Mitici - Esperienze Di Cinema Incontrollato Vol.1 - Frank Manila

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Quello che avete tra le mani è la raccolta dei primi 40 film apparsi nella rubrica I Mitici, del mio blog Il Cinema Spiccio.Suddetta rubrica altro non è che un viaggio personale nel mio passato cinematografico. Una specie di autobiografia cinefila la cui domanda cardine, ladomanda delle domande, la domanda che ha dato il La a tutto è: "quali film hanno influenzato la mia esistenza?".La risposta non credo sia stata ancora data e ho parecchi dubbi circa il fatto che lo sarà mai, ma comunque ci provo che non si sa mai.

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I MiticiEsperienze di cinema incontrollato

vol.1

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Introduzione

Quello che avete tra le mani è la raccolta dei primi 40 film apparsi nella rubrica I Mitici, del mio blog Il Cinema Spiccio.Suddetta rubrica altro non è che un viaggio personale nel mio passato cinematografico. Una specie di autobiografia cinefila la cui domanda cardine, ladomanda delle domande, la domanda che ha dato il La a tutto è: "quali film hanno influenzato la mia esistenza?". La risposta non credo sia stata ancora data e ho parecchi dubbi circa il fatto che lo sarà mai, ma comunque ci provo che non si sa mai.

Molti di questi 40 film sono riconosciuti unanimamente come cult, altri sono condivisi, per comuni esperienze generazionali, con tanti miei coetanei mentrealtri ancora potrebbero non dire un cazzo di niente a nessun'altro all'infuori di me. Ma siccome ognuno rigetta sui film la propria vita su quest'ultima affermazione tocca starci.

Le recensioni (termine inappropriato) nascono singolarmente, ma ogni tanto si citano e rimandano tra loro... in maniera del tutto autonoma. Talvolta narranodi fatti miei personali, altre volte sono più generiche mentre altre ancora sono isterismi da fan.Non vi è una sequenza logica e/o temporale e l'unico ordine è dato da come li ho ri-visionati.(Non vi stupite se utilizzo termini come post et similia poiché, in linea di massima, ho fatto praticamente un copia/incolla di quello già pubblicato sul blog.)

La mia psichiatra mi ha detto che tutto ciò potrebbe aiutarmi, ma mentre lo diceva stava alzando il volume dello stereo perché in radio stava passando Walkdei Pantera, e sinceramente non so se si riferisse a quanto le avevo detto circa la rubrica o alla canzone. Io, da parte mia, non ho mai indagato.

Vi lascio ai film.

Perdonatemi eventuali problemi di formattazione, sappiate che è la mia prima volta alle prese con la creazione di un ebook e non mi sono preso neanche labriga di leggere guide o altro.

Il blog Il Cinema Spiccio: http://frank-manila.blogspot.it/ La pagina Facebook: https://www.facebook.com/CinemaSpiccioIl profilo Twitter: http://www.twitter.com/FrankManila

Quest'opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.

Per la creazione di questo ebook ho adoperato Sigil.

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Rambo

Regia di Ted Kotcheff. Con Sylvester Stallone e Brian Dennehy. Titolo originale First Blood. Anno 1982.

"Non sono qui per salvare Rambo da voi, ma voi da Rambo!"

Intorno ai 6/7 anni per me la parola Cinema era l'equivalente di Rambo.

Non sapevo chi fosse Sylvester Stallone, lui era solo Rambo, il fratello gemello di Rocky.

Adoravo Rambo. Lo adoravo così tanto che da grande volevo fare "il rambo" di mestiere. Mi esercitavo a casa assaltando chiunque con coltello di plastica efascia rossa in testa. Uccidevo spietati cattivi immaginari e strisciavo nella palude che si trovava tra il divano e la porta del balcone. Ricordo ancora le lacrime(poco rambesche) versate quando mia madre mi impedì di vestirmi da Rambo per carnevale. Diceva che non potevo andare a petto nudo per strada afebbraio. Diceva che avrei preso freddo. Quella folle di mia madre non mi capiva. Ma come poteva? Provai a spiegarle che se lo faceva Rambo ero obbligatoa farlo pure io. Dovevo vestirmi così, era necessario, se no da grande non avrei mai potuto intraprendere quella carriera.

Ma non ci fu verso di farla ragionare, così dovetti ripiegare per un anonimo e banale cowboy.

Tutto ciò non ha nulla a che fare col film Rambo in sé. È solo un'inutile preambolo per farvi capire che io a parlare di Rambo, con cognizione di causa,"professionalità" e rigore, non sono e non sarò mai capace. Abbiamo un passato, io e Rambo, che non si può cancellare. Un film che da bimbo apprezziperché è avventuroso, eroico e quant'altro, mentre da grande per il forte messaggio di denuncia che porta ecc.

Ma non vado oltre, concludo solo dicendo che:

Rambo è Rambo non ci sono cazzi. Prendere o lasciare!

Un messaggio per John Rambo:

Scusami Rambo se in questi anni ti ho un po' snobbato.

Se ti ho messo in disparte per fare spazio ad altri eroi che sono giunti in seguito. Sappi che in questi anni di lontananza non ti ho dimenticato.

Ti ho sempre portato con me.

Tu sei e sarai sempre il primo, nonché l'unico che io abbia mai imitato (ok, confesso di aver imitato pure Karate Kid... ma solo un paio di volte e senzatroppa convinzione, e poi solo per la mossa).

Scusa ancora.

Con sentito affetto,

Frank

p.s. - Salutami tuo fratello Rocky... che ci voglio bene pure a lui!

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Scuola di Eroi

Regia di Daniel Petrie Jr. Con Sean Astin, Wil Wheaton e Louis Gossett Jr. Titolo originale Toy Soldiers. Anno 1991.

"Great, the school gets taken over by terrorists and I'm still on pots and pans."

Da ragazzino ho sognato spesso di essere uno degli alunni della scuola di Scuola di eroi!

Volevo anche io salvare i miei amici di collegio dal commando di narcotrafficanti colombiani che ci avrebbe preso in ostaggio. Ma purtroppo a scuola mia inarcotrafficanti colombiani non sono mai venuti e così i miei sogni di gloria sono andati in fumo.

Grazie tante narcotrafficanti!

Scuola di eroi fa parte del mio periodo di crescita combat. In quel frangente della mia vita, il mio training da piccolo rambo prese un'evoluzione. Strisciareper i salotto non mi bastava più, necessitavo di studio. E quale miglior studio se non quello di analizzare chi mi aveva preceduto? I film con piccoli eroi, inquest'ottica, erano perfetti, variegati e davano un ampio raggio di azione.

Oltre a Scuola di eroi "studiai" moltissimo il capostipite Alba Rossa (per combattere l'invasore comunista), Terminator 2 (per essere preparato contro icyborg), Target (per conoscere appieno le tecniche della CIA), Wargames (per avere un'infarinatura informatica) e persino L'impero del sole (perapprendere l'umanità e la sofferenza).

Tutti grandi film, senza dubbio, ma Toy Soldiers era il mio preferito. Aveva - e ho scoperto che ce l'ha ancora - un così forte ascendente su di me, che miportò a consumare letteralmente la VHS. Poi con la morte della suddetta anche i sogni di essere rapito dai narcotrafficanti colombiani si spensero. Fu un durocolpo realizzare che a loro del figlio del fornaio, dell'operaio o dell'impiegato al comune non fregava una beneamata mazza.

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Schegge di Follia

Regia di Michael Lehmann. Con Winona Ryder, Christian Slater e Shannen Doherty . Titolo originale Heathers. Anno 1988.

"I love my dead gay son!"

Di Schegge di follia avevo solo ricordi molto vaghi. Più che altro erano immagini nascoste in qualche cono d'ombra del mio cervello. Ricordavo il titolo, gliattori e che mi piaceva tantissimo. Alcune immagini non pensavo appartenessero a questo film.

Me lo ricordavo come un pulp cazzuto... si è rivelato altro!

Schegge di follie ha come protagonista principale la generazione x, la generazione del nulla, figlia della falsità reaganiana e totalmente vuota di contenuti. Idue amanti assassini J.D. e Veronica, provano a rendere il mondo un posto migliore "suicidando" i loro pessimi e idioti compagni di scuola. Si credonopaladini, quando in realtà sono loro stessi dei cancri da estirpare. Temi forti e importanti per un film, e per questo credo si sia deciso di smorzare i toni con ilgrottesco (spesso spinto fino all'estremo). La pellicola infatti non si risparmia in attacchi alla borghesia, all'assenza totale dei genitori o allo spaesamento deiragazzi, che sembrano non essere assolutamente abilitati a vivere. Una scrittura molto interessante quella di Waters (lo sceneggiatore) che però, nonostante siapresente un acume di genio, non manca di un senso di stantio e di appesantimento.

Non saprei se consigliarla o meno questa black comedy dal sapore molto vintage (nel senso che invecchia male). Di certo offre uno spunto, molto estremizzato, della società giovanile e provinciale dell'america di fine anni '80, e potrebbe non essere poco.

Un Mitico un po' anomalo.

Ma va bene così!

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True Lies

Regia di James Cameron. Con Arnold Schwarzenegger, Jamie Lee Curtis e Bill Paxton. Titolo originale True Lies. Anno 1994.

“È questo il problema con i terroristi, se ne fregano altamente dei programmi altrui”

Non molto tempo fa sul blog ilgiornodeglizombie si parlava di True Lies. Il relativo post mi aveva portato, nei suoi commenti, a esternare la voglia dirispolverare la mia vecchia VHS del film e vedermelo.

Mettere in atto questa mia voglia però significava farmi 456 km di viaggio, spolverare la VHS e cercare di ridare vita al videoregistratore. Il giorno seguentementre mi scervellavo per venire a capo di questo mio dilemma, ecco che la provvidenza, sotto forma di bancarella distante soli 5 minuti a piedi da casa mia eal costo di 3€, mi offriva il DVD di True Lies.

