MINIGUIDA OSTIA LIDO NEGLI ANNI '20-'40 DEL … · MINIGUIDA "OSTIA LIDO NEGLI ANNI '20-'40 DEL ......
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MINIGUIDA "OSTIA LIDO NEGLI ANNI '20-'40 DEL NOVECENTO
Questo percorso nasce per rispondere a un'esigenza precisa: quella di capire la vita attuale di Ostia
interrogandosi sul passato e in particolare su un momento storico preciso e ben definito, gli anni
'20-'40 del Novecento.
Sono questi gli anni di affermazione e crescita del Regime fascista in Italia, gli anni di quello che
verrà in seguito definito dalla storiografia "Ventennio".
Quale fu la storia di Ostia Lido durante questa fase cruciale? Quale l'apporto del Regime allo
sviluppo del quartiere e quale la sua idea per Ostia? Quali furono i momenti critici e cosa avvenne
con lo scoppiare della guerra? Come si rapporta tutto questo con l'Ostia Lido odierna?
La visita nasce proprio per tentare di rispondere a queste domande e a tante altre oltre che per
fornire tante curiosità poco conosciute su Ostia. Inoltre è impostata in una chiave diversa poiché
cerca di mettere in luce storie poco note e aneddoti.
Il percorso che stiamo per intraprendere non sarà di tipo architettonico bensì prettamente storico.
All'architettura degli edifici e dei luoghi si farà riferimento laddove permetterà di raccontare
qualcosa riguardo l'idea e l'ideologia che si celava dietro la creazione di Ostia tra anni '20 e '40.
Durante la visita saranno mostrate immagini e video di Ostia Lido durante il Ventennio.
Introduzione
L'idea di Ostia Nuova nasce nel 1904 con il comitato Pro Roma Marittima e grazie
all'ingegnere Paolo Orlando che le disegnava addosso la duplice struttura di città industriale e
marittima, di porto e quartiere residenziale.
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Sogno dell'ingegnere era infatti ridare vita alla spiaggia di Ostia unendo Roma al mare.
Per questo fece allungare di 2 chilometri e rendere carrabile tra 1905 e 1906 la via Ostiense per
collegare Roma a Ostia dai Ravennati: fu chiamata Viale del Comitato. I gitanti che venivano
verso Ostia erano inoltre agevolati da un servizio di bus 18bc fiat, iniziato il 1 agosto 1912.
Oltre alle vie carrabili si pensò alla costruzione di una ferrovia a partire dal 1915.
Prigionieri di guerra austro-ungarici costruirono i binari, mentre le attrezzature furono prese dal
fronte. Il 30 dicembre 1918 vi fu l'inaugurazione ufficiale davanti a Vittorio Emanuele III senza
però che la rete fosse ancora funzionante.
Nel 1916 l'idea di realizzare insediamenti industriali e un porto naufragò per i costi eccessivi.
Trionfò allora l'idea di Ostia che avevano gli architetti che facevano parte dell'Associazione dei
Cultori di Architettura (Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini, Luigi Moretti, Mario Marchi).
Costoro vollero creare una città residenziale in grado di:
fornire Roma di una spiaggia accessibile a tutti i ceti sociali;
creare una zona di espansione facilmente raggiungibile per realizzare il decentramento
abitativo (Roma aveva ormai 1 milione e mezzo di abitanti);
dotare la capitale di una stazione climatica estiva e invernale;
il tutto rispettando lo spirito marittimo di Ostia.
Nello stesso anno venne approvato il piano regolatore dei Cultori dal consiglio comunale. Ostia
nuova doveva estendersi su un fronte litoraneo di un chilometro per una profondità di 400 metri.
Ostia è l'unico caso di città che sorse grazie a un'associazione che applicava l'esperienza della più
avanzata cultura urbanistica e architettonica e che univa estetica e utilità.
Prima tappa - Piazza della Stazione Vecchia
In questo momento ci troviamo in piazza della stazione vecchia, un tempo chiamata solo piazza
della stazione.
Questa piazza ha rivestito un ruolo fondamentale per Ostia. Era infatti questo il fulcro, il centro
civico di Ostia durante gli anni '10 e i primi anni '20 del Novecento.
Troviamo qui infatti edifici civici fondamentali come la chiesa di Santa Maria Regina Pacis e il
Municipio, chiamato ai tempi Governatorato. Qui sorgeva inoltre la stazione vecchia.
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"Costruire un tempio votivo alla Regina della Pace affinché non si protraessero più a lungo i giorni
della guerra in atto"
Questo fu l’intento dell’ingegner Paolo Orlando e del vescovo di Ostia, il Cardinale Vincenzo
Vannutelli, quando nel 1916 proposero di far costruire la chiesa di Santa Maria Regina Pacis.
