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UTE LEMPER Ute Lemper è indiscutibilmente una Diva. Quando canta, la Signora Lemper mette in scena suoni e parole di un piccolo universo personale. E se sono molti i paradisi perduti, quelli immaginati e quelli cercati nella storia della canzone moderna, lei ha scelto quelli intimi della chanson, del cabaret berlinese, delle rigorose parodie di Weil e Brecht, della nuova canzone alternativa americana, delle invenzioni di Nyman e, attualmente, dei ritratti della tradizione ebraica, araba e slava. Per niente facile, nemmeno per un interprete coraggiosa e appassionata quale Lemper è, entrare in modo naturale in una canzone di tre minuti, quando ad averla scritta è una figura come quella di Kurt Weill; oppure, quando ad averla cantata è uno come Jacques Brel. Come non è scontato restituire le atmosfere del cabaret politicoberlinese degli anni Venti; né è semplice immaginare il realismo fantastico e la malinconia della voce di Brel. Ute Lemper, con sottile ironia e naturale passione, mostra come sia invece semplice legare identità (la sua) e memoria (la nostra). Semplicemente, e con passione. C’è qualcosa che la rende simile alle voci e alle figure che interpreta, e c’è qualcosa che la rende al tempo stesso unica e originale. Infine, c’è un sottile gusto retrò che si rivela subito vivo, contemporaneo. La puoi ascoltare tenendo chiusi gli occhi, immaginando di essere ovunque, perché quello che canta come lo canta viene da tempi e luoghi che hanno il carattere delleternità. Ms. Lemper is, if anything, hardworking. Singing in German, French, English, Spanish and Yiddish and meticulously honing her vowels and consonants for each she threw her muscular voice into every number. There is nothing casual in this personality, even in re-creations of Édith Piaf or Astor Piazzolla. Indeed, I don't think Ute Lemper ever tossed off a song in her life. One admired the energy and concentration and, in the case of Kander and Ebb's "All That Jazz," fire that really burned!” (Bernard Holland, The New York Times)

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UTE LEMPER

Ute Lemper è indiscutibilmente una

Diva. Quando canta, la Signora

Lemper mette in scena suoni e

parole di un piccolo universo

personale. E se sono molti i paradisi

perduti, quelli immaginati e quelli

cercati nella storia della canzone

moderna, lei ha scelto quelli intimi

della chanson, del cabaret berlinese,

delle rigorose parodie di Weil e

Brecht, della nuova canzone

alternativa americana, delle

invenzioni di Nyman e, attualmente,

dei ritratti della tradizione ebraica,

araba e slava.

Per niente facile, nemmeno per un

interprete coraggiosa e

appassionata quale Lemper è,

entrare in modo naturale in una

canzone di tre minuti, quando ad

averla scritta è una figura come

quella di Kurt Weill; oppure,

quando ad averla cantata è uno

come Jacques Brel. Come non è scontato restituire le atmosfere del cabaret ‘politico’ berlinese degli

anni Venti; né è semplice immaginare il realismo fantastico e la malinconia della voce di Brel.

Ute Lemper, con sottile ironia e naturale passione, mostra come sia invece semplice legare identità

(la sua) e memoria (la nostra). Semplicemente, e con passione.

C’è qualcosa che la rende simile alle voci e alle figure che interpreta, e c’è qualcosa che la rende al

tempo stesso unica e originale. Infine, c’è un sottile gusto retrò che si rivela subito “vivo”,

contemporaneo. La puoi ascoltare tenendo chiusi gli occhi, immaginando di essere ovunque, perché

quello che canta – come lo canta – viene da tempi e luoghi che hanno il carattere dell’eternità.

“Ms. Lemper is, if anything, hardworking. Singing in German, French, English, Spanish and Yiddish — and

meticulously honing her vowels and consonants for each — she threw her muscular voice into every number.

