MORALITÀ LEGGENDARIE AMLETO ovvero Le conseguenze della pietà filiale

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  • 7/22/2019 MORALIT LEGGENDARIE AMLETO ovvero Le conseguenze della piet filiale

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    ULES LAFORGUE http://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/laforgue.htm

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    JULES LAFORGUE

    MORALIT LEGGENDARIEAMLETOovvero

    Le conseguenze della piet filiale

    TRADUZIONE DI NELO RISI

    pi forte di me.

    Dalla finestra diletta, cos belante ad aprirsi con i fragili vetrigialli fermati tra losanghe di piombo, Amleto personaggio bizzarropoteva, quando gli cantava, fare dei cerchi nell'acqua, come dire nelcielo. Questo fu il punto di partenza del suo cogitare e aberrare. La torre, dove il giovane principe s'era fermamente costretto avivere dopo l'anomalo paterno decesso, s'erge lebbrosa e trascuratascolta in fondo al parco reale, sulla riva del mare che di tutti. Taleangolo di parco la cloaca che convoglia i rifiuti delle serre, glispenti mazzolini degli effimeri balli. Il mare il Sund, ai cui fluttinon ci si pu affidare, con la costa della Norvegia in vista o la cittdi Elsinborg, nido al malagiato e pratico principe Fortebraccio. L'assise della torre, dove il giovane e sventurato principe si fermamente costretto a vivere, funghisce in riva a un'ansastagnante che lo stesso Sund tende a arricchire con le schiumemeno chiare dei suoi quotidiani e anonimi travagli.

    Povera ansa stagnante! Le flottiglie dei cigni regali dall'occhiolepido non vi fanno punto scalo. Dal fondo, lutulento per massefilamentose, salgono nei crepuscoli piovorni fino alla finestra diquesto principe cos umano i cori d'intere schiatte di rospi, viscidirantoli espettorati da vecchi catarrosi cui una minima variazioneatmosferica basta a rimuovere i reumatismi o le tenaci cove. E gliestremi risucchi delle navi da carico, come i perpetui acquazzoni,riescono a malapena a rimuovere la cutanea lebbra di quest'angolod'acqua decrepita, ossidata da una scia bavosa di fiele (come della

    malachite liquida), qua imbrattata da mucchi di foglie piatte a formadi cuore attorno a dei rudimentali tulipani gialli, l irta di magri ciuffidi giunchi fioriti, di fragili ombrelle che, sia detto per inciso,

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    ricordano il fiore della carota dei nostri climi. Povera ansa! Rospi di casa e fioriture irresponsabili. E poveroangolo di parco! mazzolini buttati via da giovani donne proprio alrintocco di mezzanotte. E povero Sund! flutti svillaneggiati daicapricciosi altani, rimpianti inviliti dalle pi che usuali faccende di un

    Fortebraccio dirimpettaio!... Ecco perch (salvo burrasche) questo cantuccio d'acqua davvero lo specchio dello sventurato principe Amleto, nella sua torredi paria, nella sua camera con due finestre vetrate di giallo chedanno l'una sul grigio sporco dei cieli, sullo slargo e su un'esistenzasenz'uscita, e l'altra che si spalanca al gemito perenne del vento tragli alberi d'alto fusto del parco. Povera stanza cos strapazzata inseno a un inguaribile, insolvibile autunno! Perfino di luglio, comeoggi. oggi il 14 luglio del 1601, un sabato; e domani domenica:

    nel mondo intero le ragazze andranno candidamente a messa. Ai muri, una dozzina di vedute dello Jutland, quadriirreprensibilmente ingenui, ordinati tempo addietro a un pittorecondannato alle galere e che le stanze del castello vedono esposti adozzine. Tra le due finestre, due ritratti al naturale; il primo diAmleto, molto mondano, con un pollice infilato nella cinta di cuoiogrezzo e un sorriso accattivante dal fondo di una penombrasulfurea; il secondo di suo padre, calato entro una bella armaturanuova, con l'occhio malizioso e faunesco: fu suo padre il re

    Orwendill, anomalmente deceduto in stato di peccato mortale e cheDio, secondo la ben nota misericordia, si tenga l'anima. Su untavolo, nella luce d'insonnia dei vetri gialli, tutto un corredod'acquefortista irrimediabilmente corroso da sporche amenit. Unricettacolo graveolente di libri, un piccolo organo, uno specchio altoda terra, una sdraio; e una credenza col suo segreto (la paura dimorire avvelenato dopo il losco paterno decesso). Nella stanza daletto, in prossimit del letto, un'edicola gotica in ferro battuto cheper un gioco di chiavi in grado di esibire due statuette di cera:Gheruta madre di Amleto e il suo attuale marito, l'adultero efratricida usurpatore Fengo, modellati entrambi da un pollice ricco inestro vendicativo, e con il cuore puerilmente trafitto da un ago - ilbel vantaggio! In fondo all'alcova, ahim, una doccia. Nerovestito, con lo spadino al fianco e con in capo il suosombreroda nottambulo, Amleto, i gomiti sul davanzale, contemplail Sund, il vasto e laborioso Sund che smercia il solito flusso dianonimi flutti, aspettando che il vento e l'ora offrano il destro per

    qualche superbo scherzo mancino a danno delle povere barche deipescatori (unico svago alla fatalit che li opprime). Dopo il cielo di ieri e in previsione di quello di domani, oggi

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    una giornataccia livida sienn alleggerita dal recente acquazzone,che per promette una bella domenica per l'indomani. gi ilcrepuscolo, uno di quei crepuscoli che le Cronache del temporiportano con un'emozione cos contenuta; coi rumori della citt diElsinore, dal vasto specchio d'acqua messo tra s e i dominii reali,

    che s'avvia a disperdere il frastuono del giorno di mercatoaffogandolo nelle taverne. - Ah! sospira Amleto, se come questi flutti io potessispassarmela in lungo e in largo. Ah! dal mare alle nuvole, dallenuvole al mare! vada come vada... E abbracciando con un gesto ad hocil felice inconsapevolepanorama, cos divaga: - Ah! solo che me ne occupassi... Ma tutto per istanti cosricco e cos labile! e niente pi prezioso d'un bel tacere, tacere, e

    agire di conseguenza... - Stabilit! Stabilit! il tuo nome Donna...La vita, a rigore, posso anche ammetterla! Ma un eroe! Anzituttoessere condizionato dai tempi e dall'ambiente! La chiami lottaschietta e leale per un eroe, questa?... Un eroe! e tutto il resto non che commedia!... - Quanto a me, se io fossi una giovane per bene, tollererei chesolo un puro eroe osasse posare le sue labbra sul mio destino; uneroe di cui all'occorrenza si possano citare le formule, o le gesta...Ah! in tempi come questi di 'danno' e di 'vergogna', Michelangelo

    dixit (uomo ben superiore ai nostrani Torwaldsen), non vi sono pigiovinette; sono tutte samaritane, e tralascio le adorabili pupattole,ahim, infrangibili, vipere e oche di prima piuma. - Un eroe! Osemplicemente vivere. Metodo, Metodo, che vuoi da me? Sai beneche ho mangiato il frutto dell'incoscienza! Sai bene che sono io cheannuncio la nuova legge al nato di Donna, e che sto soppiantandol'Imperativo Categorico per instaurare in sua vece l'ImperativoClimaterico!... Il principe Amleto ne ha tante sul cuore che non starebbero incinque atti n in tutta la nostra filosofia che regge il cielo e la terra;ma ci che al presente pi l'infastidisce l'attesa di queicommedianti che non arrivano e sui quali conta in modo costragico; perdipi egli ha appena fatto a pezzi le lettere di Ofeliascomparsa la vigilia, lettere scritte su carta doppia d'Olanda con unasmania di mocciosa venuta su dal nulla, e talmente restie a esserelacerate che le dita gli bruciano ancora maledettamente. Miseria, equisquilie!...

    - A quest'ora, dove si sar cacciata? Da dei parenti incampagna, ma sicuro. Torner torner, conosce bene la strada. Delresto, e quando mai m'ha capito? Se ci penso! Aveva un bell'essere

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    adorabile e sensitiva all'eccesso, sotto sotto saltava fuori l'Ingleseimbevuta fin dalla nascita della filosofia egoistica di Hobbes. Nonv' niente di pi piacevole nel possesso dei nostri beni del pensieroche essi siano superiori a quelli degli altri dice Hobbes. cos cheOfelia mi avrebbe voluto, come un suo bene, anche perch io ero

    socialmente e moralmente superiore ai beni delle sue piccoleamiche. E di che pensierini era capace sul benessere e sul confortonell'ora in cui s'accendono le lampade! Un Amleto di comodo!Maledizione! Un po' di piet almeno per il mio angelo custode senon per me! Ah! se in una sera come questa m'apparisse qui, nellamia torre d'avorio, una sorella ma cadetta di quell'Elena di Narbonache seppe andare a conquistarsi a Firenze il suo adorato Bertrando,conte di Rossiglione, pur conscia del disprezzo di cui eraricambiata!... - Ofelia, Ofelia, mio dolce piccolo inganno, ti supplico

    fa ritorno; non ci torner pi su. - Insomma mio caro, hai unbell'essere Amleto, sei sempre una simpatica canaglia. Basta cos. -Ah, eccoli! Sulle rive d'Elsinore, laggi a sinistra egli scorge (chi non sadei suoi occhi sorprendenti, da rondine di mare?) unassembramento, e non v' dubbio che si tratta di quei famosicommedianti. Il traghettatore li stava imbarcando sul suo battello piatto; unbotolo abbaiava a quegli stracci; un ragazzino aveva smesso di

    giocare a rimbalzello. Uno di quei signori, tutto agghindato, afferrun paio di remi imitando il traghettatore, col gesto di chi si degradaper divertire la compagnia, e puntarono alla volta di... Gli indici tesiindicavano il Castello, una dama lasciava pendere il suo braccionudo sul filo dell'acqua; e i latrati le risa le voci giungevanostemperati come all'acquerello. C'era davvero materia per una bellaserata secentesca. Lasciando la finestra Amleto s'installa davanti un tavolo, poisfoglia due smilzi quaderni. - Eppure s! L'impulso era di affidarmi all'orribile, orribile,orribile avvenimento al fine di esaltare la piet filiale, figurarmi ilfatto in tutta la sua irrefutabilit poetica, far gridare l'ultimo grido alsangue di mio padre, caldarmi $)! ho presogusto all'opera, io! Poco per volta dimenticai che si trattava di miopadre assassinato, spogliato di quel che gli restava da vivere inquesto bel mondo (pover'uomo, pover'uomo!), di mia madreprostituita (visione che mi ha distrutto la Donna spingendomi a far

    morire di vergogna e di consunzione la celeste Ofelia!), del miotrono, per finire! Me ne andavo a braccetto con le finzioni di un beltema. Che sia un bel tema, indubbio! Rifeci il lavoro in versi

