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7 Causa di stress 1: Timore per le aspettativa dell’insegnante Tipo di problema: Emotivo Sintomi Lo studente chiede spesso scusa per gli errori, in ogni lezione si giustifica per la propria non completa partecipazione ad essa (“Oggi ho avuto una giornata molto impegnativa”) Titolo dell’attività 1. Usa la tua libertà! Descrizione dell’attività Iniziando dalla prima lezione, il formatore spiega le sue regole alla classe: “Io NON sono un insegnante, ma una persona che vi aiuterà a raggiungere i vostri obiettivi nel miglior modo possibile. Sono qui per aiutarvi a trovare la vostra strada secondo le vostre abilità e il vostro carattere. Io sono solo un mezzo che potete usare quanto volete per liberare tutte le capacità dentro di voi, capacità che molto probabilmente sono state limitate dai tradizionali metodi d’insegnamento. Sarete in grado di seguire il vostro personale ritmo d’apprendimento e sarete liberi di rivedere e cambiare gli obiettivi che vi siete prefissati, se qualcosa diventa troppo difficile o se trovate nuovi interessi.” Lo studente riceve una copia dell’Analisi dei Bisogni, riempita dallo stesso precedentemente. Basandosi su questa, lo studente scrive nella sua L1 (o lingua franca) il proprio percorso formativo e una tabella di marcia, indicando il punto di partenza e la destinazione finale. L’insegnante verifica la praticabilità del programma proposto dallo studente e lo rivede, se necessario, inserendo obiettivi intermedi, se del caso. Esempio: uno studente con un livello di lingua A2 vuole raggiungere un livello B2 in un anno scolastico. Questo è un obiettivo molto difficile e l’insegnante dovrebbe suggerire allo studente di inserire obiettivi intermedi come un B1 dopo 4 mesi e un B1+ dopo 6-7 mesi. Vedi tabella 1 negli Annessi “Come preparare un’ Analisi dei Bisogni” Obiettivo dell’attività Aumentare la responsabilità degli studenti riguardo al proprio percorso formativo, di modo che si sentano meno costretti dalle aspettative dell’insegnante e da un percorso formativo predeterminato che non corrisponde alle attitudini e capacità dello studente stesso. Al contrario, lo studente percepisce che l’insegnante è un collaboratore e un facilitatore: non è quindi l’insegnante che dà i compiti e stabilisce il percorso formativo, ma lo studente medesimo. Note per gli insegnanti Di solito è l’insegnante che trasmette allo studente, sebbene in modo inconsapevole, le proprie aspettative. La presentazione iniziale del corso da parte dell’insegnante (vedi sopra) ridefinisce questo ruolo. I preconcetti (e pregiudizi) degli studenti sugli insegnanti tendono a svanire. Principi Montessoriani L’insegnante è un osservatore, non un docente. L’apprendimento auto-diretto, sposta la responsabilità sugli apprendenti, che scelgono i propri tempi e ritmi d’apprendimento. Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane Gli adulti, come i bambini, temono di non soddisfare le aspettative di un superiore, anche se e reazioni sono differenti. In ogni modo, gli insegnanti Montessoriani non hanno aspettative e quindi non creano timore di non soddisfarle. Inoltre, creando per esempio nel caso della lingua inglese, una “stanza Inglese”, la scuola Montessoriana trasforma l’apprendimento della lingua in un’esplorazione e non in una materia da valutare. Quando si entra in questa stanza, ci si ritrova in un nuovo magico luogo, dove le persone parlano inglese. Cosi la curiosità (oltre a giochi divertenti) si concentra sull’esplorazione delle risorse, senza dover gestire in qualche modo le aspettative dell’insegnante.

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Causa di stress 1: Timore per le aspettativa dell’insegnante Tipo di problema: Emotivo Sintomi

Lo studente chiede spesso scusa per gli errori, in ogni lezione si giustifica per la propria non completa partecipazione ad essa (“Oggi ho avuto una giornata molto impegnativa”)

Titolo dell’attività 1. Usa la tua libertà! Descrizione dell’attività

• Iniziando dalla prima lezione, il formatore spiega le sue regole alla classe: “Io NON sono un insegnante, ma una persona che vi aiuterà a raggiungere i vostri obiettivi

nel miglior modo possibile. Sono qui per aiutarvi a trovare la vostra strada secondo le vostre abilità e il vostro carattere. Io sono solo un mezzo che potete usare quanto volete per liberare tutte le capacità dentro di voi, capacità che molto probabilmente sono state limitate dai tradizionali metodi d’insegnamento. Sarete in grado di seguire il vostro personale ritmo d’apprendimento e sarete liberi di rivedere e cambiare gli obiettivi che vi siete prefissati, se qualcosa diventa troppo difficile o se trovate nuovi interessi.”

• Lo studente riceve una copia dell’Analisi dei Bisogni, riempita dallo stesso precedentemente. Basandosi su questa, lo studente scrive nella sua L1 (o lingua

franca) il proprio percorso formativo e una tabella di marcia, indicando il punto di partenza e la destinazione finale. L’insegnante verifica la praticabilità del programma proposto dallo studente e lo rivede, se necessario, inserendo obiettivi intermedi, se del caso. Esempio: uno studente con un livello di lingua A2 vuole raggiungere un livello B2 in un anno scolastico. Questo è un obiettivo molto difficile e l’insegnante dovrebbe suggerire allo studente di inserire obiettivi intermedi come un B1 dopo 4 mesi e un B1+ dopo 6-7 mesi.

Vedi tabella 1 negli Annessi “Come preparare un’ Analisi dei Bisogni” Obiettivo dell’attività Aumentare la responsabilità degli studenti riguardo al proprio percorso formativo, di modo

che si sentano meno costretti dalle aspettative dell’insegnante e da un percorso formativo predeterminato che non corrisponde alle attitudini e capacità dello studente stesso. Al contrario, lo studente percepisce che l’insegnante è un collaboratore e un facilitatore: non è quindi l’insegnante che dà i compiti e stabilisce il percorso formativo, ma lo studente medesimo.

Note per gli insegnanti

Di solito è l’insegnante che trasmette allo studente, sebbene in modo inconsapevole, le proprie aspettative. La presentazione iniziale del corso da parte dell’insegnante (vedi sopra) ridefinisce questo ruolo. I preconcetti (e pregiudizi) degli studenti sugli insegnanti tendono a svanire.

