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MISURARE IL BENESSERE
IN UNA PROSPETTIVA MULTIDIMENSIONALE:
UN’APPLICAZIONE STATISTICA MULTIVARIATA
ALLE REGIONI ITALIANE
A . R . F e r r a r a a n d R . N i s t i c ò
Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza
Università della Calabria
Struttura della lezione
Benessere materiale e altre dimensioni
Il Pil e oltre
Perché il Pil?
I limiti del Pil come misura del benessere
Il benessere è multidimensionale
Istituzioni e benessere
L’impegno delle istituzioni internazionali nel definire
indicatori di benessere (livello macroeconomico)
L’importanza delle istituzioni per il benessere individuale e
collettivo (livello microeconomico)
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Struttura della lezione
Le esperienze in Italia
Quali dimensioni sono rilevanti per il benessere?
Le 12 dimensioni del Bes
I risultati del rapporto Bes
Il benessere nelle regioni italiane
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Quale benessere…
Per lungo tempo gli economisti hanno analizzato il benessere nei diversi Paesi
o nelle differenti aree geografiche subnazionali concentrando l’attenzione
prevalentemente su indicatori di produzione.
Di recente, vi è stata una crescente consapevolezza che la qualità della vita e il
contesto sociale e istituzionale sono ugualmente importanti per comprendere il
diverso grado di progresso di Paesi diversi.
Questo crescente interesse ha determinato la pubblicazione di un notevole
numero di lavori teorici ed empirici lungo due diversi filoni di ricerca:
da una parte, la ricerca di indici e misure appropriate di qualità della
vita;
dall’altra, una più approfondita ricerca della natura delle differenze
socio-economiche tra e all’interno delle nazioni.
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Il benessere materiale
Il Pil come indicatore sintetico del benessere materiale di
un Paese
Def.
Il Pil è un indicatore di produzione o di benessere?
Sono sempre conciliabili produzione e benessere?
Possiamo essere soddisfatti del Pil come indicatore di benessere?
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PIL: punti forza e di debolezza
ALCUNI PUNTI DI FORZA:
Elevato potenziale informativo e ridotta complessità di calcolo;
coglie gli aspetti discriminanti della crescita legati a domanda interna ed
estera, ai saldi istituzionali del settore pubblico, privato ed estero;
strumento informativo cruciale per la definizione delle politiche che il
policy maker deve adottare;
confronti internazionali e intertemporali
ALCUNI PUNTI DI DEBOLEZZA:
Indicatore monetario-problemi legati al tasso di cambio;
tieni conto solo di beni e servizi tradeable;
non tiene conto della distribuzione della ricchezza;
non considera disoccupazione e inflazione;
non rappresenta adeguatamente il benessere… “il denaro non può
comprare la felicità?” (Oswald, 1997)
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Il Pil come indicatore di benessere
Fin dalla sua introduzione, il Pil è stato l’indicatore più
utilizzato per valutare la performance economica di un
Paese:
La crescita della produzione è considerata la condizione sine qua non
per migliori condizioni di vita, ma anche la strada per una migliore
qualità della vita e una misura del successo della politica economica
e fiscale.
sotto l’ipotesi di una equa distribuzione del reddito, più alti livelli di
produzione offrono alla popolazione più ampie opportunità di
soddisfare i propri bisogni. Nonostante questa positiva relazione tra
crescita della produzione e migliori standard di vita, vi è stata una
crescente consapevolezza degli effetti indesiderati che spesso
accompagnano la crescita della produzione (inquinamento,
congetsione urbana, distruzione di risorse naturali…)
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I limiti del Pil come indicatore di
benessere
Sono stati da sempre evidenziati nella
letteratura economica, e anche dai policy
makers.
Simon Kuznets, l’economista che più ha
contribuito alla definizione della contabilità
nazionale, compreso il Pil, affermava già
nel 1934 che il benessere di una nazione
non può essere misurato semplicemente da
un indice come il prodotto interno lordo.
Il dibattito sul Pil come indicatore di benessere
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Il dibattito sul Pil come indicatore di benessere
Robert Kennedy pronunciò
un famoso discorso
all’Università del Kansas
(1968) sull’impossibilità
del Pil di catturare gli
aspetti realmente positivi
della vita.
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Dal discorso alla Kansas University, 18 marzo 1968
“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale
soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico,
nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice
Dow-Jones, né i successi del Paese sulla base del prodotto interno lordo.
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per
sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano
di forzarle.
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri
bambini.
Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la
polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i
bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia
dei loro momenti di svago.
Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei nostri valori familiari o l’intelligenza del
nostro dibattere.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra
conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere
vissuta.”
Il dibattito sul Pil come indicatore di benessere
Nordhaus e Tobin (1973)
affermano che la dinamica
del Pil rappresenta un
indicatore obsoleto della
crescita di un Paese
«GNP is not a measure of
welfare»
Sen (1985; 2000) sostiene che il
progresso è legato alla qualità della
vita delle persone, piuttosto che al
livello di opulenza di un Paese: il
benessere dipende dalla libertà di
scelta nella sfera politica e sociale,
così come dalla sicurezza
personale, dall’istruzione e da
molti altri ambiti della vita.
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La misurazione del benessere
Fleurbaey (2009) individua quattro differenti approcci alla
misura del benessere individuale e sociale che sono stati
presi in considerazione per la costruzione di alternative al
Pil:
Il filone del “Pil corretto”
L’idea di misurare la “felicità nazionale lorda”
L’approccio delle “capability” proposto da Amartya Sen
L’approccio basato sugli “indicatori sintetici”
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Nel 2009, il governo francese ha commissionato a un
gruppo di esperti, tra cui premi Nobel, guidati da Joseph
Stiglitz, un rapporto che contenesse proposte per la
misurazione del progresso sociale e della performnce
economica.
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Il Rapporto della Commissione per la misurazione della
Performance Economica e del Progresso Sociale
Il Pil e oltre: Il Rapporto della Commissione per la misurazione
della Performance Economica e del Progresso Sociale
Parte dall’assunto di base:«What we measure affects what we do»
Affronta tre questioni principali: “Questioni classiche relative al PIL”;
“Qualità della vita” considerando: salute;
istruzione e capitale umano;
attività personali;
partecipazione politica e governance;
interazioni sociali e capitale sociale;
condizioni ambientali;
insicurezza personale;
insicurezza economica;
questioni trasversali (disuguaglianze, interazioni tra settori eaggregazione delle misure disponibili).
“Sviluppo sostenibile e ambiente”;
Si conclude con: Dodici raccomandazioni.
Obiettivo del Rapporto Stiglitz-Sen-Fitoussi (SSF):
non è la definizione di un indicatore che sostituisca il Pil, ma la sua
integrazione;
misura del benessere multidimensionale;
miglioramento delle informazioni statistiche disponibili.
È rivolto a:
leader politici;
policy makers;
comunità accademica e statistici;
organizzazioni della società civile e tutti gli utilizzatori di statistiche;
Il Pil e oltre: Il Rapporto della Commissione per la misurazione
della Performance Economica e del Progresso Sociale
Le istituzioni internazionali e la misurazione del
benessere• OECD: UNDP – Human Development Index
– Better Life Initiative –How is Life? Report(2013)
– How’s Life in your Region?(2014)
European Union: GDP and Beyond Communication
• European Union Sustainable DevelopmentStrategy
• ESSC – development of a set of Quality ofLife indicators for the EU countries
• Well-Being 2030
• Europe 2020 Strategy: smart, sustainableand inclusive growth
• Eurofound- Quality of Life Survey
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Human Development Index
Le Nazioni Unite ed il concetto di sviluppo umano:
capovolge l’ottica d’analisi;
combina tre dimensioni:
a) la speranza di vita alla nascita come indicatore della
longevità;
b) il logaritmo del reddito pro-capite in parità di poteri
d’acquisto come indicatore della salute e delle condizioni di vita;
c) il tasso di alfabetizzazione per la creatività
Limiti ( misura poco accurata delle social capabilities; non da attenzione
all’energia, all’ambiente, alla sicurezza sul lavoro, alla partecipazione
culturale e politica; trascura la dimensione sociale dello sviluppo).
• Nel 2010, tre nuovi indici sono inclusi nel Human Development
Report:
the Inequality-adjusted Human Development Index (IHDI), the Gender
Inequality Index (GII) and the Multidimensional Poverty Index (MPI)
OECD
How’s Life? (2013)
Mette a disposizione uno strumento interattivo sul Web
per calcolare il proprio Better Life Index, considerando
11 dimensioni
OECD
Nel 2013 è stato pubblicato il secondo Report, per
rappresentare le condizioni materiali dei cittadini e la
qualità della vita nei Paesi che fanno parte dell’OECD.
Nel 2014 lancia l’iniziativa «How is life in your region?»
che misura il benessere a livello regionale in 8 aree:
reddito, lavoro, salute, accesso ai servizi, ambiente,
istruzione sicurezza e impegno civico.
