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Mezzoeuro Mezzoeuro settimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa Verso le elezioni amministrative numero 20 - Anno 13 - Sabato 17 Maggio 2014 www. mezzoeuro.it www. mezzoeuro.it 0,50 + 0,50 Voce ai giovani euro 1,00 Voce ai giovani Generazione call center: cuffuette appese al chiodo CALABRIA

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Sabato 17 maggio 2014

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MezzoeuroMezzoeurosettimanale d’informazione del Mezzogiorno d’Europa

Verso le elezioni amministrative

numero 20 - Anno 13 - Sabato 17 Maggio 2014

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0,50 + 0,50 Voce ai giovanieuro 1,00

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CALABRIA

di Oreste Parise

L’Adusbef è l’associazione difesa consumatori edutenti bancari, finanziari ed assicurativi è una as-sociazione poco conosciuta al grande pubblico. Ilsuo presidente Elio Lannutti, «ha deciso di dedi-care la sua vita a rompere i coglioni alle banche,a Finmeccanica e alle Poste», come si legge nelsito. Una opera benemerita, a giudicare da quanto staemergendo in sede Ubi-Banca. La vicenda meri-ta una grande attenzione in sé perché si tratta delquinto gruppo bancario italiano, ma riveste un par-ticolare interesse per i calabresi e i cosentini, poi-ché l’Ubi è la principale erede della grande tradi-zione e del patrimonio della Cassa di risparmio diCalabria e Lucania. La storia di questa grande isti-tuzione è finita malamente travolta dagli scanda-li, dal clientelismo e dall’uso allegro della finan-za, utilizzata per favorire prima sé stessi e poi gli

amici degli amici. Questo succedeva inCalabria, tanto tempo fa. L’amara me-dicina è stato lo smantellamento diquella banca “brutta e cattiva”, passa-ta nelle mani di “santi e onesti” ammi-nistratori che mai avremmo immagi-nati dediti ad attività lontane dalle fi-nalità della banca.Il sacrificio era necessario per far so-pravvivere l’istituzione e impedire cheil crollo della cassa provocasse una gra-ve crisi nell’economia locale. La con-seguenza è stata che la crisi l’abbiamoavuta lo stesso, ma, si pensava, che al-meno avevamo in cambio una gestio-ne corretta e al di sopra di ogni sospet-to di inquinamento.La procura di Bergamo ha dato una for-te scossa a questo convincimento conl’invio di avvisi di garanzia ai princi-pali responsabili dell’istituto, trai qua-li figurano nomi eccellenti comeGiovanni Bazoli, oggi presidente delconsiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, Giampiero Pesenti, e una deci-na di alti dirigenti dell’istituto berga-masco con accuse che vanno dal reatodi truffa, al riciclaggio e persino di osta-colo alla Vigilanza per occultare il com-portamento poco cristallino dei suoi di-rigenti.Per dare una idea del carattere esplosi-vo dell’inchiesta è sufficiente elencarei nomi dei presunti dirigenti coinvolti,i cui uffici sono stati perquisiti: il pre-sidente del comitato di gestione di Ubi-Banca Franco Polotti, il presidente delcomitato di sorveglianza AndreaMoltrasio, il vicepresidente delComitato di Sorveglianza della bancaMario Cera e dei consiglieri VictorMassiah e Italo Lucchini tutti di Ubi-Banca; in Ubi-Leasing sono stati per-quisiti la direzione Credito anomalo,gli uffici del servizio Recupero e ven-dita beni e quelli di Giampiero Bertoli,ex amministratore delegato di Ubi-Leasing, Alessandro Maggi, ex diret-tore generale, e Guido Cominotti, exresponsabile del servizio Recupero evendita beni di Ubi-Leasing.

Un vero macello. Cosa sia successo lo apprendiamo dall’Adusbef,per dare il giusto merito a chi ha innescato il mec-canismo con un esposto alla procura con cui «ave-va chiesto di accertare le condotte degli ammini-stratori, coinvolti in operazioni di acquisto di be-ni sociali a prezzi di favore rispetto alle quotazio-ni di mercato, l’acquisizione di beni voluttuari,quali imbarcazioni di oltre 40 metri, aeromobili ebeni immobili ceduti anche ai vertici del gruppoUbi a prezzi notevolmente inferiori alle offertepervenute nei competenti uffici della banca».Tradotto in termini semplici, si concedevano al-legramente operazioni di leasing a personaggi chesicuramente non erano in grado di onorare i con-tratti, per poi acquisire i beni per mora del debi-tore e cederli a prezzi stracciati ai dirigenti dellastessa banca. Per la verità bisogna essere comprensivi, poichési trattava di un piccolo cadeau a persone che de-dicano anima e corpo all’istituto e meritano di es-sere adeguatamente ricompensati.La stessa associazione fa notare che «331 tra am-ministratori e sindaci percepiscono complessiva-mente oltre 22 milioni, con la media più alta di