Dio, il destino, Tom Savini o chi per lui, aveva risposto alle mie preghiere.

True Lies me lo ricordavo ancora alla perfezione.

È divertente, intrattiene alla grande e ti fa venire voglia di prendere James Cameron per le orecchie e intimargli di tornare a fare i film che piacciono a me.

Tutto il film è votato all'intrattenimento puro, un cinema giocoso e che non stanca. Ogni singolo dettaglio è curato alla perfezione, mentre le imperfezionisono quel qualcosa in più che danno alla pellicola lo status di cult. Sì, perché per me True Lies è un cult. È inutile che continui dicendovi quanto siadivertente e sexy il balletto di Jamie Lee Curtis o di quanto sia weird vedere Schwarzenegger ballare il tango.

Vi dico solo, sempre se non l'avete già fatto, di: 1) recuperare True Lies, 2) sorvolare il fatto che questo mio invito potrebbe essere visto come istigazione adelinquere, e 3) godervi lo spettacolo.

E che Spettacolo!

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Tartarughe Ninja alla riscossa

Regia di Steve Barron. Con Judith Hoag e Elias Koteas. Titolo originale Teenage Mutant Ninja Turtles. Anno 1990.

Quattro Tartarughe sempre pronte sempre all'erta come i ninja...ninja

Quattro Tartarughe tutte identiche d'aspetto tutte ninja... ninja

Per la pizza vanno pazze sai e ne mangian sempre più che mai

Le mitiche Tartarughe Ninja hanno educato (tutti noi dell'epoca sappiamo chi sono Donatello, Raffaello ecc. solo grazie a Splinter) e intrattenuto schiere diragazzini affamati di arti marziali in quei primi anni '90. L'arrivo del Film, che avallava la teoria che le Tartarughe Ninja esistessero davvero (se esistevanosullo schermo significava automaticamente che esistevano anche nella realtà, come Robocop), fu una delle cose che più ho atteso in vita mia. Una roba da Xsul calendario. Fu affidato, come al solito, a mio padre (che in queste occasioni subiva anche la beffa della rinuncia al riposino pomeridiano) l'ingrato compitodi portare al cinema bimbi eccitatissimi, sia per via del film che per un alto tasso di glucosio nel sangue, mentre mia madre e mia zia ne approfittavano perdeliziarsi nell'altro cinema con un film più "da grandi".

Ricordo con precisione che la sala era piena da scoppiare, anche se le teste che spuntavano dalle spalliere dei sedili erano relativamente pochissime.

Ogni tanto qualcuno gridava kawabonga o pizza ninja e solo ora, dopo 20 anni, mi viene da pensare ai mal di testa che quei poveri genitori hanno dovutosopportare in quella geldra infernale di marmocchi assatanati e iperattivi.

Ah, il film è ancora una figata... o forse no. Ma chissenefrega!

UOU UOU Il gruppo dei ninja

UOU UOU coraggio ci dà

UOU UOU Il gruppo dei ninja

UOU UOU giustizia faràaaaaa... Ninjaaaaaa

In seguito il mio preferito divenne Tartarughe Ninja II, ma è un'altra storia.

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Clerks

Regia di Kevin Smith. Con Brian O'Halloran e Jeff Anderson. Titolo originale Clerks. Anno 1994.

"This job would be great if it wasn't for the fucking customers."

Il mio rapporto con Clerks è stato, in passato, un qualcosa molto simile all'ossessione.

Arrivò nelle mie mani per caso, in un periodo durante il quale registravo random i film che passavano di notte in televisione. Nel 1996 su Italia 1, verso le 4di notte, trasmisero Clerks e il timer del videoregistratore partì piratamente immortalando quello che da lì a pochissimo sarebbe diventata una vera a propriareligione.

Come potete immaginare fu amore a prima vista, una folgorazione mistica e istantanea che mi portò a voler diventare esattamente come Randal e prendereper il culo tutti i clienti della mia videoteca.

Presi, da bravo missionario, l'oneroso compito di portare altri adepti al culto di Clerks.

La tecnica era sempre la stessa. Prima cercavo di inserirlo in qualsiasi discorso con nonchalance, poi facevo una faccia stupita seguita da una frase del tipo"NON HAI MAI VISTO CLERKS?", poi sciorinavo qualche battuta e poi offrivo, al mal capitato di turno, il favore e l'onore di visionarlo insieme. Quasitutti quelli che conoscevo all'epoca l'hanno visto (non tanto per la mia tecnica di persuasione ma perché so essere veramente rompipalle se mi ci metto)...quasi nessuno è divenuto un vero fedele.

Ora ho leggermente abbandonato la mia personale crociata ma, anche se le visioni del film sono di molto diminuite (comunque resta il film che ho più visto invita mia), ancora oggi quando sento qualcuno dire che non conosce Clerks la mia mascella si allunga, gli occhi mi si spalancano e dalla mia bocca urlo"NON HAI MAI VISTO CLERKS?".

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SubUrbia

Regia di Richard Linklater. Con Giovanni Ribisi, Steve Zahn e Jayce Bartok. Titolo originale SubUrbia. Anno 1996.

"Didn't you see their video on MTV?"

"No, I shot my TV."

SubUrbia fu un macigno. Arrivò all'improvviso in quel particolare momento della vita dove ci si sveglia dall'incoscienza infantile e ci si ritrova catapultatinel mondo vero.

Era bastata un'estate e un passaggio repentino e velocissimo, e senza intermezzi, da Topolino a Dylan Dog. Avevo realizzato, praticamente dall'oggi aldomani, che il mondo faceva schifo e che le uniche persone (Jim Morrison e Kurt Cobain) che avrebbero meritato di vivere erano già morte.

SubUrbia entrò nella mia vita in quel passaggio e io mi ritrovai senza via di scampo.

Mi vedevo di lì a poco (facevo le medie ma già pensavo al post-Liceo) a bazzicare il parcheggio del drugstore tutta la notte come i protagonisti del film. Ildramma, poco dopo, si amplificò quando mi resi conto che di drugstore aperti tutta la notte non ce n'erano. Non c'era manco il drugstore. Dove vivevo ioc'era l'alimentari o la Despar. Senza contare che mia madre mi avrebbe preso a calci se non rientravo ad un orario decente.

Caddi in depressione e decisi di raggomitolarmi nelle camice a quadri e nei jeans strappati con Kurt che urlava Rape me nelle orecchie.

Come per i ragazzi di SubUrbia mi sentivo incastrato. Non lo ero, sia ben chiaro, ma la sensazione era quella. Agivo per empatia e capivo benissimo il lorostato d'animo e la loro frustrazione di vivere in un buco di culo del Texas.

Cazzo, io non potevo manco esternare la mia insoddisfazione alla vita in un parcheggio per tutta la notte! Loro si potevano ritenere anche fortunati.

Con SubUrbia non attuai un'ossessione simil Clerks (i due film anche se su toni diversi, hanno tematiche molto simili) perché era un film per me intimista.Da momenti di solitudine.

Poi arrivò il momento di varcare il cancello del Liceo e il primo anno passò e arrivò una nuova estate.

Quell'estate trovammo il nostro muro del cazzeggio vicino a un simil-drugstore (in realtà un Alimentari) aperto (quasi) tutta la notte... e non era per nientedeprimente. Ok, forse un po' lo era ma almeno avevamo anche noi il nostro angolo.

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Tartarughe Ninja II: il segreto di Ooze

Regia di Michael Pressman. Con Paige Turco e David Warner. Titolo originale Teenage Mutant Ninja Turtles II: The Secret of the Ooze. Anno 1991.

Ninja, Ninja, RAP! Ninja, Ninja, RAP! GO GO GO GO!

Nella chiusura di Tartarughe Ninja alla riscossa vi avevo promesso un'altra storia.

Eccola qui. Siete contenti?

Nell'anno domini MCMXCI (più o meno) il fenomeno delle quattro tartarughe ancora non si era attenuato. Noi ancora ci si esaltava da matti con la serieanimata e il primo capitolo non aveva fatto altro che portare i nostri entusiasmi fino alle stelle - con "noi" sono quasi certo di riferirmi a TUTTI i ragazzini delperiodo.

Eravamo, quindi, ancora belli galvanizzati che SBAM esce il secondo film! Prima ci fu incredulità, poi un passa parola generale tra i grandi che dicevanocose del tipo "Ancora?" o "Di nuovo?" o "Stavolta ti ci porta tua madre!" (quest'ultimo era mio padre ma, come da copione, toccò di nuovo a lui), e picciniche si urlavano a vicenda frasi sconnesse tipo "UOU UOU Il gruppo dei ninja", "Kawabonga" o "Pizza ninja" tutte un po' caso. Lo stato di eccitazione quasifebbrile salì fino alle stelle, ma proprio quando sembrava che sarebbe esploso e avrebbe devastato tutto, questo si spense. Tutti i bambini si azzittironoall'istante e si misero a sedere composti e con le mascelle penzoloni. Il film era cominciato.

Sin dalla prima scena, con l'entrata di prepotenza delle tartarughe che fanno man bassa di tutti i cattivi, avevo decretato il film come IL PIÙ BELLO DITUTTI I TEMPI. Il primo era eccezionale ma il secondo era di più, molto di più.

E ancora oggi non so cosa fosse questo "di più". Potrei tentare affermando che forse fu per via del livello marziale nettamente superiore - sia per qualità cheper quantità- , o forse per Rahzar e Tokka, o forse per il personaggio di Keno che ci fece credere che chiunque sarebbe potuto diventare amicissimo deiquattro ninja verdi. Ma non vi sono certezze.

Ovviamente il Frank di oggi non pensa che sia il film PIÙ BELLO DI TUTTI I TEMPI, ma rispetta il Frank di 20 anni fa e lo comprende. EffettivamenteTartarughe Ninja II: il segreto di Ooze è ancora una figata pazzesca... e senza alcun forse questa volta.

È così e basta, è un postulato... è semplicemente di più!

