Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Art. 12, par. 2 del Reg. CE 1182/2007 del...
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 1
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali Dipartimento delle politiche europee ed internazionali
OCM ‐ ORTOFRUTTA
STRATEGIA NAZIONALE ANNO 2008
Documento elaborato ai sensi degli
Art. 12, par. 2 del Reg. CE 1182/2007 del Consiglio
Art. 57, art. 58 e art. 60 Reg. CE 1580/2007 della Commissione
‐ Testo approvato dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato,
le Regioni e province autonome di TN e BZ in data 20 marzo 2008‐
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 2
Indice
1 Premessa.....................................................................................................................................3 2 Il processo di elaborazione della strategia nazionale ..........................................................5 2.1 La complementarietà e la coerenza ................................................................................7 2.2 ‐ La compatibilità delle linee strategiche con le azioni eleggibili...............................9
3 La strategia nazionale: durata e struttura...........................................................................13 4 Metodologia operativa ...........................................................................................................13 4.1 Criteri di indirizzo ..........................................................................................................15 4.2 Istituzione del Tavolo tecnico permanente (TTP) ......................................................15
5 Analisi del settore ortofrutticolo..........................................................................................16 5.1 La strategia nazionale: il quadro di riferimento .........................................................16
6 Gli obiettivi specifici dei programmi operativi ..................................................................19 6.1 Le priorità.........................................................................................................................21
7 I Programmi Operativi ..........................................................................................................22 7.1 ‐ Le azioni e le indicazioni strategiche per gli interventi .........................................25
8 Indicatori di equilibrio............................................................................................................31 9 Indicatori di rendimento ........................................................................................................32 10 Valutazione dei programmi operativi..............................................................................32 11 Il documento della “Strategia nazionale”:metodo di lavoro ........................................32 12 Allegati..................................................................................................................................33
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1 Premessa Gli Stati membri dell’U.E. sono chiamati ad elaborare una strategia nazionale in materia di programmi operativi sostenibili sul mercato ortofrutticolo, ai sensi dell’art. 12 del Regolamento (CE) n. 1182/07 e dell’art. 57 del Regolamento (CE) n. 1580/07. Il documento finale della Strategia nazionale deve essere redatto secondo le indicazioni contenute nell’allegato VII del Reg. 1580/07. In deroga a questa disposizione, per l’anno 2008, gli Stati membri hanno facoltà di definire “la struttura e il contenuto generale della strategia, che può comprendere elementi regionali.”
In ogni caso, resta vigente l’obbligo di redigere la strategia nazionale, compresa la disciplina ambientale – prevista allʹarticolo 12, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1182/2007‐ prima della presentazione, in un dato anno, dei progetti di programmi operativi. La Strategia nazionale consta di 5 macro‐capitoli:
1. Durata della strategia nazionale: deve essere indicata dallo Stato membro.
2. Analisi della situazione in termini di punti di forza e di debolezza, potenzialità di sviluppo, strategia scelta in funzione di tali caratteristiche e giustificazione delle priorità selezionate.
3. Obiettivi e strumenti dei programmi operativi, indicatori di rendimento 4. Designazione delle autorità competenti e degli organismi responsabili
Designazione da parte dello Stato membro dellʹautorità nazionale incaricata della gestione, della sorveglianza e della valutazione della strategia nazionale.
5. Descrizione dei sistemi di sorveglianza e valutazione
Questi devono basarsi sugli indicatori comuni di rendimento elencati nellʹallegato XIV.
La Strategia nazionale può essere modificata negli anni, sulla base dei risultati del monitoraggio e della valutazione: in questo caso, tali modifiche devono essere sempre apportate entro un lasso di tempo sufficientemente congruo prima della presentazione delle proposte di Programmi operativi di un dato anno. Gli Stati membri sono chiamati, inoltre, a fissare le percentuali massime delle risorse che possono essere spese per ogni singola azione in modo da garantire un adeguato equilibrio tra le diverse azioni. E’ stata verificata e confermata la necessità che la Strategia nazionale – compresa la “Disciplina ambientale” – verifichi e dimostri la “complementarità e coerenza delle azioni selezionate, tra loro e con altri interventi nazionali/regionali, in particolare con le attività sovvenzionate dai fondi comunitari e più precisamente con le misure di sviluppo rurale”1
1 Previsioni contenute sia negli artt. 9 e 12 del Regolamento (CE) n. 1182/07, sia nell’allegato VII del Regolamento (CE) n. 1580/07.
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Ciò premesso, il presente documento, comprendente anche la Disciplina ambientale, avvalendosi della deroga per l’anno 2008, è stato strutturato coerentemente con le successive considerazioni:
1. l’applicazione della riforma dell’OCM‐ortofrutta coincide con il varo anche dei Piani di Sviluppo Rurali, in relazione ai quali occorre cercare la complementarità e coerenza delle azioni selezionate all’interno dell’OCM. E’ inderogabile l’esigenza di provvedere anche alla preventiva demarcazione delle azioni potenzialmente sovrapponibili delle due politiche di sostegno;
2. esiste la necessità di elaborare questa Strategia nazionale per il 2008 con la necessaria tempestività per mettere in grado le O.P. ‐ che volessero usufruire della possibilità di gestire la nuova disciplina della Prevenzione e gestione delle crisi ‐ di poter adeguare in modo congruo i propri programmi operativi;
3. E’ parimenti pressante la necessità di adottare una adeguata impostazione di una Strategia nazionale condivisa nella sua struttura portante: il fine è redigere un documento idoneo a consentire una rapida programmazione dei Programmi Operativi entro il prossimo 15 settembre.
Questo documento, pertanto, avrà una struttura rispondente ai seguenti obiettivi:
4. Analizzare la coerenza e la complementarietà degli obiettivi assunti con gli orientamenti dell’UE;
5. Proporre i possibili criteri di demarcazione delle differenti azioni, qualora non siano già previsti ed esplicitati nei Piani di Sviluppo Rurale delle Regioni;
6. Presentare l’analisi settoriale con riguardo agli aspetti di mercato nonché indicare, mediante l’analisi SWOT, le aree di criticità e il potenziale di sviluppo del sistema organizzato dei produttori;
7. Indicare le linee strategiche e i conseguenti obiettivi generali, compatibili con l’analisi settoriale svolta
8. Proporre il progetto di Disciplina ambientale, per ottemperare alla prescrizione di cui all’art. del Regolamento (CE) n. 1182/072;
9. Definire le indicazioni operative – mediante D.M. – sulle misure di prevenzione e gestione delle crisi;
10. Indicare un criterio di ripartizione delle risorse tra le varie azioni. 11. Adottare le nuove indicazioni operative ‐ mediante D.M. – per il riconoscimento
e l’operatività delle Organizzazioni di Produttori. 12. Individuare una struttura operativa che attui le idonee procedure per effettuare
la “gestione, la sorveglianza e la valutazione della strategia nazionale.”
2 Più precisamente: Art. 9, par. 3, Art. 12, par. 1 e 2 del Reg. CE 1182/2007; Art. 57, art. 58 e art. 60 Reg. CE 1580/2007
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2 Il processo di elaborazione della strategia nazionale Il compito di elaborazione di una strategia nazionale per il settore ortofrutticolo discende dal nuovo approccio che l’Unione ha adottato in materia di programmazione delle politiche di intervento per lo sviluppo rurale dei Paesi membri. Dal processo di riforma dei fondi strutturali, avviato nel 2005, è derivato un nuovo approccio strategico, volto essenzialmente a risolvere incongruenze di obiettivi e a perseguire politiche e misure maggiormente integrate e complementari. La principale differenza rispetto al passato è coglibile nel diverso “metodo di concertazione” che vede l’Unione Europea impegnata nella definizione degli indirizzi strategici e i Paesi membri (con le loro strutture nazionali e regionali), impegnati nella definizione degli interventi di maggior dettaglio, coerenti con le specificità territoriali.. Questa nuova impostazione prevede il rispetto di quattro principi basilari:
1. definizione di un numero limitato di obiettivi prioritari, che, per il periodo 2007‐2013, coincidono con gli Assi dello Sviluppo rurale (competitività del settore agricolo e forestale; gestione del territorio; diversificazione dell’economia rurale e qualità della vita nelle zone rurali);
2. adozione del nuovo sistema di programmazione in base al quale l’elaborazione della strategia avviene: - a livello comunitario con gli Orientamenti Comunitari (approvati dal
Consiglio); - a livello nazionale (attraverso il Piano Strategico Nazionale ‐ PSN); - a livello regionale (attraverso il programma di sviluppo rurale ‐ PSR).
3. marcata distinzione dei rispettivi ruoli tra la Commissione e Stati membri, nel senso che: - la Commissione interviene maggiormente nella definizione della strategia
generale fissando i principali obiettivi strategici, il bilanciamento tra essi e la gestione di un sistema di monitoraggio e valutazione degli obiettivi raggiunti;
- gli Stati membri hanno maggiore flessibilità nel dosare il peso degli assi strategici, nel definire le linee di intervento e le modalità attuative attraverso il Piano Strategico Nazionale (PSN), nel modulare più liberamente il peso finanziario delle misure all’interno degli assi prioritari e, infine, nello scegliere come applicare le misure di intervento.
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4. il rafforzamento degli strumenti di monitoraggio e valutazione annuale dei progressi dei programmi di sviluppo rurale. Tale rafforzamento è ovviamente la contromisura presa a garanzia della maggiore flessibilità accordata nella fase di definizione e gestione operativa delle misure di intervento.
Gli elementi fondanti di questo approccio strategico sono riconducibili ai seguenti:
1. la regionalizzazione delle strategie, allo scopo di elaborare politiche molto prossimali al territorio di riferimento, da cui far discendere azioni e misure calibrate sulle potenzialità e sulle criticità delle diverse aree interessate;
2. l’ integrazione degli interventi finanziabili a titolo del FEARS e di altri Fondi (comunitari, ma anche nazionali). Questa integrazione deve esprimersi attraverso:
- una linea di coerenza con gli obiettivi e le scelte strategiche effettuate a livello delle aree individuate;
- una linea di complementarietà tra i vari fondi; ciò al fine di evitare duplicazioni, sovrapposizioni ma soprattutto al fine di focalizzare le risorse su obiettivi prioritari;
- una preventiva azione di demarcazione delle azioni e delle misure, con la specifica indicazione delle possibili aree di sovrapposizione e delle procedure individuate per ovviarvi.
Queste innovazioni sono state introdotte con il Regolamento (CE) n. 1698/05 che, di fatto,:
• formalizza il sistema di programmazione (Orientamenti strategici comunitari, Piano strategico nazionale (PSN), Piani di sviluppo regionali (PSR), richiamando le soluzioni strategiche stabilite: territorializzazione e integrazione degli interventi;
• richiede la ripartizione delle risorse per i quattro Assi indicati nel Regolamento;
• richiede i criteri di demarcazione e complementarietà con gli interventi finanziati dai fondi strutturali;
• introduce nuove procedure di monitoraggio e valutazione.
Nel dibattito successivo all’emanazione del Regolamento (CE) n. 1698/2005, che ha portato alla definizione dei PSR regionali, erano emerse due livelli di criticità:
1. la preoccupazione che l’introduzione di altri due livelli di decisioni precedentemente non esistenti (ovvero le Linee strategiche comunitarie e il Piano strategico nazionale) avrebbe reso più complesso l’iter della programmazione con il rischio che il Piano strategico nazionale avrebbe potuto apportare limiti alla
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programmazione regionale per lo sviluppo rurale. Dal suddetto dibattito derivò la convergenza degli attori politici sulla funzione del PSN quale documento di sintesi degli obiettivi e delle strategie proposte dalle singole Regioni, evitando il rischio che l’accentramento a livello ministeriale della programmazione delle azioni e misure di sviluppo rurale producesse incoerenze e/o inadeguatezze programmatiche a livello territoriale.
2. le possibili sovrapposizioni degli interventi delle O.C.M. con quelli del PSR, con il rischio di duplicazioni e sovrapposizioni di interventi, gestiti con obiettivi e procedure diverse. Alcune Organizzazioni Comuni di Mercato (O.C.M.) consentono politiche di sostegno ad interventi strutturali, con linee finanziarie e assetti programmatici distinti rispetto ai PSR o ad altre misure di intervento. E’ facilmente prevedibile l’instaurarsi di confusione anche per le aziende agricole, in molti casi coincidenti, che si troverebbero di fronte a regole ed interlocutori diversi a seconda del tipo di investimento per cui richiedono il sostegno.
2.1 La complementarietà e la coerenza L’importanza che l’U.E. attribuisce al mondo rurale nell’ambito delle politiche di sviluppo delle Aree europee è confermata ‐ nella programmazione 2007‐2013‐ dalla previsione di interventi sostenuti anche dagli altri fondi comunitari. Infatti, il regolamento del FESR prevede disposizioni relative alle specificità territoriali, ma richiede l’esistenza e il rispetto del principio di complementarietà e coerenza tra azioni finanziate dal FESR e quelle finanziate dal FEASR. Oltre a ciò, tutti i programmi devono stabilire una chiara demarcazione delle competenze tra i due Fondi; ma anche all’interno dello stesso Fondo, i diversi Programmi operativi devono indicare nettamente:
- l’esistenza di possibili sovrapposizioni tra diversi interventi; - i modi e le previsioni normative atte a “distinguere” e a tenere separate
le gestioni nonché i beneficiari delle azioni e delle misure avviate. L’U.E. richiede infatti una definizione preventiva delle competenze di intervento, nel rispetto dei principi di coerenza e complementarietà, implementabili con una demarcazione che sia effettiva, operativa e controllabile.
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L‘attività di demarcazione degli interventi non costituisce un semplice atto burocratico ma l’espressione di una precisa politica di gestione delle risorse disponibili, che eviti di innescare, nelle successive fasi di verifica e di controllo, contestazioni perniciose sia sotto l’aspetto finanziario che produttivo.
La presente Strategia Nazionale per il settore ortofrutticolo analizza e riscontra:
a. i necessari profili di coerenza tra gli obiettivi del PSN e dei PSR con gli obiettivi dell’OCM;
b. i requisiti di complementarietà tra le azioni e le misure attivabili; c. ad indicare il metodo adottabile a livello territoriale per giungere alle
demarcazioni necessarie per evitare coincidenze e sovrapposizioni delle misure e dei beneficiari.
E’ necessario rimarcare il ruolo e le funzioni assegnate al PSN:
d. assicurare la coerenza di tipo verticale tra orientamenti comunitari e PSR regionali nonché la coerenza orizzontale tra i diversi PSR regionali;
e. indicazione delle linee generali di raccordo tra lo sviluppo rurale con la PAC e le politiche di coesione;
f. predisposizione del quadro finanziario comune entro cui si collocano tutte le misure e le azioni, assicurando la flessibilità finanziaria necessaria per salvaguardare l’efficienza del sistema nazionale;
g. indicazione degli orientamenti generali per l’applicazione delle politiche di sviluppo rurale in stretta concertazione con le Regioni e le Province Autonome e con la consultazione delle parti economiche e sociali.
Si richiamano gli assi principali del PSN, così come stabiliti dal Regolamento (CE) n. 1698/2005, al fine di delineare il quadro entro cui elaborare i successivi documenti.
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Prospetto 1 – Gli assi prioritari e obiettivi prioritari per asse del PSN 2007‐2013. ASSI PRIORITARI
OBIETTIVI PRIORITARI DI BASE
Promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese e dell'integrazione delle filiere
Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale
Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche
ASSE I - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al
settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale
Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale
Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde
Riduzione dei gas serra
ASSE II – Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
Tutela del territorio
Miglioramento dell'attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione ASSE III - Qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale
Mantenimento e/o creazione di opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali
Rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale ASSE IV - LEADER Valorizzazione delle risorse endogene dei territori
2.2 ‐ La compatibilità delle linee strategiche con le azioni eleggibili Le linee strategiche di riferimento per i programmi operativi saranno coerenti e correlate a due dei quattro Assi prioritari del PSN. Esse sono state individuate nelle seguenti :
a) innalzamento e/o consolidamento del grado di competitività e redditività delle aziende
b) orientamento delle aziende al mercato con politiche di innovazione di prodotto e di mercato
c) perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della filiera
d) adeguamento e rafforzamento del sistema di produzione eco‐compatibile (dimensione ambientale)
Il prospetto seguente offre il quadro di raccordo degli obiettivi.
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Prospetto 2 – Prospetto di raccordo e di coerenza degli obiettivi della OCM con il PSN
ASSI PRIORITARI
OBIETTIVI PRIORITARI DI BASE (P.S.N.)
Linee strategiche dei Programmi del PSN
Art. 9 Reg. Ce 1182/07 : Obiettivi (Azioni)
Promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese e dell'integrazione delle filiere
innalzamento e/o consolidamento del grado di competitività e di redditività delle aziende
Azione a) pianificazione della produzione
Azione f)
Gestione delle crisi
Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola
orientamento delle aziende al mercato con politiche di innovazione di prodotto e di mercato
Azione b) miglioramento della qualità dei
prodotti
Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche
perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della filiera
Azione c)
incremento del valore commerciale dei prodotti
ASSE I - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e sostegno del ricambio generazionale
Azione d)
promozione dei prodotti, freschi o trasformati
Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde Riduzione dei gas serra
ASSE II – Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
Tutela del territorio
adeguamento e rafforzamento del sistema di produzione eco-compatibile (dimensione ambientale)
Azione e)
misure ambientali e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente,
inclusa l’agricoltura biologica
L’art. 9 del Reg. Ce 1182/07 indica gli obiettivi che saranno perseguiti mediante la realizzazione delle Azioni dei Programmi Operativi:
a) pianificazione della produzione;
b) miglioramento della qualità dei prodotti;
c) incremento del valore commerciale dei prodotti;
d) promozione dei prodotti, freschi o trasformati;
e) misure ambientali e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, inclusa l’agricoltura biologica;
f) prevenzione e gestione delle crisi.
A queste azioni occorre aggiungere ‐ depauperandole di quelle componenti già comprese nelle predette – quegli obiettivi indicati all’ Art. 3, par. 1, lett c) – Reg. Ce 1182/2007:
i) assicurare la programmazione della produzione e l’adeguamento della stessa alla domanda, specie in termini qualitativi e quantitativi; ii) effettuare la concentrazione dell’offerta e l’immissione sul mercato della produzione degli aderenti; iii) ottimizzare i costi di produzione e stabilizzare i prezzi alla produzione.
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Ciò per la previsione normativa secondo cui i Programmi Operativi delle O.P. devono prevedere almeno due degli obiettivi (Azioni) di cui all’art. 9, par. 1 del Regolamento (CE) n. 1182/07; oppure due o più degli obiettivi(azioni) indicati all’ Art. 3, par. 1, lett c) – Reg. Ce 1182/2007. Palesemente, gli obiettivi suddetti hanno un carattere trasversale, potendosi correlare in modo orizzontale con le Linee strategiche secondo lo schema seguente: Prospetto 3‐ Declinazione degli obiettivi del Regolamento (CE) n. 1182/07 con le Linee strategiche del PSN
Linee strategiche dei Programmi di cui
al PSN
Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
obiettivi- Azioni
Art.3, Par. 1, Lett. C) Reg. Ce 1182/07 :
a) innalzamento e/o consolidamento del grado di competitività e di redditività delle aziende
Pianificazione della produzione Gestione del riconoscimento: potenziamento delle O.P. Prevenzione e gestione delle crisi
i) assicurare la pro‐ grammazione della pro duzione in termini quantitativi; iii) ottimizzare i costi di produzione e stabilizzare i prezzi alla produzione
b) orientamento delle aziende al mercato con politiche di innovazione di prodotto e di mercato
Miglioramento della qualità dei prodotti
i) assicurare l’adeguamento della produzione alla domanda, in termini qualitativi
c) perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della filiera
Incremento del valore commerciale dei prodotti
ii) effettuare la concentrazione dell’offerta e l’immissione sul mercato della produzione
Promozione dei prodotti, freschi o trasformati
d) adeguamento e rafforzamento del sistema di produzione eco-compatibile (dimensione ambientale)
Misure ambientali e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, inclusa l’agricoltura biologica
Accanto alle azioni fin qui identificate, si collocano, inoltre,:
Ricerca e produzione sperimentale (inseribili nei Programmi Operativi del 2009)
Attività di formazione (non legate alla prevenzione e alla gestione delle crisi e azioni intese a promuovere il ricorso a servizi di consulenza; inseribili nei Programmi Operativi del 2009)
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L’elenco coordinato di tutte le azioni, secondo la specifica previsione dei Regolamenti 1182/07 e 1580/07, è cosi prospettato : Prospetto 4‐ Elenco delle azioni proposte
Azioni Riferimento normativo
1. pianificazione della produzione; Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
2. effettuare la concentrazione dell’offerta Art.3, Par. 1, Lett. C) Reg. Ce 1182/07 :
3. miglioramento della qualità dei prodotti; Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
4. incremento del valore commerciale dei prodotti; Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
5. ottimizzare i costi di produzione Art.3, Par. 1, Lett. C) Reg. Ce 1182/07 :
6. stabilizzare i prezzi alla produzione Art.3, Par. 1, Lett. C) Reg. Ce 1182/07 :
7. Promozione dei prodotti, freschi o trasformati; Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
8. Misure ambientali e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, inclusa l’agricoltura biologica;
Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
9. Prevenzione e gestione delle crisi; Art. 9 Reg. Ce 1182/07 :
10. Ricerca e produzione sperimentale Art. 9 Reg. Ce 1182/07 : allegato VII
11. Attività di formazione Art. 9 Reg. Ce 1182/07 : allegato VII
Le misure ambientali e metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, inclusa l’agricoltura biologica sono incluse nel progetto di “Disciplina ambientale”, la quale, pur integrata nella strategia generale, segue un suo autonomo percorso di elaborazione e approvazione. La prevenzione e la gestione delle crisi, attività innovativa attribuita alle O.P. dal Regolamento (CE) n. 1182/07, è regolamentata con specifico Decreto Ministeriale.