Principi Montessoriani

L’insegnante è un osservatore, non un docente. L’apprendimento auto-diretto, sposta la responsabilità sugli apprendenti, che scelgono i propri tempi e ritmi d’apprendimento.

Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane

Gli adulti, come i bambini, temono di non soddisfare le aspettative di un superiore, anche se le reazioni sono differenti. In ogni modo, gli insegnanti Montessoriani non hanno aspettative e quindi non creano timore di non soddisfarle. Inoltre, creando per esempio nel caso della lingua inglese, una “stanza Inglese”, la scuola Montessoriana trasforma l’apprendimento della lingua in un’esplorazione e non in una materia da valutare. Quando si entra in questa stanza, ci si ritrova in un nuovo magico luogo, dove le persone parlano inglese. Cosi la curiosità (oltre a giochi divertenti) si concentra sull’esplorazione delle risorse, senza dover gestire in qualche modo le aspettative dell’insegnante.

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Causa di stress 2: Bisogno di risultati immediati Tipo di problema: Cognitivo: Sintomi

Il bisogno di apprendere una lingua in breve tempo, dovuto alla richiesta di un datore di lavoro, di un imminente esame,una possibilità di crescita professionale,un trasferimento,ecc

Titolo dell’attività 1. I principi da seguire Descrizione dell’attività

• L’insegnante aiuta lo studente a preparare una strategia per raggiungere obiettivi che siano accessibili, suggerendo anche obiettivi intermedi e il tempo necessario.

• Ogni studente prepara la propria tabella di marcia, una lista dei propri bisogni, le strategie e le tecniche adatte a se stesso e utili per raggiungere i traguardi

richiesti/desiderati, secondo le personali abilità e tempistiche. L’analisi dei bisogni è un valido aiuto per questo percorso. • Gli studenti, in gruppi, condividono i propri piani di studio in modo da preparare un

cartellone con una serie di principi: “I principi che mostrano le strategie/tecniche di successo per un efficace apprendimento.” Tutto nella lingua target.

Titolo dell’attività 2. Check list • Per permettere agli studenti di valutare le proprie necessita d’apprendimento, gli viene

richiesto di preparare una check list in cui vengono definiti gli obiettivi d’apprendimento della lingua e le relative scadenze (autodeterminate). Ciò consente all’insegnante di verificare ciò che è possibile conseguire e il progredire delle attività.

Vedi Annessi tabella 2 “Un esempio di check list per lo studente”

Descrizione dell’attività

Obiettivo dell’attività Questa procedura affronta lo stress causato dall’insicurezza nel raggiungere gli obiettivi richiesti, in un determinato lasso di tempo. La checklist è pertanto un importante strumento per permettere allo studente di ridefinire obiettivi più accessibili e conseguentemente di ridurre le cause di stress. Gli obiettivi intermedi consentono agli studenti di verificare se stanno proseguendo sulla strada giusta e permettono all’insegnante di controllare, “durante il percorso”, se lo studente sta seguendo il giusto cammino d’apprendimento.

Note per gli insegnanti

Più di tutto, l’insegnante dovrebbe focalizzare la propria attenzione sulle necessità degli studenti come questi le concepiscono, in modo da essere capace di fornire lezioni e materiali che offrano efficaci e pertinenti percorsi di apprendimento. Per esempio, i dipendenti in procinto di essere trasferiti all’estero, necessitano di capacità di comunicazione orale, mentre gli studenti universitari devono concentrarsi di più sulla forma scritta della lingua, che solitamente è la parte più rilevante dei loro esami.Minor stress e più motivazione possono essere ottenuti ricordando spesso agli studenti gli obiettivi che si sono prefissati (e rivalutarli se e quando necessario). Frequenti incoraggiamenti e commenti positivi ne sosterranno la sicurezza.

Principi Montessoriani

Apprendimento auto-diretto. Scelta del proprio tempo d’apprendimento e della tipologia d’attività da intraprendere. L’insegnante è un osservatore e non un docente. Periodi d’apprendimento “sensibili” (gli obiettivi d’apprendimento dovrebbero corrispondere non solo a scopi “pratici” imposti, ma anche alle capacità e inclinazioni interiori, che cambiano)

Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane

I bambini apprendono una lingua come esplorazione del mondo e come qualcosa che è nuovo per loro, sono gratificati da quello che scoprono e non hanno più bisogno di un altro risultato “tangibile”. Ciò significa che sono felici di comunicare e non hanno necessità di conoscere le regole grammaticali. Tuttavia i loro genitori ne hanno bisogno. Quindi è utile invitare i genitori a leggere il principio Montessoriano che riguarda i periodi “sensibili”. Si intende per questi le varie fasi in cui i bambini cercano gli oggetti nell’ambiente in grado di soddisfare le loro specifiche necessità d’apprendimento. Ovviamente i bambini non sono in grado di definire in modo consapevole le proprie necessità di studio ma, in certi periodi, vogliono praticare un’attività specifica piuttosto che altre. Perciò i genitori devono imparare a cambiare le proprie aspettative dal “Quante nuove parole in lingua straniera ha imparato mio figlio?” o “La pronuncia di mio figlio è migliorata?”, al “Mio figlio come impara a superare le sue difficoltà con i suoni e i comportamenti richiesti dalla lingua straniera? Come sta sviluppando la sua capacità di esplorare questo mondo?”

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Causa di stress 3: Difficoltà di memorizzazione ( per carenza personale e/o blocchi psicologici ) Tipo di problema: Cognitivo: Sintomi

Sensazione di difficoltà di memorizzazione. Difficoltà oggettiva nella memorizzazione e nel ricordare informazioni necessarie e nell’associazione di queste con materiali già familiari.

Titolo dell’attività 1. Giochiamo a domino! Descrizione dell’attività

• Lavoro di coppia o di gruppo. Realizzare carte con le figure dei termini da consolidare e carte con le parole corrispondenti. Posizionare tutte le carte sul tavolo. Ogni coppia o

gruppo deve creare un domino posizionando la carta con la figura vicino alla carta con la parola corrispondente. • Il domino può essere usato come esercizio orale. L’insegnante fornisce solo la prima e

l’ultima parola di una possibile catena. Gli studenti creano la serie collegando le carte semanticamente simili due a due. • Questo aiuta gli studenti a usare la propria immaginazione. Per esempio, l’insegnante

dice “ da acqua a Svezia in almeno 8 parole”. Lo studente in una catena di parole:“acqua/bicchiere/sete/bere/birra/Germania/Europa/Svezia” • Trovare i sinonimi o gli antinomi, come allenamento, per aggettivi (bianco/nero), verbi

(correre/camminare) e azioni (io mangio sempre carne / io sono vegetariano) Titolo dell’attività 2. La catena Descrizione dell’attività

• Gli studenti di un gruppo decidono un argomento che viene costruito attraverso aggiunte lessicali, formando così una catena (domino).