Secondo gli intenti iniziali, la chiesa doveva sorgere al centro di Ostia con la facciata rivolta verso il
mare perché:
"La benedizione della Regina della Pace voleva abbracciare tutto il mondo"
Il progetto per la costruzione fu realizzato dall’architetto
Giulio Magni e il 21 giugno 1919 il cardinale Vannutelli
posò la prima pietra di questa chiesa che sorse sulla duna più
alta del litorale.
Alcune curiosità:
Senza dubbio bizzarro è il fatto che la chiesa dedicata alla pace
fu costruita inizialmente dai prigionieri Austro-Ungarici della
Prima Guerra Mondiale così come voluto da Paolo Orlando
per diminuire i costi.
All’interno di una delle cappelle laterali è inoltre oggi sepolto
Paolo Orlando.
Per quanto riguarda la vecchia stazione, il 10 dicembre 1921, re Vittorio Emanuele III ne posò
la prima pietra accanto a una lapide, ora conservata a Lido Centro, che recita:
"Iniziata a San Paolo il 10 dicembre del 1918 S.M. il re Vittorio Emanuele III concludeva nella
risorta Ostia il 10 dicembre 1921 l'opera per cui dopo secoli d'oblio Roma ritorna al Mare
Mediterraneo".
La stazione era stata pensata per essere posta al centro del quartiere così come voluto dal piano
regolatore approvato nel 1916. Marcello Piacentini, progettista del'Associazione Artistica tra i
Cultori di Architettura, la realizzò come gemella dell'attuale stazione Piramide eccetto per alcune
decorazioni esterne che meglio si adattavano al luogo marittimo in cui si trovava.
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La stazione, importante fattore di sviluppo
sociale perché permetteva a tutti di muoversi a
basso costo, fu l'esito naturale della
realizzazione dei binari ferroviari che univano
Roma a Ostia, voluta dall'Ente Autonomo per
lo Sviluppo Marino e Industriale di Roma.
L'entrata in funzione, anche se su un solo
binario, si ebbe nel 1924 con un treno a
trazione a vapore che andava a 40 chilometri
orari.
Perché la stazione non c'è più?
Andiamo per un momento avanti nel tempo e diciamo subito che la stazione venne distrutta dai
bombardamenti nella notte tra il 24 e il 25 settembre 1943: proprio quel giorno i Tedeschi
avevano concesso ai lidensi, che erano stati fatti evacuare tutti eccetto il capostazione della stazione
vecchia con la sua famiglia, che non poteva nemmeno uscire di casa, di tornare alle loro case per
prendere gli oggetti personali.
Pochi minuti dopo l'arrivo del treno con queste persone l'ala sinistra della stazione venne
bombardata e la tragedia venne per fortuna solo sfiorata. La stazione venne ricostruita nel
dopoguerra più arretrata di 150m.
Il palazzo del Governatorato, sede della Delegazione municipale di Ostia Mare e oggi sede del
X Municipio del Comune di Roma, fu pensato invece nel 1924 secondo le linee del Piano
regolatore del 1916 al centro del nuovo quartiere, davanti alla ferrovia appena costruita e in
sostituzione di un edificio con la stessa funzione posto nell'attuale Piazza dei Ravennati, di fronte al
mare. L'edificio rivestì da subito un ruolo fondamentale.
Perché?
Nel 1925 nacque il Governatorato, un'autorità cui fu affidata la fascistizzazione del Comune
Capitolino. Il Governatore aveva il compito di espandere la dittatura fascista a Roma.
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Il Governatorato è stato quindi il palazzo
simbolo della fascistizzazione di Ostia ed è per
questo estremamente significativo che il 10
maggio 2008 una targa dedicata alle vittime
provenienti dal X municipio dell’eccidio delle
Fosse Ardeatine e ai caduti dei Totalitarismi
sia stata affissa sulle mura del palazzo del
Governatorato (nella foto accanto è appena
visibile sotto il porticato).
In particolare la targa è dedicata a:
Romeo Rodriguez Pereira, tenente dei Carabinieri e medaglia D’Oro al Valore Militare,
trucidato nelle Fosse Ardeatine il 29 marzo del 1944
Fagiani Arcangelo, carabiniere fucilato a Topolo di Civitale il 19 Novembre del 1943
Tesseri Walter, partigiano fucilato a Busto di Varese il 6 Agosto del 1944
Il 1925 è un anno chiave per il Regime. A livello nazionale sono proclamate le leggi dette
fascistissime.
A livello locale e per quello che a noi interessa, Mussolini si sforzò di accentuare lo sviluppo di
Roma verso il mare.
In un discorso del 1925 disse:
"La Terza Roma si sarebbe estesa lungo le rive del fiume Sacro sino alle spiagge del Tirreno"
e con una delibera dello stesso anno si stabilì che:
"Ostia Nuova ed il suo sviluppo devono rientrare nelle normali attività del Comune di Roma perché
si tratta di una parte della città".