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3 La strategia nazionale: durata e struttura La durata del presente documento di programmazione è temporanea, relativa alle attività svolgibili dalle Organizzazioni di Produttori per il 2008. I seguenti documenti costituiscono parte integrante della Strategia nazionale:
a) Progetto di “Disciplina ambientale” b) D.M. sulla prevenzione e gestione delle crisi c) D.M. sulle procedure di riconoscimento delle O.P.
L’attuale struttura – come concede la stessa normativa comunitaria ‐ è parzialmente incompleta, rispetto alle previsioni dell’Allegato VII del Regolamento (CE) n. 1580/07 stante la necessità di dotare di uno strumento di programmazione di base, adeguata alle nuove indicazioni dei Regolamento (CE) n. 1182/07 e 1580/07, per quelle O.P. che intendono usufruire dell’azione di Prevenzione e gestione delle crisi le quali, per procedere, devono adeguare i loro programmi operativi alla nuova impostazione e alle nuove finalità. Entro il mese di Luglio 2008 si procederà alla elaborazione del documento di Strategia nazionale per il 2009, secondo l’allegato VII. Ogni anno, secondo quanto previsto dai Regolamenti CE, nell’ambito del Tavolo tecnico permanente, operativo presso il Mipaaf, la Strategia nazionale potrà essere modificata.
4 Metodologia operativa 1. Le azioni e gli interventi proposti nella Strategia nazionale costituiscono la base di
riferimento per la predisposizione dei Programmi Operativi. 2. La presente Strategia Nazionale, relativamente alle azioni eventualmente
sovrapponibili con quelle dei P.S.R., rimanda alle scelte di demarcazione vigenti attuate dalle Regioni di riferimento.
3. Le Regioni verificano le azioni e gli interventi proposti nella Strategia nazionale, individuando quelle potenzialmente sovrapponibili con le azioni e gli interventi previsti nei P.S.R., accertando al contempo gli elementi di complementarietà.
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4. Le Regioni hanno la facoltà di : • indicare eventuali criteri specifici, coerenti, nella ripartizione delle risorse,
con la Strategia nazionale; • specificare le priorità delle azioni e degli interventi
5. Qualora le Regioni prevedono di finanziare azioni non comprese nei P.S.R. può
autorizzarle nell’ambito dei programmi operativi, fermo restando la loro coerenza con l’impianto normativo di riferimento.
6. Criterio di competenza e di appartenenza delle O.P. multiregionali. Le O.P. con soci dislocati in differenti Regioni adottano i seguenti criteri operativi: a) Per la spesa per beni materiali, immateriali e servizi vigono i criteri della
“territorialità”, ovvero della Regione in cui: • ha sede legale ed operativa l’Organizzazione di Produttori di riferimento; • avviene fisicamente l’investimento da parte dell’Organizzazione di
Produttori; • risulta iscritta negli Elenchi regionali l’Organizzazione di Produttori; • ha sede legale e operativa l’azienda di produzione, socia della O.P.
b) Per le Misure agro‐ambientali: ogni azienda si deve adeguare alla prescrizioni e alle misure vigenti nella propria Regione di appartenenza; i benefici maturati vengono pagati dalla O.P. secondo i parametri della Regione ove ha sede l’azienda di produzione;
c) Per le spese per investimenti, valgono i criteri di spesa della Regione ove ha sede “territoriale” la struttura destinataria dell’investimento.
6. Attività di pubblicizzazione. Le Regioni procedono con proprio atto interno ad
assumere specifiche deliberazioni, portando a conoscenza degli utenti finali le scelte effettuate. E’ necessario che gli utenti finali possano conoscere preventivamente le diverse opzioni che hanno nella scelta di accesso alle politiche di sostegno: occorre quindi assicurare la necessaria forma di divulgazione delle deliberazioni assunte.
7. Le Regioni comunicano al Mipaaf– Tavolo tecnico permanente eventuali loro
specifiche scelte.
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4.1 Criteri di indirizzo Le azioni e gli interventi dei Programmi operativi devono essere così contraddistinte:
I. avere un elevato carattere di concretezza e realizzabilità, applicabili nell’ambito dei Programmi Operativi delle O.P.,
II. essere aderenti alle effettive esigenze di sviluppo dei “poli o areali produttivi” nazionali. In ciò le Regioni possono prevedere interventi più coerenti e adeguati al livello organizzativo del settore ortofrutticolo regionale;
III. avere, nel loro complesso, carattere di equilibrio economico‐finanziario, analizzato nella loro prospettiva di medio periodo;
IV. essere orientate ad acquisire parte del valore aggiunto disperso lungo la filiera, spostando il baricentro delle azioni e delle misure dalla fase di produzione primaria (azienda agricola) alla fase organizzativa/commerciale.
V. perseguire e concretizzare un aumento del livello associativo (numero di soci aderenti, aumento della dimensione economico‐organizzativa delle O.P esistenti, mediante aggregazioni, fusioni, rapporti di integrazione,…..)
4.2 Istituzione del Tavolo tecnico permanente (TTP) Sarà istituito, mediante D.M., un Tavolo tecnico permanente di coordinamento, costituito dal Mipaaf, dalle Regioni e Provincie Autonome e dall’AGEA. Le funzioni del Tavolo tecnico permanente, che opererà costantemente per la durata dei provvedimenti normativi, sono le seguenti :
1. coordinare il sistema di monitoraggio e di valutazione, 2. proporre eventuali modifiche alla Strategia nazionale 3. definire azioni orizzontali di carattere nazionale a beneficio dell’ortofrutticoltura
italiana e del sistema integrato; 4. predisporre e gestire le linee guida nazionali.
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5 Analisi del settore ortofrutticolo Il settore ortofrutticolo è stato analizzato secondo due grandi direttrici:
a) l’evoluzione delle strutture, delle produzioni e dei principali elementi di mercato nel periodo 2000/2006 (Ismea); questa analisi è stata corredata di uno schema di analisi SWOT, con lo scopo di sintetizzare i principali elementi di criticità‐ (Allegato A);
b) lo sviluppo e le attività delle Organizzazioni di Produttori, con particolare riferimento allo stesso periodo (2000‐2007) (Allegato B).
Dalla oggettiva considerazione degli elementi emersi è stata predisposta la successiva proposta di Strategia nazionale .
5.1 La strategia nazionale: il quadro di riferimento
La richiesta, da parte delle Autorità comunitarie, di un documento di programmazione strategica che guidi le azioni sostenibili dei programmi operativi delle O.P. deriva dalla condivisa necessità di:
• focalizzare le risorse disponibili sugli obiettivi ritenuti prioritari a livello nazionale, con il correlato obiettivo di un utilizzo “strategico” delle risorse disponibili;
• migliorare l’efficacia delle azioni delle stesse O.P., finalizzandole alla risoluzione delle criticità del proprio ambito operativo;
• spingere verso gli stessi obiettivi le imprese che ancora non operano all’interno delle O.P., indicando loro le linee strategiche da adottare;
• operare una demarcazione delle azioni finanziabili con l’OCM‐Ortofrutta e degli interventi sostenibili con le risorse degli altri Fondi (PSR o FSE).
Ciò premesso, da una realistica valutazione del settore ortofrutticolo, attualmente si evidenziano i seguenti trend:
a) una produzione in tendenziale calo b) esportazioni in calo progressivo sul versante del fresco, ma
crescenti sul versante dei prodotti trasformati c) una crescente presenza del prodotto all’interno della GDO d) un calo dei consumi crescente, con il diminuire del potere di
acquisto delle famiglie
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 17
e) un tasso di elasticità significativo rispetto al prezzo f) una crescita dei prezzi al consumo più elevato rispetto alla
crescita del prezzo alla produzione g) redditività delle aziende agricole in calo per il progressivo
aumento dei costi di produzione, ma anche per le ridotte dimensioni aziendali e la crescente concorrenza di prodotti stranieri
h) un progressivo invecchiamento della base produttiva che abbassa la capacità reattiva di fronte al mercato con innovazioni più lente e meno incisive;
i) una numerosità eccessiva dei magazzini di condizionamento, che risultano essere multiprodotto; correlata quindi l’esistenza di pochi grandi centri di condizionamento “specializzati”; è, questa una “inefficienza della filiera” molto condizionante;
j) una debolezza contrattuale nei confronti della GDO per l’incapacità di contrapporre una specializzazione di prodotto sulle grandi quantità.
Con riguardo al sistema organizzato:
k) sviluppo molto differenziato delle O.P. sul territorio l) piccola dimensione economica della maggioranza delle O.P. m) disaggregazione dell’offerta, conseguente alla elevata
dispersione produttiva di natura territoriale. Oltre ai fattori di criticità evidenziate nell’analisi svolta, la definizione delle linee strategiche adottabili a livello nazionale devono tener conto anche di un ulteriore complesso di elementi e di specificità, se si vuole perseguire una realistica e pertinente programmazione delle attività svolgibili nei Programmi operativi.
1. la numerosità delle O.P. italiane (312 al 31.12.2007) hanno una dimensione economica molto differenziata a seconda del territorio e del prodotto di riferimento. Ciò è espressione diretta della numerosità di micro‐areali produttivi altamente specializzati, ma anche del ricco e variegato “panel produttivo” rinvenibile su un territorio lungo 2.000 km e con una escursione altimetrica media di 1.000 m slm;
2. le O.P. manifestano una localizzazione molto dispersa sul territorio. Esistono tuttavia O.P. con aziende socie di altre regioni, segno di naturali processi integrativi di natura spazio‐temporale;
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 18
3. scarsa aggregazione complessiva (tutte le O.P. aggregano il 34% del totale del valore della PLV del settore‐ valore medio; il ___% in termini di quantità ‐valore medio). Il dato assoluto è certamente migliorabile, come conferma la tendenza progressiva di crescita. Visto in prospettiva induce a ritenere perseguibile nel medio periodo un valore del 50‐60% con una decisa politica di accompagnamento della crescita.
4. la presa d’atto di un acuto individualismo e scarso spirito associativo dei produttori agricoli, che tendono a “co‐operare” solamente in presenza di vantaggi percepibili e immediati. I dati consentono di verificare che il “comparto frutticolo” appaia maggiormente virtuoso rispetto al comparto “orticolo”: le differenze sociali, economiche e commerciali sono così diverse che appare necessario proporre misure e azioni “mirate e specifiche” alle effettive esigenze;
5. la presenza di “areali produttivi” o “distretti specializzati” con esigenze e prospettive tra loro differenti a seconda della localizzazione o del prodotto:
a) stagionalità di alcune produzioni a fronte di una destagionalizzazione dei consumi che induce a valutare le opportune politiche di accompagnamento;
b) possibili integrazioni geografiche;
c) eccellenza di alcune produzioni;
6. un mercato di “collocazione” molto segmentato: mercati alla produzione, GDO in costante crescita; mercati di ridistribuzione; filiere talvolta corte e talvolta lunghe; piattaforme logistiche in evoluzione (la G.D.O. intende trasferire ai suoi fornitori la gestione di queste piattaforme);
7. aspetto logistico complesso e costoso sia nell’area dei trasporti che della “conservazione”;
8. area finanziaria delle imprese sempre più critica:
a) area contrattuale debole e poco codificata
b) tempi di pagamento lunghi
c) difficoltà di accesso al credito;
d) costi finanziari crescenti
e) sistema di garanzie e di fideiussioni da consolidare
9. la destinazione del prodotto (fresco e/o trasformato) comporta parimenti problematiche significativamente differenti, anche in virtù del graduale smantellamento dell’aiuto alla trasformazione;
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 19
10. l’analisi dei rendiconti delle attività dei programmi operativi manifestano l’esistenza di difficoltà a rendicontare spese di marketing avanzato per il comparto orticolo, contrariamente al comparto frutticolo;
Abbiamo tuttavia dei punti di forza che dobbiamo valorizzare:
11. distintività in termini di sicurezza alimentare e caratteristiche salutistiche
12. processi produttivi evoluti, correlatamene ad areali produttivi molto specializzati, con una ottima industria di trasformazione
13. la presenza di politiche settoriali e di sostegno che, per un periodo significativo (2007‐2013), possono aiutare a sostenere un deciso sviluppo del settore
14. Una offerta eccellente in termini di Qualità globale: occorre operare per superare un contesto operativo purtroppo ancora molto localistico, per quanto riguarda una parte del comparto.
6 Gli obiettivi specifici dei programmi operativi I Programmi Operativi delle O.P. devono essere incentrati su alcuni obiettivi il cui raggiungimento porta a risolvere le principali criticità del settore ma anche a cogliere le potenzialità derivanti dai punti di forza e dalle opportunità esistenti. La convergenza di tutti i Programmi operativi sugli obiettivi strategici è quindi fondamentale per uno sviluppo organico del sistema nazionale di produzione, coerente con i trend evolutivi del mercato. Si propongono di seguito gli obiettivi ispiratori delle azioni eleggibili nell’ambito dei programmi operativi.
1. Orientamento delle aziende al mercato, con politiche di innovazioni di prodotto e di mercato
2. Consolidamento del grado di competitività delle aziende di produzione e delle imprese di condizionamento
3. Concentrazione dell’offerta per controbilanciare la concentrazione della domanda mediante un progressivo rafforzamento del ruolo e della dimensione economica delle O.P.
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 20
4. Promozione e ricerca di nuovi mercati nel contesto extra‐nazionale
5. Consolidamento dei mercati esistenti con recupero sui mercati più “strategici”
6. Piani di marketing integrato, elaborati secondo due direttrici
a. per prodotto (con carattere transdistrettuale);
b. per territorio (distrettualizzazione )
7. Pianificazione e programmazione della produzione
8. Promozione e sostegno dei consumi, con offerta di prodotti segmentati secondo la segmentazione della domanda
9. Valorizzazione delle vendite di “prossimità” svolte dalle O.P.;
10. Perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della filiera
Aspetti particolari e correlati degli obiettivi 1. Azioni di marketing integrato; approccio ai nuovi mercati, sostegno ad azioni di
export, 2. Mantenimento e recupero dei mercati tradizionali 3. Politiche di valorizzazione marchi collettivi. Politiche di distinzione e di
riconoscimento delle aziende, delle tipicità, della regionalità,…. 4. Stimolare l’associazionismo e l’aggregazione dei produttori.
5. Le imprese devono continuare a perseguire e a garantire la qualità delle produzioni con politiche mirate; ma allo stesso tempo essere presenti sul mercato con un prezzo adeguato, sufficiente a garantire la giusta redditività.
6. Differenziare i livelli di qualità secondo i mercati di riferimento: a. standard, b. plus c. top quality.
7. Politiche di innovazione dei prodotti (product oriented): differenziazione spinta dei prodotti per rispondere alla correlata segmentazione della domanda;
8. Approccio più mercatistico delle aziende (market oriented); anche attività di formazione e informazione specializzata.
9. Politiche di mercato e di marketing per prodotto oppure per territorio: diversi gli approcci della frutta rispetto agli ortaggi
10. Aggregazioni e ampliamento dell’offerta (concentrazioni di O.P.; acquisizione di piattaforme logistiche) secondo la domanda degli operatori commerciali. rafforzamento del momento aggregativo degli operatori.
a) rafforzare il ruolo delle O.P.
b) promozione delle A.O.P.
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 21
11. Incremento consumo ortofrutticoli: promozione dei prodotti freschi e trasformati. 12. promozione delle O.P. ove non sono presenti o sviluppate 13. aggregare le O.P.: aumentare la loro dimensione economica (fusioni, collaborazioni,
filiali,… 14. Regole erga‐omnes: implicazioni e sviluppo; circoscrizione economica o areali
omogenei di produzione
15. Aumentare o estendere e/o diversificare i servizi resi dalle O.P. Perseguimento di nuovi equilibri dei rapporti all’interno della filiera
1) contratto‐quadro e Organismo interprofessionale: operatività piena 2) rapporti nuovi con la GDO
a. nazionale b. estera
3) rapporti nuovi con la componente industriale a. pomodoro b. frutta c. ortaggi
4) analisi del valore lungo la filiera
6.1 Le priorità
Gli obiettivi ritenuti prioritari si segnalano: a) il sostegno alle aziende per la riduzione dei costi di produzione b) il sostegno per investimenti volti a garantire il livello qualitativo e la
conformità delle produzioni c) politiche di marketing per prodotto d) politiche di marketing territoriale e) azioni volte a favorire la fusione e/o l’accorpamento o processo di
integrazione tra le O.P. f) attività di ricerca e di sviluppo di innovazione di prodotto g) attività di ricerca e di sviluppo di innovazione di mercato h) stipula di contratti di fornitura con la G.D. i) attività e investimenti volti ad ottimizzare la logistica di impresa j) introduzione di sistemi finanziari volti ad agevolare la finanza di
impresa.
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 22
7 I Programmi Operativi I programmi operativi saranno strutturati in base alle azioni indicate nella presente Strategia nazionale:
Azione 1): Pianificazione della produzione Azione 2): Concentrazione dell’offerta Azione 3): Miglioramento della qualità dei prodotti Azione 4): Incremento del valore commerciale dei prodotti Azione 5): Ottimizzazione dei costi di produzione Azione 6): Stabilizzazione dei prezzi alla produzione Azione 7): Promozione dei prodotti, freschi o trasformati Azione 8): Disciplina ambientale Azione 9): Prevenzione e gestione delle crisi Azione 10): Ricerca e produzione sperimentale Azione 11): Attività di formazione
Ogni azione contiene i relativi interventi che dovranno essere declinati e coerenti con le indicazioni strategiche contenute nel paragrafo 7.1. Le indicazioni operative di maggior rilievo sono rese di seguito:
A. La durata dei Programmi operativi è stabilita in 3/5 anni
B. I programmi operativi devono rispettare il principio di base dell’equilibrio di spesa tra le azioni. I parametri e/o i vincoli di equilibrio sono determinati nell’ambito della Strategia nazionale. (Vedi paragrafo 8)
C. Gli interventi e le spese non eleggibili sono indicate nell’allegato VIII del Regolamento (CE) n. 1580/07.
D. Gli interventi eleggibili per ogni azione devono ispirarsi alle indicazioni strategiche specificate nel paragrafo 7.1.