• Esempio: parti del corpo. Il primo studente dice: gamba; il secondo: gamba/braccio; il terzo: gamba/braccio/testa e cosi via

Titolodell’attività 3. Scriviamo una canzone! Descrizione dell’attività

• Ogni gruppo sceglie un argomento da affrontare nella canzone e il vocabolario da usare. Esempio: parti del giorno (mattina, pomeriggio, sera, notte). In base al livello si possono

aggiungere rime o costruire semplicemente frasi usando le strutture apprese fino a quel momento. Le rime non sono strettamente necessarie in una canzone. Per i livelli più bassi: la mattina mi sveglio alle 7 (espressione della collocazione temporale, verbo e preposizione di tempo) – Livello più avanzato: la mattina mi sveglio alle 9, giusto in tempo per …

Titolo dell’attività 4. Mappe mentali Descrizione dell’attività

• L’uso di mappe mentali permette agli studenti di costruire il percorso d’apprendimento più adatto alle proprie esigenze, grazie alla concentrazione schematica richiesta da

questa tecnica (con l’aiuto dell’insegnante). • Inoltre il loro utilizzo aiuta la memorizzazione e aiuta gli studenti a trovare il proprio

sistema di memorizzazione. • Suggerimenti per l’utilizzo delle mappe mentali ed esempi posso essere trovati su: • http://www.mindmeister.com/blog/2013/12/13/how-to-learn-a-second-language-with-

mind-maps-part-i/

Annessi tabella 2 “Un esempio di Mappe Mentali”

Obiettivi delle attività Attività 1. Acquisire familiarità con la tecnica delle associazioni mentali Attività 2. Acquisire familiarità con la tecnica del concatenamento Attività 3. La musica aiuta il rilassamento e la memorizzazione; ricordare che alcuni adulti potrebbero rifiutarsi di cantare per timidezza e imbarazzo. Ma scrivere una canzone li aiuta in modo inconsapevole ad apprendere le parole e a superare il senso d’imbarazzo Attività 4. L’utilizzo delle mappe mentali può aiutare gli studenti a organizzare la propria conoscenza di una lingua straniera, conoscenza che a volte è non ben organizzata e può creare disagio a quegli adulti che possiedono una mente schematica

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Note per gli insegnanti.

Spiegare agli studenti le 4 tecniche di memorizzazione e far scegliere ad ognuno quella più ideale per se stesso. Probabilmente ogni studente avrà preferenze diverse dagli altri. Attività 1) E’ anche da considerarsi come un’attività preparatoria, per concentrarsi sulle

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associazioni mentali. Attività 2) All’inizio dovrebbe essere fatta con catene corte (pochissime parole), per evitare qualsiasi stress. Una volta presa familiarità sia con la tecnica che con il vocabolario, gli studenti possono creare catene più lunghe. Il lavoro deve essere proporzionato alle abilità degli studenti. Attività 3) Non insistere nel far volere cantare gli studenti: diventerà naturale successivamente! Le attività di memorizzazione dovrebbero essere brevi e varie. Praticandole regolarmente, gli studenti ci si abituato e iniziano a sentirne i benefici acquisendo così fiducia in se stessi. Attività 4) All’inizio di ogni corso, aiutare gli studenti a capire come costruire le proprie mappe mentali, che possono essere sia in forma scritta sia in forma di immagine mentale.

Principi Montessoriani

Scelta del proprio percorso formativo. Autovalutazione. Analisi del movimento. Fare per imparare

Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane.

Maria Montessori non approvava la pratica del fare imparare a memoria le poesie e le filastrocche ai bambini, in quanto questa non rispondeva (ed è effettivamente vero) alle loro necessità d’apprendimento. Tuttavia non ha mai preso in considerazione l’apprendimento di una seconda lingua, a quel tempo insegnata solo nei licei e nelle università. Possiamo solo ipotizzare che non abbia negato che alcune pratiche di memorizzazione, infatti, aiutino ad arrivare i processi mentali relativi a questo genere d’apprendimento. Ma gli insegnanti di lingue Montessoriani dovrebbero incoraggiare solo quegli esercizi di memorizzazione che aiutano gli apprendenti a parlare la lingua (e non semplicemente a passare un esame di grammatica). Mentre cantano una canzone nella lingua target, i bambini non realizzano affatto di stare memorizzando qualcosa. Allo stesso modo, usando le flash card per compiere azioni, porta indirettamente i bambini a memorizzare il vocabolario utilizzato, mentre si divertono semplicemente a eseguire gli ordini.

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Causa di stress 4: Bisogno di strutture grammaticali prima di iniziare a parlare nella lingua target Tipo di problema: Cognitivo Sintomi

Difficoltà di comunicare oralmente nella lingua target, risposte alle domande della lingua target usando la propria lingua madre, necessità espressa di conoscere le strutture grammaticali prima di parlare, richiesta eccessiva di compiti grammaticali (non sempre necessari), rifiuto di comunicare in maniera spontanea nella lingua target

Titolo dell’attività 1. Scomposizione Grammaticale Descrizione dell’attività

• Gli studenti praticano i tempi verbali già appresi • Si formano dei gruppi e si elegge un leader. L’insegnante trascrive i nomi di questi tempi

verbali su piccoli pezzi di carta, dentro ad una scatola. Successivamente l’insegnante scrive sulla lavagna una frase contenente la forma base del verbo (Oggi “essere” felice) e chiede al leader di ogni gruppo di pescare un pezzo di carta. L’insegnante fa partire il

timer. Ogni gruppo deve costruire una frase usando il tempo verbale scelto entro il tempo massimo. Allo scadere del tempo, il leader di ogni gruppo legge ad alta voce la frase costruita. Gli altri gruppi devono dire se la frase è giusta o, se la ritengono sbagliata, correggerla giustificando la correzione e riportando l’appropriata regola grammaticale. • Riorganizzazione dell’ordine delle parole:

ogni gruppo copia una frase dal proprio libro di testo (o da altro materiale) su un foglietto tagliato in tante parti quante sono le parole. Questi pezzi sono dati ad un altro gruppo che li deve ricomporre mentre discutono sulla grammatica presente. Poi il leader di ogni gruppo legge ad alta voce la frase ricostruita e spiega la grammatica di cui trattasi (tempi verbali, generi, ecc..). Il gruppo che ha scomposto la frase originaria può intervenire per correggere qualunque errore. L’insegnante interviene solo se qualche errore non viene notato o se non viene appropriatamente corretto. • Usando la propria frase ricostruita, ogni gruppo, dopo un breve tempo per raccogliere le

idee, dice alla classe quali variazioni grammaticali possono venire apportate (“Oggi sono felice” può essere trasformato nel passato “Ieri ero felice”).

