MONOGRAFIE-10 ADRIANO LANDRIANI · Come scriveva Elda Fezzi, «un ambiente di materie e mestieri...

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ADRIANO LANDRIANI MONOGRAFIE-10 AAB EDIZIONI

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ADRIANO LANDRIANIMONOGRAFIE-10

AAB EDIZIONI

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dedicatoalla mia famiglia

Adriano Landriani

Forme dell’anima.Opere in bianco e nero

e colorate

“Postmoderno”

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Adriano LandrianiAntologica

9-27 maggio 1998

Mostra organizzata dall’AAB

Cura del catalogo:Martino Gerevini

Testi di:Nicola Mingotti Landriani,Elda Fezzi, Paolo Mombelli,Roberto Sanesi, Germano Beringheli,Floriano De Santi

Allestimento della mostra:Anna Adami, Ermete Botticini, Giuseppe Gallizioli, Ezio Soardi,Adriano, Edoardo e Rocco Landriani

Direzione: Francesca Manola

Segreteria:Silvia Gozzetti

Fotocomposizione e stampa impianti:F. Apollonio e C. - Brescia

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COMUNE DI BRESCIAPROVINCIA DI BRESCIA

ASSOCIAZIONE ARTISTI BRESCIANI

ARTISTI BRESCIANI

MONOGRAFIE - 10

ADRIANO LANDRIANIANTOLOGICA

galleria aab - vicolo delle stelle, 4 - brescia

9-27 maggio 1998feriali 16-19.30

domenica 15.30-17.30lunedì chiuso

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… Nel luogo del silenzio

Le opere in bianco e nero di Adriano Landriani nascono all’insegna del-l’urgenza, della contraddizione, della negazione.Nel corso degli anni le primigenee “maschere” hanno disvelato volti a cui èstato progressivamente negato il colore, la luce, lo spazio, la parola, attra-verso un percorso che trova oggi il suo ultimo tragico approdo nella fran-tumazione, moltiplicazione e dispersione del soggetto.Le grandi e simboliche circonferenze, ormai inadeguate, si sono spezzatesotto l’urto di un magma denso, affollato di presenze dal significato ine-quivocabile.Lo spazio si è contratto, la luce rattrappita.Tutto è stato fagocitato.Il colore (rosso, blu, viola) è stato giustiziato e riemerge solo sporadica-mente per accentuare il valore simbolico di una retta, di un triangolo.Il ponderato universo di bianchi e neri, di luci ed ombre, ha acquisito laprofondità del “grigio”, della penombra, dove indeterminato e geometria sisovrappongono e coesistono in un calcolato rapporto.Nulla, infatti, è lasciato al caso.L’immagine si fonda sull’equilibrio, sull’atto controllato, su una faticosa emeditata trama dove il gesto liberatorio è abolito, negato.Attraverso questo meccanismo, che potremmo definire di concentrazionedrammatica, il dolore e la sofferenza sono esasperati, fissati in eterno.Adriano Landriani sceglie la razionalità della forma per dare voce al diso-rientamento dell’uomo di fronte al dramma dell’incomprensibile, dell’acci-dente, in ultima analisi, alla vita.Il risultato è un universo arcano e tenebroso in cui solo i neri sembranoconvivere armoniosamente con una folla di figure notturne e silenziose, li-state a lutto, costrette a comunicare attraverso sguardi assorti, oppure pie-trificate nello sforzo violento ed inutile di uno spasimo di dolore, talvoltain una smorfia ironica e delirante.Un universo di “teste dolenti”, di simboli primordiali ci circonda.La tensione è immutabile e acuisce in noi la consapevolezza, l’angoscia perla mancanza di un varco.Siamo nel luogo del silenzio, nel tempo del supplizio.