Queste grandi idee espansionistiche cozzavano con quello che si era fatto con Ostia in precedenza,
ossia creare un grande sobborgo marittimo definito "ristretta borgata marina".
Il governo fascista decise così di mettere fortemente mano su Ostia e in primo luogo portando a
termine nel giro di pochi anni le opere iniziate presenti in questa piazza.
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La stazione fu inaugurata ufficialmente il 21 aprile 1925;
Il governatorato fu iniziato nel 1926 e completato nel 1928;
La chiesa di Regina Pacis venne inaugurata prima solo per quanto riguarda la copertura nel
1926, a causa della mancanza di fondi e del passaggio di consegne tra Agostiniani e
Pallottini e poi definitivamente al pubblico il 20 dicembre 1928;
Ma questi furono solo i primi passi di un processo che portarono Ostia a cambiare radicalmente e a
crescere tra gli anni Venti e la metà degli anni Trenta in modo esponenziale.
Seconda tappa- Via del Mare e Posta Centrale
Lo sviluppo di Ostia venne quindi collegato in modo formale e ufficiale a quello di Roma al mare.
L'ingegnere Virginio Testa pensò a un nuovo "rione marino della metropoli futura" con un
quartiere lineare, grandioso e unito alla città che si espandesse da Roma al mare.
In quest'ottica fu fondamentale per prima cosa la creazione della via del Mare. Commissionata
direttamente dal Governatorato di Roma e iniziata i primi di ottobre del 1927, fu inaugurata il 28
ottobre del 1928, come d'uso ai tempi del Fascismo per ricordare la marcia su Roma, davanti alle
principali autorità politiche, tra cui re Vittorio Emanuele III, il capo del governo Benito
Mussolini e il governatore di Roma Francesco Boncompagni Ludovisi.
Il progetto iniziale della via del Mare prevedeva: un'autostrada centrale, larga 14 mt e terminante
a piazzale dei Ravennati e 2 strade laterali, una dedicata al carreggio ordinario e l’altra al servizio
agricolo, ma per motivo di bilancio non furono mai realizzate. Furono impiegati 1200 operai, a cui
vennero costruiti i dormitori e i servizi.
La via del Mare, lunga 23 km, fu illuminata anche di notte, con 3000 lampade elettriche, una delle
prima in Italia.
Oggi la creazione della via del Mare, che è la prima autostrada pubblica d'Italia, è ricordata dalla
colonna posta al suo inizio o fine dipende dai punti di vista, del tutto dimenticata.
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Sulla colonna è scritto:
“Dal Lido che vede legionari partire alla conquista e tornare
in trionfo nel suo nome per la sua gloria eterna nell„era
fascista addita ai figli nuovi l„alba del loro destino” .
Per completare l'opera sulla strada nel 1932 venne costruita,
dove si trovava la vecchia stazione Esso, una stazione di
rifornimento per auto così da dare tutti i confort agli
automobilisti che arrivavano a Ostia.
Ci troviamo però in questo punto anche perché secondo una delle linee del nuovo Piano
Regolatore per Ostia Mare del 1929 era necessaria la:
Modifica della zona centrale così che dalla via del mare si potesse sboccare con un viale di
adeguata sezione alla terrazza sul mare
La posta centrale fu proprio il simbolo di un centro di Ostia che negli anni '30 si spostò verso
l'entroterra e in relazione alla nuova centralità assunta dalla via del Mare.
Dopo la costruzione della nuova autostrada Roma-Mare dell'ottobre 1928 fu necessario ampliare i
servizi e costruire un nuovo edificio postale.
Dopo aver vagliato varie arie per la costruzione tra cui
piazza Giuliano della Rovere nel 1933, in seguito alla
presentazione del piano particolareggiato per l'arrivo
dell'autostrada Roma-Mare, che prevedeva la realizzazione
di una piazza quadrata con gli spigoli che intercettavano via
Regina Margherita e Via Vittorio Emanuele III, si decise di
realizzare la posta in uno di questi quattro lati così da
mettere in relazione il nuovo ufficio con l'incrocio con la
via del mare.
L'ufficio postale, pensato da Angiolo Mazzoni, fu
consegnato il 24 agosto 1934.
Due parole sull'architettura dell'edificio. Oggi siamo soliti
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non dare molta importanza al nostro ufficio postale, ma è stato realizzato con i migliori materiali a
disposizione: le lastre sono in travertino, i vetri della fontana erano di Murano e le lampade erano in
rame. Tutto è andato perso: piastrelle da bagno hanno sostituito la pasta vitrea di Murano nella
vasca, le luci sono oggi in plastica, il travertino è danneggiato, lo zampillo derivante dalla fontana,
sostituita da una copia, è ridotto.
