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MISSIONARI MISSIONARI Cappuccini Cappuccini Anno XLVII n.6 - giugno luglio 2009 Spedito nel mese di luglio 2009 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo In occasione del Capitolo della Custodia La missione in Camerun: una panoramica

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MISSIONARIMISSIONARICappucciniCappucciniAnno XLVIIn.6 - giugno luglio 2009Spedito nel mese di luglio 2009

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46)art. 1, comma 2, DCB Bergamo

In occasione delCapitolo della Custodia

La missionein Camerun:una panoramica

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a cura di Alberto CipelliEMMECInotizienotizie

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modo all’impatto dellamodernità e dellasecolarizzazione con lasocietà tradizionale, viincitano a preservare condeterminazione i valorifondamentali della famigliaafricana, facendo della suaevangelizzazione in modoapprofondito una delleprincipali priorità.Nel contesto dellaglobalizzazione in cui citroviamo, la Chiesa ha uninteresse particolare per lepersone più bisognose. Lamissione del Vescovo loimpegna ad essere ilprincipale difensore dei dirittidei poveri, a promuovere efavorire l’esercizio dellacarità, manifestazionedell’amore del Signore per ipiccoli. In questo modo, ifedeli sono portati a coglierein modo concreto che laChiesa è una vera famiglia diDio, riunita dall’amorefraterno, che esclude ognietnocentrismo eparticolarismo eccessivi econtribuisce allariconciliazione e allacooperazione tra le etnie peril bene di tutti. D’altra parte,la Chiesa, attraverso la suadottrina sociale, vuolerisvegliare la speranza neicuori degli esclusi. È anchedovere dei cristiani,specialmente dei laici dilasciarsi guidare dalladottrina sociale della Chiesa,per contribuire allacostruzione di un mondo piùgiusto in cui ciascuno potràvivere dignitosamente: figli efiglie dell’Africa non abbiatepaura di credere, di sperare edi amare”. �

Carissimi amici lettori e benefattoriMi avete letto e seguito con la vostra pre

ghiera e la vostra concreta solidarietà

durante il mio ministero missionario in Etiopia durato sei anni, ora sono rientrato

nella mia missione, per così dire, “di origine” del Camerun. Ho trovato una realtà

veramente fiorente. Lo Spirito Santo ha fatto divenire realtà viva quella parola de

l

Signore Gesù che dice: “Il regno dei cieliè come un granellino di senapa che,

quando viene seminato per terra, è il piùpiccolo di tutti i semi che sono sulla

terra, ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli altri arbusti e

fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra»

(Marco 4,31-32).Fra le foglie che in verità hanno contribu

ito in maggior misura a rendere ricca e

fiorente la chioma di questo grande albero certamente c’è colui che il Signore ha

chiamato a sé un anno fa, l’indimenticabile padre Umberto Paris, fondatore della

missione, vero padre e maestro di umanità e fede, che ora sicuramente si sta

riposando dalle sue fatiche apostoliche in Paradiso.

Se è vero che questa bellissima realtà èopera dello Spirito Santo, è altresì certo

che Egli ha operato grazie alla disponibilità e obbedienza evangelica, alla fedeltà

creativa ed alla carità operosa di tutti i miei confratelli, nessuno escluso, che non

si sono risparmiati in nessun modo in tutti questi ventisette anni di servizio fra la

popolazione del Camerun. La prova più evidente sono le opere di

evangelizzazione, le numerose e fiorenti iniziative di promozione umana,

l’impegno nella formazione alla vita religiosa francescano - cappuccina: sono be

n

14 i sacerdoti cappuccini camerunesi, a cui vanno aggiunti gli altri venti

confratelli in formazione: una speranza per il futuro della pastorale missionaria

cappuccina.Io ringrazio i confratelli che mi hanno vo

luto dare la loro fiducia eleggendomi

nuovo superiore della missione: ci attendono degli anni di lavoro intenso, che io

confido saranno certamente fruttuosi per grazia dello Spirito Santo e la

collaborazione di tutti. Il cammino che ciattende sarà certamente facilitato in

grande misura dalla ottima opera di padre Felice Trussardi e dei suoi consiglieri

che hanno guidato la Custodia negli ultimi anni.

Sono numerosi i prossimi e nuovi impegni che ci attendono per rafforzare sempr

e

di più la nostra presenza francescano-cappuccina anche nella zona francofona de

l

Camerun.Ci sono poi le numerosissime opere soci

ali nel campo della promozione umana:

carceri, cappellanie ecc... Ne segnalo due in modo particolare: il Centro Emmaus

di Bamenda, già funzionante, che è sottola responsabilità piena della Custodia

ed è stato aperto recentemente: è un’opera unica nel suo genere, nata per dare

riparo e protezione ai tanti malati mentali, che sono soli e abbandonati, senza

nessun aiuto. Il Cardiac Center, di prossima apertura, si avvia a diventare una

struttura di eccellenza per tutta l’Africa subsahariana per quanto riguarda le

operazioni del cuore. Tutto questo sta diventando una grande realtà grazie alla

disponibilità delle Suore Francescane Terziarie di Shisong, ed al fondamentale

aiuto, professionale ed economico, di due Onlus di Milano: Cuore Fratello e

Bambini Cardiopatici nel mondo.

Concludendo, vorrei ringraziare anzituttolo Spirito Santo e poi tutti voi per il

vostro sempre fedele sostegno, sia con la preghiera sia con la vostra carità, tanto

più ammirevole in questi tempi di crisi edi ristrettezze per tutti! Il Signore vi

benedica e vi ricompensi! Vi auguro anche buone vacanze! In particolare vorrei

augurare ai volontari che si apprestano apartire per le nostre varie missioni una

felice esperienza missionaria!

Vorrei infine pregare ancora lo Spirito Santo perchè con i suoi doni renda sempre

più variopinto di luce e colori quel bellissimo arcobaleno di Pace e di Bene che

sono le Missioni dei Cappuccini nel mondo!

Fra Angelo Pagano, Custode del Camerun

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“Guai a me se nonannunciassi il Vangelo”È stato il terzo Papa che

ha fatto visita inCamerun. Nel suo viaggio

del marzo scorso PapaBenedetto XVI ha

incontrato i Vescovi localie con loro ha parlato

della Chiesa missionaria,della formazione

religiosa, dei catechisti,del ruolo delle famiglie e

dei poveri.