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Rapina a volto scopertoRapina a volto scoperto

Mentre i grandi managersbafano, i poveri cristipagano per le lorocrapule. Tutto nasceda un esposto dell'AdusdefUna vita da sognoalle spalle dei lavoratorichiamati a sacrifici sempremaggiori per assicurarei lauti bonusalla governanceL'Ubi Banca ha acquisitola principale (ex) bancacalabrese, la tantorimpianta Carical,massacrandola con taglidi personale e di funzioniLa tegola caduta in testadei suoi principali dirigentipotrebbe forse finireancora una voltasulla testa dei poveri cristi?Se salta il banco dell'exCarime dalle nostre particosa potrebbe accadere?

Le allegre notti bancarie

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Ediratioeditore

La rubrica “Il legno storto” di Franco Crispini è temporaneamente sospesa

tutto il sistema creditizio italiano in rapporto alnumero dei dipendenti». Il numero è rapportatoal “grande” modello organizzativo del gruppo Ubi,dove ogni più piccola attività viene svolta in ma-niera specializzata da una apposita società con tan-to di governance, bonus e piccoli benefit comel’acquisto dei beni acquisiti dalla Ubi Factor edUbi Leasing per insolvenza dei debitori. L’entitàdel premio è commisurato all’alto contributo da-to da questa allegra comitiva alla redditività del-l’istituto attraverso l’adozione dei famosi piani in-dustriali, tutti basati su lacrime e sangue dei la-voratori, il taglio di filiali, la chiusura dei centridirezionali come quello cosentino ridotto allo sta-to larvale. Con un facile slogan, i piani industria-li abbinati alla condizione riservata ai dirigenti sipotrebbe riassumere nella formula “dalla produ-zione alla scialo”.A ben vedere, però, si trattava di un’opera meri-toria, poiché i dirigenti assorbivano quei beni chealtrimenti non avrebbero trovato mercato. È veroche l’Adusbef nella sua denuncia parlava di «di-sastrosa situazione economico finanziaria dellesocietà, gravate da una enorme massa di crediti insofferenza dovuti a centinaia di operazioni mal-destre che destano forti dubbi sull’operato degliamministratori, posto che il gruppo Ubi è coin-volto nei principali dissesti degli ultimi anni: dalcrack Burani a quello dell`ospedale San Raffaele,per finire con centinaia di altri fallimenti che han-

no visto spesso gli amministratori perseguiti e con-dannati dalla magistratura e dalle istituzioni di vi-gilanza, connessi ad ingentissime operazioni difactoring concesse nel comparto della sanità del-la Regione Lazio ed a molte altre operazioni adalto rischio in itinere».Una esagerazione? I magistrati hanno comincia-to a dare qualche credito alle affermazionidell’Abusdef. E mai credito fu così ben riposto!Certo la vicenda deve essere chiarita in tutti i suoirisvolti prima di azzardarsi a dare giudizi defini-tivi. Vi sono gradi di giudizio che devono esserescalati ed è ben nota la difficoltà di pervenire al-l’accertamento dei fatti soprattutto in presenza dipersonaggi eccellenti che ancor oggi godono digrandi risorse persuasive. La vicenda dovrebbeprovocare una giusta indignazione e la richiestadi più rigorose norme a tutela dei risparmiatori edei dipendenti degli istituti bancari con l’imme-diata reintroduzione del reato di “falso in bilan-cio” e la rivisitazione di tutto il sistema penale so-cietario, allegramente smantellato nel corso di que-sta sciagurata seconda repubblica.Non si può ignorare che nel mentre nelle aule giu-diziarie si discutono questi “affaire”, nelle ovat-tate sedi della direzione generale dell’istituto so-no in corso le trattative per il rinnovo del contrat-to nazionale di lavoro, dove con una monotona ri-

petitività si ripropone il tema dei tagli delle sedioperative e dei sacrifici richiesti ai dipendenti perassicurare la redditività del gruppo.È facile immaginare quale potrebbe essere la ri-caduta sulla Carime, che è l’anello debole dellacatena, solo perché opera nell’area maggiormen-te colpita dalla crisi che presenta per questo deglielementi intrinseca di debolezza. In barba a qual-siasi principio di solidarietà non vi è dubbio chesarà chiamata a sopportare il peso maggiore di unacrisi che rischia di travolgere l’istituto già pena-lizzato con una caduta verticale in borsa del suotitolo.Il modello del gruppo era stato disegnato per con-sentire una autonomia gestionale alle varie societàdel gruppo e assicurare uno stretto rapporto conil territorio di riferimento. La Carime era la ban-ca del Sud e doveva tutelarne gli interessi. Unaformula che si è rivelata utile solo per consentireai suoi dirigenti di partecipare alla crapula. Oggiquesta formula organizzativa potrebbe rivelarsiutile per scegliere immediatamente quali sono lezavorre di cui liberarsi per proseguire la sua na-vigazione in un mare in tempesta. La Carime po-trebbe ritrovarsi tra i “rari nantes in gurgito va-sto”, abbandonata a sé stessa nel momento dellamaggiore difficoltà.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 17 Maggio 2014 3Le allegre notti bancarie