Go Ninja, Go Ninja, GO: Go Ninja, Go Ninja, GO! Go Ninja, Go Ninja, GO: Go Ninja, Go Ninja, GO! GO GO GO GO!

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Robocop

Regia di Paul Verhoeven. Con Peter Weller e Nancy Allen. Titolo originale Toy Soldiers. Anno 1987.

"Vivo o Morto, tu verrai con me!"

Robocop entrò nella mia vita sotto forma di pubblicità, a mo' di promessa. L'apparecchio televisivo mi diceva che presto quei pochi strabilianti framesarebbero stati molti di più, ma già quei pochi secondi mi avevano elettrizzato. Anche se debbo ammettere che al contempo mi fecero provare invidia. Cioè aDetroit avevano uno sbirro cazzuto e corazzato mentre a noi toccava il brigadiere Rossi (nome di fantasia) che, senza nulla togliere all'arma, non si puòproprio paragonare. Robocop batte Carabinieri 10 a 0... non c'è partita.

E insomma trasmisero il film e, come al solito (in questa rubrica ormai è cosa ovvia), me ne andai sotto. Ma, se ci pensate, fu inevitabile. Quale bambino dicirca 6 anni non andrebbe sotto a Robocop? È praticamente impossibile. Robocop è un super poliziotto, per metà uomo e per metà macchina, che nel corsodel film tra sparatorie, esplosioni e violenze di ogni tipo, riscopre il suo lato umano che riaffiora e quindi l'amore.

Rivedendolo ora, a distanza di anni, tanti anni, dall'ultima volta e con una certa "maturazione" si notano anche altri aspetti nel film. Come la martorizzazionedella carne e una certa assonanza tra Robocop e Cristo (non me lo sto inventando certamente io è Verhoeven a dirlo, e guardando bene ha pure ragione).

Ma poi vogliamo parlare del titolo? ROBOCOP. Un titolo perfetto, una parola che dice tutto.

Ovviamente sono passati parecchi anni dalla realizzazione e molti degli effetti speciali risultano ormai teneri, ma va bene lo stesso... perché tanto l'edizionedvd in commercio riporta il film così come doveva essere, senza i tagli imposti dalla tv, equilibrando lo scompenso temporale. Quindi abbiamo effetti d'epocama abbondanza di sangue e violenza.

Questo è Robocop, quello che io chiamo un Cult!

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Ghost Dog - il codice del samurai

Regia di Jim Jarmusch. Con Forest Whitaker e Henry Silva. Titolo originale Ghost Dog: The Way of the Samurai. Anno 1999.

"If a warrior's head were to be suddenly cut off, he should still be able to perform one more action with certainty - What the fuck does that mean?"

"It's poetry. The poetry of war."

Ghost Dog è un mitico relativamente nuovo ed entra di diritto tra queste pagine per l'importanza che ha avuto sulla mia persona.

Vidi Ghost Dog che ero già abbastanza grande, frequentavo le superiori, ed ero nel pieno periodo di crescita autoriale. Un periodo dove Godard e Truffautla facevano da padrone, un'era oscura dove confesso di aver denigrato quei film di serie b che tanto amo e che guardavo di nascosto senza dirlo a nessunoperché me ne vergognavo. Un'epoca in cui, con il mio atteggiamento da snob, esternavo pubblicamente la mia sapienza sciorinando cazzate pseudointellettuali mentre a casa vigeva la regola del rutto libero lontano da orecchie indiscrete.

Ora sono profondamente pentito e rammaricato, ma che ci posso fare? È andata così e ringrazio Dio (per Dio intendo Internet) che mi ha fatto capire di nonessere solo a questo mondo e che là fuori, da qualche parte, si celano fan di Van Damme e Bombolo.

Ghost Dog fu importante perché mi fece ricongiungere leggermente alle origini. Fu, in pratica, un ottimo film di passaggio essendo in parte un gangstermovie con sparatorie ecc. e in parte un film d'autore. Ma i meriti del film non si fermano qui. Perché Ghost Dog, grazie ai suoi inserti tratti dall'Hagakure e atutta la menata sui samurai, mi fece avvicinare a Kurosawa (così come a Le Samouraï di Melville perché qualcuno, non ricordo chi, mi disse che i due filmc'entravano qualcosa l'uno con l'altro e mi fidai) nonché al cinema nipponico che trattava, appunto, di samurai. Me li fece vedere, questa volta, con un altroocchio, diciamo un occhio più profondo che sorvolò le semplici katane che tagliano arti a metà in un tripudio di sangue... ogni riferimento a Lupo Solitarioe il suo cucciolo è casualmente voluto.

Per queste semplici cose Ghost Dog entra di diritto ne I Mitici... e poi è pure un gran bel film!

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L'Armata delle tenebre

Regia di Sam Raimi. Con Bruce Campbell, Embeth Davidtz e Marcus Gilbert. Titolo originale Army of Darkness. Anno 1992.

"Good. Bad. I'm the guy with the gun."

Più che i suoi due (e aggiungerei strepitosi) predecessori, della saga de La Casa di Raimi, il mio Mitico è il terzo capitolo. Ebbene si, proprio L'armata delletenebre.

Non saprei dire quale sia il motivo che negli anni passati mi ha spinto sempre a prediligere questo piuttosto che gli altri due, ma resta il fatto che le visionidedicate alla terza avventura di Ash sono di gran lunga superiori alla somma di quelle che ho dedicato agli altri due messi insieme. Le opzioni che mi sonodato a riguardo sono principalmente due. La prima è che l'uscita del film coincise con un determinato periodo della mia vita durante il quale mi aprivo allasettima arte e ne sono rimasto in qualche modo affezionato. La seconda ipotesi è che qui il grande Sam non si è proprio regolato, facendo così breccia nel miocuore e dimostrandomi che qualsiasi cazzata ti possa passare per la mente la si può mettere su pellicola.

L'armata delle tenebre è qualcosa che io definirei un film adatto a tutti.

E già cari miei!

Secondo me è infatti un film da famiglia e forse Raimi, che stupido non è, questo ben lo sa. Se vedete bene, all'interno della pellicola c'è tutto quello chepotrebbe piacere a membri medi di una famiglia media. C'è la storia romantica per le mamme; sangue e lotta su sfondo medievale per i babbi; geyser disangue, squartamenti con in più un esercito di scheletri per i giovini figlioli. Per tutti c'è poi il viaggio nel tempo, una tematica che, secondo me, non ha nésesso né età.

Visto? Non siete daccordo? Come? Le giovini figliole?

Be, le giovini figliole nella sera dedicata a L'armata delle tenebre possono benissimo uscire con le amiche o scrivere sul diario. Non è colpa mia né diRaimi se, con le loro assurde pretese di peluche e treccine, rovinano un equilibrio familiare costruito in modo così certosino.

Perciò famiglie, cogliete l'occasione per riunirvi e godervi quella grandissima figata che si chiama... L'Armata delle tenebre!

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Arma Letale

Regia di Richard Donner. Con Mel Gibson e Danny Glover. Titolo originale Lethal Weapon. Anno 1987.

"Sono troppo vecchio per queste stronzate!"

Non poteva di certo mancare tra I Mitici anche Arma Letale. Un film che ha fatto epoca e dettato le regole del buddy cop.

Durante quel leggiadro e imberbe periodo Mel ancora non aveva dato di capoccia, impersonava solamente sullo schermo quel personaggio che il mio babboribattezzò amorevolmente U Pacc' (Il Pazzo), nome che da Arma Letale in poi ha sostituito in toto quello dell'attore.

Es: "stanno dando un film con U Pacc'"; "U Pacc' ha vinto l'oscar"; "In centro ho visto U Pacc'" (true story)

Fu così che, con questa pellicola, quel buon antisemita di Gibson divenne uno dei grandi eroi dell'action. Non solo per via delle sue peripezie o delle sueuscite sfarzose, ma perché era apparentemente normale e non iper-pompato come altri suoi famosi colleghi. Ci diceva, in pratica, che anche uno smilzo dialtezza media, psicologicamente instabile e con una verve comica spigliata, poteva spaccare culi e sparare col mitra nel traffico congestionato di Los Angeles.Mel era come noi, un po' matterello forse, ma essenzialmente come noi... o meglio come saremmo stati.

Con Arma Letale, per concludere, cominciai a sviluppare anche un odio per i biondi ma questa è una storia che forse esplicherò in futuro.

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1997: Fuga da New York

Regia di John Carpenter. Con Kurt Russell, Lee Van Cleef e Ernest Borgnine. Titolo originale Escape from New York. Anno 1981.

"I don't give a fuck about your war... or your president!"

È Snake (Iena per gli italiani) Plissken che parla, e in questa semplice frase - proprio questa qui sopra - esplica tutto il suo essere.

Kurt Russel e John Carpenter creano forse il loro personaggio più iconico (e i due insieme hanno dato vita a Jack Burton e R.J. MacReady), quello piùcazzuto, quello più anarchico, quello più... quello più cool. Oh Yeahh!!!

Fuga da New York entrò sin dalla sua prima visione nell'olimpo dei cult, tanto che per un paio di giorni seguenti alla visione sono andato in giro con labenda sull'occhio. Benda del costume di carnevale da pirata di mio fratello. Mi sentivo un vero duro!

E il suo posto d'onore è più che meritato.

Il viaggio negli inferi di Snake, in una sorta di discesa dantesca, non è il solito viaggio di formazione che tante volte abbiamo visto in quel di Hollywood.L'eroe stavolta non ritorna cambiato, non ritorna con un nuovo modo di vedere la vita, perché lui (ma sono solo supposizioni) all'inferno non solo c'era giàstato ma lo porta dentro di sé. Quando riesce, dopo mille peripezie e tanti morti, a tornare alla civiltà, si ritrova di nuovo al punto di partenza. Il suo è unviaggio senza fine, un cavaliere errante che per sopravvivere è costretto a combattere. Perché è l'unica cosa che sa fare, perché è ben al di là di una qualsiasisalvezza e perché è uguale ai suoi nemici.

