pianeggiante. Dopo l’abitato di Sagginale, al chilometro8,4, ormai nei pressi di Borgo San Lorenzo, svoltiamo a sinistra indirezione di Salaiole ed abbandoniamo il fondovalle incamminandociverso le colline che portano a Firenze.

Inizia qui un tratto di 5 chilometri fra più spettacolari dell’inte-ro Mugello. La strada si fa stretta ma il fondo resta accettabile ed èsolo in leggera salita. Il traffico, quasi del tutto assente, contribui-sce a proiettarci indietro nel tempo nel pieno dell’epoca preindustria-le. In sequenza superiamo tre ville/fattorie - Votandi, Vitarete, LaBartolina -, strutture architettoniche di grandissima qualità che testi-moniano la ricchezza del passato agricolo di queste terre e che par-rebbero tuttora poter svolgere la loro antica funzione. È facile quiimmaginare la vita rurale prima dell’avvento delle automobili e del-l’industrializzazione, e ci aspetteremmo quasi di veder spuntare dadietro una curva una carrozza o un carro trainato dai buoi.

A riportarci alla realtà è la strada che, dopo aver lasciato l’abita-to de Il Poggiolo (fontana al chilometro 13,2), abbandona la piccolavalle del Torrente Fistona. Inizia quindi un tratto di salita che ognicicloamatore del Mugello conosce per fama: la salita de Le Salaiole.

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Sono solo 2 chilometri, ma con una pendenza media di circa il10% e con strappi vicini al 20% che chiedono di ricorrere a tutte leenergie disponibili nelle gambe e nelle braccia, oltre a disporre dirapporti molto agili, per non essere costretti a subire la più cocenteumiliazione per un cicloamatore, dover scendere di bicicletta e fare lasalita a piedi. Dopo il chilometro 15,3 la salita per fortuna termina e,procedendo nel bosco, si può tirare il fiato scendendo verso la stata-le n.302 Brisighellese-Ravennate.

Ci innestiamo su questa arteria svoltando a sinistra in direzione diFirenze, e ci troviamo a pedalare su una strada ampia, con una bitumatu-ra ottima, che risale il Fosso di Polcanto con una pendenza del 3-4%. Iltraffico è medio e al chilometro 20,3 giungiamo a Vetta Le Croci.Superato il valico, dopo 200 metri imbocchiamo a destra per Bivigliano.

Qui si entra nuovamente nel bosco, anche fitto, e dopo un trattodi discesa seguito da un ripido ma breve tratto di risalita si pedala inleggera ascesa per un paio di chilometri all’interno di una pineta. Al chi-lometro 23, si giunge all’incrocio per Monte Senario (deviazione di 3chilometri all’8% di pendenza media, da fare solo se si hanno gambeveramente buone !) sulla cui cima si erge l’omonimo convento e da cuisi domina l’intera valle del fiume Sieve in un panorama di rara bellezza.

Proseguendo per Bivigliano arriviamo a questa piccola cittadinaa circa 600 metri di altitudine (punto più alto dell’odierna escursio-ne) dopo 26,4 chilometri. La sua splendida posizione fra i castagnetiche dominano la valle del Torrente Carza e la non grande distanza daFirenze ne hanno fatto nel tempo un luogo ideale per chi volevadisintossicarsi dallo smog della città ed avvicinarsi alla natura.

Usciti da Bivigliano e superato il camping Poggio degli Uccellini,al chilometro 28,2 svoltiamo a destra in direzione di Polcanto.

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Rientriamo nel bosco di castagni ed iniziamo un tratto vallonato conalcune impennate dure anche se brevi. Dopo un paio di chilometri, inuna radura sulla sinistra della strada si erge il complesso della Badiadel Buonsollazzo. Oggi di proprietà privata è però straordinario perla sua posizione nel fitto del bosco e per le sue notevoli dimensioni. Dopo poche centinaia di metri c’è un’altra piccola chiesa, Tassaia, eal chilometro 32,1 inizia un chilometro di discesa. La strada è scon-nessa ed interamente nel bosco, a tratti molto fitto. Al chilometro 33una fonte di acqua freschissima permette di rifocillarsi e magari dimangiare qualcosa viste le energie spese.

A questo punto però il più è fatto, poiché si riprende a scendere,anche con tratti ripidi, fino all’abitato di Polcanto - chilometro 35,3 -dove, svoltando a sinistra si rientra sulla statale n.302. Qui si può gode-re di una strada con un’ottima asfaltatura che scivola a valle con dolcipendenze e che quindi permette di apprezzare il panorama fatto di boschinella prima parte e di campi coltivati nelle vicinanze del fondovalle.

Al chilometro 45,7 incrociamo di nuovo la strada per Sagginalee, svoltando a destra, facciamo a ritroso il percorso iniziale che ciriporta a Vicchio dopo 54,4 chilometri.

TECNICAAnche questo itinerario ha grande valore paesaggistico, e copre

complessivamente 54,4 chilometri. La distanza non è proibitiva ma ilpercorso richiede un certo allenamento e non è quindi adatto a chine sia del tutto sprovvisto.

Il tracciato è di media difficoltà non tanto per la lunghezza com-plessiva delle salite, che lasciano oltretutto ampi spazi di recupero,quanto per il particolare tratto della salita de Le Salaiole. Questarampa, anche se breve, tocca pendenze vicine al 20% e richiede quin-

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di la disponibilità di rapporti molto leggeri (39/26-28) se non si vuolrischiare di dover scendere di sella.

È ottimo anche come percorso di allenamento ed ha il grandevantaggio di snodarsi per la gran parte su strade poco trafficate e inzone scarsamente urbanizzate.

DA VEDERE

VicchioSituato su un’altura presso il fiume Sieve, conserva resti delle fortifi-

cazioni costruite dai Fiorentini nel trecento e nella piazza principale laCHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA e il PALAZZO PRETORIO. Vicino all’orato-rio della Misericordia è la casa dove abitò BENVENUTO CELLINI.Attualmente in restauro è il MUSEO DI ARTE SACRA DEL BEATO ANGELICO.

