Ministero della Difesa · 2013-03-06 · STANAG 4170 ed. 2 Principles and methodology for the...
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NAV-80-1315-0001-13-00B000
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con proietto
inerte
Edizione febbraio 2013 I Originale febbraio 2013
NAV-80-1 31 5-0001 -13-00B000
tzSegretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degliArmamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV - 80 - 1315 - 0001 - 13 - 008000
ATTO DI APPROVMIONE
Approvo la seguente pubblicazione'.
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal.76162 con proietto
inerte
SIGLA DISTINTIVA: NAV-80-1 31 5-0001 -1 3-008000
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ELENCO DI DISTRIBUZIONE La presente Pubblicazione non è caratterizzata da un elenco di distribuzione specifico ed è consultabile, nella sua versione più aggiornata, esclusivamente
on line sul sito intranet di NAVARM.
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Originale febbraio 2013 IV
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione
Autore Dispaccio di Approvazione
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Originale febbraio 2013 V
ELENCO DELLE PAGINE VALIDE
PAGG. I ÷ VI ____________________________________ Edizione base Dicembre 2012
PAGG. 1 ÷ 13 ___________________________________ Edizione base Dicembre 2012
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Originale febbraio 2013 VI
INDICE
1. PREMESSA - 1 - 2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI - 1 -
a. Annessi - 1 - b. Disegni - 1 - c. Condizioni tecniche - 2 - d. Principali norme richiamate - 2 -
3. CARATTERISTICHE TECNICHE - 5 - a. Sicurezza del munizionamento di fornitura - 5 - b. Efficienza del munizionamento - 5 -
(1) Caratteristiche geometriche - 6 - (2) Chiusura dell’otturatore - 6 - (3) Innesco del cannello - 6 - (4) Sforzo di sconfezionamento - 6 - (5) Pressione ed Impulso - 6 - (6) Tempo di permanenza in canna - 7 - (7) Residui di combustione - 7 - (8) Estrazione del bossolo - 7 - (9) Componente deramante - 7 - (10) Antivampa - 8 - (11) Limiti di temperatura - 8 -
c. Gestione logistica del munizionamento - 8 - 4. LAVORAZIONI - 8 -
a. Omogeneità dei materiali in commessa - 8 - b. Materiali consumati nei collaudi - 8 -
5. GRANDEZZA DEI LOTTI - 8 - 6. REQUISITI CONTROLLO DI QUALITA’ - 8 - 7. CODICE A BARRE - 9 - 8. CERTIFICATO DI CONFORMITÀ - 9 - 9. GESTIONE DELLA CONFIGURAZIONE - 9 - 10. APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO (CE) 1907/2006 (REACH) - 10 - 11. SCHEDE DI DATI DI SICUREZZA - 10 - 12. OMOLOGAZIONE - 11 - 13. DOCUMENTAZIONE DI FORNITURA - 11 - 14. COLLAUDI - 12 -
a. Modalità di svolgimento dei collaudi - 12 - b. Criteri statistici impiegati nei collaudi - 12 -
15. CONSEGNA MATERIALI - 12 - 16. GARANZIA - 13 - 17. DISMISSIONE DEI MATERIALI – GESTIONE DEI RIFIUTI - 13 - 18. COMPETENZE DELLA SOCIETÀ - 14 - 19. COMPETENZE DELL’AD - 14 -
Allegato B 16
Prospetto I – Lettere codice per la numerosità del campione 16
Prospetto II-A – Piani di campionamento semplice per il collaudo ordinario (Prospetto generale ) 17
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Originale febbraio 2013 - 1 -
1. PREMESSA
La presente Condizione Tecnica (CT) descrive, ai fini della loro acquisizione sul mercato (fornitura), le caratteristiche delle cartucce cal. 76/62 con proietto inerte da esercizio e collaudo da impiegarsi sui cannoni di produzione Oto Melara in dotazione alla Marina Militare Italiana. La CT descrive altresì le caratteristiche degli imballaggi, accessori e documentazione di tale munizionamento.
La fornitura consisterà in:
- un lotto unico di cartucce cal. 76/62, dotate di paracapsula e contenute in cartuccieri metallici da tre colpi corredati di cartellino segnaletico (data card);
- n. 100 cannelli appartenenti allo stesso lotto di quelli utilizzati per il confezionamento delle cartucce in imballaggi omologati, a scopo di rimpiazzo e riferimento;
- n. 100 bossoli appartenenti allo stesso lotto di quelli utilizzati per il confezionamento delle cartucce in imballaggi omologati, a scopo di rimpiazzo e riferimento;
- n. 300 kg di polvere di lancio appartenente allo stesso lotto di quello utilizzato per il confezionamento delle cartucce, in imballaggi omologati, a scopo di rimpiazzo e riferimento;
- documentazione di supporto;
- n. 3 cartucce completamente inerti sezionate per attività didattica (scala 1:1).
2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI
Sono associati e fanno parte integrante della presente CT tutti i documenti sotto elencati, della revisione in vigore all'atto della stipula del documento d'acquisto.
a. Annessi
Annesso 1 Cartucce
Annesso 2 Cannello
Annesso 3 Bossolo
Annesso 4 Polvere di lancio
Annesso 5 Proietto completo
Annesso 6 Elenco disegni applicabili
b. Disegni
I disegni, il cui elenco è riportato in Annesso 6, possono essere richiesti in copia al Centro Interforze di Munizionamento Avanzato (CIMA) di Aulla, statale del Cerreto, 54011 Aulla (MS).
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Originale febbraio 2013 - 2 -
c. Condizioni tecniche
CT Ctg. Lettera Denominazione
T-49 B Collaudo balistico delle polveri di lancio per cannoni della M.M.I.
Q-7 A La fosfatazione a caldo di manufatti di munizionamento e relative norme di collaudo
d. Principali norme richiamate
Dove non altrimenti specificato si farà riferimento all’ultima edizione in vigore al momento dell’offerta da parte della Società.
Regolamento (CE) 1907/2006 Registrazione, la Valutazione, l'Autorizzazione e la Restrizione delle sostanze chimiche (Regolamento REACH)
Regolamento n. 453/2010/Ue della Commissione del 20 maggio 2010
Regolamento recante modifica del regolamento (Ce) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (Reach) - Schede di dati di sicurezza
NAV–80–9999–0022–13–00B000 Norme per l’omologazione e l’idoneità all’impiego dei materiali e manufatti d’interesse per la M.M.I. destinati all’impiego a bordo delle UU.NN.
NAV-50-9999-0027-13-00B000 Obblighi dell’industria nazionale nei confronti degli Enti Tecnici della MM. Applicazione della normativa NATO AQAP 2120 e AQAP 2105 ed. Dicembre 2006
NAV-09-A002/UEU ed. 82 Regolamento polveri infumi (R.P.I.) Circolare NAV-07-A092 Fasc. III n. 018
Norme per le coloriture e le marcature del munizionamento navale
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Originale febbraio 2013 - 3 -
ADR Attuazione della direttiva 2008/68/CE relativa al trasporto interno di merci pericolose edizione 2009 o successiva dell’Accordo ADR (Accord européen relatif au trasport international des merchandises dangereuses par route) dell’Accordo ADR (Accord européen relatif au trasport international des merchandises dangereuses par route)
TULPS R.D. n. 635 del 6 maggio 1940 (Approvazione del Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico 18 giugno 1931, n. 773 delle Leggi per la Pubblica Sicurezza)
UNI ISO 2859-1:2007 Procedimenti di campionamento nell’ispezione per attributi – Parte 1: Schemi di campionamento indicizzati secondo il limite di qualità accettabile (LQA) nelle ispezioni lotto per lotto
UNI ISO 2859-10:2007 Procedimenti di campionamento nell’ispezione per attributi – Parte 10: Introduzione alla serie di norme ISO 2859 per il campionamento nell’ispezione per attributi
UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti ISO 14001 Sistemi di Gestione Ambientale - Requisiti e
guida all'uso UNI EN ISO 10007:2006 Sistemi di gestione per la qualità – Linee
guida per la gestione della configurazione Pubblicazioni AQAP serie 2000 Guide NATO per il controllo qualità
governativo nell’industria
STANAG 1283 ed. 2 76 mm/62 Gun ammunition interchangeable within Nato Naval Forces
STANAG 4110 ed. 4 Definition of pressure terms and their interrelationship for use in the design and proof of cannons or mortars and ammunition
STANAG 4123 ed. 3 Determination of the classification of military ammunition and explosives, manual AASTP-3
STANAG 4147 ed. 2 Chemical compatibility of ammunition components with explosives (non - nuclear applications)
STANAG 4170 ed. 2 Principles and methodology for the qualification of explosive materials for military use
STANAG 4224 ed. 4 Large calibre artillery and naval gun ammunition greater than 40mm, safety and suitability for service evaluation
STANAG 4582 ed. 1 Explosives, nitrocellulose-based propellants,
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Originale febbraio 2013 - 4 -
stability test procedure and requirements using heat flow calorimetry.
STANAG 4620 ed. 1 Explosives, nitrocellulose-based propellants, stability test procedure and requirements using stabilizer depletion – Implementation of AOP-48
AOP 48 ed. 2 Explosives, nitrocellulose based propellants, stability test procedures and requirements using stabilizer depletion
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3. CARATTERISTICHE TECNICHE
a. Sicurezza del munizionamento di fornitura
Un’attivazione accidentale del munizionamento calibro 76/62 a bordo di un’Unità Navale o in un deposito munizioni potrebbe avere effetti catastrofici. E’ quindi doveroso da parte dell’Amministrazione, oltre a recepire la documentazione attestante l’avvenuta qualifica a STANAG / Omologazione dei manufatti, prevedere delle prove rigorose che diano conto dell’assoluta sicurezza di tali manufatti. Tali prove sono descritte negli annessi alla presente CT componente per componente.
b. Efficienza del munizionamento
Le prove finalizzate all’accertamento dell’efficienza del munizionamento, in termini di balistica interna ed esterna, sono riportate nell’annesso 1.
In termini di compatibilità con le armi, poiché la MMI ha in dotazione esclusivamente cannoni da 76/62 di produzione Oto Melara, il munizionamento cal. 76/62 oggetto della presente CT deve essere in grado di assicurare la sicurezza e la piena funzionalità di tutti i sistema d’arma cal. 76/62 “MMI”, “Compatto”, “Super Rapido” e “Davide”. Inoltre il munizionamento deve consentire alla massa rinculante di non eccedere i limiti di vita a fatica previsti dalle specifiche Oto Melara ed alla canna di subire un’usura non superiore a quella attesa.
Specificatamente i requisiti di compatibilità con i cannoni Oto Melara sono correlati a:
- resistenza strutturale del sistema (canna, blocco di culatta, otturatore, organi elastici, ecc.);
- mantenimento del numero limite di colpi previsto per la vita a fatica della massa rinculante;
- mantenimento del ritmo di fuoco;
- minimizzazione dell’eventuale presenza di gas combusti all’interno dello scudo;
- sicuro incameramento e calcata della munizione;
- regolare estrazione bossolo;
- corretta balistica Interna.
- sicura movimentazione, fermata e trattenimento all’interno del sistema di caricamento della munizione;
- regolare chiusura dell’otturatore a caricamento avvenuto;
- corretto innesco da parte del percussore del sistema di sparo.
Allo scopo di garantire la compatibilità con i cannoni Oto Melara è necessario che il munizionamento presenti dunque le specifiche caratteristiche di seguito elencate.
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(1) Caratteristiche geometriche
Le caratteristiche geometriche delle munizioni cal. 76/62 (profilo, massa, baricentro ecc.) dovranno essere conformi a quanto riportato nello STANAG 1283. La conformità del munizionamento a tale STANAG è da considerarsi condizione necessaria ma non sufficiente affinché esso sia compatibile con i cannoni Oto Melara.
Le cartucce dovranno essere realizzate in conformità ai Disegni DM 15391 e DM 15392.
(2) Chiusura dell’otturatore
Affinché sia resa possibile la corretta chiusura dell’otturatore al termine della calcata, fatta eccezione per il proietto sconfezionato e l’orlo del fondello del bossolo, non dovrà verificarsi alcuna interferenza con le pareti della camera a polvere, né con l’otturatore. Al fine di assicurare il corretto gioco tra fondello ed otturatore si riporta la quota prevista dello spessore dell’orlo del bossolo pari a 8 +0,1/-0,2 mm.
(3) Innesco del cannello
Affinché sia reso possibile l’efficace innesco del cannello da parte del percussore del sistema di sparo la testa del cannello rispetto alla superficie del fondello del bossolo non dovrà essere sottoposta più di 0,2 mm. I valori minimo e massimo dell’energia di percussione della massa battente dei cannoni OTO Melara, per i quali dovrà essere ottimizzata la sensibilità dell’innesco del cannello, sono:
- Emin = 2,7 J; - Emax = 4,9 J.
(4) Sforzo di sconfezionamento Lo sforzo di sconfezionamento proietto-bossolo deve essere tale da garantire la movimentazione senza che mai il proietto abbia a perdere il corretto aggraffaggio col bossolo che ne garantisce al contempo la coassialità; Indicativamente lo sforzo di sconfezionamento delle munizioni da 76/62 deve essere compreso tra 1850 e 3300 kg con una velocità di spostamento della testa della macchina a trazione pari a 3,3 ± 0,3 mm al minuto primo.
(5) Pressione ed Impulso Per inderogabili motivi di sicurezza le munizioni non devono assolutamente generare livelli di pressione superiori alla PMP del cannone1, di conseguenza: - la MOP (Maximum Operative Pressure - vedi STANAG 4110) generata
dalla munizione non deve superare i 376,6 Mpa, pari a 3840 kg/cm2; 1 Cannon Permissible Maximum Pressure. PMP – MOP ≥ 0. PMP cannoni OTO = 376.9 [Mpa], pari a 3843 [kg/cm2].
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- la UPLPP (Upper Pressure Limit Propellant Proof - vedi STANAG 4110) della munizione non deve superare i 329,2 Mpa, pari a 3357 kg/ cm2.
Al fine di non sollecitare gli organi elastici (freni e recuperatore) la munizione non dovrà esercitare sul sistema un impulso superiore a 7800 Ns (impulso massimo ≤ 7800. Ns). L’impulso generato dalla munizione non dovrà altresì ridursi al di sotto di circa 5600 Ns (impulso minimo ≥ 5600 Ns) per evitare che possa essere influenzato il ritmo di fuoco se non addirittura la capacità di riarmo automatico con conseguente inceppamento dell’arma. Il mantenimento di tale limite permette inoltre di poter considerare inalterato il valore della FDP del cannone (valore di pressione specifico per calcoli e test della vita a fatica) e, conseguentemente, garantire il mantenimento del numero limite di colpi previsto per la vita a fatica della massa rinculante.
(6) Tempo di permanenza in canna
Al fine di non alterare il ritmo di fuoco, ridurre a livelli accettabili la pressione residua in culatta per una corretta estrazione bossolo ed evitare la presenza di gas combusti all’interno dello scudo, il tempo di permanenza di canna (dall’istante del comando di fuoco) non deve superare i 10 ms.
(7) Residui di combustione
Al fine di garantire il corretto evolversi della balistica interna deve essere assolutamente evitata la permanenza in canna di residui di combustione che possano anche lievemente provocare intralcio al moto del proietto con conseguente rischio per il personale, il cannone e la Nave per esplosione del proietto o irrimediabile danneggiamento del cannone per l’aumento fuori controllo della pressione di sparo Deve essere assolutamente evitata la presenza di residui di combustione nella camera polvere che provocherebbe quasi certamente l’incompleto caricamento della munizione con conseguente inceppamento dell’arma.
(8) Estrazione del bossolo Ai fini di una corretta estrazione bossolo, oltre al rispetto delle condizioni citate nell’Annesso 1, è necessario evitare l’applicazione di qualsiasi sostanza protettiva (per es. vernice) sulla superficie laterale esterna dello stesso; la capacità di estrazione bossolo è riferita a bossoli non ulteriormente trattati rispetto a quanto previsto dall’Annesso 3 e quindi con coefficienti di attrito non alterati. Qualsiasi eventuale sostanza applicata per ridurre gli effetti di invecchiamento potrebbe: - aumentare il coefficiente di attrito (metallo/metallo) esistente tra bossolo e
camera a polvere; - lasciare tracce sulle pareti della camera a polvere.
(9) Componente deramante All’interno della carica di lancio delle cartucce cal 76/62 dovrà essere inserito il seguente deramante (vedasi Annesso 1): 30 g di piombo puro.
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(10) Antivampa La polvere di lancio dovrà essere costruita in modo da ridurre il più possibile la vampa all’atto del tiro, onde ridurre la segnatura ottica dell’Unità Navale. A tal scopo dovranno essere aggiunte in fase di fabbricazione le opportune sostanze antivampa (raffreddanti).
(11) Limiti di temperatura Il requisito minimo per le cartucce cal. 76/62 è che esse dovranno essere impiegabili senza decrementi prestazionali all’interno dei seguenti limiti di temperatura: - 33°C - + 52°C.
c. Gestione logistica del munizionamento
Al fine di consentire la gestione logistica del munizionamento la presente CT prevede che gli imballaggi e gli accessori del munizionamento, oltre a rispondere alle norme in vigore, siano intercambiabili con quelli già in servizio e compatibili con gli apprestamenti logistici ed i depositi munizioni di bordo e di terra. A tal fine il contenitore del munizionamento dovrà essere quello indicato nell’Annesso 1 (Cartucciere da tre colpi a DM 14395 rev. E). Inoltre, allo scopo di consentire la gestione in piena sicurezza e compatibilmente alle norme in vigore la presente CT prevede la fornitura della documentazione di cui al para 13.
4. LAVORAZIONI
a. Omogeneità dei materiali in commessa
I materiali, le sostanze ed i preparati chimici dovranno provenire da partite omogenee dal punto di vista chimico-fisico, tecnologico e strutturale.
In particolare, componenti pirici usati per il confezionamento delle cartucce dovranno appartenere a lotti di nuova produzione o essere stati prodotti da non più di un anno dalla data di presentazione al collaudo.
b. Materiali consumati nei collaudi
Le cartucce ed i componenti consumati durante i collaudi sono a carico della Società aggiudicataria.
Sono altresì a carico della Società gli eventuali ulteriori materiali che la Commissione di Collaudo riterrà opportuno di sottoporre a controllo per accertarne la rispondenza alle caratteristiche indicate nella presente CT.
5. GRANDEZZA DEI LOTTI
Ciascun lotto di produzione potrà avere una consistenza massima di n. 10.000 unità, al netto dei campioni destinati alle prove distruttive previste dal collaudo.
6. REQUISITI CONTROLLO DI QUALITA’
La Società si impegnerà a fornire il munizionamento tenendo attivato, presso i propri stabilimenti, per tutta la durata del contratto di acquisizione, un sistema di qualità
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rispondente alle esigenze espresse nelle pubblicazioni “UNI EN ISO 9001:2008” e “ISO 14001 Sistemi di Gestione Ambientale”.
L’espletamento delle prestazioni è soggetto inoltre ai requisiti aggiuntivi previsti dalla normativa “Nato AQAP 2120 “- Edition 3 - November 2009, intitolata "NATO quality assurance requirements for production”.
Gli obblighi nei confronti della M.M., derivanti dalla applicazione della predetta norma, sono riportati nel documento NAV 50-9999-0027-13-00B00: "Obblighi dell'Industria nazionale nei confronti degli Enti tecnici della M.M. applicazione della normativa NATO AQAP 2120”.
La Società dichiara di ben conoscere i citati documenti e di osservare ciò che in essi è prescritto.
7. CODICE A BARRE
La Società fornirà i materiali oggetto della fornitura corredati di sistema di riconoscimento mediante CAB da realizzare secondo lo standard EAN/128. Il suddetto CAB deve contenere le seguenti informazioni obbligatorie (codice di riconoscimento): - Application Identifier (A.I.)= 7001; - N.U.C. (N.S.N.); - Application Identifier (A.I)= 241; - REFERENCE [Codice del costruttore (Cage) + Part Number]. - Lotto. Per i materiali già codificati, che comunque dovranno essere sottoposti ad un controllo per la validazione della codificazione preesistente da parte dell’ufficio di codificazione (screening), la Società dovrà apporre il CAB costituito dal NUC validato più il REFERENCE che dovrà essere trattato come REFERENCE secondario. In entrambi i casi il codice di riconoscimento deve essere apposto in chiaro. L’apposizione del CAB dovrà essere effettuata in conformità a quanto previsto dagli STANAG 4280-4281 e dovrà essere compatibile con la natura del prodotto e con il suo impiego. Il codice CAB, dovrà essere apposto sul cartucciere, in posizione e con materiali da concordare con l’AD. A corredo dei materiali oggetto della fornitura, la Società fornirà, sotto forma di tabella su colonne ed in formato data base commerciale (es. excel), la corrispondenza fra il CAB, il NSN ed il REFERENCE, al fine di consentire la creazione di un archivio di collegamento ed un lettore palmare in grado di effettuare la lettura del codice e consentirne la lettura localmente da operatore (vedi para 13).
8. CERTIFICATO DI CONFORMITÀ
La Società, nel presentare al collaudo il munizionamento, gli accessori e la documentazione, dovrà presentare un Certificato di Conformità (CoC), redatto secondo il modello riportato nell’Annesso B della norma AQAP 2070 ed. 2 o successive (vedi para 13).
9. GESTIONE DELLA CONFIGURAZIONE
La Società dovrà attuare e mantenere un Sistema appropriato di "Gestione della Configurazione" (C.M.) del prodotto per assicurare che gli Items di configurazione e la
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relativa documentazione, inclusi quelli dei subfornitori, siano sotto controllo. Il Sistema di C.M. deve essere documentato e descrivere le procedure della Società per:
- l'Identificazione della Configurazione; - il Controllo della Configurazione (gestione delle modifiche/varianti); - l'Accertamento della Configurazione; - le Verifiche (audits) della Configurazione. La Società dovrà fornire la distinta di base di configurazione, ossia un documento anagrafico e organizzativo della documentazione necessaria alla sua costruzione, per la successiva gestione tecnica delle informazioni in accordo con la UNI EN ISO 10007 (vedi para 13).
Per ogni altro aspetto relativo alla gestione della configurazione si farà riferimento a quanto specificato nel contratto.
10. APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO (CE) 1907/2006 (RE ACH)
Alla presentazione al collaudo dei lotti contrattuali la Società fornirà alla Commissione di Collaudo una Dichiarazione di conformità al regolamento REACH da cui risulti che è al corrente dei propri obblighi, che ha adempiuto agli stessi e che ha verificato che i suoi eventuali subfornitori hanno operato conformemente al regolamento in parola. Nel caso in cui le sostanze superino, ai sensi del suddetto Regolamento, la quantità di una tonnellata metrica l’anno, dovrà essere fornito inoltre un Attestato di conformità sul quale dovranno essere riportate le seguenti informazioni:
- codice ELINCS/EC number e CAS di tutte le sostanze, da sole o in preparato; - peso totale della sostanza. L’attestato dovrà riportare, inoltre, il legale rappresentante ai fini del programma REACH.
In ogni caso la Società fornirà i codici identificativi dei prodotti/materiali di fornitura contenenti le sostanze pericolose ai sensi del Regolamento in parola e le relative schede di sicurezza.
Ai sensi del suddetto Regolamento, la Direzione degli Armamenti Navali si configura come “utilizzatore a valle”. La mancanza della Dichiarazione e dell’eventuale Attestato e delle schede di sicurezza, ove necessarie, non consentirà la presentazione al collaudo dei materiali.
11. SCHEDE DI DATI DI SICUREZZA
Il munizionamento dovrà essere corredato dalle schede di dati di sicurezza relative alla cartuccia da 76/62, al cannello ed alla polvere di lancio, redatte secondo quanto prescritto dal regolamento n. 453/2010/Ue della Commissione del 20 maggio 2010, che modifica il regolamento (Ce) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH).
Le schede dovranno essere redatte in lingua italiana e consegnate assieme alla documentazione di fornitura (vedi para 13).
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12. OMOLOGAZIONE
L’omologazione del munizionamento ha lo scopo di ridurre le prove di collaudo in occasione ulteriori di forniture contrattuali, qualora l’Amministrazione lo ritenga opportuno, rendendo meno onerosa l’acquisizione in termini di costi e di tempi.