There is nothing casual in this personality, even in re-creations of Édith Piaf or Astor Piazzolla. Indeed, I don't

think Ute Lemper ever tossed off a song in her life. One admired the energy and concentration and, in the case

of Kander and Ebb's "All That Jazz," fire that really burned!” (Bernard Holland, The New York Times)

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PROGRAMMI DISPONIBILI

Last Tango

in Berlin from Brecht in Berlin to the

bars of Buenos Aires

Ute Lemper: voce Vana Gierig: pianoforte

Marcelo Nisinman: bandoneon

Un viaggio da Berlino a Buenos Aires, da Brecht a Piazzolla. Accompagnata da pianoforte e

bandoneon, Ute Lemper presenta una straordinaria serata di tanghi da tutto il mondo in spagnolo,

portoghese, francese, tedesco e inglese e canta il suo omaggio al tango, ai suoi racconti d’amore, di

vita, di morte, di fatalità e passione. Il destino di queste canzoni ci porta in un viaggio nei vicoli

segreti di Berlino, New York, Parigi e Buenos Aires.

Video: http://www.youtube.com/watch?v=YWGodVX8EUE

Il programma comprenderà una selezione dal seguente repertorio:

Chiquillin de bachin (Astor Piazzolla)

L'Accordéoniste (Michel Emer)

Lili Marleen (Schulze/ Leip)

Yo soy Maria (Astor Piazzolla)

Buenos Aires (Astor Piazzolla)

Soledad (Astor Piazzolla)

Balada para un loco (Astor Piazzolla)

Ich bin vom Kopf bis Fuss auf Liebe eingestellt ( Frederick Hollaender)

Moritat von Mecky Messer (Kurt Weill/Bertolt Brecht)

Lola ( Frederick Hollaender)

Amarcord (Nino Rota)

Chanson de Jacky (Jacques Brel)

Ne me quitte pas (Jacques Brel)

Amsterdam (Jacques Brel)

Milord (Monnot/Moustaki)

La Colombe (Jacques Brel)

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Recensioni

Viaggio tra continenti con la voce di Ute Lemper

di ROBERTO CANZIANI

IL PICCOLO DI TRIESTE 20-01-10, 28 Cultura – Spettacolo

UDINE Internazionale davvero, Ute Lemper canta in inglese, parla in francese, flirta in tedesco e in

spagnolo con la musica. E al pubblico, quello udinese, accorso due sere fa a vederla al Teatro Nuovo,

ancora incantato dal concerto dello scorso decennio, regala un amarcord felliniano. Quarantasei

anni, sottili, sinuosi, biondi, cresciuti nel clima della nuova Germania, Lemper è esattamente ciò che

Dietrich seppe essere in un'altra Germania, apoteosi e tragedia d’Europa. A Marlene infatti non si

può non pensare, quando all’inizio dello spettacolo, questa Lemper felpata, diafana, sbuca in scena.

L’abito nero si amalgama con lo sfondo, e il gioco discreto delle luci lascia comparire il volto, i

fotografatissimi spigoli biondi. Tre musicisti fanno corona a Ute, diva e antidiva da tre lettere: Vana

Gierig è già seduto al piano, il talentuoso Tito Castro impugna il bandoneon, e in mezzo a loro c’è il

contrabbasso, accarezzato da Steve Millhouse. Poche note di introduzione e la platea capisce che sarà

un “Ich” alla Marlene, arrochito, caramelloso, caldo, ad introdurci stasera nei mondi della Lemper.

“Ich bin von Kopf bis Fuss auf Liebe angestellt”. Sono innamorata dalla testa ai piedi, così come la

cantava quell’Angelo Azzurro, rallentando, appassionata. Ma nel giro di una strofa ecco che già si

apre, là dentro, un altro continente. Anche Dietrich la eseguiva in inglese, “Falling in love again”,

Lemper però comincia a darci dentro, ed è un jazz d’oltreoceano, un sicopato forte, uno swing

metropoli che trasforma in America quel sentimentale pezzo. «Come volete che parli con voi stasera?