Obiettivi dell’attività

Dimostrare agli studenti che la grammatica può essere dedotta (e appresa) dagli atti di comunicazione con meno fatica rispetto alle attività di memorizzazione grammaticali

Note per gli insegnanti

Questa attività può essere adattata a tutte le strutture grammaticali e varia rispetto alle peculiarità della lingua target. Gli esempi sono veramente basilari e proposti con il solo scopo di illustrare la procedura.

Principi Montessoriani

Correzione autonoma (o tra colleghi). Fare per imparare

Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane

I bambini non sono consapevoli dell’esistenza delle strutture grammaticali nemmeno nella loro lingua madre. Quando iniziano a parlare una seconda lingua, sono interessati al suono della loro stessa voce che pronuncia queste “strane nuove parole”. Sono curiosi di scoprire come queste modulazioni vocali coinvolgano le persone (come quando erano più piccoli avevano imparato che “ma’a” attraeva l’attenzione della loro madre). I bambini più piccoli apprendono una seconda lingua spesso farfugliando senza senso le nuove parole che hanno appena appreso. Prima di provare a dire queste parole con uno scopo, sembra che abbiano bisogno di tempo per familiarizzare con i nuovi suoni. Ma non con la nuova grammatica.

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Causa di stress 5: Timore di sbagliare - di fallire - di sentirsi giudicati - imbarazzo Tipo di problema: Emotivo Sintomi

Gli studenti si sottraggono alle attività di classe per timore di commettere errori. Spesso rifiutano di rispondere nella lingua target sostenendo di avere una conoscenza insufficiente della grammatica e del vocabolario. Silenziosi e timidi, vogliono mettere in pratica solo quello che già conoscono

Titolo dell’attività 1. Aiutiamoci l’un l’altro! Descrizione dell’attività

• Un compito scritto viene dato dall’insegnante che segna gli errori (senza correggerli) e annota separatamente le forme giuste, restituendo poi il compito agli studenti che devono

scambiarli con un proprio compagno. • Ogni studente cerca gli errori sul foglio che ha ricevuto e riporta verbalmente ad alta voce

gli errori che sono stati segnati dall’insegnante e propone le possibili correzioni. • L’insegnante rimane in silenzio e ascolta le correzioni degli studenti. • I fogli sono riconsegnati agli originali autori del compito scritto che annotano le correzioni

proposte dal pari • Dopo ciò, l’insegnante scrive le frasi in forma corretta sulla lavagna e gli studenti fanno

una correzione scritta degli errori commessi nel proprio compito e confrontato le correzioni dell’insegnante con quelle proposte dal pari

Obiettivo dell’attività

Questa procedura mostra agli studenti che gli errori sono inevitabili, che anche i loro compagni li commettono e che quindi non hanno ragione di sentirsi in imbarazzo.

Note per gli insegnanti

In questo caso l’insegnante assume il ruolo del leader e “fonte di verità” (mentre nell’insegnamento Montessoriano, i materiali auto-correttivi dovrebbero sostituire l’insegnante). Ma può valere la pena fare questo l’esercizio, perché potrebbe ridurre il sentimento di vergogna e creare una sorta di solidarietà tra gli apprendenti

Principi Montessoriani

Autocorrezione e correzione da parte dei pari. Periodi d’apprendimento sensibili. Fare per imparare

Applicazione dei principi con i bambini nelle scuole Montessoriane

Il timore del fallimento è qualcosa che le persone possiedono per tutto il corso della propria vita, incluse la prima e la seconda parte dell’infanzia. Anche quando i bambini piccoli usano da soli i materiali auto-correttivi Montessoriani, il fallimento ripetuto nel fare un esercizio in modo corretto potrebbe provocare lacrime di frustrazione o rabbia. Ma, ad eccezione dei bambini traumatizzati da genitori repressivi, in genere dimenticano velocemente i propri fallimenti – questi ultimi non diventano fissazioni e non impediscono loro di riprovare a fare l’esercizio correttamente. In ogni caso, per aiutare i bambini a evitare i sentimenti di frustrazione e rabbia, un insegnante Montessoriano li educa ad accettare i propri fallimenti, senza lacrime, come una parte del processo d’apprendimento. L’uso del materiale auto- correttivo Montessoriano aiuta l’insegnante in questo scopo educazionale, in quanto i materiali sono proporzionati all’età, abilità ed ergonomia di un bambino, cioè al periodo sensibile in cui si trova e ai movimenti del corpo che è in grado di fare. Ciò elimina la frustrazione che compare quando i bambini provano a portare a buon fine dei compiti che sono al di là delle proprie possibilità (per esempio, arrampicarsi su un albero all’età di 3 anni) o quando sono forzati ad usare materiali troppo difficili rispetto alle loro specifiche capacità, come avviene nell’insegnamento tradizionale.

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Causa di stress 6: Pressione data dal gruppo (dai compagni di classe) Tipo di problema: Emotivo Sintomi

Questo studente è insicuro in classe, spesso salta le lezioni e si presenta come un apprendente silenzioso, nervoso durante le attività di gruppo, riluttante a partecipare al lavoro di gruppo.

Titolo dell’attività 1. Rompere il ghiaccio: “Come ti chiami? Mi chiamo…”

Descrizione dell’attività

• La classe viene divisa in gruppi • L’insegnante fornisce una lista di parole che vuole far praticare agli studenti

Esempio: Gruppo 1 e Gruppo 2 Gruppo 1: lo Studente A scrive una domanda per ogni parola, come per esempio

“Come ti chiami?” “Quanti anni hai?” Lo Studente B corregge sia la scrittura che la grammatica, ove necessario, ma deve essere

chiaro agli studenti che tale correzione non è l’obiettivo di questa attività Lo Studente C scrive le risposte (“ Il mio nome è…”) Lo Studente D legge le stesse domande al Gruppo 2 nelle forme corrette Il Gruppo 2 deve fornire le proprie risposte alle domande dopo consultazione fra i

membri del gruppo Il Gruppo 1 decide se le risposte del Gruppo 2 sono corrette

Titolo dell’attività 2. Rompere il ghiaccio: 2 verità e 1 bugia! Descrizione dell’attività

• Gli studenti lavorano in coppia • Ogni apprendente scrive su pezzo di cartoncino 2 frasi vere e 1 falsa. • I cartoncini vengono scambiati tra i due componenti • Ogni studente legge a turno ad alta voce i cartoncini e prova ad indovinare quali

affermazioni sono vere e quali sono false Titolo dell’attività 3. Rompere il ghiaccio: luci, camera, azione! Descrizione dell’attività

• La seguente attività può essere svolta ad ogni livello e per questa ragione non è molto dettagliata.