A tale scopo, in caso di superamento del collaudo della fornitura, è facoltà della Società richiedere un attestato di omologazione nazionale per il munizionamento oggetto della presente CT.
Per quanto concerne la concessione dell’attestato di omologazione, il cui format è contenuto nella NAV – 80 – 9999 – 0022 – 1300B00, la presente CT è da considerarsi equivalente ad Specifica Tecnica di Omologazione: l’accertamento ai fini della certificazione sarà effettuato durante la fase di collaudo della fornitura secondo la presente CT.
13. DOCUMENTAZIONE DI FORNITURA
La Società, all’atto della presentazione finale al collaudo, dovrà fornire la seguente documentazione in tre copie cartacee e tre copie informatiche (file su CD in formato.pdf): - Certificato di Conformità relativo ai sottoassiemi costituenti la cartuccia, alla
cartuccia stessa, al contenitore, agli accessori ed alla documentazione emessa (corredato dai report dei collaudi di officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale) attestante la rispondenza ai disegni/specifiche applicate nella produzione degli stessi;
- Documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione delle cartucce e dei loro componenti secondo procedure internazionali (STANAG, AOP) o nazionali2;
- Certificazioni attestanti l’avvenuta qualifica dei materiali esplosivi secondo lo STANAG 4170;
- Certificazioni di compatibilità chimica trai materiali esplosivi e i materiali posti a contatto con essi secondo lo STANAG 4147;
- Cartellino segnaletico (Data card); - Disegni costruttivi di tutti i manufatti; - Verbale di collaudo della polvere di lancio; - Rapporto sul controllo della stabilità della polvere di lancio; - Scheda di dati di sicurezza delle cartucce in lingua italiana (secondo lo standard del
Regolamento n. 453/2010/Ue della Commissione del 20 maggio 2010); - Scheda di dati di sicurezza della polvere di lancio in lingua italiana (secondo lo
standard del Regolamento n. 453/2010/Ue della Commissione del 20 maggio 2010);
- Distinta di base di configurazione del manufatto in acquisto ; - Disegni e certificati di omologazione per il trasporto di tutti gli imballaggi; - Codice di classificazione (Numero ONU, Divisione di rischio e Gruppo di
compatibilità), rilasciato ai sensi dello STANAG 4123 (Determination of the classification of military ammunition and explosives, manuale AASTP-3) delle cartucce e dei componenti pirici forniti a corredo (cannelli, polvere);
- Categoria TULPS ai fini dello stoccaggio3 delle cartucce e dei componenti pirici forniti a corredo (cannelli, polvere);
2 La qualifica della polvere, effettuata secondo gli STANAG 4170 e 4224, dovrà attestare l’assenza di DNT. La qualifica / omologazione del proietto non è obbligatoria, in quanto totalmente inerte. 3 Qualora il riconoscimento del manufatto da parte del Ministero degli Interni sia ancora in itinere, la Società dovrà fornire un’indicazione di massima della categoria.
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Originale febbraio 2013 - 12 -
- Dichiarazione di conformità al regolamento REACH; - Procedure per la gestione di munizioni interessate da incidenti durante i trasporti
(EOD); - Scheda di sicurezza ambientale delle cartucce cal 76/62 secondo il format
contenuto nel dp n. 1143 in data 17.04.08 di Segredifesa (allegato A). - Documento indicante la corrispondenza fra il Codice a Barre (CAB), il NSN ed il
REFERENCE.
14. COLLAUDI
a. Modalità di svolgimento dei collaudi
Oltre ai collaudi esplicitamente previsti negli annessi del presente documento, l'Amministrazione Difesa ha la facoltà di sottoporre i materiali oggetto della fornitura, sia durante che alla fine delle lavorazioni, ad esami e controlli per accertare la corrispondenza dei materiali stessi ai disegni applicabili ed alle corrispondenti condizioni tecniche.
I delegati dell’Amministrazione avranno libero accesso a tutti i reparti della Società in cui si svolgeranno le lavorazioni. La Società è tenuta a prestare assistenza a tali delegati per rendere il loro compito agevole e spedito, a fornire loro i mezzi di misurazione e di controllo necessari per tutte le operazioni di collaudo/verifica.
Il CSSN della Spezia, per i collaudi effettuati presso i propri poligoni, produrrà una sintetica relazione tecnica nella quale saranno riportati gli esiti dei test effettuati in fase di collaudo. La relazione dovrà essere inviata a NAVARM 8ª Divisione ed all’Ente gestore del contratto.
L'Amministrazione Difesa effettuerà il collaudo finale della fornitura tramite una Commissione all’uopo nominata.
b. Criteri statistici impiegati nei collaudi
I controlli di accettazione del materiale di munizionamento oggetto della fornitura verranno condotti in base alla teoria statistica delle decisioni ed a quanto specificato nei piani di campionamento, redatti sulla base della UNI ISO 2859.
Nella redazione dei piani di campionamento dei collaudi per attributi sono stati considerati i seguenti livelli di collaudo: - livello di collaudo ordinario "II", per le prove di collaudo non distruttive; - livello di collaudo speciale per le prove distruttive. In allegato B sono stati riportati, per comodità, i seguenti prospetti: - Prospetto I – Lettere codice per la numerosità del campione; - Prospetto II-A – Piani di campionamento semplice per il collaudo ordinario
(Prospetto generale).
15. CONSEGNA MATERIALI
Il munizionamento dovrà essere consegnato imballato in idonee Unità di Trasporto composte con europallet (in legno o acciaio) della migliore qualità, reggette, etichettature e quant’altro necessario per un sicuro trasporto e sicura permanenza nei depositi munizioni di terra, ai sensi di ADR e TULPS, a cura e spese della Società, presso i siti comunicati dall’Amministrazione (tipicamente CIMA Aulla - MS). La Società è tenuta ad informare l’Amministrazione, con comunicazione formale, della consegna dei materiali di fornitura con un preavviso di almeno dieci giorni solari.
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Originale febbraio 2013 - 13 -
Tutti i trasporti dei materiali effettuati in esecuzione alla fornitura in parola dovranno essere realizzati conformemente alle leggi ed ai regolamenti in vigore. In particolare i trasporti di materiali pirici dovranno essere effettuati nel più rigoroso rispetto dell’ADR in vigore e del TULPS. L’organizzazione di tali trasporti, le attività amministrative, le scorte armate e quant’altro necessario ai trasporti verrà realizzato a cura e spesa della Società. Le Procedure per la gestione di munizioni interessate da incidenti durante i trasporti (EOD), di cui al para 13, dovranno essere consegnate al personale incaricato del trasporto del munizionamento di fornitura.
16. GARANZIA
Tutti i materiali di fornitura dovranno essere garantiti per un periodo di 4380 giorni solari (12 anni) decorrenti dalla relativa data di accettazione da parte dell’Ente gestore del contratto.
La garanzia relativa alle cartucce oggetto di fornitura sarà subordinata alla piena sicurezza ed efficienza di tutti i componenti della cartuccia, imballaggi ed accessori. In particolare sarà subordinata alla sicurezza della polvere di lancio, da accertarsi con test periodici, secondo la tecnica di analisi termica microcalorimetrica (HFC) a STANAG 4582. A tal fine, periodicamente, saranno effettuati controlli di stabilità sulla polvere tramite microcalorimetro: test a 80°C secon do STANAG 4582. In caso di prova non favorevole sarà eseguita una prova a temperatura più bassa (65°C), come indicato nello stesso STANAG. Se anche tale prova non fosse superata verrà effettuata una ulteriore prova estrapolando il tempo di invecchiamento al numero di anni necessari per raggiungere il termine del periodo di garanzia di 12 anni.
A titolo di esempio, dopo 10 anni, decorrenti dalla data di accettazione da parte dell’Ente gestore del contratto, l’esito non favorevole del test a 80°C e/o a 65°C comporterà l’effettuazione di una ulteriore prova estrapolando l’invecchiamento a 2 anni in modo da raggiungere il termine del periodo di garanzia di 12 anni.
L’estrapolazione del tempo di invecchiamento per un periodo diverso da 10 anni ha un valore puramente teorico ed in questo caso verrà utilizzato ai soli fini contrattuali. Se nel corso del periodo di garanzia dei 12 anni le metodiche HFC (heat flow calorimetry) dovessero perfezionarsi così come l’esperienza maturata con tale tecnologia in ambito AD, questa. avrà facoltà di modificare i criteri sopraesposti concordandone i termini con la Società.
L’esito non favorevole delle prove effettuate come sopra descritto comporterà l’obbligo da parte della Società di rilavorare tutte le cartucce del lotto ancora esistenti, o sostituirle a propria cura e spesa con altre di nuova fornitura aventi le stesse caratteristiche di quelle inizialmente acquisite.
La Società è tenuta a conservare, per l’intero periodo della garanzia, n. 50 Kg di polvere (per riferimento in caso di contraddittorio con l’Amministrazione) dello stesso lotto di quelli impiegati per le cartucce di fornitura in imballaggi regolamentari.
La chiusura degli imballaggi sarà certificata da sigilli.
17. DISMISSIONE DEI MATERIALI – GESTIONE DEI RIFIUT I
All’interno della Scheda di sicurezza ambientale delle cartucce cal 76/62 (allegato A), dovranno essere riportate le istruzione di dettaglio per la dismissione dei materiali oggetto della fornitura alla fine del ciclo di vita (vedi para 13).
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Originale febbraio 2013 - 14 -
18. COMPETENZE DELLA SOCIETÀ
Tutte le attività della Società presso i balipedi/poligoni/laboratori finalizzate alla realizzazione, prove e collaudo delle munizioni, nonché i materiali necessari a tali attività, saranno a carico Società.
19. COMPETENZE DELL’AD
L’AD renderà disponibile, a titolo oneroso, il balipedio “Cottrau” del CSSN sito in località Le Grazie nel comune di Portovenere (SP) per il collaudo finale delle cartucce (al tiro) e per le prove di caricamento alla Società che ne faccia esplicita richiesta.
La richiesta di impiego del sito di prova da parte della Società dovrà essere inviata almeno 180 giorni prima dell’inizio delle stesse al CSSN della Spezia citando gli estremi del contratto.
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Originale febbraio 2013 - 15 -
Allegato A FORMAT DELLA SCHEDA DI SICUREZZA AMBIENTALE DELLE C ARTUCCE CAL.
76/62 (Dp n. 1143 in data 17.04.08 di Segredifesa)
SCHEDA DI SICUREZZA AMBIENTALE
IDENTITA' DEL PRODOTTO
Classificazione ONU Denominazione NUC
Codice di classificazione
IDENTITA' DEL FABBRICANTE Nome Società Indirizzo
CARATTERISTICHE DEL MATERIALE ENERGETICO (1)
Net Esplosive Quantità (NEQ) (kg) Tipologia Composizione chimica
CARATTERISTICHE DEL MATERIALE INERTE
(Parti metalliche o polimeriche strutturali di rivestimento, ecc..) Tipologia dei materiali Quantità in kg.
SOSTANZE RILASCIATE NELL'AMBIENTE (dopo l'impiego)
Sostanze gassose
Rischi per l'uomo
Rischi per l'ambiente
Sostanze solide
Rischi per l'uomo Rischi per l'ambiente
ALTRE INFORMAZIONI DI SICUREZZA E DI TUTELA AMBIENTALE
Considerazioni sullo smaltimento a fine
vita logistica
Precauzioni nella bonifica/smaltimento prodotti d'esplosione
Informazioni sulla regolamentazione
applocabile
(1) Indicare i composti chimici costituenti il prodotto o le singole componenti e l'intervallo di concentrazione o di percentuale, in alternativa può essere fornito il valore massimo di concentrazione percentuale che può essere presente nella formulazione (eventuali informazioni riservate devono essere trattate come previsto dal D.L. 3 febbraio 1997 n. 52 art. 17
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Allegato B
Prospetto I – Lettere codice per la numerosità del campione
S-1 S-2 S-3 S-4 I II III
da 2 a 8 A A A A A A B
da 9 a 15 A A A A A B C
da 16 a 25 A A B B B C D
da 26 a 50 A B B C C D E
da 51 a 90 B B C C C E F
da 91 a 150 B B C D D F G
da 151 a 280 B C D E E G H
da 281 a 500 B C D E F H J
da 501 a 1200 C C E F G J K
da 1201 a 3200 C D E G H K L
da 3201 a 10000 C D F G J L M
da 10001 a 35000 C D F H K M N
da 35001 a 150000 D E G J L N P
da 150001 a 500000 D E G J M P Q
da 500001 e oltre D E H K N Q R
Livelli di collaudo correntiNumerosità del lotto o del "batch"
Livelli di collaudo speciali
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Prospetto II-A – Piani di campionamento semplice per il collaudo ordinario (Prospetto generale )
Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr Na Nr
A 2 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22 30 31
B 3 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22 30 31 44 45
C 5 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22 30 31 44 45
D 8 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22 30 31 44 45
E 13 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22 30 31 44 45
F 20 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
G 32 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
H 50 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
J 80 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
K 125 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
L 200 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
M 315 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
N 500 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
P 800 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
Q 1250 0 1 1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
1 2 2 3 3 4 5 6 7 8 10 11 14 15 21 22
Usare il primo piano di campionamento sopra la freccia Na = Numero di accettazione Nr = Numero di rifiuto
1000
Usare il primo piano di campionamento sotto la freccia . Se la numerosità del campione uguaglia o supera quella del lotto o del " batch", collaudare al 100 %
150 250 400 65025 40 65 1004,0 6,5 10 15
Limite di qualità accettabile (collaudo ordinario)
0,065 0,10 0,15 0,25 0,40 0,65 1,0 1,5 2,50,010 0,015 0,025 0,040
R 2000
Lette
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Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 1
Cartucce cal. 76/62
Edizione febbraio 2013
1-2
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispac.di Approvaz.
1-3
1. Generalità
Il presente documento ha lo scopo di descrivere, per ogni lotto di cartucce cal. 76/62 in fase di acquisizione: - le prove necessarie a dimostrarne la sicurezza; - le prove necessarie a dimostrarne l’efficienza (in particolare in termini di
compatibilità con i cannoni di produzione OTO Melara, in dotazione alla M.M.I.); - le caratteristiche minime necessarie per consentirne la gestione logistica.
Le cartucce dovranno corrispondere ad un disegno aziendale atto a soddisfare le prescrizioni del presente documento ed a garantire la sicurezza e l’efficienza del munizionamento cal. 76/62 di fornitura. I disegni aziendali dovranno comunque rispettare le prescrizioni e le indicazioni contenute nei Disegni Marina citati nell’Annesso 6. L’impiego di un contenitore a Disegno Marina (cartucciere da tre colpi) si rende indispensabile per motivazioni di carattere logistico. L’impiego di un contenitore diverso comporterebbe infatti: - la necessità di gestire due diverse configurazioni contemporaneamente presenti in
ciclo logistico (i contenitori del munizionamento infatti vengono ricondizionati e riutilizzati anche successivamente all’impiego del munizionamento originariamente);
- la necessità di riallestire i depositi munizioni delle Unità Navali dotate di cannoni calibro 76/62, le cui predisposizioni sono state realizzate per il cartucciere standard.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per i paracapsule.
2. Caratteristiche delle cartucce
a. Componenti
Ogni lotto di cartucce sarà allestito impiegando i seguenti componenti appartenenti, ciascuno, ad un unico lotto:
- cannello; - bossolo; - polvere di lancio; - proietto completo.
Tutti i componenti prima del loro utilizzo per il confezionamento delle cartucce dovranno aver superato con esito positivo tutti i collaudi di fornitura previsti.
1-4
b. Confezionamento delle cartucce
Il confezionamento delle cartucce (integrazione) sarà realizzato in base ai disegni aziendali applicabili, tenendo presente quanto segue:
- tutti i bossoli, prima del confezionamento,saranno sottoposti ad un esame visivo per accertare l'assenza di eventuali difetti rilevabili a vista;
- sul fondello dei bossoli saranno apposte le stampinature previste dal disegno aziendale applicabile;
- tutti i cannelli, prima della loro applicazione ai bossoli, verranno sottoposti ad esame visivo per accertarne l'integrità e l'assenza di eventuali difetti rilevabili a vista. I cannelli difettosi verranno scartati dall'impiego;
- l'applicazione del cannello al bossolo sarà effettuata come indicato nel disegno aziendale applicabile;
- i proietti dovranno recare le colorazioni, i contrassegni e le stampinature prescritte dal disegno applicabile (conforme a Disegno Marina 15392);
- Il proietto sarà introdotto nel bossolo esercitando la pressione minima necessaria per disporlo nella posizione indicata dal disegno applicabile senza provocare deformazioni nel bossolo e, successivamente, sarà aggraffato;
- la robustezza dell'aggraffatura dovrà essere tale che lo sforzo medio di sconfezionamento delle cartucce sia compreso nei limiti prescritti al paragrafo 3.a.(5);
- il peso della carica di lancio e la profondità del suo livello superiore rispetto all'orlo del bossolo (P.P.D.R) dovranno essere quelli stabiliti all'atto del collaudo balistico per il lotto di polvere usato nel confezionamento delle cartucce;
- sul peso della carica di lancio sarà ammessa una tolleranza di ± 5 g; - sulla superficie anteriore della carica di lancio sarà sistemato un disco di
cartone corrispondente al disegno aziendale. Su tale disco sarà sistemato un distanziatore di cartone corrispondente al disegno aziendale, al fine di assicurare il confinamento della polvere propellente;
- all'interno della camera formatasi tra il disco di cartone ed il proietto dovranno essere introdotti il cartellino segnaletico delle cartucce, corrispondente al D.M. n. 14993, ed il deramante (vedasi paragrafo successivo);
- la cartuccia finita dovrà corrispondere alle quote prescritte dal disegno applicabile e dovrà entrare liberamente nel cilindro calibratoio, di cui la società produttrice dovrà essere dotata.
c. Deramante
Il deramante dovrà essere costituito da un foglio di piombo o dischi di piombo, sistemati sopra il disco di cartone, avente il peso di g 30 complessivi. Ciascun foglio di deramante dovrà essere di piombo puro, commercialmente raffinato (titolo non inferiore al 99,99%). Dovrà possedere, inoltre, i sottoelencati requisiti: - essere completamente solubile, a caldo, in acido nitrico di densità 1,2 diluito
con egual volume di acqua distillata; - essere piano e levigato prima dell’impiego; - spessore indicativo: mm 0,05 (con le tolleranze tecniche d’uso); - peso: g 30; - dimensioni: non fissate, ma tali da ottenere il peso prescritto.
1-5
In sostituzione del foglio suddetto è consentito l’impiego di numero due dischi di piombo puro, commercialmente raffinato (titolo non inferiore al 99,99%) e aventi ciascuno i sottonotati requisiti: - essere completamente solubile, a caldo, in acido nitrico di densità 1,2 diluito
con egual volume di acqua distillata; - essere piano e levigato prima dell’impiego; - spessore: mm 0,3 (con le tolleranze tecniche d’uso); - peso indicativo: g 15; - diametro indicativo: mm 74.
d. Imballaggio
Le cartucce finite, munite dei relativi paracapsule corrispondenti al Dis.D.M. n. 13887 rev H, saranno sistemate nei cartuccieri a disegno D.M. n. 14395 rev. E da tre colpi. Nell'interno di ciascun cartucciere sarà introdotto il cartellino segnaletico corrispondente al Dis. D.M. n. 14993. All'esterno di ciascun cartucciere saranno stampinate le indicazioni previste dalla documentazione applicabile. I cartuccieri dovranno essere consegnati su europallet e reggettati in modo sicuro. In particolare i contenitori che alloggiano le cartucce dovranno essere corrispondenti a tutti i requisiti riportati nelle pubblicazioni che regolano il trasporto di materiali esplosivi (in particolare A.D.R. - Accordo europeo relativo al trasporto internazionale su strada delle merci pericolose).
3. Esecuzione dei collaudi
a. Collaudi di officina
(1) Verifica oculare
Una parte delle cartucce ed i relativi cartuccieri (vds. tabella di campionatura 1 - riga 1) saranno sottoposti a verifica oculare allo scopo di accertare l'assenza dei difetti di seguito indicati: - stampinature all'esterno di ciascun cartucciere non conformi al disegno
aziendale; - cartellino segnaletico posto all'interno di ciascun cartucciere assente o
non conforme al disegno aziendale; - paracapsule assente o non a disegno; - cartuccia non recante le indicazioni previste dal disegno aziendale; - proietti, bossoli, cannelli non appartenenti ai lotti previsti e/o già collaudati
con esito favorevole; - cartucce recanti altri difetti rilevabili a visita.
La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione, dopo rilavorazione, ad un collaudo rinforzato.
(2) Verifica dell'applicazione del cannello al boss olo
Una parte delle cartucce (vds. tabella di campionatura 1 - riga 2) verrà sottoposta alla verifica dell'applicazione del cannello al bossolo.
1-6
La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione, dopo rilavorazione, ad un collaudo rinforzato.
(3) Verifica al calibratoio
Tutte le cartucce verranno sottoposte alla verifica al calibro durante la fase di produzione (vds. tabella di campionatura 1 – riga 3). Tale strumento, di cui la Società dovrà dotarsi, dovrà essere costruito a disegno e regolarmente certificato secondo una procedura aziendale. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione, dopo rilavorazione, ad un collaudo rinforzato.
(4) Prova di traballamento
Una parte delle cartucce (vds. tabella di campionatura 1 – riga 4), rimessa nei relativi cartuccieri sarà sottoposta alla prova di traballamento da effettuarsi con le seguenti modalità: - durata 8 ore consecutive; - cartuccieri poggiati orizzontalmente, con la faccia maggiore priva di
sporgenze e con fondo rivolto verso l'asse di oscillazione del piano inclinato del traballatore;
- cartuccieri vincolati stabilmente al piano del traballatore; - frequenza di traballamento di 62 colpi al minuto con ampiezza di
vibrazione di 5 mm. Non dovrà verificarsi alcuna esplosione dipendente dal munizionamento e le cartucce, al termine della prova, non dovranno presentare cedimenti di alcun genere negli accoppiamenti fra bossolo e proietto e bossolo e cannello, e distacchi del paracapsule. Le cartucce traballate verranno nuovamente verificate al cilindro calibratoio e sottoposte a verifica dell'applicazione del cannello al bossolo. In caso di mancato superamento del test il lotto dovrà essere rilavorato.
(5) Controllo dello sforzo di sconfezionamento
Durante la produzione si procederà al controllo dello sforzo di sconfezionamento mediante una carta di controllo delle medie strutturata come segue: - LCS (limite controllo superiore): 3300 kg/cm²; - LCI (limite controllo inferiore): 1850 kg/cm²; - N (numerosità campione): 8 cartucce. L'impiego di detta carta di controllo seguirà le seguenti modalità: Verrà effettuato un prelievo ciclico di un campione di n. 8 cartucce che verranno sconfezionate mediante macchina di trazione (con velocità di spostamento pari a 3,3 ± 0,3 mm/min.) al fine di rilevare i valori dello sforzo di sconfezionamento. Se il valore medio delle 8 misure rilevate cadrà fra LCS ed LCI la produzione verrà considerata corrispondente agli standard previsti e si proseguirà fino ad un altro prelievo.
1-7
Se il valore medio delle 8 misure rilevate cadrà esternamente ai limiti LCS ed LCI si procederà nel seguente modo: - arresto della produzione con accantonamento di tutte le cartucce prodotte
a partire dall'ultimo controllo effettuato con esito positivo; - le cartucce accantonate costituiranno il “lotto sotto test” e verranno
collaudate per attributi utilizzando la tabella seguente e considerando come difetto uno sforzo di estrazione esterno ai limiti 249.17 ± 59 Mpa (2450 ± 600 kg/cm²);
- - In base all'esito del collaudo le rimanenti cartucce del "lotto sotto test"
saranno accettate e reintegrate nel lotto di provenienza oppure, in caso di collaudo con esito sfavorevole, alienate.
La ciclicità di prelievo sarà ottimizzata dalla qualità aziendale in funzione del ritmo di produzione tenendo conto che tra due prelievi di campioni non dovranno essere state prodotte meno di 280 cartucce e più di 1200 cartucce.