A mio padreNicola Mingotti Landriani

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La maschera e la mortenelle chine di Adriano Landriani

Antico e perenne fascino della ‘maschera’. Un volto sovrapposto al volto èmezzo e messaggio di molteplici sensi, utilizzato in molti e diversi tempi eluoghi per riti e funzioni diverse; a volte, teatrale caratterizzazione diespressioni, di passioni umane; oppure segnale di propiziazione o di esorci-smo... L’incisiva trama di tenebra e di luce che Adriano Landriani disegnain nero di china forse porta ancora l’eco di quelle relazioni culturali, masoprattutto si evidenzia come un fantastico e grottesco trofeo di vita e dimorte.Landriani dà risalto al tracciato del volto dell’uomo, ma esso è già mac-chiato e invaso da un brulichìo greve di altri elementi, tanto da trasforma-re i caratteri del volto in un profondo tatuaggio: emblema d’esistenza, didissoluzione e di metamorfosi; sparizione di vita e riaffermazione di vita.Nel risalto nero dei segni che Landriani imprime sul foglio, assegnando lo-ro una incisività quasi xilografica, o una austerità di griglia ferrigna, si ri-trova anche quel senso oggettivo di assemblaggio lapidario che l’autore bre-sciano ha saputo assegnare ai suoi noti bassorilievi di rottami imbalsamatinella calce e nel bitume: sorprendenti stemmi di vita, di morte, di fatica edi miseria umana e sociale. Anche nella maschera si incastrano immaginiperentorie senza particelle di flessione, in ritagli che si stampano quasi conviolenza.Il calco lugubre del volto in dissoluzione acquista una sorta di fermento vi-tale perché il suo spazio viene abitato da radici, foglie, insetti, come in unantico libro di magìa o di medicina. Ma l’intento del pittore sfiora il campodelle metamorfosi reali attraverso una simbologia simultanea; accanto ai li-neamenti umani nascono nervature arboree e crisalidi, come se la mascherafosse un teschio-nido di nuove nascite. Il gioco del disegno fa sì che la lineadi una vena sulla tempia sembri già divenuta radice, o la curva di un occhioassomigli già ad una sinuosità di foglia. Un’anatomia si trasforma in altreimmagini come nella morte; ma il ronzìo di altre creature trasforma la mor-te in qualcosa di vivo, come in un eterno ‘niente si crea, niente si distrug-ge’... Il disegno di Landriani apre una meditazione sulla morte con una se-quenza di immagini dotate di grave pensosità, con una ‘pietas’ per l’uomo ela sua esistenza che sono profondamente immersi nelle vicende dell’univer-so, delle sue misteriose materie, delle sue meravigliose forme.Coscienzioso compositore di immagini, Landriani scrive in queste masche-re anche la sua visione della vita, la sua volontà di capirla e di viverla consaggezza.

Elda Fezzi

10 febbraio 1974

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Adriano Landriani

«Interni con maschera», chiama Adriano Landriani queste sue recenti trancedi pareti-bassorilievo. L’insieme del suo assemblaggio – di polistirolo +smalti + oggetti fasciati + teste + ghirlande ossidate – dà fortemente nell’a-raldico: tutto è ricomposto con una certa cura, ma mantiene al tempo stes-so un rozzo impasto di cose e di segni, come uno strato di detriti uscitiquasi per fatalità da un’epoca caotica.Da anni Landriani coltiva questa sorta di arazzeria «brut», che si riduce traneri di pece e catrame, rossi sanguigni, bulloni, tubi fasciati, tanto che ipannelli sembrano tautologie di certi trofei assortiti dei santuari popolaricon le statue dei patroni coperte dai gessi dei miracolati...In queste tele recenti si accresce il senso di macchinoso teatro dell’esisten-za, per via di quelle maschere-manichino che, contornate da frecce e orpellifalsi, fanno monumento: ma monumento derisorio o spaventevole di ap-parati ormai crollati.C’è, in tutti i cicli prodotti da questo bresciano, un’inconsueta violenza,una passionalità di ricuperi e di mistioni che non tiene gli argini, non simette in fila, ma che sa orientarsi con una singolare logica. Il lavoro diLandriani va per conto proprio, non fa conti precisi con i codici dati daesperienze precedenti. È ben vero che Landriani richiama un certo «brico-lage» novorealistico; ma, piuttosto, vive con intensità l’impatto con un mi-scuglio di reperti d’angoli urbani, dove i simboli sono divenuti reperti, e icumuli di detriti sono divenuti simboli.In un certo modo, in questi spezzoni di ambiente si trovano consunti e se-polti i resti della storia e della realtà, e i segni dell’uomo appaiono penosa-mente, crudelmente deturpati. L’opera, come un «ex voto», un reliquariodi antichi feticci e di nuovi rimasugli tecnologici, vuole rivelare certe ve-rità, come una lapide in memoria, che vorrebbe ricordare la vita e le operedi un personaggio e ne segnala, invece, il disfacimento e la morte.Sebbene Landriani intervenga con una sua strategia di composizione, isuoi pezzi hanno una sorta di perentorietà specchiante e provocatoria, irri-tano per quella loro forza di grosse e sommarie fette di ambiente vissuto,come stampi di materie e teste ferite e imbalsamate. Un insolito ricupero,che non conserva, ma ha la sua forza di strana rivelazione-immaginazione.Con i caratteri di una stupefazione autentica, carica di malessere.