“In questo anno consacrato asan Paolo, è particolarmenteopportuno ricordarci l’urgentenecessità di annunciare ilVangelo a tutti. Questomandato, che la Chiesa haricevuto da Cristo rimane unapriorità, giacché numerosesono ancora le persone cheattendono il messaggio disperanza e di amore chepermetterà loro di «conoscerela libertà, la gloria dei figli diDio» (Rm 8, 21).Il Concilio Vaticano II haricordato con forza che«l’attività missionaria attieneprofondamente alla naturastessa della Chiesa» (Adgentes, n. 6). Per guidare estimolare il Popolo di Dio inquesto compito, i Pastoridevono essere essi stessi,prima di tutto, annunciatoridella fede per condurre aCristo nuovi discepoli.L’annuncio del Vangelo èproprio del Vescovo che, comesan Paolo, può cosìproclamare: «Annunciare il

Vangelo non è per me unvanto, perchè è una necessitàche mi si impone : guai a mese non annunciassi il Vangelo!»(1 Co 9, 16). Nelle vostrediocesi numerosi giovani sipresentano come candidati alsacerdozio. Possiamo soloringraziarne il Signore. Èessenziale che sia fatto unserio discernimento. A tal fine,vi incoraggio, nonostante ledifficoltà organizzative a livellopastorale che talvolta possonosorgere, a dare priorità allaselezione e alla formazione deiformatori e dei direttorispirituali. Essi devono avereuna conoscenza personale eapprofondita dei candidati alsacerdozio ed essere in gradodi garantire loro unaformazione umana, spirituale epastorale solida. A partire dalleorigini della fede cristiana inCamerun, i religiosi e lereligiose hanno dato uncontributo fondamentale allavita della Chiesa. Con voirendo grazie a Dio e micompiaccio dello sviluppo della

vita consacrata tra le figlie e ifigli del vostro Paese, che haconsentito anche lamanifestazione dei carismipropri dell’Africa nellecomunità sorte nel vostroPaese.Nel vostro servizio perannunciare il Vangelo, sieteanche aiutati da altri operatoripastorali, in particolare icatechisti chenell’evangelizzazione delvostro Paese hanno un ruolodeterminante. Li ringrazio perla loro generosità e la fedeltàal servizio della Chiesa. Perloro tramite si realizza unaautentica inculturazione dellafede. La loro formazioneumana, spirituale e dottrinaleè dunque essenziale ed èimportante il loro sostegnocome riconoscimento da partedella Chiesa dell’importanzadel loro impegno perl’annuncio e lo sviluppo dellafede.Vi preoccupa particolarmentela situazione della famiglia. Ledifficoltà dovute in special

Marzo 2009: la visitadi Papa Benedetto XVI

in Camerun

(San Paolo,1 Cor. 9,16)

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ad esso connessi oltre a riflettere sulruolo determinante dei cappuccini– sono più di 1000 in tutto il continente –di essere portatori di pace in terra africanaed ha esposto anche le sue considerazioniper la gestione dei progetti beneficie dell’economia nel nostro Paese.Credo che la vitalità dell’OrdineCappuccino in Camerun nel passatotriennio si possa considerare conclusacon un bilancio decisamente positivo,ma soprattutto incoraggiante che ciconferma che dobbiamo proseguire suquesta strada. Con grande gioia possocomunicare che nel periodo 2006-2009

in Camerun abbiamo avuto 12 ProfessioniPerpetue, 11 Ordinazioni Diaconali e ben12 frati che sono diventati Sacerdoti(fra Vitalis, fra Francis, fra Donatus, fra Cyril,fra Pascal, fra Peter, fra. Ketema,fra Temesgen, fra Siver, e gli ultimi tredel 2009: fra Kenneth, fra John, fra Felix)per noi è davvero una grandesoddisfazione per la quale lodiamo Dio diaverci donato tante nuove forze chesosterranno il lungo e difficile camminodella nostra giovane Chiesa.Possiamo subito notare il grandeincremento dei sacerdoti locali rispetto alpassato e anche il numero dei Missionaripresenti è aumentato; tant’è che il numerodi fratelli appartenenti alla Custodia è di 46.Ma se a questo si aggiungono i 5 fratidell’Etiopia che studiano teologia, i novizi epost novizi della Costa d’Avorio e Benin, sipuò concludere che attualmente sono 59 ifratelli del Camerun, un numero ancora piùelevato se si aggiungono i confratelli che sitrovano a Roma e in Ouidah e i postulanti;insomma la nostra famiglia camerunensesta diventando sempre più grande. �

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Ritrovarci in questi giorni dal 4al 9 maggio 2009 a Sop per iltriennale Capitolo della nostraCustodia del Camerun con la

presenza di molti frati che sono giuntidall’Italia, fra i quali il Ministro Provinciale,fra Alessandro Ferrari che ha presieduto ilavori capitolari, è un fondamentaleappuntamento per la nostra vita religiosae per la nostra comunità intera.Dopo aver celebrato il 25° della nostrapresenza in Camerun sono felice di tutti ifrati e mi auguro che si possa sempreproseguire nell’intento di migliorarepassando dal buono all’ottimo come, delresto, ci invitano anche le nostreCostituzioni.La recente visita di Papa Benedetto XVI inCamerun ha toccato molti cuori epossiamo dire di aver vissuto davvero unmomento di grazia.Le stesse parole di incoraggiamentoricevute nella lettera del Padre GeneraleMauro Jöri sulla formazione sono anche ungrande stimolo per la nostra Custodia cheoggi si ritrova nel Capitolo, uno deimomenti più importanti ed intensi per lanostra comunità del Camerun. Il 2009 è unanno importante sia per la Comunitàmondiale francescana che ha celebratol’anniversario della Forma di vita di SanFrancesco sia per le ricorrenzedell’anniversario di San Paolo apostolo

delle genti. Sono tutte queste occasioniche ci danno la possibilità di crescere nellanostra vita spirituale e fraterna.Nello scorso mese di ottobre il MinistroGenerale ha incontrato in Tanzania imembri delle due Conferenze AfricaneCappuccine: CONCAO (Conferenza checomprende 12 Paesi dell’AfricaOccidentale) e EACC (Conferenza dell’AfricaOrientale). In quell’occasione il PadreGenerale ha sottolineato, nella sua lettera,il grande valore della vita di fraternità, haespresso importanti considerazioni suldelicato ruolo della formazione deicappuccini in terra africana ed i problemi

MISSIONICamerunCamerun

I frati Cappuccinidella Chiesa del CamerunA maggio l’Assemblea Capitolare e l’elezione

dei nuovi membri della CustodiaIl triennale appuntamento del Capitolo della Custodiadel Camerun permette a fra Felice Trussardi, Custode

dal 2006 al 2009, di fare il punto dellarealtà della Chiesa della sua

missione e della diffusione delcarisma francescano in Camerun.

I nuovi membri della Custodiadel Camerun sono:

Padre Angelo Pagano, CustodePadre Kilian Ngitir, Primo consigliere

Padre Peter Tar Fonyuy, Secondo consigliere

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dall’Opera San Francesco e dal CentroMissionario di Milano: senza il lorointervento sarebbe stato impensabilerealizzare un progetto di così grandeportata. Il più grande ringraziamento vaa fra Cyril per la sua opera continuativache porta avanti nella struttura, aipostnovizi che collaborano con lui e atutti quei frati che in un modo onell’altro hanno contribuito allarealizzazione del progetto.