(6) Controllo delle cartucce sconfezionate
Le cartucce sconfezionate per l'effettuazione della prova di cui al precedente punto potranno essere sottoposte a verifica per accertare quanto segue: - che all'interno del bossolo esistano le varie parti previste dal disegno
applicabile (deramante, distanziatore, disco, cartellino segnaletico) e che, in particolare, il disco di cartone sia rimasto bene assestato nella carica di lancio;
- che non si siano verificate fuoriuscite di grani di polvere; - che il deramante sia conforme a quanto previsto al para 2.c; - che il cartellino segnaletico sia conforme al disegno; - che il P.P.D.R. sia quello stabilito per il lotto di polvere impiegato; - che il peso di carica sia quello stabilito per il lotto impiegato, con tolleranza
di ± 5 g. Le cartucce sconfezionate non potranno essere riconfezionate e reinserite nel lotto.
b. Collaudo al tiro
Una parte delle cartucce traballate (vds. tabella di campionatura 2) verrà sottoposta al controllo della dispersione al tiro e della velocità iniziale, il cui valore nominale è pari a 905 m/sec, a confronto con una pari quantità di cartucce di riferimento a peso esatto, integrate in unico lotto dal CIMA in esito ad un D.M., da effettuarsi in accordo con le seguenti modalità: - cartucce in collaudo e di confronto condizionate a + 21° C per almeno 24 h; - tiro a colpo singolo alternando cartucce di controllo e cartucce sotto test nella
stessa sessione di tiro;
Numerosità del lotto sotto test
Campione da prelevare
Na
Nr
da 281 a 500 50 cartucce 1 2 da 501 a 1200 80 cartucce 2 3
1-8
- elevazione della canna di 54.0 millesimi, pari ad una gittata di 5000 m1; - rilevamento della velocità iniziale e dei punti di caduta; - cartucce di confronto (lotto master) a peso esatto, con sforzo di
sconfezionamento di 245.25 ± 44 Mpa (2500 ± 450 kg/cm²), confezionate dal Centro Interforze del Munizionamento Avanzato (CIMA Aulla) impiegando: - polvere appartenente al lotto master della MMI; - bossoli nuovi appartenenti ad un unico lotto; - cannelli appartenenti al lotto master della MMI; - proietti inerti a Disegno Marina appartenenti ad un unico lotto.
Sarà verificata la congruenza interna dei dati di Vo ricavati dalle serie di cartucce in collaudo e da quella delle cartucce di confronto, utilizzando il Dixon's test di cui alla Ed.n. 2 dello Stanag 4106 a livello di confidenza 1 - α = 0,95 (vedasi APPENDICE 1) Il numero di campioni indicati nella tabella di campionatura sopraccitata dovranno essere tutti utili per il controllo della velocità iniziale e della dispersione al tiro, pertanto dovranno essere previste delle cartucce in collaudo e di confronto di rimpiazzo a quelle per le quali non sia stato possibile rilevare la velocità iniziale o il cui valore di Vo risulti, applicando il Dixon's test non congruente, o non sia stato possibile rilevare i punti di caduta.
Lo scarto quadratico medio ed il VV /∆ 2 dovranno essere conformi a quanto
riportato nella seguente tabella:
VELOCITÀ DISPERSIONE AL
TIRO Colpi
[n.] Scarto quadratico
medio
[m/s]
VV /∆
Dispersione in gittata3
[m]
Vedasi Tabella 2 < 3.5 < 0.55 ≤ 34 (a 5000 m)
Il collaudo finale del lotto di cartucce di fornitura dovrà avvenire alla presenza di delegati dell’Amministrazione presso il poligono Cottrau del CSSN (Centro di Supporto e Sperimentazione Navale delle Spezia, VI Divisione) che l’Amministrazione metterà a disposizione della Società aggiudicataria a titolo oneroso. Poiché durante il collaudo verrà controllata la rispondenza della balistica esterna delle munizioni alle Tavole del Tiro in uso in Marina, la Società aggiudicataria potrà richiederne un estratto non classificato, relativo alle sole condizioni di test, al CSSN della Spezia. In caso di mancato superamento del test al tiro potrà essere concessa una riprova ad insindacabile giudizio della Commissione di Collaudo.
1 Per inderogabili esigenze di sicurezza del poligono di tiro potrebbero essere scelte altre elevazioni e gittate in conformità alle Tavole del Tiro.
2 master
collaudomaster
V
VVVV
−=∆ /
3 Secondo quanto riportato sulle relative Tavole del Tiro.
1-9
TABELLA DI CAMPIONATURA 1
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI OFFICINA
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUME-
RO
PARA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R
VERIFICA OCULARE
3.a.(1)
80
125
200
1 2 3
2 3 4
VERIFICA APPLICAZIONE
CANNELLO AL BOSSOLO
3.a.(2)
125
125
200
1 2 3
2 3 4
VERIFICA AL CALIBRATOIO
3.a.(3)
UNITARIO
PROVA DI TRABALLAMENTO
3.a.(4)
10
15
20
0 0 0
1 1 1
TABELLA DI CAMPIONATURA 2
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
COLLAUDO AL TIRO
n
RIFERIMENTO
NOTE
FINO A 1300
10
DA 1301 A 3200
15
PARAGRAFO
3.b.
CARTUCCE PROVENIENTI DALTRABALLAMENTO
DA 3201 A 10000
20
1-10
APPENDICE 1
DIXON'S TEST
1. Il test statistico denominato Dixon's test permette di verificare se i dati di una serie appartengono o meno ad una stessa popolazione, cioè se esiste la congruenza interna dei dati, oppure se uno o più di essi debba essere scartato in quanto non congruente con gli altri. Può essere applicato con un numero di dati n tale che 3 ≤ n ≤ 25. 2. Nel test viene utilizzato un opportuno rapporto r calcolato a seconda del numero n dei dati disponibili:
se n= 3 ÷ 7 r x xx xk
=−−
2 1
1
se n= 8 ÷ 10 r x xx xk
=−−−
2 1
1 1
se n= 11 ÷ 13 r x xx xk
=−−−
3 1
1 1
se n= 14 ÷ 25 r x xx xk
=−−−
3 1
2 1
dove: x1 = più grande (più piccola) osservazione dei dati x2 = più vicina osservazione a x1 x3 = più vicina osservazione a x2 xk = più piccola (più grande) osservazione dei dati xk-1 = più vicina osservazione a xk xk-2 = più vicina osservazione a xk-1 3. Si stabilisce il livello di significatività α del test. I valori raccomandati sono compresi tra 0,01 e 0,05 (1 ÷ 5 %). Viene scelto come livello di significatività α il 5 % . 4. Il Dixon's test permette di accertare quindi con livello di significatività del 5% che i singoli dati di una serie appartengono come ipotesi statistica alla stessa popolazione se è verificata l'ipotesi: r < rα Qualora l'ipotesi non venga verificata, si scarta il valore x1 in quanto non congruente con la serie e si ripete il test sulla serie dei valori rimanenti. Vengono riportati di seguito i valori di rα per α = 0,05
1-11
n° dati valori limite di r (rα) 3 0,941 4 0,765 5 0,642 6 0,560 7 0,507 8 0,554 9 0,512 10 0,477 11 0,576 12 0,546 13 0,521 14 0,546 15 0,525 16 0,507 17 0,490 18 0,475 19 0,462 20 0,450 21 0,440 22 0,430 23 0,421 24 0,413 25 0,406
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 2
Cannello cal. 76/62
Edizione febbraio 2013
2-2
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispac.di Approvaz.
2-3
1. Generalità
I sistemi di innesco per il munizionamento calibro 76/62, di seguito denominati semplicemente “cannelli” sono estremamente critici dal punto di vista dell’efficienza delle munizioni ed ancor più della loro sicurezza: un’attivazione accidentale degli stessi a bordo di un’Unità Navale o in un deposito munizioni potrebbe avere effetti catastrofici. E’ quindi doveroso da parte dell’Amministrazione, oltre a recepire la documentazione attestante l’avvenuta qualifica a Stanag/Omologazione dei manufatti, prevedere delle prove rigorose che diano conto dell’assoluta sicurezza di tali manufatti.
Il presente documento ha lo scopo di descrivere, per ogni lotto di cannelli in fase di acquisizione: - le prove necessarie a dimostrarne la sicurezza; - le prove necessarie a dimostrarne l’efficienza (in particolare in termini di
compatibilità con i cannoni di produzione OTO Melara, in dotazione alla M.M.I.); - le caratteristiche minime necessarie per consentirne la gestione logistica.
I cannelli dovranno corrispondere ad un disegno aziendale atto a soddisfare le prescrizioni del presente documento ed a garantire la sicurezza e l’efficienza del munizionamento cal. 76/62 di fornitura. Alcune prove richiedono l’utilizzo di dispositivi a Disegno Marina (DM). Sono ammesse varianti minori a tali dispositivi per renderli compatibili con il cannello di fornitura. Per il confezionamento dei cannelli sono abitualmente impiegati polvere nera e lacca alla nitrocellulosa. E’ ammesso l’uso di altri materiali, purché sia data evidenza delle prove di compatibilità chimica effettuate in accordo allo STANAG 4147. Tali prove dovranno essere citate all’interno della Documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione dei cannelli secondo procedure internazionali (Stanag, AOP) o nazionali.
2. Caratteristiche di cannelli
a. Caratteristiche di resistenza meccanica e di sen sibilità
Per ciascun lotto di cannelli dovranno essere montati inneschi esplosivi appartenenti ad uno stesso lotto. Preliminarmente all’integrazione dei cannelli dovranno essere eseguiti almeno i test sotto elencati.
(1) Sensibilità e sicurezza dell'innesco
La sensibilità e la sicurezza dell’innesco devono essere testati con il seguente strumento:
Berta a caduta libera, con sfera di acciaio del peso di 226 ± 2 g (8 once). I limiti di sensibilità e di sicurezza dell'innesco dovranno corrispondere in termini di altezza media H e scarto quadratico medio ai seguenti valori:
2-4
H + 5s 406.4 mm (16 in); H - 2s 127.0 mm ( 5 in). Il controllo verrà effettuato su almeno 400 inneschi prelevati da un unico lotto, mediante l'utilizzo dell'attrezzatura e l'applicazione delle procedure indicate in allegato "A" al presente documento. In base ai risultati della prova sarà compilato un foglio di calcolo come previsto nell'allegato suddetto. Non dovranno, comunque, ottenersi: - mancati funzionamenti per altezze di 457 mm (18 in). - funzionamenti per altezze di 101.6 mm (4 in). Sono ammessi criteri di test diversi purché equivalenti dal punto di vista statistico. Il report del test, validato dalla Qualità Aziendale, dovrà essere allegato al Certificato di Conformità (vedasi paragrafo 5).
(2) Resistenza dello spillo alla tranciatura
Il carico di rottura dello spillo alla tranciatura dovrà risultare compreso fra 35 e 65 Kg. Il controllo verrà effettuato su almeno n. 20 campioni con attrezzatura a disegno aziendale. Il report del test, validato dalla Qualità Aziendale e corredato di una breve descrizione dell’attrezzatura e delle modalità impiegate, dovrà essere allegato al Certificato di Conformità (vedasi paragrafo 5).
(3) Funzionamento e non funzionamento del corpo inn escato
I corpi innescati saranno provati in una berta a caduta libera, con sfera di acciaio del peso di 680 g e percussore ausiliario conforme al Dis. D.M.n. 14886 rev. C per verificare il funzionamento e il non funzionamento.
(a) Funzionamento
N. 125 corpi innescati saranno provati da una altezza di 381 mm. Se si verificherà piùdi un mancato funzionamento il lotto verrà rifiutato. Nel caso di un solo mancato funzionamento, verrà provato un secondo campione di 125 unità: per l'accettazione non si dovranno riscontrare ulteriori mancati funzionamenti.
(b) Non funzionamento
N. 50 corpi innescati saranno provati da una altezza di 101.6 mm. Nessun corpo innescato dovrà funzionare.
Il report del test, validato dalla Qualità Aziendale, dovrà essere allegato al Certificato di Conformità (vedasi paragrafo 5).
2-5
b. Marcature permanenti
Sul corpo di ciascun cannello dovranno essere apposte le marcature permanenti previste dai disegni aziendali. Le indicazioni minime dovranno essere relative a: - denominazione del manufatto; - lotto di produzione. Tali indicazioni dovranno essere poste sulla testa del cannello, in modo da poter essere lette anche quando quest’ultimo è montato sul bossolo.
3. Caratteristiche degli imballaggi I cannelli dovranno essere imballati in casse di legno a disegno aziendale o in altri imballaggi (contenitori) comunque idonei al maneggio, al trasporto ed alla conservazione in sicurezza dei cannelli stessi. Tali contenitori dovranno essere posti su europallet e reggettati in modo sicuro. I contenitori dovranno essere corrispondenti a tutti i requisiti riportati nell’ADR (Accord européen relatif au trasport international des merchandises dangereuses par route) nell’edizione in vigore al momento della consegna dei cannelli. Sui contenitori dovranno essere apposte le stampinature e le coloriture previste dai disegni aziendali. Le indicazioni minime dovranno essere relative a: - denominazione del manufatto; - lotto di produzione; - contratto di acquisto; - codice identificativo dell’omologazione dell’imballaggio; - numero ONU; - codice di classificazione. In ogni caso i contenitori pieni (peso lordo fuori tutto) non dovranno superare i 20 Kg di peso ed essere dotati di sicure maniglie/punti di presa per il sollevamento da parte di due operatori.
4. Esecuzione dei collaudi I collaudi di cui ai seguenti paragrafi 4.b, 4.c, 4.d, 4.e, 4.f, essendo collaudi di officina, potranno essere autocertificati dalla Società aggiudicataria tramiti appositi report. Qualora il collaudo di cui al para 4.g (collaudo al tiro) dovesse svolgersi in un poligono/balipedio non nazionale, sarà facoltà dell’Amministrazione inviare, a spese della Società aggiudicataria, un proprio osservatore che presenzierà alle attività di collaudo. A tale scopo la Società dovrà preavvisare l’Amministrazione almeno 30 giorni solari prima dell’esecuzione delle prove, comunicandone le date ed il sito. Tutti i report dei collaudi di officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale, dovranno essere consegnati all’AD, prima del collaudo finale della fornitura, allegati al Certificato di Conformità (CoC).
2-6
a. Numerosità dei campioni Il numero dei cannelli carichi e finiti di lavorazione da prelevare a caso da ciascun lotto e destinati all’effettuazione delle prove di collaudo è indicato nelle tabelle 2 e 3. Ai fini dell’applicazione delle tabelle va considerato il numero complessivo dei cannelli di uno stesso lotto di produzione, indipendentemente dal fatto che siano impiegati per il confezionamento delle cartucce cal. 76/62, sia che siano forniti a parte.
b. Verifica oculare, dimensionale e del peso Una parte dei cannelli (vedasi tabella di campionatura 2 - riga 1) verrà sottoposta a verifica oculare, dimensionale e del peso al fine di accertare l'assenza dei difetti. I controlli minimi saranno quelli elencati in tabella 1. Il riferimento è sempre il disegno aziendale. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione dopo rilavorazione, ad un nuovo collaudo.
c. Prova di traballamento
Una parte dei cannelli (vedasi tabella di campionatura 2 - riga 2) verrà sottoposta a traballamento con le seguenti modalità: - durata traballamento 3 ore; - frequenza 120 colpi al minuto con escursione di 20 mm; - tre prove successive di un'ora ciascuna secondo le seguenti direzioni:
• verticale con tubo in alto; • verticale con tubo in basso; • orizzontale.
Al termine della prova i cannelli non dovranno presentare deformazioni, cedimenti o alterazioni di alcun genere come allentamenti nell'avvitatura del tubo al corpo, fuoriuscita di polvere nera, distacchi o rottura dei fori del tubo.
d. Prova di vibrazione
Una parte dei cannelli (vds. tabella di campionatura 2 - riga 3) verrà sottoposta a prova di vibrazione con le seguenti modalità: - durata vibrazione 12 ore; - tre prove successive di quattro ore ciascuna secondo le seguenti direzioni:
• verticale con tubo in alto; • verticale con tubo in basso; • orizzontale.
- frequenza di vibrazione variabile da 800 a 3000 cicli al minuto con incrementi
successivi di 200 cicli al minuto e durata di 20 minuti per ciascun incremento; - ampiezza verticale di vibrazione regolata come segue (ampiezza riferita alla
posizione neutra), a seconda della frequenza di vibrazione: FREQUENZA AMPIEZZA VERTICALE (cicli al minuto) (pollici)
2-7
da 800 a 1500 0.030 0.002 da 1600 a 2000.. 0.020 0.002 da 2100 a 2500 0.013 0.001 da 2600 a 3000 0.009 0.001 A seguito della prova non dovranno verificarsi inneschi dei componenti pirici ed i cannelli non dovranno presentare deformazioni, cedimenti o alterazioni di alcun genere come allentamenti nell'avvitatura del tubo al corpo, fuoriuscita della polvere nera, distacchi o rotture della laccatura dei fori del tubo.
e. Prova di caduta
Una parte dei cannelli (vds. tabella di campionatura 2 - riga 4) verrà sottoposta a prova di caduta con le seguenti modalità: - prova da eseguirsi in grave di 20 kg a dis. D.M. n. 14888 rev. B; - una caduta da un'altezza di 7 m su incudine di acciaio temperato pesante 200
kg circa appoggiata su base di calcestruzzo; - altezza di rimbalzo pari ad almeno il 20% dell'altezza di caduta; - non dovrà verificarsi alcun funzionamento dei cannelli e, dopo la prova, i
cannelli non dovranno presentare rotture o incrinature delle parti metalliche. Saranno tollerati eventuali allentamenti nell'avvitatura del tubo al corpo.
I cannelli sottoposti a caduta verranno accantonati e distrutti.
f. Verifica interna
Una parte dei cannelli (vds. tabella di camp. 2 - riga 5) sarà sconfezionata per accertare la rispondenza al disegno aziendale. In particolare, la carica del cannello (tipicamente polvere nera) sarà pesata impiegando una bilancia di precisione ed il suo peso dovrà risultare pari a quello previsto dal disegno aziendale e relativa tolleranza.
g. Collaudi al tiro
Una parte dei cannelli traballati ed una parte di quelli vibrati (vds. tabella di campionatura 3) verrà sottoposta a prova di tiro. I tiri saranno effettuati con le seguenti modalità: - b.d.f. in condizioni normali di usura; - impiego dello stesso lotto polvere impiegato per il confezionamento del
munizionamento cal. 76/62 in corso di fornitura. Qualora non sia possibile ottenere con tale polvere i valori di pressione prescritti, oppure siano forniti i soli cannelli, potrà essere impiegata polvere di altra tipologia (es: polvere di sovrapressione) purché idonea all'ottenimento di tali valori;
- impiego del proietto completo inerte dello stesso tipo impiegato per il confezionamento del munizionamento cal. 76/62 in corso di fornitura;
- sporgenza percussore 2,5 mm ed energia di percussione pari a 2.85 ± 0,2 J; l'alloggiamento del cannello nel bossolo dovrà essere preventivamente
2-8
verificato per accertare che l'accoppiamento cannello/bossolo rientri nella tolleranza prevista;
- pressione massima vera di 391.3 ±14.7 MPa (3990 ± 150 kg/cm²) rilevata con metodi di misura della pressione conformi alle procedure previste dallo STANAG 41131.
Tutti i cannelli dovranno funzionare regolarmente alla prima percussione senza dar luogo a sfoconamenti, sfuggite di gas, rotture e/o deformazioni del tubo e del tappo.
5. Documentazione a corredo della fornitura
La Società, all’atto della presentazione al collaudo dovrà fornire la seguente documentazione in tre copie cartacee e tre copie informatiche (file su CD in formato.pdf): - Certificato di Conformità relativo ai cannelli (corredato dai report dei collaudi di
officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale) attestante la rispondenza ai disegni/specifiche applicate nella produzione degli stessi;
- documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione dei cannelli secondo procedure internazionali (Stanag, AOP) o nazionali2;
- certificazioni attestanti l’avvenuta qualifica dei materiali esplosivi contenuti nel cannello secondo lo STANAG 4170;
- disegni costruttivi dei cannelli; - scheda di dati di sicurezza dei cannelli in lingua italiana; - distinta di base di configurazione dei cannelli; - disegno/i e certificato di omologazione degli imballaggi al trasporto dei cannelli; - codice di classificazione dei cannelli (Numero ONU, Divisione di rischio e Gruppo
di compatibilità), rilasciato ai sensi dello Stanag 4123; - categoria TULPS ai fini dello stoccaggio3 dei cannelli; - dichiarazione di conformità al regolamento REACH; - le procedure per la gestione dei cannelli interessati da incidenti durante i trasporti
(EOD).
1 Test da effettuarsi con affusto da balipedio/poligono di idonea resistenza. 2 Tipicamente, trattandosi di cannelli a percussione, la qualifica dei cannelli coincide con la qualifica dell’iniziatore (cassula). 3 Qualora il riconoscimento del manufatto da parte del Ministero degli Interni sia ancora in itinere, la Società dovrà fornire un’indicazione di massima della categoria.
TABELLA DI CAMPIONATURA 1
VERIFICA OCULARE, DIMENSIONALE E DEL PESO
CANNELLI CAL. 76/62
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI- CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
PARTICOLARI METALLICI SPESSORE BORDO CORPO CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
CRITICO
SPESSORE BORDO CORPO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO MEDIO FILETTAT. CORPO CANNELLO FUORI TOLLERANZA
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FILETTATURA CORPO CANNELLO AMMACCATA, ROTTA O INCOMPLETA
OCULARE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO SCARICO FILETTATURA CORPO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
ECCENTRICITA' FILETTATURA INFERIORE TUBO RISPETTO AL DIAMETRO ESTERNO TUBO SUPERIORE A TOLLERANZA
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FESSURE PASSANTI E/O DIFETTI SUPERFICIALI DEL TUBO (CREPE, INCLUSIONI, INTAGLI, ECC..) CHE INTERESSINO PIU' DEL 10% DELLO SPESSORE DELLE PARETI
OCULARE ESTERNO
sezionamento se necessario
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FILETTATURA CORPO CANNELLO AMMACCATA, ROTTA O INCOMPLETA
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
DIAMETRO BORDO CORPO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
Segue tabella di campionatura 1
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI- CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO ESTERNO TUBO FUORI TOLLERANZA STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
NUMERO E DISPOSIZIONI FORI TUBO NON CONFORMI AL DISEGNO
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
CORPI INNESCATI
PROFONDITA' PERCUSSORE RISPETTO AL PIANO CORPO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
CRITICO
CONGEGNO DI INNESCO SPORGENTE RISPETTO AL PIANO CORPO CANNELLO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
CRITICO
PROFONDITA' PERCUSSORE RISPETTO AL PIANO CORPO CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FILETTATURA CORPO CANNELLO AMMACCATA, ROTTA, INCOMPLETA
OCULARE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO BORDO CORPO CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
MARCATURE PERMANENTI NON CORRETTE, NON COMPLETE, NON LEGGIBILI O MANCANTI
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
CANNELLI COMPLETI
FUORIUSCITE DI POLVERE NERA
OCULARE
UNITA
RIO
CRITICO
PESO DEL CANNELLO INDICANTE ASSENZA DI POLVERE
BILANCIA
80 200
200
CRITICO
Segue Tabella di campionatura 1
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI
- CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
ECCENTRICITA' FILETTATURA CORPO CANNELLO RISPETTO AL DIAMETRO ESTERNO TUBO SUPERIORE A TOLLERANZA
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO ESTERNO ACCOPPIAMENTO TUBO-CORPO E TUBO TAPPO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FILETTATURA CORPO CANNELLO AMMACCATA, ROTTA O INCOMPLETA
OCULARE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
CIANFRINATURE TUBO SU CORPO MANCANTI OD INCOMPLETE O NON EFFICIENTI
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
LUNGHEZZA TOTALE CANNELLO FUORI TOLLERANZA. STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
LACCATURA FORI TUBO INCOMPLETA O PRESENTANTE ROTTURE O FESSURE
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
MARCATURE PERMANENTI NON COMPLETE, NON LEGGIBILI O MANCANTI
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
TABELLA DI CAMPIONATURA 2
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI OFFICINA CANNELLI CAL. 76/62
RIFERIM.