Questo è Snake Plissken.

Non è un eroe ma solo un gran figlio di puttana.

E per questo io l'adoro!

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Target - scuola omicidi

Regia di Arthur Penn. Con Gene Hackman e Matt Dillon. Titolo originale Target. Anno 1985.

"You speak French?"

Vi è stato un periodo della mia vita durante il quale cominciai ad osservare, con occhio clinico, i miei genitori per cercare di capire se fossero degli agentidella CIA (i Servizi Segreti nostrani avevano poco appeal) sotto copertura.

Vi state domandando il perché? Semplice, avevo visto Target... e forse pure Frantic.

I ricordi non sono proprio nitidi.

Comunque sia, era diventata una vera e prorpio fissazione.

Insidiavo i miei con domande sulla Germania dell'Est, sul disinnescare bombe e altre cose da spie che ora non ricordo e delle quali non sapevo (e non so) unbel niente. Il mio metodo era quello di andare alla cieca cercando una falla nelle loro risposte. Devo ammettere che sono stati bravi e hanno sempremantenuto bene la loro "copertura". Loro rispondevano come potevano e col senno di poi credo di averli illusi facendogli credere di avere in casa un piccologenio che si interessava precocemente di storia, politica o chimica.

Col tempo ho perso interesse e pazienza restando però inconsciamente convinto che alla prima crisi si sarebbero trasformati in perfetti agenti segreti e miavrebbero insegnato tutto quello che c'è da sapere sul fare i pedinamenti, sul blocco Sovietico (che già all'epoca era bello che andato) e persino sulla linguaRussa.

Ora come ora qualche dubbio di aver preso una cantonata inizia a palesarsi, ma cerco di tenere duro e aspetto questo benedetto "risveglio".

Mi ero trovato pure il nome in codice... mi sarei dovuto chiamare Rambo!

Vedete come tutto torna?

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Breakfast Club

Regia di John Hughes. Con Emilio Estevez, Judd Nelson e Molly Ringwald. Titolo originale The Breakfast Club. Anno 1985.

"Non ho nessuna vite, le viti cadono, purtroppo viviamo in un mondo imperfetto."

Grande cult degli anni '80 e miglior film di John Hughes.

Breakfast Club è un Mitico un po' sui generis*, un po' come SubUrbia. I due film, nella mia mente, vengono immancabilmente collegati tra loro, e sebbenela visione di Breakfast Club sia stata antecedente a quella del film di Linklater la comprensione reale del film avvenne più o meno nello stesso periodo.

Le prime volte che l'ho visto per me era solo un film divertente, a tratti un po' drammatico, dove dei ragazzi facevano casino a scuola... le parti intimiste eracome se si cancellassero automaticamente. Ma poi ad un tratto, durante un passaggio in tv, le porte della percezione si spalancarono e mi resi conto che labellezza del film era dovuta proprio ai confronti interiori dei protagonisti.

Incredibile.

Io, così come tanti altri, ero esattamente come i ragazzi del film. E sebbene quel senso di incomprensione e insoddisfazione che si manifesta quando si ègiovini sia un momento cruciale e, diciamolo pure, anche banale della crescita; un passaggio obbligato che tocca, chi più e chi meno, quasi tutti, c'è da direche può essere a tratti devastante e persino difficile da sopportare.

Il Breakfast Club in questa visione non agì da deterrente, non ha dato risposte ma fu, più che altro, uno specchio dove guardarsi e scoprire che in fondoabbiamo tutti gli stessi pensieri e problemi.

E attenzione perché non è cosa ovvia e poi all'epoca non c'era l'internet con tutti i blog ecc.

Confesso che vi è stato anche qualche recondito desiderio di avere anche nella scuola che frequentavo io la reclusione punitiva nella biblioteca nonché diesservi recluso per avere un Breakfast Club tutto mio... ma questa usanza non era contemplata dal nostro sistema e ad oggi son contento che questa voglianon sia mai stata attuata. In fin dei conti di sabato già ci si andava regolarmente a scuola.

*sui generis poiché fanno parte dei pochi film dell'epoca non tamarri.

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Matinee

Regia di Joe Dante. Con John Goodman e Cathy Moriarty. Titolo originale Matinee. Anno 1993.

"He's not a monster, he's a shoe salesmen"

Da queste parti a uno come Joe Dante ci si vuole tanto, ma davvero tanto, bene.

Al Joe Dante vero e proprio anche di più.

Elencare su cosa si basa il mio affetto verso il buon vecchio Joe sarebbe superfluo, ma mi accingo a farlo per quelli poco attenti.

Pronti?

Via: L'ululato, Greemlins, Explorers, Salto nel buio, L'erba del vicino e pure Small Soldiers... e anche La seconda guerra civile americana. Non soper voi ma secondo me la percentuale di capolavoro è quasi al 90%.

E se avessi messo pure Matinee nella lista la percentuale sarebbe salita come minimo al 97%.

Poi mi sta simpatico pure nelle interviste, perché si vede che quando parla di cinema gli si illuminano gli occhi.

A questo punto dovrei parlare anche un po' di Matinee.

Matinee è caruccio assai. Un film che sprigiona passione da qualsiasi punto lo si guardi e pur essendo un film anche imperfetto, a tratti un po' banalotto ebonario, vince su tutti i fronti grazie al suo cuore.

È una dichiarazione d'amore di Dante verso i brutti film, quelli che oggi si potrebbero definire Scult.

Joe è uno troppo forte!

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Bad boys

Regia di Michael Bay. Con Will Smith e Martin Lawrence. Titolo originale Bad Boys. Anno 1995.

Bad boys, bad boys whatcha want Whatcha gonna do?

Che il signor Michael Bay sia una calamità abbattutasi sulla settima arte, ormai è cosa assodata. Ma ciò che è giusto è giusto e mi tocca affermarlo.

Bad Boys spacca, ha sempre spaccato e continuerà a spaccare.

Il Bay dell'epoca era uno che veniva dai videoclip, uno giovane, spigliato e truzzo il giusto. Gli attori erano un divetto della Tv che ancora si doveva svezzaresul grande schermo mentre l'altro, fino ad allora, non l'avevo mai visto.

E che ti combinano questi? Creano il vero action americano anni '90. Esteticamente giallino, pieno di ralenty e riprese dal basso, tamarrissimo e che strizzal'occhio ai giovini pre-internet che vedevano i videoclip su Mtv.

Poi tutto è andato in malora.

Bay con The Rock ha giocato le sua ultima carta e quel che ne è rimasto è solo il gusto truzzo. Will Smith è diventato Will Smith, mentre Martin Lawrenceha fatto tutta una carriera incentrata su film orribili. Téa Leoni è l'unica rimasta uguale a se stessa.

Bad Boys è una pellicola che ha fatto più danni che altro, tipo farmi vestire con i gilet di raso traslucido, con delle camice dai colori improponibili in perfettocopri-divano style o farmi vedere parecchi dei brutti film di Lawrence e di Bay.

Ma che volete che vi dica? Io, a Bad Boys, ci voglio bene lo stesso!

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Piccoli omicidi tra amici

Regia di Danny Boyle. Con Kerry Fox, Christopher Eccleston e Ewan McGregor. Titolo originale Shallow Grave. Anno 1994.

"I've never seen a dead body before. I saw my grandmother of course, but I don't think that counts. I mean, she was alive at the time."

Esordio sul grande schermo dell'eclettico Boyle.

Piccoli omicidi tra amici è uno dei tanti film del mio periodo post-adolescenziale, quel determinato periodo dove capisci tante cose che di solito si rivelanoessere sbagliate. Mi colpì sin dalla prima visione (assieme a tanti altri capolavori usciti nel grandissimo 1995) perché era un film comico, cattivo, teso,drammatico e brutale. E raramente si trova tutto così ben congegnato in un unico film.

Boyle in seguito ha girato Trainspotting e così via fino a The Millionaire e 127 Ore ma Shallow Grave (questo il titolo originale), con la sua impurezza e le sue imperfezioni, ancora oggi fa la sua porca figura e nel ri-guardarlo si evince tutta l'influenza data a molto cinema della seconda metà degli anni '90.

Grande anche il cast che vede Ewan McGregor, nel suo primo ruolo importante, e il futuro nono Dottore Christopher Eccleston.

Piccoli omicidi tra amici ha i suoi detrattori, questo lo so, come so che Boyle è qui ancora acerbo e che Trainspotting è di molto superiore, ma per me restaun film strepitoso.

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Men in black

Regia di Barry Sonnenfeld. Con Tommy Lee Jones, Will Smith e Linda Fiorentino. Titolo originale Men in black. Anno 1997.

"Elvis non è morto, è tornato a casa!"

Quando uscì, nell'autunno del 1997, Men in Black fu una specie di evento da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Le promesse del film era molte: alieni,esplosioni, un carlino parlante e l'Edgar-abito!

Devo confessare che ero un tantinello scettico specialmente dopo la mezza delusione subita da Independence Day che, pur essendo fracassone e tamarro (elementi spesso indispensabili ai miei occhi), non mi aveva proprio esaltato.

Fu così che armato di coraggio, spalleggiato da un compagnio di classe e con la bellezza di 10.000 Lire in tasca (per biglietto e schifezze varie) mi recai alcinema. Lo spettacolo fu totale!

Tutto quello promesso venne mantenuto, Will Smith era veramente in forma ed ebbi il piacere di scoprire Tommy Lee Jones, che avevo visto solo nei pannidi Due Facce in Batman Forever. Insieme, questi due personaggi, spaccavano lo schermo creando siparietti oggi diventati veri e propri cult. Gli effettispeciali erano qualcosa di strabiliante, gli alieni erano incredibili - qualcosa mai visto prima -, variegati nelle loro fattezze e anche comici.

Nel rivederlo oggi si ride ancora tanto e ci si diverte alla grande.