Visite consigliate nei dintorni:- alla CASA NATALE DI GIOTTO (Vespignano)- alla Chiesa di Barbiana (anche per sentiero a piedi del SO.F.T) dovefu parroco Don MilaniPer informazioni: Comune di Vicchio, Tel. 0558497023, Fax 055844275

Convento di MontesenarioDominante tutta la vallata del Mugello l’eremo risale al 1241. Il

complesso fu ingrandito e arricchito da Cosimo I° de’ Medici nel 1539,e ristrutturato in epoche successive.

Nelle vicinanze di Pratolino è la VILLA DEMIDOFF con magnificoparco con tracce di grotte artificiali e la gigantesca statua-fontanadell’Appennino del Giambologna.Per informazioni: Comune di Vaglia, Tel 055500241, Fax 055407545

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2Sulle orme dei grandidel ciclismo

FIRENZUOLA

BARBERINODI MUGELLO

Covigliaio

PASSODELLA FUTA

Galliano

Panna

Cornacchiaia

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DESCRIZIONEQuesta escursione parte da Barberino di Mugello. E non è un caso

poiché nella sua prima parte il tracciato ripercorre quello di una presti-giosa gara ciclistica che si svolge nel Mugello: la cronoscalata Barberino- Passo della Futa. Ogni anno infatti molti fra i più noti ciclisti, dilettantie professionisti, si cimentano in questa breve ma suggestiva scalata.

Partiti dalla piazza centrale del paese, dove si svolge settimanal-mente il mercato e si affacciano alcuni dei suoi principali edifici, ciincamminiamo in direzione del Passo della Futa. Usciti dall’abitato esuperato il bivio per Montepiano, la strada si addentra nel bosco e pren-de a salire. Le pendenze tuttavia sono quasi indolori (2-4%) e restanocosì per i successivi 5 chilometri che ci permettono quindi di ammirare ilpanorama che ogni tanto si apre a sinistra sulla valle del torrente Stura.

Si pedala a mezza costa e anche nelle giornate più calde si puògodere della frescura degli alberi che ombreggiano la sede stradale.Dopo aver superato l’antica pieve romanica di San Gavino al chilo-metro 6,7, giungiamo a Il Bivio dove si incrocia la strada statale n.65.Qui svoltiamo a sinistra e, dopo una breve rampa, arriviamo nell’abi-tato di Montecarelli - luogo dove è posto il primo rilevamento cro-nometrico della cronoscalata - e dove possiamo riempire la borraccia(fontana sulla sinistra) in vista del secondo e ben più impegnativotratto di salita che andremo ad affrontare nei chilometri seguenti.Nemmeno il tempo di uscire dal paese che, al chilometro 8, ci trovia-mo ad affrontare una prima rampa impegnativa. È opportuno inserireun rapporto molto agile poiché qui inizia uno dei tratti più duri del-l’ascesa; sono tre strappi di 6-700 metri ciascuno con pendenze fra il7 e il 12% e con la strada che si snoda tutta allo scoperto costrin-gendoci, in estate, ad una sudata colossale.

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Al chilometro 10,7 giungiamo alla frazione di Santa Lucia (700 metrisul livello del mare) ma, nemmeno il tempo di tirare il fiato, la sali-ta riprende inesorabile anche se in questo tratto si comincia almenoa risentire del benefico effetto rinfrescante dell’altitudine. Al chilo-metro 11,6 la strada spiana per 400 metri ma, dopo aver superatoMonte di Fo, le pendenze si fanno di nuovo consistenti. Questo trat-to, il più duro dell’intera ascesa, è lungo 1.800 metri con una serie ditornanti che si attorcigliano lungo il fianco della montagna e conpendenze superiori al 10%. Finalmente, dopo una svolta a destravediamo davanti a noi l’edificio de L’Apparita che segna la fine dellasalita (chilometro 13,8).

Al chilometro 14,5 giungiamo in cima al Passo della Futa (903metri sul livello del mare) dove, sul lungo muraglione costruito un tempoper riparare carri e viandanti dal vento, sostiamo davanti alla targa chericorda il grande Gastone Nencini che, durante gli anni ’60, con le sueimprese ha dato lustro e gloria a questa aspra terra di pedalatori. Sullasinistra garrisce al vento la bandiera germanica che ci ricorda la presen-za di uno dei più importanti cimiteri di guerra tedeschi in Italia.

Qui si conclude la cronoscalata della Futa ma noi proseguiamo indirezione di Bologna. Inizia un tratto di saliscendi molto accentuato,in parte nel bosco in parte allo scoperto che ci permette di ammira-re il panorama maestoso dell’appennino che si erge e declina verso lavalle del fiume Santerno. Superato l’abitato de Il Covigliaio al chilo-metro 22,7 svoltiamo a destra in direzione di Firenzuola, la cittàdella ‘pietra serena’, verso cui il nastro d’asfalto si dirige con pic-chiate di grande fascino ma non tutte protette da guard-rails.

Al chilometro 28,8 raggiungiamo il fondovalle e svoltiamo dinuovo verso il Passo della Futa che ci accingiamo a risalire da un

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secondo versante. La frazione di Cornacchiaia (chilometro 31,4) ciindica l’inizio della nuova salita e qui vale la pena fare un nuovo rifor-nimento d’acqua e, se necessario, mangiare qualcosa, in vista dellaseconda scalata della giornata. Si prosegue in leggera salita fino alchilometro 32,8, dopodiché la strada si impenna e per 6 chilometri lapendenza non scende mai sotto il 5% con alcune punte intorno al 10-12% (in particolare dopo Castro di San Martino e Segalari). Bisognafare qui ricorso a tutte le energie ma anche saperle dosare per non“scoppiare” prima della cima.

Al chilometro 38,7 siamo di nuovo al Passo della Futa e svoltiamoa sinistra ritornando verso Barberino di Mugello. Tuttavia, non ripercor-riamo la stessa strada a ritroso in quanto, a Santa Lucia (chilometro42,8), svoltiamo a sinistra seguendo l’indicazione per Panna dove sitrova l’omonima celebre sorgente di acqua oligominerale (e non è l’uni-ca di questa zona ricca di acqua). È un saliscendi dentro e fuori dalbosco che nell’ultima parte diviene discesa vera e propria, anche ripida.Il panorama è affascinante e la quasi totale assenza di auto fa sì chepossiamo davvero farci cullare dalle curve che ci portano al fondovalle.

