Modus 43-ANIAD (1)

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d d 10 ESERCIZIO FISICO T CONI e ANIAD siglano un accordo che apre la strada all’utilizzo delle strutture sportive del CONI per gli atleti e le persone con diabete che vogliono intraprendere la pratica sportiva. Diabetico fa rima con olimpico ti per le persone con diabete (vedere box nella pagina a fianco). Recentemente ANIAD e CONI han- no fatto un salto di qualità nella loro relazione. Nel maggio 2014 il Presi- dente del CONI Giovanni Malagò e il Presidente di ANIAD hanno firmato un Protocollo d’intesa che «risponde all’esigenza di aprire il mondo dello sport alle persone con diabete per fa- vorire il loro pieno inserimento e uti- lizzare la pratica sportiva, a ogni li- vello di intensità, per la loro salute», illustra Gerardo Corigliano. Perché abbia concretezza, il Protocol- lo si è esteso a livello regionale. «In questi mesi le articolazioni regionali del CONI e di ANIAD stanno elabo- rando e formando a loro volta Pro- tocolli d’intesa già firmati in Cam- pania, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio e Abruzzo, i quali possono da una parte portare a facilitare l’acces- so delle persone con diabete all’ago- nismo, dall’altra consentire ai Team Diabetologici e ai pazienti l’accesso alle numerosissime strutture del CO- NI che è presente in 109 province con propri impianti e attrezzature», com- menta il Diabetologo Pino Pipicel- li, che per conto di ANIAD segue il rapporto con gli enti sportivi nazio- nali. «I punti salienti del Protocollo sono una stretta e paritaria collabo- razione che si articola sul territorio attraverso la creazione di commissio- ni regionali che lo implementeran- no con iniziative di sensibilizzazio- ne comuni e con la creazione di un premio annuale da assegnare all’at- leta diabetico che si è distinto non solo per le sue doti atletiche ma an- utti hanno perlomeno sentito parlare del CONI, sigla di Co- mitato Olimpico Nazionale Italiano. Questo ente pubbli- co non si limita a organizzare la par- tecipazione italiana ai Giochi Olimpi- ci, attraverso 45 Federazioni Sportive Nazionali e 19 Discipline Associate, alle quali aderiscono circa 95 mila so- cietà sportive per un totale di circa 11 Gerardo Corigliano, Presidente ANIAD milioni di tesserati, ma coordina e or- ganizza l’attività sportiva in Italia. L’ANIAD, Associazione Naziona- le Italiana Atleti con Diabete, «per- segue soprattutto due obiettivi: da una parte lo studio e la promozio- ne dell’attività agonistica amatoriale e professionistica delle persone con diabete», spiega Gerardo Corigliano, Presidente di ANIAD e uno tra i più grandi studiosi dell’equilibrio gli- cemico e metabolico nell’atleta con diabete, «dall’altra la promozione dell’attività fisica come terapia idea- le per la prevenzione e la corretta ge- stione del diabete». Gerardo Corigliano non si stanca di predicare la necessità di prescri- vere l’esercizio fisico così come si fa per le altre terapie, quella alimenta- re e quella farmacologica. Questo concetto, che ormai si è fatto strada fra i diabetologi grazie anche al la- voro dell’ANIAD e dei medici che ne fanno parte, si scontra però con la difficoltà concreta di organizza- re interventi appropriati. Pochissimi ospedali italiani dispongono di una palestra e pochissime palestre han- no le competenze per organizzare in- terventi di educazione e avviamento alla corretta attività fisica appropria-

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Transcript of Modus 43-ANIAD (1)

  • dd 10

    e s e r c i z i o f i s i c o

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    CONI e ANIAD siglano un accordo che apre la strada allutilizzo delle strutture sportive del CONI per gli atleti e le persone con diabete che vogliono intraprendere la pratica sportiva.

    Diabetico fa rima con olimpicoti per le persone con diabete (vedere box nella pagina a fianco).Recentemente ANIAD e CONI han-no fatto un salto di qualit nella loro relazione. Nel maggio 2014 il Presi-dente del CONI Giovanni Malag e il Presidente di ANIAD hanno firmato un Protocollo dintesa che risponde allesigenza di aprire il mondo dello sport alle persone con diabete per fa-vorire il loro pieno inserimento e uti-lizzare la pratica sportiva, a ogni li-vello di intensit, per la loro salute, illustra Gerardo Corigliano. Perch abbia concretezza, il Protocol-lo si esteso a livello regionale. In questi mesi le articolazioni regionali del CONI e di ANIAD stanno elabo-rando e formando a loro volta Pro-tocolli dintesa gi firmati in Cam-pania, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lazio e Abruzzo, i quali possono da una parte portare a facilitare lacces-so delle persone con diabete allago-nismo, dallaltra consentire ai Team Diabetologici e ai pazienti laccesso alle numerosissime strutture del CO-NI che presente in 109 province con propri impianti e attrezzature, com-menta il Diabetologo Pino Pipicel-li, che per conto di ANIAD segue il rapporto con gli enti sportivi nazio-nali. I punti salienti del Protocollo sono una stretta e paritaria collabo-razione che si articola sul territorio attraverso la creazione di commissio-ni regionali che lo implementeran-no con iniziative di sensibilizzazio-ne comuni e con la creazione di un premio annuale da assegnare allat-leta diabetico che si distinto non solo per le sue doti atletiche ma an-

    utti hanno perlomeno sentito parlare del CONI, sigla di Co-mitato Olimpico Nazionale Italiano. Questo ente pubbli-

    co non si limita a organizzare la par-tecipazione italiana ai Giochi Olimpi-ci, attraverso 45 Federazioni Sportive Nazionali e 19 Discipline Associate, alle quali aderiscono circa 95 mila so-ciet sportive per un totale di circa 11