PARA.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
REQUISITI FINO
A 1200 DA
1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R DEL COLLAUDO
VERIFICA OCULARE
DIMENSIONALE E DEL PESO
4.b
80
200
200
-
-
VDS. TABELLA DI
CAMPIONATURA 1
TRABALLAMENTO
4.c
13
13
13
0 0 0
1 1 1
CAMPIONAT. FORNITE IN AGGIUNTA AL QUANTIT. COSTITUENTE IL LOTTO
VIBRAZIONE
4.d
13
13
13
0 0 0
1 1 1
CAMPIONAT. FORNITE IN AGGIUNTA AL QUANTIT. COSTITUENTE IL LOTTO
CADUTA
4.e
13
13
13
0 0 0
1 1 1
6 CANNELLI VIBRATI
7 CANNELLI TRABALLATI
VERIFICA INTERNA
4.f
13
13
13
0 0 0
1 1 1
PESO DI CARICA DEL CANNELLO FUORI
TOLLERANZA
TABELLA DI CAMPIONATURA 3
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI TIRO CANNELLI CAL. 76/62
RIFERIM.
CAPITOLO II
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
REQUISITI PARA. FINO A
1200 DA
1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R DEL COLLAUDO
TIRI A SOVRAPRESSIONE
4.g
13
13
13
0 0 0
1 1 1
ENERGIA DI
PERCUSSIONE: 2.85 ±O.20 J SPORGENZA
PERCUSSIONE: 2,5 mm
7 CANNELLI VIBRATI, 6 CANNELLI TRABALLATI
ALLEGATO A
NORME PER L'ESECUZIONE DELLE PROVE DI SENSIBILITA' E SICUREZZA DELL'INNESCO
A.1. Attrezzatura Berta a caduta libera, con sfera di acciaio del peso di 226 ± 2 g (8 once). Altezza di caduta della sfera variabile di pollice in pollice. A.2. Procedura A.2.1. Iniziare la prova con la sfera regolata alla altezza di 254 mm (10 in). A.2.2. Provare 50 inneschi a questa altezza e quindi 50 ad ogni altezza distante un pollice nei due sensi dal valore dell'altezza iniziale, sino a che non vengano raggiunte in un senso altezze alle quali tutti i 50 inneschi funzionino, e nell'altro senso altezze alle quali tutti 50 inneschi non funzionino. A.2.3 Trascrivere per ogni altezza il numero di inneschi che funzionano ed il numero di quelli che non funzionano. A.3. Metodo di calcolo Usare il "foglio di calcolo" (allegato B) ed ottenere i valori dell'altezza media "H" e della deviazione media "s" come di seguito indicato. A.3.1. Riportare nella colonna 1 tutte le altezze intermedie (quelle in cui alcuni inneschi funzionano e altri non funzionano) in ordine progressivo partendo dalla piu' bassa. A.3.2. Riportare nella colonna 2 il numero dei funzionamenti ad ogni altezza intermedia. A.3.3. Riportare nella colonna 3 il numero dei falliti ad ogni altezza intermedia. A.3.4 Riportare nella colonna 4 il numero dei deflagrati ad ogni altezza intermedia. A.3.5. Riportare nella colonna 5, per ogni altezza intermedia, la frazione dei falliti sommata alla frazione dei deflagrati. Questa frazione si ottiene dividendo la somma degli inneschi falliti piu' quelli deflagra- ti per 50 (scrivere la frazione sino alla seconda cifra decimale) A.3.6. Riportare nella colonna 7 il prodotto della moltiplicazione tra "il fattore della deviazione standard KI" (col.6) e la "frazione dei difettosi" (col.5). A.3.7. Effettuare i calcoli per la determinazione del valore di "H" e "s" con il foglio di calcolo in annesso, dove, in particolare: - Σ Pi : somma dei valori riportati nella colonna 5; - A%+0.5 : prima altezza alla quale tutti gli inneschi non hanno funzionato: (ad esempio, se tutti gli inneschi non hanno funzionato a 7 polli- ci ma alcuni hanno funzionato a 8 pollici, si dovrà riportare 7,50); - B : sommatoria della colonna 7.
ALLEGATO B
CALCOLO STANDARD PER LE PROVE DI SENSIBILITA'
N°
DATA PARTICOLARE______________________________________________________________ LOTTO_______________________________ ENTITA' LOTTO_______________________ PARTICOLARI PROVATI AD OGNI ALTEZZA __________________ ENTITA' CAMPIONE __________________ PESO SFERE ONCE ______________ (g __________) ESITO ______________________
ALTEZZA DI
CAD. POLLICI
H
N° DEI
FUNZIONAM.
N° DEI
FALLITI
N° DEI
DEFLAGRATI
FRAZIONE DEI DIFETTOSI (FALLITI E DEFLAGRATI)
DIFETT. PER LA DEVIAZ.
STAND. KI
FATTORE DELLA DEVIAZ. STAND.. x FRAZ.DEI DIF.
KI x PI
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 Σ Pi = ____________ B = Σ KI x Pi = _________________ Ao% + 0,5 = ____________ A² =[ Pi]² = _________________ H = Σ Pi+ (Ao% + 0,5)= ____________ S² = B - A²= _________________
S = s2 = _________________ RISCONTRATO PRESCRITTO H 100 % FUNZIONAMENTI _________________ _________________ H 100 % NON FUNZIONAMENTI _________________ _________________ H s+ 5 = _________________ _________________ H s− 2 = _________________ _________________ FIRMA OPERATORE
VISTO VISTO GOVERNATIVO
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 3
Bossolo cal. 76/62
Edizione febbraio 2013
3-2
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispac.di Approvaz.
3-3
1. Generalità
Il presente documento ha lo scopo di descrivere, per ogni lotto di bossoli in fase di acquisizione: - le prove necessarie a dimostrarne l’efficienza (in particolare in termini di
compatibilità con i cannoni di produzione OTO Melara, in dotazione alla M.M.I.); - le caratteristiche minime necessarie per consentirne la gestione logistica.
I bossoli dovranno corrispondere al disegno D.M. 15085 rev. B. Le marcature dovranno corrispondere a quelle riportate nel D.M. 15368. Tali disegni possono essere richiesti in copia al Centro Interforze di Munizionamento Avanzato (CIMA) di Aulla, statale del Cerreto, 54011 Aulla (MS). Sono ammesse varianti minori al summenzionato disegno per renderlo compatibile con il cannello ed i proietto impiegati dalla Società per il confezionamento delle cartucce. In tal caso il disegno dovrà essere allegato alla documentazione a corredo della fornitura. Sono ammesse varianti minori alla composizione chimica del metallo. In tal caso la composizione chimica dovrà essere allegata alla documentazione a corredo della fornitura. E’ ammesso l’uso di materiali/trattamenti protettivi all’interno del bossolo, purché sia data evidenza delle prove di compatibilità chimica effettuate. Tali prove dovranno essere citate all’interno della Documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione dei bossoli secondo procedure internazionali (Stanag, AOP) o nazionali.
2. Caratteristiche dei bossoli
I bossoli dovranno appartenere ad un unico lotto e corrispondere a quanto prescritto dal Dis. D.M. n. 15085 rev. B.
a. Materie prime
La Società e le sue eventuali subfornitrici dovranno approvvigionare le materie prime occorrenti per la costruzione dei bossoli in partite omogenee, per caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche, d’entità tale da assicurare la perfetta omogeneità del lotto.
b. Composizione chimica
Ai fini di una corretta estrazione bossolo è necessario evitare l’applicazione di qualsiasi sostanza protettiva (per es. vernice) sulla superficie esterna dello stesso che ne possa alterare il coefficiente di attrito in canna.
E’ ammesso l’uso di materiali/trattamenti protettivi all’interno del bossolo, purché sia data evidenza delle prove di compatibilità chimica effettuate. Tali prove dovranno essere citate all’interno della Documentazione attestante l’avvenuta
3-4
qualifica / omologazione dei bossoli secondo procedure internazionali (Stanag, AOP) o nazionali.
L’ottone impiegato per la costruzione dei bossoli dovrà essere della migliore qualità e possedere la composizione chimica indicata nella tabella 1.
Tabella 1 - Composizione chimica
Cu
%
Pb
%
Fe
%
Totale Impurità
eccetto Cu e Zn
Zn
%
68,5-71,50 0,07 max 0,05 max 0,15 max Parte restante
Fra le impurità potranno essere presenti bismuto o mercurio, a condizione che non superino i seguenti limiti:
- Bismuto = 0,006%;
- Mercurio = 0,0001%.
La composizione dell’ottone impiegato sarà accertata mediante analisi effettuata come indicato al successivo para 4.b.
c. Durezza
I bossoli dovranno possedere i requisiti di durezza indicati nella tabella 2 in corrispondenza delle zone illustrate nella figura 1.
Tabella 2 – Valori della durezza
Zona D Unità di durezza Zona A min. Zona B min. Zona C min
min max
Vickers 170 130 90 85 115
Figura 1 – Zona del bossolo
120 120
200
ZONA DZONA CZONA BZONA A
3-5
La verifica della durezza dovrà essere effettuata come indicato al para 4.d.
d. Eliminazione delle tensioni interne
I bossoli finiti di lavorazione meccanica dovranno subire un adeguato trattamento di normalizzazione, a temperatura compresa fra 200° e 300° C, per la durata necessaria ad eliminare le tensioni interne prodottesi durante le operazioni di imbutimento e di trafilamento.
La verifica dell’assenza di tensioni interne sarà effettuata come indicato al para 4.e.
e. Lavorazione
La lavorazione dei bossoli dovrà essere effettuata in modo che i bossoli stessi posseggano i requisiti dimensionali specificati nel disegno Dis. D.M. n. 15085 e non presentino bave, testimoni di lavorazione od altre imperfezioni.
La verifica oculare e dimensionale dei bossoli sarà effettuata come indicato al successivo para 4.c.
f. Marcature permanenti
Sulla superficie di fondello di ciascun bossolo dovranno essere apposte le marcature previste nei disegni D.M. n. 15368.
3. Caratteristiche degli imballaggi I bossoli dovranno essere imballati contenitori commerciali idonei al maneggio, al trasporto ed alla conservazione in sicurezza del materiale, come casse o scatole. Tali contenitori dovranno essere posti su europallet e reggettati in modo sicuro. I bossoli dovranno essere inoltre separati fra loro da divisori interni. Su ciascuna contenitore dovranno essere stampinate, o apposte mediante etichetta, le seguenti indicazioni:
N° ________ BOSSOLI CAL. 76/62 (1)
DIS. 15085 (2)
C.tto _________________________ (3)
Lotto _________________________ (4)
Peso lordo kg ___________________ (5)
(1)- Indicare il numero dei bossoli contenuti in ciascuna scatola. (2)- Aggiungere l’eventuale lettera di revisione del disegno. (3)- Aggiungere la sigla della Ditta Capo-commessa e la data del contratto (giorno/mese/anno, con cifre indicanti le diecine e le unità).
3-6
(4)- Aggiungere l’indicazione del lotto dei bossoli contenuti, con le modalità previste dal disegno applicabile. (5) – Aggiungere il peso lordo dell’imballaggio.
4. Esecuzione dei collaudi I collaudi di cui ai seguenti paragrafi 4.b, 4.c, 4.d e 4.e, essendo collaudi di officina, potranno essere autocertificati dalla Società aggiudicataria tramiti appositi report. Qualora il collaudo di cui al para 4.f (collaudo al tiro) dovesse svolgersi in un poligono/balipedio non nazionale, sarà facoltà dell’Amministrazione inviare, a spese della Società aggiudicataria, un proprio osservatore che presenzierà alle attività di collaudo. A tale scopo la Società dovrà preavvisare l’Amministrazione almeno 30 giorni solari prima dell’esecuzione delle prove, comunicandone le date ed il sito. Tutti i report dei collaudi di officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale, dovranno essere consegnati all’AD, prima del collaudo finale della fornitura, allegati al Certificato di Conformità (CoC).
a. Numerosità dei campioni Il numero dei bossoli da prelevare a caso dal lotto e destinati all’effettuazione delle prove di collaudo è indicato nelle tabelle 1 e 2. Ai fini dell’applicazione delle tabelle va considerato il numero complessivo dei bossoli del lotto di produzione, indipendentemente dal fatto che siano impiegati per il confezionamento delle cartucce cal. 76/62, o che siano forniti a parte.
b. Verifica della composizione chimica dell’ottone I semilavorati di ottone (dischi) destinati alla fabbricazione di ciascun lotto di bossoli saranno suddivisi in lotti di 4000 kg. Da ciascun lotto di 4000 kg o frazione di esso sarà prelevato un semilavorato campione destinato al collaudo. Tali semilavorati dovranno essere sottoposti a controllo chimico secondo modalità individuate dalla qualità aziendale. La composizione chimica dovrà corrispondere a quanto indicato al para 2.b. Il report del controllo chimico dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 4.
c. Verifica oculare, dimensionale e del peso Una parte dei bossoli (vedasi tabella di campionatura 2 - riga 1) verrà sottoposta a verifica oculare, dimensionale e del peso al fine di accertare l'assenza dei difetti elencati. Il report delle verifiche dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 4. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione ad un nuovo collaudo.
3-7
d. Prova di durezza Una parte dei bossoli (vds. tabella di campionatura 2-riga 2) verrà sottoposta al controllo della durezza da effettuarsi con le seguenti modalità: - apparecchiatura VICKERS con punta piramidale a diamante; - carico 10 kg con tempo di applicazione da 10 a 15 s; - rilievo durezza da effettuarsi lungo due generatrici poste a 180° l'una dall'altra, in punti a distanza reciproca di 20 mm, nelle zone B, C, D e di 10 mm nella zona A. I valori di durezza ottenuti, relativi a ciascun bossolo campione, saranno registrati su diagramma e dovranno rientrare nei limiti prescritti. I diagrammi di durezza non dovranno presentare bruschi salti di incrudimento. Il report della prova di durezza dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 4. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione ad un nuovo collaudo. I bossoli saranno successivamente inviati al collaudo al tiro.
e. Prova di amalgamazione Una parte dei bossoli (vds. tabella di campionatura 2 - riga 3) sarà sottoposta alla prova di amalgamazione da effettuarsi secondo modalità individuate dalla qualità aziendale. Alla fine della prova, a seguito di accurata verifica oculare interna ed esterna, non si dovrà riscontrare alcuna crepa nel materiale. La presenza di crepe comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione al collaudo.
f. Collaudi al tiro
Una parte dei bossoli (vds. tabella di campionatura campionatura 3) verrà sottoposto a prova di tiro da effettuarsi con le seguenti modalità:
- b.d.f. in condizioni di usura non superiori al calibro; - tiri eseguiti impiegando polvere di lancio appartenente al lotto utilizzato per il
confezionamento del lotto cartucce di fornitura o polvere di sovrapressione di caratteristiche perfettamente note, proietti carichi inerti al peso tabulare e bossoli su cui è stato preventivamente rilevato e certificato il profilo di durezza secondo quanto indicato al precedente paragrafo 4.d.
- pressione massima vera di 391.3 ± 14.7 MPa (3990 ± 150 kg/cm²) rilevata con metodi di misura della pressione conformi alle procedure previste dallo STANAG 4113.
Il bossolo in collaudo dovrà essere estratto con la sola forza degli estrattori all'apertura dell'otturatore che, nel caso di impiego di affusto da poligono, dovrà avvenire per la sola azione della mano del servente senza l'ausilio di mezzi estranei. Non saranno ammessi campioni difettosi per distacco del fondello, lesioni e/o erosioni profonde ed incollamenti totali o parziali.
3-8
La presentazione di tali eventi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione al collaudo.
5. Documentazione a corredo della fornitura
La Società, all’atto della presentazione al collaudo dovrà fornire la seguente documentazione in tre copie cartacee e tre copie informatiche (file su CD in formato.pdf): - Certificato di Conformità relativo ai bossoli (corredato dai report dei collaudi di
officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale) attestante la rispondenza ai disegni/specifiche applicate nella produzione degli stessi;
- documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione dei bossoli secondo procedure internazionali (Stanag, AOP) o nazionali1;
- qualora si sia reso necessario operare modifiche minori sul DM 15085 per rendere compatibile il bossolo con il cannello/proietto, dovrà essere rilasciato il Disegno costruttivo aziendale;
- dichiarazione di conformità al regolamento REACH.
1 Tale documentazione non è necessaria per il bossolo a Disegno Marina D.M. 15085 rev. B – Bossolo di ottone cal. 76/62, in quanto già in possesso dell’AD.
TABELLA DI CAMPIONATURA 1
VERIFICA OCULARE, DIMENSIONALE ESTERNA E DEL PESO
BOSSOLO CAL. 76/62
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
PROFONDITA' ALLOGGIO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
CRITICO
PRESENZA DIFETTI NEL MATERIALE (CREPE, RIPIEGATURE PAGLIE, INCLUSIONI, ECC..) CHE INTERESSANO PIU' DEL 10% DELLO SPESSORE DELLE PARETI NELLA ZONA "A" DEL BOSSOLO
OCULARE INT.ED EST. (MEDIANTE
ENDOSCOPIO CON LENTE 10
INGR.)
80 200
200
CRITICO
PROFILO ESTERNO DEL BOSSOLO NON CONFORME A DISEGNO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
CRITICO
FESSURE PASSANTI NELLE PARETI DELLE ZONE "B", "C", "D" DEL BOSSOLO
OCULARE
80 200
200
CRITICO
PROFONDITA' ALLOGGIO TESTA CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO MEDIO FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO MINORE FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO AMMACCATA O ROTTA OD INCOMPLETA
OCULARE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO ALLOGGIO TESTA CANNELLO SUPERIORE AL MASSIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO FONDELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
Segue tabella di campionatura 1
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI- CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO INTERNO ALLA BOCCA FUORI TOLLERANZA STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
SPESSORE PARETE ALLA BOCCA FUORI TOLLERANZA (DUE CONTROLLI A 180°)
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIFETTO DI ORTOGONALITA' FRA SUPERFICIE FONDO ALLOG-GIO CANNELLO ED ASSE DELLA FILETTATURA SUPERIORE A 0.10 mm (LETT. TOT.) MISURATO SU UN DIAMETRO DI 18 mm
STRUMENTO VERIFICATORE DI ORTOGONALITA'
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
ECCENTRICITA' DELLA FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO RISPETTO AL CORPO DEL BOSSOLO, MISURATA A 25 mm SOT-TO IL BORDO DEL FONDELLO, SUPERIORE A 0.50 mm (LETT. TOT.)
STRUMENTO VERIFICATORE DI ECCENTRICITA'
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
ECCENTRICITA' FORO ALLOGGIO CANNELLO RISPETTO ALLA FILETTATURA, SUPERIORE A 0,15 mm (LETTURA TOTALE)
STRUMENTO VERIFICATORE DI ECCENTRICITA'
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO ESTERNO DEL BOSSOLO SOTTO L'ORLO DEL FONDELLO (∅ = 103.5 ± 0.15 mm)
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
SPESSORE PARETE A 75.0 ± 2.00 mm SOTTO IL BORDO DEL FONDELLO FUORI TOLLERANZA
STRUMENTO VERIFICATORE
80 200
200
MAGGIORE
0,25
0 1 1
1 2 2
DIAMETRO MEDIO FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
DIAMETRO MINORE FILETTATURA ALLOGGIO CANNELLO INFERIORE AL MINIMO
STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0.65
1 2 3
2 3 4
SPESSORE CAMPANELLA FUORI TOLLERANZA STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0.65
1 2 3
2 3 4
Segue Tabella di campionatura 1
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTI
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI- CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO ALLOGGIO TESTA CANNELLO INFERIORE AL MINIMO STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
SPESSORE FONDO BOSSOLO FUORI TOLLERANZA STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
LUNGHEZZA TOTALE BOSSOLO FUORI TOLLERANZA STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
DIAMETRO FONDELLO SUPERIORE AL MASSIMO STRUMENTO VERIFICATORE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
MARCATURE PERMANENTI NON CORRETTE, NON COMPLETE O MANCANTI
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
PRESENZA DIFETTI NEL MATER. (CREPE, RIPIEGAT., PAGLIE, INCLUSIONI ED.ALTRE DANNOSE IMPERFEZIONI.) CHE INTE-RESSINO MENO DEL 10% DELLO SPESSORE DELLE PARETI NELLA ZONA "A" DEL BOSSOLO
OCULARE INT. ed ESTER.
(MEDIANTE ENDOSCOPIO)
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
PRESENZA DIFETTI NEL MATERIALE (CREPE, RIPIEGATURE PAGLIE, INCLUSIONI ED ALTRE DANNOSE IMPERFEZIONI.) CHE INTERESSINO PIU' DEL 10% DELLO SPESSORE DELLE PARETI NELLE ZONE "B","C", e "D" DEL BOSSOLO SENZA ESSERE FESSURE PASSANTI
OCULARE INT. ed ESTER.
(MEDIANTE ENDOSCOPIO)
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
TABELLA DI CAMPIONATURA 2
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI OFFICINA BOSSOLI
RIFERIM.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
REQUISITI PARA. FINO A
1200 DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R DEL COLLAUDO
VERIFICA OCULARE E
DIMENSIONALE
(1)
4.c
80
200/125
200
-
-
VDS. TABELLA DI
CAMPIONATURA 1
PROVA DI DUREZZA
(2)
4.d
13
13
13
0 0 0
1 1 1
BOSSOLI DA INVIARE AL TIRO CON CERTIFICAZIONE DI DUREZZA (*)
PROVA DI AMALGAMAZIONE
(3)
4.e
5
5
5
0 0 0
1 1 1
(*) Dovranno essere previsti n. 5 bossoli di riserva per ogni campionatura destinata al collaudo al tiro e dovrà essere rilevata la durezza lungo 2 generatrici poste a 180° una dall'altra.
TABELLA DI CAMPIONATURA 3
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI TIRO BOSSOLI CAL. 76/62
RIFERIM.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
REQUISITI PARA. FINO A
1200 DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R DEL COLLAUDO
TIRI A
SOVRAPRESSIONE
4.f
13
13
13
3 3 3
4 4 4
BOSSOLI PROVENIENTI DALLA PROVA DI DUREZZA
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 4
Polvere per munizioni cal. 76/62
Edizione febbraio 2013
4-2
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispac.di Approvaz.
4-3
1. Generalità Il presente documento ha lo scopo di descrivere, per ogni lotto di polvere (propellente) cal. 76/62 in fase di acquisizione: - le prove e la documentazione necessarie a dimostrarne la sicurezza (in particolar
modo in termini di conservabilità e assenza di sostanze pericolose); - le prove necessarie a dimostrarne l’efficienza; - le caratteristiche minime necessarie per consentirne la gestione logistica.
La polvere, appartenente ad un unico lotto, dovrà corrispondere ad un disegno aziendale atto a soddisfare le prescrizioni del presente documento ed a garantire la sicurezza e l’efficienza del munizionamento cal. 76/62 di fornitura.
2. Caratteristiche della polvere
a. Componenti
Il lotto polvere sarà preparato impiegando componenti appartenenti, ciascuno, ad un unico lotto comprese le sostanze raffreddanti, antivampa e quant’altro rientri nella preparazione della polvere.
La polvere non dovrà contenere sostanze pericolose per la salute umana, in particolare dovrà essere esente da dinitrotoluene (DNT). Tale componente infatti, usualmente adoperato nella composizione di polveri regolamentari a singola base per le sue eccellenti qualità plasticizzanti nei confronti della nitrocellulosa, viene oggi indicato come agente cancerogeno (classificato con la sigla R45 o, in accordo al nuovo regolamento CLP, H350). La polvere di lancio dovrà essere stata qualificata in accordo allo STANAG 4170 e 4224 ed essere in grado di permettere le prestazioni delle cartucce da 76/62 previste nella presente CT. La polvere dovrà essere costruita in modo tale da garantirne la conservabilità nel tempo (vedasi il para 6. Garanzia). Il lotto polvere dovrà essere stato confezionato non prima di un anno dalla presentazione al collaudo finale del munizionamento da 76/62 che costituisce la fornitura.