Terza tappa- La crescita di Ostia
Ci fermiamo un attimo per ragionare sulla crescita di Ostia tra anni Venti e fine anni Trenta.
Nel 1931 per decreto regio Ostia lido divenne Ostia Nuova, mentre con Ostia Antica si iniziò a
indicare l'abitato intorno al Borgo e al castello di Giulio II lungo via dei Romagnoli.
Nel 1933 Ostia divenne infine Lido di Roma fino al 1949 quando ritornò a essere Lido di Ostia: il
cambiamento di nome andò così a suggellare la metamorfosi di Ostia in quartiere di Roma, che
stava divenendo evidente sia a livello simbolico che reale.
Il prestigio di Ostia Nuova cresceva per la continua e regolare presenza di Mussolini che
suggellava l'importanza che il regime dava al Lido come esempio della nuova Italia nata dalla
rivoluzione fascista.
E cresceva a tal punto che sembra che a Ostia fosse prevista una visita di Hitler, che però non è
mai avvenuta. Il 28 aprile del 1938 infatti gli uffici locali di Pubblica Sicurezza, dei Carabinieri,
della Guardia di Finanza, come le Delegazioni di Spiaggia di Ostia di Anzio e Civitavecchia, della
Regia Capitaneria di Porto ricevettero infatti un Ordine di Servizio per intensificare i controlli
costieri, atti a garantire l'incolumità di Adolf Hitler, per la visita che il Fuhrer avrebbe dovuto
effettuare a Ostia, Furbara e Santa Marinella. N.B. Non è stato possibile accertare se la visita a
Ostia sia avvenuta.
Qui inoltre iniziarono a venir tenute parate della gioventù fascista.
Una crescita esponenziale dunque in cui fu molto importante anche lo sviluppo di attività industriali
nel quartiere, che andavano a evidenziare le politiche autarchiche del Regime.
Ne è un esempio l'opificio, l'attuale Cineland, costruito per conto della STIMA tra 1927 e 1929.
L’opificio, che faceva parte di un programma teso a realizzare un'area produttivo-industriale,
lontana dal centro, fu poi acquisito dalle acciaierie Breda di Milano che usarono anche il ferro
estratto autarchicamente dalla spiaggia di Ostia .
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Il 29 marzo del 1940 ci furono le prime prove per l'estrazione del ferro dalle sabbie di Ostia.
Riportiamo testualmente la notizia diffusa dall'agenzia giornalistica romana "Vedo":
“Per la geniale trovata d'un operaio romano a nome Liguori che ha inventato una macchina che
divide il ferro dalla sabbia, da alcune settimane al Lido di Roma si è intrapreso un intenso lavoro
per l'estrazione del ferro puro nella percentuale di oltre una tonnellata al giorno."
Addirittura il Duce venne a Ostia a vedere gli esperimenti, ma nonostante i risultati furono positivi
al 96%, non vennero considerati abbastanza remunerativi.
Solo per darvi un'idea di quella che fu la crescita di Ostia durante il Fascismo e di cui vi
stiamo parlando, vi mostriamo delle foto che testimoniano la crescita urbanistica di Ostia: la
prima foto è di inizio anni '20; la seconda del 1936. Una crescita davvero evidente.
Quarta tappa- I lotti 1 e 2
Continuiamo con il nostro percorso tornando al dettaglio della storia degli edifici che sostanziarono
la crescita esponenziale di Ostia.
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Ci troviamo in un punto che segna una nuova espansione
dell'abitato sul litorale. In questo quadrante furono
realizzati l'ospizio marino sul lungomare, la casa dei
balilla più avanti su Corso duca di Genova e proprio la
scuola elementare, luoghi deputati all'educazione e
all'assistenza.
I due lotti davanti ai quali ci troviamo furono fatti costruire
nel 1926 dall’ICP (Istituto Case Popolari) in un settore del
quartiere che sin dai primi piani regolatori era stato
individuato come “quartiere popolare”, affidando il progetto
ad un celebre architetto: Camillo Palmerini, esponente di
quella generazione di professionisti attivi a Roma negli anni
Venti, legati ad una concezione classica ed estetica dell’architettura. La politica dell’ICP fu sempre
molto chiara, la finalità dell’ente era di edificare delle abitazioni che rispecchiassero il sentimento
delle classi diseredate, che fossero improntate al decoro e rispondenti a tre principi cardine mutuati
dal lessico vitruviano: utilitas (utilità), venustas (bellezza) e firmitas (solidità).
A prescindere dai principi architettonici, i due lotti sono importanti perché ancora oggi, nelle
odierne cantine, è possibile leggere scritte con motti fascisti. Le cantine erano infatti state adibite tra
gli anni Trenta e Quaranta a rifugi antiaerei.
Quinta tappa- Scuola Elementare G. ed E. Garrone
Intanto tra 1930 e 1940 a sostegno della crescita di Ostia si sviluppò un programma
riguardante l'edilizia pubblica di cui la scuola Garrone è un esempio lampante.