Gli uffici Carime in corso TelesioSopra, il centro direzionale di via Popilia

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Aparlare della nuova visione che la medicina e lascienza hanno dell’occhio si potrebbe scomoda-re un sacco di filosofia o letteratura. Non più sem-plici organi di senso, ma componenti effettive delSistema nervoso centrale. In parole povere: il no-stro cervello che si affaccia all’esterno. E funzio-na anche in senso inverso: due finestre, da scru-tare per studiare il sistema nervoso e le sue pato-logie.Un cambiamento profondo, che coinvolge nonsolo la ricerca scientifica pura, ma anche il mododi trattare i pazienti oculistici. Se fino a pochi an-ni fa la cura dell’occhio era un problema sostan-zialmente “strumentale”, fatto di interventi mec-canici in sala operatoria, oggi gli specialisti co-minciano a vedere, e combattere, patologie nuo-ve, in molti casi così simili a quelle degenerativeche possono colpire il cervello.

È in questo quadro innovativo che nascela Farmacologia oculare, un campo nuovo doveanche l’Irccs Neuromed di Pozzilli sta gettandole sue già solide capacità di ricerca nell’ambitodelle neuroscienze. Un’attività che ha già portatoi primi frutti, tra i quali un recente studio intera-mente italiano, al quale Neuromed ha dato un im-portante contributo, nel quale si dimostra comeun trattamento topico con vitamina B12 stimolila guarigione della cornea e la rigenerazione del-le fibre nervose corneali. Del resto, la vitaminaB12 è già ben conosciuta come un importante fat-tore nel metabolismo del sistema nervoso. E cosìquesto studio rappresenta anche un buon esempiodi come occhio e sistema nervoso siano fortementeinterconnessi.

Ma nel campo oculistico c’è un altro grande aspet-to che sta diventando sempre più evidente: le pa-tologie degenerative. «L’innalzamento della vitamedia - dice la dottoressa Maria Rosaria Romanoricercatrice nel è Laboratorio di Neuroscienze delNeuromed - sta facendo diventare sempre più fre-quenti malattie oculistiche che prima risultavanomolto più rare. Spesso sono di tipo degenerativo,legate all’età o ai cattivi stili di vita, come è evi-dente nel caso delle retinopatie derivate dal dia-bete di tipo II. E così oggi l’oculista incontra piùretinopatie, ma anche un numero più elevato dicataratte giovanili. Questi disturbi emergono so-prattutto nei Paesi occidentali, ed è la stessa cosache accade per altre patologie croniche ben note,come quelle cardiovascolari, i tumori o le malat-tie neurodegenerative. È un chiaro segnale del ruo-lo che le cattive abitudini, nel campo alimentaread esempio, ma senza dimenticare il fumo, pos-sono avere anche nelle malattie dell’occhio».

Sono nuove sfide per gli oculisti, impegnati nel trat-tare una serie di condizioni alle quali magari nonerano così abituati. Ma sfide anche per gli scien-ziati, alla ricerca dei meccanismi di base con cuiqueste malattie nascono e si evolvono.«Dobbiamo anche considerare - spiega la dotto-ressa Francesca Biagioni, ricercatrice nelLaboratorio di Neurobiologia dei Disturbi del mo-vimento del Neuromed - che la maggior parte deifarmaci oggi usati per combattere le malattie de-generative dell’occhio non ha avuto una ricercaspecifica. Nella maggior parte dei casi, infatti, so-no molecole studiate per altri problemi che poi,per meccanismi di base comuni o per osservazionicliniche, si sono rivelate utili anche per le patolo-gie oculistiche. Ora è il momento di portare avan-ti una ricerca più precisa e più specifica. Capiremeglio come agiscono i farmaci già in uso, e svi-lupparne di nuovi, significa approfondire i mec-canismi di azione a livello molecolare».

«Vediamo molte opportunità all’orizzonte, e stia-mo lavorando su di esse. - aggiunge Romano - Perfare qualche esempio, puntiamo ad approfondireil ruolo che alcuni neurotrasmettitori possono ave-re nell’insorgenza e nella progressione delle reti-nopatie. Inoltre è importante studiare meglio ilruolo dello stress ossidativo, che già sappiamo es-sere fondamentale nelle patologie oculistiche, tan-to è vero che gli antiossidanti sono già largamen-

te usati in questo campo. E ancora c’è il settoredell’angiogenesi (il fenomeno alla base dello svi-luppo di nuovi vasi sanguigni, ndr), del quale giàconosciamo il ruolo in alcune retinopatie e chepotrà offrire sviluppi molto interessanti in futu-ro».