La nuova fraternitàdi Bafoussam

È stata nostraintenzione, allanascita della nuovafraternità nel 2007,quella di non crearestrutture nuove finda subito, ma

piuttosto con l’aiuto dei Padri Saverianiabbiamo individuato una casetta inaffitto (che è la nostra fraternità) pervalutare con calma le diverse possibilitàdi trovare la più opportuna collocazione

per i frati cappuccini, in considerazioneanche di quelle che sono le nostreattività che svolgiamo attualmente ecome desideriamo implementarle.

L’apostolato nelle prigioniI cappuccinicontinuano aprestare il loroimportante servizionelle prigioni diBafoussam eBamenda con visite

anche nelle realtà di Mvum, Fumbot,Ndop, Kumbo, Mbengwi soprattuttograzie al lavoro di fra GioachinoCatanzaro e altri confratelli specialmenteper la celebrazione delle Messe e leconfessioni. I frati portano il lorosostegno spirituale e materiale,ma soprattutto si prodiganoquotidianamente per creare relazioni conchi amministra le strutture carcerarie ecollaborano con molti volontari permigliorare le terribili condizioni in cuivive la maggior parte dei detenuti.

ilmio incarico di Custode delCamerun è iniziato nel 2003 ericonfermato per il periodo2006-2009. Il triennio trascorso è

stato caratterizzato da alcuniavvenimenti importanti: la decisione diaprire la casa di Bafoussam (la Comunitàdella Santa Trinità inaugurata il 2febbraio 2007), la realizzazione delprogetto Emmaus, la celebrazione dei 25anni di presenza cappuccina in Camerunnel 2007 onorati anche da molti fratiarrivati dall’Italia. I frati del Camerunsono stati sempre presenti agliappuntamenti internazionali della Chiesaafricana ed hanno istituito relazionisempre più strette con le Custodie dellaCosta d’Avorio e del Benin.Nonostante i normali problemi digestione, la formazione continua beneanche proprio nella collaborazione e neirecenti incontri internazionali è emersoche altri paesi dell’Africa come BurkinaFaso, Ghana, Guinea Equatoriale, Gabon,Nigeria ed Angola sono interessati asviluppare e concretizzare nuove forme

di collaborazione. Naturalmente questocrea non pochi problemi di lingua (nellaConferenza della CONCAO, per esempio,si parlano quattro lingue: francese,inglese, spagnolo e portoghese), cultura,diversi livelli di formazione ecc. ma lanostra intenzione è quella di lavorareassiduamente per poter coordinaremeglio gli strumenti a disposizione epoter offrire a chi decide di avvicinarsi almondo religioso dei Cappuccini di trovareuna struttura meglio consolidata ecoordinata.

Il Centro EmmausIl progetto direalizzazione delCentro Emmaus èstato ricco didifficoltà sia neltrovare la giustacollocazione sia dal

punto di vista economico e in questosenso sono stati fondamentali, fra glialtri, gli aiuti ricevuti dalla CEI(Conferenza Episcopale Italiana)

di fra Felice TrussardiMISSIONICamerunCamerun

La missione del Camerun:una panoramica Una carrellata dei principali progetti, delle fraternitàesistenti e delle attività in cui i numerosi frati del Camerunprestano il loro quotidiano servizio. Una realtà vivace e

attiva che sta raccogliendo i frutti di 27 anni dimissionarietà all’insegna dell’attenzione al fratelloe della promozione sociale, dell’evangelizzazione

e dello sviluppo dei principi di San Francesco.

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forme di collaborazione di questo tipo,in situazioni particolari come l’Africa,non fanno altro che consolidare erafforzare la presenza dei Missionaricaratterizzandoli come sempre piùvicini alla gente.Possiamo tranquillamente affermareche ci sono realtà molto vivaci earticolate sul nostro territorio cheoperano attivamente a diversi livelli econ diverse finalità.In particolare le fraternità dell’OFS(Ordine Francescano Secolare o TerziariFrancescani) della parte di linguafrancese del Camerun hanno moltaaspettativa nei nostri confronti e diversifrati si stanno impegnando inquest’opera sia nel territorio che è giàdi nostra competenza, sia incontrandoe formando comunità locali nuove.Anche la Gifra, ossia il cuore piùgiovane del carisma francescano, èpresente ed attivo nelle nostreparrocchie di Shisong e Bafoussam.Le numerose comunità del territoriochiedono costantemente la presenza el’assistenza spirituale ai nostri frati chesi prodigano di portare il loro aiuto inmoltissime comunità: quelle diYaoundé e Njimafor, Abongbam,Makak, a Melong II, nella Diocesi diNkonsamba, la Comunità diSant’Antonio di Padova e i gruppi dipreghiera di Padre Pio delle comunitàdi Kumbo e Bafoussam. Due frati sonoimpegnati anche nella partecipazionealle Conferenze InternazionaliFrancescane.A tutti loro e a chi opera a livello localevorrei dire il mio grande grazie per illoro immenso lavoro di promozione ediffusione del carisma francescano intutto il Camerun.

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Molto è stato fatto fino ad oggi e molto,siamo convinti, ancora si debba e si possafare per tentare di alleviare una situazionedavvero drammatica.

La cura degli ammalatiUno dei nostricompiti principali cuisiamo chiamati, cosìcome ci ricordano leCostituzioni delnostro ordineFrancescano, è quello

di occuparsi per soddisfare le necessitàspirituali e materiali degli ammalati e degliinfermi.Lo stesso Vescovo di Kumbo Mons.George Nkuo si auspica di aumentare lapresenza di frati nell’Ospedale di Shisonge attualmente, grazie alle iniziativeportate avanti dal Cardiac Centre, il lavoroè in costante aumento. Diversi fratiprestano il loro servizio anche incollaborazione con le Suore soprattuttodedicandosi ai moltissimi malati di Aids.Nell’ospedale regionale di Bafoussam, incui siamo presenti dal 2006, i problemisono ulteriormente acuiti dal fatto chenon essendo un ospedale cattolico,spesso si fa più fatica a collaborare e atrovare lo spazio per la celebrazionedell’Eucarestia. Nella struttura diBamenda c’è molto lavoro per i frati e lanostra intenzione è quella di far prestareservizio anche agli studenti e di offrireun’adeguata formazione a tutti quei fratiche devono svolgere il delicato compitodi stare vicino e di fornire assistenza apersone malate e che soffrono.Opportunamente preparati sarebberosicuramente più in grado anche dilavorare in collaborazione con lo staff el’amministrazione ospedaliera e capaci di

coordinare gruppi di volontariato laico ereligioso all’interno delle strutture.Nella struttura di Bafoussam visitiamo imalati, preghiamo con loro, stiamo vicini aipiù disperati, amministriamo i Sacramenti ecelebriamo la Santa Messa domenicaleanche se non abbiamo né una Cappella(celebriamo nel salone principale dove c’èspesso molta confusione) né degli ambientiper poter ricevere gli ammalati. Incontriamoprigionieri, orfani, bambini malati di Aids,pazienti che non hanno più nessuno,persone estremamente povere e per loroportiamo del cibo, vestiti e aiuto per ilrecupero dei medicinali. Stiamo cercandouna sistemazione anche se questo è moltocostoso; siamo in una Diocesi dovel’evangelizzazione è ancora ai primi passi ela nostra presenza costante permetterebbedi radicare ancora di più il nostro carisma edi infondere credibilità fra la gente di ungrande territorio. Servirebbero anche altrifrati: “La messe è molta, ma gli operai sonopochi. Pregate dunque il padrone dellamesse perché mandi operai per la suamesse” (Luca 10,2)Siamo fiduciosi che l’amore di Cristo ciporterà ad ampliare questi nostri orizzontiper essere sempre più vicini a chi soffre edha bisogno di un conforto.