E. I programmi operativi devono corrispondere all’obiettivo di “omogeneità ed allineamento amministrativo” secondo le indicazioni operative che proverranno dal Tavolo tecnico permanente; in particolar modo si raffigura la necessità di perseguire:
1) omogeneità delle regole e delle procedure per il rimborso delle spese da parte dei fondi di esercizio;
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 23
2) “metodologia del fascicolo aziendale” quale requisito obbligatorio per accedere ai benefici derivanti dall’applicazione dell’OCM‐Ortofrutta, con la previsione di elementi informativi minimi volti a facilitare le attività di controllo e di verifica:
F. Istituzione di un modello di rendicontazione che consenta una lettura più aderente alla realtà delle O.P.; ottimizzazione delle attività amministrative correlatamente alle attività di monitoraggio e sorveglianza3
G. L’Azione 8‐ Disciplina ambientale si compone di due sottoazioni: • 8.1 – Disciplina ambientale agro‐aziendale; • 8.2 ‐ Disciplina ambientale extra‐azienda agricola
L’azione 8.1‐ Disciplina ambientale agro‐aziendale contiene gli interventi volti a premiare gli impegni agroambientali dell’azienda di produzione secondo uno schema basato su compensazioni forfettarie (€/Ha). I destinatari sono i produttori agricoli. L’azione 8.2 ‐Disciplina ambientale extra‐aziendale contiene gli interventi che hanno, in modo diretto o indiretto, un effetto positivo sull’ambiente. I destinatari sono tutti i soggetti coinvolti nel sistema OCM: produttori, persone giuridiche, OP stessa. La logica di intervento è il contributo sulle spese (50%) effettivamente sostenute e verificabili
3 Ai sensi degli art. 126, 127 e 128 del Regolamento (CE) n. 1580/07.
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Strategia nazionale ‐ Mipaaf 24
Il prospetto illustra il raccordo e la declinazione delle azioni/obiettivo dei Programmi Operativi, previsti dall’art. 21 del Regolamento (CE) n. 1580/07. Prospetto 5 ‐ Declinazione delle azioni e degli interventi dei Programmi Operativi
Reg. Ce 1182/07 : Art 3; Art. 9 Azioni Interventi (bozza)
Azione 1): Pianificazione della produzione
Sarà redatto e reso disponibile un elenco indicativo, non esaustivo, degli interventi possibili
Azione 2): concentrazione dell’offerta
Ibidem
Azione 3): miglioramento della qualità dei prodotti
Ibidem
Azione 4): Incremento del valore commerciale dei prodotti
. Ibidem
Azione 5): ottimizzazione dei costi di produzione
Ibidem
Azione 6): stabilizzazione dei prezzi alla produzione
Ibidem
Azione 7): promozione dei prodotti, freschi o trasformati
Ibidem
Azione 8): Disciplina ambientale
A) Disciplina ambientale agro-aziendale B) Disciplina ambientale extra-aziendale
Azione 9): Prevenzione e gestione delle crisi
A) ritiro dal mercato; B) raccolta prima della maturazione o mancata raccolta degli
ortofrutticoli; C) promozione e comunicazione; D) assicurazione del raccolto
Azione 10): Ricerca e produzione sperimentale
PER MEMORIA Dal 2009
Azione 11): Attività di formazione
PER MEMORIA Dal 2009
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7.1 ‐ Le azioni e le indicazioni strategiche per gli interventi Per ogni azione si forniscono le indicazioni strategiche di riferimento per la declinazione degli interventi coerenti con gli obiettivi.
7.1.1 Azione 1) : la pianificazione della produzione e dell’offerta
Gli interventi individuati per la pianificazione della produzione sono afferenti alle seguenti aree:
a) programmazione delle produzioni con l’utilizzo massivo del fascicolo aziendale;
b) progetti di integrazione commerciale tra aree geografiche e/o territori differenti
c) progetti di aumento della base associativa delle O.P.
d) produrre secondo accordi commerciali specifici oppure su analisi previsionali svolte
7.1.2 Azione 2): la concentrazione dell’offerta Il Regolamento (CE) n. 1182/07 ha richiamato, tra gli altri, l’obiettivo prioritario di un aumento della concentrazione dell’offerta per rispondere alla pari concentrazione della domanda espressa dal settore distributivo. La concentrazione del prodotto da parte delle O.P. passa per una strategia complessiva incentrata su:
a) aumento della base associativa delle O.P e/o della dimensione economica (creazione di AOP,istituzioni di filiali,…)
b) aumento della massa critica del prodotto, a fronte dell’aumento della “massa di domanda”;
c) intese commerciali transnazionali
d) politiche di aggregazione “per prodotto”
e) progetti specifici afferenti un prodotto o alcune referenze di un prodotto;
f) elevare livello di attrattività delle O.P. anche con specifiche politiche di comunicazione sul territorio;
g) progetti di fusione e/o riorganizzazione che riguardano una e/o più OP;
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h) studi di fattibilità per la definizione di un nuovo modello organizzativo di OP/AOP
Tale obiettivo è attuabile tramite i seguenti strumenti: • finanziamenti supplementari (60% della spesa effettivamente sostenuta) per i
programmi operativi presentati da più OP aventi ad oggetto azioni transnazionali o azioni svolte a livello interprofessionale o p.o. presentati a seguito di fusioni tra OP. L’incentivazione di fusioni tra le diverse OP, oltre ad agevolare e rafforzare la concentrazione dell’offerta, riduce le spese di gestione ed aumenta la competitività dell’impresa OP nonché la forza finanziaria della stessa.
• costituzione di filiali commerciali di prodotto: lo strumento “filiale” , previsto nel Regolamento, consente di organizzare e concentrare l’offerta incrementando il valore aggiunto della produzione degli aderenti. Per filiale si intende una impresa nella quale una o più OP detengono una partecipazione e che potrà assolvere veri e propri compiti di commercializzazione, ricevendo in conferimento il prodotto dei soci aderenti.
7.1.3 Azione 3): il miglioramento della qualità dei prodotti Gli interventi individuati il miglioramento della qualità dei prodotti sono afferenti alle seguenti aree:
a) Contraddistinguere le produzioni ortofrutticole con contenuti che permettono una maggiore distintività, per conseguire un vantaggio competitivo e un migliore posizionamento economico:
- La ricerca dell’innovazione nel prodotto, nel processo e nel servizio è un elemento indispensabile per le imprese che vogliono stare sul mercato moderno;
- Processi di integrazione fra O.P. diverse per realizzare economie di scala; - intraprendere la strada dell’internazionalizzazione della collocazione
commerciale delle produzioni con una forza contrattuale adeguata a superare le difficoltà di accesso verso alcuni Paesi.
b) Coordinare programmi di controlli sulla qualità e promozionale le nuove norme di commercializzazione
c) Omogeneizzazione dell’offerta che è possibile raggiungere tramite la programmazione varietale e colturale
d) Progetti di rintracciabilità e percorsi di tracciabilità e) Progetti “farmers market” o negozi prossimali: fare qualità significa anche
instaurare un rapporto con i consumatori più prossimi ai centri di produzione.
• Innovazione, integrazione e internazionalizzazione (regola delle “3 i”):
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7.1.4 Azione 4): l’incremento del valore commerciale dei prodotti Il Mercato rappresenta il banco di prova della capacità imprenditoriale delle O.P.. Le imprese moderne devono necessariamente possedere una valenza commerciale che, privilegiando la conoscenza delle esigenze del mercato, orienti la propria produzione attraverso scelte precise in modo da qualificare non solo i prodotti offerti ma, anche, i produttori soci.
Gli interventi individuati per l’incremento del valore commerciale dei prodotti sono i seguenti:
a) Ampliamento della gamma dei prodotti offerti b) Attivazione di rapporti di fornitura sui 12 mesi c) Acquisizione delle piattaforme di ridistribuzione. Acquisizione di nuove
funzioni lungo la “filiera”: trasporto‐conservazione‐ d) Innovazioni nella qualità commerciale (packaging)(innovazione
tecnologica) e) Innovazioni nelle tecnologie per la frigoconservazione, all’introduzione di
nuovi supporti (robotica, selezione ottica..) che consentono di ridurre i costi di lavorazione e migliorare la qualità dei prodotti.
f) Programmazione varietale: riconversione varietale per alcuni prodotti g) Valorizzazione attraverso la trasformazione industriale, con investimenti finalizzati all’ammodernamento degli impianti esistenti ed all’innovazione di prodotto e di processo per i prodotti semi lavorati e finiti destinati al consumo finale;
h) Sviluppo della politica di marca sia per i prodotti freschi che per quelli trasformati.
7.1.5 Azione 5) : Ottimizzazione dei costi di produzione
Gli interventi individuati per l’ottimizzazione e riduzione dei costi di produzione sono i seguenti:
a) Intervenire sui fattori della produzione per diminuire:
- il costo del lavoro, la cui incidenza dipende dalla produttività e quindi anche dagli investimenti ;
- il costo dei fattori della produzione (materie prime, energia elettrica, trasporti, servizi vari, ecc.);
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- i costi generali, mediante sistemi di contabilità industriale;
b) introduzione di innovazioni di processo nelle coltivazioni, anche con il ricorso a tecniche di coltivazione, nel rispetto delle tipologie di spesa ammissibili, che consenta aumento di produttività, minore impatto ambientale, maggiori livelli di redditività (piante innestate, piante micropropagate,…..);
c) aumento della redditività anche con la vendita dei sottoprodotti (aree no‐food!)
d) analisi dei costi della filiera
e) azioni volte alla centralizzazione degli acquisti
f) svolgimento di investimenti collettivi
g) attività di analisi intermedia dei programmi operativi
h) investimenti nella fase di trasformazione finalizzati alla riduzione dei costi dei prodotti finiti.
7.1.6 Azione 6) : stabilizzazione dei prezzi alla produzione
Gli interventi individuati per la stabilizzazione dei prezzi alla produzione sono i seguenti:
a) adozione di nuovi strumenti finanziari e/o di garanzia finalizzati alla riduzione dei rischi per accompagnare le imprese al mercato
b) nuovi rapporti con l’industria di trasformazione per alcuni prodotti orticoli e frutticoli, anche mediante personale specializzato nella pianificazione
c) ricerca di accordi commerciali di filiera e/o ricerca di accordi interprofessionali fra l’OP/AOP, lʹindustria di trasformazione e la distribuzione organizzata;
d) investimenti dedicati alla stabilizzazione della qualità delle produzioni (frigo, ecc.)
7.1.7 Azione 7) : la promozione dei prodotti, freschi o trasformati Tale misura, che comprende la promozione dei marchi commerciali delle OP, AOP e loro filiali, è prevista all’interno dei programmi operativi entro il limite di spesa complessiva del 4,6% del valore della produzione commercializzata alle condizioni previste nell’allegato VIII, punto 15 del Regolamento (CE) n. 1580/07. Il Regolamento (CE) n. 1182/07 e 1580/07 attribuiscono un ruolo specifico alle azioni di promozione e valorizzazione commerciale dei prodotti ortofrutticoli, ivi prevedendo politiche finalizzate a:
a) Incrementare i consumi di prodotti ortofrutticoli, con una decisa promozione dei prodotti freschi e trasformati;
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b) Prevenzione e gestione delle crisi di mercato, alle condizioni di cui al successivo paragrafo 7.1.9
7.1.8 Azione 8) : La “Disciplina ambientale” Vedi documento della “Disciplina nazionale ambientale” allegato
7.1.9 Azione 9) - La prevenzione e gestione delle crisi. Il Regolamento (CE) n. 1182/07 (art.9, par. 2 e successivi) consente, dal 2008, alle O.P. di operare per la prevenzione e la gestione delle crisi. Come richiamato nelle Premesse del Regolamento al punto 21, al fine di introdurre misure più agevoli di gestione delle crisi, è stata introdotta la misura di prevenzione e di gestione delle crisi nei programmi operativi delle organizzazioni di produttori, auspicando che questa misura contribuisca ad accrescere l’attrattiva delle organizzazioni di produttori. A tal fine è stato previsto un finanziamento supplementare (+0,5% della valore della produzione commercializzata) per gli interventi di prevenzione e gestione delle crisi, che sono:
a) ritiro dal mercato; b) raccolta prima della maturazione o mancata raccolta degli ortofrutticoli; c) promozione e comunicazione; d) iniziative di formazione; e) assicurazione del raccolto; f) sostegno a fronte delle spese amministrative per la costituzione di fondi comuni di
investimento.
Le misure di prevenzione e gestione delle crisi, compreso il rimborso del capitale e degli interessi, possono arrivare al massimo al 33% della spesa prevista dal programma operativo. Per finanziare le misure di prevenzione e gestione delle crisi, le organizzazioni di produttori possono contrarre mutui a condizioni commerciali: il rimborso del capitale e degli interessi sui mutui contratti può far parte del programma operativo, usufruendo in tal modo dell’aiuto finanziario comunitario. Al riguardo è stata operata una scelta limitandola alle seguenti azioni:
a) il ritiro dal mercato;
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b) la raccolta prima della maturazione o mancata raccolta degli ortofrutticoli,
c) assicurazione del raccolto,
d) promozione e comunicazione. In questo contesto possono essere previsti interventi finalizzati a
• prevenire eventuali crisi di mercato con campagne promozionali dedicate; • gestione di eventuali crisi di mercato, con campagne promozionali specifiche e
circoscritte
E’ in corso di approvazione una modifica del reg. 1580/07 in base al quale:
a. è possibile avviare la gestione delle crisi per le misure “Ritiri”, “Promozione e commercializzazione” “Formazione” anche se la strategia nazionale non è ancora stata adottata:
b. le spese saranno eleggibili dal 1 gennaio 2008.
c. la condizione è che gli Stati membri adotteranno la strategia nazionale entro il 2008 e che questa sia coerente con i regolamento 1580/07 e le relative misure
d. nel 2008 i programmi operativi potranno essere emendati in linea con questo regolamento per coprire queste misure e i pagamenti saranno fatti di conseguenza;
e. tutte le misure e i controlli devono essere coerenti con il Regolamento (CE) n. 1580/07
f. Lo Stato membro si assume la responsabilità della conformità delle azioni alle indicazioni – in itinere – della elaboranda Strategia nazionale.
Le O.P. – qualora applicassero il D.M. sulla gestione delle crisi‐ dovranno adeguare successivamente (dopo il completamento della strategia nazionale) i loro P.O. alle nuove disposizioni conseguenti all’applicazione dei Rg. 1182/08 e 1580/07.
7.1.10 Azione 10) - La ricerca e la produzione sperimentale Sarà sviluppata nella Strategia Nazionale 2009
7.1.11 Azione 11) - L’attività di formazione Sarà sviluppata nella Strategia Nazionale 2009
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8 Indicatori di equilibrio Ai sensi del Regolamento (CE) n. 1580/07, art.57, par. 5, si propongono i seguenti criteri di riparto delle spese per le misure previste dell’art. 9 del Regolamento (CE) 1182/07.
1. La presente proposta di “equilibrio” è valida per il 2008.
2. La percentuale di spesa eleggibile per la realizzazione di azioni per la gestione e la prevenzione delle crisi non può superare il 33% del fondo di esercizio.
3. La percentuale di spesa eleggibile per la realizzazione di interventi di carattere ambientale – in caso di inosservanza di altri parametri ammessi ‐ deve essere pari almeno pari al 10% del fondo di esercizio.
4. La percentuale di spesa eleggibile per spese generali è pari al 2% del fondo di esercizio approvato, con il limite massimo di spesa indicato nell’allegato VIII del Regolamento (CE) n. 1580/07 (180.000 euro).
5. La restante quota del fondo di esercizio non utilizzata per le misure di cui ai punti precedenti, dovranno essere ripartite tra le misure di cui alle lettere a), b), c), d) dell’art. 9 comma 2 del Reg. (CE) 1182/07, con i seguenti criteri:
a. il 60% massimo della quota residua viene destinato alla realizzazione di una sola misura
b. il rimanente viene destinato a discrezione tra le restanti misure.
Prospetto 6 – Prospetto di valutazione
Azioni Misura Val. % minimo del fondo di esercizio
Val. % massimo del fondo di esercizio
1 Pianificazione della produzione 0 52,80% ovvero il 60% di 88 (100-10-2)
2 Concentrazione dell’offerta 0 52,80%
3-4-5-6 ………………………… 0 52,80% 7 promozione dei prodotti, freschi o
trasformati 0 52,80%
8 “Disciplina ambientale” 10% Senza limiti 9 Gestione crisi 0 33% 10 Ricerca e produzione sperimentale 0 11 Attività di formazione 0
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9 Indicatori di rendimento
Saranno realizzati dall’INEA, previa convenzione con il Mipaaf. La gestione delle attività avviene nell’ambito del Tavolo tecnico permanente.
10 Valutazione dei programmi operativi
Le procedure di sorveglianza e le valutazioni intermedie di cui agli art. 127 e 128 del Regolamento (CE) n. 1580/07 comportano la realizzazione di un sistema di raccolta, registrazione e conservazione dei dati utili per la compilazione degli indicatori di sorveglianza. Questo sistema comporta l’attivazione di un rapporto coordinato tra la struttura di controllo e le Organizzazioni dei produttori, basato su:
a. procedure omogenee di rilevazione b. processi informatici idonei anche essi omogenei c. attivazione di tempistiche e prassi procedurali non impattanti negativamente
sull’operatività degli attori d. la realizzazione di opportuni indicatori di valutazione finanziari, di prodotto
e di risultato. L’attività di valutazione intermedia può essere condotta con il supporto di istituti specializzati o organismi qualificati.
11 Il documento della “Strategia nazionale”:metodo di lavoro Il processo di costruzione della Strategia nazionale è stato formalmente attivato il 28 novembre 2007, mediante Decreto Direttoriale con la costituzione di un gruppo di lavoro.
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Il presente documento di programmazione è il risultato di una azione di concertazione tra il MiPAAF e le Regioni. Ai lavori hanno partecipato, inoltre,:
• l’AGEA, l’INEA e l’ISMEA che hanno fornito la necessaria assistenza tecnica; • soggetti che rappresentano il partenariato economico e sociale
(Organizzazioni professionali e quelle cooperative) Il paragrafo 1 dell’art. 57 del Reg CE 1580/07 richiede agli Stati membri l’elaborazione di una Strategia nazionale, per il 2008, di carattere generale e meno analitico rispetto alle indicazioni espresse nell’allegato VII dello stesso regolamento Pertanto, considerato il breve lasso di tempo a disposizione che non consente un elevato
approfondimento, dal momento che è necessario oltre che opportuno inviare la proposta di strategia generale al più presto e comunque non oltre il ____ luglio 2008;
attesa la necessità di avviare una contestuale verifica dei livelli di demarcazione esplicitati nei PSR regionali sulle misure potenzialmente sovrapponibili;
considerata la necessità di elaborare la “Disciplina ambientale” – facente parte integrante della Strategia nazionale – e di inviarla alla Commissione per la necessaria verifica;
considerato che le O.P. necessitano di chiari riferimenti normativi e di linee guida al fine di predisporre, con la necessaria corrispondenza, i programmi operativi entro il 15 settembre;
sentite le istituzioni regionali e le parti sociali
si è concordato di a) procedere alla stesura del presente documento quale documento relativo all’anno 2008; b) procedere all’invio della “Disciplina ambientale” alla Commissione UE per la relativa
approvazione; c) continuare il lavoro di ottimizzazione del presente documento con l’obiettivo di una
ottimale aderenza alle indicazioni dell’allegato VII del reg. ce 1580/07. entro il mese di luglio 2008.
12 Allegati A) Elaborato inerente produzioni e principali elementi di mercato, a cura di Ismea; B) Elaborato inerente lo sviluppo e l’attività delle Organizzazioni di Produttori, a cura
di INEA C) Disciplina Nazionale ambientale D) D.M. prot. n. 166 del 28 marzo 2008, recante criteri per il riconoscimento delle
organizzazioni di produttori
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E) D.M. prot. n. 167 del 28 marzo 2008, recante modalità di applicazione delle misure di prevenzione e gestione della crisi
ALLEGATO A
Il sistema ortofrutticolo italiano:
recente evoluzione e prospettive future
INDICE 1 Superfici e produzione agricola e industriale .......................................................................... 35 2 Prezzi e costi ................................................................................................................................. 38 3 Consumi interni............................................................................................................................ 45 4 Commercio e saldi con l’estero .................................................................................................. 53
Il saldo............................................................................................................................................ 53 Le importazioni ............................................................................................................................ 57 Le esportazioni ............................................................................................................................. 58
5 Analisi SWOT ............................................................................................................................... 61
‐ 35 ‐
35
Il sistema ortofrutticolo italiano: recente evoluzione e prospettive future
13 . Superfici e produzione agricola e industriale
Le superfici investite ad ortofrutta in Italia sono diminuite negli ultimi sette anni del 4,3%, risultando nel 2006 pari a 1.309.321 ettari. Tale flessione ha coinvolto tutti i principali aggregati, principalmente pomodoro da industria e patate, ma anche agrumi, ortaggi di pieno campo e frutta. Le uniche eccezioni sono rappresentate da ortaggi in serra, legumi secchi ed uve da tavola.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat e Agea
Andamento superficie ortofrutticola italiana (.000 ettari)
1.2701.2801.2901.3001.3101.3201.3301.3401.3501.3601.3701.380
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
‐ 36 ‐
36
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Agea e Istat
Variazioni superfici ortofrutticole italiane (2006/2000)
-4,1% -4,8%
-16,8%
-5,3% -4,6%
-11,2%
0,5%
7,2%
19,9%
-4,3%
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Ortaggi pieno
campo
Frutta fresca
Pomodoroda
industria
Agrumi Frutta in guscio
Patate Uva da tavola
Legumi secchi
Ortaggi di serra
Totaleortofrutta
A fronte della costante contrazione delle superfici investite, la produzione di ortofrutta ha evidenziato una maggiore variabilità, attribuibile essenzialmente a fattori climatici eccezionali. Considerando l’intero periodo, tuttavia, si osserva una diminuzione complessiva del 6%, da 27,9 a 26,2 milioni di tonnellate.
