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Mezzoeuro Mezzoeuro settimanale d’informazione regionale Radioterapia d'eccellenza a due passi da noi numero 8 - Anno 12 Sabato 23 Febbraio 2013 www. mezzoeuro.it www. mezzoeuro.it 0,50 + 0,50 Voce ai giovani euro 1,00 Voce ai giovani 6a Giornata nazionale Braille Quel mondo che non vuol vedere Una delle piazze traboccanti di folla riempite da Beppe Grillo in questa campagna elettorale

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Sabato 23 febbraio 2013

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MezzoeuroMezzoeurosettimanale d’informazione regionale

Radioterapia d'eccellenza a due passi da noi

numero 8 - Anno 12Sabato 23 Febbraio 2013

www.mezzoeuro.it

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0,50 + 0,50 Voce ai giovanieuro 1,00

Voceai giovani

6a Giornata nazionale BrailleQuel mondo che non vuol vedere

Una delle piazzetraboccanti di folla

riempite da Beppe Grilloin questa campagna elettorale

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di Franco Crispini

Per un vincente centro-sinistra sarannogiorni difficili e le battaglie che dovrà af-frontare con le truppe portate inParlamento, ammesso che quel luogo isti-tuzionale sarà ancora il centro di un seriodibattito politico, si presenteranno assaidure. L’immagine del Parlamento quale civerrà data dal voto di domenica e lunedìbisognerà vedere quanto sarà edificante:specie per ciò che riguarda la maggioran-za in Senato,oltre che naturalmente per ilsuo profilo umano, l’Italia meno avvedu-ta ed immatura potrebbe avere la meglio.Ecco la questione è tutta qui: prevarrà colvoto quella parte del Paese credulona, be-cera, banderuola, che condannerà l’altraparte a dover subire nuovi affronti al buongoverno ed alla crescita morale e civile,oppure il voto sarà espressione di una Italiaresponsabile, “giusta”, matura, che sa te-nersi lontana da tutte le forme di populi-smo ed istrionismo, che ha cercato e vo-luto chi si è tenuto lontano dalle buffona-te e dalle fandonie, chi potrà garantire ilpossibile, chi assicurerà un governo nonavventuroso, un pieno rispetto della Cartacostituzionale?L’avanzata del M5S di Grillo, facilmenteipotizzabile dopo che vi è confluito tuttoil fiume dell’antipolitica, dovrà costituireun avvertimento più che fermarsi ad es-sere, in Parlamento, dove avrà una cospi-cua presenza, una ambigua sponda perchissà quali invereconde operazioni.Questo pezzo di Italia che si è mosso die-tro Grillo e che esce premiato dalla sceltaelettorale, dovrà davvero essere una cordaal collo per la parte politicamente e civil-mente buona del nostro Paese? Si rischia,con Berlusconi e Grillo, due grosse spon-de parlamentari, di avere comunque deimacigni sulla strada dello sviluppo inter-no e della integrazione europea. Lo sce-nario del dopo voto farà nascere molte in-quietudini e preoccupazioni anche nel ca-so che la “Italia giusta” non sarà stata mor-tificata.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 20132

Ora c’è da chiedersi:quale Italia verrà fuori

dal voto elettorale?

Ora c’è da chiedersi:quale Italia verrà fuori

dal voto elettorale?

Il legno storto

Il Paese che domenica e lunedì si recherà alle urne, con una areadi astensione più p meno ampia, è da sperare che sia quello

che non porti con sé l’“avviso” pervenutogli dal solito mago dellacomunicazione elettorale(ingegnoso creatore di spot) col quale gli sidanno indicazione su come riscuotere la restituzione dell’Imu 2012;

è davvero auspicabile che siano pochi quelli che credono chequell’operazione non sia semplicemente uno specchietto per le

allodole ma venga realmente portata a termine e senza aggravio perle casse dello Stato o comunque come un atto di giustizia riparatrice.

Se questo gioco di inganni avrà fatto presa e all’amo abboccheràil bombaccione, il credulone, in che misura si vedrà già lunedì

pomeriggio, ancora una volta la politica irresponsabile e avventurosasarà stata vincente ed il Paese che si è prestato a tutti gli spericolati

raggiri avrà avuto quel che si merita. Il Paese che avrà sceltodi andare al voto, superando incertezze e delusioni, porterà con sé

una buona carica di astio e le sue opzioni possono essere diverse: hadi fronte diversi tipi di populismo, la carta illusionistica del grandeaffabulatore, il centrismo della formula tecnico-politica, il modellodi governo di una Sinistra cauta e mitigata, tante rappresentazioni

insomma di una Italia degli ultimi decenni. Secondo il segno cheverrà su questo o quello spazio sulla scheda, il Paese che ha espresso

il suo voto ci consegnerà il governo di domani, ci dirà quale Italiasiederà in Parlamento. E dal giorno dopo, quando si potrà anche

calcolare chi di più è riuscito a scuotere la cassettadell’astensionismo, quando potremo valutare l’ampiezza della spintadi Grillo e la presa che ha potuto avere l’illusionismo berlusconiano,

capiremo meglio allora in quale Italia politica ci toccherà viverei prossimi anni

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«Permette di trattare in modo preciso e non inva-sivo un tumore, risparmiando i tessuti sani e uti-lizzando dosi elevate di radiazioni ionizzanti con-sente di ottenere dei risultati terapeutici migliori».È la definizione che il dottor Valerio Scotti dà del-la Body Radiosurgery (radiochirurgia o radiote-rapia stereotassica ipofrazionata), tra le tecnichepiù evolute di radioterapia oncologica. Il MalzoniRadiosurgery Center di Agropoli (Sa) è attual-mente il centro con la più alta casistica di tratta-menti e ri-trattamenti radiochirugici e di radiote-rapia stereotassica.

Fondato nel 2004all’interno dell’Ospedale civile di Agropoli, e con-venzionato con il Ssn, la Malzoni Radiosurgeryvanta la più alta casistica europea per il trattamentoradioterapico stereotassico delle patologie onco-logiche epatiche e polmonari «ma questa terapia- precisa il dottor Scotti, direttore del servizio diradioterapia-radiochirurgia stereotassica - può es-sere applicata anche a lesioni che interessano al-tri distretti corporei come il mediastino, il pan-creas, l’addome, il distretto testa-collo, l’esofago,i reni e surreni, lo spazio retroperitoneale, retto,prostata». La Body Radiosurgery si pone ormaicome valida alternativa alla chirurgia tradiziona-le soprattutto quando questa non possa essere ef-fettuata; trova indicazione per quei pazienti in cuii tumori sono diventati resistenti alla chemiotera-pia o che hanno già effettuato una radioterapiaconvenzionale.«Controllando i movimenti dovuti alla respira-zione - spiega il dottor Scotti -, individuando inmaniera precisa il bersaglio da colpire ed effet-tuando un controllo costante della terapia, il ri-sparmio dei tessuti sani è massimo, evitando glieffetti collaterali della radioterapia convenziona-le. Il trattamento radioterapico stereotassico ha di-mostrato una tollerabilità elevatissima ed essen-do effettuato in regime di “day hospital”, ossiasenza la necessità di un ricovero, permette al pa-

ziente di riprendere subito le proprie attività quo-tidiane». A conferma della validità di questa ri-sorsa clinica per il trattamento dei tumori, sono infase di pubblicazione studi che vedono nella BodyRadiosurgery risultati pari e sembra addirittura su-periori in termini di sopravvivenza globale e con-trollo locale di malattia. Solitamente, invece, èusata come un’alternativa alla chirurgia tradizio-nale «costosa, difficile e che richiede un lungo pe-riodo di ricovero - continua Scotti - La nostra tec-nologia, insieme alla grande e pionieristica espe-rienza degli operatori, consente una precisione ditrattamento millimetrica, valutando durante l’ir-radiazione il movimento interno degli organi e deltumore dovuti alla respirazione».

La Malzoni Radiosurgery di Agropoli hadue acceleratori lineari di ultima generazione

che permettono si eseguire anche una radiotera-pia tradizionale. «La sperimentazione - dice l’Addel Malzoni Paola Belfiore - viene ora estesa an-che alle terapie tradizionali. I due acceleratori li-neari, così come i bunker, sono due macchinarigemelli.Tale caratteristica consente di affrontare l’even-tuale blocco di una delle due sorgenti, semplice-mente trasferendo i piani terapeutici da un acce-leratore all’altro». Il dottor Scotti entra poi nel det-taglio dei trattamenti. «L’effetto radiobiologico(cellkilling) superiore delle singole sedute (radio-terapia ipofrazionata) associata al risparmio deitessuti sani (precisione dei sistemi stereotassici)ci consente di trattare lesioni anche in distretti de-licati come fegato, vie biliari, pancreas e di effet-tuare ritrattamenti in pazienti con nuove lesionie/o con lesioni già irraggiate sia con tecnica ste-reotassica che con tecnica convenzionale. Sonostati irradiati circa 1600 tumori comprendenti tut-te le zone corporee (testa-collo, torace, addome,pelvi) anche in distretti difficili da trattare (fega-to, lesioni paraspinali, mediastino, rene)» spiegail dottor Scotti, responsabile del servizio di radio-terapia-radiochirurgia stereotassica del MalzoniRadiosurgery Center.

La lotta ai tumoriha un’arma in piùLa lotta ai tumoriha un’arma in più

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 3Le nuove frontiere della salute

Il Dott. Valerio Scotti descrivevantaggi e possibilitàdella Body Radiosurgeryuna nuova opzioneterapeutica per la curadel cancro :«La precisionemillimetrica consentenuovi trattamenti»

Acceleratori lineariIn basso, un telaio stereotassico

Nel box in alto, Paola Belfioreamministratore delegato del Radiosurgery center

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Dal settimanale Sette del Corriere della Seradel 22 febbraio 2013

di Isidoro Trovato

Ci mancava anche il cortometraggio firmato allaregia da Mimmo Calopresti. Una pellicola volu-ta da Greenpace per protestare contro le centralia carbone. Ennesima dimostrazione di quanto siaattuale il tema che riguarda energia a basso costoe inquinamento. Ora più che mai visto che il co-sto stratosferico raggiunto dal petrolio rende il bu-siness del carbone appetibile e molto remunerati-vo.Non a caso a Saline Joniche (in provincia diReggio Calabria), lontano dalla ribalta dei media,si sta giocando una partita senza esclusione di col-pi per la realizzazione di una centrale a carbone.Avolerla è Repower, multinazionale svizzera del-l’energia che ha rilevato una zona tristemente no-ta ai calabresi: l’area dello stabilimento exLiquichimica. Recentemente la Sei, titolare delprogetto ha comunicato che l’azionista di mag-gioranza, Repower, ha concluso un accordo con-trattuale per la cessione del 37,5% a un altro ope-ratore del settore energetico. Quella dell’exLiquichimica è una storia emblematica dell’Italiameridionale degli Anni 70: quel polo chimico do-veva produrre bioproteine per mangimi animali,ma venne chiuso dopo 48 ore dall’apertura. Il tem-po necessario per giustificare una spesa di 1.300miliardi delle vecchie lire arrivate a inondare ilterritorio reggino e ingolosire la ‘ndrangheta cheutilizzava il porticciolo del polo chimico per i suoitraffici di droga e armi. Su quella superficie di cir-ca 700 mila metri quadrati Repower ha costruitoun progetto architettonico (che prevede la realiz-zazione di due unità gemelle) affidato a due fir-me prestigiose: quella dell’architetto Italo Rota equella del paesaggista Andrea Kipar. Obiettivoprimario, fare in modo che l’area destinata allacentrale sia integrata con il territorio e la colletti-vità. «Abbiamo deciso di avvalerci di nomi notiche riuscissero a trasmettere la nostra ricerca disostenibilità ambientale, cultura e tradizioni loca-li, con ampi spazi verdi e vivai didattici», affermal’amministratore delegato di Repower Italia FabioBocchiola, «un “parco enzimatico” in grado di la-vorare l’energia». Il progetto, giudicato una delledieci eccellenze tecnologiche mondiali del setto-re, è stato premiato alla Mostra internazionale diTorino sia alla Triennale di Milano.

Burocrazia.Ma, aldilà dei riconoscimenti non si sa ancora sela centrale verrà effettivamente realizzata. L’iterburocratico è lungo e macchinoso. Per costruirel’impianto è necessaria l’autorizzazione unica conil parere positivo vincolante di 4 soggetti: il mi-nistero dell’Ambiente e i Beni culturali, per il ri-lascio della Via (valutazione d’impatto ambienta-le), il ministero dello Sviluppo economico e infi-ne la Regione. «Agiugno scorso il nostro proget-to ha ottenuto la Via, con parere positivodell’Ambiente e contrario dei Beni culturali, è do-vuto intervenire Monti, in quanto presidente delConsiglio, per l’approvazione definitiva».L’ostacolo più duro i dirigenti di Repower lo stan-no trovando nella Regione Calabria, fermamentecontraria all’opera: «La politica calabrese è mol-to frammentata e ciò rende difficile trovare un in-

terlocutore», sostiene Bocchiola. «È deprimentepensare che, benché il nostro progetto, con un in-vestimento di circa 1,5 miliardi di euro, avrà del-le ricadute socio-economiche significative sul ter-ritorio, la Regione Calabria non abbia mai consi-derato seriamente il piano e non mi abbia mai nep-pure ricevuto per discuterne».La realizzazione di una centrale a carbone perònon poteva che far sorgere pareri discordanti e intal senso la Regione Calabria è ben spalleggiata.Nel fronte dei No infatti si schierano ancheLegambiente, il Wwf e le altre associazioni eco-logiste. Queste sostengono che gli impianti a car-bone hanno un impatto 5 volte maggiore sul-l’ambiente circostante rispetto a quelli a gas.Inoltre, una recente ricerca scientifica condotta daGreenpace ha dimostrato che, in Italia, le mortiassociate al carbone sono 1 al giorno e i costi am-bientali e sanitari ammontano a 1,7 miliardi di eu-ro all’anno.L’amministratore delegato difende così il proget-to di Saline Joniche: «Non eravamo massimiesperti di carbone, quindi, per assicurarci che lacentrale non avesse ricadute né sulla salute dellapopolazione né sull’ambiente, ci siamo rivoltiall’Istituto di ricerca farmacologiche Mario Negridi Milano.

Il professore La Vecchia, capo del laboratorio diEpidemiologia generale, ci ha assicurato che nonvi sarà nessun impatto sulla salute umana. Il pas-so successivo è stato capire l’effetto sulla ecolo-gia».Insieme all’interesse però crescono anche le pro-teste: Legambiente sta portando avanti da tempouna battaglia contro la centrale e i suoi livelli diCO2. È un sistema in assoluto equilibrio.Oggi si sente parlare tanto di “carbone pulito”,ma l’immagine rimane sempre quella di un ma-teriale “sporco e nocivo” e in tempi di Ilva, di in-quinamento ai massimi livelli e spregiudicate ope-razioni di marketing da parte dei player dell’e-nergia, resta il dubbio che il “clean coal” sia un’in-venzione.«Il carbone pulito non esiste», ammette il man-ager di Repower, «sono le nuove tecnologie chepuliscono maggiormente il carbone che assicura-no un abbattimento dei livelli delle polveri, deimonossidi di carbonio e di CO2, e portano al mi-glioramento dell’efficienza degli impianti: con lostesso carbone si produce più o meno una volta emezzo l’energia di 10 anni fa». Poi c’è carbone ecarbone: «Nella scelta della materia prima siamodei veri e propri gourmand, ci piace quello con almassimo l’1% di zolfo».

La mafia in agguato.Ma i problemi di Repower per la costruzione del-la centrale non si esauriscono qui, sul progettoaleggia anche lo spettro della ‘ndrangheta. Il pro-curatore aggiunto di Reggio Calabria, NicolaGratteri (noto per la sua attività di contrasto allacriminalità organizzata), si dice certo che la ma-fia reclamerà una tangente del 4% su questo pro-getto e che s’intrometterà nell’assegnazione de-gli appalti.«Noi di Repower abbiamo un diktat preciso e chia-ro in materia», afferma Bocchiola. «Ci siamo giàattivati per il patto di legalità, anche se, al mo-mento, tutto questo mi sembra prematuro e nonpossiamo certo definirci delle prede». Ma quellospazio è già stato territorio operativo della crimi-nalità organizzata che forse, chissà, lo sente an-cora un po’ suo. Criminalità organizzata, questione meridionale,sviluppo, energia e speculazioni. La vicenda of-fre mille risvolti in chiaroscuro. Ma la sfida piùalta resta una: toccare il carbone senza sporcarsile mani.

Sul progetto aleggiaanche lo spettrodella 'ndranghetaIl procuratore aggiuntodi Reggio Calabria, NicolaGratteri si dice certoche la mafia reclameràuna tangente del 4%su questo progettoe che s'intrometterànell'assegnazionedegli appalti

Quel carboneche sporca le maniQuel carboneche sporca le mani

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 20134Centrale di Saline Ioniche, una partita senza esclusione di “colpi”

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Non l’ha inventato lui il nuovo o comunque il di-verso che irrompe alla porta, ora non esageriamo.Ma l’ha raccolto, l’ha organizzato, l’ha formatta-to per usare un termine caro al mondo dei pc cheè stato in parte la sua fortuna. Con la paletta del-la battuta e del grido disperato ha concentrato spu-ti di società incazzata in striscioni, slogan, ideepopolari e popolanti più che populiste. Li ha fat-ti correre a vuoto dove ha voluto seminando cu-riosità e gestendo senza entrarci direttamente tut-ti i media.

