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1 Modulo 2 – AAR Corso Addetti alla Ristorazione – POR Puglia 2007-2013 Panoramica sulle tipologie di rischio Definizione di rischio Il rischio negli ambienti domestici La movimentazione manuale dei carichi (MMC) Rischio meccanico, chimico, da agenti fisici Istituto Eccelsa Alta formazione del gusto alimentare I.P.S.E.O.A. “S. Pertini” - Brindisi Servizi per l’Enogastronomia E l’Ospitalità Alberghiera

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Modulo 2 – AARCorso Addetti alla Ristorazione – POR Puglia 2007-2013

Panoramica sulle tipologie di rischioDefinizione di rischioIl rischio negli ambienti domesticiLa movimentazione manuale dei carichi (MMC)Rischio meccanico, chimico, da agenti fisici

Istituto EccelsaAlta formazione del gusto alimentare

I.P.S.E.O.A. “S. Pertini” - Brindisi

Servizi per l’EnogastronomiaE l’Ospitalità Alberghiera

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Il rischio negli ambienti domesticiIl rischio negli ambienti domestici

Gli incidenti domesticiGli incidenti domestici

Al pari degli ambienti di lavoro, quelli domestici sono luoghiove il rischio, se sottovalutato, porta a gravi conseguenze…

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Un’indagine condotta dall’ISTAT (1999) ha

stimato che nel corso dell’anno siano state

3milioni e 48mila le persone che sono colpite

da questo tipo di incidenti in Italia (il 5,32%

della popolazione) e tra queste il 12,4% ha

riferito di aver subito più di un incidente

Fonte ISTAT, 1999

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OBIETTIVO di SALUTE

Diminuzione degli incidenti domestici

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Acquisire la consapevolezza che la prevenzione è un valore spendibile nell’interesse proprio e della comunità in cui si vive

Divenire consapevoli dell’importanza del rispetto delle più elementari norme di sicurezzaper prevenire i rischi e difendersi dai pericoli

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Promuovere conoscenze e norme di comportamento corretto e responsabile in ambiente domestico e lavorativo

Fornire strumenti critici e metodologici per affrontare problematiche complesse

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Interagire coi futuri datori di lavoro e con gli enti preposti al controllo (INAIL, ASL, uffici comunali)

OBIETTIVO PRATICO e RELAZIONALE

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Il FUOCO si sviluppa nelle abitazioni quando,

senza controllo,

vengono a contatto sostanze infiammabili ed elementi

che possono innescare incendi

Il contatto con liquidi bollenti può causare ustioni

Il contatto con elettrodomestici in funzione può causare folgorazioni

L’impianto non ben mantenuto può provocare rischi di allagamento

L’ACQUA,

in determinate situazioni,

può diventare elemento di alto rischio

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Superfici, mobili ed oggetti di vario tipo in casa possono costituire un costituire un elemento di rischio, specialmente per bambini ed anziani

CADUTE

TAGLI (utensili, coltelli, forbici, frullatori)

ALTRI EVENTI TRAUMATICI

ABRASIONI (grattuggia, affetta-patate)

URTI e CONTUSIONI (mobilio, automezzi)

SCHIACCIAMENTI (infissi, movimentazione pesante)

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Gli apparecchi a GAS sono rischiosi se male installati o non correttamente mantenuti.

Il gas metano è altamente esplosivo

L’ossido di carbonio è tossico

I due grandi pericoli sono rappresentati da:

fughe di gas

ossido di carbonio liberato da apparecchi difettosi

Detergenti e disinfettanti, insetticidi ed altri prodotti di largo

impiego domestico possono liberare nell’aria sostanze volatili

pericolose per la salute di chi li utilizza.

Il contatto della cute e delle mucose

con alcuni prodotti

(candeggina, acido muriatico, ammoniaca)

può produrre effetti pericolosi:

irritazioni, sensibilizzazioni, allergie,

intossicazioni.

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ELETTRICITA’

Apparecchi difettosi o malfunzionanti,

comportamenti errati o impianti elettrici non a norma,

possono comportare rischi di:

folgorazione

corto circuito

incendio

Almeno da tre fattori:

Da cosa dipendono gli infortuni domestici?

qualità del sistema abitativo

caratteristiche dei prodotti che entrano in casa

comportamenti individuali (46,8 %)

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11Imputabile ad animali domesticiImputabile ad animali domestici

66SchiacciamentoSchiacciamento

1212ScottaturaScottatura

2323TaglioTaglio

2626CadutaCaduta

Indagine statistica – 1 -

Tipo di incidente verificatosi

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33Garage, ripostiglio, terrazzoGarage, ripostiglio, terrazzo

44Camera da lettoCamera da letto

77SalaSala

99BagnoBagno

1212Zone condominiali (scale, cortile)Zone condominiali (scale, cortile)

2929CucinaCucina

Indagine statistica – 2 -

In quale luogo si è verificato l’incidente?

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Indagine statistica – 3 -

L’incidente si è verificato nell’uso di … :

Mobili/finestre/suppellettili 10

Ferro/phon/elettrodomestici 11

Barattoli/affettatrici 8

Pentole 4

Forno/braciere 3

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Indagine statistica – 4 -

Ritiene di essere sufficientemente informato sull’argomento Incidenti Domestici?

(campione N = 100 intervistati) Fonte: A.S.L. VITERBO

Dipartimento di Prevenzione

Indagine statistica – 5 -

Da quali fonti riceve maggiormente informazioni? (campione = 67 intervistati)

Giornali/riviste/TV 31

Famiglia/conoscenti 21

Enti Istituzionali 13

Non so, non risponde 2

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Indagine statistica – 6 -

Enti Locali 44ASL – Comune – Scuola – INAIL

TV – Stampa 37

Governo Centrale 17

Non so, non risponde 3

Movimentazione manuale dei carichiMovimentazione manuale dei carichi

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La MMC non è caratteristica di uno specifico lavoro, ma riguarda quasi la totalità delle attività lavorative nonchémolte attività che si svolgono nella propria abitazione

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Precauzioni

Il rischio della movimentazione è dovuto non solo al peso del carico, ma anche ad altri fattori come l’ingombro e lo sbilanciamento del

contenuto:

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

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Rischi

A questi rischi, strettamente legati all’attività, si collegano possibili altri rischi dovuti al trasporto di un carico:

• Esso può cadere causando contusioni e fratture

• Può essere caldo o tagliente, con possibilità di ustioni o lesioni

• Può non far vedere scalini o oggetti che si trovano per terra, facendo inciampare

• Es. nelle palestre bisogna fare attenzione quando si spostano o si posizionano attrezzi con pesi non vincolati

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Lo sforzo fisico può presentare un rischio nei seguenti Lo sforzo fisico può presentare un rischio nei seguenti casi:casi:

�� èè eccessivo;eccessivo;�� può essere effettuato soltanto con un movimento di può essere effettuato soltanto con un movimento di

torsione del tronco;torsione del tronco;�� èè compiuto con il corpo in posizione instabile;compiuto con il corpo in posizione instabile;�� può comportare un movimento brusco del corpo.può comportare un movimento brusco del corpo.