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat e Agea
Andamento produzione ortofrutticola italiana (.000 tonnellate)
22.000
23.000
24.000
25.000
26.000
27.000
28.000
29.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
‐ 37 ‐
37
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Agea e Istat
Variazioni produzioni ortofrutticole italiane (2006/2000)
-19,9
-0,5
-9,1
17,6
24,2
-12,8
-1,2
33,6
19,0
-6,0
-30
-20
-10
0
10
20
30
40
Ortaggi pieno
campo
Frutta fresca
Pomodoro
daindustria
Agrumi Frutta inguscio
Patate Uva da tavola
Legumi secchi
Ortaggi di serra
Totaleortofrutta
Tale dinamica complessiva risulta da andamenti divergenti dei singoli aggregati. In particolare, si osserva la forte contrazione della produzione di ortaggi in pieno campo, la principale voce del comparto, che non ha recuperato la flessione subita nel biennio 2001-02. Risultati negativi anche per le patate, che nonostante una ripresa produttiva nel 2004 e nel 2006, chiudono il periodo con -13%. La contrazione produttiva dell’aggregato frutta fresca, sebbene non altrettanto consistente, rivela tuttavia una connotazione strutturale confermata dalle contrazioni delle superfici.
Il pomodoro da industria, dopo gli elevatissimi livelli produttivi raggiunti nel triennio 2003-05 e tornato su livelli intermedi. Note positive si registrano per gli ortaggi in serra, sebbene questo settore sia fortemente minacciato dalla concorrenza aggressiva di paesi emergenti (paesi terzi del Mediterraneo).
La dinamica dell’indice di trasformazione industriale dipende fortemente dalla stagionalità e quindi dalla disponibilità di materia prima agricola da trasformare.
‐ 38 ‐
38
Fonte: Istat
Dinamica dell’indice di produzione industriale del
comparto della trasformazione ortofrutticola(2000 = 100)
0
50
100
150
200
250
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Produzione di succhi di frutta e di ortaggi
Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi n.c.a.
Si evidenzia comunque nell’arco del quinquennio una lieve tendenza all’aumento della produzione di frutta e ortaggi conservati, che risente anche del picco particolarmente elevato registrato nel 2004 e imputabile essenzialmente alla trasformazione del pomodoro.
Andamento incostante, invece, per l’industria dei succhi di frutta che alterna risultati positivi a battute d’arresto, come nel 2002 e nel 2004.
14 Prezzi e costi
I prezzi all’origine dei prodotti ortofrutticoli, che da sempre mostrano un elevata volatilità, hanno subito negli ultimi anni forti oscillazioni, con variazioni congiunturali anche molto al di sopra della norma.
La figura seguente mostra, in particolare, la dinamica mensile dell’indice dei prezzi all’origine dell’aggregato frutta e agrumi. Negli anni considerati si osservano i picchi eccezionalmente alti nell’estate del 2003, nel primo semestre del 2004 e nelle primavere del 2005 e del 2006, ma anche la caduta nella seconda metà del 2004 e nei primi mesi del 2005 e del 2006, che ha riportato verso il basso la tendenza crescente dell’intero periodo. Nei sette anni considerati la crescita complessiva dei prezzi all’origine di questo aggregato è stata del 33%.
‐ 39 ‐
39
Fonte: Ismea
Frutta e agrumi Dinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
0
50
100
150
200
250
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2000=
100
indice prezzi alla produzione Poli. (indice prezzi alla produzione)
Per gli ortaggi, l’arco di tempo in esame mostra una forte crescita delle quotazioni all’origine, che hanno anche in questo caso registrato un crollo nel secondo semestre del 2004, risalendo tuttavia nei primi mesi del 2005 e nel 2006. La variazione complessiva del periodo è stata comunque pari al 21%.
Fonte: Ismea
Ortaggi Dinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
0
50
100
150
200
250
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi alla produzione Poli. (indice prezzi alla produzione)
Le figure che seguono mostrano la dinamica dei costi dei mezzi correnti di produzione. Appare evidente l’impennata dei prezzi dei fattori produttivi per tutti e tre i macroaggregati analizzati, a causa degli incrementi registrati da combustibili, manodopera, concimi azotati e fosfatici ed in generale degli input chimici. Le variazioni sull’intero periodo sono tuttavia mediamente inferiori rispetto a quelle registrate dai prezzi all’origine.
‐ 40 ‐
40
Fonte: Ismea
Frutta frescaDinamica dei costi di produzione, 2000-2006
90
95
100
105
110
115
120
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi produzione ortaggi Poli. (indice prezzi produzione ortaggi)
Fonte: Ismea
AgrumiDinamica dei costi di produzione, 2000-2006
90
95
100
105
110
115
120
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2000=
100
indice prezzi produzione ortaggi Poli. (indice prezzi produzione ortaggi)
‐ 41 ‐
41
Fonte: Ismea
OrtaggiDinamica dei costi di produzione, 2000-2006
90
95
100
105
110
115
120
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi produzione ortaggi Poli. (indice prezzi produzione ortaggi)
Nel seguito sono riportate le dinamiche dei prezzi assoluti dei principali prodotti ortofrutticoli nel periodo 2001-2006.
Fonte: Ismea
MeleDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Mele Poli. (Mele)
‐ 42 ‐
42
Fonte: Ismea
PereDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Pere Poli. (Pere)
Fonte: Ismea
Pesche e nettarineDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Pesche e nettarine Poli. (Pesche e nettarine)
‐ 43 ‐
43
Fonte: Ismea
KiwiDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,001,101,20
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Kiwi Poli. (Kiwi)
Fonte: Ismea
Uve da tavolaDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,000,100,200,300,400,500,600,700,800,901,001,101,201,301,401,50
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Uva da tavola Poli. (Uva da tavola)
Fonte: Ismea
PomodoriDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Pomodori Poli. (Pomodori)
‐ 44 ‐
44
Fonte: Ismea
PatateDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Patate Poli. (Patate)
Fonte: Ismea
CavolfioriDinamica dei prezzi all'origine, 2000-2006
Euro/kg
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Cavolfiori Poli. (Cavolfiori)
Fonte: Ismea
Prezzi assoluti di alcuni prodotti ortofrutticolimedia 2000-02 vs. media 2004-06
valori %
-12%
-1%
-17% -16%
-5%-2%
3%
10% 11%
30%
0
0
0
0
0
0
0
Ortaggifreschi
Fruttafresca
Pomodori Uva datavola
Pesche enettarine
Patate Pere Kiwi Cavolfiori Mele
‐ 45 ‐
45
Prezzi all'origine dei prodotti ortofrutticoli (medie annuali in Euro/kg)2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Frutta fresca 0,49 0,47 0,50 0,54 0,50 0,44 0,50Ortaggi freschi 0,47 0,47 0,47 0,51 0,39 0,43 0,42Pomodori 0,97 0,78 0,99 1,00 0,75 0,81 0,72Uva da tavola 0,65 0,65 0,59 0,63 0,44 0,55 0,59Pesche e nettarine 0,49 0,59 0,49 0,83 0,47 0,38 0,64Patate 0,21 0,28 0,25 0,26 0,26 0,20 0,28Pere 0,54 0,56 0,65 0,65 0,61 0,60 0,59Kiwi 0,60 0,65 0,88 0,89 0,88 0,72 0,75Cavolfiori 0,26 0,37 0,37 0,33 0,33 0,41 0,37Mele 0,31 0,40 0,47 0,50 0,59 0,44 0,49Fonte: Ismea
15 Consumi interni
La dinamica degli ultimi sette anni degli acquisti domestici di prodotti ortofrutticoli in Italia ha mostrato un trend decisamente negativo. I volumi totali acquistati dalle famiglie sono passati infatti da oltre 6,5 milioni di tonnellate nel 2000 a 5,4 milioni di tonnellate nel 2006, evidenziando una riduzione in termini percentuali pari a -17%. In calo tutte le principali voci del comparto, con la sola eccezione di banane e frutti esotici.
Nel corso dell’ultimo triennio, la dinamica degli acquisti domestici, ha mostrato un trend sostanzialmente stabile in termini di quantità, mentre la spesa ha registrato un incremento, particolarmente evidente nell’ultimo anno. Infatti, nel 2006 i consumi domestici dell’intero comparto hanno avuto un lieve rimbalzo, rispetto al 2005, aumentando di 0,3 punti percentuali. Bene soprattutto il segmento dei freschi (frutta, ortaggi e IV gamma).
Fonte: Ismea-AcNielsen
Acquisti domestici del totale Ortofrutta (.000 t)
6.4866.132
5.474 5.300 5.387 5.358 5.374
-
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
A fronte di consumi stagnanti, l’andamento degli acquisti in valore risente dell’aumento dei prezzi al dettaglio.
‐ 46 ‐
46
Tra il 2000 ed il 2006, la spesa per prodotti ortofrutticoli è aumentata da 7,7 a 8,3 miliardi di euro. In particolare, al calo sostanziale del 2002 è seguita una fase ininterrotta di incremento della spesa (+8%).
Fonte: Ismea-AcNielsen
Acquisti domestici del totale Ortofrutta (mln Euro)
7.662
7.856
7.511
7.711
7.841 7.877
8.304
7.000
7.200
7.400
7.600
7.800
8.000
8.200
8.400
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Estendendo l’analisi ai consumi umani complessivi (domestici ed extra domestici) per prodotti ortofrutticoli, le figure seguenti riportano i dati dei bilanci di approvvigionamento della Fao e mostrano le tendenze in atto nei principali paesi dell’Unione Europea. Come si vede, l’Italia è il paese con la maggiore flessione della domanda, seguita dalla Germania, per la frutta, e da Spagna e Francia, per gli ortaggi.
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Fao
Consumo umano di frutta(variazioni % delle quantità rispetto all'anno 2000)
-15,0
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
Regno Unito Spagna Francia Germania Italia UE 15
2001/2000 2002/2000
‐ 47 ‐
47
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Fao
Consumo umano di ortaggi (variazioni % delle quantità rispetto all'anno 2000)
-20,0
-15,0
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
Regno Unito Germania Francia Spagna Italia UE 15
2001/2000 2002/2000
Per quanto riguarda i canali distributivi, l’ortofrutta è uno dei pochi comparti in cui il canale commerciale dei super e ipermercati ancora è arginato dal dettaglio tradizionale, dai mercati rionali, dagli ambulanti e dal canale denominato “altri”, che qui in particolare rappresenta la produzione propria. In ogni caso, la Distribuzione Moderna ha raggiunto il 52% del mercato in volume ed il 54% in valore.
Prospetto 7‐ Distribuzione degli acquisti di ortofrutta fresca in volume nei canali di vendita nel 2006
Fonte: Ismea-AcNielsen
Liberi Servizi3%
Discount5%
Ipermercati17%
Frutta e Verdura
19%
Ambulanti e mercati rionali
19%
Supermercati27%
Altri canali10%
‐ 48 ‐
48
Prospetto 8‐ Distribuzione della spesa per l’ortofrutta fresca nei canali di vendita nel 2006
Fonte: Ismea-AcNielsen
Liberi Servizi3%
Discount4%
Ipermercati17% Ambulanti e
mercati rionali17%
Frutta e Verdura
19%
Supermercati30%
Altri canali10%
La distribuzione della spesa alimentare per grandi aggregati di prodotti è riportata nella figura seguente. Le voci di spesa più importanti del comparto ortofrutticolo sono la frutta fresca (esclusi gli agrumi che sono una voce a parte), e gli ortaggi freschi che si spartiscono il 69% della spesa complessiva.
Nel corso del periodo 2000-2006 la composizione del paniere degli acquisti per il consumo domestico ha visto l’incremento della spesa per frutta, ortaggi, IV gamma e surgelati, mentre è diminuita quella per conserve di pomodoro e vegetali e per gli agrumi.
Prospetto 9 Composizione del paniere di spesa per l’ortofrutta in valore, 2006
Fonte: Ismea-AcNielsen
Frutta in guscio e secca
2% Ortaggi freschi31%
Frutta fresca38%
Ortaggi in scatola10%
Agrumi7%
Ortaggi surgelati
7%
IV e V Gamma5%
Un’analisi più dettagliata sui singoli prodotti ortofrutticoli permette di individuare alcune tendenze interessanti.
Mettendo in relazione la variazione delle quantità acquistate e dei prezzi, ossia considerando l’elasticità degli acquisti al prezzo, di una serie di prodotti si ottiene un grafico a dispersione, in cui i diversi prodotti si posizionano nei quattro quadranti a seconda delle performance dimostrate nel periodo in esame.
‐ 49 ‐
49
Prospetto 10‐ Classificazione dei prodotti alimentari secondo il grado di elasticità degli acquisti al prezzo
Fonte: Ismea
Ne risulta la seguente classificazione:
Prodotti trainanti: i quali, nonostante l’incremento dei prezzi superiore alla media, non hanno pagato con flessioni dei volumi, quindi hanno ben sopportato l’incidenza negativa dell’aumento di prezzo. Nel caso dell’ortofrutta sono principalmente quei prodotti adatti agli stili di vita moderni, che permettono di risparmiare tempo e fatica. Fanno parte di questo raggruppamento: gli ortaggi di quarta e quinta gamma (insalate lavate e tagliate, oppure ortaggi già lessati o grigliati o addirittura delle ricette pronte), la polpa e la passata di pomodoro, gli ortaggi in scatola e i kiwi.
Prodotti in crisi: sono quei prodotti che, nonostante l’incremento dei prezzi sia inferiore alla media del periodo, hanno subito una contrazione dei consumi maggiore della media degli altri prodotti agroalimentari. Quindi la flessione dei prezzi in questo caso non è stata sufficiente per arginare l’emorragia di acquisti. Fanno parte di questo raggruppamento uva, asparagi, pesche, fagiolini, insalata, clementine, pomodori, cetrioli, pere, fragole, cavolfiore.
Prodotti maturi: sono quei prodotti che presentano una certa elasticità al prezzo, nel senso che il consumatore risponde ad incrementi di prezzo diminuendo l’acquisto in misura proporzionale. Rientrano in questa categoria quei prodotti che nel periodo, nonostante un incremento dei prezzi inferiore alla media, hanno manifestato una contrazione dei consumi, anche se in misura minore della media degli altri prodotti alimentari. Si tratta di prodotti base nella dieta del consumatore, ma in una certa misura comprimibili se si verificano aumenti di listini, come zucchine, melanzane, banane, finocchi, ortaggi surgelati, meloni, anguria.
-5,0%
15,0%
35,0%
-55,0% -35,0% -15,0% 5,0% 25,0% 45,0%
Trainanti
Critici Maturi
Discendenti
Var. quantità
Var
.pre
zzi
Ortaggi 4° e 5° gammapolpa e passata di pomodoro
ortaggi scatolameKiwi
Pelati, Patate, Mele, Mandarini
Albicocche, AranceCarote, Carciofo
Uva, Asparago, PescaFagiolino, Insalata,
ClementinePomodoro, Cetriolo,
Pere, Fragola Cavolfiore
Frutta bosco, Ananas,Zucchina, Melanzana,
Banana, Finocchio, Ortaggi surg.,Meloni, Anguria
‐ 50 ‐
50
Prodotti discendenti: sono quei prodotti che manifestano una elasticità al prezzo più che proporzionale. Nel quinquennio in esame, infatti, hanno subito incrementi di prezzo maggiori della media, cui i consumatori hanno risposto penalizzando i consumi, che sono diminuiti in misura maggiore rispetto agli altri prodotti. Si tratta dei pelati, delle patate, delle mele, dei mandarini, delle albicocche, delle arance, delle carote e dei carciofi.
Le dinamiche dei consumi domestici sono evidentemente collegate anche all’andamento dei prezzi al consumo.
In particolare, l’andamento dell’indice Ismea dei prezzi al consumo di frutta e agrumi consumati in casa mostra un trend decisamente crescente, con un incremento pari a circa il 14% nel corso del periodo considerato.
Prospetto 11 ‐ Indice dei prezzi di frutta e agrumi acquistati dalle famiglie
Fonte: Ismea
90
95
100
105
110
115
120
125
130
135
140
gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2000=
100
indice prezzi al consumo Poli. (indice prezzi al consumo)
Confrontando l’indice dei prezzi al consumo Ismea con l’indice dei prezzi alla produzione per frutta e agrumi, si osserva come forti flessioni alla produzione non si trasmettano in misura proporzionale a valle e come, sovente, avvenga che l’indice dei prezzi alla produzione si trovi al di sopra di quello al consumo. Appare evidente la maggiore rigidità dei prezzi al consumo rispetto a quelli ricevuti dagli agricoltori.
Va osservato che – in termini relativi - la crescita dei prezzi alla produzione è quasi sempre superiore a quella dei prezzi al consumo come, ad esempio, la considerevole contrazione produttiva avvenuta nel 2003, che ha determinato una lievitazione dei prezzi alla produzione al di sopra della norma. In quel caso, il canale commerciale non ha potuto scaricare completamente gli aumenti sul consumatore, per cui i prezzi al consumo sono cresciuti in maniera meno che proporzionale.
Tra il 2000 ed il 2006, l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato del 20% circa. Infine, occorre tener ben presente che aumenti percentuali di uguale entità determinano incrementi reali di prezzo ben differenti nella fase all’origine rispetto a quella al dettaglio.
‐ 51 ‐
51
Prospetto 12‐ Indice Ismea dei prezzi di frutta e agrumi acquistati dalle famiglie italiane e indice Ismea dei prezzi alla produzione di frutta e agrumi: un confronto
Fonte: Ismea
70
90
110
130
150
170
190
gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi al consumo indice prezzi alla produzione
Dall’analisi dell’indice dei prezzi degli ortaggi acquistati dalle famiglie italiane, si apprezza una
tendenza crescente piuttosto spinta: nell’arco di sette anni l’indice ha subito un incremento del
47%.
Prospetto 13 ‐ Indice dei prezzi degli ortaggi acquistati dalle famiglie
Fonte: Ismea
90
100
110
120
130
140
150
160
170
180
190
gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi al consumo Poli. (indice prezzi al consumo)
‐ 52 ‐
52
Nello stesso periodo l’indice dei prezzi alla produzione è aumentato del 33% circa. Anche per
questi prodotti si conferma la regola della maggiore rigidità dei prezzi al consumo. Picchi verso
l’alto, ma soprattutto verso il basso, dei prezzi alla produzione non hanno effetto immediato e
congruo sui listini al consumo.
Prospetto 14‐ Indice Ismea dei prezzi degli ortaggi acquistati dalle famiglie italiane e indice Ismea dei prezzi alla produzione degli ortaggi: un confronto
Fonte: Ismea
70
90
110
130
150
170
190
210
230
250
gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06
Indic
e 2
000=
100
indice prezzi al consumo indice prezzi alla produzione
‐ 53 ‐
53
16 Commercio e saldi con l’estero
16.1.1 Il saldo Tra il 2000 ed il 2006, il saldo del commercio estero dei prodotti ortofrutticoli freschi ha
subito una forte contrazione, sia in volume (-47%), sia in valore (-31%). La diminuzione dei
volumi è stata pari ad oltre 750 mila tonnellate mentre in valore la perdita è stata di 325
milioni di €. Questa riduzione del saldo è dipesa sia dal progressivo aumento delle importazioni
che dalla riduzione delle esportazioni, in quantità e in valore.