3. Controlli di fabbricazione
a. Verbali di collaudo e rapporti di fabbricazione
Per ciascun lotto polvere il Servizio Controllo di Qualità della Società redigerà un verbale di collaudo, annesso al Certificato di Conformità della polvere. Al verbale in oggetto dovrà essere allegato un rapporto di fabbricazione contenente oltre ai valori analitici riscontrati sulle materie prime e sui prodotti finiti anche le seguenti indicazioni relative al ciclo di produzione adottato: - quantità di solventi impiegati per l'impasto; - modello di macchina trafilatrice e tagliatrice utilizzata; - durata e temperatura dei cicli di recupero solventi;
4-4
- durata e temperatura del bagno in acqua calda; - ogni altra informazione relativa al ciclo di produzione ritenuta significativa.
b. Presentazione al collaudo
Ciascun lotto polvere sarà presentato al collaudo debitamente imballato in idonei contenitori nel caso di fornitura di polvere sfusa. Il lotto in corso di collaudo sarà conservato nello stabilimento di produzione in idoneo magazzino sotto la diretta responsabilità della Società.
c. Esecuzione dei collaudi
(1) Generalità
Le operazioni di collaudo da effettuare su ciascun lotto di polvere comprenderanno: − verifica del peso di polvere nei contenitori secondo limitatamente alle
forniture di polvere sfusa, secondo procedure aziendali; − collaudo fisico-chimico (verifica oculare, dimensionale, analisi chimica,
verifica della stabilità) secondo le modalità esposte nei successivi paragrafi;
− collaudo balistico da effettuarsi secondo la CT Ctg. T-49 rev. B. Tutte le operazioni di collaudo che comporteranno esposizione all'aria della polvere dovranno essere eseguite nel più breve tempo possibile e comunque l'apertura dei contenitori non dovrà avvenire prima di 48 ore dalla immissione della polvere negli stessi.
(2) Verifica oculare
Dal lotto polvere verrà prelevato un campione di circa 0.500 kg da sottoporre ad esame oculare per accertare che il propellente possegga i seguenti requisiti: - i grani di polvere dovranno presentare l'aspetto derivante da un' accurata
lavorazione. - il propellente dovrà essere costituito da un colloide uniforme e ben
gelatinizzato. - i grani dovranno presentare superfici di taglio nette cioè senza asperità.
Saranno ammessi un massimo del 2% di grani con superfici di taglio irregolari.
Il quantitativo di polvere utilizzato per questa verifica non dovrà essere impiegato per altre prove ma accantonato per successiva distruzione.
(3) Verifica dimensionale
Le misure saranno effettuate su 30 grani scelti a caso da un campione della polvere prodotta. Verranno in particolare rilevate le misure dei parametri geometrici significativi: L, We, d, Wi e D, così come definite nella figura 1. Per la misura della lunghezza (L) dei grani si userà un calibro riportando i valori medi calcolati. Per la misura del diametro esterno D, dei fori (d) e degli spessori critici (We e Wi), verrà impiegato un microscopio (o, in alternativa, idonea apparecchiatura di equivalente precisione).
4-5
Una volta effettuate le misure verranno calcolate le medie dei parametri geometrici significativi, che verranno riportati nel rapporto di fabbricazione richiesto al paragrafo 3.a.
A A
Wi We
L
d
D
SEZIONE A-A
VISTA DALL' ALTO
Figura 1
(4) Accertamento composizione chimica
L'accertamento della composizione chimica della polvere verrà effettuato secondo i procedure aziendali. A titolo esemplificativo, potranno essere impiegate le seguenti metodiche analitiche: − determinazione delle sostanze volatili per via gas cromatografica; − determinazione dell'umidità mediante titolazione con reattivi tipo Karl
Fisher; − determinazione della difenilammina,del dibutilftalato e del dinitrotoluene
mediante tecniche cromatografiche in fase liquida o gassosa, condotte su estratti o soluzioni di campioni analitici di polvere;
− determinazione del solfato di potassio secondo tecniche spettrofotometriche di assorbimento atomico, condotte sulle soluzioni ottenute da attacco acido di campioni analitici di polvere.
La Società dovrà fornire una breve relazione nella quale si dovranno specificare le modalità sperimentali delle tecniche adottate ed i risultati ottenuti. Tale relazione sarà allegata al rapporto di fabbricazione di cui al para 3.a.
4-6
(5) Calore di esplosione
La determinazione del calore di esplosione verrà effettuato con bomba calorimetrica operando in atmosfera di azoto alla pressione ambiente o con altra metodologia aziendale. La Società dovrà fornire una breve relazione nella quale si dovranno specificare le modalità sperimentali delle tecniche adottate ed i risultati ottenuti. Tale relazione sarà allegata al rapporto di fabbricazione di cui al para 3.a.
(6) Saggio di stabilità
Il collaudo della polvere di lancio in termini di stabilità nel tempo sarà eseguito in accordo allo STANAG 4582, mediante microcalorimetria (HFC). Il metodo determina la velocità di generazione di calore in funzione del tempo, calore prodotto dalla decomposizione dell’esplosivo a temperatura costante. La velocità di rilascio di calore nel corso della prova a temperatura costante simula l’invecchiamento termico per un certo periodo alla temperatura di stoccaggio. Saranno costituiti cinque diversi campioni rappresentativi del lotto I campioni sono mantenuti a temperatura costante (tra 60 e 90°C) per un tempo stabilito, dettato dalla temperatura scelta. Questo tempo è considerato equivalente ad un minimo di 10 anni di stoccaggio a 25°C. Il criterio per stabilire se la polvere di lancio è stabile chimicamente è il non superamento del limite massimo di flusso di calore, anch’esso dettato dalle condizioni sperimentali di temperatura. Quando le temperature di prova sono particolarmente elevate, essendo il limite massimo di flusso particolarmente conservativo, la polvere potrebbe fallire la prova. In questo caso il test deve essere ripetuto a temperatura più bassa. Ai fini del collaudo della polvere dovrà essere eseguita una serie di prove di stabilità nelle condizioni stabilite in tabella seguente:
Temperatura
T (°C)
Tempo
t (gg)
Flusso di calore limite
Pl (µµµµW/g)
75 19 63.1
80 10.6 114
851 5.98 201
In fase di collaudo del lotto, sulla polvere sarà eseguita solo la prova più critica, ovvero quella a temperatura più alta (85°C ). Nel caso tale prova non fosse superata dovrà essere eseguita a scopo di collaudo una prova a temperatura più bassa, come indicato nello STANAG 4582 applicabile.
1 La prova a 85°C, qualora non superata, non dovrà ri tenersi motivo di scarto del lotto di polvere. Qualora superata, sarà invece ripetuta sullo stesso campione a solo scopo informativo.
4-7
La Società dovrà fornire una breve relazione nella quale si dovranno specificare le modalità di dettaglio applicate nell’esecuzione dei test summenzionati ed i risultati ottenuti (Rapporto sul controllo della stabilità della polvere). Tale relazione sarà allegata al rapporto di fabbricazione di cui al para 3.a.
(7) Bomba manometrica
Il test con bomba manometrica sarà eseguito, dopo l'esito favorevole delle prove di cui ai paragrafi precedenti, allo scopo di misurare la vivacità e la pressione massima in bomba monometrica, secondo una procedura stabilita dalla Qualità Aziendale. La Società dovrà fornire una breve relazione contenente l’esito delle prove da allegare al verbale di collaudo della polvere.
(8) Collaudo balistico
Il collaudo balistico sarà eseguito, dopo l'esito favorevole delle prove di cui ai paragrafi precedenti, con modalità descritte nella CT Ctg. T49 rev. B. La Società dovrà fornire una breve relazione contenente l’esito delle prove da allegare al verbale di collaudo della polvere.
4. Imballaggio
La polvere di lancio sfusa sarà fornita in contenitori metallici opportunamente sigillati approntati in accordo ai disegni aziendali applicabili. All'interno dei contenitori la polvere di lancio dovrà essere posta in sacchi di polietilene antistatico. La piena compatibilità chimica tra la polvere ed i materiali/trattamenti superficiali posti a contatto con essa dovrà essere documentata in accordo allo STANAG 4147 I contenitori dovranno essere corrispondenti a tutti i requisiti riportati nell’ADR (Accord européen relatif au trasport international des merchandises dangereuses par route) nell’edizione in vigore al momento della consegna. Sui contenitori dovranno essere apposte le stampinature e le coloriture previste dai disegni aziendali. Le indicazioni minime dovranno essere relative a: - denominazione della polvere; - lotto di produzione; - contratto di acquisto; - codice identificativo dell’omologazione dell’imballaggio; - numero ONU; - codice di classificazione. In ogni caso i contenitori pieni (peso lordo fuori tutto) non dovranno superare i 20 Kg di peso ed essere dotati di sicure maniglie/punti di presa per il sollevamento da parte di due operatori.
4-8
5. Documentazione a corredo della fornitura
La Società, all’atto della presentazione al collaudo dovrà fornire la seguente documentazione in tre copie cartacee e tre copie informatiche (file su CD in formato.pdf): - Certificato di Conformità relativo alla polvere (corredato di verbale di collaudo e
rapporto di fabbricazione di cui al para 3.a, contenente i report dei collaudi di officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale) attestante la rispondenza ai disegni/specifiche applicate nella produzione degli stessi;
- Documentazione attestante l’avvenuta qualifica / omologazione della polvere secondo gli STANAG applicabili2;
- Certificazioni di compatibilità chimica tra la polvere ed i materiali/trattamenti superficiali posti a contatto con essa secondo lo STANAG 4147;
- Disegni e specifiche costruttive della polvere; - Scheda di dati di sicurezza della polvere. - Distinta di base di configurazione della polvere; - Disegno/i e certificato di omologazione degli imballaggi della polvere; - Codice di classificazione (Numero ONU, Divisione di rischio e Gruppo di
compatibilità), rilasciato ai sensi dello Stanag 4123 della polvere; - Categoria TULPS ai fini dello stoccaggio3 della polvere; - Dichiarazione di conformità al regolamento REACH; - Procedure per la gestione della polvere interessata da incidenti durante i trasporti
(EOD).
6. Garanzia
La garanzia relativa alle cartucce oggetto di fornitura sarà subordinata alla sicurezza della polvere di lancio, da accertarsi con test periodici, secondo la tecnica di analisi termica microcalorimetrica (HFC) a Stanag 4582. In particolare, ai fini della clausola di garanzia, farà fede il seguente criterio: Periodicamente saranno effettuati controlli di stabilità sulla polvere tramite microcalorimetro: test a 80°C secondo STANAG 4582. In caso di prova non favorevole sarà eseguita una prova a temperatura più bassa (65°C), come indicato nello stesso STANAG. Se anche tale prova non fosse superata verrà effettuata una ulteriore prova estrapolando il tempo di invecchiamento al numero di anni necessari per raggiungere il termine del periodo di garanzia di 12 anni. A titolo di esempio, dopo 10 anni, decorrenti dalla data di accettazione da parte dell’Ente gestore del contratto, l’esito non favorevole del test a 80°C e/o a 65°C comporterà l’effettuazione di una ulteriore prova estrapolando l’invecchiamento a 2 anni in modo da raggiungere il termine del periodo di garanzia di 12 anni. L’estrapolazione del tempo di invecchiamento per un periodo diverso da 10 anni ha un valore puramente teorico ed in questo caso verrà utilizzato ai soli fini contrattuali. Se nel corso del periodo di garanzia dei 12 anni le metodiche HFC (heat flow calorimetry) dovessero perfezionarsi così come l’esperienza maturata con tale 2 La qualifica della polvere, effettuata secondo gli STANAG 4170 e 4224, dovrà attestare l’assenza di DNT. 3 Qualora il riconoscimento del manufatto da parte del Ministero degli Interni sia ancora in itinere, la Società dovrà fornire un’indicazione di massima della categoria.
4-9
tecnologia in ambito AD, questa. avrà facoltà di modificare i criteri sopraesposti concordandone i termini con la Società. L’esito non favorevole delle prove effettuate come sopra descritto comporterà l’obbligo da parte della Società di rilavorare tutte le cartucce del lotto ancora esistenti, o sostituirle a propria cura e spesa con altre di nuova fornitura aventi le stesse caratteristiche di quelle inizialmente acquisite. La Società è tenuta a conservare, per l’intero periodo della garanzia, n. 50 Kg di polvere (per riferimento in caso di contraddittorio con l’Amministrazione) dello stesso lotto di quelli impiegati per le cartucce di fornitura in imballaggi regolamentari. La chiusura degli imballaggi sarà certificata da sigilli.
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 5
Proietto completo cal. 76/62
Edizione febbraio 2013
5-2
REGISTRAZIONE DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispac.di Approvaz.
5-3
1. Generalità
Per proietto completo si intende il corpo che viene espulso dalla bocca da fuoco durante il tiro. Ai fini del presente documento è irrilevante che tale corpo sia a sua volta composto di più componenti (es: bicchiere proietto, materiale inerte di riempimento e finta spoletta), oppure che sia costituito da un’unica componente, purchè le sue caratteristiche siano conformi a quanto prescritto nel presente documento e non si verifichino, a causa delle sollecitazioni al tiro, distacchi di materiali o modifiche nella configurazione (es: variazione del baricentro a causa dell’arroccamento dei materiali che ne costituisce il riempimento inerte). Il presente documento ha lo scopo di descrivere, per ogni lotto di proietti completi (di seguito semplicemente denominati proietti) in fase di acquisizione: - le prove necessarie a dimostrarne la sicurezza; - le prove necessarie a dimostrarne l’efficienza (in particolare in termini di
compatibilità con i cannoni di produzione OTO Melara, in dotazione alla M.M.I.); - le caratteristiche minime necessarie per consentirne la gestione logistica.
I proietti dovranno corrispondere ad un disegno aziendale atto a soddisfare le prescrizioni del presente documento ed a garantire la sicurezza e l’efficienza del munizionamento cal. 76/62 di fornitura. Il profilo esterno, il peso, il baricentro e le marcature dovranno essere conformi a quanto riportato nel D.M. 15390 Proietto carico inerte - Dimensioni esterne, peso e baricentro. Il proietto dovrà essere progettato per consentire alla cartuccia di superare i collaudi al tiro (para 3.b. Annesso 1).
2. Caratteristiche dei proietti
a. Materie prime
La Società e le sue eventuali subfornitrici dovranno approvvigionare le materie prime occorrenti per la costruzione dei proietti in partite omogenee, per caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche, d’entità tale da assicurare la perfetta omogeneità del lotto.
Tutte le parti metalliche del proietto dovranno essere in grado di resistere alla MOP del cannone (376,6 Mpa).
I proietti non dovranno contenere nessuna delle sostanze appartenenti alla candidate list di cui al regolamento (CE) 1907/2006 del 18.02.06 (REACH) o MCA.
b. Cintura di forzamento
Le cinture di forzamento saranno ricavate da tubi trafilati in similoro (vedi para 3.b).
Dai tubi saranno ritagliati anelli di altezza sufficiente ad effettuare la cinturazione.
5-4
Gli anelli, prima dell'impiego, dovranno essere ricotti alla temperatura di 600 ÷ 750° C per la durata di 30'.
Gli anelli suddetti saranno applicati mediante pressatura a freddo nelle apposite scanalature praticate sui proietti in modo da risultare incastrati a forza a sposare la forma delle scanalature stesse. Successivamente gli anelli saranno torniti affinché assumano la forma e le dimensioni prescritte dal disegno applicabile.
c. Lavorazione
La lavorazione dei proietti dovrà essere effettuata in modo che questi stessi posseggano i requisiti dimensionali specificati nel disegno Dis. D.M. 15390 e non presentino bave, scalini, testimoni di lavorazione od altre imperfezioni.
La verifica oculare e dimensionale dei proietti sarà effettuata come indicato al successivo para 3.
d. Trattamenti
I proietti dovranno essere sottoposti ai trattamenti necessari per ottenere le caratteristiche fisiche e meccaniche previste dal disegno aziendale (es: trattamenti termici).
e. Fosfatazione
Tutti i proietti ultimati di lavorazione meccanica collaudati visivamente e dimensionalmente, saranno fosfatati come indicato nella C.T. ctg. Q-7 o altro trattamento equivalente. In tal caso la descrizione del trattamento dovrà essere allegata al Certificato di Conformità (CoC) a corredo della fornitura.
f. Pitturazione
I proietti finiti di lavorazione meccanica saranno pitturati mediante applicazione di mano di fondo (shop primers).
Dovranno essere impiegati smalti idrosolubili, onde ridurre l’emissione di sostanze organiche volatili negli ambienti di verniciatura e nell’atmosfera nonché evitare il rischio di infiammabilità connesso con l’impiego e lo stoccaggio di prodotti vernicianti a solvente.
La pittura dovrà risultare uniformemente distribuita su tutta la superficie con spessore pari a 0.02 ± 0.004 mm da misurarsi mediante elcometro.
I proietti saranno poi completati con la mano a finire del colore previsto dal disegno D.M. 15392.
g. Marcature permanenti
Sulla superficie dei proietti dovranno essere apposte le marcature previste nel disegno D.M. 15392.
3. Esecuzione dei collaudi
5-5
I collaudi di cui ai paragrafi da 3.a a 3.k, essendo collaudi di officina, potranno essere autocertificati dalla Società aggiudicataria tramiti appositi report. Il riferimento è sempre costituito dal disegno aziendale applicabile. Qualora il collaudo di cui al para 3.l (collaudo al tiro) dovesse svolgersi in un poligono/balipedio non nazionale, sarà facoltà dell’Amministrazione inviare, a spese della Società aggiudicataria, un proprio osservatore che presenzierà alle attività di collaudo. A tale scopo la Società dovrà preavvisare l’Amministrazione almeno 30 giorni solari prima dell’esecuzione delle prove, comunicandone le date ed il sito. Tutti i report dei collaudi di officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale, dovranno essere consegnati all’AD, prima del collaudo finale della fornitura, allegati al CoC.
a. Verifica della composizione chimica dei material i costituenti il corpo proietto
La verifica della composizione chimica dei materiali costituente il corpo proietto (tipicamente acciaio) verrà effettuata su due campioni. Il controllo chimico sarà effettuato secondo modalità individuate dalla Qualità Aziendale. Il report del controllo chimico dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
b. Verifica della composizione chimica del similoro della cintura di forzamento
La verifica della composizione chimica del similoro destinato alla fabbricazione delle cinture di forzamento sarà effettuata su due campioni per colata e su non meno di due anelli destinati alla cinturazione del lotto di proietti. La composizione chimica del similoro dovrà essere la seguente: - rame: 89 ÷ 93%; - ferro: 0.05% max; - piombo: 0.05% max; - zinco: rimanente; - impurità: 0.125% max. La non rispondenza del materiale ai requisiti sopra indicati comporterà il rifiuto del lotto.
c. Controllo delle caratteristiche fisiche e meccan iche dei proietti a seguito dei trattamenti
L'omogeneità delle caratteristiche fisiche e meccaniche e la rispondenza al disegno aziendale a seguito dei trattamenti di cui al para 2.d verrà verificata sottoponendo un campione dei proietti alle prove stabilite dalla Qualità Aziendale (es: prova di durezza, trazione, resilienza, controlli magnetoscopici ecc.). I valori misurati dovranno corrispondere a quanto prescritto nel disegno applicabile; in caso contrario il lotto di bicchieri verrà sottoposto, dopo nuovi trattamenti, alle stesse procedure di controllo.
5-6
Se anche nella seconda prova non venissero riscontrate le prescritte caratteristiche meccaniche il lotto verrà scartato. Il report dei test dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
d. Controllo del proietto prima dell'applicazione d ella cintura di forzamento
Una parte dei proietti (vds. tabella di campionatura 2 - riga 10) verrà sottoposta a controllo dimensionale/visivo per accertare l'assenza dei difetti elencati in tabella di campionatura 1A. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua presentazione dopo rilavorazione ad un nuovo collaudo. Il report dei test dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
e. Controllo delle cinture di forzamento
Il report dei singoli controlli delle cinture di forzamene, di seguito descritti, dovranno essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
(1) Verifica oculare
Tutte le cinture, prima della loro applicazione ai proietti, saranno esaminate visivamente allo scopo di accertare l'assenza di difetti come porosità, cricche, sfogliature ecc., specie sulla superficie interna. Le cinture difettose saranno scartate.
(2) Prova del suono
Su tutti i proietti cinturati e prima della finitura delle cinture si effettuerà la prova del suono battendo leggeri colpi sulla cintura con martello di acciaio. Un suono falso accompagnato da un ridotto rimbalzo del martello indicherà una non idonea cinturazione e causerà il rifiuto del proietto esaminato. I proietti scartati potranno essere nuovamente ripresentati al collaudo dopo nuova cinturazione.
(3) Prova di decinturazione
Da ogni lotto di proietti cinturati, prima della finitura della cintura, verranno prelevati n. 13 proietti da sottoporre alla prova di decinturazione per accertare che l'impronta lasciata sulla cintura dalla godronatura sia uniforme ed interessi l'intera superficie interna della cintura stessa. Nel caso che tale impronta risulti non completa e/o non uniforme anche su di una sola cintura l'esame suddetto verrà esteso ad altri n. 13 proietti. Nel caso di ulteriore esito sfavorevole su una o più cinture, tutti i proietti del lotto saranno decinturati e ripresentati al collaudo, una volta sola, dopo nuova cinturazione.
(4) Prova di trazione delle cinture di forzamento
Ciascuna cintura asportata per la prova di cui al para 3.e(3) verrà raddrizzata a freddo per ricavarne provini di dimensioni:
5-7
a = 4 mm; b = 16 mm; lo= 50 mm. da sottoporre alla prova di trazione. I valori del carico di rottura e dell'allungamento percentuale che dovranno ottenersi nella prova di trazione saranno quelli indicati nel disegno aziendale. In caso contrario l'intero lotto di proietti sarà decinturato e nuovamente presentato al collaudo, una volta sola, dopo nuova cinturazione.
(5) Prova di piegamento
La prova sarà effettuata su n. 8 proietti cinturati rappresentativi di ciascun lotto secondo la UNI EN ISO 7438 o altra norma equivalente, individuata dalla Qualità Aziendale, su corone provenienti dalla decinturazione. Le barrette così ricavate saranno piegate a 180° im piegando un punzone di diametro uguale allo spessore dell'anello iniziale accertando che non si manifestino incrinature superficiali della barretta. In caso contrario l'intero lotto di proietti sarà decinturato e nuovamente ripresentato al collaudo, una sola volta, dopo nuova cinturazione.
f. Controllo del disco di fondello
Sul disco di fondello dovranno essere eseguite le prove di seguito specificate, i cui report dovranno essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
(1) Verifica oculare
Il controllo della saldatura del disco di fondello sarà effettuato visivamente sul totale dei proietti eliminando quelli in cui si evidenzierà una cattiva saldatura.
(2) Prova del suono
Su tutti i proietti con disco saldato si effettuerà la prova del suono battendo leggeri colpi sulle saldature con martello d'acciaio. Un suono falso accompagnato da ridotto rimbalzo del martello indicherà una saldatura non perfetta. Tutti i dischi di fondello evidenzianti suono falso saranno sottoposti alla prova del distacco secondo le modalità descritte nel paragrafo successivo.
(3) Prova del distacco del disco di fondello
Tutti i proietti risultati difettosi alla prova del suono ed in ogni caso n. 13 proietti rappresentativi del lotto saranno sottoposti alla prova di distacco del disco di fondello. Per tale prova sarà usato uno scalpello di lunghezza pari a circa 15 mm con punta a 75°. Lo scalpello sarà posizionato con il suo asse a circa 15° con il piano di fondello del proietto e percosso con un sol colpo impiegando un martello del peso di 0.5 Kg circa, ed una ragionevole forza manuale.
5-8
Qualora la prova di distacco effettuata su proietti difettosi alla prova del suono dia esito non favorevole, la Società dovrà eseguire nuovamente la saldatura del disco di fondello solo su detti proietti. Qualora la prova di distacco effettuata sugli 8 proietti rappresentativi di ciascun lotto dia esito non favorevole la Società dovrà eseguire nuovamente la saldatura del disco di fondello su tutti i proietti costituenti il lotto.
g. Controllo dell’applicazione della finta spoletta (se applicabile)
Qualora il disegno aziendale preveda la produzione del proietto completo a partire da un bicchiere proietto scarico cui dovrà essere aggiunta una finta spoletta od altro componente assimilabile, dovranno essere eseguite le prove di seguito specificate, i cui report dovranno essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
(1) Verifica oculare
Il controllo dell’assiematura della finta spoletta o altro componente similare al bicchiere proietto sarà effettuato visivamente sul totale dei proietti eliminando quelli non rispondenti al DM 15392 ed ai disegni aziendali applicabili.