I governi e la misurazione del benessere
Altri esempi:
in Olanda il Living conditions index, sviluppato dal Dutch Social
and Cultural Planning Office,
Considera 8 indicatori che coprono aspetti quali l’abitazione, la salute, I consumi
durevoli, il tempo libero, lo sport, la partecipazione alla vita sociale, la mobilità e
le vacanze;
Canadian index of well-being
Considera un insieme di indicatori delle condizioni sociali e di vita della
popolazione- salute, qualità ambientale, istruzione e livelli di
specializzazione, partecipazione al processo democratico, cultura, arte e
divertimento;
il Central Statistics Office in Irlanda,
Ha selezionato un set di 109 indicatori, più della metà relativi al dominio
sociale, mentre i rimanenti coprono l’economia, l’innovazione e
l’ambiente.
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I governi e la misurazione del benessere
in Italia
Un accordo recente (2010) tra l’Istituto nazionale di Statistica
(Istat) e il Cnel (Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro)
Ha il compito specifico di portare avanti un programma di ricerca
finalizzato alla costruzione di indicatori che, accanto al Pil,
potrebbero essere misure appropriate di un “benessere equo e
sostenibile” (Bes).
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Alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali
valutare il progresso di una società non possano essere
esclusivamente di carattere economico, ma debbano
tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali
e ambientali del benessere, corredate da misure di
diseguaglianza e sostenibilità.
A Giugno 2014 pubblicato il secondo Rapporto BES;
E nelle città? URBES (2013)-Il benessere equo e
sostenibile nelle città (14 città metropolitane): ▪ Torino ▪ Roma
▪ Genova ▪ Napoli ▪ Milano ▪ Bari ▪ Brescia ▪ Reggio di Calabria ▪ Venezia ▪
Palermo ▪ Bologna ▪ Messina ▪ Firenze ▪ Cagliari Pesaro e Urbino
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12 dimensioni, 134 variabili- nessun indicatore sintetico:
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I risultati:
Salute: si vive sempre più a lungo, ma con forti
disuguaglianze sociali
Il Mezzogiorno vive una doppia penalizzazione: una vita media più
breve e un numero minore di anni vissuti senza limitazioni.
Istruzione e formazione: In ritardo rispetto all’Europa, con un
lento miglioramento
Istruzione e benessere vanno di pari passo, ma l’Italia, nonostante i
miglioramenti conseguiti nell’ultimo decennio, non è ancora in grado di
offrire a tutti i giovani la possibilità di un’educazione adeguata.
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I risultati:
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita: Un grave spreco
di risorse, accentuato dalla crisi
Tutti gli indicatori disponibili segnalano un cattivo impiego delle
risorse umane del Paese,soprattutto nel campo del lavoro femminile
e dei giovani.
Benessere economico Ammortizzatori sociali e solidarietà familiare tamponano la crisi, ma
deprivazione e povertà sono in crescita
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I risultati:
Relazioni sociali
Bassa fiducia negli altri, forte carico sulle reti familiari, reti sociali
importanti, ma non su tutto il territorio;
Politica e istituzioni
La politica sempre più lontana dai cittadini
La sfiducia nei partiti, nel Parlamento, nei consigli regionali,
provinciali e comunali, nel sistema giudiziario caratterizza tutti i
segmenti della popolazione, tutte le zone del Paese e le diverse classi
sociali
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I risultati:
Sicurezza
I reati sono diminuiti, ma il calo si è fermato
A partire dagli inizi degli anni ’90 la criminalità ha fatto registrare
una generale diminuzionesia per i reati contro il patrimonio che per
gli omicidi.
Benessere soggettivo
Buona la soddisfazione per la vita, anche se in calo nell’ultimo anno
Gli italiani tracciano un bilancio prevalentemente positivo della
propria esistenza, ma le incertezze sulla situazione economica e
sociale influenzano negativamente non solo i comportamenti, ma
anche le percezioni.
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I risultati:
Paesaggio e patrimonio culturale
Una grande ricchezza non adeguatamente tutelata
Il patrimonio culturale del nostro Paese, frutto congiunto di una
straordinaria stratificazione di civiltà e della ricchezza e diversità dei
suoi quadri ambientali, rappresenta un valore inestimabile per la
collettività.