La Garrone è la prima scuola di Ostia. Fu inaugurata
il 21 aprile, Natale di Roma e altra data usata durante
il Fascismo per inaugurare, del 1934 da Mussolini e
venne intitolata ai due fratelli alpini Garrone, eroi della
prima guerra mondiale.
Il progetto fu curato dall’architetto Ignazio Guidi cui si
prospettava un importante compito: non solo realizzare la
prima scuola di Ostia Lido ma anche strutturare un
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edificio capace di ospitare un refettorio e tre indirizzi scolastici, 10 classi ginnasiali, 10 classi di
avviamento professionale e 24 classi elementari.
La creazione della scuola evidenzia l'attenzione del regime allo sviluppo di una gioventù attenta
all'ideologia fascista.
Sesta tappa - Opera Nazionale Balilla (ex GIL)
Come detto questa era una zona votata all'educazione e all'assistenza.
Qui ci troviamo davanti a uno dei luoghi simbolo di questo quadrante: la casa del Balilla Ex GIL.
La costruzione della casa del Balilla eseguita nel 1936, si inserisce nell'ampio programma
edilizio disposto dal presidente nazionale dell'Opera Nazionale Balilla, Corrado Ricci, che mirava
a costruire in ogni provincia italiana una sede adeguata dell’associazione. L'Opera Nazionale
Balilla era stata fondata nel 1926 come ente parascolastico per la formazione ed educazione morale
e fisica della gioventù e si stava imponendo in quegli anni come veicolo privilegiato per la
fascistizzazione della società.
Le funzioni di questo edificio, infatti, dovevano
essere l’educazione dei ragazzi in base all'età
secondo l'etica fascista, la loro organizzazione
e assistenza.
La Casa del Balilla, altrimenti nota come GIL
(Gioventù italiana del littorio che nel 1937
aveva assorbito tutte le organizzazioni giovanili
fasciste), svolgeva comunque funzioni diverse.
In quanto sede dell’ONB il compito primario
assegnato al complesso si concretizzava nel fornire spazi consoni a tutte le attività
dell’organizzazione: dagli allenamenti ginnici che dovevano preparare bambini e ragazzi alla vita e
alla disciplina militare, ai corsi professionali e di economia domestica per le fanciulle del littorio.
Ma la Casa accoglieva anche le delegazioni provinciali soprattutto per consentire a ragazzi e
bambini di godere della salutare aria marittima. In questo senso il GIL assolveva anche al ruolo di
colonia marina, attraverso l’assegnazione all’organizzazione di una porzione di spiaggia.
Questa struttura doveva essere collegata alla colonia marina posta sul lungomare.
Il progetto del 1933 prevedeva infatti l’apertura di una strada, poi realizzata, che conducesse in
linea retta al mare. Il lotto prescelto fu quello nel settore occidentale di Ostia, lungo viale Regina
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Margherita (ora corso Duca di Genova), l’importante arteria parallela al mare che conduceva
all’idroscalo. Quando fu costruito, l’edificio sorgeva isolato in un contesto formato ancora da dune
e da macchia mediterranea.
Se questo era un quartiere deputato all’educazione, quello di levante era dedicato alle
questioni militari dove troviamo il Collegio navale IV novembre e la caserma dei sottoufficiali
della finanza IX maggio
Il Collegio navale IV novembre fu voluto dal Duce. Per
questa opera fu scelto l’architetto Giuseppe Boni, convinto
fascista, che avrebbe dovuto realizzare un edificio che
identificasse il perfetto spirito del Regime. I lavori di
costruzione durarono all’incirca due anni. Il collegio venne
inaugurato dapprima il 4 novembre 1936, alla presenza del
Duce e di nuovo il 16 aprile 1937, quando in onore del Re intervenuto alla cerimonia, furono
allestite dimostrazioni a bordo della Santa Maria, la goletta in cemento armato interrata, che
fungeva da nave scuola. La torre, alta 75 metri, fu una presenza incombente e conferì all’edifico
una forte centralità.
Per quanto riguarda il IX maggio il 18 luglio 1938 venne trasferita a Ostia la scuola sottoufficiali
della guardia di finanza che aveva già iniziato la sua attività il primo febbraio 1924 a Caserta.
Il 28 ottobre 1938 il complesso venne inaugurato alla presenza di Mussolini e di altri
rappresentanti politici e militari.
La caserma della scuola Italia prese allora il nome di IX Maggio a ricordo della creazione
dell'Impero Fascista.
Entrambi gli edifici ebbero più o meno la stessa sorte.
Alla 4 novembre e al collegio nautico, requisiti e occupati dai Tedeschi, furono rinchiusi centinaia
di ufficiali e gran parte della divisione Piave e Piacenza, stanziati per la difesa di Roma. Furono
rastrellati e catturati e poi deportate in Germania nell’ottobre del 1943.