L’intero periodo può però essere suddiviso in due fasi caratterizzate da tendenze
diametralmente opposte. Nel quinquennio 2000-2004, infatti, il saldo dei prodotti ortofrutticoli
freschi ha subito una contrazione costante e molto consistente sia in termini di quantità (-
70%), sia in termini di valore (-56%). Nel biennio successivo, c’è stata una ripresa delle
esportazioni che ha impresso una decisa inversione di tendenza, consentendo di recuperare –
anche se in misura parziale - il terreno perso in precedenza.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Saldo in volume e valore dei prodotti ortofrutticoli freschi
1.593
480
859 841
1.293
1.702
629
1.050
1.255
724
535457
700
1.023
-
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
.000 t Milioni €
‐ 54 ‐
54
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Variazioni % del saldo dei prodotti ortofrutticoli freschi
6,9
79,0
-2,1
-47,2
-23,7-24,0
-51,4
-31,6 -34,7
17,2
35,1
-31,1
-18,5
19,5
-60
-40
-20
-
20
40
60
80
100
2001/00 2002/01 2003/02 2004/03 2005/04 2006/05 2006/00
Quantità Valore
Paesi Quota 2006Var. % in Quantità
Var. % in Valore
Totale paesi 100% -4% 13%Ue-15 73% -14% 2%Extra Ue-15 27% 32% 59%Germania 34% -18% -4%Francia 9% -20% -12%Regno Unito 8% -10% 16%Spagna 5% 21% 53%Svizzera 4% -28% -14%Austria 4% -26% 0%Polonia 4% -6% 27%Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Frutta fresca - Quota in valore (2006) e variazione 2006/2000 delle esportazioni
Paesi Quota 2006Var. % in Quantità
Var. % in Valore
Totale Paesi 100% -20% -2%Ue-15 52% -28% -2%Extra Ue-15 48% -11% 7%Germania 26% -20% 3%Svizzera 13% -14% 3%Austria 11% -48% -30%Polonia 7% -35% -12%Slovenia 7% 6% 23%Francia 6% -15% -3%Ungheria 4% 97% 120%Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Agrumi - Quota in valore (2006) e variazione 2006/2000 delle esportazioni
‐ 55 ‐
55
Paesi Quota 2006Var. % in Quantità
Var. % in Valore
Totale paesi 100% -14% 16%Ue-15 81% -19% 10%Extra Ue-15 19% 26% 53%Germania 45% -18% 5%Austria 9% -7% 22%Francia 8% -28% -2%Regno Unito 7% -37% 26%Svizzera 6% -20% -2%Paesi Bassi 4% -12% 29%Slovenia 4% 80% 114%Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Ortaggi, legumi e patate - Quota in valore (2006) e variazione 2006/2000 delle esportazioni
Il saldo del commercio estero dell’ortofrutta trasformata presenta una situazione meno
preoccupante rispetto al comparto del fresco.
Si assiste, infatti, ad un aumento del saldo in volume (+7%) ed in valore (+18%).
L’incremento dei volumi è stato pari a circa 110 mila tonnellate, mentre in valore l’aumento è
stato di 155 milioni di €.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Saldo in volume e valore dei prodotti ortofrutticoli trasformati
1.482
1.266
1.422
1.590
1.311
1.615 1.622
1.089
985 942 996 1.023961
867
-
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
.000 t Milioni €
‐ 56 ‐
56
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Variazioni % del saldo dei prodotti ortofrutticoli trasformati
9,0
12,3 11,8
7,3
-19,2
0,5
-3,4
10,813,3
17,9
2,7
5,7
-4,4
-9,6
-25
-20
-15
-10
-5
-
5
10
15
20
2001/00 2002/01 2003/02 2004/03 2005/04 2006/05 2006/00
Quantità Valore
Paesi Quota 2006Var. % in Quantità
Var. % in Valore
Totale paesi 100% 25% 23%Ue-15 68% 23% 21%Extra Ue-15 32% 30% 27%Francia 15% 32% 25%Spagna 12% 74% 43%Germania 11% 14% 29%Paesi Bassi 8% -17% -19%Turchia 8% 56% 82%Austria 7% 96% 135%Cina 7% 23% 1%Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Ortofrutta trasformata - Quota in valore (2006) e variazione 2006/2000 delle importazioni
Paesi Quota 2006Var. % in Quantità
Var. % in Valore
Totale paesi 100% 14% 21%Ue-15 68% 8% 15%Extra Ue-15 32% 31% 34%Germania 22% 9% 4%Regno Unito 16% 2% 21%Francia 12% 6% 8%Stati Uniti 5% 13% 0%Belgio 3% 0% 21%Austria 4% 53% 57%Giappone 3% 28% 28%Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Ortofrutta trasformata - Quota in valore (2006) e variazione 2006/2000 delle esportazioni
‐ 57 ‐
57
16.1.2 Le importazioni Nel periodo 2000-2006, l’andamento delle importazioni ha contribuito a determinare il deterioramento del saldo, infatti, si è registrato un considerevole aumento delle quantità in arrivo nel nostro Paese per i diversi aggregati di prodotti.
Le importazioni di ortaggi, legumi e patate hanno subito un’impennata del 23% in volume e del 54% in valore.
L’aggregato relativo alla frutta fresca ha avuto un andamento analogo, con incrementi considerevoli sia in volume +20%, sia in valore 44%.
Le importazioni di ortofrutticoli trasformati sono aumentate del 25%, cui fa seguito un incremento del valore con un tasso più ridotto, +23%.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Importazioni di ortofrutta in Italia2000-2006 (valori in milioni di euro)
-
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Frutta fresca, in guscio, secca ed agrumiOrtaggi, legumi e patateOrtofrutta trasformata
‐ 58 ‐
58
16.1.3 Le esportazioni Sul versante delle esportazioni, gli ortofrutticoli freschi sono stati caratterizzati da una dinamica negativa delle quantità inviate all’estero, mentre per i prodotti trasformati l’andamento è stato positivo, sia in termini di volumi, sia di valore. L’aggregato ortaggi, legumi e patate ha subito – nel periodo 2000-2006 - un peggioramento in volume del 14%, che è stato parzialmente compensato dall’aumento dei prezzi medi all’export che ha determinato un incremento in termini di valore del 16%.
Leggermente migliore la performance registrata da frutta fresca ed agrumi, che ha segnato una riduzione del 6% in volume ed un aumento del 15% in valore.
Positivo l’andamento degli ortofrutticoli trasformati che aumentano del 14% in quantità e del 21% in valore.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Esportazioni di ortofrutta in Italia2000-2006 (valori in milioni di euro)
-200400600800
1.0001.2001.4001.6001.8002.0002.2002.400
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Frutta fresca, in guscio, secca ed agrumiOrtaggi, legumi e patateOrtofrutta trasformata
Un’indicazione generale sulla competitività dell’ortofrutta italiana sui mercati esteri può essere
fornita dai livelli e dalla dinamica dei prezzi medi all’export e all’import.
Per quanto riguarda la frutta fresca (esclusi gli agrumi), si nota come i prodotti nazionali siano
collocati sui mercati esteri a prezzi medi inferiori rispetto a quanto paghiamo per i prodotti di
importazione. La dinamica dei due prezzi segue comunque la stessa traiettoria.
‐ 59 ‐
59
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Frutta fresca: andamento prezzi unitari all'import ed all'export (Euro/kg)
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Prezzo medio import Prezzo medio export
Per gli agrumi si osserva una forbice significativa fra prodotto di importazione e prodotto italiano esportato, quest’ultimo collocato sui mercati esteri a livelli sensibilmente inferiori. Negli ultimi quattro anni si nota comunque una tendenza ad un assottigliamento della differenza.
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Agrumi: andamento prezzi unitari all'import ed all'export (Euro/kg)
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Prezzo medio import Prezzo medio export
Per legumi, ortaggi e patate, invece, la situazione si ribalta. I nostri prodotti mostrano un prezzo medio all’export maggiore rispetto ai prodotti dello stesso aggregato importati in Italia, con una forbice che, di anno in anno, si allarga e si restringe.
‐ 60 ‐
60
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat
Legumi, ortaggi e patate: andamento prezzi unitari all'import ed all'export (Euro/kg)
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Prezzo medio import Prezzo medio export
‐ 61 ‐
61
17 Analisi SWOT Punti di forza
Punti di debolezza
a) Masse critiche dei principali prodotti
continentali b) Assortimento di prodotti ampio e
profondo c) Masse critiche di prodotti da agricoltura
integrata e biologica d) Leadership europea nelle produzioni
geograficamente protette e) Eccellenze organizzative e commerciali
per alcune aree e alcuni prodotti f) Rete di Centri Agroalimentari moderna g) Presenza storica nei principali mercati di
consumo europei h) Posizione logistica baricentrica rispetto
alla nuova UE ed al bacino del Mediterraneo
i) Frammentazione del sistema distributivo al dettaglio nazionale
j) Mercato di consumo interno leader a livello internazionale
k) Brand aziendali o tipici di forte valenza nazionale
l) Vissuto positivo del Made in Italy in senso lato a livello internazionale
m) Costi di produzione elevati n) Scarsa innovazione varietale o) Standard produttivi molto differenziati e
non codificati p) Frammentazione delle strutture agricole q) Insufficiente controllo della produzione in
forma organizzata r) Scarsa operatività dell’Interprofessione s) Rete di reditribuzione logistica e
commerciale per il mercato interno obsoleta e poco efficiente a livello complessivo
t) Strutture portuali per l’accesso e l’uscita dall’Italia insufficienti
u) Rete di controlli per il mercato interno e per l’esportazione non adeguata
v) Riduzione tendenziale dei volumi di esportazione
w) Concentrazione dell’export verso i mercati della UE
x) Approccio commerciale ancorato alla spedizione e non alla gestione dei mercati
y) Scarsa internazionalizzazione del sistema distributivo nazionale
z) Assenza di brand nazionali di valenza internazionale e sviluppo di produzioni a marchio per conto terzi
Opportunità
Minacce
a) Costruzione di progetti di sviluppo per le produzioni strategiche e loro integrazione su programmi di gamma
b) Progetti di dismissione delle produzioni ortofrutticole e loro riconversione nelle aree meno vocate - ricerca programmata
c) Valorizzazione del Made in Italy e declinazione su parametri di qualità percepibili e garantibili
d) politica dei consumi di prodotti ortofrutticoli: programmi di comunicazione e di educazione alimentare al consumatore
e) Evoluzione dei rapporti di filiera e regolazione del mercato
f) Potenziamento strutture organizzative per maggiore concentrazione offerta
g) Riduzione delle dimensioni del sistema ortofrutticolo nazionale e restrizione al ruolo di co-packer di commodities
h) Esclusione nei mercati internazionali dell’Italia come area di approvvigionamento primario – crescente influenza sulle produzioni e sull’export dei Paesi Extra UE (Nord Africa, Medio oriente, Sud America) e dei Paesi PECO
i) Aumento della frequenza e della gravità delle crisi di mercato per il riversarsi sul mercato interno anche di quota di produzione originariamente destinata all’export e per il costante aumento a livello mondiale della produzione di ortofrutta
j) Ridimensionamento delle relazioni con il sistema distributivo nazionale e internazionale in progressiva concentrazione con gruppi di controllo stranieri.
‐ 62 ‐
62
ALLEGATO B
ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA
Il sistema ortofrutticolo organizzato
1. L’evoluzione del sistema ortofrutticolo organizzato
Con l’entrata in vigore del regolamento (CE) n. 2200/96 – e con i successivi interventi normativi – il quadro politico ha messo a disposizione delle imprese ortofrutticole importanti strumenti istituzionali che hanno consentito l’avvio di un processo di riorganizzazione del settore.
Dopo le difficoltà incontrate nelle prime fasi di applicazione della normativa e le incertezze nelle strategie perseguite da parte degli operatori - connesse anche all’indeterminatezza dei contributi fruibili -, in Italia si è assistito a un’accelerazione del processo associativo della produzione ortofrutticola. Tale evoluzione è stata favorita dall’emanazione del regolamento CE n. 2699/2000 il quale, nel definire un unico massimale per il contributo comunitario al fondo d’esercizio, ha semplificato e reso più stabile il regime di aiuti a favore delle Organizzazioni di produttori (OP).
Un numero crescente di OP ha ottenuto il riconoscimento ai sensi del regolamento CE n. 2200/96: basti pensare che alla fine del 2007 si contano 391 Organizzazioni riconosciute (di cui 79, però, revocate) contro le 174 del 2000. Il tasso di crescita, pari a circa l’80% nella media nazionale, riflette dinamiche che a livello territoriale sembrano assumere un’intensità analoga. Il Mezzogiorno si conferma come l’area con il maggior numero di Organizzazioni riconosciute presenti, come si evince dal seguente prospetto.
2000 2007 Variaz. % Nord 40 74 +85 Centro 33 64 +94 Sud 101 174 +72 Italia 174 312 +79
Delle 312 Organizzazioni attualmente riconosciute, 275 sono OP iscritte ai sensi dell’art. 11, 28
risultano in prericonoscimento (Gruppi di produttori – GP, art. 14) e 9 rappresentano le Associazioni di Organizzazioni di produttori (AOP), riconosciute in base all’articolo 16 del regolamento CE n. 2200/96. Tali Organizzazioni fanno capo, in Italia, a quattro Unioni secondo la ripartizione illustrata nella tabella 1.1.
Tab. 1.1 – Distribuzione Organizzazioni riconosciute per Unione di rappresentanza, 31/12/2007
Unaproa Uiapoa Unacoa Unagro Indipendenti Totale OP - Art.11 137 85 39 2 12 275
GP - Art.14 9 6 9 1 3 28
AOP - Art. 16 6 3 0 0 0 9 Totale 152 94 48 3 15 312
Con l’applicazione dell’OCM ortofrutta, in Italia si è innescato, soprattutto negli ultimi anni, un
diffuso processo di crescita e di riorganizzazione del sistema produttivo che ha interessato, con dinamiche e caratteri differenti, le diverse aree del Paese.
La maggiore numerosità di OP nel Mezzogiorno (174 a fronte di 74 OP al Nord e di 64 OP nel Centro Italia, presenti nel 2007) è da mettere in relazione con una più elevata concentrazione meridionale delle
‐ 63 ‐
63
produzioni ortofrutticole, ma anche con la maggiore frammentazione delle aziende e con la densità di realtà imprenditoriali poco dinamiche e sottodimensionate. La crescita del numero di OP rappresenta un indicatore che coglie solo un elemento quantitativo del processo di aggregazione dell’offerta, poiché accanto a casi in cui le OP rappresentano un reale passaggio di un processo di organizzazione della produzione, sussistono casi in cui esse sono solo la principale forma di accesso al sussidio per gli operatori del comparto.
Prendendo in considerazione il valore della produzione commercializzata (VPC) dalle OP e il relativo peso sulla produzione ortofrutticola complessiva, è possibile riscontrare come esso non sia ancora riuscito a superare, nella media nazionale, il 35%, benché questo risultato nasconda in realtà notevoli differenze tanto a livello territoriale (il Nord conta una quota media di produzione organizzata che si aggira intorno al 70%, a fronte di un 15% circa evidenziato dal Mezzogiorno nel suo complesso), quanto di comparto produttivo, come nel caso delle mele o in quello del pomodoro da industria, pressoché interamente organizzati. Queste differenze coinvolgono soprattutto la dimensione economica ma anche le strategie d’impresa e un diverso modo di rapportarsi con il mercato. Basti pensare che il Mezzogiorno, pur contando più del 50% di OP sul proprio territorio, ricopre soltanto una quota che si aggira intorno al 25% in termini di VPC. Viceversa, nell’Italia settentrionale è localizzato il 23% circa delle OP cui afferisce il 66% circa del VPC. Questi dati oltre a confermare una diversa dimensione economica della componente organizzata della produzione ortofrutticola fra le due aree, segnalano, inoltre, una ben diversa dimensione media delle OP. In termini di produzione commercializzata, tale dimensione raggiunge circa 6,8 milioni di euro per le OP del Sud a fronte di circa 40-50 milioni di euro per le OP settentrionali.
Tali differenze trovano spiegazione nelle radici profonde di una cultura cooperativa che, soprattutto nell’area Nord-orientale, ha influenzato non soltanto la crescita del sistema associativo, ma soprattutto una diversa dimensione delle OP e lo sviluppo di adeguate strategie competitive. L’esistenza di forme pregresse di organizzazione economica dei produttori sembra aver assunto un ruolo importante nello spiegare la diversa performance dei sistemi produttivi regionali. In altri termini, proprio laddove era già presente una qualche forma di organizzazione economica, l’OCM ortofrutta sembra aver trovato una sua più efficace applicazione.
Oltre a questo aspetto vi è da tener presente che la notevole eterogeneità dei percorsi di concentrazione e riqualificazione dell’offerta evidenziata nelle diverse realtà geografiche, è ascrivibile anche alla difformità riscontrabile negli ordinamenti produttivi, negli sbocchi di mercato e nelle attitudini imprenditoriali che caratterizzano il settore.
Il Nord Italia si caratterizza, infatti, per una relativa maggior presenza di operatori capaci di interfacciarsi con i circuiti distributivi moderni e di competere sui mercati esteri. Si segnalano come particolarmente significative le affiliazioni di cooperative e OP extra-regionali, sia settentrionali che centro-meridionali, a OP capofila trentine e soprattutto emiliano-romagnole. Per il Sud, invece, sussistono condizioni di debolezza specifiche del settore che limitano il potenziale competitivo dell’offerta ortofrutticola, soprattutto in termini di capacità di interfacciarsi con quelle componenti del sistema ortofrutticolo in grado di porsi come veicoli di penetrazione nei canali moderni e nei mercati esteri. Tuttavia, non mancano realtà imprenditoriali meridionali sufficientemente dinamiche, nelle quali non di rado la nascita di OP ha rappresentato una mera registrazione di reti già esistenti.
2. Le OP e il valore della produzione commercializzata
L’analisi delle Organizzazioni esistenti e del relativo valore della produzione commercializzata viene effettuata sulla base dei dati derivanti dall’Allegato 3 della Relazione generale del MIPAAF il cui ultimo anno disponibile, al momento, è il 2006. Per l’analisi dei dati viene preso in considerazione il triennio 2004-2006. Si fa presente che le informazioni che vi sono contenute consentono soltanto un’analisi generale della situazione in Italia del sistema ortofrutticolo organizzato e delle relative dinamiche intervenute nel triennio considerato.
Dai dati della Relazione generale si rilevano, per il 2006, 270 OP di cui 260 attive poiché nel corso dell’anno 7 OP hanno cessato la loro attività, con la conseguente revoca del riconoscimento, e 3 sono state oggetto di fusioni. Rispetto al 2005 si è avuto un aumento delle OP presenti di circa il 7%, grazie al riconoscimento di 17 nuove strutture intervenuto nel corso dell’anno (fig. 2.1).
Nel 2006 va registrata una decelerazione della dinamica di crescita delle OP rispetto agli anni precedenti, allorquando il numero di nuove OP riconosciute si era attestato a 29 nel 2005 e a 27 nel 2004. Ciò a fronte di un numero comunque limitato di revoche di riconoscimento (4 nel 2005 e 6 nel 2004), come si evince dalla figura 2.1.
Tab. 2.1 – Dinamica delle Organizzazioni riconosciute
2004 2005 2006
op già presenti 198 219 243
op revocate 6 4 7
‐ 64 ‐
64
op fuse 1 3
op nuove 27 29 17
gp già presenti 22 27 22
nuovi gp 6 8 9
aop già presenti 5 6 9
aop nuove 1 3 1
Fig.2.1 – Evoluzione del numero di OP nel triennio 2004‐2006
A livello territoriale la crescita nel numero delle OP ha interessato in maniera diffusa tutte le
circoscrizioni geografiche, seppure con una diversa intensità, maggiore al Centro (+32%), imputabile
all’evoluzione nel Lazio, e al Nord (+20%), localizzabile principalmente in Veneto e in Lombardia; più
limitato, invece, è stato l’aumento delle OP nel Mezzogiorno (+10,4%) cui hanno contribuito soprattutto
l’Abruzzo, la Campania, la Puglia e la Sicilia.
L’analisi delle OP sulla base della classificazione per categoria di riconoscimento evidenzia una forte
concentrazione di organizzazioni riconosciute come “ortofrutticole”: 182 nel 2006, pari al 70% del totale; un
numero, questo, che, benché in aumento in termini assoluti, rivela una contrazione in termini
relativi (era il 76,6% nel 2004), essendo contestualmente cresciuta la quota di OP che negli ultimi due anni
sono state riconosciute nella categoria “ortaggi” e che nel 2006 ha superato l’11% del totale, corrispondente a
30 OP contro le 14 del 2004 (tab. A.1). Nella tipologia “frutta e ortaggi” sono presenti soltanto 2 OP,
‐ 65 ‐
65
localizzate nella Provincia di Bolzano; esse si distinguono per un elevato numero medio di produttori (4.743)
e soci “persone giuridiche” (19), nettamente superiore alle OP appartenenti alle altre tipologie.