(2) Verifica della coppia di serraggio
Il controllo della coppia di serraggio della finta spoletta o altro componente similare al bicchiere proietto sarà effettuato con strumento dinamometrico sul totale dei proietti onde accertarsi che l’assiematura sia avvenuta conformemente al disegno aziendale applicabile. I proietti non conformi saranno rilavorati e nuovamente testati.
h. Controllo dei materiali di riempimento (se appli cabile)
Qualora il disegno aziendale preveda la produzione del proietto completo a partire da un bicchiere proietto scarico da riempirsi con materiali inerti per ottenere il profilo, il peso ed il baricentro previsti dal DM 15390 ed ai disegni aziendali applicabili dovrà essere eseguita la prova di seguito specificata, il cui report dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
(1) Controllo interno del proietto
Il controllo del materiale di riempimento sarà effettuato visivamente su n. 13 proietti completi sezionati longitudinalmente o radiografati, allo scopo di accertare la conformità dei materiali a quelli previsti dal disegno aziendale applicabile. Non dovranno essere presenti disomogeneità, bolle o cricche che potrebbero dar luogo ad arroccamento con conseguente modifica delle disposizioni interne delle masse.
i. Controllo dimensionale del proietto prima della verniciatura
5-9
Una parte dei proietti già cinturati (vds. tabella di campionatura 2 - riga 22) verrà sottoposta al controllo dimensionale/visivo per accertare l'assenza dei difetti elencati in tabella di campionatura 1B. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua presentazione dopo rilavorazione ad un nuovo collaudo.
5-10
j. Controllo del proietto dopo la verniciatura Una parte dei proietti (vds. tabella di campionatura 2 - riga 23) verrà sottoposta al controllo dimensionale/visivo per accertare l'assenza dei difetti elencati in tabella di campionatura 1C. La presenza di un numero di difetti superiore a quelli ammessi comporterà il rifiuto del lotto e la sua ripresentazione a collaudo. Il report dei test dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
k. Controllo del peso e del baricentro dei proietti finiti I proietti finiti saranno sottoposti a controllo unitario di peso e baricentro con modalità e strumenti da stabilire a cura della Qualità Aziendale. I proietti non a disegno dovranno essere rilavorati e sottoposti a nuovo collaudo, altrimenti scartati. Il report dei test dovrà essere allegato al CoC, secondo quanto indicato al para 3.
l. Collaudo al tiro
Ultimato con esito favorevole il collaudo di officina e dimensionale del lotto di proietti verrà prelevata una campionatura di n. 13 unità di cui si dovranno conoscere: - caratteristica di durezza dei bicchieri proietto; - diametri esterni dei proietti previa sverniciatura locale nelle zone interessate
indicate nella figura 1. Per ogni diametro verranno effettuate due misurazioni a 90° fra loro.
I proietti saranno sottoposti alla prova di tiro a recupero da effettuarsi con le seguenti modalità: - cannone in condizione di usura non superiore al calibro; - carica di lancio atta a fornire una pressione massima vera di 391,3 ± 14,7 MPa
(3990 ± 150 Kg/cm²) rilevata con metodi di misura della pressione conformi alle procedure previste dallo STANAG 4113.
Ai fini del collaudo saranno considerati validi anche i colpi eseguiti con pressioni fuori tolleranza in più e buon esito, oppure con pressioni fuori tolleranza in meno e cattivo esito. Dovranno essere recuperati non meno del 70% dei proietti. I proietti recuperati dovranno palesare: a) una variazione dei diametri critici entro i limiti prescritti nella tabella figura 1; b) cinture intagliate ed incastrate in modo perfetto; c) assenze di rotture od incrinature dipendenti da deficiente resistenza strutturale. Se uno o più dei proietti recuperati (vds. tabella di campionatura 3) non rispondesse al requisito a), verrà effettuata la riprova. E’ ammessa una modifica alla configurazione del proietto (es: apposizione di rosetta ritardatrice) per consentire l’esecuzione della prova.
5-11
Figura 1
Zone prescritte per il rilievo dei diametri critici
(prima del tiro, previa sverniciatura locale del proietto nella zona A e B, saranno misurati due diametri a 90° tra loro. Si proseguirà alla punzona tura di identificazione delle zone di misura
avendo cura che il rifolamento del materiale non interferisca col diametro minimo della canna)
ZONE
A
B
Allargamento massimo diametrale dopo il tiro
0,15 mm 0,15 mm
Restringimento massimo diametrale dopo il tiro
0,38 mm 0,38 mm
4. Documentazione a corredo della fornitura
La Società, all’atto della presentazione al collaudo dovrà fornire la seguente documentazione in tre copie cartacee e tre copie informatiche (file su CD in formato.pdf): - Certificato di Conformità relativo ai proietti (corredato dai report dei collaudi di
officina ed al tiro, opportunamente validati dalla Qualità Aziendale) attestante la rispondenza ai disegni/specifiche applicate nella produzione degli stessi;
- disegno costruttivo aziendale dei proietti; - dichiarazione di conformità al regolamento REACH.
TABELLA DI CAMPIONATURA 1A
CONTROLLI SU PROIETTO PRIMA DELL'APPLICAZIONE DELLA CINTURA
RIFERIMENTO PARA 3
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
ASSENZA DI GODRANATURA
VISIVO
125 125
200
CRITICO
DIAMETRO DI GOLA ALLOGGIO CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
ALTEZZA GOLA ALLOGGIO CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
TUTTE LE CONCENTRICITA' FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
LUNGHEZZA PROIETTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
DIAMETRO CAVITA' INTERNA BICCHIERE (SE PRESENTE) FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
DIAMETRO BORDI ALLOGGIO FASCIA DI CENTRAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
GODRONATURA ALLOGGIO FASCIA NON RISPONDENTE A DISEGNO
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0.65
1 2 3
2 3 4
SEGNI DI CATTIVA LAVORAZIONE
OCULARE
80 125
125
N° DI DIFETTI X
100 UNITA'
10
14 21 21
15 22 22
DIAMETRO INTERNO INFERIORE AL MINIMO (SE PRESENTE CAVITA' INTERNA)
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI MISURA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
PESO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO ESTERNO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRI ESTERNI DI ESTREMITA' FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0.40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRI INTERNO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0.40
1 1 2
2 2 3
PROFILO ESTERNO NON A DISEGNO
SAGOMA
125 125
200
MAGGIORE
0.40
1 1 2
2 2 3
MANCANZA DI FOSFATAZIONE O FOSFATAZIONE NON ESEGUITA A REGOLA D'ARTE
OCULARE
80 125
200
MAGGIORE
0.40
1 1 2
2 2 3
TABELLA DI CAMPIONATURA 1B
PROIETTI FINITI DI LAVORAZIONE MECCANICA PRIMA DELL A VERNICIATURA
RIFERIMENTO PARA. 3.i
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI VERIFICA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO FASCIA DI CENTRAMENTO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO MAGGIORE DELLA CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO FASCIA CILINDRICA FRA LE DUE GOLE DELLA CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO FILLETTATURA BOCCHINO INFERIORE AL MINIMO (SE APPLICABILE)
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO FASCIA CENTRAMENTO INFERIORE AL MINIMO
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO MAGGIORE CINTURA DI FORZAMENTO INFERIORE AL MINIMO
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO FASCIA CILINDRICA TRA LE DUE GOLE DELLA CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MINIMO
CALIBRO 125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRI FILETTATURA BOCCHINO OLTRE IL MASSIMO (SE APPLICABILE)
CALIBRO 125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO DELLA PARTE CILINDRICA POSTERIORE DELLA CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
Segue Tabella di campionatura 1 B
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI VERIFICA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO DELLA PARTE CILINDRICA TRA LA FASCIA DI CENTRAMENTO E LA CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO INTERNO ZONA CILINDRICA PROIETTO FUORI TOLLERANZA (SE APPLICABILE)
CALIBRO 125
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
LUNGHEZZA CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
FONDO GOLA ANTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO DI FONDO GOLA POSTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MAX
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
LUNGHEZZA PROIETTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
SPESSORE FONDELLO INFERIORE AL MINIMO (SE APPLICABILE)
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
DIAMETRO ESTERNO BOCCHINO FUORI TOLLERANZA (SE APPLICABILE)
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
CONCENTRICITA' NON RISPONDENTI
CALIBRO
125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
FONDO GOLA ANTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO INFERIORE AL MINIMO
OCULARE
125 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
Segue tabella di campionatura 1 B
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI VERIFICA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO DI FONDO GOLA POSTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO OLTRE IL MINIMO
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
SPESSORE FONDELLO OLTRE IL MASSIMO (SE APPLICABILE)
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
PUNZONATURA ILLEGGIBILE OD ERRATA (SE APPLICABILE)
OCULARE 80
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
LUNGHEZZA GOLA CINTURA DI FORZAMENTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 80
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
MANCANZA SCARICHI ANTERIORE E POSTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO (SE APPLICABILE)
OCULARE 80
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
POSIZIONE GOLA ANTERIORE CINTURA DI FORZAMENTO RISPETTO AL FONDELLO DEL PROIETTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO 80
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
POSIZIONE PARTE FINALE RASTREMATURA CINTURA DI FORZAMENTO RISPETTO AL FONDELLO DEL PROIETTO FUORI TOLLERANZA
CALIBRO
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
SEGNI DI CATTIVA LAVORAZIONE
OCULARE
80 125
200
N° DI DIFETTI X
100 UNITA'
10
14 21 21
15 22 22
TABELLA DI CAMPIONATURA 1C
CONTROLLO PROIETTI DOPO LA VERNICIATURA
RIFERIMENTO PARA. 3.j
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI VERIFICA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
DIAMETRO FASCIA DI CENTRAMENTO OLTRE IL MASSIMO
CALIBRO
125 125
200
CRITICO
0 0 0
1 1 1
VERNICE INTERNA BICCHIERE NON RISPONDENTE A DISEGNO (SE APPLICABILE)
ESAME
125 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
PROIETTO NON VERNICIATO INTERNAMENTE (SE APPLICABILE)
OCULARE 125
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
FILETTATURA BOCCHINO SPORCA DI VERNICE (SE APPLICABILE)
OCULARE 125
125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
VERNICE ESTERNA NON RISPONDENTE A DISEGNO
ESAME 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
MARCATURA ERRATA OD INCOMPLETA
OCULARE 125
125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
CINTURA DI FORZAMENTO DANNEGGIATA O SPORCA
OCULARE 125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
MARCATURA ILLEGGIBILE
OCULARE 125 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
Segue Tabella di campionatura 1 C
CARATTERISTICHE DA
STRUMENTO
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
CLASSIFI-CAZIONE
LQA
NUMERO
CONTROLLARE DI VERIFICA FINO A 1200
DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
DEI DIFETTI
% A R
PRESENZA DI GRUMI NELLA CAVITA' INTERNA DEL PROIETTO (SE APPLICABILE)
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
SUPERFICIE INTERNA PARZIALMENTE VERNICIATA (SE APPLICABILE)
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
VERNICIATURA ESTERNA DANNEGGIATA O CON PRESENZA DI BOLLE
OCULARE
80 125
200
MAGGIORE
0,40
1 1 2
2 2 3
PRESENZA DI GRASSO , MACCHIE D'OLIO NELLA SUPERFICIE ESTERNA OD INTERNA
OCULARE
80 125
200
MINORE
0,65
1 2 3
2 3 4
SEGNI DI CATTIVA LAVORAZIONE
OCULARE
80 125
200
N° DI DIFETTI X
100 UNITA'
10
14 21 21
15 22 22
TABELLA DI CAMPIONATURA 2
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI OFFICINA PROIETTI
RIFERIM.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
NOTE PARA. FINO A
1200 DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R
VERIFICA COMPOSIZIONE
CHIMICA MATERIALI PER
FABBRICAZIONE PROIETTO
(1)
3.a
CONTROLLO SU DUE CAMPIONI
VERIFICA COMPOSIZ. CHIMICA
CINTURE DI FORZAMENTO
(2)
3.b
CONTROLLO SU DUE CAMPIONI
ESAME MACROGRAFICO
DELL'ACCIAIO
(4)
3.c
SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
ESAME MICROGRAFICO
DELL'ACCIAIO PER
FABBRICAZIONE BICCHIERI
(5)
3.c SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
ESAME DELLA GRANDEZZA DEL
GRANO AUSTENITICO
(6)
3.c SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
VERIFICA DELLA TEMPRABILITA'
(7)
3.c SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
CONTROLLO CARATTERISTICHE
MECCANICHE BICCHIERE
SBOZZATO DOPO IL
TRATTAMENTO TERMICO
(8)
3.c SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
CONTROLLO MAGNETOSCOPICO
DEI BICCHIERI
(9)
3.c SE PREVISTO DALLA QUALITA' AZIENDALE
CONTROLLO DEI BICCHIERI
PRIMA DELL'APPLICAZIONE
DELLA CINTURA
(10)
3.d
125
125
200
VEDASI TABELLA CAMPIONATURA 1 A
VERIFICA OCULARE CINTURE DI
FORZAMENTO
(11)
3.e.(1)
CONTROLLO UNITARIO
segue tabella di campionatura 2
RIFERIM.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NUMERO
NOTE PARA. FINO A
1200 DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
A R
PROVA DEL SUONO DELLA
CINTURA DI FORZAMENTO
(12)
3.e.(2)
CONTROLLO UNITARIO
PROVA DI DECINTURAZIONE
(13)
3.e.(3)
13 + 13
0 1
2 2
PROVA DI TRAZIONE DELLE
CINTURE DI FORZAMENTO
(14)
3.e.(4)
13
0
1
CINTURE PROVENIENTI DALLA PROVA DI DECINTURAZIONE
PROVA DI PIEGAMENTO DELLE
CINTURE DI FORZAMENTO
(15)
3.e.(5)
8
0
1
VERIFICA OCULARE DISCO DI
FONDELLO
(16)
3.f.(1)
CONTROLLO UNITARIO
SE APPLICABILE
PROVA DEL SUONO SUI DISCHI DI
FONDELLO
(17)
3.f.(2).
CONTROLLO UNITARIO
SE APPLICABILE
PROVA DI DISTACCO DEL DISCO
DI FONDELLO
(18)
3.f.(3).
13
0 1 LA PROVA DOVRA' ESSERE ESEGUITA SU PROIETTI TROVATI DIFETTOSI ALLA PROVA DEL SUONO
VERIFICA OCULARE
APPLICAZIONE FINTA SPOLETTA
(19)
3.g.(1) CONTROLLO UNITARIO SE APPLICABILE
VERIFICA COPPIA DI SERRAGGIO
DELLA FINTA SPOLETTA
(20)
3.g.(2) CONTROLLO UNITARIO SE APPLICABILE
CONTROLLO DEI MATERIALI DI
RIEMPIMENTO PROIETTI
(21)
3.h 13 0 1 SE APPLICABILE
CONTROLLO DEL PROIETTO
PRIMA DELLA VERNICIATURA
(22)
3.i
125 125
200
VADASI TABELLA DI CAMPIONATURA 1 B
CONTROLLO DEL PROIETTO
DOPO LA VERNICIATURA
(23)
3.j
125 125
200
VEDASI TABELLA DI CAMPIONATURA 1 C
CONTROLLO DEL PESO E DEL
BARICENTRO
(24)
3.k CONTROLLO UNITARIO
TABELLA DI CAMPIONATURA 3
ENTITA' DI CAMPIONATURA E DIFETTOSI AMMESSI
PROVE DI TIRO
RIFERIM.
NUMEROSITA' CAMPIONARIE
NOTE PARA. FINO A
1200 DA 1201 A 3200
DA 3201 A 10000
PROVA DI RESISTENZA ALLE
SOLLECITAZIONI DEL TIRO
3.l
13
13
13
DOVRANNO ESSERE RECU-PERATI ALMENO IL 70 % DEI PROIETTI
RIPROVA
3.l
13
13
13
NEL CASO DI MISURAZIONE DIAMETRI OLTRE I LIMITI AMMESSI
Ministero della Difesa Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti
DIREZIONE DEGLI ARMAMENTI NAVALI
NAV – 80 – 1315 – 0001 – 13 – 00B000
Condizione Tecnica di acquisto per munizionamento cal. 76/62 con
proietto inerte
Annesso 6
Elenco disegni applicabili
Edizione febbraio 2013
6-2
Elenco Disegni applicabili
Dis. D.M. n. Lettera Denominazione
13887 H Paracapsule da 76/62
14395 E Cartucciere da 76/62 - Assieme
14886 C Percussori ausiliari per la prova di sensibilità e sicurezza dell'innesco
14887 A Grave da 20 kg per prove di caduta del corpo innescato
14888 B Grave da 20 Kg per prove di caduta del cannello
14993 Cartellino segnaletico per cartucce
15085 B Munizionamento cal. 76/62 - Bossolo a profilo interno modificato
15368 Munizionamento cal. 76/62 – Marcature bossolo
15390 Proietto carico inerte - Dimensioni esterne, peso e baricentro
15391 Munizionamento cal. 76/62 - Cartuccia con proietto inerte profilo e peso
15392 Munizionamento cal. 76/62 - Cartuccia con proietto inerte al peso esatto - Coloriture, stampinature e marcature
15401 Munizionamento cal. 76/62 - Cartucciere -Coloriture e stampinature cartuccia con proietto inerte al peso esatto
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CIMA AULLA C.T. Ctg. T-49 rev.B
PAG. 1 DI PAGINE 20
MARINA MILITARE CENTRO INTERFORZE MUNIZIONAMENTO AVANZATO
54011 AULLA (MS)
C.T. Ctg. T-49 rev. B
COLLAUDO BALISTICO DELLE POLVERI DI LANCIO PER CANNONI DELLA M.M.I.
DATA DI COMPILAZIONE : Luglio 1992
ESTREMI ESAME MARIPERMAN : Fg.n. 2355/R in data 10.09.1992
ESTREMI APPROVAZIONE MINISTERIALE : Dp.n. 09815/R in data 16.10.1992
CIMA AULLA C.T. Ctg. T-49 rev.B
PAG. 2 DI PAGINE 20
REVISIONI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispaccio di
Approvazione A Dicembre
93 3-4-10-11-12
Variato i para.1, 3.10.e la tabella 1 per aver inserito la polvere KNSF. C.F.(AN) Fulvio DONAT Dp. n° 70399 del
1-2-1994
B Settembre 2010
Eseguite le seguenti varianti: • Eliminati riferimenti alla polvere cal 127/38; • Introdotti piezometri a sfera 38/3,91 per i cal. 127 e 76; • Sostituita pressione effettiva a pressione monometrica per i cal. 127
e 76
Il Capo Sezione Munizionamento T.V. (AN) Settimio GARBATI
CIMA AULLA C.T. Ctg. T-49 rev.B
PAG. 3 DI PAGINE 20
INDICE
1. PREMESSA.......................................................................................................................................................................4 2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI......................................................................................................................4
2.1. Condizioni tecniche..................................................................................................................................................4 2.2. Norme ........................................................................................................................................................................4 2.3. Generalità...................................................................................................................................................................4
3. NORME.............................................................................................................................................................................4 3.1. Definizioni .................................................................................................................................................................4
3.1.1. Polvere del lotto tipo ............................................................................................................................................. 4 3.1.2. Serie di tiro.............................................................................................................................................................. 4 3.1.3. Pressione e velocità del giorno............................................................................................................................. 5 3.1.4. Metodo di collaudo polvere "per confronto" .................................................................................................... 5 3.1.5. Massima profondità di riempimento - MPD (Maximun Packing Depth)........................................................... 5 3.1.6. Profondità di riempimento di produzione - PPD (Production Packing Depth).................................................. 5 3.1.7. Colpi di condizionamento .................................................................................................................................... 5
3.2. Preparazione delle cariche e dei colpi....................................................................................................................6 3.3. Determinazione del PPD e dell' MPD..................................................................................................................6 3.4. Misure balistiche .......................................................................................................................................................6 3.5. Programma di tiro.....................................................................................................................................................7 3.6. Norme particolari per l'esecuzione dei tiri............................................................................................................7 3.7. Determinazione del peso di carica .........................................................................................................................8 3.8. Determinazione della pressione .............................................................................................................................9 3.9. Requisiti di accettazione per la polvere cal. 127/54 e 76/62.............................................................................9 3.10. Requisiti di accettazione per la polvere M1 e KNSF cal. 40/70......................................................................9
CIMA AULLA C.T. Ctg. T-49 rev.B
PAG. 4 DI PAGINE 20
1. PREMESSA
Le presenti C.T. riportano le norme generali per il collaudo al tiro delle polveri di lancio in servizio nella M.M.I.
2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI
Sono associati e fanno parte integrante delle presenti C.T. tutti i documenti sottonotati, della revisione in vigore all'atto della stipulazione del documento d'acquisto.
2.1. Condizioni tecniche
C.T. Ctg. G-13 Polvere di lancio tipo M6+2 per cal. 76/62
C.T. Ctg. G-19 Polvere di lancio tipo SPDF per cal.127/54
C.T. Ctg. G-27 Polvere di lancio alla nitrocellulosa tipo M1 per il cal. 40/70
Cap.Tec.40/70-Parte VII Polvere di lancio KNSF
C.T. Ctg. T-42 Metodi di analisi e di prove per polveri di lancio per cal. 40/70
2.2. Norme
STANAG 4106 Procedures to determine the degree of ballistic performance similarity of NATO indirect fire ammunition and the applicable corrections to aiming data
STANAG 4113 Pressure measurement by crusher gauges
STANAG 4114 Measurements of projectile velocities
2.3. Generalità
Il peso di carica, la velocità iniziale e la pressione massima manometrica (cal. 40/70) o effettiva (cal. 76/62 e 127/54) in culatta della polvere in collaudo debbono essere in accordo con i requisiti specificati in tabella 1, per il calibro ed il tipo di polvere in collaudo.
3. NORME
3.1. Definizioni
3.1.1. Polvere del lotto tipo
Un lotto di polvere, designato da Direzione Generale per gli Armamenti Navali come "lotto tipo", possiede caratteristiche balistiche medie rispetto a quelle delle polveri aventi la stessa composizione e granitura. La polvere del lotto tipo ha un peso di carica assegnato ad una pressione standard assegnata, ottenuti per taratura assoluta, ovvero per confronto con un lotto tipo già esistente.
3.1.2. Serie di tiro
Per serie di tiro si intende una successione di colpi sparati con ritmo tale che non abbia a verificarsi, in nessun caso, tra un colpo e l'altro, il raffreddamento della canna.
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3.1.3. Pressione e velocità del giorno
Il valore medio della pressione massima in culatta e della velocità iniziale della polvere del lotto tipo, rilevati in una singola serie di tiro, vengono definiti, rispettivamente, pressione e velocità del giorno.
3.1.4. Metodo di collaudo polvere "per confronto"
Il metodo di collaudo polvere "per confronto" comporta la determinazione del peso di carica della polvere in collaudo in base alla velocità del giorno della polvere del lotto tipo e la determinazione della differenza algebrica tra la pressione assegnata a suo tempo e la pressione del giorno del lotto tipo. Tale differenza deve essere aggiunta algebricamente alla pressione della polvere in collaudo corrispondente al peso di carica ottenuto come sopra detto.
3.1.5. Massima profondità di riempimento - MPD (Maximun Packing Depth).
L' MPD è la distanza, approssimata al millimetro, fra la bocca del bossolo ed il livello superiore di una data carica di lancio nel bossolo, rispettando le seguenti condizioni: a) la carica è versata da un'altezza di 76 cm. (30 pollici) dalla bocca del bossolo; b) la carica è versata in modo uniforme nel tempo di un minuto; c) durante il versamento, l'esterno del bossolo viene percosso leggermente, con una mazzuola di materiale soffice, in corrispondenza del livello crescente della polvere. L'MPD varia con il lotto polvere e con il peso di carica.