Ora che questa percezione, la sensazione forteche Belle Grillo fra poche ore prenderà a sber-

le gran parte dei partiti tradizionali, ha smesso diviaggiare sui canali criptati della politica nazio-nale è s’è via via trasferita nelle periferie depres-se delle sterminate province, sembra di vivere ilconto alla rovescia di un gran casino. Un gran-dissimo casino.C’è silenzio dalle segreterie regionali e provincia-li dei big di partito.C’è una strana sensazione se ti avvicini alla porta. C’è un umore disturbato, controverso, poco reat-tivo. Come si fosse distribuita una depressioneegualitaria senza né vinti né vincitori, equidistan-te nella sua spietata nettezza.

Slogan a parte, e frasi di comodo come uscitadi sicurezza, non parla più nessuno, più nes-

suno pare avere niente da dire. La furia non è diBeppe Grillo ma di chi in lui e attraverso di luivuole dare due calci nel culo a chi s’è seduto sul-le sedie quasi fino a prenderne le strisce sul sede-re. Non è Dario Fo a segnare una svolta storicasalendo su un palco che non è mai stato di colorediverso dal rosso per lui la svolta storica è che que-

sto tutto sommato è passato come dato acquisitosenza soffermarsi più di tanto.

È come se Grillo aprendo il rubinetto dell’acqua calda (questo tutto sommato si è inventato) non

avesse fatto altro, con genio sopraffino, che usa-re la suola delle scarpe di tutti per mandarli a ca-sa. A tutti i livelli e per tutti i gusti. L’acqua che sifa energia quando viene trattenuta da una diga èmetafora riduttiva se rapportata a quello che hacombinato scientificamente Grillo ed è puerile chilo attacca con la storia delle parlamentarie decisesul web.

Non è questo il punto, non è mai stato questo.Poteva pure candidare dei marziani, poteva sce-glierseli su marte, con i videogiochi, tanto nessu-no ci avrebbe fatto caso. Non conosciamo il no-me di nessuno dei candidati effettivi delMovimento cinque stelle, forse nessuno ne cono-sceremo mai. Grillo è uno sputo in faccia senzaricevuta di ritorno, senza impegno, senza assillo

di dover chiedere conto. È lo stesso Grillo che nonpensa minimamente di dover avere l’assillo di go-vernare un bel niente ed è lui per primo che sa be-ne che dopo questo giro gli resta un film o un li-bro documento a cui far fare il giro del mondo.Non è il gestire la sua missione. Anzi lui non hamissioni perché la sua missione era ed è quella diraccogliere gli orgasmi di rabbia usandoli comeclava con l’aggiunta di una interessante novità cheè sopraggiunta nelle ultime ore. Ci sono sindaca-listi, politicanti delusi, professori di scuola supe-riore o universitari, impiegati, ovviamente studentianche impegnati che nelle ultime ore hanno ma-turato un convincimento. Il voto a 5 Stelle proba-bilmente come unico marchingegno per tornarepoi subito al voto non prima d’aver visto consu-mare guerre civili all’interno di Pdl, Pd, Udc e viacosì. Come quello che vorrebbe sparare, non osachiederlo che lo faccia nessuno, ma opera perchéalla vittima predestinata cada al più presto un tet-to sulla testa. Così, quasi accidentalmente.

Pareva solo Bolzano, Milano, poi Torino, Roma,Campobasso. Poi Napoli, Bari, e comunque ro-

ba di altri. Col passare dei giorni e delle ore nonc’è politico conterraneo che a bassissima voce nonti confessi che chi più chi meno sarà costretto aprendere sberle di portata storica. E la differenzacol passato o con le solite guerre di simboli è chestavolta la schiaffeggiata non arriva da un altropartito che poi attacchi o smonti o compri o an-netti al tuo. Arriva da un insieme che non c’è, chenon vedi, che non puoi afferrare tanto è innatura-le. Quell’insieme è il popolo italiano. Quando persolito va così, con queste premesse, queste anti-camere e questi numeri, succede qualcosa di gros-so. Volevamo non farci trovare impreparati...

Un Grilloper la testaUn Grilloper la testa

C'è poco da dire, forsein questa misura nonse l'aspettava nessunoLa grande paura dei partititradizionali c'è tuttae ormai non la nascondepiù nessuno

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 5Siamo arrivati all’ultimo giro

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Il sistema elettorale è quello che è, lo abbiamosempre detto ed è inutile ripetersi. Circolano po-chi volantini, pochi fac simili, pochi manifesti.Non c'è stata adrenalina, è mancata la battaglia aldettaglio che è poi il sale di ogni competizioneelettorale che si rispetti. In pochi si lasciano tra-scinare dallo scenario nazionale, da che mondo èmondo è sempre stato il "local" a trainare e conquesta legge elettorale semplicemente non ci puòessere. Se a questo si aggiunge che i partiti anchelocali hanno fatto di tutto per scegliere volti grigie persino discutibili tanto a destra quanto a sini-stra il gioco, purtroppo, è fatto. Abbiamo vissutouna campagna elettorale amorfa, quasi surreale.Eppure, tornando ai gioci conterranei che non sisono mai fermati e che torneranno con vigore damartedì, ci sono alcune situazioni da tenere sottocontrollo in questo voto nazionale.

Innanzitutto la partita delle partite, visti gli sforzie le schermaglie. Il Senato in Calabria. Chi lo vin-ce mette un'ipoteca imporrante sul potere regio-nale. Se lo vincono Scopelliti e Gentile sarà dif-

ficile per tutti, anche in un quadro nazionale ipo-teticamente apocalittico per il Pdl, scalzare il cen-trodestra dal governo regionale. Questo addirit-tura potrebbe valere al quadrato se l'Udc dovesseprendere sberle su scala nazionale configurando-si come una delle poche postazioni di potere pu-ro da preservare. Al contrario, se a prevalere do-vesse essere il Pd ribaltando il voto del 2008 e su-perando anche il potere che può esercitare la mac-china della Regione, la spallata all'interregno diScopelliti e Gentile sarebbe evidente. E all'inter-no della spallata ci sarebbe poi chi avrà vinto di

più (indubbiamente Mario Oliverio) e chi di me-no tenendo conto che difficilmente si potrà attri-buire a Marco Minniti qualsiasi successo eletto-rale. Naturalmente, quanto detto, vale anche alcontrario nel senso che nel primo caso come nelsecondo chi non avrà vinto al Senato non se usciràdalla porta di servizio in silenzio ma avrà in qual-che modo preso una sberla difficilmente assorbi-bile. Se ne dovrà tenere conto in un modo o in unaltro. Allo stesso tempo sarà assai interessante ve-dere come terrà il Pdl in Calabria rispetto al datonazionale se cioè, come ha sussurrato Alfano, quida noi i numeri terranno.

C'è poi la partita del quorum dei socialisti, quisempre forti. Del Centro democratico di FrancoBruno. Di Sel al Senato, tutt'altro che scontata.Persino del polo di Monti se teniamo conto non èscritto da nessuna parte il superamento del quo-rum di coalizione per la Camera o dell'8% alSenato. Ci sono nomi e cognomi tanto per un ca-so quanto per l'altro. E c'è persino, dentro le vi-scere del centrodestra, la silente guerra intestinatra Pdl e Grande Sud che poi può anche signifi-care la conta intestina tra Scopelliti e Gentile. Chesono alleati e sommano i numeri ma che si pos-sono pure contare in questa occasione. Hai vistomai.

La nostraposta in giocoLa nostraposta in gioco

C'è una partita dentrola partita che si giocain Calabria. Forse ve n'èpiù di una. Vediamodi conoscerle da vicino

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 7È l’ora di calare le carte

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di Enrico Morcavallo

Da più parti politiche, in questi ultimi giorni dicampagna elettorale, si invoca “un voto utile”,cioè una sorta di appello agli elettori per indiriz-zare il loro voto verso quei Partiti o Coalizioni cheassicurino la maggioranza politica al Paese.

Io sono fermamente convinto che parlare di “vo-to utile” sia errato sotto il profilo giuridico e inop-portuno sotto il profilo politico. L'utilità o menodel voto, nel rispetto dei principi costituzionali fis-sati dall'art. 51, è una libera scelta dell'elettore chepuò ben essere manifestata in plurime espressio-ni, quali il voto per una delle liste in competizio-ne, la scheda bianca o sinanco l'astensione, purcensurabile perché realizza un'abiura ad un dirit-to costituzionale fondamentale.Ritengo, pertanto, più giusto parlare di un votoper l'Italia, per assicurare governabilità al Paese,

per tranquillizzare i governi europei, i mercati fi-nanziari, per progettare un programma di svilup-po per l'Italia.Il governo Monti, una soluzione tecnica emer-genziale voluta da tutti, ha colmato i vuoti e so-prattutto l'incapacità del governo Berlusconi dicontrollare la gravissima crisi economico-finan-

ziaria che aveva portato l'Italia ad un livello di po-chissimo superiore alla Grecia.Un governo tecnico che ha goduto della fiducia,della credibilità di tutti i partners europei per l'au-torevolezza dei rappresentanti di governo.I dati ed i risultati, ora falsati e manipolati ai solifini propagandistici, sono evidenti ed innegabilisul piano di una ritrovata fiducia sulla ripresa eco-nomico - industriale - occupazionale del Paese.Casini e l'Udc hanno immediatamente creduto nel-la soluzione del governo tecnico, assicurando unsostegno leale e forte, che ora ripropongono inchiave politico-elettorale, con una coalizione nuo-va che è la perfetta simbiosi di alta tecnica e com-petenza ed esperienza politica. L'impegno dellaeconomia, dell'industria, delle professioni, nellesue più alte rappresentanze, rappresenta il primoesempio nella storia della politica italiana di undiretto, personale, forte coinvolgimento nelle ele-zioni.E la speranza, e soprattutto il voto degli italiani edei giovani, cui in particolare mi rivolgo, è di nonfarsi ammaliare o fuorviare da voti di protesta dainviti vuoti o, peggio, da promesse false, ma guar-dare alle potenzialità, su un piano di sviluppo in-dustriale, occupazionale, economico, che un rin-novato impegno che coinvolga i politici, i tecni-ci, la coalizione del centro, dei moderati, dei cat-tolici, possa assicurare all'Italia.Non basta gridare contro con espressioni forti edanche suggestive, invocare il rinnovamento dellaclasse politica, senza alcuna prospettiva, senza fu-turo, senza proposte, senza programmi seri e pra-ticabili.Dobbiamo invece votare per l'Italia, per il suo svi-luppo certo, per il rinnovamento politico che è ini-ziato con il governo tecnico Monti e deve prose-guire con una coalizione allargata che veda, co-munque, i centristi al governo del Paese.

Le preoccupazioni fondateche si nascondonosotto il cappello di questatornata elettoraleChe è decisiva, per tutti

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 20138Appelli civili, la civiltà di un appello

Un voto per il PaeseUn voto per il Paese

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Dottoressa Loizzo è più doloroso un mal di dentio finire sotto attacco dalla parte politica avversa perquestioni di "salute"?«Chi soffre il mal di denti non troverebbe simpa-tica la sua domanda nel senso che con le chiac-chiere si può passare il tempo, specie quelle cheruotano attorno al nulla mentre con il mal di den-ti si scherza poco per solito. Non ho dubbi. Duolecertamente più un dente...»Quindi finire in un comunicato del Pd provinciale,dove la si indica in qualità di coordinatrice del Pdlquale beneficiaria di una struttura ospedaliera crea-ta ad hoc, non le fa nessuno effetto?«Credo che i maggiori effetti li vedrà ritorcersi neiloro confronti nel senso che ho dato mandato ailegali di querelare penalmente questo fantomati-co coordinamento provinciale del Pd. Dovrà chie-dere a loro la reale portata dell'effetto...»Fantomatico dice?«Certo, fantomatico. Ho chiesto anche formal-mente che mi venisse fornito un nome e un co-gnome ma niente. C'è una manina poco coraggio-sa che si nasconde dietro una sigla che di fatto nonesiste, non ha codice fiscale, non ha registrazionegiuridica. Il coordinamento provinciale del Pd difatto non esiste. Vorrà dire che ne risponderà ilcommissario regionale D'Attorre, naturalmentequando avrà finito la sua gita itinerante per laCalabria...»Ma querela a parte cos'è che trova del tutto insen-sato in quell'attacco? Lei è professionista dal co-gnome griffato e garantito, un punto fermo per lacittà. Ma è anche in politica, è coordinatrice delPdl...«E quindi? Dove sta la contraddizione in termini?La politica nel mio caso è passione, pura passio-ne. Qualcuno è in grado forse di dimostrare chetraggo vantaggi professionali dalla mia attività po-litica? Nessuno, mi dia retta. Semmai il contrarionel senso che sottraggo ore preziose al mio lavo-ro e al mio studio privato che non ha certo biso-gno dei partiti per reggersi».Ma la sostanza è quel dipartimento "complesso" diOdontoiatria all'Annunziata. Si poteva o non si po-teva istituire?«Certo che sì. Solo chi è scarsamente informatoper sua consuetudine, o accecato dalla viltà poli-tica di basso livello, può dire il contrario. Facciamoun po' di chiarezza. Intanto parliamo di denti, disofferenza allo stato puro, di segnali minimi di ci-viltà. Il cosiddetto Tavolo Massicci nonha mai dettato ordini o divieti per lasemplice ragione che non è nato perquesto. Non rientra tra le sue preroga-tive. È un organismo di coordinamen-to e di amplificazione tecnica delle lineeguida dettate dal ministro Balduzzi alleRegioni, come la nostra, che patisconoil piano di rientro della sanità. Con ildecreto 18 e 106 il governo e quindiil Tavolo concedono la possibilitàche negli ospedali Hub, comel'Annunziata per esempio, è possi-bile istituire unità complesse di unaserie di branche dipartimentali. Traqueste odontoiatria ma non solo.L'azienda ospedaliera di Cosenza re-cepisce i decreti e istituisce la struttu-ra complessa di odontoiatria. Mi spie-ga lei dov'è l'anomalia?»Che il primario sia lei, questo intravededi anomalo il "fantomatico" coordina-mento del Pd..

«Ma quale primario, lasci perdere. Parliamo delnulla. Oggi è una carica solo potenziale, virtuale,non esiste. Semmai ci sarà dovrà venire fuori daun concorso fra un paio d'anni e il fatto che in que-sta fase da interregno dall'istituzione al concorsosia stata indicata io come responsabile lo ritengo,mi perdoni la franchezza, il minimo».Il minimo dice?«Certo, e le spiego il perché senza falsa modestia.15 anni fa Cosenza aveva l'unità complessa diodontoiatria. Era un'eccellenza, un faro. Un pun-to fermo. Poi il nulla, grazie naturalmente alla mio-pia e alla grettezza della politica conterranea.Indovini come si chiama il dentista che dal nullache c'era ha comunque creato e supportato un di-partimento "semplice" di odontoiatriaall'Annunziata»Non so come si chiama. Me lo dica lei.«Si chiama Simona Loizzo. Dal nulla mi creda,dal nulla. 15 anni fa se bussavi alla porta dell'o-

spedale con un mal di denti ti riman-davano al mittente, cioè a casa. Ha

capito di cosa sto parlando?».E poi, da allora?«Poi arriva il regno di Loieroe di Petramala e io non solo

vengo con-

fermata al mio posto con pieno sostegno dai man-ager quanto, il governatore dell'epoca, mi inseri-sce pure nella commissione tecnica di odontoia-tria pubblica. Insomma dal niente tiro fuori un di-partimento che la sinistra al potere naturalmentemi conferma. Oggi il governo dà direttive per po-ter istituire l'unità complessa e chi dovrebbe esse-re chiamato a dirigere il traffico se non la sotto-scritta? Ma non è questa la cosa che mi fa più ma-le di questa faccenda, ce ne sono almeno un paioche non mi scendono».Quali?«Che parliamo di gente debole, di emarginati.Spesso di disabili. Parliamo di dolore vero, di unacarezza. Se non fa questo la sanità pubblica michiedo a cosa serve ancora. Con quello che costaoggi andare dal dentista privato non le sembra unvanto poter offrire comunque un centro dignitosoanche gratuitamente a tutti dentro l'ospedale di unacittà così importante come Cosenza? Questo mi famale. La polemica sulla pelle di chi è già sconfit-to dalla società, di chi non ha soldi per andare daimigliori dentisti della città. Ma non era la sinistraun tempo che diceva di volersi occupare di loro,dei più deboli?».E la seconda delle cose che non "scendono"?«Che non c'è più, o c'è poco, la Cosenza del ri-spetto trasversale. La Cosenza orgogliosa del suopassato, fiera delle proprie cose. Penso al cogno-me che porto, a mio padre, il pediatra che ha dav-vero "allevato" i figli di una città. Penso alla suacommozione quando mi parla dei primi passidell'Annunziata e penso alla mia di commozionequando giorni fa a tarda sera ho visto material-mente nascere il Dea, lo aspettavano tutti dal '95.Questo mi fa male. L'orgoglio e la fierezza fatti apezzi sul tavolo della propaganda politica. La sta-tura dei politici cosentini del passato non se le con-sentiva certe fesserie».Già, la politica. Siamo arrivati al fine settimana delvoto e non le chiedo come va a finire ovviamente.Ma ci tolga una curiosità invece. Il Pdl è uno soloo ce ne sono almeno due, specie a Cosenza?«So dove vuole arrivare e le rispondo con nettez-za. Non c'è mai stata nessuna conflittualità tra ilsenatore Gentile e il gover-natore Scopelliti. Che iosappia mai. Oggi poil'unità di intenti è to-tale. Chi spera nelcontrario può ras-segnarsi».