Elda Fezzi

Presentazione in catalogo, 1975

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Impressioni dalla mostradi Landriani

Figure strane ma possibili, nell’ambivalenza.L’espressività fissa e monotematica della maschera(movimento dell’anima pietrificato)è qui sconvolta dalle tonalità espressive che dona l’anima al volto.Non vero volto, non vera maschera...Oppure, non soltanto o non pienamente volto, non soltantoo non pienamente maschera...Oppure, meglio, non più volto - non ancora maschera...Ossia il tempo impercettibile di quell’esperienza così umana,quando si esteriorizza, fissandosi al volto, l’anima,quando l’anima si fa pellee l’uomo smette l’attimo del sentireper intraprendere la pausa del raccontare.La mano dell’artista, sospesa tra sentimento e racconto,sa a volte ritrarsi da entrambi,come per un inconscio pudore.E allora si dischiudono per noi gli spazi,infiniti e tremendi,della proiezione...

Paolo MombelliManerbio, 1996

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Adriano Landriani

Una pittura piuttosto anomala, quella di Adriano Landriani; una pitturada carne e morte e diavolo, in un gioco d’assemblage, lo stile personale harichiami a un simbolismo Pop d’ex-voto un po’ meno esotica, per quantoriguarda il nostro quotidiano, e caso mai più esoterica se ci si sforza, an-dando all’indietro, di saltare il Dada e soffermarsi un momento nell’atmo-sfera della cosiddetta «fin de siècle» che non è finita malgrado ogni avan-guardia così come il popolare è fermo a sue lontane posizioni.Di fronte all’opera di Landriani che pur uscendo da ogni regola rispecchiauna condizione forzandola, – di fronte a questo sprofondamento in un cli-ma da sequenza di Cabiria o da studio di Alfons Mucha, di maschere tra-fitte come sante periferiche in estasi, travestite da regine di Saba, all’im-provviso sorge il sospetto del rimando colto, volutamente mistificato: dallostradivari fasciato di Maurice Henry all’impacchettamento di Christo.Come scriveva Elda Fezzi, «un ambiente di materie e mestieri poveri, dimisterici riti popolari che imprimono sempre un’oscura autenticità allematerie», ma ambienti e oggetti contaminati da una strana idea di bellezzacarichi di una sorta di Make up sgraziato al punto di ferirli, resi grotteschie funebri.Dagli assemblages di Landriani, dove il moderno e l’antico si cambiano iruoli attraverso un recupero estetizzante del povero e del popolare, emanain fondo un gusto di decadenza, vi eleggia una morbosa presenza mortua-ria, queste opere assumono valore emblematico di lapidi cimiteriali.