Sono tutte connessioni molto strette tra occhio esistema nervoso. Che ci fanno tornare a quella vi-sione degli occhi come “finestra” sul cervello. «Glistudi che stiamo avviando in questo campo - di-ce il professor Ferdinando Nicoletti, direttore delLaboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed- sono estremamente importanti. L’occhio ha strut-ture interne che rispecchiano l’anatomia funzio-nale del Sistema nervoso centrale, soprattutto a li-vello della retina. Ecco perché le ricerche in que-sto campo potranno facilitare la diagnosi ed il trat-tamento sperimentale delle patologie degenerati-ve nervose. E c’è anche un’altra prospettiva chedobbiamo considerare quando parliamo dei mo-tivi che ci spingono ad estendere le nostre ricer-che in questa area: al di là della retina, altri disturbidell’occhio, come l’aumento di pressione internache porta al glaucoma o le patologie che colpi-scono la cornea ed il cristallino, dipendono mol-to dall’innervazione. Gli studi di questa stretta re-lazione tra occhio e sistema nervoso potrannoquindi aprire nuove prospettive nella terapia dimalattie che hanno un forte impatto sociale».

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Gli occhifinestresul cervelloGli occhifinestresul cervello

Al Neuromed la prevenzione, la cura,ma anche la ricerca, per capire meglioil sistema nervoso

Le eccellenze per sperare

Ma naturalmente, secondo la filosofia Neuromed,ricerca e clinica sono in stretta interconnessione.E nel reparto di Oftalmologia del Centro di Pozzillile più avanzate risorse farmacologiche e terapeu-

tiche vengono messe ogni giorno a disposizionedei malati. «Molte cose sono cambiate nel corsodegli anni per le terapie in questo campo - spiegala dottoressa Eliana Palermo, del Reparto diOftalmologia del Neuromed - Ad esempio, per lemaculopatie (le malattie che colpiscono la partecentrale della retina, ndr) fino ad alcuni anni fa lamedicina poteva offrire ben poco. E per il glau-coma c’è stato un profondo cambiamento, al pun-to che i vecchi farmaci non si usano più. In gene-rale oggi abbiamo molte armi a disposizione, alpunto che la cecità derivata dall’avanzamento dipatologie oculari è diventata rara. Riusciamo a ral-lentare molto la progressione di queste malattie,facendo in modo che la qualità della vita dei pa-zienti non diventi critica».Molto possono fare gli stessi cittadini, anche quel-li che si sentono in perfetta salute: «A parte con-durre uno stile di vita sano (dal non fumare al fa-re attività fisica ad una corretta alimentazione),che aiuta a prevenire anche molte patologie del-l’occhio, è molto importante la diagnosi precoce.Diciamo che la visita oculistica periodica deve di-ventare un’abitudine. Questo significherà avvan-taggiarsi su molti aspetti. Facciamo una veloce

carrellata di esempi: prendere per tempo una ma-culopatia significa poter rallentare di molto il pro-gredire della malattia, mentre nei diabetici il con-trollo costante porta ad interventi molto efficacicontro le retinopatie causate da quella condizio-ne. Anche nel glaucoma, quando lo individuiamoprima che compaiano sintomi evidenti della ma-lattia, i vantaggi sono veramente grandi, con lapossibilità di ridurre sensibilmente i danni al ner-vo ottico».Ma gli adulti sono solo una parte del fronte su cuicombattere. «Nei bambini - dice Palermo - ab-biamo osservato un grande miglioramento dovu-to alla prevenzione ed alla diagnosi precoce. Unavolta i bambini non andavano mai dall’oculista,ed i problemi in questo campo venivano fuori ma-gari solo durante la visita militare. Oggi siamo ingrado di correggere moltissimi problemi con tec-niche niente affatto invasive. E voglio sottolinea-re che la sola osservazione da parte dei genitori,per quanto attenta, non garantisce molto. La visi-ta specialistica periodica è importante anche inquesto ambito, anzi, qui la rapidità di interventodiventa ancora più cruciale per garantire al bam-bino una vita sana per i suoi occhi».