Al chilometro 50,9 raggiungiamo infine la frazione di Galliano eproseguiamo, nel mezzo della pianura scoperta, in direzione diBarberino. Prima di giungere al punto da cui eravamo partiti abbiamoancora la possibilità di ammirare l’invaso di Bilancino, una diga che,realizzata negli ultimi anni, nel 1999 ha dato luogo a un vero e propriolago che ha cambiato la fisionomia di una parte consistente del Mugello.

A Barberino di Mugello giungiamo infine dopo 62,3 chilometriche ci hanno permesso di conquistare un passo appenninico caro alciclismo e di ricalcare le orme di tanti eroi di questo sport così mas-sacrante ma anche carico di fascino.

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TECNICALa lunghezza del percorso, 62,3 chilometri, non è straordinaria,

ma la doppia scalata del Passo della Futa (dislivello complessivo dicirca 1.100 metri) richiede una preparazione di buon livello.

Il fondo stradale è generalmente buono e parte del percorso sisnoda nel bosco. Ciò permette di trovare refrigerio nelle calde gior-nate dell’estate che, d’altra parte, è la stagione più consigliata peruna escursione in cui si superano i 900 metri di altitudine (non sidimentichi comunque di portare una mantellina).

Infine, le due salite non presentano pendenze sconcianti ma, perla loro lunghezza, è bene aver montato sulla bici rapporti leggeri (alme-no un 39/25) che consigliamo di utilizzare anche per la prima ascesa,per non rischiare di trovarsi sulla seconda con le gambe in croce.

Se volete misurarvi con i campioni cronometrando la “vostra”cronoscalata della Futa sappiate che il record è di 25’21”11 stabilitoda Francesco Casagrande nel 1995. Ma non demoralizzatevi quando loconfronterete col vostro tempo. Ricordate, voi siete umani, loro no !

DA VEDERE

Barberino MugelloBorgo medioevale sorto ai piedi dell’antico Castello dei Cattani.

Nel centro storico si trovano il Palazzo Pretorio, l’antica chiesa di S.Silvestro, bei palazzotti signorili e nella piazza è visibile un LoggiatoQuattrocentesco attribuito a Michelozzo.E’ consigliata la visita nei dintorni alla magnifica villa di Cafaggiolo,residenza di Lorenzo il Magnifico. Per informazioni: Comune di Barberino, Tel. 05584771, Fax 0558477299

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Alla scoperta dell'Alto Mugello(il giro dei 6 passi)

MARRADI

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SCARPERIA

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BORGO SAN LORENZO

SAN GODENZO

DICOMANO

San Benedettoin Alpe

Passo delGiogo diScarperia

Passi

Passo del Muraglione

Valico delParetaio

Passo di S. Ilario

Passodell'Eremo

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DESCRIZIONEL’Alto Mugello non è territorio facile da scoprire per chi vuol

farlo in bicicletta venendo dal versante toscano. È necessaria un pò dipreparazione e allenamento. Il giro che abbiamo fatto e che proponia-mo richiede, qualora si sia intenzionati a completarlo in una sola gior-nata, “cosce d’acciaio e volontà nietzschiana” per dirla con il prota-gonista di un romanzo recentemente pubblicato ("Jack Frusciante èuscito dal gruppo" di Enrico Brizzi), ma é anche una vera esperienzadi cui potrete andare orgogliosi.

Si parte da Firenzuola, città famosa per la produzione e lavora-zione della “pietra serena”, e ci si inoltra nella splendida valle delfiume Santerno in direzione di Imola. La strada è piuttosto larga escorre facile con alcune ondulazioni. La leggera discesa, ancorchéabbastanza tortuosa, permette di dare un’occhiata al panorama chequi è davvero unico. Sulle ripide pareti di roccia che si avvicinano esi allontanano si possono contare distintamente gli strati di rocciache nei millenni il corso del Santerno ha tagliato. Siamo in una spe-cie di piccolo, verdeggiante canyon.

A San Pellegrino (chilometro 5,2) incrociamo i cantieri dell’AltaVelocità ferroviaria e qui il traffico, soprattutto pesante, è piuttostointenso. Successivamente il traffico si fa più scarso e, buttando unocchio al fiume sottostante, possiamo scorgere splendidi scorci affol-lati nel periodo estivo di bagnanti. Ma improvvisamente, al chilome-tro 10,9, dopo aver superato la Pieve di Cà Maggiore, nell’abitato diConiale si svolta a destra in direzione di Tirli e qui inizia la primaimpegnativa salita della giornata.

Al chilometro 11,7 sulla destra c’è una fontana d’acqua frescautile per chi debba riempire la borraccia. Nella parte iniziale la salita

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è piuttosto dura, con pendenze che comunque non superano quasi maiil 7-8%. Ma è lunga - oltre 10 chilometri - il fondo è piuttosto scon-nesso ed è solo la prima delle asperità della giornata per cui convieneprocedere il più possibile in agilità utilizzando rapporti leggeri (alme-no un 39/23) e risparmiando le energie. Dopo l’abitato di Tirli (chilo-metro 14) le pendenze si riducono e la strada si fa più ombreggiata madopo un paio di chilometri si riprende a salire con più vigore.Avvicinandosi alla cima la vegetazione si fa cespugliosa poiché spessobattuta dal vento. Gli ultimi 500 metri sono quasi pianeggianti ed alchilometro 21,2 raggiungiamo gli 880 metri del Valico del Paretaio.

Inizia una discesa stretta, tortuosa con il fondo sconnesso ed inparte anche senza guard-rails per cui si richiede di pilotare la bici connotevole concentrazione soprattutto nella prima parte dove le pen-denze sono notevoli. Pedaliamo nei boschi dell’Alto Mugello e dopocirca 9 chilometri (chilometro 29,1) giungiamo nel paese diPalazzuolo sul Senio.

