Modelli di trasmissione del calore per la caratterizzazione dell'involucro murario
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MODELLI DI TRASMISSIONE DEL CALORE PER LA CARATTERIZZAZIONE DELL'INVOLUCRO MURARIO
Prof. Gennaro CuccurulloDip. di Ingegneria Meccanica Università degli studi di Salerno
limitata escursione della temperatura esterna se rapportata al salto di temperatura interno/esterno tipico della stagione invernale
aver trascurato i contributi radiativi, fortemente variabili nel tempo (correzioni semiempiriche: coefficienti di esp.)
sistema di regolazione perfetto (correzioni semiempiriche: rendimenti)
Le condizioni stazionarie ipotizzate sono sovente una astrazione di comodo motivata da:
Sul piano formale ciò comporta che il modello teorico per la trasmissione del calore in una parete piana si traduca nella ben nota analogia elettrica, laddove il comportamento della parete è descritto unicamente dalla conducibilità termica oltre che dalla sua geometria
Siamo abituati a immaginare che il comportamento delle pareti sia stazionario avendo come riferimento “storico” il calcolo del carico invernale di picco.
Premessa: il modello stazionario
temperatura
tempo
DT medio DT min DT max
he
Tfe
Tfe
Tfi
hi
Tfi
Rfe Rfi
x
T3
L1
T0
Rk,1
T0 T1
T
Q .
T1
T2
L2 L3
T2 T3
Rk,2 Rk,3
2 1 3
Q .
Q .
Q .
(Tfi - Tfe) = Rg Q
.
pur avendo la stessa conduttanza, è preferibile una parete di 40 cm in muratura piena ad una di 2 cm di polistirolo
negli edifici antichi (muratura pesante) d’estate si sta più freschi
L’isolamento a “cappotto” è più efficace
disposizione degli strati interferente sulla risposta termica
La convenienza dell’ipotesi di stazionarietà risiede nella sua estrema semplicità e nell’economia di calcolo che ne consegue
Circolare n° 3151 del 22.5.67 del Ministero dei LLPP D.Lgs 192/05 (surriscaldamento estivo e sua valutazione con
opportuni codici di calcolo)
D’altra parte la ipotesi di stazionarietà è spesso abusata e non fornisce risposte a circostanze desunte dal buon senso e dall’esperienza:
i limiti del modello stazionario
La legge recepisce :
CONCLUSIONE:Occorre considerare i transitori termici per
descrivere adeguatamente il comportamento dell’involucro murario
APPROCCIO: eq. differenziali (complesse)
codici di calcolo
modelli semplici di trasmissione del calore(per la comprensione dell’evoluzione termica
dell’edificio)
2
2 1
x
T
t
T
Il bilancio di energia per una parete
pianaVARIAZIONE DI ENERGIA
FLUSSO DIFFUSIVO
NETTO=
x
L
Tfi
hi
T
Tfe<Tfi
he
Tipicamente la TE varia secondo legge armonica semplice con periodo temporale costante
REGIME PERIODICO STABILIZZATO
1 CONDIZIONE
INIZIALE
2 CONDIZIONIAL
CONTORNO
Q.
Q.
x
Corpo con resistenza interna
trascurabile)(
fTThA
t
TcV
trif = r c V/(h A)
y
x
s = direzione del massimo (T0-Tw)
A, V
Q .
Tf
hT0
Tw
z
s
0.5 1 t 2
0.2
0.4
0.6
q
1
0 0
trif tempo 2 trif0
tem
pera
tura
Ti
Tf
0.37
0.14
Lrif
fi
f
TT
TT
t
V
hA
cexp
Si palesa un tempo di riferimento:
trif = (r c /h) (V/ A)
rapporto di formaV = costante
Atrif
trif = 1 /(h A) (r c V ) = 1/K C = R C
a parità di resistenza termica:maggiore massa = maggiore capacità termica =
= maggior tempo di riscaldamento o di raffreddamento
<<<<<<<
trif
trif/2
2 trif
alternanza della temperatura esterna
• le oscillazioni si riducono in ampiezza quanto più elevata è trif = R C
• un edificio con poca massa (moderno) ha oscillazioni termiche maggiori degli edifici con maggiore massa (antico)
• in conseguenza temperature più alte d’estate (surriscaldamento) e più basse d’inverno
0.2
0.4
0.6
q
1
0
0
tem
pera
tura
Ti
triftempo2 trif
Tf
Un semplice transitorioperché tanta attenzione su trif?