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Inizia nell’infanzia: la prima visita oculistica può essere effettuata ad 1 anno d’età e consente di esa-minare l’anatomia dell’occhio compreso il fondo per controllare la struttura della retina e di verifi-care le dimensioni degli occhi del piccolo paziente e controllare se la visione avviene correttamentecon entrambi gli occhi. Eccezione fanno i bambini nati prematuri dove la visita si effettua i primigiorni di vita per escludere una grave malattia: la retinopatia del prematuro.Se non si presentano particolari disturbi, le visite oculistiche vanno poi effettuate ai 3 anni, ai 6 (pri-ma delle scuole primarie) e successivamente una visita all’anno. I controlli diventano sempre più ap-profonditi e consentono di capire se il bambino vede bene e se ha bisogno di correzioni. Queste vi-site servono anche a prevenire l’ambliopia comunemente chiamata “occhio pigro”, cioè l’eventua-lità che uno dei due occhi non sviluppi correttamente la propria capacità visiva, a causa di un difet-to che può essere corretto con delle lenti, consentendo al bambino un completo recupero della vista.Tra i 12 e i 14 anni c’è un picco di sviluppo della miopia piuttosto importante, per questo motivo levisite oculistiche si rivelano necessarie per consentire una buona correzione del difetto.Tra i 18 e i 21 anni ci può essere un secondo picco di sviluppo della miopia, solitamente di minorgravità. Oggi è importante il controllo in quei giovani che usano e spesso abusano delle lenti a con-tatto. Un uso sbagliato delle lenti a contatto può portare infatti a danni molto gravi alla cornea.Se non sono presenti disturbi o patologie già identificate, dopo i 20 anni e fino ai 55-60 anni d’etàsi consiglia una visita oculistica ogni tre anni, fino ai 70 anni ogni due anni e dopo con frequenzapiù ravvicinata.In età adulta aumenta il numero delle malattie che possono colpire l’occhio, come il glaucoma e lamaculopatia. Si osservano poi le complicanze di alcune malattie sistemiche come il diabete che puòcausare la retinopatia diabetica.Dopo i 70 anni il disturbo visivo più frequeste resta la cataratta cioè l’opacizzazione del cristallino.Dopo gli 80 quasi il 50% delle persone presentano la vista ridotta ad almeno uno dei due occhi acausa di qualche malattia (glaucoma o più spesso degenerazione maculare senile).Se la persona sviluppa il diabete, importante malattia metabolica, i controlli vanno effettuati con par-ticolare scrupolo a causa dei possibili danni alla retina causati da questa patologia.Un fattore di cui tener conto è poi quello della familiarità: la presenza in famiglia di miopie elevate,diabete, glaucoma deve indurre a controlli più accurati e ravvicinati.

Le eccellenze per sperare

La dottoressa Eliana Palermo spiega i passi da compiereper la slute dei nostri occhi

La prevenzione oculistica

Per il suo costante impegno nelle malattie neurodegenerative, il Professor Ferdinando Nicoletti è sta-to recentemente insignito del Premio “Robert R. Ruffolo”, che riconosce le conquiste scientifiche nelcampo della farmacologia compiute da scienziati che si trovano al culmine della loro carriera. Il pre-mio gli è stato assegnato a San Diego (Usa) durante il meeting annuale dell’American Society forPharmacology and Experimental Therapeutics. Il lavoro di Nicoletti, tra gli altri aspetti, è fortemen-te incentrato sui cosiddetti recettori “mGlu”, molecole che rivestono un ruolo fondamentale nel ri-cevere segnali da altre cellule. Presenti soprattutto nel sistema nervoso, dove giocano un ruolo fon-damentale nella trasmissione di impulsi tra i neuroni, questi recettori sono studiati con molta cura inrelazione a diverse malattie neurodegenerative, ma il loro ruolo è visto con molta attenzione anchenel campo delle patologie degenerative dell’occhio.

Un premio al culmine della carriera di Nicoletti

Mariarosaria Romano

Francesca Biagioni

Ferdinando Nicoletti

Eliana Palermo

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di Oreste Parise

Sembra passato un secolo da quando sono appar-se nell’etere le prime Tv locali, un pò ingenue eun pò spavalde che osavano oltrepassare i rigidiconfini di una Tv patinata che dettava i confini dellecito e del consentito, dall’ossequio al potere alrigido costume clerico-diretto. Molta acqua è pas-sata sotto i ponti, con un radicale cambiamentonon solo della programmazione televisiva, ma de-gli stessi costumi, dei confini della morale e del-l’etica del confronto.Il modello è risultato vincente, tanto da aver con-dizionato un ventennio della vita nazionale, poi-ché il sistema Tv si è trasformato in un vero e pro-prio regime che ha condizionato la vita di tutti,anche di coloro che quel modello avevano in or-rore.