All’incrocio con la Statale che attraversa il paese c’è una fontanapresso cui conviene rifocillarsi e sfruttare questa occasione per mangiarequalcosa. Infatti, attraversato il fiume Senio ed il centro del paese, lastrada riprende immediatamente a salire in direzione di Marradi. È questauna salita parzialmente ombreggiata di circa 6 chilometri con pendenzenon proibitive (massimo 6-7%) che nell’ultimo chilometro spiana (passodi S. Ilario). Ricordando però i chilometri ancora da fare conviene conti-nuare a risparmiare le energie e far girare le gambe su rapporti leggeri.

Al chilometro 35,5 inizia di nuovo la discesa, simile alla prece-dente, che ci conduce a Marradi, la città del poeta Dino Campana.Anche qui ci sono alcune fontane dove poter riempire le borracce mala strada non dà tregua e dopo poche centinaia di metri di pianura,la deviazione per San Benedetto in Alpe ci conduce alla terza salitadella giornata, la più lunga - 11 chilometri. P

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I primi non sono particolarmente duri e ci permettono di ammi-rare sulla destra la splendida Badia del Borgo (chilometro 43,7), madopo il punto di ristoro situato al chilometro 45,7 inizia il tratto piùimpegnativo della salita. Le pendenze restano costantemente sopra il5% ed in alcuni tratti si avvicinano al 10%. Per fortuna l’asfalto è inbuono stato, vi sono alcuni tratti ben ombreggiati e il traffico è quasiassente. Ma la fatica comincia a farsi sentire ed è benvenuta la fon-tana che si trova al chilometro 51,2 - sulla sinistra parzialmentenascosta da un muro in cemento - che permette di spezzare la faticadel tratto finale e di mangiare ancora qualcosa per non rischiare diarrivare stravolti dalla fatica ed in crisi di fame. Ancora 7-800 metridi sforzo e giungiamo al Passo dell’Eremo (chilometro 52). Superatal’indicazione per l’eremo che dà il nome al valico circa 2 chilometri didiscesa dissestata conducono al piede della breve salita del PassoPeschiera. Un'ottantina di metri di dislivello da superare in un chilo-metro e mezzo di salita non sono un’impresa epica ma dopo tutta lasalita fatta non sono nemmeno uno sforzo da trascurare.

Superato anche questo valico (chilometro 55,2) il paesaggio che sipresenta ci ripaga però degli sforzi fatti. Entriamo in Romagna ma soprat-tutto entriamo nella zona del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e Campigna. La discesa è stretta, dissestata, ripida,senza parapetti tanto che sembra di essere su alcuni di quei passi alpiniche hanno fatto la storia del ciclismo, come il Galibier o l'Izoard.

Dopo un primo tratto nel bosco dove troviamo sulla sinistra un'ot-tima fonte (chilometro 58,1), la strada esce allo scoperto e "precipita" avalle con forti pendenze. Qui si costeggia il Parco e sulla destra e di fron-te a noi si ergono i monti coperti di fittissima vegetazione di una delleultime foreste italiane che il sole riesce a penetrare solo con difficoltà.Al chilometro 63,5 giungiamo nel fondovalle a San Benedetto in

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Alpe, uno dei punti di accesso al Parco, ma non si ha il tempo pertirare il fiato che la strada riprende a salire alla volta del passo delMuraglione, penultima salita di questa giornata.

Siamo di nuovo all'interno del parco anche se, transitando sullastatale, il fascino è un pò ridotto. La strada, tradizionale collega-mento fra la Toscana e la Romagna, è di buona qualità e il trafficocomunque accettabile. Le pendenze non sono proibitive (non più del6-7%) ma oramai la stanchezza comincia a farsi sentire ed è benve-nuto il tratto di pianura - 500 metri - che si trova nei pressi di OsteriaNuova (chilometro 66,3) dove si rientra in Toscana. Dopo il 70esimochilometro la strada si indurisce in una serie di tornanti per circa 2chilometri ma finalmente, al chilometro 72,2 spiana per circa 800metri fino al Passo del Muraglione, il punto più alto - 907 metri -della nostra cavalcata.

Il panorama che si apre sulla valle sottostante è particolarmen-te affascinante e lo possiamo apprezzare sostando al punto di ristoroche si trova sulla cima.

Risaliti in sella inizia una bella discesa, lunga, anche tortuosa inalcuni punti, ma con strada ampia e con il fondo in buone condizio-ni che ci conduce, al chilometro 81,1, a San Godenzo, piccolo borgodominato dall’antica chiesa e da cui partono numerosi percorsi escur-sionistici di grande interesse naturalistico.

Dopo altri 10 chilometri di lieve discesa - costeggiando il comunedi Londa -, che richiede comunque di continuare a pedalare, giungiamoa Dicomano (chilometro 91,6), dove entriamo nella valle della Sieveche risaliamo per 20 chilometri fino San Piero a Sieve (chilometro 113)su una strada ondulata in leggera ascesa. A questo punto ci prepariamoall'ultima salita della giornata: il passo del Giogo di Scarperia.

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È forse la salita più dura della serie con i suoi 10 chilometri di lun-ghezza ed una pendenza media del 5,7% e ci richiede di affrontarla conil rapporto più agile possibile per salvare le gambe ormai appesantitedalla fatica. Superato l'abitato di Scarperia (chilometro 117,2) iniziauna leggera salita (2-3%) di circa tre chilometri fino alla frazione diPonzalla da dove parte il tratto più duro. La salita è costante ed abba-stanza ombreggiata con pendenze del 6-8%; al chilometro 123,4 è ben-venuto il punto di ristoro - in località Omomorto - che permette di rac-cogliere le energie residue per compiere gli ultimi 4 chilometri.

Il Passo del Giogo è posto al chilometro 127,6 ad 880 metri inuna zona di ampi pascoli che si aprono su una splendida vedutadell'Alto Mugello. A questo punto, dopo un'ultima fermata sulla cima,iniziamo la discesa che ci riporta esausti, dopo circa 12 chilometri, aFirenzuola, da dove eravamo partiti per questa lunga ma splendidaescursione nel cuore dell'Alto Mugello.