DomenicoMartelli

Simona Loizzo, finitaal centro degli attacchidel Pd cosentinoper l'istituzione del repartodi Odontoiaria complessadell'Annunziatanon porge l'altra guanciama non sparge nemmenobenzina sul fuoco: aiutoe aiutiamo chi se la passapeggio a potersi curarela bocca, i dentisti privaticostano troppo. Ma nontoccava alla sinistra doversioccupare dei più deboli?

Non sono io ad avereil “dente” avvelenatoNon sono io ad avereil “dente” avvelenato

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 9Con la salute, tutto sommato, non si scherza...

SimonaLoizzo

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di Rodolfo Gualtieri*

La misura è colma.La Cisl medici ritiene che l’atteggiamento man-tenuto da questa direzione strategica nelle rela-zioni sindacali con la dirigenza medica, con tuttii propri dipendenti e financo nei confronti dei cit-tadini del proprio bacino d’utenza, abbia supera-to qualsiasi limite di tollerabilità. In questi annistiamo assistendo ad un lento ed inesorabile de-grado dell’intero tessuto sanitario nazionale chenella nostra provincia diventa sistematico sman-tellamento.Se nell’intero Paese le lancette dell’orologio del-le relazioni sindacali sono tornate indietro di sva-riati decenni, nella nostra azienda siamo arrivatia far risalire la sabbia della clessidra.Si spostano strutture da un dipartimento ad un’al-tro, si chiudono strutture complesse senza ricol-locare adeguatamente, come previsto dalla nor-mativa, direttori e dirigenti medici, si inventanonuove strutture complesse con nuovi direttori, sispostano dirigenti da una struttura ad un’altra inbarba a qualsiasi normativa, si stravolge qualsia-si organizzazione del lavoro di intere aree azien-dali, si spostano fondi retributivi della dirigenzaSanitaria su altre voci di bilancio e tutto questosenza neanche l’ombra di quel minimo che la leg-ge prevede e rispondente al nome di “informati-va”.L’elenco delle cose che il sindacato ha dovuto sop-portare nel nome dell’emergenza economica e delPiano di rientro è inenumerabile. La riorganizza-zione che, attraverso i tagli, avrebbe dovuto por-tare ad una gestione più economica ma anche piùefficiente ed efficace, ha visto e vede realizzaresolo tagli. Taglio delle strutture, taglio dei posti dilavoro, taglio delle retribuzioni, ma nessun mi-glioramento di efficacia ed efficienza.La dirigenza medica viene costantemente morti-

ficata ed utilizzata come alibi dell’inefficienza ge-nerale. Viene mortificata nei diritti di poter lavo-rare nella tranquillità di vedere i frutti del propriolavoro e del riconoscimento del merito. L’avvocatoGangemi, nel giorno del suo insediamento comecommissario prima e direttore generale poi, nel-le sue dichiarazioni alla stampa, poneva come tra-guardo primario della sua gestione il riconosci-mento del merito. Non ce ne siamo accorti.L’ultima goccia del trasferimento del Pronto soc-corso fa traboccare il vaso. Non è in discussionela piena soddisfazione per il raggiungimento diun traguardo, la consegna di locali più idonei e di-gnitosi ad un’area nevralgica per la nostra azien-da quale quella dell’Emergenza, che l’interaProvincia attendeva da anni. Non lo è non potrebbemai esserlo. È in discussione la progressione a tap-pe improvvisamente forzate che vanno dall’inau-gurazione seguita dal completamento dei lavori,dall’installazione delle apparecchiature pressochécontemporanea all’apertura operativa, e che è sem-brato fossero dettate più da scadenze elettorali che

non dalle esigenze dell’utenza. Dopo anni di la-vori ed attività sonnacchiose e stanche, improv-visamente è scattata una tempistica da “emergen-za catastrofe naturale”.Tutto ciò è passato attraverso:l’improvviso blocco senza alcun preavviso ad ope-ratori ed utenza già prenotata delle attività del Daysurgery del presidio di Rogliano;trasferimento immediato di personale da questaattività al nuovo Pronto soccorso;lo stravolgimento dell’organizzazione del lavorodell’intera area dell’emergenza;lo spostamento immediato di specialisti quali ria-nimatori, cardiologi, pediatri dalle loro normalimansioni, svolte già in notevole sofferenza, a quel-le di supporto al Pronto soccorso;l’attivazione di reperibilità e prestazioni aggiun-tive del personale medico e non (ce ne era stataappena comunicata una prossima revisione nel-l’ottica della Spending Review) con notevole ag-gravio di spesa.Tutto questo senza la più piccola preoccupazionedi “informare” le sigle sindacali.Unica informativa giunta via mail, stranamentecontemporanea alla nostra richiesta di convoca-zione, è la trasmissione della comunicazione do-vuta ad enti ed autorità competenti in casi di tra-sferimento di una attività come il Pronto soccor-so, dove le Ooss non risultano neanche in indi-rizzo.Per tutto ciò e per altro non qui ricordato, la Cislmedici ritiene che questa riunione, convocata a“babbo morto”, come si dice là dove la sanità pub-blica funziona, sia un’inutile perdita di tempo, al-meno fino a quando questa direzione strategicanon dimostri un reale cambio di atteggiamentonelle relazioni sindacali. Pertanto, la nostra sigla,ritira la propria delegazione riservandosi tutte leforme di lotta previste dalla normativa corrente.

* I segretario aziendale

La Cisl medici ritiene chel’atteggiamento mantenu-to da questa direzionestrategica nelle relazionisindacali con la dirigenzamedica, con i dipendentie con i cittadini abbiasuperato qualsiasi limitedi tollerabilità

L’ultima goccia chefa traboccare la fiala L’ultima goccia chefa traboccare la fiala

MezzoeuroMezzoeuroSabato 16 Febbraio 201310La misura pare proprio essere colma

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L’Oms riconosce il dolore come uno dei maggio-ri problemi di salute pubblica che colpisce tutte lefascie di età; il dolore può aggravare e peggiora-re un’altra malattia oppure esistere e perdurare dasolo.Secondo L’Istat la popolazione italiana presentauna prevalenza del dolore cronico del 21,7% checorrisponde a circa 12.686.335 abitantiPurtroppo la malattia dolore non sempre è rico-nosciuta o, cosa ancora più grave, il malato condolore non sempre è creduto generando un dram-ma che affligge il 21,2% di coloro che colpiti dal“dolore cronico” non sanno a chi rivolgersi per lacura della propria sofferenza. Questo gravissimo problema di identificazionedelle strutture e specialisti a cui rivolgersi è un re-taggio di cattiva sanità che speriamo venga scon-fitto con l’applicazione della legge 38 (15-03-2010) che nel suo primo articolo declina «il dirit-to di ogni cittadino italiano a poter accedere allestrutture di terapia del dolore e cure palliative»!Per legittimare nella sostanza tale diritto ogniRegione è chiamata a predisporre una Rete di cen-tri di differente complessità a cui dare il compitodi soddisfarre il bisogno di salute delle personecon dolore cronico, eliminando così la discrimi-nazione esistente nelle differenti aree regionali ita-liane ed evitando le discrezionalità proceduraliche hanno caratterizzato la fase pre-legge. Siamodi fronte ad un impronta che dovrà rivoluzionareil nostro sistema di garanzia alla salute; infatti l’at-tenzione al diritto a non soffrire porrà il pazientein primo piano generando un virtuoso circuito diqualità delle cure nelle stutture sanitarie pubbli-che e private che offrirà l’occasione per renderepiù appropriate ed efficienti le prestazioni e dun-que meno costose. Affinché tale concetto diven-ga vero e capace di dare risposta alla complessitàe rilevanza epidemiologica della malattia dolore,la legge ha predisposto modelli gestionali nuovied innovativi,non solo mediante il coinvolgimentodi più figure specialistiche ma soprattutto attra-verso un ampia e condivisa collaborazione col ter-ritorio (Distretti Mmg) e una più capillare e cor-retta informazione della popolazione. La Regione Calabria impegnata in un piano dirientro ha visto nella legge 38 il manifesto di unanuova sanità in cui l’appropriatezza e l’eccellen-za tornino ad essere il riferimento su cui basare lanuova programmazione.Ha deliberato l’uso immediato dei Fondi previstidagli obiettivi di piano per costruire la Rete diTerapia del dolore e cure palliative ed ha elettol’Azienda di Cosenza quale capofila del progettodi riorganizzazione strutturale e operativa su sca-la regionale.

L’ospedale di Cosenza sfida con questo progettola sua credibilità di dar voce ad una nuova alleanzacon la gente e né fa il perno su cui ricostruire ilsuo sviluppo e la sua evoluzione organizzativa estrategica.

Il dr Francesco Amato, presidente nazionale diFederdolore società italiana dei Clinici del Dolore,responsabile del Centro di Terapia del dolore Hub(delibera n° 11163 del 2 sett. 2011), pressol’Azienda ospedaliera di Cosenza ha avuto un ri-conoscimento ministeriale, secondo cui L’UnitàOperativa da lui diretta è stata inserita tra le pri-me cinque Unità operative sia per carico di lavo-ro che per prestazioni erogate (Corriere della Sera2009) . Egli ci spiega come il suo gruppo di la-voro abbia identificato nei processi innovativi didiagnosi e cura un elemento di carattererizzazio-ne professionale. Nel Centro si utilizzano tecniche quali:- la teletermografia,- i potenzilai evocati Lep per diagnostica

strumentale,- la scrambler terapy,- la stimolazione transcranica per il dolore

ribelle agli altri trattamenti,- nonché l’utilizzo di metodiche quali la

radiofrequenza e sistemi infusivi programma-bili telemetricamente.

L’impianto di sistemi Porth per la chemioterapiae l’impianto di pompe per il trattameneto del do-

lore da cancro oltre a dare risposta a quanti con-siderano tale problema un dramma quotidiano hacertamente contribuito a rallentare la migrazionesanitaria diminuendo i disagi di numerosi pazientisofferenti.Si è poi costruità una griglia che servirà a realiz-zare un Osservatorio regionale sul buon uso deifarmaci specie quelli Oppioidi che devono esse-re incentivati e monitorati nel corretto uso: la no-stra realtà sarà all’avanguardia in questo percor-so e di utilità per tutte le altre reti che nascerannonelle Regioni.Il nostro obiettivo - dice il commissario straordi-nario, Paolo Maria Gangemi - [...] è l’incentiva-zione della qualità dell’offerta sanitaria attraver-so il raggiungimento di requisiti qualificanti e l’av-vio di processi di valutazione interna dell’attivitàsvolta.Ottimizzare, quindi, l’utilizzo delle risorse dispo-nibili per fare in modo che ciascun attore del si-stema possa valorizzare il suo ruolo sinergica-mente agli altri in un contesto di obiettivi condi-visi.

Dati della letteratura internazionale segnalano chealla patologia dolore viene allocata una spesa in-neficace ed inefficiente per ricoveri impropri eprestazioni inappropiate che si aggira dal 18 al23% della spesa corrente. Per il commissariostraordinario Paolo Maria Gangemi, la correttaapplicazione della legge 38 può divenire dunqueil manifesto della nuova “efficienza” anche in re-lazione alle potenzialità che la legge contiene diriordino economico della spesa corrente in moltepatologie disabilitanti e croniche sostenute dal do-lore, quale il dolore della schiena, da amputazio-ne di arti, da esiti di traumi che concorrono ad in-nalzare drammaticamente la spesa sanitaria anchein virtù di un ripetersi inutile di farmaci senza ef-ficacia ed indagini inutili e costose, quali Tac eRisonanze ove il dolore dipende da condizionibiologiche differenti che vanno identificate den-tro un nuovo processo di cura. Infine ma non per ultimo si sottolinea l’enormevalenza sociale, che il rispetto per la vita e per lapersona umana ci impone: nessuno sia afflitto daldolore inutile ed evitabile. Fra gli obiettivi c’è quello di costruire attraversorapporti interprofessionali e di colleganza una cul-tura comune che sappia dare risposte alla crescentedomanda e a quello che oggi viene definito unodei primissimi problemi sanitari e cioè la cura deldolore. Il futuro si apre dal dolore per un nuovoSud in armonia con il Paese e capace di affronta-re le nuove sfide sanitarie: per questa volta tra iprimi interpreti della legge.

Il Centro per la terapiadel dolore dell’Annunziatadi Cosenza capofiladi un progetto nazionale

Siamo i primia far soffrire di menoSiamo i primia far soffrire di meno

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 11Quando speculare sulla salute non serve

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Il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano,fa tappa a Catanzaro e porta direttamente daCorigliano un pieno di fiducia rispetto alle pro-spettive di vittoria nella Regione del governatoreScopelliti e del sindaco Sergio Abramo, il primocittadino che ha sfidato le urne per due volte indieci mesi, riportando il centrodestra alla vittoriaper la terza volta di seguito. Onore al merito dellavoro di una «squadra coesa e compatta» che ègià premiata dai sondaggi, quelli che si sussurra-no nel tam tam degli sms e della rete.

Da Catanzaro Alfano rassicura, citando unsondaggio di Euromedia research: «In Calabria

non solo vinceremo ma otterremo la percentualedi consensi più alta d’Italia». Il merito è diScopelliti che «ha saputo gestire la sanità», quel-la ben rappresentata dai dipendenti dellaFondazione Campanella che manifestano in piaz-za Prefettura e con i quali il governatore si sof-fermerà al termine della manifestazione, dandonuove rassicurazioni sulla firma del protocollo traRegione e Università che mette in salvo il Polooncologico.«Scopelliti ha realizzato quello che noi faremouna volta al governo - afferma Alfano - tagliere-mo gli sprechi per far diminuire la tassazione. CosìScopelliti ha tagliato decine di milioni di euro disprechi nella sanità calabrese senza toccare i ser-vizi resi alla comunità». Il segretario nazionaleparla davanti alla platea che vede seduti in primafila il deputato uscente Michele Traversa e l’exgovernatore Giuseppe Chiaravalloti, il senatoreVincenzo Speziali, a Giovanbattista Caligiuri. Insala tra gli altri candidati anche Rosanna Scopellitie Dorina Bianchi, mentre i capilista Jole Santellie Tonino Gentile siedono al tavolo della presi-denza.«Grazie a questi amministratori radicati sul ter-ritorio riusciremo a vincere ancora», esordisce unAlfano particolarmente scoppiettante. «L’obiettivodelle elezioni è riempire le urne. Le piazze pienein passato non hanno avuto corrispondenza conle urne piene. Quello che noi diciamo a tutti glielettori che hanno votato in passato per il centro-destra e il Pdl - ha aggiunto - è che se qualcunoha la tentazione di votare Grillo, sappia che Grilloavrà in Parlamento esponenti dell’estrema sinistranascosti dietro la sua faccia. Ci sono esponenti deicentri sociali, dei no Tav, dell’estrema sinistra chemilitano nelle liste di Grillo e che finiranno inParlamento. Ed inoltre, se qualcuno di centrode-stra immagina di mandare tutti a casa votandoGrillo, l’effetto finale non sarà di mandare tutti acasa, ma di mandare Bersani a palazzo Chigi e algoverno. Quindi - ha concluso Alfano - l’unicachance per chi non vuole Bersani e la sinistra algoverno è quella di votare Pdl e Berlusconi pre-sidente».

«Quello che occorre fare è dare, anche nelcampo della sanità una possibilità di maggio-

ri detrazioni dall’imponibile per tutte una serie dispese. E’ il modo migliore per agevolare le fami-glie e contrastare l’evasione». E non poteva man-care l’accenno al ponte sullo Stretto che secondoAlfano è «un’opera strategica per il futuro di que-

sta area del sud. E dico di più: non del sud Italiama del sud dell’Europa. Prima che noi arrivassi-mo al governo, nella precedente legislatura - haaggiunto - i piani di trasporto europeo, con i co-siddetti corridoi, si fermavano molto più su. Solograzie a questa grande infrastruttura è stato im-maginato un corridoio Berlino-Palermo che in-frastrutturerà robustamente anche la Calabria ol-tre che la Sicilia. Ma nel frattempo, grazie al go-verno Scopelliti e grazie al suo rapporto col go-verno nazionale non abbiamo dimenticato le ope-re strategiche interne alla Calabria che sono statefinanziate ed in parte avviate e saranno comple-tate». «Il piano di infrastrutturazione della Calabria- ha concluso Alfano - troverà nel nostro nuovogoverno un punto di riferimento essenziale».

Gli interventi«Non si può strumentalizzare l’attenzione che siè concentrata su Catanzaro in merito alla sanità»ha esordito il governatore Peppe Scopelliti. «LaCardiochirurgia che è prevista nel protocollo enell’accordo con l’Università Magna Graecia diCatanzaro prevede dei posti letto, e come c’è scrit-to nel decreto 136, anche dei posti letto a ReggioCalabria. Questo significa che Catanzaro conti-nuerà ad avere i suoi posti letto: questa precisa-zione serve a smontare quei personaggi della si-

nistra che ancora pensano di dividere i nostri ter-ritori. Noi non facciamo atti che sono contrari aiterritori, ma dobbiamo dare seguito ad atti che so-no stati firmati dai vari Lo Moro e Loiero. Vorreitanto che questo centrosinistra cominciasse a par-lare di cosa vuole fare di questa Calabria se do-vesse mai andare al governo. Obiettivi che anco-

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201312Lampi d’azzurro

La Calabria stupirà...La Calabria stupirà...