Il servizio nei confrontidelle Comunitàfrancescane e dei gruppi

Uno degli impegniprincipali è quello dioffrire la nostraassistenza ai gruppifrancescani cheoperano sul territorio,testimonianza di una

comunità laica che opera localmente nelladiffusione degli ideali di San Francesco: le

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Come Frati siete presenti dadiversi anni nelle carceri e ilvostro sostegno verso idetenuti è prezioso. In qualiforme si esplica la vostraopera?Le nostre attività nelle prigionidell’Arcidiocesi di Bamenda hannoseguito la tradizionale forma di lavorosviluppata nell’ultimo decennio.La formazione religiosa e morale sirealizza con la liturgia della Messadomenicale che viene celebrata due

volte al mese; inoltre vi sono leconfessioni, i ritiri, la catechesi,i battesimi e confermazioni – pratica delCanto corale. Queste sono le nostrepriorità. I detenuti hanno ampieopportunità di accedere al sacramentodella riconciliazione sia in privato arichiesta, sia in comune, quali atti diservizio penitenziale in preparazione allefeste maggiori.Dal punto di vista materiale continuiamoad integrare la magra razione di cibopassata dal Governo con quattro sacchi di

Il servizio nei confrontidelle comunità religiosee nelle parrocchie

La nostra assistenzaè naturalmentemolto vicina alleSorelle Francescaneche si trovano sulnostro territoriofornendo il nostro

aiuto in modo continuativo e costante.Ma anche il servizio presso le Sorelle diSant’Anna è in costante aumento: non silimita solamente alla casa di formazionedi Bamenda ma si è esteso a Kumbo ea Bafoussam.E lo stesso vale anche per le Suore diMadre Teresa, le Concezioniste di Njimafore le Serve di Maria di Alacuma seguitedalla fraternità di Bambui.Numerosi sono anche i servizi cheprestiamo nelle Parrocchie dove si trovanole nostre comunità e in altre località delterritorio. A Bafoussam seguiamo laParrocchia cittadina di lingua inglese, laParrocchia di Sop che aiuta anche quella diMelim, mentre la fraternità di Bambuisegue la parrocchia locale e quelle diBayelle e Ngongham. La nostra storicapresenza nelle parrocchie di Shisong eSop, molto apprezzata per il suo operatoanche dal Vescovo locale, è semprevivace. Numerosi sono i servizi offerti e inparticolare i frati stanno vicini alle fasce

giovanili delle comunità e seguonoanche i bambini soprattutto nelle attivitàdomenicali.

Il futuro della presenzacappuccina in Camerun

Dopo 27 anni dellapresenza deiMissionari Cappucciniin Camerun con leattuali 75 persone dicui è costituita lamissione possiamo

davvero ritenerci soddisfatti per i risultatisino ad ora raggiunti e intendiamo muovercinello sviluppo di alcuni filoni cheintendiamo di interesse prioritario sia per lacomunità cappuccina che per la popolazionelocale. In particolare vorremmo portareavanti tutti i progetti intrapresi, dare ungrande sviluppo al Centro Emmaus e pergarantire la continuità del servizio da partedei frati vorremmo concretizzare meglio larealtà di Bafoussam e dedicare ancora piùattenzione alla formazione dei ragazzi cheentrano nel cammino francescano, animatangibile e concreta della nostra giovaneChiesa del Camerun.Voglio ringraziare tutti i confratelli chehanno partecipato a questa importanteAssemblea Capitolare e voglio pregare per inuovi eletti: che Dio li benedica percontinuare il loro prezioso servizio nellanostra Custodia. �

di fra Gioacchino CatanzaroMISSIONICamerunCamerun

La difficileopera nelle prigioniI Cappuccininelle prigionidi Bamenda

Da diversi anni ormai i Frati Cappuccini prestano il loro servizionelle carceri di Bamenda e nel circondario. Il loro interventoè strutturato a più livelli: formazione religiosa e morale,

supporto materiale e medico, formazione professionale e scolastica,attività di beneficenza sociale

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numerosi wc. La Conferenza EpiscopaleItaliana ci ha sostenuto nell’acquistodel riso.La Caritas Italiana ci ha dato una manoper le attrezzature tecniche e per loscavo di un pozzo. La Caritas di Firenze,la Parrocchia di Portsmouth in Inghilterrae la Cattedrale di Mankon ci hanno datoaiuti. Fra Umberto Paris, che ci ha aiutatotanto attraverso molti benefattori,ci manca molto. Possa godere dellacompagnia degli Angeli e dei Santi.

Quali sono i problemi piùevidenti e quali strategieintendete intraprendere nelfuturo per la pastoralecarceraria?L’attività nelle carceri, per la sua natura,per le persone con cui si ha a che fare eper la sua delicatezza, presenta alcuniproblemi, ma il nostro sforzo è quello didare sempre il meglio e di cercare dimigliorarci e di migliorare, in questomodo, le tristi condizioni di moltidetenuti.La santa Messa in Bemenda vienecelebrata solamente due volte al mese,è auspicabile che lo si possa fare ognidomenica. Notiamo un’apatia religiosanel personale e nei carcerati. II coro ècomposto in maggioranza di gente in

attesa di giudizio che cerca qualsiasioccasione per uscire dal loro infamecortile, e dei minori che sono sempredisponibili. Il resto dei prigionieri èpiuttosto tiepido. È molto difficile anchela realizzazione degli aspetti sanitari espesso i carcerati non riescono ad averele pronte ed adeguate attenzionimediche di cui avrebbero bisogno.Speriamo di migliorare ed espanderela nostra incidenza sull’insegnamentoreligioso e morale includendo ritiri perle guardie carcerarie e personale, e peri prigionieri. Ci aspettiamo unacollaborazione più assidua dai parrocidelle stazioni periferiche.Ci piacerebbe riuscire a sensibilizzareil popolo del Camerun istituendo una«giornata del prigioniero»; vorremmomigliorare ancora le condizioni igienichedelle strutture penitenziarie che sonomolto precarie e vorremmo favorire leattività sportive in tutte le nostreprigioni.Il lavoro è davvero moltissimo, ma conl’aiuto dei benefattori e lo sguardobenevolo di Gesù, siamo certi chepotremo fare sempre meglio per i nostridetenuti che hanno tanto bisogno diaiuto e che, nonostante i loro errori,sono esseri umani e come tali, figlidell’unico Dio. �

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riso cotto, ogni giovedì. Ai detenutiminorenni passiamo ogni giorno riso epane. Fra Felice ha provveduto unagrande cifra da devolvere in pane che èstato comperato dal forno dei focolarini inAkum.Di volta in volta si fornisce olio di palma,sale ed altri ingredienti per insaporire ilcibo dei detenuti. Alcuni gruppi dicristiani portano di tanto in tanto derratedi cibo cotto o crudo.Dal punto di vista medico ci sono diverseAssociazioni come “Intercare”dell’Inghilterra ed il Centro MedicoMissionario di Firenze oltre adorganizzazioni religiose del Camerun edall’Estero che supportano i nostriinterventi con donazioni di medicine equalche attrezzo medico.Siamo intervenuti ed abbiamo sostenutole spese di ospedalizzazione di alcuni casigravi. Abbiamo dispensato medicine perlievi casi ai detenuti. Abbiamoprovveduto medicine all’infermeria dellaprigione. Così pure distribuitooccasionalmente del sapone.Abbiamo continuato ad assistere chichiedeva l’ottenimento di libertà concauzione, oppure cercare di accelerare iverdetti quando necessario. Per farequesto dobbiamo mantenere strettacollaborazione con la Polizia e lo StateCouncil. Da molti benefattori abbiamoricevuto e distribuito vestiti.Facciamo anche grande opera di recuperomorale dei detenuti e in questo casoabbiamo bisogno di volontari conspeciale vocazione e dedizione perquesto tipo di servizio.Ci dedichiamo anche alla formazioneprofessionale e scolastica. Abbiamoprogetti che funzionano molto bene e siinsegnano il lavoro e la professionalità a

tanti detenuti: informatica, sartoria,calzoleria, cucina, automeccanica. Oltre aquesto forniamo materiale di cancelleriaper minori.Abbiamo provveduto ai molto necessariatti di comunicazione quali lettere,chiamate telefoniche, contatti personaliecc., tra i prigionieri e le loro famiglie.Dove necessario facciamo anche ilcounseling. Seguiamo alcuni minori chelasciano le prigioni, nella loro formazionescolastica come programma Post-prigione.

Naturalmente il vostroservizio è imprescindibile dainumerosi aiuti che vi arrivanoa più livelli e grazie aibenefattori avete potutorealizzare molte cose…Moltissimi sono i benefattori che cisostengono e che ci permettono diportare avanti i nostri progetti umanitari,sanitari e di reintegrazione sociale deicarcerati. Un grande contributo arriva dalCentro Missionario dei frati MinoriCappuccini di Milano, tramite Frate MauroMiselli. L’Opera San Francesco in Milanoha dato un notevole contributo per leprigioni di Ndop, Mbengvvi, Wum che ciha permesso di realizzare opere diigienizzazione come la costruzione di

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Forse alla base del suo atteggiamento c’erauna disponibilità di fondo ad imparare, anon credersi già arrivato, una vera umiltàcapace di riconoscere le altrui qualità.Sapere cercare insieme: che gran bellaqualità!Certo devono aver influito anche esperienzeconcrete: ci raccontava infatti che appenainviato missionario in Etiopia era statodestinato a una stazione fuori mano doveviveva solo. Arrivato giovane sacerdote nonsapeva cucinare e gli bastarono duesettimane per capire che o imparava a farsida mangiare o sarebbe morto di fame. Daallora quante volte ha preparato il pranzo

per lui o per altri. Per lui, una difficoltàdiventa una possibilità di crescita. Così èstato per tante altre cose: la vita con le suedifficoltà lo ha fatto crescere. Lo dicevaanche San Francesco: chi non sa lavorare,impari!Quando noi l’abbiamo conosciuto era già unuomo maturo, ricco di esperienza, ma possopensare che anche lui sia passato attraversoalcune tentazioni che poi ha saputosuperare.Quando è partito per la prima volta inmissione, il viaggio si faceva per mare.Ci raccontò che lui e un altro missionarioerano sulla nave quando videro arrivare nelporto due frati che erano venuti lì persalutarli. Un momento di gioia quando giàle lacrime rigavano il volto dei giovanimissionari che partivano per la missionesapendo che per almeno dieci anni nonsarebbero più tornati.Quando ebbe la possibilità di frequentareun corso di missiologia a Roma, visto il suogrande interesse per il corso, il professoregli propose di fare la specializzazione e diprendere il suo posto di insegnante.Probabilmente a padre Umberto ritornaronoin mente i consigli dei suoi genitori abituatial lavoro dei campi. Non era sufficenteparlare di una cosa, bisognava anchemetterla in pratica. Lui voleva viveremissionario, non insegnare missiologia.Non che rifiutasse lo studio o la conoscenza:

fino alla fine leggeva libri e articoli,seguiva le notizie particolarmente

quelle attinenti alla vita dellachiesa, si teneva in contattocon tante personeutilizzando il computer.

Questa attenzione alle persone ealle cose lo faceva restare giovanenello spirito, e su ogni cosa ecco lasua opinione.

Lavita di padre Umberto può essereparagonata a quella di un alberoche crescendo e passando

attraverso le difficoltà si rafforza, cresce eproduce frutti abbondanti e molti trovanoriposo all’ombra dei suoi rami.In 32 anni di missione in Eritrea ed Etiopiae 26 in Camerun, quante persone lo hannoincontrato e hanno ricevuto da lui aiutospirituale e materiale, ma anche quantepersone lo hanno aiutato a divenire quelloche è diventato.È difficile distinguere in lui il frate, ilmissionario, il sacerdote, l’insegnante, l’uomodel dialogo, l’esperto di costruzioni perché inlui questi vari aspetti erano diventati una cosasola. Era riuscito a unificare la sua vita attornoal principio evangelico: quello che fate ai piùpiccoli l’avete fatto a me.L’incontro con lui non era mai inutile, o eriinvitato a fare la tua parte oppure a prendereatto degli ostacoli che dovevi rimuovere perliberare le energie nascoste in te. Era unpromotore dei talenti altrui e migliorando glialtri lasciava che gli altri migliorassero lui.Quante conoscenze ha condiviso con gli altri,ma anche quante cose ha imparato dagli altri!

di fra Felice TrussardiMISSIONICamerunCamerun

Il ricordo di padreUmberto Paris,missionario

a tempo pieno

58 anni di missione fra Eritrea,Etiopia e Camerun. Il ricordo di un

grande frate, ma anchesacerdote, missionario,

insegnante, rabdomante, uomodi dialogo. La sua figura resterà

sempre impressa nel cuore ditante persone che da lui hannoricevuto molto bene, lui che ha

vissuto appieno l’insegnamentoevangelico: quello che fate ai più

piccoli l’avete fatto a me.