Nel giorno del loro trasporto, alla stazione di Ostia Antica le pie donne del luogo, eludendo la
sicurezza tedesca consegnarono cestini ai soldati prigionieri.
Il IV novembre vide inoltre demolita la sua torre nel dicembre '43 dalle truppe tedesche e il IX
maggio riprese la sua attività solo nel 1947.
Perché tanta attenzione per le divisioni militari stanziate a Ostia? Perché sappiamo che si pensò che
qui potesse verificarsi un eventuale sbarco degli Alleati.
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Per questo possibile sbarco, il capo della divisione tedesca Kesselring poté contare su 12-14 mila
paracadutisti da settimane pronti ad agire dalle basi attorno a Roma e su aviotrasportati
arrivati a Pratica di Mare dalla Francia, che furono appunto fatti stanziare nelle caserme di
Ostia.
Settima tappa - Colonia Marina Vittorio Emanuele III
Dedicato alla gioventù fu anche questo edificio: la colonia Marina Vittorio Emanuele III.
La colonia venne inaugurata ufficialmente dallo stesso re il 24 gennaio 1932. L'idea di avere
uno Ospizio marino a Ostia comparve per la prima volta nel Piano Regolatore del 1916 e un ospizio
venne realizzato proprio lo stesso anno da Piacentini con 80 posti letto e quattro padiglioni. Ogni
mattina dalla stazione San Paolo partivano 4
autobus che portavano i bambini alla colonia,
riportandoli poi la sera.
Nel 1925 venne proposto di ampliare l'edificio
così da ospitare i bambini malati di tubercolosi,
secondo il piano del Regime contro la malattia e
seguendo tutte le loro attività durante tutto il
giorno, e di intitolarlo per i venticinque anni di
Regno a Vittorio Emanuele III.
Il nuovo progetto fu affidato a Vincenzo Fasolo
nel 1926 e la realizzazione avvenne tra 1927 e 1930 al costo di 125.000.000 lire.
L'edificio, capace allora di ospitare 300 bambini, è tuttora diviso in due ali distinte. La parte est
ha 4 piani: nel seminterrato c'erano cucine, forni, dispense, cantina e refettorio uniti da un
montacarichi; al piano terra i refettori, il parlatorio, gli ambienti della direzione, lavabi e bagni; al
primo piano verso il mare sette aule scolastiche, un salone, la direzione, una biblioteca e un museo;
al secondo piano gli alloggi del personale e per le suore. Un'ampia cappella aperta sulla strada
faceva parte dell'ala est.
L'ala ovest ospitava i dormitori: nel seminterrato vi erano i servizi, la lavanderia, le caldaie e la
stireria; al piano terra vi erano i dormitori, mentre presso il secondo piano vi erano l'infermeria,
l'isolamento e i servizi annessi.
Tutto l'edificio aveva spaziosi giardini su Viale della Marina con un parco di 6000 mq.
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Nel frattempo a Ostia prendeva anche piede l'abitudine di ospitare la gioventù delle nazioni amiche
in colonie. Nel 1936 venne creato il Campo Austria e nel 1937 il campo Spagna per ospitare i
giovani dell'Austria che presto sarebbe stata annessa alla Germania nazista e della Spagna
appena divenuta franchista.
Per questa zona fu importante inoltre l'apertura nel 1939 del lungomare duca degli Abruzzi così
da favorire i collegamenti con l'idroscalo Carlo del Prete.
Una curiosità legata alla seconda guerra Mondiale, che si ricollega in parte con quanto detto in
precedenza per il IV novembre. La colonia fu evacuata nel settembre del 1943 e venne occupata
dalle truppe tedesche. Il vecchio edificio di Piacentini fu minato dai tedeschi e distrutto.
Ottava tappa - Pontile e piazza dei Ravennati
Ci troviamo in un punto molto importante di Ostia ai tempi del Fascismo. Piazza dei Ravennati e il
Pontile costruito nel 1940 rappresentano infatti l'ultima
tappa dello sviluppo dell'asse che collegava la via del Mare
al mare di Roma.
Per prima cosa nel 1931 venne espansa viale della
Marina, posta in asse con la via Ostiense, così da dare
risalto al lungomare.
Lo sventramento di viale della Marina, insieme
all'arretramento della stazione ferroviaria e all'apertura del lungomare Duilio sempre nel 1931
rappresentano tappe importanti dello sviluppo urbanistico degli anni Trenta.
Lo sventramento di viale della Marina diede risalto anche a piazzale dei Ravennati che venne
ampliato in modo definitivo nel 1939-'40 per la costruzione del nuovo pontile.
Questo pontile andava a sostituire il vecchio pontile in legno di faggio costruito nel 1923 e con
illuminazione dal 1930, che si trovava in
corrispondenza di piazza Anco Marzio.