Lo so che il film è quanto di più vicino alla cazzata, un semplice entertainment, ma il suo lavoro e il suo scopo lo svolge alla grande.

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Piramide di paura

Regia di Barry Levinson. Con Nicholas Rowe e Alan Cox. Titolo originale Young Sherlock Holmes. Anno 1985.

"Elementare Watson!"

Un classico del cinema per ragazzi nonché un vero e proprio must, siamo al pari de I Goonies o Explorers.

Nell'epoca di formazione combat (accennata su Scuola di Eroi) avevo dimenticato di citare anche Piramide di paura, perché mi sembra ovvio che gliinsegnamenti di Sherlock possono sempre tornare utili.

La pellicola è figlia del suo tempo, nel senso che si percepisce a pelle sia la vena produttiva dello Spielberg del periodo (la scena del rito che ricordamoltissimo quella di Indiana Jones e il tempio maledetto), che quella creativa dello sceneggiatore Chris Columbus (sceneggiatore de I Goonies e Gremlinse regista di Tutto quella notte).

Una pellicola oggi ancora divertente, con effetti speciali per l'epoca all'avanguardia (contiene il primo personaggio nato completamente in ComputerGraphic), una sceneggiatura spumeggiante - anche se le parti "investigative" sono un po' risicate - e degli interpreti convincenti.

A livello formativo non imparai niente, ma almeno era un film divertente.

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Ammazzavampiri

Regia di Tom Holland. Con Chris Sarandon, William Ragsdale e Amanda Bearse. Titolo originale Fright Night. Anno 1985.

"Welcome to Fright Night! For real."

Chi l'avrebbe mai detto che a distanza di tanti anni, dopo averlo assaporato in chissà quale delle tante notti horror su Italia 1, Ammazzavampiri (FrightNight) si sarebbe rivelato un cult?

Un perfetto mix di horror, citazionismo e commedia e con un ritmo davvero invidiabile da molto cinema recente. A vederlo oggi, dopo tantissimo tempo, laparte comica è ampiamente esaltata da effetti speciali che definirei un po' vintage, dei quali ancora non mi capacito di come possano avermi terrorizzatoall'epoca.

Il lavoro di Tom Holland (che ricordo essere anche l'artefice de La Bambola Assassina), regista e sceneggiatore, è davvero eccellente sia per il sopracitatomix che per le caratterizzazioni dei personaggi e in particolar modo quelli di Chris Sarandon, perfetto vampiro yuppie, e Robby McDowall, maestro delterrore televisivo nonché improvvisato Van Helsing.

Film da (ri)scoprire perché divertente, molto estivo e che batte senza indugi il suo remake digitale!

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Scuola di Polizia

Regia di Hugh Wilson. Con Steve Guttenberg, G.W. Bailey e Kim Cattrall. Titolo originale Police Academy. Anno 1984.

"Mahooooneeeey!!!"

Scuola di Polizia, primo capitolo di una serie lunga ben 6 titoli nonché capostipite anche di una serie animata uscita successivamente, è quasi un punto saldoper tutti i ragazzini tirati su dalla tv tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90.

Sfido chiunque a non accennare almeno un sorriso, i più nostalgici forse spenderanno anche qualche lacrimuccia, al solo ricordare i nomi dei protagonisti.

Vogliamo provare? Mahoney, Hightower, Tackleberry, Jones, Hooks, Barbara, Tenente Harris, Comandante Lassard, Zed e Sweetchuck (questi ultimi dueperò appariranno solo dal secondo film).

Allora? Avevo o non avevo ragione?

Come dicevo, trattasi di un cult generazionale, una pellicola che, seppur si mantiene ancora bene nonostante i quasi 30 anni, deve molta della sua riuscita alben volere del pubblico. Rivederla così, quasi per caso, dopo tanti anni di martellamento (l'hanno passato in tv a getto continuo per quasi un decennio) è statoin partenza quasi una sfida, perché avevo come la sensazione di averne avuto abbastanza. E invece è stata una visione piacevole e anche parecchiodivertente, soprattutto nel gioco di ricordarsi cosa sarebbe successo.

Che altro dire, un must per quelli della mia generazione... per gli altri... chissà.

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Trappola di cristallo

Regia di John McTiernan. Con Bruce Willis e Alan Rickman. Titolo originale Die Hard. Anno 1988.

"Vieni in California, vedrai che bello, ci divertiremo da matti..."

Cult assoluto dell'action anni '80. Il film che ha creato un'icona indimenticabile della settima arte, John McClane, ed elevato il tamarro a vero e propriomodello.

Questo post molto probabilmente sarà del tutto inutile, perché Trappola di cristallo è uno di quei film che hanno visto tutti. Un film che per la sua ironia, ilsuo ritmo e il suo eroe, è entrato dritto dritto nel cuore degli spettatori, i quali al solo sentire "Yippee-ki-yay, motherfucker" annuiscono sogghignandomestamente... manco fosse un codice segreto o alta letteratura russa del tardo '700.

Tante, anzi tantissime, le scene e le frasi cult, come cult è la canotta sfoggiata da McClane fin da subito che in seguito diverrà un vero e proprio marchio difabbrica.

Bruce Willis, qui al suo secondo film di rilievo dopo la commedia Appuntamento al buio, diventa istantaneamente star grazie alla sua interpretazione, davero duro, del personaggio di McClane. Il motivo è abbastanza semplice: è lui la vera forza, il segreto, del film. Un eroe grezzo e volgare, un figlio di puttanache proprio non ne vuole sapere di morire.

Aggiungendo poi la maestria di McTiernan e un comprimario del calibro di Alan Rickman (qui, ma vado a memoria, per la prima volta villain), il cerchio diquesto capolavoro si chiude e noi spettatori devotamente ringraziamo.

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Point Break

Regia di Kathryn Bigelow. Con Patrick Swayze, Keanu Reeves e Gary Busey. Titolo originale Point Break. Anno 1991.

"Io credo che neanche tu hai ancora capito il vero spirito del surf. È uno stato mentale, dove prima ti perdi e poi ti ritrovi."

Mi sembra ovvio e doveroso far rientrare la pellicola della Bigelow nella schiera dei Mitici. È il minimo che possa fare, dal momento che non sono né surfistané tanto meno rapinatore di banche - ma solo perché non riesco a trovare le maschere degli ex-presidenti... che sennò...

Proprio come giusto omaggio.

Il posto se l'era guadagnato già tanto tempo fa, persino prima dell'esistenza stessa di questa pseudo rubrica. Figlio dell'action anni '80 (e si vede tutto, contanto di frasi affettatissime) possiede al suo interno quello spirito di sregolatezza, incertezza e voglia di libertà, oserei dire grunge, tipico dei primi anni '90diventando così, in poche parole, ben altro. Insomma, una pellicola unica nel suo genere. Senza contare che ha la peculiare capacità, come pochi altri (e perpochi altri mi riferisco a Un mercoledì da leoni), di saper raccontare e mostrare quell'effimera filosofia di vita chiamata surf... che tanto mi ha fatto sognare,nonché maledire i nostri mari perennemente piatti.

Dal punto di vista prettamente filmico ed action la Bigelow ci regale delle scene strepitose, come l'inseguimento a piedi tra i vicoli e le case di Los Angeles ol'assalto al covo dei surf-nazi. Ma anche quelle più introspettive o se vogliamo di "poetica surfistica" non sono niente male, così come le sceneparacadutistiche. Ma mi fermo se no finisco col fare la scaletta del film.

Point Break è un cult. Aggiungere altro sarebbe superfluo.

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I Mitici

Regia di Carlo Vanzina. Con Claudio Amendola, Monica Bellucci e Ricky Memphis. Titolo originale Die Hard. Anno 1994.

"Te dico solo 'na cosa: SE CHIAMA DEBBORA CON L'ACCA!!"

Checché si dica in giro i fratelli Vanzina, tra vari film pecorecci e boiate assurde, nel corso della loro lunghissima carriera nei meandri del cinema popolareitaliano, hanno sfornato autentici cult e prodotti per lo meno guardabili.

Tra i cult io annovero, senza alcuna vergogna, Vacanze di natale, Sotto il vestito niente e, per l'appunto, I mitici. Saranno anche solo 3 titoli su oltre unacinquantina, ma a me non sembrano pochi.

I Mitici molto probabilmente rispetto agli altri due è il meno cult. Vuoi perché c'è chi inserisce in questa particolare classifica altre pellicole dei due figlid'arte, vuoi perché in realtà (e lo so bene) non è poi tutto sto grande film.

Ma io ci sono affezionato.

Perché considero I Mitici un film mitico?

Perché è un film semplice, dalla trama un po' bizzarra ma funzionale, colorato da vari dialetti, con battute anche un po' volgari ma mai veramente scadenti,perché a distanza di quasi 20 anni risulta ancora divertente e gli attori protagonisti sono affiatati e in parte. È per me un cult più per fattori nostalgici... un filmche si guarda che è un piacere in tutto relax.

Da segnalare l'ottima prova (forse l'unica) della Bellucci - fu lanciata da questo film - dove sfoggia un pesante accento umbro per interpretare la procaceDebora con l'acca. Bravi anche i due romani Claudio Amendola e Ricky Menphis, che si ritrovano nuovamente assieme dopo Ultrà.

Forse alcuni storceranno il naso, ma che volete che vi dica... per me è mitico e tale resta.

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48 Ore

Regia di Walter Hill. Con Nick Nolte e Eddie Murphy. Titolo originale 48 Hrs. Anno 1982.

"Sono stato in prigione per tre anni, il mio cazzo diventa duro se soffia il vento"

Vi è stato un tempo durante il quale in Tv bastava annunziare: "Nell'arco di pochi dì, all'ora che volge al desìo, trasmitto sarà una pellicula dal gaudio intentocum Eddie Murphy", per far innalzare l'hype delle genti a palla.