Un piccolo semeda cui è cresciutoun grande albero

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Ancora più cura ha messo nel realizzare illuogo dove la comunità cristiana incontra ilSignore, la chiesa. Quante ne ha costruite!Quante comunità cristiane hanno avuto lapossibilità di celebrare i sacramenti, dipregare insieme, grazie a quanto Umbertoha fatto per loro.Sappiamo come non si sia risparmiato perconsigliare, incoraggiare e sostenere illavoro dei capi tradizionali. In loro vedevadei saggi che avrebbero potuto contribuiremolto a migliorare le condizioni di vitadella gente. Per questo proponeva lorol’insegnamento sociale della Chiesa, inmodo da aiutarli a vedere le possibilità difar crescere la gente loro affidata. Inquesto compito si è sempre sentitosostenuto dai vari Vescovi con cuicondivideva il suo modo di aiutare i capitradizionali.Non era raro trovare nell’ufficio di padreUmberto un pastore protestante o unmusulmano; poteva essere per insegnarea fare il formaggio, come ha fatto con deimusulmani di Vekovi, oppure per parlaredel Vangelo o della Chiesa con iProtestanti. Non aveva prevenzioni connessuno e ha sempre cercato di lavorareper l’unità. Questa dimensione gli venivaanche dalla sua simpatia per il movimentodei Focolari, a cui partecipò finché la suasalute glielo premise.Era sempre disponibile per i giovani checercavano in lui una guida e un aiuto perchiarire la loro vocazione; alcuni di lorooggi sono frati, altri sacerdoti diocesani,altri religiosi. È rimasta famosa lavocazione di un chierichetto che gliportava l’occorrente per la Messa doveallora non si poteva arrivare in macchina;alla fine padre Umberto dava il cioccolatoai chierichetti per il loro servizio. Ma tantialtri si rivolgevano a lui da giovani o adulti

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Quando gli fu chiesto di venire inCamerun, accettò volentieri; da una letterache scrisse al Padre Provinciale unasettimana dopo il suo arrivo a Shisong,veniamo a sapere che nonostante tre oredi ritardo a Duala, la suora era là adattenderlo, e che il giorno dopo nelpomeriggio arrivò dal Vescovo di BamendaPaul Verdzekov dove gli fu offerta unabibita, la sera stessa poi arrivò a Shisong efu festeggiato dalle suore. Il giorno dopoera domenica 21 febbraio e ricevette unsolenne saluto da parte degli abitanti diShisong con danze e canti. Da quel giornole suore lo aiutarono a inserirsi in questoposto.Di padre Umberto ciascuno di noi potrebberaccontare un aspetto diverso.Nella vita della fraternità, in vista di unafesta o ricorrenza non mancava dipreparare un pò di limoncello e diformaggio oppure qualche piatto speciale.Non si faceva problemi a rimpiazzare ilsuperiore o un altro frate secondo ilbisogno; le sue omelie erano tra le piùapprezzate, non lunghe e che andavanodirettamente al sodo.Per lui il convento dove vivevano i frati eramolto importante, anche la casa trasmetteun messaggio sia a chi la abita sia a chi

viene accolto, ecco perché non risparmiavaenergie per prendersene cura. I nostriconventi portano i segni delle sueattenzioni e migliorie.L’amore per i fratelli trovava in lui sempreuna concretizzazione pratica.Tutti sappiamo del suo dono di rendersiconto dei bisogni degli altri.Varie volte è stato invitato a cercarel’acqua in modo da poter scavare dei pozziper conventi, collegi o missioni. Trovarel’acqua per lui non era sufficiente, eracontento solo quando l’acqua potevaarrivare vicino alle case della gente,voleva metterglierla a portata di mano!Ecco tutto il suo impegno nei variacquedotti che ha realizzato!Guardando alle condizioni degli edificiscolastici di alcune missioni, ha cercato dicreare delle buone condizioni per lo studiodei bambini, aule spaziose, luminose,pulite, etc.Per gli ammalati ha fatto un ambulatorio esi prendeva cura di situazioni difficili.Sapeva l’importanza dei momenti diincontro, ecco allora i saloni, la Samba, oChong, perché la gente abbia la possibilitàdi incontrarsi, di condividere la propria vitae le difficoltà, di celebrare insieme gliavvenimenti del villaggio.

MISSIONICamerunCamerun Padre Umberto Paris:il ricordo delsuo paese natale

Apoco meno diun anno dalla

scomparsa,l’AmministrazioneComunale e la ComunitàParrocchiale di SoltoCollina (BG) insieme aifamiliari, hanno volutoricordare P. Umberto Paris

dedicando una delle aule di catechesidell’Oratorio alla sua memoria. Con francescanasemplicità e una numerosa partecipazione il 5aprile scorso, dopo la processione delle Palme euna solenne Concelebrazione nella ChiesaParrocchiale, una targa commemorativa è stata“scoperta” e benedetta da fra Roberto Sabotto,Superiore dei Cappuccini del vicino convento diLovere insieme al Parroco don Antonio.Tutti a Solto Collina hanno un ammirato e gratoricordo di P. Umberto, loro compaesano, che hadato tutta la sua vita alla Missione, prima inEritrea ed Etiopia per 32 anni e poi altri 26 inCamerun. E proprio a testimoniare la feconditàdi questa vita tutta spesa e donata all’Africa,erano presenti fra Francis Dor, cappuccino nativodel Camerun e più precisamente di Shisong, ilvillaggio dove P. Umberto iniziò nel 1982 lanuova presenza missionaria dei Cappuccini diLombardia e fra Gianluca Lazzaroni che hacondiviso con P. Umberto gli ultimi suoi anni dimissione a Bambui. In particolare fra Francis hasinteticamente presentato le doti di umanità ela grande creatività di questo Missionario che fuministro esemplare del Vangelo e al tempostesso promotore di tante iniziative a beneficiodelle popolazioni del Nordovest del Camerun:in primis l’acqua e gli acquedotti, ma anchetanto altro nei campi dell’edilizia, dellafalegnameria, della scultura, dell’arte caseariae in quella dei liquori (specie limoncello).Veramente la vita di P. Umberto è stataall’insegna del “nulla per sé e tutto per gli altri”.La cerimonia “ufficiale” del 5 aprile ha poi avutouna “appendice” più informale e familiare il13 aprile, giorno di Pasquetta, quando sempre aSolto Collina, lo stesso fra Francis e fra Kilian delCamerun insieme a fra Serge e fra Eric dellaCosta d’Avorio hanno concelebrato una S. Messain ricordo e suffragio di P. Umberto e, dopo lavisita al cimitero, hanno potuto salutare eincontrare tutti i familiari. �

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ilCentro Emmaus è un centro diaccoglienza per malati mentali.Tali disturbi, in Camerun, vengonospesso considerati ancora come

episodi legati alla stregoneria; a volte sonocausati da un abuso di droghe; sta di fattoche spesso tali persone vengono rifiutatepersino dagli stessi familiari, lasciandoliin balia della gente che li prende ingiro o ne abusa sia sessualmente chepsicologicamente. Spesso vanno a viverenei mercati o lungo le strade più affollatedelle città in ambienti indecorosi, spessonell’immondizia, e vengono presi in giro etrattati male.Il Centro Emmaus è nato per rispondere aquesta urgente esigenza e può accoglierefino a 40 malati: 20 uomini e 20 donne.Il nostro obiettivo principale è quello di

istaurare con loro delle relazioniamichevoli; infatti la scelta di entrare nelcentro è lasciata alla loro spontaneadecisione. Una volta entrati imparanoprima di tutto ad avere dei vestiti (spessogirano seminudi nelle strade), a curarequotidianamente l’igiene personale, adaver cura e a tener pulito il proprio