.
Cedif DT
K A DT + n V cp,aria
DT
trif,edificio =
con riferimento alle pareti esterne, più avanti si mostrerà come, laddove l’isolante sia posto all’esterno, la massa della parete esterna partecipa interamente all’accumulo termico.
Se la posizione dell’isolante è intermedia allora concorrono a definire la capacità termica della parete solo gli strati interni.
le masse interne concorrono interamente alla formazione della capacità termica
In prima approssimazione il modello si può applicare agli edifici considerandoli come un corpo omogeneo con capacità termica
Cedif = Si mici
<<<<<<<
corpo con resistenza interna tracurabile e temperatura del fluido oscillante
Tf(t) = T0 + DT0 sin(W t)
• le oscillazioni si riducono in ampiezza quanto più elevata è trif /W-1
• sebbene la T media sia la stessa le oscillazioni producono tanto più acuto disagio quanto maggiore è l’ampiezza
• lo sfasamento aumenta con trif /W-1p 2 p 3 p 4 p-1
-0.5
0.5
1
0 t4
0
))((
tTThAt
TcV f
1rif)(
t
tg
2
1rif
0
0
1
)sin()(
t
t
T
TT
periodicostazionario
rif2
1rif
1rif
exp
1t
t
t
t
transitorio
1
• d’estate, ad esempio, i carichi tendono a riscaldare l’aria ma anche le masse murarie che accumulano energia che tendono a restituire all’esterno quando la temperatura esterna è scesa
se la parete presenta massa notevole
non segue le fluttuazioni di TE e il flusso sarà
Q = KA (TP,media - TAMB)l’effetto della variazione di TE
è annullato
se la parete presenta massa trascurabile
segue le fluttuazioni di TE e il flusso sarà
Q = KA (TP(t) - TAMB)
<<<<<<<
corpo semiinfinito temperatura del fluido oscillante
• le oscillazioni si riducono in ampiezza quanto più elevata è g
• effetti di smorzamento spaziale
2
2 1
x
T
t
T
6
12
30
x [m] 1
20
T(x,t)
100
T(0,t) = Tf(t) T(,t) = Ti ; T(x,0) = Ti
T(x,t)=Ti +DT0 xtx cosexp
Tf(t
) =
Ti +
DT
0 c
os(t
)
9 h
Dt = 3
fattore di attenuazionespaziale
2
• volendo estendere il modello ad una parete spessa L:
A
CRcL
k
LLLx k222
2
<<<<<<<
parete bistrato – temp. fluido oscillante/uniforme
Tf0(t
) =
T0 +
DT
0
cos(t
)
xL1
T
L2
21
Tf,0(t)
h0 hL
Tf,L
L
0)0,()0,( 21
),0(),0( 12
0
2
0
1
kr
k
LL
k
L
LrrBi
rrBi
),(22
21
21
22
221
r
) cos(T
T),1(
rif
0010
1
1
BiBi
con questo modello si può studiare l’effetto dello spessore e della posizione degli strati (1) e (2)
time lag – tempo necessario affinchè l’ onda termica si propaghi sull’altra faccia
decrement factor – rapporto tra la minima e la massima ampiezza di temperatura sulle 2 facce
a tale scopo si trova utile definire:
A0AL
<<<<<<<
<<<<<<<
parete bistrato – temp. fluido oscillante/uniforme si considerano due configurazioni (A) e (B)
con spessore crescente di isolante (PF) e, in maniera complementare, decrescente di mattoni (brick)
il decrement factor mostra un decadimento monotono all’aumentare dello spessore di isolante
appare chiaramente preferibile la configurazione B
si può leggere che aumentare oltre un certo valore lo spessore di isolante non da luogo a significativi vantaggi
il time lag mostra un massimo raggiunto con circa il 10% di isolamento sia nel caso A che in quello B
è più marcato per la configurazione B
k basso e
rc basso
brick
k altoe
rc alto
10 20 30insulation ratio [%]500
0.05
0.1
0.15
f
0.2
0
4
5
6
f
8
0
10
20
30insulation ratio [%]
5003