3.1.6. Profondità di riempimento di produzione - PPD (Production Packing Depth).
Per una carica di lancio, il PPD è definito come l'MPD per quella carica, diminuito di una costante empirica determinata per ciascun disegno di bossolo, a condizione che la parte del bossolo interessata dalla carica sia a conicità costante (10 mm per il cal. 76 e 18 mm per il cal. 127; la differenza fra MPD e PPD non è costante nel caso di bossoli "a collo di bottiglia"). Il PPD fornisce una densità della carica tale da poter essere agevolmente ottenuta durante il confezionamento delle cariche in bossolo e delle cartucce. Dal valore del PPD si ottiene quello del PPDR (Production Packing Depth Range) attribuendo al primo una tolleranza bilaterale prestabilita, il cui valore è ± 3 mm per il cal. 76 e ± 5 mm per il cal. 127.
3.1.7. Colpi di condizionamento
Un colpo di condizionamento viene sparato:
• all'inizio di una serie di tiro (canna fredda); • interposto fra due colpi sparati impiegando polveri di tipo diverso per composizione e/o per
granitura e/o per la presenza o meno di antifiammici; • interposto fra due colpi sparati impiegando la stessa polvere ma per i quali si attendono forti
variazioni nelle caratteristiche balistiche (elevato valore del differenziale di pressione e/o variazione di circa 35 m/sec. della velocità iniziale).
I colpi di condizionamento possono presentare una balistica anormale, dovuta sia all'interazione fra le diverse caratteristiche delle polveri, sia allo stato del cannone; di conseguenza, i risultati balistici ottenuti con i colpi stessi debbono essere trascurati.
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3.2. Preparazione delle cariche e dei colpi
Le polveri da impiegare nelle prove balistiche per la determinazione del peso di carica e i piezimetri occorrenti devono essere condizionati per almeno 24 ore alla temperatura costante di + 21 C° (+ 32 °C per il cal. 127) immediatamente prima dell'impiego, cercando di mantenere la temperatura della polvere il più possibile vicino a + 21° C (+ 32° C per il cal. 127) sino al momento del tiro. Per i colpi da sparare con la polvere del lotto tipo, le cartucce o le cariche in bossolo debbono essere confezionate con l'esatto peso di carica e l'esatto livello di polvere previsti per il lotto tipo impiegato. Per il confezionamento dei colpi dovranno essere utilizzati, per ciascun collaudo polvere, bossoli, cannelli e proietti del lotto tipo (ove definito) ovvero di un unico lotto. I proietti, con caricamento inerte, dovranno essere portati al peso sottospecificato: Calibro Peso (Kg)
0,880±0,001 (PFF) 40/70 0,960±0,002 (BLT e PFF IM213
76/62 6,300±0,010 127/54 31,750±0,050
Il confezionamento dei colpi deve essere effettuato nel più breve tempo possibile.
3.3. Determinazione del PPD e dell' MPD
Il PPD, in funzione del peso di carica, deve essere determinato, per ciascun lotto di polvere da collaudare, misurando l'MPD (con la procedura di cui al precedente para 3.1.5) su cinque cariche approntate per ciascuno dei due pesi, massimo e minimo, che è previsto adottare nel corso del collaudo. La polvere impiegata deve essere condizionata a + 21° C (+ 32° C per il cal. 127) per almeno 24 ore. Le dieci cariche suddette devono essere allestite impiegando polvere diversa per ciascuna carica, al fine di evitare che il livello ottenuto possa essere influenzato da eventuali rotture di grani prodottesi durante il primo versamento. In base ai valori medi dell'MPD ottenuti per ciascun gruppo di cinque cariche deve essere tracciato un diagramma, costituito da una linea retta, in funzione dei pesi di carica. La retta dei valori del PPD deve essere poi ricavata sottraendo la costante empirica previamente determinata (vedasi precedente para 3.1.6.). Per ciascun peso di carica adottato nel corso del collaudo polvere, il PPD viene determinato in base al diagramma suddetto e la carica deve essere versata a tale livello con l'ulteriore correzione dovuta alla presenza dei crushers. L'influenza dei crushers sul PPD deve essere determinata empiricamente per ciascun disegno di bossolo e il PPD deve essere variato corrispondentemente, al fine di mantenere la densità della carica uguale a quella che si otterrebbe confezionando la carica con il medesimo PPD senza crushers.
3.4. Misure balistiche
Per ciascuno dei colpi sparati nel corso dei collaudi polvere, ad eccezione (eventualmente) dei colpi di condizionamento, devono essere misurati e registrati i valori della velocità iniziale e della pressione massima in culatta.
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Le misure di velocità iniziale devono essere il più possibile accurate ed essere effettuate, se possibile, secondo lo STANAG 4114, con apparecchiature in grado di fornire la maggiore accuratezza e precisione, impiegando la stessa apparecchiatura per ciascun collaudo. Le misure di pressione massima in culatta devono essere effettuate impiegando cruschers di rame (approntati ed usati secondo i migliori metodi correnti, possibilmente secondo lo STANAG 4113) ovvero altri strumenti in grado di fornire maggiore accuratezza e precisione.
3.5. Programma di tiro
Il collaudo balistico di una polvere di lancio per cannoni deve essere eseguito adottando il seguente programma di tiro (collaudo per confronto) con il munizionamento condizionato per almeno 24 ore a + 21° C (+ 32° C per il cal. 127):
1. Sparare almeno 4 colpi con polvere del lotto tipo al peso di carica assegnato. Il primo dei tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento. La media della velocità dei colpi (almeno 3 "colpi validi", intendendo per "colpo valido" quello per il quale è stata rilevata correttamente la Vo) sarà considerata velocità del giorno provvisoria.
2. Sparare almeno 5 colpi con polvere in collaudo e peso di carica calcolato in modo da ottenere circa il 90% della Vo del giorno provvisoria (come peso carica può essere assunto il 90% del peso di carica medio dei precedenti lotti di polvere dello stesso tipo). Il primo di tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento.
3. Sparare almeno 5 colpi con polvere in collaudo e peso di carica calcolato in modo da ottenere circa il 100% della Vo del giorno provvisoria (come peso carica può essere assunto il peso di carica medio dei precedenti lotti di polvere dello stesso tipo). Il primo di tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento.
4. Sparare almeno 5 colpi con polvere in collaudo e peso di carica calcolato in modo da ottenere circa il 105% della Vo del giorno provvisoria (come peso carica può essere assunto il 105% del peso di carica medio dei precedenti lotti di polvere dello stesso tipo). Il primo di tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento.
5. Sparare almeno 10 colpi con polvere del lotto tipo al peso di carica assegnato. Il primo di tali colpi sarà considerato, se necessario, colpo di condizionamento.
6. Sparare almeno 10 colpi con polvere in collaudo al peso di carica provvisorio (vedasi para 3.7. punto 3.). Il primo di tali colpi sarà considerato, se necessario, colpo di condizionamento.
7. Solo per il cal. 40/70, in aggiunta alle serie di tiro di cui sopra, dovranno anche essere effettuate le sottonotate serie:
- n. 8 colpi con polvere in collaudo e peso carica definitivo con cartucce termostatate a +60° C per almeno 24 ore.; il primo di tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento;
- n. 8 colpi idem c.s. con cartucce termostatate a -40° C; il primo di tali colpi sarà considerato colpo di condizionamento.
3.6. Norme particolari per l'esecuzione dei tiri
1. Per ciascuna polvere in collaudo il programma di tiro adottato sarà eseguito, per i calibri 127/54 e 76/62, su una canna in buone condizioni di usura. Per il calibro 40/70 dovrà essere utilizzata una canna al primo quarto di vita che abbia sparato non meno di 200 colpi e non più di 500.
2. Nel caso in cui la polvere del lotto tipo e la polvere in collaudo abbiano stesse caratteristiche chimico-fisiche, le due serie dei precedenti para 3.5. punto 5. e 6. (che costituiscono la “serie di uniformità”) saranno eseguite contemporaneamente sparando alternativamente i colpi con polvere del lotto tipo e in collaudo. Il primo colpo (confezionato con polvere del lotto tipo) sarà considerato, se necessario, di condizionamento (vds. para 3.1.7).
3. Nel caso in cui vengano collaudati contemporaneamente più lotti di polvere aventi stesse caratteristiche chimico/fisiche della polvere del lotto tipo (di norma non più di due lotti di
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polvere possono essere collaudati contemporaneamente), la serie di uniformità sarà effettuata sparando 10 successioni di tre colpi, uno dei quali preparato con polvere del lotto tipo e gli altri due preparati con ciascuna delle polveri in collaudo.
4. Nel caso in cui la polvere del lotto tipo e la polvere in collaudo non abbiano stesse caratteristiche chimico- fisiche, sarà sparata prima la serie di cui al para 3.5. punto 5 e poi quella del para 3.5.punto 6 (in ogni caso dette serie dovranno essere sparate a breve distanza di tempo). In tal caso non è consentito il collaudo contemporaneo di più lotti.
5. I singoli contenitori della povere, sia in collaudo sia del lotto tipo, devono essere utilizzati in modo da ottenere la massima distribuzione e rappresentatività fra tutti i colpi sparati nel corso delle prove. Pertanto, non si dovrà assiemare un secondo colpo da qualunque contenitore fino a che non siano stati preparati colpi da tutti i contenitori disponibili. Se il peso di propellente necessario per qualche colpo supererà la quantità rimasta nel contenitore appropriato, il peso sarà costituito impiegando propellente tratto dal minor numero possibile dei contenitori rimanenti. E' opportuno che ogni colpo porti l'indicazione del contenitore dal quale è stata prelevata la polvere per il suo confezionamento e ciò al fine di individuare eventuali contenitori con caratteristiche anomale. In tabella 2 è indicato un esempio della successione delle serie di tiro eseguite per il collaudo di una polvere a confronto con polvere del lotto tipo di caratteristiche chimico fisiche diverse. In tabella 3 ed in tabella 4 è indicato un esempio della successione delle serie di tiro eseguite per il collaudo, rispettivamente, di uno o di due lotti di polvere a confronto con polvere del lotto tipo di caratteristiche chimico-fisiche uguali.
6. Il tiro deve essere sospeso se, controllando di volta in volta la pressione massima manometrica (per cal. 40/70) e pressione effettiva (per cal. 76/62 e 127/54) in culatta, si constata che quest'ultima supera la pressione massima indicata in tabella 1 riga 6.
3.7. Determinazione del peso di carica
1. Sarà verificata la congruenza interna dei dati di Vo ricavati da ciascuna delle serie di cui al para
3.5 ad esclusione di quelli della serie di cui al para 3.5. punto 1 per i quali si rimanda al successivo punto 5. Per tali verifiche verrà utilizzato il Dixon's test di cui all'Ed. n. 2 dello STANAG 4106 a livello di confidenza 1 - α = 0,95 (vedasi Appendice 1).
2. Con i singoli valori delle serie dei para 3.5.punti 2, 3 e 4., previa verifica della congruenza interna
di cui al para 3.7.punto 1., sarà calcolata la funzione di primo grado Vo = f (ω) mediante regressione lineare (retta dei minimi quadrati - vedasi Appendice 2).
3. Mediante la funzione Vo = f (ω) ed il valore della velocità del giorno provvisoria del lotto tipo
(para 3.5.punto 1.) verrà determinato il peso di carica provvisorio della polvere in collaudo. Con tale peso saranno confezionati, utilizzando componenti condizionati, almeno 10 colpi (para 3.5. punto 6.) i quali saranno sparati nella serie di uniformità (serie di uniformità = serie para 3.5.punti 5 e 6.).
4. I singoli valori delle serie del para 3.5.5 saranno verificati con il predetto Dixon's test. Il valore
medio di tale unica serie sarà definito velocità del giorno.
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5. Il peso di carica definitivo del lotto polvere in collaudo sarà calcolato aggiungendo al peso di carica provvisorio il peso legato, attraverso la funzione ω = f (Vo) -( punto 2.), alla differenza ΔV della velocità media della serie di uniformità. Il peso di carica definitivo sarà approssimato al grammo per polveri dei calibri 127 mm e 76 mm; per polveri per il cal. 40 mm l'approssimazione sarà al decimo di grammo. Il valore del P.P.D.R. (para 3.1.6.) sarà calcolato in relazione al peso di carica definitivo, mentre a detto peso sarà assegnato, ai fini del confezionamento di serie delle cartucce o cariche in bossolo, la tolleranza bilaterale prevista in tabella 1 riga 8.
3.8. Determinazione della pressione
1. Per ogni colpo della serie dei para 3.5. punti 2, 3 e 4 saranno esaminate le misure fornite dai due piezimetri, anch'essi termostatati, introdotti nei colpi all'atto del loro confezionamento. Qualora dette due misure differiscano di meno di 19,62 MPa (200 Kg/cm2), al corrispondente colpo sarà assegnata la media delle due misure; altrimenti, la pressione di tale colpo sarà considerata non rilevata.
2. Sarà verificata la congruenza interna dei dati di pressione ricavati da ciascuna delle predette serie utilizzando sempre il Dixon's Test. In tal modo risulteranno definiti i "valori utili" della Pmax della serie.
3. Utilizzando tali valori utili e inserendo il punto ( ω = 0, Pmax =0), sarà calcolata la funzione di secondo grado Pmax = f (ω) mediante regressione parabolica (parabola dei minimi quadrati - vedasi Appendice 2).
4. Qualora nell'equazione Pmax = a0 + a1⋅ ω + a2 ⋅ ω² il coefficente a2 risultasse negativo, il calcolo della funzione sarà ripetuto inserendo ancora il punto ( ω = 0, Pmax =0) tante volte quante saranno necessarie fino ad avere il valore di detto fattore maggiore di zero (vedasi NOTA - Appendice 2).
5. Una volta definita tale funzione di secondo grado Pmax = f (ω ), si otterrà la pressione massima del giorno del lotto di polvere in collaudo, inserendo in essa il valore del "peso di carica definitivo" (vedasi para 3.7. punto 6.).
6. Con i singoli valori delle pressioni delle serie del para 3.5. punto 5, controllati secondo quanto visto ai punti 1 e 2, sarà calcolata la pressione massima del giorno del lotto tipo.
7. La pressione massima definitiva del lotto di polvere in collaudo, sarà calcolata sommando algebricamente alla pressione massima del giorno del lotto di polvere in collaudo, la differenza algebrica tra pressione massima assegnata al lotto tipo e pressione massima del giorno del lotto tipo.
3.9. Requisiti di accettazione per la polvere cal. 127/54 e 76/62.
La polvere in collaudo dovrà corrispondere alle prescrizioni di cui alla Tabella 1. I valori di pressione massima effettiva riportati alla riga 6 sono i valori che non devono essere superati da ogni singolo colpo, trattandosi di pressione effettiva massima di collaudo della canna di calibro corrispondente.
3.10. Requisiti di accettazione per la polvere M1 e KNSF cal. 40/70
La polvere, oltre alle prescrizioni di cui alla Tabella 1, dovrà rispondere anche ai sottonotati requisiti:
1. Ogni singolo valore di pressione effettiva della serie a + 60° C (+ 52° per polvere KNSF) non deve superare i 434,38 MPa (4428 Kg/cm²);
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2. Ogni singolo valore di pressione effettiva della serie a - 40 C° e a + 60° C (+52°C per polvere KNSF) non deve differire dal valore medio della rispettiva serie di più di 30,9 MPa (315 Kg/cm²).
3. Sarà verificata la congruenza interna dei dati di pressione delle predette serie utilizzando sempre il Dixon's test sui valori manometrici ricavati in sede di tiro.
4. La conversione dei valori manometrici in valori effettivi di pressione verrà effettuata: • apportando le correzioni ai valori ricavati in sede di tiro per tener conto della differenza di
temperatura tra quella di tiro e quella di taratura del tipo/lotto piezimetri utilizzato; • convertendo i valori di pressione manometrica in pressione effettiva (è auspicabile l'utilizzo
di piezimetri tedeschi 18/3 omologati NATO); • apportando le correzioni in pressione dovute alla presenza dei piezimetri nel bossolo.
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TABELLA 1
LIMITI RELATIVI A VELOCITA' INIZIALE, PRESSIONE MAX MANOMETRICA (piezimetri Tedeschi
18/3 per 40/70) E PRESSIONE MAX EFFETTIVA (piezimetri a sfera 38/3,91 per 76 e 127) E PESO DI CARICA
1
Calibro
40/70
40/70
76/62
127/54
2
Tipo polvere
M 1
KNSF
M6 + 2
SPDF
SPCF Naco
3
Vo a canna nuova a
+21 °C (m/s)
1025 (1)
1005 (2)
1005
905
807.7 (3)
807.7 (3)
4
S.Q.M. Vo (m/s)
6.0
6
3.0
4.0
4.0
5 Peso carica max e
min (kg) ± 4% Peso medio lotti precedenti
± 4% Peso medio lotti precedenti
2,05
2,45
8,760
8,070
9,530
8,840 6
Pressione max a +21°C(Mpa)
Vedi para. 3.10
Vedi para. 3.10
Min 3127 Kg/cm²
Max (3696
Kg/cm²)
Min 3350 Kg/cm²
Max 3813 Kg/cm²
(3)
Min 285,47 (2910 Kg/cm²)
Max 316,86 (3230
Kg/cm²)(3)
7
S.Q.M. Pressione a
+ 21°C (Mpa)
__
__
5,88
(60 Kg/cm²)
9,71
(99 Kg/cm²)
9,71
(99 Kg/cm²)
8
Tolleranza confezionamento su peso assegnato (Kg)
± 0,0005
± 0,0005
± 0,005
± 0,015
± 0,015
NOTE: 1) Relativa al proietto PFF-HE al peso di 880 ± 1g 2) Relativa al proietto BL-T e PFF IM 213 al peso di 960 ± 2g 3) Valori relativi a polvere termostatata a + 32° C.
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TABELLA 2
ESEMPI DI SUCCESSIONE SERIE DI TIRO PER COLLAUDO POLVERE A CONFRONTO CON POLVERE DI CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE DIVERSE
Polvere
Colpo
Peso carica atto a dare Para. C.T. Note
Tipo 1( .) Vo provvisoria 3.5.-1. (.) Colpo di condizionamento
" 2 " " " 3 " " " 4 " "
Collaudo 5 (.) 90 % Vo provvisoria 3.5.-2. (.) Colpo di condizionamento " 6 " " " 7 " " " 8 " " " 9 " "
Collaudo 10 (.) 100 % Vo provvisoria 3.5.-3. (.) Colpo di condizionamento " 11 " " " 12 " " " 13 " " " 14 " "
Collaudo 15 (.) 105 % Vo provvisoria 3.5.-4. (.) Colpo di condizionamento " 16 " " " 17 " " " 18 " " " 19 " "
Tipo 20 (.) Vo 3.5.-5 e 3.6.-4. (.) Colpo di condizionamento " 21 " " " 22 " " " 23 " " " 24 " " " 25 " " " 26 " " " 27 " " " 28 " " " 29 " "
Collaudo 30 (.) " 3.5.-6 e 3.6.-4. (.) Colpo di condizionamento " 31 " " " 32 " " " 33 " " " 34 " " 35 " 36 " " " 37 " " " 38 " " " 39 " "
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TABELLA 3
ESEMPI DI SUCCESSIONE SERIE DI TIRO PER COLLAUDO POLVERE A CONFRONTO CON
POLVERE DI CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE UGUALI
Polvere
Colpo
Peso carica atto a dare
Para. C.T.
Note
Tipo 1( .) Vo provvisoria 3.5.-1. (.) Colpo di condizionamento " 2 " " " 3 " " " 4 " "
Collaudo 5 (.) 90 % Vo provvisoria 3.5.-2. (.) Colpo di condizionamento " 6 " " " 7 " " " 8 " " " 9 " "
Collaudo 10 (.) 100 % Vo provvisoria 3.5.-3. (.) Colpo di condizionamento " 11 " " " 12 " " " 13 " " " 14 " "
Collaudo 15 (.) 105 % Vo provvisoria 3.5.-4. (.) Colpo di condizionamento " 16 " " " 17 " " " 18 " " " 19 " "
Tipo 20 (.) Vo 3.6.-2 (.) Colpo di condizionamento Collaudo 21 " "
Tipo 22 " " Collaudo 23 " "
Tipo 24 " " Collaudo 25 " "
Tipo 26 " " Collaudo 27 " "
Tipo 28 " " Collaudo 29 " "
Tipo 30 (.) " 3.5.-6 e 3.6.-4. (.) Colpo di condizionamento Collaudo 31 " "
Tipo 32 " " Collaudo 33 " "
Tipo 34 " " Collaudo 35
Tipo 36 " " Collaudo 37 " "
Tipo 38 " "
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TABELLA 4
ESEMPI DI SUCCESSIONE SERIE DI TIRO PER COLLAUDO DI DUE LOTTI POLVERE A CONFRONTO CON POLVERE DI CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE UGUALI
Polvere
Colpo
Peso carica atto a dare
Para. C.T.
Note
Tipo 1( .) Vo provvisoria 3.5.-1. (.) Colpo di condizionamento " 2 " " " 3 " " " 4 " "
Collaudo 1 5 (.) 90 % Vo provvisoria " (.) Colpo di condizionamento " 6 " " " 7 " " " 8 " " " 9 " "
Collaudo 2 10 (.) 90 % Vo provvisoria 3.5.-2 e 3.6.-2 (.) Colpo di condizionamento " 11 " " " 12 " " " 13 " "
Collaudo 1 14 (.) 100 % Vo provvisoria 3.5.-3 e 3.6.-2 (.) Colpo di condizionamento " 15 " " " 16 " " " 17 " " " 18 " "
Collaudo 2 19 " " " 20 " " " 21 " " " 22 " "
Collaudo 1 23 (.) 105 % Vo provvisoria 3.5.-4 e 3.6.-2 (.) Colpo di condizionamento " 24 " " " 25 " " " 26 " " " 27 " "
Collaudo 2 28 " " " 29 " " " 30 " "
Collaudo 2 31 " " Tipo 32 (.) Vo 3.6.-3 (.) Colpo di condizionamento
Collaudo 1 33 " " Collaudo 2 34 " "
Tipo 35 " " Collaudo 1 36 " " Collaudo 2 37
Tipo 38 " " Collaudo 1 39 " " Collaudo 2 40 " "
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TABELLA 4 - segue
ESEMPI DI SUCCESSIONE SERIE DI TIRO PER COLLAUDO DI DUE LOTTI POLVERE A
CONFRONTO CON POLVERE DI CARATTERISTICHE CHIMICO FISICHE UGUALI
Polvere
Colpo
Peso carica atto a dare
Para. C.T.
Note
Tipo 41 Vo 3.6.-3 Collaudo 1 42 " " Collaudo 2 43 " "
Tipo 44 " " Collaudo 1 45 " " Collaudo 2 46 " "
Tipo 47 " " Collaudo 1 48 " " Collaudo 2 49 " "
Tipo 50 " " Collaudo 1 51 " " Collaudo 2 52 " "
Tipo 53 " " Collaudo 1 54 " " Collaudo 2 55 " "
Tipo 56 " " Collaudo 1 57 " " Collaudo 2 58 " "
Tipo 59 " " Collaudo 1 60 " " Collaudo 2 61 " "
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APPENDICE 1
DIXON'S TEST
1. Il test statistico denominato Dixon's test permette di verificare se i dati di una serie appartengono o meno ad una
stessa popolazione, cioè se esiste la congruenza interna dei dati, oppure se uno o più di essi debba essere scartato in quanto non congruente con gli altri.
Può essere applicato con un numero di dati n tale che 3 ≤ n ≤ 25. 2. Nel test viene utilizzato un opportuno rapporto r calcolato a seconda del numero n dei dati disponibili:
se n = 3 ÷ 7 r = X - XXK - X
2 1
1
se n = 8 ÷ 10 r = X - XXK -1 - X
2 1
1
se n = 11 ÷ 13 r = X - X1XK -1 - X
3
1
se n = 14 ÷ 25 r = X - XXK - 2 - X
3 1
1
dove: X1 = più grande (più piccola) osservazione dei dati X2 = più vicina osservazione a X1 X3 = più vicina osservazione a X2 XK = più piccola (più grande) osservazione dei dati XK-1 = più vicina osservazione a XK XK-2 = più vicina osservazione a XK-1
3. Si stabilisce il livello di significatività α del test. I valori raccomandati sono compresi tra 0,01 e 0,05 (1 ÷ 5 %).Viene
scelto come livello di significatività α il 5%.