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e trovavano in lui la guida sicura e iconsigli concreti per il loro camminovocazionale.Di ognuno sapeva scoprire e valorizzare idoni, e tante persone devono a lui sehanno migliorato la loro capacità di lavoro,allo stesso tempo a loro volta arricchivanol’esperienza di padre Umberto. Oggiabbiamo bisogno di essere gli uni per glialtri persone che sanno apprezzare i donialtrui e persone che sanno di potercontare sulla stima degli altri. Dio ha datotanti doni alle comunità cristiane, a volteperò non sono valorizzati. Guardareall’esperienza di padre Umberto potrebbeessere di grande aiuto per affrontare ledifficoltà che non mancano mai nella vitadelle giovani comunità.Se tante persone ponevano fiducia in luiera perchè sapevano che tutto quello chefaceva era per gli altri e non per lui stesso.Egli voleva che chi lavorava con luicondividesse questo, mettere il benecomune davanti al proprio interesse.Per concludere, rimane un aspetto a cuiforse possiamo affacciarci solo sulla porta:il rapporto di padre Umberto con ilSignore. Certo vedendolo seduto nellacappella intento alla sua preghiera, la suaattenzione nella celebrazionedell’Eucarestia, il suo desiderio di meditaredi fronte al santo Sacramento ci vienespontaneo pensare alla grande fiducia chepadre Umberto metteva nel Signore. Eccochi lo ha sostenuto per tutta la sua vita,ecco da dove gli veniva la forza per faretutto quello che ha fatto.Pochi giorni prima di morire mi disse: “Iosto solo aspettando il Signore, sono prontoa partire, appena mi chiamerà”.Il giovane Umberto che rispondeva allasua vocazione missionaria, che rispondevaalla chiamata per il Camerun è ancora lo

stesso Umberto pronto a partire appena ilSignore lo chiama. Come Abramo, comeMosé, il suo cuore era ancora giovane. Lasua disponibilità a seguire il Signore aiutianche noi ad essere più attenti alla suavoce e più disponibili alla sua chiamata.Padre Umberto non si è mai tirato indietroe ora lo pensiamo insieme al Signore doveavrà ritrovato anche i suoi compagnimissionari come lui, i suoi genitori, e tantepersone che lui ha aiutato nella sua vita.Noi frati del Camerun avremmo volutovederlo nel momento in cui il Signore lochiamava a sé, eravamo come i discepoliche seguivano Elia e eravamo pronti comeEliseo a chiedere parte del suo spirito.Fra Francesco, un frate del villaggio diShisong, è rimasto fino all’ultimo conpadre Umberto. Chiediamo al Signore chela vita di padre Umberto sia fonte diispirazione e imitazione per i frati delCamerun con cui ha condiviso un terzodella sua vita. Lui è stato il piccolo semeda cui è cresciuto un grande albero. �

MISSIONICamerunCamerun

Non sono m̋atti˝hanno solobisogno d,amoreIl Centro Emmausper malati mentali

a Bamenda

I frati hanno realizzato il Centro Emmaus per aiutare i numerosimalati mentali della città di Bamenda. Queste persone che spessosono abbandonate dalla famiglia e vengono rifiutati dalla societàche li considera vittime di stregonerie, trovano presso la strutturapersone che li accolgono, li seguono, li fanno sentire importanti

e li aiutano a tornare alla normalità.

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ambiente a fare alcuni piccoli lavorimanuali: insomma vengono indirizzati allavita normale.Fondamento del trattamento psicologicoè quello di farli sentire amati ed accettatie pian piano integrati nella vita di tutti;ecco perché sono liberi di entrare ed uscirecosì da non sentirsi incatenati comesuccede nei centri psichiatrici. Tuttavia èfornita anche una valida assistenza medicae la riabilitazione. I disturbi mentalivariano molto da caso a caso, per questonon c’è un periodo massimo di residenzapresso il Centro: i degenti torneranno alleloro famiglie o nella società quando saràpiù opportuno per ciascuno di loro.In questa difficile opera noi frati non siamoda soli, ma ci serviamo dell’ausilio di moltivolontari e del supporto materiale emorale della comunità cattolica.Lo spirito che anima il centro è quello ditrasformare esseri umani che sono staticlassificati “buoni a nulla” in personeche hanno la possibilità di essere“buoni a fare qualcosa”!Il Centro è nato da poco, ma leggereesperienze come quelle di Alfred oCharles, ci dà la forza di andare avantinella convinzione che la speranza puòancora esistere e che stiamo facendo unabella cosa.

Alfredo detto “Fredo”Quando Alfredo è entratonel Centro dalla società eraconsiderato un “matto”,ora il suo sorriso (dellasua espressione) sta adimostrare come un caso,

apparentemente liquidato come senzasperanza, possa invece avere un destinopiù felice. Riacquistato il suo equilibriomentale ha cominciato a dedicarsi ai più

disparati lavori, ha acquistato le sue coseed oggi, dopo aver lasciato il Centro unanno fa, lavora come agente di sicurezzain un istituto di credito di Bamenda.

Ngu Charles detto “Daddy Bob”Bob era una figuraabbastanza nota aBamenda, conosciuto datutti perchè girava nudo econ un aspetto daselvaggio: girava senza

scarpe e si ricopriva di cenere; si nutrivacercando qualcosa negli scarichidell’immondizia dove accendeva anche ilfuoco per avere un po’ di caldo e duranteil periodo delle piogge viveva sotto iportici della principale strada commercialedi Bamenda. Si faceva amico solo di chi glidava dei soldi che utilizzavaesclusivamente per le sigarette; nonaccettava cibo da nessuno ma si nutriva dianimali morti o degli scarti dei ristoranti.Me lo ricordo così da quando ero studente;il Bob di oggi sembra un miracolo e tantepersone faticano a riconoscerlo dopo ilcambiamento avvenuto presso il Centro.Ora ha cura di sé, del suo ambiente ed èin grado, persino, di sostenere unaconversazione.Bob è nato nel 1963, terzo di una famigliadi nove fratelli. Poco si sa della suafamiglia se non che sua madre si trovanegli Stati Uniti. Ha frequentato le scuoleprimarie, ma poi le notizie certe siperdono; si racconta che abbia lavoratocome meccanico e che abbia ancheposseduto un taxi sul quale era scritto“bob” da cui il suo soprannome. Non si sabene come si sia sviluppato il suo disturbo,sta di fatto che ora Bob, grazie al CentroEmmaus, è ritornato una personadignitosa. �

MISSIONICamerunCamerun

Un anno riccodi novellisacerdoti

Tre nuove ordinazioni sacerdotaliin Camerun nel 2009

Grande gioia in Camerun nel 2009: quest’anno in apriletre nuovi fratelli sono diventati sacerdoti: fra Kenneth Ayeni Kinyuy,fra John Kpushavla Maindze e fra Felix Afoni Lukong.