Inglese? Francese? Scegliete, non ha importanza. Perché il viaggio che faremo assieme ci porterà

lontano. Nella Berlino dei cabaret, nelle strade di una struggente Parigi, nelle illusioni disilluse del

tango». Le piace conversare. Le piace intrattenere. Le piace viaggiare col carburante potente della

voce, e tenerle dentro, lavorarsele, certe canzoni, per dare loro un nuovo splendore, ambiguo, rifratto

in tante faccette. Se ha reinventato Marlene (intanto abbiamo sentito “Lili Marleen” e "Fesche Lola”)

può reiventare anche la Piaf nel travolgente valzer di “L’accordéoniste”, o accompagnarci nei

“salon” da ballo di Buenos Aires, perché conosce perfettamente i languori e le impennate di Astor

Piazzola, come in “Balada para mi muerte”. Ma è attrice, oltre che cantante, Ute Lemper. Educata al

musical dai più grandi (da “Cats” a “Chicago”), diretta al cinema da mani magiche (di Greenaway

come di Altman), sa tenere la scena anche semplicemente, con un boa di struzzo, rosso, e ne segue la

storia lasciandoci immaginare che dalla Berlino di Brecht, di Kurt Weill, di Lotte Lenya, dalle

coltellate mortali di Mackie Messer, quell’oggetto di desiderio sia passato indenne tra le mani dei

grandi d’Europa, da Kohl alla Merkel, conquistato da Sarkozy e signora (e ne esce un’affettuosa

imitazione di Carla Bruni) per finire in quelle di Berlusconi che - a sentire lei - l’ha fatto a pezzi. Per

rivenderlo, lottizzato, come gli appartamenti. C’è grinta, umorismo e carisma. C’è anche un po’ di

timore, quando prova le note di “Amarcord” di Nino Rota. E ci sono profondità e dramma, quando

seduta sullo sgabello ci consegna, asciutta asciutta, la più famosa disperazione di Jacques Brel, “Ne

me quitte pas”. Tanto è chiaro che nessuno, né lei né il pubblico, vuole più andare via, quando l’ora

sembrerebbe giunta. Ci congeda con due bis, nel primo dei quali, “Milord”, mette il piccolo cuore di

una Piaf del terzo millennio.

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Da Berlino e Buenos Aires l ultimo tango di Ute Lemper fra classe e sensuale malizia

di MARIO BRANDOLIN

MESSAGGERO VENETO 20-01-10, 15 Cultura – Spettacolo

Da Berlino a Berlino, con incursioni a Parigi e a Buenos Aires: dalla Berlino di oggi, quella della

difficile ricostruzione seguita agli entusiasmi della caduta del Muro, alla Berlino degli anni ‘20, la

Berlino di Weimar, dei fumosi cabaret espressionisti, di Brecht e Weill, la Berlino dell’Angelo

azzurro. E, in mezzo, le periferie di Buenos Aires e le sue balere, la magia di Parigi e dei suoi

inarrivabili poeti chansonniers . Un percorso, quello che Ute Lemper con stile personalissimo ha

proposto l’altra sera al pubblico udinese con The last tango in Berlin , sotto il segno del tango - dei

suoi racconti d’amore, di vita, di morte, di fatalità e passione - nelle sue declinazioni sudamericane

ed europee, da Bertolt Brecht ad Astor Piazzolla, da Nino Rota (sì anche lui con una originalissima

versione di Amarcord ) a Jacques Brel. Il tutto con forti contaminazioni jazzistiche, sia vocali che

strumentali, per un mix di suoni e atmosfere contagiose e accattivanti. Un concerto con forti

connotazioni teatrali, in cui alla musica, spesso accompagnata dalla sua fascinosa sensuale ed

elegantissima interprete con maliziose movenze coreografiche, si sono alternati momenti di racconto

e di confessione, che le suggestioni offerte dalle canzoni rendevano ancor più personali, di

