Mozione Congresso ACLI Bergamo 2012

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XXVI CONGRESSO PROVINCIALE ACLI DI BERGAMO MOZIONE DI CONCLUSIONE DEI LAVORI Le Acli provinciali di Bergamo, riunite nel loro XXVI Congresso, fanno proprie le indicazioni contenute nella relazione congressuale del Presidente provinciale e, con esse, l’impegno ad essere nei territori soggetti di speranza e di cambiamento, capaci non solo di far fronte all’evoluzione in atto ma di anticiparla e guidarla verso scenari di centralità della persona, della famiglia, della comunità. Gli ambiti operativi per stare in questa sfida – urgente e non differibile nei nostri tempi – sono la centralità del lavoro, della politica partecipata, della vita nei territori. Gli atteggiamenti che adotteremo sono quelli dell’ascolto, della mediazione, dell’accompagnamento, della proposta concreta e pragmatica, della formazione per sé e per i territori, della valorizzazione delle reti, del dono e della promozione della legalità come elementi centrali ed ineludibili del nostro atteggiamento di presenza. In coerenza e continuità con quanto indicato da S. E. Mons. Francesco Beschi, Vescovo della Diocesi di Bergamo, le Acli provinciali riconoscono che la vita cristiana è vita essenzialmente comunitaria e che non potremo affrontare le sfide che ci attendono se non partendo dall’unicità relazionale di ogni persona come espressione dell’amore del Padre che riconosce il volto unico di ciascuno chiamandolo per nome. Le comunità nascono dunque dalla capacità di riconoscerci reciprocamente nei volti, instaurando relazionalità significative, responsabili, generative di vita buona. Il tema del lavoro deve tornare ad essere centrale nei nostri percorsi e le Acli possono contribuire a tutto ciò in diversi modi. Con la concreta vicinanza alle famiglie in difficoltà rilanciando il Fondo Famiglia e contribuendo ad allargarne gli effetti; collaborando con le comunità - in particolare attraverso l’azione formativa svolta a diversi livelli - affinché i temi del senso e dei cambiamenti del lavoro siano sollecitudini sempre presenti. Sarà parte della nostra azione specifica su questo tema il saper incalzare propositivamente le istituzioni del territorio affinché ciascuno faccia la propria parte con coraggio e con vera passione. In particolare, auspichiamo che il tema dell’unità sindacale diventi l’indirizzo per le azioni del futuro affinché lo stile della mediazione sociale e della partecipazione - anche a livelli più elevati – possa essere sviluppato in modo coerente poiché la logica democratica, soprattutto in tempi di grandi difficoltà, richiede la massima diffusione dei processi decisionali, valorizzando tutte le voci e le risorse a disposizione. In ambito politico le Acli si impegnano ad essere laboratorio di costruzione di una comunità coesa, partecipata e democratica, all’interno della quale i criteri del servizio, dell’inclusività, della gratuità come fondamento della responsabilità, della coerenza, siano le linee sulle quali costruire la città di tutti. Questi stessi atteggiamenti sono attesi e fondativi del nostro essere

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Mozione finale del 26° Congresso ACLI di Bergamo

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XXVI CONGRESSO PROVINCIALE ACLI DI BERGAMO

MOZIONE DI CONCLUSIONE DEI LAVORI

Le Acli provinciali di Bergamo, riunite nel loro XXVI Congresso, fanno proprie le indicazioni

contenute nella relazione congressuale del Presidente provinciale e, con esse, l’impegno ad

essere nei territori soggetti di speranza e di cambiamento, capaci non solo di far fronte

all’evoluzione in atto ma di anticiparla e guidarla verso scenari di centralità della persona,

della famiglia, della comunità.

Gli ambiti operativi per stare in questa sfida – urgente e non differibile nei nostri tempi – sono

la centralità del lavoro, della politica partecipata, della vita nei territori.

Gli atteggiamenti che adotteremo sono quelli dell’ascolto, della mediazione,

dell’accompagnamento, della proposta concreta e pragmatica, della formazione per sé e per i

territori, della valorizzazione delle reti, del dono e della promozione della legalità come

elementi centrali ed ineludibili del nostro atteggiamento di presenza.

In coerenza e continuità con quanto indicato da S. E. Mons. Francesco Beschi, Vescovo della

Diocesi di Bergamo, le Acli provinciali riconoscono che la vita cristiana è vita essenzialmente

comunitaria e che non potremo affrontare le sfide che ci attendono se non partendo

dall’unicità relazionale di ogni persona come espressione dell’amore del Padre che riconosce il

volto unico di ciascuno chiamandolo per nome. Le comunità nascono dunque dalla capacità

di riconoscerci reciprocamente nei volti, instaurando relazionalità significative, responsabili,

generative di vita buona.