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    giambici, intercalai accessori profani, espunsi dal mio vecchioFilottete una epigrafe sublime. S, scavavo i miei personaggi piaddentro del vero! forzavo i documenti! Con immutato genio hodifeso la causa del bravo eroe e del pessimo traditore! Poi a sera,dopo aver ribadito un'ultima rima con una tirata a effetto, mi

    addormentavo sorridendo beato alle domestiche chimere, come unonest'uomo di lettere che col lavoro della penna mantiene una riccaprole! Mi addormentavo scordando di rivolgere le mie preghiere alledue statuine di cera e di ritorcergli l'ago in cuore! Va va, istrione!Guardatelo il piccolo mostro! E il giovane insaziabile principe corre a genuflettersi dinnanzi alritratto di suo padre e ne bacia i piedi sulla fredda tela. - Vero che mi perdoni, padre? Tutto sommato tu mi conosci... E nel rialzarsi, non riuscendo a schivare l'occhio paterno,

    sempre e comunque ammiccante sotto un'aria regalmentefaunesca: - Del resto, tutto ereditariet. Sii scienza e istinto e finirai colvederci chiaro. Torna a sedere presso i suoi quaderni, che contempla con unostesso occhio regalmente faunesco. - Eppure vi sono delle belle pagine l dentro, se solo i tempifossero meno grami!... Come vorrei essere semplice chierico aParigi, monte Santa Genoveffa, dove oggid fiorisce una scuola di

    neo-alessandrini! Un semplice misero bibliotecario alla cortebrillante dei Valois! invece che in quest'umido castello, inquest'antro di sciacalli e di rozzi personaggi dove non si nemmenosicuri della propria pelle!... Hanno battuto due colpi con una chiave d'oro sul martellod'argento della porta. Entra un valletto. - I due primari della compagnia sono qua, secondo gli ordini divostra Altezza. - Che entrino. - E poi sua Maest la regina chiede se vostra Altezza persiste avolere che lo spettacolo abbia luogo proprio questa sera. - Diamine! e perch no? - Gi ma anche il seppellimento del lord ciambellano Polonio haluogo proprio questa sera, o vostra Altezza lo ignora? - Ma che ragionamenti! C' chi recita e c' chi sparisce dietro lequinte, ecco tutto. E l'Ideale si elegge ugualmente il suo massiminotutte le sere, suvvia, vecchio mio.

    Il valletto si fa da parte e chiude la porta dietro la riverenza deidue comprimari annunciati. - Entrate fratelli. Sedete e servitevi; ecco le sigarette. Qui c'

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    del Dubeck, e delle Bird's-eye. Niente cerimonie in casa mia. Tu,come ti chiami? - William, replica l'attor giovane in farsetto a spicchi ancoraimpolverati. - E voi, mia giovane signora? (Dio com' bella! Ancora dei

    guai!...). - Ofelia, riepiloga costei con nel sorriso un che di imbronciato,un sorriso infido da morire e cos malefico che il giovane principesbotta, tanto per creare un diversivo: - Come! ancora un'Ofelia nella mia melassa! Oh, questa logoramania dei genitori d'imporre ai propri figli dei nomi teatrali! PerchOfelia mica preso dalla vita, oh, no! Sono tutte storie dapalcoscenico e da repliche: Ofelia, Cordelia, Lelia, Coppelia,Camelia! Per un paria come me non avreste un altro nome di

    battesimo (di Battesimo, sia ben chiaro!), magari per farmi piacere? - S, Signore, mi chiamo Kate. - Alla buon'ora! e vi sta meglio! Qua le mani, che ve lesbaciucchi Kate, come vuole il cerimoniale. E si alza, e la bacia in fronte, a lungo, su quella fronte a cuivolta brusco le spalle per andare alla finestra e tuffare un istante ilviso tra le mani. William fa un segno alla compagna: - Di', non ci avevano ingannato. Lo davvero.

    - Possibile? rispondono con tutta la mansuetudine blu di cuisono capaci gli occhi di Kate che, paffete!, Amleto t'incontratornando al suo posto. Amleto alza le spalle, adulatorio: - Ebbene, ragazzi miei, basta con le cerimonie. Che cosa avetenel vostro repertorio? - Abbiamo Le Allegre Comari di Saint-Denis, Il Dottor Faustus,L'Apologo di Menenio Agrippa, Il Re di Tule. - S, s, il resto posdomani, al suo momento. Tutte belleconcezioni, ma non immacolate come le mie. Per qui e per stasera,mi studierete in segreto il dramma che vi dico io. D'altronde sareteregalmente ricompensati. un mio dramma. Richiede solo tre ruoliprincipali. C' un re, di nome Gonzago e una regina, Battista; illuogo Vienna. La regina intrattiene relazioni adulterine e orditricicon il cognato Claudio. Un dopopranzo, il re fa la siesta: cova sottola pergola i suoi peccati in fiore; la regina finge austeramente dimondare delle fragole per il risveglio dello sposo. Sopraggiunge

    Claudio. I due complici si scambiano un bacio silenzioso, poi fannofondere del piombo in un cucchiaio e lo versano delicatamentenell'orecchio del re.

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    - Che orrore! si lascia sfuggire Kate con un sospiro che finiscein broncio. - Orribile, vero? orribile! orribile! ... Dunque dicevamo cheversano del piombo fuso (questo liquido pallido!); il povero reGonzago spira tra le convulsioni ... orribili, orribili; e, badate bene,

    in stato di peccato mortale. Allora Claudio gli toglie la corona, se lacalca sul capo e offre il braccio alla vedova. Ne consegue che, adispetto dei pronostici pi incresciosi, William sar Claudio, e Katela regina, due bei mostri, in fede mia. - che... esita Kate. - che, dichiara William, per consuetudine la mia compagna eio non incarniamo, di preferenza, che ruoli simpatici. - Simpatici? Razza di villani! E in base a che voi potete giurarese un essere simpatico, in questo mondo? E il Progresso allora,

    dove lo mettete? - Sempre agli ordini del nostro grazioso signore. - William, a voi il manoscritto, ve lo affido e soprattutto non losmarrite; sul serio, ci tengo. Studiatelo come si deve per stasera. Ebadate bene: tutto quello che ho segnato a matita rosso sangue dibue dovr essere recitato con foga e sottolineato; e tutto quello che compreso in una graffa a matita blu me lo potete sopprimerecome troppo episodico, sebbene in fondo... tutto sommato questestrofe, per esempio:

    Un cuore sognante tramite occhiate

    Monde da ogni idea di zizzania! Mie povere forze estenuate dall'arte! A furia di ripetermi ho l'emicrania!... O luna di miele Cala, cala!E questa:

    O animula tanto brava O carne fiera e incorrotta, la mia indole che lotta Per essere vostra schiava.

    - Toh, com' grazioso! si lasciano scappare William e Kateguardandosi.

    - Lo credo bene. Ah! se i tempi fossero meno grami!...E questa:

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    Oh! va in convento!

    Coi tempi che corrono l'amore Lo si scambia incredulo e quieto Come un saluto.

    - Davvero singolare, ne conviene l'attore. E Amleto, principe di Danimarca e creatura sventurata, esulta! - E questo graziosissimo girotondo:

    C'era una bella blusa; Ron ron il gattino fa le fusa, C'era una bella blusa Con tutti i suoi bottoni... ecc.

    Eccetera, eccetera! - Insomma, un destino ben curioso ilmio!... Ma questo, lasciatemelo: il canto di trionfo dell'usurpatoreClaudio, e lo si canta sull'aria di Ingannevoli premonizioni!...ricordate?

    Vi garantisco io Che Domenedio Avr gran cura

    Di questa avventura!

    Dunque intesi. Ecco il manoscritto, ve lo riaffido, mio buonWilliam. Lo spettacolo, del resto, non ha luogo che alle dieci e ioverr un po' prima dietro le quinte per vedere come vanno le cose.O, nell'attesa, non vorreste che io mi proverbiassi con voi per farviaccettare questo? I due comprimari intascano e escono a ritroso. William declama in sordina alla compagna:

    La mattana dappertutto e senza convenevoli Tocca il girovago o l'attore di genio E nemmeno la guardia che veglia alle porte Salva Amleto dalla malasorte.

    - Povero giovane! sospira angelica Kate, e dire che non sembraneanche pericoloso...

    Amleto, uomo d'azione, resta un bel po' a sognare sul suodramma ormai in buone mani. Poi si esalta: - Ci siamo. Messer Fengo capir, a buon intenditore... Non

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    resta che agire e apporre la mia firma! Agire! Ucciderlo! che vomitila vita! Uccidere... Mi sono fatto la mano uccidendo ieri Polonio, mispiava da dietro quel l'arazzo che raffigura la Strage degli Innocenti.Ah, ho tutti contro io! e domani Laerte e posdomani il dirimpettaioFortebraccio! Devo agire, mi d'uopo uccidere o evadere da questo

    luogo. Oh! evadere... Libert libert! Amare vivere sognare, esserefamoso ma lontano! Oh, cara la mia aurea mediocritas!Ci chemanca a Amleto la libert, proprio cos. - Non chiedo niente anessuno io. Non ho amici, non un amico in grado di raccontare lamia storia, un amico che mi preceda ovunque evitandomi leintollerabili spiegazioni. Non una donna che mi sappia apprezzare.Dimenticavo, una samaritana! samaritana per amore dell'arte, checoncede i suoi baci solo ai moribondi, in sull'estremo, che nonpossano poi vantarsene.

    - E pensare che in fondo io esisto! che ho una vita tutta mia!Un'eternit in s prenatale, un'eternit in s dopo morto. Invecepasso i miei giorni ingannando il tempo! con la vecchiaia alle porte,l'orribile vecchiaia venerata e riverita dalle giovinette, da ipocriteragazze abitudinarie. Mica posso scalpitare cos anonimo! Come sebastasse lasciare delle Memorie... Amleto Amleto, se lo si sapesse!Tutte le donne verrebbero a singhiozzare sul tuo cuore divino, comein passato andavano a singhiozzare sul corpo di Adone (con qualchesecolo di civilt in pi).

    - Bah, che se ne farebbero della mia biografia, attaccate comesono al loro pane quotidiano, ai loro amori e ai circostanti decessi?S certo, per un momento, sulla scena, dopo che hannobanchettato; ma una volta rientrati alla magione!... - Uomini edonne in coppia ammireranno i mei scrupoli esistenziali ma non liimiteranno davvero, n perci proveranno maggior vergogna traloro, da uomo amato a donna amata, nell'intimit. Poi, mi siaccuser di aver fatto scuola! E se io lo nominassi il mio dannatoMaestro, il mio Maestro universale! - Tuttavia, ah! come sono solo! cos, l'epoca non vi pu niente. Ho cinque sensi che mi annodanoalla vita; ma il sesto senso, quel senso dell'Infinito! - Fortuna chesono ancora giovane, e fintanto che godr ottima salute andr tuttobene. Ma la Libert! la Libert! E sia, me ne andr, ritorneranonimo tra la brava gente e far un matrimonio valido per la vita eper ogni giorno. Di tutte le mie idee questa sar stata la piamletica. Ma stasera bisogna agire, bisogna oggettivarsi! Avanti,passando sulle tombe, come la Natura!