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LL’’ambiente di lavoro aumenta le possibilitambiente di lavoro aumenta le possibilitàà di rischio se:di rischio se:�� lo spazio libero lo spazio libero èè insufficiente;insufficiente;�� il pavimento o il punto di appoggio il pavimento o il punto di appoggio èè ineguale, presenta ineguale, presenta

dislivelli o dislivelli o èè instabile;instabile;�� non consente la movimentazione a unnon consente la movimentazione a un’’altezza di sicurezza o altezza di sicurezza o

in buona posizione;in buona posizione;�� temperatura, umidittemperatura, umiditàà

o circolazione dello circolazione dell’’aria aria sono inadeguate.sono inadeguate.

LL’’attivitattivitàà può presentare rischio se comporta:può presentare rischio se comporta:�� sforzi fisici troppo frequenti o prolungati;sforzi fisici troppo frequenti o prolungati;�� Pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti;Pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti;�� distanze troppo grandi di sollevamento, distanze troppo grandi di sollevamento,

abbassamento o trasporto;abbassamento o trasporto;�� un ritmo che non può essere modulato dal lavoratore.un ritmo che non può essere modulato dal lavoratore.

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Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:Il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:�� inidoneitinidoneitàà fisica a svolgere il compito;fisica a svolgere il compito;�� indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati;indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati;�� insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della

formazione o dellformazione o dell’’addestramento.addestramento.

�� per le classi di etper le classi di etàà maggiori di 18 anni il peso limite maggiori di 18 anni il peso limite raccomandato raccomandato èè per i maschi 30 kg e per le femmine 20 per i maschi 30 kg e per le femmine 20 kg.kg.

�� per la classe di etper la classe di etàà 15 15 -- 18 anni 18 anni èè per i maschi 20 kg e per per i maschi 20 kg e per le femmine 15 kg.le femmine 15 kg.

Tali limiti possono essere influenzati da fattori peggiorativi, Valutabili con un apposito metodo di rilevazione rischi da MMC:

il

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La movimentazione manuale dei carichi – NIOSH

Peso limite raccomandato:

RWL = LC x HM x VM x DM x AM x FM x CM

Rapporto peso frequenza di sollevamento per Rapporto peso frequenza di sollevamento per evitare affaticamento e danni alla schienaevitare affaticamento e danni alla schiena

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Pressioni sulle vertebre lombari in varie Pressioni sulle vertebre lombari in varie posizioni di spostamento di un caricoposizioni di spostamento di un carico

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Se si deve sollevare un oggettoSe si deve sollevare un oggetto

no si

se si devono spostare oggettise si devono spostare oggetti

no si

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Se si deve porre in alto un oggettoSe si deve porre in alto un oggetto

no si

ModalitModalitàà corretta per sollevare o corretta per sollevare o spostare di un pesospostare di un peso

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Pressione sulle vertebre lombari Pressione sulle vertebre lombari nel trasporto di un cariconel trasporto di un carico

ModalitModalitàà corretta corretta per trasportare per trasportare

pesi con le pesi con le bracciabraccia

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Norme generali di comportamento

•Si deve assicurare che i piani di lavoro e le vie da percorrere siano sgombere

•Deve verificare che il pavimento non presenti pericoli di scivolamento, buche, corpi sporgenti macchie d’olio ecc.

•Deve sincerarsi che l’ingombro del carico non sia tale da impedire la visuale

Ambiente in cui ci si deve muovere

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MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

�� In ogni caso, operatori soggetti alla movimentazione In ogni caso, operatori soggetti alla movimentazione manuale dei carichi sono sottoposti a sorveglianza manuale dei carichi sono sottoposti a sorveglianza sanitariasanitaria

�� ÈÈ effettuata dal medico competenteeffettuata dal medico competente

e comprende:e comprende:

�� accertamenti preventivi;accertamenti preventivi;

�� accertamenti periodici.accertamenti periodici.

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�� Identificare eventuali condizioni Identificare eventuali condizioni ““negativenegative”” di salute, al fine di di salute, al fine di prevenirne lprevenirne l’’ulteriore aggravamento;ulteriore aggravamento;

�� identificare soggetti particolarmenteidentificare soggetti particolarmentea rischio;a rischio;

�� contribuire alla valutazione del rischio;contribuire alla valutazione del rischio;�� verificare nel tempo lverificare nel tempo l’’adeguatezza adeguatezza

delle misure di prevenzione adottate.delle misure di prevenzione adottate.

Rischio meccanicoRischio meccanico

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Pericolosi connessi all’utensile che durante la rotazione può causare gravi ferite agli arti superiori. Inoltre può afferrare e trascinare indumenti o capelli

Pericolosi connessi all’eventuale rottura dell’utensile lavoratore con proiezione di frammenti (viso, occhi)

Pericolosi dovuti alla rotazione del pezzo in lavorazione

TRAPANITRAPANI

Rischio nellRischio nell’’uso di macchineuso di macchine

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Proiezione di materiali in lavorazione

Impigliamento degli indumenti nel mandrino rotante

Schiacciamento degli arti con il mandrino durante la sostituzione

TORNIOTORNIO

Rischio nellRischio nell’’uso di macchineuso di macchine

Contatti accidentali con il nastro

SEGA PER METALLISEGA PER METALLI

MOLATRICIMOLATRICI

Rischio nellRischio nell’’uso di macchineuso di macchine

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Rischio chimicoRischio chimico

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RISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICO

RISCHIO CONNESSO ALLRISCHIO CONNESSO ALL’’USO PROFESSIONALEUSO PROFESSIONALE

DI SOSTANZE O PREPARATI IMPIEGATI NEIDI SOSTANZE O PREPARATI IMPIEGATI NEI

CICLI DI LAVORO, CHE POSSONO ESSERECICLI DI LAVORO, CHE POSSONO ESSERE

INTRINSECAMENTE PERICOLOSI O RISULTAREINTRINSECAMENTE PERICOLOSI O RISULTARE

PERICOLOSI IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI PERICOLOSI IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI DD’’IMPIEGOIMPIEGO..

RISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICODEFINIZIONIDEFINIZIONI

RISCHIORISCHIO

PERICOLO La proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti

nocivi.

La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di

utilizzazione o esposizione.

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RISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICODEFINIZIONIDEFINIZIONI

AGENTI CHIMICI

Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti,compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi

attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.

(Art.222 D.lgs 81/08)

I RISCHI DA AGENTI CHIMICII RISCHI DA AGENTI CHIMICI

AGENTI CHIMICI PERICOLOSIAGENTI CHIMICI PERICOLOSI

1. Agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai ai sensi del D.Lgs. 3/2/97, n. 52, e successive modifiche;

2. Agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del D.Lgs. 14/3/2003,n.65 (sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente);

3. Agenti chimici che pur non essendo classificabili come pericolosi in base ai punti 1 e 2, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute a causa della loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzate o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale.

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DEFINIZIONE DI PERICOLOSITDEFINIZIONE DI PERICOLOSITÀÀ

Sono pericolose le sostanze e i preparati che hanno una o più delle seguenti proprietà:

CHIMICO-FISICHE

TOSSICOLOGICHE

CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZA CHIMICHECLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZA CHIMICHE

• ESPLOSIVI• COMBURENTI (Ossigeno)• ESTREMAMENTE INFIAMMABILI (R12- os. etilene)• FACILMENTE INFIAMMABILI (R11 – Toluene)• INFIAMMABILI (R10 - xilene)

• MOLTO TOSSICI (T+)• TOSSICI (T – formaldeide)• NOCIVI (Xn – clorobenzene)• CORROSIVI (C – acido cloridrico)• IRRITANTI (Xi – dimetilammina)• SENSIBILIZZANTI ( Xn - R42; Xi – R43)

• CANCEROGENI• MUTAGENI• TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

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Le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizione di parziale contenimento.

Le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica.

ESPLOSIVI

COMBURENTI

Le sostanze ed i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità.

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI

Le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria.

INFIAMMABILI

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� le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi;

�le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo il distacco della sorgente di accensione;

�le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità è molto basso;

�le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose.

FACILMENTE INFIAMMABILI

Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche.

Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche.

MOLTO TOSSICI

Le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche

TOSSICI

NOCIVI

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TOSSICITTOSSICITÀÀ

�� Dose: Dose: PARACELSO(1493PARACELSO(1493--1541)1541): Tutte le sostanze sono : Tutte le sostanze sono velenose non esiste nessuna sostanza che non sia un veleno velenose non esiste nessuna sostanza che non sia un veleno èè la la dose che distingue il veleno dal farmaco;dose che distingue il veleno dal farmaco;

�� TossicitTossicitàà intrinseca del composto;intrinseca del composto;

�� Via di esposizione;Via di esposizione;

�� Relazione dose/risposta;Relazione dose/risposta;

�� Relazione dose/effetto.Relazione dose/effetto.

Le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva.

Le sostanze ed i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce reazioni avverse caratteristiche.

CORROSIVI

IRRITANTI

Le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria.

SENSIBILIZZANTI

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Le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza.

Le sostanze ed i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili.

Agenti chimici,fisici o biologici in grado di alterare il materiale genetico di una cellula rendendola capace di sviluppare un tumore in seguito ad una esposizione piùo meno prolungata nel tempo.

CANCEROGENI

MUTAGENI

TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO

I RISCHI DA AGENTI CHIMICII RISCHI DA AGENTI CHIMICI

ESPOSIZIONEESPOSIZIONE

L’esposizione lavorativa al rischio chimico dipende:�dalle caratteristiche chimico – fisiche e tossicologiche delle sostanze e/o dei preparati utilizzati;�dal ciclo di lavorazione;�delle modalità operative.

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MONITORAGGIO AMBIENTALEMONITORAGGIO AMBIENTALE

MISURA, USUALMENTE A LIVELLO ATMOSFERICO, MISURA, USUALMENTE A LIVELLO ATMOSFERICO,

DEGLI AGENTI PRESENTI NEL LUOGO DI LAVORO DEGLI AGENTI PRESENTI NEL LUOGO DI LAVORO

PER LA VALUTAZIONE DELLPER LA VALUTAZIONE DELL’’ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE

AMBIENTALE E DEL RISCHIO PER LA SALUTE IN AMBIENTALE E DEL RISCHIO PER LA SALUTE IN

RAPPORTO AD APPROPRIATI RIFERIMENTI.RAPPORTO AD APPROPRIATI RIFERIMENTI.

MONITORAGGIO BIOLOGICO

MISURA, USUALMENTE NEL SANGUE, URINE E ARIA ESPIRATA DEL SOGGETTO ESPOSTO, DEGLI AGENTI CHIMICI PRESENTI NEL LUOGO DI LAVORO O DEI LORO METABOLITI PER VALUTARE

L’ESPOSIZIONE E IL RISCHIO PER LA SALUTE IN RAPPORTO AD APPROPRIATI VALORI DI RIFERIMENTO.

EVITARE CHE L’ESPOSIZIONE DEL LAVORATORE A SOSTANZE PRESENTI NELL’AMBIENTE DI LAVORO RAGGIUNGA LIVELLI CAPACI

DI PROVOCARE EFFETTI AVVERSI.TALE SCOPO È OTTENUTO PER MEZZO DEGLI

INDICATORI BIOLOGICI.

DEFINIZIONE

OBIETTIVO

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VALUTAZIONE DEI RISCHIVALUTAZIONE DEI RISCHIIl D.L. prende in considerazione

a) Le proprietà pericolose;

b) le informazioni sulla salute e sulla sicurezza comunicate dal produttore o dal fornitore tramite la relativa scheda di sicurezza;

c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione;

d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresi la quantità degli stessi;

e) i valori limiti di esposizione professionale o i valori limiti biologici;

f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;

g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.

LA COMUNICAZIONE DEI RISCHILA COMUNICAZIONE DEI RISCHI

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LA COMUNICAZIONE DEI RISCHILA COMUNICAZIONE DEI RISCHI

SCHEDA DI SICUREZZASCHEDA DI SICUREZZA

� accompagnano obbligatoriamente l’immissione sul mercato di sostanze e preparati pericolosi;

� sono una vera e propria guida alla manipolazione sicura da partedi chi utilizza professionalmente un prodotto pericoloso;

� contengono 16 informazioni;

� Devono essere richieste al produttore o fornitore del prodotto;

� Vanno conservate nel luogo di lavoro rendendone facile e rapida la consultazione.