Le categorie “prodotti destinati alla trasformazione”, “agrumi” e “frutta in guscio” riuniscono,
ognuna, tra il 4% e il 6% del numero complessivo di OP, mentre nelle restanti tipologie non vengono
riconosciute più del 2% delle organizzazioni.
All’aumento del numero complessivo di OP ha corrisposto, nel triennio 2004‐2006, un andamento
incerto del numero di soci “persone fisiche”, in quanto a un incremento tra il 2004 e il 2005 del 3,5% circa (da
90.382 a 93.558 soci) ha fatto seguito un calo del 3,7% nell’anno successivo che ha portato a un ammontare di
poco superiore a 90.000 soci (tab. A.2). Il numero complessivo dei soci “persone giuridiche” è, invece,
cresciuto nel triennio in esame, essendo passato da 1.138 a 1.306 unità.
A livello territoriale si osserva come alla maggiore numerosità di OP nel Sud non corrisponda,
tuttavia, un più elevato numero di produttori associati. Le OP presenti nell’area settentrionale, pur
rappresentando meno del 25% delle organizzazioni in Italia, raccolgono, con poco meno di 53.000 soci
“persone fisiche” nel 2006, il 58,5% del totale dei produttori associati. Più dell’80% di essi si concentra in
Emilia‐Romagna e nelle Province Autonome di Bolzano e di Trento, dove, fra l’altro, si registra un
ridimensionamento della base sociale, più sensibile nella prima regione (‐11% circa rispetto al 2004). Nel
Mezzogiorno le OP aggregano, nel 2006, circa 30.600 produttori – in leggera contrazione rispetto al 2005, ma
in aumento nei confronti del 2004 – il 72% dei quali localizzato in Sicilia e in Calabria. Nel primo caso i
produttori associati hanno registrato una significativa contrazione nel triennio in esame (‐16% circa), pur in
presenza di un aumento del numero di OP; viceversa, in Calabria il numero di soci è cresciuto in misura
considerevole a fronte di un calo delle OP. L’area del Centro Italia mostra un costante aumento del numero
di produttori soci, particolarmente intenso nel 2006, cui hanno contribuito in maniera determinante le OP
situate nella regione Marche. Per quanto riguarda i soci “persone giuridiche” va segnalata la crescita
significativa avvenuta nel Nord e localizzata in due regioni, Emilia‐Romagna e Lombardia; ciò testimonia la
crescente presenza, nella base sociale, di cooperative e di aziende agricole gestite in forma societaria.
Il diverso andamento del numero delle OP, in crescita, e della relativa base sociale, tendenzialmente
in diminuzione, ha comportato un ridimensionamento della dimensione media delle OP nel corso del
triennio, passata da 443 a 374 soci “persone fisiche” (‐15,6%) e da 6 a 5 soci “persone giuridiche” (tab. 2.2).
Tre sole regioni si collocano al disopra della media nazionale: il Piemonte con 660 produttori soci per OP nel
2006, l’Emilia‐Romagna con 1.092 associati per organizzazione e le Province Autonome di Trento (con una
media di 1.818 soci, in forte aumento rispetto al 2004) e di Bolzano che, con 4.743 produttori associati per OP,
si pone a un livello nettamente distanziato rispetto al resto del Paese.
‐ 66 ‐
66
Tab. 2.2 ‐ Indicatori riguardanti le ʺrelazioni societarieʺ delle OP (valori medi)
Numero medio di
soci persone fisiche per OP Numero medio di soci
Persone giuridiche per OP
Regione 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 674 679 660 5 5 5
Lombardia 750 470 193 8 5 9
P.A. Trento 1415 1927 1818 5 6 6
P.A. Bolzano 4919 4743 4743 20 19 19
Veneto 367 288 249 6 5 4
Friuli V.G. 93 92 90 14 14 12
Emilia‐Romagna 1357 1381 1092 4 4 9
Toscana 604 654 360 4 5 3
Marche 205 189 274 9 8 3
Lazio 248 252 173 2 2 1
Abruzzo 265 336 189 3 3 3
Molise 179 248 240 9 14 16
Puglia 131 127 109 7 7 7
Campania 231 173 122 10 7 7
Basilicata 116 113 131 3 3 3
Calabria 150 266 332 6 5 7
Sicilia 332 270 250 5 4 4
Sardegna 98 90 73 2 1 1
Italia 443 431 374 6 5 5
Fig. 2.2 – Numero medio di soci ”persone fisiche” per OP
‐ 67 ‐
67
Anche l’indicatore relativo alle dimensioni fisiche delle OP, espresso in termini di superficie, mostra
una riduzione nel triennio esaminato (tab. A.3). La superficie complessiva corrispondente alle OP è calata,
infatti, tra il 2004 e il 2006 del 4,5% circa. L’analisi della superficie media per OP evidenzia, comunque, una
sensibile contrazione della dimensione fisica, passata da 1.613 a 1.311 ettari per OP, che ha interessato quasi
tutte le regioni con valori anche molto diversi tra di loro (tab. 2.3).
Il valore della produzione commercializzata (VPC) dal complesso delle OP, diversamente dal
numero di soci produttori e dalla superficie coinvolta, mostra, tra il 2004 e il 2006, un andamento positivo a
livello nazionale: l’ammontare del VPC è passato, infatti, da 3,5 miliardi di euro nel 2004 a 3,7 miliardi nel
2006, segnando un incremento superiore al 5% (tab.2.4). Tale variazione acquisisce maggiore importanza se
confrontata con l’andamento dell’intera produzione ortofrutticola italiana che, nel triennio considerato, si è
invece ridotta dell’1,9% passando da 11,3 a 11 miliardi di euro. L’incidenza della produzione
commercializzata dalle OP è, quindi, aumentata, attestandosi, nella media nazionale, al 33,3% nel 2006
contro il 31% nel 2004.
L’analisi a livello territoriale evidenzia, ancora una volta, il notevole divario esistente tra le aree
geografiche, sia per quanto riguarda la concentrazione del VPC nelle regioni settentrionali (il 66% circa del
totale) sia per quanto concerne il diverso peso della produzione organizzata su quella complessiva. Il VPC
‐ 68 ‐
68
delle OP presenti al Nord rappresenta, infatti, più del 70% dell’intera produzione ortofrutticola di quest’area,
mentre al Centro e al Sud tale percentuale raggiunge rispettivamente il 19,6% e il 15,5%, testimoniando una
ridotta concentrazione dell’offerta. Questa percentuale, inoltre, tra il 2004 e il 2006 è cresciuta di appena un
punto percentuale al Sud, mostrando uno sviluppo nettamente più contenuto rispetto alle OP del Nord,
dove, invece, la quota di produzione organizzata è aumentata di ben 8,5 punti percentuali4.
L’analisi della dimensione produttiva media delle OP evidenzia nel triennio in esame, allo stesso
modo della dimensione societaria e di quella fisica, un ridimensionamento del valore (‐8% circa) che nel 2006
si è attestato, a livello nazionale, a 15,3 milioni di euro per OP (tab. 2.4). Il calo ha interessato, con intensità
diverse, la gran parte delle regioni italiane, soprattutto quelle meridionali, che vedono così ridurre
ulteriormente la già scarsa dimensione produttiva media (appena 6,6 milioni di euro nel 2006). Diverso è
invece il caso dell’area settentrionale le cui OP vantano un VPC medio di gran lunga più elevato rispetto alla
media nazionale e che nel 2006 si è attestato a 40 milioni euro, nonostante il calo del 18% circa evidenziato
rispetto al 2004. In quest’area vi è da segnalare la Provincia Autonoma di Bolzano le cui OP hanno una
dimensione produttiva media che si aggira intorno ai 150 milioni di euro.
4 Vi è da precisare, in proposito, che i valori molto elevati di incidenza della produzione commercializzata dalle OP dell’Emilia‐Romagna, della Lombardia e delle Province Autonome di Trento e Bolzano sono in parte dovuti alla presenza, in queste organizzazioni, di una quota significativa di soci produttori provenienti da altre regioni.
‐ 69 ‐
69
Tab. 2.3 ‐ Indicatori riguardanti le ʺdimensioni fisicheʺ delle OP (valori medi)
Numero Superficie ortofrutticola Superficie Frutta Superficie ortaggi Quantità di funghi
OP media per OP media per OP media per OP media per OP
(ha) (ha) (ha) (t)
Regione 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 5 5 5 2847 2905 2867 2743 2810 2788 104 95 79 0 0 0
Lombardia 10 12 15 3091 445 704 515 226 122 2576 219 582 146 136 0
P.A. Trento 6 6 6 1541 2171 2.149 1530 2142 2132 11 29 17 0 0 0
P.A. Bolzano 3 3 3 9.870 10.194 10.194 9764 10113 10113 105 81 81 0 0 0
Veneto 10 13 15 1.350 977 861 1.028 694 577 322 283 284 895 1169 1023
Friuli V.G. 2 2 2 230 272 245 0 272 245 230 0 0 0 0 0
Emilia‐Romagna 17 18 18 6135 6557 5284 3040 3237 2788 3095 3320 2496 35 34 23
Toscana 1 2 2 3.102 3381 1452 283 331 317 2.819 3050 1136 8 8 1
Marche 5 5 5 2.172 1.642 1.383 112 113 74 2.060 1.529 1.308 0 0 3
Lazio 22 29 30 895 936 592 895 909 589 0 27 3 0 0 4
Abruzzo 4 5 10 959 530 315 796 342 147 163 188 168 0 0 0
Molise 2 2 2 1.481 1.298 2.071 8 8 0 1473 1290 2071 0 0 0
Puglia 16 16 20 850 978 854 71 91 94 779 887 760 0 100 0
Campania 18 19 21 1711 1081 1035 213 98 190 1498 983 844 0 0 5
Basilicata 14 16 16 752 631 596 508 440 420 244 191 176 0 0 0
Calabria 36 39 30 840 839 1049 786 805 978 54 33 71 0 0 0
Sicilia 48 50 53 857 830 700 793 709 632 63 121 68 0 0 0
Sardegna 6 6 7 347 420 320 93 100 85 253 319 235 2 4 2
‐ 70 ‐
70
Italia 225 248 260 1.613 1.499 1.311 1.020 964 851 593 535 461 49 84 66
Tab. 2.4 ‐ Indicatori riguardanti la ʺdimensione produttivaʺ delle OP
Numero OP
Produzione commercializzata da OP
(.000 €)
Produzione media commercializzata da OP
(.000 €)
Produzione ortofrutticola complessiva (.000 €)
Produzione OP/ produz totale
(%) Regione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Valle dʹAosta 3.460 2.855 2.878
Piemonte 5 5 5 119.866 129.254 159.723 23.973 25.851 31.945 440.734 390.749 407.314 27,2 33,1 39,2
Lombardia 10 12 15 127.280 156.863 250.812 18.183 13.072 19.293 297.901 291.949 275.063 42,7 53,7 91,2
Liguria 43.333 44.044 43.806
P.A. Trento 6 6 6 246.210 251.134 280.359 49.242 50.227 56.072 188.600 183.840 156.714 130,5 136,6 178,9
P.A. Bolzano 3 3 3 459.614 450.463 452.620 153.205 150.154 150.873 387.257 294.904 272.037 118,7 152,7 166,4
Veneto 10 13 15 163.264 176.133 210.139 16.326 13.549 14.009 925.358 942.940 924.010 17,6 18,7 22,7
Friuli V.G. 2 2 2 6.138 5.843 5.801 3.069 2.922 2.900 61.434 55.793 57.142 10,0 10,5 10,2
Emilia‐Romagna 17 18 18 1.213.616 1.157.053 1.085.036 75.851 64.281 60.280 1.396.746 1.274.441 1.308.788 86,9 90,8 82,9
NORD 53 59 64 2.335.989 2.326.744 2.444.490 48.666 40.116 40.074 3.744.823 3.481.516 3.447.753 62,4 66,8 70,9
‐ 71 ‐
71
Toscana 1 2 2 24.805 15.304 22.075 24.805 15.304 11.038 187.711 196.151 217.494 13,2 7,8 10,1
Umbria 59.614 49.514 51.605
Marche 5 5 5 64.308 45.953 58.657 10.718 11.488 11.731 202.562 208.163 214.603 31,7 22,1 27,3
Lazio 22 29 30 154.044 169.146 196.288 8.108 8.902 7.270 822.883 836.753 929.276 18,7 20,2 21,1
CENTRO 28 36 37 243.157 230.403 277.020 9.352 9.600 8.148 1.272.770 1.290.581 1.412.978 19,1 17,9 19,6
Abruzzo 4 5 10 19.252 22.136 31.946 4.813 4.427 3.993 343.754 352.849 359.201 5,6 6,3 8,9
Molise 2 2 2 26.601 24.377 19.311 13.300 12.188 9.656 64.661 64.712 61.997 41,1 37,7 31,1
Puglia 16 16 20 116.335 108.981 127.138 7.756 6.411 6.691 967.857 1.030.892 1.010.307 12,0 10,6 12,6
Campania 18 19 21 213.034 177.931 225.778 13.315 10.467 12.543 1.560.262 1.482.797 1.554.281 13,7 12,0 14,5
Basilicata 14 16 16 79.551 69.967 73.044 6.119 5.831 5.619 266.989 253.258 243.708 29,8 27,6 30,0
Calabria 36 39 30 187.586 201.656 192.252 5.211 5.762 6.408 819.577 802.933 735.945 22,9 25,1 26,1
Sicilia 48 50 53 251.194 290.813 267.605 5.842 6.059 5.575 1.828.481 1.840.674 1.829.042 13,7 15,8 14,6
Sardegna 6 6 7 22.711 23.548 25.080 3.785 3.925 3.583 391.740 405.135 393.430 5,8 5,8 6,4
SUD 144 153 159 916.264 919.410 962.155 6.787 6.475 6.636 6.243.322 6.233.250 6.187.911 14,7 14,8 15,5
ITALIA 225 248 260 3.495.410 3.476.556 3.683.665 16.724 15.520 15.349 11.260.915 11.005.346 11.048.641 31,0 31,6 33,3
‐ 72 ‐
72
Prendendo in considerazione la distribuzione delle OP per area e classe di dimensione produttiva
(tab.2.5), si nota che, nel 2006, il 67,2% delle organizzazioni presenti al Nord evidenzia un VPC superiore ai
dieci milioni di euro, mentre al Centro e al Sud tale valore è raggiunto rispettivamente dal 29,4% e dal 18,9%
delle OP. Per il 55% delle OP al Sud il valore della produzione non raggiunge i 5 milioni di euro, mentre al
Nord solo il 12% delle organizzazioni rimane sotto tale soglia. Nell’area settentrionale le OP con un VPC
superiore ai 50 milioni di euro si riducono, tra il 2004 e il 2006, da 13 a 11, mentre cresce soprattutto il
numero delle organizzazioni presenti nella terza e nella quarta classe (da 5 a 50 milioni di euro). Al Sud si
evidenzia un incremento della dimensione produttiva di alcune OP appartenenti, nel 2004, alla prima classe
(VPC inferiore ai 3 milioni di euro) e che, nel 2006, raggiungono un VPC compreso tra i 3 e i 10 milioni di
euro. Per quanto riguarda il numero complessivo di OP presenti in Italia, si riscontra, tra il 2004 e il 2006, un
incremento delle organizzazioni appartenenti alla seconda e alla terza classe. Tale aumento è in parte
attribuibile alle nuove OP riconosciute nel periodo esaminato e che presentano spesso un VPC compreso tra
i 3 e i 10 milioni di euro.
La tabella 2.6 conferma il divario di dimensione tra le organizzazioni del Nord e quelle del Sud. In
particolare, più del 75% delle aziende con un VPC inferiore ai tre milioni di euro è concentrato nell’area
meridionale, mentre tutte le undici OP con un VPC superiore ai 50 milioni di euro operano nell’area
settentrionale.
Tab. 2.5 ‐ Distribuzione delle OP per area e classe di dimensione produttiva
Numero OP (valori %) 2004 2005 2006 Classe VPC
(.000 €) Nord Centro Sud Italia Nord Centro Sud Italia Nord Centro Sud Italia
< 3.000 6,3 11,5 32,6 23,9 6,9 8,3 30,3 21,9 8,2 17,6 25,2 19,7 3.000-5.000 2,1 19,2 23,0 17,7 8,6 20,8 24,6 20,1 3,3 23,5 30,1 22,3 5.000-10.000 16,7 30,8 24,4 23,4 19,0 37,5 28,2 26,8 21,3 29,4 25,9 25,2 10.000-50.000 47,9 38,5 20,0 28,7 48,3 33,3 16,9 26,8 49,2 29,4 18,9 28,2
> 50.000 27,1 6,2 17,2 4,5 18,0 4,6 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100
Tab.2.6 ‐ Distribuzione delle OP per area e classe di dimensione produttiva
Numero OP (valori %) 2004 2005 2006 Classe VPC
(.000 €) Nord Centro Sud Totale Nord Centro Sud Totale Nord Centro Sud Totale
< 3.000 6,0 6,0 88,0 100 8,2 4,1 87,8 100 10,6 12,8 76,6 100 3.000-5.000 2,7 13,5 83,8 100 11,1 11,1 77,8 100 3,8 15,1 81,1 100 5.000-10.000 16,3 16,3 67,3 100 18,3 15,0 66,7 100 21,7 16,7 61,7 100
‐ 73 ‐
73
10.000-50.000 38,3 16,7 45,0 100 46,7 13,3 40,0 100 44,8 14,9 40,3 100 > 50.000 100 100 100 100 100 100
Italia 23,0 12,4 64,6 100 25,9 10,7 63,4 100 25,6 14,3 60,1 100
Tab. 2.7‐ Distribuzione del VPC totale per area e classe di dimensione
VPC (valori %) 2004 2005 2006 Classe VPC
(.000 €) Nord Centro Sud Nord Centro Sud Nord Centro Sud
< 3.000 0,2 2,8 7,9 0,4 1,6 7,6 0,4 4,3 6,3 3.000-5.000 0,1 8,0 12,6 0,9 8,1 14,3 0,3 11,2 16,5 5.000-10.000 2,4 24,9 25,8 3,6 30,9 30,8 3,6 26,5 26,5 10.000-50.000 22,0 64,3 53,7 28,2 59,4 47,3 28,4 58,0 50,7
> 50.000 75,2 0,0 0,0 66,9 0,0 0,0 67,2 0,0 0,0 Italia 100 100 100 100 100 100 100 100 100
Tab. 2.8 – Distribuzione del VPC per area e classe di dimensione
VPC (valori %) 2004 2005 2006 Classe VPC
(.000 €) Nord Centro Sud Totale Nord Centro Sud Totale Nord Centro Sud Totale
< 3.000 6,5 8,0 85,4 100 11,2 4,4 84,4 100 13,1 14,4 72,6 100 3.000-5.000 2,5 14,0 83,4 100 11,7 10,9 77,3 100 4,1 15,7 80,2 100 5.000-10.000 15,9 17,2 66,9 100 19,1 16,2 64,7 100 21,2 17,6 61,2 100 10.000-50.000 44,0 13,5 42,5 100 53,5 11,1 35,4 100 51,7 12,0 36,3 100
> 50.000 100 100 100 100 100 100 Italia 66,7 7,0 26,3 100 66,9 6,6 26,4 100 66,4 7,5 26,1 100
‐ 74 ‐
74
Fig. 2.3 – VPC medio per area e classi di dimensione
La tabella A.4 mostra i valori relativi ai fondi di esercizio (FE) costituiti dalle OP. Tali valori sono
stati aggregati a livello regionale e rappresentano sia i contributi finanziari dei soci che l’aiuto comunitario
concesso. In particolare si è voluto analizzare sia il FE approvato dallo Stato membro che il valore finale del
FE, comprensivo dell’aiuto finanziario effettivamente erogato alle OP. Le OP che hanno costituito un fondo
di esercizio nel triennio di riferimento sono state rispettivamente 171 (2004), 186 (2005) e 214 (2006).
Il valore complessivo a livello nazionale dei FE tra il 2004 e il 2005 è cresciuto del 14% mentre risulta
invariato tra il 2005 e il 2006.