    Amleto lascia la sua torre, imbocca un lungo corridoiotappezzato di monotone vedute dello Jutland (che passando copre dieroici sputi) quindi svolta in un pianerottolo dove i due alabardieri di

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    guardia hanno appena il tempo di riconoscerlo e di fare ilpresentatt'arm; altri, su delle panche giocano agli aliossi. Amleto gligrida passando: Sustine et abstine! Libert, libert! e fischiettandoscende ancora una rampa di scale e sbuca sotto il peristiliod'ingresso, davanti alla loggia del castellano.

    La finestra del castellano aperta, alla persiana appesa unagabbia. Prima ancora di vedere la gabbia Amleto ci si butta sopra, laspalanca, vi coglie un tiepido canarino appisolato, gli torce il collotra pollice e indice e, sempre fischiettando allegramente, lo scagliain fondo alla stanza, proprio in testa (oh, ma per caso) a unabimbetta che sta l col suo lavoro all'uncinetto, profittandodell'ultimo sprazzo di luce, e che smette, gli occhi spalancati e lemani giunte, di fronte a quel fulmineo misfatto! Amleto scappa senza voltarsi. E di colpo torna indietro, si

    avvicina alla finestra, entra nella camera. La piccola sempre l, amani giunte. Amleto si getta ai suoi piedi. - Oh! perdono! perdono! Non l'ho fatto apposta! Espier ci chevorrai se me lo ordini. Sapessi come sono buono! Ho un cuor d'orocome non se ne fanno pi. Vero che tu mi capisci? - O mio signore, mio signore! balbetta la bimba. Oh! sesapeste! Vi capisco tanto! da tanto che vi amo! Ho capito tutto!... Amleto si alza. Eccone un'altra! pensa. - Hai un padre infermo?

    - No mio signore. - Peccato: gli faresti degli ottimi cataplasmi. - Oh, voi, voi! Saprei curarvi cos bene! - Ma certo, ripasser luned prossimo; il mio cancro nonsuppura ancora (non so proprio perch). A luned, mio angelo. Debitamente sollevato Amleto se ne va. sempre perallenarmi pensa che ho ucciso quell'uccellino. Giovane e sventurato principe! Dopo il davvero anomalodecesso del padre, strani impulsi di distruzione lo afferrano spessoalla gola. Un giorno Amleto era partito di buon'ora per la caccia. Allora lapremeditazione l'aveva tenuto desto tutta notte (la notte che portaconsiglio). Armato di pregevolissimi spilli esord infilzando gliscarabei che la Provvidenza gli faceva trovare sul suo cammino,lasciandoli poi proseguire in quello stato. Strapp le ali alle futilifarfalle, decapit le lumache, tagli a rospi e rane le zampeposteriori, spolver di salnitro un formicaio e v'appicc il fuoco,

    raccolse pi e pi nidi pigolanti tra le fratte, per abbandonarli allacorrente, e cos vedano il mondo; falciando nel frattempo a dritta amanca miriadi di fiori, ignorando a bella posta le loro virt

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    terapeutiche. Dopodich, a caccia! Lo incantava la foresta coi suoimille brusii primaverili, non diversamente da come l'avrebbeincantato una camera di tortura coi suoi mille sfrigolii sui fornelli! Ela sera, finalmente, dopo una vana siesta pi in l sotto gli alberiche non hanno occhi per vedere, ritornando sui suoi passi, uno

    spasimo residuo lo spinse a prelevare dalle vittime, che nonavevano saputo celarsi per morire e che ritrov sul suo cammino,una libbra di occhi perforati; ci si lav le mani, se ne ingrass lefalangi facendole scricchiolare, gi tutte indolenzite. Ah! IL DEMONEDELLA REALT! il piacere di constatare che la Giustizia non cheuna parola, e che tutto lecito - con ragione, per Dio! - contro gliesseri inferiori e muti. Ma avvicinandosi al castello, istupiditodall'insonnia e dalle esaltazioni, Amleto avvertiva che la diffusapena del crepuscolo io stringeva dappresso per strangolarlo. Rientr

    furtivo correndo a rinchiudersi nella sua torre, guazzando stralunatoai buio dentro un brulichio di sbatter d'occhi forati, occhi spentiimbrattati di lacrime inessicabili, finch si rannicchi cos vestitosotto le coperte, bruciando un sudor freddo, piangendo un elisir dilacrime, disposto a idee quasi suicide o mutilanti a espiazione;auscultando il suo buon cuore, il suo cuor d'oro sommerso persempre in quel pantano di poveri occhi forati, eternamentemeditabondi. - E l'indomani: Bah! Ero davvero ridicolo! Le guerreallora? E i tornei da mattatoio dei bei tempi andati, e il resto!

    Povero provinciale! Ciarlatano! Callista!. L'irreparabile assassinio dell'uccellino non che turbi, dunque,pi che tanto Amleto, - un semplice clic di valvola in accordo coisuoi animal spirits. Comodo davvero: e se Amleto non ancora alpunto di pensare di non aver apprezzato alla stessa stregua la tristeOfelia (oh! non molto diversamente, povera implume!) il suo AngeloCustode non da meno. Il cimitero di Elsinore giace ammucchiato verticalmente sullastrada maestra, a venti minuti dalla citt. Amleto passa sotto latripla porta di cinta; qui hanno vita cinque o sei stamberghe grazieal corpo di guardia; poi la campagna, come dappertutto, triste epiatta, oltre le difese... Degli operai fanno ritorno; degli oziosi sostano, incerti sul dafare, a quell'ora in citt. A Elsinore il principe Amleto non lo riconoscono proprio.Esitano, non lo salutano. N la sua esile figura fatta... Magiudicate voi.

    Di media statura, costituzionalmente bene in carne, Amleto hauna testa allungata, un po' infantile, che porta non troppo eretta;dei capelli castani che spiovono a punta sulla fronte nobile, per

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    ricadere lisci e deboli, spartiti da una bella riga dritta, a nasconderedue graziose orecchie di fanciulla; una maschera imberbe ma senzache dia nel glabro, d'un pallore quasi artificiale eppure giovanile;due occhi blu-bigi sempre stupiti e candidi, ora frigidi ora scaldatidalle insonnie (ventura vuole che questi occhi romanzescamente

    timidi irradino pensieri limpidi e non infangati, perch Amleto, conla sua aria di guardare sempre all'ingi come di chi cerca di definirecon invisibile antenne il Reale, farebbe pensare pi a uncamaldolese che a un principe ereditario di Danimarca); un nasosensuale; una bocca ingenua normalmente aspirante ma che passapresto dal semichiuso tenero al rictus un po' losco dei gallinacei, eda una simile grinta stiracchiata agli angoli pei ferri delle odiernegalere all'irresistibile risata tagliata a salvadanaio di un ragazzettopaffuto sui quattordici anni; il mento, purtroppo, non affatto

    sporgente! e ancor meno volitivo l'angolo del mascellare inferiore,salvo nei giorni di noia immortale quando con l'avanzare dellamascella e, di conseguenza, con l'arretrare nell'ombra della frontevinta, l'intera maschera si ritrae come invecchiata di ventanni. E neha trenta. I suoi piedi sono femminili; le mani solide e un po'contorte e contratte, all'indice della sinistra porta uno scarabeoegizio di un bel verde smalto. Non veste che di nero, e se ne va sene va con un piglio strascicato e corretto, corretto e strascicato... Ed con un piglio strascicato e corretto che Amleto si dirige

    verso il cimitero al calar del sole. Incrocia branchi di proletari, vecchi, donne e bambini che fannoritorno dalle quotidiane capitalistiche galere, curvi sotto il peso di undestino sordido. - Perdio! cogita Amleto, lo so quanto voi se non meglio;l'attuale ordine sociale uno scandalo da far mozzare il fiato allaNatura! e io non sono che un parassita feudale. E con questo? Sononati l dentro, una vecchia storia, il che non impedisce le loro lunedi miele, n la loro paura della morte; e tutto bene quel che nonha fine. - Ma svegliatevi una buona volta! e fatela finita! Mettetetutto a ferro e a fuoco! Schiacciate come cimici d'insonnia religionicaste lingue idee! Rifateci un'infanzia fraterna sulla Terra, che nostra madre, e si vada tutti a pascolare in climi pi temperati.

    Nei Giardini dei nostri istinti Coglieremo di che guarirci.

    S, stai fino se li aspetti! Sono troppo imbevuti di domestichetirannie per osare, e non ancora sufficientemente estetici echissamai per quanto tempo ancora troppo vili dinnanzi all'Infinito.

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    Che inghiottano a bocca aperta un Polonio, filantropo da strapazzo,che snocciola loro: Arricchitevi! - E dire che per un attimo hoavuto anch'io la mia follia apostolica, come Ciakya-Muni figlio di re!Oh! lall, io e la mia impagabile esistenziucola (da dividere conun'impagabile donnacola) dovremmo prendere l'iniziativa? E perci

    usare la mia fragorosa testa matta! Via, non siamo pi proletari deiproletari. E tu, Giustizia umana, non sii pi forte che Natura! Amicimiei, fratelli: l'approssimativo storico o l'evacuativo apocalittico, ilcaro vecchio Progresso o il ritorno allo stato di natura. Nell'attesa,buon appetito e buon divertimento per domani che domenica. Ardua la salita che dal viottolo mena al cimitero. Amletos'imbroncia gualcendo dei papaveri tra le dita. arrivato troppotardi: la cerimonia che aveva per tema Polonio seppellita; gi sene vanno le ultime ombre ufficiali. Accovacciato dietro una siepe

    Amleto le lascia passare senza essere visto; c' chi d il braccio aLaerte, figlio del defunto, che fa proprio pena. Una voce fuori dellagrazia di Dio esclama: Ma quando si ha un pazzo in casa lo sirinchiude! Nel rialzarsi Amleto si accorge di aver disturbato seriamente unformicaio. - Tanto vale! pensa. E perch il Caso mi sia debitore...e lo finisce a colpi di tacco. Sono usciti tutti. Nel cimitero Amleto non trova che duebecchini e si avvicina al primo che sta sistemando le corone deposte

    sulla tomba di Polonio. - Avremo il suo busto solo il mese entrante annuncia, noninvitato, l'uomo. - Di che cosa morto, si sa? - Di un urto apoplettico. Era un buontempone. A questo punto Amleto che, in coscienza e malgrado unanatura cos artista, non se n'era ancora avveduto, intuisce che hadavvero ucciso un uomo, soppresso una vita, una vita di cui si purendere testimonianza. Il nomato Polonio ... intravvedeva davanti as quarantanni buoni almeno (era di quelli che in ogni occasione viricordano di godere di una salute di ferro) e con una stoccatainconsulta ma fatale Amleto, proprio cos, glieli ha cancellati, comesi taglia in un preventivo troppo salato. Derisorie diatribe difenomeni che non hanno senso alcuno fuori di questa terra! Amleto si pianta davanti a quel becchino che l'osservaaspettandosi dei complimenti per come ha disposto le corone; losquadra dall'alto in basso, poi gli ringhia in faccia: Words! words!

    words!capite? parole parole parole! E si dirige verso l'altro becchino, incurante del suo grido: Evattene fannullone!