Alfano nel capoluogodi regione tornandoda Corigliano conclementine e ottimismoTra uno slogane un altro lascia circolareun segretissimosondaggio che vedrebbei berlusconiani conterraneitra quelli messi meglioin giro per l'Italia

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ra non ci sono stati chiariti da un capolista del pdche si aggira in Calabria e che si chiama Bindi».Scopelliti in crescendo motiva il popolo pidielli-no rassicurando sulla ripresa del centrodestra so-prattutto nel Sud. «Se faremo una grande campa-gna elettorale sforzandoci tutti ancora di più - di-ce ancora - corriamo il rischio di vincere e vince-re anche bene. Daremo un’altra lezione a questocentrosinistra dimostrando ancora una volta chenoi siamo forti, radicati e adeguati rispetto a quel-lo che chiede il nostro territorio». Proprio Scopellitipresenta il documento sottoscritto dai candidativolto a rafforzare un «progetto che contribuirà al-la crescita sociale ed economica della nostra ter-ra perché dove c’è cultura e lavoro c’è legalità» eche vede tra le priorità completamento dellaSalerno - Reggio, della statale 106, l’alta velocitàferroviaria, la difesa dell’aeroporto di Crotone, laZona franca per il porto di Gioia Tauro.

Abramo: vince il gioco di squadra.Solo il pdl può governare il PaeseA fare gli onori di casa era stato proprio il sinda-co Sergio Abramo che torna sul concetto di squa-dra, quella che fa la differenza «e ha permesso alcentrodestra di tornare al governo della città perla terza volta in pochi mesi, e nel nostro caso con-quistando addirittura nove punti percentuali in piùrispetto al maggio scorso. Il nostro è l’esempio dicome si può amministrare una città e quindi an-

che il Paese - afferma ancora Abramo - il Pdl èl’unica forza che può governare. Il centrosinistranon ha idea di quella che deve essere la pro-grammazione in un settore importante come l’in-novazione, indispensabile per essere competitivinello scenario internazionale e quindi per creareoccupazione». Il gioco di squadra vince, lo riba-disce anche l’assessore regionale Domenico Tallinitra i principali sostenitori della candidatura delcollega Piero Aiello, numero quattro al Senato,che assieme a Pino Galati, numero quattro allaCamera che a Catanzaro c’è solo nato ma da la-metino è pronto a rappresentarla, rappresentanogli unici due parlamentari che eletti potranno rap-presentare le istanze del capoluogo di regione.«Mi piacciono le campagne elettorali difficili, equesta era iniziata in salita - afferma Tallini - cisiamo sbagliati anche a valutare il ritorno in cam-po di Berlusconi che ha sconcertato tutti ma avu-to una grande capacità di ricompattare il Pdl re-stituendo entusiasmo e prospettiva». Di liste mol-to rappresentative del territorio parla anche MarioMagno, vice coordinatore provinciale di Catanzaroe consigliere regionale. «Siamo in grado di man-dare un parlamento una pattuglia di calabresi chesapranno raccordarsi al buon operato della Giuntaregionale che sta riorganizzando la sanità, spen-de i fondi europei, pensa alla riorganizzazione del-le infrastrutture, al contrario di quello che diceBersani».

Ferro: manderemo al governo una classedirigente che sa dare risposteLa battaglia elettorale si conduce tra il centrosi-nistra e il Pdl, lo afferma anche Pino Galati, ma«l’Italia è un Paese di moderati e non capirebbeuna maggioranza di centrosinistra che in realtànon ci rappresenta, per questo dobbiamo cercaredi portare al voto gli indecisi». Un partito «fortee unito sul progetto di Berlusconi», afferma il can-didato al Senato Aiello che di fatto viene interrottodall’arrivo di Alfano e fa in tempo a rimarcare:«Abbiamo accettato di metterci in discussione ein gioco per amore della città». A fare gli onori dicasa dal tavolo della presidenza il presidente del-la Provincia, e coordinatore provinciale del Pdl,Wanda Ferro. «Manderemo al governo una clas-se dirigente che sarà in grado di dare risposte po-litiche, archiviando le bugie di questa campagnaelettorale e di un governo tecnico che poi è di-ventato politico - afferma la Ferro -. La nostra èuna nazione moderata che non si rassegna ad es-sere diretta dai post comunisti, dove Vendola go-verna con Monti che in coalizione ha tanti tradi-tori del Pdl, e poi ci sono i grillini che esercitanouna politica di protesta ma non di proposta. Miauguro che gli italiani ricordino chi è Bersani e ilsuo operato da Bersani». A plaudere al risultatoelettorale di Abramo, «che prima è finito alla ri-balta nazionale per la questione dei brogli ma nonha avuto altrettanto ritorno mediatico quando havinto per la seconda volta in pochi mesi aumen-tando la percentuale del consenso», è il vice coor-dinatore regionale del Pdl, numero due al SenatoTonino Gentile che si dice certo dell’ingresso aPalazzo Madama anche di Piero Aiello.In merito alle dichiarazioni del segretario nazio-nale Alfano, è intervenuto il coordinatore regio-nale democratico, Alfredo D’Attorre. «Leggendole dichiarazioni pronunciate oggi a Catanzaro dal-l’onorevole Angelino Alfano viene da commen-tare : toh, chi si rivede - afferma -. Il segretario delPdl sceglie la Calabria per rispuntare dal conod’ombra in cui da settimane è stato sospinto dalritorno in campo di Berlusconi, provando a emu-lare il suo maestro con improbabili promesse elet-torali e con riferimenti privi di qualsiasi fonda-mento a fantomatici sondaggi elettorali.In realtà, Alfano sa perfettamente che le cose stan-no ben diversamente e che il divario tra centrosi-nistra e centrodestra sta addirittura aumentandonella fase finale della campagna elettorale, sia inItalia che in Calabria, e che oggi il Pdl, anzichécontinuare a sognare una rimonta che è solo nel-le fantasie di Berlusconi, rischia piuttosto di ve-dersi superato al secondo posto dal movimento diGrillo.D’altronde, per quanto riguarda la Calabria, la pro-va più evidente che anche Berlusconi consideraormai persa per il Pdl questa regione sta nel fattodi aver cancellato la sua visita elettorale qui e diaver inviato al suo posto Angelino Alfano. Vieneda dire, citando l’espressione di Berlusconi suAlfano: un “quid”, una differenza che spiega be-ne quale sia il risultato elettorale che sta matu-rando in Calabria, la quale sarà probabilmente laregione italiana in cui si registrerà il più clamoro-so spostamento dei rapporti di forza fra coalizio-ni rispetto alle regionali del 2010. Piuttosto, Alfanoprovi a spiegare ai calabresi come Scopelliti ab-bia fatto a dare il suo assenso all’accordo con laLega Nord che prevede che il 75% delle entratefiscali restino nelle regioni settentrionali».

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 13Lampi d’azzurro

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Pier Luigi Bersani torna in Calabria per la quarta volta in pochimesi, rafforzando il “patto di governo” che lo lega alla regioneoggetto di una mozione di cui è stato primo firmatario. Il candi-dato premier della coalizione Italia bene comune ha fatto tappa aGioia Tauro, a Vibo Valentia e a Cosenza. In una saletta dell’au-torità portuale di Gioia Tauro, Bersani ha incontrato i rappresen-tanti delle 21 associazioni che nelle scorse settimane avevano re-datto un documento inviato a tutti i candidati premier per una po-litica di sviluppo del sud, affinché il Mezzogiorno ridiventi cen-trale nella discussione politica, anche quella elettorale. Il presi-dente della Svimez, Adriano Giannola, ha sottolineato come l’u-nica risposta finora arrivata da parte dei candidati premier sia sta-ta appunto quella di Bersani. «Il nostro - ha detto Giannola - è undocumento importante e noi ci auguriamo che il Mezzogiornonon venga affidato solo alla politica dei fondi europei. Sono ma-turi i tempi affinché il sud sia un pezzo di una politica strategicaper l’intero Paese, essendo ormai fallita l’idea che il nord ce lapossa fare da solo».Bersani ha ascoltato gli interventi, tra l’altro, di Giorgio La Malfa(Fondazione Ugo La Malfa), Carlo Flammant (Formez), eGiuseppe Roma (Censis), i quali hanno richiamato varie esigen-ze, dal rilancio dell’intervento pubblico ai problemi della forma-zione e del turismo. «Ci sono due questioni - ha detto il segreta-rio del Pd - su cui voglio richiamare fin da ora l’attenzione: comecreare le condizioni perché il problema del Sud possa finalmen-te essere affrontato in una visione unitaria dei problemi del Paese,così come del resto ho fatto ieri parlando in piazza del Duomo aMilano. Occorre riuscire a fare rimettere in moto politiche giusteper tutto il Paese e che in questo ambito la voce meridionalista siauna voce di riforma. Il secondo problema - ha concluso Bersani- è quello della responsabilità delle politiche pubbliche e di ve-dere come in questa direzione si possa agire. Penso, ad esempio,al turismo e all’offerta culturale del Sud, patrimoni enormi chenon riusciamo a mettere a frutto».«Ha un grande significato che l’incontro tra Pierluigi Bersani, ilpresidente della Svimez e le 21 fondazioni e associazioni meri-dionaliste che hanno sottoscritto il documento sul Mezzogiornosia avvenuto in Calabria ed in particolare a Gioia Tauro. Non èun caso che finora Bersani sia stato l’unico candidato premier araccogliere l’invito al confronto delle associazioni meridionali-ste». Ha affermato Alfredo D’Attorre al termine del confronto trail segretario nazionale del Pd, candidato premier, Pierluigi Bersani,il presidente della Svimez e una delegazione delle associazionemeridionaliste che hanno sottoscritto il programma per ilMezzogiorno, nel pomeriggio nella sede dell’autorità portuale aGioia Tauro. «La centralità del Mezzogiorno in un progetto di ri-costruzione nazionale è pienamente affermata nella Carta d’Intentidella coalizione Italia Bene Comune e nel progetto elettorale delcentrosinistra. E’ molto significativo, poi, che per questo incon-tro Bersani abbia scelto la Calabria e Gioia Tauro che con il suoporto è simbolo delle potenzialità inespresse del Mezzogiorno -afferma ancora D’Attorre -. Con questa scelta e con la visita dioggi, la quarta negli ultimi mesi, Bersani suggella il suo patto digoverno con la Calabria, la regione nella quale a settembre ha de-ciso di tenere la conferenza nazionale del Pd per il Mezzogiorno,e la regione per la quale si è impegnato con una mozione parla-mentare come primo firmatario. Nel merito, il confronto con ilpresidente della Svimez e la delegazione delle associazioni me-ridionaliste è stato di grande interesse perché ha posto le basi peruna collaborazione proficua con un più vasto mondo delle com-petenze e delle intellettualità meridionali, che con l’azione delprossimo governo saranno rese pienamente partecipi in un pro-getto di ricostruzione nazionale».

Il leader del Pd Bersani dall'apprododi Gioia Tauro rilancia l'ennesimasfida meridionalista della sinistraSarà la volta buona?

Porto francoPorto franco

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201314Approdi più o meno sicuri

Quella che Pierluigi Bersani ha trascorso in Calabria è stata davvero una bella giorna-ta ricca di partecipazione e democrazia che ha lasciato un segno indelebile nella mentee negli occhi di ognuno di noiLa grande, vera novità di questa campagna elettorale è rappresentata dal fatto che c'èun uomo candidato a guidare il Paese con la coalizione di centrosinistra che parla il lin-guaggio della verità e della sincerità, al Sud come al Nord. La grande partecipazioneche si è registrata prima a Vibo Valentia e poi a Cosenza, dove si sono ritrovate migliaiadi persone di cui gran parte erano ragazzi e ragazze, è il segno che i calabresi si fidanodi un leader come Bersani che ha posto fra gli obiettivi principali del proprio program-ma la ripresa di un'attenzione concreta ai problemi del Mezzogiorno e della nostra re-gione a partire dagli investimenti a sostegno delle piccole e medie imprese, alla creazio-ne di nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani, alla garanzia della legalitàa sostegno di progetti innovativi, capaci di determinare crescita economica e sociale.Il Patto di governo che Bersani ha proposto alla Calabria e alla sua gente costituisce l'u-nica proposta credibile per aprire realmente una prospettiva nuova per questa terra. C'èormai una consapevolezza diffusa che il Mezzogiorno e la Calabria, dimenticati e pena-lizzati per anni dai governi di centrodestra guidati da Berlusconi e dalla Lega, potran-no avere finalmente un ruolo ed un posto importante nell'agenda del nuovo governo. Losviluppo di questa terra passa attraverso un atteggiamento di rinnovata serietà e re-sponsabilità, mettendo definitivamente al bando populismi e demagogie. Soprattutto igiovani calabresi hanno capito che è necessario un vero e proprio cambiamento di rot-ta e di mentalità, riprendendo in mano il proprio destino e disegnando un futuro diversoe migliore per questa regione e per le generazioni che verranno.L'impegno che ognuno di noi dovrà assumere e concretizzare, quindi è quello di metterein piedi una nuova idea di Calabria, un progetto di crescita e di sviluppo che tutt'insie-me dovremo concorrere a disegnare e costruire, elaborando da subito una proposta com-plessiva che sappia mettere chiaramente in evidenza il fatto che lo sviluppo del Mezzogiornoe del Paese non passa solo tramite l'erogazione di nuove risorse, ma attraverso una se-rie di riforme radicali, nella piena consapevolezza che l'Italia non si salva se, come hadetto Bersani, non si affrontano e risolvono innanzitutto i problemi del Mezzogiorno edella Calabria.

Una bella giornata per tuttidi Mario Oliverio

Bersani incontra la Svimez

Mario Oliveriocon Pierluigi Bersani

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È stato presentato il Progetto Prom finanziato dalFondo dell’Osservatorio Nazionale per ilVolontariato - Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali, promosso dall’Avas Presila. IlProgetto, risultato vincitore di un finanziamentodi circa 30 mila euro, selezionato tra i primi 60 tragli oltre mille presentati, è stato illustrato dal pre-sidente dell’Avas Presila, Aurelio Scrivano e dalresponsabile del Progetto, Dario Franceschiello. Aconcludere la Conferenza Stampa, il saluto del-l’assessore provinciale al Lavoro Giuseppe

Giudiceandrea. Il Progetto di inserimento socialedella comunità Rom di Cosenza promossodall’Avas Presila vede coinvolti, quali partner isti-tuzionali, il Comune di Cosenza, la Provincia diCosenza, l’Azienda ospedaliera e l’Asp diCosenza. «La comunità Rom della città di Cosenza- ha spiegato Aurelio Scrivano - presenta eviden-te situazione di emarginazione sociale legata a de-bolezza economica, socio-familiare, culturale non-ché sanitaria. Quello che ci si propone di attivareè un welfare mix di servizi forniti da soggetti at-

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201316

Interventi sul fiume Crati a Sibari:le precisazioni del comandante Colaiacovo Con riferimento all’articolo intitolato: “Bipartisan, per favore”, firmato ma.co.(Matteo Cosenza?) e pubblicato alla pagina 14 dell’edizione del 16 febbraioscorso del Quotidiano della Calabria, il Comandante della Polizia Provincialedi Cosenza, dott. Giuseppe Colaiacovo, precisa quanto segue:

«Il Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, istituito alla fine del 2005 dal-la Giunta Provinciale presieduta dall’on. Mario Oliverio e reso operativonel primo semestre del 2006, ha svolto in questi anni un corposo volume diattività riguardanti la prevenzione e la repressione dei reati ambientali cheha portato al sequestro di una estensione di un milionecentotrentaseimila-duecentosessanta (1.136.260) metri quadrati di aree e alla relativa denun-cia all’Autorità Giudiziaria competente di n° 388 persone.Per quanto riguarda le aree ricadenti lungo l’asta del fiume Crati, nel pe-riodo compreso tra il 2006 e il 2012, la Polizia Provinciale ha sottoposto asequestro novecentotremiladuecento (903.200) metri quadrati riguardantiaree in gran parte interessate da impianti agrumicoli e ricadenti, in parti-colare, nei territori dei comuni di Cassano allo Jonio e Corigliano Calabro.

Il sequestro dell’area pubblicata sul sito della Provincia il 31 gennaio scor-so è soltanto l’ultimo dei tanti sequestri che la Polizia Provinciale ha effet-tuato nel corso di questi anni, nonostante la insufficienza degli organici im-posta dalla legislazione nazionale vigente.Di tutto questo il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio halargamente informato il ministro Barca nel corso della sua recente visita alMuseo Archeologico di Sibari, a cui ha consegnato anche un voluminosodossier sugli interventi effettuati.Si ritiene opportuno precisare, infine, che il Corpo di Polizia Provincialenon è mai stato sollecitato o interessato da segnalazioni della Soprintendenzain merito ad occupazioni abusive o alla necessità di operare verifiche nellearee attraversate dal fiume Crati.Affermiamo ciò per evitare che una informazione non puntale e non rispon-dente alla realtà dei fatti possa, seppur inconsapevolmente, presentare unaimmagine deformata di un Corpo di Polizia che svolge, con costanza ed ab-negazione, una funzione di servizio per l’affermazione della legalità e dellatutela del territorio, tanto da meritare l’apprezzamento dei cittadini e di im-portanti associazioni ambientalistiche a livello nazionale.Tanto si doveva per amore alla verità e per una corretta informazione ai cit-tadini».