un’intimità condivisa. In un francese fluido e sensualissimo, Lemper ha allestito deliziosi siparietti,

spesso spiritosi e fulminanti monologhi sul nostro presente (irresistibile il racconto di un boa di

piume rosso - da lei stessa usato più volte in scena con straordinaria leggerezza e allusività - che

passa di mano in mano dalle star icone della canzone, quali Marlene Dietrich ed Edit Piaf, per

arrivare a quelle delle donne di Stato, Thatcher, Merkel, Clinton, Obama, Carla Bruni, fino a quelle

del nostro premier...); altri invece che erano nostalgiche divagazioni sul passato, sull’età del cabaret

tedesco e francese (con le sue luci e ombre e quel senso irresistibile di peccato e perdizione) e su

quello povero, disperato eppur vitalissimo delle milonghe argentine che il bandoneon, importato da

emigranti tedeschi, ha trasformato nella sensualità e nella forza travolgente del tango... Voce

bellissima, dalle notevoli estensioni, duttile e brillante con ardite e spericolate capriole in trilli,

vocalizzi, gorgheggi e in impareggiabili esibizioni a cappella, quella di Ute Lemper, nella quale sono

rivissuti, anche con tutta l’urgenza e la sensibilità musicali dell’oggi, capolavori del passato.

Capolavori di poesia e musica, di vita e di storia, che hanno segnato in profondità l’immaginario del

secolo appena trascorso. Immancabili quindi le canzoni di Marlene Dietrich, da Ich bin von Kopf bis

Fuß a Lola e a Lili Marlen , brani come il celeberrimo Moritat di Mackie Messer dall’ Opera da tre

soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill , risolto in modo assai poco “straniato”, ma certamente di

notevole efficacia espressiva tanto da coinvolgere il pubblico in una spiritosa e trascinante

esecuzione fischiata. Né sono mancati i tanghi di Piazzolla, di cui l’interpretazione superba di Lemper

ha sviscera to l’anima più segreta, toccando le corde della passione, della tristezza, della gioia, della

solitudine e della malinconia. E poi Brel, con alcune sue ballate e canzoni tra le più struggenti, tra cui

una versione assai intensa e toccante di Ne me quitte pas e una trascinante esecuzione di Amsterdam

. Né potevano mancare i bis, fra cui ha brillato un applauditissimo Milord della Piaf. Lemper, sempre

più icona del nostro tempo, in questo suo cantare molto teatrale, era accompagnata al piano da Vana

Gierig, al contrabbasso da Steve Millhouse e al bandoneon da Tito Castro, che in modo molto

defilato, ma assai presente ha amplificato la straordinaria portata emozionale e fantastica dello

spettacolo. Contrappuntato da applausi a scena aperta e siglato da una vera ovazione finale.

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Ute Lemper sings Pablo Neruda Song Cycle of Love Poems

Ideazione artistica Ute Lemper

Musica Ute Lemper, Marcelo Nisinman

Ute Lemper, Voce

Vana Gierig, Pianoforte

John Benthal, Chitarra

Steve Milllhouse, Basso

Victor Villena, Bandoneon

L’ultima creazione di Ute Lemper, nasce

dall’incontro con le poesie d’amore di

Pablo Neruda. Questo delicato e

bellissimo repertorio è presentato per lo

più in spagnolo, ma contiene anche

adattamenti in francese e inglese. E’ una

fantastica celebrazione di quegli splendidi

e sensuali poemi che Neruda scrisse

sull’Isla Negra in Cile, dopo anni di esilio.

Neruda fu costretto a scappare dal Cile in

Argentina e in Europa a causa delle sue

idee anti-fasciste, quindi le sue più

importanti opere furono scritte in esilio.

Le poesie d’amore sono dedicate alla moglie Mathilda.