� Molto più dettagliate delle etichette;

� rivolte all’utilizzatore professionale (datore di lavoro);

� per la protezione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro e la protezione dell’ambiente;

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La scheda di sicurezza deve contenere i seguenti 16 capitoliLa scheda di sicurezza deve contenere i seguenti 16 capitoli

SCHEDA DI SICUREZZA

IL DANNO DA AGENTI CHIMICI IL DANNO DA AGENTI CHIMICI ÈÈ CAUSATO DA : CAUSATO DA :

�� DALLDALL’’INALAZIONEINALAZIONE�� DALLDALL’’INGESTIONEINGESTIONE�� DAL CONTATTO (pelle e mucose )DAL CONTATTO (pelle e mucose )

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IL DANNO DA AGENTI CHIMICI IL DANNO DA AGENTI CHIMICI ÈÈ CAUSATO DA : CAUSATO DA :

L’agente è presente nell’aria e introdotto nell’organismo con l’atto respiratorio.

IL DANNO DA AGENTI CHIMICI IL DANNO DA AGENTI CHIMICI ÈÈ CAUSATO DA : CAUSATO DA :

L’agente penetra nell’organismo attraverso il cavo orale come

contaminante di alimenti o per mezzo di oggetti portati alla bocca

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IL DANNO DA AGENTI CHIMICI È CAUSATO DA :

L’agente penetra nell’organismo attraverso il contatto con la pelle o le mucose svolgendo un’azione locale o venendo assorbito dagli

strati grassi dell’epidermide

Il rischio da agenti fisici:Il rischio da agenti fisici:

rumorerumore e e vibrazionivibrazioni

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Rumore, vibrazioniRumore, vibrazioni

Rischio RUMOREIl suono è una variazione di pressione che si propaga nello spazio e nel tempo all’interno di un mezzo solido, liquido o gassoso; ai nostri fini il mezzo di propagazione di interesse è l’aria

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CARATTERISTICHE FISICHE DEL RUMORE

Si dice che un rumore è “grave”come quello di un temporale……

…oppure acuto come gli strilli di un neonato

Responsabile di tali sensazioni è un parametro fisico detto “frequenza”, che si misura in Hertz [Hz]. L’orecchio umano è in grado di avvertire frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz

La frequenza è una grandezza intrinseca nel senso che non dipende dal punto di osservazione

Si dice che un rumore è “lieve”come lo stormire delle foglie…

… oppure alto e forte come quello di un aereo al decollo

Responsabile di tali sensazioniè un parametro fisico detto “intensità”, che si misura in Decibel [dB].

L’intensità è una grandezza soggettiva nel senso che dipende dal punto di osservazione: più lontana è la sorgente acustica, più lieve risulta il rumore avvertito

Rumore

Suono

Oscillogramma

Suono e Rumore: le differenze

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IL DECIBEL: per quanto fisicamente e matematicamente non sia un’unità di misura, sia nell’uso scientifico sia, soprattutto, in quello comune, è invalso l’utilizzo del DECIBEL (dB) come unità di misura del rumore.

La vera unità di misura è, nel Sistema Internazionale, il Pascal (Pa) il cui utilizzo è però poco immediato e assai complesso. Si ricorre così all’utilizzo dei Decibel.

L’UNITÀ DI MISURA DEL RUMORE

Spesso poi, invece che la sigla “dB” si trova “dB(A)”.

Questo aspetto è relativo al fatto che, nell’intervallo di frequenze avvertibili dall’orecchio umano compreso tra 20 e 20.000 Hz, questo avverte meglio certe frequenze – quelle intorno ai 3.000 – 5.000 Hz - e meno bene le basse e le alte frequenze.

Dato che la misura del rumore è effettuata con strumenti oggettivi, detti fonometri, che rilevano il rumore con la medesima sensibilità a tutte le frequenze, i tecnici applicano degli speciali filtri con cui tali strumenti registrano le emissioni acustiche con la medesima soggettività dell’orecchio umano medio. Il filtro “A” aumenta le frequenze medie (meglio avvertite dall’uomo) e deprime le alte e basse frequenze (meno avvertite dall’uomo) in modo che il fonometro restituisca una registrazione delrumore coerente con la sensazione sonora umana. Da qui l’indicazione “dB(A)”

Attenzione però: derivando da un’operazione un po’ complessa detta logaritmo, i Decibel si devono sommare e sottrarre con regole particolari! Ad esempio:

80 dB + 80 dB = 83 dB e non, come si potrebbe pensare, 160 dB !!!

In pratica, il raddoppio di una sorgente sonora (due identiche presse ugualmente operanti anzichéuna sola) determina un aumento della pressione sonora di soli 3 dB!

IL LIVELLO SONORO CONTINUO EQUIVALENTE [LAeq]

Rumore istantaneo Livello equivalente

Il Livello sonoro continuo equivalenteè il livello sonoro che, sostituito al rumore reale per il medesimo intervallo di tempo, determina un’identica emissione di energia sonora

Quando è misurato con filtro di ponderazione in frequenza “A”, tale livello si indica con il simbolo LAeqTale livello è diffusissimo e gran parte delle misure di rumore, sia in campo ambientale sia in ambiente di lavoro, sono espresse mediante tale funzione

Esistono dei casi in cui l’utilizzo del LAeq non risulta significativo: ad es., il caso del rumore ferroviario allorché il passaggio anche di pochi terni può risultare assai disturbante, specie di notte, benché l’esito della misura di rumore in termini di LAeq risulti basso

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FISIOPATOLOGIA DELL’ORECCHIO

L'ORECCHIOL'organo dell'udito è costituito

dall'orecchio, suddiviso in tre parti: orecchio interno, che ha il compito di raccogliere le onde sonore; orecchio

medio, deputato a ricevere e a trasmettere le vibrazioni prodotte dalle

onde sonore all’orecchio esterno, il quale trasmette gli stimoli derivanti

dalle vibrazioni all'encefalo e presiede al senso dell'equilibrio

Le onde di pressione dall’esterno sono raccolte dal padiglione auricolare (orecchio esterno), entrano nel condotto uditivo esterno dove colpiscono la membrana timpanica, che vibra. Le vibrazioni sono convogliate agli ossicini dell'orecchio medio, che trasmettono gli impulsi alla chiocciola costituta da una delicata struttura a spirale ripiena di un fluido. Nell'orecchio interno oltre alle cellule sensoriali (organo del Corti) situate nella chiocciola (o coclea), si trovano le strutture che costituiscono l'organo dell'equilibrio.Gli impulsi giunti all'orecchio interno, viaggiando lungo terminazioni nervose, raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello, dove sono riconosciuti come suoni

