MRV Magazine n.2 Stagione 2010/2011

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MRV magazine NUMERO 2 STAGIONE 2010/2011 2010 CHE ANNATA! ZAYTSEV PREMIATO IN CAMPIDOGLIO I TIFOSI DELLA M.ROMA VOLLEY

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MRVmagazine

NUMERO 2 STAGIONE 2010/2011

2010CHE ANNATA!

ZAYTSEV PREMIATO IN CAMPIDOGLIOI TIFOSI DELLA M.ROMA VOLLEY

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MRV MAGAZINESOMMARIO

Magazine ufficiale della M.ROMA VOLLEY SPA SSD

sede legaleVIA NICOLÒ PORPORA, 1 00198 ROMA

articoli a cura diSILIO ROSSIMARCO TAVANIGABRIELE FURIAELEONORA MANIERI fotografieCARLO GIULIANI

MRV MAGAZINE NUMERO 2

PAG 5 - 2010 Che annata

PAG 9 - Zaytsev premiato in

Campidoglio

PAG 14 - La M.Roma e isuoi tifosi

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che annata

di Silio Rossi

Serviva una scossa. Un colpo d’ala per ribadire che a Roma è possibile fare pallavolo e che il ritorno nella mas-sima serie altro non era che il reimpossessarsi di un pro-

getto efficace, anche se difficile da portare avanti, ma a cui Massimo Mezzaroma, non ha mai smesso di credere. Progetto mirato a rendere stabile questa disciplina anche

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MVP della Coppa Italia Ivan Zaytsev

in una città che tutto logora e che vive quotidianamente col pensiero al calcio. Così, con l’assegnazione della panchina ad Andrea Giani, col lancio di un gruppo di ragazzi volenterosi, provenienti dal settore giovanile e, finalmente, con l’utilizzazione a tempo pieno dei due cu-bani “transfughi” dal loro paese, oltre alla convocazione di Ivan Zaytsev in Nazionale, per i mondiali giocati in Italia, la Capitale che ama il volley ha potuto vivere un 2010 di grande spessore ed assaporare una serie di indimentica-bili soddisfazioni. E, a ben vedere, la vittoria nel campion-ato di A2 ed il successo nella Coppa Italia non sono state altro che la logica conseguenza di una programmazione che, pur affidandosi a bilanci più giudiziosi, non ha mai dimenticato i suoi tifosi, a cui di domenica in domenica ha regalato uno spettacolo accettabile per mantenerne l’affetto e la presenza al Palazzetto dello Sport di viale Tiziano. L’arrivo di Giani è stato come riscoprire il sapore delle vittorie, visto il palmares del tecnico di Sabaudia e, soprattutto, la serietà professionale che gli ha allungato la carriera di giocatore e gli ha, immediatamente, garantito la panchina di Modena. Giani ha accettato la sfida e si è immediatamente immerso nel lavoro, curando la pre-parazione dei ragazzi, soprattutto, ma non tralasciando di dare la giusta collocazione ai più anziani. Per riceverne in cambio un mix omogeneo che permettesse alla M. Roma di lasciare in fretta la A2. Cosa che è avvenuta con una magica galoppata e con un play off promozi-one, superato in scioltezza contro Crema e ribadi-ta nella stessa Coppa Italia contro un’indomabile Bologna. Riconquistata la A1 è stato necessario un restayling del gruppo. Riconquistata la A1 è stato necessario un restayling del gruppo. Gi-ani si è affidato a gente di peso e d’esperienza,

Raydel Poey

a ragazzi che in precedenza hanno vinto tutto o quasi nei loro club, considerati, quindi, atleti adatti a superare le difficoltà della A1, categoria in cui nessuno di fa lo sconto. Il calendario emesso dalla Lega ha offerto una novità, non so quanto gradita: per essere una neo promossa, infatti, la M. Roma nei primi turni è stata chiamata ad af-frontare avversari di pari livello. Regolarmente battuti, qualcuno anche tra le sue mura, qualche altro con un po’ di difficoltà. Cinque vittorie su sei incontri hanno permesso alla M. Roma di met-tere in salvo punti preziosi per i tempi peggiori, che sono arrivati puntualmente, ma che, grazie alla classifica discreta conquistata, non hanno costretto Paolucci e compagni all’affanno. Anzi, se la gara di Cuneo è da dimenticare per come è stata affrontata, contro Trento e Modena la M. Roma ha addirittura “rischiato” di ribaltare in extremis un pronostico che per forza di cose la vedeva recitare il ruolo della vittima da sac-rificare. Insomma questo “terzo” di stagione è decisamente positivo. Altre battaglie, però, aspet-tano la squadra nero verde ma, unitamente alla buona classifica, la M. Roma potrà contare sulla consapevolezza che Poey, una “new-entry” nella A1, è in grado di reggere il passo dovuto al grande salto, che Lebl, Cisolla e Corsano, in barba alla loro età, hanno ancora molto da dire e da dare, che il giovane Uriuarte, un talento in fieri, è desti-nato a crescere e che, soprattutto, l’esplosione di Zaytsev è garanzia di certezze e speranze per la Coppa Italia e i play-off. Senza farsi, però, troppe illusioni. Meglio viaggiare a fari spenti.