Queste le poesie scelte da Ute Lemper per il progetto:

Tus manos

La noche en la isla (La nuit dans l'ile)

El viento en la isla

El sueño

Si tu me olvidas (If you forget me)

Ausencia (Absence)

Oda con un lamento

Madrigal escrito en invierno

Sonata (Alliance)

Epitalamio (Epithalamium)

Video: https://www.youtube.com/watch?v=vfeZ0LqkV_Y

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The 9 secrets

Un progetto in collaborazione con PAULO COELHO

Basato sul suo libro “Il manoscritto ritrovato ad Accra”.

Musiche di UTE LEMPER

1.Beauty

2.Solitude

3.Change

4.Success

5.Fire

6.Sex

7.The world and the virtue

8.Love

9.Movement

“Dopo aver letto il libro di Paulo “Il manoscritto

ritrovato ad Accra” verso la fine della scorsa estate

durante il mio tour in Australia, una sensazione di pace

mi avvolse e, in una bellissima connessione con la mia

anima, il mio cuore avvertì un forte senso di tranquillità.

Dovevo trovarlo e dirglielo. Solo un mese più tardi, in

occasione di un concerto a San Paulo, incontrai per caso

un suo vecchio amico, un giornalista che ci mise subito in

contatto. Scoprii così che Paulo conosceva la mia musica

da molti anni e si dimostrò subito felice di cominciare

questo viaggio insieme. Presi le frasi più affascinanti dei

9 capitoli di “Accra”, e le misi insieme in una struttura

poetica e poi iniziai a comporre le canzoni. Con estremo

piacere, finii questo processo dopo solo sei mesi. Mi

occupai con molta cura degli arrangiamenti per trovare

la giuste atmosfere per la saggezza di ogni testo poetico.

Ho scavato a fondo nel mio cuore per afferrare l’essenza

delle sue parole e catturarle in belle melodie, in un

contesto che fosse totalmente armonioso.” - Ute Lemper

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Repertory for the Symphony

Kurt Weill songs

Saga of Jenny

Stranger here myself

September song

J’attends un Navire

Youkali

Moritat

Song of Mandeley

Sourabaya Johnny

Denn wie man sich bettet

Alabama Song

Salomon Song

Ballade der Sexuellen Hoerigkeit

Nana’s Lied

Edith Piaf songs

Accordeoniste

Padam

Milord

La vie en rose

Jacques Brel songs

Amsterdam

Ne me quitte pas

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Marlene Dietrich songs

Feche Lola

Ich bin von Kopf bis Fuss

Illusions

Hanns Eisler/Brecht songs:

Das Wasserrad

Selbstmord/ Mask of Evil

Der Graben

Marie Sanders

Astor Piazzolla

Balada para mi muerte

Oblivion

Balada para un Loco

Chiquillin de bachin (Astor Piazzolla)

Yo soy Maria (Astor Piazzolla)

Buenos Aires (Astor Piazzolla)

Soledad (Astor Piazzolla)

Balada para un loco (Astor Piazzolla)

Frederick Hollaender

Ich bin vom Kopf bis Fuss auf Liebe eingestellt Falling in love again

Lola

Ute Lemper songs

Ghosts of Berlin

September Mourn

Nevada

I surrender

Little face

Kander /Ebb songs

All that jazz

Cabaret

Mein Herr

Others:

Nino Rota songs

Ik stey unter a Bokserboym ( Song in Jiddish by Chava Alberstein)Arabic/ Hebrew Journey (Song

collage 4 min about peace based on an old islamic poem) Moondance

Video: http://www.youtube.com/watch?v=1Bkrqzdx-Lw

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Biografia

La carriera di Ute Lemper è stata fino ad ora

straordinariamente varia grazie alla sua notevole

versatilità che l’ha portata a coprire ruoli di attrice di

teatro e di cinema, di cantante e di ballerina riscuotendo

un notevole successo. E’ stata universalmente applaudita

per le interpretazioni delle Canzoni del Cabaret di Berlino,

delle opere di Kurt Weill, della canzone francese e per le

sue performances a Broadway e nel West End di Londra.