L'orecchio interno ha una duplice funzione:• organo acustico, cioè recettore delle vibrazioni sonore che giungono dall'orecchio medio • organo statico, che regola il senso dell'equilibrio

Gli effetti che l’esposizione al rumore determina sull’uomo sono dipendenti da numerose variabili, come le caratteristiche fisiche del fenomeno, i tempi e le modalità di manifestazione dell’evento sonoro, la specifica sensibilità del soggetto esposto, e sono comunemente classificati come:

• effetti di danno, vale a dire di alterazioni non reversibili o non completamente reversibili, riscontrabili dal punto di vista clinico e/o anatomopatologico;• effetti di disturbo, cioè di alterazioni temporanee delle condizioni psicofisiche del soggetto, che siano chiaramente riscontrabili, determinando effetti fisiopatologici ben definiti;• sensazione di disturbo e fastidio genericamente intesa (annoyance).

EFFETTI DELL’ESPOSIZIONE A RUMOREIl danno da esposizione a rumore o ipoacusia presenta le seguenti caratteristiche:

• è quantificabile attraverso gli esami audiometrici• è determinato dall'esposizione ad elevati livelli di rumore (sul lavoro e nel tempo libero)• è irreversibile quando la lesione è organica, vale a dire quando si ha la distruzione

delle cellule sensoriali dell’organo del Corti• non è evolutivo una volta interrotta l’esposizione al rumore

IPOACUSIA non è sinonimo di sordità completa bensì di perdita di capacità uditiva, più o meno marcata. La cessazione dell’esposizione a rumore (pensione, ad es.) arresta il fenomeno di perdita di capacità uditiva ma ai danni già manifestatisi non si può porre rimedio

MECCANISMO DI AZIONE DEL RUMORE SULL’ORGANISMO

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In via generale, si può affermare che, all’interno dell’apparato uditivo umano:

• la sede della lesione è differente a seconda della frequenza [Hz] caratteristica del rumore• la gravità della lesione è correlata alla quantità di energia sonora somministrata mentre le

lesioni appaiono più marcate in presenza di rumore di tipo impulsivo

L’esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa entità provoca l’innalzamento della soglia uditiva del soggetto in esame; quantitativamente, il fenomeno è indicato come la differenza in dB tra la soglia uditiva in condizioni di riposo acustico e quella dopo la stimolazione sonora. Essendo tale innalzamento transitorio, si parla di “spostamento temporaneo della soglia” (STS); esperienza comune dell’STS può essere la ridotta capacità uditiva che si avverte dopo una serata in discoteca o dopo un concerto.

Evidentemente, se dopo un intenso stimolo acustico si avverte una ridotta capacità uditiva, questo fenomeno è indice di un innalzamento della soglia uditiva: un rumore chiaramente avvertito in condizioni normali non è invece udibile in condizioni di stress acustico. Tale fenomeno risulta generalmente transitorio nel senso che, concedendo all’orecchio un adeguato periodo di riposo, esso riacquista completamente le normali capacità uditive

MECCANISMO DI AZIONE DEL RUMORE SULL’ORGANISMO

Con il termine “soglia uditiva” si intende la minima intensitàsonora percepita alle varie frequenze; si ricorda al proposito che

l’orecchio umano è in grado di percepire suoni di frequenza compresa tra i 20 ed i 20.000 Hz e che esso sente “meglio” a certe

frequenze,intorno ai 4.000 Hz, e meno bene ad altre. È possibile determinare la soglia uditiva mediante un esame detto audiometria

tonale liminare, che consiste nell’invio al paziente di toni puri per via aerea o per via ossea.

Confronto tra audiometrie

0

5

10

15

20

25

0 250 500 1000 2000 4000 6000 8000

Frequenza [Hz]

Dec

ibel

Audiometria STS

Audiometria incondizioni normali

Nel grafico di destra si evidenziano, in blu ed in fucsia, due audiometrie effettuate in

condizioni di stress e di riposo acustico: come si può vedere, in

prossimità dei 2000 Hz si ha un picco di deficit momentaneo di capacità uditiva

Lo spostamento temporaneo della soglia può caratterizzarsi per una durata brevissima, breve o prolungata (in

quest’ultimo caso si parla di “Fatica uditiva patologica”) ma in ogni caso, se

l’esposizione a rumore non è ripetuta, il soggetto riprenderà completamente le

proprie facoltà uditive

Se l’esaurimento funzionale che ha determinato lo STS a carico dell’apparato uditivo si mantiene entro certi limiti, alla cessazione dello stimolo è possibile un completo recupero; se però tale esaurimento risulta eccessivo e l’esposizione a rumore ripetuta quotidianamente, può non sussistere la possibilità di un recupero totale e dunque lo STS evolve lentamente in un danno irreversibile detto “spostamento permanente della soglia uditiva” (SPS) o, più comunemente, “ipoacusia da rumore”.

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Circa le connessioni tra lo spostamento temporaneo e quello permanente della soglia uditiva, sono state condotti numerose indagini epidemiologiche giunte alle seguenti conclusioni:

• a parità di condizioni, lo SPS varia notevolmente da soggetto a soggetto tant’è che, accanto a lavoratori gravemente danneggiati, ve ne sono altri perfettamente normali

• se tra un’esposizione al rumore e la seguente non si ha un periodo sufficiente di quiete acustica utile per un completo recupero delle capacità uditive, nel medio periodo si instaurano con ogni probabilità condizioni favorevoli ad un danno irreversibile

• Lo SPS o ipoacusia da rumore è, come detto, irreversibile ma l’entità del danno non si aggrava dal momento di cessazione ad esposizione al rumore (per pensionamento o cambio mansione).