- scrivere un video per una breve scenetta nella lingua target e registrarlo all’esterno

Obiettivo dell’attività Attività 1. Evita possibili confronti con i colleghi, rilassa gli apprendenti, aiutandoli a conoscersi meglio l’un l’altro e aiuta la fluidità usando domande e risposte, ad ogni livello. Attività 2. Facilita l’apprendimento reciproco, rilassa gli apprendenti e favorisce la conoscenza reciproca , incoraggia l’interazione. Attività 3. Permette allo studente meno sicuro di sé di osservare gli altri studenti per un breve periodo, scoprendo così chi gli è più congeniale per questo progetto e anche per progetti futuri di collaborazione.

Note per gli insegnanti

Attività 1: un approccio efficace per minimizzare questo tipo di stress, può risultare anche nel dividere la stessa attività in diversi compiti e assegnare ogni compito in relazione all’abilità di ciascuno studente, così che tutti possano svolgerlo nel miglior modo possibile. Gli studenti scelgono la parte del compito che vogliono eseguire (esempio: uno studente sceglie le parti da riempire, uno la parte grammaticale, un altro la corretta ortografia e il terzo la presentazione orale). Attività 2: incoraggiare il lavoro a coppie invece che quello di gruppo, scegliendo le coppie che si completano a vicenda (esempio: uno studente con abilità nel parlare può lavorare in coppia con studenti che possiedono abilità con la grammatica per un reciproco apprendimento/insegnamento). Attività 3: rispettare anche l’eventuale comportamento antisociale degli studenti, offrendo allo stesso tempo delle vie d’uscita.

Principi Montessoriani

Scelta del proprio tempo d’apprendimento. Fare per imparare. Analisi del movimento. Apprendimento auto-diretto. L’insegnante è un osservatore.

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Applicazione dei principi con i bambini nelle

Nella scuola Montessoriana, i bambini imparano a cooperare e ad aiutarsi l’un l’altro quando svolgono “attività pratiche”. Ma, certamente esistono anche bambini che soffrono di timidezza o di traumi sociali originati dall’ambiente domestico anche in una scuola

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scuole Montessoriane

Montessoriana. A questi bambini è permesso stare soli per un po’ e gradualmente uscire dal proprio isolamento (gli insegnanti Montessoriani creano deliberatamente delle attività che li incoraggiano ad uscire). E’ sempre possibile che due o più bambini semplicemente non si capiscano o non si piacciano. Ciò potrebbe portare uno di loro a “perseguitare” l’altro, forse deridendolo/la o sbandierando un’abilità che lei/lui non possiede. In casi come questi, gli insegnanti Montessoriani intervengono stabilendo il corretto clima di cooperazione. Nei casi più estremi possono separare i due bambini e unirli ad altri.

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Causa di stress 7: Pressione data dal tempo dovuta da programmi imposti Tipo di problema: Emotivo Sintomi

Alcuni studenti si sentono in imbarazzo quando impiegano più tempo per compiere un lavoro. Mostrano stress quando viene assegnata un’attività che deve essere completata entro un certo tempo. Lasciano l’aula se un’attività ha restrizioni di tempo, o potrebbero anche rifiutare di compiere tali attività.

Titolo dell’attività 1. E’ tempo di parlare Descrizione dell’attività

L’insegnante all’inizio di ogni lezione dedica 5/10/15 minuti per fare domande agli studenti sui temi affrontati la volta precedente. Siccome gli studenti generalmente conoscono le risposte, non si sentono sotto pressione e quindi sono rilassati. In più, questa attività consolida le conoscenze acquisite precedentemente.

• L’insegnante pone agli studenti domande ripetitive: il tempo per la risposta si accorcia progressivamente mano a mano che le strutture vengono acquisite, per

cui, proprio per questo motivo, gli studenti non si sentono sotto pressione. Esempio:

• L’insegnante chiede allo studente A (che è inglese): “Vieni dall’Inghilterra?” “Si”, e lo studente B (italiano): “Vieni dall’Italia?” “Si” e poi lo stesso tipo di domanda a tutti gli

altri studenti. La prevedibilità dell’esercizio implica che la velocità può essere aumentata senza provocare ansia.

• Quando il meccanismo è stato completamente acquisito, l’insegnante pone la stessa domanda, ma che richiede una risposta differente, precedentemente concordata

(per esempio: “ Ora sostieni che sei di un’altra nazionalità e rispondi con una frase lunga: “Vieni dall’Inghilterra?” “No, non vengo dall’Inghilterra, vengo dall’Italia”).

• Usare la stessa domanda non più di 3 volte nella stessa lezione, per evitare la noia, ma usare la stessa domanda per diverse lezioni

• Usare domande chiuse per livelli più bassi (fino all’A1) e domande aperte per livelli più alti (dall’A2 in poi)

Titolo dell’attività 2. Colloquio per un nuovo lavoro – prepararsi per affrontarlo Descrizione dell’attività

Gli studenti sono divisi in 2 gruppi: quelli che cercano dei lavoratori (A) e quelli che cercano un lavoro (B).