TECNICALa lunghezza e la difficoltà di questa escursione richiedono

notevole preparazione ed allenamento. In alternativa lo stesso giropuò essere fatto in due o tre tappe, pernottando nei frequenti alber-ghi, agriturismi, residence o campeggi della zona, privilegiando cosìla visita e gli aspetti naturalistici. È ciò che consigliamo per tutti queicicloturisti che non hanno confidenza con le lunghe salite e conescursioni superiori agli 80 chilometri.

Il percorso complessivamente misura 139,3 chilometri, total-mente asfaltati. Di conseguenza il mezzo più adatto risulta essere laspecialissima che comunque dovrà essere attrezzata di un minimo dimateriale per eventuali riparazioni (anche se nei centri non mancano

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i negozi ed i riparatori di biciclette). Questa escursione è tra l'altroadattissima come allenamento alle gare Gran Fondo amatoriali.

Le salite sono 6 per un dislivello complessivo di oltre 2.500 metri.Più che le pendenze medie (mai superiori al 6%) è la loro lunghezza - 4superiori ai 9 chilometri - e il loro numero a rendere questa escursioneparticolarmente dura. Potrebbe infatti essere sufficiente un 39/23 persuperare anche i tratti più duri ma si consiglia di montare un 39/26-28per non rischiare di trovarsi "con le gambe in croce" sulle ultime salite.

Poiché si tratta di un tracciato tipicamente di montagna, la stagionepiù adatta è l’estate (da escludere invece totalmente l’inverno), ma anchein questo caso non dimenticate di attrezzarvi di una mantellina antipioggia.

Infine, per chi intende fare il giro completo in un'unica giorna-ta, è altamente consigliato fare fermate frequenti, bere abbondante-mente (è utile disporre di un doppio portaborraccia) ed alimentarsispesso anche se con cibi leggeri e digeribili.

DA VEDERE

FirenzuolaL’impianto urbano mantiene inalterata la configurazione trecen-

tesca delle “terre nuove” della Repubblica fiorentina.Conserva parti del circuito murario medioevale trasformato nel XV

sec. da Sangallo il Vecchio in possente cinta bastionata. Lungo l’asseviario principale che attraversa il borgo è la PORTA FIORENTINA concampaniletto e la PORTA BOLOGNESE.

Di particolare interesse sono la ROCCA e la CHIESA DELLA SS.ANNUNZIATA. Firenzuola è rinomata per la lavorazione artigianale dellaPIETRA SERENA.

alla scoperta dell'alto mugello (il giro dei 6 passi)P E R C O R S O 5

F i r e n z u o l a :

B a d i a d i M o s c h e t a

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Nei dintorni è la BADIA DI S. PIETRO in VINCOLI a Moscheta risa-lente al 1034, uno dei primi insediamenti Vallombrosani. Moscheta èpunto di partenza per escursioni a piedi e a cavallo nelle aree protettedemaniali.Per informazioni: Comune di Firenzuola, Tel. 0558199401, Fax 055819366

Palazzuolo sul SenioGli Ubaldini, Signori di questa terra, assegnarono a Palazzuolo la

funzione di “mercatale”. Dal 1362 fu ceduto alla Repubblica Fiorentina.

Nella piazza principale è il trecentesco PALAZZO DEI CAPITANI cheospita la sede del MUSEO DELLA VITA E DEL LAVORO DELLE GENTI DIMONTAGNA e una ESPOSIZIONE PERMANENTE DI REPERTI PREISTORICIE PROTOSTORICI.

Di notevole interesse è la seicentesca CHIESA DI S. ANTONIO e laCHIESA di SANTO STEFANO.

Nei dintorni sono: il SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA NEVE DIQUADALTO del XV sec. e la BADIA DI SUSINANA con l’antica chiesa, dapoco restaurata. Per informazioni: Comune di Palazzuolo S. Senio, Tel. 0558046008, Fax 0558046461

Marradi Dominio dei Conti Guidi prima , e successivamente della

Repubblica Fiorentina, mantiene un notevole centro storico nel quale èPIAZZADELLE SCALELLE su cui prospettano il PALAZZO COMUNALE conloggiato, il seicentesco PALAZZO FABBRONI, il PALAZZO DEL CANNONE ela CHIESA DEL SUFRAGIO.

Nella sottostante piazza, oltre al Palazzo Fabbroni,sono il Vicolodella Torre e il Palazzo Torriani. Poco oltre si trovano il MONASTERO

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M a r r a d i :

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DELLE DOMENICANE e l’elegantissimo TEATRO DEGLI ANIMOSI, di formetardo-settecentesche, la casa appartenuta al poeta DINO CAMPANA.

Nei dintorni, è la BADIA DEL BORGO (S. Reparata in Salto risalenteall’XI sec.); all’interno dipinti dalla fine del ‘400 del Maestro di Marradi.Per informazioni: Comune di Marradi, Tel. 0558045005, Fax 0558045803

San GodenzoIl borgo si è sviluppato intorno alla antica abbazia benedettina di

S. Godenzo la cui di fondazione risale 1028.

Nella chiesa , uno dei più cospicui esempi di architettura romanicain Toscana, l’8 giugno 1302 ebbe luogo il convegno degli esuli fiorentinighibellini e guelfi bianchi, a cui partecipò anche Dante Alighieri.

Da Castagno d’Andrea, che diede i natali al pittore rinascimenta-le Andrea del Castagno, si accede al PARCO NAZIONALE DELLE FORESTECASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA.

Consigliato è l’itinerario che dal Passo del Muraglione porta allaaffascinante CASCATA DELL’ACQUA CHETA citata da Dante nella DivinaCommedia. (Canto XVI dell’Inferno).Per informazioni: Comune di San Godenzo, Tel. 0558374023, Fax 0558374118

LondaBorgo sorto sulla “Via Etrusca” in una conca ridente sovrastata

dalle cime del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi MonteFalterona e Campigna.