SOSTANZE OTOTOSSICHEEsistono alcune sostanze la cui presenza in ambiente di vita o di lavoro o la cui assunzione – farmaci

– possono risultare dannose per la funzionalità dell’apparato uditivo.Le principali sono: monossido di Carbonio (CO), stirene, toluene, xilene, etilbenzene, tricloroetilene,

disolfuro di carbonio, n-esano, piombo, manganese, arsenico, mercurio

LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO

Come per qualsiasi altro rischio aziendale, la migliore soluzione per ovviare al problema rumore consiste nella sua mancata generazione, nello sforzo di applicazione di tecnologie e di metodologie di lavoro che riducano per quanto possibile le emissioni sonore. Questo è il principio della PREVENZIONE

Eliminare il pericolo è possibile mediante:• utilizzo di carrelli elevatori elettrici anziché Diesel• utilizzo di attrezzature di lavoro meno rumorose• utilizzo di soffi d’aria silenziati• effettuazione delle operazioni di lavoro con responsabilità e buon senso• scaricamento di pezzi metallici su superfici gommate………….

Neutralizzare il pericolo è possibile mediante:• isolamento anche strutturale dei reparti rumorosi• copertura ed insonorizzazione di attrezzature rumorose• interposizione di barriere fonoisolanti• ……

Proteggere l’operatore è possibile mediante:• isolamento delle cabine e di locali di lavoro• utilizzo di Dispositivi di protezione individuale dell’udito

(DPIu): inserti auricolari, archetti, cuffie

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LA PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO MEDIANTE I DPIu

TAPPI: i tappi sono costituiti inserti in materiale gommoso, normalmente schiuma poliuretanica, da inserire entro il condotto uditivo al fine di ridurre la trasmissione del rumore per via aerea. Se ben inseriti, essi garantiscono un’elevata protezione dalle

emissioni sonore.

Gli inserti auricolari devono essere indossati mediante la seguente procedura:1. Accertarsi che le dita delle mansi siano ben pulite ed esenti da oli e polveri2. Mediante pressione di rotolamento tra indice e pollice, i tappi devono essere

compressi fino a formare un cono (si veda la figura 1)3. Tendendo l’orecchio con la mano opposta a quella dell’orecchio di inserimento,

sistemare l’inserto entro il condotto uditivo facendolo ben penetrare (figura 2)4. Esercitare sull’inserto una pressione per una

durata di circa 25 – 30 secondi; in tale intervallo di tempo il tappo si espanderàall’interno del condotto uditivo per un ottimale isolamento acustico (figura 3)

CUFFIE

sono costituite da coppe in plastica rivestite di materiale schiumoso con cuscinetti lateraliriempiti di schiuma; un’apposita fascia ad arco connette le due coppe mantenendole aderentialle orecchie.Le cuffie garantiscono una protezione da rumore inferiore rispetto a quella dei tappi benindossati ma hanno i seguenti vantaggi:• un inserimento più facile• possibilità di metterle e toglierle facilmente numerose volte, anche con le mani non

perfettamente pulite (evitare però che materiali estranei entrino in contatto con l’orecchio)• se, come doveroso, sono ben utilizzate e mantenute in ottimali condizioni di pulizia da

parte del lavoratore, hanno lunga durata

IL DECRETO LEGISLATIVO 81/2008

Il Decreto Legislativo 10 aprile 2006, n. 195, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 30 maggio 2006, si sostituisce al precedente celeberrimo D.Lgs. 277/1991, l’antesignano delle normative relative alla sicurezza di “nuova concezione” ovvero delle normative che per prime hanno imposto la valutazione del rischio. Ora il nuovo D.Lgs. 81/2008D.Lgs. 81/2008, Testo Unico in materia di sicurezza e salute del lavoro, ha ricompresoal suo interno (Titolo VIII Capo II) il Decreto 195, con poche modifiche.

Si riassumono di seguito i tratti salienti della nuova legislazione

Il Decreto fissa dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, ovvero:· Valori limite di esposizione: LEX,8h = 87 dB(A); Ppeak = 140 dB(C) · Valori superiori di azione: LEX,8h = 85 dB(A); Ppeak = 137 dB(C) · Valori inferiori di azione: LEX,8h = 80 dB(A); Ppeak = 135 dB(C)

Un’importante modifica è stata l’introduzione dei valori di pressione di picco, che contabilizzano i picchi di rumore raggiunti anche per tempi brevi o brevissimi

Il Decreto afferma peraltro che:• la periodicità della valutazione deve essere perlomeno quadriennale• i luoghi di lavoro dove i lavoratori sono esposti al di sopra dei valori superiori di azione (85 dB(A) di

LEX e 137 dB(C) di Ppeak) devono essere indicati con apposita segnaletica• in ogni operazione che lo esponga a valori superiori ai valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e

137 dB(C) di Ppeak), il lavoratore ha l’obbligo di utilizzo di otoprotettori (inserti auricolari, archetti ocuffie) messi a disposizione dal Datore di lavoro

• l’informazione e la formazione è garantita ai lavoratori esposti al di sopra dei valori inferiori di azione(80 dB(A) di LEX e 135 dB(C) di Ppeak).

• La sorveglianza sanitaria è garantita per tutti i lavoratori la cui esposizione media giornaliera risultisuperiore ai valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e 137 dB(C) di Ppeak); il lavoratore non puòsottrarsi alle visite audiometriche preventiva e periodiche. La sorveglianza sanitaria avvienenormalmente per mezzo di visite audiometriche, nelle quali si stabiliscono quali siano, a determinatefrequenze, le minime pressioni sonore avvertite dal soggetto. Il confronto dell’audiometria effettuatanell’anno in corso con quelle degli anni precedenti può evidenziare lesioni e danni all’orecchio.

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SSìì80,080,086,386,3ADDETTO OPERATOREADDETTO OPERATORE11

LEX,LEX,8h8hcon uso di DPIcon uso di DPI

Sorveglianza Sorveglianza sanitariasanitaria

LEX,LEX,8h8hDenominazione della mansioneDenominazione della mansioneNumero Numero

mansionemansione

Esempio: ESITO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE

IMPORTANTE:Presso la ditta …………………………………………………………………………………………………………. èOBBLIGATORIO l’utilizzo di otoprotettori (tappi, cuffie, archetti) durante l’utilizzo di strumenti manuali rumorosi quali la levigacoste, la smerigliatrice, la molatrice manuale e la fresa a disco

Esempio: RILIEVO FONOMETRICO

Rischio VIBRAZIONILe vibrazioni meccaniche sono prodotte dal movimento oscillatorio di un corpo intorno ad una posizione di equilibrio; esse sono essenzialmente caratterizzate dall'asse di ingresso (x, y, z), dalla frequenza (Hz), dall'ampiezza (accelerazione in m/s2), e dal tempo di esposizione.