Ambiente Qualche segnale positivo e persistenti criticità
In Italia emergono segnali contraddittori rispetto alla qualità del suolo e
del territorioaumenta la disponibilità di verde e delle aree protette, ma il
dissesto idrogeologico rappresenta ancora un grave rischio,. A questo va
aggiunto il rischio per la salute e per l’ambiente naturale dovuto
all’inquinamento
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I risultati:
Ricerca e innovazione:
Cresce l’impegno delle imprese nell’innovazione, ma resta la
distanza dalla media europea
L’Italia si distanzia notevolmente dai Paesi europei più avanzati in
termini di ricerca e registrazione di brevetti, mentre si posiziona
meglio in termini di propensione all’innovazione delle imprese.
Qualità dei servizi
Ancora ritardi, con significativi progressi
Migliora l’erogazione dei servizi di pubblica utilità, quali gas ed
elettricità, così come quella dell’acqua
Si sono fatti grandi passi avanti nella differenziazione dei rifiuti
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Le ricerche in Italia
Felice (2007) considera 7 indicatori sociali, tra cui UN Human Developed
Index e un “improved” Human Developed Index in ingtervalli di 10 anni dal
1871 al 2001 studiando le dinamiche delle disparità regionali in ciascun
decennio.
Capriati (2011) costruisce un “indice di libertà effettiva” combinando sette
variabili per analizzare i divari tra le regioni italiane osservando la dinamica
del coefficiente di variazione dell’indice in intervalli di tre anni dal 1998 al
2007.
Iuzzolino et al. (2011) analizzano la convergenza tra le regioni italiane da una
prospettiva storica in relazione al divario tra Nord e Sud , caratterizzato dalla
persistente arretratezza delle regioni del Sud.
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Le ricerche in Italia
Ferrara e Nisticò (2013) analizzano la convergenza tra le
regioni italiane durante il periodo 1998-2008
aspetto economico + natura multidimensionale della qualità della
vita.
Il lavoro consiste nella costruzione di due indicatori compositi del
benessere
Il primo è l’Indice di Sviluppo Umano Aumentato (AHDI) =Indice di
Sviluppo Umano (HDI) modificato sia per tenere conto del più alto
livello di sviluppo dell’Italia che per tenere conto dei dati disponibili per
le regioni italiane.
Well-Being Index (WBI) = AHDI + 3 aspetti : la qualità socio-
istituzionale, le pari opportunità e la competitività regionale.
31
Considera 10 dimensioni del benessere
(ambiente (6 variabili), cultura e tempo libero (7), istruzione (5), servizi pubblici
essenziali (6), salute (5), condizioni materiali di vita (5), sicurezza personale (5),
ricerca e innovazione (9), relazioni sociali (10));
=57 variabili a livello regionale, anni 2004-2010.
Obiettivi
A) costruire un indicatore sintetico, attraverso l’analisi in componenti principali, per
ciascuna delle dieci dimensioni, per ciascun anno (2004-2010), per ciascuna regione
italiana
B) costruire un indicatore complessivo di benessere derivato dagli indicatori
calcolati nel precedente stadio
C) valutare l’esistenza di un processo di convergenza tra le regioni italiane in
termini di benessere usando due tecniche non parametriche, sia per gli indicatori
parziali (singole dimensioni) che per il benessere complessivo e per il Pil pro-
capite
Measuring Well-Being in a Multidimensional Perspective …
Metodologia
analisi in componenti principali (two steps)
convergenza σ
convergenza γ
Risultati
A) l’analisi in termini di acp riproduce, per metà delle dimensioni del benessere e
per l’indice di benessere complessivo, lo storico divario Nord-Sud
B) l’analisi Le regioni italiane tendono a diventare più simili (convergenza σ) sia
in termini di benessere complessivo che di Pil pro capite, ma con tassi diversi e in
diminuzione nell’ultimo periodo
C) l’analisi per singola dimensione (acp+ convergenza) sottolinea la persistenza
di ampie divergenze tra le regioni in importanti aspetti della qualità della vita
(sicurezza, cultura e tempo libero- tutto il periodo; salute, condizioni materiali di
vita- nel primo periodo; in altri 4 la convergenza non è un processo continuo)
D) non vi è convergenza γ
Measuring Well-Being in a Multidimensional Perspective …
Aim of the work
Theoretical framework
Methodology
A Regional Well-Being Index
Assessing convergence among Italian regions
Conclusions
STRUCTURE OF THE PRESENTATION
The goal of this paper is threefold:
to construct a synthetic indicator, for each of ten
dimensions of well-being for the period 2004-2010;
to build an overall index of well-being;
to assess the existence of processes of convergence
across the Italian regions in terms of well-being and
per-capita GDP.