Roberto Sanesi

Stralcio da una presentazione in catalogo

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Maschere

È in questi luoghi restituiti alla contemplanza attiva e dai percorsi di unainteriorità declinata tra segno e disegno, tra linee-forza e spazialità tese agroviglio in un dripping che cerca labirintiche vie di uscita, la fertile possi-bilità di riscatto ovvero di una operazione di riporto e di trascrizione delmito eterno della vita che nasce dalla morte.Maschere grottesche, antiche e raffioranti come da sacre e impietose «tran-ches de vie», emergono presenti a una datità certamente psicologica ma an-che spirituale, riproponendo una dimensione, una atmosfera, un’aura co-smo-organica che deposita come sensi di colpa e di disagio le sue archeolo-gie nella coscienza dello spettatore.Che, e questo a parer mio, è il momento più significativo suscitato dall’o-pera di Landriani, si scopre coinvolto da una archeologia che è già del pre-sente, dell’adesso, della vicenda nostra alienata, della gestazione in atto del-la storia, incombente minaccia e dubbio esteso.Ne risulta perciò una immagine rappresentativa che ha una sua continuagravitazione di significati, di debordanti ipotesi di giudizio che muovonodallo stesso esercizio di appropriazione gestuale del «mondo», del «paesag-gio» interiore guardato da uno Jorn, ma nel nostro caso col fine non sol-tanto di testimoniare la tragicità della esistenzialità, ma anche con quellodi farsi intervento allarmante, monitorio, direi con un desiderio di salva-zione.È in questo senso, per questo verso, che le viscerali dilaniazioni brutalisti-che della materia si fondono con gli ingredienti (le maschere e le lorodeformazioni) nella drammatica potenza di una immagine «nuova» ag-ghiacciante, sfigurata, esplicativa.

Germano Beringheli

27 maggio 1981

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L’ultima produzionedi Adriano Landriani

Adriano Landriani è un tragico, un istintivo disegnatore gestuale e psicolo-gico. C’è qualcosa in lui, nel suo modo di dar forma al dolore umano, di“religioso” pur senza immagine sacra; qualcosa che si riallaccia al Cristopurulento, trafitto da mille e mille spine dipinto da Grünewald. Questaimpressione si accentua vedendo la sua ultima produzione alla “Piccolagalleria” di Brescia (rassegna per altro chiusa ormai da qualche giorno), do-ve la radiografia di un volto come maschera arriva a un parossismo che èprossimo allo spegnimento, alla morte.Ciò che colpisce subito di questa calibratissima e raffinatissima raccoltadi grafica è lo sguardo con cui Landriani per l’ennesima volta ci condu-ce verso le sue immagini-segnale, le sue cifre iconiche, verso la loro ca-pacità di stare e di coesistere. È certo che la velocità della vita modernapermette ai suoi “ritratti” soltanto di passare fuggevolmente, anzi si ren-de già passata persino l’attualità della loro presenza. I volti, le stelle, icerchi – sui fogli dell’artista – ci appaiono impermanenti, transitori,frammenti di luci e di ombre su maschere mortuarie, in un tentativoterribile di far durare la vita.Landriani in Preghiera dell’87 o in Incubo dell’88 sembra voler delinearel’idea di una modernità senza oggetti: uno spazio indeterminato, indefini-to, soffocato, che quando non dissemina le “cose” in un “disordine allo sta-to perfetto” in cui si afferma – ha scritto Pierre Klossowski – il reale allostato puro, le abbandona come nudi frammenti alla desolazione di un si-lenzio attraversato dalla memoria del passato e dalla freccia del tempo.

Floriano De Santi

Bresciaoggi

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Maschera

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Opere inbianco e nero e colorate“Gli obliterati”

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Adriano Landriani(Adriano Mingotti Landriani)

Nato a Brescia il 23 maggio 1925 da padre milanese e madre bresciana, dal 1957è sposato con Irma Fratti e ha tre figli, Rocco, Nicola, Edoardo.Da oltre trent’anni abita e lavora in via Galvani, 4 (Brescia). Dal 1970 è artistaprofessionista.Ha frequentato cinque anni di “studi teologici” al Seminario vescovile di Brescia;ha compiuto studi artistici all’Istituto d’arte Savoldo di Brescia e studi politici al-la “Scuola di studi sociali” di Milano.