La squadra al Palazzetto con la Coppa Italia

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La squadra al Palazzetto con la Coppa Italia

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Acquisti imposrtanti per la stagione 2010-2011

Con il ritorno in serie A1 la M.Roma Volley torna a calcare grandi palcosceni

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IVAN ZAYTSEV PREMIATO IN CAMPIDOGLIO

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Quando si riceve un premio come quello che è stato consegnato a Ivan Zaytsev, è sempre un momento di riflessione. È forse l’occasione per fare una sorta di bilancio, per valutare ciò che va e quello che, invece, si deve migliorare. Chissà a cosa avrà pensato Ivan nel momento in cui, dalle mani del presidente Massimo Mezzaroma, ha riti-rato in Campidoglio il premio di Atleta dell’Anno. Per Zaytsev è un po’ presto per valutare la situ-azione della sua carriera. Il ragazzo ha soltanto ventidue anni, ma di decisioni importanti ne ha già prese tante. Come quella di venire a Roma.

di Marco Tavani

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Ormai sono diversi anni che sto nella Capitale – ha detto Ivan – e spero di diventare presto un simbolo della M.Roma. Mi trovo benissimo sia in questa città sia in questo club. Mi auguro che la mia carriera a Roma duri per tanto tempo”. Oltre a essere un punto fermo della sua squadra, Zayt-sev è anche un elemento importante della nazi-onale azzurra di pallavolo. “Da quest’anno faccio parte dell’Italia e i Mondiali che si sono svolti in estate sono stati per me una bella occasione. Credo di aver fatto una bella figura. Il mio sogno, chiaramente, è quello di far parte della rosa che disputerà le Olimpiadi di Londra nel 2012. Devo, però, ancora lavorare tanto”. La stagione della M.Roma era cominciata bene, ora sembrano es-serci alcune difficoltà. I neroverdi vengono da quattro sconfitte consecutive. “Nonostante tutto

– continua lo schiacciatore . puntiamo ancora ad arrivare nei playoff. Speriamo di concludere la stagione in una posizione di vertice, ma non sarà facile. Ci attendono lavoro e fatica, ma l’obiettivo è alla nostra portata”.Un altro desiderio di Ivan è quello di vedere an-cora una volta il Palazzetto dello Sport gremito, come nella finale di Coppa Cev alla quale Ivan ha assistito da spettatore. Quell’anno, infatti, era in prestito a Latina. “Lentamente – conclude Zaytsev – stiamo riconquistando il nostro pub-blico. Sappiamo che in una città come Roma non è facile avere un tifo numerosissimo, poiché c’è il calcio che la fa da padrone e poi ci sono il basket, il rugby e tante altre discipline. Ma con le vittorie e i risultati potremo tornare a vedere il Palazzetto pieno”.

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LA M.ROMA VOLLEYE I SUOI TIFOSI

Tecnici, atleti, campioni cubani e brasiliani: va tutto bene. Ma il volley è soprattutto dei tifosi. Eccone la prova: un’altra intensa domenica di pallavolo in scena al Pala-tiziano. Con un finale al cardiopalma l’M Roma volley ha ceduto al tie break, per 17 a 19, a Casa Modena. A sostenere i neroverdi dagli spalti ben 1666 spettatori, non pochi vista la concomitanza col calcio e l’atmosfera na-talizia, ma sufficientemente appassionati per un match durato più di due ore ed in cui lo zoccolo duro della curva si è fatto sentire ed ha tifato, ovviamente, per la squadra del cuore. Sì, il tifo è una delle componenti fondamentali degli incontri, che non sarebbero gli stessi senza cori, striscioni, bandiere ed incitamenti. La definizione di tifo