A nord dell’abitato si trova un bel laghetto per simpatiche passeggiate.Per informazioni: Comune di Londa, Tel. 0558351518, Fax 055835116

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6Nei boschi di Vallombrosae della Consuma

RUFINA

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Borselli

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DESCRIZIONEL’escursione inizia nel borgo di Pelago; ci dirigiamo verso

Vallombrosa e la strada, dopo i primi 600 metri di discesa inizia asalire. Dobbiamo tenere conto che per i primi 12 chilometri i tratti dipianura o discesa saranno pochissimi e quindi, oltre ad un buon alle-namento di base è opportuno scaldarsi o fare alcuni esercizi prima dipartire per evitare guai muscolari soprattutto se la temperatura nonè molto elevata.

La salita si snoda fra gli ulivi e il traffico è piuttosto scarso; rara-mente si supera il 6-7% di pendenza ma poco prima della frazione diTosi, famosa per il suo artigianato del legno, la strada inizia ad adden-trarsi nel bosco e la salita si incattivisce. All’uscita di Tosi, a Pian diMelosa, ci aspetta un chilometro al 10% che ci introduce al tratto piùduro della salita (punte fino al 12%) in un fitto bosco di abeti. Al chi-lometro 9,9 c’è una fontana e dopo circa 2,5 chilometri di tornanti siarriva a Vallombrosa (km. 11,5, alt.958 mt.), celebre per i suoi boschiaffollati nell’estate di fiorentini in cerca di refrigerio dall’afa cittadinae per la sua splendida abbazia che ci troviamo proprio di fronte dopoaver svoltato a sinistra in direzione del passo della Consuma.

A questo punto la strada diventa stretta e sconnessa ma rimanein salita fino al chilometro 13, dopodiché spiana. Il paesaggio peròripaga dello sforzo fatto: pedaliamo a mezza costa in un bosco fittis-simo attraversando torrentelli che formano salti e cascate che ininverno gelano ma che in estate contribuiscono ad accrescere la fre-scura. Al km.14,8 si incontra una bella fontana di acqua freschissimadove vale la pena fare una sosta. Dopo il chilometro 18 si pedala suun leggero falsopiano a salire verso il culmine della salita. Diverseabitazioni, utilizzate prevalentemente nel periodo estivo, si trovano

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sparse in questo bosco che, vuoi per l'ombreggiatura vuoi per l'altitu-dine (siamo intorno ai 1000 metri), riesce a dare refrigerio anchenelle più torride giornate estive.

Al chilometro 20,7 si giunge ad incrociare la statale. Svoltando adestra in poche centinaia di metri siamo al centro del paese di Consumada cui si dipartono interessanti escursioni e dove possiamo riempire leborracce nella fontana che si trova nella piazzetta principale.

A questo punto ritorniamo indietro lungo la statale in direzionedi Firenze. La discesa è ampia, ben asfaltata e con uno splendidopanorama. Al chilometro 25,2 nell’abitato di Borselli abbandoniamola statale svoltando a destra in direzione di Pomino. Ancora tre chi-lometri di discesa tortuosa e ripida nel bosco e, dopo Molino diMentone, un tratto di saliscendi di circa due chilometri ci porta aPomino da cui la vista domina sulla Val di Sieve e sul monte Giovicoperto di boschi.

La strada continua a scendere in un paesaggio splendido dovedominano i vigneti che hanno reso famosa questa porzione di Val diSieve (siamo nella zona del Chianti Rufina DOCG) e, dopo Castiglioni(chilometro 35,5), la discesa si fa impegnativa.

Al chilometro 38,1 incrociamo la strada statale Traversa delMugello e, svoltando a sinistra, pedaliamo nel fondovalle della Sieve.La strada è piuttosto affollata (fontana al chilometro 39,3) ma nonc’è da preoccuparsi di questo: infatti, dopo due chilometri giungiamoal paese di Rufina e svoltiamo immediatamente a destra in direzionedi Falgano. Uscendo dal paese il traffico diventa molto scarso e lastrada, sconnessa ma asfaltata, inizia a rizzarsi di nuovo sotto lenostre ruote; le pendenze sono subito forti e per due chilometri emezzo richiedono il massimo impegno e rapporti agili (almeno un

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P e l a g o :

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39/23). Successivamente la salita alterna tratti duri ad altri più peda-labili, sempre però “allo scoperto”, fino alla frazione di Santa Mariadove le pendenze diventano più leggere e ci permettono di raggiun-gere l’abitato di Falgano (chilometro 46,3).

L’ultimo tratto duro ci viene riservato prima di giungere aDiacceto - 700 metri al 10-12% - e finalmente, dopo il chilometro49,5, inizia la discesa in un bel paesaggio fra gli ulivi che ci riportaa Pelago, punto iniziale di questa escursione.

TECNICAQuesto è un itinerario che, per quanto non di grande lunghezza, poco

più di 52 chilometri, richiede escursionisti abbastanza preparati. Infatti visono due salite piuttosto lunghe ed un dislivello complessivo di oltre1.100 metri che non può essere superato senza un discreto allenamento.

Le pendenze non sono proibitive anche se in alcuni tratti si supe-ra il 10%, ma la lunghezza delle salite invita a lavorare il più possibilecon rapporti leggeri che permettano di risparmiare le energie. Rapportiche sviluppano circa 3 metri dovrebbero essere sufficienti (l'equivalentedi un 39/25). Se si effettua il percorso in giornate torride è opportunoconservare un po’ d’acqua nella borraccia in vista dell’ultima salita cherisulta essere piuttosto dura e non sufficientemente ombreggiata.

DA VEDERE

PelagoIl borgo sorto intorno al nucleo dell’antico CASTELLO DEI CONTI

GUIDI si sviluppa intorno alla PIAZZA GHIBERTI, che mantiene lungotutti i lati case e palazzotti caratterizzati da bei loggiati. P

AG

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R u f i n a :

C h i e s a a P o m i n o

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Di particolare interesse il PALAZZO STUPAN, i PALAZZI RIPI E GERI-NI e la CHIESA DI S. CLEMENTE del 1792 con all’interno una Raccoltadi Arte Sacra.

Visite consigliate:

- all’imponente medioevale CASTELLO DI NIPOZZANO

- alla PIEVE DI S. MARGHERITA A TOSINA nei pressi di Borselli del XII sec.