Il comandante del Corpo di Polizia provincialeGiuseppe Colaiacovo

Tutti cittadininessuno esclusoTutti cittadininessuno escluso

PRESENTATOIL PROGETTO PROMFINANZIATO DAL FONDODELL'OSSERVATORIONAZIONALEPER IL VOLONTARIATO -MINISTERO DEL LAVOROE DELLE POLITICHESOCIALISi tratta di un Progettodi inserimento socialedella comunità Romdi Cosenza e si sostanziasu tre direttrici induttive:un'azione educativaun'azione di consulenza,un'azione sanitaria

L’umanità non ha confini

Dalla provincia

Non c’è colore politico nell’emergenza

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tivi sul territorio, come le associazioni di volon-tariato, in modo che anche i Rom possano sentir-si parte integrante di un sistema sociale. La scom-messa si gioca sempre più su di un recupero inte-grale della persona e su un suo deciso reinseri-mento sociale».Il progetto si sostanzia, per come spiegato da DarioFranceschiello, «su tre direttrici: un’azione edu-cativa; un’azione di consulenza; un’azione sani-taria». «L’azione educativa - ha spiegato DarioFranceschiello - prevede la realizzazione di inter-

venti formativi di sostegno, dentro e fuori gli isti-tuti scolastici, finalizzati al sostegno alla didatti-ca. Attraverso tale attività si vuole, pertanto, pro-cedere in direzione di un affiancamento sul cam-po di genitori e docenti, valorizzando la dimen-sione dell’accoglienza del bisogno sociale e del-l’accompagnamento dei soggetti in condizioni disvantaggio sociale. Il processo non riguarda solol’affiancamento ai genitori, ma riguarda la fami-glia nel complesso. Si terranno anche lezioni diitaliano e di educazione civica anche agli adulti

interessati. L’azione di consulenza consta di verie propri servizi di informazione su risorse esistenti:pubbliche, ecclesiali, del volontariato, private. Sitratta in particolare di: avvio delle regolarizzazio-ni della presenza e del lavoro, applicazione cor-retta di leggi e decreti, ricongiungimenti familia-ri, matrimoni misti. È una vera e propria azionedi accompagnamento nel disbrigo di pratiche quo-tidiane, nella ricerca del lavoro. Infine la terza azio-ne, quella più delicata: l’azione sanitaria. Il grup-po di volontari implicato nel progetto ha compe-tenze specifiche per i servizi di primo soccorso,trasporto di persone sottoposte a trattamenti di so-stegno e di emodialisi. I giovani volontari faran-no prelievi di sangue, misureranno la glicemia,colesterolo e trigliceridi, la pressione sanguigna ela temperatura corporea, in tal senso verranno do-tati degli strumenti necessari e a far uso dell’elet-trocardiografo e del defibrillatore. Ovviamente,come avviene già per le mansioni che le associa-zioni svolgono quotidianamente, i referti verran-no consegnati alle strutture sanitarie preposte(Azienda ospedaliera di Cosenza) per l’analisi deicampioni e degli elettrocardiogrammi in modo daprogrammare eventuali approfondimenti clinici. Inoltre si prevede di dotare queste comunità diquei materiali di assistenza primaria come: pre-servativi, assorbenti, sapone per igiene intima,pannolini, coppette per allattamento ed altro».

«Il progetto si sostanzia anche in una quarta azio-ne non esercitata direttamente sui destinatati, mache dovrebbe portare, questa è la nostra intenzio-ne - ha detto ancora Dario Franceschiello - bene-fici sostanziali e si spera diretti in seguito: sensi-bilizzazione e promozione. Consapevoli che que-sto progetto è solo una goccia nell’oceano, l’o-biettivo è anche quello, quindi, di stimolare l’a-zione degli Enti pubblici, potenzialmente capacidi fornire interventi più sostanziali nella lotta al-la povertà ed alla emarginazione sociale».

La Conferenza Stampa è stata moderata dalla gior-nalista Emily Casciaro.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 17L’umanità non ha confini

Il ricordo del presidente Oliveriodi Peppino GuarascioIl senatore ex parlamentare del Pciè deceduto all'età di 85 anni a CatanzaroEra stato consigliere regionale, presidentedi Lega Autonomie Calabria per un lungoperiodo e, poi, sindaco di CotroneiIl presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, lo ha ricordatocosì:«Ho conosciuto Peppino Guarascio sin da giovanissimo. Successivamente hoavuto con lui un’esperienza comune di impegno istituzionale nel ConsiglioRegionale della Calabria. In quella circostanza ho potuto apprezzarne piena-mente le qualità umane e la curiosità intellettuale, oltre che il rigore morale ela coerenza politica. Anche nei momenti di maggiore difficoltà ed asprezzadel confronto politico, Peppino Guarascio non ha mai abbandonato uno stileche lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua esistenza e che ne ha caratte-rizzato la forte personalità.

Uno stile fondato sul rispetto per le idee degli altri, anche quando non eranoda lui condivise, sulla tolleranza, sul pluralismo e sulla diversità come ric-

chezza della quale nutri-re il confronto politico. Egli ha segnato, assiemead altri esponenti dellasua generazione, una fa-se storica importantissi-ma della Sinistra, del Pcie della Calabria. Il suo impegno istituzio-nale, che lo ha visto al-l’età di 20 anni sindacodella sua Cotronei, si èespresso a vari livelli edha coinciso con la nasci-

ta delle Regioni che, in Calabria, è stata contrassegnata dalla drammatica vi-cenda della “rivolta di Reggio Calabria”. Guarascio in quella occasione, insieme ai gruppi dirigenti del Pci, della Sinistrae delle forze democratiche calabresi, è stato protagonista di un’azione corag-giosa, tutta tesa a mantenere salda la barra della democrazia e della difesa del-la convivenza civile nella nostra Regione. Il suo ricordo rimarrà per sempre impresso nel nostro cuore e nella nostra men-te».

Dalla provincia

Ciao Peppino, con te battaglie indimenticabili

Mario Oliverio

PeppinoGuarascio

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L’adesione di Enzo Ciconte al Partito democrati-co e del movimento politico-culturale che nascecome costola del Pd «è il segno che a Catanzaro,in città e in provincia, ci siamo lasciati alle spallela logica dell’interdizione che a lungo ha paraliz-zato il partito catanzarese e ne ha minato le capa-cità espansive». È la benedizione del commissa-rio regionale democrat Alfredo D’Attorre, testa dilista alla Camera, che ha partecipato alla confe-renza stampa - tenuta all’Hotel Guglielmo - in-trodotta dalla vice presidente Giusy Iemma, allapresenza del consigliere regionale Enzo Ciconte,e dei capigruppo comunale e provinciale del Pd,Salvatore Scalzo ed Enzo Bruno.“Svolta democratica”, ricorda Giusy Iemma, èsempre stato organismo vitale del dibattito citta-dino, ha contribuito alla campagna elettorale a so-stegno di Salvatore Scalzo, si è schierata conBersani alle primarie di coalizione e sostenutoD’Attorre alle ‘parlamentarie’.

«Oggi vogliamo contribuite all’interno del Pd -afferma - alla grande vittoria elettorale che per-metterà al Pd di essere non solo maggioranza elet-torale ma maggioranza reale nel Paese. L’Italia habisogno di un partito che sappia garantirne i dirittie riconquisti una dignità europea». Una scelta,quindi, dettata dalla necessità di costruire una vit-toria netta, «ci sono tutte le condizioni per costruireun tessuto democratico necessario». Lo affermail leader Ciconte che aderisce formalmente al Pdrivendica l’intuizione di aver lanciato l’indica-zione di Scalzo e di aver sempre spinto per pro-seguire sulla via del rinnovamento.

Ciconte rimprovera al tecnico Monti di non averassunto decisioni in grado di spingere la crescita,oltre che imporre il rigore. «Stiamo insieme in ma-niera visibile perché vogliamo combattere una bat-taglia che ci vede uniti nella diversità nel perse-guimento dell’obiettivo della vittoria - afferma an-cora Ciconte -. E tutti cercano di frenare il Pd chedeve essere in grado di governare in maniera au-tonoma. Abbiamo sempre dimostrato la nostracoerenza tenendo la barra dritta verso il centrosi-nistra». La Calabria soffre. «Sanità, rifiuti, non c’èun settore in cui è migliorata - afferma ancora - si

fa vanto di una sanità commissariata dove aumentala migrazione sanitaria, non si pagano i fornitori,abbiamo rischiato di perdere i fondi ex articolo20, dell’ospedale nuovo non c’è l’ombra e tutto illavoro avviato all’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio è stato vanificato». Anche per archiviarequeste pagine amministrative, insomma «ci vuo-le un atto di responsabilità e si deve votare Pd».

Appello al voto utile di ScalzoUn appello al voto utile arriva anche da Scalzo.«Bisognerebbe spiegare alla nostra gente che èpronta a incanalare la protesta su Grillo che da-rebbero fiducia a un comico che pensa sia neces-sario e positivo far uscire l’Italia dall’euro - so-stiene il leader dell’opposizione -. Il centrosinistraparte da una base di consensi di 25 mila euro, eper questo ringraziamo anche Svolta democrati-ca. Dobbiamo spingere sulla necessità di una vi-sione di governo di vero cambiamento, nell’inte-resse del Sud che il Pdl non può certo garantirevisto il rinnovato accordo con la Lega». E ora cheanche a Catanzaro il Pd sembra aver trovato la via“dell’unità del rinnovamento”, il centrosinistra sideve compattare nella difesa del Capoluogo di re-gione, visto che «anche quando si difende la car-diochirurgia a Catanzaro si fa nell’interesse del-l’intera regione». Di sanità a rischio e rifiuti chesommergono la provincia, di disoccupazione al-le stelle e disagio sociale, parla il capogruppo al-la Provincia, Enzo Bruno. «Catanzaro è il simbo-lo estremo del malgoverno di Scopelliti e Gentileche danno le risorse per le infrastrutture ai sinda-ci border line. Noi vogliamo tenere unita laCalabria ma a partire da Catanzaro Capoluogo».

Con l’adesione di Ciconte al Pd, viene archiviato«il metodo dell’interdizione reciproca ci consen-te di costruire un partito plurale, egemone e in gra-do di porsi l’obiettivo di diventare maggioritario.Un partito egemone si costruisce con l’inclusio-ne e la capacità di tenere insieme realtà, percorsied esperienze diverse - afferma D’Attorre -. Ci èsembrato un atto doveroso nei confronti del ca-poluogo chiudere la campagna elettorale aCatanzaro con i capilista, i candidati, i consiglie-ri regionali domani all’auditorium “Casalinuovo”».

Daremo una manoal sindaco a difendere Catanzaro«Voglio anche rassicurare il sindaco Abramo sulnostro rapporto con Catanzaro, augurandoci chedopo il voto possa svolgere proficuamente il suomandato nell’interesse della città. Noi, da oppo-sizione seria e responsabile, faremo la nostra par-te. E la smettano di utilizzare argomenti sull’ori-gine etnica dei candidati. Anche a voler adottarequesto criterio, il sindaco sa benissimo che non cisarà nessun candidato di Catanzaro che sarà elet-to, perché mi pare che sia candidato al Senato unassessore regionale, residente a Catanzaro, che hale possibilità di essere eletto che sono non supe-riori a quelle di Pino Soriero e di Fabio Guerriero.I dati li conosciamo, e li conosce anche Alfanoche ieri è venuto a Catanzaro a fare un po’ di ca-baret. Noi daremo una mano alla città e al sinda-co per tutelare Catanzaro, se andiamo avanti co-sì ci troveremo a dover dare una mano ad Abramoper fare in modo che la sede del Comune riman-ga qui e non ci sia magari qualcuno che pensi didelocalizzarla a Reggio. E insieme dovremo direal presidente della Regione di smetterla di fare ilgioco delle tre carte sulla pelle della città e dellasanità catanzarese, visto che è quello che si sta fa-cendo sulla vicenda della Cardiochirurgia. Si smet-ta, con le furbizie, con le ambiguità - concludeD’Attorre - e si mettano le carte sul tavolo dicen-do con chiarezza se i posti letto per laCardiochirurgia a Catanzaro ci sono oppure no, elo si faccia con atti formali, scritti e pubblici».

È nuovamente ufficialel'adesione del consigliereregionale al gruppodel Pd. La benedizionedi D'Attorre

E Ciconteritorna democraticoE Ciconteritorna democratico

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 19Comunque vada sarà un successo...

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«Vi dovete ribellare, deve essere un impegno».Vasco Errani, presidente Conferenza Stato Regioni,aizza simbolicamente la platea del teatro Politeamadi Lamezia Terme per arrivare al cuore dei cala-bresi che auspicano il cambiamento e sono stan-chi di aspettare. Al suo fianco il commissario re-gionale Alfredo D’Attorre, testa di lista allaCamera, la deputata Doris Lo Moro, numero dueal Senato, i consiglieri regionali Pierino Amato eAntonio Scalzo, introdotti dal segretario cittadi-no Tonino Barberio. Una ribellione per riprende-re in mano il destino di una terra da cui il pd vuolfare ripartire la ricostruzione dell’intero Paese. «Noi ci siamo adattati a tutto, ma ci siamo adat-tati anche al peggio. E questo è un difetto», affer-ma Doris Lo Moro, candidata al Senato, ricor-dando le parole che lo scorso anno Benedetto XVIha usato nella visita a Lamezia.«La capacità di adattamento è un difetto quandoci si adatta a subire l’aggressione permanente ec-cessiva e giornaliera della criminalità che ha can-cellato ogni forma di democrazia e che si misuraanche nel fatto che metà delle nostre aziende sa-nitarie sono state commissariate per mafia». Il de-putato uscente non risparmia osservazioni causti-che al centrodestra a caccia di confronti.«Non hanno capito che le istituzioni sono una co-sa seria e che in questi giorni avrebbe dovuto fa-re altre cose rispetto all’inaugurazione di stanze ecorridoi - ha affermato Doris Lo Moro - dove nonc’è nulla. Avrebbe dovuto continuare a fare il pre-sidente invece di fare il politicante che non sa nem-meno se sostenere Grande Sud o il Pdl. Basta conle provocazioni, andiamo avanti con la serietà,stiamo vincendo sul territorio perché lo sentia-mo».«La destra lascia un vuoto fatto di disincanto. Èil momento di dare la spinta finale, stando a con-tatto con le persone, con la presenza nei mercati,che stiamo provando a intensificare, con il portaa porta nella distribuzione dei fac simili».

Alfredo D’Attorre, commissario regionale e testadi lista alla Camera, rimarca la necessità di chia-rire il senso di una scelta che nel marasma di sim-boli e nomi che si trovano sulla scheda elettoralesignifica dare spazio al Pd, l’unico simbolo chesopravviverà a questa campagna elettorale e «que-ste elezioni rappresentano uno spartiacque. Il sen-so di questa scelta dobbiamo saperlo spiegare aitanti cittadini smarriti che non hanno più vogliadi votare questa destra, in particolari in Calabria.Dobbiamo avere la capacità di offrirci come pun-to di riferimento credibile per tutte le forme sanedi questa regione - afferma ancora -. Non solo ri-spetto ai fallimenti del governo regionale ma an-che rispetto all’arroganza di Tremonti e Berlusconiche si ripresentano al sud offendendo l’intelligenzadei meridionali e che ripropongono il ponte sullo

Stretto come se avessimo l’anello al naso».Secondo D’Attorre la destra lascia un vuoto po-litico che il Pd dovrà provare a riempire, noi dob-biamo avere la capacità di offrirci come punto diriferimento credibile per tutte le forze sane di que-sta regione.

Il Mezzogiorno in generale e la Calabria in parti-colare sono pronte ad assumersi le proprie re-sponsabilità, ad essere «motore del cambiamen-to», con una classe di amministratori che è pron-ta a fare al propria parte. Rimettendo, prima di tut-to, al centro il lavoro che qui - dice ancoraD’Attorre - è una questione di libertà e legalità euno strumento per vincere la ‘ndrangheta.

Anche Vasco Errani fissa il lavoro come puntodi partenza nel programma di governo di

Bersani è il lavoro. Il lavoro «è dignità. È libertà».«L’Italia è in un momento difficile, è stato messoin discussione un patto non scritto che si basavasu scelte economiche poggiate sull’evasione fi-scale, su un’enorme spesa pubblica, che permet-teva di recuperare la redditività». Un modello cul-turale che ha prodotto veline e calciatori, lasciatodal governo di destra, Vasco Errani, presidenteConferenza Stato Regioni «quando dovremmo in-vestire in scuola, formazione e alto sapere, in in-gegneri e fisici». Una destra che ha investito sul-l’egoismo territoriale, un altro danno. «Evasionefiscale diffusa, egoismo, individualismo, vogliadi arricchirsi senza affrontare le cose difficili, ilrisultato di tutto questo è un risultato molto pe-sante, una crisi economica devastante dove a sof-frire è soprattutto quel ceto medio che è stato spi-na dorsale del Paese. È arrivato il momento dicambiare perché il populismo ha portato tutto que-sto». La destra ha la grave colpa di aver «impo-verito l’oggi delle prospettive del futuro. Vi do-vete ribellare - conclude Errani - deve essere unimpegno».

Vasco Errani a Lamezianon usa slogan e paroledi convenienza reciprocaIl presidente dellaConferenza Stato Regionisi augura che il votodel Sud sia per il Sudsoprattutto e per quellaparte politicache ha mostratopiù serietà fin qui

Promettetemiche vi ribelleretePromettetemiche vi ribellerete

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201320Dall’Emilia con furore

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La stagione del dialogo si apre da Crotone dovesi è celebrata la conferenza programmatica per illavoro della Cgil - dal titolo “Europa eMediterraneo: la Calabria e il piano del lavoro” -con Confindustria e con tutte le altre associazio-ni che «abbiano però anche l’idea di ricostruireperché non si può agire solo sulla flessibilità e sul-la precarietà». Lo afferma la segretaria generaledella Cgil, Susanna Camusso, che ha chiuso i la-vori di una due giorni dedicata al Mezzogiorno,perché quando si parla di lavoro e di come crear-lo, recuperarlo e rilanciarlo.