Nelle tabelle 2.9 e 2.10 il dato generale è stato scomposto, da un lato, in base alla classe di
dimensione delle OP e, dall’altro, in base all’area in cui queste operano. Si nota come le OP con un VPC
superiore ai 50 milioni di euro, tutte dell’area settentrionale, abbiano ricevuto, nel 2006, il 37,2% dell’aiuto
comunitario totale, nonostante rappresentino solo il 5,1% delle OP operanti in Italia. Al contrario, le OP con
un VPC inferiore a 5 milioni di euro, che rappresentano più del 37% dell’intero campione, ricevono
complessivamente il 13% degli aiuti erogati. E’ chiara, quindi, una forte disomogeneità nella ripartizione
degli aiuti comunitari per il FE. Tali aiuti si concentrano in misura significativa in un limitato numero di OP
con una dimensione economica elevata e che operano principalmente nell’area settentrionale. Le
‐ 75 ‐
75
organizzazioni presenti al Nord, che rappresentano meno del 30% di tutte le OP italiane, hanno ricevuto, nel
2006, quasi il 70% degli aiuti comunitari per i FE. Nell’area meridionale dove, invece, operano più del 50%
delle OP, gli aiuti finanziari non hanno raggiunto il 25% del valore totale erogato nel 2006.
La tabella A.5 mostra il valore dell’aiuto effettivo erogato alle OP rapportato al VPC del periodo di
riferimento. Tale indice, riguardante la capacità di spesa delle organizzazioni, evidenzia una tendenza
all’aumento, nel triennio esaminato, avvicinandosi nel 2006 (3,9%) al tetto massimo del 4,1%. Le OP dell’area
settentrionale, indipendentemente dalla loro dimensione economica, raggiungono un valore dell’aiuto
prossimo al 4,1% del VPC di riferimento (tab. 2.11). Tale percentuale si riduce progressivamente spostandosi
al Centro e al Sud e raggiunge i valori più bassi nelle OP che, in queste aree, presentano una minore
dimensione produttiva. Nelle organizzazioni che operano nelle regioni meridionali e che hanno un VPC
inferiore ai 3 milioni di euro il rapporto tra aiuto percepito e VPC di riferimento è, infatti, pari al 3,18%.
Sebbene tale percentuale cresca all’aumentare della dimensione della OP, resta considerevole il divario tra
l’area settentrionale (4,07%) e quella meridionale (3,58%).
Fig. 2.4 – Aiuto comunitario per FE (2006)
‐ 76 ‐
76
Tab. 2.9‐ Aiuto erogato per classe di dimensione (2006)
Valori % Classe (.000 €) OP Aiuto
erogato
< 3.000 16,8 3,0 3.000-5.000 21,0 10,0 5.000-10.000 25,7 10,7
10.000-50.000 31,3 39,1 > 50.000 5,1 37,2
Italia 100 100
Tab. 2.10‐ Aiuto erogato per classe di dimensione (2006)
Valori % Area
OP Aiuto erogato
Nord 29,4 68,7
Centro 18,2 7,9
Sud 52,3 23,4
Italia 100 100
Tab. 2.11‐ Aiuto erogato/VPC di riferimento (%) per area e classe di dimensione (2006)
Aiuto erogato/VPC di riferimento
(%) Classe (.000 €) Nord Centro Sud ITALIA
< 3.000 4.06 3.41 3.18 3.54 3.000-5.000 4.10 3.69 3.51 3.84 5.000-10.000 4.03 3.90 3.48 3.72
10.000-50.000 4.04 3.86 3.69 3.89
> 50.000 4.09 4.09 ITALIA 4.07 3.83 3.58 3.93
3. Le azioni del programma operativo
Con l’analisi dei dati derivanti dall’Allegato 3 della Relazione generale del MIPAAF in materia di
attuazione dei programmi operativi, è stata presa in considerazione la capacità progettuale delle OP italiane
e il livello di utilizzo dei benefici finanziari erogati sui programmi operativi dalla Comunità.
Per la verifica degli investimenti sostenuti dalle OP italiane nell’ambito dell’attuazione dei
programmi operativi si è fatto riferimento alle disposizioni del MIPAAF in materia di programmi operativi e
fondi di esercizio. In particolare, la figura 3.1 pone in evidenza le tipologie di azioni per gli anni 2004, 2005 e
2006. Le azioni maggiormente utilizzate sono state quelle riferite alla produzione, seguite da quelle a favore
della commercializzazione, le quali hanno mostrato un trend di crescita decisamente più sostenuto, nel
periodo di riferimento, rispetto alle altre azioni.
‐ 77 ‐
77
Fig. 3.1‐ Ripartizione per tipologia di investimento dei fondi di esercizio
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF
Relativamente al 2006, si evidenzia come le azioni rivolte alla produzione rappresentino il 45,6%
degli investimenti totali, quelle per la commercializzazione il 32,2%, mentre i controlli assorbono il 17,9%
delle risorse e le altre azioni il 4,3%.
Nell’ambito delle specifiche azioni nel 2006 oltre il 33,5% delle risorse per il fondo d’esercizio, ossia
oltre 94 milioni di euro, è dedicato alle misure tecniche relative alla produzione (tabb. A.6 e A.7). Per misure
tecniche si intendono azioni per la tutela fitosanitaria, impianti per l’irrigazione, macchinari, serre, piante e
genericamente ricerca e sviluppo. Tali misure, tra l’altro, hanno fatto registrare, tra il 2004 e il 2006, un
incremento di oltre il 20%.
Una quota altrettanto rilevante, pari al 25% delle risorse per il fondo d’esercizio, è destinato alle
misure tecniche nell’ambito della commercializzazione, anch’esse in forte crescita tra il 2004 e il 2006 (+21%).
Segue, in ordine di importanza, la quota rivolta all’azione di controllo (per la qualità e gli aspetti fitosanitari),
pari al 18% circa nel 2006, in leggero ridimensionamento rispetto al 2004 (19,9%), benché in termini assoluti
le risorse destinate ai controlli siano passate da 48 milioni nel 2004 a poco più di 50 milioni di euro nel 2006.
Quote decisamente più contenute del fondo di esercizio (comprese fra l’1,5% e il 2,6%) vengono
utilizzate, invece, per i costi amministrativi delle OP e per altre tipologie di spesa.
‐ 78 ‐
78
Fig. 3.2 – Investimenti per singole misure, periodo 2004‐2006 (.000€)
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF
A livello regionale la distribuzione delle risorse per tipologia di azione (fig. 3.3) conferma, nella gran
parte dei casi, la prevalenza di attività rientranti nelle misure tecniche della produzione, con incidenze
percentuali superiori alla media nazionale. In particolare, la Campania, il Molise e la Puglia fanno registrare,
nel 2006, percentuali di spesa destinata a tali misure superiori al 65% delle risorse per il fondo d’esercizio.
Produzione Controllo
Commercializzazione Altro
‐ 79 ‐
79
Fig. 3.3‐ Ripartizione regionale per tipologia di azione nell’ambito degli investimenti dei fondi di esercizio (2006)
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Abru
zzo
Basi
licat
a
Cal
abria
Cam
pani
a
Emilia
-R
omag
na
Friu
li V.G
.
Lazi
o
Lom
bard
ia
Mar
che
Mol
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P.A
. Bol
zano
P.A
.Tre
nto
Pie
mon
te
Pug
lia
Sar
degn
a
Sic
ilia
Tosc
ana
Ven
eto
Misure tecniche Servizi, formazione, ricerca Misure ambientali speciali Misure fitosanitarie e relative alla qualità
Misure tecniche commerc Vendite, attività promozionali, punti vendita Misure ambientali speciali commerc Spese generali (spese ammin.)
Fusioni e acquisizioni Altre
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF
Nel caso, invece, delle risorse finalizzate alle misure tecniche riguardanti la fase di post‐raccolta e
commercializzazione, la maggior parte delle regioni vi destina una quota inferiore alla media nazionale (25%
nel 2006). Viceversa, sono soprattutto le OP localizzate nelle regioni settentrionali – a parte il caso della
Calabria ‐ ad evidenziare percentuali più elevate, come nel caso del Piemonte, della Lombardia, della
Provincia Autonoma di Trento e, in misura maggiore, della Provincia Autonoma di Bolzano e del Friuli‐
Venezia Giulia la cui quota di spesa per questa tipologia di misure si aggira attorno al 50% circa.
Per quanto riguarda le misure a carattere ambientale, la spesa totale delle OP è ammontata nel 2006 a
47,8 milioni di euro. Le OP dell’Emilia‐Romagna e quelle della Provincia Autonoma di Bolzano mostrano i
più alti livelli di spesa, distanziando nettamente tutte le altre regioni (fig. 3.4). Rapportata al fondo di
esercizio, la spesa per le misure ambientali evidenzia un’incidenza, come media a livello nazionale, del 17%
(fig. 3.5). La gran parte delle regioni si colloca a un livello superiore di spesa, con percentuali che in tre casi
(Molise, Provincia Autonoma di Bolzano e Toscana) eguagliano o superano il 30% del fondo d’esercizio.
All’opposto, si segnalano le regioni dove la spesa destinata alle misure ambientali è inferiore al 10% del
fondo d’esercizio: Basilicata, Campania, Friuli‐Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Puglia.
‐ 80 ‐
80
Fig. 3.4 – Misure ambientali delle OP, ripartizione regionale (.000€)
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
Abruzzo
Basilica
taCa
labria
Camp
ania
Emilia
-Rom
agna
Friuli V
.G.
Lazio
Lomb
ardia
Marche
Molise
P.A. Bolz
ano
P.A.Tren
toPiem
onte
Puglia
Sardeg
na
Sicilia
Toscan
aVe
neto
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF, allegato 4a.
Fig. 3.5 – Incidenza della spesa delle misure ambientali sul fondo di esercizio (.000€)
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
Abruz
zo
Basilica
ta
Calab
ria
Campa
nia
Emilia
-Rom
agna
Friuli V
.G.
Lazio
Lomba
rdia
Marche
Molise
P.A. Bolz
ano
P.A.Trento
Piem
onte
Puglia
Sarde
gna
Sicilia
Toscana
Veneto
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF, allegato 4a.
‐ 83 ‐
83
Tab. A.1 ‐ Classificazione delle OP per categoria di riconoscimento (2004‐2006)
Numero OP
Ortofrutticoli Frutta Frutta + ortaggi Ortaggi Prodotti destinati alla trasform.
Agrumi Frutta in guscio
Funghi Regione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 5 5 5 3 3 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 2 0 0 0
Lombardia 10 12 15 5 7 7 1 2 1 0 0 0 3 2 5 1 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P.A.Trento 6 6 6 6 6 6 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P.A. Bolzano 3 3 3 0 0 0 0 0 0 2 2 2 0 0 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Veneto 10 13 15 7 10 10 0 0 0 0 0 0 1 1 3 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1
Friuli V.G. 2 2 2 2 1 1 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Emilia‐Romagna 17 18 18 15 15 15 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 3 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0
NORD 53 59 64 38 42 42 1 3 2 2 2 2 4 3 8 4 5 6 0 0 0 3 3 3 1 1 1
Toscana 1 2 2 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Marche 5 5 5 4 4 3 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Lazio 22 29 30 16 19 19 0 0 0 0 0 0 3 5 6 0 0 0 0 0 0 3 4 4 0 1 1
CENTRO 28 36 37 21 24 23 0 0 0 0 0 0 3 5 7 1 2 2 0 0 0 3 4 4 0 1 1
Abruzzo 4 5 10 2 2 2 0 1 1 0 0 0 1 1 6 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Molise 2 2 2 1 1 1 0 0 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Puglia 16 16 20 13 13 15 0 0 0 0 0 0 1 1 2 2 2 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Campania 18 19 21 12 12 14 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 3 3 0 0 0 4 4 4 0 0 0
Basilicata 14 16 16 14 15 15 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Calabria 36 39 30 33 35 27 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 2 3 3 0 0 0 0 0 0
Sicilia 48 50 53 32 34 39 0 0 0 0 0 0 2 3 3 1 2 2 13 11 9 0 0 0 0 0 0
Sardegna 6 6 7 4 4 4 0 0 0 0 0 0 1 1 2 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0
SUD 144 153 159 111 116 117 0 1 1 0 0 0 7 9 15 7 9 10 15 14 12 4 4 4 0 0 0
‐ 84 ‐
84
ITALIA 225 248 260 170 182 182 1 4 3 2 2 2 14 17 30 12 16 18 15 14 12 10 11 11 1 2 2
Tab. A.2 ‐ Indicatori riguardanti le ʺrelazioni societarieʺ delle OP (2004‐2006)
Numero OP
Numero di soci “persone fisiche”
Numero di soci “persone giuridiche”
Regione 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 5 5 5 3.371 3.396 3.298 23 23 26
Lombardia 10 12 15 2.250 2.348 2.508 23 27 123
P.A.Trento 6 6 6 9.908 9.633 9.089 33 30 30
P.A. Bolzano 3 3 3 14.757 14.228 14.228 61 57 57
Veneto 10 13 15 3.668 3.744 3.740 62 68 57
Friuli V.G. 2 2 2 186 184 179 28 28 24
Emilia‐Romagna 17 18 18 21.260 22.102 19.654 64 59 168
NORD 53 59 64 55.400 55.635 52.696 294 292 485
Toscana 1 2 2 604 654 720 4 5 6
Marche 5 5 5 819 755 1.368 36 31 15
Lazio 22 29 30 4.717 4.782 4.676 30 33 31
CENTRO 28 36 37 6.140 6.191 6.764 70 69 52
Abruzzo 4 5 10 1.059 1.680 1.701 12 16 26
Molise 2 2 2 358 496 479 18 28 31
Puglia 16 16 20 1.969 2.153 2.067 108 121 133
Campania 18 19 21 3.688 3.106 2.200 155 130 117
Basilicata 14 16 16 1.505 1.472 1.699 41 35 38
Calabria 36 39 30 5.402 9.317 9.949 212 187 200
Sicilia 48 50 53 14.276 12.970 11.984 219 186 214
‐ 85 ‐
85
Sardegna 6 6 7 585 538 514 9 8 10
SUD 144 153 159 28.842 31.732 30.593 774 711 769
ITALIA 225 248 260 90.382 93.558 90.053 1.138 1.072 1.306
Tab. A.3‐ Indicatori riguardanti le ʺdimensioni fisicheʺ delle OP (2004‐2006)
Numero Superficie Superficie Superficie Quantità
OP ortofrutticola Frutta ortaggi di funghi (t)
(ha) (ha) (ha) Regione 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 5 5 5 14.234 14.526 14.337 13.716 14.052 13.942 518 475 395 0 0 0
Lombardia 10 12 15 9.273 2.227 9.154 1.545 1.130 1.589 7.728 1.097 7.565 437 678 0
P.A.Trento 6 6 6 10.787 10.854 10.743 10.712 10.709 10.660 75 144 83 0 0 0
P.A. Bolzano 3 3 3 29.609 30.582 30.582 29.293 30.340 30.340 316 242 242 0 0 0
Veneto 10 13 15 13.496 12.704 12.917 10.278 9.018 8.660 3.218 3.685 4.257 8.945 15.201 15.341
Friuli V.G. 2 2 2 460 544 490 0 544 490 460 0 0 0 0 0
Emilia‐Romagna 17 18 18 98.162 104.911 95.109 48.634 51.791 50.189 49.528 53.120 44.920 558 543 408
NORD 53 59 64 176.021 176.348 173.332 114.178 117.584 115.870 61.843 58.763 57.462 9.940 16.422 15.749
Toscana 1 2 2 3.102 3.381 2.905 283 331 633 2.819 3.050 2.271 8 8 3
Marche 5 5 5 8.689 6.570 6.915 448 452 372 8.240 6.118 6.542 0 0 13
Lazio 22 29 30 17.013 17.780 15.991 17.013 17.272 15.902 0 508 89 0 0 112
CENTRO 28 36 37 28.804 27.731 25.811 17.744 18.055 16.907 11.059 9.676 8.902 8 8 128
Abruzzo 4 5 10 3.836 2.648 2.834 3.184 1.708 1.319 652 940 1.515 0 0 0
Molise 2 2 2 2.962 2.595 4.142 15 16 0 2.947 2.579 4.142 0 0 0
Puglia 16 16 20 12.745 16.621 16.227 1.066 1.546 1.793 11.680 15.075 14.434 0 1.700 0
Campania 18 19 21 27.372 19.457 18.622 3.411 1.770 3.421 23.961 17.687 15.201 0 0 90
Basilicata 14 16 16 9.771 8.198 7.753 6.600 5.721 5.461 3.171 2.477 2.292 6 6 6
Calabria 36 39 30 30.244 29.361 31.483 28.310 28.189 29.339 1.934 1.171 2.144 0 0 0
‐ 86 ‐
86
Sicilia 48 50 53 36.840 39.822 33.580 34.116 34.018 30.320 2.723 5.804 3.260 0 0 0
Sardegna 6 6 7 2.080 2.518 2.241 560 602 595 1.520 1.916 1.646 14 26 15
SUD 144 153 159 125.850 121.220 116.882 77.262 73.570 72.248 48.588 47.649 44.634 20 1.732 111
ITALIA 225 248 260 330.675 325.298 316.023 209.185 209.210 205.025 121.490 116.088 110.998 9.967 18.161 15.987