X

Y

Z

X

Y

Z

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�� L'esposizione dell'uomo alle vibraL'esposizione dell'uomo alle vibra--�� zionizioni èè aumentata progressivamenteaumentata progressivamente�� con lo sviluppo della con lo sviluppo della meccanizzaziomeccanizzazio--�� ne industriale ed agricola e con lone industriale ed agricola e con lo�� impiego crescente dei mezzi di traimpiego crescente dei mezzi di tra--�� sporto.sporto.

Vibrazioni al corpo interoVibrazioni al corpo intero: il corpo umano viene : il corpo umano viene sollecitato nella sua totalitsollecitato nella sua totalitàà della struttura che della struttura che vibra attraverso la superficie di appoggio (guida di vibra attraverso la superficie di appoggio (guida di automezzi)automezzi)

Vibrazione del sistema manoVibrazione del sistema mano--bracciobraccio: utensili : utensili vibranti, macchine ad aria compressa, elettrovibranti, macchine ad aria compressa, elettro--utensili (smerigliatrici, trapani, frese etc.)utensili (smerigliatrici, trapani, frese etc.)

Vibrazioni: tipologie

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�� La grandezza rilevata La grandezza rilevata èè ll’’accelerazioneaccelerazione come come valore r.m.s. (valore quadratico medio) ponderato valore r.m.s. (valore quadratico medio) ponderato in frequenza campionato nellin frequenza campionato nell’’intervallo di intervallo di frequenze che parte da 0,5 frequenze che parte da 0,5 HzHz fino a 80 fino a 80 Hz.Hz.

�� a = velocita = velocitàà / tempo [m/sec] / tempo [m/sec] // [[secsec] = m/sec] = m/sec²²

Vibrazione = oscillazione / sec = [Vibrazione = oscillazione / sec = [HzHz] ]

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Effetti riconducibili allEffetti riconducibili all’’esposizione a vibrazione esposizione a vibrazione

al corpo intero e frequenze caratteristiche:al corpo intero e frequenze caratteristiche:

�� Alterazioni della colonna vertebrale 3Alterazioni della colonna vertebrale 3--10 10 HzHz

�� Disturbi dellDisturbi dell’’apparato digerente 4apparato digerente 4--8 8 HzHz

�� Disturbi apparato riproduttivo (donna) 40Disturbi apparato riproduttivo (donna) 40--55 55 HzHz

�� Disturbi circolatori 0.8Disturbi circolatori 0.8--1.5 1.5 HzHz

�� Effetti Effetti cocleococleo--vestibolarivestibolari 44--8 8 HzHz

�� Mal di moto < 0.5 Mal di moto < 0.5 HzHz

Valori di riferimentoValori di riferimento

�� Strumento di misura = accelerometroStrumento di misura = accelerometro

�� Corpo intero Corpo intero V.L.V.L. = = 1 m/sec1 m/sec22 V.A.V.A. = = 0,5 m/sec0,5 m/sec22

�� Sistema mano braccio Sistema mano braccio V.L.V.L. = = 5 m/sec5 m/sec22 V.A.V.A. = = 2,5 m/sec2,5 m/sec22

V.L. = valore limite V.L. = valore limite V.A. = valore di attenzioneV.A. = valore di attenzione

Riferimenti normativi:Riferimenti normativi: D.LgsD.Lgs 81/2008 81/2008 -- Titolo VIII capo III (dallTitolo VIII capo III (dall’’Art.Art. 200 in poi)200 in poi)

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VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO

È noto che il corpo umano risulta esposto a vibrazioni trasmesse al corpo intero nelle attività lavorative svolte a bordo di mezzi di trasporto o movimentazione quali ruspe, pale meccaniche, escavatori gommati e cingolati, trattrici agricole, camion, carrelli elevatori, autobus, treni ecc.

È stato stimato che una frazione di popolazione lavorativa compresa tra il 4 ed il 7% dei paesi occidentali sia esposta a tali tipi di vibrazioni.

Studi epidemiologici dimostrano inoltre che i conducenti e gli operatori di macchinari mobili che lavorano in posizione assisa in un macchinario mobile (gru a ponte, trattori…) sono soggetti a sviluppare mal di schiena e sciatica prima di altre categorie di lavoratori.

La frequente esposizione a vibrazioni e ad urti ripetuti può provocare lesioni alle vertebre ed ai dischi invertebrali ed aumentare la probabilità di insorgenza di mal di schiena.

PATOLOGIE DEL RACHIDE LOMBARE

Vi è una sufficiente evidenza epidemiologica che il rischio di insorgenza di patologie del rachide (colonna vertebrale) aumenti all’aumentare della durata e dell’intensità dell’esposizione a vibrazioni “corpo intero”; in alcuni paesi UE, certe patologie del rachide sono considerate di origine professionale (in presenza di specifici requisiti inerenti intensità e durata dell’esposizione a vibrazioni).

Per contro, alcune caratteristiche individuali (età, costituzione, tabagismo, presenza di pregressi traumatismi alla schiena…) sono riconosciuti quali importanti variabili predittive alla comparsa di disturbi al rachide.

Ne deriva che i sintomi muscolo scheletrici e le lesioni al rachide rappresentano un complesso di alterazioni di origine multifattoriale (cioè: professionale ed extraprofessionale) per cui risulta assai difficile separare il contributo delle vibrazioni da quello di altri fattori di rischio di natura individuale)

DISTURBI DIGESTIVI E CERVICO-BRANCHIALI

L’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero può in alcuni casi determinare risposta muscolare della regione collo-spalla ed alcuni studi hanno evidenziato un’aumentata occorrenza di disturbi cervico-branchiali nei conducenti di automezzi. Per altro verso, ricerche sperimentali hanno dimostrato che l’esposizione acuta a vibrazioni meccaniche può indurre un aumento dell’attività gastro-intestinale.

L’associazione tra esposizione a vibrazioni meccaniche e disturbi dispeptici da un lato, cervico-branchiali dall’altro è tuttavia risultata debole

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EFFETTI SULL’APPARATO RIPRODUTTIVO

È possibile che l’esposizione a vibrazioni meccaniche possa causare alcuni effetti nocivi sull’apparato riproduttivo femminile; disturbi del ciclo mestruale, processi infiammatori ed anomalie del parto sono stati riscontrati in donne esposte a vibrazioni con frequenze comprese tra 40 e 55 Hz. Uno studio epidemiologico presenta una media di aborto spontaneo e mortalitàprenatale (senza malformazioni congenite) superiore alla media in lavoratrici esposte a vibrazioni nel settore dei trasporti.