Il digitale terrestre doveva rappresentare ilgrande passo verso una teledemocrazia, un pas-

saggio verso forme di partecipazione popolare al-la vita delle comunità locali, che non hanno vocenel gran circo delle Tv nazionali. Dovevano di-ventare lo strumento di comunicazione glocal, oc-cuparsi di tematiche locali per trasportale ovun-que nel mondo affinché tutti i cittadini di una qual-siasi piccola comunità potessero seguire lo svol-gimento della vita politico amministrativa e le vi-cende della cronaca locale ovunque nel mondo.In realtà si assiste un pò sbigottiti a un quasi tota-le fallimento di quel sistema che sta affogandonell’abbondanza degli strumenti coniugata con latotale deficienza di una programmazione in gra-do di garantire quel pluralismo che era alla basedella scommessa della moltiplicazione dei cana-li.

A questo hanno sicuramente contribuito svariati fattori. Ma la principale colpa risiede nella in-

capacità della politica di gestire questo delicatopassaggio. Non c’è bisogno di grandi discorsi perdimostrare un’affermazione così grave. È suffi-ciente prestare una qualche attenzione alle crona-ca giudiziarie per accorgersi quanto il sistema siastato gestito in maniera che dire approssimativa èsolo un eufemismo. Con questo non si vuole cer-to affermare che i politici che si sono occupati del-la questione sia degli imbecilli o degli incompe-tenti, anzi al contrario. Spesso si è trattato di fiordi tecnici che hanno trascorso lunghi anni dellaloro attività lavorativa dentro il sistema televisi-vo e ne conoscevano fin troppo bene i pregi e i di-fetti, le potenzialità e le fragilità che si nascondo-no dietro regole solo apparentemente neutre.Hanno sempre operato con obiettivi ben precisi,per consolidare il sistema, impedendo con il caosnormativa la crescita di una alternativa moderna.Il labirinto delle norme ha avuto, e continua a man-tenere, un carattere puramente conservativo.

Facendo un pò di surfing in rete si scopre che ogni passaggio dal nuovo al vecchio sistema è tutt’al-

tro che definito. L’assegnazione delle frequenze,il switch-off, i contributi per l’adeguamento degliimpianti, l’assegnazione delle frequenze locali,l’attribuzione del numero del telecomando, il fa-moso quanto misterioso Lcn (Logical channelnumber) e altre diavolerie del genere nascoste die-tro acronimi incomprensibili ai poveri profani, co-me il mux, il multiplex, lo zapper, ed è inutile elen-carne altri ancora più incomprensibili. Dietro ognu-no di questi vi sono vertenze kafkiane, procedi-

menti giudiziari infiniti che hanno creato un ir-reale stato di sospensione di tutto il sistema tele-visivo locale, compresso tra le difficoltà econo-mico-finanziarie e l’indeterminatezza giuridica.Sono in moto nel settore il Tar, il consiglio di Stato,la procura di Roma e persino il presidente dellaRepubblica chiamato a esprimersi come supremomagistrato con il ricorso straordinario previsto dalContenzioso amministrativo intentato da alcuneemittenti locali.

La domanda che sorge spontanea è:perché il ministro competente, che non dovrebbeessere più espressione di un potente canale tele-visivo non interviene per risolvere normativamentela miriade di questioni che impediscono al siste-ma di trovare un equilibrio? Perché non si riescead emanare una serie di norme che chiarisconotutti i dubbi interpretativi intervenuti nella in que-sto momento di transizione? Ha ma magistraturala competenza tecnica di trovare le soluzioni ade-guate per questioni così tecniche e complicate?

Vi è una oggettiva difficoltà di raccontarecon chiarezza cosa sta realmente accadendo

nel settore, che però rischia di trasformarsi in uncumulo di macerie con perdite non solo di migliaiadi opportunità di lavoro, ma di quella potenzialitàesplosiva rappresentata da una informazione real-mente libera ed indipendente. L’unica possibilitàche rimane è quella di tentare di fare chiarezza suogni singolo passaggio, nella speranza che cia-scuno riesca poi a mettere insieme le varie tesse-re per ricostruire il mosaico.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 17 Maggio 2014 11

Il salto nel buioIl salto nel buio

Il digitale terrestreha moltiplicato per seile frequenze disponibiliper le tv localiDoveva essereuna grande opportunitàper incrementare l'offertadi programmi di qualitàLa realtà si è dimostratabrutalmente diversae la maggioranza di essasi è auto oscurataper la difficoltàdi sostenere il costodi una programmazione...Chi ha investitoper adeguare gli impiantisi trova ora in seriedifficoltà e le prospettivefuture appaiono tutt'altroche rosee. Ecco l'elencodelle società calabresiammissibili al Pianodi sviluppo aziendale

Sull’orlo di un crollo

MezzoeuroMezzoeuroSabato 17 Maggio 201412Sull’orlo di un crollo

In questo articolo ci occuperemo dei contributi di-stribuiti per consentire alla Tv locali di adeguarsial nuovo sistema di trasmissione presentandoquanto si è verificato nella regione Calabria, per-ché solo considerando i singoli casi si riesce a per-cepire la dimensione del fenomeno e percepirnela gravità.