Tab. A.4 – Valore del fondo di esercizio (2004‐2006)
Numero Fondo di esercizio approvato dallo S.M. (.000 €) Fondo di esercizio finale (.000 €)
OP Contributi finanziari Importo Contributi finanziari Importo
dei soci dellʹOP dellʹaiuto dei soci dellʹOP dellʹaiuto F.E. speso per il ritiro dalla
produzione
Regione 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 6 5 5 3.980 5.532 4.915 3.979 5.531 4.915 3.969 5.436 4.856 3.901 5.436 4.856 0 0 0
Lombardia 3 4 13 2.923 4.352 7.023 2.923 4.352 7.023 2.909 4.352 7.023 2.907 4.352 6.779 0 0 0
P.A.Trento 5 5 5 11.018 10.722 9.660 11.018 10.427 9.660 10.910 10.647 9.626 10.910 10.427 9.626 0 0 0
P.A. Bolzano 3 3 3 18.999 20.825 18.762 18.999 20.825 18.762 18.923 20.824 18.762 18.827 20.824 18.746 0 0 0
Veneto 9 10 14 6.892 7.042 7.169 6.892 7.042 7.169 7.101 7.205 7.063 6.749 6.948 7.063 0 0 0
Friuli V.G. 2 2 2 252 99 238 252 239 238 252 99 238 252 99 238 0 0 0
Emilia‐Romagna 16 18 18 42.668 49.300 48.748 42.668 49.300 48.748 42.625 49.221 48.699 42.030 49.193 48.559 3.287 3.181 1.286
NORD 44 47 60 86.732 97.872 96.515 86.731 97.716 96.515 86.689 97.784 96.267 85.576 97.279 95.867 3.287 3.181 1.286
Toscana 1 1 2 585 872 1.017 585 872 1.017 585 872 1.017 585 872 1.017 0 0 0
Marche 5 5 5 2.657 1.797 1.990 2.214 1.797 1.990 2.671 1.793 1.947 2.202 1.793 1.947 0 0 0
Lazio 19 19 27 4.931 6.257 7.367 4.925 6.257 7.367 5.127 6.114 7.116 4.925 6.114 7.116 0 102 0
CENTRO 25 25 34 8.173 8.926 10.374 7.724 8.926 10.374 8.383 8.779 10.080 7.712 8.779 10.080 0 102 0
Abruzzo 4 5 8 823 1.432 1.459 828 1.100 1.190 984 1.227 1.274 728 894 1.005 0 0 0
Molise 2 2 2 813 827 1.519 701 827 1.519 658 902 1.519 590 723 1.453 0 0 0
Puglia 15 14 15 4.860 5.638 5.766 4.446 5.638 5.766 4.235 5.456 5.621 4.188 5.347 5.485 0 0 0
Campania 14 15 15 8.990 10.342 9.277 8.928 10.342 9.277 8.682 9.816 8.428 8.451 9.706 8.334 0 0 0
‐ 87 ‐
87
Basilicata 14 13 12 4.122 3.483 2.714 3.894 3.483 2.714 3.337 3.301 2.700 3.337 3.259 2.647 0 0 0
Calabria 11 18 22 4.467 6.126 6.947 4.250 6.126 6.947 5.508 5.673 6.427 3.613 5.653 6.427 155 0 82
Sicilia 38 41 40 11.441 10.011 12.010 7.525 9.615 9.841 10.887 11.737 11.291 6.447 8.324 7.380 0 0 0
Sardegna 4 6 6 651 965 959 651 965 959 587 909 907 586 825 907 0 0 0
SUD 102 114 120 36.167 38.824 40.651 31.223 38.096 38.213 34.878 39.021 38.167 27.940 34.731 33.638 155 0 82
ITALIA 171 186 214 131.070 145.620 147.540 125.676 144.737 145.102 129.950 145.586 144.513 121.227 140.788 139.584 3.442 3.283 1.368
Tab. A.5 – VPC periodo di riferimento e Aiuto/VPC di riferimento (2004‐2006)
VPC periodo di riferimento Aiuto approvato/VPC Aiuto erogato/VPC
(.000 €) (%) (%) Regione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 Piemonte 97.076 134.630 119.868 4,1 4,1 4,1 4,0 4,0 4,1
Lombardia 72.496 106.138 171.377 4,0 4,1 4,1 4,0 4,1 4,0
P.A.Trento 268.757 255.581 235.840 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1
P.A. Bolzano 466.629 511.490 457.595 4,1 4,1 4,1 4,0 4,1 4,1
Veneto 170.028 172.756 174.934 4,1 4,1 4,1 4,0 4,0 4,0
Friuli V.G. 7.863 5.842 5.801 3,2 4,1 4,1 3,2 1,7 4,1
Emilia‐Romagna 1.063.986 1.203.350 1.188.610 4,0 4,1 4,1 4,0 4,1 4,1
NORD 2.146.835 2.389.787 2.354.025 4,0 4,1 4,1 4,0 4,1 4,1
Toscana 14.262 21.277 24.805 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1
Marche 53.989 43.840 48.530 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 4,0
Lazio 120.155 152.867 186.511 4,1 4,1 3,9 4,1 4,0 3,8
CENTRO 188.406 217.984 259.846 4,1 4,1 4,0 4,1 4,0 3,9
Abruzzo 20.873 29.993 29.661 4,0 3,7 4,0 3,5 3,0 3,4
Molise 17.108 21.223 38.400 4,1 3,9 4,0 3,4 3,4 3,8
‐ 88 ‐
88
Puglia 108.175 138.559 140.583 4,1 4,1 4,1 3,9 3,9 3,9
Campania 218.000 252.345 226.647 4,1 4,1 4,1 3,9 3,8 3,7
Basilicata 94.890 85.339 66.964 4,1 4,1 4,1 3,5 3,8 4,0
Calabria 108.697 161.250 171.537 3,9 3,8 4,1 3,3 3,5 3,7
Sicilia 247.262 271.693 242.733 3,0 3,5 4,1 2,6 3,1 3,0
Sardegna 15.850 23.634 23.501 4,1 4,1 4,1 3,7 3,5 3,9
SUD 830.855 984.036 940.026 3,8 3,9 4,1 3,4 3,5 3,6
ITALIA 3.166.096 3.591.807 3.553.896 4,0 4,0 4,1 3,8 3,9 3,9
‐ 89 ‐
89
Tab. A.6 ‐ Ripartizione regionale per le azioni finanziate dal fondo di esercizio delle OP (2004‐2006)
Numero Produzione (.000 €) Controllo (.000 €)
OP Misure Servizi, Misure Qualità
tecniche formazione ambientali e aspetti
fitosanitari
e ricerca speciali
Regione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006Piemonte 6 5 5 3.515 4.884 4.864 175 111 107 770 1.226 825 438 488 435
Lombardia 3 4 13 1.906 0 3.696 231 11 127 1.097 10 1.089 871 162 3.208
P.A. Trento 5 5 5 1.520 2.249 1.620 318 332 338 3.679 3.930 3.960 3.215 3.401 3.462
P.A. Bolzano 3 3 3 564 1.473 1.473 219 51 51 9.705 9.318 9.318 4.223 4.407 4.407
Veneto 9 10 14 3.023 4.282 4.702 393 579 383 1.076 1.080 1.078 2.740 2.279 2.534
Friuli V.G. 2 2 2 0 158 78 0 0 23 0 0 0 0 125 61
Emilia‐Romagna 16 18 18 27.522 26.534 31.849 902 1.951 615 6.673 9.522 7.023 26.312 23.288 23.680
NORD 44 47 60 38.050 39.580 48.282 2.238 3.035 1.644 23.000 25.086 23.293 37.799 34.150 37.787
Toscana 1 1 2 804 1.051 837 0 0 0 215 387 717 90 118 165
Marche 5 5 5 2.361 1.220 1.511 113 458 384 371 59 115 548 649 465
Lazio 19 19 27 5.709 5.725 8.139 0 9 20 1.789 1.771 1.348 1.621 3.143 2.733
CENTRO 25 25 34 8.874 7.996 10.487 113 467 404 2.375 2.217 2.180 2.259 3.910 3.363
Abruzzo 4 5 8 477 702 953 83 179 75 170 357 336 191 349 235
Molise 2 2 2 1.144 1.247 2.325 6 2 24 125 93 309 82 169 173
Puglia 15 14 15 5.853 8.237 7.878 231 156 231 512 515 557 860 1.004 593
Campania 14 15 15 13.055 17.661 13.105 279 16 322 1.386 0 212 1.324 387 1.716
Basilicata 14 13 12 4.095 3.524 2.793 130 159 238 60 36 11 765 1.098 793
Calabria 11 18 22 1.794 2.498 3.257 279 1.741 377 815 1.428 1.656 1.948 861 1.549
Sicilia 38 41 40 3.758 5.320 4.286 1.012 138 488 1.682 3.546 1.419 2.678 4.303 3.826
Sardegna 4 6 6 612 802 777 23 114 88 133 141 172 216 289 340
SUD 102 114 120 30.788 39.991 35.374 2.043 2.505 1.843 4.883 6.116 4.672 8.064 8.460 9.225
ITALIA 171 186 214 77.714 87.568 94.142 4.394 6.006 3.891 30.260 33.418 30.145 48.121 46.521 50.375
(continua) Tab. A.6 ‐ Ripartizione regionale per le azioni finanziate dal fondo di esercizio delle OP (2004‐2006)
Commercializzazione (.000 €) Altro (.000 €)
Misure Valorizzazione Misure
ambientali Costi
amministrativi Fusioni e
tecniche e promozione speciali delle OP acquisizioni
Regione
commerciale
Altre spese
‐ 90 ‐
90
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006
Piemonte 2.421 3.376 2.838 303 535 427 0 0 0 146 206 178 0 0 0 33 45 36
Lombardia 1.246 47 4.709 351 67 803 65 3 116 56 0 265 0 0 0 9 7 30
P.A. Trento 10.875 7.160 7.102 1.873 3.700 2.205 9 188 193 309 316 315 0 0 0 21 18 56
P.A. Bolzano 20.582 18.522 18.522 446 524 524 1.206 2.522 2.522 380 372 372 0 19 19 523 315 315
Veneto 3.344 2.800 2.709 2.542 2.326 2.066 45 101 191 132 243 260 0 21 0 203 186 202
Friuli V.G. 0 0 252 0 179 50 0 13 0 2 7 4 0 0 0 0 0 8
Emilia‐Romagna 11.795 25.914 21.711 3.096 3.424 3.429 985 695 2.020 1.047 1.131 1.090 179 1.194 648 2.385 1.609 5.331
NORD 50.263 57.819 57.843 8.611 10.755 9.504 2.310 3.522 5.042 2.072 2.275 2.484 179 1.234 667 3.174 2.180 5.978
Toscana 0 96 200 37 61 75 0 0 0 23 32 40 0 0 0 0 0 0
Marche 560 666 554 173 459 431 0 213 313 177 75 76 0 0 0 107 75 139
Lazio 0 773 1.390 304 170 120 0 20 21 159 226 267 0 0 0 81 138 12
CENTRO 560 1.535 2.144 514 690 626 0 233 334 359 333 383 0 0 0 188 213 151
Abruzzo 288 323 343 74 124 224 81 16 81 19 30 33 45 78 0 37 23 16
Molise 0 0 113 8 10 13 11 5 12 28 28 59 0 0 0 0 0 0
Puglia 544 814 1.648 249 248 272 27 2 8 147 223 218 0 0 0 107 95 213
Campania 301 720 671 216 338 207 4 11 10 292 347 307 0 0 0 133 78 144
Basilicata 858 903 1.112 145 471 167 7 192 50 124 139 105 0 0 0 233 94 133
Calabria 2.187 2.196 3.015 395 143 923 50 0 306 156 145 258 0 0 0 340 0 207
Sicilia 2.995 1.824 3.458 1.794 1.096 1.703 43 94 368 277 325 312 0 0 0 101 56 485
Sardegna 66 162 134 51 154 211 8 24 43 16 27 22 0 0 0 47 51 28
SUD 7.239 6.942 10.494 2.932 2.584 3.720 231 344 878 1.059 1.264 1.314 45 78 0 998 397 1.226
ITALIA 58.063 66.294 70.480 12.055 14.028 13.853 2.541 4.095 6.254 3.487 3.874 4.182 224 1.312 667 4.363 2.790 7.357
Tab. A.7 ‐ Incidenza percentuale della spesa per azioni sul fondo di esercizio (2004‐2006) Numero Produzione (%) Controllo (%)
OP Misure Servizi, Misure Qualità
tecniche formazione ambientali e aspetti
fitosanitari
e ricerca speciali
Regione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006Piemonte 6 5 5 45,1 44,9 50,1 2,2 1,0 1,1 9,9 11,3 8,5 5,6 4,5 4,5
Lombardia 3 4 13 32,7 0,1 26,3 4,0 3,5 0,9 18,8 3,2 7,8 14,9 53,0 22,8
P.A.Trento 5 5 5 7,0 10,6 8,4 1,5 1,6 1,8 16,9 18,5 20,6 14,7 16,0 18,0
P.A. Bolzano 3 3 3 1,5 3,9 3,9 0,6 0,1 0,1 25,6 24,8 24,8 11,2 11,7 11,7
Veneto 9 10 14 22,4 30,8 33,3 2,9 4,2 2,7 8,0 7,8 7,6 20,3 16,4 17,9
Friuli V.G. 2 2 2 0,0 32,8 16,3 0,0 0,0 4,9 0,0 0,0 0,0 0,0 25,9 12,8
Emilia‐Romagna 16 18 18 34,0 27,9 32,7 1,1 2,0 0,6 8,2 10,0 7,2 32,5 24,4 24,3
NORD 44 47 60 22,7 22,0 25,1 1,3 1,7 0,9 13,7 14,0 12,1 22,5 19,0 19,6
Toscana 1 1 2 68,8 60,3 41,2 0,0 0,0 0,0 18,4 22,2 35,2 7,7 6,8 8,1
Marche 5 5 5 53,5 31,5 37,9 2,6 11,8 9,6 8,4 1,5 2,9 12,4 16,8 11,7
‐ 91 ‐
91
Lazio 19 19 27 59,1 47,8 57,9 0,0 0,1 0,1 18,5 14,8 9,6 16,8 26,2 19,4
CENTRO 25 25 34 58,2 45,5 52,2 0,7 2,7 2,0 15,6 12,6 10,9 14,8 22,2 16,8
Abruzzo 4 5 8 32,6 32,2 41,5 5,6 8,2 3,3 11,6 16,4 14,6 13,0 16,0 10,2
Molise 2 2 2 81,5 80,2 76,8 0,4 0,1 0,8 8,9 6,0 10,2 5,9 10,9 5,7
Puglia 15 14 15 68,6 72,9 67,8 2,7 1,4 2,0 6,0 4,6 4,8 10,1 8,9 5,1
Campania 14 15 15 76,8 90,3 78,5 1,6 0,1 1,9 8,2 0,0 1,3 7,8 2,0 10,3
Basilicata 14 13 12 63,8 53,3 51,7 2,0 2,4 4,4 0,9 0,5 0,2 11,9 16,6 14,7
Calabria 11 18 22 22,5 27,7 28,2 3,5 19,3 3,3 10,2 15,8 14,3 24,5 9,6 13,4
Sicilia 38 41 40 26,2 31,9 26,2 7,1 0,8 3,0 11,7 21,2 8,7 18,7 25,8 23,4
Sardegna 4 6 6 52,2 45,5 42,8 2,0 6,4 4,8 11,4 8,0 9,5 18,4 16,4 18,7
SUD 102 114 120 52,8 58,2 51,5 3,5 3,6 2,7 8,4 8,9 6,8 13,8 12,3 13,4
ITALIA 171 186 214 32,2 32,9 33,5 1,8 2,3 1,4 12,5 12,6 10,7 19,9 17,5 17,9
(continua) Tab. A.7 ‐ Incidenza percentuale della spesa per azioni sul fondo di esercizio (2004‐2006)
Commercializzazione (%) Altro (%)
Misure Valorizzazione Misure
ambientali Costi
amministrativi Fusioni e
tecniche e promozione speciali delle OP acquisizioni
commerciale
AltreRegione
2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2005 2006 2004 2Piemonte 31,0 31,1 29,2 3,9 4,9 4,4 0,0 0,0 0,0 1,9 1,9 1,8 0,0 0,0 0,0 0,4
Lombardia 21,4 15,4 33,5 6,0 21,7 5,7 1,1 0,8 0,8 1,0 0,0 1,9 0,0 0,0 0,0 0,2
P.A.Trento 49,8 33,6 36,9 8,6 17,4 11,5 0,0 0,9 1,0 1,4 1,5 1,6 0,0 0,0 0,0 0,1
P.A. Bolzano 54,4 49,4 49,4 1,2 1,4 1,4 3,2 6,7 6,7 1,0 1,0 1,0 0,0 0,1 0,1 1,4
Veneto 24,8 20,1 19,2 18,8 16,7 14,6 0,3 0,7 1,4 1,0 1,7 1,8 0,0 0,2 0,0 1,5
Friuli V.G. 0,0 0,0 52,9 0,0 37,2 10,5 0,0 2,6 0,0 100,0 1,5 0,9 0,0 0,0 0,0 0,0
Emilia‐Romagna 14,6 27,2 22,3 3,8 3,6 3,5 1,2 0,7 2,1 1,3 1,2 1,1 0,2 1,3 0,7 2,9
NORD 30,0 32,2 30,0 5,1 6,0 4,9 1,4 2,0 2,6 1,2 1,3 1,3 0,1 0,7 0,3 1,9
Toscana 0,0 5,5 9,8 3,1 3,5 3,7 0,0 0,0 0,0 2,0 1,8 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Marche 12,7 17,2 13,9 3,9 11,8 10,8 0,0 5,5 7,9 4,0 1,9 1,9 0,0 0,0 0,0 2,4
Lazio 0,0 6,5 9,9 3,1 1,4 0,9 0,0 0,2 0,2 1,6 1,9 1,9 0,0 0,0 0,0 0,8
CENTRO 3,7 8,7 10,7 3,4 3,9 3,1 0,0 1,3 1,7 2,4 1,9 1,9 0,0 0,0 0,0 1,2
Abruzzo 19,7 14,8 14,9 5,1 5,7 9,8 5,5 0,7 3,5 1,3 1,4 1,4 3,1 3,6 0,0 2,5
Molise 0,0 0,0 3,7 0,5 0,6 0,4 0,7 0,3 0,4 2,0 1,8 2,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Puglia 6,4 7,2 14,2 2,9 2,2 2,3 0,3 0,0 0,1 1,7 2,0 1,9 0,0 0,0 0,0 1,3
Campania 1,8 3,7 4,0 1,3 1,7 1,2 0,0 0,1 0,1 1,7 1,8 1,8 0,0 0,0 0,0 0,8
Basilicata 13,4 13,6 20,6 2,3 7,1 3,1 0,1 2,9 0,9 1,9 2,1 1,9 0,0 0,0 0,0 3,6
Calabria 27,5 24,4 26,1 5,0 1,6 8,0 0,6 0,0 2,6 2,0 1,6 2,2 0,0 0,0 0,0 4,3
Sicilia 20,9 10,9 21,2 12,5 6,6 10,4 0,3 0,6 2,3 1,9 1,9 1,9 0,0 0,0 0,0 0,7
‐ 92 ‐
92
Sardegna 5,6 9,2 7,4 4,3 8,7 11,6 0,6 1,3 2,4 1,4 1,5 1,2 0,0 0,0 0,0 4,0
SUD 12,4 10,1 15,3 5,0 3,8 5,4 0,4 0,5 1,3 1,8 1,8 1,9 0,1 0,1 0,0 1,7
ITALIA 24,1 24,9 25,1 5,0 5,3 4,9 1,1 1,5 2,2 1,4 1,5 1,5 0,1 0,5 0,2 1,8
Tab A.8 – Misure ambientali ed altre misure ambientali (.000 €) – 2006 Misure ambientali speciali (.000 €) Altre misure ambientali (.000 €
Prod. Biodiversità/
Regione Produzione integrata biologica
Gestione energetica
Gestione risorse idriche
Gestione rifiuti paesaggio
Misure ambientali generali
Tutela fitosanitaria Fertilizzanti
Piemonte 595 0 0 0 0 0 231 0 0
Lombardia 1028 0 0 23 115 0 160 882 0
P.A.Trento 3960 0 0 0 193 0 0 397 0
P.A. Bolzano 7458 0 0 0 2501 0 1823 0 0
Veneto 1058 25 0 12 174 0 298 132 0
FRIULI V.G. 0 0 0 0 0 0 0 0 0
Emilia‐R. 7769 161 12 794 305 0 4924 378 0
NORD 21.868 186 12 829 3.288 0 7.436 1.789 0
Toscana 456 0 0 261 0 0 0 27 0
Marche 75 0 0 0 100 0 58 90 25
Lazio 0 84 0 0 21 0 19 1246 0
CENTRO 531 84 0 261 121 0 77 1.363 25
Abruzzo 311 24 0 0 0 0 55 30 0
Molise 304 5 0 408 12 0 0 168 0
Puglia 521 36 0 0 8 0 510 73 0
Campania 212 0 0 0 10 0 347 6 66
Basilicata 34 7 0 0 20 0 395 54 0
Calabria 741 10 200 40 48 0 967 11 0
Sicilia 2030 53 0 0 109 0 0 0 0
Sardegna 159 0 0 0 43 0 6 30 19
SUD 4.312 135 200 448 250 0 2.280 372 85
ITALIA 26.712 404 212 1.538 3.657 0 9.792 3.525 110
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF
Tab A.9 – Misure ambientali ed altre misure ambientali (valori %) – 2006
Misure ambientali speciali (%) Altre misure ambien
Biodiversità/
Regione Produzione integrata
Produzione biologica
Gestione energetica
Gestione delle risorse idriche
Gestione dei rifiuti paesaggio
Misure ambientali generali
Tutela fitosanitaria Fe
Piemonte 72 0 0 0 0 0 27,9 0
‐ 93 ‐
93
Lombardia 30,3 0 0 0,7 3,4 0 4,7 26
P.A.Trento 87 0 0 0 4,2 0 0 8,7
P.A. Bolzano 63,3 0 0 0 21,2 0 15,5 0
Veneto 60,5 1,4 0 0,7 9,9 0 17,1 7,6
FRIULI V.G. 0 0 0 0 0 0 0 0
Emilia‐Romagna 54,1 1,1 0,1 5,5 2,1 0 34,3 2,6
NORD 59,6 0,5 0,0 2,3 9,0 0,0 20,3 4,9
Toscana 61,3 0 0 35 0 0 0 3,7
Marche 12,5 0 0 0 16,6 0 9,6 15
Lazio 0 6,1 0 0 1,5 0 1,4 91
CENTRO 19,6 3,1 0,0 9,6 4,5 0,0 2,8 50,2
Abruzzo 74,1 5,8 0 0 0 0 13 7,1
Molise 33,9 0,6 0 45,5 1,3 0 0 18,7
Puglia 45,4 3,2 0 0 0,7 0 44,4 6,4
Campania 25,2 0 0 0 1,2 0 41,1 0,7
Basilicata 6,7 1,3 0 0 3,9 0 77,6 10,5
Calabria 36,7 0,5 9,9 2 2,4 0 48 0,6
Sicilia 92,6 2,4 0 0 5 0 0 0
Sardegna 40,6 0 0 0 10,9 0 1,6 7,8
SUD 51,2 1,6 2,4 5,3 3,0 0,0 27,1 4,4
ITALIA 55,9 0,8 0,4 3,2 7,7 0,0 20,5 7,4
Fonte: elaborazioni INEA su dati MIPAAF