Il nuovo pontile venne costruito nel 1940, spostato su
piazza dei Ravennati e chiamato del Littorio. Venne
costruito con pali in cemento e balaustre di travertino
e andò a formare il perfetto proseguimento della via
del Mare fino al mare di Roma. Davanti a esso venne
creato uno spiazzale per le macchine.
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Nel 1943, dopo l'evacuazione di Ostia e per paura di sbarchi degli Alleati, il Pontile venne reso
impraticabile venendo spezzato in due punti.
Sul piazzale creato venne costruito un bunker mentre in piazza dei Ravennati furono erette delle
difese per rendere più difficile un possibile sbarco.
Dopo l'arrivo degli alleati Ostia fu divisa in due settori, uno americano e uno inglese e la linea di
demarcazione delle due aree corrisponde alla divisione dei due CAP di Ostia. Piazza dei Ravennati
fu inoltre luogo di risse fra i due contingenti con soldati ubriachi.
Nona tappa- Il Roma
Ci troviamo nel punto in cui fino al 1944 sorgeva lo stabilimento Roma.
Il Roma venne costruito su progetto di Giovan Battista Milani nel 1924 in asse con la chiesa di
Regina Pacis così da rappresentarne la continuazione sul mare. Questo stabilimento per anni
rappresentò il punto di incontro più elegante della spiaggia romana ospitando feste, balli,
ricevimenti e congressi.
Il Roma era frequentato assiduamente da Benito Mussolini e dai gerarchi anche se bisogna dire che
fu l'emblema di quella che sarebbe dovuta essere Ostia nella mente dei suoi primi ideatori, tanto
che troviamo un grande stabilimento balneare,
dove poi sorse il Roma, già nel Piano
Regolatore del 1916. Tutto l'edificio occupava
1000 mq con un fronte su strada di 54 metri,
l'altezza del piano salone di 13 metri con volta
di 9 e con le due ali di 6 metri. L'idea era di
grande imponenza visto anche che l'edificio era
costruito in calcestruzzo di cemento e pietra.
L'edificio cadde come il regime fascista nel
1943: fu distrutto infatti dalla guarnigione
tedesca che occupava Ostia nel 1943 così da evitare possibili approdi per un eventuale sbarco degli
Alleati, ma prima di venir distrutto vide planare il 16 giugno del 1927 con il suo idrovolante il
colonnello Francesco de Pinedo dopo il raid della trasvolata atlantica con tappe Isole di
Capoverde, Buenos Aires, New York, Ostia.
Qui davanti arrivò Italo Balbo dopo la Trasvolata Atlantica del Decennale a capo di 100 aviatori
e 26 idrovolanti Savoia Marchetti s55 dopo la partenza da Orbetello, arrivarono il 1 luglio 1933 a
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Montreal, poi Chicago e New York per giungere infine il 12 agosto sul Tevere. La Roma-Lido
trasportò quel giorno 74 mila passeggeri, record per diversi anni. Filippo Tommaso Marinetti seguì
l'evento come cronista.
Entrambi si fermarono all'idroscalo, un altro importante simbolo di Ostia nel Ventennio.
Tra 1919 e 1920 nacque il primo idroscalo di Ostia per volere dell'ingegnere Paolo Orlando.
Questo idroscalo costruito sul lato sinistro della Fiumara Grande ebbe vita solo fino al 1922, anno
durante il quale fu distrutto a causa di una mareggiata.
In epoca fascista si pensò alla costruzione di un nuovo idroscalo che venne inaugurato nel
1926, intitolato al giovane pilota morto in volo Carlo del Prete, e che nel 1933 fu definito il più
importante centro aviatorio civile del Mediterraneo. Nella rivista Le Vie d'Aria del 1933 si
leggeva infatti:
"Il Regime ha creato l'aeroporto Carlo Del Prete, che perpetuerà ai posteri, in uno con un'opera
grandiosa, il nome di un purissimo eroe dell'Ala".
Dall'aeroporto marittimo di Roma si irradiavano linee che allacciano Ostia con Tripoli, Malta,
Tunisi, Cartagena, Gibilterra, Barcellona, Cagliari, Marsiglia, Genova, Napoli, Palermo e Siracusa e
dal 1934 anche con Rodi, Atene, Parigi, Palma, Cadice in seguito alla nascita dell'Ala Littoria. E
così
"Fulcro di un formidabile sistema di comunicazioni aeree internazionali, il quartiere marittimo di
Roma si avvia a diventare il centro irradiante delle ali che attraverso i mari e gli oceani
porteranno in ogni parte del mondo la civiltà fascista".
Il regime fascista cercò infatti di unire lo sviluppo di Ostia a quello dell'Idroscalo che divenne
famoso soprattutto per i due eventi di cui abbiamo appena parlato e che fu un'importante opera di
fascistizzazione.