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RASSEGNE INTERNAZIONALI

1971 Bruxelles – Le arti in Europa (patrocinio del Conseil Européen d’Art etEstetiques)

1971 Madrid – Rassegna d’arte italiana “Club International de Prensa” (inaugu-rata dall’ambasciatore d’Italia in Spagna)

1974 New York – Rassegna d’arte italiana (inaugurata dal sindaco Abrahm Bea-me) Roosvelt Hotel

1977 Lugano – Rassegna d’arte italiana (Hotel Excelsior)1977 Monaco di Baviera – Berufsverband Bildender Kunstler Museum (persona-

le di gruppo)1978 Monaco di Baviera – Antik Haus, Museo dell’Antiquariato (personale di

gruppo)1979 Berlino – Galleria d’arte “Kantstrasse” (rassegna d’arte italiana)1979 Parigi – Arte italiana a Parigi (Municipio della IV Circoscrizione; con il pa-

trocinio del Comune di Parigi)1979 Bogotà – Rassegna di grafica italiana (mostra itinerante nelle città colom-

biane)1980 Malta – Museo delle belle arti (rassegna grafica italiana)1981 Quebec – Centro municipale congressi, rassegna d’arte internazionale (per-

sonale di gruppo con il patrocinio del ministro francese della Cultura)1981 Parigi – Galleria d’arte “Z.L.8”, mostra-rassegna (personale)1981 Parigi – Esposizione internazionale (Le Nouveau Salon de Paris)1982 New York – Art Expo Coliseum1983 Barcellona – III Mini Grabado Internacional Cadaques1983 Tokio – Palazzo Ginza Dai-Ichi (disegno e grafica contemporanea italiana)1983 Dallas – Centro International Art Expo1984 Los Angeles – Rassegna del disegno e della grafica italiana (omaggio alla

XXIII Olimpiade)1985 Tokio – Disegno e grafica contemporanea italiana (Tsukuba - Expo 1985)1985 Basilea – Fiera internazionale di arte contemporanea “Art. 16-85” (persona-

le C.D.A.)1985 Tokyo – Galleria “ARAI Ginza Chou KU” (rassegna del disegno e della gra-

fica contemporanea italiana)1986 Parigi – Centro internazionale d’arte contemporanea (esposizione di grup-

po)1986 Città del Messico – Rassegna d’arte contemporanea italiana1986 Hong Kong – Galleria d’arte moderna (rassegna del disegno e della grafica

contemporanea italiana)1987 Stoccolma – VII Stockolm Art Fair (rassegna internazionale d’arte contem-

poranea)1987 Stoccolma – Modern Italiensk Konst (disegno e grafica italiana contempo-

ranea)1988 Istanbul – Grand Hotel International Aetap (maestri italiani del disegno e

della grafica contemporanea)1988 Seoul – Arte italiana contemporanea (Omaggio alla XXIV Olimpiade)1989 Tokio – Hotel Ginza Dai-Ichi, maestri dell’arte italiana (disegno e grafica

contemporanea)

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1989 Mombasa – Art Gallery “Kenyatta Teachers C. Painting”, rassegna d’arteitaliana

1989 Washington – Grand Hotel Mayflower, maestri dell’arte italiana contem-poranea (United Critics Association, Contemporary e Art World DealersCo.) (mini personale)

1989 Las Vegas – Grand Hotel Hilton International, maestri dell’arte italianacontemporanea (United Critics Association, Contemporary e Art WorldDealers Co.) (mini personale)

1990 Atene – Hall President, Premio internazionale “Hellas”1991 Barcellona – Taller Galleria Fort, Mini Print Internacional (rassegna itine-

rante in Giappone)1991 Vienna – Kaiser Hall (rassegna d’arte contemporanea italiana)1991 Parigi – Hall Du Sevre (rassegna d’arte contemporanea italiana)1991 Londra – Westminster Hall (rassegna d’arte contemporanea italiana)1991 Pechino, Shangai, Canton, Guijlin (Cina), Hong Kong – Rassegna d’arte

italiana contemporanea (manifestazione patrocinata dall’Accademia di BelleArti di Pechino)