Ute Lemper è nata a Munster, in Germania, ha completato

i suoi studi all’Accademia di Danza di Colonia ed alla

Scuola di Arte Drammatica Max Reinhardt di Vienna.

Il suo debutto musicale è avvenuto sulla scena

dell’originale produzione viennese di Cats, dove

impersonava i ruoli di Grizabella e di Bombalurina. In

seguito è stata Peter Pan in Peter Pan (Berlino) e Sally

Bowles nel Jerome Savary’s Cabaret (Parigi), ruolo per il

quale ha ricevuto il premio Molière per migliore attrice di Musical. Ha recitato nel ruolo di Lola nell’Angelo

Azzurro (a Berlino) e Maurice Béjàrt ha creato per lei il balletto, “La mort subite”. Ute Lemper è anche apparsa

in Weill Revue, con il Tanztheater di Pina Bausch. I concerti da solista di Ute Lemper, che includono il Recital di

Kurt Weill, Illusions, City of Strangers e Berlin Cabaret Evening, sono stati presentati in tutto il mondo presso teatri

prestigiosi come La Scala e Il Piccolo Teatro di Milano, il Théatre de La Ville, il Théatre National de Chaillot,

Les Bouffes du Nord di Parigi, il Palau de la Musica di Barcellona, la Sydney Opera House, il Berliner

Ensamble, il Barbican Centre, la Royal Festival Hall, la Queen Elizabeth Hall, l’Almeida Theatre di Londra,

l’Alice Tully Hall, il Lincoln Center di New York,, l’Herbst Theatre di San Francisco e la Westwood Playhouse

di Los Angeles. Il repertorio dei concerti sinfonici di Ute Lemper coprende The Seven Deadly Sins, Songs from

Kurt Weill, Songbook di Michael Nyman e canzoni dal repertorio di Edith Piaf e Marlene Dietrich con la London

Symphony Orchestra, l’Hollywood Bowl Orchestra, l’Orchestra Sinfonica di Berlino (tutte con John Maceri),

l’Orchesra Sinfonica della radio di Parigi, la San Francisco Symphony Orchestra, l’ Illusion Orchestra (con

Bruno Fontaine) e la Michael Nyman Band (con Michael Nyman). E’ anche apparsa in Folksongs con la Luciano

Berio Orchestra e con la Matrix Ensamble (con Robert Ziegler), esibendosi in Berlin Cabaret Songs.

Per la Decca ha inciso Ute Lemper sings Kurt Weill (Volume I e II), L’Opera da Tre Soldi, I Sette Peccati Capitali,

Mahogonny Sonspiel, Prospero’s books (di Michael Nyman), Songbook (di Michael Nyman e Paul Célan), Illusions

(Piaf/Dietrich ), City of Strangers (Prevert/Sondheim), e Berlin Cabaret Songs (Versione tedesca ed inglese). Ha

ricevuto il premio Bilboard Magazine’s Crossover Artist of the Year per l’anno 1993/94. Ha inciso anche Crimes of

the Heart e Ute Lemper Live per la CBS Records ed Espace Indecent, Nuits Etranges e She Has a Heart per la

Polydor. Nel 1998 esce l’album All that Jazz/The best of Ute Lemper, che raccoglie i migliori successi della sua

illustre carriera. Subito dopo interpreta Velma Kelly nella produzione londinese di Chicago di Kandar ed Ebb,

ruolo per il quale riceve il premio Olivier come Miglior Attrice di Musical. Chicago rimane in programmazione

per nove mesi al West End di Londra, il successo si trasferisce a Broadway dove Ute Lemper debutta e recita

per otto mesi. Nel marzo del 1999 debutta a Las Vegas, insieme a Chita Rivera come coprotagonista. Alla fine

del 1999 conclude un contratto per presentare il suo nuovo spettacolo al Joe’s Pub (il Teatro Pubblico) di New

York, seguito da due settimane di rappresentazione al Queens Theatre di Londra e all’Opéra Comique a Parigi.