«La Calabria, che tante volte viene invocatacome il punto di separazione, ha bisogno di

sentirsi parte del Paese. È evidente - ha aggiunto- che la Calabria, che in tante occasioni si sentedavvero l’ultima delle regioni italiane, ha bisognoinnanzitutto di sentirsi parte del paese che non ècaratterizzato dallo sfascio populista che vediamocrescere con alta intensità anche in questa cam-pagna elettorale, ma dall’indicazione di una stra-da». «Un Paese come il nostro, che ha segnatostraordinari avanzamenti ma anche straordinariecontraddizioni e difficoltà, non può sopravviverenell’attesa di qualcosa. Deve ricostruire se stessoperché è di ricostruzione che in realtà bisogna par-lare. Ricostruire se stesso intorno ad un’idea chedia obiettivi e risposte alle persone», ha poi pro-seguito la Camusso. «In gran parte del nostroPaese si vive in una condizione di miseria e nondi povertà, di rassegnazione ed impossibilità dicambiamento». Lo ha detto a Crotone la segreta-ria della Cgil, Susanna Camusso. «In questi annidi crisi infinita - ha aggiunto - c’è stata l’interru-zione della relazione tra lavoro e dignità. La pa-rola dignità al fianco del lavoro è stata una con-quista che è venuta insieme alla libertà del nostroPaese ed era legata al fatto che il tema non erasemplicemente non essere più poveri».

Susanna Camusso ha spiegato, anche, la linea te-nuta dal suo sindacato per le elezioni: «La ragio-ne per la quale la Cgil ha scelto di caratterizzare

questa stagione, anche quella della campagna elet-torale, con la proposta del Piano del lavoro, è chenessuno venga lasciato indietro. In gran parte delnostro Paese si vive in una condizione di miseriae non di povertà, di rassegnazione ed impossibi-lità di cambiamento. In questi anni di crisi infini-ta - ha aggiunto - c’è stata l’interruzione della re-lazione tra lavoro e dignità. La parola dignità alfianco del lavoro è stata una conquista che è ve-nuta insieme alla libertà del nostro Paese ed eralegata al fatto che il tema non era semplicementenon essere più poveri».«Le tutele non sono un qualcosa che bisogna cer-care di abrogare. Bisogna agire sul fatto che laqualità del lavoro è fondamentale per la crescitadell’impresa e del Paese. Dobbiamo cercare di ri-costruire una capacità di retribuzione del lavoroche permetta alle persone di non sentirsi povere eprecarie, ma di essere in grado di progettare la lo-ro vita. E’ straordinariamente importante che siapra una stagione di dialogo con Confindustria econ tutte le altre associazioni che abbia però an-che l’idea di ricostruire perché non si può agiresolo sulla flessibilità e sulla precarietà. Un Paesecome il nostro che ha segnato straordinari avan-zamenti - ha concluso la segretaria Camusso - maanche straordinarie contraddizioni e difficoltà, nonpuò sopravvivere nell’attesa di qualcosa. Deve ri-costruire se stesso perché è di ricostruzione che inrealtà bisogna parlare. Ricostruire se stesso intor-no ad un’idea che dia obiettivi e risposte alle per-sone».

Tra gli interventi al teatro Apollo anche quello delcommissario regionale democratico e testa di li-sta alla Camera, Alfredo D’Attorre. «Non sonotra quelli che contesta al presidente del ConsiglioMonti di essersi candidato, ma gli argomenti coni quali porta avanti la sua candidatura. Contesto ilfatto che Monti dica e pensi che per governare unpaese come l’Italia il principale sindacato, comela Cgil, sia un problema anziché una risorsa. Il pri-mo punto da affrontare è cambiare il metodo:quando il Paese ha saputo togliersi dai guai, l’hafatto utilizzando dialogo e concertazione».

«In questo ultimo scorcio della campagna eletto-rale anche chi governa questa regione improvvi-samente si mette a chiedere confronti, dibattiti,dialogo. Ci poteva pensare prima su tanti settori,dalla sanità ai fondi strutturali, ai rifiuti su cui siè pervicacemente rifiutato di aprire qualsiasi con-fronto con parti sociali, sindacati e forze dell’op-posizione. Dalla Calabria lanciamo il messaggioche c’è un Sud diverso da quello descritto in que-sti anni, un Sud pronto ad essere protagonista del-la ricostruzione nazionale - ha affermato ancora -. Non abbiamo più bisogno di fandonie. Basta constorie come il ponte sullo Stretto che non fannoaltro che offendere l’intelligenza di noi meridio-nali. Ieri con Bersani siamo stati a Gioia Tauro, inquesto luogo simbolo di ciò che il Mezzogiornopotrebbe essere e non è. Si concentrino lì le ri-sorse: sul retro-porto, sulla infrastrutturazione ditutto ciò che serve a far funzionare il porto di GioiaTauro, anziché inseguire storie come il Ponte o al-tre amenità come la banca del Mezzogiorno.Questo è il risultato di ciò che la destra ha offer-to al Sud in questi anni. Dobbiamo chiamare i ver-tici delle grandi aziende pubbliche - concludeD’Attorre -, a partire da Ferrovie dello Stato, Anas,Eni e spiegare loro una volta per tutte che laCalabria fa parte dell’Italia e che le questioni cheriguardano questa regione non possono essere af-frontate con una logica puramente ragionieristi-ca».

Susanna Camussoda Crotone lancia segnali"calmieranti" ai naviganti«È il tempo della pacesociale, motivataovviamente...»

La stagione del dialogoLa stagione del dialogo

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 21Meglio tardi che mai

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Chi pensava che la riunione che ha raccolto alGrand Hotel Lamezia decine di amministratoti,dirigenti e militanti dell'Udc, fosse un "saluto dicommiato", si sbagliava. All'incontro con gli ami-ci di sempre, il deputato Mario Tassone - che haconcluso i lavori dell'incontro organizzato dal cen-tro studi Donati, coordinato da Alberto Tiriolo -si presenta "carico", ben lontano dalla figura delparlamentare non ricandidato che va in pensione."Coerente con la sua storia", Tassone calamita asé un gruppo di amici che non si sentono dissi-denti, ma restano un gruppo di amici che inten-dono impegnarsi perché l'Udc "non venga ad es-ser messo in liquidazione"."Torniamo alle origini, quando giovani, e senzaincarichi istituzionali abbiamo saputo costruiremolte cose. Noi - afferma Tassone - siamo uomi-ni dell'Udc.I dissidenti, casomai, sono coloro che,attraverso scelte politiche decise da un gruppo ri-stretto di persone, hanno portato l'Udc ad identi-ficarsi con il movimento di Monti che nulla ha ache fare con la storia dei cattolici democratici".Tassone si scaglia contro l'uso privatistico del par-tito: "Non accetto che qualcuno tolga l'anima al-la nostra storia, chi svende dei gioielli che non so-no propri".Avere scelto di fare gruppi "per Monti" allaCamera e al Senato significa rimuovere la pre-senza dello scudo crociato dalle aule parlamenta-ri per la prima volta dal 1946.

Ancora, avere fatto la lista "per Monti" al Senatocon capolista Casini è un non senso, una con-traddizione profonda considerando che alla ca-mera rimane il simbolo dello scudo crociato do-ve campeggia il suo nome che a Chianciano si eradeciso di sostituire col ben più significativo no-me Italia. In questa fase si avverte la rinuncia deivertici di far recitare al partito un ruolo da prota-gonista nella formazione dell'area di centro sce-gliendo di svolgere, invece, il ruolo di figuranti edi diluire la propria storia nel "Montismo".E, secondo Tassone, ancora non si capisce nem-meno qual è la vera Agenda Monti che l'Udc haaccolto acriticamente, "anche perché l'attuale pre-sidente del Consiglio la sta modificando riguardoall'Imu, all'Irpef, all'Iva, all'Irap, alle pensioni, al-la riforma del lavoro, abbandonando così le vesti

dello statista rigoroso per assumere quelle assaipiù modeste del propagandista elettorale. Su unacosa, tuttavia, Monti è coerente e cioè nel suo ri-fiuto di affrontare le problematiche delMezzogiorno in un quadro nazionale", affermaancora il deputato dell'Udc che non risparmia stra-li al presidente Casini e al segretario nazionaleCesa. Tassone si è soffermato anche sulla situa-zione regionale, esprimendo le proprie preoccu-pazioni per questa "fuga verso Roma", e le per-plessità su un'azione di governo regionale che noncorrisponde alle attese e alle speranze dei Calabresisoprattutto dei giovani. "Aquesto punto - si è chie-sto Tassone - perché gli esponenti regionali delpartito in ogni momento, anche quando non sa-rebbe necessario, facciano un atto di fede nei ri-guardi di Scopelliti esaltando ne i meriti e i risul-tati raggiunti dall'azione sua e di tutta la coalizio-ne perché allora esponenti di primo piano del par-tito si sono candidati al parlamento lasciando ametà un opera secondo loro altamente meritoria?C'è una fuga e anche su questo siamo riusciti afarci dare una lezione perfino da Scopelliti che hascelto di rimanere in Calabria". Dopo le elezionipolitiche, è il monito conclusivo di Tassone dovràessere assolutamente celebrato "un CongressoNazionale dell'Udc che dovrà esprimersi controchi avrebbe deciso la fine di quella storia a cuil'Udc si rifà che invece va difesa e assicurata: unagrande prospettiva".

Tassone raduna i suoiraccontando la sua rabbiaper i vertici Udc nazionalie regionali. Poteva farloprima? Può darsiCerto è che non è micadetto che è suonatol'ultimo giro per lui

Marioil (neo)rivoluzionarioMarioil (neo)rivoluzionario

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201322Se Masaniello non ha età

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di Oreste Parise

Siamo giunti alla fine di questa strana campagnaelettorale, come l'ha vissuta un militante di lungocorso ancora sulla breccia?È stata una brutta campagna elettorale dominatada protagonisti logori della politica, che hannotentato di recitare per l'ennesima volta il copionedel bipolarismo muscolare, ma si sono ritrovatispaesati in un mondo che cambia sotto i loro pie-di. I veri protagonisti sono da un lato i grillini edall'altro i magistrati, che sono ritornati prepo-tentemente sulla scena come nel 1992.Il bipolarismo ha una consacrazione istituzionaleassicurato dal sistema elettorale.Dobbiamo chiederci perché andiamo a votare pro-pria ora, in pieno inverno con i disagi che potreb-bero verificarsi dalla condizioni meteorologicheche si preannunciano pessime. Si è deciso di chiu-dere la legislatura con due mesi di anticipo e sen-za che il governo Monti sia mai stato sfiduciatoper mettere termine alla pantomima sulla leggeelettorale, che nessuno voleva cambiare, ma nel-lo stesso tempo nessuno aveva il coraggio di di-fenderla perché erano tutti consapevoli che la stra-grande maggioranza degli elettori erano contrarial porcellum. Per ragioni diverse, ma coincidentinel fine, i partiti trovavano molto conveniente ilsistema: il PD sicuro di poter ottenere una como-da maggioranza, il PDL rassegnato alla sconfittama con la possibilità di portare in Parlamento unaagguerrita pattuglia di fedelissimi in grado di trat-tare e contrattare i provvedimenti più delicati a di-fesa della cittadella berlusconiana.Tuttavia almeno vi è la possibilità di ottenere un

governo stabile...Intanto questo non è assolutamente certo.Potremmo dire che è certo il contrario, perché dif-ficilmente al Senato si avrà una maggioranza de-finita. Ma anche se ciò dovesse avvenire, sareb-be un grave vulnus alla democrazia, perché se sipuò accettare un premio di maggioranza che as-sicuri la governabilità di una partito o coalizioneche ottenga un risultato comunque importante esignificativo, oltre il 40-45%, noi potremmo con-segnare il Paese nelle mani di una forza minori-taria che raggiunga un terzo dei votanti. Questo èun golpe, la dittatura della minoranza che ignorale istanze provenienti da gran parte della societàitaliana che non trova alcuna rappresentazione par-lamentare. Considerato il prevedibile numero de-gli astenuti significa veramente una esigua mino-ranza, com'è avvenuto in Sicilia.Cosa non ha funzionato in questo schema, non pen-sa che ciascuno ha avuto il proprio tornaconto?Lo schema bipolare è saltato, come dicevo, in-tanto per la presenza di terzi e quarti incomodi co-me Monti da un lato e Grillo dall'altro, che nonsono in grado di competere per la leadership, manon sono del tutto irrilevanti come i micro com-petitor delle elezioni precedenti e questo rischiadi provocare uno tsumani dalle conseguenze im-prevedibili. Credo che la situazione che uscirà dal-le urne non sarà di molto gradimento a nessunodegli schieramenti in campo perché il vero rischioè quello di un equilibrio molto precario, perchénessuno riuscirà a ottenere una chiara maggio-

ranza. Il PD potrebbe ritrovarsi in una condizio-ne peggiore di quella di Prodi nel 2006, senza lapossibilità di poter fare affidamento sulla stam-pella montiana che non è riuscito a sfondare nel-l'elettorato. Questo è uno scenario un po' apocalittico...Vi sarà un governo di transizione con una grandecoalizione che non riuscirà ad affrontare i grandinodi del paese perché a fronte di una maggioran-za più o meno ampia prevarranno i veti incrocia-ti che porteranno alla paralisi, com'è successo algoverno Monti che di fatto è riuscito solo a scal-fire la superficie dei problemi. La presenza delfolto gruppo grillino porterà una nota di folclore,ma è molto difficile che possa tradursi in una for-te spinta riformista. La vera partita si giocherà do-po qualche mese quando saremo costretti a ritor-nare alle urne e in questo caso è ineludibile af-frontare il nodo dell'equilibrio istituzionale. Senzauna vera riforma dello stato non si esce da questomomento di instabilità e la proposta di una as-semblea costituente è la sola e vera alternativa aun insieme incoerente di modifiche che rischianodi minare alla base le istituzioni senza dare unavera soluzione ai problemi che sono sul tappeto.Abbiamo bisogno di un intervento sistemico e co-me Riformisti Italiani siamo gli unici a muovercicoerentemente su questo terreno.Il problema più serio è quello economico, con tan-te famiglie che stanno cadendo sotto la soglia del-la sopravvivenza, le mese della Charitas sono sem-pre più affollate...I problemi economici devono essere la principa-le preoccupazione di qualsiasi forza politica inquesto momento, ma senza un intervento struttu-rale non potremo mai uscire da questo tunnel. Laspending review può certamente far recuperarequalche risorsa con la contrazione delle spese, maqui occorre incidere profondamente nella struttu-ra dello Stato con il riordino del potere locale: dob-biamo eliminare gli sprechi di un federalismo malrealizzato e mal interpretato, accentrare nello Statole funzioni più importanti come la Sanità, elimi-nare gli enti inutili, accorpare i comuni. Una rifor-ma epocale che incida sul sistema del debito. Seconsideriamo la storia della sua formazione, ci ac-corgiamo che la metà è stato creato nei primi qua-rant'anni di questo lungo dopoguerra e ha con-sentito la creazione di un rilevante patrimonio pub-blico e la costruzione di un avanzato sistema diwelfare. L'altra metà è frutto della politica incon-cludente degli ultimi vent'anni, gli anni in cui i go-verni che si sono succeduti hanno dilapidato unaparte consistente di quel patrimonio accumulato,hanno smantellato il sistema del welfare e ci han-no condotto in una crisi senza via di uscita.

L’indomito Saverioalla battaglia campaleL’indomito Saverioalla battaglia campale

I Riformisti Italiani vannoalla battaglia da soliin un clima arroventatodove si teme l'arrivodel ciclone grillino

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 23Riformisti si nasce. Più o meno...

Durante la campagna elettorale si è visto poco, anzi pochissimo, ma for-se "meglio così". Nell'ultima riunione organizzativa per le prossime con-sultazioni politiche, come peraltro successo in altre riunioni, i dirigentidel Pd hanno dovuto registrare l'assenza del sindaco, dei consiglieri co-munali (solo 2 presenti su 13) e l'assenza degli assessori (solo 2 presen-ti su 4). Un criterio però il Pd lo deve indicare per il discorso giunta co-munale perché non è possibile che i consiglieri eletti aspirano tutti a ri-coprire un posto in giunta, anche quelli di prima nomina, e poi sistema-ticamente nelle riunioni di partito, nelle primarie, nella difesa dell'azio-ne amministrativa, nei consigli comunali e nelle varie consultazioni elet-torali sono puntualmente irreperibili.Il sub commissario Umberto Vivona, insieme al vice capogruppo ClelioGelsomino, nell'ultima riunione ha ricevuto un mandato chiaro da partedel Pd quello di sentire tutti i consiglieri e i dirigenti del Pd per offrire alsindaco Cavalcanti un'ampia rosa di nomi per poter chiudere al più pre-sto il capitolo giunta comunale.