1992 Stoccolma – Italiensk Kulturell Forening Interart di Hallstahamman1992 Bodrum (Turchia) – Centro culturale Marverde (rassegna d’arte italiana)1992 Siviglia – ‘92 Expo Universale (Sale, Sierpes; patrocinio del Real Circulo de

Sivilla)1992 Bangkok – Galleria “The Library Association” (rassegna d’arte italiana con-

temporanea)1993 Mosca – Centro turistico culturale “Kosmos” (rassegna d’arte italiana con-

temporanea)1993 Stoccolma – Premio internazionale d’arte (Carrara, Hallstahamman) (per-

sonale fuori concorso)1993 Agadir (Marocco) – Rassegna d’arte italiana (presente il responsabile della

cultura dell’Ambasciata italiana)1994 Cipro (zona greca) – Premio Mediterraneo (rassegna d’arte italiana con-

temporanea)1994 New York – Video Exposition for the Italian Artists1994 Parigi – Sala esposizione “Itineraires culturelles” (opere selezionate di artisti

italiani, X Biennale europea)1994 Chicago (Forum), New York (Roosvelt), Boston (Midtown) – Rassegne

d’arte italiana (in occasione dei Mondiali di calcio USA) (mini personale)1996 Pechino – Museo storico nazionale (esposizione di gruppo di grafica italia-

na) (Beijing Overseas Corporation) (mini personale)1997 Cuba – Rassegna di pittura, omaggio al “Che”1998 Tokio – Rassegna internazionale d’arte contemporanea (Big Sight Aruni)

(Japan Experiancé)

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Opere grafiche - Presenze(Cartelle serigrafiche)

Madrid, Museo español de arte contemporaneo; Roma, Galleria d’artemoderna, Museo d’arte moderna; Gallarate, Galleria d’arte moderna; Mosca,Museo d’arti figurative Puskin; Stoccolma, Moderne Museet; Parigi, Muséed’arte moderne; Filottrano, Museo internazionale di grafica; Venezia, Archiviodella Biennale; Sassoferrato, Galleria civica d’arte moderna; Roma, Archiviodella Quadriennale; New York, The Museum of modern art; Roma, Bibliotecanazionale; Firenze, Biblioteca nazionale; Ancona, Biblioteca comunale;Ancona, Archivio d’arti visive; Bucarest, Biblioteca nazionale; Senigallia,Museo dell’informazione; Amsterdam, Museo d’arte moderna.

Hanno scritto di lui

Vittorio Venuti - Roberto Sanesi - Anita Ferrando - Mario Contini - SalvatorePerdicaro - Alberto Miracchi - Nello Bagarotti - Antonio Oberti - GermanoBeringheli - Alberto Chiappani - Pierangelo Negri - Pier Virgilio Begni Redona- Elvira Cassa Salvi - Jean Louis Rampart (Parigi) - Paolo Di Martino -Francesco Buffoli - Roberto Mangione - Sergio Gianani - Giuseppe Martucci -Fausto Lorenzi - Attilio Mazza - Enzo Bogazzi - Livia Parasole - RiccardoLonati - Lamberto Sorrentino - Alberto Longatti - Cecil Mannington (Londra)- Giambattista Rizzo - Elda Fezzi - Gian Pacher - Lino Cavallari - GiorgioBorio - Umberto Fava - Bruno Tonolli - Mathias Becker (Vienna) - FlorianoDe Santi - Angelo Dragone - Mauro Corradini - Luciano Budigna - AngeloMistrangelo - Gino Sordini - Giuseppe Chieco - Luciano Spiazzi - IdamariaBalestrieri - Secondo Moretti - Vittorio Bottino - Augusto Minucci - GuidoStella - Rosa Colosio - Giancarlo Piovanelli - Vittorio Abrami - Alberto Zaina -Albino Galvano - Jean Dommarten Guichard (Parigi) - Lorenzo Manfredini -Paolo Mombelli - Nicola Mingotti Landriani

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Quotidiani, riviste d’arte,cataloghi