    Gerardo Corigliano, Presidente ANIAD

    milioni di tesserati, ma coordina e or-ganizza lattivit sportiva in Italia.LANIAD, Associazione Naziona-le Italiana Atleti con Diabete, per-segue soprattutto due obiettivi: da una parte lo studio e la promozio-ne dellattivit agonistica amatoriale e professionistica delle persone con diabete, spiega Gerardo Corigliano, Presidente di ANIAD e uno tra i pi grandi studiosi dellequilibrio gli-cemico e metabolico nellatleta con diabete, dallaltra la promozione dellattivit fisica come terapia idea-le per la prevenzione e la corretta ge-stione del diabete.Gerardo Corigliano non si stanca di predicare la necessit di prescri-vere lesercizio fisico cos come si fa per le altre terapie, quella alimenta-re e quella farmacologica. Questo concetto, che ormai si fatto strada fra i diabetologi grazie anche al la-voro dellANIAD e dei medici che ne fanno parte, si scontra per con la difficolt concreta di organizza-re interventi appropriati. Pochissimi ospedali italiani dispongono di una palestra e pochissime palestre han-no le competenze per organizzare in-terventi di educazione e avviamento alla corretta attivit fisica appropria-

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    che per il suo impegno nel sociale. Per esempio, in Calabria, continua Pino Pipicelli che presiede la sezione regionale dellANIAD ed fiduciario del CONI di Catanzaro, il protocollo stato gi implementato in occasione della Giornata Mondiale del Diabe-te 2014, sono in programma iniziati-ve a livello regionale, e la premiazio-ne dellatleta diabetico pi meritevole stata effettuata a dicembre, in occa-sione delle premiazioni del CONI. Gerardo Corigliano cosciente del grande impatto mediatico che pu avere la figura dellatleta di spicco con diabete, sia nella visione che la per-sona ha della sua malattia sia nellim-magine che ne ha lopinione pubblica. ben difficile discriminare le persone con diabete quando si apprende che qualcuna di loro ha scalato una ci-ma di 8 mila metri o ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina o gioca a calcio o a basket in prima divisione!. Per questo, a livello centrale, verran-no programmate iniziative di impatto nazionale con la collaborazione delle Federazioni Sportive Nazionali.Molte attivit, rese possibili dalla for-ma del Protocollo, sono ancora al-lo studio. Per esempio il CONI po-tr accedere al know-how di ANIAD per consulenze relative ad atleti con diabete. Un altro tema caldo quel-lo del doping. Linsulina purtroppo, scelleratamente utilizzata da alcu-ni sportivi le virgolette sono dob-bligo, sottolinea Gerardo Coriglia-no, che non hanno il diabete ma ne sfruttano leffetto anabolizzante: co-me doping insomma! Questo svan-taggia gli atleti che usano insulina per tenere sotto controllo il diabete, oggi costretti a continue e umilian-ti certificazioni esterne. Vogliamo ar-rivare a una certificazione valida una volta per tutte. d

    Percorsi controllati

    Lattivit motoria pu essere un valido supporto terapeutico per la per-sona con diabete, esordisce Cristina De Fazio, Responsabile per conto di ANIAD di programmi motori di carattere atletico e metabolico, pur-ch venga proposta nel momento adatto, prescritta dal diabetologo dopo unaccurata valutazione clinico-metabolica, strutturata e supervisionata da laureati in Scienze Motorie specializzati in attivit motorie preventi-ve e adattate. Da circa 5 anni al Centro AID di Napoli stata avviata unesperienza pilota, sotto la direzione del Presidente ANIAD Gerardo Corigliano. Alle persone con diabete di Tipo 2 non scompensato che non presentano controindicazioni alla pratica motoria, racconta Cristina De Fazio, e che, sottoposte a un questionario sulla valutazione dellattitudi-ne al cambiamento, si trovano nella fase in cui si contempla lopportunit di una modifica dello stile di vita, stato proposto di partecipare a un percorso di avviamento allattivit motoria. Chi ha accettato entrato a far parte di piccoli gruppi (al massimo 6-7 persone) che per 3 mesi, sotto la supervisione di chinesiologi esperti in ambito metabolico, hanno seguito un percorso motorio individualizza-to in palestra (esercizi cardiorespiratori, di rinforzo tonico-posturali, di mobilit articolare), intervallati con attivit allesterno di fit-walking, con frequenza settimanale. Il percorso stato strutturato sulla base della valutazione clinica medica e della valutazione funzionale mediante test motori effettuati dalla stessa Cristina De Fazio. A ciascun partecipante veniva misurata la glicemia prima e al termine di ciascuna seduta di allenamento per osservare la reazione dellorganismo allo sforzo fisico. Il programma motorio non era stato impostato a priori ma veniva adattato in funzione della tendenza glicemica e delle altre variabili che potevano influire, afferma. Dopo tre

    mesi la persona con diabe-te veniva rivalutata e i suoi dati (test motori, diari glice-mici, misure massa magra e grassa, etc.) entravano a far parte, a fianco di quelli me-tabolici, delle informazioni su cui basare lincontro col Dia-betologo. Lesperienza di Napoli po-trebbe essere lo schema su cui disegnare progetti di col-laborazione col CONI che dispone di strutture adatte, tenendo conto per dellesi-genza di chinesiologi esperti come guida appropriata per tale tipologia di attivit mo-toria adattata e di un loro corretto inserimento nel per-corso di cura pi generale, sottolinea Cristina De Fazio.