• Ogni studente A scrive un annuncio di lavoro (5-10 minuti) • Ogni studente B sceglie un annuncio di lavoro (5 minuti) • Lo studente B ha un tempo limitato per la preparazione del CV e per prepararsi al

colloquio di lavoro (10 – 20 minuti) • Lo studente A ha un tempo limitato per studiare il curriculum dello studente B e per

preparare le domande per il colloquio (10 minuti) • La conversazione dovrebbe durare un periodo limitato di tempo (massimo 10 minuti) • Lo studente A valuta la performance dello studente B

La quantità di tempo dipende dai livelli. Obiettivi delle attività

Nell’attività 1) l’attenzione è focalizzata sull’abilità orale: nell’interazione, gli studenti hanno bisogno di parlare in modo relativamente veloce. Lo scopo di questa attività è quello di permettere agli apprendenti, nell’ambiente “sicuro” creato dalla facilità del compito assegnato, di apprendere come gestire le restrizioni di tempo e come usare i limiti di tempo a proprio vantaggio, invece di cercare di evitarli. Nell’attività 2) gli studenti devono mostrare la propria comprensione scritta, le capacità di comunicazione orale e l’abilità nella scrittura, in un periodo di tempo limitato. Dato che ciascun passaggio è preparatorio per quello successivo, ancora una volta gli studenti sono sottoposti a minor pressione e possono imparare come far fronte alla limitazione di tempo imposta in questo caso dall’insegnante.

Note per gli insegnanti

Attività 1. Richiede una preventiva e dettagliata spiegazione e pratica, prima che gli studenti possano trarne beneficio. Attività 2. Dovrebbe includere gli argomenti, gli interessi e le abilità professionali contenute

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nell’analisi dei bisogni degli studenti, così come compilato all’inizio del corso. Sono possibili molte variazioni e l’insegnante può continuamente proporre diversi argomenti – tutti appropriati al background, al livello culturale degli studenti e all’ambiente

Principi Montessoriani

Invece che “Scegliere il proprio tempo d’apprendimento” o “Auto-controllo degli errori nel materiale didattico”, questi esercizi sono in qualche modo basati sul “ritmo controllato” di “materiali imposti” e questo potrebbe sembrare non-Montessoriano. Ma in realtà sono una sorta di terapia per aiutare gli studenti a superare i propri problemi riguardanti la pressione psicologica dovuta alla mancanza di tempo. Quindi, gli esercizi sono basati su: rispetto per l’individualità di ogni studente; periodi d’apprendimento sensibili; ripetizione sollecitata.

Applicazione dei principi ai bambini nelle scuole Montessoriane

In una scuola Montessoriana, i bambini non sentono la pressione psicologica dovuta alla mancanza di tempo: dedicano tutto il tempo che vogliono (compatibilmente con l’orario scolastico) alle attività che scelgono. I processi interiori che i bambini subiscono, in certi “periodi sensibili”, li conducono in modo naturale a cercare nell’ambiente i giusti materiali d’apprendimento e a dedicare ad essi un tempo sufficiente. Gli insegnanti devono solo rispettare e incoraggiare i loro tentativi. Occasionalmente i bambini potrebbero sentirsi frustrati dai vincoli di tempo: per esempio, se non hanno finito di disegnare ed è ora di tornare a casa. Tuttavia non si sentono imbarazzati se non finiscono in tempo, come capita invece in un adulto. Questo perché un adulto, quando non rispetta una scadenza, si sente giudicato, da un superiore o dai propri pari, come “incapace”. Il bambino Montessoriano no, in quanto stabilisce da solo le proprie “scadenze” evolutive (che sono necessariamente molto elastiche)

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Causa di stress 8: Senso di lealtà verso la propria L1 e la propria cultura. Tipo di problema: Emotivo: Sintomi

Gli studenti mostrano un interesse quasi nullo verso la lingua e la cultura target. Potrebbero deridere i propri compagni di corso che provano ad usare una pronuncia “troppo straniera” quando parlano la lingua target. Usano la lingua target in modo sarcastico, per esempio creando giochi di parole negativi con essa e, in ogni caso, per parlare di argomenti inerenti alla propria cultura madre

Titolo dell’attività 1. 2. Un ponte culturale Descrizione dell’attività

1. Chiedere agli studenti di preparare una guida turistica/culturale sugli aspetti più interessanti della capitale o di un’altra città famosa o altra località dove la lingua target è parlata; il tutto scritto nella propria madrelingua (L1), se conosciuta dall’insegnante, oppure in Lingua Franca 2. Chiedere agli studenti di preparare una breve nota (per i livelli più bassi) o una guida

turistica/culturale (per livelli più alti) sugli aspetti più interessanti del proprio Paese, nella lingua target (LS/L2)

Titolo dell’attività 3. Agli occhi del turista straniero Descrizione dell’attività

• Gli studenti lavorano in gruppi per preparare gli aspetti più affascinanti e quelli che ritengono meno piacevoli della cultura che stanno studiando. L’attività può essere

diversificata di modo che venga richiesto ad alcuni studenti di agire come rappresentanti della cultura target, mentre altri interpretano il ruolo delle persone provenienti dalla cultura degli studenti e ognuno difende la propria cultura (della lingua target e/o in quella degli studenti). • Gli studenti condividono le note e si scambiano le idee.

Scopo delle attività Confronto culturale. Queste attività fanno appello alle emozioni degli studenti, aiutandoli a capire che gran parte dei loro problemi nell’apprendere la lingua target proviene dalla resistenza ad immedesimarsi nella cultura target. Dal punto di vista interculturale, le attività aiutano gli studenti a trovare quegli elementi della cultura target che sono comuni anche alla propria cultura madre, cosi da rendere la cultura target meno “straniera”. Le culture sono composte da “ingredienti” comuni, combinati in maniera differente – come un piatto di spaghetti per pranzo con la famiglia in Italia e un sandwich pomodoro e formaggio mangiato per pranzo da soli in un pub londinese: gli ingredienti sono identici – farina, acqua, sale, pomodoro, formaggio - ma l’utilizzo è alquanto diverso. Il confronto tra le differenze culturali, oltre alla consapevolezza che esistono delle somiglianze di base, può sfociare in un atteggiamento emotivo più forte (positivo) nei confronti dell’apprendimento della lingua target, in tutti i suoi aspetti

Note per gli insegnanti

Nell’attività 3, nella formazione dei gruppi, prestare attenzione a cosa è menzionato nella sezione “causa di stress n°6, attività 1. Note per gli insegnanti.”

Principi Montessoriani

Ambiente idoneo. Periodi d’apprendimento sensibili. L’insegnante è un osservatore, non un docente. Fare per imparare.