Che fosse un film action o una commedia, ma molto probabilmente erano entrambe, poco importava. Che il film fosse stato trasmesso appena tre settimaneprima poco importava. L'unica cosa che importava era Eddie Murphy. Eravamo gente semplice e con poche pretese, all'epoca.

Poi un bel giorno, credo tra il 1995/1996, tutto svanì come per magia. Per un po' ho sperato che fosse solo un momento di passaggio, ma giunto alla terzadelusione di fila e con delle prospettive per il futuro pessime, abbandonai Eddie al suo destino.

Che sia 48 Ore il primo Mitico "ufficiale" di Eddie (tempo fa ho postato Una poltrona per due) non è una casualità, l'ho scelto perché tutto iniziò conquesta strepitosa pellicola di Walter Hill. Il film è esattamente come lo ricordavo, un action bello spinto e con battute lontane chilometri da un qualsiasibarlume di finezza.

That's Mitico!

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58 minuti per morire

Regia di Renny Harlin. Con Bruce Willis e William Atherton. Titolo originale Die Hard 2. Anno 1990.

"Motherfuckin' motherfucker!"

Sequel del già mitico Trappola di cristallo.

Come accadeva già nel primo capitolo, il greve John Mc Lane si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento giusto. E anche se cambianoambientazione e cattivi, la solfa rimane la stessa.

E non dico solfa in senso denigratorio... fosse stato così non sarebbe tra I Mitici. A me la solfa di Die Hard 2 (nome apocrifo poi ufficializzato nella ristampain dvd, ma sto divagando) piace, e pure parecchio.

Dicevo, le cose sono più o meno le stesse del primo film ma solo di più. Il gruppo di cattivi stavolta è più addestrato, più numeroso e più cattivo. Le personeda salvare sono migliaia, c'è il consueto "uno contro tutti", i tipici superiori che non si rendono conto di niente e tante, ma tante, belle sparatorie e scazzottate.

Unica pecca, se così la si vuole chiamare, è l'apparizione della canotta solo nella scena finale. Ma va bene così visto che tornerà alla grande con il terzo,eccezionale, capitolo.

Buona anche la regia di Harlin, colui che pochi anni dopo filmò quel gran pezzo di tamarrata di Cliffangher... e scusate se è poco.

Nella mia personale classifica sulla serie finisce al terzo posto, ma il distacco con Duri a morire in seconda posizione è irrisorio.

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Die Hard - Duri a morire

Regia di John McTiernan. Con Bruce Willis, Jeremy Irons e Samuel L. Jackson. Titolo originale Die Hard: With a Vengeance. Anno 1995.

"Listen, you fail I cover your ass. I fail you cover my ass!"

"And if we both fail?" "Then we're both fucked!"

E poi un bel dì del 1995 John McClane tornò.

John McTiernan, regista del primo capitolo, riprende in mano la sua creatura regalandoci il sequel migliore dei 4 (ad oggi) Die Hard.

L'avvenimento del ritorno, sul grande schermo, di McClane ricordo che mi mise una scimmia clamorosa, non ci potevo credere che finalmente anche io avreipotuto gustare le avventure dell'uomo in canotta sul grande schermo. E ricordo che fu anche il primo film che vidi scompagnato da genitori o chi per loro,perché al cinema ci mandarono da soli... liberi di ingozzarci di pop corn e coca cola.

Le prime scene di quel fantastico pomeriggio (ovviamente ci mandarono al primo spettacolo) sono ancora impresse nella mia memoria, con quella manopiena di pop corn ferma a mezz'aria tra il contenitore e la bocca a pochissimi minuti dall'inizio per via dell'improvvisa esplosione nel centro di Manhattan.

Memorabile.

Inutile dire che l'aggiunta di Samuel L. Jackson, che trasforma il film in buddy movie, non fa altro che amplificare il livello delle battute nel film nonché dellestronzate che Willis/McClane sputa fuori.

Grande grandissimo film, intrattenimento puro, un cattivo esemplare (Jeremy Irons in canotta blu), campo da gioco (New York) vasto e livello ditamarraggine altissimo.

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Beverly Hills Cop

Regia di Martin Brest. Con Eddie Murphy, Judge Reinhold e John Ashton. Titolo originale Beverly Hills Cop. Anno 1984.

"A heh-heh-heh-heh."

Del periodo in cui Eddie Murphy era qualcuno già ne ho parlato. Ma per i meno attenti vi farò un breve riassunto:

Film con Murphy in TV = Tutti guardavano la TV.

Beverly Hills Cop è il film manifesto, il film simbolo, il film di maggior successo (non ho dati certi, sto sparando a caso con la speranza che siaeffettivamente così). Tra le pellicole dell'attore è il film che tutti (leggi la parentesi precedente) hanno visto più volte. E se ancora non siete convinti pensateche è talmente un filmone da aver reso famoso anche Tonino Accolla, il doppiatore. Questi sono fatti.

Capito di che livelli parliamo?

Ora per capire il perché Beverly Hills Cop è un film porrò delle semplici e banali domande alle quali mi darò risposta. Può sembrare una pratica dapsicopatico, o da Marzullo, ma se le risposte il larga parte coincidono con quelle che avreste dato voi... fatevi un'esame di coscienza e pentitevi di avermi datodello psicopatico o, peggio, del Marzullo.

- È Beverly Hills Cop un film noioso? NO

- Ha Beverly Hills Cop un ritmo coi controcazzi? SI

- La sceneggiatura di Beverly Hills Cop ha dei cali di ritmo e/o non calibra bene tensione, azione e commedia? ASSOLUTAMENTE NO

- È Beverly Hills Cop un film divertente? SI

- Credi che Beverly Hills Cop stia invecchiando male? NO

- Ci sono in Beverly Hills Cop delle divertenti scene action? SI

- Ti ricordi a memoria il motivetto musicale di Beverly Hills Cop? SI... pa-pa-papapa-pa-pa... è difficilissimo da scrivere.

- E ti piace? SI

- Secondo te Beverly Hills Cop è un film perfetto? Non saprei, ma di sicuro siamo da quelle parti

- È Beverly Hills Cop un film divertente? Si... e mi ero già posto questa domanda.

Ok finiamola qua.

Tutto questo per dire che Beverly Hills Cop è figo assai e che a quasi 30 anni di distanza ancora diverte come se fosse uscito ieri.

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Beverly Hills Cop II

Regia di Tony Scott. Con Eddie Murphy, Judge Reinhold e John Ashton. Titolo originale Beverly Hills Cop II. Anno 1987.

"Quanto ci mette di solito a depilarsi le gambe?" "Devo supporre che si tratti di un complimento..."

"No, a dire il vero cercavo solo di offrirle il mio aiuto!" "Non credo che accetterò..."

Dopo aver fatto un film clamoroso e mitico come Beverly Hills Cop, qual è secondo voi la migliore delle mosse possibili per un sequel? Ovvio, farlo girare aTony Scott.

Tony all'epoca di Beverly Hills Cop II non era certamente un cult man riconosciuto com'è oggi, aveva fatto giusto un paio di film e gli mancava ancoraqualche anno per raggiungere la fama di action-director. Però che succede, qualcuno ha l'intuizione che il ragazzo è uno con le palle - secondo me è statoJerry Bruckheimer - e gli affida la regia.

Ti voglio bene Jerry!

Il risultato è come sappiamo sorprendente, così tanto che non solo riesce ad eguagliare il primo film del 1984 ma addirittura a superalo, infondendo unqualcosa in più aumentando, quantitativamente e qualitativamente, l'escalation action. Eddie Murphy è in formissima e pronto a spaccare, si amplifica lacomponente buddy dando maggior risalto ai due sbirri Rosewood e Taggart e si condisce tutto con la chicca della cavalla glaciale Brigitte Nielsen.

Era praticamente ovvio che ne sarebbe uscito fuori un secondo mitico.

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Cosa fare a Denver quando sei morto

Regia di Gary Fleder. Con Andy Garcia, Christopher Walken e Christopher Lloyd. Titolo originale Things to Do in Denver When You're Dead. Anno 1995.

"My new motto: Fuck the head!"

Era metà degli anni '90, Pulp Fiction era il top e tutti cercavano in qualche modo di cavalcare l'onda del cool creata da Tarantino. Tanti provarono ealtrettanti fallirono nell'impresa di raggiungere la perfezione toccata dal regista di Knoxville. Solo in pochi riuscirono a dare un reale contributo e quei pochiriuscirono ad arrivare anche qui nel bel paese - la distribuzione italiana ha, in questo senso, importato prevalentemente i migliori. All'epoca (parlo di periodoche va dal 1995 al 1999... più o meno) io ero letteralmente affamato di film criminali/cool/cazzuti come Pulp Fiction perciò, quando nel 1997 arrivò, dopodue lunghissimi anni, Cosa fare a Denver quando sei morto ovviamente mi fiondai a vederlo e ovviamente divenne uno dei tanti miei cult (sono uno dalcult facile, lo so!).

Nel corso degli anni Cosa fare a Denver quando sei morto è rimasto sì nel mio cuore ma comunque in una posizione gregaria così, nonostante possedessila VHS, quando mi capitava di rivedere un film andavo spesso a prendere i must - che poi spesso, se rivedevo un film, era per fare opera di educazione ediffusione a parenti, amici o avventori. Comunque tutto ciò era per dire che Cosa fare a Denver quando sei morto mi è sempre piaciuto ma non me lo sonoinculato più di tanto, almeno non quanto si sarebbe meritato.

E mi dispiace pure, perché è un film figo, girato bene, con un cast da paura che interpreta bei personaggi, una Denver cattiva e spietata e seppure il plot siasemplice e lineare il gioco funziona alla grande.

Un film che ha pagato l'essere venuto al mondo dopo Pulp Fiction.

Ok, resta comunque due o tre scalini al di sotto del predecessore ma una rivalutazione secondo me se la merita.

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Il ragazzo dal kimono d'oro

Regia di Fabrizio De Angelis. Con Kim Rossi Stuart e Ken Watanabe. Titolo originale Il ragazzo dal kimono d'oro. Anno 1987.