Alla provincia il Pd è impegnato anche a proporre una rosa di nomi alpresidente Oliverio per poter sostituire l'assessore dimissionario PietroRuffolo. La casella di assessore provinciale si dovrebbe chiudere celer-mente, al posto aspirano i consiglieri Fabrizio Totera, Francesco Mirabellie Franchino De Rango anche se sono in molti ad indicare un esterno diprovata esperienza e fedeltà alla leadership rendese con vaste conoscen-ze sul territorio dei 155 comuni.Tutto lascia presagire che al Comune si dovrebbe chiudere al più prestoma le continue oscillazioni del sindaco Vittorio Cavalcanti, la sua posi-zione rigida verso esperienze e professionalità del passato che potrebbe-ro dare contributi risolutivi in alcuni settori che risultano fermi e non as-sicurano nemmeno l'ordinaria amministrazione, non lasciano pronosti-care buone soluzioni.

Le incomprensibili oscillazionidel sindaco Cavalcanti

Rende sempre sulle spine

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di Giuseppe Aprile*

a) Vorrei che Grillo portasse il maggior numeropossibile di rappresentanti al Parlamento e alSenato. Ognuno del M5S è uno in meno per quel-le forze che hanno fatto troppo il male o molto po-co o niente di buono. I meno colpevoli sono quel-li operanti senza dolo, ma sono molto pochi.

b) Non sono del M5S perché sono stato estraneoalla sua composizione. Ancora una volta non hoimmaginato come si potesse cambiare la politicadi questo Paese. Un limite, sicuramente. Ma soche è sempre tempo per intraprendere una deci-sione utile. Non serve fare gli eroi. Serve umil-mente operare per cercare di fare bene.

c) Nessun elettore avrebbe potuto fare quanto ser-ve per cambiare questo paese alla deriva per lacolpa di chi fa politica non per ragioni ideali, maper interessi privati, personali, come commerciantial mercato dediti alla corruzione.

d) I cinque contendenti rimasti in corsa sono l’u-no completamente diverso dall’altro. Vorrei chedopo le elezioni non ci fosse alleanza tra loro, per-chè sarebbe solamente strumentale e funzionalea trasformare un giudizio di condanna( il respon-so elettorale) in potere ( antidemocratico)al limi-te di una dittatura.

e) Prima del voto usano un atteggiamento. Quellopiù vero secondo cui ognuno evidenzia la diffe-renza rispetto all’altro anche perché vuole il votoper la sua aggregazione. Dopo il voto, siccome,per come prevedono tutti, non ci sarà alcun vin-citore -non è vincitore chi ha più voti del secon-do se non raggiunge il 51% da solo- già si dichiaravincitore chi pensa di arrivare primo nel senso cheha un voto in più di chi è secondo. Prende più vo-ti dell’altro, ma non vedo cosa possa aver vinto senon solo basandosi sul premio di maggioranza chenon può trasformare di fatto una minoranza asso-luta in maggioranza governativa. Tra l’altro, perammissione propria, sono tutti d’accordo che ilPorcellum è una maialata; però, di fatto, lo hannovoluto tutti: Monti, Berlusconi, Bersani.

f) La maggioranza non deve conteggiarsi riferen-dosi al numero dei votanti. Va calcolata in base alnumero degli aventi diritto al voto. Anche perchéchi non vota esprime un dissenso autentico. Nonè disattento alla politica o alle elezioni; è attentoe non ha fiducia in alcuno. E’ un voto autentico,il suo, ma contro.

g) Governare non significa fare le cose su cui sipuò trovare l’accordo. Governare significa fare lecose dello Stato, sapendo che nessuna cosa è estra-nea all’altra...

h) Chi si candida punta ad essere maggioranza sa-pendo che se non ha i voti necessari, diventa mi-noranza; quindi, deputato a svolgere un ruolo benpreciso come conseguenza delle elezioni. Se lo safare.

i) Una grande democrazia deve ritenere importantitutti i ruoli possibili al fine di rappresentare istan-ze popolari. Spesso l’opposizione è più impor-tante dell’essere maggioranza.

l) Chi risulta minoranza, avrebbe egualmente ruo-

li essenziali per la realizzazione di una democra-zia e dovrebbe amare questa condizione. La ve-rità è che si scambia il governo con il potere.

m) Un partito o una coalizione hanno diritto adavere riconosciuto il corrispettivo dei voti cheprendono e non hanno diritto a sommare voti traconcorrenti alle elezioni al solo scopo di fare “mag-gioranza”.

n) Bisogna tornare a votare fino a quando non siraggiunge la maggioranza degli aventi diritto alvoto. Se questa maggioranza non si trova, vuol di-re che il popolo non riconosce ad alcuno il dirit-to a governarlo. La conseguenza di ciò è che tut-ti devono andare a casa perché nessuno può co-stituire un governo. Ha ragione Peppe Grillo.

o) Berlusconi non è causa, è effetto. La crisi ha ori-gini precedenti al suo avvento.Tangentopoli nonaveva nulla di costruttivo, ma solo di distruttivo.L’attacco alla corruzione sarebbe stato giusto seinvece che solo a Milano, fosse scoppiato in tut-ta Italia e avesse interessato tutti, tutti eguali difronte alla legge, ovunque ci fossero Tribunali egiudici. Non si può dire che la giustizia sia statalibera da intrecci politici. Questo è un imperdo-nabile limite dal quale è difficile uscire.

p) E dove sono finiti i sindacati dal novantadue inpoi? Da oltre venti anni ad oggi? Che cosa hannofatto per difendere i lavoratori da Berlusconi e dal-la crisi di lavoro e di giustizia, per difendere loStatuto dei Lavoratori, quindi anche l’articolo 18,

o la democrazia dentro la fabbrica e negli uffici,per l’unità sindacale e le riforme? Non erano gran-di strumenti di democrazia italiana? Vero è chenon respirano più. A me risulta che abbiano solola gestione dei denari dei lavoratori per i propriapparati e tanti dirigenti venduti, inventati, eterni.

p) Per fare un governo si deve fare prima un pro-gramma con il popolo. Una democrazia non puòsfuggire a questo dettato naturale. Prima ci si ac-corda sul da farsi e poi si costituisce la rappre-sentanza istituzionale secondo la volontà dei rap-presentati e per i ruoli ben precisamente definiti.

p) È chiaro che alla base di tutto ci vuole una re-gola istituzionale autentica. Da farsi con la stessaformula con cui s’è fatta la Costituzione. Una re-gola di tutti e per tutti. Introducendo il Referendumpropositivo nella legislazione italiana e applican-dolo.

q) Parlano sempre gli stessi, solite cose, stessi gior-nalisti strapagati per interviste prefabbricate, stes-sa logica di un attore al servizio del potere occul-to di turno. Con l’assenza totale e continua diognuno dei veri problemi dello Stato e dei citta-dini.

r) Bersani o Monti o Berlusconi non hanno dirittoa cercare alleanze dopo le elezioni. Tutti devonoprendere atto dei risultati e basta. Il Presidente del-la Repubblica è rigidamente obbligato a rispetta-re il risultato elettorale dove ci saranno: presenti,votanti, assenti. La maggioranza è del 51% ossia:il 51% di 47 milioni di elettori), non i tre-quattromilioni che ha avuto Bersani alle primarie, in unaelezione dove a nessuno era proibito recarsi alleurne. Come si pretende di avere l’incarico a fareil governo con il 32% dei votanti? Siamo alla fol-lìa nella sua più cruda dimensione!

* presidente Cirep(Comitato interpretazioni risultati

elezioni politiche)Reggio Calabria

Per affrontare la crisipartire calcolandotutti i voti: presenti,votanti, assenti. Il nuovoè solo il M5S-Grillo

Riflessionida urnaRiflessionida urna

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201324Caratteri, aforismi, minitesti

Page 25: Mezzo euro

La Provincia di Cosenza, settore Ambiente eDemanio idrico, servizio disciplina rifiuti, nei gior-ni scorsi ha dato notizia al Comune di Tortora del-l’adozione di due importanti provvedimenti neiconfronti della ditta “La Recuperi Srl” con sedein San Sago.Con il primo, avente Prot. n.° 13750 del 13 feb-braio 2013, è stata disposta la “Revoca dell’attodi iscrizione nel Registro provinciale e conse-guentemente il divieto di prosecuzione dell’atti-vità di recupero dei rifiuti non pericolosi”; di fat-to, la revoca dell’autorizzazione a svolgere l’atti-vità di compostaggio dei rifiuti in località San Sagoper quella ditta.Con il secondo provvedimento, avente Prot. n.°13759 del 13/02/2013, è stata disposta la “Revocadell’autorizzazione unica n.° 29268 del 04-04-2011, avente ad oggetto ...la realizzazione e la ge-stione di un impianto di Compostaggio e Recuperoinerti da ubicarsi nel Comune di Tortora in Loc.San Sago...”; di fatto, l’annullamento dell’esitodella Conferenza dei servizi con cui “La RecuperiSrl” aveva ottenuto, nonostante la ferma opposi-zione dell’amministrazione comunale di Tortora,

l’assenso a costruire in San Sago un enorme ca-pannone industriale per svolgervi l’attività di com-postaggio».Entrambi i provvedimenti, più volte invocati dal-l’amministrazione comunale di Tortora, sono lanaturale conseguenza di un atto di sequestro pre-ventivo emesso in data 15-01-2013 dal Gip delTribunale di Paola, riguardante «l’arbitraria inva-sione e occupazione di un terreno appartenente alDemanio fluviale in località San Sago» da partedella ditta “La Recuperi Srl”.

Tali provvedimenti sono stati accolti con com-prensibile soddisfazione sia dall’amministrazio-ne comunale di Tortora, sia dalle amministrazio-ni comunali di Maratea, Trecchina, Nemoli,Rivello, Lauria e Lagonegro, facenti parte, insie-me a varie associazioni ambientaliste, Libera inprimis, del “Comitato per la Salvaguardia delNoce”, oltre che dal Consorzio turistico di Praiae Tortora; tutti impegnati, da tempo nella condu-zione di una battaglia civile per preservare il cor-so d’acqua del Fiume Noce e il Mare Tirreno, non-ché l’ecosistema circostante, dal pericolo di qual-siasi tipo di inquinamento. L’emanazione degli stessi, tra l’altro, potrebbe co-stituire un valido aiuto per l’ottenimento di un ri-sultato positivo nella vertenza che lo stessoComune di Tortora e Legambiente hanno inten-tato contro l’amministrazione provinciale diCosenza, La Regione Calabria e la ditta “LaRecuperi Srl”, al fine di ottenere l’annullamentodell’esito della Conferenza dei servizi che, a suotempo, ha autorizzato la medesima ditta a realiz-zare un opificio industriale per l’attività di com-postaggio in San Sago di Tortora.L’udienza al Tar di Catanzaro, infatti, è prossima,essendo stata fissata per giorno 23 marzo p.v. e,quindi, alla luce degli ultimi accadimenti, è leci-to augurarsi un esito favorevole per l’ammini-strazione comunale di Tortora.

Il sindaco di TortoraPasquale Lamboglia

La Provincia di Cosenzaha dato notizia alComune di Tortora di dueimportanti provvedimentinei confronti della ditta“La Recuperi Srl”

Una battaglia civilecontrol’inquinamento

Una battaglia civilecontrol’inquinamento

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 25Un valido aiuto

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di Francesco Cirillo

A Berlino c’è un Museo dell’orrore dedicato allevittime del nazismo. È l’unico museo gratuito del-la Germania, proprio per stimolare alla visita edalla riflessione su quello che è stato il nazismo. Ilteorico della superiorità tedesca e ariana fu un cer-to Alfred Rosemberg. Immaginiamo una Berlinodove fosse possibile oggi, visitare un Museo de-dicato a Rosemberg e dove fossero esposti i cra-ni degli ebrei gasati nei campi di concentramen-to. Penso che tutto il mondo si ribellerebbe a taleorrore e falsificazione della storia. Ebbene un mu-seo di questo genere esiste. Si trova, in Europa,non in Germania ma in Italia, a Torino. È il MuseoLombroso. Un museo finanziato dallo StatoItaliano, ristrutturato con i soldi del 150° anni-versario dell’Unità d’Italia, e dedicato appunto adun razzista, qual’era Cesare Lombroso, antropo-logo, che fece del suo razzismo anti meridionali-sta la sua fortuna. Lombroso per le sue teorie raz-ziste venne amato dai nazisti tedeschi e dai fasci-sti italiani, pur definendosi un socialista. Ebbenein questo Museo dell’orrore, vi sono centinaia dicrani di cosiddetti “briganti”. Qui vi era il craniodell’anarchico Passannante, poi riportato nel suopaese natio a Salvia in Lucania. Per Passannanteci fu una campagna nazionale aperta dall’editoreanarchico Giuseppe Galzerano, che con un librodi mille pagine ricostruì tutta la storia di questocontadino, attivista contro la monarchia. Poi l’at-tore e regista Ulderico Pesce ne fece un film. Ognicranio esposto, in quel museo dell’orrore, ha unasua storia. Storie di poveri diventati briganti, sto-rie di briganti che hanno lottato per difendere leproprie terre dai soprusi dei piemontesi giunti co-me liberatori nel nostro meridione, ma nei com-portamenti peggio dei borboni.

«Ora - spiega Ulderico Pesce all’Adnkronos -chiedo la restituzione dei resti di Carmine

Crocco, il brigante di Rionero e di Eustachio PaoloChita, detto Chitaridd, il brigante di Matera, an-cora esposti nel museo Lombroso. Ma chiediamoanche, a gran voce, la sepoltura di AndrewLeonard, il soldato inglese che combatteva nel-l’esercito anglo-napoletano contro le truppe na-poleoniche, morto a Maida in Calabria il 4 luglio1806».

«Il cranio del brigante Villella - spiega Pesce -, era esposto al museo perché caratterizzato

dalla fossetta occipitale mediana interna, chesecondo il Lombroso attestava la criminalità pernascita. Per lo stesso medico anche l’anarchicoGiovanni Passannante era nato delinquente, pro-prio perché presentava la stessa fossetta chein realtà caratterizza i crani dei meridio-nali, e che non è affatto ‘segno’ di crimi-nalità».«Di fatto - fa notare - con questa storia ilgoverno piemontese ha massacrato l’op-posizione politica meridionale, che chie-deva terre da coltivare, ospedali, scuole estrade. Quella civiltà, insomma, promes-sa con una unificazione mai avvenuta. Leimmagini dei briganti, fissate sulla lastra di bro-muro, raccontano una ribellione che non si può ri-durre a delinquenza».«Dei briganti -conclude- serve una nuova narra-zione, che faccia conoscere il loro grido di giusti-zia. Unghie nere e orgoglio del Sud. Un affare dicoscienza civile. Perché i fucilatori non preval-gano sui vinti».

«Un atto riparatorio e tardivo della giustiziaitaliana, una vittoria postuma del movimento

dei briganti meridionali». L’attore Ulderico Pesce,direttore del Centro Mediterraneo delle Arti e im-pegnato da anni in battaglie meridionaliste, com-menta così la sentenza del tribunale di LameziaTerme, per la quale il museo ‘Cesare Lombroso’di Torino dovrà restituire il cranio del brigante ca-labrese Giuseppe Villella, su cui nel 1871Lombroso asserì di aver rintracciato la fossetta oc-cipitale mediana (a dimostrazione della teoria del-la delinquenza atavica), al comune di Motta S.Lucia, in provincia di Catanzaro.

Ecco esplodere il caso del brigante Villella. Fra letante imprese di Domenico Scilipoti, in lista inCalabria per un posto al Senato, c’è quella di averguidato una delegazione partita dal comune diMotta Santa Lucia, in quel di Torino, nel MuseoLombroso per chiedere la restituzione di un cra-nio. Perché Scilipoti, non ci è dato sapere. Forseperché esperto di criminali, o di brigantaggio, operché semplicemente amico del sindaco di MottaSanta Lucia. Ma il brigante in questione non è inquesto caso Scilipoti né il suo cranio, che certa-mente qualcuno studierà dopo la sua morte, maquello di un vero brigante, Giuseppe Villella, ori-ginario proprio del paesino del Savuto. Ecco co-me Lombroso descriveva i meridionali: «Ma, ve-nendo alle popolazioni proprie delle Calabrie, miè sembrato dovervi distinguere due tipi speciali.Il Semitico dal cranio doligocefalo, dal naso ar-cuato, a sopracigli ravvicinati ed occhi neri o ca-stani, predomina nella marina, ma non così chespesso non venga sopraffatto dal muso prognato,dai capelli neri e crespi e dal derma bronzino delseme Camitico o dal purissimo ovale dei Greci omeglio dalla maschia e nobile impronta Greco-Romana, che è la prevalente, la sola anzi nell’in-terno. È il tipo dal fronte elevato, ampio, brachi-ce falico, dal naso aquilino, dall’occhio vivace eprominente. La statura è media, il temperamentobilioso; l’animo fiero, iracondo, testardo, impavi-do, desideroso di dominio, fino alla prepotenza,amante della lotta, dei piaceri, ma pieno d’intelli-genza, di vita, e di un senso estetico delicatissimo

che si rivela nei proverbi e nelle canzoni de-gne dell’antica Grecia. In onta adunquedella tanta mescolanza con popoli Berberie Semitici, il tipo Greco-Romano preval-se nell’interno, forse perché ribadito suquello ancor più antico degli indigeni Oscied Opisci».