COME INTERVENIRE

1. INFORMAZIONE. Individuazione di attrezzature a rischio e tempi di esposizioneAl fine di poter correttamente valutare l’esposizione al rischio di vibrazioni trasmesse al

corpo intero, è necessario individuare in via preliminare le attrezzature di lavoro in grado ditrasmetterle ed i tempi di esposizione di ciascun lavoratore alla determinata operazione.Occorre inoltre reperire il dato di targa indicante l’entità della vibrazione trasmessa; se taleinformazione è indisponibile è necessario ricorrere alla consulenza di un igienista industriale.

2. ERGONOMIA. Scelta del sedile adeguato e sua manutenzioneLa migliore strategia consiste nell’abbinare la scelta di un veicolo con cabina ammortizzata

e di un sedile con sospensioni. Occorre poi verificare periodicamente che sedile e sospensionisiano in buone condizioni: l’imbottitura, ad esempio, non deve essere deformata. In genere isedili ammortizzati hanno vita più breve di quella dei veicoli su cui sono montati e, a loro volta,gli ammortizzatori hanno durata minore rispetto al relativo sedile.

VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO BRACCIO

L’esposizione a vibrazioni mano braccio è dovuta principalmente all’impugnatura diutensili portatili o da sollecitazioni trasmesse dal banco di lavoro. Tra le macchine portatili ad impugnatura, si ricordano scalpellatori, martelli perforatori e demolitori, trapani, avvitatori, smerigliatrici, motoseghe, levigatrici, compattatori vibro-cemento ecc.

Gli strumenti vibranti possono essere pneumatici, elettrici o a combustione interna e possono avere un moto rotatorio (mole, trapani, seghe circolari…), percussorio (martello pneumatico, picconatore, scalpellatore…) o combinato (perforatrici).

L’esposizione a vibrazioni è causata generalmente dal contatto delle mani con l’impugnaturadell’utensile ed i primi sintomi di malessere possono sorgere anche solo dopo alcuni mesi o anni, in base al soggetto ed all’ampiezza della vibrazione a carico del sistema mano-braccio

Si calcola che circa il 5% del totale dei lavoratori sia esposto al rischio di vibrazioni; tale percentuale sale significativamente in alcuni settori quali quello edilizio, ingegneria civile, manutenzione di strade e ferrovie, fonderie e officine meccaniche, miniere ecc.

Sindrome da vibrazioni

mano - braccio

Danni vascolari (forma secondaria della sindrome di Raynaudo del dito bianco)

Danni neurologici (neuropatia periferica prevalentemente sensitiva)

Danni ostearticolari (lesioni cronico degenerative a carico deisegmenti ossei ed articolari)

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L’esposizione professionale a vibrazioni mano-braccio conduce a lesioni neurovascolari e muscolo-scheletriche.

I primi sintomi sono costituiti da fastidio alle mani ed alle articolazioni: intorpidimento, formicolii, piccoli problemi funzionali. Tali disturbi possono evolvere in:

• danneggiamento al senso del tatto e percezione del calore• riduzione della forza prensile e perdita di destrezza manuale• attacchi del fenomeno del “dito bianco” provocati da freddo ed umidità• fitte dolorose a mani e braccia

COME INTERVENIRE1. INFORMAZIONE: comprendere qual è il livello di esposizione cui il lavoratore è soggetto

Lo standard internazionale ISO 5349:2001 afferma che un’esposizione di circa 2,3 m/s2 per 8 ore può provocare, dopo 10 anni, una sindrome da vibrazione in circa il 10% della popolazione esposta.

Ciò significa peraltro che il rischio di contrarre la sindrome da vibrazioni deve essere valutato sulla base di un livello di esposizione equivalente (analogia con il rumore ed il D.Lgs. 277/91) vale a dire il livello continuativo che genererebbe in 8 ore la stessa energia di vibrazione determinata dall’esposizione reale. Tale livello è funzione del tipo di vibrazioni trasmesse dallo strumento e dalla durata dell’esposizione.

Tale dato può essere reperito dai dati di targa dell’attrezzatura di lavoro in quanto il DPR 459/96 (“direttiva macchine”) impone al costruttore di dichiarare il valore medio quadratico ponderato in frequenza quando questo superi i 2,5 m/s2; se tale valore non è superato, si deve dare evidenza del fatto.

Quando tale dato sia indisponibile, occorre rivolgersi alla consulenza di un esperto di igiene del lavoro e valutare il rischio da attrezzature vibranti

2. TEMPO DI ESPOSIZIONE: limitare la durata dell’utilizzo individuale di strumenti vibrantiIl tempo di esposizione alle vibrazioni è un fattore esenziale nell’insorgenza della sindrome da vibrazioni:

se possibile, occorre limitare tale durata individuale organizzando dei turni in particolare nelle postazioni con livelli di vibrazioni più alti

3. RIPOSO: programmare adeguatamente le pause di lavoroIl tempo di esposizione alle vibrazioni è un fattore essenziale nell’insorgenza della sindrome da

vibrazioni: se possibile, occorre limitare tale durata individuale organizzando dei turni in particolare nelle postazioni con livelli di vibrazioni più alti

5. ERGONOMIA: organizzare lo spazio di lavoroTalvolta è possibile, mediante semplici accorgimenti, effettuare piccole modifiche alla postazione ed

all’ambiente di lavoro onde ridurre la forza premente e quella prensile necessarie. Si tratta ad esempio di regolare l’altezza del piano operativo, stabilizzare le porzioni su cui si opera, collocare le rastrelliere onde agevolare l’atto del riporre i macchinari e gli utensili ecc.

4. DPI: assegnare adeguati guanti da lavoroOccorre fornire ai lavoratori soggetti ad esposizione a vibrazioni del sistema mano-braccio adeguati

guanti antivibranti, benchè la loro efficacia sia limitata. Essi devono essere marcati “CE” ed i valori di trasmissibilità TM e TH devono essere inferiori rispettivamente a 1 e 0,6.

6. MEDICO COMPETENTE: sorveglianza sanitaria e informazioneI lavoratori significativamente sottoposti a lavorazioni vibranti devono essere sottoposti ad uno specifico

protocollo di sorveglianza sanitaria preventiva e periodica da parte del medico competente, che ha anche il ruolo di informare i lavoratori circa i rischi connessi all’attività.

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Modulo 2 - AARPanoramica sulle tipologie di rischio

FINE LEZIONE