Bresciaoggi - Il Lunedì, Genova - La Stampa, Torino - L’Élite, Como - ArteNuova Oggi, Ancona - Borsa d’Arte, Torino - Il Messaggero, Terni -Catalogo del collezionista d’arte, Torino - Il Secolo d’Italia, Genova - Il Sole,Lecce - Icasaedro International Studio, Firenze - Il Rugolo Verde,Campobasso - Brescia Club, Brescia - Studi C.I.S.L., Brescia - Agenda estate,Brindisi - Paese Sera, Bologna - Ars Dictandi, Roma - Arte Castello, Piacenza- L’Arte nei comuni d’Italia, Parma - Le Arti, Milano - Eco d’arte, Torino -Dizionario dei pittori bresciani, Brescia - La Voce del Popolo, Brescia - Revuemoderne, Parigi - International catalogue of modern art, Milano - Il Restodel Carlino, Bologna - Quadri d’oro di maestri contemporanei, Cremona -Archivio del 900, Firenze (Kunst Historisches Institut) - Art Diary ’89,Milano - Arte e cultura, Milano - La Gazzetta di Brescia - Brescia Arte - LaProvincia, Cremona - Cidac, Pittori e scultori italiani contemporanei - IlNarciso, Torino - Informazione arte, Torino - Linea figurativa, BugattiEditore, 1975 - Pensiero ed arte, Bari - Catalogo, Omaggio dell’arte italianaal dolore innocente, Milano (Palazzo Reale) - Catalogo generale dellaBiennale d’arte, Città della Spezia, 1980 - Arte Guida Lofaro, Roma -Catalogo Omaggio a Maviorano, Brescia - Stampa Sera, Torino - A. Studio,Vicenza - Presence, Parigi - Cimento, Roma - Corriere di Torino, Torino -Arte bresciana del XX secolo, Brescia - Libertà, Piacenza - La Vernice, Trento- Ritratti a soggetto, Campidoglio Editrice, Roma - International Art Trade -Art Diary 92 Italia, Milano - Top Arts 92, Ancona - Catalogo del PremioItalia 1992, Massaccesi Editore - La Nazione, Firenze - Il Tirreno, Carrara -Kunstarchiv des 20 Sahrhunderts - La Provincia pavese - Tendenze etestimonianze dell’arte contemporanea, Panepinto Editore - La Provincia,Como - Equilibrio, Genova - Catalogo Bolaffi della grafica - L’Avvenire,Milano - Il Nuovo Giornale, Piacenza - Dizionario nazionale degli artistiitaliani - Il Giornale d’Italia, Bologna - Annuari Comanducci - Alto Adige,Trento - Giornale di Brescia - Catalogo Bolaffi d’arte moderna - La Madre -La Vita, Cremona - Spandauer Volksblatt, Berlino - Televisione nazionalecanadese, Quebec - Radio Voce, Brescia - Teleleonessa, Brescia - Secolo XIX,Genova - Pégaso, Firenze - Album, Rimini - Teletutto, Brescia - Catalogointernazionale d’arte contemporanea, Ferrara - Un anno d’arte, Fabbri Editori- Tecniche e verità del sogno, Verbania - Il rovescio della medaglia, Brindisi -Tutto Maremma, Grosseto - Catalogo generale, Città della Spezia, 1981 - ArtDiary International, 1993 - Catalogo, Tecniche e verità del sogno, 1975(Verbania) - Les Arts en Europa, Catalogo 1971 - Annuario Comanducci,1974 - Catalogo artisti per la vita, Palazzo Lazzarini (Pesaro) - PungoloVerde, Ferrara - Catalogo artisti per l’Europa, (Milano-Lodi) - La Voce diFerrara - Il Cittadino (Nova Milanese) - Art Diary, 1982-83 - Nuova rivistad’arte internazionale (Ancona - Bugatti Edizioni), ecc. ecc. ...

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Adriano Landrianiringrazia il sacerdoteSecondo Moretti e l’amico Ezio,che hanno contribuitoalla realizzazione di questo catalogo

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VergariOtello

Cornici per quadri e specchi

Via Cremona, 34 - Brescia - Tel. 2423308