AIM OF THE WORK
GDP “measures what it measures” (Costanza et al. 2009)
GDP is a poor indicator of social welfare (Kuznets 1934,
Kennedy 1968, Nordhaus and Tobin 1973).
Scholars and development organizations stress the necessity
of flanking it with other quality of life indicators.
Increasing attention by international organizations, countries
and scholars to the definition of these multidimensional
indicators
“What we measure affects what we do”-Report by the
“Commission on the Measurement of Economic Performance
and Social Progress (Stiglitz et al.2009)
THEORETICAL FRAMEWORK
The contribution of our work:
it expands the spectrum of domains and variables;
minimize the arbitrariness in the choice of the variables and
weights;
if the BES report did not attempt the final step of aggregating
the data into a synthetic measure of well-being so far, this is
instead a specific contribute of our paper;
to the best of our knowledge, this is the first paper that uses
principal component analysis in a two-step approach;
finally, we analyze convergence for both single-domain
indexes and the overall well-being indicator, thus capturing
the dynamics of well-being.
The data used in this study are extracted from ISTAT databases:
the BES statistics (CNEL-ISTAT, 2013), and the ISTAT-DPS
database;
We consider 10 dimensions of well-being:
• Environment (6 variables), culture and free-time (7),
education (5), employment (8), essential public services (6),
health (5), material living conditions (5), personal security
(5), research and innovation (5), social relations (5) and per-
capita GDP;
=57 variables at regional level, years 2004-2010.
THE DATA
The methodological strategy is to use the principal component
analysis (PCA) in order to obtain a synthetic indicator of well-
being in two steps:
• the first principal component is extracted from the variance
–covariance matrix;
• the internal consistency of the indicators is assessed by
analyzing the structure of correlations and using the
Measures of Sampling Adequacy and Bartlett’s test.
METHODOLOGY
VARIANCE EXPLAINED BY THE FIRST PC
Nr. of
variables2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Culture and free time7 79 79 80 83 81 80 80
Education5 84 88 92 92 85 84 76
Employment8 91 91 91 89 89 87 86
Environment6 63 65 71 71 72 72 71
Essential public services6 45 57 56 60 59 66 64
Health5 88 75 73 61 67 80 82
Material living conditions5 96 93 94 92 93 91 92
Personal security5 52 52 57 57 59 56 53
Research and innovation5 76 72 76 79 79 79 81
Social relations5 92 91 92 91 93 91 92
Regional Well-Being Index10 53 51 47 46 50 50 47
σ AND γ-CONVERGENCE
γ-CONVERGENCE
𝑘𝑇 =𝑉𝑎𝑟 𝐴𝑅 𝑠𝑌1,𝑑
𝑇 𝑧+ 𝐴𝑅 𝑠𝑌1,𝑑
2004 𝑧
𝑉𝑎𝑟 2 ∗ 𝐴𝑅 𝑠𝑌1,𝑑2004
𝑧
The results in terms of principal component analysis reproduce,
for more than half of the dimensions of well-being (culture and
free time, employment, essential public services, health, material
living conditions, research and innovation, social relations), the
historical Italian divide between Northern and Southern regions,
with the latter occupying the bottom positions;
For the RWBI, results show there is a sharp demarcation between
the North and the South of the country…
RESULTS: SYNTHETIC INDICATORS OF THE DIFFERENT DIMENSIONS OF
WELL-BEING (STEP 1)
RESULTS: SYNTHETIC INDICATORS OF THE DIFFERENT DIMENSIONS OF
WELL-BEING (STEP 1)
Regional Well-Being Index in the Italian regions (2010)
GDP (2010)
ITALIAN REGIONS BY PER-CAPITA GDP AND WELL-BEING INDEX (2004, 2010)
(a) (b)
σ-convergence: RWBI and per-capita GDP coefficients of variation
σ-convergence:Partial Indicators Coefficients of Variation
γ-convergence:Kendall’s Index
* reject null hypothesis at 10%
** reject null hypothesis at 5%
*** reject null hypothesis at 1%
regional well-being divide in Italy is at least as relevant as the economic
divide, suggesting the importance of paying much more attention in public
policies and academic debates to quality-of-life indicators.
Italian regions tend to become more similar over time.
there is no evidence of significant intra-distributional mobility of Italian
regions (γ-convergence) for either per-capita GDP or the well-being index.
CONCLUSIONS
Contatti
Antonella Ferrara
Cubo 0C Dipartimento di Economia Statistica e
Finanza-Piano Terra