- alla VILLA DI ALTOMENA con grandi cantine del XVI sec., il vecchiofrantoio e l’orciaia

- alla Consuma da dove partono escursioni di interesse botanico e natu-ralistico con itinerari a piedi, a cavallo, in mountain bike per il MonteSecchieta, Vallombrosa etc.Per informazioni: Comune di Pelago, Tel. 0558326236, Fax 0558326839

VallombrosaAl centro di una affascinante foresta creata e curata nei secoli dai

monaci si trova l’abbazia fondata da S. Giovanni Gualberto. I lavori perla costruzione delle celle e dell’oratorio iniziarono nel 1036; fu amplia-ta intorno al 1450 e nel XV sec. il complesso assunse le caratteristichee l’aspetto attuali. Nella foresta si trovano cappelle e tabernacoli. Nellafarmacia del Monastero si trovano oli profumati e balsamici e il liquo-re “Lacrima d’Abeto” prodotti dei monaci.Per informazioni: Comune di Reggello, Tel. 05586691, Fax 0558669266

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Grande pedalata delle collinein Val di Sieve e Val D'Arno

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grande pedalata delle colline in val di sieve e val d’arnoP E R C O R S O 7

DESCRIZIONEL'obiettivo di questo percorso è quello di conoscere le colline delle Val

di Sieve con i suoi pregiati vigneti e gli ospitali agriturismi e di arrivare avedere Firenze e Fiesole da una prospettiva non proprio usuale per i turisti.

L'escursione inizia da Pontassieve. Attraversato l'abitato ed ilponte sul fiume Sieve - a sinistra vediamo l'affascinante sagoma delponte Mediceo - ci dirigiamo verso Arezzo lungo la statale n.69 dellaVal D'Arno. Il traffico è piuttosto intenso e la strada, ampia con unbuon fondo asfaltato, risale il corso dell'Arno che a tratti si riesce adintravedere. Dopo circa tre chilometri vallonati, una salitella di circaun chilometro ci conduce a Carbonile (chilometro 4,5).

Qui abbandoniamo la statale imboccando una stretta strada asinistra in direzione Paterno. Dopo la deviazione inizia un tratto disalita piuttosto dura con la strada che, uscita dall'abitato, taglia icampi coltivati con forti pendenze che raggiungono anche il 10%. Iltraffico è molto scarso ma ciò non ci conforta anche perché si ècostretti a pedalare in una zona sprovvista di ombreggiatura. Per for-tuna un pò di refrigerio ci viene al chilometro 5,7 dove si entra in untratto di strada boscata, anche se la salita rimane aspra fino al chi-lometro 6,7 dove spiana per circa 200 metri. Dal chilometro 8,1 ini-zia un tratto vallonato fra piccoli borghi splendidamente ristrutturatiche ospitano nel periodo estivo numerosi turisti che amano il pae-saggio delle colline fiorentine.

Al chilometro 9,4 giungiamo in prossimità di un incrocio (loca-lità La Rimessa) dove una fontana permette di rinfrescarsi dopo lasalita fatta. Svoltando a sinistra si inizia a scendere verso Pelago madopo l’attraversamento del Torrente Vicano la salita riprende per circa3 km giungendo a Diacceto. Attraversiamo la statale e proseguiamo

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grande pedalata delle colline in val di sieve e val d’arnoP E R C O R S O 7

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in direzione di Rufina. La strada si fa stretta ma il traffico è moltoscarso e, dopo circa due chilometri di risalita non particolarmentedura che ci conduce a Falgano (chilometro 20,3), si riprende a scen-dere nell'affascinante paesaggio di viti ed olivi della Val di Sieve.

L'ultimo tratto della discesa è più ripido e, al chilometro 26,6, sigiunge a Rufina, patria dell'omonimo vino Chianti DOCG. Nel centro delpaese svoltiamo quindi a destra per Montebonello attraversando ilfiume Sieve. Dopo altri due incroci ai quali si svolta sempre a sinistra(per Monterifrassine e Santa Brigida) la strada comincia a salire conleggera pendenza sempre immersa fa i vigneti che dominano la Val diSieve. Dopo Casellino (chilometro 29,6) inizia un tratto di salita aspra,allo scoperto, dove è necessario far ricorso a buone energie e a rapportileggeri per superare tratti con oltre il 10% di pendenza.

Dopo Monterifrassine (chilometro 32,9) la salita dà respiroanche se si continua a salire fino all'abitato di Tigliano (km 34,6).Una serie di saliscendi conducono quindi al paese di Doccia e suc-cessivamente a Santa Brigida (chilometro 41,5), una frazione posi-zionata su uno splendido terrazzo da cui si possono effettuare delleescursioni interessanti come quella al Castello del Trebbio e alSantuario della Madonna del Sasso.

Una fonte ci permette di riempire le borracce ormai esauste e diripartire per l'ultimo sforzo della giornata, la salita dell'Olmo. Infatti,dopo circa 2 chilometri di discesa dalla fine dell'abitato di SantaBrigida svoltiamo a destra per Olmo (chilometro 45,1).

È un tratto di strada rettilinea di 2 chilometri al 10% che richiedeun grande sforzo e che nell'estate diventa arroventata dal sole.Finalmente arriviamo a L'Alberaccio punto culminante della salita e dopo500 metri (chilometro 47,7) svoltiamo a sinistra in direzione di Fiesole.

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grande pedalata delle colline in val di sieve e val d’arnoP E R C O R S O 7

Lo sforzo è sostanzialmente terminato e via via che scendiamosi comincia a scoprire un paesaggio straordinario. Dinanzi a noi sivedono le boscate colline di Fiesole da una prospettiva insolita alturista abituato a giungervi dal centro di Firenze. Di conseguenza ladiscesa è una scoperta continua fino ad entrare in quel budello distrade che è il centro di Fiesole; da qui si apre l'incredibile paesag-gio della città di Firenze che si stende ai piedi di queste nobili e pre-stigiose colline. Giungiamo quindi a Firenze dopo 62,5 chilometri dicavalcata fra le colline della Val di Sieve e della Val d'Arno.