4. Il Dixon's test permette di accertare quindi con livello di significatività del 5% che i singoli dati di una serie appartengono come ipotesi statistica alla stessa popolazione se è verificata l'ipotesi
r < r α Qualora l'ipotesi non venga verificata, si scarta il valore X1 in quanto non congruente con la serie e si ripete il test sulla serie dei valori rimanenti. Vengono riportati di seguito i valori di r α per α =0,05.
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N° DATI VALORI LIMITE DI R (R α )
3. 0,941 4. 0,765 5. 0,642 6. 0,56 7. 0,507 8. 0,554 9. 0,512 10. 0,477 11. 0,576 12. 0,546 13. 0,521 14. 0,546 15. 0,525 16. 0,507 17. 0,49 18. 0,475 19. 0,462 20. 0,45 21. 0,44 22. 0,43 23. 0,421 24. 0,413 25. 0,406
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APPENDICE 2
REGRESSIONE LINEARE E REGRESSIONE PARABOLICA
1. Retta dei minimi quadrati Vo = a0 +a1 ω. Ogni valore di Vo viene accomunato al proprio peso di carica e si calcola: A = Σωi B = Σωi² C = ΣVoi D = ΣVoi² E = Σ(ωi - Voi) F = N dove:
ωi = iesimo peso di carica Voi = iesimo calore di velocità iniziale
N = numero dei punti (ωi , Voi) si ottiene quindi:
ao = CB - AEFB - A
2
a1 = FE - ACFB - A2
( )( )
AC-FE =
22 CFDAFBr
−−
dove:
r = coefficiente di correlazione. Il parametro r indica la "bontà" dell'adattamento della distribuzione dei punti alla retta calcolata; esso varia tra 0 e 1 e, se tutti i punti si trovano sulla retta, si ha r = 1. Non si accetteranno per validi i risultati per valori di r < 0,8.
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2. Parabola dei minimi quadrati Pmax = a0 + a1 .ω+ a2 .ω²
Ogni valore di Pmax viene accomunato al proprio peso di carica e si calcola:
A = N B = Σωi C = Σωi² D = Σωi³ E = Σωi4 F = ΣPi G = Σ(ωi · Pi) H = Σ(ωi2 - Pi) I = ΣPi
2 dove : i = iesimo peso di carica Pi = iesimo valore di pressione massima N = numero dei punti (ωi · Pi) si ottiene quindi:
( ) ( ) ( )( ) )B-B(AC +AD)-D(BC 22
2
2+−
−+−+−=
CEDCBACHAGHFDCFBGGa
( )( )
( )( ) 222 1
AC-BAG - BF = a
ACBDCADa ⋅
−−
+
( )( )
( )( ) 22
2
2 0 = aACBCBD
ACBCFBGa ⋅
−−
+−−
r = a F + a G + a H - F
AI - F
A
0 1 2
2
2
⋅ ⋅⋅
Per il coefficiente di correlazione r (campo di variazione 0 ÷ 1) il valore 1 indica che tutti i punti si trovano su una parabola. Non si accetteranno per validi i risultati per valori di r < 0,8.
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NOTA Poichè il procedimento è matematico e tale da fornire l'equazione della parabola del secondo ordine che maggiormente si avvicina alla distribuzione dei punti, può capitare che l'equazione trovata non abbia "senso fisico". Poichè la curva della pressione massima in funzione del peso di carica passa teoricamente per l'origine degli assi (ω = 0, Pmax = 0) ed ha concavità rivolta verso l'alto, occorre che: - il valore del coefficiente a0 sia molto prossimo al valore zero; - il valore del coefficiente a2 sia positivo. Per ottenere quanto sopra, nel calcolo delle sommatorie precedentemente viste (e solo per il calcolo della parabola) si inserirà anche il punto( ω = 0, Pmax = 0). Qualora, nonostante ciò, si avesse il valore di a2 ancora minore di 0 e/o di a0 molto diverso da 0, si inseriranno altri punti (ω= 0, Pmax =0) sino ad avere dei valori di detti coefficienti che siano accettabili (in ogni caso non si accetteranno per validi i risultati per valori di r < 0,8).
MARINA MILITARE CENTRO INTERFORZE MUNIZIONAMENTO AVANZATO
54011 AULLA (MS)
C.T. Ctg. Q-7 rev.A
FOSFATIZZAZIONE A CALDO DI MANUFATTI DI MUNIZIONAMENTO E RELATIVE NORME
DI COLLAUDO
DATA DI COMPILAZIONE: Luglio 1958
ESTREMI ESAME MARIPERMAN:
ESTREMI APPROVAZIONE MINISTERIALE: Dp. N. MSC/207052 in data 17.09.1958
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REVISIONI
Lett. Rev.
Data Rev.
Pag. Rev.
Descrizione Revisione Autore Dispaccio di
Approvazione
A Settembre 2010
Eseguite le seguenti varianti: • totalmente rielaborata dal punto di vista grafico e nella suddivisione
dei paragrafi; • inseriti i paragrafi relativi ai controlli della qualità.
Il Capo Sezione Munizionamento T.V. (AN) Settimio GARBATI
Dp. n° 3/9/0016500 del 25.11.2010
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INDICE
1. PREMESSA..................................................................................................................................................4 2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI .................................................................................................4
2.1. Norme ....................................................................................................................................................4 3. REQUISITI CONTROLLO DI QUALITA’.........................................................................................4 4. NORME DI FABBRICAZIONE ............................................................................................................4
4.1. Generalità...............................................................................................................................................4 4.2. Schema del processo completo di fosfatizzazione ..........................................................................5
4.2.1. Gruppo A: trattamenti preliminari .............................................................................................5 4.2.2. Gruppo B: Trattamenti fosfatici .................................................................................................5 4.2.3. Gruppo C: Trattamenti di rifinitura ...........................................................................................5
4.3. Procedimenti applicabili. .....................................................................................................................5 4.3.1. Sgrassaggio. ....................................................................................................................................5 4.3.2. Disossidazione...............................................................................................................................6 4.3.3. Lavaggio .........................................................................................................................................6 4.3.4. Fosfatizzazione a caldo ................................................................................................................6 4.3.5. Passivazione ...................................................................................................................................6 4.3.6. Essicamento...................................................................................................................................7
5. REQUISITI DEI RIVESTIMENTI FOSFATICI ................................................................................7 6. NORME DI COLLAUDO .......................................................................................................................7
6.1. Provini-campione. ................................................................................................................................7 6.2. Prove. .....................................................................................................................................................8
6.2.1. Prove per il controllo del processo di fosfatazione .................................................................8 6.2.2. Prove di collaudo dei rivestimenti fosfatici ...............................................................................8
6.3. Condizioni di accettabilità ...................................................................................................................9 6.4. Collaudo definitivo...............................................................................................................................9
6.4.1. Requisiti di resistenza allo spruzzo salino..................................................................................9 6.4.2. Prova allo spruzzo salino .............................................................................................................9
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1. PREMESSA
Le presenti C.T. riportano le norme generali di fosfatazione a caldo di manufatti di munizionamento e relative norme di collaudo.
2. DOCUMENTI TECNICI ASSOCIATI
Sono associati e fanno parte integrante delle presenti C.T. tutti i documenti sottonotati, della revisione in vigore all'atto della stipulazione del documento d'acquisto.
2.1. Norme
UNI EN 10139 Nastri stretti non rivestiti laminati a freddo di acciaio dolce per formatura a freddo. Condizioni tecniche di fornitura
ASTM-B-117 Salt spray (fog) apparatus operating Pubblicazioni AQAP serie 2000
Guide NATO per il controllo qualità governativo nell’industria
3. REQUISITI CONTROLLO DI QUALITA’
La Ditta aggiudicataria dovrà eseguire le lavorazioni in regime di controllo qualità secondo quanto previsto dalle clausole contrattuali. Gli strumenti verificatori utilizzati per le lavorazioni dovranno essere controllati periodicamente secondo un programma di verifiche e tarature approvato dalla Ditta. La Ditta dovrà presentare in sede di collaudo idonei certificati che attestino i controlli/tarature effettuati. L’A.D. si riserva la facoltà di intervenire durante l’applicazione del controllo di qualità della Ditta per sottoporre i materiali oggetto del contratto, sia durante che alla fine delle lavorazioni, ad esami e controlli per accertare la corrispondenza dei materiali stessi alle condizioni tecniche e disegni costruttivi posti alla base della fornitura . I delegati A.D. avranno in qualunque momento libero accesso a tutti i reparti della Ditta in cui si trovano in lavorazione i materiali in questione o parti di essi. La Ditta è tenuta a prestare assistenza a tali delegati per rendere il loro compito agevole e spedito, a fornire loro i mezzi di misurazione e di controllo necessari per tutte le operazioni di collaudo/verifica.
4. NORME DI FABBRICAZIONE
4.1. Generalità
Le presenti C.T. danno indicazioni di massima sulla progressione minima delle varie operazioni che costituiscono il completo ciclo del processo di fosfatizzazione accelerato a caldo, cui dovranno essere sottoposti i manufatti di munizionamento d’acciaio (proietti, contenitori ecc.) e prescrivono i requisiti ai quali dovranno soddisfare i rivestimenti fosfatici e le relative prove di collaudo. Prima di dare inizio alla produzione, la Ditta è tenuta ad inviare (in 4 copie), per l’approvazione, alla A.D., uno schema del completo procedimento di lavorazione proposto, corredato di dettagliata descrizione delle varie operazioni, dei materiali impiegati, del metodo di controllo del bagno fosfatante, comprendente i limiti di durata, temperatura, valori di pH e di ogni altro particolare che assicurerarà l’ottenimento di un rivestimento fosfatico perfettamente rispondente ai requisiti prescritti. Qualunque variante a tale schema dovrà essere preventivamente autorizzata dalla A.D. L’approvazione, sia della schema di lavorazione che della variante, non libera la Ditta dalla responsabilità piena e completa né implica garanzia da parte della A.D. sull’accettazione dei materiali trattati. Il giudizio di accettabilità sarà dato unicamente in base alle prove sulla corrispondenza dei rivestimenti fosfatici ai requisiti prescritti.
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4.2. Schema del processo completo di fosfatizzazione
Il completo ciclo del processo di fosfatizzazione al quale dovranno essere sottoposti i manufatti di munizionamento dovrà comprendere i seguenti successivi gruppi di trattamenti: • Gruppo A: Trattamenti preliminari; • Gruppo B: Trattamenti fosfatici; • Gruppo C: Trattamenti di rifinitura.
4.2.1. Gruppo A: trattamenti preliminari
Prima dell’applicazione del rivestimento fosfatico, le superfici metalliche dovranno risultare completamente esenti da scaglie, da ossidi (di laminazione o da trattamenti termici), da ruggine, da materie grasse ed oleose e da altre materie estranee e non dovranno mostrare alcun segno visibile di prodotti della corrosione, di rugosità o striature profonde. Sarà pertanto indispensabile procedere alla preventiva disossidazione e sgrassaggio dei manufatti. A seconda della natura e del grado di contaminazione presenti sarà adottato, a discrezione della Ditta, la seguente progressione minima di operazioni preliminari:
• Operazioni su manufatti esenti da ossidi e ruggine:
1. Sgrassaggio; 2. Lavaggio.
• Operazioni su manufatti coperti da ossidi o ruggine:
1. Sgrassaggio; 2. Lavaggio; 3. Disossidazione; 4. Lavaggio.
4.2.2. Gruppo B: Trattamenti fosfatici
I manufatti appropriatamente puliti saranno, quindi, sottoposti al trattamento fosfatico, che comprenderà la seguente progressione minima di operazioni:
• Fosfatizzazione a caldo; • Lavaggio; • Passivazione; • Essiccamento.
4.2.3. Gruppo C: Trattamenti di rifinitura
I manufatti dovranno essere successivamente sottoposti ai prescritti trattamenti di pitturazione secondo i sistemi e con prodotti coprenti indicati dalle C.T. relative ai manufatti specifici. NOTA: Il trasporto dei manufatti da una operazione all’altra dovrà avvenire con adatti mezzi meccanici onde evitare qualsiasi inquinamento delle loro superfici.
4.3. Procedimenti applicabili.
4.3.1. Sgrassaggio.
Questa operazione sarà effettuata con uno dei seguenti metodi di pulitura: a. Pulitura alcalina: con soluzioni acquose alcaline calde, con o senza detergenti tensioattivi
(con esclusione di prodotti contenenti soda caustica): per immersione od a spruzzo.
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b. Pulitura con solventi organici: per immersione, a spruzzo od a vapore.
Qualunque sia il procedimento di sgrassaggio prescelto, questo dovrà essere condotto in modo tale da asportare completamente dalle superfici metalliche ogni traccia di materie untuose o di altra sporcizia in modo che esse, dopo lavaggio con acqua corrente, non dovranno presentare più alcuna discontinuità del velo d’acqua.
4.3.2. Disossidazione
La completa rimozione degli strati di ossidi e della ruggine potrà essere effettuata mediante uno dei seguenti procedimenti meccanici o chimici:
a. Sabbiatura: (seguita da spazzolatura o lavaggio per rimuovere il velo di polvere residua sulle superfici);
b. Decapaggio acido: Con soluzioni calde a base di acido fosforico; Con soluzioni calde di acido solforico o cloridrico opportunamente “inibite”1.
NOTA: Il decapaggio con acido solforico o cloridrico potrà essere usato solo previa specifica autorizzazione.
4.3.3. Lavaggio
Le operazioni di lavaggio saranno eseguite a freddo od a caldo con acqua corrente pulita entro vasche tenute a livello costante. Esse saranno prolungate fino a completa rimozione, da tutte le parti delle superfici interessate, dei prodotti chimici impiegati sia per lo sgrassaggio che per la disossidazione oppure per l’asportazione dell’eccesso di sali fosfatanti depositatisi nell’operazione di fosfatizzazione; il lavaggio sarà comunque effettuato a caldo e servirà come preriscaldo dei manufatti i quali dovranno presentare, in tutti i punti, un valore di pH compreso tra 2,0 e 6,0.
4.3.4. Fosfatizzazione a caldo
Questa operazione sarà eseguita col metodo ad immersione della durata di almeno 3 minuti. Il bagno di fosfatizzazione sarà costituito da una soluzione bilanciata contenente acido fosforico, fosfati, ed agenti acceleranti, mantenuto alla temperatura ed alla concentrazione indicate dalla Ditta fornitrice dei sali fosfatici. Il trattamento fosfatante dovrà essere condotto secondo la migliore tecnica in modo da ottenere un rivestimento fosfatico perfettamente corrispondente ai requisiti prescritti. Durante la marcia dell’impianto, la Ditta dovrà periodicamente controllare la composizione del bagno, apportandovi – quando necessario – le opportune correzioni. La Ditta è obbligata a tenere ed a conservare le registrazioni datate di tutte le analisi periodiche eseguite e delle correzioni apportate al bagno fosfatante.
4.3.5. Passivazione
Questa operazione, intesa a migliorare la resistenza alla corrosione dello strato fosfatico, sarà eseguita per immersione, della durata minima di un minuto, dei manufatti in un bagno di acqua calda a 60° - 100° C, mantenuta ad un pH compreso tra 2,0 e 4,0 mediante aggiunta di piccole quantità di acido cromico o di miscela di acido cromico e fosforico. Questo bagno sarà controllato dalla Ditta circa ogni 3 ore mediante titolazione dell’acido totale e di quello libero. Il bagno sarà completamente rinnovato quando il titolo dell’acido totale risulterà sette volte superiore a quello dell’acido libero.
1 Il lavaggio non è necessario quando viene usato lo sgrassaggio con solventi.
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4.3.6. Essicamento
Dopo la passivazione dovrà essere posta ogni cura per un rapido e completo essiccamento dei manufatti fosfatati, specialmente nelle parti più difficilmente asciugabili. In ogni caso i manufatti dovranno essere successivamente sottoposti ai prescritti trattamenti di rifinitura.
5. REQUISITI DEI RIVESTIMENTI FOSFATICI
I rivestimenti fosfatici, ottenuti con una corretta condotta di tutto il processo fosfatante descritto al punto 4, dovranno presentare i seguenti requisiti, da accertarsi circa ogni 4 ore di effettiva produzione: Aspetto Il deposito fosfatico dovrà essere continuo, a grana fine cristallina, uniforme, ugualmente depositato e di colore da grigio a nero. Non dovrà mostrare aspetto chiazzato, presenza di macchie bianche dovute alla soluzione fosfatante essiccata e prodotti di corrosione. La presenza di macchie brune od arancioni dovute al trattamento di passivazione con acido cromico non costituiranno motivo di rifiuto. Grado di porosità Il rivestimento fosfatico dovrà presentare il minimo grado di porosità e pertanto superare favorevolmente la prova indicata al punto 6.2.2. (b). (a solo titolo indicativo). Peso del rivestimento Il peso del deposito fosfatico non dovrà essere inferiore a 33 mg per dm2, quando determinato col metodo di prova di cui al punto 6.2.2. (c).
6. NORME DI COLLAUDO
Tutte le operazioni di collaudo, relative al controllo del processo di fosfatizzazione ed all’accertamento della corrispondenza dei rivestimenti fosfatici ai requisiti prescritti, saranno effettuate nello Stabilimento della Ditta, la quale dovrà mettere a disposizione della Commissione di collaudo tutto il materiale e l'attrezzatura occorrente. Il controllo dell’andamento del ciclo di trattamenti preliminare e fosfatico potrà essere eseguito in qualunque stadio, a giudizio della Commissione di Collaudo, ed almeno ogni 4 ore di effettiva produzione. Le suddette prove di collaudo saranno eseguite impiegando “provini-campione” che passeranno attraverso a tutte le varie operazioni comprese nel ciclo dell’impianto, assieme ai manufatti che si stanno trattando.
6.1. Provini-campione.
Qualora possibile, i provini-campione saranno preparati con lamierini dello stesso metallo di cui sono costituiti i manufatti effettivi; in alternativa, potranno essere impiegate lastrine ricavate da nastro d’acciaio al carbonio laminato a freddo, dolcissimo, conforme al tipo UNI 10139. Lo stato della superficie dei provini dovrà essere all’incirca corrispondente a quello presentato dai manufatti. I provini, dalle dimensioni di 100x150x1m/m, saranno opportunamente contrassegnati in modo indelebile.
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6.2. Prove.
6.2.1. Prove per il controllo del processo di fosfatazione
Le prove intese ad accertare la corretta esecuzione tecnica delle singole operazioni costituenti la catena del processo fosfatante sono: a. Controllo dello sgrassaggio. I provini, estratti dal bagno di sgrassaggio o dal successivo bagno di lavaggio, verranno sciacquati sotto acqua corrente e quindi esaminati. Il velo d’acqua sulla superficie metallica dovrà apparire continuo e non rompersi e formare delle zone asciutte. Se il velo d’acqua apparirà discontinuo, si procederà al prolungamento dell’operazione di sgrassaggio od alla correzione del bagno. Il collaudo di accettazione sarà fermato fino a che non sia stata effettuata la rigenerazione del bagno; le prove saranno allora continuate circa ogni ora fino a che il velo d’acqua non conservi la sua continuità. b. Controllo del decapaggio. I provini, estratti dal bagno di lavaggio successivo al decapaggio, mentre sono ancora bagnati, verranno saggiati con cartine o soluzioni indicatrici universali del pH (bagnando con poche gocce di acqua distillata la loro superficie ). I limiti accettabili del valore del pH dovranno essere compresi tra 2,0 e 6,0. c. Controllo della fosfatizzazione. Questo controllo dovrà essere eseguito almeno dopo ogni 4 ore di produzione continua, impiegando 3 o più provini, sui quali si effettueranno le prove prescritte per accertare le qualità protettive dello strato fosfatico indicate al paragrafo successivo.
6.2.2. Prove di collaudo dei rivestimenti fosfatici
I provini-campione, dopo aver subito tutto il ciclo di fosfatizzazione, verranno estratti dal bagno di passivazione, lavati con acqua distillata ed essiccati alla temperatura di 80°-100° C e quindi sottoposti alle seguenti prove: a. Esame visivo.
Si esaminerà ad occhio l’aspetto del rivestimento, rilevando la finezza e la regolarità della grana cristallina, l’uniformità di colore, l’assenza di macchie o di zone povere o scoperte.
b. Prova del grado di porosità. Dopo immersione dei provini in una soluzione al 20% di solfato di rame (CuS04. 5H20) per la durata di almeno 2 minuti, non si dovranno notare sulla superficie (con esclusione degli spigoli) zone o puntini rossastri di deposizione del rame nei pori del rivestimento (prova di carattere indicativo).
c. Determinazione del peso del rivestimento. Saranno rilevate le dimensioni esatte dei provini per calcolarne la superficie totale; saranno quindi effettuate prove di peso degli stessi con una precisione al mg. Sarà rimosso il deposito fosfatico, attraverso ripetute immersioni, ciascuna della durata di 15 minuti, in una soluzione di acido cromico al 5% a 75° C, aiutando il distacco del deposito mediante sfregamento con un bastoncino di gomma. Dopo accurato lavaggio in acqua corrente, i provini saranno asciugati e quindi pesati nuovamente. Questo processo sarà continuato fino ad ottenere costanza di peso dei provini ed usando ogni volta una soluzione fresca di acido cromico al 5%. Il peso del rivestimento fosfatico (in mg/dm2) si ottiene applicando la formula:
Peso del deposito fosfatico = 221 /1000 dmmgS
PP⋅
−
in cui: P1= peso iniziale in gr del provino; P2= peso finale in gr del provino; S= superficie totale del provino in dm2.
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6.3. Condizioni di accettabilità
La produzione di ogni 4 ore al massimo sarà considerata accettabile purché i provini abbiano superato favorevolmente le 3 prove sopra indicate. Se i provini non rispondono alle suddette prove, sarà sospesa la produzione fino a che non sia stata apportata la necessaria correzione al bagno fosfatante. Attuata la rigenerazione del bagno, si sceglieranno altri 3 provini, sui quali si effettueranno le prescritte prove. Se 2 provini di questa nuova produzione non risponderanno ai suddetti requisiti, si dovrà procedere ad ulteriore correzione del bagno e tutta la precedente produzione sarà rifiutata finché produzione sia nuovamente accettabile.
6.4. Collaudo definitivo
Il giudizio definitivo di accettabilità del lotto dei manufatti in collaudo sarà dato in base ai risultati di resistenza allo spruzzo salino ottenuti nella prova effettuata sul richiesto numero di oggetti, i quali abbiano attraversato tutti gli stadi del regolare processo di fosfatizzazione, compresa la prescritta pitturazione. Lo spessore della pittura (pellicola secca) su tutta la superficie dovrà essere conforme a quanto prescritto per l’oggetto finito.
6.4.1. Requisiti di resistenza allo spruzzo salino
I manufatti, dopo applicazione del rivestimento fosfatico e della pittura e dopo esposizione allo spruzzo salino secondo la prova indicata al punto 6.4.2, non dovranno presentare: • strisce rugginose; • rammollimenti o rigonfiamenti della pittura a più di 3 cm di distanza dall’incisione
praticata col punteruolo; • più di 1 traccia di deficienza della pellicola (rigonfiamenti o segni di corrosione); • più di 5 bolle sparse, non più grandi di 1 m/m di Ø, su una superficie dell’oggetto di
10x30 cm.
6.4.2. Prova allo spruzzo salino
Questa prova sarà eseguita conformemente alla specifica USA ASTM-B-117. I manufatti, dopo esser stati fosfatizzati e pitturati, verranno essiccati all’aria per un minimo di 96 ore e quindi scalfiti, con un punteruolo acuminato, fino al metallo nudo, con due linee incrociate lunghe almeno 5 cm. Essi verranno, quindi, esposti allo spruzzo salino, nella prescritta camera di nebulizzazione, ad una temperatura di 35°C ed una soluzione salina al 5% per la durata di 144 ore. Trascorso tale periodo, gli oggetti verranno lavati, con cautela, con acqua corrente avente una temperatura non superiore ai 38° C fino ad asportazione completa di qualsiasi deposito salino visibile. Si procederà poi all’esame per la rispondenza ai requisiti descritti nel paragrafo 6.4.1.