Applicazione dei principi ai bambini nelle scuole Montessoriane

I bambini notano che persone diverse hanno diversi comportamenti, ma non associano queste differenze a specifiche classi sociali o a specifiche culture. Tuttavia i bambini sono consapevoli che orsi e api formano delle “comunità”, ciascuna delle quali mangia prodotti simili provenienti dalla frutta, ma differenti (le bacche rispetto al nettare delle bacche) e che hanno un habitat delimitato simile, ma differente (grotte rispetto ad alveari). Ciò significa che i bambini piccoli potrebbero classificare le culture se vengono forniti di giusti stimoli. Cosi, nell’istruzione Montessoriana di una lingua straniera, i bambini piccoli imparano, attraverso lo scambio di video con asili in altre culture, che anche gli uomini formano delle comunità che sono allo stesso tempo simili e differenti riguardo al cibo, lingua, abitazioni, giochi, lavoro, disciplina e punizioni, vita scolastica, ecc. Somiglianze che giustificano la solidarietà internazionale. Differenze che stimolano la curiosità di conoscere le altre comunità culturali…e di parlare la loro lingua

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Causa di stress 9: Uso della lingua target – Evitare la traduzione letterale tra la propria lingua e la

lingua target Tipo di problema: Cognitivo Sintomi

Gli studenti parlano nella loro L1 piuttosto che nella L2 quando rispondono alle domande dell’insegnante. Difficoltà nel cambiamento dei codici linguistici. Nei gruppi monolingui usano la propria L1 invece che la lingua target, soprattutto quando lavorano in coppia o in gruppo.

Titolo dell’attività 1. Parlare o pagare Descrizione delll’attività

• L’insegnante si sposta in un punto della stanza e dice agli studenti che quello è “la Zona Franca” dove la loro L1 (o lingua franca) è permessa. Ma quando si esce da tale “Zona”,

tutto il resto dell’aula diventa parte della cultura target, dove è permessa solo la lingua studiata. Se gli studenti vogliono parlare in qualche altra maniera che non sia la lingua target, devono prima usare tale lingua per chiedere all’insegnante di spostarsi nella “Zona Franca” (vedi anche Capitolo 3 “Stabilire una zona L1 in classe”) • Gli studenti si siedono in gruppi e a turno fanno la parte del Supervisore. Il Supervisore

ha un foglio di carta con il nome di ogni studente su di una colonna. Durante la lezione, gli studenti devono PARLARE solo la lingua target (finché l’insegnante non va nella “Zona Franca”) altrimenti devono PAGARE 10 centesimi per ogni infrazione. Alla fine della lezione, il Supervisore conta le infrazioni, raccoglie le “multe” e consegna il denaro all’insegnante per comprare biscotti o qualsiasi altro tipo di cibo della cultura target da offrire agli studenti durante la lezione seguente.

Titolo dell’attività 2. Raccontami una favola Descrizione dell’attività

• L’insegnante chiede agli studenti quale favola fosse la loro preferita quando erano bambini. La classe sceglie 3 favole che accomunano i gusti della maggior parte degli

studenti. Poi, per la lezione successiva, l’insegnante cerca un video delle 3 favole, in lingua target (non sottotitolata). Per esempio, se degli studenti polacchi, italiani e ungheresi frequentano un corso di greco e hanno scelto “La principessa e il ranocchio”, l’insegnante dovrebbe trovare NON la versione Disney con i sottotitoli in greco, ma LA versione parlata in greco. • In classe, l’insegnante riproduce il video più e più volte, chiedendo agli studenti di

annotare qualsiasi cosa vedano diversa rispetto alla storia che si ricordavano da bambini. L’aula dovrebbe essere buia, per favorire la regressione all’età infantile. Prima di accendere le luci, l’insegnante dovrebbe chiedere agli studenti di ripetere tutti insieme le frasi-chiave (l’oscurità aiuta a superare l’inibizione). Per esempio ne “I Tre porcellini”: “Chi ha paura del grosso lupo cattivo?” oppure “Allora soffierò e farò cadere la casa!”. Queste frasi dovrebbero essere pronunciate con grande enfasi, come per un pubblico di bambini. • Successivamente, può iniziare la discussione, l’insegnante dentro la “Zona Franca”, per

far notare agli studenti come la cultura target sia sì diversa rispetto alla loro, ma anche simile e quanto abbiano in comune e anche per far notare che le differenze offrono intuizioni utili per la vita. Tutto questo dovrebbe ridurre il senso di distanza nei confronti della società della cultura target. Gli studenti intermedi possono anche lavorare in gruppi per preparare la propria versione della favola e scegliere un leader che la legga ad alta voce.

Titolo dell’attività 3. Video pubblicitari (spot commerciali)

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Descrizione dell’attività

• Senza informare gli studenti, far partire l’audio, senza il video, dello spot e chiedere loro di fare delle ipotesi riguardo ad esso: messaggio, prodotto pubblicizzato, espressioni

idiomatiche, ambientazione e cosi via. • Agli studenti viene chiesto poi di guardare un fermo immagine del video e prevedere

cosa faranno i protagonisti e quale potrebbe essere il messaggio principale. Gli studenti di livello più basso possono semplicemente descrivere le persone, colori e oggetti.

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• Gli studenti lavorano in gruppi: uno si siede davanti al video e l’altro si siede dietro girato. Far partire il video senza suono e lo studente che sta guardando lo schermo

descrive ciò che sta guardando senza menzionare il prodotto pubblicizzato; lo studente girato di spalle (che non vede) deve indovinare di quale prodotto si tratti. Gli studenti di livello più alto danno una descrizione più dettagliata. • Far partire l’intero video sia in audio che in video • Gli studenti lavorano in gruppo e gli viene chiesto di scegliere un prodotto e preparare

una pubblicità recitando come attori. Per i livelli più bassi uno slogan è sufficiente e il leader del gruppo lo riporta alla classe.

Scopo delle attività • Attività 1. Insegnare agli studenti a tradurre prontamente in L2 una frase o parola data nella loro L1

• Attività 2. La conoscenza pregressa della storia nella propria lingua facilita in prima analisi la comprensione e conseguentemente la produzione orale nella lingua target,

anche dal punto di vista psicologico, essendo un soggetto comune. • Attività 3. Il linguaggio pubblicitario rappresenta l’uso moderno che si fa della lingua,

meno formale, ricca di forme idiomatiche e abbreviazioni e permette agli studenti di entrare meglio dentro la lingua stessa. Usare solo poche parole aiuta a costruire la sicurezza in se stessi e migliorare la comunicazione. Inoltre questa attività facilita il confronto con la propria lingua e cultura, aiutando ad eliminare la causa di stress n° 8.