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    - E voi, brav'uomo, che cosa fate qui? - Sua Signoria lo vede, risistemo le vecchie tombe. Ah! daquel d che i vecchi hanno smesso di asciugare i muri da questeparti. Il nostro cimitero rimasto sempre cos piccolo, mentre lecortesie del defunto re hanno raddoppiato quasi la popolazione della

    sua cara citt. Il becchino, un po' bevuto, cerca l'equilibrio su una zappa. - Ah, davvero? raddoppiato la popolazione... - Si vede che Sua Signoria non di queste parti. Il defunto re(morto pure lui di un urto apoplettico) era sottaniere ma bell'uomoe cuor d'oro, e dappertutto dove ingravidava si lasciava dietro unbuon ricordo e scudi sonanti con la sua effigie. - E dite un po', il principe Amleto proprio il figlio di suamoglie Gheruta?

    - Eh no affatto! Sua Signoria avr forse sentito parlare delmatto mattissimo defunto Yorick... - Naturalmente. - Ebbene, il principe Amleto non altro che suo fratello perparte di madre. Amleto fratello di un buffone di corte; non s' poi fatto tuttoda s come credeva!... - E quella madre... lei? - Sicuro, la madre era la pi maledettamente bella zingara che,

    col vostro rispetto, si sia mai vista. Era venuta da queste partidicendo la buona sorte col figlio Yorick. Fu trattenuta al Castello eun anno dopo mor mettendo al mondo il nobile Amleto; quandodico mettendo al mondo... Mor del taglio cesareo che le fecero. - Ah! ah! non poi stato tanto facile accalappiare Amleto inquesto basso mondo!... - Proprio cos. Era seppellita dove Sua Signoria vede cheabbiamo sterrato. Un mese fa viene un ordine della regina diriesumare i resti e di bruciarli malgrado che la zingara fossecristiana quanto voi e me, e cos quel giorno facemmo a chi piimbotta. Poi venuto il turno del suo povero Yorick, di cui SuaSignoria pu calpestare qui i resti. - Non ci penso proprio. - Devo aggiustarmi per far posto entro un'ora al corpo dellanobile figlia di Polonio, Ofelia, che hanno ritrovato. Eh gi, siamotutti mortali. - Ah! Ofelia... Ia damigella poi stata ritrovata?

    - Sissignore, vicino alla chiusa. suo fratello Laerte che venuto stamane a avvertirci. Faceva una pena, povero giovane. molto amato. Sapete che si occupa del problema degli alloggi degli

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    operai? Davvero succedono di quelle cose... - E in giro si dice che il principe Amleto diventato pazzo, non cos? (Mio Dio, mio Dio! vicino alla chiusa...) - Si, una rovina. L'ho sempre detto che siamo maturi perl'annessione. Un bel mattino il principe Fortebraccio di Norvegia ci

    sistema tutti. Io il mio gruzzolo l'ho gi convertito in azioni diNorvegia. Tutto questo non m'impedir di lisciare il fiasco domaniche domenica. - Bene bene, continuate il vostro lavoro. Amleto gli mette in mano uno scudo e raccoglie il cranio diYorick, poi si perde con la sua andatura strascicata e corretta tramusolei e cipressi, gravato da destini, da ben loschi destini, nonsapendo troppo che fare per rimettersi con un po' di decenza nelsuo ruolo.

    Amleto si ferma, col cranio di Yorick accostato all'orecchio eascolta, ascolta, rapito... -Alas, poor Yorick! Come uno crede in una sola conchiglia disentire il gran fracasso dell'Oceano, sembra a me d'ascoltare quadentro inestinguibile la sinfonia dell'anima universale di cui questascatola fu un crocicchio di echi. Ecco un'idea ben fondata. La vedetevoi una specie umana che non andasse pi addentro in fatto dispiegazioni sulla morte, vale a dire in fatto di religione e che siattenesse a quel fragore vagamente immortale che risuona nei

    crani?Alas, poor Yorick! I cari elminti hanno degustato l'intelletto diYorick... era un ragazzo di un umorismo a dir poco infinito, a mefratello (una stessa madre per nove mesi) se fratello lo si pu usarein una accezione particolare. Fu qualcuno. Aveva l'io minuzioso,aggrovigliato e ritorto; si vantava. E tuttoci dov' finito? N viston conosciuto. Neppure pi traccia del suo sonnambulismo. Ilbuonsenso in s, dicono, non lascia traccia. C'era una lingua quadentro, che barbugliava: Good night, ladies; good night, sweetladies! good night, good night! E che musica, che fioritura spessodi scurrilit. - Egli prevedeva! (Amleto fa il gesto di buttare avanti ilcranio). Egli si ricordava. (Stesso gesto indietro). Parlava, arrossiva,SBADIGLIAVA! - Orribile orribile orribile! - Ho ancora ventanni, forsetrenta da vivere, e verr il mio turno come per gli altri. Gli altri? -Oh Tutto! che miseria non esserci pi! - Ah! voglio andarmene gidomani e informarmi in giro pel mondo dei processi pi adamantinid'imbalsamazione. - Vissero anch'essi, i piccoli personaggi dellaStoria, imparando a leggere, curandosi le unghie, accendendo ogni

    sera la lampada sporca, innamorati, golosi, vanesii, avidi dicomplimenti di strette di mano e di baci, nutrendosi di ciarle diparrocchia, dicendo: Che tempo far domani? Ecco che viene

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    l'inverno... Quest'anno non abbiamo avuto prugne. - Ah, tutto bene quel che non ha fine. E tu, Silenzio, perdona alla Terra; lagirellona non ha troppo la testa a segno; il giorno della grandeaddizione della Coscienza di fronte all'Ideale essa sar catalogatacon un povero idemnella colonna evoluzioni-in-miniatura

    dell'Evoluzione Unica, nella colonna delle entit trascurabili. - E poi,parole parole parole! Questo il mio motto finch non mi sidimostrer che le nostre lingue sposano bene una realttrascendente. - Quanto a me, potrei col mio genio essere ci checomunemente detto un Messia se non fossi troppo ma troppoviziato come un Beniamino della Natura. Io intendo tutto, io adorotutto, io voglio fecondare tutto. Ecco perch, come l'ho inciso sulmuro del mio letto in un distico regolarmente canagliesco:

    La facolt mia rara d'assimilazione Avversa il corso della mia vocazione.

    Mi annoio ma in un modo veramente sublime! - Insomma, checosa aspetto qui? - La morte! La morte! E chi mai, con tutto il suoingegno, trova il tempo di pensarci? Io morire? Via, via! neriparleremo con calma domani. - Morire! D'accordo che si muoresenza accorgersene come ogni sera si scivola nel sonno; non si hacoscienza del passaggio dall'ultimo pensiero lucido al sonno alla

    sincope alla Morte. D'accordo. Ma non essere pi, non esserci pi,non esserne pi! Solo al pensiero di non poter pi stringere sulcuore, in un pomeriggio qualunque, la secolare tristezza racchiusanel pi piccolo accordo di piano! - Mio padre morto, la carne di cuisono un prolungamento non pi. Giace da quella parte, allungatosul dorso con le mani giunte. Che posso farci, pi di passare ungiorno a mia volta per di l? Cos anch'io sar visto, dignitosamenteallungato con le mani giunte, senza ridere! E diranno: Dunque finito l anche lui, quel giovane Amleto talmente vezzeggiato,talmente ricco di un amabile brio? lui l, fattosi talmente serio, npi n meno come gli altri; che con tanta dignit ha subto senzaribellarsi il grandissimo torto di essere l? Amleto si prende il futuro cranio di scheletro tra le mani eprova a rabbrividire con tutte le sue ossa. - Oh! attenzione! Cerchiamo di essere seri in questo luogo! Oh!dovrei saper trovare delle parole appropriate! Ma che ci posso farese a tuttoci io resto freddo? - Vediamo un po': se ho fame ho la

    netta sensazione del cibo; se ho sete ho la netta sensazione delliquido; se avverto che il mio cuore disponibile posso piangere sulsentimento degli occhi amati e della pelle tenera; dunque se l'idea

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    della morte mi tanto estranea, vuol dire che sono ebbro di vita,che la vita mi ha in pugno, che la vita mi riserba qualcosa! Ah! vitamia, a noi due dunque! - Ehi voi laggi! gli grida dietro il secondo becchino, sta giustosalendo il corteo funebre di Ofelia!

    Il primo impulso del pensatore Amleto di scimmiottare adarte il pagliaccio sorpreso nel sonno da un colpo di mazzuolo digrancassa sulla schiena, ed a malapena ch'egli riesce areprimerlo. Poi scivola dietro una balaustra trilobata a giorno es'apposta in attesa. Il malinconico corteo sbuca fuori (una volta per sempre!). Pergli scossoni dell'erta, alcune rose bianche cascano dal velluto neroche copre il feretro (cascano, ahi noi! una volta per sempre!). - Non che pesi poi tanto, cogita partecipe Amleto.

    Dimenticavo; sar gonfia d'acqua come un otre, la sudiciona;ripescata nella chiusa! Doveva finire da quelle parti, avendo datofondo senza criterio alla mia biblioteca. - Oh, mio Dio! Ora apprezzocerte sue occhiate blu! Povera sventurata ragazza! Cos magra ecos eroica! Cosi inviolata e cos modesta! - Ma pazienza! la rovinadelle rovine! Domani il conquistatore Fortebraccio ne avrebbe fattola sua amante; quanto a questo un vero turco! Ben'inteso, nesarebbe morta di vergogna, la conosco, l'avevo bene ammaestrataio! Se ne sarebbe andata all'altro mondo lasciandosi dietro una

    pessima reputazione di Bella Elena, non fosse che io... Per un attimo si smemora Amleto seguendo i gesti dei fratiofficianti intorno alla fossa; si sbrigano i fratoni perch domani domenica e avranno il loro da fare. Una ragazza, cos prestoseppellita che sposata. Ma dove lo trovi il tempo di reagire atuttoci? Tanto lunga l'arte quanto breve la vita! E per il suoumile ruolo, Amleto non pu che provare un brivido di rimorso a fiordi nervi. - Sebbene! sebbene! Io che sono cosi buono di cuore io che,come tutti sanno, ho un cuor d'oro, aver fatto questo! Oh, Amleto,vergognati!... - Povera Ofelia, povera Lil; era la mia piccola amicad'infanzia, io l'amavo! Proprio cos! chiaro e lampante. Inoltre nonchiedevo di meglio che di rigenerarmi secondo lo sguardo del suosorriso. Ma tanto grande l'Arte quanto breve la vita! E lapraticit inesistente. Da parte di madre e di fratello, e di tutto, erodannato in partenza. (Dev'essere cos). Di conseguenza, dunque, lapena che allora non potevo mancare di farle, la rese magra al punto

    che la fede che in tempi migliori le avevo infilato al dito cadeva ognimomento, prova celeste questa che... E poi aveva un'aria dimoritura! e ancora, con tutti quei balli a corte dove ci si scolla gi

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    all'et di sedici anni, le sue spalle non furono per me una verginitda saccheggiare; il diavolo mi porti se ricordo quando vidi per laprima volta le sue spalle! Ora, risaputo che la verginit dellespalle per me tutto, su questo io non transigo. E poi, con tutto ilceleste dei suoi sguardi alzati, non era diversa dalle altre. Avevo le

    mie buone ragioni per essere deluso. Non mi mancava che diosservare i suoi piccoli atti di femmina; dentro di me pensavo: Aquali occhi ormai credere, dannazione! Avrei dovuto cavarglieli,quegli occhi, e lavarmici le mani. Del resto, per finire, c'era quellavoce infernale che arrivava sempre un bel po' prima ai nostriappuntamenti e che m'intronava la testa fino a farmela perdere coisuoi l'abbraccer! No! Assolutamente! No, parole parole parole!Era da impazzire; devo risparmiarmi. - Su, su, salmodiate Holy,holy, holy, Lord God Almighty!La personalit divina, ma che idea!