Il tema del lavoro deve tornare ad essere centrale nei nostri percorsi e le Acli possono

contribuire a tutto ciò in diversi modi. Con la concreta vicinanza alle famiglie in difficoltà

rilanciando il Fondo Famiglia e contribuendo ad allargarne gli effetti; collaborando con le

comunità - in particolare attraverso l’azione formativa svolta a diversi livelli - affinché i temi

del senso e dei cambiamenti del lavoro siano sollecitudini sempre presenti. Sarà parte della

nostra azione specifica su questo tema il saper incalzare propositivamente le istituzioni del

territorio affinché ciascuno faccia la propria parte con coraggio e con vera passione. In

particolare, auspichiamo che il tema dell’unità sindacale diventi l’indirizzo per le azioni del

futuro affinché lo stile della mediazione sociale e della partecipazione - anche a livelli più

elevati – possa essere sviluppato in modo coerente poiché la logica democratica, soprattutto

in tempi di grandi difficoltà, richiede la massima diffusione dei processi decisionali,

valorizzando tutte le voci e le risorse a disposizione.

In ambito politico le Acli si impegnano ad essere laboratorio di costruzione di una comunità

coesa, partecipata e democratica, all’interno della quale i criteri del servizio, dell’inclusività,

della gratuità come fondamento della responsabilità, della coerenza, siano le linee sulle quali

costruire la città di tutti. Questi stessi atteggiamenti sono attesi e fondativi del nostro essere

movimento, in un impegno etico e di responsabilità verso le Acli tutte e verso il territorio che

ci deve vedere testimoni credibili di democrazia.

Le grandi scelte della politica vanno riferite:

alla valorizzazione della famiglia in tutti gli ambiti che la vedono protagonista come

soggetto sociale e luogo privilegiato di relazione, di cittadinanza attiva, di economia

buona;

alla centralità delle marginalità e delle fragilità, intese come necessità di valorizzazione di

tutte le risorse di una comunità e come ambito di ricerca della giustizia sociale e per

tradurre già qui – ora - il Regno;

all’attenzione ai giovani. Un’attenzione vera, non uno sterile giovanilismo fine a se stesso

ma piuttosto una reale chiamata in causa, con strumenti adeguati e condivisi, affinché il

loro contribuito e il cammino intergenerazionale diventino occasione di rinnovamento e

rigenerazione della comunità;

la cura e la tutela del territorio inteso come patrimonio di cui godere oggi e da preservare

a favore delle future generazioni.

La nostra presenza nei territori è affidata alla generosità e all’intraprendenza di molti soci

volontari che assumono l’impegno ad essere Acli nelle proprie comunità: ascoltando,

mettendo in rete soggetti diversi, garantendo vicinanza alle persone e alle storie, costruendo

percorsi anche piccoli di consapevolezza e di cittadinanza responsabile. Il movimento deve

sapersi riconoscere nell’azione di questi nostri soci, assumendone le sensibilità e le istanze e

condividendo strumenti capaci di supportarli nell’azione territoriale attraverso la vita dei

circoli. Lo sforzo di metterli al centro delle attenzioni del movimento corrisponde esattamente

alla necessità di valorizzare – attraverso l’operatività dei circoli – la comunità di persone che

vivono le speranze, i desideri e le fatiche del nostro tempo.

Le Acli, consapevoli di una propria dimensione che non può fare a meno di circoli attivi e

presenti sul territorio, si impegnano ad azioni di accompagnamento e sostegno, anche

attraverso le zone, ragionando di possibili nuove forme e strutture, più funzionali ed efficaci.

A livello più ampio, la vicinanza con i soci si potrà tradurre in azioni formative intese come

reali strumenti di consapevolezza e di partecipazione alla vita comunitaria.

La presenza aclista nei territori si sviluppa anche attraverso l’azione dei nostri servizi: negli

ultimi anni l’idea di sistema ha preso spazio nelle nostre riflessioni ma deve ulteriormente

essere condivisa, potenziata ed attuata affinché diventi reale risorsa per tutte le realtà e

consenta al sistema Acli di divenire pienamente soggetto di economia civile nei territori. Un

grande contributo in questa direzione sarà certamente fornito dalla costruzione della “casa

comune”, elemento di identità e di progettazione condivisa ed efficace, e dalla istituzione del

“comitato dei servizi”.

Grande importanza e rilievo avrà la capacità di saper tenere in rete il nostro sistema anche

dal punto di vista comunicativo, con adeguati strumenti di valorizzazione delle attività, delle

proposte e delle iniziative.

Il mondo aclista si regge su buone relazioni – interne ed esterne – per le quali la

comunicazione non deve essere solo strumento ma diviene sostanza di durevoli legami, leali e

fraterni. In quest’ottica riteniamo dunque come necessaria e fondativa la capacità di

assumere e testimoniare atteggiamenti autentici e costruttivi tra tutti coloro che attuano e

sostengono la proposta del nostro movimento, sia a livello personale che negli incarichi

assunti nelle realtà facenti parte del sistema Acli.

Bergamo, 26 febbraio 2012