"Hai paura? Tu stato molto spiritoso ieri, adesso si diverte Quino"

Come nasce Il ragazzo dal kimono d'oro:

1984 - gli americani producono un film che si chiama Karate Kid.

1986 - sempre gli americani, producono il sequel, ovvero Karate Kid 2.

1987 - in Italia un produttore dice "Famio pure noi er film co' li regazzini che se pistano!".

Nello stesso anno Il ragazzo dal kimono d'oro prende vita.

Dovete sapere che questi due film, Il ragazzo dal kimono d'oro e Karate Kid (con i loro rispettivi sequel), hanno influenzato non poco il corso della miavita essendo la causa scatenante dell'avermi fatto fare karate nei primi anni '90 - se non ricordo male dal febbraio 1991 al maggio/giugno del 1995.

Ebbene si, c'ho delle armi al posto di mani e piedi... no, non è vero. Per 4 quattro anni ho, in pratica, fatto da sacco umano a futuri campioni italiani.

Sono cose che capitano quando una pippa (cioè io) finisce in una delle palestre più forti d'Italia.

Viviamo in un mondo generalmente ingiusto.

Ma torniamo a Il ragazzo dal kimono d'oro.

Ambientato nelle Filippine, dove anche i filippini quando parlano tra loro non coniugano i verbi, racconta di un giovanissimo Kim Rossi-Stuart che prima sifa pestare a sangue dal temutissimo Quino (ovvero il quindicenne più cazzuto delle Filippine) per poi, dopo un training intensivo di due/tre giorni di karate(ovviamente dentro una foresta), tornare e sconfiggerlo grazie al magico "colpo del drago".

Vabbè ho spoilerato, ma sto parlando di un film del cazzo quindi state buoni che non fa niente.

Non vedevo Il ragazzo dal kimono d'oro credo dal mio periodo di karateka. Del film mi ricordavo giusto un paio di scene e nulla più e durante la visionemi sono così tanto stupito dal me stesso del passato da aver chiesto alla mia spalla usuale di "film di mazzate" (che poi è uno di quelli che vinse il titoloitaliano di karate... questo per dire che sono uno che non porta rancore) com'è stato possibile che all'epoca non ci importasse un cazzo di recitazione,plausibilità, di inseguimenti in moto alla folle velocità di 10 km/h, di un karate che in realtà non è karate, della mega-cazzata del "colpo del drago" o dellamancanza di un qualsiasi altro elemento che renderebbe un film almeno decente. La risposta non me l'ha saputa dare e manco io ne ho trovata una, però viposso dire che per quanto Il ragazzo dal kimono d'oro sia una coglionata resta un film mitico... così come il secondo della saga.

No regrets!

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Nico

Regia di Andrew Davis. Con Steven Seagal, Pam Grier e Henry Silva. Titolo originale Above the Law. Anno 1988.

"You guys think you're above the law... well you ain't above mine!"

Tempo fa vi avevo promesso che un giorno saremmo arrivati a parlare anche di Steven Seagal. Quel giorno è giunto!

Nico, ma è forse inutile dirlo, al suo tempo lo adoravo. Parliamo come al solito dei primi anni '90, io ero un ragazzino e vedere un action man così statico maanche così letale aveva un che di affascinante. La staticità è tipica di Seagal, ora ancora di più visto che ha assunto le sembianze di una cabina armadio, e bensi contrastava con i calci volanti di Norris, le spaccate di Van Damme o le acrobazie di Don "The Dragon" Wilson. La tecnica recitativa di Seagal consistesemplicemente nello stare per tutto il tempo con le braccia conserte, poi quando c'è da menare lui si posiziona, dopodiché gli avversari volontariamente sischiantano contro le sue mani.

Ora ditemi se questo non è rivoluzionario!

Come facevi a non voler essere pure tu uno capace di torcere qualsiasi parte del corpo dello sfidante così, senza manco sudare?

Personalmente però la voglia di Seagal durò poco, non sono mai stato un grande seguace dei suoi film a parte questo, Trappola in alto mare, Trappolasulle montagne rocciose e non ricordo più se Decisione Critica o Programmato per uccidere. Scusate ma sono passati tanti anni e finché non li rivedrònon posso fare affermazioni certe.

Nico oggi rientra a pieno titolo nella categoria dei "film del cazzo", totalmente banale e con una delle scene action più idiote mai viste (nel senso che le azionidei personaggi non hanno alcun senso logico). Però può tornare molto utile nel caso si volesse fare uno studio sulle pettinature più orribili di fine anni '80. Cisono tutte, dal caschetto, al mullet, al cotonato, al mullet cotonato, alla permanente fino al seagal-hairstyle.

Perché è un mitico? Non lo so, ma è così!

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Black Rain - Pioggia sporca

Regia di Ridley Scott. Con Michael Douglas, Andy Garcia e Ken Takakura. Titolo originale Black Rain. Anno 1989.

"Vi pioverà tanta di quella merda addosso che maledirete il mio nome tra una doccia e l'altra!"

Quando un thriller non poteva essere considerato tale se dentro non ci mettevi qualcosa di asiatico. Perché l'Asia nei thriller anni '80 tirava un casino.

Siamo tutti d'accordo (credo) che Scott dopo quella fantastica tripletta degli esordi (I Duellanti, Alien e Blade Runner) si sia leggermente adagiato sugliallori. Certo la sua carriera in seguito ha riscosso parecchi successi commerciali, ma le vette raggiunte da quei primi tre film non sono mai state raggiunte. Trai tanti alti e bassi della sua carriera vi è anche Black Rain.

Prima di trasformarmi in una groupie del film, mi tocca premettere che sono assolutamente cosciente del fatto che Black Rain sia ben lontano dall'essere unfilm perfetto, essendo una pellicola piena di banalità, largamente inverosimile, con parecchia retorica e un sacco di "Noi Americani facciamo come cazzo cipare e voi giappo di Osaka non capite niente e meno male che sono venuto io... oh, yeahh!!!", che potrebbe facilmente essere letto come un pelo razzista.

Sono anche cosciente che se l'avessi visto per la prima volta oggi, l'avrei blastato (dall'inglese to blast = distruggere) con tutte le mie forze.

Ma non è andata così.

Il film mi ha plagiato quando ero ancora inerme e grazie alla sua semplicità e retorica mi ha fatto suo, rendendolo automaticamente un Mitico. E sempregrazie a questo plagio sono tutt'ora convinto del fatto che gli sbirri giappo di Osaka devono essere istruiti dai poliziotti corrotti di New York perché non sonocapaci. Ma proprio che devono fare i corsi di aggiornamento. Capito come sto messo?

Black Rain è un adorabile tripudio di tamarro style di fine anni '80, dal ritmo strepitoso che il buon Tony deve essere stato tanto fiero del fratellone.

Black Rain è un filmone e merita tutti i privilegi dello status di cult... cioè, non manca neanche la ferrea regola del "solo una volta sospeso, lo sbirro risolveràil caso".

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The Karate Kid - Per vincere domani

Regia di John G. Avildsen. Con Ralph Macchio, Pat Morita e Elisabeth Shue. Titolo originale The Karate Kid . Anno 1984.

“Questo è un dojo di Karate, non una scuola di ricamo. Lei non può venire da noi, lanciare una sfida e poi andarsene, amico.”

Se avete letto quanto scritto su Il ragazzo dal kimono d'oro, già sapete che Karate Kid è stato un tassello importante della mia esistenza.

La visione di Karate Kid fu come travolgente. Lo vidi la prima volta in tv credo verso i 5 o i 6 anni di età, e cominciai subito a imitarne le mosse pur nonavendo ricevuto alcun training. A tal riguardo chiesi a mio padre di lasciarmi pittare lo steccato, ma lui mi fece notare che vivevamo in un condominio quindilo steccato me lo sarei potuto pure scordare. Incalzai subito tirando in ballo la macchina, ma la risposta fu un semplice "Vedremo!".

Il training alla karate kid non iniziò mai, ma continuai comunque ad esercitarmi arrivando a saltare addirittura tutti gli step per concentrarmi esclusivamentesulla Mossa della Gru... che a parer mio riusciva anche benissimo. Quando poi cominciai a fare karate come si deve, arrivò la prima grande delusione dellamia vita con lo scoprire che, nella palestra che avevo iniziato a frequentare, la fatidica mossa non l'avrei mai imparata e tanto meno mai usata.

Le ore passate davanti allo specchio, in un niente, finirono letteralmente nel cesso.

Essendo Karate Kid una specie di Rocky per piccini fu chiamato a dirigere la baracca Avildsen, e la scelta ovviamente fu azzeccatissima, tanto che il filmebbe un successo clamoroso da aver generato ben 3 sequel, un remake e svariate imitazioni. Col passare degli anni, e delle visioni, cominciai anche a provareun pelo di empatia per i ragazzi del Cobra Kai. Nel senso che, pur essendo stronzi, mi facevano quasi pena per come venissero plagiati dal loro maestro... epoi tocca dirlo, Daniel San è un coglionissimo e almeno in un paio di occasioni le mazzate se le va a cercare. Non sto certo giustificando le azioni bullistichedei biondini, ma tocca dare a Cesare quel che è di Cesare.

Karate Kid ad oggi è ancora un mega-film senza se e senza ma, nel rivederlo si scopre anche una sotto-trama proletaria, uno scontro tra ricchi e poveri il cuifulcro, molto probabilmente, avviene nella scena motocross vs. bmx.

Almeno, così credo!

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Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Regia di Ivan Reitman. Con Bill Murray, Dan Aykroyd e Sigourney Weaver. Titolo originale Ghost Busters. Anno 1984.

"Beh, dove sta il problema? Avete visto, è un marinaio, è qui a New York, lo portiamo a scopare ed abbiamo risolto il problema!"

Molti sono stati gli eventi accaduti nell'anno di grazia 1984.