    Quando si dice fabbricare una personalit. - Il suo paradiso quanto ancora ricordo. Perch, effettivamente, essa aveva ci chechieder sempre alla fidanzata del mio genio, una bocca diun'ingenuit accogliente ma custodita da due occhioni che sanno, omeglio (come quell'attrice Kate, ammettiamolo) due sottili occhi bluvagabondi e creduli, custoditi da una bocca devastata con la piegaamara agli angoli, immortalmente sulle sue. E il suo profilo, qui delresto sta il metro per valutare la bellezza della donna, non ricordavail profilo di nessun animale, dal bull-dog alla gazzella. Ma che

    nell'intimit io abbia colto in lei una sfumatura canina. Insomma,era una santa in gonnella. Sarebbe stato un guaio che invecchiasse.Amante di Fortebraccio poi! Ah, Ofelia, come non eri nata peressermi compagna! come non eri abbastanza sconosciuta peresserlo! L'ho aiutata ad appassirsi e la Fatalit ha fatto il resto.

    Ofelia, Ofelia Il tuo bel corpo sullo stagno, Tanti giunchi galleggianti In preda alla mia rancida follia...

    La cerimonia volge al termine (una volta per sempre!). Sisentono risuonare sulla bara le palate di terriccio, ahi!, risuonanosulla bara una volta per sempre!... - Ripeto, aveva un torso angelico. C' forse un rimedio, adesso,a tuttoci? Ors: dieci anni della mia vita per risuscitarla! Dio nonfiata! Aggiudicato! Vuol dire che non c' un Dio o che non mi

    restano neppure dieci anni di vita. La prima ipotesi, naturalmente,mi sembra la pi vitale. Amleto, uomo d'azione, lascia il suo nascondiglio solo,

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    beninteso, dopo essersi accertato che quell'animale di Laerte se n'andato con tutta l'onorata compagnia. - Fratello mio Yorick, porto a casa il vostro cranio; gli dar unposto d'onore sullo scaffale dei miei ex-voto, tra il guanto di Ofelia eil mio dente di latte. Ah! con tutto quel che successo ne avr del

    lavoro quest'inverno! Ho dell'infinito in cartellone. Cala la notte, tempo d'agire! Amleto ricalca la via del Castellosenza lasciarsi troppo prendere dalla quotidianit notturna dellegrandi strade. Per prima cosa sale sulla torre a posare quel cranio,ninnolo solenne. Resta un istante, coi gomiti appoggiati alla finestra,a contemplare la bella luna piena d'oro che si specchia nel marecalmo dove serpeggia una colonna franta di nero velluto e d'oroliquido, magica e senza scopo. Riflessi su di un'acqua malinconica... La santa dannata Ofelia

    ha galleggiato cos tutta la notte... - Oh, non per questo posso uccidermi, privarmi della vita!Ofelia! Ofelia! Perdonami! Non piangere cos! Amleto rientra in camera sua brancolando febbrilmente. - Non posso tollerare le lacrime delle ragazze. S, far piangereuna ragazza mi sembra pi irreparabile che sposarla. Perch lelacrime sono della prima infanzia; perch il versar lacrime esprimesemplicemente un dispiacere cos profondo che tutti gli annid'incallimento sociale e di ragione si sgonfiano e vanno a picco

    dentro questa sorgente zampillata dall'infanzia, dalla creaturaelementare incapace di fare del male. Begli occhi di Ofelia,malgrado tutto inviolati proprio perch inaddomesticabili, addio! Sifa tardi, tempo d'agire. Rimandiamo baci e teorie. Amleto scende a vedere come va il suo dramma. Un corridoio dove normalmente si conservano i cibi pei granballi di gala stato diviso in tante piccole stanze per servire dacamerini agli attori. Amleto, senza pensarci troppo, spinge con dolcezza la porta diuno di quei camerini e entra. Ma resta sulla soglia: e chi ti vede ltra i bauli sfatti, piangente come una Maddalena scossa dagli ultimisinghiozzi di una crisi? proprio lei, Kate, stesa sul pavimento in unaveste di broccato rosso laminato a strisce d'oro, le braccia e lespalle offerte, libera ancora dal corpetto e col seno nudo sotto unacamicetta tutta a pieghe, l, come una povera creatura, forseconsolabile. Dolcemente e con destrezza Amleto si chiude la porta alle

    spalle e s'approssima alla nuova storia. - Allora? cosa c' Kate? Che cosa c'? La bella Kate non sembra poi tanto commossa dalla presenza di

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    sua Altezza. Resta ancora a lungo prostrata nella superiorit dellesue lacrime, nella superiorit della sua infanzia ritrovata. Ma datoche prima o poi bisogna sempre arrivare al dunque, essa si alza esenz'altro segno d'interessamento per sua Altezza che di voltargli lespalle, riprende a aggiustare, qua e l nel disordine, il suo costume

    di regina di una sera lottando irritata contro i nodi dei lacci in unresiduo di lacrime. - Malgrado tutto generosamente bella! Ohcerto, se gli parla, se gli parla sfiorando l'amletismo senzaimmergervisi, Amleto perduto! Perduto e vinto! - Su, non proprio cos; Kate, amica mia, ma che c'? E la prende con dolcezza per la vita. - Ditelo, a me. Ed ecco che la bella Kate lo fissa immortalmente, poi si lasciaandare affondando il viso nel petto del casto principe e riprende a

    singhiozzare, a piangere tutte le sue lacrime su quel giubbetto divelluto nero dove Ofelia ne ha versate, e come, il mese scorso. Amleto si sente in dovere di picchiettare la sua nuca di bacicalmanti e no, e intanto le liscia le ciocche dei capelli. Ci vorrebbe la penna di Amleto per ammannirvi il sentimentodella bellezza di Kate. Kate una di quelle apparizioni chev'inchiodano l per strada, senza pensare di seguirla (tanto a cheserve? diciamo, chiss quante occasioni ha, quella) e che in unsalotto guardata non con benevolenza, follia o tenerezza, ma con

    disinvoltura e distacco (chiss com' abituata alle teste che sivoltano stordite! meglio non allungare la coda, pensiamo). Poi siviene a sapere che vive come tutte le altre, o sposata o sola o qua el. E ci si meraviglia che non sia la tale famosa, oppressa dadrammi internazionali nonostante i suoi venticinque anni e unacert'aria di mostro che ha sempre fatto un buon sonno il giornoprima. E Kate, che ha discretamente passeggiato, ha passeggiatotutt'altro che in modo epico. Miseria se ha passeggiato! O cittadinedi provincia, paralumi accesi, sudici interrnediari, sbattere di porte!O miseria, o occasioni! Ne ha fatto di strada, e tuttavia qui che viguarda; e la bocca atteggiata a una campanula appena schiusa, e isuoi grandi occhi sconosciuti balbettano: Cosa?... Ah?... e quantamodestia in quella dolce crocchia sulla sua nuca delicata! - Beh,lasciamo perdere, essa appartiene all'altro sesso, essa schiava,essa non sa... Non sa niente, e a Amleto non resta altro che andare su e gi

    con la smorfia caritatevole e ghiotta delle sue labbra adolescenziali,lungo la pelle delicatamente risciacquata delle caste spalle scossedal dispiacere, e rivelarsi creatura, creatura senza parole.

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    E no! a quest'ora le praterie naturali sono lontane! Per primacosa: tabula rasa, e da stasera! - Ora Kate, mi direte il perch, di queste lacrime in cui vi hosorpreso, voi che ancora ieri non mi conoscevate e che staseratrovate naturali i miei baci. Dovete dire.

    - Oh no, mai! - Cos terribile, dunque? Andiamo, proprio a me... E siccome la parola gli muore tra le spalle nude nel su e gidelle sue guance, Kate lo guarda in faccia, abbassa gli occhi, stira lebraccia, poi dice con voce strascicata e con un fare annoiato: - Bene, ecco! Sar una disgraziata, ma di animo elevato, voglioche lo si sappia. A quante sublimi eroine ho dato vita sulla scena losa solo Dio! Ma quando ho letto il mio ruolo con le scenedell'infanzia e del primo fidanzamento in quella specie di lavoro che

    avete scritto, oh! credetemi!... Com' cos, il nostro povero destino,pietoso e spietato! Oh! dovete essere unico e incompreso! e micamatto, come quei tipi da stuzzicadenti e speroni d'argento dicono ingiro. Ma come dovete avergliele cantate anche! Insomma, ecco, molto semplice... No! no! - Continua, continua, Ofelia. - Ecco! credetemi, mentre mi vestivo io mi ripetevo ilmonologo in chiesa, e di colpo il cuore scoppiato un'altra volta inlacrime, e mi sono sentita andar gi sul pavimento. Se voi sapeste

    che cuore grande che ho! Ah! basta con questa vita sfacciata evuota! Domani mollo tutto, torno a Calais e mi faccio monaca perconsacrarmi ai poveri feriti della guerra dei Centanni. Amleto, anche se bene educato, non pu proprio contenere lasua allegria d'artista. il suo battesimo di poeta! e questacommediante glielo serve sul piatto del primo teatro di Londra. Eeccolo che assilla di spiegazioni la povera Kate, e si fa indicare ipassi pi insignificanti, per rispecchiarsi con cosmico cuore in quegliocchi esperti che il suo genio va dilatando di gloria. - Dunque tu credi che dinnanzi a un pubblico di capitale e sottole luci, l'effetto sarebbe sbalorditivo? E che per strada miguarderebbero passare sorpresi del mio portamento triste? E che c'chi si ucciderebbe di fronte all'enigma della mia vita? O Kate, tusapessi! Questo dramma, non niente, l'ho concepito e riscritto inmezzo a ripugnanti preoccupazioni domestiche. Ma ne ho pieni icassetti lass, di drammi e di poemi, di fantasmagorie e dimetafisiche, inauditi, folgoranti o portatori di morte lenta! Ah!

    vedrai se ci ameremo, lascio tutto anch'io, partiremo, stanotte sottoquesto chiaro di luna tanto terso! Ti legger tutto! andremo a viverea Parigi.

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    Kate comincia di nuovo a piangere in silenzio. - No, no Amleto, non fa per me; voglio ritirarmi, farmi monaca,curare i feriti della disgraziatissima guerra dei Centanni e pregareper voi. Bussano alla porta.