di Eleonora Gioia Manieri

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del resto è chiara: “sostenere con vivo entusiasmo un concorrente o una squadra di una disciplina sportiva” e, guarda caso, è strettamente legata alla sua origine, che deriva dal greco antico typhos, che sta per “febbre, forte eccesso febbrile”. Insomma quando parliamo di febbre sportiva siamo confortati addirittura dai nostri illustri an-tenati greci! Ed in effetti gli incontri sportivi non sarebbero gli stessi senza la loro essenza, senza il tifo. L’atmosfera non sarebbe così coinvolgente, non ci sentiremmo così stretti intorno ai nostri beniamini impegnati sul campo. Si sa, ogni tifo ed ogni tifoso hanno le loro peculiarità, i loro riti, la loro scaramanzia… ogni sport è diverso, anche se poi in fin dei conti la passione sportiva è unica ed univer-sale. Cerchiamo quindi di stilare un identikit dei vari tifosi: di calcio, di tennis, di golf, ma soprattutto di pallavolo: os-sia gli abitanti del Palatiziano! Iniziamo col più riconosci-bile ed il più conosciuto: il tifoso delle squadre di calcio; a Roma non c’è che l’imbarazzo della scelta, dato che non c’è una ma ben due, conosciutissime squadre di calcio, la Roma e la Lazio che spaccano a metà la Capitale, curva nord o curva sud: non ci sono vie di mezzo! In generale, però, l’atteggiamento del tifoso può essere facilmente schematizzato: accessori d’abbigliamento (sciarpa, ber-retto e portachiavi come minimo…) rigorosamente dei colori della squadra del cuore; autoradio costantemente sintonizzata sull’emittente locale con gli aggiornamenti dell’ultim’ora e le bombe (di solito bufale!) sul calciomer-cato; impazza con ogni tipo di sfottò su facebook ogni qual volta la suddetta squadra del cuore porta a casa un risultato positivo; resta nel silenzio più tombale se invece la squadra ha zoppicato o le ha prese di santa ragione! Allo stadio non teme le intemperie: sfida tutto e tutti per essere presente a sostenere la sua squadra e lo fa con boati, striscioni e quant’altro abbia a sua diposizione. Di tutt’altra pasta il tifo del tennis. Intanto nel tennis si tifa per un singolo e non per una squadra ed in Italia la smania è molto contenuta. Il tifoso di tennis può godersi i suoi campioni dal vivo (senza spostarsi dall’Italia) per sole due settimane all’anno, al Master di Roma, dove i migliori

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tennisti del mondo si danno battaglia. Quello è il mo-mento che un vero appassionato aspetta con ansia! I più previdenti acquistano un abbonamento per l’intera durata del torneo (e specifichiamo un buon abbonamento arriva a costare anche intorno ai 600 euro), o qualche biglietto in prevendita….tutti gli altri supporter finiscono durante le giornate del torneo per accalcarsi alla biglietteria e acquistare il titolo d’ingresso giornaliero. Nel restante periodo, è cioè undici mesi e quattordici giorni l’anno il vero tifoso segue le partite dei vari Federer, Nadal e Djokovic dalla tv, ma per farlo deve avere un abbona-mento particolare e questo lo rende un fedelissimo! Ma, secondo noi, il tifoso più caratteristico e più tecnicamente preparato è quello che si “occupa” di pallavolo. Il Pala-tiziano è sempre colorato di neroverde, con un spicchi-etto di tribuna lasciato agli ospiti dell’ M Roma volley. Il tifo è caloroso, costante e qualche urletto in più si sente quando a fare punto sono gli idoli delle più giovani. La “curva” del Palatiziano è zeppa di giovani che, con tanto di tamburo e altoparlante, organizzano i cori (vagamente simili a quelli che si ascoltano allo stadio Olimpico…!); cori che sosterranno i giocatori per tutta la durata del match. Non mancano poi striscioni e bandiere, che i ragazzi sventolano con orgoglio e tenacia, cercando anche di catturare l’attenzione di telecamere e macchine fotografiche. Tutt’intorno il pubblico è giovanile ed ap-passionato, segue il ritmo degli stacchetti che partono tra i time-out ed i cambi di campo, e a fine partita non conta chi ha vinto o chi ha perso, i più sono pronti a lanciarsi in campo con la speranza di strappare una foto o un autografo al loro preferito. Insomma, L’M Roma volley può contare su un bel gruppo di tifosi, su un tifo caloroso e coinvolgente, anche un po’ “casinista” se vogliamo, ma è proprio questo il bello! I giocatori all’interno del Pala-tiziano possono avere una marcia in più.

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NICOLASURIARTE

PALLEGGIATORE

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