Qualche esempio: Al Bano e Romina vincono Sanremo; muoiono Berlinguer, Indira Gandhi e quello che, leggenda vuole, sia stato il paziente zerodell'AIDS; Maradona passa al Napoli; viene presentato il primo computer della Apple; nasce Frank Manila; Mastelloni dice una bella bestemmia in direttaTv; vengono dati alle stampe album come Born in the USA, Ride The Lightning dei Metallica e quello su "la fava grossa" di Madonna; al cinema esconoautentici cult come Karate Kid, C'era una volta in America, Terminator, Scuola di Polizia, Nightmare, Alba Rossa e appunto Ghostbusters.

Vi starete chiedendo (probabilmente no, ma tanto ve lo dico lo stesso) il perché di questa lista di avvenimenti. La motivazione, tanto idiota quanto semplice, èche non volevo partire in quarta, in preda a esaltazione, per poi ritrovarmi, a causa di mancanza di parole, un post di due sole frasi del cazzo che non dicononulla.

Ok. Vi confesso che in realtà, preso dall'emozione, ho effettivamente cominciato a scrivere il post e che mi sono bloccato a sole due frasi.

Queste due frasi:

Ghostbusters, cari miei, è uno di quei cult, ma talmente cult, che manco ve lo sto a dire. Ghostbusters non solo è un film Mitico (appellativo che spessoappioppo per meri fattori nostalgici) ma è tipo giga-Mitico.

E ho detto tutto!

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Resa dei conti a Little Tokyo

Regia di Mark L. Lester. Con Dolph Lundgren e Brandon Lee. Titolo originale Showdown in Little Tokyo. Anno 1991.

"There's nothing wrong with my form!"

Resa dei conti a Little Tokyo era uno di quei film che la tv generalista italiana trasmetteva a getto continuo, non si sa bene il perché ma è così... stateci.

Io poi, non contento degli innumerevoli passaggi e per prevenire un'eventuale cambio di rotta, mi feci pure una bella copia personale e quindi è capitato chenell'attesa, tra una messa in onda e l'altra, me lo rivedessi pure così da arrivare sempre più preparato alla visione successiva.

- All'epoca se mi affezionavo a qualcosa non c'erano cazzi, diventavo praticamente ossessivo. -

Comunque sia, Resa dei conti a Little Tokyo oggi rientra di diritto tra I Mitici per svariati motivi che non vi sto ad elencare perché tanto sono sempre glistessi, motivi che si possono riassumere nella sola parola nostalgia.

Ovviamente trattasi di un film tamarrissimo, ma attenzione perché non si ferma qui poiché è del 1991, una data cruciale che fa aumentare esponenzialmente lasua tamarraggine. Provo a spiegarmi.

Prendiamo ad esempio i costumi. Questi sono di un orripilante che è difficile pure parlarne, tra abiti dai colori pastello, paiette, camice dai motivifloreali/copridivani/tende e Superga bianche... cioè gli yakuza con le Superga bianche!!!

Altro esempio può essere la scelta "stilistica" di far recitare Dolph nelle seguenti modalità: con chiodo di pelle e canotta, solo canotta, a petto nudo, a pettonudo con mini-shorts e anfibi, con un bel kimono nero ma senza allacciare la giacca e fascia in testa con simboli nipponici (ma tranquilli la giacca del kimonoavrà vita breve).

Ma sorvoliamo i costumi e parliamo dei combattimenti e delle scene action...

... vabbé si vede il trampolino, ma che importa? Sappiate che comunque si picchiano, si sparano, si mutilano, si esplodono e ci sono donnine nudepraticamente sempre.

Per dirla in modo spiccio, c'è tanta robetta mitica.

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Lo chiamavano Trinità...

Regia di Enzo Barboni. Con Bud Spencer e Terence Hill. Titolo originale Lo chiamavano Trinità... Anno 1970.

"Ehi tu, elegantone!"

Lo chiamavano Trinità... credo sia stato un "Mitico universale" sin da principio. Fece il botto eclatante quando uscì, generò svariati cloni (dopocominciarono a fare quasi esclusivamente western-comici) e ben due sequel.

Per quanto mi riguarda non ricordo assolutamente il mio primo approccio al film e la mia teoria è che il film di Barboni ci sia sempre stato. Per qualcuno adesserci sempre stato è Dio, per me è Trinità.

Voi direte che che si tratta solo di un film, che ce ne sono molti di cult (e questa rubrica lo conferma) pari se non addirittura migliori di Lo chiamavanoTrinità, e io non posso che darvi ragione. Ma c'è un dato di fatto incontestabile, e cioè che quando la pellicola con Bud e Terence viene mandata in onda fasempre e comunque milioni di spettatori. E la cosa va avanti da almeno 30 anni.

Nessun altro film, per quanto cult o Mitico, ha questo potere e non c'è trasmissione concorrente che sia mai riuscita a contrastare il fenomeno.

Come ve lo spiegate?

Come è stato possibile anche solo riuscire a creare un film di tale portata?

Sono certo che tutti voi avete ben presente il film. Giusto? Ora pensateci un attimo e ditemi se non ho ragione quando dico che una qualche forza divinadebba aver contribuito a tutta l'operazione. Cioè parliamoci chiaro, qua siamo di fronte alla creazione di un'unica scena cult, lunga ben 106 minuti, e con inpiù uno dei leitmotiv più fighi di sempre e l'unica spiegazione possibile e razionale, secondo me, resta lo zampino di Dio.

Non ve ne possono essere altre.

Per concludere, se Lo chiamavano Trinità dovesse diventare una religione io sarei ben lieto di osservarla... e senza pormi alcun dubbio!

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Dredd

Regia di Danny Cannon. Con Sylvester Stallone, Armand Assante e Rob Schneider. Titolo originale Judge Dredd. Anno 1995.

"Io non ho infranto la legge! Io sono la legge!"

Avendolo citato nel post del Dredd nuovo, quello che sembra tanto The Raid Redemption, mi è venuta voglia di rispolverare questo classico (ovviamentein termini puramente autobiografici) della seconda metà degli anni '90. Per chi non l'avesse ancora capito sto parlando del primo Dredd, cioè quello conSylvester... come potete comodamente leggere qui su.

Dredd entrò nella mia vita un po' così, quasi per caso, quasi per noia. Più come film con Stallone che per altri motivi come potrebbe essere la trasposizione diun fumetto, l'ambientazione futuristica o quant'altro. Non era manco un film che attendessi più di tanto e non mi ha mai letteralmente esaltato, è diventato unMitico per inerzia. Nel senso che l'ho visto così tante volte che mi è entrato dentro senza che me accorgessi.

Non so se riesco a farmi capire.

Non sto dicendo che non mi piace, anzi lo trovo molto divertente, ma al tempo stesso non è lontanamente paragonabile a quasi tutti i film presenti in questarubrica. È l'equivalente di un parente, tipo un cugino a cui vuoi bene per il legame di sangue ma non è detto che se fosse stato un estraneo sareste diventatiamici. Dredd è come quel cugino che quando c'è il pranzo di famiglia fate comunella, ridete, scherzate ma poi "ciccia, ci vediamo l'anno prossimo".

Dredd del 1995 con Stallone ti voglio tanto bene ma, oltre ad essere un cugino, resti un film del cazzo.

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Little Odessa

Regia di James Gray. Con Tim Roth, Edward Furlong e Vanessa Redgrave. Titolo originale Little Odessa. Anno 1994.

"C'mere. How'd you know I was here? I won't do anything, just tell me."

Era la seconda metà degli anni '90 e, come ho già spiegato in altre occasioni, io andavo alla ricerca spassionata di film coi criminali. Storie dure, cazzute...insomma, avevo una rota micidiale (ma quanto è anni '90 il temine "micidiale"?) causata da Le Iene e Pulp Fiction.

Un bel dì al videonoleggio spuntò fuori questo film e vedendo in copertina il faccione incazzato di Tim Roth lo noleggiai al volo e tutto contento, con tanto dirigolino di bava che usciva dall'angolo della bocca, lo portai a casa. Mi aspettavo fosse una cosa iper-cool e pieno di groove, si rivelò essere un qualcosa didiverso.

Quello che i miei giovani occhi videro era come una gemma grezza ma splendente. Un misto di amore e glacialità, un qualcosa che era sì coi criminali e gliomicidi ma era anche pieno di domande interiori, dramma familiare, difficili rapporti umani, scelte e confronti col passato.

Ne rimasi affascinato, tutto sembrava così vero da farmi quasi paura, così reale. Una cosa molto diversa dalle esagerazioni pulp viste nei film di Quentin e diquelli che lo scimmiottavano.

Fu così, quindi, che James Gray creò, a soli 25 anni, il suo primo Mitico e fu così che iniziò la nostra amicizia.

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Conclusioni

Se siete arrivati a questa pagina vuol dire due cose, o avete effettivamente letto tutto il libello oppure siete corsi a vedere come sarebbe andato a finire. Serientrate tra quelli della seconda categoria sappiate che non c'è un finale. Cioè non è un romanzo, quindi non so proprio che dirvi.

Se ne volete uno vi posso dire che è stato "il maggiordomo". Che poi non si sa perché dovrebbe essere il finale più scontato per un giallo. Cioè io, andando amemoria, non ricordo nessun libro o film con questo finale. Ma vuoi vedere che questa mia piccola raccolta sia il primo "libro" ad avere questo finale? Esenza essere né un giallo né un romanzo? Ah!

Comunque tornando a noi volevo porgere i miei ringraziamenti a coloro che in qualche modo hanno permesso molte delle cose presenti in queste pagine emolto altro ancora. E non mi riferisco ai solo registi, attori ecc. ma proprio a tutti: genitori, parenti, amici (presenti e passati), viandanti...Ma ora non riesco a non pensare alla storia del maggiordomo perciò vi ringrazio tutti indistintamente.

Grazie mille, se sono così è tutta colpa vostra.