    - Da brava, Kate, asciugate i piacevoli occhi, affrettate lavostra toletta; ritorner prima che finisca lo spettacolo. Vi amo! viamo! So che mi darete ragione di questa immensit. - Avanti! il direttore di scena; di sfuggita Amleto gli intima: - E, naturalmente, mi raccomando il segreto! Questo drammanon mio. Ma uno dei tanti del vostro repertorio. Dateci dentro.

    - Eh! continua con voce forte Amleto salendo nella sua stanza,me ne infischio di questa rappresentazione e della sua moralit

    come del primo amante di Kate! - Il dado tratto. Ho il mio piano,io. Sono cose che arrivano quando meno te l'aspetti. A me la vita eil resto, e i pi che gloriosi pessimismi! Amleto si veste pesante; sistema delle acqueforti cheammucchia con dei manoscritti, dell'oro e dei preziosi dentro duecofanetti. Sceglie alcune armi maneggevoli. Poi accende unoscaldino, vi posa sopra un rame da incisione su cui adagia le duestatuette di cera dal cuore trafitto infantilmente da un ago, e le duestatuette liquefano presto, unendosi teneramente in un magma

    ripugnante. - Me ne infischio anche del trono. Abbruttisce troppo.Fortebraccio di Norvegia mi direbbe che questo il miglior partitoda prendere. E sia; tutto bene. I morti sono morti. Girer il mondo.E Parigi! Sono certo che recita come un angelo, come un mostro.Faremo sensazione. Avremo dei curiosi nomi di battaglia. Per un attimo Amleto cerca un curioso nome di battaglia;macch! gi lo prende alla gola la distanza che percorreranno quellanotte a cavallo. Gi domani, domenica, che le ragazze di Elsinorestaranno come sempre a messa e ai vespri, gi domani a quest'oraessi saranno lontano, malinconicamente lontano dai bastioni diElsinore! Amleto suona al suo scudiero per gli ultimi preparativi.Nell'attesa si diverte a spruzzare con getti di saliva i quadri appesiai muri della sua camera, quelle vedute dello Jutland che furono dipeso alla sua giovinezza sterile e denutrita.

    Re Fengo e la regina Gheruta volgono intorno un sorriso frollod'affabilit installandosi nei loro stalli; in sala si prende posto con unfrufru incerto da campo di grano maturo che tende l'orecchio per

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    sentire da che parte tirer il vento. I paggi arretrano verso le porte.Il sipario si apre a destra e a sinistra della scena. Da un canto in ombra di una tribuna, Amleto cui nessuno famai caso, sta osservando, seduto su un cuscino, la sala e la scenatra le intercolonne della balaustra.

    Pubblico tempestoso lo stereotipo che gli viene alle labbra.- Via, Amleto, che tuttoci vi lasci impenetrabilmente freddo. Lasala non ha valore, l'etichetta impedendo di applaudire, e ogni visosi conforma a quelli della coppia reale che non sar affatto a suoagio, quindi, niente affatto imparziale a partire dal secondo atto. La rappresentazione ha inizio, che Amleto conosce a memoria. assorto nello studio degli effetti scenici, controlla in anticipo larisonanza delle sue parole di fronte a un vero pubblico, rumina deiritocchi. Finalmente appare Kate e l'opera si fa elettrica.

    - Perbacco! Non ero che uno scolaro! Ecco cosa mi mancava, laprova del palcoscenico! Oh! non ho espresso neanche un quarto diquello che mi cuoce dentro. E lei! com' decisamente echimericamente bella, cosi pettinata alla Tito! E non sembranemmeno accorgersi di dove sta andando! e in nome del Cielo! queisuoi occhi che ora sanno tutto, proprio tutto! ora niente, proprioniente! Giuro che una creatura forgiata per portare a termine cosedi cui si parler tra millanni. Noi c'intendiamo. Faremo furore. Haanche lei, come Ofelia, quell'aria affettata; ma che in lei si traduce

    in fascino (osservazione da ritenere!). Voglio amarla come la vita. -Oh! in che modo ha detto questo:

    Torna quaggi Torna a vagire tra i miei capelli miei Di me, te ne far bracciali di confiteor, Vuoi tu? inanllati...Vengo, certo che vengo! E io che credevo di conoscere la Donna! laDonna e la Libert! mentre le insudiciavo aprioristicamente di luoghicomuni! Tanghero! Callista! - E i due criminali laggi; parola mia,sono ben disposti verso lo spettacolo. Ancora non hanno capitodonde viene un cosi orrendo dramma. Forse mi sono cullato un po'troppo tra le fioriture dell'immaginazione e, malgrado i tagli, nerestano ancora. Ma aspettiamo la scena del giardino. - To', non c'Laerte. Ci si alza per l'intervallo. Il re e la regina (i paggi hanno ripreso

    a reggere lo strascico dei loro mantelli) fanno circolo e dispensanosorrisi affabili e frolli. Si passano in giro filetti di aringa e piccolicorni di bue selvatico schiumanti cervogia.

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    Dalla II scena dell'atto seguente, quella della pergola dove il reGonzago prende ad assopirsi ventilato dalla moglie, il pavido cuoredi Fengo capisce! E senza attendere l'entrata di Claudio, ecco ches'accascia svenuto. La regina si erge, molto Erinni alla PaulDelaroche; un prodigarsi in un repertorio di moine e di bisbigli. Un

    colpo di alabarda del ciambellano successore di Polonio (feliced'inaugurare cos le sue funzioni) fa tirare il sipario sul drammaorrendo. Ritto nel suo angolo Amleto balbetta: - Musica! Musica! Dunque era vero! E io che ancora non cicredevo!... - Secondo me, in fondo, sono abbastanza puniti cos.Scappo; un giorno di pi e mi avvelenerebbero come un topo, unlurido topo! E infila di slancio le scale di servizio piene di tintinnii di

    campanelli e di appelli. I camerini sono deserti. Per prima cosaAmleto riprende il suo manoscritto lasciato l, aperto al puntointerrotto. Kate lo aspettava. - Un semplice svenimento. Ti racconter poi. Ma lascia chet'abbracci! Hai recitato come un angelo. Ora non abbiamo un minutoda perdere... come due topi! L'aiuta a venir fuori dai suoi broccati; che buona idea la sua, ditenere sotto il solito vestito! Amleto l'avvolge in un mantello e le

    calca in testa una berretta. - Seguimi. Attraversano il parco, facendo svolare gli uccelli assopiti.Amleto fischietta allegramente. Escono da un portoncino; unoscudiero l che regge due cavalli per le briglie. Il tempo d'inserirsi in sella tra quei preziosi cofanetti e eccolipartiti, al trotto, nel pi naturale dei modi. (No, no! Non possibile!E accaduto cos in fretta!). Vanno per campi, per raggiungere la strada maestra senzapassare dalla porta di Elsinore, la grande strada senza la luna chepoi laggi star cosi bene attraverso pianure e pianure... la strada dove Amleto, qualche ora fa, camminavaincrociando i giornalieri del proletariato: Fa un tempo dolce di termosifone da paradiso. E la luna recita,non senza successo, l'incantesimo delle notti polari. - Kate, avete cenato prima dello spettacolo? - Ah! no, figuratevi se avevo voglia di mangiare.

    - da mezzogiorno che io non tocco cibo. Tra un'oraarriveremo a un ritrovo di caccia dove mangeremo qualcosa. Ilcustode il mio balio. Da lui potrai vedere una miniatura di me

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    infante. Amleto s'accorge che stanno passando proprio in prossimit delcimitero. (Il cimitero...) Come punto da chissacch tarantola, scende dal suo cavallo

    che lega a un albero, un albero malinconico e indifferente. - Solo un minuto, Kate. per la tomba di quel pover'uomo dimio padre che fu assassinato. Ti racconter. Torno subito; il tempodi cogliere un fiore, un semplice fiore di carta che ci far dasegnalibro quando rileggendo il mio dramma saremo costretti ainterromperlo per i baci. Procede tra le dure ombre dei cipressi sulle pietre al chiaro diluna, va dritto alla tomba d'Ofelia, della gi misteriosa e leggendariaOfelia. E l, a braccia conserte, attende.

    - Indubbiamente,Da costumati

    Al fresco Dormono I trapassati.

    - Chi va l? Sei tu, Amleto della malora? Cosa vieni a fare inquesto luogo?

    - Siete voi, mio caro Laerte, qual buon vento?... - S, sono io; e se voi non foste un povero demente,irresponsabile a detta delle ultime conquiste della scienza, vi fareiscontare qui all'istante sulle loro tombe la morte del mio onorevolepadre e quella di mia sorella, giovinetta di rara perfezione! - O Laerte, niente pu turbarmi. Ma state pur certo cheprender in considerazione il vostro punto di vista... - Giusto cielo, che mancanza di senso morale! - Allora, voi credete che sia successo? - Basta! Fuori di qui, pazzo, o trascendo! Chi finisce pazzo segno che nato ciarlatano. - ... tua sorella! - Ah! A questo punto si leva nella notte dal diffuso chiarore spettraleun abbaiare cos sovranamente solitario di un cane da pagliaio allaluna, che il cuore dell'ottimo Laerte (il quale, ci penso ahim troppotardi, avrebbe meritato piuttosto d'essere l'eroe del nostro racconto)

    deborda, deborda dal buio anonimato del destino dei suoi trentanni! troppo! E afferrando con una mano Amleto per la gola, con l'altragli pianta nel cuore un vero pugnale.

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    Il nostro eroe piega le orgogliose ginocchia sul prato e vomitaboccate di sangue, e mima la bestia braccata da morte certa, evuole parlare... stentatamente articola: - Ah! Ah! qualis... artifex... pereo! Rendendo la sua anima amletica alla natura indifferente.

    Laerte, idiota per troppa umanit, si china, bacia in fronte ilpovero morto, gli stringe la mano poi, a tentoni nel vuoto, fuggeattraverso il recinto e per sempre, a farsi monaco, forse. Silenzio e luna... Cimitero e natura... - Amleto! Amleto! presto chiama la voce brividosa di Kate;Amleto!... La luna allaga ogni cosa dentro un silenzio polare. Finalmente Kate viene a vedere. Kate vede. E palpa quel cadavere livido di luna e di estinzione.

    - Si pugnalato, o Cielo! Si china su quella tomba e legge:

    OFELIA, FIGLIA DL LORD POLONIO E DI LADY ANNA MORTA DI ANNI DICIOTTO.

    E la data d'oggi. - Era lei che egli amava! Allora perch portarmi via con amore?Povero eroe... Che fare?