Per il cinema interpreta ruoli in diversi film quali L’Autrichienne di Pierre Granier-Deferre, Prospero’s books di

Peter Greenaway, Moscow Parade di Ivan Dikhovichni, Pret à Porter di Robert Altman, Bogus di Norman

Jewison e le più recenti interprepetazioni in Combat de Fauves di Benoit Lamy, A River made to Drown In di

James Merendino, Appetite di George Milton. E’ apparsa in televisione con Rage/Outrage, The Dreyfuss Affair,

Tales from the Crypt, Ute Lemper canta Kurt Weill, Illusions, Songbook, The Wall di Roger Walters e The Look of love

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di Gillian Lynne. All’inizio del 2000 la Decca Universal Music ha prodotto l’ultimo disco di Ute Lemper

Punishing Kiss, che include canzoni composte per lei da Elvis Costello, Tom Waits, Philip Glass e Nick Cave.

Ute Lemper e il suo gruppo iniziano un tour mondiale di 5 mesi, che culmina nel settembre 2000 con il

concerto all’Olimpic Arts Festival di Sydney presso la famosa Opera House. Nell’autunno del 2000 Ute Lemper

debutta con la National Symphony Orchestra al Kennedy Center di Chicago e con la Chicago Symphony Orchestra

all’Orchestra Hall di Chicago. Sempre nell’autunno 2000 si è esibita con la Milwaukee Symphony e in molti

teatri degli Stati Uniti e del Canada, tra cui The Goodman Theatre di Chicago,The Capital Theatre di Columbus

(Ohio), The Michigan Theatre di Ann Arbor, The Carpenter Center for the Performing Arts di Richmond (Virginia),

The Four Arts di Palm Beach (Florida), e la Roy Thomson Hall di Toronto. Ute Lemper continua le sue tournée

negli Stati Uniti , in Europa e in Asia ed ha preparato un nuovo album, basato anche su sue composizioni, But

One Day, uscito in Italia nell’Ottobre 2002, cui sono seguiti vari tour europei tra la fine del 2002 e i primi mesi

del 2003. Dall’estate 2004, Ute Lemper porta in tour con grande successo il programma “Voyage”, un vero e

proprio viaggio attraverso diverse culture, un viaggio tra passato e presente, tra gli autori che hanno segnato

un’epoca. Con l’uscita del nuovo album “Between yesterday and tomorrow” dalla primavera 2008 Ute

Lemper propone un nuovo programma di concerto, omonimo, con la formazione che da anni la accompagna:

Vana Gierig – piano, Todd Turkisher – percussioni e Don Falzone – contrabbasso. Lo scorso luglio, al Festival

La Milanesiana a Milano Ute Lemper ha presentato il nuovo progetto “WHAT MATTERS MOST IS HOW

WELL YOU WALK THROUGH THE FIRE” con testi e liriche di Charles Bukowski. Nel corso del 2009 e 2010

la Lemper ha portato in tournée un concerto dedicato ad Astor Piazzolla “Last Tango in Berlin”. A giugno

2010 è stata ospite del Teatro San Carlo di Napoli, con una performance con l’Orchestra Sinfonica del San

Carlo nell’ambito del Festival Internazionale del Teatro. Nell’estate 2013, ha presentato il suo nuove progetto

“Ute Lemper sings Pablo Neruda”, nato dall’incontro con le poesie d’amore di Pablo Neruda.

Attualmente, Ute Lemper vive a New York con i suoi quattro bambini, Max, Stella, Julian e Jonas.

Per informazioni contattare:

LIVE ARTS Management S.r.l.

Via Aldo Moro 9/c - 41012 Carpi MO

tel. (+39) 059-817 8181 / fax (+39) 059-817 0461

web: www.livearts.eu / mail: [email protected]

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