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Decima tappa- Via Celli
Il punto in cui ci troviamo è significativo per molti motivi. Via Celli e via degli Acilii
rappresentano un asse importante per lo sviluppo di Ostia. Qui gli architetti razionalisti, tra cui
Piacentini e Moretti, poterono realizzare i villini secondo la loro creatività; qui venne creato l'asse
di collegamento tra la chiesa di Regina Pacis e la sua cupola e quella
dell'oggi scomparso stabilimento Roma; qui venne collocata negli anni
Trenta la nuova caserma dei pompieri e qui nel 1943 cadde l'unica bomba
che colpì l'abitato di Ostia.
Proprio qui la notte tra il 21 e il 22 maggio 1943 una bomba colpì via
Angelo Celli, l'unica caduta nell'abitato di Ostia.
Dopo la caduta di questa bomba iniziò lo smantellamento di ogni tipo di
costruzione che poteva rappresentare un riferimento in caso di sbarco delle
truppe Alleate. Così, ad esempio, le idrovore che impedivano l’allagamento di Ostia furono sabotate
dai Tedeschi così da sfavorire lo sbarco degli Angloamericani. Proprio in questo punto ad ogni
modo fu messa una Madonnina nel 1946 per ricordare l'evento della bomba e la protezione ricevuta
dall'alto.
Poco più avanti nel 1936 venne costruita la caserma dei vigili del fuoco, che andò a riempire
un'importante casella nell'elenco dei servizi offerti agli abitanti di Ostia. L'edificio è oggi privo del
tre fasci littori che precedentemente erano posti accanto all'insegna.
Ultima tappa- Il pappagallo
Concludiamo il nostro percorso nella Ostia del Ventennio qui in piazza Anco Marzio davanti al
pappagallo.
Abbiamo parlato di chiese, palazzi del governo, di stazioni, di scuole e colonie, di servizi come le
poste e i vigili del fuoco, ma solo brevemente dell'edilizia a Ostia tra gli anni '20 e '40. Più dei lotti
in corso Duca di Genova, è forse la palazzina detta il Pappagallo, costruita tra il 1929 e il 1930 a
rappresentare meglio l'edilizia fascista a Ostia nel suo periodo iniziale e in quelli che furono poi
i suoi sviluppi.
"Molto bene è un'architettura moderna, mai vista, mi rallegro con lei"
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Così infatti Mussolini si complimentò con l'architetto
Mario Marchi per aver realizzato la palazzina che ora
troneggia in piazza Anco Marzio. Questa palazzina ha
come caratteristiche una forma allungata, uno stile
economico e dei colori che allora era più brillanti e quindi
ancora più appariscenti ed era in grado di ospitare un
buon numero di famiglie romane.
Conclusioni
Tutto il percorso che abbiamo effettuato ci suggerisce l'idea di una crescita, di uno sviluppo che il
Fascismo aveva previsto si realizzasse in modo compiuto per Ostia negli anni '40: il quartiere sul
mare di Roma si sarebbe allora del tutto unito alla Capitale, anche grazie a progetti come quello
della modernizzazione della pineta di Castelfusano pensato negli anni Quaranta in concomitanza
con la realizzazione della parte finale della via Imperiale, oggi Colombo, iniziata nel 1938 e
conclusa solo nel 1954, e con la creazione dell'Eur, divenendo a tutti gli effetti un quartiere di
Roma.
La guerra però bloccò tutto.
Ostia venne completamente evacuata. I Tedeschi occuparono alcuni stabilimenti, la colonia Vittorio
Emanuele, il IV novembre e il Roma.
I bombardamenti distrussero il volto di Ostia: il Roma e altri stabilimenti,il pontile, la stazione e il
rifugio antiaereo del IV novembre furono distrutti. Oltre alle distruzioni, i Tedeschi smantellarono
lo stabilimento Breda, i pali della luce, i binari, i cavi elettrici e le campane Regina Pacis.
Addirittura pensarono di allargare Ostia creando brecce nel canale di Castelfusano.
E dopo i Tedeschi Ostia fu occupata dagli alleati che qui si stanziarono per un po' con le loro
truppe.
Ostia ritornò a crescere solo negli anni '50 divenendo un grande quartiere, ma periferico, di Roma.
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La visita "Ostia Lido negli anni '20-'40 del Novecento è stata ideata e realizzata dai volontari
in Servizio Civile Nazionale di Agisco Elisabetta Graziani e Marco Severa.
Testo della Miniguida: Elisabetta Graziani e Marco Severa
Revisione e impostazione miniguida: Elisabetta Graziani
Per maggiori informazioni:
329. 6636084 [email protected] www.sullaviaostiense.it
@sullaviaostiense @ViaOstiense SullaViaOstiense
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