Per tornare a Pontassieve è poi sufficiente giungere in prossimitàdell'Arno e risalirne il corso; dopo circa 20 chilometri pressoché pianeggiantianche se piuttosto trafficati ritorniamo al punto di partenza della nostra gita.

TECNICALa lunghezza del percorso, nonché la presenza di un dislivello

complessivo non trascurabile (circa 1000 metri), richiedono escursio-nisti abbastanza preparati, soprattutto nel caso si voglia chiudere ilpercorso con il ritorno a Pontassieve.

Le salite non sono mai molto lunghe ma le pendenze sono spes-so notevoli e in diversi tratti si supera il 10%. Di conseguenza per ipiù allenati potrebbe essere sufficiente un 39/23 ma per tutti gli altriconsigliamo di montare almeno un 39/25-26.

È un percorso che può essere realizzato in tutte le stagioni.

DA VEDERE

PontassieveConserva resti delle fortificazioni medioevali e le tre porte di

accesso: particolarmente significativa è a est la PORTA ARETINA (Torre

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grande pedalata delle colline in val di sieve e val d’arnoP E R C O R S O 7

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dell’Orologio), oltre la quale si sviluppa il “borgo vecchio” che costeg-giando la Sieve giunge al PONTE MEDICEO, costruito nel 1555 per vole-re di Cosimo I° dè Medici.

Di notevole interesse sono il PALAZZO SANSONI-TROMBETTA (ufficiMunicipio) e la TORRE DEI FILICAIA appartenuta ai nobili da Quona.

Visite consigliate nei dintorni:

- alla PIEVE romanica di S. GIOVANNI BATTISTA A REMOLE posta al cen-tro dell’abitato delle Sieci

- al CASTELLO DEL TREBBIO e di TORRE A DECIMA

- al SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE DEL SASSO, nelle vici-nanze di S. BrigidaPer informazioni: Comune di Pontassieve, Tel. 05583601, Fax 0558369244

RufinaDi origine etrusca ha dato il nome alla produzione dell’omonimo

rinomato Chianti. La vita, soprattutto dal XVI sec., si sviluppò nellecampagne circostanti con una fiorente attività agricola e la costruzio-ne di numerose ville-fattoria. Esempi significativi sono la VILLA DI POG-GIO REALE e la VILLA-FATTORIA DI POMINO già degli Albizi, la VILLABUDINI GATTAI a Petrognano, la VILLA BUSINI a Castiglioni.

Visite consigliate nei dintorni:

- alla PIEVE DI S. BARTOLOMEO in Pomino del XVI sec. che conserva unapreziosa pala di Luca della Robbia

- all’insediamento medioevale di TURICCHI

- alle VILLE - FATTORIE della strada dei vini chianti Rufina e PominoPer informazioni: Comune di Rufina, Tel. 055839651, Fax 0558397082

V a l d i S i e v e :

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Borgo S. LorenzoFORMIGLI - V.le Pecori Giraldi, 58 - Tel. 0558495422

MUGELLO BIKE - Via Beato Angelico, 5 - Tel. 0558458713

CRAZY BIKE - Via Divisione Partigiana Garibaldi, 23 - Tel. 0558458584

NALDI - P.zza del Mercato

DicomanoFERRI L. - V.le Vittorio Veneto, 8 - Tel. 0558387645

FirenzuolaF.LLI GIRLOTTI - Via Ca` Rossa, 27 - Tel. 055819077

MarradiGALLERIA DELLO SPORT - Via Castelnaudary, 12 - Tel. 0558045831

MERCATALI LANFRANCO - Via Razzi, 30 - Tel. 03356685385

PelagoBIKE PARADISE - Via Forlivese, 58/9

PontassieveMANZANI T. - Via F.lli Cervi, 6 - Tel. 055 8314596

RufinaBURBERI M. - Via Forlivese, 22 - loc. Scopeti - Tel.0558398997

S. Piero a SieveMOTOSHOP - Via Roma, 1 - Tel. 055848156

VicchioFARRI LUCIANO - P.zza della Vittoria, 2 - Tel. 0558449898

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Comunità Montana Mugello Alto Mugello Val di SieveUfficio Promozione TuristicaVia P. Togliatti, 45 - 50032 Borgo S. LorenzoTel. 0558495346 - Fax 0558456288(si possono richiedere materiali informativi turistici)E-mail: [email protected]

Informazioni in Lingua Straniera e Visite Turistiche guidateTurismo AmbienteVia Bandini, 6 - 50032 Borgo S. Lorenzo (FI)Aperto Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9.30 alle 12.30.Tel. e Fax 0558458793

Accompagnatori di mountain bikeCooperativa IschetusViale IV novembre, 145003 Borgo S. LorenzoTel e Fax 0558457056(anche noleggio Mountain Bike)

Mezzi di Trasporto PubblicoPer informazioni sulla linea ferroviaria Firenze - Faenza:FS Stazione di Borgo San Lorenzo Tel. 055 8459116(è ammesso il trasporto di biciclette al seguito del viaggiatore sui treni con-trassegnati con apposito pittogramma).SITA (Autolinee) Tel. 055483651 - 166845010CAP (Autolinee) Tel. 055214637MAGHERINI (Autolinee) Tel. 0558397264STAM (Autolinee) Tel. 055841210ALTERINI (Autolinee) Tel. 055869258 V i c c h i o

P a s s o d e l G i o g o

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Progetto Grafico:SESAMO COMUNICAZIONE VISIVA SAS

Figline V.no (Firenze)

Testi:COMUNITÀ MONTANA MUGELLO, ALTO MUGELLO, VAL DI SIEVE - PRATOMAGNO FIORENTINO

Fotografie Archivio CMLe foto con i ciclisti sono di NOFERINI

FotolitoPROFESSIONAL DTP VENANZONI

Stampa:LA ZINCOGRAFICA FIORENTINA (1999) N.10.000

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m u g e l l o - v a l d i s i e v em u g e l l o - v a l d i s i e v e

GAL MUGELLO Iniziativa Comunitaria Leader II

PedalandoCastagnifra

Vitie