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sua Enciclica, i giovani hanno orrore dellafalsità e dell’ipocrisia e vienecostantemente chiesto: tu stesso credi inciò che ci dici? La tua vita è in armonia conciò che predichi? Più ancora che nelpassato la nostra testimonianza di vita èdiventata presupposto essenziale perché ilnostro predicare alla gente e la nostrapreghiera abbiano davvero un valoreprofondo. L’annuncio del Vangelo dipende

davvero da come noi, prima di tutto, lomettiamo in pratica e lo viviamoquotidianamente. Ed io sono davveroprofondamente felice della miaOrdinazione sacerdotale quale membrodella Chiesa Cattolica, ma soprattuttocome membro dell’Ordine dei Frati MinoriCappuccini. Dal momento della miaOrdinazione ho sempre riflettuto sui valoriche un sacerdote cappuccino deve avere,valori vicini a quelli di Cristo e vissuti nelmodo insegnatoci dal nostro PadreFrancesco: semplicità di vita, preghieracostante, povertà, carità nei confronti deipoveri, umiltà ed obbedienza e rinuncia.Il mio grande desiderio e la mia preghierasono quelli di vivere la mia vocazionesecondo questi ideali profondi così comeho promesso a Dio e desidero prendereesempio dalla vita di grandi figurecappuccine come il Beato Innocenzo daBerzo, San Leopoldo Mandic e San Pio diPietrelcina”. �

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Fra KENNETH AYENI KINYUYNato il 7 maggio1978 a Kingomen hafrequentato le Scuole primarie e leSuperiori a Kumbo. Dopo il Postulandato aShisong e un anno di noviziato ha fatto aSop la sua professione. Dopo un anno dipostnoviziato a Bambui sono seguiti treanni a Ouidah nel Benin per gli studi difilosofia e francescanesimo e poi il ritornoin Camerun, nel Seminario di Bambui, pergli studi di teologia. Diacono nel 2008 èstato ordinato sacerdote il 16 aprile 2009nella solenne celebrazione nellaCattedrale di Kumbo presieduta da Mons.George Nkuo, Vescovo della Diocesiomonima. Attualmente frequenta il quartoanno di teologia; dice: “Ringrazio Dio chemi ha sempre fatto incontrare le personegiuste per seguire i propositi della miavita, ciò è una prova che Lui mi è sempreaccanto e mi guarda perché io esaudisca iSuoi desideri”.

Fra JOHN KPUSHAVLA MAINDZEFiglio di una numerosa famiglia è nato il20 luglio 1978 e battezzato a Ekondo Titi.Ha frequentato le scuole primarie e leSuperiori. È stato postulante cappuccinonel 1999-2000 e ha fatto la sua primaprofessione nel 2001; il postnoviziato aBambui e gli studi di filosofia efrancescanesimo per tre anni nel Benin.Di nuovo a Bambui ha proseguito gli studidi teologia ed è stato ordinato Diacono nel2008. Anche lui è diventato sacerdote aKumbo il 16 aprile 2009. “La meraviglia el’amore di Dio sono stati davvero grandinella mia vita e io voglio rendergli lodecon le parole del Salmo 115: “Non a noi,o Eterno, non a noi, ma al tuo nome da´gloria, per la tua benignità e per la tuafedeltà!”

Fra FELIX AFONI LUKONGNato il 9 aprile1979 a Shisong, quarto disette fratelli, dopo aver frequentato lescuole dell’obbligo e le Superiori è entratonell’Ordine dei Frati Cappuccini e ha fattola sua Professione nel 2001. Sono seguitidiversi anni di studio: un anno dipostnoviziato a Bambui, tre anni difilosofia e francescanesimo a Ouidah nelBenin e di nuovo in Camerun per gli studidi teologia a Bambui. Dopo l’Ordiazionediaconale del 2008 è diventato sacerdoteinsieme ai suoi due confratelli il 16 aprile.Durante gli anni di formazione ha svoltonumerose mansioni da sacrista adinsegnante di canto; si è appassionato alleSacre Scritture e si è impegnato in attivitàdi svago come la musica e il calcio.Fra Felix ha voluto raccontarci la suaesperienza: “Oggi la vocazione sacerdotaledeve essere, a mio avviso, caratterizzatapiù che mai dai valori della sincerità edell’onestà. Come scriveva Paolo VI in una

MISSIONICamerunCamerun

Fra DERICK AJENDEÈ nato il 18 marzo 1978a Teze nella Diocesi diBamenda. Hafrequentato le Scuoleprimarie e le Secondariepresso St. Bede’s CollegeAshing-Kom. Nel 1999è entrato comepostulante nell’Ordinedei Cappuccini aShisong; è seguito ilnoviziato finoall’emissione dei primivoti nel 2002.È seguito un anno inBambui e tre anni distudi filosofici in Beninnell’Istituto NostraSignora di Loreto aOuidah. Dal 2006 ha

intrapreso la suaformazione teologica nelSeminario di Bambui.Il calcio è la suapassione oltre ai lavorimanuali e di meccanica.

Fra JULIUS LENDZEMONato il 5 novembre 1976ha intrapreso la carrierascolastica terminata nel1998. Dopo un anno diprofonde riflessioni incui si è interrogato suciò che Dio voleva da lui,è entrato comepostulante dei FratiCappuccini a Shisong.Dopo il noviziato e i suoiprimi voti hafrequentato l’anno di

post-noviziato aBambui. Per tre anni siè trasferito in Benin pergli studi filosofici e inseguito è tornato alSeminario di Bambuidove sono in corso i suoistudi di Teologia. È ungrande amante deglisport, delle attività diricreazione e dei lavorimanuali.

Fra YANOU THIERRYÈ nato a Bertoua il 14dicembre 1978 dove haintrapreso anche laformazione scolastica edha frequentato il liceolocale. Nel 1999 èentrato come postulante

dei Cappuccini aShisong. La suaformazione è seguitacon la primaprofessione, il postnoviziato a Bambui e treanni di studi filosofici inBenin. Anche lui stacompiendo i suoi studidi Teologia nelSeminario di Bambui.Ama moltissimo il calcioe il basket ed èparticolarmenteinteressato a formed’arte come il teatro e ladanza tradizionale.

Fra AUTHOR NGAHABANFEGHAÈ nato l’8 febbraio 1980

a Tobin; dopo avercompiuto la carrierascolastica tradizionaleè stato ammesso comepostulante a Shisong.Sono seguiti due anniformativi, un anno dinoviziato e laProfessione semplicenel 2002. Dopo averfrequentato il post

noviziato a Bambuiha compiuto tre annidi Filosofia nello Statodel Benin. Attualmentesta portando avanti isuoi studi di Teologiapresso il Seminario diBambui. Appassionatodi calcio, ama ancheil teatro e l’attivitàricreativa. �

Quattro nuovi Diaconi ordinati il 29 giugno

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TACCUINOTACCUINO

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