Una piccola premessa è tuttavia necessaria. Il crol-lo del sistema televisivo locale è identico in tuttaItalia, con delle specificità nel meridione di cui siaccennerà in seguito. Le cause sono sostanzial-mente tre. La prima è l’eccesso di offerta locale el’abnorme proliferazione delle reti nazionali chehanno rafforzato il duopolio Rai-Mediaset conl’attribuzione di canali generalisti e tematici cherestringono drasticamente lo spazio delle tv loca-li. La seconda è l’iniquità delle risorse, conside-rato che il duopolio raccoglie il 95% circa dellapubblicità, lasciando solo le briciole a tutto il re-sto del sistema. I contributi previsti dalla leggenon sono che dei palliativi che non scalfiscono lasostanziale iniquità del sistema.

A questo si è aggiunta la crisi, con il restringimentodel credito che ha reso quasi impossibile pro-

grammare investimenti e la gran confusione cherende ancora incerta la condizione giuridica del-le emittenti, molte delle quali si trovano ancoranel limbo di una incertezza giuridica e sottopostealla spada di Damocle dei vari giudizi pendenti.Un effetto collaterale della crisi è anche il crollodelle tariffe sui canali nazionali rendendole com-petitive anche per le aziende locali, che preferi-scono rivolgersi al duopolio che garantiscono unamaggiore visibilità, piuttosto che alle reti localiche hanno una estensione trasmissiva e uno sha-re sicuramente molto minore.

Né si può dimenticare il canone Rai, checostituisce una vera e propria tassa iniqua, poi-

ché attribuisce ad una rete che agisce in manieratotalmente commerciale, un vantaggio ingiustifi-cato a danno di tutti gli altri. Il sistema è stato man-tenuto in vita dal patron del maggior gruppo pri-vato poiché in cambio si è assicurato per sé unaserie di vantaggi costituiti dall’esclusiva pubbli-citaria, dall’affollamento degli spot e così via.

Elenco società ammissibili alla valutazione dei Psa (Piano di sviluppo aziendale)

Azienda Punteggio Contributo Psa (euro)

(Piano Inv. Prod.) in euro (Piano di Svil. Az.)

Pluriservice srl, C.da Salice Zona Asi, Corigliano Calabro (Cs) 83,25 124.581,60 306.754,00

Grandinetti Holding srl, Vis Statale 18, 9 Nocera Terinese (Cz) 75,43 51.001,20 123.428,00

Sagittarius Soc. coop., con sede in Viale San Bruno66,15 116.108,80 286.772,00

loc. Bosco Amatello, Lametia Terme (Cz)

Radio Tele International srl, Via M. Nicoletta75,21 312.500,00 778.000,00

Centro Comm. “Il Granaio”, Crotone. (Kr)

Radio Telediogene, Via Risorgimento, 107 Crotone (Kr) 63,26 99.489,20 248.722,99

Teleuropa srl, C.da Cutura Rende (Cs) 55,93 400.000,00 800.000,00

Telereggio srl, Via Demetrio Tripepi, 72 Reggio Calabria (Rc) 52,50 156.502,50 313.005,00

Totale 1.260.283,30 2.856.681,99

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 17 Maggio 2014 13Sull’orlo di un crollo

Quello che aggrava la situazione meridionaleè la desertificazione industriale con la quasi to-

tole scomparsa del mercato pubblicitario, il re-stringimento del credito che colpisce in manieraindiscriminato tutte le emittenti, la scarsità dei pa-trimoni aziendali, la spending review che ha az-zerato le piccole risorse che gli enti locali desti-navano alla cultura.

Veniamo alla questione dello switch-offche doveva creare il Bengodi dell’informazio-

ne locale. Le questioni fondamentali erano due, laprima è l’assegnazione delle frequenze, che sonosotto il vaglio della magistratura, e la seconda è laconcessione di un aiuto alle tv locali per adegua-re i propri impianti. Le due cose dovrebbero viag-giare in parallelo, perché se io concedo a una so-cietà la facoltà di trasmettere, devo anche garan-tirgli i mezzi per trasmettere, altrimenti il suo di-ritto è puramente teorico con conseguente sprecodello spazio trasmissivo. Ebbene la prima sorpre-sa è che i criteri sulla base dei quali sono state de-cise le due questioni sono totalmente diversi. C’èchi ha ottenuto la concessione ma non i mezzi perpoter adeguare gli impianti, e chi ottiene l’incen-tivo per l’adeguamento degli impianti senza ave-re la certezza che la sua concessione non possa su-bire pesanti modifiche essendo sub iudice. La Regione Calabria ha distribuito contributi perun totale di un milione e 260mila euro, che sonostati trasferiti dal ministero. La regione ha fatto,molto malamente, da tramite.