    Si china, lo bacia, lo chiama. Amleto, my little Hamlet! Ma la morte la morte, si sa da che c' vita. - Far ritorno al Castello coi cavalli, ritrover lo scudierotestimone della nostra partenza, e dir tutto. Riparte allo stesso trotto, voltando le spalle alla luna piena chedoveva stare cos bene laggi, sulle pianure, le pianure, alla volta diParigi e degli splendidi Valois, che ricevono il gran mondo. Si seppe tutto, il riprovevole colpo di scena a danno dellepersonalit, il rapimento, ecc... Si mand a cercare il cadavere confiaccole di prima qualit. - O serata tutto sommato storica! Ora si d che Kate fosse l'amante di William. - Ah! ah! fece l'uomo, cos tu volevi mollare Bib! (Bib un'abbreviazione di Billy, diminutivo di William). A Kate tocc una bella scarica di botte che non era la prima enon doveva nemmeno essere l'ultima, purtroppo! - E tuttavia Kate era cos bella che in altri tempi la Grecia le

    avrebbe alzato degli altari. E tutto rientr nell'ordine. Un Amleto di meno; non per questo la razza si estinta,

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    diciamocelo pure!IL MIRACOLO DELLE ROSE

    L'altra seminagione di Sensitive si comport in un modo un pocodiverso, infatti i cotiledoni s'abbassarono durante la mattinata finoalle ore 11 e 30, per poi alzarsi; ma dopo mezzogiorno e 10 cadderodi nuovo. E il grande movimento ascensionale della serata non ebbeluogo che a partire dalle ore 1 e 22.DarwinI

    Mai, mai la piccola citt termale con la sua Giunta insipiente,delegata da montanari avidi e, malgrado l'abito, nient'affattooperetta, mai ne ebbe sentore. Ah! se tutto fosse soltanto operetta!... Se tutto evolvesse atempo di quel valzer inglese Myosotisallora in voga al Casin (ioafflitto in un angolo, come si pu immaginare), valzer in coscienzacos malinconico, e giorni, inesorabilmente ultimi bei giorni!... (Oh!quel valzer, magari io ve ne potessi inoculare in due parole il

    sentimento, prima di lasciarvi entrare in questa storia!) O guanti mai rinfrescati dalla benzina! O malinconico e brillanteva e vieni di tali esistenze! O sembianze di felicit tanto scusabili! Obelt che invecchieranno tra neri pizzi, vicino al caminetto, incapacidi apprezzare la condotta degli figlioli atletici e gaudenti che alloramisero al mondo con una malinconia cos casta!... Piccola citt, piccola citt del mio cuore. Non che i malati deambulino intorno alle Fonti, con in mano ilbicchiere graduato. Vi si fanno i bagni; acqua a 25 gradi (quattropassi dopo il bagno, poi un pisolo) buona per i nevropatici, esoprattutto per la donna, per le muliebri in quello stato. Li vedi che vanno in giro, i bravi nevropatici, tirandosi dietrouna gamba che non valzer neanche pi sull'aria tenue ecompassata di Myosotis, o spinti dentro una carrozzella imbottitad'usatissimo cuoio; li vedi in pieno concerto lasciareimprovvisamente il loro posto al Casin, in preda a strani rumori dideglutizione automatica; o durante la passeggiata volgersi

    improvvisamente portando una mano alla nuca come se qualchespiritaccio li avesse colpiti con una rasoiata; li incontri in prossimitdel bosco, la faccia scossa da tic inquietanti, seminando tra le

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    fenditure antidiluviane coriandoli di lettere lacerate. Sono inevropatici, figli di un secolo troppo brillante; te li trovi tra i piediovunque. Il vecchio sole, amico delle serpi, dei camposanti e dellebambole di cera, calamita qui come altrove qualche tisico, razza

    tardigrada eppure cara al dilettante. Una volta s che si giocava in quel Casin! (o epoche brillanti eirresponsabili, il mio cuore falotico, il mio cuore come vi rimpiange!)Ma da quando non vi si gioca pi (ombra del principe Canino cheavevi sempre al fianco il fedele Leporello, quale imperscrutabilebeccamorti ha cura di voi?) le sale dai superflui custodi decorati, inpanno blu con bottoni di metallo, si sono proprio spopolate. La saladove si leggono i giornali, fissi da sempre al loro posto, ospitasempre, tanto per tenervi lontano, qualche nevropatico dalla

    deglutazione automatica, e a quel rumore Il Tempovi casca dimano. La vecchia sala da gioco non ha pi che delle trottoleolandesi, dei biliardi, delle cabine in vetro per lotterie infantili e,negli angoli, degli impianti per giocatori di dama e di scacchi.Un'altra sala serve da rimessa per il piano a coda di un tempo, - oballate inguaribilmente sentimentali di Chopin, ne avete seppellitaancora una di generazione! mentre la giovinetta che vi suonastamane, ama, convinta che prima di lei l'amore non sia mai statoprovato, prima dell'avvento del suo cuore sensibile e spaiato e

    s'impietosisce, o ballate, sui vostri esili incompresi. Nessuno sollevapi la fodera a fiori stinti che copre questo pianoforte di un tempo;ma i soffi di vento delle belle serate arrischiano strani arpeggi diarmonica tra le stalattiti di cristallo del luminario che rischiar leben nutrite spalle volteggianti sulle arie galeotte di Offenbach. Ah! ma dal terrazzo del galeotto Casin d'un tempo si godeanche la vista sul sano e fitto tappeto verde di un Tennisove tuttauna giovent per l'appunto moderna, muscolosa, ben lavata eresponsabile della Storia, d libero corso ai propri animal spirits, abraccia nude e con superbo e responsabile torace, in presenza diRagazze istruite e libere che si muovono, zoppicando con eleganzanelle loro scarpe piatte, sfidando l'aria aperta e l'Uomo (invece dicoltivare l'anima immortale e di pensare alla morte che , con lamalattia, la condizione naturale di ogni cristiano). Di l da questo verde tappeto di giovent per l'appuntomoderna, stanno le prime colline e la cappella greca dalle cupoledorate, con le sue cripte dove viene relegato tutto ci che infossa

    della famiglia dei principi Stourdza. E pi sotto, ecco la villa X... ove, debitamente indotta,immusonisce una regina cattolica decaduta che crede sempre di

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    onorare con la sua presenza la localit, come un tempo, e presso laquale ci si mette in nota sempre meno. Poi le colline, luoghi da cartoline a pi colori ritoccate, coitorrioni romantici e coi villini da schizzare. E sulla piccola stramba citt e sul suo cerchio di colline, il cielo

    infinito di cui si orbati, giacch queste effimere femminine nonescono mai, in verit, senza che esse frappongano un frivoloombrello tra s e Dio. Il comitato per i festeggiamenti prospera: notti veneziane,ascensioni di aerostati (l'aeronauta si chiama sempre KarlSecurius), caroselli infantili, sedute di spiritismo e di antispiritismo;e sempre al suono della brava orchestra locale cui niente al mondopotr mai impedire di andare alle Fonti ogni sette e trenta delmattino per il corale d'apertura della giornata, poi dopopranzo sotto

    le acacie della Passeggiata (oh! gli a solo della piccola arpista che simette in nero, e si sbianca di cipria, e alza gli occhi al soffitto delChiosco per farsi rapire da qualche esotico nevropatico dall'animafremente come la sua arpa!), poi la sera sotto la luce elettrica dirigore (oh! la marcia dell'Aidasulla cornetta a pistone, verso leineluttabili e chimeriche stelle!...) Eccola dunque, in definitiva, questa piccola stazione di lusso,come un ricco apiario in fondo alla valle. Coppie vaganti, ricche tutte di chissacch passato, e senza un

    proletario in giro (oh! se le capitali fossero delle delicate citttermali!), nient'altro che subalterni di lusso, valletti, fiaccherai,cuochi in bianco sul limitare delle porte la sera, guidatori d'asini,mandriani di vacche da latte per tisici. E tutte le lingue, e tutte leteste che la civilt fa belle. E al crepuscolo, proprio nel momento della musica quando, tradue sbadigli, vien fatto di alzare gli occhi a guardare l'eterno cerchiodelle colline ben tenute e coloro che passeggiano tra sorrisi acuti epallidi, si prova ma esasperata la sensazione di vivere in unaprigione di lusso dal verde cortile, e che si tratti di malati messi l,patiti di romanzesco e di passato, relegati lontani dalle autorevolicapitali dove si rumina il Progresso. Ogni sera si cenava sul terrazzo; un poco pi in l, la tavoladella principessa T... (una brunona malfatta e millantata) convinta,poveretta, di fare dello spirito in mezzo a dei familiari che ne eranoaltrettanto convinti, poveretti!; - io guardavo il getto d'acquazampillare e salire alla diavola verso la stella di Venere appena

    apparsa all'orizzonte, proprio nel momento in cui, destando echinella valle, salivano pure i razzi, i razzi d'artificio come getti d'acquasupplementari ma pi affini alle stelle, - stelle del resto ineluttabili e

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    chimeriche vuoi per il getto d'acqua e i razzi d'artificio, vuoi per lamarcia dell'Aidanostalgicamente fulminata dalla canna pensantedella cornetta a pistone. Serate davvero ineffabili, quelle. Voi chec'eravate e che non vi avete attratto, come il magnete la folgore, lafidanzata ignota, non datevi pi la pena di cercare perch colei che

    trovereste sarebbe sicuramente un'altra, una povera altra. O piccola citt, sei stata il mio solo amore; ma gi ho dettotroppo. Da quando lei (Lei) deceduta, io non vi ho pi fattoritorno, n voglio averci pi a che fare; non per sentimentalismo(quantunque il sentimentalismo non sia ci che la gente vanesiacrede) ma per un nonsocch che non ha nome in nessuna lingua,allo stesso modo della voce del sangue.

    IIE venne il giorno del Corpus Domini.

    Era dal mattino che le vecchie campane scampanavano.

    Campane mie campane! Doglianze divine!...

    Ma le divine campane urtavano troppo contro certi interessi

    bassamente pubblicitari. Difatti doveva aver luogo la processione, lapiazza principale ne era la sosta d'obbligo, e su questa piazzaprincipale tutti gli anni i due alberghi d'Inghilterra e di Franciaridestavano le penose rivalit di Waterloo e del Gran Premio, nellamessa in scena delle loro edicole. Anche questa volta l'opinione pubblica (vox populi, vox Dei)diede la palma all'albergo d'Inghilterra. E di fatto, sul tappeto a bacchette di rame che ricopre i gradinidella scalea, oltre l'addobbo classico dei quattro quadri di soggettoreligioso con i portafiori da refettorio e i candelabri con tutte lecandele accese nel sole di giugno, ecco che questo covo dei figlid'Albione esibiva in cima all'ultimo gradino, tra la confusione deiventagli di palma, una Santa Teresa (patrona del luogo) il cuiisterico policromo rococ catturava malsanamente gli sguardi.Mentre l'albergo di Francia non aveva trovato di meglio cherincarare l'orgia di fiori dell'anno prima. anche vero che al terzo cantone della piazza principale, il

    palazzo della duchessa H... frapponeva, a salvaguardia del buontono e a edificazione delle masse, la superiore serenit di un isolatoaltare provvisorio: in mezzo a le peonie, le piume di pavone e le