Note per gli insegnanti

Gli apprendenti hanno un timore naturale ad “abbandonare” il proprio codice linguistico e le proprie abitudini culturali. Attività 1: li forza a “fare un salto” nella lingua target Attività 2 e 3: mostra loro che le loro abitudini culturali native sono in parte condivise e in parte attinenti alla propria lingua e che quindi la cultura target è differente, ma non “aliena”. La lunghezza del video deve essere secondo il livello degli studenti: per i livelli più bassi un video più corto (3 minuti al massimo), mentre i livelli più alti possono affrontare anche un video di 10 minuti. Per l’attività 3. Con studenti di minore livello, l’insegnante dovrebbe scegliere gli spot televisivi che hanno più immagini e con pochi dialoghi.

Principi Montessoriani

Scelta del proprio tempo d’apprendimento. Periodi d’apprendimento sensibili. Autocontrollo degli errori nel material didattico.

Applicazione dei principi ai bambini nelle scuole Montessoriane

“Gli studenti riluttanti alla seconda lingua” esistono certamente anche nelle scuole Montessoriane, ma ciò non è visto come un problema. Gli insegnanti Montessoriani non forzano i bambini a rispondere a una domanda nella lingua target, se non se la sentono di farlo. Ogni bambino ha bisogno di uno specifico periodo di tempo in cui interiorizza gli input ricevuti, prima che possa produrre degli output. Comunque, mentre sono nell’”aula della lingua target”, i bambini non possono usare la propria L1, ma se non vogliono parlare nella lingua target, possono rimanere in silenzio e semplicemente osservare gli altri.

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Causa di stress 10: Mancanza di sicurezza in se stesso Tipo di problema: Cognitivo Sintomi

Gli studenti sono riluttanti o perfino rifiutano di parlare la lingua target, sostenendo la propria incapacità a farlo in modo “corretto”.

Titolo dell’attività 1. Intervista a un madrelingua Descrizione dell’attività

• Usando la lingua target, gli studenti intervistano un turista o comunque un madrelingua e la registrano

• Gli studenti lavorano in gruppo per preparare il questionario. Un esempio di un questionario per studenti principianti: “Salve, stiamo studiando la sua

lingua. Qual è il suo nome? E da dove viene?” • Un esempio di un questionario A2: “Scusi, abbiamo 3 domande per un progetto

scolastico. Ok? Le piace la nostra città? E’ molto diversa dalle vostre? Qual è secondo lei il luogo più interessante qui? Grazie mille. Arrivederci.”

• Uno studente pone la domanda, uno registra, uno tiene il microfono. Gli studenti nervosi possono semplicemente leggere le domande del questionario.

Successivamente caricano il video sul canale di classe di YouTube (vedi Capitolo 3), perché tutta la classe lo possa vedere. Alcuni video possono essere scaricati, mostrati in classi e analizzati dall’insegnante.

Scopo dell’attività La mancanza di sicurezza in sé è alla base di tutte le cause di stress menzionate precedentemente. Questa attività mostra agli studenti come possono comunicare nella lingua target e “stabilire un contatto” e che, anche se commettono errori, vengono ugualmente capiti. Inoltre, di solito un turista si congratula sempre per la conoscenza della propria lingua . Quindi, tutto questo non è solo “fare per imparare”, ma è anche “superare le proprie paure tramite il fare”. In più, questa attività costituisce un apprendimento basato su un’attività di collaborazione che, di per sé, è una terapia contro la mancanza di sicurezza. Il lavoro di gruppo con uno scopo preciso (non per avere un voto) rompe la connessione che c’è tra la qualità della performance e il giudizio, cosa che, invece, nell’insegnamento tradizionale, contribuisce ad acuire il timore di commettere errori, così che gli studenti non usano spontaneamente la lingua studiata, portandoli a sottostimare le proprie abilità. In aggiunta, il compito di ricerca, riferendosi alla vita reale, è intrinsecamente motivante. Concentrandosi soprattutto sul contenuto (non sulla forma), richiede una soluzione comunicativa ad una domanda specifica.

Note per gli insegnanti

Questo è uno degli esercizi più efficaci perché gli studenti possano andare oltre la propria riluttanza a parlare la lingua target, la propria paura di commettere errori e la carenza di sicurezza in se stessi. E’ cosi efficace che la Commissione Europea ha finanziato un progetto Socrates (“Picture”) per promuoverlo nelle scuole Europee. http://www.worldenough.net/picture/ http://www.worldenough.net/picture/sample1/How_to_Interview/How_to_Interview.htm Nelle sue analisi dei video, l’insegnante fornisce agli studenti un feedback positivo per tutti i singoli atti comunicativi; ciò incrementa la sicurezza personale degli studenti. La mancanza di sicurezza rivela una paura intima e una profonda necessità psicologica di accettazione e apprezzamento, che non è palese per gli insegnanti o per i pari. Dovrebbero essere utilizzate attività non competitive, quindi è importante che l’insegnante non valuti i video in maniera comparativa.

Principi Montessoriani

L’insegnante è un osservatore non un docente. Apprendimento auto-diretto. Scelta del proprio tempo d’apprendimento. Periodi d’apprendimento sensibili. Fare per imparare

Applicazione dei principi ai bambini nelle scuole Montessoriane

I bambini timidi o insicuri hanno bisogno di essere incoraggiati dando importanza alle cose che sanno fare bene e osservandoli nel farle. Nella scuola Montessoriana i bambini sono liberi di muoversi nell’ambiente, in modo che possano cercare i materiali d’apprendimento di cui hanno bisogno e che credono di poter usare. Questo li rende costantemente consapevoli di quello che sono in grado fare.

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2.1 Conclusioni Una considerazione sull’apprendimento delle parti grammaticali “difficili” o degli elementi lessicali “difficili”: anche se i bambini formati con il metodo Montessori non seguono in modo rigoroso un programma di studio, apprendono meglio e più velocemente rispetto agli studenti non formati con lo stesso metodo. Fanno meno errori quando parlano e quando scrivono e si esprimono in maniera più creativa.

Lo stesso vale quando si compara il rendimento scolastico – non solo nella lettura, ma anche nella matematica – dei bambini della scuola materna e scuola primaria Montessori, comparate con i bambini provenienti da altri tipi di scuole: gli studenti Montessoriani hanno rendimento migliore perché gli è permesso di voler apprendere.

In conclusione, la metodologia Montessoriana dovrebbe eliminare lo stress degli adulti in formazione linguistica, perché incoraggia gli studenti a trovare la propria strada e il proprio ritmo, tenendo in considerazione gli importanti aspetti psicologici, incoraggiando il lavoro di gruppo e minimizzando il ruolo degli insegnanti.