Ciascuna azienda interessata ha dovuto presenta-re un Psa (Piano di sviluppo aziendale), costitui-to dalla somma del Piano degli investimenti pro-duttivi (Pip) e del Piano dei servizi reali (Psr), checostituiscono una quota molto piccola del totale,a cui sono stati destinati complessivamente 31mi-la euro: per cui nella tabella sotto si è fatto esclu-sivamente riferimento al Pip. Le aziende calabre-si che hanno presentato la domanda sono in tota-le 22, di cui solo 15 sono state dichiarate idoneead ottenere il contribuito, distribuito però solo asette di esse. Le altre, benché meritevoli, non han-no ricevuto nulla per incapienza dei fondi.L’esclusione delle sette aziende è avvenuta tuttaper carenza di documentazione ai sensi dell’art.18 della legge. Anche per quanto riguarda questoaspetto non mancano contestazioni e la questio-ne non può certo dirsi conclusa.

Bisogna sottolineare che il contributo copre il 50% dell’investimento, per cui le sette aziende be-

neficiarie avrebbero dovuto realizzare investimentiper circa tre milioni di euro, ma i meccanismi dicontrollo della spesa sono alquanto carenti e lecondizioni del mercato del credito non consento-no di immaginare che le banche si siano precipi-tate a concedere le necessarie risorse per comple-tare le spese. Cosa dovrebbero fare le aziende chenon hanno ricevuto alcun incentivo? Avevano irequisiti per garantire la fornitura di servizi tele-visivi, gli impianti necessari per la trasmissioneoppure i mezzi propri per provvedervi? In caso

contrario a che serve avergli dato la concessionedestinata ad essere ibernata sine die, per impossi-bilità di trasmettere?E ancora. I piani di sviluppo delle aziende sonocoerenti con le concessioni? Come possono avervalutato gli investimenti necessari senza una co-noscenza dei soggetti operanti (o che opererannoquando saranno concluse le vicende giudiziarie)nel settore?

Quello che è certo è che l’offerta televisiva locale è scaduta di molto dopo il famoso switch-off

e tutte le Tv locali appaiono in sofferenza. Se de-gli operatori sono stati autorizzati a trasmettere bi-sognava che gli si desse la concreta possibilità dipoterlo fare. Sarebbe stato forse più opportuno da-re un incentivo sugli apparecchi idonei alla tra-smissione e non sui piani industriali che com-prendono ben altre spese non connesse al pas-saggio al digitale terrestre. Questo sarebbe statoin coerenza con quanto deciso per l’acquisto deldecoder da parte dei consumatori: il contributo èstato dato al decoder piuttosto che all’impianto te-levisivo. Il sistema di agevolare le aziende ha fi-nito per favorire i più forti o meglio introdotti nelsistema politico-clientelare. Con buona pace del-la qualità dell’informazione, sottoposta alla tute-la del Santo protettore.Nel prossimo numero ci occuperemo della vexa-ta quaestio dell’Lcn, che ha originato una vicen-da giudiziaria esilarante, con il Consiglio di Statochiamato persino a smentire sé stesso.

Società televisive ritenute ammissibili che non han-no ottenuto il contributo per incapienza dei fondi:1.Video Più, soc. coop. A r. l.,con sede in Via Sturzo, 1 - Mormanno (Cs)2.Alfag srl (Produzioni Editoriali Integrate), ZonaIndustriale Campo Calabro, Villa S. Giovanni (Rc)3.Radio Video Calabria, Piazza Pitagora, PalazzoEuromoda, Crotone (Kr)4.Telelibera Cassano, C.da Caldane Cassano alloIonio (Cs)5.Gruppo Adn Italia srl, Loc. Montesanti, LametiaTerme (Cz)6.Centro Audiovisivo Maranatna soc. coop. S r.l.,Viale della Repubblica, Cosenza (Cs)7.Rete Azzurra Tv, Ass. Culturale, Via Rimini, 15Cutro (Kr)8.Teleitalia, Via San Giovanni, 12 San Fili (Cs)

Società televisive che non sono state ammesse alcontributo per mancanza di documentazione re-lativa all’art. 17, come specificato:1.Digiesse spa, Via Aieta, 17 87028 Praia a Marecomma k;2.Rete Sud, Viale Europa, 6/C 87029 Scalea com-mi H, I, L, AA;3.Media Soc. Coop. Rete Mia, Roccellal Ionica, commi H, I;4.Tele A57 srl, Piazza Grottaferrata, 3 Rossano commi E, L, V, Y1, Y2;5.Radio Tele Tebe (RTT), C.da Valleleotta, Luzzicommi H, I, J, K, L, X, AA;6.Teleradio Speranza S.G. Via Poggio, Bacoli (NA)

commi C, E, G, H, J, K;7.Sette Gold srl, Viale De Filippis, 85Catanzaro commi H, I, AA.