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    candele rosa, tra una Sacra Famiglia del Tiepolo e una Maddalenaattribuita a Luca Cranach, tre stipetti a reggere il blasone dellanobildonna ricamato su uno scudo di felpa amaranto. E tuttavia fu con voce unanime che venne proclamata lavittoria dell'Inghilterra. Ma vittoria brutale, vittoria dell'orpello e del

    paganesimo impressionista, vittoria che pi tardi, in un mondomigliore, coster cara. E questo nel momento in cui l'altare provvisorio dell'albergo diFrancia, senza voler entrare in merito alla convenienza dei suoideliziosi canestri di gigli (che non filano, come sa il regno diFrancia), stava per essere teatro di una seconda edizione piestetica del Miracolo delle Rose! S, il leggendario Miracolo delle Rose! Agli occhi, se non altro, di colei che ne fu l'eroina, toccante e

    tipica creatura troppo presto sottratta all'affetto dei suoi cari e aldilettantismo degli amici. Sulla piazza principale dove gli alberghi d'Inghilterra e diFrancia stanno a evocare le penose rivalit di Waterloo e del GranPremio e dove avverr la sosta d'obbligo della processione delCorpus Domini, gi sostano al sole gruppi di stranieri in abiti nuovifiammanti (invece di coltivare la loro anima immortale ecc...) e dibrava gente del luogo. Un gran bel vedere, nella canicola di giugno; quand'ecco che

    entra in scena una figura crepuscolare! - State comoda cos, Ruth? - S Patrick. La giovane malata si stende convenientemente sulla sua sdraiosotto il peristilio d'ingresso dell'albergo e il fratello Patrick l'avvolgeben bene nelle coperte da viaggio, mentre il portiere gallonatosistema con insolente ossequiosit un paravento alla sua sinistra. Patrick siede al capezzale della sorella; ha con s il fazzolettodiafano come un profumo, la bomboniera di catec all'arancio, il suoventaglio (un ventaglio, o ironia e malinconico capriccio delmomento!), il flacone di muschio naturale (ultimo conforto aimoribondi); ha con s questi tristi accessori d'uso della sorella, li hacon s costantemente al servizio dei suoi sguardi, sguardi gireimmessi alle originarie altezze dell'aldil della vita (la vita, dietadel nulla), sguardi intenti per l'occasione a meditare sullo sfumato dimani, le sue, dalle falangi malinconicamente madreperlacee. Mai Ruth era stata sposa o promessa, eppure l'anulare sinistro

    dalle falangi malinconicamente madreperlacee porta una fede, inverit molto sottile (ancora un mistero). Ideale bellezza agonizzante troppo presto rapita al

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    dilettantismo degli amici, nel suo abito grigioferro dalle lunghepieghe dritte, avvolta in una cappa a mantellina doppia di pelo dadove emerge una stuarda di pizzo bianco chiusa a mo' di spilla dauna vecchia foglia di moneta d'oro con su tre fiori di giglio, coicapelli rosso ambra a cascata sulla fronte finemente intrecciati

    dietro la nuca pura in un dolce nodo piatto alla Julia Mammea; gliocchi sgomenti, buoni ma selvatici e la piccola bocca golosa eppureesangue, e con quell'aria tardivamente, tardivamente adorabile!Tardivamente adorabile, ch come potrebbe il cereo incarnatoavvampare ormai in scenate di gelosia?... Ecco che dice, pur di dire qualcosa per il piacere di ascoltarsi: - Ah! Patrick, il rumore di questa fiumara mi far morire... vero, a lato dell'albergo scorre a salti il torrente. - Suvvia, Ruth, non mettetevi delle idee in testa...

    Allora, tanto per distendere i nervi, crea lo scompiglio tra lescialbe rose tee (il medico le ha proibito le rose rosse del colore delsangue) disseminandole sullo scozzese a scacchi bianchi e neri,finendo col concludere come sempre ma con una smorfiasottilmente vittimistica che dissipa anche il sospetto della posa: - Mi sento fiacca, Patrick, davvero fiacca, come una fialasvuotata... Sono fratello e sorella, per di madri diverse (molto diverse),lui le minore di quattro anni, primaticcio e nobile come un verde

    patrio abete. Calarono due mesi fa in questo albergo di cuioccupano un villino appartato. - Fiacca, Patrick, fiacca come una fiala svuotata... Troppo pura davvero per vivere, troppo nervosa per vivere allagiornata ma anche troppo adamantina per lasciarsi morderedall'esistenza, l'inviolabile Ruth che simile a una fiala si svuotaevaporando poco a poco, di stazione invernale in stazione invernale,al sole amico dei camposanti, delle putredini e delle bambole di ceravergine... L'anno passato fu vista in India, a Darjeeling, ed l, ohacerba etica! che la sua tisi si piment d'allucinazioni. Fu in seguitoa un bizzarro suicidio in cui si trov (lei gi cos lontana dalla rissadi questo basso mondo cruento) suo malgrado coinvolta nel pisegreto di un giardino, durante una notte di luna, ispiratriceperdutamente involontaria e testimone unica. E da quella nottecrede di ravvisare sempre, nelle tracce di sangue del suoespettorato, sangue rosso e veemente, lo stesso sangue

    dell'enigmatico suicida e a quel sangue di cose essenziali e cocenticos radicalmente versato essa delira. Tisica, allucinata: quale che sia il fondamento di tutto questo

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    romanzesco, la giovane dama non ne ha per molto come ci sipermette di canticchiare gi nei servizi, al seminterrato dell'albergo(questo piano impietoso). Cos, come in un sogno che per una stagione o due interrompai suoi viaggi personali e il suo perfezionamento dell'eroe, il buon

    Patrick segue d'un occhio fatalista le moribonde, moribonde auroredelle etiche macchie sugli zigomi della sorella e le lunule di sanguedentro i suoi fazzoletti. Non vive che curvo sull'orlo dei suoi occhi,acuti a volte come quelli degli uccelli selvatici dell'Atlantico, a volteannebbiati da una pece, curvo sulle vene azzurrine delle suetempie, azzurrine come gli estivi lampi; e servendola a tavola,portandola a spasso, offrendole ogni mattina un piccolo mazzo difiori da poco, mostrandole delle immagini colorate, suonando per leial piano dei piccoli pezzi norvegesi da un album di Kjerulf, o con

    voce assolutamente naturale leggendole qualcosa. Patrick per l'appunto, nell'attesa della processione, e nonvolendo fare troppo caso a qualche grossolano indiscreto fermo aipiedi della scalinata, sta finendo di leggere una pagina di Serafitaalla sorella. - ... Per un attimo un'anima ristette, come bianca colomba,posata su quel corpo... - Facile a descriversi! dice Ruth; no, davvero si tratta di unavolgare sdolcinatura serafica; una pagina che risente di Ginevra

    dov' stata scritta. E quel messaggero di luce con tanto di spada edi cimiero! Povera, povera Serafita! no, quel Balzac dal collo taurinonon poteva esserti fratello. sublime nel suo riserbo, Ruth riprende con una mano ascompigliare le rose tee disseminate sullo scozzese a scacchi bianchie neri, mentre con l'altra tormenta una strana piastra smaltata chesembra inchiavardare esotericamente l'asessuato petto. Strana, davvero strana questa piastra di smalto che essaaccarezza sull'asessuato petto! Accostiamoci, di grazia; unosmalto burinato, di gusto barbaro e futuro, uno splendido occhiogigantesco di coda di pavone sotto una palpebra umana, il tuttoincastonato tra pietre tonde esangui. A Parigi, in un giorno dimaggio, al Bois, un povero diavolo che Ruth da qualche tempotrovava sempre sul suo cammino, venne fuori da un cespuglio,segu la sua carrozza e getta ai suoi piedi quella piastra di smaltodicendo con la voce pi naturale del mondo: Per voi sola, esappiate che il giorno in cui la doveste lasciare, io lascerei questa

    vita. Ecco che una sera, facendo Ruth il suo ingresso in un salone,un signore svenne a quella vista. Riavutosi, il signore balbett chenon era lei la cagione ma la piastra di smalto che portava sul petto,

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    e pregava che gliela cedesse per la sua collezione. Ruth oppose unrifiuto, raccont la storia fornendo i ragguagli che sapeva, utili aidentificare l'invasato. L'amatore si mise in cerca, fall, perdette lasalute, e un giorno and da Ruth dove rese a madre natura la suapovera anima d'amatore di cose artificiali.

    Ecco svelato l'arcano! Per una fatalit imperscrutabile Ruth,quest'incantevole agonizzante, passa la vita a seminare suicidi sullasua via, sulla sua via crucis. Prima di venire a rattristare la piccola citt termale Ruthoperava a Biarritz; e malgrado l'orrore del sangue volle assistere auna corrida a San Sebastiano. Ruth e l'imperturbabile fratello avevano preso posto sopra lostallo dei tori, nel palco del governatore. Ah! come vibravanell'ampia gala di velo tea, gala drappeggiata alla brava, senza

    pieghe n volantini, imbastita in fretta col passo ricavato da unsudario, probabilmente per non ferire con un taglio troppoaccentuato, con una rifinitura troppo resistente, la friabilit indifesae fuori delle mode di colei che doveva indossarla! giocoforza riconoscere che il sangue bestiale che colava l,lappato lentamente dalla sabbia dell'arena, rimpiazzava il sanguedel suo incubo abituale. Educatamente, senza un conato, Ruth tripudi allo spettacolodi sei rozze sventrate alla cieca, di quattro tori lardellati di ferite e

    proprio all'ultimo trafitti, e di due banderilleros atterrati, uno ancheferito alla coscia. Era lei a trattenere ogni volta il braccio delgovernatore presidente, quando l'arena tutta coi suoi mille fazzolettisventolati gli intimava di sventolare il suo perch cessasse ilmassacro dei cavalli dei picadores e facesse accorrere ibanderilleros. - Oh! non ancora 'signorpresidente', ancora uno scontro, ilpi bello... Al quinto toro una scarica d'improperi s'era abbattuta sultroppo debole 'signorpresidente'. Due cavalli giacevano rantolandoteneramente tra le zampe l'uno dell'altro nell'attesa che li si finisse;due altri furono trascinati via perdendo a fiotti le budella.Finalmente, a un segnale, anche i pesanti picadores vestiti di giallosi ritrassero lasciando il toro solo, in un silenzio predisposto, facciaal banderillero a pi fermo coi suoi due dardi ornati di nastri inresta. Sanguinava, il povero toro, delle molte scalfitture messe asegno (vale a dire a fior di pelle, per esasperare senza indebolire).

    Balza, poi gir stretto ritornando a fiutare e a rivoltare con le suecorte corna le flaccide masse dei due cavalli stesi, e arrestandoglisidavanti a fronte bassa, sentinella fraterna, come cercando di capire.

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    Invano il banderillero in posizione lo chiamava, lo scherniva, glilanci pure il suo berretto a nappine di seta nera tra le zampe, iltoro si ostinava a cercare frugando la sabbia con zoccolo rabbioso,stranito dai clamori variopinti di quel campo recintato dove nonsventrava che dei brocchi con le bende sugli occhi o dei volteggianti

    brandelli insanguinati. Un capador scavalc la barriera e corse a scaraventar gli sulmuso un otre sgonfio, e fu applaudito. Quand'ecco che di colpo, dinnanzi ai ventimila ventaglipalpitanti in un grande silenzio d'attesa sotto uno splendido cieloscoperto, la bestia tese manifestamente il collo verso Ruth come aindividuare in lei sola la causa di tante cattiverie ed emise, lontanodai pascoli nativi, un muggito cos sovranamente sventurato (a dirtutto, cos geniale) che vi fu un minuto di totale turbamento, uno di

    quei minuti in cui si fondano le nuove religioni mentre, svenuta edelirante, era portata vi