Ma tutto questo all’Università di Torinonon interessa. Per loro il Museo Lombroso è de-gno di essere visitato ed è anche degno di espor-re cadaveri come se fossero catacombe di cap-puccini. Il Comune di Motta Santa Lucia co-munque fa opposizione a tale morbosa esposi-zione e produce un ricorso presso il tribunale diLamezia terme chiedendo la restituzione del cra-nio di Villella per darne degna sepoltura nel suopaese d’origine. E il Tribunale di Lamezia acco-glie tale richiesta.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 23 Febbraio 201326Briganti rubati

Non ci lasciano neanche un cranioNon ci lasciano neanche un cranio

Il cranio del briganteVillella

C’è un museo a Torinofinanziato dallo Stato, dedi-cato a Cesare Lombroso chefece del razzismo antimeri-dionalista la sua fortuna,dove vi sono centinaia dicrani di “briganti” tra cuiquello di VillellaLa Calabria ora chiede indie-tro le sue teste...

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«Un atto riparatorio e tardivo dellagiustizia italiana, una vittoria po-stuma del movimento dei briganti meridionali».Ha dichiarato subito Ulderico Pesce. Ma l’entu-siasmo è durato poco. Il Comune di Torino ed ilministero dell’Istruzione, chiedono l’appello, eironia della sorte, proprio la Corte d’Appello diCatanzaro concede la sospensiva. Il cranio diVillella resta a Torino, almeno fino alla Cassazione.

Questa l’ordinanza di sospensione.Corte App. Catanzaro, sez. I civ., ordinanza 8 gen-naio 2013 (Pres. Bruno Arcuri, rel. AntonioRizzuti). Nel procedimento vertente tra Universitàdegli Studi di Torino (appellante) e Comune diMotta S. Lucia, Comitato tecnico scientifico “NOLombroso”, Comune di Torino, Ministerodell’Istruzione, università e ricercascientifica (parte appellata);sciogliendo la riserva assunta all’u-dienza del 18 dicembre 2012, esa-minati gli atti, ha pronunciato la se-guente OrdinanzaLa Corte di Appello osserva quantosegue.Sussistono i presupposti per adotta-re il provvedimento di sospensione dicui all’art. 283 c.p.c., invocato dal-la Università degli studi di Torino. Ineffetti, le argomentazioni svolte nel-l’atto di appello - concernenti cen-sure di giurisdizione, di competenza,di ultrapetizione e di merito - ad unasommaria valutazione, non appaio-no infondate e meritano approfondi-mento. Sotto altro profilo, la valuta-zione comparativa degli interessi del-le parti induce a ritenere meritevoledi tutela quello dell’appellante, atte-so che la esecuzione dell’ordinanzaimpugnata - che accoglie la domanda volta ad as-sicurare la tumulazione del cranio del Villella -appare pregiudicare gravemente l’interessedell’Università appellante.P.Q.M.Visto l’art. 283 c.p.c., sospende l’efficacia esecu-tiva dell’ordinanza del tribunale di Lamezia Termedel 3 ottobre 2012, depositata in cancelleria indata 4 ottobre 2012, con cui viene condannatal’Università degli studi di Torino alla restituzio-ne del cranio di Giuseppe Villella al Comune diMotta S. Lucia;fissa per la prosecuzione del giudizio di appello,l’udienza del 5 marzo 2013.Manda alla cancelleria per i provvedimenti dicompetenzaCatanzaro, 8.1.2013

Il PresidenteDott. Bruno Arcuri

Il Comune di Motta S.Lucia comunque riunisceun consiglio comunale ad hoc e delibera a pro-positoIl Sindaco relaziona sull’oggetto dellaDeliberazione:Il 27 novembre riaprirà (dopo un costosissimorestauro) il Museo di Antropologia Criminale"Cesare Lombroso" dell’Università di Torino.Presso lo stesso museo crani e altre sezioni delcorpo di centinaia di "briganti" meridionali (me-scolati con quelli di criminali e malati di mente),giacciono in una sorta di "fossa comune" e sa-ranno esposti in quell’occasione in grande evi-denza. Tra i pochissimi resti identificabili quellidi Giuseppe Villella, presunto "brigante" nato a

Motta Santa Lucia nel 1803 e morto in carcere aPavia nel 1872.SI PREMETTE CHE: Le più recenti e aggiorna-te ricerche storiografiche testimoniano ormai de-finitivamente la natura politica del cosiddetto “bri-gantaggio” post-unitario, fenomeno vasto, arti-colato e tutt’altro che inquadrabile in un conte-sto di ordinaria delinquenza o di follia criminale(v. la Guida alle fonti per la storia del brigantag-gio postunitario conservate negli Archivi di Stato,a cura del ministero per i Beni culturali, ufficiocentrale per i Beni archivistici). - Il “brigantag-gio” fu un fenomeno drammatico con conseguenzepesantissime ai danni delle popolazioni meridio-nali ed in particolare calabresi e lucane con epi-sodi intollerabili di violenza che arrivarono finoalla decapitazione sistematica della nostra gente

da parte delle truppe piemontesi (Fondo brigan-taggio, Archivio storico dello Stato Maggioredell’Esercito, Busta 60); - Le teorie di CesareLombroso, molto spesso legate alle origini dellostesso razzismo nazista, hanno rivelato tutta la lo-ro inattendibilità scientifica. - Lo stesso Lombrosofu per diversi anni medico al seguito delle truppepiemontesi (circa 120.000 unità) impegnate nel-la sanguinosa repressione del “brigantaggio” nel-le Calabrie e nel resto dell’ex Regno delle DueSicilie.- In maniera del tutto immotivata dal punto di vi-sta scientifico, Cesare Lombroso fece di GiuseppeVillella il simbolo della sua folle teoria sulle “fos-sette occipitali” e, quindi, il simbolo di tutta la de-linquenza calabrese e meridionale contribuendoin maniera nefasta alla creazione di preconcettirazzisti (e mai del tutto cancellati) nei confrontidella nostra gente giudicata “geneticamente in-feriore” o “pericolosa”. - A 150 anni dall’unificazione italiana ed in vistadi celebrazioni che, secondo i pareri più diffusi,ormai, dovrebbero essere finalizzate alla rico-struzione di una memoria storica nazionale fi-nalmente condivisa, si ritiene doveroso richiede-re la restituzione dei resti di Giuseppe Villella. La restituzione dei resti di Giuseppe Villella avreb-be un profondo valore simbolico come gesto divera riconciliazione nazionale, segno della sem-pre più necessaria ricostruzione della verità sto-rica e dell’attesa restituzione di giustizia e dignitànei confronti di Giuseppe Villella, dei suoi eredi,dell’intera cittadinanza di Motta Santa Lucia, sim-bolo, infine, del riscatto di tutte le popolazioni ca-labresi e meridionali.

LA Giunta comunaleUdita la relazione del sindaco e fattala propria;Ritenuto opportuno aderire alla richiesta di re-

stituzione dei resti del concittadinoGiuseppe Villella, ponendo in esse-re tutte le iniziative all’uopo neces-sarie;DeliberaLa premessa fa parte integrante esostanziale del presente deliberato;Di aderire alla richiesta del sinda-co di proporre alle istituzioni inte-ressate la restituzione dei resti delconcittadino Giuseppe Villella, con-servati presso il Museo di antropo-logia criminale “CesareLombroso”dell’Università diTorino; ·Di dare mandato al sinda-co di porre in essere tutti gli atti ne-cessari e conseguenziali alla rea-lizzazione di quanto in premessa;Di stabilire che, in seguito alla re-stituzione si provvederà finalmentead una dignitosa sepoltura pressoil cimitero comunale, con la cele-brazione di una messa in suffragio

e l’organizzazione di un convegno di studi aper-to alla partecipazione di studiosi locali, naziona-li e internazionali.Che, copia del presente atto deliberativo sia tra-smesso, per quanto di competenza, al ministro del-la Giustizia (competente per i musei criminologi-ci), al direttore del Museo criminologico di Torino“Cesare Lombroso” e, per conoscenza, al mini-stro dei Beni culturali, al presidente della RegioneCalabria, al presidente della Provincia diCatanzaro.

Riusciremo noi meridionali e noi in particolar mo-do calabresi a fra chiudere questo orribile Museo?Immaginate solo un attimo che concezione delmeridione deve farsi un ragazzino portato in quelMuseo in visita scolastica!

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 27Briganti rubati

Briganti sfigurati dopo l’esecuzione. In apertura, la banda di CicconeQui sotto, il brigante Crocco;nelle due foto in basso, Michelina De Cesare e Lucano

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Con ordinanza n. 100/2013 (Pres. Romeo, Rel.Corrado), il Tar Calabria Catanzaro, sez. I - acco-gliendo le tesi difensive sostenute dagli avvocatiOreste Morcavallo, Agostino Rosselli e LucioSconza - ha respinto l’istanza cautelare di so-spensione degli atti di gara proposta da una dittaesclusa così consentendo l’inizio dei lavori per larealizzazione del parco fluviale e le botteghe de-gli artisti per un importo di circa due milioni dieuro.

I FATTI

Con ricorso al Tar una ditta esclusa impugnava ilprovvedimento con cui il Comune di Cosenza, aseguito di un procedimento di gara, espletato me-diante procedura aperta ex art 53, comma 2, lett.c) del d. lgs.vo n. 163/2006, la escludeva dall’ap-palto ed affidava i lavori di riqualificazione delParco fluviale alla costituenda Ati CesarioLegnoEdilizia s.r.l.u. - De Luca s.r.l..La ditta censurava la procedura seguita dalComune lamentando l’erroneità della valutazio-

ne dell’offerta.Si costituiva in giudizio, il Comune di Cosenza,con il patrocinio degli avvocati Morcavallo,Rosselli e Sconza. La difesa del Comune faceva rilevare come i prov-vedimenti erano perfettamente legittimi in quan-to l’offerta della ditta era priva dei documenti pre-visti dal bando a pena di esclusione.Il Tar condivideva la tesi del Comune e respinge-va l’istanza di sospensione degli atti di gara. «Ci riteniamo pienamente soddisfatti dell’esitogiudiziale conseguito che conferma la legittimitàdell’operato del Comune di Cosenza e che con-sente l’avvio dei lavori per la realizzazione delparco fluviale e le botteghe degli artisti nel centrostorico», hanno commentato gli avvocati OresteMorcavallo, Agostino Rosselli e Lucio Sconza.

Legge come un fiumein piena

Legittima la garaper la realizzazionedel Parco fluvialee le botteghe degli artistinel centro storico,i lavori possono iniziare:il Tar Calabria respingela richiesta di sospensionedella ditta esclusa

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 29Una vittoria importante per Cosenza

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Confagricoltura e Anga Cosenza con il patrociniodel Comitato provinciale dell’osservatorio nazio-nale amianto Cosenza (Ona) e la Thp hanno pro-mosso e voluto l’incontro-dibattito sul tema “Ilproblema dell’amianto nei capannoni agricoli”,tenutosi presso la Coab (Cooperativa ortofrutti-cola agrumaria bruzia) Cantinella di Corigliano. L’introduzione dei lavori è stata affidata all’av-vocato Gabriella Martilotti, presidente AngaCosenza.

Successivamente Giuseppe Infusini, coordinatoreprovinciale dell’Ona Cosenza, ha affrontato il te-ma della pericolosità dell’amianto presente in ma-niera diffusa nel territorio calabrese e delle ina-dempienze della regione rispetto alla redazionedel Piano regionale amianto (Prac). Infusini ha af-fermato che «già a partire dal 1906 il Tribunale diTorino aveva riconosciuto la pericolosità delle pol-veri di amianto e nel 1978 lo studioso statuniten-se Selikoff osservò che il mesotelioma è capacedi manifestarsi anche in seguito ad inalazione diuna quantità straordinariamente piccola di fibredi amianto, definita trigger dose o dose innescan-te. La legge n°257/92, che ha messo al bando l’a-mianto dal territorio italiano, è giunta con forte ri-tardo proprio per le pressioni sul governo italianoche fecero le aziende che avevano già investitonel settore dei materiali edilizi contenenti amian-to. La stessa legge imponeva alle regioni di adot-tare i piani di protezione, smaltimento e bonificadell’ambiente entro 180 giorni a partire dall’en-trata in vigore del Dpr 8.08.1994. A distanza dicirca 20 anni la regione Calabria pur avendo pro-mulgato la L.R. n°14 del 27.04.2011 (che non pre-vede alcun contributo ai privati per interventi dibonifica dei manufatti in amianto) è inadempienteper non aver ancora definito le linee guida senzale quali la legge è inattuabile. La problematica del-l’amianto è - secondo Infusini - coscientementesottovalutata dagli organismi politici regionali.Anche molte delle attività agricole e zootecnichesi svolgono in ambienti con presenza di copertu-ra in cemento-amianto oramai in stato di avanza-to degrado, con possibilità di rilascio di fibre d’a-mianto, mettendo a rischio la salute degli opera-tori e la contaminazione dei prodotti agricoli ezootecnici. Infusini ha quindi proposto allaConfagricoltura di aderi-re all’Ona, come hannogià fatto alcuni comuni,in modo da creare unarete di soggetti che,messi insieme, pos-

sono dar luogo ad un’azione sinergica in gradodi incidere sulle politiche regionali e provincialie far sì che tali enti sostengano, anche in parte, icosti dello smaltimento.

Il secondo relatore, geologo Beniamino Falvo, com-missario regionale Ona, ha messo in evidenza co-me l’utilizzo dei materiali contenenti amianto inagricoltura, con il tempo, si è trasformato da op-portunità in un pericolo. Infatti i tetti dei capan-noni in eternit, a cui si è ricorso per il basso costoe la facilità di impiego, negli anni passati, e, co-munque prima del 1992, anno dal quale è vietatol’uso del materiale contenente amianto, sono oradiventati un pericolo per l’uomo, gli animali, l’am-biente. Ciò in quanto l’eternit è costituito da unamiscela di cemento ed amianto.Il cemento, a distanza oramai di 30-40 anni, at-taccato dalle piogge acide, si degrada e lascia li-bere le fibre di amianto. Sono proprio queste, in-distruttibili, che, se vengono inalate dall’uomo ose entrano nella filiera alimentare, sono respon-sabili di molti tipi di tumori e, specificamente, delmesotelioma. In Italia, a causa del grande utiliz-zo che si è fatto del cemento amianto negli annipassati, muoiono, ogni anno, di affezioni polmo-nari provocati dall’amianto, circa 3000 persone,molto di più delle morti per infortuni sul lavoro(circa 1500).

Successivamente l’agronomo Giovanni Perri ha evi-denziato la necessità che l’utilizzo dei fondi delPsr vengano utilizzati per l’attuazione della mi-sura 121 riguardante l’ammodernamento delleaziende agricole, con la possibilità di risanare ebonificare i guasti sopra evidenziati, privilegian-do ed incentivando quanti vorranno riqualificarei manufatti produttivi e abitativi dove è tutt’ora

presente l’amianto. Infine Perri ha sottolineato,per la tutela della salute dell’uomo ed il benesse-re degli animali, il pericolo dell’amianto e la ne-cessità di incentivare il suo smaltimento nell’am-bito delle complesse problematiche ambientali in-dissolubilmente legate con la realtà agricola, nelpiù ampio discorso di rispetto dei criteri sancitidalla Comunità europea in termini di tutela del-l’ambiente e del paesaggio.

L’ingegnere Francesco Pellegrino, consulente tec-nico Thp ha affrontato il tema della fattibilità eco-nomica di sostituire le coperture di amianto deicapannoni agricoli con pannelli fotovoltaici. Ciòal fine di evitare la continua esposizione delle fi-bre di amianto agli operatori e agli animali chepuò favorire con il tempo l’insorgere di gravi ma-lattie polmonari correlate alle fibre-killer dell’a-mianto. L’incontro che ha visto la partecipazionenumerosa ed attiva di molti operatori del settoreagricolo, ha perseguito l’obiettivo di fornire unaiuto concreto alle aziende agricole interessate al-la problematica dell’amianto.

Nel corso del dibattito sono intervenuti, fra gli al-tri, Adriano Tancredi, amministratore della Thp,patrocinante del convegno assieme all’Ona, cheha messo in evidenza la possibilità di sostituire lecoperture delle strutture agricole con pannelli fo-tovoltaici dando un’ottima opportunità alle azien-de agricole anche in termini economici, mentrel’attivo e dinamico Peppino Anselmi, componentedel consiglio direttivo dell’Ordine agronomi e fo-restali di Cosenza, ha sottolineato la mancanza disincronia tra le opportunità di finanziamento re-gionale in agricoltura con la regolamentazione na-zionale sull’energia alternativa, ponendo di fattoun problema sostanziale: progettazione e finan-ziamento delle opere in tempi troppo lunghi e di-stanti.

Parisio Camodeca, direttore di ConfragricolturaCosenza, è intervenuto rilevando come sia sem-pre più importante e necessario fare rete comunecon l’Ona e con i tecnici e gli agricoltori del set-tore, al fine di rimuovere i ritardi, gli ostacoli e leinadempienze afferenti la rimozione e la bonificadelle strutture in amianto tutt’ora esistenti nel ter-ritorio calabrese.

Ha concluso i lavori l’avvocato GabriellaMartilotti, la quale sulla base di quanto è emersodai quattro relatori e dal dibattito, ha evidenziatoche l’incontro possa essere stato di supporto alleaziende agricole del territorio ed agli associati del-la Confagricoltura ed ha auspicato altre forme diincentivi, per venire incontro alle esigenze di unmondo agricolo che in Calabria rappresenta unastruttura produttiva essenziale da potenziare, rin-vigorire e potenziare per il rilancio e la crescitadella fragile economia regionale ca-

labrese.

L’amiantonon è un giocoL’amiantonon è un gioco

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 23 Febbraio 2013 31Un grande pericolo per l’uomo

La Confagricoltura e l’OnaOnlus Cosenza denuncianole inadempienze regionalisulla bonifica delle strutture

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